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Статті в журналах з теми "Negozi storici"

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De Martino, Francesco. "«Lenticchie e salumi»: l’ekphrasis negli storici greci." Veleia, no. 32 (September 15, 2015): 29–46. http://dx.doi.org/10.1387/veleia.14971.

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Анотація:
Come mostrano numerose testimonianze, la storiografia è il genere più congeniale —persino più dell’epica— alle descrizioni. Il monito di moderare l’uso dell’ekphrasisprende di mira gli eccessi di alcuni storici, tipo quelli ridicolizzati da Luciano inCome si scrive la storia.
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2

D'Ascanio, Alessandro. "Sport, classe, genere e nazione negli studi di Eric J. Hobsbawm." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 261 (February 2011): 721–27. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-261008.

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Анотація:
Il riferimento al fenomeno sportivo, nell'opera storiografica di Eric J. Hobsbawm, č frequente e significativo. Il saggio si propone di presentare un percorso di lettura in grado di ricostruire le connessioni evidenziate dallo storico britannico tra sport e dinamiche storiche quali l'affermazione della borghesia, l'emancipazione della donna, la formazione di una cultura operaia, il processo di costruzione delle identitŕ nazionali. Il tentativo di Hobsbawm di mettere a fuoco le componenti espressive, culturali e sociali degli orientamenti di classi, generi e gruppi nazionali verso lo sport si inserisce in maniera del tutto coerente e significativa nel filone dei suoi studi sull'evoluzione della cultura, della mentalitŕ, delle concrete esperienze di vita di uomini e lavoratori nel corso dell'etŕ contemporanea.
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3

Candela, Andrea. "Il contributo della riflessione ecologica negli studi di storia della cultura materiale. Considerazioni di sintesi." SOCIETÀ E STORIA, no. 137 (September 2012): 627–39. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-137005.

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Анотація:
La storia della cultura materiale ha ormai assunto la funzione di utile strumento di ricerca mediante il quale accrescere l'insieme delle conoscenze riguardanti una specifica area geografica, consentendo la valorizzazione del suo complesso patrimonio di risorse naturali ed antropiche. Gli studi di cultura materiale hanno infatti acquisito, nel contesto delle indagini storiche e paesaggistiche italiane, sulla scia della lezione europea ed internazionale, un ruolo preliminare nelle differenti iniziative di riqualificazione economica e culturale del territorio. Si veda, ad esempio, l'esperienza, ormai diffusa, che ha incoraggiato la nascita di diverse realtÀ ecomuseali. L'articolo cerca dunque di chiarire l'importanza di tale settore di ricerche nello studio interdisciplinare della storia e della conservazione del territorio, ripercorrendone gli andamenti storico-epistemologici e illustrandone alcune linee di sviluppo relativamente recenti, che hanno coinvolto ambiti quali le scienze naturali e biologiche.
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4

Ianni, Paola Annalidia. "Il valore della città storica in Italia: mutamenti culturali e politiche urbane attraverso le ricostruzioni post-sisma negli ultimi cinquant’anni." Ciudades, no. 19 (November 8, 2017): 143. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.19.2016.143-161.

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Анотація:
Un evento catastrofico e la successiva ricostruzione costituiscono una sorta di momento di sintesi di ciò a cui un popolo in un momento storico aspira in termini di stile di vita. È come se, in maniera puntuale, si sia costretti ad interrogarsi sul modo di vivere da mantenere o a cui tendere, sul sistema produttivo con esso compatibile, sulle forme dello spazio urbano atte ad accoglierlo, sul modo di abitare che ne soddisfi le esigenze. Ciò che qui si propone è una ricognizione delle principali vicende di ricostruzione post-sisma in Italia a partire dal secondo Dopoguerra. Leggere il mutamento di approccio di intervento nei decenni dà conto delle profonde modificazioni culturali intervenute negli ultimi sessant’anni in Italia, del contestuale mutamento di valore attribuito alla città storica, di come tali modificazioni siano impresse sulla forma della città e del territorio.In ciò la speranza di fornire un tassello utile ad una ricognizione della storia urbanistica dell’ultimo secolo.
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5

Noviani, Nia, Missriani Missriani, and Dessy Wardiyah. "The Effect of Discovery Learning Model on Students’ Ability to Write Fantasy Stories." Jadila: Journal of Development and Innovation in Language and Literature Education 1, no. 2 (October 5, 2020): 150–60. http://dx.doi.org/10.52690/jadila.v1i2.44.

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Анотація:
This study aims to determine whether there is an effect of the Discovery Learning model on improving the ability to write fantasy stories of seventh grade students of SMP Negeri 1 Prabumulih. This research is an experimental research (Experimental Research). Data collection techniques using observation, tests and documentation. The data analysis technique used independent samples t test. The results stated that 1) The ability to write fantasy stories of seventh grade students of SMP Negeri 1 Prabumulih after using the Discovery Learning learning model was in the high category. Then the ability to write fantasy stories using conventional learning models is in the high enough category; 2) There is an effect of the Discovery Learning learning model on the ability to write fantasy stories of VII grade students of SMP Negeri 1 Prabumulih based on the average value of the ability to write fantasy stories of seventh grade students of SMP Negeri 1 Prabumulih after using the Discovery Learning learning model which is higher than the ability to write fantasy stories of students which uses conventional amounting to 90.00. Therefore, it can be that the Ho3 hypothesis is accepted, meaning that there is an influence of the Discovery Learning Model on the ability to write fantasy stories of seventh grade students of SMP Negeri 1 Prabumulih.
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6

Subrizi, Carla. "Scrivere la storia dell’arte: metodologia e ricerca negli ultimi decenni." Boletín de Arte, no. 38 (October 31, 2017): 171–78. http://dx.doi.org/10.24310/bolarte.2017.v0i38.3362.

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Анотація:
All’inizio del nuovo secolo la questione della storia del’arte e dei metodi da utilizzare per la ricerca riapre molti interrogativi e determina la necessità di una revisione critica della storiografia del passato XX secolo. Molte iniziative dimostrano la necessità che molti storici dell’arte, nelle Università italiane ma anche internazionali avvertono in questi anni: i dipartimenti di storia dell’arte, nelle differenti denominazioni che hanno in Europa e in altri paesi del mondo, concentrano ricerche e iniziative sullo stato della storia dell’arte, su quanto sia necessario rivedere e interrogare le strategie della sua costruzione, nonché l’identificazione dei documenti e materiali d’archivio considerati le sue «fonti». Tali problemi coinvolgono gruppi di lavoro e ricerche differentemente orientati, all’interno dei quali è tuttavia possibile individuare premesse simili che da una parte affrontano la questione su un piano teorico e metodologico, dall’altro si concentrano su casi di studio, su particolari aspetti storici e filologici, per mettere in pratica, nuove ipotesi di studio e ricerca. Il saggio si sofferma su tali questioni e analizza alcuni passaggi fondamentali della bibliografia più recente.
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Farruggio, Agata. "I ritratti di uomini illustri negli albarelli siciliani cinquecenteschi." ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, no. 1 (May 2021): 131–37. http://dx.doi.org/10.3280/asso2020-001014.

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Анотація:
L'autrice partendo dall'esame degli albarelli cinquecenteschi di produzione italiana, e siciliana in particolare, sopravvissuti nelle collezioni siciliane pubbliche e private ripercorre il tema del ritratto di personaggi immaginari o storici presente in essi e, sulla scorta della storiografia esistente, traccia una linea di collegamento tra gli stilemi decorativi della maiolica e i coevi moduli rappresentativi delle incisioni e delle illustrazioni dei libri a stampa della seconda metà del XVI secolo.
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8

R, Khairunnisyah Putri, Ramanata Disurya, and Arief Kuswidyanarko. "ANALISIS KEMAMPUAN MEMAHAMI CERITA FABEL SISWA KELAS II DI SD NEGERI 10 SEMBAWA." JS (JURNAL SEKOLAH) 6, no. 3 (June 2, 2022): 6. http://dx.doi.org/10.24114/js.v6i3.35057.

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Анотація:
Abstract : Analysis Of The Ability To Understand Fable Stories Of Class II Students At SD Negeri 10 Sembawa. The formulation of the problem in this study is: how is the ability to understand fable stories for second grade students at SD Negeri 10 Sembawa. The purpose of this study was to determine the ability to understand fable stories of second grade students at SD Negeri 10 Sembawa. This research method uses a qualitative descriptive method. The objects in this study were teachers and students II at SD Negeri 10 Sembawa. The source of data in this study is primary data, namely data directly obtained from class teachers and students at SD Negeri 10 Sembawa. The data collection techniques in this study were observation, interviews, documentation, and oral tests, while the data analysis techniques included: reduction stage, data presentation, and conclusion drawing. Based on the results of the research and discussion, it was concluded that the ability of grade II students at SD Negeri 10 Sembawa on the indicators of providing examples, providing conclusions, and understanding fable stories was included in the sufficient category, while the indicators for explaining and explaining fable stories were included in the poor category. From the results of the oral test, a score of 55.83 was obtained so that the ability to understand fable stories of second grade students at SD Negeri 10 Sembawa was included in the sufficient category.Keyword : Abilities, Fables Abstrak : Analisis Kemampuan Memahami Cerita Fabel Siswa Kelas II Di SD Negeri 10 Sembawa. Rumusan masalah pada penelitian ini yaitu: Bagaimanakah kemampuan memahami cerita fabel siswa kelas II di SD Negeri 10 Sembawa. Tujuan penelitian ini adalah untuk mengetahui kemampuan memahami cerita fabel siswa kelas II di SD Negeri 10 Sembawa. Metode penelitian ini menggunakan metode deskriptif kualitatif. Objek dalam penelitian ini adalah guru dan siswa II di SD Negeri 10 Sembawa. Sumber data dalam penelitian ini adalah data primer yaitu data yang langsung diperoleh dari guru kelas dan siswa di SD Negeri 10 Sembawa. Teknik pengumpulan data dalam penelitian ini adalah observasi, wawancara, dokumentasi, dan tes lisan, sedangkan teknik analisis data meliputi: tahap reduksi, penyajian data, dan penarikan kesimpulan. Berdasarkan hasil penelitian dan pembahasan, maka disimpulkan bahwa kemampuan siswa kelas II di SD Negeri 10 Sembawa pada indikator memberikan contoh, memberikan kesimpulan, dan memahami cerita fabel termasuk dalam kategori cukup, sedangkan pada indikator menjelaskan menjelaskan cerita fabel termasuk dalam kategori kurang baik. Dari hasil tes lisan diperoleh nilai sebesar 55,83 sehingga kemampuan memahami cerita fabel siswa kelas II di SD Negeri 10 Sembawa termasuk dalam kategori cukup. Kata Kunci : Kemampuan, Fabel
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Nurfaizah, Andi. "PENINGKATAN KUALITAS PEMBELAJARAN MENYIMAK CERPEN DENGAN MENGGUNAKAN MEDIA REKAMAN PEMBACAAN CERPEN PADA SISWA KELAS XI IPA2 SMA NEGERI 1 BONTOTIRO KABUPATEN BULUKUMBA." Paedagogia: Jurnal Pendidikan 10, no. 2 (October 4, 2021): 119–32. http://dx.doi.org/10.24239/pdg.vol10.iss2.168.

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Анотація:
Improving the Quality of Learning to Listen to Short Stories by Using Recorded Media for Reading Short Stories for Class XI IPA2 Students of SMA Negeri 1 Bontotiro, Bulukumba Regency.” This study aims to describe the improvement in the quality of learning to listen to short stories using short story reading recording media for students of class XI IPA2 SMA Negeri 1 Bontotiro, Bulukumba Regency. The results of the study prove that improving the quality of learning to listen to short stories using short story reading recording media in class XI IPA2 SMA Negeri 1 Bontotiro Bulukumba Regency at the planning stage found an increase in the ability of teachers in the field of study to plan better learning implementation in cycle II. In the implementation stage, there was an increase in student activity during the learning process, such as the sincerity, discipline, and self-confidence of students following the learning process. The evaluation stage found an increase in the results of the short story listening test, showing that in the first cycle 56.09% of students experienced mastery learning, and in the second cycle it reached 97.56% who experienced learning mastery. Based on the results of the study, it was concluded that the recording media for reading short stories could improve the quality of learning to listen to short stories in class XI IPA2 SMA Negeri 1 Bontotiro, Bulukumba Regency
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Nurfaizah, Andi. "PENINGKATAN KUALITAS PEMBELAJARAN MENYIMAK CERPEN DENGAN MENGGUNAKAN MEDIA REKAMAN PEMBACAAN CERPEN PADA SISWA KELAS XI IPA2 SMA NEGERI 1 BONTOTIRO KABUPATEN BULUKUMBA." Paedagogia: Jurnal Pendidikan 10, no. 2 (October 4, 2021): 119–32. http://dx.doi.org/10.24239/pdg.vol10.iss2.168.

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Improving the Quality of Learning to Listen to Short Stories by Using Recorded Media for Reading Short Stories for Class XI IPA2 Students of SMA Negeri 1 Bontotiro, Bulukumba Regency.” This study aims to describe the improvement in the quality of learning to listen to short stories using short story reading recording media for students of class XI IPA2 SMA Negeri 1 Bontotiro, Bulukumba Regency. The results of the study prove that improving the quality of learning to listen to short stories using short story reading recording media in class XI IPA2 SMA Negeri 1 Bontotiro Bulukumba Regency at the planning stage found an increase in the ability of teachers in the field of study to plan better learning implementation in cycle II. In the implementation stage, there was an increase in student activity during the learning process, such as the sincerity, discipline, and self-confidence of students following the learning process. The evaluation stage found an increase in the results of the short story listening test, showing that in the first cycle 56.09% of students experienced mastery learning, and in the second cycle it reached 97.56% who experienced learning mastery. Based on the results of the study, it was concluded that the recording media for reading short stories could improve the quality of learning to listen to short stories in class XI IPA2 SMA Negeri 1 Bontotiro, Bulukumba Regency
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Дисертації з теми "Negozi storici"

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Stilo, Alessio. "Sinologia storico-politica negli Stati Uniti, 1940-1980." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3423281.

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Анотація:
The thesis proposes an intellectual reconstruction of the U.S. historical-political sinology between the years 1940-1980 in order to analyze the change of paradigms, themes, theoretical approach and cultural references of scholars who have influenced, directly or indirectly, the elaboration of the U.S. China policy. The key to the interpretation of the entire research path is the use of historical-political sinology as a “cultural symptom” of American foreign policy towards Beijing. According to this explanatory paradigm, the historical-political sinology is a complex intellectual phenomenon which had repercussions on government action and, conversely, received various insights from the U.S. China policy.
La tesi opera una ricostruzione intellettuale della sinologia storico-politica statunitense tra gli anni Quaranta e Settanta del Novecento al fine di scandagliare il mutamento di paradigmi, tematiche, approccio teorico e riferimenti culturali degli studiosi che hanno contribuito, direttamente o attraverso un’influenza indiretta, all’elaborazione della China policy di Washington. La chiave di lettura, riscontrabile nell’intero percorso di ricerca, è costituita dall’impiego della sinologia storico-politica come “sintomo culturale” della politica estera americana verso Pechino, per tale intendendosi un fenomeno intellettuale complesso che ha avuto dei riflessi sull’azione governativa e, viceversa, ha ricevuto degli influssi dal comportamento ufficiale del governo federale.
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Ferri, M. B. "LA PRIMA RICEZIONE DELLA FENOMENOLOGIA NEGLI STATI UNITI: UN'ANALISI STORICO-CRITICA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/171076.

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Анотація:
My research analyzes the characteristics of the first reception of husserlian phenomenology in the United States. The base of this work is a detailed historiographical reconstruction of this phase representing the point of departure of all those studies on phenomenological tradition that have been developed in the American academic world. Several institutions belong to the context in which this reception took place: the New School for Social Research as the original center for the teaching of phenomenology and a number of societies arisen since the sixties to diffuse Husserl’s philosophy in the United States (First Part: Chapter 2 and Chapter 3). This first reception, promoted since the late thirties by Kaufmann, Schutz, Gurwitsch, Cairns and Farber, must be distinguished from an earlier phase, presenting only the general approach to Husserl’s thought of some American scholars (Second Part: Chapter 1). The origin of the studies of each author undoubtedly typifies their promotion of husserlian phenomenology: Gurwitsch, Schutz and Kaufmann belong to the European tradition, (First Part: Chapter 1) while the Americans Farber and Cairns mainly owe the growing interest in Husserl’s thought to their studies in Freiburg (Second Part: Chapter 2). Nevertheless, during this phase of reception of phenomenology, the original adherence to his lesson – useful to distinguish them from others Husserl’s students emigrated in United States – gradually disappears from their critiques. The aim of my research is to single out the salient features that characterize the different interpretations of Husserl’s thought elaborated by each author, whereas their originality can be indicated as decisive for following developments (Third Part). Gurwitsch builds an interesting critique of Husserl’s whole-part theory, focuses his analysis on the noema, and elaborates a non-egological conception of consciousness. Schutz’s critique of transcendental phenomenology mainly refers to his concept of mundane intersubjectivity. For what concerns Cairns, his few writings published until now don’t allow to deepen the exam on his interpretation. After the arrival in the United States, Kaufmann concentrates his discussion on the relationship between husserlian phenomenology and the logic. Farber proposes a critique which is far from being an original interpretation, although his analysis remains bound to the interest in phenomenology until the end. With this work I want to explain how the interest about husserlian phenomenology began in the United States, who were its promoters, and also what kind of interpretations they developed in the American academic world. It must be considered that they hadn’t a decisive influence on further developments of phenomenological studies, but in any case helped bringing the attention on Husserl’s thought throughout their teaching.
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Cassani, Simonetti Matteo <1984&gt. "L'architettura di Pietro Bottoni a Ferrara: Occasioni di moderna composizione architettonica negli ambienti storici (1932-1971)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6407/1/Cassani_Simonetti_Matteo_tesi.pdf.

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Анотація:
Ferrara è tra le città con le quali Piero Bottoni (1903-1973) ha istaurato un rapporto proficuo e duraturo che gli permise di elaborare molti progetti e che fu costante lungo quasi tutta la parabola professionale dell’autore milanese. Giunto nella città estense nei primi anni Trenta, vi lavorò nei tre decenni successivi elaborando progetti che spaziavano dalla scala dell’arredamento d’interni fino a quella urbana; i diciannove progetti studiati, tutti situati all’interno del centro storico della città, hanno come tema comune la relazione tra nuova architettura e città esistente. Osservando un ampio spettro di interventi che abbracciava la progettazione sull'esistente come quella del nuovo, Bottoni propone una visione dell'architettura senza suddivisioni disciplinari intendendo il restauro e la costruzione del nuovo come parti di un processo progettuale unitario. Sullo sfondo di questa vicenda, la cultura ferrarese tra le due guerre e nel Dopoguerra si caratterizza per il continuo tentativo di rendere attuale la propria storia rinascimentale effettuando operazioni di riscoperta che con continuità, a discapito dei cambiamenti politici, contraddistinguono le esperienze culturali condotte nel corso del Novecento. Con la contemporanea presenza durante gli anni Cinquanta e Sessanta di Bottoni, Zevi, Pane, Michelucci, Piccinato, Samonà, Bassani e Ragghianti, tutti impegnati nella costruzione dell’immagine storiografica della Ferrara rinascimentale, i caratteri di questa stagione culturale si fondono con i temi centrali del dibattito architettonico italiano e con quello per la salvaguardia dei centri storici. L’analisi dell’opera ferrarese di Piero Bottoni è così l’occasione per mostrare da un lato un carattere peculiare della sua architettura e, dall’altro, di studiare un contesto cultuale provinciale al fine di mostrare i punti di contatto tra le personalità presenti a Ferrara in quegli anni, di osservarne le reciproche influenze e di distinguere gli scambi avvenuti tra i principali centri della cultura architettonica italiana e un ambito geografico solo apparentemente secondario.
Ferrara counts among the cities with which Piero Bottoni (1903-1973) has created a rich link, which allowed him to elaborate many projects and that has a constant presence all along the professional circuit of the author. Residing at the Este town in the first Thirties, he worked there during three successive decades developing projects that spread between the scale of internal forniture to urban projects; the nineteen projects examined, all placed in the city’s historic centre, have as a common subject the relationship among the new architecture and the existing city. Studying a large spectre of interventions that embraces projects based upon the existent buildings as well as new projects, Bottoni proposes a vision of architecture without disciplinary sub divisions, approaching restoration and new building as parts of a unitary projecting process. Upon this background, Ferrara’s culture between the two wars and after the war is characterized by the permanent attempt to give actuality to its own renaissance history, notwithstanding the political changes. With the contemporary presence during the Fifties and Sixties of Bottoni, Zevi, Pane, Michelucci, Piccinato e Samonà, Bassani a Ragghianti, all participating to the construction of the historiographic image of the Renaissance Ferrara, the characteristics of this cultural context melt into the central subjects of the Italian architectonical debate and the debate for the defence of historical centres. The analytical study of Bottoni’s Ferrarese works becomes thus the occasion to outline, on one side, the peculiar character of his architecture and, on the other side, to study a provincial cultural context with a view to show such points of contact among the personalities present at Ferrara in those years, to observe their reciprocal influence and to distinguish the exchanges occurred among the outstanding centres of Italian architectonic culture and a geographical environment only secondary in appearance.
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Cassani, Simonetti Matteo <1984&gt. "L'architettura di Pietro Bottoni a Ferrara: Occasioni di moderna composizione architettonica negli ambienti storici (1932-1971)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6407/.

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Ferrara è tra le città con le quali Piero Bottoni (1903-1973) ha istaurato un rapporto proficuo e duraturo che gli permise di elaborare molti progetti e che fu costante lungo quasi tutta la parabola professionale dell’autore milanese. Giunto nella città estense nei primi anni Trenta, vi lavorò nei tre decenni successivi elaborando progetti che spaziavano dalla scala dell’arredamento d’interni fino a quella urbana; i diciannove progetti studiati, tutti situati all’interno del centro storico della città, hanno come tema comune la relazione tra nuova architettura e città esistente. Osservando un ampio spettro di interventi che abbracciava la progettazione sull'esistente come quella del nuovo, Bottoni propone una visione dell'architettura senza suddivisioni disciplinari intendendo il restauro e la costruzione del nuovo come parti di un processo progettuale unitario. Sullo sfondo di questa vicenda, la cultura ferrarese tra le due guerre e nel Dopoguerra si caratterizza per il continuo tentativo di rendere attuale la propria storia rinascimentale effettuando operazioni di riscoperta che con continuità, a discapito dei cambiamenti politici, contraddistinguono le esperienze culturali condotte nel corso del Novecento. Con la contemporanea presenza durante gli anni Cinquanta e Sessanta di Bottoni, Zevi, Pane, Michelucci, Piccinato, Samonà, Bassani e Ragghianti, tutti impegnati nella costruzione dell’immagine storiografica della Ferrara rinascimentale, i caratteri di questa stagione culturale si fondono con i temi centrali del dibattito architettonico italiano e con quello per la salvaguardia dei centri storici. L’analisi dell’opera ferrarese di Piero Bottoni è così l’occasione per mostrare da un lato un carattere peculiare della sua architettura e, dall’altro, di studiare un contesto cultuale provinciale al fine di mostrare i punti di contatto tra le personalità presenti a Ferrara in quegli anni, di osservarne le reciproche influenze e di distinguere gli scambi avvenuti tra i principali centri della cultura architettonica italiana e un ambito geografico solo apparentemente secondario.
Ferrara counts among the cities with which Piero Bottoni (1903-1973) has created a rich link, which allowed him to elaborate many projects and that has a constant presence all along the professional circuit of the author. Residing at the Este town in the first Thirties, he worked there during three successive decades developing projects that spread between the scale of internal forniture to urban projects; the nineteen projects examined, all placed in the city’s historic centre, have as a common subject the relationship among the new architecture and the existing city. Studying a large spectre of interventions that embraces projects based upon the existent buildings as well as new projects, Bottoni proposes a vision of architecture without disciplinary sub divisions, approaching restoration and new building as parts of a unitary projecting process. Upon this background, Ferrara’s culture between the two wars and after the war is characterized by the permanent attempt to give actuality to its own renaissance history, notwithstanding the political changes. With the contemporary presence during the Fifties and Sixties of Bottoni, Zevi, Pane, Michelucci, Piccinato e Samonà, Bassani a Ragghianti, all participating to the construction of the historiographic image of the Renaissance Ferrara, the characteristics of this cultural context melt into the central subjects of the Italian architectonical debate and the debate for the defence of historical centres. The analytical study of Bottoni’s Ferrarese works becomes thus the occasion to outline, on one side, the peculiar character of his architecture and, on the other side, to study a provincial cultural context with a view to show such points of contact among the personalities present at Ferrara in those years, to observe their reciprocal influence and to distinguish the exchanges occurred among the outstanding centres of Italian architectonic culture and a geographical environment only secondary in appearance.
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Zanninello, Lisa <1991&gt. "L'architettura in Italia negli anni del Fascismo: il caso di Venezia negli anni Venti e Trenta del Novecento." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12327.

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Анотація:
In Italia, durante gli anni del fascismo, si assiste ad uno sviluppo architettonico ed urbanistico che coinvolse numerose città. I cambiamenti urbanistici furono accompagnati dalla costruzione di nuovi edifici architettonici ma anche dal restauro e dal ripristino dei monumenti antichi. In questa tesi viene approfondito il caso di Venezia, coinvolta in numerosi interventi urbanistici ed architettonici. In particolare la ricerca si concentra sui restauri degli edifici veneziani eseguiti in questi anni.
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DELOGU, EMILIO PAOLO. "La pirateria marittima negli stretti di Malacca e Singapore in prospettiva storica e attuale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266744.

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Анотація:
Maritime piracy is still one of the most interesting manifestations of human activity by reason of the fact that it has, directly or indirectly, a number of points of contact between different problems of social, religious, political, economical and, of course, historical matter. Specifically, South-east Asia is a great example of how history, politics and religion are strongly and crucially imbued with the maritime banditry phenomenology. During the era of great maritime political entities exercising dominion along the Malay and Indonesian coasts, predation assumed character of endemicity going to fit firmly within the society, politics and economy networks. Inside Zhu Pan Zhi, the reports of the Song Dynasty about the barbarian peoples, is it possible to read about the piracy in the Great Southern Ocean (Nanyang) «the foreign ships were often attacked by pirates. The captives were the favourite of pirates, one captive can sell for 2 liang or 3 liang gold, the piracy prevents the merchants from visiting the ports» . Of great interest it is also the description of piracy in waters near Singapore (Temasek) and south of the straits that, in 1349, appeared in these terms: «The Dragon-teeth Strait (longyamen) is between the two hills of Temasek barbarians, which look like dragon’s teeth’. Through the centre runs a waterway. The fields are barren and rice harvest is poor. The climate is hot with heavy rain in April and May. The inhabitants are addicted to piracy […] when junks sail to the European Ocean (Indian Ocean), the local barbarians allow them to pass unmolested, but when the junks reach the Auspicious Strait (Jilimen) on their return voyages, some 200-300 pirate prahus (boats) will put out to attack the junks for several days, the crew of junks have to fight with their arms and setting up cloth screen as a protection against arrows. Sometimes, the junks are fortunate enough to escape with a favouring wind; otherwise, the crews are butchered and the merchandise becomes pirates’ booty» . As can be seen from the text, also the physical elements (water, poor soil, distress sea routes, monsoon climate) play an important role in explaining the aforementioned endemicity of pirate phenomenon: in one of the most relevant work by Anthony Reid, a supporter of the Braudelian method of historical investigation, it is reported that few major areas of the world have been so deeply marked by nature such as South-east Asia, going to emphasize the importance of geography in the study of human activities. During the first part of my research, a question to which I have tried to answer was to understand the extent to which individuals, who are placed in a given geographical and historical context, act in a manner consistent with that particular geo-cultural system and how, external elements in that system, can help to change the perspective of action; in essence, I have tried to study how and to what extent India, China and Europe (Western Culture) have affected the history of the indigenous population of South-east Asia and the Straits of Malacca and Singapore in particular. The constitution of the great European colonial empires stretched from the Malacca Straits to the South China Sea, marked the beginning of a progressive modification process of maritime piracy both in terms of objectives to be achieved and also procedures to be followed; Nicholas Tarling lucidly points out in this regard “the old empires decayed, but were not replaced, and with their boundaries marauding communities appared, led by the adveturous Sharifs, or deprived aristocracies, or hungry chiefs” . The main ethnic groups who practiced piracy, the Riau-Lingga Malay, Bugis and Dayak of East Malaysia and Brunei, and Ilanun Balangingi from the southern Philippines and the Sulu sea, became corsairs in the pay of the colonial authorities and all those princes or sultans deprived of their possessions. However, alongside the politically motivated piracy, continued to resist a kind of maritime banditry conducted by fishing associations, outcasts or Chinese immigrants and so-called nomads people of the sea (Orang Laut), clanic and personalistic in nature whose cultural substrate was made up of bonds of friendship, kinship and blood. The remarkable fact is that the two types of piracy are not mutually exclusive but, on the contrary, represented the two faces of a coin and it was not unusual for pirates and corsairs to exchange roles when political or economic contingencies were changed. Interesting in this regard it was been the reading and examination of archival documents found at the National Archives in London (The National Archives) showing exchanges of correspondence and minute of some of the leading authorities of the British Straits Settlements between the first and second half of the nineteenth century. A set of letters that, given its enormous historical and political significance I decided to bring entirely, contains the correspondence (1863-67) between the Straits Settlements Governor Orfeur Cavenagh, Abu Bakar ibn Temenggong Daing Ibrahim Temenggong of Johor and Inche Wan Ahmed, exiled prince of Pahang become rebellious and pirate. Proceeding with the analysis of the phenomenon and given the interest of the international community for the sea routes passing into the Straits of Malacca and Singapore, the next questions concerned what was the real impact of piracy on maritime trade, what costs in human and social terms it produced, which law enforcement measures riparian states and foreign countries (in colonial and post-colonial age) have come into force; in addition to these I had tried to understand who is the pirate, what are the main reasons for his actions, what is the connection, if does exist, between piracy, terrorism and organized crime. In this direction, starting from the definitions of piracy given by the International Maritime Organization and the International Maritime Bureau, I examined most of the international conventions and regional agreements in which the issue of maritime security and cooperation between states and supranational bodies is addressed, placing special attention to the rules and clauses contained in the treaties able to activate those mechanisms for cooperation and burden sharing (burden-sharing) indispensable to the solution or, more realistically, the containment of the problem. Of great relevance to this line of analysis it has proved useful the socio-anthropological approach by Carolin Liss on the links between maritime banditry, criminal syndicates and terrorist groups (criminal syndicate) and the statistical and methodological approach by Karsten von Hoesslin focused on quantity, quality and type of assaults committed at sea. Concluded the second part of the thesis, I went to compare what is written in both historical and contemporary perspective to understand what kind of conclusion emerged from the results of my research; I asked myself, therefore, a further question: taking as a fixed point the thought of Braudel and Reid, following the method of analysis of Liss and Hoesslin, examine the archival documents and translations of ancient texts on the subject (the Sejarah Melayu and Suma Oriental of Tome Pires), given the availability (more or less declared) from South-east Asian newly established states (post-independence) to cooperation and given the interest of third actors in the straits, is it conceivable and correct to sustain now, in the first half of the new millennium, the possibility of a modification of the ancient customs and traditions and entrenched rivalry between neighboring countries on the basis of a new collective consciousness directed to a harmonious resolution, conveyed by a general law, of the phenomenon of maritime piracy? Or are we facing with a false hub of history, with a point that falsely or inappropriately is considered the turnaround from a tradition that has its roots in the coastal kingdoms of the sixth century and which is the sub-cultural layer of those population who have made the sea their source of wealth and power? To say it once again with Braudel, has the longue durée history undergone a change of route or will it repeat and renew her cycle again and again, sweetened by new technological tools and new forms of politics and economics? And if a change is in place, why now and how does it happen? Will history repeat itself? To give an answer, as thoroughly as possible, to this question I tried to define some of those steps that the countries of ASEAN should follow in order to effectively combat maritime piracy, terrorism widespread locally and organized crime; what could be the milestones in the process of construction of a shared legal system able to provide answers to many of the legal issues including the lack of a common legislation on maritime security. The watchword in the near future will have to be 'mutual legal assistance' in view of the implementation, in national legal corpora, of all those rules necessary to give effect to the directions contained in international conventions. Eventually, I propose a different and further reading of all those theories that track in failure or in the great inefficiency of coordinating policies in the field of maritime safety, the proliferation of piracy. Though I substantially agree with some of those interpretations, two points are critical and deserves attention: the lack of a proper historical and historiographical perspective of analysis and what I have called the axiom of the ultimate solution.
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7

Carlino, Salvatore Luigi. "Il "senso" della storia negli scritti di Giorgio La Pira /." Roma : Pontificia Università Lateranense, 1990. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb35508457x.

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8

Cesana, R. "Le edizioni Feltrinelli negli anni 1955-1965. Storia e produzione editoriale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2006. http://hdl.handle.net/2434/37092.

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9

Bertelli, S. "LA FOTOGRAFIA NEGLI SCRITTI DI LUCA BELTRAMI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/172664.

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Анотація:
My work is about the architect Luca Beltrami, one of the most prominent architects in Italy between 19th and 20th century. Notably Beltrami took care of restoration of some of the major buildings in Italy, such as the Sforza Castle in Milan. In line with this project I have been working on the electronic catalog of the photographic archive of Beltrami.
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10

Perez, Zafrilla Pedro Jesus <1981&gt. "La democrazia deliberativa negli Stati Uniti: teoria e prassi." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3433/1/Perez_Zafrilla_Pedro_Jesus_Tesi.pdf.

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Анотація:
This dissertation aims to analyse the development of the deliberative model of democracy in the U.S., both in an empirical and theoretical levels, from its origins in the eighties of the last century until now. In the first part we study the political and historical elements that build the crisis of the Liberal political system in the seventies in the U.S. and its effects on the political behaviour of citizens. In the second part we discuss the origins and development of the deliberative theory of democracy, its main authors, approaches and elements. The key aspect of this model of democracy is to reverse the apathy and strength the political participation of citizens through public deliberation. In the last part we expose the practical level of the deliberative democracy: how this theory of has been put into practice in the American political domain. We describe the main projects of deliberative democracy rose from civil society from the eighties until today. Finally, we expose the James Fishkin’s proposal of deliberative poll. This is the link between the empirical and theoretical levels of the deliberative model of democracy.
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Книги з теми "Negozi storici"

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Lecca, Sandro, and Giuseppe Paletta. La memoria del commercio a Milano e provincia: Venticinque racconti di negozi storici. Soveria Mannelli: Rubbettino, 2011.

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2

Il negozio storico nella Lucca contemporanea. Lucca [Italy]: M. Pacini Fazzi, 2001.

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Alberti, Alberto, Stefano Garzonio, Nicoletta Marcialis, and Bianca Sulpasso, eds. Contributi italiani al XIV Congresso Internazionale degli Slavisti. Florence: Firenze University Press, 2008. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-8453-771-3.

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Анотація:
Il volume racchiude i contributi della delegazione italiana al XIV Congresso Internazionale degli Slavisti (Ocrida, 10-16 Settembre 2008). Suddivisi in tre macrosezioni (Filologia &#1077; Linguistica; Letteratura, cultura e folclore; Storia della slavistica) gli articoli appaiono rappresentativi delle principali direttrici della ricerca coltivata dalla slavistica: dalla linguistica tipologica alla paleografia, dai problemi dell'intertestualità e della multiculturalità alla storia della letteratura, dalla poetica storica all'analisi di testi poetici contemporanei. Chiudono il volume due saggi dedicati alla ricostruzione di alcune tappe fondamentali dei primi anni della Slavistica italiana e la Bibliografia della produzione slavistica italiana relativa al periodo 2003-2007 (a cura di Gabriele Mazzitelli), testimonianza eloquente della vivace diffusione e complessa ramificazione degli studi negli ultimi anni.
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Marie, Robertson Eleanor. Un negocio arriesgado. Waterville, Me: Thorndike Press, 2006.

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5

Nazri, Husna. Penglipur lara dan negeri jenaka: Kumpulan cerpen. Kuala Lumpur: Institut Terjemahan & Buku Malaysia, 2013.

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Djalal, Dino Patti. Life stories: Resep sukses dan etos hidup diaspora Indonesia di negeri orang. [Jakarta]: Red & White Pub., 2012.

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7

Varanini, Gian Maria, ed. Deformità fisica e identità della persona tra medioevo ed età moderna. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-846-0.

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Анотація:
Negli ultimi decenni, la storiografia europea si è occupata attivamente della storia del corpo, dando così spessore e consapevolezza a potenti sollecitazioni provenienti dalla cultura dominante nella società affluente. Non solo dunque il corpo ‘bello’ è stato oggetto di ricerca, ma anche il corpo dell’uomo comune, mutilato, deforme e imperfetto. Il volume, attraverso sondaggi nelle fonti giuridico-normative, anagrafiche, iconografiche, letterarie e nei trattati medici e fisiognomici e la partecipazione di alcuni dei maggiori specialisti internazionali nel campo, intende approfondire queste tematiche soprattutto per lo spazio geografico, culturale e documentario dell’Italia del tardo Medioevo e della prima età moderna rimasta sino ad ora abbastanza ai margini di questo filone di studi.
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Nigro, Giampiero, ed. Le crisi finanziarie. Gestione, implicazioni sociali e conseguenze nell’età preindustriale / The Financial Crises. Their Management, Their Social Implications and Their Consequences in Pre-Industrial Times. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-949-8.

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Анотація:
L'attuale crisi finanziaria e la crisi monetaria dell'Unione Europea degli ultimi anni hanno condotto a una serie di studi analitici e altre pubblicazioni con un quadro di riferimento storico che, tuttavia, raramente va oltre il XIX e il XX secolo. Studi analoghi che si occupano di crisi finanziarie in tempi premoderni sono rari, tanto più quando si tratta di strategie di gestione delle crisi, delle conseguenze sociali e dello sfondo di queste crisi. Il volume si articola dunque intorno a questi temi principali: l’analisi delle crisi finanziarie, il ruolo dei (re)attori, la gestione delle crisi e il ruolo delle istituzioni. Sono qui presentati i risultati di ricerca del progetto bandito dalla Fondazione Istituto di Storia Economica “F. Datini” nel 2013 che si era posto come obiettivo, partendo da un approccio teorico sulle cause e i percorsi delle crisi finanziarie e le loro conseguenze economiche e sociali nel contesto dello sviluppo economico, quello di dimostrare o negare la significatività delle "teorie sulle crisi" del periodo pre-industriale. Se le conseguenze economiche delle crisi finanziarie sono ben note (i fallimenti delle imprese, le crisi commerciali e la depressione, le inadempienze e i crolli nelle reti dei pagamenti senza contanti, e la loro influenza sull’intero ciclo economico delle economie prese in considerazione), più sfumata risulta la visione del comportamento dell'individuo, o dell’intera società, che agisce economicamente in tempi di crisi finanziaria. Negli ultimi anni, il dibattito scientifico si è concentrato sulla questione di come agiscono o reagiscono gli homines oeconomici durante le crisi finanziarie. Dal punto di vista di casi studio del periodo pre-industriale, diventa chiaro che il ruolo dell'individuo è sostanzialmente più importante e grave sia per l’occorrenza della crisi sia per i tentativi di superarla, più di quanto appaia (ammesso che appaia) da ricerche precedenti. Infine, i contributi hanno indagato sulla gestione delle crisi in tempi di turbolenze finanziarie. L'analisi della gestione delle crisi in epoca pre-industriale può costituire infatti un essenziale passo avanti nella nostra comprensione della gestione della crisi attuale.
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Nigro, Giampiero, ed. I prezzi delle cose / The Prices of Things. Florence: Firenze University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-492-3.

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Анотація:
La dinamica dei prezzi è uno degli argomenti classici della storia economica. L’attenzione per questo tema fu particolarmente viva a partire dagli anni Trenta del Novecento, in tutti i paesi europei. I materiali raccolti e pubblicati a quell’epoca continuano a costituire una base documentaria importante per ogni ricerca sull’andamento economico delle economie pre-industriali. L’interesse per i prezzi si ridusse dagli anni Settanta agli anni Novanta. È ripreso, tuttavia, negli ultimi quindici-venti anni come conseguenza della rinnovata attenzione per il tema della crescita e per i cambiamenti di lungo periodo nelle economie del passato. Il confronto fra i livelli di sviluppo di economie diverse, come quella europea e quella asiatica, insieme con l’uso di strumenti statistici più avanzati nel campo della storia economica, ha rafforzato l’interesse per i prezzi. I contributi presenti in questo volume si articolano intorno a due macro-temi: La formazione dei prezzi nelle economie e società pre-industriali durante i secoli dal XII all’inizio del XIX e il movimento dei prezzi nel lungo periodo, nonché il rapporto esistente con quello di altre variabili economiche e non-economiche, quali la popolazione, la massa monetaria, il prodotto, la produttività, la velocità di circolazione della moneta, i cambiamenti nelle istituzioni.
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Innocenti, Barbara, ed. La fortuna del 'Secolo d'Oro'. Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-743-6.

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Il Seicento è stato per l’Europa il “secolo del teatro”, per la quantità e qualità delle opere drammatiche e per la ricchezza delle invenzioni sceniche. Studiarlo, in particolare in area francese e spagnola alla luce della compenetrazione tra Classicismo, Manierismo e Barocco, significa discutere e approfondire alcuni nodi tematici essenziali non solo alla conoscenza di un’epoca storico-letteraria ma alla stessa modernità. Questo volume, curato da Barbara Innocenti (cui si deve anche la trascrizione di un originale documento sulla morte di Luigi XIV rinvenuto negli archivi pistoiesi), grazie alla partecipazione di noti specialisti che si sono cimentati nella lettura di testi esemplari nel quadro della complessiva storiografi a teatrale e di un ricco apparato iconografico si presenta dunque con il respiro comparatistico necessario. Gli approfondimenti su grandissimi autori (in particolare Molière, Tirso de Molina, l’‘effetto Tasso’ nella letteratura francese…) favoriscono confronti e intersezioni che consentono di delineare un orizzonte di cultura “europea”, arricchito, sul piano delle traduzioni e delle messe in scena, da un creativo dialogo con la contemporaneità. Il “Secolo d’Oro” oltrepassa insomma i propri confini, attraversando tempi, aree geografi che, letterature.
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Частини книг з теми "Negozi storici"

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"Autori dei testi e degli interventi inclusi negli Atti." In Sezione 1, Grammatica storica delle lingue romanze, 489–96. Max Niemeyer Verlag, 1998. http://dx.doi.org/10.1515/9783110961522.489.

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Giachino, Monica. "«Nell’anno di grazia 1906»." In «Un viaggio realmente avvenuto». Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-344-1/013.

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Анотація:
Ada Negri (1870-1945) wrote in the Corriere della sera for about thirty years: topical articles, various kinds of prose, sketches, short stories. In April 1906 the newspaper sent her to Naples and to the Vesuvian towns affected by the eruption of the volcano. This essay analyzes the Lettere da Napoli that are the relationship of those days.
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"Parte 2. Catalogo." In Cipro nella Biblioteca Marciana di Venezia Manoscritti, testi e carte. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-621-3/002.

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Анотація:
La prima sezione del Catalogo, intitolata «Storiografia e diritto a Cipro», raccoglie manoscritti vergati in varie lingue (dal vernacolo locale, al latino, al francese e all’italiano) di contenuto storico e giuridico. Il valore indiscutibile di tali documenti testimonia l’interesse concreto delle autorità della Serenissima per le vicende e l’organizzazione della sua colonia, tanto da favorire il trasferimento e la conservazione di buona parte di questi pezzi presso i suoi archivi e da lì in Marciana. La seconda sezione, «Cipro crocevia di culture», ritrae la vocazione multiculturale dell’isola, lì dove l’elemento nativo greco, a seguito della dominazione franca prima e veneziana poi, si è intrecciato con le altre tradizioni del Mediterraneo medievale e moderno, generando un laboratorio culturale capace di trasmettere il sapere antico e medievale all’Europa moderna. La terza sezione, «Autori e testi ciprioti in Marciana», valorizza specificatamente il patrimonio della Biblioteca. Essa include manoscritti che trasmettono opere di autori di origine cipriota; in taluni casi si tratta di testimoni unici dei quali la Marciana è custode. Notevole è l’importanza di tali manoscritti per definire nuovi orizzonti della ricerca filologica e storica sulle vicende dell’isola. Conclude il Catalogo la sezione dedicata alle «Carte». Il mare magnum dei materiali disponibili non poteva trovare spazio sufficiente. Qui dunque si è preferito, con dolorose soppressioni, privilegiare le rappresentazioni cartografiche che ritraessero l’isola negli anni della dominazione veneziana.
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"Parte 2. Catalogo." In Cipro nella Biblioteca Marciana di Venezia Manoscritti, testi e carte. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-621-3/002.

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Анотація:
La prima sezione del Catalogo, intitolata «Storiografia e diritto a Cipro», raccoglie manoscritti vergati in varie lingue (dal vernacolo locale, al latino, al francese e all’italiano) di contenuto storico e giuridico. Il valore indiscutibile di tali documenti testimonia l’interesse concreto delle autorità della Serenissima per le vicende e l’organizzazione della sua colonia, tanto da favorire il trasferimento e la conservazione di buona parte di questi pezzi presso i suoi archivi e da lì in Marciana. La seconda sezione, «Cipro crocevia di culture», ritrae la vocazione multiculturale dell’isola, lì dove l’elemento nativo greco, a seguito della dominazione franca prima e veneziana poi, si è intrecciato con le altre tradizioni del Mediterraneo medievale e moderno, generando un laboratorio culturale capace di trasmettere il sapere antico e medievale all’Europa moderna. La terza sezione, «Autori e testi ciprioti in Marciana», valorizza specificatamente il patrimonio della Biblioteca. Essa include manoscritti che trasmettono opere di autori di origine cipriota; in taluni casi si tratta di testimoni unici dei quali la Marciana è custode. Notevole è l’importanza di tali manoscritti per definire nuovi orizzonti della ricerca filologica e storica sulle vicende dell’isola. Conclude il Catalogo la sezione dedicata alle «Carte». Il mare magnum dei materiali disponibili non poteva trovare spazio sufficiente. Qui dunque si è preferito, con dolorose soppressioni, privilegiare le rappresentazioni cartografiche che ritraessero l’isola negli anni della dominazione veneziana.
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Pirani, Francesco. "L’irruzione della storia negli statuti comunali marchigiani (secoli XIV-XV)." In Les statuts communaux vus de l’intérieur dans les sociétés méditerranéennes de l'Occident (xiie-xve siècle), 119–44. Éditions de la Sorbonne, 2019. http://dx.doi.org/10.4000/books.psorbonne.54618.

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Mio, Chiara, Marco Fasan, and Maria Lusiani. "Fondamenti di programmazione e controllo negli insegnamenti della scuola cafoscarina." In Le discipline economiche e aziendali nei 150 anni di storia di Ca’ Foscari. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-255-0/010.

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Анотація:
The chapter discusses the results of an empirical analysis we conducted on the management accounting courses taught at Ca’ Foscari between 1871 and 1991. The aim is to explore the roots and the evolution of management accounting at Ca’ Foscari. The evidence we collected shows that the early management accounting concepts can be traced back to the course Bookkeeping which was taught in 1871 by Biliotti and, some years later, by Besta. As time went by, management accounting concepts evolved and expanded until some specific courses devoted to this field of study were created. The chapter discusses the evolution not only of the contents but also of the teaching methods. In its early years, teaching at Ca’ Foscari was very much based on practice (case study, simulations) while it became more theoretical as time went by. We also provide a brief description of the teaching of management accounting at the Harvard Business School, one of the pioneering institutions in management accounting, pointing out some similarities and differences in the Italian and in the United States contexts.
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Sophie Mazéas, Claude. "Une enfance dans les années de plomb : extraits de Con un piede impigliato nella storia d'Anna Negri." In L’Italie des années de plomb, 397–407. Autrement, 2010. http://dx.doi.org/10.3917/autre.lazar.2010.01.0397.

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Тези доповідей конференцій з теми "Negozi storici"

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Tagliazucchi, Silvia. "Unione tra uomo e natura: l’analisi del territorio secondo Saverio Muratori." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7969.

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Анотація:
Un breve excursus sul processo teorico e applicativo dell’analisi del territorio dell’Architetto Saverio Muratori che ha caratterizzato tutta la opera, portandolo negli ultimi anni della sua vita, tra il 1969 e il 1973 a concretizzare il concetto di unione tra Uomo e Natura in quello di territorio attraverso il suo ultimo lavoro Studi per una operante storia del territorio.
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Ballarin, Matteo, and Nadia D'Agnone. "Paesaggio, suolo, tempo: la rappresentazione dei tempi geologici nella citta' di Catania." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8041.

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Анотація:
Parlare di tempo geologico è un modo di contestualizzare i processi materiali della terra nella sua storia. La scala dei tempi geologici suddivide la lunga storia della terra in eoni, ere, periodi ed epoche, non omogenei tra loro, ma in relazione l'un l'altro a seconda di ciò che emerge dall'analisi dei dati stratigrafici o dallo studio della stratificazione dei diversi livelli della crosta terrestre. Recentemente negli studi relativi a territorio e paesaggio è stata introdotta l'idea che l'epoca dell'Olocene, iniziata circa 11.700 anni fa, sia terminata e che sia stata sostituita da una nuova epoca geologica chiamata Antropocene, ovvero, 'l'era della razza umana'. Per confermare o meno questa ipotesi, siamo partiti da due categorie concettuali di paesaggio: il paesaggio terrestre ed il paesaggio costruito. Il caso studio della città di Catania, in Sicilia, ben si applica a questa ricerca: il suolo della città si è costruito sia tramite l'intensa opera dell'uomo -negli ultimi 40 anni fino a risalire al XVII secolo ed al nucleo greco antico- sia tramite una non indifferente attività geologica, rappresentata dalle molteplici eruzioni vulcaniche e dai frequenti terremoti che hanno colpito la conurbazione nel corso dei secoli. L'analisi -tramite sezioni e carotaggi- della stratigrafia storica ha evidenziato come la forma non solo della città ma del paesaggio di Catania abbia risentito in maniera eccezionale delle mutazioni geologiche intercorse, più di ogni altra città europea, e la rende un oggetto di studio privilegiato per esaminare la correlazione tra paesaggio, tempo ed usi. Geologic time is a way of contextualizing the material processes of the Earth within its long history. The geologic time scale divides the long history of the earth in eons, eras, periods and epochs, not separately, but in relation to each other depending on what emerges from the analysis of stratigraphic data and the different levels of the crust of the earth.Recently, studies related to territory and landscape have introduced the idea that the current Holocene epoch that began 11,700 years ago has ended and has been replaced by a new geological epoch called the Anthropocene, or, 'the era of human race'. To confirm or reject this hypothesis, we started from two conceptual categories of landscape: the terrestrial landscape and the constructed landscape. We apply this research using the case study of Catania, Sicily. The soil of the city of Catania is built is through both the intense work of man – in the last 40 years going back to the seventeenth century and to antiquity with the ancient Greeks – and, through substantial geological activity – by the many volcanoes and frequent earthquakes over the centuries. The analysis is defined by a sectioning and dissection of the historical stratigraphy of the ground of Catania. It reveals how the form of the city and landscape of Catania has undergone exceptional change and mutation evolving slowly in geologic time, more so than any other European city. It is therefore an interesting object of study to examine the relationship between landscape, time and use.
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Tarigan, Irma Yani, Wisman Hadi, and Khairil Ansari. "Development of Lectora Inspire Learning Media on Short Stories with Ecology Content for Class XI Students of SMA Negeri 1 Percut Sei Tuan." In 6th Annual International Seminar on Transformative Education and Educational Leadership (AISTEEL 2021). Paris, France: Atlantis Press, 2021. http://dx.doi.org/10.2991/assehr.k.211110.156.

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Sportello, Valentina. "Cronaca di un abbandono: fenomeni di migrazione all'interno della Ciudad Vieja di Montevideo." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8015.

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Анотація:
La Ciudad Vieja, ha rappresentato per secoli il centro funzionale, abitativo e commerciale della città di Montevideo, eppure nel corso dell’ultimo secolo ha subito molte trasformazioni che ne hanno mutato sia il volto urbano che la composizione sociale. Risulta infatti essere il barrio Montevideano con il maggior calo di abitanti (circa il 20%) e la causa principale di tale fenomeno è imputabile alla localizzazione del porto commerciale nella baia e al conseguente svilupparsi in loco dei servizi legati all’attività di quest'ultimo, che hanno trasformato l'antico centro storico in un “barrio portuale”. Lentamente la Ciudad Vieja si svuota e si classifica come luogo pericoloso e degradato agli occhi dei suoi abitanti, che se ne allontanano attratti da abitazioni più comode e tranquille sul bordo dell'oceano. A questo flusso di popolazione in fuga, se ne affianca uno contrario, invisibile, composto dal ceto più povero, il quale in cerca di un rifugio, è attratto dallo stock abitativo disponibile e abbandonato che occupa illegalmente e dalle possibilità di lavoro offerte dal vicino porto. Il volto della Ciudad Vieja cambia ancora, e il degrado urbano delle vie, corrisponde al peggioramento delle condizioni di vita dei suoi nuovi abitanti, i quali vivono in totale assenza di regole igieniche, in condizioni di sovraffollamento, privi di acqua e luce. Nonostante negli ultimi anni le amministrazioni si siano occupate del degrado urbano e sociale presente nella zona, le proposte di rilancio pensate, limitate al recupero di alcune facciate o alla pedonalizzazione di alcune vie, son fallite miseramente e il fenomeno non è stato arginato, mentre l'auspicata partecipazione di investitori privati non ha mai avuto seguito. For centuries the Ciudad Vieja was the functional, residential and commercial centre of the city of Montevideo, however over the past century it has undergone many transformations, which have changed its urban essence and its social composition. It has been shown to be the barrio in Montevideo with the highest population decline (about 20 %). Such phenomenon may be attributed to the position of the commercial port in the bay and to the consequent development of activities linked to the port, which have transformed the old town centre into a "port barrio". The Ciudad Vieja slowly emptied and it was seen as dangerous and degraded by its inhabitants, who went away from it attracted by more comfortable and quiet homes by the ocean. Another flow contrasted that of the fleeding population: it was made up of the lower class in search for refuge, attracted by the vacant and abandoned homes, which it occupied illegally, and by work opportunities offered by the nearby port. The essence of the Ciudad Vieja changed once again and the urban decay of the streets was equivalent to the worstening of the living conditions of its new inhabitants, who live without sanitation rules, in overcrowded conditions and without running water and electricity. Although in recent years administrations have dealt with the area's urban and social decay, the proposed solutions, limited to the reclamation of a few facades and to the pedestrianisation of some streets, have failed miserably and the phenomenon hasn't been contained, while private investors have never participated.
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