Добірка наукової літератури з теми "Viaggi in Adriatico"

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Статті в журналах з теми "Viaggi in Adriatico"

1

Guida, Patrizia. "Etnografia e Storiografia negli scritti odeporici di Fulvia Miani Perotti." SPONDE 2, no. 1 (December 28, 2022): 113–28. http://dx.doi.org/10.15291/sponde.4092.

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Анотація:
Attraverso i suoi scritti odeporici la scrittrice pugliese Fulvia Miani Perotti (1844 - 1931) ri-afferma l’identità regionale e con essa le tradizioni del genius loci secondo l’azione di propaganda di quelli che sono gli assi portanti della ricerca demologica in Italia negli anni post-unitari, ovvero il rapporto tra identità regionale e identità nazionale. Il saggio prende in analisi, in particolare, il suo volume di racconti, Profili e paesaggi, che contiene tre lunghi racconti di viaggio (Su pe’ Colli, Riva Adriatica, Nella Magna Grecia), in cui la scrittrice descrive la società rurale pugliese. L’analisi dei testi dimostra che Miani Perotti privilegia gli aspetti storiografici ed etnografici a scapito di una trama che diventa un mero pretesto per narrare usi e costumi, passato e presente, di un territorio familiare e, pertanto, non straniante.
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2

Lončarić, Robert, and Maša Surić. "Karst hydrology of the Croatian coast recorded in the works of Alberto Fortis (1741-1803)." Acta Carsologica 51, no. 2 (February 16, 2023). http://dx.doi.org/10.3986/ac.v51i2.10999.

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Анотація:
Alberto Fortis (1741-1803) was an Italian naturalist who had a wide range of scientific interests from linguistics and ethnology to geology, geography and hydrology. This paper presents an overview of hydrological features that Fortis recorded in two of his works: Saggio d'Osservazzioni sopra l'Isola di Cherso ed Osero (1771) and Viaggio in Dalmazia (1774). These works were a result of several Fortis' travels in the region and were noted in European scientific literature of that time. Fortis revealed to European public the eastern Adriatic coast, a then little-known part of Europe with its wide variety of natural features. Despite the scarce appearance of surface water in karst, numerous interpretations of hydrological features can be found in Fortis’ descriptions of the East Adriatic coast. He often shows a remarkable understanding of karst hydrology even though some of his ideas and explanations are dubious from the present point of view. Although Fortis is not considered a karstologist in the strict sense, his works contain elements of what will eventually become karstology.
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Дисертації з теми "Viaggi in Adriatico"

1

Di, Donfrancesco Dario. "La vela, la ruota, il pedale e il vapore. Viaggi, paesaggi adriatici e mezzi di trasporto." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2012. http://hdl.handle.net/10077/7411.

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Анотація:
2010/2011
Tra le varie (e non ancora compiutamente classificate o precisate) modalità dell’interazione di un qualsiasi genere o sottogenere letterario con l’atto descrittivo (che spesso agisce sulla rielaborazione stilistico-descrittiva del paesaggio) o con l’eventuale assetto odeporico, è possibile individuare quella relativa agli stimolanti rapporti strutturali e multidisciplinari che queste scritture stabiliscono nell’impianto testuale generale con la presenza e l’azione dei mezzi di trasporto, considerabili nella gran parte dei casi come vere e proprie “scatole socioculturali” e mobili sorgenti visive. Questa interazione, preziosa e atipica, si rivela elemento letterario spesso ingiustamente trascurato nelle analisi critiche delle opere in prosa. L’idea centrale che sta alla base di questo studio è proprio l’applicazione di queste osservazioni all’affascinante conglomerato storico, sociale e letterario formato dall’area delimitata dal Mar Adriatico, con i suoi retaggi storici e socioculturali, qui intesa come territorio geograficamente molto ampio, dai contorni sfumati, non strettamente e acriticamente identificabili con i confini politici o con le rappresentazioni cartografiche delle mappe. Il mezzo di trasporto non è soltanto un elemento di cui la critica odeporica e quella tematica hanno sempre tenuto conto quando si è trattato di meglio delineare e approfondire i diversi filoni, generi e sottogeneri della cosiddetta “letteratura di viaggio”. Esso si inserisce in maniera determinante anche nel rapporto tra paesaggio, visione e rappresentazione letteraria, soprattutto dal punto di vista sociologico o antropologico, entrando non di rado a far parte integrante della fase panoramico-descrittiva adriatica, tramutandosi dunque esso stesso in elemento paesaggistico primario. Questa particolare modalità di interazione tra viaggio, paesaggio e mezzo di trasporto negli orizzonti adriatici o para-adriatici, non essendo definibile come “tema” per le ragioni teoriche che si esporranno nell’introduzione del lavoro, è stata qualificata come “sottomotivo” o “sotto-topos” adriatico, per meglio trasmettere e precisare il senso di originalità del fulcro tematico della tesi e soprattutto perché questa interazione, a mio parere, delinea una modalità adriatico-letteraria talmente soffusa e sfuggente, spesso così faticosamente intuibile nelle sue realizzazioni testuali, da non essere idonea a costituire un’autonoma tipologia di motivo o topos delimitabile con precisione classificatoria o definitoria. I testi-campione che costituiscono il corpus delle opere prese in esame si presentano in un certo senso “trasversali” rispetto a generi e forme, sebbene consistano soprattutto in resoconti odeporici e in produzioni della letteratura di viaggio in senso ampio, anche quella di finzione (e nell’introduzione alla tesi sarà dato conto di questo sdoppiamento definitorio da me prospettato), nonché su romanzi e racconti relativi all’area adriatica, tutti redatti a partire dalle prime decadi del XIX secolo, quando l’invenzione del vapore cominciava a modificare la navigazione, il viaggio e le comunicazioni, man mano che si perfezionavano invenzioni come la vaporiera, il treno, l’automobile, la bicicletta. Il primo capitolo della tesi, quello più corposo, è dedicato alle navi e ai mezzi nautici in generale ed è diviso in tre paragrafi: il primo si concentra sull’alto Adriatico, tenendo conto delle sottocategorie geografiche lagunari e fluviali, partendo dall’analisi di alcune opere di Biagio Marin, per arrivare a Claudio Magris o Emilio Rigatti. Si prosegue con i pochi testi relativi alla zona del medio e basso Adriatico occidentale, per concentrarsi poi su quella orientale, abbracciando un’area che va dal Quarnero all’Albania (compresa una porzione di territorio balcanico) e con estremi cronologici che vanno da alcune “scintille” di Tommaseo o dai resoconti di Mantegazza, fino a testi recenti come quelli di Paolo Rumiz o Hans Kitzmüller. Il secondo capitolo si concentra esclusivamente sui treni e presenta una struttura similare al precedente, con tre paragrafi che analizzano testi che non possono fare a meno di raccontare un Adriatico costiero tutto italiano, non essendo la strada ferrata una prerogativa del versante orientale. Si comincia anche in questo caso con l’Adriatico del nord, fotografato non solo tramite opere otto-novecentesche di una certa fama ma anche, per così dire, “minori”. Lo stesso impianto è utilizzato per il paragrafo dedicato all’area adriatica centro-meridionale, mentre il terzo paragrafo insiste sulla percezione del paesaggio dell’intero litorale italiano, colto nella sua dimensione di continuum geografico e costiero. Il terzo capitolo della tesi opera invece sulle interazioni tra l’area adriatica e i mezzi di trasporto a quattro ruote, a prescindere dalla loro tipologia di trazione o destinazione d’uso. Ad approfondire le interazioni letterarie con il paesaggio e la storia dell’Adriatico saranno dunque le autovetture, le carrozze, le vetture di servizio pubblico e, sorvolando sul cortocircuito tematico, una motocicletta (in viaggio per l’Albania). Il capitolo è diviso in quattro paragrafi, che analizzeranno rispettivamente l’area dell’alto Adriatico, il settore centro meridionale del versante italiano, l’Adriatico “fluviale” italiano con le foci del Po e il versante orientale, tra isole dalmate, area para-balcanica e Albania. Toccherà alla bicicletta chiudere la tesi, con un capitolo, il quarto, interamente dedicato a essa, dalla struttura interna meno articolata rispetto ai precedenti. Un estremo dell’arco cronologico tracciato è rappresentato dalle opere di Alfredo Oriani, l’altro, quello più recente, da cicloviaggiatori contemporanei come Emilio Rigatti o Matteo Scarabelli: è interessante notare come tutte le opere presenti nel quarto capitolo consistano esclusivamente in letteratura odeporica, trattandosi di resoconti inquadrabili nel true travel account, sebbene redatti in forme diverse. Ogni capitolo prevede un breve cappello introduttivo che inquadra la situazione storico-critica di quel mezzo di trasporto nella letteratura e illustra la metodologia adottata per delineare ed esporre il rapporto tra esso e il sottomotivo adriatico oggetto della tesi.
XXIV Ciclo
1975
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2

Giurgevich, Luana. "Il viaggiatore "ideale" di Alberto Fortis. Scritture e riscritture adriatiche fra Settecento e Ottocento." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2008. http://hdl.handle.net/10077/2607.

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Анотація:
2006/2007
La grande varietà di scritti usciti dalla penna di Alberto Fortis consente di entrare nell’officina odeporica di un viaggiatore d’eccezione, che dimostra un costante e vivo interesse per la costa orientale dell’Adriatico. Un viaggiatore che, fino alla fine della sua vita, anche quando il sogno raguseo è ormai svanito e può solo «euganeizzarsi», non smette mai di raccogliere materiali e informazioni sulle terre adriatiche. La tesi si propone di analizzare gli interessanti itinerari testuali proposti dal viaggiatore padovano attraverso una serie di confronti che coinvolge, da un lato, gli scritti adriatici dello stesso autore, quelli che precedono e seguono la stesura del Viaggio in Dalmazia (ricordo le istruzioni scientifiche per i viaggiatori in Adriatico, le relazioni sullo stato della pesca stese per il serenissimo governo, il carteggio privato, le lettere odeporiche inviate a John Strange) e, dall’altro, le innumerevoli riscritture e traduzioni che prendono le mosse dal celebre resoconto di viaggio. Fra quest’ultime ricordo, in particolare, la Topografia veneta di Vincenzo Formaleoni e il resoconto odeporico di Ernst Friedrich Germar, due testi che rivelano una storia di intrecci, di travasi, di corrispondenze intertestuali. Il viaggio lungo la frastagliata linea adriatica indica, già nella sua mutevolezza, la ricchezza di spunti che il viaggiatore padovano trarrà dall’osservazione delle coste, delle montagne, dei corsi d’acqua zigzaganti verso l’interno della Dalmazia. Insomma di tutte quelle «piste» della Natura che lo condurranno all’incontro con l’Uomo morale morlacco. In una cornice adriatica, dove regna l’osservazione diretta e si fa strada una proposta di rettifica, che è anche reinterpretazione della nozione di spazio e dei viaggi verso Oriente, il naturalista padovano sviluppa un proprio ideale di viaggiatore e il suo resoconto di viaggio diventa, a sua volta, una vera e propria guida, un testo imprescindibile per i futuri viaggiatori in Adriatico.
XX Ciclo
1981
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Книги з теми "Viaggi in Adriatico"

1

Giovanna, Scianatico, and Ruggiero Raffaele 1971-, eds. Questioni odeporiche: Modelli e momenti del viaggio adriatico. Bari: Palomar, 2007.

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2

Giovanna, Scianatico, and Ruggiero Raffaele 1971-, eds. Questioni odeporiche: Modelli e momenti del viaggio adriatico. Bari: Palomar, 2007.

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3

Selva, Orietta, and Dragan Umek. Confini nel tempo: Un viaggio nella storia dell'Alto Adriatico attraverso le carte geografiche (secoli XVI-XX) = Borders through time : a journey through the history of the Upper Adriatic with geographical maps (XVI-XX century). Trieste: Edizioni Università di Trieste, 2013.

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4

Barilli, Bruno. Lo stivale: Viaggio dalla Riviera adriatica alle città liguri, da Venezia alla costa amalfitana, dalla Sicilia a Milano. Padova: F. Muzzio, 1999.

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5

Razzi, Serafino. I Viaggi Adriatici. Independently Published, 2020.

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6

Barilli, Bruno. Lo stivale: Viaggio dalla Riviera adriatica alle citta liguri, da Venezia alla costa amalfitana, dalla Sicilia a Milano (Aritroso). F. Muzzio, 1999.

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