Добірка наукової літератури з теми "Comunità ebraica di Verona"

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Статті в журналах з теми "Comunità ebraica di Verona"

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De Pasquale, Andrea. "I-Tal-Ya books: il censimento digitale dei libri ebraici d’Italia. Un progetto di cooperazione dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, della Biblioteca nazionale centrale di Roma e della Biblioteca nazionale di Israele." DigItalia 15, no. 2 (December 2020): 106–16. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00018.

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Анотація:
Si presenta il progetto recentemente denominato I-Tal-Ya books, iniziato nel 2018, realizzato dall’Unione delle Comunità ebraiche italiane (UCEI) come capofila, con la partnership della Biblioteca nazionale centrale di Roma (BNCR), della Biblioteca nazionale di Israele (NLI) e della Rothschild Foundation Hanadiv Europe (RFHE) che ha garantito il supporto finanziario. L’obiettivo è la realizzazione di un censimento, in un database bilingue, di tutti i volumi presenti nelle biblioteche italiane, dalle origini della stampa ebraica fino al 1960, utilizzando come riferimento il catalogo della NLI per la trascrizione ebraica e il sito Worldcat della Library of Congress, per la traslitterazione in caratteri latini. Ai dati bibliografici si aggiungono anche quelli di esemplare (segnalazioni di marginalia, censure, note di possesso, legature di pregio) e la localizzazione. I volumi inoltre sono digitalizzati nelle pagine principali e più significative. Tutte le informazioni sono allocate nella teca digitale della Biblioteca nazionale centrale di Roma, opportunamente adattata. Si prevede che l’intero progetto includerà un numero complessivo di 35.000 volumi di 14 comunità ebraiche e 25 istituzioni statali.
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Cedarmas, Adonella. "Due Comunità Religiose a Confronto: la Comunità Ebraica e il Centro Culturale Islamico di Trieste." Oriente Moderno 88, no. 1 (August 12, 2008): 75–97. http://dx.doi.org/10.1163/22138617-08801004.

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3

Zappia, Andrea. "Inserire una minoranza nello spazio cittadino. Il caso della comunità ebraica di Genova (1658-1737)." STORIA URBANA, no. 167 (May 2021): 119–45. http://dx.doi.org/10.3280/su2020-167007.

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Анотація:
Il presente studio si propone di ripercorrere le vicende relative alla comunita ebraica genovese, specie nel suo rapporto con gli spazi cittadini, negli anni compresi tra i primi Capitoli della nazione ebrea concessi nel 1658 e l'ultima espulsione dalla citta, decretata nel 1737 e concretizzatasi sei anni dopo. Conseguentemente all'arrivo a Genova di un certo numero di ebrei, nell'agenda politica del patriziato si impose la questione del ghetto, che richiedeva lo studio di soluzioni di natura urbanistica ma che d'altra parte presentava ricadute sociali, economiche e culturali da valutare con grande attenzione. Lo smantellamento dei cancelli del ghetto avvenuto nel 1679, e la collocazione degli ebrei nel tessuto urbano, rendeva necessario ripensare la convivenza tra la popolazione autoctona e questa minoranza. Il mancato raggiungimento dell'equilibrio, le difficolta legate all'individuazione di una nuova area per l'erezione di un nuovo ghetto, oltre al definitivo tramonto dell'idea di riattivare un imponente traffico commerciale con il Levante, furono i motivi che causarono nel 1737 la revoca dei Capitoli e la conseguente cacciata degli ebrei dalla citta.
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Paci, G. "Le iscrizioni in lingua latina del la Cirenaica." Libyan Studies 25 (January 1994): 251–57. http://dx.doi.org/10.1017/s0263718900006397.

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Анотація:
Lo stanziarsi dei Greci in terra di Cirenaica nella seconda metà del VII secolo a.C. e la loro ininterrotta permanenza nella regione fino al tramonto della civiltà antica hanno dato luogo ad una mirabile fioritura di civiltà che noi conosciamo grazie alle testimonianze archeologiche, alla letteratura e alla cospicua messe dei documenti epigrafici: uno sviluppo civile tanto più sorprendente, per la sua ampiezza e ricchezza, ove si consideri l'isolamento in cui la popolazione greca è venuta a trovarsi — dal punto di vista geografico — rispetto alla restante nazione greca e ove si pensi alla forte e continua pressione cui la stessa fu sottoposta, d'altra parte, ad opera della popolazione indigena. Infatti i Greci non furono i soli ad abitare la regione: essi occuparono, arrivando, una terra già abitata da una popolazione libica, mentre successivamente — in età ellenistica — sopraggiunse una forte comunità ebraica; infine è da registrare una presenza romano-italica, pure abbastanza consistente, documentata per via epigrafica (vd. sotto) a partire dal I sec. a.C.La superiore civiltà greca esercitò un forte influsso sulla popolazione libica, o almeno su una parte di essa, e su quella ebraica, che furono più o meno profondamente ellenizzate: tanto che è possibile rintracciare — attraverso l'onomastica — una varia presenza di individui libici ed ebraici nell'epigrafia greca della Cirenaica (Masson 1976; Lüderitz 1983), che ne attesta anche l'avvicinarsi ad alcune istituzioni cittadine. Per contro non abbiamo, almeno finora, una autonoma produzione epigrafica Ubica o semitica dalla regione.
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Zanon, Vittorio. "Ubuntu, io sono perché noi siamo. Empowerment di gruppo per giovani nigeriane vittime di tratta." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (January 2021): 98–112. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-002008.

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Анотація:
Dal 2016 in Veneto ed in particolare a Verona si è registrato un enorme aumento di nigeria-ne vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale. Come servizio sociale del Comune di Verona, all'interno delle azioni del Progetto NAVe Network Antitratta per il Veneto è emersa l'esigenza di essere più efficaci negli interventi dei vari attori coinvolti nel progetto di aiuto alle ragazze per molte difficoltà nella creazione di relazioni interpersonali di fiducia, con conseguenti esiti fallimentari dei percorsi di assistenza, dovuti sia a limiti dei dispositivi di intervento sia alle sempre più complesse problematiche rilevate (scarsa motivazione, com-portamenti adolescenziali, esiti da traumi, aborti, atti autolesivi, tentati suicidi, ricoveri ospe-dalieri, allontanamenti, comportamenti a rischio e devianti, uso inconsapevole dei social net-work, ecc.). C'era l'esigenza di mettersi in discussione e modificare approcci e modalità di intervento, al fine di essere più efficaci nei percorsi di inclusione individuali, cambiare pro-spettiva e rimettere al centro le vere protagoniste dei percorsi di inclusione. Si è quindi scelto di fare un lavoro di gruppo tra minorenni e neomaggiorenni in carico al servizio sociale. Puntando su accettazione incondizionata e autodeterminazione delle perso-ne, si è avviato un percorso di empowerment di gruppo per accompagnare le giovani nige-riane vittime di tratta seguite in un percorso pedagogico antioppressivo di liberazione. Le attività sono condotte e facilitate da tre assistenti sociali, una mediatrice linguistico cultu-rale nigeriana e da una ragazza nigeriana con funzione di peer educator. Da settembre 2018 si sono organizzati incontri di 4-5 ore ogni sei settimane. Come scelta di conduzione delle attività si è scelto di non dare eccessiva strutturazione agli incontri e di utilizzare delle tecniche di animazione per facilitare un clima informale che age-volasse le relazioni e la libera espressione. L'obiettivo principale non è quello di trasmettere contenuti, ma di stimolare un processo di maturazione e consapevolezza del sé. Il messaggio esplicitato da subito era molto chiaro: «come sistema pubblico di assistenza siamo molto in difficoltà: abbiamo bisogno che siate voi stesse a farci capire come aiutarvi meglio». Le ra-gazze hanno così compreso il ruolo di partecipazione attiva richiesto; contemporaneamente la sfida per il servizio sociale ed i sistemi di accoglienza è stata quella di mettersi maggior-mente in gioco, per ridare fiducia alle ragazze e riconoscere loro competenze e capacità nell'autodeterminarsi. Da loro è inizialmente emersa una propensione a concentrarsi su temi legati al presente ed al futuro (la vita in comunità, la stabilizzazione nel territorio italiano, il lavoro, ecc.) ed una tendenza ad evitare tematiche più dolorose (il passato, il viaggio e l'esperienza di tratta, il rapporto con la Nigeria, ma anche in qualche modo il riconoscimento/consapevolezza di uno status di vittima che necessita di protezione). Si sono coinvolti negli incontri vari soggetti esterni soggetti della rete dei servizi, anche di tipo istituzionali (Questura, servizi specialistici sociosanitari, ecc.), affrontando alcune tematiche scelte dalle ragazze (le regole delle comunità, i documenti, la salute, le emozioni, le relazioni interpersonali, ecc.). Dopo un anno e mezzo, si individuano alcuni iniziali indicatori di esito: continuità della pre-senza e partecipazione attiva agli incontri, clima del gruppo, interazioni tra le ragazze all'interno e fuori dal gruppo, creazione di vicinanza e fiducia verso le istituzioni, tenuta dei percorsi di inclusione, maggiore attenzione, consapevolezza e disponibilità a mettersi mag-giormente in gioco, oltre ad un allargamento e coinvolgimento attivo da parte di servizi so-ciosanitari pubblici.
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Balestrieri, Matteo, Rocco Micciolo, Domenico De Salvia, and Michele Tansella. "Confronti e prospettive nella utilizzazione dei Registri Psichiatrici dei Casi." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 1, no. 2 (August 1992): 133–48. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00006655.

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Анотація:
RiassuntoDopo una breve rassegna sui dati di confronto tra Registri Psichiatrici dei Casi (RPC) disponibili nella letteratura internazionale, vengono analizzati gli indici sociodemografici e i tassi standardizzati (per età e sesso) relativi alle attività assistenziali (anni 1987–90) svolte in cinque aree italiane di RPC. Gli indici socio-anagrafici sono risultati correlati con le caratteristiche urbano-rurali del territorio. In ognuna delle cinque aree di registro esisteva, alia fine del 1990, una rete di servizi considerata adeguata rispetto alle esigenze della popolazione. I tassi totali di prevalenza un giorno sono in lieve aumento in tutte le aree di RPC, mentre quelli di prevalenza un anno e incidenza hanno avuto un andamento piuttosto differenziato nelle varie aree. II ricorso al day-hospital è diventato mediamente piu frequente e l'attività territoriale è aumentata dappertutto. Sono diminuiti parallelamente i ricoveri. II fenomeno della lungodegenza è tuttora presente, anche se in forma ridotta, in alcune aree di RPC. I soggetti lungoospitati in comunità sono aumentati in un'area (Arezzo), diminuiti in un'altra (Caltagirone), mentre sono stabili nelle altre aree. I lungoassistiti sono aumentati in quattro aree e in lieve flessione nella quinta (Arezzo). Non e emersa una relazione tra livelli di assistenza psichiatrica erogata e caratteristiche della popolazione di riferimento. Secondo un punteggio assistenziale ponderato di costo lo sviluppo dell'attività assistenziale ha determinato un aumento dei costi a Verona-Sud e ad Arezzo, una diminuzione a Caltagirone e a Legnano e nessuna variazione a Portogruaro.Parole chiaveservizi psichiatrici territoriali, registri psichiatrici dei casi, utilizzazione dei servizi.SummaryAfter a brief review of the literatur on comparison between Psychiatric Case Registers (PCR), this paper analyzes sociodemografic data and 1987-1990 age/sex standardised rates of psychiatric treatment in five Italian areas with a PCR. There was a correlation between sociodemografic indices and urban-rural characteristics of the areas. At the end of 1990 the comprehensive community psychiatric service of each area was considered able to meet the needs of the population. During the four years of our survey, one-day prevalence rates were consistently slighty increasing, while one-year prevalence and incidence rates showed different trend in the five areas. Overall, there was a development of the community services and a decrease of psychiatric admissions. There were still few hospital long-stay patients in some areas, but what is more evident was the increase of the number of long-term patients (hostel long-stay patients and communiy long-term patients). No correlations were evident between levels of psychiatric treatment and characteristics of the populations in the five areas. The development of a comprehensive network of community services required an increase of the costs in Verona-Sud and Arezzo, a decrease in Caltagirone and Legnano, while there was no variation of costs in Portogruaro.
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Pozzi, Sonia. "Pensare a percorsi di lotta all'Early School Leaving e a percorsi di inclusione lavorativa e sociale come lavoro di comunità. L'analisi dei diversi punti di vista condivisi all'interno del Progetto Below 10* in territori di provincia (Cuneo e Verona)." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (April 2019): 63–83. http://dx.doi.org/10.3280/we2017-002004.

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Scuro, Rachele. "Il ghetto di Roma nel Cinquecento: Storia di un’acculturazione. Kenneth Stow. La corte dei papi 25. Rome: Viella, 2014. 268 pp. €25. - Sopravvivere al ghetto: Per una storia sociale della comunità ebraica nella Roma del Cinquecento. Serena Di Nepi. I libri di Viella 161. Rome: Viella, 2013. 264 pp. €27." Renaissance Quarterly 68, no. 3 (2015): 1036–38. http://dx.doi.org/10.1086/683902.

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"Uomini e donne in comunità. (Quaderni di Storia Religiosa, 1.) Verona: Cierre, 1994. Paper. Pp. 350. L 25,000." Speculum 71, no. 03 (July 1996): 783–84. http://dx.doi.org/10.1017/s0038713400134803.

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Baricci, Erica. "LINGUAGGIO, COMICITÀ E PERSONAGGIO FEMMINILE NELL’EPITALAMIO GIUDEO-CATALANO PIYYU? NA’EH." Specula: Revista de Humanidades y Espiritualidad 5, no. 1 (January 31, 2023). http://dx.doi.org/10.46583/specula_2023.1.1099.

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Анотація:
Ad oggi sono noti alla comunità scientifica cinque epitalami giudeo-catalani, conservati in due manoscritti (Gerusalemme, Biblioteca Nazionale Universitaria, ms. 8° 3312 e Oxford, Bodleian Library, ms. Lyell 98) risalenti a metà XV secolo e provenienti da ambiente provenzale. Tra questi, una particolare attenzione spetta a piyyu? na’eh, un ‘canto festivo’ pensato per i festeggiamenti che seguono il rito nuziale. Questo canto è una parodia, dai toni umoristici e dalle forti allusioni erotiche, che si presenta in forma di dialogo tra i due sposi, un vecchio e una ragazza. Il primo non vuole consumare l’amore, data l’età, ma, per l’insistenza della moglie, le propone infine di farsi sostituire da un baldo giovanotto. L’interesse di questo testo riguarda innanzitutto il linguaggio, e in secondo luogo la sua forma letteraria. Per quanto riguarda il linguaggio, esso è scritto in un giudeo-catalano in cui la componente ebraica è sottilmente intrecciata a quella romanza. Gli ebraismi sono funzionali a suscitare il riso del pubblico, perché calati in un contesto triviale in cui la loro sacralità originaria crea un forte e comico contrasto. Alcuni dei termini ebraici hanno mutato il loro significato, assumendone uno connotato, secondo un fenomeno di slittamento semantico tipico dei Jewish Languages. Per questa ragione, piyyu? na’eh è anche un prezioso testimone linguistico di una fase poco attestata, perché alquanto antica, del giudeo-catalano parlato. A livello letterario, piyyu? na’eh è un testo assai ricercato, i cui toni ‘popolareggianti’ sono ottenuti attraverso un sapiente uso del linguaggio ‘colloquiale’, della metrica, della caratterizzazione stereotipica dei personaggi. In questo saggio, presento innanzitutto l’analisi semantica della componente ebraica, approfondendo le varie categorie linguistiche e/o stilistiche in cui possono essere fatti rientrare gli ebraismi del testo, per mostrare come questa dinamica riproduca ed esasperi per intenti comici la prassi linguistica quotidiana degli ebrei catalani dell’epoca e costituisca, dunque, sia un fatto stilistico, sia una preziosa testimonianza storico-linguistica. In secondo luogo, mostro come piyyu? na’eh sia stato composto da un autore dotto che disponeva di fonti letterarie ebraiche e romanze e propongo una contestualizzazione di questo tipo di testo nell’ambito del genere letterario romanzo della pastorella e della canzone di donna, in cui la figura femminile costituisce l’occasione della scenetta umoristica e la giustificazione del ricorso a un codice mistilingue.
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Дисертації з теми "Comunità ebraica di Verona"

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DI, LUCCHIO PIERANGELA. "Fra identità e memoria. Viaggio nella Comunità ebraica di Napoli." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2011. http://hdl.handle.net/10446/923.

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Анотація:
The focus of this thesis is the analysis of the concepts of memory and identity within a religious minority group like the Jewish one. The case-study is the Jewish Community in Naples, one of the smallest communities in Italy (around 184 members). What this study aims at is to bridge the methodological gap between history and anthropology. As a matter of fact, on the one hand the scholars of Hebraism have frequently focused their attention to anthropological investigation methods for a better understanding of the dynamics existing between Jewish and not Jewish over the centuries; while, on the other hand, the anthropologists, non only Italian, have rarely dealt with these subjects. That is the reason why there is an urgent need to study the concepts of memory and identity in this specific cultural situation, which might also help the Jewish culture come out of its persistent isolation and become the object of anthropological investigation. Thus, a transdisciplinary method has been developed to integrate not only anthropologic, historical, psychological and sociological methodologies, but also literary ones. This is clear especially in the analysis of the narrative modes used by the several interviewees to explain their memories both in speaking and writing. Naturally, everything has been carried out constantly keeping in mind that numerous are the reasons underlying the social action. Starting from the local (Naples), considerations will also include more global aspects (the dispersion and Israel). What emerges is a Transnational Community, often inclined to migration, polyglot and, tough deeply Italian, still strictly linked to Israel.
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Biagini, Diletta <1989&gt. "Le confraternite della comunità ebraica di Modena in età moderna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9705/1/TESI%20FINALE-DILETTA%20BIAGINI.pdf.

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Анотація:
Il presente contributo intende ricostruire la vicenda storica delle associazioni caritative ebraiche attive a Modena durante l’età Moderna. Attraverso l’analisi dei registri, che si sono conservati nei più svariati archivi e che sono rimasti fino ad oggi per la maggior parte inesplorati, appartenuti alle diverse compagnie o confraternite modenesi, si è tentato di ricostruire non solo la vicenda storica di questi istituti, ma parte della storia della società ebraica, con le sue problematiche, rinchiusa all’interno del ghetto. Partendo dal concetto misnaico di Sedaqah, fino ad arrivare al concetto filantropico di beneficienza, attraverso il fondamentale il paragone con le confraternite cristiane, e l’analisi delle confraternite delle altre città italiane già ampiamente studiate, tramite lo studio di questi registri, in particolare gli statuti e le regole che queste associazioni si davano, è stato possibile ricostruire aspetti rilevanti della vita materiale e culturale che hanno caratterizzato la collettività ebraica di Modena durante l’età Modena. La comunità modenese era popolata da più di quindici confraternite, attive nello stesso periodo storico, che avevano scopi sia religiosi che di beneficienza verso quella parte della popolazione più bisognosa di aiuto, ed ha ospitato una confraternita tutta al femminile che è risultata essere un unicum in Europa, poiché si è conservata per intero la sua documentazione, cosa non avvenuta per altre confraternite femminili. Questo studio intende fornire una panoramica delle suddette fonti, per la maggior parte inedite, di estrema importanza per la ricostruzione di aspetti rilevanti della vita materiale e culturale della collettività ebraica modenese.
This study intends to reconstruct the historical story of the Jewish charitable associations active in Modena during the modern age. Through the analysis of the registers, which have been preserved in the most varied archives and which have remained until today for the most part unexplored, belonging to the various companies or brotherhoods of Modena, an attempt has been made to reconstruct not only the historical history of these institutes, but part of the history of Jewish society, with its problems, locked up inside the ghetto. Starting from the misnaic concept of Sedaqah, up to the philanthropic concept of charity, through the fundamental comparison with the Christian brotherhoods, and the analysis of the brotherhoods of other Italian cities already extensively studied, through the study of these registers, in particular the statutes and rules that these associations gave themselves, it was possible to reconstruct relevant aspects of the material and cultural life that characterized the Jewish community of Modena during the Modena age. The Modena community was populated by more than fifteen brotherhoods, active in the same historical period, which had both religious and charitable purposes towards that part of the population most in need of help, and hosted an all-female brotherhood that turned out to be unique in Europe, since its entire documentation has been preserved, something that has not happened for other female brotherhoods. This study intends to provide an overview of the aforementioned sources, for the most part unpublished, of extreme importance for the reconstruction of relevant aspects of the material and cultural life of the Modenese Jewish community.
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3

Aureli, Marta <1989&gt. "Un crocevia di culture in Manciuria: Harbin e il caso della comunità ebraica." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4793.

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Анотація:
Alla fine del diciannovesimo secolo l'impero Russo fondò la città di Harbin lungo i binari della Chinese Eastern Railway. Harbin in meno di un secolo dovette affrontare diversi passaggi di potere ai vertici, ma infine quella città che nacque come una colonia russa, che subì la dominazione sovietica e l’occupazione giapponese fu riconsegnata alle autorità cinesi. Grazie alla molte opportunità lavorative che la costruzione della linea ferroviaria offriva, la città registrò una crescita ragguardevole fin dai sui primi anni di vita. Una caratteristica che segnò Harbin già nelle sue fasi iniziali fu la sua multiculturalità: il governo russo incoraggiò fortemente il trasferimento delle minoranze etniche in tutta la Manciuria e molte di queste, spinte dall’atmosfera di tolleranza ed armonia che regnava su Harbin, decisero di partire. Molti membri della comunità ebraica russa decisero di sfuggire dalle leggi razziali che li opprimevano in patria e di stabilirsi nella giovane Harbin, dove riuscirono a costruire in breve tempo una fra le comunità più articolate e compatte di tutta la città. La comunità ebraica di Harbin, di stampo tradizionalista e mossa da ideali sionisti, fu molto attenta nel ricreare nei minor tempi possibili tutte quelle istituzioni necessarie ad appagare ogni aspetto religioso della vita dei fedeli, fra cui due sinagoghe, un cimitero, la torah; ma allo stesso tempo non mancò di sviluppare un dinamico ambiente sociale attraverso le sue molte organizzazioni benefiche, le scuole, i giornali e le diverse organizzazioni politiche. In seguito all’occupazione giapponese della Manciuria negli anni trenta in molti decisero di lasciare la città, spaventati soprattutto dalle ripercussioni che la loro comunità poteva subire a causa dell’avvicinamento del Giappone alla Germania nazista. Anche se questa comunità non considerò mai Harbin come una meta definitiva –piuttosto la vedeva come una residenza temporanea prima di arrivare nello Stato d’ Israele– i suoi membri dopo molti anni sono ancora legati fra loro e continuano a visitare e a celebrare la città di Harbin, di cui serbano un bellissimo ricordo di armonia e prosperità.
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Pulcini, Maria Letizia. "La necropoli di Olmo di Nogara (Verona). Studio paleobiologico dei resti umani per la ricostruzione dell'organizzazione di una comunità dell'Età del bronzo padana." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423764.

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Анотація:
This thesis reports the results obtained during a three years research performed during my Ph.D. course, as a part of an interdisciplinary project. This project, started in 2006 in cooperation with Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto and Dipartimento dei Beni Culturali dell'Università di Padova, has been aimed at the completion of the anthropological study regarding the skeletal evidences found in the necropolis of Olmo di Nogara (Verona). The graveyard, excavated during the 80’s by Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto and dated between Middle and Recent Bronze Age, is one of the most relevant protohistoric necropolis in Italy and Europe. Its great importance is in the first place related to the presence of grave goods that suggest in a very explicit way the various characteristics (age, sex and rank) of the buried individuals; secondly, but of no less importance, the skeletal remains, which belong both to adult and subadults subjects, are in remarkable state of conservation and anatomic completeness. The necropolis, characterized by two different burial rituals, counts over 500 burials - 471 inhumations and 62 cremations - and, thanks to the above mentioned very good state of conservation, it has been possible to conduct a complete osteological and chemical analysis on over 89% of the sample. Within the research: 1) a reconstruction of the biological profile of each individuals has been performed, regarding their sex, age of death, height and strength, and focusing on determining their occupations and health conditions; 2) each existing lesion of traumatic origin - by means of accidental events or interpersonal violence - has been analyzed, using, where possible, TAC and laser scanners; 3) the paleodemographic profile of all the subjects has been carried out; 4) data coming from antropological, paleonutritional and paleodemographic studies have been integrated with archeological data, in order to outline the characteristics of Olmo di Nogara community for what concerns its social aspects.
La presente tesi di dottorato si inserisce in un progetto interdisciplinare - avviato nel 2006 in collaborazione tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto e il Dipartimento dei Beni Culturali dell'Università di Padova – che ha previsto il riesame antropologico completo del materiale scheletrico della necropoli di Olmo di Nogara (Verona). Si tratta di uno dei sepolcreti più importanti dell’intera protostoria italiana ed europea. La rilevanza della necropoli, scavata a partire dalla fine anni ‘80 del ‘900 dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto e databile tra il BM(1/)2 e BR2, è legata sia alla presenza di codici funerari che manifestano in maniera esplicita le distinzioni di età, sesso e rango/ruolo dei defunti, sia, soprattutto, all’eccellente stato di conservazione e alla completezza anatomica dei resti scheletrici umani, appartenenti a soggetti sia adulti sia infantili. La necropoli, a rito misto, consta di oltre 500 sepolture - 471 inumazioni e 62 incinerazioni - e le già citate ottime condizioni di conservazione hanno consentito una studio osteologico completo e analisi chimiche su oltre l’89% del campione. La ricerca ha previsto: 1) la ricostruzione del profilo biologico (sesso, età alla morte, statura e robustezza), di ciascun individuo, con indagini mirate alla ricostruzione dello stato di salute e delle attività occupazionali 2) l'analisi di eventuali lesioni di origine traumatica - accidentali, e/o esito di violenza interpersonale - anche mediante l’uso di metodologie di rilevamento TAC e laser scanner 3) la ricostruzione del profilo paleodemografico 4) infine, l'integrazione tra dati antropologici, paleonutrizionali e paleodemografici e dati archeologici, in funzione della lettura sociale del complesso.
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Stella, Attilio. "Signoria ecclesiastica e comunità rurali nel medioevo (secoli XII-XIII). S. Giorgio in Braida di Verona e i villaggi del Fiumenovo. Ecclesiastic Lordship and Rural Communities in the Middle Ages (12-13th c.). St Giorgio in Braida of Verona and the villages of Fiumenovo." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2014. https://hdl.handle.net/11572/369051.

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Анотація:
The thesis analyses the relationships between the urban church of Verona and three of its subject villages (Cologna, Sabbion and Zimella), located in the eastern territory of Verona's district in the Communal Age. The introductive chapter is aimed at defining the object and the chronology of the research, and the 'status quaestionis' concerning rural lordship in the Italian historiography. The first section focuses mostly on the urban milieu, where the canons of St Giorgio lived and built their strategies and connections with the communal establishment. The second section analyses the environmental, settlement, social and institutional development of the three mentioned villages, contextualised in the dialectics between the city-state and the seigniorial powers in the district. The thesis includes two appendices consisting in the edition of 26 previously unpublished documents coming from the Vatican Archives and the State Archive of Verona.
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RONCOLATO, Stefania. "La comunità ebraica di Verona nel XVI secolo (1539-1600)." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/11562/348886.

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L'obiettivo di questa tesi dottorale è quello di ricostruire la trasformazione sociale e culturale della comunità ebraica di Verona nel Cinquecento, in una fase cruciale del suo sviluppo e del suo assestamento, principalmente con l'ausilio dei registri contenenti i verbali delle decisioni adottate lungo il secolo. La fonte principale per il lavoro di ricerca è, infatti, costituita dai registri originali redatti dagli scrivani della comunità ebraica di Verona nel XVI secolo conservati presso la Biblioteca Nazionale dell'Università di Gerusalemme. Qui si trova, infatti, una parte del materiale archivistico della comunità ebraica di Verona: ciò che è sopravvissuto al tempo è tutto originale, così come uscì dalle mani dei redattori e, a quanto pare, risulta la più antica documentazione seriale prodotta da una comunità ebraica. Quattro di questi registri comunitari sono stati trascritti da Y. Boksenboim che ha provveduto a fare una chiara edizione divisa in 3 volumi. I primi due costituiscono l'oggetto della tesi poiché coprono l'arco cronologico che va dal 1539 al 1600, anno dell'entrata degli ebrei veronesi nel ghetto. I registri contengono la trascrizione delle assemblee comunitarie, sporadiche all'inizio, molto più frequenti nel corso degli anni. Questi manoscritti sono gli unici documenti cinquecenteschi esistenti appartenuti alla comunità ebraica veronese, non sono mai stati tradotti, solo consultati da alcuni studiosi che nel passato hanno fatto ricerche su argomenti specifici. La lettura dei manoscritti ha confermato come esistessero molti altri registri in comunità ma che sono andati perduti. Un lungo lavoro di traduzione e di schedatura analitica ha costituito la premessa indispensabile di questo lavoro, e ha permesso di accumulare una consistente serie di dati di carattere istituzionale, socio-economico e prosopografico. La possibilità di ancorare lo studio ad un corpus documentale cronologicamente continuo ha consentito di seguire passo passo il consolidamento della comunità ebraica veronese, ma soprattutto di acquisire una visuale dall'interno, di entrare nel vivo del gruppo, di ricostruire relazioni sociali, comunitarie e familiari. I registri contengono molte informazioni sulle vicende della locale comunità ebraica nel Cinquecento, gruppo che si sviluppa numericamente e culturalmente lungo il secolo sino a raggiungere, nel ghetto (1600), una consistenza numerica di circa quattrocento persone. I dati estrapolati forniscono anche preziose informazioni sulla provenienza degli ebrei che giungono a Verona. Rivelano anche le loro attività economiche ed i ruoli svolti nelle maglie del tessuto urbano, i numerosi aspetti della vita pubblica e privata, le relazioni con le comunità ebraiche limitrofe, i rapporti con le istituzioni veneziane e cittadine e con la società cristiana, importanti dettagli sulla lingua parlata e scritta. I testi forniscono una precisa descrizione dell'organizzazione amministrativa, giurisdizionale e fiscale della comunità e delle tante vicissitudini relative alla reclusione degli ebrei veronesi nel ghetto. Sono affiorati anche molti dati relativi alla vita privata, al rito ed alla tradizione: l'ultimo capitolo è stato dedicato interamente alla vita religiosa e cultuale, alle cariche comunitarie, alla sinagoga e al cimitero, ma anche alle forme associative ed alle opere di beneficenza. L'attenzione è stata di frequente rivolta anche ai protagonisti meno noti della storia, spesso lasciati nell’anonimato, che acquistano in questo lavoro un’importanza, un senso storico. Alle fonti interne alla comunità ebraica dono state accostate le fonti locali conservate presso l'Archivio di Stato di Verona. All'arco dei sessant'anni che ha permesso di collocare le dinamiche della comunità ebraica di Verona all'interno delle complesse vicende nazionali ed internazionali della repubblica di Venezia, è stato affiancato - per una più organica analisi comparativa - il confronto con le comunità ebraiche di Padova e Mantova.
This doctoral thesis intends to reconstruct and describe the history, traditions and life of the Jews in Verona, Italy during the 16th century. The fundamental data for this research are culled from the community Minutes Books. Almost two decades ago, Yakov Boksenboim edited three volumes that include several outstandingly important Veronese Minutes Books. Four of them (included in volumes 1-2) have been translated by the author of this work from Hebrew into Italian: they contain the resolutions passed at the meetings of the Jewish community's council of Verona between 1539 and 1600. The wording of the resolutions is brief and succinct. Only the actual decisions are recorded, without reference to the discussions that preceded them. The minutes are in chronological order and include both date and a list of the attendees. The records deal with all aspects of the community's activities and accurately reflect its internal structure, organization and inner life. The dissertation delineates the main features of the established organizational framework of the community: its councils, officials, regulations and ordinances, financial system and tax regulations. It fleshes out the picture of the economic and social standing of its members, their businesses and professions, as well as their religious life, their educational institutions and the blossoming of pious confraternities for public assistance. The dissertation concentrates on nomenclature and genealogy of Veronese Jewish society, as well as on the languages spoken by the Jews in Verona and on the local printing of books in Yiddish and Hebrew. Special attention is paid to relations with gentiles and with neighbouring Jewish communities such as those in Mantua and Padua and to developments during the period of the erection of the Ghetto (1599-1600).
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PAPAVERO, Luca. "Dinamiche economiche e mutamento sociale in due comunità del territorio veronese. Cerea e Soave tra Sei e Settecento." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/11562/348971.

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Анотація:
Le questioni che la presente ricerca intende approfondire appartengono prevalentemente al settore della storia economica e sociale che si occupa delle società rurali. Il contesto di riferimento è costituito da due comunità del territorio veronese, Cerea e Soave, scelte in base alla loro collocazione geografica (pianura e collina), alle loro peculiarità economiche, nonché alla disponibilità del materiale archivistico. Le tematiche che questo studio pone in risalto riguardano soprattutto i processi di formazione e trasformazione di quella ‘borghesia rurale’ che, tra Sei e Settecento, in un ambiente caratterizzato da piccoli e piccolissimi possidenti, è formata da soggetti che dispongono nella maggior parte dei casi di risorse limitate. Tuttavia non mancano individui dotati di una discreta porzione di terre e di disponibilità monetarie tali da poter esercitare attività finanziarie come il prestito ad interesse. L’arricchimento di questi gruppi sociali consente loro di ritagliarsi una posizione di vertice all’interno delle comunità, come dimostra il ritrovamento di alcuni di loro all’interno dei consigli comunali o legati ad incarichi di pubblica amministrazione. In un quadro connotato da attività legate prevalentemente al settore primario, in cui l’elemento fondamentale non solo per la quotidiana sussistenza, ma anche per l’arricchimento e la promozione sociale, è la terra, abbiamo voluto dedicare particolare attenzione all’individuazione e all’osservazione di alcune famiglie, ma anche di alcune singole figure, che si distinguono sia per la loro vivacità ed intraprendenza economica, ma anche per il loro ruolo sociale e istituzionale all’interno della comunità.
The questions that this research will deepen mainly belong to the field of economic and social history that deals with rural society. The framework consists of two communities in the Verona area, Cerea and Soave, chosen according to their geographical location (lowland and hill), economic characteristics and availability of archival records. The issues that this study highlights concern especially the processes of economic development and social changing of the 'rural bourgeoisie' that between the seventeenth and eighteenth century, in an environment characterized by small and smallest landowners, is made up of individuals who have in most cases limited resources. However there are individuals with a good portion of land and cash equivalents such as to conduct financial activities as giving loans on pawn. The enrichment of these groups allows them to carve out a leading position within the community, as evidenced by the discovery of some of them inside the town councils or commissions related to public administration. In a context characterized by activities related mainly to the primary sector, in which the key not only for daily subsistence, but also for the enrichment and social advancement, is the landed property, we wanted to pay particular attention to identifying and watching of some families, but also some individual figures, which stand out both for their economic vitality and initiative, but also for their social and institutional role within the community.
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Книги з теми "Comunità ebraica di Verona"

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Daniela, Bramati, Piattelli Crescenzo, and Tamani Giuliano, eds. La biblioteca della comunità ebraica di Verona: Il fondo ebraico. Verona: Biblioteca civica di Verona, 1999.

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2

Marcelli, Ilaria. L'archivio dela comunità ebraica di Firenze. Firenze: Archimeetings, 2006.

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3

Colorni, Emanuele. La comunità ebraica mantovana: Appunti di storia. Mantova: Mantova ebraica, 2000.

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Benedetti, Silvia. Incontro con la comunità ebraica di Firenze. Firenze: Giuntina, 2006.

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5

Benedetti, Silvia. Incontro con la comunità ebraica di Firenze. Firenze: Giuntina, 2006.

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6

Storia della comunità ebraica di Rodi: (1912-1947). Roma: TAB edizioni, 2022.

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Viterbo, Lionella. La comunità ebraica di Firenze nel censimento del 1841. Roma: Edizioni di storia e letteratura, 2010.

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8

Lionella, Viterbo, ed. La comunità ebraica di Firenze nel censimento del 1841. Roma: Edizioni di storia e letteratura, 2004.

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9

Aldo, Luzzatto, ed. La comunità ebraica di Venezia e il suo antico cimitero. Milano: Il polifilo, 2000.

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10

Tra identità e memoria: Viaggio nella comunità ebraica di Napoli. Bologna: CLUEB, 2012.

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Частини книг з теми "Comunità ebraica di Verona"

1

Zinno, Angela. "1. Dalla comunità ebraica al teatro stabile." In Il teatro di Stefano Massini, 3–21. Accademia University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.4000/books.aaccademia.11338.

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Nanetti, Andrea. "12 • La comunità ebraica in Modone e Corone (1334-1500)." In Studi di storia. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-544-5/012.

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