Добірка наукової літератури з теми "Fonti europee"

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Статті в журналах з теми "Fonti europee"

1

Rivetti, Paola. "Alcune spedizioni alpinistiche italiane in Iran secondo le fonti d'archivio." STORIA URBANA, no. 131 (November 2011): 129–48. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-131007.

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Анотація:
Il contributo propone alcuni documenti relativi a talune spedizioni alpinistiche italiane verso i monti persiani. La presenza italiana nel paese mediorientale appare in ritardo rispetto ad altre esperienze europee, rivelando in questo senso il "carattere nazionalista" dell'impegno del Club Alpino Italiano, il Cai, nel sostenere le prime imprese che ebbero luogo nel paese. Tale carattere, tuttavia, verrŕ sempre meno, lasciando il posto alla curiositŕ scientifica, all'agonismo sportivo e alla fascinazione per una realtŕ tanto distante, sentimenti dominanti espressi dagli alpinisti nei resoconti di viaggio.
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2

Guarriello, Fausta. "I diritti di contrattazione collettiva in un'economia globalizzata." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 135 (September 2012): 341–59. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2012-135001.

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Анотація:
Il saggio esamina la tensione esistente tra il riconoscimento del diritto di contrattazione collettiva come diritto sociale fondamentale nelle fonti internazionali ed europee e gli effetti di destrutturazione dei sistemi contrattuali, ancora prevalentemente ancorati a livello nazionale, indotti dalla globalizzazione. L'assenza di effettive misure di sostegno alla contrattazione collettiva su scala sovranazionale, dove le decisioni economiche vengono prese, l'interpretazione restrittiva della Corte di giustizia, lesiva del principio di autonomia collettiva e di libertŕ sindacale, la subordinazione alle libertŕ economiche sottesa alla visione funzionalista delle istituzioni europee, rischiano di indebolire e snaturare il diritto di contrattazione collettiva anche all'interno dei sistemi nazionali, dove esso si č storicamente sviluppato.
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3

Vitale, Carmen. "Percorsi di valorizzazione sostenibile del patrimonio culturale e promozione turistica: la disciplina degli itinerari enogastronomici per lo sviluppo dei territori." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 2 (January 2021): 43–61. http://dx.doi.org/10.3280/aim2018-002004.

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Il presente contributo si propone di ricostruire la disciplina degli itinerari enogastronomici, attraverso l'analisi delle fonti regionali, nazionali ed europee per ricostruirne le principali questioni applicative e le prospettive. Come si dirà, gli itinerari eno-gastronomici e più in generale quelli culturali possono diventare un importante strumento di valorizzazione e sviluppo locale, poiché sono in grado di mettere insieme pubblico e privato, turismo, paesaggio e patrimonio culturale.
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4

Orlandini, Giovanni. "La tutela contro il licenziamento ingiustificato nell'ordinamento dell'unione europea." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 136 (December 2012): 619–60. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2012-136004.

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Il tema della tutela contro il licenziamento illegittimo nell'ordinamento dell'UE č affrontato dall'autore proponendo una lettura dinamica dell'art. 30 della Carta di Nizza che tiene conto di quanto emerge dalle altre fonti sovranazionali sul tema, in particolare dalla Carta Sociale Europea riveduta nel 1996 e dalla giurisprudenza del Comitato europeo dei diritti sociali che ne monitora l'applicazione. Ciň permette di contraddire la consolidata interpretazione riduttiva della norma della Carta in base alla quale essa si limiterebbe a porre un generale principio di giustificazione del licenziamento senza porre sostanziali limiti alla discrezionalitŕ statale nell'identificare il tipo di giustificazione e di sanzioni applicabili. Nell'ultima parte del saggio, si rende conto del modo con cui il tema del licenziamento viene affrontato nell'ambito della nuova governance economica europea e, con riferimen- to all'ordinamento italiano, dell'influenza che questa ha avuto nel processo di riforma sfociato nella l. n. 92/2012. Ciň anche al fine di valutare se ed in che misura la Carta di Nizza abbia giocato un ruolo nel guidare l'azione delle istituzioni europee e del legislatore nazionale.
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5

Cassibba, Fabio Salvatore. "I limiti oggettivi del ne bis in idem in Italia tra fonti nazionali ed europee." Revista Brasileira de Direito Processual Penal 4, no. 3 (October 31, 2018): 953. http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v4i3.186.

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Анотація:
É premissa consolidada que o ne bis in idem constitua um direito fundamental, protegido por uma pluralidade de fontes nacionais (art. 649 do c.p.p. italiano) e supranacionais (art. 50 CDFUE e 4° protocolo CEDH). Entretanto, exatamente a “tutela multinível” dos direitos fundamentais que caracteriza o ordenamento italiano – paradoxalmente – corre o risco de se transformar em um obstáculo à mais ampla operabilidade dessa garantia. Ademais, nos panoramas italiano e europeu, as previsões que especificam os pressupostos para a aplicabilidade dessa garantia se caracterizam por um conteúdo heterogêneo (identidade do fato; identidade da infração), destinado a incidir negativamente sobre a definição da perspectiva objetiva da proibição de dupla persecução. Por outro lado, a interpretação das mesmas previsões por parte da jurisprudência italiana, ordinária e constitucional, e pelas Cortes supranacionais torna ainda mais incertos os confins do efeito preclusivo gerado por uma decisão irrevogável. Em particular, alude-se as hipóteses em que o ne bis in idem entre em jogo em relação ao “duplo binário sancionatório”, por força do qual o mesmo fato é sancionado, contemporaneamente, em campo penal e em campo administrativo. A reconstrução da perspectiva da garantia atribuída ao art. 649 do c.p.p. italiano deve partir da valorização do princípio de legalidade processual e implica, portanto, por um lado, a recondução da unidade do pressuposto representado pelo mesmo objeto dos diferentes procedimentos; por outro lado, evitar soluções casuísticas, contrárias ao princípio de legalidade, em relação ao pressuposto da duplicação dos diferentes procedimentos que se refiram ao mesmo fato.
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6

Gottardi, Donata. "Tutela del lavoro e concorrenza tra imprese nell'ordinamento dell'Unione europea." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 128 (December 2010): 509–69. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-128001.

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Анотація:
L'A. ha dedicato l'analisi all'individuazione dello stato attuale dei confini, a livello di istituzioni europee, tra diritto del lavoro e diritto della concorrenza, nel presupposto di una erosione netta della nostra materia. Molti erano i segnali: la profonda asimmetria sul significato stesso di diritto del lavoro, la crescita del dumping sociale infra-Ue, la ripresa di pulsioni nazionaliste, la giurisprudenza della Corte di giustizia che individua funzioni e pone limiti alla contrattazione collettiva e allo sciopero. Contemporaneamente ha verificato l'esistenza di forti potenzialitŕ di invertire il rapporto tra Europa economica ed Europa sociale. Da un lato, la crisi finanziaria ed economica ha messo in discussione l'idea di mercato autoregolantesi; dall'altro, le modifiche apportate dal Trattato di Lisbona al sistema delle fonti hanno investito sia la concorrenza, che passa da principio a strumento, sia l'ambito della protezione sociale e del lavoro, proiettato nell'economia sociale di mercato, garantito da una clausola sociale con valenza orizzontale. Č l'unica prospettiva possibile, se vogliamo evitare il tracollo del sistema di relazioni sindacali e del lavoro.
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7

Iafolla, Valentina, Massimiliano Mazzanti, and Francesco Nicolli. "Rifiuti generati, rifiuti in discarica ed efficacia delle politiche ambientali in Europa." ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no. 2 (April 2011): 103–35. http://dx.doi.org/10.3280/efe2010-002005.

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Анотація:
Si presentano varie analisi empiriche sul disaccoppiamento tra dinamiche di generazione e conferimento in discarica dei rifiuti e crescita economica, integrate da disamine sulla efficacia delle politiche ambientali europee, utilizzando un dataset originale che integra fonti EUROSTAT con indicatori di policy nel periodo 1995-2007 per l'Europa a 15. Si riscontra un delinking assoluto, con vari effetti che mostrano l'efficacia delle politiche introdotte in Europa da metà anni novanta, per il conferimento in discarica, ma non per la generazione dei rifiuti, associata ad una elasticità rispetto al reddito in calo, ma ancora positiva. Le politiche come da attese non hanno avuto effetti sull'obiettivo di riduzione della generazione dei rifiuti, che ancora cresce e crescerà nei prossimi anni. La densità di popolazione č un fattore strutturale che appare ridurre sia generazione sia conferimento in discarica. Tuttavia, come da attese, l'eterogeneità tra paesi gioca un ruolo importante. Modelli panel SURE evidenziano come le regolarità statistiche medie europee nascondano spesso specificità che consentono di raggruppare i paesi in base alle diverse performance sulla relazione rifiuti-crescita economica, mettendo anche in luce il rischio di recoupling. Le analisi empiriche panel con fini di analisi ex post delle politiche mostrano di poter avere una forte rilevanza nel supporto alla implementazione e modulazione nazionale delle future politiche sui rifiuti in Europa.
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8

Tucci, Giuseppe. "La discriminazione contro il disabile: i rimedi giuridici." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 129 (March 2011): 1–28. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-129001.

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La discriminazione contro i disabili ha una storia particolare nella nostra esperienza giuridica, in quanto viene fatta oggetto di sanzioni solo molto tempo dopo che erano state eliminate le altre tradizionali forme di discriminazione, come, ad esempio, quella contro le donne. Anche le norme costituzionali, che rendevano certamente illegittime quelle discriminazioni (artt. 2, 3, 4, 32, 35, etc. Cost.), sono state lette in funzione della tutela del disabile solo negli anni '90 del secolo scorso, quando la nostra legislazione ordinaria č stata costretta ad adeguarsi al diritto europeo. Infatti, soltanto l'art. 16 della l. 12 marzo 1999, n. 68, ha abrogato la norma del t.u. sul pubblico impiego che prevedeva la «sana e robusta costituzione» come astratto e generale requisito di accesso al pubblico impiego medesimo, cosě come soltanto nel 2003, in attuazione di precise direttive europee, l'art. 15 st. lav. č stato riformato in modo da qualificare come illegittima la discriminazione contro il disabile nel rapporto di lavoro privato. Oggi la tutela del disabile si realizza a livelli multipli. Infatti, vi č una tutela di diritto interno, una tutela di diritto internazionale, in base alla Convenzione delle Nazioni Unite del 13 dicembre 2006, una tutela di diritto dell'Unione europea in senso stretto ed una tutela basata sulla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Malgrado tale pluralismo delle fonti delle differenti discipline giuridiche, solo l'intervento delle diverse Corti, come la Corte costituzionale, quella di Lussemburgo e quella di Strasburgo, in costante dialogo tra loro, riesce a tutelare il disabile di fronte alle nuove forme di discriminazioni, come quelle razziali, che spesso hanno ad oggetto, in particolare nella nostra esperienza giuridica, disabili extracomunitari.
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9

Koller, Rotraud Becker/Alexander. "Der Papst und der Krieg." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 98, no. 1 (March 1, 2019): 3–10. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2018-0003.

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Анотація:
Riassunto L’Istituto Storico Germanico di Roma ha concluso, nel 2016, l’edizione della quarta sezione della collana „Nuntiaturberichte aus Deutschland“, completando la pubblicazione della corrispondenza ufficiale tra i nunzi apostolici presso la corte imperiale e la Segreteria di Stato dal 1628 al 1635. Questo periodo va annoverato tra le fasi più complesse della Guerra dei Trent’anni. Grande spazio occupava all’inizio la successione mantovana e l’annesso conflitto che introdussero un teatro di guerra secondario, aperto sulla penisola, e toccarono necessariamente gli interessi del papa e della Curia. Intorno al 1630 predominavano poi, nell’Impero, il conflitto sull’editto di restituzione e la questione di Wallenstein. L’„internazionalizzazione“ della guerra trovò la sua prosecuzione con l’intervento della Svezia, alleata della Francia. A causa di questi avvenimenti i rapporti tra il papato da un lato e la Spagna e la corte imperiale dall’altro peggiorarono; di conseguenza s’incrinarono anche la reputazione e le possibilità d’azione della nunziatura viennese. Il punto più basso raggiunsero questi sviluppi con le proteste del cardinale Gaspare Borgia e la missione del cardinale Pázmány nel 1632. Un’importante accordo parziale per l’impero fu raggiunto nel 1635 con la Pace di Praga. Al contempo maturò in quegli anni presso le corti principesche europee la convinzione che una pace durevole sarebbe stata possibile solo in seguito a un congresso di pace generale e multilaterale. Le recenti pubblicazioni nel contesto della quarta sezione dei „Nuntiaturberichte“ permettono inoltre di rivalutare i documenti in esse riportati come fonti per la ricerca storica non solo nell’ambito di quesiti politici e confessioniali, ma anche nel campo della storia culturale moderna e dell’antropologia storica.
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Romeo, Emanuele. "Memoria dell’antico e nuove funzioni museali compatibili Alcune riflessioni sul patrimonio industriale legato alla produzione di elettricità." Labor e Engenho 11, no. 4 (December 26, 2017): 412. http://dx.doi.org/10.20396/labore.v11i4.8651199.

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Анотація:
Il patrimonio industriale legato all’energia elettrica è rappresentato da una serie di complessi architettonici fortemente stratificati, caratterizzati da diverse soluzioni tecniche, formali e distributive che si sono sovrapposte l'una all'altra, quando necessario, per ragioni legate all’innovazione tecnologia e ai cambiamenti nei processi produttivi. In realtà, sono proprio queste stratificazioni (aggiunte, cambiamenti d'uso, abbandoni momentanei e riusi, accompagnati da adeguamenti architettonici e tecnologici) che conferiscono ai complessi industriali particolare valore di memoria. Infatti, è proprio la continua trasformazione di funzioni e di elementi tecnologici a rappresentare “l'essenza” di questa particolare produzione edilizia. Dalla nascita delle prime fabbriche fino ad oggi, gli edifici industriali hanno cambiato rapidamente la loro forma architettonica e la loro consistenza sia materica sia formale assecondando le esigenze lavorative e produttive. Per questo motivo oggi abbiamo l'opportunità di leggere una "storia dell'architettura" rappresentata da una sequenza di tecnologie e materiali sostituiti di continuo o stratificatisi, in un abaco di elementi relativi alla sperimentazione del calcestruzzo armato, del ferro, della ghisa, dell’acciaio; oppure riguardanti l’utilizzo di grandi superfici di vetro o coperture a shed; o ancora relativi all'uso di fonti energetiche naturali e artificiali. Molte esperienze europee di restauro e riuso degli edifici industriali legati alla produzione di energia, hanno già considerato tale approccio come una delle migliori scelte volte a una conservazione che possa definirsi compatibile: la scelta delle nuove funzioni è dettata, infatti, non tanto dalle esigenze economiche e d’uso, ma dalla flessibilità dell'edificio ad accogliere sostanziali adeguamenti tecnici, energetici, funzionali. Ciò con l’obiettivo di raggiungere un giusto equilibrio tra il rispetto della memoria storica e la necessità di adattarsi alle normative riguardanti l’adeguamento energetico e le nuove funzioni richieste dalla popolazione, raggiungendo una sostenibilità sociale, culturale e ambientale.
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Дисертації з теми "Fonti europee"

1

Lo, Conte Federica. "La tutela della vittima nelle fonti europee e nel sistema processuale penale italiano." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2013. http://hdl.handle.net/10556/892.

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Анотація:
2011 - 2012
Il presente lavoro, prendendo le mosse dall’analisi delle fonti interne e sovranazionali che contribuiscono alla tutela della vittima del reato, mira a verificare in che misura l’ordinamento italiano abbia recepito le indicazioni provenienti dai provvedimenti adottati sul tema, nel tentativo di delineare quello che è stato definito lo “statuto” della vittima del reato. Lo scenario sovranazionale che si presenta all’interprete racchiude una pluralità di livelli: ONU, Unione europea e Consiglio d’Europa, Corte di giustizia dell’Unione europea e Corte europea dei diritti dell’uomo. Il tema è affrontato con riferimento a numerosi aspetti, che abbracciano l’istituto del risarcimento del danno da parte dello Stato, la tutela delle vittime della tratta di esseri umani e della criminalità organizzata, nonché i possibili sviluppi del paradigma mediativo in ambito penale. In una prospettiva diacronica, l’Unione europea ha intrapreso il cammino verso il formale riconoscimento dei diritti della vittima del reato al fine di realizzare uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia. In tale ottica, la protezione delle vittime costituisce la “piattaforma comune” da cui devono trarre fondamento ed ispirazione tutti gli altri strumenti funzionali al raggiungimento dell’obiettivo. La tutela delle vittime è stata a lungo messa in disparte dal legislatore italiano che, concentrandosi sul momento repressivo, ne ha trascurato i problemi e le reali istanze. Soltanto a partire dai primi anni ottanta si è fatta strada un’analisi del crimine che, senza pregiudicare i diritti dell’imputato, ha posto l’accento su un’ottica Opfer-orientiert (orientata alla vittima), traducendosi in scelte di politica criminale più attente alla prospettiva vittimologica. Ciò nonostante, in molti punti la nostra legislazione appare non completamente rispettosa degli obblighi imposti dall’ordinamento sovranazionale. Nella prospettiva attuale si avverte l’esigenza di rafforzamento delle politiche socio-assistenziali in favore delle vittime del reato, al fine di scongiurare i rischi di vittimizzazione secondaria che sovente si palesano nella fase del post-crimen. In futuro, il processo di ristrutturazione del sistema processuale penale dovrà necessariamente passare attraverso il potenziamento dei poteri processuali riconosciuti alla persona offesa e degli istituti ispirati ai temi della restorative justice e della composizione del conflitto ingenerato dal reato. [a cura dell'autore]
This piece of work, starting from the analysis of the inner and supranational sources which contribute to the tutelage of the victim of the offence, aims to check how the Italian rules have caught the suggestions coming from the measures which are adopted for this theme, with the attempt to delineate what has been defined the “statute” of the victim of the offence. The supranational scenery which is in front of the expert includes a plurality of levels: ONU, European Union and European Council, Court of Justice of the European Union and European Court of the rights of man. The theme has been discussed referring to many aspects, including the Institute of the Compensation by the State, the tutelage of the victims of the human beings trade and the organized crime and also about the probable developments of the meditative paradigm in the penal laws. In a diachronic perspective, the course of the European Union towards the formal recognition of the rights of the victim of the offence has been faced with the aim to create a space of freedom, safety and justice. According to this point of view, the safety of the victims characterizes the “common platform” from which all the other functional instruments, to reach the goal, have to take grounding and inspiration. The tutelage of the victims has been put aside for many years by the Italian legislator who, concentrated on the repressive moment, has neglected the problems and the real petitions of the victims. Only since the early eighties an analysis of the crime has been taken into consideration which, without compromising the rights of the defendant, has focused on a line Opfer-orientert (victim oriented), revealing in choices of criminal policy more careful towards the victim oriented perspective. In spite of this, in many points, our legislation looks like not totally respectful of the duties imposed by the supranational rules. In the current perspective it’s possible to notice the need to strengthen the social-charitable policies in favor of the victims of the offence, in order to avoid the risks of the secondary victimization which, often, are revealed in the postcrime phase. Furthermore, the reorganization phase of the procedural penal system should, necessarily, go through the procedural laws strengthening which are recognized for the offended person and of the Institutes inspired to the restorative justice and of the composition of the conflict caused by the offence. [edited by author]
XI n.s
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2

Coppola, Francesca. "La dimensione soggettiva del lavoro nel tempo della persona." Doctoral thesis, Università di Siena, 2021. http://hdl.handle.net/11365/1127242.

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Анотація:
L’esaltazione dell’aspetto dicotomico del tempo, diviso tra tempo di lavoro e tempo libero, ha portato ad oscurare il lavoro riproduttivo, domestico, educativo e di assistenza, ma anche ad ignorare il lavoro di formazione scolastica e professionale; così come ha privato di rilevanza giuridica i tempi forzosamente legati al lavoro, come quelli del tragitto di percorrenza dall’abitazione al luogo di lavoro oppure i tempi dedicati al lavoro, oltre all’orario previsto, nei lavori di creatività e di responsabilità. Il tempo remunerato ha in questa dinamica rappresentato un tempo maschile per eccellenza a cui le donne si sono dovute adeguare qualora hanno voluto prendervi parte su un piano paritario. Questa impostazione, tanto nell’organizzazione del lavoro quanto nelle norme che ne regolano il funzionamento, è ancora oggi fortemente presente nel nostro sistema. Partendo da queste considerazioni, la tesi mira invece ad assumere un approccio che metta al centro il soggetto, valorizzando il concetto di tempo della persona, in una prospettiva che non sia legata unicamente alle esigenze produttive, ma che dia valore alla persona umana e alle sue relazioni in quanto tali. Soffermandosi dapprima sulla ricerca di un ancoraggio giuridico all’interno della Costituzione al tempo della persona, si è quindi posto l’accento sugli sviluppi più recenti intervenuti in ambito europeo rispetto al tema prescelto, in particolare sul fallimento dei tentativi di riscrittura della direttiva sull’orario di lavoro, sul ruolo suppletivo svolto dalla Corte di Giustizia nella reintepretazione della normativa esistente e sul risalto attribuito dalla governance europea alle questioni inerenti la cura e l’assistenza familiare. Il tema è stato poi inquadrato rispetto alla prospettiva interna all’ordinamento nazionale. Si è analizzata la normativa di riferimento in tema di orario di lavoro per sottolinearne l’approccio prevalentemente preposto alla difesa della flessibilità temporale nell’interesse del datore, che detiene un forte potere di decidere e di variare la collocazione della prestazione. Si è quindi ragionato sulla necessità, anche nella prospettiva di sostegno e valorizzazione delle iniziative applicabili in sede collettiva, di un intervento legislativo, finalizzato all’attribuzione di diritti soggettivi in favore delle lavoratrici e dei lavoratori sull’organizzazione temporale, che prevalgano sull’interesse economico dell’impresa, qualora rilevino particolari esigenze della persona legate a diritti e valori fondamentali che trovano riconoscimento giuridico costituzionale. Infine, sono state descritte e analizzate in chiave problematica le principali soluzioni giuridiche finora perseguite, e ancora ampiamente percorribili, per la realizzazione di nuovi equilibri tra la gestione efficiente dell’organizzazione dell’impresa e un maggiore autocontrollo, da parte della singola lavoratrice e del singolo lavoratore, sulla dimensione temporale della propria prestazione lavorativa.
The exaltation of the dichotomous aspect of time, divided between work and leisure time, has led to obscure reproductive, domestic, educational and assistance work, but also to ignore the work of school and professional training; just as it has deprived of legal relevance the times forcibly linked to work, such as those of the journey from home to the workplace or the time dedicated to work, in addition to the scheduled time, in creative and responsible work. In this dynamic, paid time has represented a masculine time par excellence to which women have had to adapt if they wanted to take part in it on an equal footing. This approach, both in the organization of work and in the rules that regulate its functioning, is still strongly present in our system today. Starting from these considerations, the thesis aims instead to take an approach that puts the subject at the center, enhancing the concept of time of the person, in a perspective that is not linked only to productive needs, but that gives value to the human person and his relationships as such. Dwelling first on the search for a legal anchorage within the Constitution at the time of the person, the emphasis was subsequently placed on the most recent developments in Europe with respect to the chosen theme, in particular on the failure of attempts to rewrite the directive on working hours, on the additional role played by the Court of Justice in the reinterpretation of existing legislation and on the emphasis attributed by European governance to issues relating to family care and assistance. The topic was then framed with respect to the internal perspective of the national system. The reference legislation on working hours was analyzed to underline the approach mainly aimed at defending temporal flexibility in the interest of the employer, who has a strong power to decide and vary the location of the service. It was therefore reasoned on the need, also in the perspective of support and enhancement of the initiatives applicable collectively, of a legislative intervention, aimed at attributing subjective rights in favor of workers over the temporal organization, which prevail over the interest economic activity of the company, if they detect particular needs of the person linked to fundamental rights and values ​​that find constitutional legal recognition. Finally, the main legal solutions pursued so far, and still widely practicable, for the creation of new balances between the efficient management of the organization of the company and greater self-control by the single worker and the single worker were described and analyzed in a problematic key.
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3

D'Auria, Massimo <1974&gt. "L'interpretazione del contratto nelle fonti del diritto europeo." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2005. http://hdl.handle.net/10579/797.

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Gandolfo, Diego <1984&gt. "I Fondi Strutturali europei 2007-2013 in Italia: un'analisi delle criticità." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6717/1/Gandolfo_Diego_tesi.pdf.

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A 7 anni dall’avvio dell’ attuazione della Politica di Coesione dell’Unione Europea 2007- 2013, l’Italia ha il tasso di assorbimento dei Fondi Strutturali più basso d’Europa, insieme alla Romania, e rischia di subire un disimpegno delle risorse, che rappresenterebbe un gravissimo fallimento economico e politico. Il contributo di questo lavoro al dibattito sull’uso dei Fondi strutturali in Italia è duplice. Da una parte, per la prima volta, si propone uno studio sistematico delle criticità nella gestione del periodo 2007-2013, che hanno causato l’attuale ritardo nella spesa. Dall’altra, si affronta il problema italiano sia da una prospettiva europea sia nella sua dimensione nazionale, indagando le differenze regionali nella performance di spesa e proponendo un’analisi basata su tre dimensioni principali delle criticità: finanziaria, politica, amministrativa. L’approccio della ricerca consiste nella convergenza di dati quantitativi e qualitativi, raccolti durante un periodo di ricerca a Bruxelles e presso le Autorità di Gestione dei Programmi Operativi cofinanziati dal FESR. La questione dell’assorbimento finanziario e del ritardo nell’attuazione è stata indagata da tre punti di vista. Una prospettiva “storica”, che ha raccontato il ritardo strutturale nell’utilizzo dei Fondi Strutturali in Italia e che ha chiarito come il problema italiano, prima dell’attuale ciclo 2007-2013, sia stato non di quantità, ma di qualità della spesa. La seconda prospettiva è stata di respiro europeo, ed è servita a indagare le cause del basso livello di assorbimento finanziario dell’Italia suggerendo alcuni elementi utili a comprendere le ragioni di un simile divario con gli altri Paesi. Infine, la prospettiva nazionale e regionale ha svelato l’esistenza di un mix complesso, e micidiale, che ha letteralmente paralizzato la spesa italiana dei Fondi. Un mix di fattori finanziari, politici e amministrativi che non ha avuto eguali negli altri Paesi, e che si è concentrato soprattutto, ma non esclusivamente, nelle regioni dell’Obiettivo Convergenza.
After 7 years of EU Cohesion Policy 2007-2013 implementation, Italy has the Europe’s lowest financial absorption rate of Structural Funds, together with Romania, and risks losing part of its money because of the “decommitment” under the n+2 rule, that would represent a great economic and political failure. The contribution of this thesis to the debate on the use of Structural Funds in Italy is twofold. On the one hand, for the first time, it proposes a systematic study on the 2007-2013 management problems, that generated the current delay in expenditure. On the other hand, it faces the Italian problemboth from a European and national perspective, exploring the regional differences in the expenditure performance, and proposing an analysis based on three main dimensions: financial, political, administrative. The core of the methodology is the convergence between quantitative and qualitative data, gathered during a research period in Brussels (DG Regio) and in the Managing Authorities of the Italian Operational Programmes co- financed by ERDF. The issue of “financial absorption capacity” and the delay of the implementation are investigated from three complementary points of view. An “historical” perspective, that showed the structural delay of the Italian implementation and the qualitative, rather than quantitative, problem. The European perspective, that served to explore the causes of the Italian low absorption rate, suggesting some useful elements to understand the reasons of the wide gap between Italy and the other Member States. Finally, the national and regional perspective unveiled the existence of a complex, and deadly, mix of factors that paralysed the Italian expenditure of Structural Funds. A unique mix of financial, political and administrative factors, concentrated mainly, but not exclusively, in Convergence regions.
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Gandolfo, Diego <1984&gt. "I Fondi Strutturali europei 2007-2013 in Italia: un'analisi delle criticità." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6717/.

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A 7 anni dall’avvio dell’ attuazione della Politica di Coesione dell’Unione Europea 2007- 2013, l’Italia ha il tasso di assorbimento dei Fondi Strutturali più basso d’Europa, insieme alla Romania, e rischia di subire un disimpegno delle risorse, che rappresenterebbe un gravissimo fallimento economico e politico. Il contributo di questo lavoro al dibattito sull’uso dei Fondi strutturali in Italia è duplice. Da una parte, per la prima volta, si propone uno studio sistematico delle criticità nella gestione del periodo 2007-2013, che hanno causato l’attuale ritardo nella spesa. Dall’altra, si affronta il problema italiano sia da una prospettiva europea sia nella sua dimensione nazionale, indagando le differenze regionali nella performance di spesa e proponendo un’analisi basata su tre dimensioni principali delle criticità: finanziaria, politica, amministrativa. L’approccio della ricerca consiste nella convergenza di dati quantitativi e qualitativi, raccolti durante un periodo di ricerca a Bruxelles e presso le Autorità di Gestione dei Programmi Operativi cofinanziati dal FESR. La questione dell’assorbimento finanziario e del ritardo nell’attuazione è stata indagata da tre punti di vista. Una prospettiva “storica”, che ha raccontato il ritardo strutturale nell’utilizzo dei Fondi Strutturali in Italia e che ha chiarito come il problema italiano, prima dell’attuale ciclo 2007-2013, sia stato non di quantità, ma di qualità della spesa. La seconda prospettiva è stata di respiro europeo, ed è servita a indagare le cause del basso livello di assorbimento finanziario dell’Italia suggerendo alcuni elementi utili a comprendere le ragioni di un simile divario con gli altri Paesi. Infine, la prospettiva nazionale e regionale ha svelato l’esistenza di un mix complesso, e micidiale, che ha letteralmente paralizzato la spesa italiana dei Fondi. Un mix di fattori finanziari, politici e amministrativi che non ha avuto eguali negli altri Paesi, e che si è concentrato soprattutto, ma non esclusivamente, nelle regioni dell’Obiettivo Convergenza.
After 7 years of EU Cohesion Policy 2007-2013 implementation, Italy has the Europe’s lowest financial absorption rate of Structural Funds, together with Romania, and risks losing part of its money because of the “decommitment” under the n+2 rule, that would represent a great economic and political failure. The contribution of this thesis to the debate on the use of Structural Funds in Italy is twofold. On the one hand, for the first time, it proposes a systematic study on the 2007-2013 management problems, that generated the current delay in expenditure. On the other hand, it faces the Italian problemboth from a European and national perspective, exploring the regional differences in the expenditure performance, and proposing an analysis based on three main dimensions: financial, political, administrative. The core of the methodology is the convergence between quantitative and qualitative data, gathered during a research period in Brussels (DG Regio) and in the Managing Authorities of the Italian Operational Programmes co- financed by ERDF. The issue of “financial absorption capacity” and the delay of the implementation are investigated from three complementary points of view. An “historical” perspective, that showed the structural delay of the Italian implementation and the qualitative, rather than quantitative, problem. The European perspective, that served to explore the causes of the Italian low absorption rate, suggesting some useful elements to understand the reasons of the wide gap between Italy and the other Member States. Finally, the national and regional perspective unveiled the existence of a complex, and deadly, mix of factors that paralysed the Italian expenditure of Structural Funds. A unique mix of financial, political and administrative factors, concentrated mainly, but not exclusively, in Convergence regions.
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6

Cerentin, Giulia <1994&gt. "Fondi socialmente responsabili europei: relazione tra performance e strategie di investimento." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13735.

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Анотація:
Il seguente elaborato espone il tema degli investimenti socialmente responsabili, approfondendo le caratteristiche che questi strumenti finanziari assumono nel mercato europeo. Particolare attenzione viene dedicata ai diversi criteri ESG ed etici volti a privilegiare gli investimenti responsabili e, di conseguenza, ad escludere gli investimenti giudicati dannosi per la collettività. Il grado di utilizzo dei criteri etici (intensità di screening) definisce le strategie con cui i fondi SRI formano i portafogli di titoli in cui investire. L’obiettivo principale di questo elaborato è studiare l’impatto delle strategie di screening sulle performance dei fondi di investimento SRI europei. Il test empirico parte dalle osservazioni di Barnett e Salomon (2006), secondo cui l’intensità degli approcci di selezione e le performance dei fondi SRI risultano collegati da una relazione curvilinea. Attraverso la selezione di un campione di fondi europei si cerca di comprovare la presenza di questa relazione, dimostrando che all’aumentare del numero di screening, corrisponde una riduzione della performance, ma solo fino ad un certo livello, poiché superato un determinato numero di criteri selettivi la performance torna a salire.
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7

Cortez, Joana Travassos. "O Papel do Federalismo como Fonte da Construção Europeia." Master's thesis, Faculdade de Ciências Sociais e Humanas, Universiadade Nova de Lisboa, 2010. http://hdl.handle.net/10362/5325.

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Анотація:
Dissertação apresentada para cumprimento dos requisitos necessários à obtenção do grau de Mestre em Ciência Política e Relações Internacionais – variante de Estudos Europeus.
A ideia de uma Federação Europeia baseada no princípio da subsidiariedade e na soberania partilhada esteve presente ao longo da História e pode encontrar as suas origens na Grécia Antiga e na República Romana. O Federalismo enquanto abordagem teórica, esteve presente desde o início do processo de integração europeia, e ainda hoje desempenha um papel central na União Europeia. O pioneirismo, esse rasgo de génio dos pais fundadores, foi fundamental neste processo edificado degrau a degrau: a construção europeia. Todavia, são pessimistas os ventos que anunciam que a: Europa está ferida de morte. Porém existe outra abordagem, mais optimista, que propõe uma solução federal para a Europa: os “Estados Unidos da Europa”. De facto, o federalismo oferece através do seu método e do seu espírito, a possibilidade de um sistema político que resista a um mundo que observa uma mudança de paradigma, onde se descobre o enfraquecimento do ideal vestefaliano do Estado-nação, e está dividido entre duas tendências: a globalização e o fascínio pela singularidade cultural. A flexibilidade da aplicação do federalismo enquanto sistema político, antevê a criação de um novo modelo federalista na Europa. Será na tensão, no diálogo, e na coexistência entre as actuais abordagens, e.g. a cooperação intergovernamental e o método comunitário, que se fundarão as traves mestras do futuro federalismo europeu, não um federalismo “puro” mas um federalismo “híbrido”, que não implique um abdicar total de soberania e o consequente desaparecimento do Estado-nação. Actualmente a União Europeia tem uma dinâmica claramente federal, pese embora a recusa dessa evidência por alguns líderes europeus. O futuro da Europa poderá passar pela criação de um novo modelo federal post moderno.
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8

Costantini, Barbara <1979&gt. "Gli effetti dei Fondi Strutturali sulla convergenza delle regioni europee: una valutazione non parametrica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/170/1/tesi.pdf.

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9

Costantini, Barbara <1979&gt. "Gli effetti dei Fondi Strutturali sulla convergenza delle regioni europee: una valutazione non parametrica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/170/.

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10

Pretto, Enrico <1995&gt. "I fondi europei, l’implementazione in un contesto comunale e le nuove sfide." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19057.

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Анотація:
La tesi è suddivisa in 5 capitoli. Il primo capitolo descrive il ruolo dei Fondi sia sotto il profilo economico che sotto il profilo normativo all’interno del bilancio comunitario, il loro scopo e le attuali critiche al sistema di definizione e implementazione dei fondi in sede europea. Il secondo capitolo funge da contesto al primo, descrivendo la programmazione settennale 2014-2020 di cui stiamo vedendo la fine, il suo sviluppo in Italia e le sfide della programmazione a cui la Commissione Europea sta facendo fronte. Il terzo capitolo analizza con una visione critica la storia e l’evoluzione della Politica di Coesione in relazione alla storia dell’Unione ed al contesto internazionale, poiché ritengo essenziale conoscere come e con quali fini sono nati i Fondi e l’Unione Europea. Nel quarto capitolo riprendo la linea temporale tracciata dal secondo capitolo, avendo attinto nel terzo capitolo le basi da cui questa è stata definita in sede europea, analizzando la futura programmazione 2021-2027, le varie sfide politiche, economiche ed istituzionali cui l’Unione si trova ad affrontare, con una mia analisi su di esse. Nel quinto ed ultimo capitolo analizzo la mia esperienza all’interno dell’Ufficio Contabilità del Comune di Santorso interamente dedicata alla rendicontazione del progetto Life. Grazie a questo percorso lavorativo e formativo ho potuto vedere come un programma comunitario viene implementato in un territorio che è l’Alto Vicentino, la sua rendicontazione ed il dialogo tra l’ente capofila e la Commissione Europea culminato nella verifica del monitor, concludendo con una riflessione finale sulle opportunità e difficoltà riscontrate dagli enti locali.
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Книги з теми "Fonti europee"

1

Marilena, Gennusa, ed. Le fonti europee e il diritto italiano. Torino: G. Giappichelli editore, 2009.

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2

Beretta, Claudio. Carlo Porta: Fonti letterarie milanesi, italiane, europee. Bellinzona (CH): Istituto editoriale ticinese, 1994.

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3

author, De Pauli Arrigo, ed. Carte e corti europee diritti fondamentali e giustizia italiana: L'operatore nazionale fra norme paracostituzionali e sentenze normative europee nella stravolta gerarchia delle fonti. Torino: G. Giappichelli Editore, 2014.

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4

Mariotti, Michela Sironi. Aiuti e prestiti delle Comunità europee alle imprese: I nuovi regolamenti, fonti e modalità di accesso. Padova: CEDAM, 1989.

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5

Montanari, Laura. I diritti dell'uomo nell'area europea tra fonti internazionali e fonti interne. Torino: G. Giappichelli, 2002.

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6

Gallizioli, Giorgio. I fondi strutturali delle Comunità europee. Padova: CEDAM, 1992.

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7

Cerami, Carola. Guida alle fonti di documentazione europea in rete. Pisa: ETS, 2005.

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8

Benacchio, Gian Antonio. Diritto privato della comunità europea: Fonti, modelli, regole. Padova: CEDAM, 1998.

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9

Mario, Naldini, ed. La tradizione patristica alle fonti della cultura europea. Fiesole (FI): Nardini, 1995.

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10

La società europea: Fonti comunitarie e modelli nazionali. Torino: G. Giappichelli, 2011.

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Частини книг з теми "Fonti europee"

1

Strano, Giacoma. "Fonti europee e russe in Ruslan e Ljudmila di Puškin." In Biblioteca di Studi Slavistici, 219–27. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-910-2.24.

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Анотація:
In Ruslan i Ljudmila, Puškin arranges European and Russian sources in a particular dialectic system that may be seen as illustrative of his poetics. Specifically, the poema’s dedication and its theme recall the novellas of Giambattista Casti; the narrating cat in the prologue may be connected to the celebrated fables of Tieck, Perrault, and Hoffmann; events and battle scenes in the text derive from the chronicles; and Ruslan’s deeds from lubočnaja literatura. Images of the “lascivious East”, together with other eroticized descriptive passages point to the well-known models of Moore, Byron, Goethe, and Parny, while in the weave of Ruslan i Ljudmila’s individual cantos, we find quotations from Macpherson, Ozerov, and Tasso.
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2

Speziale, Valerio. "Il ‘diritto dei valori’. La tirannia dei valori economici e il lavoro nella Costituzione e nelle fonti europee." In Studi e saggi, 125–63. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-484-7.09.

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Анотація:
After analysing the different meanings of the term «value» and the passage from juridical positivism to «the right of values» (described in its essential characteristics), the essay points out the constitutional principles of labour in the Italian Constitution and in the European legal sources. The evolution of the legislation enacted in the last few years (mainly since the last decade of the twentieth century) shows that Labour Law has been functionalized to reaching economic targets, creating a «tyranny of values», according to Carl Schmitt’s theory. However, the supremacy of economic values which has influenced the legislation is in contrast with the principles of Labour protection established in the Constitution, in the European legal sources and in the Charts of fundamental rights. Such principles, in the light of the rules of interpretation of these legal texts, impose different legal disciplines. They are also based on the interpretations of the Constitutional Court which define labour as a fundamental right of man and require a «personalistic» rather than a «mercantile» vision of Labour Law protection. Also the European legal sources protect labour to a similar extent to the Italian Constitution, with specific reference to the European Social Chart. However if, as expressed by some decisions of the Court of Justice, we should sustain that the law of the European Union does not express the same «idea of work» as our Constitution, this situation would not justify the prevalence of the economic dimension of labour. In fact, the Italian Constitutional Court has recently stated that the principles established by the European legislation must be «harmonized and balanced» with those contained in the Constitution, in order to ensure «the highest protection of rights at a systemic level» (judgement no. 269/2017). Such harmonization does not allow economic values to prevail over some es- sential labour characteristics (such as dignity, freedom of expression, safety, equal conditions of labour and remuneration, etc.) with which the human personality is formed.
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3

Kallel, Faten, Anis Mezghani, Slim Kanoun, and Monji Kherallah. "Arabic Font Recognition Based on Discret Curvelet Transform." In Proceedings of the Third International Afro-European Conference for Industrial Advancement — AECIA 2016, 360–69. Cham: Springer International Publishing, 2017. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-319-60834-1_36.

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4

Timmermann, Achim. "Microarchitecture and Mystical Death: The Font Ciborium of St Mary’s in Luton (circa 1330-1340)." In The Year 1300 and the Creation of a new European Architecture, 133–42. Turnhout: Brepols Publishers, 2008. http://dx.doi.org/10.1484/m.ama-eb.3.11.

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5

Zoppoli, Lorenzo. "Il distacco del lavoratore nel quadro giuridico delle fonti multidimensionali." In Arbeits- und Sozialrecht für Europa, 351–66. Nomos Verlagsgesellschaft mbH & Co. KG, 2020. http://dx.doi.org/10.5771/9783748909231-351.

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Feijoo Ares, Vicente. "Topónimos que trazan camiños: a microtoponimia relacionada co das rutas xacobeas en Galicia." In Os camiños de Santiago de Europa a Galicia: Lugares, nomes e patrimonio, 123–73. Real Academia Galega, 2022. http://dx.doi.org/10.32766/rag.404.07.

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Анотація:
Nesta comunicación falaremos das pegadas toponímicas dos Camiños de Santiago a través da análise dalgúns topónimos maiores e menores situados a carón das distintas rutas xacobeas que percorren Galicia. Mostraremos en mapas os topónimos que se repiten nos distintos trazados cuxa relación co Camiño é sobradamente coñecida como Hospital, Alberguería, Camiño, Francos, O Camiño Real, A Calzada, Santiago... Pero a novidade deste estudo está na localización e análise doutros moitos microtopónimos motivados polo secular paso de peregrinos por estes vieiros: O Camiño do Milagre, A Pena dos Tormentos, O Camiño dos Perdidos, A Venda do Bispo, A Fonte dos Peregrinos, A Fonte Santa ou A Corga dos Maragatos, acompañados, nalgúns casos, polas historias reais ou fantásticas de tradición oral forxadas arredor destes topónimos.
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7

Morival, Yohann. "7. Ceux qui font du Parlement européen une institution « politique »." In Le Parlement européen au travail, 135–48. Presses universitaires de Rennes, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.pur.145127.

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8

Papa, Elena, and Alda Rossebastiano. "Tracce onomastiche del cammino di Santiago in area subalpina." In Os camiños de Santiago de Europa a Galicia: Lugares, nomes e patrimonio, 457–83. Real Academia Galega, 2022. http://dx.doi.org/10.32766/rag.404.19.

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Анотація:
Il contributo si propone di evidenziare le tracce del cammino di Santiago in area subalpina rilevando le testimonianze onomastiche connesse ai luoghi sacri sorti lungo gli itinerari dei pellegrini. La ricognizione consentirà di mettere in luce l’ampiezza del reticolo viario che segnava il territorio per andare a raccordarsi con le grandi direttrici del transito alpino che costituivano il tramite verso le principali mete di pellegrinaggio in epoca medioevale e moderna. I riscontri toponimici ricavati dagli itinerari dei viaggiatori e dalle fonti documentarie costituiranno il punto di partenza per verificare i riflessi del culto iacobeo sul territorio, confermati da un ricco patrimonio iconografico e simbolico, variamente interpretato nelle diverse aree della regione.
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Jensen, Lionel M. "The Construction of Confucianism in Europe and the Americas." In The Oxford Handbook of Confucianism, 33–54. Oxford University Press, 2023. http://dx.doi.org/10.1093/oxfordhb/9780190906184.013.18.

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Анотація:
Abstract This is an essay in global intellectual history told through the figure of Confucius and the manifold figurations of “Confucianism.” It reflects on the conditions and consequences of the naming of Kong Fuzi 孔夫子/Confucius and the energetic early modern transmission of the moral sayings that came to be—and remain—known as Confucianism. In the course of attending to the wider economic, intellectual, religious, social, and technical changes of 1550–1870, the chapter presents the premodern and early modern circulation of ideas embedded in the cargo of hundreds of vessels calling at ports like Goa, Malacca, Macao, and on into the European humanist enterprise of philology, which is at the root of the modern humanities. The concept of “Confucius and sayings” then circulated further into the Americas, being taken up as part of the global font of wisdom drawn on as new nations attempted to generate their own institutional and ideological foundations for a new order of the world (novus ordro seclorum).
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Menéndez Blanco, Andrés, and Fernando Álvarez-Balbuena García. "O papel da toponimia na reconstrución das paisaxes históricas: exemplos arredor do Camín Francés na Asturias occidental." In Os camiños de Santiago de Europa a Galicia: Lugares, nomes e patrimonio, 583–607. Real Academia Galega, 2022. http://dx.doi.org/10.32766/rag.404.24.

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Анотація:
Este artigo presenta potencialidades e problemáticas do uso da toponimia dentro das investigacións arqueolóxicas e históricas. A continuación formúlase a necesidade de facer unha recolla da toponimia popular de tradición oral que siga unha serie de pasos para garantir a súa utilidade na investigación. Finalmente, a través de dous casos de estudo do occidente asturiano móstranse algunhas posibles aplicacións da toponimia na investigación das paisaxes históricas. Escóllense para isto exemplos onde esta fonte ten un papel chave na construción de interpretacións dentro dun diálogo horizontal con outras: arqueolóxicas, documentais, cartográficas…
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Тези доповідей конференцій з теми "Fonti europee"

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Verma, Ashish, and Arun Kumar. "Modeling speaking rate for voice fonts." In 8th European Conference on Speech Communication and Technology (Eurospeech 2003). ISCA: ISCA, 2003. http://dx.doi.org/10.21437/eurospeech.2003-50.

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2

Bartošová, Iva Košek. "A New Font And Copybooks In The Czech Republic And In Selected Countries Of Europe." In 8th International Conference on Education and Educational Psychology. Cognitive-crcs, 2017. http://dx.doi.org/10.15405/epsbs.2017.10.32.

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3

Zlokazova, Tatiana, and Ivan Burmistrov. "Perceived Legibility and Aesthetic Pleasingness of Light and Ultralight Fonts." In ECCE 2017: European Conference on Cognitive Ergonomics 2017. New York, NY, USA: ACM, 2017. http://dx.doi.org/10.1145/3121283.3121296.

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4

Zhao, Yong, Min Chu, Hu Peng, and Eric Chang. "Custom-tailoring TTS voice font - keeping the naturalness when reducing database size." In 8th European Conference on Speech Communication and Technology (Eurospeech 2003). ISCA: ISCA, 2003. http://dx.doi.org/10.21437/eurospeech.2003-594.

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5

Dakin, John P., Jose L. Cruz Munoz, P. A. Reed, and I. Sinclair. "Novel fibre optic stress/strain sensor using the near-infrared SPATE effect (FONI-SPATE)." In Smart Structures and Materials: Second European Conference, edited by Alaster McDonach, Peter T. Gardiner, Ron S. McEwen, and Brian Culshaw. SPIE, 1994. http://dx.doi.org/10.1117/12.184864.

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6

V. Pinheiro, Lílian, João Antônio G. Archetti, Mateus L. Lima, Janaína G. de Oliveira, and Robson F. S. Dias. "Co-Simulação usando RTDS e Simulink para Investigação do Impacto de Energias Renováveis ​​em Sistemas de Distribuição." In Simpósio Brasileiro de Sistemas Elétricos - SBSE2020. sbabra, 2020. http://dx.doi.org/10.48011/sbse.v1i1.2164.

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Este artigo apresenta a modelagem de simulação e o desenvolvimento de um inversor para aplicações fotovoltaicas em um sistema de distribuição. O sistema utilizado foi o europeu Cigré 18 barras. O sistema foi modelado no software RSCAD e simulado usando o Real Time Digital Power System Simulator (RTDS). O inversor fotovoltaico foi modelado e simulado com o circuito de controle de corrente na MicroAutoBox II dSPACE, que pode vincular o modelo de simulação no ambiente MATLAB / SIMULINK. A simulação foi realizada com uma fonte de alimentação CC que atua como um gerador fotovoltaico para fornecer energia ao inversor. O modelo de simulação foi incorporado ao dSPACE, que se comunica com o RTDS executando uma simulação Hardware In the Loop (HIL). Os resultados mostraram a eficácia do controlador proposto e as altas penetrações no ponto de acoplamento do inversor demonstraram sobretensão acima da norma (Prodist).
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Cedroni, Anna Rita. "Roadmap per una citta sostenibile: Vienna." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7915.

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Al di là di più di duemila anni di tradizione storica, l’Austria, ha mostrato con coraggio, fin dall’entrata nella Comunità Europea, il suo sviluppo economico così come la sua modernità e la sua apertura verso l’esterno. La dinamicità culturale e tecnologica della sua capitale, l’ha resa uno degli esempi più apprezzati da tutta l’Europa fin dall’inizio di questo secolo. In poco più 15 anni, Vienna è diventata di fatto la città europea con la migliore qualità della vita. Il merito di tale successo è dato sicuramente da due componenti fondamentali: la stabilità politica del Paese e il metodo di gestione dei processi di pianificazione territoriale e urbana. L’attuale sviluppo del territorio mostra come alla base di tale qualità i fattori prevalenti siano l’architettura, ma anche le politiche urbanistiche territoriali. Sta di fatto, spiega un recente rapporto del comune di Vienna sul tema risparmio energetico e sostenibilità, che per garantire e mantenere una tale qualità della vita, occorre tener conto di tre costanti essenziali nelle dinamiche dei processi di sviluppo urbano: il rinnovamento, la ristrutturazione e l’espansione. Tali elementi consentono poi il confronto con modelli europei culturalmente più avanzati. La tutela dell’ambiente e del patrimonio ambientale si inseriscono in questo processo come una delle sfide più importanti che scaturiscono da tale confronto. Questo paper si prefigge di trattare l’esperienza viennese, ripercorrendo il lungo, ma rapido processo di cambiamento cominciato all’inizio degli anni Ottanta. Strumento generale di pianificazione urbanistica, il Piano di Sviluppo della Città (Stadtentwicklungsplan), ha costituito e costituisce tuttora lo strumento decennale di previsione e di programmazione energetica a livello urbano e territoriale, stabilendo le direttrici strategiche di espansione, di ristrutturazione e di rinnovamento della Città e del suo hinterland. Ma l’esclusività di tale strumento, è da vedere nell’anticipazione di temi come il consumo energetico, la sostenibilità e nell’individuazione della tutela ambientale, come questione prioritaria da includere nei programmi d’intervento da attuare a breve termine. Infatti, con la formulazione del primo Programma KliP (Klimaschutzprogramm) (1999–2009) e, successivamente, del secondo Programma KliP (2010-2020), vengono elaborati dei “pacchetti” di provvedimenti con obiettivi ben definiti, come per esempio la riduzione del 21%, a persona, dei gas di emissione e di gas propellenti rispetto ai valori rilevati nel 1990. Gli strumenti con i quali raggiungere tali obiettivi sono: la riduzione del fabbisogno energetico, l’introduzione di fonti di energia ecosostenibile, l’uso di materiali biologici nell’edilizia pubblica e privata a grande e piccola scala, ma soprattutto, gli interventi sulla mobilità, sulla gestione dei rifiuti e sulla protezione del paesaggio. Accanto ai Piani di Sviluppo, Il Programma SEP (Städtische Energieeffizienz-Programm), definisce le linee generali da seguire nella gestione della politica dei consumi energetici a lungo termine, ovvero fino alla fine del 2015. I risultati portano già nel 2011 ad un aumento della quota di energia rinnovabile del 10% del volume totale del consumo di energia. Tra gli incentivi ci sono quelli rivolti alla realizzazione di centrali elettriche, inceneritori per il riciclo di materie dalle quali ricavare energia, mentre un ruolo sempre più importante è dato dall’uso della geotermia, e dell’energia solare. La continuità programmatica culmina nella formulazione di un progetto unitario, SMART CITY WIEN, che riunisce ben dieci gruppi differenti di interessi, istituzioni pubbliche, enti privati, centri universitari di ricerca, ecc., attorno ad una visione a lunga scadenza: Smart Energy vision 2050. Al centro della tavola rotonda le tematiche: lo sviluppo della popolazione, l’ambiente, i metodi di gestione, l’economia, l’energia e la mobilità. Accanto a queste, sostenibilità, partecipazione, diversità, efficienza di risorse, sviluppo regionale integrato come pure sviluppo economico equilibrato sono gli elementi fondamentali per la preparazione delle decisioni future.
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Bordas Eddy, Marta, Miguel M. Usandizaga Calparsoro, and Carlos Vidal Wagner. "Resultados del programa LOCUS: estudio para la accesibilidad del recorrido peatonal entre la Plaza de la Font y la Catedral en Tarragona." In International Conference Virtual City and Territory. Barcelona: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2009. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7563.

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Se presentan los resultados del Programa Intensivo Erasmus “Let’s Open Cities for Us” (LOCUS), que analiza, mediante talleres intensivos de proyectos, la problemática de la movilidad en centros urbanos históricos. El trabajo se centra en el estudio de la accesibilidad y diseño universal para la supresión de barreras arquitectónicas existentes en núcleos urbanos de pronunciado y complejo emplazamiento y con una fuerte carga patrimonial histórica, circunstancia que limita significativamente el alcance de las posibles maniobras de intervención. LOCUS (www.etsav.upc.eduarrerlocus) es coordinado por la Universidad Politécnica de Cataluña y cuenta con la participación de ocho escuelas de arquitectura de universidades europeas asociadas al programa. Los primeros casos de estudio han sido las ciudades de Tarragona (Febrero 2008) y Gerona (Julio 2008), y los siguientes serán Évora (Julio 2009) e Ibiza (2010). El estudio es realizado por una treintena de estudiantes durante los 15 días de duración del taller. Inicialmente deben someterse a la experiencia previa de pasearse por la ciudad en una sesión práctica de simulación de discapacidades, actividad indispensable y efectiva para la sensibilización y adquisición de los conocimientos necesarios para el óptimo desarrollo del ejercicio propuesto. El objetivo de plantear proyectos de elevada complejidad que deben ser resueltos según el caso más desfavorable –garantizando el acceso según todas las posibles capacidades de las personas y sin dañar la herencia patrimonial de la ciudad- es el de ejercitar al máximo el intelecto mediante la búsqueda de soluciones innovadoras y factibles. El interés de la tarea reside en cómo resolver dicha accesibilidad en entornos construidos donde la libertad de actuación es mucho menor, y más todavía cuando se trata de entornos protegidos, donde cualquier intervención será objeto del juicio más mayoritario y represivo. Tras la experiencia de los talleres realizados en Tarragona y Gerona se han obtenido unas conclusiones generales en el procedimiento de actuación para garantizar la accesibilidad en un núcleo histórico y, sobre todo, se han detectado los puntos clave de intervención en los que se precisa de un estudio más exhaustivo. En ambas ocasiones, estudiantes participantes en el taller han decidido realizar su Proyecto Final de Carrera (PFC) a partir del trabajo desarrollado en LOCUS. Actualmente tres estudiantes están trabajando en zonas propuestas por el programa, y un cuarto estudiante, Carlos Vidal, ha presentado su PFC de Arquitectura Técnica basándose en LOCUS Tarragona, y ha obtenido el Premio Proyecto de Fin de Carrera UPC - Fundación Universia. Cabe remarcar la necesidad y eficacia de estudios de este tipo en otras ciudades y situaciones con problemas de accesibilidad, debido a que la diversidad de enfoques y soluciones que se genera tras un estudio pormenorizado de este tipo puede ser de gran ayuda real para futuras actuaciones municipales. La ponencia presentará de manera concreta los resultados claves de actuación en un núcleo histórico basándose en el caso práctico de Tarragona desarrollado en el PFC de Carlos Vidal. El estudio detecta que la mayor parte de los problemas de accesibilidad de la Parte Alta de Tarragona se pueden resolver interviniendo únicamente en dos puntos del eje peatonal principal que une la Plaça de la Font y la Catedral. Estas intervenciones corresponden a dos puntos con importante desnivel a lo largo de dicho recorrido que se solucionan con propuestas integradas en el patrimonio. Se opta por el uso de edificios existentes para la instalación de ascensores, resultando ser una solución limpia, integradora y polivalente en diversas situaciones donde se compromete la accesibilidad y el respeto del entorno. Asimismo se destaca el doble beneficio que generan dichas intervenciones, al integrar equipamientos que revalorizan y mejoran la calidad de vida de los usuarios.
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Cretin, C., S. Madelaine, F. V. Le, A. Morala, D. Armand, S. Petrognani, E. Lesvignes, et al. "CONCILIATE ROCK ART, ARCHAEOLOGY AND GEOLOGY IN THE STUDY OF DECORATED CAVES: THE CASE OF SAINT-FRONT CAVE (OR MAMMOTH’S CAVE, DOMME) AND FEW OTHER CAVERNS FROM DORDOGNE (FRANCE)." In Знаки и образы в искусстве каменного века. Международная конференция. Тезисы докладов [Электронный ресурс]. Crossref, 2019. http://dx.doi.org/10.25681/iaras.2019.978-5-94375-308-4.11-12.

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French South-West, especially the Dordogne region, is one of the richest European area of Palaeolithic sites, whether for human dwelling (including epony-mous and very famous sites like La Madeleine) as for Upper Palaeolithic rock art (of which Lascaux cave, Rouffignac cave, Font-de-Gaume cave, etc.). Those two categories are testimony of organization of daily life and livelihood strategies on one side, and the common system of values and meaning (culture) on the other side. Those two aspects are however very difficult to bring together. For adorned caves, it is often difficult to cross data coming from the walls and ground from a same decorated cave, data sometimes acquired separately. One way to deal with this problem is to develop a multi-disciplinary approach, which allows to combine rock art, archaeological and geological studies and which implies interactions and dialogs between many specialists. This goal, which goes be-yond simply providing archaeological and geological contexts for an image or a group of images, leads to the development of new approaches. Fig. 1. This paper proposes to present cases to the interdisciplinary study of the Great Saint-Front Cave (or Mammoths cave) and other adorned sites, studied within the frame of a collective research program, conducted from 2013 to 2016 and called Archologie des grottes ornes de Dordogne: cadre conceptuel, potentiel et ralit (Cave art archaeology: conceptual frame, potential and reality).
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Gagliardi, Maria. "The morphological approach in the reading of the Territorial City." In 24th ISUF 2017 - City and Territory in the Globalization Age. Valencia: Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/isuf2017.2017.5962.

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The morphological approach in the reading of the Territorial City Maria Gagliardi Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Barcelona, UPC. Av. Diagonal, 649. 08028 Barcelona E-mail: bissolati27@hotmail.it Keywords (3-5): Territorial city, territorial grid, accumulation process, relief of innovative elements. Conference topics and scale: City transformations The crisis of the traditional city, with its morphological characteristics, has been largely debated. The new urban phenomenon has almost always been described as antithetical; by contrary this article interrogates the possibility of reading a continuity between the traditional and the contemporary city. The article brings forth the concept that the territory can be described as an urban phenomenon result of a change of scale of the city, and offers the definition of the contemporary city as Territorial City (Città-Territorio). The article recovers this term introduced in the 70’s by the Italian morphological school, to emphasize the continuity with the European traditional morphological schools, taking advantage of its learnings, to compare the traditional city, with the contemporary city. The relevance of a morphological approach in the study of the contemporary Territorial City is discussed through an excursus of the main European schools’ contributions, with a particular schematization due to geographical areas. From the synthesis of these references emerges a basis for the definition of a Taxonomy organised around tree main elements that constitute the urban grid. Moreover, the article proposes a methodology for the analysis of the Territorial City that use the Taxonomy as reading tool; this method, illustrated through his experimentation on the Metropolitan Region of Barcelona, is of particular relevance towards the interpretation of the dynamics that have characterised the morphology of the current urban phenomenon, describing its aggregation logics and decomposing the historical-procedural continuum. References Caniggia, G., &amp; Maffei, G. L. (1979). Composizione architettonica e tipologia edilizia - Lettura dell’edilizia di base. (Venezia: Marsilio). Conzen, M. R. G. (1960). Alnwick, Northumberland: A Study in Town Plan Analysis. (London: Institute of British Geographers). Hillier, B., &amp; Hanson, J. (1984). The Social logic of space. (Cambridge: Cambridge University Press). Gagliardi, M. (2016). La Nuova Trama Territoriale: morfogenesi e logiche aggregative. Il caso di Barcellona (settore della Regione Metropolitana tra Sant Martì e Matarò). (Doctoral dissertation) Universitat Politecnica de Catalunya - La Sapienza Università di Roma. Dir. Font Arellano, A.; Bianchi, G.
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Звіти організацій з теми "Fonti europee"

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Cardoso, Diogo. Os números da emigração de Vitorino Magalhães Godinho: revisão historiográfica com o caso do Brasil na época moderna. APHES Working Paper in Economic and Social History, March 2022. http://dx.doi.org/10.55462/wpaphes_a_502.

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Vitorino Magalhães Godinho, nos anos de 1970, lançou as bases do que viriam a ser os estudos sobre emigração, ao longo da história, no livro Estrutura da Antiga Sociedade Portuguesa e no seu artigo no primeiro número da revista de História Económica e Social. Esta comunicação pretende discutir os valores de saídas apresentados pelo autor em trabalhos que se tornaram clássicos e inúmeras vezes repetidos. Para tal será feita uma análise dos números lançados por Godinho e uma comparação com os dados apresentados por outros investigadores com o intuito de rever a historiografia sobre o assunto e testar a validade dos seus números – que alguns autores consideram demasiado elevados. Interessa a este estudo perceber também quais as fontes utilizadas para este tipo de abordagens, principalmente até ao século XVIII, antes da introdução do passaporte. Para o fazer será utilizado o estudo de caso do Brasil, território que, ao longo da época moderna, foi concentrando os destinos de emigração daqueles que partiam do reino para fora da Europa. Esta metodologia servirá para discutir as vantagens dos estudos dirigidos a espaços específicos para um apuramento mais afinado do número total de migrantes. Será ainda avançada uma proposta de fonte que pode ser usada com este objetivo: os processos inquisitoriais. A riqueza desta documentação é sobejamente conhecida dos historiadores, mas o seu potencial como fonte para o estudo da emigração numa perspetiva macro é ainda pouco divulgado. Através dela poderemos calcular a dimensão da emigração para determinados espaços, com o Nordeste à cabeça, e perceber também motivações para a partida ou a fixação num território em particular. Estes processos servirão ainda para determinar de onde estes migrantes são naturais, com Lisboa a assumir um peso que contraria os resultados expectáveis junto da bibliografia, ainda que o Entre Douro e Minho mantenha a preponderância.
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