Добірка наукової літератури з теми "Rappresentanza sindacale"

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Статті в журналах з теми "Rappresentanza sindacale"

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Lambertucci, Pietro. "Contratto collettivo, rappresentanza e rappresentativitŕ sindacale: spunti per il dibattito." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 124 (March 2010): 551–606. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2009-124001.

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Анотація:
Il saggio, nel ripercorrere il dibattito sulla rappresentanza sindacale nell'impiego privato, propone una disaggregazione dell'analisi, in relazione alla necessitŕ di calare i diversi modelli nei contesti nei quali si esprime il potere negoziale del sindacato. Nello specifico, per quanto riguarda la contrattazione collettiva nazionale di categoria, si aderisce alla tesi che ricostruisce la rappresentanza sindacale come rappresentanza associativa, mentre la rappresentanza sindacale nelle singole aziende si caratterizza come rappresentanza istituzionale (viene, in particolare, individuata la disciplina negoziale sulle rappresentanze sindacali unitarie che derivano il loro potere dalla consultazione elettorale di tutti i dipendenti occupati nell'azienda). L'analisi poi della rappresentativitŕ sindacale, con riguardo alla nozione di sindacato comparativamente piů rappresentativo, si confronta, per un verso, con l'art. 39 Cost. e si conclude, per altro verso, con l'osservazione che i contratti collettivi ai quali la legge connette effetti legali richiedono "l'unitŕ contrattuale" del sindacato. Si propone, infine, un intervento legislativo volto a generalizzare l'esperienza delle rappresentanze sindacali aziendali e a poggiare il richiamo alla maggiore rappresentativitŕ comparata su un meccanismo associativo ed elettorale insieme, in relazione alla devoluzione di funzioni demandate dalla legge.
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Bellocchi, Paola. "Rappresentanza e diritti sindacali in azienda." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 132 (November 2011): 543–88. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-132002.

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Анотація:
Il saggio ricostruisce il significato dell'art. 19 dello Statuto dei lavoratori nell'esperienza applicativa del sistema di relazioni sindacali. La chiave di lettura proposta č che obiettivo della legislazione di sostegno fosse quello di promuovere la contrattazione collettiva di diritto comune senza regolarla, agevolando il riconoscimento dei diritti sindacali nei contratti collettivi come contenuti della parte obbligatoria di essi per innervare un sistema di fisiologiche relazioni sindacali nell'impresa. Rispetto a questo modello di legislazione, gli svolgimenti interpretativi intervenuti dopo il referendum abrogativo del 1995 ne hanno reso l'applicazione contraria alla sua stessa logica. Ma soprattutto, al cospetto di accordi separati e di dissensi tra sindacati sui rinnovi contrattuali - di cui la piů preoccupante manifestazione si č avuta negli accordi Fiat - l'assenza di regole condivise sulla contrattazione ha evidenziato notevoli criticitŕ ed incongruenze sulle scelte di governo delle relazioni sindacali in azienda, di cui l'A. auspica una risposta da parte degli attori del sistema all'insegna della ritrovata unitŕ sindacale.
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Cannella, Giovanni, and Sergio Mattone. "Alla ricerca di nuove regole per la rappresentanza sindacale." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 1 (April 2011): 20–36. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-001003.

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Анотація:
1. Le relazioni industriali prima di Mirafiori e Pomigliano / 2. Gli accordi Fiat e l'implosione del sistema sindacale / 3. Le linee fondamentali di un nuovo sistema di relazioni sindacali / 4. Nuove regole per la rappresentanza: l'ostacolo dell'art. 39 Costituzione / 5. Le proposte di legge ordinaria sulla rappresentanza / 6. Rappresentativitŕ e contrattazione / 7. Osservazioni conclusive.
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Carrieri, Mimmo. "Come promuovere la rappresentanza sindacale." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 141 (February 2014): 151–65. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2014-141008.

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Concetta Ambra, Maria, and Marta D’Onofrio. "Il sindacalismo italiano alla prova di Amazon: tra vecchie strategie e rinnovamento organizzativo." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 158 (November 2020): 225–42. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-158011.

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Анотація:
L'articolo riesamina il quadro teorico sul processo di rinnovamento sindacale, alla luce delle strategie adottate dal principale sindacato italiano (Cgil) in Amazon, dopo l'apertura dei suoi primi stabilimenti logistici in Italia. Da una parte il sindacato deve riuscire ad insediarsi in un luogo di lavoro in cui non era già presente, costruendo un rapporto di fiducia con i lavoratori. Dall'altra deve confrontarsi con un management riluttante nel riconoscere il ruolo e la funzione di mediazione delle organizzazioni di rappresentanza. Il processo di rinnovamento viene distinto analiticamente in tre fasi: l'insediamento, l'istituzionalizzazione e l'apprendimento organizzativo. Nell'analisi diviene cruciale comprendere il modo in cui il sindacato definisce e persegue le proprie strategie, non solo combinando vecchi repertori di azione con elementi innovativi, ma anche avviando una revisione dei propri strumenti organizzativi. In conclusione, il rinnovamento sindacale è interpretato come un processo influenzato sia dall'esito delle relazioni che il sindacato riesce ad instaurare con i lavoratori che rappresenta e con la controparte datoriale, sia dalla capacità di avviare un ripensamento organizzativo interno.
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6

Lambertucci, Pietro. "Verso la rappresentanza sindacale dei corpi militari?" GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 152 (January 2017): 619–40. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2016-152004.

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7

Rusciano, Mario. "Legge sullo sciopero e modello neo-istituzionale." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 121 (April 2009): 121–38. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2009-121008.

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Анотація:
L'a. richiama anzitutto la concezione di Massimo D'Antona circa la modellistica istituzionale, contenuta nella proposta di legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali (divenuta poi l. n. 146/1990), e mette in luce la diffidenza dello stesso D'Antona nei confronti della c.d. "istituzionalizzazione dei processi di autonomia collettiva": grazie alla quale, le concrete restrizioni del diritto di sciopero vengono prodotte dall'autonomia collettiva, ma divengono poi precetti legali, provvisti di sanzione. L'a. critica la tesi di D'Antona, secondo cui il modello neo-istituzionale comporterebbe l'integrazione dell'ordinamento sindacale nell'ordinamento statuale e smentirebbe la prospettiva pluriordinamentale; e si sofferma, infine, sui tre nodi problematici, affrontati da D'Antona: la riserva di legge dell'art. 40 Cost.; la rappresentanza e rappresentativitŕ sindacale; la titolaritŕ individuale del diritto di sciopero.
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Pirone, Francesco. "Operai cassintegrati e rappresentanza sindacale: il caso di una grande impresa metalmeccanica meridionale." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 140 (November 2015): 33–47. http://dx.doi.org/10.3280/sl2015-140003.

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9

Borghi, Vando. "Di cosa ci parlano i contadini, oggi?" SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 128 (December 2012): 7–15. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-128001.

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Анотація:
Il paper č sostanzialmente diviso in tre parti. Nella prima vengono richiamate le ragioni per cui č attualmente importante rimettere il rapporto tra terra e lavoro al centro delle analisi del capitalismo contemporaneo e sono rapidamente delineate alcune caratteristiche chiave di quest'ultimo. Nella seconda, sono introdotte alcune delle principali questioni in gioco nell'analisi del rapporto tra terra e lavoro e viene accennato al modo in cui esse sono affrontate nei diversi contributi raccolti nella rivista. Infine, si mostra come le questioni fin qui indicate chiamino in causa i temi dell'agency del lavoro, in termini di forme della rappresentanza (sociale, politica, sindacale) e di contro-movimento, di "capacitŕ di aspirare" degli individui e di "giustizia cognitiva".
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10

D'Achille, Paolo. "Se è sindacale spetta al sindaco o al sindacato?" XII, 2020/1 (gennaio-marzo) 12, no. 1 (February 25, 2020): 44–45. http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2020.3235.

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Анотація:
Ci sono pervenute varie domande che chiedono se è corretta l’espressione ordinanza sindacale, che si trova spesso negli atti delle amministrazioni comunali per indicare una disposizione emanata dal sindaco, o se non possa generare confusione, visto che l’aggettivo sindacale è normalmente riferito al sindacato (rappresentante sindacale, contributo sindacale, ecc.).
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Дисертації з теми "Rappresentanza sindacale"

1

FERRARIO, SUSANNA. "LAVORO AUTONOMO E INTERESSI COLLETTIVI: RAPPRESENTANZA, ORGANIZZAZIONE E AZIONE SINDACALE DI TUTELA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/257.

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Анотація:
La ricerca prende avvio dalla ricostruzione dei processi socio-economici che hanno portato alla crisi del modo di produzione taylorista-fordista. Muovendo da tali riflessioni, si constata come le imprese “post-fordiste” si avvalgano in misura crescente di lavoratori autonomi, un tempo coordinati e continuativi e, oggi, a progetto (artt. 61 e ss., d.lgs. 276/2003). Tali collaboratori sono, dunque, soggetti ad un potere (contrattuale) di coordinamento del committente che, alle volte, si somma ad una condizione di dipendenza economica dal committente medesimo. Si crea, quindi, una differenziazione interna all'area dell'autonomia coordinata che non pare adeguatamente valorizzata dal legislatore ordinario, ma che sembra interessare i sindacati. Il dato reale vede, infatti, agire rappresentanze varie, sicché occorre circoscrivere l'ambito di applicabilità degli artt. 39 e 40 Cost. L'assenza di un genuino interesse collettivo e di un'effettiva attività di autotutela inducono a ritenere che i collaboratori “forti” e il relativo associazionismo possano beneficiare delle sole tutele poste dagli artt. 2, 18 e 41 Cost. A conclusione si affrontano le problematiche che la ricostruzione così svolta solleva, ovverosia come garantire l'effettività delle tutele riconosciute al sindacalismo dei collaboratori “deboli” e come contemperare l'associazionismo dei collaboratori “forti” con il diritto antitrust comunitario.
The search starts with the reconstruction of socio-economic processes. Moving from these reflections, it's possible to see that today's companies take advantage of increasingly self-employed coordinated and continuous and, after d.lgs. 276/2003 “lavoratori a progetto”. These employees are, therefore, subject to a power (contractual) coordination of the customer that, at times, it adds up to a state of economic dependence by the same. It then creates an internal differentiation into autonomy area that does not seem properly valued by the ordinary legislator, but that seems to involve trade unions. Given that in reality there are different representations, we move to circumscribe the scope of applicability of the Arts. 39 and 40 Const. The absence of a genuine interest and genuine self activities suggest that employees "strong" and its associations can only benefit from the protections posed by Arts. 2, 18 and 41 Const. At the end tackling the problems so that the reconstruction turn raises, namely how to ensure the effectiveness of the safeguards recognized unionism collaborators "weak" and reconcile the associations of employees "strong" with the antitrust law.
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FERRARIO, SUSANNA. "LAVORO AUTONOMO E INTERESSI COLLETTIVI: RAPPRESENTANZA, ORGANIZZAZIONE E AZIONE SINDACALE DI TUTELA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/257.

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La ricerca prende avvio dalla ricostruzione dei processi socio-economici che hanno portato alla crisi del modo di produzione taylorista-fordista. Muovendo da tali riflessioni, si constata come le imprese “post-fordiste” si avvalgano in misura crescente di lavoratori autonomi, un tempo coordinati e continuativi e, oggi, a progetto (artt. 61 e ss., d.lgs. 276/2003). Tali collaboratori sono, dunque, soggetti ad un potere (contrattuale) di coordinamento del committente che, alle volte, si somma ad una condizione di dipendenza economica dal committente medesimo. Si crea, quindi, una differenziazione interna all'area dell'autonomia coordinata che non pare adeguatamente valorizzata dal legislatore ordinario, ma che sembra interessare i sindacati. Il dato reale vede, infatti, agire rappresentanze varie, sicché occorre circoscrivere l'ambito di applicabilità degli artt. 39 e 40 Cost. L'assenza di un genuino interesse collettivo e di un'effettiva attività di autotutela inducono a ritenere che i collaboratori “forti” e il relativo associazionismo possano beneficiare delle sole tutele poste dagli artt. 2, 18 e 41 Cost. A conclusione si affrontano le problematiche che la ricostruzione così svolta solleva, ovverosia come garantire l'effettività delle tutele riconosciute al sindacalismo dei collaboratori “deboli” e come contemperare l'associazionismo dei collaboratori “forti” con il diritto antitrust comunitario.
The search starts with the reconstruction of socio-economic processes. Moving from these reflections, it's possible to see that today's companies take advantage of increasingly self-employed coordinated and continuous and, after d.lgs. 276/2003 “lavoratori a progetto”. These employees are, therefore, subject to a power (contractual) coordination of the customer that, at times, it adds up to a state of economic dependence by the same. It then creates an internal differentiation into autonomy area that does not seem properly valued by the ordinary legislator, but that seems to involve trade unions. Given that in reality there are different representations, we move to circumscribe the scope of applicability of the Arts. 39 and 40 Const. The absence of a genuine interest and genuine self activities suggest that employees "strong" and its associations can only benefit from the protections posed by Arts. 2, 18 and 41 Const. At the end tackling the problems so that the reconstruction turn raises, namely how to ensure the effectiveness of the safeguards recognized unionism collaborators "weak" and reconcile the associations of employees "strong" with the antitrust law.
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AVOGARO, MATTEO. "CONTRATTAZIONE COLLETTIVA E RAPPRESENTATIVITÀ SINDACALE NEL LAVORO PRIVATO: UN'ANALISI COMPARATA CON L'ORDINAMENTO FRANCESE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/621407.

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Анотація:
Nell’ordinamento italiano, il tema della disciplina delle procedure e dei contenuti della contrattazione collettiva rappresenta una delle maggiori questioni giuslavoristiche, che non ha ancora trovato una stabile soluzione. Ad essa, inoltre, si lega strettamente il tema della regolamentazione, a fini negoziali, dei soggetti dell’autonomia collettiva. La finalità della presente trattazione è quella di esaminare, dapprima, lo sviluppo storico del dibattito nell’ordinamento italiano, per concentrare, in seguito, l’attenzione sulle tematiche più recenti che, anche alla luce della crisi dell’unità sindacale e della frammentazione dei tessuti produttivi generata dalla globalizzazione, evidenziano una richiesta di regolamentazione obiettiva dell’attività negoziale. In merito a tali questioni verrà infine esaminato, in una logica comparata, l’ordinamento francese che, a differenza di quello italiano, ha disciplinato per legge i presupposti, le procedure e i requisiti di accesso alla negoziazione collettiva sin dalla prima metà del XX Secolo. In particolare, il primo capitolo della tesi prende in esame, dapprima, la questione che si pone alla base dell’intero dibattito nazionale sulle modalità di regolamentazione della contrattazione collettiva: la mancata attuazione da parte del legislatore della seconda parte dell’art. 39 Cost. e la conseguente illegittimità costituzionale di quelle norme volte a generalizzare l’efficacia degli accordi collettivi aggirando quanto previsto dalla Carta fondamentale. L’analisi prosegue con la disamina dell’evoluzione storica della contrattazione anomica nel nostro ordinamento: a partire dalla negoziazione accentrata a livello nazionale nei primi anni Cinquanta, dalle istanze di decentramento e dall’effimera introduzione della contrattazione articolata con il Protocollo Intersind-Asap del 1962, fino alla bipolarità totale tra livello confederale e aziendale manifestatasi tra la fine degli anni Sessanta e la metà degli anni Settanta del Novecento, per giungere alla negoziazione collettiva della crisi, con gli accordi triangolari e la concertazione che, tra alterni risultati, hanno prodotto i loro effetti fino alla metà degli anni Duemila. In tale contesto, particolare attenzione è dedicata al sistema degli accordi del luglio-dicembre 1993 che, per quasi vent’anni, hanno costituito il fulcro di una disciplina delle relazioni industriali organizzata su due livelli, e che hanno tentato, nel contempo, con l’introduzione delle RSU, di contrastare la crisi di rappresentatività delle organizzazioni sindacali, evidenziata nella sua gravità, pochi mesi dopo, dal referendum del 1995 sull’art. 19 della l. 300/1970. La parte finale del primo capitolo si pone in ideale continuazione con l’inizio del secondo. Al centro dell’esame vi sono le questioni dei nostri giorni che hanno indotto le parti sociali, significativamente del settore industriale – a seguito della crisi del sistema del 1993, che ha avuto il proprio epicentro nella vertenza Fiat del 2009-2011, della successiva e connessa sentenza manipolativa della Corte Costituzionale del 2013 in riferimento, ancora una volta, all’art. 19 St. lav., e all’introduzione da parte del legislatore del discusso art. 8 del d.l. 138/2011 – a ritenere maturi i tempi per una nuova regolamentazione pattizia del sistema. Al riguardo, vengono analizzati nel dettaglio i tre accordi interconfederali del 28 giugno 2011, 31 maggio 2013 e 10 gennaio 2014, l’ulteriore e recentissima intesa del 28 febbraio-9 marzo 2018 e il dibattito, in una prospettiva de iure condendo, sull’opportunità di introduzione di una legge sindacale, capace, eventualmente, di dare completa attuazione all’art. 39 Cost. Il terzo capitolo, infine, si pone in parallelo con i primi due, dal punto di vista dell’ordinamento francese. Pertanto viene inizialmente presa in considerazione l’evoluzione normativa di tale contesto giuridico, a partire dalla loi del 1919 sulla contrattazione collettiva di diritto comune e dalla leggi del 1936 e 1950 sull’estensione erga omnes in via amministrativa dei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali rappresentative, fino al nuovo modello di “cittadinanza nell’impresa” proposto dalla leggi Auroux del 1982 e alla frammentazione del sistema tra gli anni Ottanta e Duemila, punteggiata di provvedimenti privi di carattere sistematico e, in alcuni casi, contraddittori. Ci si sofferma, infine, sulle riforme che, in tempi recenti, hanno svolto il ruolo di pietre angolari nella ridefinizione degli assetti dell’ordinamento francese: l’introduzione di criteri obiettivi per la selezione dei sindacati rappresentativi nel 2008, l’estensione di tale modello alle organizzazioni datoriali nel triennio 2014-2016 e, sul versante dell’assetto contrattuale, le discusse riforme introdotte con la loi Travail dell’8 agosto 2016 e dalle ordonnances promosse dal neo-presidente Macron nell’autunno del 2017, nella direzione di una forte valorizzazione del secondo livello negoziale, a discapito delle conventions de branche. Il punto d’arrivo del percorso tracciato supra porterà a cercare di dare una risposta, da un lato, all’interrogativo inerente all’opportunità di intervenire, nell’ordinamento italiano, con una legge sindacale, per fornire certezza, chiarezza e stabilità al sistema contrattuale e, in seconda istanza, anche sulla base della riflessione comparata, ad una valutazione su quali potrebbero essere gli istituti più efficienti da adottare, nei termini anzidetti, per assicurare un’estensione generalizzata della contrattazione collettiva, idonea a permettere un armonico sviluppo anche degli accordi di secondo livello.
In the Italian legal framework, the question concerning the regulation of procedures and contents of collective bargaining represents one of the major labour law issues, which has not found a satisfying solution yet. The abovementioned topic is, in addition, strictly connected to the selection of criteria aimed to determine the actors of the bargaining process. The purpose of the present dissertation is then to examine, first of all, the historical development of the debate on the aforementioned issues in the Italian context, to focus attention, afterwards, on the most recent instances to enact a clearer regulation of the bargaining process, in reason of the crisis of trade unions’ cohesion and of the fragmentation of production originated by globalisation. Finally, the last part of the dissertation will be centred on a comparative analysis with the French regulative context that, in opposition to the Italian one, disciplined by law prerequisites and procedures to accede to collective bargaining process already at the beginning of XX Century. In particular, the first chapter starts from the matter of contention at the base of the whole national discussion referred to the regulative process of arrangements executed between employers’ and workers’ organizations: the incapability of the Italian legislator to enact a law concerning the collective bargaining proceeding respecting, in the meantime, the criteria set forth by Article 39 of the Constitution, that has been at the base of the consequential declaration of illegitimacy of all the legislative attempts to generalize the efficacy of the considered agreements, circumventing the provision of the Fundamental Chart. The analysis continues focusing on the evolution of collective agreements regulated by civil law in the national legal framework: highly centred during the Fifties, then organized on two ordered levels in the brief period of “contrattazione articolata” – introduced initially in public industries with the Protocol Intersind-Asap of 1962 and soon extended to the private field – until the total independence between company and sectorial bargaining level in the years between the end of the Sixties and the beginning of the Seventies, and to the particular characteristics assumed by the said agreements during the oil crisis and in the following years, when the practice of the three-side covenants executed between main trade unions, employers’ organizations and the government, with different outcomes, perdured until the middle of 2000’s. In this context, particular attention is devoted to the collective agreements executed at national level in July-December 1993 that, during the following twenty years, have been considered the fulcrum of the two-level collective bargaining system, and which attempted, in the meantime, with the introduction of Trade unions’ Unitary Representative bodies (in Italian, Rappresentanze Sindacali Unitarie, RSU) to contrast the deep crisis of representativeness of workers’ organizations, whose gravitas has been highlighted, several months after, by the national referendum held in 1995 on Article 19 of law no. 300 of 1970. The last section of the first chapter founds an ideal continuation in the second one. In this field, the main topic become the most recent issues concerning the Italian bargaining system, and significantly the one which moved social actors of the industrial sector – on the base of the crisis of the system of 1993, showed by the Fiat dispute of 2009-2011, followed by the connected judgment of Constitutional Court that in 2013 modified another time the interpretation of Article 19 of law no. 300 of 1970, expanding the criteria to admit workers’ organization to benefits provided by the law, and by the enactment of Article 8 of law-decree no. 138 of 2011 – to affirm that is come the time to set new rules to try to govern the bargaining system. On this point, the dissertation focuses attention on the three national collective agreements held on 28 June 2011, 31 May 2013 and 10 January 2014 and on the further arrangement of 28 February-9 March 2018 and on the respective debate centred, in a perspective of reform, on the opportunity to introduce a bill able to completely fulfil the requirements of Article 39 of the Italian Constitution. The third chapter, finally, follows the scheme of the precedent ones, from the point of view of the French legal framework. Therefore, firstly is described the evolution of the said juridical context, from the loi of 1919 concerning collective agreements regulated by civil law and the regulations of 1936 and of 1950 on the extension erga omnes, through an administrative decree, of collective agreements signed by representative trade unions, until the new model of “citizenship in the company” promoted by the laws Auroux enacted in 1982 and to the fragmentation of the labour law system occurred between the 80s and 2000s, characterised by measures without a systematic approach and, sometimes, in contrast between each other. The attention is focused, then, on the reforms that, recently, heavily redefined the structure of the French labour law framework consisting in the introduction, in 2008, of objective criteria to select representative trade unions, in the extension of this model to employers’ organizations in 2014-2016 and, with reference to the bargaining structure, in the disputed reform responding to the name of loi Travail, held in 2016, and in the ordonnances promoted by the new President Macron in the late 2017, towards the direction of a relevant and decisive expansion of company collective agreement, to the detriment of sectoral level. The arrival point of the path traced above regards the attempt to reply to the issue concerning the opportunity to provide or not, in the Italian context, for a law regulating collective bargaining and the related obligations and rights of social actors, to clarify and stabilize the arrangement system. Secondly, also on the base of the comparison with the French frame of reference, the dissertation is closed by a reflection on the possible legal institutes to be introduced in the Italian juridical framework, in order to assure a general extension of collective bargaining, in the light to allow an harmonious development also of the company level.
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BONANOMI, GIANLUCA. "Rappresentanze dei lavoratori e contrattazione collettiva a livello aziendale tra legge ed autonomia collettiva." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/40637.

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Анотація:
La tesi muove dall’analisi del contenuto degli accordi interconfederali in materia di misurazione della rappresentatività sindacale, mettendo in luce le potenzialità e le criticità dell’attuale assetto, ed interrogandosi sulla necessità di una regolamentazione legislativa della materia. Si dimostra che l’intervento normativo, escluso per quanto riguarda la contrattazione collettiva nazionale, si rivelerebbe, invece, indispensabile a livello aziendale. Descritte alcune delle proposte legislative avanzate dalla dottrina, la tesi indica le linee di un possibile intervento legislativo concentrandosi sulle strutture di rappresentanza dei lavoratori in azienda e sull’esercizio dei diritti sindacali, sull’ambito di efficacia soggettiva e sulla titolarità della contrattazione collettiva a livello aziendale, nonché sui rapporti tra questa ed il contratto collettivo nazionale di lavoro. In tale prospettiva, si analizza anche il regime delle clausole di tregua sindacale in relazione alla contrattazione collettiva aziendale e all’esercizio del diritto di sciopero.
The thesis, starting from the analysis of the contents of inter-sectoral agreements regarding the measurement of unions’ representativeness, focuses on the potentialities and criticalities of the current Italian industrial relations system. The thesis stresses that a statutory regulation in this field is not needed with reference to sectoral collective bargaining, but it could be necessary as regard to collective bargaining and workplace representatives at firm level. The thesis outlines the guidelines for a possible regulatory intervention, focusing on the functions of workplace representatives, trade union rights, collective bargaining coverage, no-strike clauses and the relationship between decentralised and sectoral collective bargaining agreements.
Стилі APA, Harvard, Vancouver, ISO та ін.
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BONANOMI, GIANLUCA. "Rappresentanze dei lavoratori e contrattazione collettiva a livello aziendale tra legge ed autonomia collettiva." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/40637.

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La tesi muove dall’analisi del contenuto degli accordi interconfederali in materia di misurazione della rappresentatività sindacale, mettendo in luce le potenzialità e le criticità dell’attuale assetto, ed interrogandosi sulla necessità di una regolamentazione legislativa della materia. Si dimostra che l’intervento normativo, escluso per quanto riguarda la contrattazione collettiva nazionale, si rivelerebbe, invece, indispensabile a livello aziendale. Descritte alcune delle proposte legislative avanzate dalla dottrina, la tesi indica le linee di un possibile intervento legislativo concentrandosi sulle strutture di rappresentanza dei lavoratori in azienda e sull’esercizio dei diritti sindacali, sull’ambito di efficacia soggettiva e sulla titolarità della contrattazione collettiva a livello aziendale, nonché sui rapporti tra questa ed il contratto collettivo nazionale di lavoro. In tale prospettiva, si analizza anche il regime delle clausole di tregua sindacale in relazione alla contrattazione collettiva aziendale e all’esercizio del diritto di sciopero.
The thesis, starting from the analysis of the contents of inter-sectoral agreements regarding the measurement of unions’ representativeness, focuses on the potentialities and criticalities of the current Italian industrial relations system. The thesis stresses that a statutory regulation in this field is not needed with reference to sectoral collective bargaining, but it could be necessary as regard to collective bargaining and workplace representatives at firm level. The thesis outlines the guidelines for a possible regulatory intervention, focusing on the functions of workplace representatives, trade union rights, collective bargaining coverage, no-strike clauses and the relationship between decentralised and sectoral collective bargaining agreements.
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CANTARANO, TOMMASO. "LA RAPPRESENTANZA SINDACALE DEI LAVORATORI NEI LUOGHI DI LAVORO: DALL'ART. 19 L. N. 300/1970 ALLA SENTENZA 231 DEL 2013 DELLA CORTE COSTITUZIONALE." Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/11573/918018.

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7

Urbisaglia, Gianluca. "Relazioni sindacali e rapporti di lavoro nel contesto economico-produttivo del settore agricolo." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11562/981995.

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Анотація:
L'obiettivo principale di questo lavoro di ricerca è quello di fornire il quadro e la qualità delle tutele offerte per il lavoro subordinato dalla specifica normativa giuslavoristica e dalla contrattazione collettiva di lavoro, alla luce dell'evoluzione economico-produttiva del settore agricolo. La Thesis che si vuole dimostrare è che nel settore primario le tutele scaturenti dalla normativa legale e pattizia dei rapporti di lavoro subordinato e il sistema di relazioni sindacali non risultano appropriati al sistema economico-produttivo né corrispondono alle esigenze di tutela dei lavoratori, dei datori di lavoro e delle strutture collettive del sistema padronale
The study explores and discusses the specific national framework of Labour Law and Labour relations system in the agricultural sector. The study reveals that the country has a quite exhaustive structure of labour legislation and collective bargaining but practically the labour laws and contractual protections are inappropriate in terms of effective tutelage of workers' needs and does not reflects the evolution of the agricultural sector and its heterogenity of products and markets. The CAP and particular Italian agro-industrial legislation have contributed to all this
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Книги з теми "Rappresentanza sindacale"

1

Bruno, Caruso. Rappresentanza sindacale e consenso. Milano, Italy: F. Angeli, 1992.

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2

Fontana, Giorgio. Profili della rappresentanza sindacale: Quale modello di democrazia per il sindacato? Torino: G. Giappichelli, 2004.

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3

A, Berrini, and Regalia Ida 1946-, eds. Impiegati in fabbrica: I problemi della rappresentanza sindacale. Milano: F. Angeli, 1988.

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4

NetWorkers: La rappresentanza sindacale dei talenti della rete. Soveria Mannelli: Rubbettino, 2012.

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5

Gottardi, Donata. Organizzazione sindacale e rappresentanza dei lavoratori in azienda. Padova: CEDAM, 1989.

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6

Ghera, Edoardo. La rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro, 1970-1993. Roma: SIPI, 1994.

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7

Territorio e rappresentanza sindacale in Toscana dall'Ottocento allo Spi. Roma: Ediesse, 2008.

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8

Carrai, Massimo. Territorio e rappresentanza sindacale in Toscana dall'Ottocento allo Spi. Roma: Ediesse, 2008.

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9

Il contributo di Mario Rusciano all'evoluzione teorica del diritto del lavoro: Studi in onore : lavoro pubblico, rappresentanza sindacale, contratto collettivo, diritto di sciopero. Torino: G. Giappichelli editore, 2013.

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10

Massimo, De Sanctis, ed. RSU: Il sindacato nei luoghi di lavoro : le Rappresentanze sindacali unitarie. Roma: Edizioni lavoro, 1994.

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Частини книг з теми "Rappresentanza sindacale"

1

Zoppoli, Lorenzo. "Il sindacato, l’azione collettiva e il nodo della rappresentanza." In Dialoghi con Luigi Mariucci. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-665-7/003.

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Анотація:
With a trip down memory lane, the author takes us by the hand through Professor Mariucci’s thinking on the issues of collective action and union representation. In particular, in a critical manner, the professor’s increasingly pessimistic thinking, as the years go by, is addressed on the challenge that widespread liberalist economic-political thinking posed and still poses to the representativeness and effectiveness of the protection that unions can still give workers in such an evolved system, where their institutional role is replaced by the legislature, with measures such as the minimum wage. A spreading pessimism, the result perhaps of an unfounded confidence that collective action and union representation could act as a curb on any drift that might tangle with individual rights. The analysis then touches on a transnational aspect, where the multiple voices analyzed all point toward a revitalization of the union’s role, even if the ways in which this necessary reform would be achieved do not appear to be in agreement. It is pointed out that the issue of the union’s crisis and representation is a cyclical, inexhaustible, and omnipresent one, but one that should not be overstated: in fact, the union does what the union must, raising to the occasion when it needs to act for protection and remaining muted when its action is not needed. Today, labor relations appear casual and contingent. Fragmented essentially. Politically irrelevant. What differs from Mariucci’s vision are the eyes with which one looks to the future: if one looks to the future with hope, nothing seems lost.
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