Добірка наукової літератури з теми "Zona di transizione"

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Статті в журналах з теми "Zona di transizione"

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Maffi, Luciano. "Vigne e vini in Oltrepò Pavese. Dalla lunga transizione allo sviluppo." STORIA IN LOMBARDIA, no. 1 (April 2022): 131–48. http://dx.doi.org/10.3280/sil2021-001008.

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Анотація:
L'evoluzione della viticoltura e dell'industria enologica in Oltrepò Pavese dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta del Novecento si caratterizza per i numerosi cambiamenti che hanno interessato la coltivazione della vite, la produzione e il commercio del vino. In quel periodo, accanto a una serie di fattori critici, si assiste al verificarsi di fattori positivi quali il miglioramento della qualità del prodotto e l'affermarsi delle prime forme di tutela delle zone di origine. Tali aspetti hanno consentito alla produzione locale di raggiungere un livello qualitativo nettamente migliore, in particolare a partire dagli anni Ottanta, rispetto agli andamenti precedenti che erano maggiormente focalizzati sul potenziamento di tipo quantitativo. È degli stessi decenni la tipizzazione in termini di vini prodotti che permettono all'Oltrepò di contraddistinguersi a livello regionale e nazionale, specialmente nella produzione di Spumante Metodo Classico. L'attività di Antonio Giuseppe Denari e di Bianchina Alberici, figure emblematiche della vitivinicoltura oltrepadana, ha consentito di analizzarne vari aspetti caratterizzanti lo sviluppo in anni di grandi trasformazioni sociali ed economiche.
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Arcidiacono, Davide, and Luigi di Cataldo. "Trading Zone e Platform Capitalism: intere trans-disciplinarità tra sociologia e diritto." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 164 (December 2022): 183–208. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-164010.

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Анотація:
La transizione digitale e la "piattaformizzazione" del lavoro rappresentano una sfida del nostro tempo che richiede uno sforzo trans-disciplinare. Si tratta di defini-re delle "trading zone", spazi d'incrocio tra saperi in cui definire la migrazione di componenti scientifiche da un dominio ad un altro. L'articolo, attraverso il con-fronto sistematico della letteratura giuridica e sociologica sul tema del lavoro di piattaforma, individua quattro trading zone principali: il riconoscimento del lavoro umano; la qualificazione giuridica dei rapporti di lavoro; il valore del lavoro; l'organizzazione degli interessi collettivi. Le trading zone da noi individuate non sono soltanto spazi di riflessione e integrazione tra discipline diverse ma forniscono anche indicazioni di policy per dipanare le complessità del lavoro digitale nella so-cietà algoritmica.
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López de Lucio, Ramón. "Comercio y periferia: El caso de la región de Madrid." Ciudades, no. 10 (February 1, 2018): 185. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.10.2007.185-202.

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Анотація:
Le attività commerciali in Spagna hanno vissuto negli ultimi trenta anni dei cambiamenti sostanziali, accompagnati dalle trasformazioni nelle relazioni di tali attività con lo spazio urbano ed il trasporto pubblico. La città si è frammentata, le sue parti si sono specializzate e nella struttura insediativa della città diffusa sono sorte le grandi superfici commerciali extraurbane.Gli anni ottanta sono stati un periodo di transizione. A Madrid sono stati aperti dei grandi magazzini in centro e contemporaneamente dei centri commerciali nelle zone periferiche. Negli anni novanta si verifica una esplosione di grandi strutture nell’area metropolitana. All’inizio del nuovo secolo, i centri commerciali rappresentano le nodalità territoriali della regione urbana di Madrid. Nasce una nuova gerarchia dei centri urbani, influenzata dalla localizzazione di questi nuovi complessi commerciali. La presenza di queste superfici in Spagna diventa tripla rispetto a quella europea.I nuovi formati commerciali generano degli effetti sulle reti tradizionali e sulla vitalità dello spazio urbano.
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Palestrini, C., A. Simonis, and M. Zunino. "Modelli di distribuzione dell'entomofauna della Zona di Transizione Cinese, analisi di esempi e ipotesi sulle origini." Biogeographia – The Journal of Integrative Biogeography 11 (1987). http://dx.doi.org/10.21426/b611110243.

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Bonavita, Paolo, and Augusto Vigna Taglianti. "Le Alpi orientali come zona di transizione nel popolamento dei bembidini (Coleoptera, Carabidae)." Biogeographia – The Journal of Integrative Biogeography 26 (2005). http://dx.doi.org/10.21426/b626110564.

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CALOI P. "La zona di transizione fra mantello e nucleo terrestri è stratificata : sua probabile origine." Annals of Geophysics 20, no. 1 (May 2, 2011). http://dx.doi.org/10.4401/ag-4988.

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Viviana, Perfetto, and D'Ambrosio Antonio. "La riabilitazione con tecniche cognitivo-comportamentali nel paziente con sindrome di asperger per una transizione nell’etá adulta." Journal of Advanced Health Care, May 18, 2020. http://dx.doi.org/10.36017/jahc2005-005.

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Анотація:
E’ stata ormai ampiamente dimostrata l’efficacia delle tecniche cognitivo – comportamentali in moltissimi disturbi di natura psichiatrica, ma ancora oggi le evidenze lasciano una zona d’ombra sull’applicazione di questi interventi ai disturbi generalizzati dello sviluppo. Questo studio si propone quindi di individuare e trattare alcune delle problematiche tipicamente presenti in questi soggetti, riconducibili alle aree del contatto visivo, della risposta al nome, e del linguaggio espressivo e recettivo. Il campione è rappresentato da dieci pazienti adolescenti con diagnosi di Sindrome di Asperger, afferenti al PAIDèS (polo aziendale di intervento sui disturbi generalizzati dello sviluppo) dell’ASL Napoli 2. Per ogni paziente, valutato utilizzando ADI-R e ADOS, sono stati individuati tre obiettivi mediante la compilazione di un’apposita check list; lo scopo dello studio è quello di stimare l’apprendimento di tali abilità su breve termine, verificando se l’utilizzo di tecniche cognitivo – comportamentali rappresenti un metodo più rapido per migliorare alcuni aspetti del comportamento e dell’interazione in questi soggetti. Gli obiettivi sono stati concordati con i genitori dei pazienti, in modo tale da evidenziare gli aspetti maggiormente problematici ed individuare target terapeutici raggiungibili in un breve periodo di tempo. L’ADI-R e l’ADOS si sono rivelati ottimi strumenti di valutazione, completi e complementari, che consentono una visione ampia del passato e del presente dei pazienti coinvolti; la check list è stata invece utilizzata durante i primi incontri per individuare gli obiettivi su cui impostare il lavoro successivo, ed alla fine dello studio per poterne valutare l’effettivo raggiungimento. E’ previsto, infine, un follow up a 6 mesi con ADOS e check list per valutare il mantenimento nel tempo dei risultati ottenuti.
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Palestrini, Claudia, and Mario Zunino. "L'analisi dell'entomofauna nelle Zone di Transizione: prospettive e problemi." Biogeographia – The Journal of Integrative Biogeography 12 (1988). http://dx.doi.org/10.21426/b612110278.

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Дисертації з теми "Zona di transizione"

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MARIANGELA, GENTILE. "Struttura fine della zona di transizione ciliare e localizzazione della proteina CEP290 durante la ciliogenesi nell'organismo modello Chlamydomonas reinhardtii." Doctoral thesis, Università di Siena, 2019. http://hdl.handle.net/11365/1072464.

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Анотація:
Ciglia e flagelli, i due termini sono intercambiabili, sono organelli cellulari altamente conservati nel corso della evoluzione delle cellule eucariotiche, dove svolgono ruoli quali la motilità cellulare, o la propulsione dei fluidi sulla superficie degli epiteli ciliati o la ricezione di stimoli meccanici e chimici dalla matrice extracellulare. Recentemente è stato anche dimostrato il loro coinvolgimento nella regolazione del ciclo cellulare. Difetti nei meccanismi di assemblaggio e mantenimento funzionale in ciglia e flagelli comportano l’insorgenza di patologie di varia gravità spesso caratterizzate da vere e proprie sindromi per le quali è stato coniato il termine ciliopatie. Il sostanziale aumento dell’incidenza delle ciliopatie insieme alla loro severità, hanno posto in evidenza la necessità di comprendere sempre più a fondo i meccanismi implicati nell’assemblaggio, mantenimento e funzionalità delle ciglia negli eucarioti compreso l’uomo. Sebbene infatti questi organelli siano stati oggetto di numerosi studi, c’è ancora molto da comprendere circa la loro morfologia funzionale. Molte evidenze indicano che i complessi proteici precursori del proteoma flagellare, vengono sintetizzati nel comparto citoplasmatico, ma devono essere poi trasportati o diffondere nel comparto flagellare per consentire l’accrescimento e il successivo mantenimento funzionale delle ciglia. E’ altresì noto che l’ammissione dei precursori destinati al comparto flagellare sia selettiva e che la selezione avvenga a livello del poro ciliare, anche conosciuto come Zona di Transizione (TZ) che si trova alla base di ciglia e flagelli. La TZ ha una struttura piuttosto conservata ed è altresì noto che gruppi di proteine organizzati in moduli costruttivi e funzionali quali ad esempio le Nefrocistine e le Meckeline, presenti a livelli diversi della TZ, siano coinvolti nella funzione di essa; sappiamo anche che mutazioni per queste proteine comportano disordini funzionali nelle ciglia che conducono a loro volta alla comparsa di varie ciliopatie nell’uomo e fenotipi alterati in vari organismi modello. Varie evidenze indicano che la proteina CEP290, conosciuta anche come nefrocistina-6 nelle ciglia umane, sia presente a livello della TZ e che sue delezioni siano in grado di compromettere il controllo dell’assemblaggio ciliare. Inoltre è dimostrato che la mutazione di questa proteina sia presente in alcune ciliopatie come la Amaurosi congenita di Leber, la sindrome di Meckel, e quella di Joubert. Recenti lavori realizzati mediante tecniche di immunofluoroscenza e immunoelettro microscopia indicano che CEP290 è localizzata a livello della TZ. Ma il suo ruolo specifico non è ancora conosciuto. Il lavoro di tesi si è focalizzato sullo studio ultrastrutturale e la modellistica 3D della TZ in ceppi selvaggi e nel mutante per CEP290 dell’organismo modello Chlamydomonas reinhardtii. durante l’accrescimento flagellare dopo deflagellazione indotta tramite shock di pH. Sono state selezionate due popolazioni cellulari: una fissata all’inizio della rigenerazione e l’altra dopo 90 minuti dalla deflagellazione. I dati presentati in questa tesi, sono stati ottenuti impiegando tecniche avanzate di microscopia elettronica come la tomografia elettronica in doppio asse di tilt, su sezioni spesse di campioni inclusi in resina. Le analisi ed elaborazioni post imaging dei modelli 3D della TZ, hanno permesso di studiare la distribuzione spaziale delle componenti strutturali di questo particolare comparto. L’analisi comparativa tra cellule di ceppo selvaggio e mutante per la proteina CEP290 ha permesso di osservare la struttura fine della TZ all’inizio ed alla fine della rigenerazione. E’ stato così possibile identificare significativi cambiamenti nella estensione e nella organizzazione strutturale delle wedge shaped structures (WSS) che in C. reihardtii si dipartono dall’hub centrale della TZ ma si estendono alla membrana flagellare solo alla fine della maturazione flagellare. I nostri studi hanno consentito altresì di dimostrare l’assenza di questo cambiamento nelle WSS durante la rigenerazione flagellare del ceppo mutante CEP290 nel quale esse non raggiungono mai il contatto con la membrana flagellare lasciando libero lo spazio della TZ dove transitano i treni del trasporto intraflagellare. Era stato dimostrato in letteratura che CEP290, risultasse localizzata tramite immunomarcatura in post-embending a livello delle Y-link presenti nella TZ di C. reinhardtii e come queste strutture risultassero assenti nel mutante CEP290. Un nostro studio successivo aveva invece rivelano la presenza delle Y-link nello stesso ceppo. Abbiamo allora deciso di implementare i dati di localizzazione della proteina CEP290 ottimizzando la metodica del post-ebbending immuno labeling associata al Gold-Enhance, impiegando cellule wt a inizio e fine rigenerazione flagellare. I dati ottenuti hanno mostrato una localizzazione della proteina CEP290 nello spazio compreso tra Basal Body e TZ in associazione alla parete dei doppietti microtubulari rivolta verso il lume della TZ ed anche sulle transition fibers (TF) che ancorano il basal body alla membrana cellulare e fungono da filtro molecolare caratteristico del poro ciliare. Abbiamo quindi potuto stabilire con precisione di questa proteina nel gate ciliare. Questi dati ed i protocolli analitici messi a punto nei nostri laboratori, aprono nuove ed interessanti prospettive per studi di localizzazione ad alta risoluzione, anche in tomografia elettronica, di altre proteine presenti nei moduli organizzativi della TZ altresì in altri modelli cellulari con evidenti vantaggi nella comprensione della morfologia funzionale del poro ciliare.
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Ceciarini, Pietro. "Progetto BackBO Studio di fattibilità per la gestione dei rifiuti da imballaggio attraverso il sistema del vuoto a rendere all’interno della zona universitaria di Bologna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15778/.

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Анотація:
In questo lavoro di Tesi viene presentato lo studio per la realizzazione di una modalità di gestione dei rifiuti da imballaggio alternativa, all’interno della Zona Universitaria di Bologna. Il modello ideato è basato sul principio del vuoto a rendere, una pratica per il recupero dei packaging attraverso il deposito cauzionale. L'iniziativa, denominata “BackBO”, può costituire una delle tante attività del progetto europeo “ROCK – Horizon 2020”, il cui intento è quello di rigenerare e rivalorizzare il centro storico di Bologna. “BackBO” prende spunto dal Pfandflaschensystem, uno dei sistemi di vuoto a rendere tedesco tra i più efficienti al Mondo. Per questo motivo, il presente studio è partito analizzando in maniera approfondita il sistema tedesco, attraverso il confronto di vari studi e ricerche svolti riguardo questo modello e valutando la possibilità di realizzazione di un sistema simile nella ZU, l’area d’intervento del progetto. A causa dei limiti territoriali, infatti, il progetto include soltanto rivenditori e clienti nel cerchio degli stakeholder. “BackBO” svolge un ruolo simile a quello della DPG, ovvero di regolare e controllare l’intero organismo. L’organizzazione funziona attraverso la concessione di un'etichetta unica e codificata ai rivenditori aderenti, i quali conferiscono la cauzione a “BackBO”. Successivamente, i venditori applicano l’adesivo sui loro prodotti e li vendono richiedendo una cauzione che verrà restituita quando riporteranno l'imballaggio vuoto. “BackBO” raccoglie i contenitori dai fornitori, corrisponde la cauzione e quindi vende il materiale raccolto. Qualora il progetto mostrasse risultati positivi e significativi, sarebbe utile considerare la possibilità di estendere il sistema in tutta Italia. L'implementazione di un sistema nazionale di rimborso dei depositi per imballaggi di bevande riutilizzabili e “usa e getta”, compresi produttori e grossisti, può portare a numerosi vantaggi e benefici ad ogni parte interessata del ciclo.
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Di, Pietro Valentina. "Studio degli interventi di sicurezza nelle zone di transizione della SP 610 "Selice-Montanara"." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/4910/.

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Magris, Paolo. "Studio della sicurezza stradale nelle zone di transizione: gli interventi sulla sp 610 "selice-montanara"." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6050/.

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Книги з теми "Zona di transizione"

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Bressan, Massimo, and Sabrina Tosi Cambini. Zone di transizione: Etnografia urbana nei quartieri e nello spazio pubblico. Bologna: Il mulino, 2011.

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Тези доповідей конференцій з теми "Zona di transizione"

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Roselli, Claudia. "Geografie della memoria e zone di transizione: interpretare le possibilità future di salvaguardia dei legami territoriali a Delhi." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7959.

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Анотація:
Il futuro delle metropoli sarà quello di continuare ad aumentare in dimensioni ed estensioni, fagocitando territorio, oppure ci sarà un momento in cui le cose cominceranno a cambiare, nella consapevolezza collettiva e politica, che è necessario assimilare i concetti di limite e di sostenibilità? Sembra che le svolte economiche globali abbiano già allertato le menti sensibili verso un necessario cambiamento di rotta nella governance urbana. Non è più possibile ignorare le trasformazioni, talvolta molto pericolose, in atto nelle nostre città, ed è piuttosto necessario tentare un loro indirizzamento verso passaggi temporali che considerino l'importanza della memoria collettiva, attivando l'engramma giusto per costruire nuove relazioni antropologiche, culturali e sociali. Nello specifico il paper vuole esaminare la realtà della città di Delhi, la capitale indiana, svelando l'esistenza nel suo corpo di zone di confine territoriali: zone dove ancora è possibile trovare e riconoscere tracce della sua antica origine rurale fatta di mestieri agricoli e artigiani, forni di argilla e terre coltivate. Questa anima della città, costituita da memorie, saperi e relazioni territoriali è stata minacciata, negli ultimi anni, dal desiderio cieco di espansione di imprenditori senza scrupoli e da decisioni non monitorate capillarmente relative ai piani di sviluppo urbanistico, le quali hanno avuto ricadute non prevedibili a spese del territorio e dell'ambiente. Negli ultimi anni, dopo la fine delle aspettative create dai Giochi del Commonwealth, la città ha sviluppato una rete infrastrutturale più veloce, promuovendo l'utilizzo dei mezzi pubblici e creando una rete metropolitana molto efficiente, presupposto iniziale per riconquistare la sua antica fama di città verde. Oltre a queste nuove potenzialità infrastrutturali anche i tessuti connettivi, tra area ed area e le grandi zone di verde urbano ( giardini, parchi e foreste ) potenziano l'ipotesi di trasformare Delhi in una delle più competitive capitali del futuro. Per realizzare questa visione è necessario creare vocabolari, strade e linguaggi, capaci di suggerire lo sviluppo di nuovi modelli di insediamenti urbani sopratutto nelle zone più sensibili ovvero laddove avviene l'incontro tra l'urbano ed il rurale. The future of the metropolis will be to increase in dimension and extension phagocyting territory, or it will be a moment where the things will start to change, in the collective and politic awareness, that it is necessary to absorb the concepts of limits and sustainability? It seems that the global economic turns have already alerted the sensitive minds towards a necessary change of the course of the urban governance. It is not possible to ignore longer, the transformations, sometime very dangerous, in our cities, todays. Rather it is necessary try to addressed them in a time crossing, capable of understanding the importance of the collective memory, attracting the proper engramma to build new anthropological, cultural and social relations. Specifically the paper would like analyze the reality of the city of Delhi, the Indian capital, disclosing the existences, on its body, of some territorial boundaries. Zones where it is possible to find and to recognize tracks of its ancient rural origins made by crafts and agricultural artisan, clay ovens and cultivated lands. This soul of the city, made by memories, knowledges and territorial relations was menaced, on the last years, from the blind wish of expansions of unscrupulous businessman and from decisions not capillary monitored relatively to urban development plans, which have had unpredictable consequences for the territory and for the environment. After the end of the expectations created from the Commonwealth Games, on 2010, the city developed an infrastructural net more quick, promoting the use of the public transports and creating an underground net very efficient, initial assumption to regain its former glory of green city. Over these new infrastructural potentialities also the connective tissues, between area and area and the big zones of urban green, like gardens, parks and forests, they had great potential in themselves to make Delhi one of the most competitive capital of the future.To realize this visions it is necessary to create vocabularies, roads and languages, capable of suggesting the development of new models of urban settlements mainly on the sensitive zones, where it will happen the encounter between urban and rural.
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