Добірка наукової літератури з теми "Lingue slave"

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Статті в журналах з теми "Lingue slave"

1

Marković, Irena, and Monika Berić. "ANALISI CONTRASTIVA ITALIANO-CROATO-CECA NELLA FRASEOLOGIA ENTOMOLOGICA." Folia linguistica et litteraria XI, no. 30 (2020): 243–63. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.14.

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Анотація:
Nella presente ricerca si è andati ad investigare in modo contrastivo quanto il comportamento e le caratteristiche degli insetti (in generale considerati universali) differiscano nelle tre lingue (italiano, croato e ceco) nelle espressioni idiomatiche. Si è partiti dalle espressioni idiomatiche italiane contenenti una componente entomologica (17 insetti), le quali cercano i loro equivalenti nel croato e nel ceco. Significa che l’analisi viene fatta soltanto unidirezionalmente dall’italiano al croato e ceco. Da un lato, la lingua croata e quella ceca, essendo della stessa origine (slava), dovrebbero accomunare equivalenti fraseologici totali (attraverso la variante protoslava), oppure attraverso i prestiti di terminologie religiose, ad esempio bibliche. D'altra parte, per via del diretto contatto italiano-croato, il croato dovrebbe avere più similarità fraseologica con l'italiano, a differenza del ceco. In base ai 4 passi della linguistica contrastiva e selezionando gli equivalenti totali, parziali e quelli diversi ci si è concentrati a spiegare (anche attraverso un’analisi concettuale) il perché delle diversità e quali siano le scelte linguistiche nei diversi equivalenti. Delle 72 espressioni in italiano, soltanto 9 (il 12%) sono equivalenti totali in tutte e tre le lingue. Differenziando le lingue, si nota un’affiliazione più stretta tra le lingue slave (24 equivalenze totali), che non tra il croato e l’italiano (15) e tra il ceco e l’italiano (11). L’analisi concettuale conferma questa affiliazione slava. Le lingue slave (croato e ceco), anche se storicamente e geograficamente più lontane, hanno conservato le loro specificità idiomatiche. D’altra parte l’italiano, essendo nell’ultimo millennio in stretto rapporto con il croato, ha sicuramente lasciato più repertorio idiomatico nel croato che nel ceco.
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2

Ožbot, Martina. "Alcuni cenni sugli italianismi in sloveno." Linguistica 48, no. 1 (December 29, 2008): 159–66. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.48.1.159-166.

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Анотація:
Come è tipico delle aree di confine tra due o più lingue, anche nel caso dello sloveno e dell’italiano si possono osservare diversi fenomeni dovuti al contatto linguistico, uno dei temi di ricerca preferiti dal nostro Festeggiato. Gli scambi interlinguistici – lessicali, morfosintattici e altri – sono infatti tra le testimonianze più profonde della convivenza tra due o più lingue, specialmente nelle situazioni caratterizzate da una antica e continua presenza di contatto. Parlando dell’italiano e dello sloveno, e limitandoci ai lessemi italiani in sloveno, tralasciando quindi gli scambi nella direzione opposta, cioè gli elementi sloveni entrati in italiano – comunque meno numerosi e per lo più limitati alle varietà dialettali dell’area di confine – possiamo osservare che si tratta di prestiti assai numerosi e semanticamente molto eterogenei. Ricordiamo che gli italianismi presenti nello sloveno moderno rappresentano il secondo strato nell’insieme dei prestiti linguistici entrati in questa lingua dalle vicine parlate romanze nei diversi periodi di contatto. infatti, prima della differenziazione linguistica dalla quale hanno avuto origine l’italiano e lo sloveno, nella parlata slava che costituiva l’antenato dello sloveno moderno erano entrati diversi lessemi di origine romanza a partire dalla seconda metà del vi secolo, periodo in cui le popolazioni slave si sarebbero insediate sul territorio delle alpi Orientali dove vennero a contatto con i vicini romanzi. tali lessemi costituiscono il primo strato del contatto e sono stati studiati in modo approfondito da diversi romanisti. tra i contributi più importanti si vogliono ricordare gli studi, ormai classici, di Fran Šturm (1927, 1928) e quelli recenti di agata Šega (1998, 2007, 2008). Rientrano nel gruppo dei più antichi elementi romanzi lessemi come pogača (FOCaCea ‘focaccia’), hlača (CaLCea ‘calza’, pl. hlače ‘pantaloni’), kudati, dial. (COGitaRe ‘pensare’) e križ (CRUCe(M) ‘croce’). è inoltre presente in sloveno qualche altro romanismo ancora più antico, come češnja ‘ciliegia’, dal latino volgare CeReSia, entrato nello slavo già prima della migrazione di una parte dei parlanti slavi sul territorio summenzionato.
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Antonič, Nives, and Mojca Cerkvenik. "insegnamento dell’italiano e l’educazione interculturale in Slovenia." Revista de Italianística, no. 38 (December 29, 2019): 61–72. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i38p61-72.

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Анотація:
L’articolo si propone di presentare una panoramica delle principali caratteristiche che riguardano l’insegnamento/apprendimento dell’italiano in Slovenia e una riflessione sull’importanza dell’educazione interculturale al fine di contribuire all’inclusione del singolo nella società che lo circonda. Dopo una sintetica illustrazione del quadro giuridico nel quale si inserisce la tutela delle lingue minoritarie in Slovenia, si presenta il percorso scolastico e le caratteristiche dell’insegnamento/apprendimento della lingua italiana come lingua materna (L1) e lingua seconda (L2) nel territorio bilingue nonché come lingua straniera (LS) nel resto della Slovenia. In particolare, vengono delineate le peculiarità del modello di educazione bilingue del Litorale sloveno, territorio di confine e area di contatto di culture prevalentemente romanze e slave. Infine, si evidenzia la necessità di applicare un approccio interculturale all’insegnamento in quanto il buon funzionamento della società multiculturale contemporanea dipende dalla consapevolezza della propria cultura congiuntamente all’esistenza di altre culture dell’ambiente. In questo modo sia insegnanti che studenti saranno coscienti del bisogno costante di accrescere le proprie competenze sia linguistiche che interculturali.
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Boaglio, Gualtiero. "Le sfide del multilinguismo ieri e oggi: il ruolo dell’italiano dalla monarchia asburgica all’Unione Europea." Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis | Studia de Cultura 9, no. 3 (June 29, 2018): 33–42. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.3.4.

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Анотація:
Multietnicità e multilinguismo contrassegnavano la vita quotidiana dei tanti popoli che vivevano nella monarchia asburgica. Non esisteva una lingua ufficiale, anche se il tedesco era la lingua più prestigiosa, e una legge del 1867 stabiliva la parità linguistica a tutti i livelli. La prassi linguistica nel Litorale austriaco (Trieste, Gorizia/Gradisca, Istria) era particolarmente ricca di conflitti perché lo status dell’italiano veniva messo in discussione dalle lingue slave. Partendo dal passato, il contributo offre spunti di riflessione sul multilinguismo del tempo presente.Wyzwania związane z wielojęzycznością wczoraj i dziś – rola języka włoskiego od monarchii Habsburgów do Unii EuropejskiejWieloetniczność i wielojęzyczność była częścią życia codziennego wielu ludów mieszkających na terytorium cesarstwa Habsburgów. Nie było języka urzędowego: chociaż język niemiecki cieszył się największym prestiżem, ustawa z 1867 roku stanowiła o równości językowej na wszystkich poziomach. Praktyka codziennego użycia języka na wybrzeżu Adriatyku (Triest, Gorycja / Gradisca, Istria) jednak obfitowała w konflikty, ponieważ status języka włoskiego był podważany przez użytkowników języków słowiańskich. Wychodząc od sytuacji historycznej, artykuł zajmuje się kwestią wielojęzyczności w dzisiejszych czasach.
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Spinozzi Monai, Liliana. "L’articolo del romanzo ‘Figlio’ della diatesi passiva? Un’inpotesi inspirata a montague e sviluppata in chiave contrastive slavo-romanza." Linguistica 39, no. 1 (December 1, 1999): 17–70. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.39.1.17-70.

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Анотація:
Romanzo vs slavo= passivo vs attivo = Art(icolo) vs Des(inenza) = AUX "avere" vs "essere". È in corso un vivace dibattito sulla categoria semantica della definitezza (Def) e sul grado e le modalità del suo esplicitarsi come determinante. Nel presente lavoro ci concentreremo sulla categoria dell 'articolo (Art), in prima istanza su quello Det(erminativo), elaborando alcuni spunti ricavati da disamine sul­ l'argomento compiute su versanti differenti, come quello dell'indoeuropeistica (p. es. Nocentini 1996), della germanistica (p. es. Ramat 1984b) e della slavistica (p. es. Benacchio l 996a e 1996b; Gebert 1996, Parenti 1996). Interessanti spunti di riflessio L’articolo del romanzo ‘Figlio’ della diatesi passiva? Un’inpotesi inspirata a montague e sviluppata in chiave contrastive slavo-romanza ne sono offerti anche da opere di carattere monografico sulla deissi (cfr. Vanelli 1992), sulla sintassi dei determinanti (G. Giusti 1993), sull'articolo italiano (cfr. i due voll. di Korzen 1996), o da rassegne come quella relativa alle diverse interpretazioni del rapporto Nome/Riferimento (Bersani-Berselli 1995)- intendendo per Nome il SN rappresentato dalla sola testa nominale - o quella sul passivo nelle lingue slave (Fici-Giusti 1994), che supporta non poco l'ipotesi da cui muovono queste pagine.
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Montinaro, Chiara. "L’apporto degli slavismi croati, serbi e sloveni all’italiano del nord-est." SPONDE 2, no. 1 (December 28, 2022): 79–92. http://dx.doi.org/10.15291/sponde.4090.

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L’obiettivo di questo lavoro è quello di identificare il contributo degli slavismi croati, serbi e sloveni penetrati in italiano, partendo dall’etimologia connessa alle tre lingue slave appartenenti al gruppo meridionale oggetto di indagine (oltre che dall’origine genericamente slava riportata dai dizionari). In un secondo tempo, l’attenzione è focalizzata sui prestiti che si affermano come regionalismi (in particolare quelli del nord-est), in cui si definisce il passaggio dall’italiano regionale all’italiano standard. Il corpus, ricavato in prevalenza dallo spoglio del GRADIT (2007) e dello Zingarelli (2021), si rivela cospicuo e, dal punto di vista quantitativo, i dati relativi all’influsso serbo e croato sono senza dubbio quelli più numerosi: si tratta di 48 lemmi nel solo GRADIT, etichettati in prevalenza come tecnicismi. Tra le aree geografiche maggiormente influenti, il contributo friulano e veneto occupa un posto di primo piano. Così, se l’influsso serbo e croato appare più marcato nell’area legata alla terminologia storica e politica (si tratta soprattutto di tecnicismi), le interferenze slovene, che si realizzano principalmente nel friulano, forniscono in primo luogo gastronimi (ma non solo); l’area veneta, invece, si contraddistingue per i contatti tra veneto e croato.
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Matheson, Lister M. "Nicoletta Francovich Onesti, La lingua delle ultime sezioni della Cronaca di Peterborough. (Università degli Studi di Firenze, Istituto di Lingue e Letterature Germaniche, Slave, e Ugrofinniche.) Florence: All'Insegna del Giglio, 1983. Paper. Pp. 192." Speculum 62, no. 03 (July 1987): 767–68. http://dx.doi.org/10.1017/s003871340012322x.

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8

Djuric, Zeljko. "Traduzioni dall’italiano di Joakim Vujic (I parte)." Prilozi za knjizevnost, jezik, istoriju i folklor, no. 83 (2017): 31–52. http://dx.doi.org/10.2298/pkjif1783031d.

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Анотація:
Nel lontano 1802, a Trieste, dove ha raggiunto la comunit? serba che guidata dall?illustre scrittore Dositej Obradovic cercava di assorbire la cultura razionalistica europe per trapiantarla poi, almeno in parte, nell? tesssuto della cultura serba, Joakim Vujic studia le lingue straniere (italiano, francese, inghlese) e appena compiuto con successo i primi passi si mette a tradurre un romanzo italiano che gli ? venuto sotto mano: per esercitarsi nella lingua e per offrire al pubblico serbo un testo divertente e utile. Si tratta del romanzo di Antonio Piazza intitolato Il vero amore o sia la storia amorosa d?Irene ? Filandro, un testo linguisticamente complicato, non lontano, per stile, dalla tradizione del romanzo barocco italiano. Nella situazione culturale quando la lingua serba stava vivendo il periodo della sua lenta ed incerta maturazione, Joakim Vujic, nel tradurre, ha continuamente dovuto fare le scelte tra le soluzioni del serbo slavo, la lingua del ceto intellettuale, e del serbo volgare che in quel periodo si faceva strada per entrare nella letteratura. Il nostro lavoro cerca di descrivere e di analizzare il suo coraggioso tentativo.
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DE ALMEIDA, MARCOS ABREU LEITÃO. "AFRICAN VOICES FROM THE CONGO COAST: LANGUAGES AND THE POLITICS OF IDENTIFICATION IN THE SLAVE SHIP JOVEM MARIA (1850)." Journal of African History 60, no. 2 (July 2019): 167–89. http://dx.doi.org/10.1017/s0021853719000422.

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AbstractBetween 1845 and 1850, the Congo coast became the most important source of slaves for the coffee growing areas in the Brazilian Empire. This essay develops a new methodology to understand the making of the ‘nations’ of 290 Africans found on the slave ship Jovem Maria, which boarded slaves in the Congo river and was captured by the Brazilian Navy near Rio de Janeiro in 1850. A close reading of such ‘nations’ reveals a complex overlapping between languages and forms of identification that alters the historian's use of concepts such as ‘ethnolinguistic group’ and ‘Bantu-based lingua franca’ in the Atlantic world. Building on recent developments in Central African linguistics, the article develops a social history of African languages in the Atlantic that foregrounds how recaptives negotiated commonalities and boundaries in the diaspora by drawing on a political vocabulary indigenous to their nineteenth-century homes in Central Africa.
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Larson, Pier M. "Malagasy at the Mascarenes: Publishing in a Servile Vernacular before the French Revolution." Comparative Studies in Society and History 49, no. 3 (June 29, 2007): 582–610. http://dx.doi.org/10.1017/s0010417507000631.

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European expansion from the fifteenth century produced much writing on, and sometimes in, non-European languages that served a broad array of imperial interests. Most European ventures into what one scholar has termed “colonial linguistics” were based on investigations among speakers of native tongues in the regions in which those speakers normally resided, twining language studies with observed “native” cultural qualities and setting out territories of colonial interest defined by local language and culture. Fewer colonial linguists ventured into plural societies to study the linguae francae of trade and labor that enabled communication across broad cultural and language differences, in part because such zones were considered dangerous and unstable, or lacking in mother tongues. Fewer still elected destinations of forced migration such as slave societies or freedmen's towns and villages to examine the mother tongues of persons who had come coercively from afar, though many such settings in certain periods offered a rich menu of languages for study. Those interested in the linguistic characteristics of slave societies tended to concern themselves more with the emerging European creoles, languages they could more easily understand than the native tongues of slaves or the contact languages of non-European provenance that sometimes coexisted with or preceded widespread use of European creole speeches in such locations. Today, most linguistic studies in the former slave colonies are focused exclusively on European creoles. Even recent monographs on African culture in the Americas only mention the speaking of African languages in passing, though language is a fundamental element of culture and linked in key ways to the continuity of ethnic ideas and practices. Together with the relative paucity of colonial documentation on slaves' lives and languages, the sited and topical hierarchy of colonial linguistics continues to powerfully structure historical studies of language in the former slave colonies.
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Дисертації з теми "Lingue slave"

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Rottino, Lorenzo Antonio <1987&gt. "ANALISI STORICA DELLA CATEGORIA DELL'ANIMATEZZA NELLE LINGUE SLAVE." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2471.

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Signori, Elena <1995&gt. "Intercomprensione tra lingue slave: lo studio di un caso fra il russo, il bulgaro e il polacco." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/16093.

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L’obiettivo di questa tesi è quello di analizzare l’intercomprensione tra le lingue slave. Il caso di studio ha previsto la selezione di tre lingue che coinvolgessero i tre gruppi della famiglia slava. È stato scelto il russo come lingua orientale, il bulgaro come lingua meridionale, e il polacco come lingua occidentale. La direzionalità riguarda l’intercomprensibilità del bulgaro e del polacco da parte di madrelingua russi che non conoscono altre lingue slave. Sono stati scelti dieci parlanti nativi di lingua russa a cui sono stati proposti due questionari uguali, nelle due lingue target diverse. Il test è diviso in due parti. Nella prima parte il partecipante è tenuto a capire e tradurre una lista di cinquanta parole, leggendole e poi ascoltando la registrazione delle stesse svolta da madrelingua. Qui il lessico scelto risulta essere congenere con la corrispettiva traduzione russa. Nella seconda parte si ripete lo stesso procedimento, ma con venti frasi intere. Qui, invece, non tutte le parole condividono la stessa radice con il russo. Questa tesi vuole porre le basi per capire quanto queste lingue siano intercomprensibili tra loro, senza alcuna conoscenza linguistica o di metodologia d’intercomprensione precedentemente acquisita. Si coinvolgono, quindi, le abilità di lettura e di ascolto su parole prese singolarmente e inserite nel contesto di una frase. Infine, verranno analizzati i risultati ottenuti dal questionario per rispondere alle domande di ricerca che hanno guidato questa tesi.
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Antoniazzi, Barbara <1972&gt. "New women, white slaves: separate spheres and social anxiety in the Progressive Era." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1044.

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Анотація:
During the Progressive Era (1890-1920), the dominant meaning of sexuality in the United States underwent a paradigm shift that called for different regulations and politics. The iconic “New Woman” emerged as an epitome of modern femininity in her many emancipated incarnations: the intellectual, the suffragist and the professional, but also the divorcee, the free‐lover, and the working girl. At the same time, the preoccupation with prostitution developed into a national obsession and the Progressives invested enormously in the fight against “white slavery,” an ostensibly international traffic for the abduction and sexual enslavement of girls. This dissertation investigates how the white slavery scare can be considered part of a general attempt to recompose and repair the male social sphere from the attacks it was suffering in the form of more and more assertive womanhood. In exploring how the attitude towards prostitution exposed the anxieties of modern America, this study relies close readings and historical analysis of novels, reformative writings, journalistic pieces, sculptures and legal documents in which New Women and white slaves appear center stage.
Negli anni del Progressismo Americano (1890-1920), la concezione della sessualità negli Stati Uniti subì un cambiamento epocale che produsse una serie di nuove politiche sociali. La “New Woman” emerse come esempio di moderna femminilità in svariate accezioni: l’intellettuale, la politica, la professionista, ma anche la divorziata, l’adepta del libero amore e la lavoratrice. Al tempo stesso, la preoccupazione nei confronti della prostituzione si trasformò in ossessione generale. I Progressisti investirono enormemente nella lotta sul suolo nazionale quella che venne denominata “white slavery,” ossia un ipotetico traffico internazionale atto al rapimento e alla riduzione in schiavitù sessuale di ragazze bianche. Questa tesi analizza come l’isteria della “white slavery” possa essere considerata parte di un movimento generale per la restaurazione della sfera pubblica maschile, incrinata dalle incursioni ricevute da parte di una presenza femminile sempre più indipendente. Nell’esplorare come l’atteggiamento nei confronti della prostituzione riveli le tensioni dell’America moderna, questo studio analizza romanzi, trattati di riforma sociale, articoli giornalistici, sculture e atti processuali in cui la “New Woman” e la “schiava bianca” giocano un ruolo determinante.
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Volpato, Luno. "A argumentação na obra O abolicionismo de Joaquim Nabuco: uma perspectiva historiográfica." Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2007. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/14453.

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Made available in DSpace on 2016-04-28T19:34:14Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Luno Volpato.pdf: 585822 bytes, checksum: 377a92d4af3e5c606b44871f3009c86c (MD5) Previous issue date: 2007-05-31
Secretaria da Educação do Estado de São Paulo
The topic of our study is the argumentation about the composition of Joaquim Nabuco, O abolicionismo. The target is the knowledge of the argumentative resources and the linguistic resources that construct this argument, applying the principles of the Linguistic Historiography, to know, the Contextualization, the Immanency and of the Adequacy. Always instigated us to know closer the illustrious brazilian, Joaquin Nabuco. In the second half of the century XIX, in full literary bubbling, among others excellent names, Joaquin Nabuco obtained a place of preeminence among his pairs. This detail, and for the fact of his composition not to be divulged as other classics of our language, showed us a singular attention and we went to the search of the elements that had taken him to become an expressive figure at his time. He has written a composition in defense of the slaves emancipation, O abolicionismo, object of this research. To know it better, we considered the following questions that had directed our study: Which were the argumentative and linguistic resources made for the author and, with them, how has the author reached his public, the oitocentista reader? Which was his audience? Has the nabuconeana language followed the linguistic molds of its time? In full movement of freedom which was the language used by him, the classic of Portugal or the Brazilian dialect? Which current literary has he belonged? Can his language be considered out of the time? Guided for these questions, we looked more details in his composition, over all in what concerns to the strategies for him used for the adhesion of his personage, the way he chooses the proves, how he trams the arguments, and the progression to make the hierarchy and how it intensifies during the advance of the chapters of the book. To reach this objective, we follow the three principles considered for Koerner: of the contextualization, where it creates the climate opinion, of the immanency, where it analyzes the corpus on the basis of the classic Rhetoric and the adequacy, where it brings up to date the previous analysis, with bedding in a modern theory, the New Rhetoric. After the analysis, we´ve got the results
O tema de nosso estudo é a argumentação na obra de Joaquim Nabuco, O abolicionismo. Seu escopo é o conhecimento dos recursos argumentativos e dos recursos lingüísticos que constroem essa argumentação, aplicando os princípios da Historiografia Lingüística, a saber, a Contextualização, a Imanência e da Adequação. Sempre nos instigou conhecer mais de perto o ilustre brasileiro, Joaquim Nabuco. Na segunda metade do século XIX, em plena efervescência literária, entre outros nomes relevantes, Joaquim Nabuco conseguiu um lugar de proeminência entre seus pares. Esse detalhe, e pelo fato de sua obra não ser tão divulgada como a de outros clássicos de nossa língua, despertou-nos singular atenção e fomos à busca dos elementos que o levaram a tornar-se uma figura expressiva em sua época. Ele escreveu uma obra em defesa da emancipação dos escravos, O abolicionismo, objeto desta pesquisa. Para melhor conhecê-la, propusemos as seguintes questões que direcionaram nosso estudo: Quais foram os recursos argumentativos e lingüísticos usados pelo autor e, com eles, como teria o escritor atingido seu público alvo, o leitor oitocentista? Qual era seu auditório? A linguagem nabuconeana acompanhou os moldes lingüísticos de sua época? Em pleno movimento de liberdade qual o idioma por ele usado o clássico de Portugal ou o dialeto brasileiro? A que corrente literária pertenceu? Sua linguagem pode ser considerada atemporal? Orientados por essas perguntas, procuramos conhecer com mais detalhes sua obra, sobretudo no que concerne às estratégias por ele empregadas para a adesão do seu interlocutor, à maneira como escolhe as provas, como urde argumentos e a progressão como os hierarquiza e intensifica na proporção que os capítulos avançam. Para atingirmos esse objetivo, seguimos os três princípios propostos por Koerner: o da contextualização, em que se cria o clima de opinião, o da imanência, em que se analisa o corpus com base na Retórica clássica a e o da adequação, em que se atualiza a análise feita, com fundamento em uma teoria moderna, a Nova Retórica. Após a análise, concluímos havermos atingido as metas propostas, conhecemos melhor o processo de criação de Joaquim Nabuco, as técnicas argumentativas usadas, as estratégias de convencimento e comprovamos o caráter de universalidade da obra
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Barros, Adelson Florêncio de. "Os papéis sociais dos negros e de seus senhores em casa-grande & senzala: representação textual-discursiva escravocrata ou abolicionista?" Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2018. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/21014.

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Submitted by Filipe dos Santos (fsantos@pucsp.br) on 2018-04-16T12:55:37Z No. of bitstreams: 1 Adelson Florêncio de Barros.pdf: 3160192 bytes, checksum: 3d5a8238eccbae5665c7432dab1c2a9c (MD5)
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This dissertation, based on the Critical Discourse Analysis, thematizes the social roles of the masters and their slaves in Casa Grande & Senzala. It is justified, for this work is studied and criticized by social scientists and not by a critical vision of the discourse. It is a textual-discursive analysis of this work. There are several published works, about this work, with sociological, anthropological, among others. The research is justified, because it aims to answer: Is the author of Casa Grande & Senzala a conservative enslaver or revolutionary abolitionist? The general objective is to contribute to the discursive studies of the work in question and to specific ones: 1. To verify, in Brazilian historiographical texts, which and how many social roles the black slaves did represent socially; 2. To ascertain which and how many social roles the slaves represent in the said work, comparing them with those of historiography, multimodal texts and newspaper advertisements; 3. Analyze the point of view projected by the author when focusing on slavery in the sugar zone of Pernambuco. The proposed research is qualitative and documental, with theoretical-analytical procedure. The results indicate that the ideological and cultural values that guide Freyre in writing this work result from the patron saint values of sugar planter from Pernambuco, aiming to construct the miscegenated origins of Brazilian culture and are those that are archived in his social memory, from the family institution. Therefore, they are conservative and enslaved values. The hypothesis of the investigation proved to be adequate, since Freyre is guided by an ideology of Pernambuco sugarcane rural power, canceling the cruelty, sadism and excessive exploitation of the slave labor force and privileges the role of the female slave, transmitter of Afro Brazilian cultural miscegenation, in order to build the myth of the sensuality of the black woman
Esta tese, fundamentada na Análise Crítica do Discurso, tematiza os papéis sociais dos senhores e seus escravos em Casa-Grande & senzala. Justifica-se, pois essa obra é estudada e criticada por cientistas sociais e não por uma visão crítica do discurso. Trata-se de uma análise textual-discursiva da referida obra. Há vários trabalhos publicados, sobre essa obra, com enfoque sociológico, antropológico, entre outros. A pesquisa justifica-se, pois busca responder: o autor de Casa-grande & Senzala é um conservador escravocrata ou revolucionário abolicionista? O objetivo geral é contribuir com os estudos discursivos da obra em questão e específicos: 1. Verificar, em textos historiográficos brasileiros, quais e quantos papéis sociais os escravos negros representaram socialmente; 2. Averiguar quais e quantos papéis sociais os escravos representam na referida obra, confrontando-os com os da historiografia, textos multimodais e anúncios de jornal; 3. Analisar o ponto de vista projetado pelo autor ao focalizar a escravidão na zona açucareira pernambucana. A investigação proposta é qualitativa e documental, com procedimento teórico-analítico. Os resultados indicam que os valores ideológicos e culturais que guiam Freyre, ao escrever essa obra, resultam dos valores patronais do senhor de engenho açucareiro pernambucano, objetivando a construção das origens miscigenadas da cultura brasileira e são esses que estão arquivados em sua memória social, a partir da instituição familiar. Logo, são valores conservadores e escravocratas. A hipótese da investigação mostrou-se adequada, pois Freyre é guiado por uma ideologia do poder patronal rural açucareiro pernambucano, cancelando a crueldade, o sadismo e a exploração excessiva da mão de obra escrava e privilegia o papel da escrava, transmissora da cultura afro na miscigenação cultural brasileira, de forma a construir o mito da sensualidade da negra
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CIVARDI, ANTONIO. "La variazione linguistica: caso e accordo nei costrutti participiali dei dialetti russo-settentrionali." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/810897.

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Анотація:
Tesi di dottorato discussa il 27.04.2013 (commissione: Leonardo M. Savoia - presidente, Università di Firenze, Giuliana Giusti - Università Ca' Foscari di Venezia, Elisabetta Carpitelli - Université Nice Sophia Antipolis). La tesi discute un problema di variazione interlinguistica, le costruzioni participiali nei dialetti russi settentrionali, nell'ambito della Grammatica Generativa e nelle prospettive del Programma Minimalista e della Biolinguistica. Doctoral Thesis defended 27.04.2013 (examining committee: Leonardo M. Savoia - chair, University of Florence, Giuliana Giusti - Ca' Foscari University of Venice, Elisabetta Carpitelli - Université Nice Sophia Antipolis). The thesis deals with a problem of cross-linguistic variation, participial constructions in Northern Russian dialects, within the framework of Generative Grammar and adopting the Minimalism Program and the Biolinguistic Perspective.
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Книги з теми "Lingue slave"

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Giusti, Francesca Fici. Le lingue slave moderne. Padova: Unipress, 2001.

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Benigni, Valentina, Lucyna Gebert, and Julija Nikolaeva, eds. Le lingue slave tra struttura e uso. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-328-5.

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Анотація:
Il volume, che prende le mosse dal V Incontro di Linguistica Slava (Roma, 25-27 settembre 2014), riflette lo stato delle ricerche più recenti condotte in Italia nell’ambito di questa disciplina, proseguendo la tradizione già avviata alla fine degli anni ’80 dalla serie Problemi di morfosintassi delle lingue slave (Bologna 1988, 1990, 1991; Padova 1994, 1995), e poi rinnovata recentemente nei volumi che hanno seguito gli Incontri di Bergamo (2007), Padova (2008), Forlì (2010) e Milano (2014). Il presente contributo testimonia un ampliamento degli interessi oltre i confini della morfosintassi, verso altre aree della linguistica teorica e applicata, quali la pragmatica, la semantica, l’acquisizione e la sociolinguistica. Per la varietà dei temi trattati e delle metodologie utilizzate, la pubblicazione può interessare non solo quanti svolgono le loro ricerche, sia teoriche che applicate, nell’ambito delle lingue slave, ma anche gli studiosi di linguistica generale.
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Rocchi, Luciano. Latinismi e romanismi antichi nelle lingue slave meridionali. Udine: Campanotto, 1990.

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Biagini, Francesca, and Svetlana Slavkova. Contributi italiani allo studio della morfosintassi delle lingue slave. Bologna: Bononia University Press, 2012.

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Rosanna, Benacchio, and Ruvoletto Luisa, eds. Lingue slave in evoluzione: Studi di grammatica e semantica : II Incontro di linguistica slava, Padova, 14-15 novembre 2008. Padova: Unipress, 2010.

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Rosanna, Benacchio, Fici Giusti Francesca, and Gebert Lucyna, eds. Determinatezza e indeterminatezza nelle lingue slave: Atti del convegno svoltosi a Firenze, 26-28 ottobre 1995. Padova: Unipress, 1996.

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Krapova, Iliyana, Svetlana Nistratova, and Luisa Ruvoletto. Studi di linguistica slava. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-368-7.

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Анотація:
I contributi raccolti nel presente volume delineano lo stato dell’arte delle ricerche di linguistica slava svolte recentemente nell’ambito della slavistica italiana. I saggi sono dedicati a temi di morfologia, sintassi, semantica, lessicologia, pragmatica, sociolinguistica e didattica delle lingue slave, in ottica contrastiva, sincronica o diacronica, secondo quadri teorici e approcci metodologici di scuole e tradizioni diverse. La grande varietà dei temi trattati dagli autori, non solo italiani, è la più viva testimonianza della vivacità e della ricchezza che oggi permeano lo studio delle lingue slave in Italia e non solo.
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Bocale, Paola. La categoria del genere nelle lingue slave: Aspetti morfosintattici, pragmatici e sociolinguistici in bulgaro, russo, ucraino e polacco. Roma: Aracne editrice, 2013.

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Bonola, Anna Paola, Paola Cotta Ramusino, and Liana Goletiani, eds. Studi italiani di linguistica slava. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-659-6.

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Анотація:
I saggi qui pubblicati documentano le più recenti ricerche linguistiche svolte nell’ambito della slavistica italiana. I contributi raccolti nella prima parte del volume studiano le strutture morfologiche e sintattiche di varie lingue slave; la seconda parte è dedicata all'uso linguistico; l'ultima contiene tre studi sperimentali sull’acquisizione delle lingue slave, un ambito di ricerca particolarmente promettente sia per le applicazioni glottodidattiche, sia per il contributo agli studi sul rapporto fra pensiero e linguaggio. Diverse sono le lingue slave studiate (il ceco, il polacco, il russo, lo sloveno, i dialetti ucraini, le lingue slave meridionali, tra cui le parlate dei pomacchi nei monti Rodopi), diverse le prospettive (diacronica e sincronica) e vari gli approcci metodologici, a testimonianza della ricchezza e della progressiva maturazione degli studi linguistici all’interno della slavistica italiana.
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Simonetta, Signorini, and Università di Firenze. Dipartimento di linguistica., eds. Problemi di morfosintassi delle lingue slave, 4: Atti del IV seminario di studi : Pontignano (Siena), 19-20 aprile 1993. Padova: UNIPRESS, 1994.

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Частини книг з теми "Lingue slave"

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Cotta Ramusino, Paola. "A proposito di quantificatori indefiniti di massa in polacco." In Le lingue slave tra struttura e uso, 79–92. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-328-5.05.

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Анотація:
The present paper examines substandard Polish constructions in which the quantifiers kupa ‘a lot’, masa ‘mass’ and połowa ‘a half’ in Subject function occur in the Accusative case (plus the referential noun in the Genitive) and take neuter singular verb agreement: Kupę ludzi zebrało się na placu, ‘a lot of people gathered in the square’. Drawing on a large amount of occurrences taken from two corpora a qualitative analysis of the construction is carried out, in order to highlight how the indefinite quantifier semantic characteristics predispose it to the thematic role of Patient.
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Zoričić, Nika. "Prodolžat’/prodolžit’: una strana coppia." In Le lingue slave tra struttura e uso, 323–40. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-328-5.18.

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Анотація:
The aim of the present article is to investigate the aspectual status of the Russian verbs prodolzhat’ and prodolzhit’. It is shown that the form prodolzhal is very frequently used in the past tense as a perfective verb with inchoative value in sequences of single events. Furthermore, the diachronic analysis of the examples reveals that, in the past tense, the form prodolzhit’ until the 1990s was much less commonly used than the form prodolzhat’. Taking into account these results, in the article is hypothesized that the form prodolzhat’ in the past tense may be considered a biaspectual verb.
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Gebert, Lucyna. "Aspetto verbale e referenza nominale." In Le lingue slave tra struttura e uso, 167–80. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-328-5.10.

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Анотація:
The paper attempts to examine the relation between the verbal aspect in the Slavic languages and the referential status of nominal arguments of the predicate. As is well known, Slavic languages (except Bulgarian and Macedonian) have not developed articles as a grammatical category. It is suggested that in addition to the well-known means of conveying referential information in these articleless languages – such as word order, use of demonstrative/indefinite pronouns, restrictive relative clauses, case alternations and prosody – the verbal aspect also should be taken into account.
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Biagini, Francesca. "L’espressione della relazione concessiva fattuale in italiano e in russo." In Le lingue slave tra struttura e uso, 45–62. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-328-5.03.

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Анотація:
The aim of this paper is to compare the means of expression of factual concessive relation in Italian and Russian on the basis of a bidirectional parallel corpus. The study of the expression of purposive interclausal relation revealed that loose coordination prevails in Russian while tighter subordination dominates in Italian (Biagini 2012). However, for the expression of concessive relation, the results do not confirm a predominance of juxtaposition or coordination in Russian when compared with Italian.
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Kreisberg, Alina. "Attorno alle nominalizzazioni." In Le lingue slave tra struttura e uso, 181–97. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-328-5.11.

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Анотація:
The paper deals with the problem of the particular kind of verbal nominalization occuring in Polish. Such formations are similar to the English gerunds in -ing and are defined in the Polish linguistic tradition as categorial. The purpose of the article is to examine whether their categorial status should be regarded as a purely formal or semantic also.
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Saturno, Jacopo. "Strategie di formazione delle parole in varietà iniziali di polacco L2." In Le lingue slave tra struttura e uso, 279–303. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-328-5.16.

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Анотація:
This paper describes word formation as observed in the earliest stages of L2 Polish. 31 L1 Italian beginning learners took part in a 14-hour Polish course, which was recorded, transcribed and morphologically tagged in order to correlate learner output with the relevant input features. After 4:30 hours, the learners could produce new words using the derivational suffix -k-, which in the input can be found in the majority of feminine nouns. This finding suggests that after minimal exposure, learners can identify the morphological structure of a class of nouns and reproduce it in their output.
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Milani, Sara. "Strategie di relativizzazione in russo." In Le lingue slave tra struttura e uso, 225–42. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-328-5.13.

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Анотація:
This article is dedicated to relativization in contemporary Russian and provides an overview of the main Russian morphosyntactic relativization strategies (Cinque 2013). The study describes the typological variety of Russian RCs, using data taken from the National Corpus and tested with native speakers’ judgments. Three criteria have been adopted to examine Russian RCs: the cross-linguistic linear orders of RC and Noun Head (Dryer 2005), the presence of a resumptive pronoun in the relativization site (Lavine 2003) and, finally, the inflectional completeness of the RC (finite/ non-finite RCs).
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Benigni, Valentina. "Le marche di lista in russo. Segnali riformulativi, estensivi, generalizzanti… i vse takoe." In Le lingue slave tra struttura e uso, 17–43. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-328-5.02.

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Анотація:
This paper offers a survey of list markers in contemporary Russian, i.e. discourse markers that signal the presence of a list and fulfil specific semantic and pragmatic functions, such as generalization (и все такое ‘and things like that’), exemplification (типа ‘such as/kind of’) or reformulation of the list content (так сказать ‘so to speak’). It also explores the structural and functional properties of general extenders within the framework of CxG, focusing particularly on the process of lexicalization and grammaticalization of the discourse marker и все такое ‘and things like that’.
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Manzelli, Gianguido. "La deissi personale e spaziale nelle epigrafi glagolitiche dell’Istria e della Dalmazia." In Le lingue slave tra struttura e uso, 199–224. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-328-5.12.

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Анотація:
This paper deals with person and spatial deixis in the Glagolitic epigraphs of Istria and Dalmatia collected by Branko Fučić (1920-1999). The focus is mainly on spatial deixis offering interesting insights as far as the evolution of the Chakavian variety of Croatian across the past centuries is concerned. A statistical survey shows a significant difference between the old forms and the deictic system of modern Croatian. This kind of evolutionary development in the Croatian deictic system can be explained in terms of a semantic shift due to the obsolescence of the original proximal deictic se.
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Bocale, Paola. "Changes and Developments in the Linguistic Landscape of Present-Day Crimea." In Le lingue slave tra struttura e uso, 63–77. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-328-5.04.

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Анотація:
Following Crimea’s incorporation into Russia in March 2014, the Crimean parliament adopted a new constitution granting official status to Russian, Ukrainian and Crimean Tatar. Despite the official multi-ethnicity and multilingualism of Crimea now constitutionally acknowledged, however, there is reason to believe that the formally proclaimed equality of the three languages has not translated into equality in practice. Among the areas where the inequality in language promotion and support is most noticeable, language education policy and language use in public place play a special role.
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Тези доповідей конференцій з теми "Lingue slave"

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Miura, Yukiya, and Yoshihiro Ohkawa. "A noise-tolerant master-slave flip-flop." In 2014 IEEE 20th International On-Line Testing Symposium (IOLTS). IEEE, 2014. http://dx.doi.org/10.1109/iolts.2014.6873672.

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Osada, Tsuginobu, Ken’ichi Yano, Norihiko Kato, and Mustapha S. Fofana. "On the Development of a Machining Support System to Improve Surface Finish." In ASME 2011 International Mechanical Engineering Congress and Exposition. ASMEDC, 2011. http://dx.doi.org/10.1115/imece2011-64539.

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Анотація:
Finishing processes such as deburring are performed on a wide variety of products in various quantities by workers on a piece-by-piece basis. Accordingly, the accuracy of the product depends on the worker’s skill. The aim of this research is to develop a finish machining support system. The machining is supported by using a haptic device and controlled by a bilateral control system. Here, we propose a original bilateral controller which have the gain components on the line used to transfer the force signal between master and slave robot. These gains change the binding force between master and slave robot to change the construct of the system. The effectiveness of this system is shown in simulations using haptic device and virtual model of slave robot.
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Fu, Yili, Han Li, and Qi Xie. "Master-Slave Control Technology Research for Abdominal Minimally Invasive Surgery Robot." In ASME 2010 International Mechanical Engineering Congress and Exposition. ASMEDC, 2010. http://dx.doi.org/10.1115/imece2010-40240.

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Анотація:
According to characteristics of abdominal minimally invasive robotic surgical tasks, based on performant industrial computer platform, an extended multifunctional hardware communicates with PCI-bus is designed, a master-slave control system is studied. In order to solve the problem of low responsivity caused by traditional inverse kinematics transformation method, a algorithm based on equivalent differential transformation suitable for real-time master-slave surgical robot control is put forward, and the accumulated error of the algorithm is eliminated by feedback mechanism. A fast trajectory planning method efficient in real-time master-slave surgical robot control is put forward to replace traditional trajectory prediction and off-line calculation. Finally, in order to avoid the impact on the accuracy of the system coursed by hand-trembling of operators, a digital filter is designed to help filtering the master manipulator signal.
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Maddahi, Yaser, Nariman Sepehri, Stephen Liao, Wai-keung Fung, and Ekram Hossain. "Wireless Control of a Teleoperated Hydraulic Manipulator With Application Towards Live-Line Maintenance." In ASME/BATH 2013 Symposium on Fluid Power and Motion Control. American Society of Mechanical Engineers, 2013. http://dx.doi.org/10.1115/fpmc2013-4454.

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Анотація:
This paper presents the procedure of establishing performance charts for effective utilization of a teleoperated hydraulic manipulator working under wireless communication channels. A teleoperated system, comprising a master haptic device and an industrial hydraulic manipulator, is constructed. The master and slave communicate through a communication channel emulated using the NS2 simulator. Two sets of experiments are designed to construct performance charts that guide us to select appropriate parameters of wireless network setup by which a particular value of position error appears at the slave hydraulic manipulator end-effector. The network parameters are: configuration of environment obstruction, transmission power of the router, and distance between the master and slave sites. The first set of experiments is conducted to define three regions of tracking quality, and to construct the performance charts. The second set of experiments confirms satisfactory performance, when the teleoperated system is located within the recommended regions in the established charts. One application of this study is live-line maintenance using remotely-operated hydraulic manipulators.
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Caracciolo, R., G. Boschetti, N. De Rossi, G. Rosati, and A. Trevisani. "A Master-Slave Robotic System for Haptic Teleoperation." In ASME 8th Biennial Conference on Engineering Systems Design and Analysis. ASMEDC, 2006. http://dx.doi.org/10.1115/esda2006-95474.

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Анотація:
This paper proposes a telerobotic system made up of an haptic master and a slave anthropomorphic robot communicating through the Internet. In the proposed teleoperation system the operator drives the robot by manipulating a five-dof pen-shaped master haptic device, whose movements are repeated by the robot. Moreover, the operator is provided with force feedback in order not only to let him feel the physical environment the robot is interacting with, but also to guide him through the correct execution of the teleoperation task. To this purpose, the slave system end-effector (a drill) is mounted on a home-made single axis load cell used to measure drilling forces. This work, in particular, addresses the problem of implementing an on-line trajectory planner assuring a smooth motion of the slave robot in the presence of piecewise constant and unpredictable position references received by the haptic master, even in the presence of random communication time delay. Additionally, in order to improve the drilling task outcome and to prevent the execution of inappropriate and abrupt operators’ movements, an algorithm has been developed, which makes use of a local force feedback to appropriately delay the position references received by the master.
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Bumiller, G., Liping Lu, and YeQiong Song. "Analytic performance comparison of routing protocols in master-slave PLC networks." In International Symposium on Power Line Communications and Its Applications, 2005. IEEE, 2005. http://dx.doi.org/10.1109/isplc.2005.1430477.

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Elmasry, Aly, and Matthias Liermann. "Passive Pneumatic Teleoperation System." In ASME/BATH 2013 Symposium on Fluid Power and Motion Control. American Society of Mechanical Engineers, 2013. http://dx.doi.org/10.1115/fpmc2013-4464.

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Анотація:
This paper describes the modeling and control of a pneumatic tele-operation scheme, where the connection of master and slave cylinder is realized signal based but also physically via long transmission lines. The system is called passive because of the passive physical connection, which can also serve as a safety fallback solution. The advantage of this scheme is that a limited force feedback is realized with a minimum of extra effort in comparison to a teleportation system without force feedback. The stiffness of the physical connection is enhanced through a cascaded position and pressure control scheme with two proportional valves as actuators for each pneumatic line. The paper presents the mathematical model of the setup, which is used to determine the relative stability of the dynamic system as a function of control parameters. An experimental setup is presented which was set up to validate the system model. For a distance of 5 m between master and slave cylinder a stiffness of 2.4 N/mm could be established.
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Robertson, N. A. "GEO 600 - A Laser Interferometric Gravitational Wave Detector." In The European Conference on Lasers and Electro-Optics. Washington, D.C.: Optica Publishing Group, 1998. http://dx.doi.org/10.1364/cleo_europe.1998.cfd3.

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Анотація:
To search for gravitational waves from astrophysical sources, GEO 600 will use laser interferometry over a physical arm length of 600 m. The detector is currently being constructed in the North of Germany, near Hannover, by research groups from Hannover, Garching and Glasgow, with theoretical input from Cardiff and Potsdam. It will utilise a four pass delay line Michelson interferometer with power and signal recycling implemented to reduce the limitation to sensitivity set by photo-electron shot noise in the detector output. Illumination will be by single frequency Nd: YAG laser light at a level of 10 W, from a diode pumped slave laser, injection locked by a small monolithic diode pumped ring laser.
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Zarei-nia, Kurosh, and Nariman Sepehri. "Position-Mode Haptic-Based Control of Teleoperated Hydraulic Actuators." In ASME 2011 Dynamic Systems and Control Conference and Bath/ASME Symposium on Fluid Power and Motion Control. ASMEDC, 2011. http://dx.doi.org/10.1115/dscc2011-6139.

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Анотація:
A control scheme for teleoperation of hydraulic actuators, using a haptic device, is developed and experimentally evaluated in this paper. In the control laws, the position error between the displacement of the haptic device and the hydraulic actuator movement is used at both master and slave sides to maintain good position tracking at the actuator side while providing a haptic force to the operator. Lyapunov’s stability theory and LaSalle’s invariant set theorems are employed to prove the asymptotic stability of the system. It is shown that beside stability, the system performs well in terms of position tracking of the hydraulic actuator and providing a feel of telepresence to the operator. Proposed controller only needs system’s pressures and displacements that are easy to obtain via on-line measurements. Additionally, the controller does not need any information about the parameters of the system. These characteristics make the controller very attractive from the implementation view point.
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Flatschart, Ricardo Becht, Julio Romano Meneghini, and Jose´ Alfredo Ferrari. "Parallel Simulation of a Marine Riser Using MPI." In ASME 2004 23rd International Conference on Offshore Mechanics and Arctic Engineering. ASMEDC, 2004. http://dx.doi.org/10.1115/omae2004-51123.

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Анотація:
In this paper the dynamic response of a marine riser due to vortex shedding is numerically investigated. The riser is divided in two-dimensional sections along the riser length. The Discrete Vortex Method is employed for the assessment of the hydrodynamic forces acting on these two-dimensional sections. The hydrodynamic sections are solved independently, and the coupling among the sections is taken into account by the solution of the structure in the time domain by the Finite Element Method. Parallel processing is employed to improve the performance of the method. The simulations are carried out in a cluster of Pentium IV computers running the Linux operating system. A master-slave approach via MPI — Message Passing Interface — is used to exploit the parallelism of the present code. The riser sections are equally divided among the nodes of the cluster. Each node solves the hydrodynamic sections assigned to it. The forces acting on the sections are then passed to the master processor, which is responsible for the calculation of the displacement of the whole structure. Scalability of the algorithm is shown and discussed.
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Звіти організацій з теми "Lingue slave"

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Burns, L. E. Line, grid, and vector data, and maps for the airborne geophysical survey of the Slate Creek-Slana River Survey, Chistochina mining district, south-central Alaska. Alaska Division of Geological & Geophysical Surveys, July 2009. http://dx.doi.org/10.14509/19621.

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