Добірка наукової літератури з теми "Cultura della Visione"

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Статті в журналах з теми "Cultura della Visione"

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La Delfa, Angela Maria. "Il significato della visione del Natale di santa Brigida di Svezia nel contesto della cultura tardo medievale." De Medio Aevo 10, no. 2 (July 25, 2021): 319–38. http://dx.doi.org/10.5209/dmae.76262.

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Анотація:
L’ampia e interessante letteratura sull’argomento ha coperto gran parte degli aspetti legati alla genesi della visione brigidina. Questo articolo si prefigge di indagare nel dettaglio alcune questioni che finora non sono state approfondite dalla critica. Ci si riferisce in particolare alle fattezze fisiche della Vergine Maria e alla rappresentazione del Bambino Gesù nudo e sospeso per aria o raffigurato già disteso in terra. Si tratta di dettagli di rilievo, anche in relazione al tema del corpo della Vergine e del Cristo che riveste grande importanza nella spiritualità tardomedievale. Si analizzano le differenze tra le prime tavole della Natività in Italia, ma anche quelle realizzate nella prima metà del XV secolo nel nord Europa. Si indaga tra quelle più fedeli alla visione e quelle che vi si ispirano liberamente pur essendo Brigida presente nella rappresentazione. Dal confronto con l’iconografia precedente, particolarmente con quella tramandata tramite i manoscritti delle Meditaciones Vitae Christi, è possibile stabilire cosa della visione del Natale di Brigida assume rilievo per l’arte figurativa, come e con quale scopo ciò viene recepito nell’immaginario collettivo e in che misura essa abbia rappresentato il vero punto di svolta di questo soggetto nell’arte occidentale.
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Chinazzi, Anna. "Homeschooling e cultura prefigurativa in Italia." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 367–82. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9489.

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Анотація:
Nonostante la consistente ricerca condotta dagli studiosi all'estero, poco è stato detto della pratica di homeschooling in Italia, dove sta diventando una scelta contemplata da diverse famiglie. Attraverso un approccio di tipo etnografico, l'autrice ha investigato le principali motivazioni e le etnoteorie parentali che influenzano questa scelta. L'istruzione parentale è un movimento eterogeneo, ma punti di contatto fondamentali sono ravvisabili in una specifica visione della responsabilità genitoriale e in un atteggiamento critico e riflessivo. I genitori vogliono promuovere l'autostima, la creatività e la curiosità dei propri figli in qualità di strumenti utili per affrontare un futuro opaco. Inoltre, lo studio delle famiglie che in Italia hanno optato per l'homeschooling permette all'autrice di trattare cambiamenti più ampi in atto nella cultura genitoriale e nei modelli di trasmissione culturale nell'Italia contemporanea come l'affermazione della cultura prefigurativa. Molti sono gli interrogativi ancora inesplorati che richiedono un approccio empirico. È soprattutto lo sguardo pedagogico a essere sollecitato per fare luce sulle peculiari caratteristiche del fenomeno
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Malagrinò, Ilaria, and Maria Teresa Russo. "Dilemmi etici sulla “relazione a ultrasuono”: tecnologia e personificazione della gravidanza / Ethical dilemmas on “ultrasound bond”: technology and pregnant embodiment." Medicina e Morale 65, no. 4 (October 6, 2016): 433–58. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.442.

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Анотація:
Come afferma I. M. Young, alcune concettualizzazioni e pratiche odierne della medicina sembrano alienare la donna incinta dalla sua esperienza corporea. Oggigiorno, il sottoporre la gestante a ripetuti esami ecografici è diventata pratica routinaria. D’altra parte, sembra ormai assodato che una visione precoce delle immagini fetali possa facilitare il sorgere di una relazione emozionale della madre al bambino. Lo scopo di questo articolo è, pertanto, quello di fornire un’analisi dei principali studi presenti in letteratura sull’argomento al fine di chiarire se davvero il mezzo ecografico favorisce lo sviluppo di una relazione materna al feto, quali sono le caratteristiche di tale relazione e, infine, di discutere le implicazioni che tale processo di ridefinizione della gravidanza come evento biomedico ha sulla donna. Infatti, il boom ecografico sembra aver incoraggiato la diffusione di una visione della gestazione come appartenente soltanto al feto: il centro dello schermo diventa il solo fulcro del processo riproduttivo e “fetalità” diventa il sinonimo vero di procreazione. Da questo punto di vista, pertanto, l’uso di tale tecnica, fornendo un’immagine “separata” del bambino, colto nella sua autonomia, sembra aver incoraggiato la diffusione di una visione individualista del soggetto e delle sue caratteristiche, nonché di una cultura disincarnata della gestazione in cui la fragilità materna sembra essere completamente ignorata.----------As Young states, some conceptualizations and practices of medicine seem to alienate the pregnant subject from her bodily experience. Nowadays the use of the ultrasound technique in pregnancy has become a routine practice, especially because early fetal images encourage the maternal emotional relationship to the fetus. Thus, the aim of this paper is to survey the extant literature in order to clarify whether ultrasounds actually encourage the maternal bond to the fetus, to make explicit what kind of bond ultrasounds are really able to produce, and finally to discuss the repercussion on the position of women in the process of redefinition of pregnancy as a biomedical event. Indeed, the boom of ultrasound in obstetric practice seems to have encouraged the spread of a vision of gestation as an event belonging only to the fetus. Thus, the center of the screen becomes the only center of the reproductive process and “foetality” becomes the real synonymous of procreation. In this light, ultrasound technology seems to implement an individualistic vision of the subject and its future, as it separates the fetus from its mother and to cooperate to create a disembodied culture of gestation and procreation where the “maternal fragility” is completely ignored.
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Cattaneo, Stella. "Studi di fisiognomica amorale: istantanee di ibridazione." Altre Modernità, no. 26 (November 29, 2021): 181–98. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7680/16804.

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Анотація:
Nell’ambito delle riflessioni sulla questione animale, l’arte contemporanea interviene apportando il proprio contributo. La ricerca di Karin Andersen è in questo senso esemplare. Artista e teorica, Andersen propone una visione del mondo rinnovata e lontana dall’antropocentrismo in cui l’uomo riconosca e accolga l’alterità, rintracciando anche tutti i debiti della nostra cultura nei confronti della biosfera. L’articolo procede mediante l’analisi di alcune opere a partire dalla serie Studi di fisiognomica amorale, caratterizzata da vere e proprie istantanee di ibridazione, chiave d’accesso per una relazione positiva e paritaria tra uomo e animale.
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Giacobello, Maria Laura. "Il paradigma dell’ecologia integrale e i fondamenti epistemologici della bioetica globale di Van Potter." Medicina e Morale 70, no. 4 (December 21, 2021): 433–45. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2021.950.

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Анотація:
L’ambiente è oggi gravemente ferito dalla crisi epocale in atto: tra le voci che si levano a tutela della Casa Comune emerge quella della Chiesa, attraverso lo sguardo di Papa Francesco che, con l’espressione ‘ecologia integrale’, fa esplicito riferimento alla consapevolezza che nella realtà tutto è connesso. A partire dall’urlo di ribellione della natura, l’ecologia integrale si assume, dunque, l’onere di promuovere un’istanza di rinnovamento radicale, che possa investire le categorie etiche ordinarie, fino a estendersi a quelle antropologiche e gnoseologiche poste alla base della prevalente cultura occidentale, fondata sul paradigma meccanicistico. Nell’ampia cornice di un ripensamento dei tradizionali confini dell’etica, l’ecologia integrale può rappresentare un paradigma culturale alternativo, reale espressione dello spirito del tempo. A tal proposito, si rivela particolarmente interessante e proficuo avviare una riflessione sulla straordinaria convergenza fra la prospettiva dell’ecologia integrale e quella della bioetica globale di Van Potter: già negli anni Settanta del Novecento, infatti, lo scienziato americano gettava i fondamenti epistemologici per una diversa visione etica. L’idea di un approccio sistemico volto a valorizzare la relazione delle singole parti tra di loro e col tutto, sia pure generata da presupposti evidentemente diversi, accomuna inequivocabilmente le due prospettive. E, in verità, la riflessione di Potter prende le mosse dalla stessa consapevolezza situata alla base dell’ecologia integrale, quella del profondo radicamento dell’uomo nell’ecosistema: mediante l’assunzione di una visione sistemica, che passa attraverso l’articolazione del concetto di biocibernetica, lo scienziato offre una valida rappresentazione del carattere interattivo dell’organizzazione strutturale che presiede al funzionamento dell’ambiente naturale.
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Rodriguez, Mario. "Elogio della extravaganza (bastard is beautiful)." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 36 (February 2022): 94–102. http://dx.doi.org/10.3280/eds2021-036009.

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Анотація:
Nella nostra società dominano le interdipendenze e la complessità. La crescita esponenziale della complessità legata indissolubilmente alla digitalizzazione trascina con sé quella delle specializzazioni. I saperi si frammentano e la loro articolazione da un lato impone la delimitazione dei singoli confini per avere consa-pevolezza di sé, dall'altro impone di sviluppare le interazioni con l'ambiente per non rischiare la sclerosi. Quindi, da un lato, è indispensabile una chiusura auto-referenziale, una verticalizzazione del sapere, una specializzazione settoriale che faccia prendere atto della logica del proprio sistema. Ma, dall'altro, è altrettanto indispensabile l'interazione, lo scambio, la competizione con altri sistemi che ri-spondono ad altre logiche e che costituiscono l'ambiente nel quale il sottosiste-ma disciplinare si evolve. Il generalismo come specializzazione, quindi. Generali-smo, non genericità. Generalismo come ricerca di una visione d'insieme, trasversale, non monocausale. Una visione di sistema. La conoscenza non può che essere attraversamento, extra vaganza. Seguire il patchwork del possibile dell'evoluzione. Per questo è essenziale intrecciare diversi ambiti di conoscenze, sviluppare una cultura ibrida orgogliosamente meticcia se non bastarda.
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Felici, Maria Serena. "Aspetti linguistici in Machado de Assis e nella traduzione italiana di Esaú e Jacó." Cadernos de Tradução 43, no. 1 (March 8, 2023): 1–29. http://dx.doi.org/10.5007/2175-7968.2023.e91226.

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Анотація:
Lo studio qui presentato nasce in seguito alla riflessione sul testo del romanzo di Joaquim Maria Machado de Assis (1839-1908) Esaú e Jacó (1904), in occasione del lavoro di traduzione da me realizzato per i tipi della Lorenzo de’ Medici Press e pubblicato nel 2022, con il titolo di Esaù e Giacobbe. Da una iniziale visione sinottica della lingua nella produzione letteraria di Machado, condotta alla luce di studi critici e delle dichiarazioni dello stesso autore sul valore politico-sociale della lingua stessa, e dopo uno sguardo sulle traduzioni dell’opera di Machado ad oggi edite in Italia, si scenderà nel particolare di Esaú e Jacó, analizzandone alcuni passaggi rappresentativi del profilo linguistico dell’autore; infine, si esamineranno alcune scelte traduttive da me intraprese. L’obiettivo è mostrare che il processo che ha portato al metatesto, che è la prima edizione italiana di quest’opera, si è svolto con una particolare attenzione al valore cruciale che la lingua assume in questo romanzo, in cui Machado riflette sul Brasile di fine Ottocento, sull’alta società della sua allora capitale, Rio de Janeiro, la sua cultura, la sua storia, la sua identità post-indipendenza.
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Doria, Marco. "La storia economica contemporanea in quaranta anni di "Società e storia"." SOCIETÀ E STORIA, no. 178 (January 2023): 783–817. http://dx.doi.org/10.3280/ss2022-178007.

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Анотація:
L'articolo si propone di analizzare i diversi saggi e interventi su temi di storia economica dell'età contemporanea pubblicati in oltre quaranta anni di vita di "Società e storia". In primo luogo si osserva quale sia, nella cultura e nella visione della storia dei componenti della prima direzione della rivista, il ruolo attribuito ai fatti e alle dinamiche economiche nei processi storici. A un'impostazione iniziale che spesso si richiamava, sebbene in maniera non dogmatica, al marxismo segue una visione della storia più eclettica e aperta a suggestioni molteplici. Si guarda poi alla evoluzione e agli orientamenti di ricerca affermatisi nella storiografia economica italiana dagli anni settanta del novecento a oggi. Infine si individuano le molte e diverse tematiche al centro dei contributi comparsi nella rivista.
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Magris, Aldo. "Filosofizzazione del cristianesimo." Verbum Vitae 39, no. 3 (September 30, 2021): 915–40. http://dx.doi.org/10.31743/vv.12162.

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Анотація:
Laddove la cultura ellenica nei suoi aspetti più importanti scomparve all’avvento della religione cristiana, solo la filosofia greca sopravvisse, anzi trovò nella nuova situazione culturale forme di sviluppo originali. Perciò noi dovremmo parlare di filosofizzazione, piuttosto che di ellenizzazione del cristianesimo. Inizialmente gli autori cristiani erano avversi alla filosofia, ma poi prevalse la linea di Giustino, di Clemente e di Origine secondo cui essa poteva rappresentare una propedeutica a una comprensione colta della fede: certo non tutta la filosofia greca ma soltanto il filone platonico e aristotelico. Da queste specifiche fonti i Padri della Chiesa trassero concetti e argomentazioni utili per due scopi: il primo, la dimostrazione del libero arbitrio a supporto dell’etica, e della provvidenza divina in funzione della teodicea; il secondo, la critica dei miti e culti pagani e delle contemporanee sette eretiche. In particolare la confutazione del manicheismo impiegò su larga scale le strutture formali dell’ontologia aristotelica. La filosofizzazione divenne parte integrante dell’identità e della visione cristiana del mondo.
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F. Gómez Vozmediano, Miguel. "El impacto de la era digital en los archivos históricos estatales españoles. Una visión personal en la encrucijada del III milenio." SOCIETÀ E STORIA, no. 174 (January 2022): 797–823. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-174009.

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Анотація:
«el uso o aplicación de las tecnologías digitales es absolutamente imprescindible pero no suficiente, pues, además, es necesario realizar las transformaciones culturales que implica la digitalización, ya que es una nueva forma de vivir, de trabajar y de relacionarse; es un cambio cultural consecuencia de la Revolución Digital en la que nos encontramos»1. Nel contesto di una società sempre più tecnologica, l'autore riflette sui significativi sviluppi e progressi di cui gli archivi spagnoli sono stati protagonisti lungo la loro storia, concentrando poi l'attenzione sull'attuale situazione della gestione dei patrimonio documentario custodiale per tali istituzioni pubbliche. Dopo aver affrontato i risultati ottenuti attraverso la piattaforma PARES 2.0, strutturata nella rete degli Archivi Statali dipendenti dal Ministero della Cultura e dello Sport, egli fornisce una visione personale dei risultati raggiunti fino a oggi, soffermandosi sulle principali sfide poste dall'immediato futuro.
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Дисертації з теми "Cultura della Visione"

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Rabino, Eleonora <1994&gt. "Business e Cultura: oltre una visione essenzialista. Un'analisi qualitativa e quantitativa del mercato vinicolo italiano in Giappone." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14251.

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Lo sviluppo tecnologico dell’ultimo ventennio ha consentito il superamento dei confini spazio temporali, abbattendo così le distanze geografiche e gettando le basi per la formazione di un villaggio globale in grado di annullare le specificità culturali. Tuttavia, nonostante una superficiale omologazione, differenze nella modalità di comunicazione e di espressione, di approccio e di risoluzione ai problemi continuano a rappresentare un consistente ostacolo nelle relazioni tra gli individui, suggerendo la presenza di aspetti peculiari, immuni alla forza unificatrice della globalizzazione. Con l’aumento delle interazioni su scala mondiale, tale dibattito si è esteso a diversi ambiti, divenendo centrale anche nella sfera del commercio internazionale. In seguito ai numerosi cambiamenti in atto, molte aziende hanno visto nell’espansione oltre confine l’unica possibilità di sopravvivenza, incontrando però non poche difficoltà nel comunicare con partner, clienti e consumatori stranieri. Differenze nella modalità di percezione della dimensione temporale, di comunicazione, di espressione delle emozioni e di gestione dei rapporti personali, così come differenze nelle priorità e negli stili di vita, influenzano inevitabilmente le necessità, il comportamento e le decisioni degli individui, costituendo una barriera alle negoziazioni e alla vendita dei prodotti all’estero. Con l’obiettivo di facilitare la comunicazione interculturale ed agevolare le aziende nel processo di internazionalizzazione, nella seconda metà del ventesimo secolo, numerosi studiosi hanno offerto il proprio contributo attraverso l’elaborazione di modelli specifici che consentono di categorizzare le diverse culture-nazioni sulla base di un sistema di valori condiviso. Tali teorie hanno fornito la chiave per il successo a numerose aziende intenzionate ad ampliare la propria attività. Tuttavia, negli ultimi decenni, sono state oggetto di critiche, in quanto promotrici di una visione eccessivamente stereotipata e semplificata, incapace di rendere giustizia alle molteplici sfaccettature che caratterizzano il complesso panorama del ventunesimo secolo. In tale contesto si inserisce il presente elaborato, il quale mira a fornire degli spunti di riflessione che consentano di superare una visione essenzialista in favore di un approccio critico cosmopolita. Pertanto, viene messa in discussione la possibilità che, all’interno di un panorama soggetto a forze politiche, economiche e sociali in costante movimento, la cultura possa ancora essere concepita come un elemento statico, circoscritto ai confini geografici. Al contrario, si suggerisce la necessità di adottare una prospettiva più ampia, caleidoscopica, che valorizzi la ricchezza e la varietà che caratterizza ciascun individuo. Nel fare ciò, non si intende negare completamente l’omogeneità apportata da un sistema educativo, legislativo o linguistico diffuso su base nazionale bensì porre l’accento sull’incremento di flussi globali che ha favorito l’interpenetrazione delle culture contribuendo alla formazione di identità ibride, trascendenti confini etnico geografici. Tale approccio rende difficile la previsione del comportamento degli individui sulla base della nazione di provenienza la quale, nei modelli tradizionali, è identificata da valori prestabiliti. Tuttavia, rappresenta un’immagine più veritiera, specchio di una realtà estremamente complessa. La presente riflessione può essere estesa a svariati ambiti. L’ elaborato però focalizza l’attenzione sull’aspetto commerciale e, nello specifico, prende ad esempio il mercato del vino italiano in Giappone, settore attualmente in espansione. Obiettivo ultimo resta quello di offrire alle aziende uno spunto di riflessione per l’adozione di una nuova prospettiva, priva di semplicistiche categorizzazioni, in grado di favorire la gestione delle relazioni con i propri partner commerciali, clienti e consumatori.
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Foroni, Ilaria <1997&gt. "Una visione integrata delle politiche culturali: il caso della regione Veneto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20475.

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Il presente elaborato intende proporre una definizione e classificazione della politica culturale come categoria di politica pubblica. In particolare, nella prima parte della ricerca, si presenterà l’evoluzione del concetto di cultura inteso come oggetto politico, la configurazione degli attori coinvolti nei processi di cultural policy-making e le forme di legittimazione del finanziamento pubblico culturale, dal dopoguerra fino ad oggi, a livello europeo. Dopo una contestualizzazione storica e terminologica, si analizzeranno infine le politiche implementate in UK dal Governo Blair negli anni Novanta e di come, per la prima volta nella storia, le industrie creative siano entrate nell’agenda politica, iniziando così la commistione concettuale del mondo culturale con quello creativo, riscontrabile oggi nei programmi UE. Nella seconda parte della tesi si adotteranno le classificazioni introdotte per rappresentare le politiche culturali del territorio Veneto. In particolare, a seguito di un’analisi delle normative regionali, dei documenti di policy multi-stakeholders e degli indirizzi di sviluppo della politica di coesione UE, si verificherà il grado di integrazione cultura-creatività attuato negli ultimi anni in Veneto in termini di policy. Dopo tale indagine, l’elaborato si conclude con un tentativo di ripartizione delle politiche regionali per e con la cultura, mettendo in luce la necessità di adottare una visione integrata delle politiche culturali da parte dei policy maker.
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Radetić, Dunja <1977&gt. "Scomode contiguità dello sguardo : quattro re-visioni della tradizione visiva occidentale." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3013.

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Анотація:
La mia ricerca ha indagato le strategie di re-visione della tradizione storico artistica, da parte degli artisti contemporanei che usano come mezzo di espressione le nuove tecnologie della visione (fotografia, video e arte digitale). La ricerca si inserisce nell'ambito degli studi sulla memoria culturale e si è concentrata a studiare, attraverso quattro casi studio (Untitled #205 di Cindy Sherman che riprende La Fornarina di Raffello, Still Life di Sam Taylor-Wood che si basa sulla tradizione della rappresentazione della natura morta, Uncomfortable Proximity di Graham Harwood che rielabora il sito web della Tate Gallery con alcune sue opere e Col Tempo-The W. Project di Péter Forgács, in cui compare la Vecchia di Giorgione e una serie di Autoritratti di Rembrandt) le relazioni dialogiche tra il passato e il presente. L'analisi delle opere si è svolta principalmente sulla base degli strumenti della storia dell'arte e delle teorie contemporanee sull'intermedialità.
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Dimo, Francesca <1994&gt. "La visione della Francofonia nei quotidiani francesi: Una prospettiva politica e culturale attraverso la stampa in Francia negli anni 2000." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19493.

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Анотація:
The history of Francophonie dates back to the discovery of America and the European powers’ settlement in those new territories, followed by the subsequent establishment of colonies in Asia and Africa. Over time, many of the regions gained by France have obtained their independence, but the French influence over those countries has remained. In 1970, the former colonies have joined a new organization, the International Organization of La Francophonie (OIF) which gathers nowadays 54 member states, 7 associate states and 27 observers. The main objective of the International Organization of La Francophonie is to encourage solidarity among participating countries, based on the sharing of the French language and other fundamental values. In the present dissertation, after an historical overview of the Colonization, the Decolonization and the establishment of the Francophonie, we will analyze, by employing discourse analysis tools, various articles from the most renowned French newspapers – Le Monde, Le Figaro and Le Monde Diplomatique. The main purpose will be to illustrate, through an analysis of the content, how the Francophonie has been presented by the French press throughout the 2000s, especially in the political and cultural fields. Finally, the potential differences among the newspapers will be highlighted in the attempt to understand how the public opinion in France has changed towards the Francophonie.
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5

PENATI, CECILIA. "Il focolare elettronico. Una storia culturale dell'ingresso della televisione nello spazio domestico (1954-1960)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1100.

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Анотація:
Obiettivo della tesi è stato quello di ricostruire una storia culturale della televisione italiana delle origini, concentrandosi sui percorsi attraverso i quali il medium è diventato parte integrante delle routine quotidiane del suo primo pubblico, cercando di dare senso a come la prima audience del piccolo schermo abbia sperimentato l’arrivo della televisione nello spazio della casa, nel corso degli anni di istituzionalizzazione del medium in Italia (1954-1960). Dopo una ricognizione della letteratura scientifica sul tema della domestication dei mezzi di comunicazione, della biografia culturale degli oggetti tecnici e dell’analisi storica delle “culture di visione” della tv, la seconda sezione della tesi prende in esame come il sistema dei media popolari (il discorso pubblicitario, il dibattito pubblico sulla stampa popolare, i paratesti aziendali della Rai) abbia attribuito significati alla televisione, "insegnando" al suo primo pubblico come collocarla nello spazio della casa. La terza sezione della tesi è dedicata a una ricostruzione storica del primo consumo televisivo domestico, svolta attraverso una ricerca etnografica condotta con venti interviste a testimoni che hanno vissuto in prima persona la prima diffusione dei ricevitori e la loro prima collocazione nello spazio della casa.
This dissertation is aimed to outline a cultural history of early Italian television, focusing on the pattern by which TV became part of its first audience’s daily routines, and trying to give sense of how the first public of the small screen experienced the arrival of the television in the space of their homes, in the years of institutionalisation of the new medium (1954-1960). After an overview of the scientific literature that has dealt with the topic of “media domestication”, cultural biography of technical objects, and historical analysis of television’s culture of viewing, the second section of the thesis examines how the system of popular media (mainly advertising, popular press, and broadcaster’s house organs) ascribed meanings to television as a domestic medium and advised its public how to use it. A third section of the dissertation is devoted to understanding the television viewing and consumption in historical perspective, through a ethnographic research developed with twenty in-depth interviews to witnesses that participated directly in the first diffusion and domestication of the TV sets in Italy.
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PENATI, CECILIA. "Il focolare elettronico. Una storia culturale dell'ingresso della televisione nello spazio domestico (1954-1960)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1100.

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Obiettivo della tesi è stato quello di ricostruire una storia culturale della televisione italiana delle origini, concentrandosi sui percorsi attraverso i quali il medium è diventato parte integrante delle routine quotidiane del suo primo pubblico, cercando di dare senso a come la prima audience del piccolo schermo abbia sperimentato l’arrivo della televisione nello spazio della casa, nel corso degli anni di istituzionalizzazione del medium in Italia (1954-1960). Dopo una ricognizione della letteratura scientifica sul tema della domestication dei mezzi di comunicazione, della biografia culturale degli oggetti tecnici e dell’analisi storica delle “culture di visione” della tv, la seconda sezione della tesi prende in esame come il sistema dei media popolari (il discorso pubblicitario, il dibattito pubblico sulla stampa popolare, i paratesti aziendali della Rai) abbia attribuito significati alla televisione, "insegnando" al suo primo pubblico come collocarla nello spazio della casa. La terza sezione della tesi è dedicata a una ricostruzione storica del primo consumo televisivo domestico, svolta attraverso una ricerca etnografica condotta con venti interviste a testimoni che hanno vissuto in prima persona la prima diffusione dei ricevitori e la loro prima collocazione nello spazio della casa.
This dissertation is aimed to outline a cultural history of early Italian television, focusing on the pattern by which TV became part of its first audience’s daily routines, and trying to give sense of how the first public of the small screen experienced the arrival of the television in the space of their homes, in the years of institutionalisation of the new medium (1954-1960). After an overview of the scientific literature that has dealt with the topic of “media domestication”, cultural biography of technical objects, and historical analysis of television’s culture of viewing, the second section of the thesis examines how the system of popular media (mainly advertising, popular press, and broadcaster’s house organs) ascribed meanings to television as a domestic medium and advised its public how to use it. A third section of the dissertation is devoted to understanding the television viewing and consumption in historical perspective, through a ethnographic research developed with twenty in-depth interviews to witnesses that participated directly in the first diffusion and domestication of the TV sets in Italy.
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ALESSANDRA, Campanari. "“IDENTITY ON THE MOVE” FOOD, SYMBOLISM AND AUTHENTICITY IN THE ITALIAN-AMERICAN MIGRATION PROCESS." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251264.

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Il mio lavoro di ricerca rappresenta un contributo allo studio dell'esperienza umana dello “spazio alimentare” come costruzione sociale che comprende sia i modelli del comportamento umano, e la loro relazione sensoriale con uno specifico luogo, sia l'imprenditoria etnica. Il nucleo di questo progetto di ricerca è rappresentato da un’indagine multi-generazionale del multiforme processo della migrazione italiana in America, laddove la cultura alimentare viene utilizzata come veicolo per esaminare come gli immigrati abbiano prima perso e poi negoziato una nuova identità in terra straniera. Lo scopo generale della tesi è quello di esaminare come il cibo rappresenti un collegamento nostalgico con la patria per la prima generazione, un compromesso culturale per la seconda e un modo per rinegoziare un'etnia ibrida per le generazioni successive. La lente del cibo è anche utilizzata per esplorare lo sviluppo dei ristoranti italiani durante il Proibizionismo e il loro ruolo nel processo di omogeneizzazione culinaria e di invenzione della tradizione nel mondo contemporaneo. Per spiegare come la cucina regionale in America sia diventata un simbolo collettivo di etnia e abbia potuto creare un'identità Italo-Americana nazionale distinta da quella italiana, ho adottato il modello creato da Werner Sollors e Kathleen Neils Cozen e sintetizzato con l'espressione di “invenzione dell'etnia”. Il capitolo di apertura esplora la migrazione su larga scala che ha colpito l'Italia e la storia economica italiana per oltre un secolo e prosegue con un’analisi storica sullo sviluppo dei prodotti alimentari nel tempo. La prima sezione evidenzia il significato culturale dell'alimento e il suo ruolo nella costruzione di un'identità nazionale oltre i confini italiani e prosegue con un’analisi sulla successiva variazione delle abitudini alimentari durante l'immigrazione di massa. Il capitolo conclude illustrando il quadro teorico utilizzato per teorizzare le diverse dimensioni dell'etnia. Partendo dall'ipotesi che l'identità sia un elemento socialmente costruito e in continua evoluzione, il secondo capitolo è dedicato all'analisi della natura mutevole del cibo, esplorata attraverso tre distinti ma spesso sovrapposti tipi di spazio: spazio della "memoria individuale"; spazio della "memoria collettiva"; spazio della "tradizione inventata". Lo spazio della “memoria individuale” esplora come i primi immigrati italiani tendevano a conservare le loro tradizioni regionali. Al contrario lo spazio della memoria collettiva osserva il conflitto ideologico emerso tra la prima e la seconda generazione di immigrati italiani, in risposta alle pressioni sociali del paese ospitante. L'analisi termina con la rappresentazione di generazioni successive impegnate a ricreare una cultura separata di cibo come simbolo dell'identità creolata. Il capitolo tre, il primo capitolo empirico della dissertazione, attraverso l'analisi della letteratura migrante mostra l'importanza del cibo italiano nella formazione dell'identità italo- americana. Questa letteratura ibrida esamina il ruolo degli alimenti nelle opere letterarie italo-americane di seconda, terza e della generazione contemporanea di scrittori. Il quarto capitolo completa la discussione seguendo la saga del cibo italiano dai primi ristoranti etnici a buon mercato, frutto della tradizione casalinga italiana, fino allo sviluppo di un riconoscibile stile di cucina italo-americano. A questo proposito, i ristoranti rappresentano una "narrazione" etnica significativa che riunisce aspetti economici, sociali e culturali della diaspora italiana in America e fa luce sull'invenzione del concetto di tradizione culinaria italiana dietro le cucine americane. La sezione termina con un'esplorazione del problema moderno relativo al fenomeno dell’Italian "Sounding" negli Stati Uniti, basato sulla creazione di immagini, colori e nomi di prodotti molto simili agli equivalenti italiani, ma senza collegamenti diretti con le tradizioni e la cultura italiana. Il capitolo finale fornisce una visione etnografica su ciò che significa essere italo-americani oggi e come i ristoranti italiani negli Stati Uniti soddisfano la tradizione culinaria Italiana nel mondo contemporaneo americano. Per concludere, considerando le teorie dell'invenzione della tradizione, due casi di studio esplorativi a Naples, in Florida, vengono presentati sia per analizzare come gli italo-americani contemporanei manifestano la loro etnia attraverso il cibo etnico sia per esaminare come il cibo italiano viene commercializzato nei ristoranti etnici degli Stati Uniti, alla luce della del processo di globalizzazione.
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RECCHI, Simonetta. "THE ROLE OF HUMAN DIGNITY AS A VALUE TO PROMOTE ACTIVE AGEING IN THE ENTERPRISES." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251122.

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Ogni azienda che si riconosca socialmente responsabile deve occuparsi dello sviluppo delle carriere dei propri dipendenti da due punti di vista: quello individuale e personale e quello professionale. La carriera all’interno di un’azienda coinvolge, infatti, la persona in quanto individuo con un proprio carattere e una precisa identità e la persona in quanto lavoratore con un bagaglio specifico di conoscenze e competenze. L’azienda ha, quindi, il compito di promuovere carriere professionalmente stimolanti che si sviluppino in linea con i suoi stessi valori, la sua visione e la sua missione. Nel panorama moderno, aziende che sviluppano la propria idea di business nel rispetto dei lavoratori proponendo loro un percorso di crescita, si mostrano senza dubbio lungimiranti. Un tale approccio, però, non basta a far sì che vengano definite socialmente responsabili. I fattori della Responsabilità Sociale d’Impresa sono infatti numerosi e, ad oggi, uno dei problemi principali da affrontare è quello del progressivo invecchiamento della popolazione. Dal momento che la forza lavoro mondiale sta invecchiando e che si sta rispondendo al problema spostando la linea del pensionamento, tutte le aziende sono obbligate a mantenere le persone il più a lungo possibile attive e motivate a lavoro. L’età è spesso visto come un fattore di diversità e di discriminazione, ma nello sviluppare la mia argomentazione, cercherò di dimostrare che una politica del lavoro che supporti l’idea dell’invecchiamento attivo può trasformare questo fattore da limite in opportunità. Il rispetto degli esseri umani, a prescindere dalle differenze legate all’età, dovrebbe essere uno dei valori fondanti di ogni impresa. Nel primo capitolo della tesi, svilupperò il tema della dignità umana così come è stato concepito a partire dalla filosofia greca fino alla modernità. La dignità intesa come valore ontologico, legato all’essenza dell’uomo, diventerà con Kant il fattore di uguaglianza tra tutti gli esseri viventi, la giustificazione del rispetto reciproco. Il concetto di dignità verrà, poi, definito nel secondo capitolo come il principale valore che deve ispirare l’azione sociale delle imprese, come l’elemento che garantisce il rispetto di ogni dipendente che prima ancora di essere un lavoratore è un essere umano. La dignità è ciò che rende l’essere umano degno di essere considerato un fine in se stesso piuttosto che un mezzo per il raggiungimento di un fine esterno. Nell’era della globalizzazione, dove il denaro è il valore principale, gli esseri umani rischiano di diventare un mezzo al servizio dell’economia. A questo punto, il rispetto della dignità deve divenire il fondamento di un ambiente di lavoro che promuove la crescita e la fioritura dell’essere umano. Nel secondo capitolo cercherò quindi di dimostrare come l’idea di dignità possa promuovere un management “umanistico” centrato sul rispetto dell’essere umano. Un’impresa socialmente responsabile può promuovere il rispetto di ogni lavoratore se fa propri i valori di dignità e uguaglianza. Attraverso la teoria dello Humanistic Management che veicola tali valori, il lavoro diventa un luogo in cui l’uomo può esprimere se stesso, la sua identità, le sue conoscenze e competenze. Inoltre, dal momento che la popolazione sta invecchiando, le aziende devono farsi carico della forza lavoro più anziana, come è emerso sopra. A questo punto, nel terzo capitolo, il concetto della Responsabilità Sociale d’Impresa sarà analizzato nel suo legame con i temi dell’invecchiamento attivo e della diversità sul posto di lavoro. Conosciamo diverse ragioni di differenza a lavoro: genere, cultura, etnia, competenze, ma qui ci concentreremo sul fattore età. È naturale che i lavoratori anziani abbiano un’idea di lavoro diversa da quella dei giovani e che le loro abilità siano differenti. Ma questa diversità non deve essere valutata come migliore o peggiore: essa dipende da fattori che analizzeremo e che l’impresa socialmente responsabile conosce e valorizza per creare un ambiente di lavoro stimolante e collaborativo, eliminando possibili conflitti intergenerazionali. Alcune delle teorie che permettono di raggiungere tali obiettivi sono il Diversity Management e l’Age Management: ogni impresa può promuovere pratiche per valorizzare gli anziani, permettendo loro di rimanere più a lungo attivi e proattivi a lavoro e di condividere le proprie conoscenze e competenze. L’ultimo capitolo della tesi si concentrerà su un caso di azienda italiana che ha sviluppato uno strumento di valorizzazione di collaboratori over 65. Sto parlando della Loccioni, presso cui ho svolto la ricerca applicata e che promuove il progetto Silverzone, un network di persone in pensione che hanno conosciuto l’azienda nel corso della loro carriera e che continuano a collaborare con essa ancora dopo il pensionamento. Per capire l’impatto qualitativo e quantitativo che il progetto ha sull’azienda, ho portato avanti un’analisi qualitativa dei dati ottenuti grazie a due tipi di questionari. Il primo ha visto il coinvolgimento dei 16 managers della Loccioni a cui sono state sottoposte le seguenti domande: 1. Chi sono i silver nella tua area di business? Quali i progetti in cui essi sono coinvolti? 2. Qual è il valore del loro supporto per l’azienda? E, allo stesso tempo, quali sono le difficoltà che possono incontrarsi durante queste collaborazioni? 3. Qual è la frequenza degli incontri con i silver? 4. Perché l’azienda ha bisogno di questo network? Successivamente, ho sottoposto un altro questionario agli 81 silver della rete. Di seguito i dettagli: 1. Qual è il tuo nome? 2. Dove sei nato? 3. Dove vivi? 4. Qual è stato il tuo percorso formativo? 5. Qual è stata la tua carriera professionale? 6. Come e con chi è avvenuto il primo contatto Loccioni? 7. Come sei venuto a conoscenza del progetto Silverzone? 8. Con quali dei collaboratori Loccioni stai lavorando? 9. In quali progetti sei coinvolto? 10. Potresti descrivere il progetto in tre parole? 11. Che significato ha per te fare parte di questa rete? 12. Nella tua opinione, come deve essere il Silver? 13. Che tipo di relazioni hai con i collaboratori Loccioni? 14. Quali dimensioni umane (dono, relazione, comunità, rispetto) e professionali (innovazione, tecnologia, rete) emergono lavorando in questo progetto? Il progetto Silverzone è sicuramente una buona pratica di Age Management per mantenere più a lungo attivi i lavoratori over 65. I progetti in cui i Silver sono coinvolti hanno un importante impatto economico sull’impresa, in termini di investimento ma anche di guadagno. Ad ogni modo, qui la necessità di fare profitto, stando a quanto è emerso dai risultati delle interviste, è subordinata al più alto valore del rispetto dei bisogni umani che diventa garante di un posto di lavoro comfortable, dove si riesce a stringere relazioni piacevoli, collaborative e produttive.
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Книги з теми "Cultura della Visione"

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Bouquiè, Valter. Cultura della sicurezza stradale: Una visione tecnico-scientifica dell'educazione stradale. Matelica (Macerata): Halley, 2007.

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Vivere nel presente: Un aspetto della visione del tempo nella cultura occidentale. Bologna: Il mulino, 2004.

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Cengarle, Federica, and Maria Nadia Covini, eds. Il ducato di Filippo Maria Visconti, 1412-1447. Economia, politica, cultura. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-895-8.

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Анотація:
La dominazione di Filippo Maria Visconti in Lombardia (1412-1447) fu il risultato di un tentativo, solo parzialmente riuscito, di ricomporre i vasti territori già dominati dal primo duca, Giangaleazzo Visconti. Per trentacinque anni, il terzo duca di Milano governò uno stato ampio, ricco e prospero, ne rafforzò le istituzioni, coltivò alte ambizioni monarchiche e proclamò idee di pace, di concordia e di giustizia. L’uso delle armi e della diplomazia e il serrato confronto con gli attori politici, sociali ed economici del dominio furono gli strumenti adottati per rafforzare e consolidare il dominio ducale. Gli autori di questo volume illustrano i modelli politici sottostanti all’esercizio dell’autorità del duca, i modi di relazione che si stabilirono tra autorità e sudditi, la costruzione dell’apparato simbolico e ideologico, la committenza artistica del principe, la politica ecclesiastica e le vicende religiose del ducato sullo sfondo dei concili di Costanza e Basilea. Sono inoltre analizzati alcuni specifici momenti della politica ducale: gli atti di dedizione del 1412, l’assetto geopolitico fissato nel 1435 dopo la vittoria di Ponza, la crisi degli ultimi anni del ducato caratterizzata dalla spietata esecutività delle pratiche di governo. Il libro, in definitiva, vuole offrire una visione più approfondita e problematica della dominazione del terzo duca di Milano, che nei suoi chiaroscuri risulta essere un momento importante della stabilizzazione degli assetti dello stato regionale lombardo.
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Lombardo, Luca, Diego Parisi, and Anna Pegoretti. Theologus Dantes. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-298-7.

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I contributi raccolti in questi Atti offrono una rappresentazione varia e articolata dei rapporti tra l’opera di Dante Alighieri e la cultura teologica tardomedievale, osservata in alcuni suoi aspetti fondamentali e con un’attenzione particolare all’esegesi antica della Commedia. I temi trattati coprono uno spettro ampio di problemi: la presenza dell’eresia nel poema; la presunta eterodossia dello stesso Dante; i riferimenti alla Croce e alla Passione, esaminati alla luce delle dottrine teologiche e delle pratiche devozionali del tempo; l’influsso esercitato dalla cosiddetta ‘mistica affettiva’ sulla riflessione poetologica dantesca; il problema della creazione e resurrezione dei corpi; l’apparentamento tra teologia e cielo Empireo proposto nel Convivio; l’arduo tema della visione profetica, indagato a partire dall’Epistola a Cangrande. A episodi ancora poco noti della ricezione del poema dantesco sono dedicati gli ultimi due contributi: le chiose dell’Anonimo Teologo al Paradiso e la presenza di Dante nei sermoni quattrocenteschi di Gabriele Barletta e Paolo Attavanti.
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Bartoli, Maria Teresa, and Monica Lusoli, eds. Diminuzioni e accrescimenti. Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-731-3.

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Анотація:
La prospettiva nel figurativo nacque con forma diversa da quella con cui è presentata nella didattica attuale e si sviluppò accompagnando le trasformazioni del pensiero scientifico. Lo studio smonta e rimonta dall’interno le immagini prospettiche di una serie di opere, seguendo con chiare elaborazioni grafiche le trasformazioni del tema. La successione dei saggi spiega l’evolversi del ruolo dell’abaco e della misura nelle opere dei primi artisti-scienziati, secondo il pensiero scientifico della cultura coeva. Dall’Umanesimo al Barocco, la prospettiva si trasforma alla fine, da ricerca sulla verità della visione, in ricerca del suo inganno, attraverso espedienti meccanici e complessi teoremi di ottica geometrica. L’istanza originaria è dissolta nei virtuosismi tecnici. Il repertorio finale offre una selezione di esempi che, attraverso i secoli, fa intravedere la larga dimensione del tema.
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Luoghi comuni: Antropologia dei luoghi e pratiche della visione. Bergamo: Lubrina, 2009.

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Gorgone, Sandro, and Gabriele Guerra. L'eco delle immagini e il dominio della forma: Ernst e Friedrich Georg Jünger e la visual culture. Milano: Mimesis, 2014.

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1959-, Vietina Stefano, ed. L'avventura della comunicazione: Storie professionali e pre-visioni. Milano: Lupetti, 2008.

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Galanti, Antonio. La forma della città moderna: Temi, visioni, esperienze nella cultura urbanistica anglo-americana del Novecento. Roma: Aracne, 2014.

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Fulvia, Caruso, ed. Visioni e oltre: Multisensorialità, accessibilità e nuove tecnologie al museo : atti del Convegno Visioni e oltre dei musei antropologici della Provincia di Viterbo, 21-23 maggio 2010. Arcidosso, Italy]: Effigi, 2011.

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Частини книг з теми "Cultura della Visione"

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Melani, Igor. "Immagini della Russia tra Oriente e Occidente nel XVI secolo: politica, religione, culture nella Moscovia di Antonio Possevino." In Biblioteca di Studi Slavistici, 85–109. Florence: Firenze University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-507-4.09.

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Анотація:
This paper focuses on the analysis of Moscovia, written by Antonio Possevino soon after his diplomatic mission (1581-1582) to the Tsar Ivan IV. The text, composed as a geographical and ethnographical description of a given territory, became a collection of theological and controversial writings on the topic of the eastern Greek and Muscovite schism during its 40 years of editorial history. A deeper analysis of some political aspects of the text, though, shows how these different parameters were somehow inextricably connected within the catholic vision of the ‘orthodox’ East.
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Pidalà, Andrea Marçel. "Le coste dei Nebrodi tra mosaico paesaggistico, beni culturali e criticità complesse. Visioni e Scenari Strategici progettuali nel paradigma della sostenibiltà." In Proceedings e report, 289–98. Florence: Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-147-1.29.

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Анотація:
The coastline that delimits Nebrodi geographical area, includes beaches, coastlines and areas urbanized along a border section of about 104 km with 15 urban centers. The coastline is divided in 3 sections: beaches; dunes; waterfronts. The coastline defines a territory complex, where natural and human activities intertwine shaping the places. Relationship between man and nature determines environmental criticizes increasing, requiring strategic intervention with a holistic-integrated vision. Progressive urbanization has produced stiffening of coastline and questioning of ecological cycles.
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Kowalik, Katarzyna. "Alfredo Oriani, una visione contesa dell’italianità." In Sperimentare ed esprimere l’italianità. Aspetti letterari e culturali. Doświadczanie i wyrażanie włoskości. Aspekty literackie i kulturowe. Wydawnictwo Uniwersytetu Łódzkiego, 2021. http://dx.doi.org/10.18778/8220-478-0.10.

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Анотація:
Il testo si propone come rassegna delle informazioni sulla produzione letteraria di Alfredo Oriani (1852–1909), scrittore, giornalista e pensatore italiano le cui idee, nonostante un’incoerenza cronologica, furono interpretate da Benito Mussolini come appoggio intellettuale all’ideologia fascista. L’autore romagnolo, dopo numerosi tentativi falliti di attirare l’attenzione del pubblico e della critica letteraria con i suoi romanzi, si dedicò al lavoro storiografico che servì a corroborare il “mito del precursore”. Il punto di riferimento per le considerazioni su Oriani è sempre, oltre all’indiscutibile aspetto biografico, la delusione provocata dagli ideali traditi del Risorgimento e della realtà dell’Italia post-unitaria. Nell’articolo si cercherà di ricostruire la fortuna letteraria di Oriani nel contesto degli avvenimenti politici del ventesimo secolo che hanno contribuito alla nascita di un caso letterario eccezionale per la storia d’Italia.
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Simona Scandurra. "Testimonianze di cultura orientale a Napoli: la pagoda della villa Doria d’Angri." In DIALOGHI / DIALOGUES • visioni e visualità / visions and visuality. FrancoAngeli srl, 2022. http://dx.doi.org/10.3280/oa-832-c55.

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Azzetta, Luca. "Visioni bibliche e investitura poetica." In Filologie medievali e moderne. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-298-7/008.

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Анотація:
The essay analyses paragraphs 77-82 of Dante’s Epistle to Cangrande della Scala. After a discussion of the three typologies of divine vision acknowledged by medieval culture since Augustine, the essay shows how the biblical examples recalled in the Epistle in relation to the visionary experience of Paradiso correspond to them: the raptus of Paul (visio intellectualis), the vision of the Apostles on Mount Tabor (visio corporalis), the vision of the prophet Ezekiel (visio imaginaria or spiritualis). Finally, the essay analyses how the choice of these unusual examples establishes a deep relationship with what the poet says about his own experience in the final cantos of Purgatorio and in Paradiso.
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Caterina Santoro. "Mappare la cultura Fab Lab. Processi e principi per il futuro della Città, dell’Architettura e del Design." In DIALOGHI / DIALOGUES • visioni e visualità / visions and visuality. FrancoAngeli srl, 2022. http://dx.doi.org/10.3280/oa-832-c177.

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Anastasia Cottini. "La documentazione digitale per la comunicazione del Patrimonio Culturale: il caso dell’Eremo delle Carceri ad Assisi." In DIALOGHI / DIALOGUES • visioni e visualità / visions and visuality. FrancoAngeli srl, 2022. http://dx.doi.org/10.3280/oa-832-c93.

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Andrea Sterpin. "H-BIM semantico come strumento di documentazione inclusiva e accesso al Nuovo Catalogo Digitale dei Beni Culturali: il caso studio di Santa Maria delle Vergini a Macerata." In DIALOGHI / DIALOGUES • visioni e visualità / visions and visuality. FrancoAngeli srl, 2022. http://dx.doi.org/10.3280/oa-832-c165.

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Тези доповідей конференцій з теми "Cultura della Visione"

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Cedroni, Anna Rita. "Roadmap per una citta sostenibile: Vienna." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7915.

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Al di là di più di duemila anni di tradizione storica, l’Austria, ha mostrato con coraggio, fin dall’entrata nella Comunità Europea, il suo sviluppo economico così come la sua modernità e la sua apertura verso l’esterno. La dinamicità culturale e tecnologica della sua capitale, l’ha resa uno degli esempi più apprezzati da tutta l’Europa fin dall’inizio di questo secolo. In poco più 15 anni, Vienna è diventata di fatto la città europea con la migliore qualità della vita. Il merito di tale successo è dato sicuramente da due componenti fondamentali: la stabilità politica del Paese e il metodo di gestione dei processi di pianificazione territoriale e urbana. L’attuale sviluppo del territorio mostra come alla base di tale qualità i fattori prevalenti siano l’architettura, ma anche le politiche urbanistiche territoriali. Sta di fatto, spiega un recente rapporto del comune di Vienna sul tema risparmio energetico e sostenibilità, che per garantire e mantenere una tale qualità della vita, occorre tener conto di tre costanti essenziali nelle dinamiche dei processi di sviluppo urbano: il rinnovamento, la ristrutturazione e l’espansione. Tali elementi consentono poi il confronto con modelli europei culturalmente più avanzati. La tutela dell’ambiente e del patrimonio ambientale si inseriscono in questo processo come una delle sfide più importanti che scaturiscono da tale confronto. Questo paper si prefigge di trattare l’esperienza viennese, ripercorrendo il lungo, ma rapido processo di cambiamento cominciato all’inizio degli anni Ottanta. Strumento generale di pianificazione urbanistica, il Piano di Sviluppo della Città (Stadtentwicklungsplan), ha costituito e costituisce tuttora lo strumento decennale di previsione e di programmazione energetica a livello urbano e territoriale, stabilendo le direttrici strategiche di espansione, di ristrutturazione e di rinnovamento della Città e del suo hinterland. Ma l’esclusività di tale strumento, è da vedere nell’anticipazione di temi come il consumo energetico, la sostenibilità e nell’individuazione della tutela ambientale, come questione prioritaria da includere nei programmi d’intervento da attuare a breve termine. Infatti, con la formulazione del primo Programma KliP (Klimaschutzprogramm) (1999–2009) e, successivamente, del secondo Programma KliP (2010-2020), vengono elaborati dei “pacchetti” di provvedimenti con obiettivi ben definiti, come per esempio la riduzione del 21%, a persona, dei gas di emissione e di gas propellenti rispetto ai valori rilevati nel 1990. Gli strumenti con i quali raggiungere tali obiettivi sono: la riduzione del fabbisogno energetico, l’introduzione di fonti di energia ecosostenibile, l’uso di materiali biologici nell’edilizia pubblica e privata a grande e piccola scala, ma soprattutto, gli interventi sulla mobilità, sulla gestione dei rifiuti e sulla protezione del paesaggio. Accanto ai Piani di Sviluppo, Il Programma SEP (Städtische Energieeffizienz-Programm), definisce le linee generali da seguire nella gestione della politica dei consumi energetici a lungo termine, ovvero fino alla fine del 2015. I risultati portano già nel 2011 ad un aumento della quota di energia rinnovabile del 10% del volume totale del consumo di energia. Tra gli incentivi ci sono quelli rivolti alla realizzazione di centrali elettriche, inceneritori per il riciclo di materie dalle quali ricavare energia, mentre un ruolo sempre più importante è dato dall’uso della geotermia, e dell’energia solare. La continuità programmatica culmina nella formulazione di un progetto unitario, SMART CITY WIEN, che riunisce ben dieci gruppi differenti di interessi, istituzioni pubbliche, enti privati, centri universitari di ricerca, ecc., attorno ad una visione a lunga scadenza: Smart Energy vision 2050. Al centro della tavola rotonda le tematiche: lo sviluppo della popolazione, l’ambiente, i metodi di gestione, l’economia, l’energia e la mobilità. Accanto a queste, sostenibilità, partecipazione, diversità, efficienza di risorse, sviluppo regionale integrato come pure sviluppo economico equilibrato sono gli elementi fondamentali per la preparazione delle decisioni future.
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Roselli, Claudia. "Geografie della memoria e zone di transizione: interpretare le possibilità future di salvaguardia dei legami territoriali a Delhi." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7959.

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Il futuro delle metropoli sarà quello di continuare ad aumentare in dimensioni ed estensioni, fagocitando territorio, oppure ci sarà un momento in cui le cose cominceranno a cambiare, nella consapevolezza collettiva e politica, che è necessario assimilare i concetti di limite e di sostenibilità? Sembra che le svolte economiche globali abbiano già allertato le menti sensibili verso un necessario cambiamento di rotta nella governance urbana. Non è più possibile ignorare le trasformazioni, talvolta molto pericolose, in atto nelle nostre città, ed è piuttosto necessario tentare un loro indirizzamento verso passaggi temporali che considerino l'importanza della memoria collettiva, attivando l'engramma giusto per costruire nuove relazioni antropologiche, culturali e sociali. Nello specifico il paper vuole esaminare la realtà della città di Delhi, la capitale indiana, svelando l'esistenza nel suo corpo di zone di confine territoriali: zone dove ancora è possibile trovare e riconoscere tracce della sua antica origine rurale fatta di mestieri agricoli e artigiani, forni di argilla e terre coltivate. Questa anima della città, costituita da memorie, saperi e relazioni territoriali è stata minacciata, negli ultimi anni, dal desiderio cieco di espansione di imprenditori senza scrupoli e da decisioni non monitorate capillarmente relative ai piani di sviluppo urbanistico, le quali hanno avuto ricadute non prevedibili a spese del territorio e dell'ambiente. Negli ultimi anni, dopo la fine delle aspettative create dai Giochi del Commonwealth, la città ha sviluppato una rete infrastrutturale più veloce, promuovendo l'utilizzo dei mezzi pubblici e creando una rete metropolitana molto efficiente, presupposto iniziale per riconquistare la sua antica fama di città verde. Oltre a queste nuove potenzialità infrastrutturali anche i tessuti connettivi, tra area ed area e le grandi zone di verde urbano ( giardini, parchi e foreste ) potenziano l'ipotesi di trasformare Delhi in una delle più competitive capitali del futuro. Per realizzare questa visione è necessario creare vocabolari, strade e linguaggi, capaci di suggerire lo sviluppo di nuovi modelli di insediamenti urbani sopratutto nelle zone più sensibili ovvero laddove avviene l'incontro tra l'urbano ed il rurale. The future of the metropolis will be to increase in dimension and extension phagocyting territory, or it will be a moment where the things will start to change, in the collective and politic awareness, that it is necessary to absorb the concepts of limits and sustainability? It seems that the global economic turns have already alerted the sensitive minds towards a necessary change of the course of the urban governance. It is not possible to ignore longer, the transformations, sometime very dangerous, in our cities, todays. Rather it is necessary try to addressed them in a time crossing, capable of understanding the importance of the collective memory, attracting the proper engramma to build new anthropological, cultural and social relations. Specifically the paper would like analyze the reality of the city of Delhi, the Indian capital, disclosing the existences, on its body, of some territorial boundaries. Zones where it is possible to find and to recognize tracks of its ancient rural origins made by crafts and agricultural artisan, clay ovens and cultivated lands. This soul of the city, made by memories, knowledges and territorial relations was menaced, on the last years, from the blind wish of expansions of unscrupulous businessman and from decisions not capillary monitored relatively to urban development plans, which have had unpredictable consequences for the territory and for the environment. After the end of the expectations created from the Commonwealth Games, on 2010, the city developed an infrastructural net more quick, promoting the use of the public transports and creating an underground net very efficient, initial assumption to regain its former glory of green city. Over these new infrastructural potentialities also the connective tissues, between area and area and the big zones of urban green, like gardens, parks and forests, they had great potential in themselves to make Delhi one of the most competitive capital of the future.To realize this visions it is necessary to create vocabularies, roads and languages, capable of suggesting the development of new models of urban settlements mainly on the sensitive zones, where it will happen the encounter between urban and rural.
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Borsotti, Marco. "From the invisible from the everyday, the unmentionable towards narrative strategies to explain, understand, remember. New Perspectives on Cultural Preservation." In Systems & Design: Beyond Processes and Thinking. Valencia: Universitat Politècnica València, 2016. http://dx.doi.org/10.4995/ifdp.2016.3211.

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This proposal takes into consideration three categories of unusual narrative, connected to human life - the invisible, the everyday and the unmentionable - often placed in the outer fringe of our attention or completely ignored. The invisible: that which inhabits our world and often influences our lives, even though escaping our awareness because active in dimensions that we cannot see or do not know to guess. The everyday: what accompanies us in every moment of our lives and that produces in us a habit that makes it obvious (and then again, but otherwise invisible). The unmentionable: what happened at some time and somewhere, and the memory of which, for convenience, hypocrisy or convenience, has been removed or put on the edge of our life (and therefore to the visible limits), These categories have been chosen because of paradigmatic of new experiences on Cultural Preservation. The comprehension of the fundamental value of intangible cultural heritage, which came less than ten years ago to be part of the definition of "museum" written by ICOM (International Council of Museums), indeed, has opened new perspectives in the field of curating and of exhibition design, often destabilizing and unexpectedly coincident. Therefore we needs updated languages, more interactive and interdisciplinary towards the construction of a real design of the intangible cultures, able to reflect (and make reflect) on at first sight marginal phenomena, preserving their value of social and historical testimony and making it comprehensible to an audience as broad as possible. The new methods of staging these tales turn the apparent immateriality of knowledge of their socio-cultural values into occasion of development solutions, in form of exhibition design products and related services. We will examine as case studies, among others: for the invisible - l’Amterdam Micropia Musem (ART+COM studios), the World Water Museum (Keti Haliori), the Water Museum (P-06 atelier); for the everyday - the Museum of Broken Relationships (Vištica and Grubišić), the Museum of Obsolete Objects (Jung von Matt), The Museum of Everyday Life (Tidens Samling) for the unmentionable - the Museo Laboratorio della Mente (Studio Azzurro), the Memoria y Tolerancia Museum (Arditti+RDT).DOI: http://dx.doi.org/10.4995/IFDP.2016.3211
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De Gennaro, Tiziana, and Davide De Leo. "Il restauro del castello di Massafra (TA)." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11445.

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Анотація:
The restoration of Massafra’ Castle (TA)Massafra Castle’s restoration project aims to preserve and enhance the monument, redeeming it from the current state of partial abandonment, with the scope to return it to the community. First, an in-depth study of an historical research was carried out together with the analysis of the monument’ superficial and structural degradation to identify the adequate remedies. It was clear that “restoring only the stones” would have not been efficient and therefore finding a new purpose was necessary and essential. Finding a new scope for those kinds of architectures is a matter of great interest, because more than any other type of monuments, those are completely out of their historical context that gave them political, military and economic reason to be built. Therefore, following a sociological investigation, it emerged that the best solution would be create a connection between Massafra and cinematography: there are many cultural organizations in this area and most of them need more dedicated space. Massafra has already been chosen several times as a movie set by famous authors: Il Vangelo secondo Matteo by Pier Paolo Pasolini, Il Paese delle spose infelici by Pippo Mezzapesa and Amiche da morire by Giorgia Farina. This is how the MOVIE (Massafra Omni Vision between Innovation and Cultural Heritage) idea was born, a 360° cinema setting which is unique at a national level and that it would become part of larger cinematographic circuit already flourishing in the Apulia region. The project’s feasibility was then evaluated from a logistic-economic point of view. Furthermore, given the Castle’s location, the project proposes the reopening of ancient paths that connect the monument to the historical town centre and to the Ravine. The project also supports the restoration of rock settlements with its cave houses (currently completely collapsed) that surround the castle’s foundation to divulge hospitality.
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Mancini, Francesco Maria, and Tanja Glusac. "Void of Power." In 24th ISUF 2017 - City and Territory in the Globalization Age. Valencia: Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/isuf2017.2017.6172.

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Анотація:
The history of built environment reflects the rise and fall of political systems, their conflicts, social contradictions and ultimately, the state of being of particular civic societies over time. Former symbols of power, such as ancient monuments, palaces and churches still express their symbolic, economic, cultural and political value which constituted in different ages the motivation for their being. Today these are replaced by new symbols of contemporary economic forces which through skyscrapers express global tendency and power shifts. While such edifices are recognizable embodiments of power and political systems of their time, less visible, yet equally potent, are the shifts and voids in power relations. To fully comprehend the role of architecture in expressing and supporting power structures, it is important to question the concept of architecture as a mere act of presence (construction) and consider instead the void and its complementary aspects: absence, erasure and ideological need for demolition, as expressions of power. This paper considers power within the parameters of void, which extend beyond the notion of “tabula rasa” that has characterized many urban transformations. By considering the emblematic case of Via dell’ Impero, analyzing various ‘iconic’ works of architecture for their role in expressing power of institutions and individuals, and identifying dispersion as an underhanded way of exercising power, this paper proposes a more complex reading of urban transformations. It offers moments of reflection and a shift in research focus in terms of how the void is used today to express and support present power relations.
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