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Статті в журналах з теми "Trattato di virtù morali"

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Marchand, Jean-Jacques. "Componenti etiche nell’Arte della Guerra." Las Torres de Lucca. International Journal of Political Philosophy 11, no. 2 (June 13, 2022): 223–31. http://dx.doi.org/10.5209/ltdl.80656.

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Анотація:
Sebbene la questione della liceità della guerra non si ponga per Machiavelli, come non si pone per la maggior parte dei pensatori italiani del primo Cinquecento, la componente etica non è assente dalla riflessione machiavelliana nell’Arte della guerra. Infatti, accanto all’assunto tecnico della creazione di una milizia d’ordinanza e dei suoi vari modi di combattere in campo, strettamente legato peraltro ai requisiti politici di una repubblica virtuosa, fondamentali sono le esigenze etiche sia nelle qualità morali dei cittadini-soldati, sia nella virtù dei comandanti, sia nella dirittura dei dirigenti politici che li reclutano e li impiegano nelle operazioni militari. È quanto può essere più particolarmente evidenziato nella parte introduttiva e in quella conclusiva del trattato.
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2

Djuric, Zeljko. ""Fiore di virtù" tradotto da Vicentije Rakic." Prilozi za knjizevnost, jezik, istoriju i folklor, no. 78 (2012): 29–40. http://dx.doi.org/10.2298/pkjif1278029d.

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Анотація:
Il trattato medievale Fiore di virt? con la sua ricca e plurisecolare presenza nella cultura e nella letteratura non solo italiana ma anche quella europea, non solo cattolica ma anche quella ortodossa, ha suscitato interesse anche del nostro sacerdote illuminato Vicentije Rakic che nella sua diversificata attivit? letteraria, tra la fine del Settecento e l?inizio dell?Ottocento, ha scelto anche di tradurre e di presentare al pubblico serbo quel libro nella speranza di poter arricchire il non molto vasto repertorio dei libri utili e educativi della cultura serba di quel periodo.
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Cuozzo, Gianluca. "O semblante como "palimpsesto transfigurado": de Annibale Carracci a Sherlock Holmes." Especiaria: Cadernos de Ciências Humanas 18, no. 32 (September 26, 2018): 109–37. http://dx.doi.org/10.36113/especiaria.v18i32.2243.

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Анотація:
La parte virgolettata del titolo la devo a un’espressione di Cesare Lombroso, il quale – nella Prefazione alla quinta edizione de L’uomo delinquente – scriveva di voler trattare il corpo umano alla stregua di un testo vivo in cui s’inscriverebbe la segnatura dell’interiorità umana, vale a dire il carattere e la nostra disposizione spirituale ai vizi e alle virtù. Sicché, nel caso dei pazzi e dei criminali, «si pu‰ spesso indovinare dalla fisionomia e dal cranio la loro tempra morale», mettendo in atto «una lettura, direi, di un palimsesto alla rovescia».
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Boubara, Ada. "Lodovico Dolce nella storia delle idee femministe." Revista Internacional de Pensamiento Político 16 (January 28, 2022): 149–60. http://dx.doi.org/10.46661/revintpensampolit.6303.

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Анотація:
Ludovico Dolce (1508/1510-1568), umanista e studioso del Cinquecento, fu tra gli intellettuali che parteciparono alla Querelle des Femmes durante il periodo rinascimentale. Proprio in questo ambito si colloca il suo trattato Dialogo di M. Lodovico Dolce della institution delle donne secondo li tre stati che cadono nella vita humana. L’obiettivo dell’articolo consiste nell’esaminare ed evidenziare le idee di Dolce sulla ‛‛institution della maritataʼʼ esposte nel secondo libro del Dialogo, presentare il profilo femminile proposto e le virtù di cui deve essere dotata una donna coniugata nella società del 16° secolo.
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Puca, Antonio. "Economia e politica come ideologia: Il problema del razionamento delle cure sanitarie." Medicina e Morale 42, no. 2 (April 30, 1993): 307–30. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1059.

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Анотація:
Lo studio prende in esame il problema dell'allocazione delle risorse in ambito sanitario valutandone le implicazioni etiche e sociali. Dopo un'analisi sociologica di modelli di organizzazione sanitaria, l'Autore fa una valutazione etica del problema, sottolineando come la razionalizzazione del sistema assistenziale e delle prestazioni venga prima del razionamento delle cure sanitarie. Ma qualora questo si renda necessario occorre far riferimento ad alcuni criteri: l'etica delle virtù; le procedure pubbliche; l'equa distribuzione, una buona pratica medica, il ruolo dei cristiani, tenendo presente che il medico non può essere il controllore delle risorse per via dei suoi obblighi morali nei confronti del paziente.
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Gigliotti, Alessandro. "Le elezioni politiche del 2001 e la questione dei seggi vacanti." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 54, no. 2 (December 31, 2005): 93–127. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12719.

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Анотація:
Le elezioni politiche del maggio 2001 sono destinate a restare nella storia, quanto meno in virtù di un evento che non si era mai verificato in precedenza, vale a dire l’impossibilità di assegnare alcuni seggi della Camera dei deputati a causa dell’insufficienza di candidature delle liste di Forza Italia. Si è trattato di un problema complesso, originato dal tentativo di manipolare le disposizioni, che erano già di per sé alquanto complicate, della legge elettorale della Camera. In questo saggio si cercherà di ricostruire, in sintesi, i termini della questione ma, allo stesso tempo, di essere quanto più possibile esaustivi: dopo una breve introduzione volta a spiegare cosa sono le liste civetta, le principali imputate del pasticcio elettorale, si passerà a illustrare il tema dei seggi vacanti, in particolar modo alla luce dei lavori della giunta delle elezioni, esaminando le proposte avanzate per l’assegnazione dei seggi. Infine, si darà conto delle novità introdotte dalla legge n. 47 del 2005, approvata quando ormai si entrava nell’ultimo anno di legislatura e la questione dei seggi vacanti era definitivamente chiusa da diverso tempo.
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Sutton, Agneta. "Editing della linea germinale: quali sono i rischi sociali e morali? / Germ-line gene editing: What are the social and moral risks?" Medicina e Morale 65, no. 2 (September 21, 2016): 123–30. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.430.

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Dovremmo accogliere tutti i possibili sviluppi dell’editing genetico? L’editing genetico delle cellule somatiche potrebbe essere considerato alla pari delle terapie convenzionali volte a trattare particolari patologie o ad alleviarne i sintomi. Tale intervento interesserebbe esclusivamente il singolo paziente trattato. Esso potrebbe quindi essere ben accolto come un nuovo tipo di trattamento per i tumori e le malattie del sangue, come ad esempio la beta-talassemia. Diversamente, l’editing della linea germinale avrebbe effetti ereditari. Ciò solleva preoccupazioni particolari riguardo al rischio medico. I rischi medici non sono, tuttavia, gli unici tipi di rischi che possono derivare dalla modificazione genetica della linea germinale. Nel contributo non vengono discussi i rischi medici, ma quelli sociali e morali correlati alla manipolazione genetica della linea-germinale. ---------- Should we welcome all developments in gene editing? Somatic cell gene editing would be on a par with conventional therapies aimed at treating particular conditions or alleviating symptoms. It would solely affect the individual patient treated. It could thus serve as a welcome new kind of treatment for cancers and blood diseases such as ß-thalassaemia. Germ-line gene editing, on the other hand, would have hereditary effects. This raises special concerns about medical mishaps. Medical risks are, however, not the only kinds of risks in the case of germline gene editing. Discussed here are not the medical risks, but the social and moral risks of germ-line-gene editing.
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Carrozza, Marco. "De ira III, 2: fonti dossografiche e analogie con il moderno paradigma cognitivo-comportamentale." Myrtia 36 (November 11, 2021): 96–104. http://dx.doi.org/10.6018/myrtia.500141.

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This paper aims to analyse a dense passage of De ira by Seneca (III, 2) that, considering its structural and thematic relevance in the architecture of the tractate, gives rise to interesting and valuable considerations to understand more deeply the nature of the work. First, the extract under examination is crucial since enables to identify the dossographic sources that the author drew on to develop the therapeutic strategy adopted for the treatment of anger in the third book of the work. Furthermore, an overall interpretation of the essay, based on a passage so rich in literary and philosophical implications, will be provided. Eventually, we will deal with the therapeutic approach selected by the philosopher and its analogies with the ancient Cynic-Stoic ἐπιλογισμός and the modern cognitive-behavioral paradigm. Il presente articolo si propone di esaminare un passo del De ira di Seneca (III, 2) che, in virtù della sua rilevanza strutturale e tematica all’interno dell’architettura dell’opera, si presta a sviluppare una serie di interessanti considerazioni, senz’altro utili per comprendere più a fondo la natura complessiva del trattato. Il passaggio in questione si rivela anzitutto cruciale poiché consente di tracciare le fonti dossografiche a cui l’autore si è ispirato per mettere a punto la strategia terapeutica adottata per la cura dell’ira, accuratamente illustrata proprio nel terzo libro dell’opuscolo. Sulla scorta inoltre di un passo così denso di implicazioni filosofico-letterarie, si avanzerà una proposta di interpretazione complessiva dell’opera e degli intenti che la sostenziano . Infine, si passerà ad analizzare l’approccio terapeutico prescelto dal filosofo, e si mostrerà come esso si collochi al confine fra l’antico ἐπιλογισμός cinico-stoico e il moderno paradigma cognitivo-comportamentale.
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Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Kućko, Wojciech. "Approcci contemporanei all’etica dei farmacisti e la loro valutazione alla luce dei princìpi della bioetica personalista." Studia Ecologiae et Bioethicae 18, no. 3 (September 30, 2020). http://dx.doi.org/10.21697/seb.2020.18.3.07.

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Lo scopo dell’articolo è quello di mostrare lo stato attuale della ricerca sull’etica dei farmacisti ed i suoi approcci contemporanei alla luce delle varie prospettive bioetiche. Il grande sviluppo delle scienze tecniche, biologiche, chimiche e biomediche suscita molte questioni etiche legate alla trasformazione della vita umana e del mondo. Particolarmente impegnativi sono i cambiamenti che riguardano la vita umana dal concepimento alla sua morte naturale, i quali si applicano a tutte le professioni sanitarie, compresa la professione farmaceutica, perché i compiti del farmacista vanno oltre le normali attività commerciali. Nel testo dell’articolo viene presentato lo status quaestionis riguardo all’etica dei farmacisti dopo di che vengono discussi e analizzati vari approcci etici: prospettiva storica, deontologia farmaceutica ed etica delle virtù. Alla luce dell’insufficienza di tali modelli, viene esibita una visione personalistica della professione del farmacista, con il riferimento alla bioetica personalistica. Essa offre un’opportunità adeguata e completa per rispondere ai dilemmi morali relativi all’esercizio di questa professione. Tra le varie questioni, si richiama l’attenzione sul dimostrare il farmacista come custode della vita umana, l’umanizzazione della professione, la questione della responsabilità e l’obiezione di coscienza. L’analisi è condotta alla luce dei principi della bioetica personalistica, con riferimento ai documenti più importanti della Chiesa cattolica. L’approccio personalista sembra affrontare in modo più completo la complessità del lavoro del farmacista, con particolare enfasi sulla questione del suo sviluppo personale in stretta connessione con la cura della salute del paziente.
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Battagliola, Davide. "Tradizione e traduzioni del Livre de Moralitez in Italia. Con un'edizione critica del Libro di Costumanza (redazione delta)." Doctoral thesis, Università di Siena, 2018. http://hdl.handle.net/11365/1045612.

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Анотація:
La mia tesi di dottorato parte dal codice Pluteo 76.79. della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze per tracciare un quadro aggiornato della tradizione manoscritta del Livre de Moralitez, traduzione francese del Moralium Dogma Philosophorum. Il primo capitolo offre un’analisi codicologica dei tre testimoni dell’opera trascritti da copisti italiani. Il secondo capitolo prende in considerazione la tradizione manoscritta del Livre de Moralitez nella sua globalità nonché il suo successo in Europa: in effetti, la versione francese è servita da modello per ulteriori traduzioni in altre lingue romanze. Particolare attenzione viene riservata al cosiddetto Libro di Costumanza, volgarizzamento trasmesso da oltre 20 manoscritti. Il capitolo finale si concentra sulla versione del Libro di Costumanza siglata delta, che rappresenta il risultato dell’interazione tra il testo latino e quello francese. Viene proposta un’edizione critica dell’opera, assieme a un glossario e a un’analisi lessicale delle voci notevoli.
My PhD dissertation, prompted by a study of the codex Pluteo 76.79 of the Biblioteca Medicea Laurenziana (Florence), deals with the manuscript tradition of the Livre de Moralitez, French translation of the Moralium dogma philosophorum. The first chapter offers a codicological analysis of the three witnesses of the work compiled by Italian scribes. The second chapter takes into account the manuscript tradition of the Livre de Moralitez as a whole and its international success: indeed, the French treatise served as a source for further translations into other Romance languages. A particular attention is given to the Libro di Costumanza, Italian translation of whom more than 20 witnesses survive. The final chapter focuses on the version of the Libro di Costumanza signed as delta: this redaction stands out as the result of the interaction between the French and the Latin texts. A critical edition is provided, as well as a glossary and a lexical analysis
Née comme analyse codicologique du manuscrit Pluteo 76.79 de la Bibliothèque Laurentienne de Florence, ma thèse s’est par la suite dévéloppée comme une étude de la tradition du Livre de Moralitez en Italie. Cette œuvre, traduction française du précis latin de philosophie morale connu sous le titre de Moralium Dogma Philosophorum, a remporté un vif succès au Moyen Âge, comme le montrent sa riche tradition manuscrite, mais aussi les traductions en d’autres langues (romanes et non-romanes). Le premier chapitre est consacré aux trois témoins du Livre de Moralitez copiés par des copistes italiens: le déja cité Pluteo 76.79, le Pluteo 41.42 et le codex MR 92 de la Bibliothèque Metropolitaine de Zagreb. Il faudra également ajouter à ces témoins complets les fragments récemment trouvés par Giuseppe Mascherpa dans les Archives Historiques de Lodi. Dans le deuxième chapitre, je prends en considération la tradition manuscrite du traité moral dans son ensemble, en proposant un stemma codicum. Dans le troisième chapitre, je propose une édition critique de la redaction delta du Libro di Costumanza, c’est-à-dire la traduction italienne du Livre de Moralitez. La nécéssité d’une étude détaillée du Pluteo 76.79 avait été explicitement declaré par Giuseppe Mascherpa dans un article écrit avec Maria Luisa Meneghetti et paru en 2013. D’ailleurs, la fiche du manuscrit, compilée par Mascherpa lui-même dans le cadre du projet Ma.Fra, a constitué une base solide pour mes recherches. J’ai décidé en particulier d’approfondir la question liée à l’origine géographique du manuscrit. La présence d’un certain nombre de notes pour l’enlumineur, redigées par le copiste, avait permis à Mascherpa de formuler une hypothèse sur l’aire de production, c’est à dire la Vénétie de l’Ouest ou l’Émilie. Mon travail m’a améné à penser que le copiste était en effet émilien, sans doute bolonais. En ce qui concerne les enluminures elles-mêmes, on peut effectivement réléver des éléments qui reportent à l’école bolonaise de la fin du XIIIe siècle, tout en confirmant également la datation du manuscrit avancée par Teresa de Robertis. Dans l’article déjà cité, Mascherpa affirmait aussi que les critères de compilations du recueil auraient bien mérité un supplement de recherche. En reconstruisant l’ordre original du manuscrit, perturbé par des erreurs évidentes en phase de fasciculation, on remarque que le codex s’ouvre par le Livre de Moralitez; le traité est suivi par des unica, c’est-à-dire un lapidaire et un petit poème sur l’Apocalypse; la deuxième œuvre principale du recueil est le Bestiaire d’Amour; finalement, la nouvelle intitulé Agnes et Meleus par Paul Meyer clôt le manuscrit: le Pluteo est, encore une fois, la seul témoignage de cette narration vivante. En ce qui est de la mise en recueil, je vais mettre en exergue la physionomie particulière du Pluteo: en effet, Livre de Moralitez et Bestiaire d’Amour n’ont pas été transmis ensemble que par le manuscrit laurentien et par un autre manuscrit conservé en Belgique; on trouve tout de même des épreuves de la liaison entre les deux œuvres dans le cadre de la tradition italienne: de fait, le témoin {M} du Libro di Costumanza transmet aussi la version italienne du Bestiaire d’Amours. Parmi les œuvres mineures, Agnes et Meleus constitue sans aucun doute l’item le plus intéressant. Consacré au thème de l’avarice punie, le récit confirme par ailleurs la déstination courtoise pour laquelle la compilation du manuscrit à été conçue. Cet aspect contribue à remarquer la particularité du Pluteo 76.79 par rapport aux autres témoins italiens du Livre de Moralitez. Le Pluteo 41.42 aussi bien que le codex de Zagreb répondent en effet aux attentes d’un public bien différent, celui de la bourgeoisie urbaine. La section française du Pluteo 41.42 n’avait jamais fait objet d’une étude attentive. Connu surtout grâce à la partie contenant le chansonnier trobadouresque P, le manuscrit se clôt par deux œuvres en langue d’oïl, c’est-à-dire le Blasme de fames et le Livre de Moralitez. Une analyse stratigraphique sommaire de la langue du traité moral a mis en évidence des données qui pourraient confirmer l’existence d’une axe de transmission Vénétie-Toscane pour les matériaux qui forment le recueil. On remarque aussi une cohérence substantielle entre la section française et le reste du manuscrit, notamment les coblas esparsas: certaines d’elles se montrent en particulier proches du système de valeurs de la classe bourgeoise-marchande, comme l’avait déjà souligné Stefano Resconi. Tout de même, les caractéristiques codicologiques du codex de Zagreb nous conduissent à un environnement pareil à celui du Pluteo 41.42: le petit format, la juxtaposition de ‘livrets’ de nature diverse, aussi bien que l’apparence modeste font penser à une usage privé du manuscrit, rassemblé probablement par un membre de la haute bourgeoisie vénétienne. Quant à l’hétérogénéité du contenu, on remarque que le codex contient lui-aussi une anthologie lyrique, française cette fois; il s’agit également de l’un des deux témoins du Livre d’Enanchet, peut-être produit le plus ancien de la littérature franco-italienne. Dans ce sens, la découverte des fragments de Lodi par Mascherpa nous offre une témoignage inattendue de la liaison entre Moralités et Enanchet: les deux œuvres s’y trouvent l’une à côté de l’autre, exactement comme dans le recueil de Zagreb. Comment insérer ces trois exemplaires dans la tradition manuscrite globale ? Faute d’une édition satisfaisante du traité, j’ai décidé de consulter tous les témoins, en offrant une mise à jour de la tradition. De fait, le travail de John Holmberg, editeur au même temps du Moralium Dogma Philosophorum, de la version française et de celle néerlandaise, est criticable à plusieurs égards. En ce qui concerne le Livre de Moralitez, c’est notamment la méthode utilisée pour établir les rélations parmi les témoins à susciter des perplessités. Holmberg renounce à tracer un véritable stemma codicum, en proposant plutôt des “macrogroupes” établis à partir d’affinités génériques. Par conséquent, j’ai décidé de choisir un nombre limité des loci critici, pour lesquelles j’ai pu effectuer une collation des tous les témoins. Dans le cadre d’une classification des manuscrits, il fallait aborder la question du statut à attribuer aux témoins siglés (K) et (L), dont Holmberg avait déjà remarqué la physionomie particulière. Une analyse consacrée à ces deux témoins confirme qu’il s’agit effectivement d’une version fort distante de la vulgate, sans doute élaborée en Angleterre. En suivant les principes individués par Giovanni Orlandi pour les textes transmis en plusieurs rédactions, on relève: l’absence de fautes communes au reste de la tradition, le nombre remarquable de variantes indifférentes, aussi bien que l’histoire externe particulière des manuscrits. Après cette discussion, qui met à jour ce qu’on connaît sur la tradition française, ma thèse donne un panorama des traductions du Livre de Moralitez rédigées en autres langues romanes. Si la version en langue d’oc à été publiée par Jean Ducamin au début du XXe siècle, moins d’attention a été reservée à la traduction castillane. Transmises par un seul manuscrit tardif, les Moralidades de los philosophos démeurent inédites à ce jour. L’individuation des sources manuscrites de ces deux versions a permis de corroborer la validité du stemma proposé. À cette “tradition occidentale” très pauvre s’oppose la variété des traductions effectuées sur le territoire italien. L’on compte actuellement 26 témoins du Libro di Costumanza, qui nous offrent huit rédactions différentes de l’œuvre. Pour autant, ce n’était que la rédaction α à avoir été objet d’étude par les savants. Transmise par 13 témoins, cette version représente la vulgate du Libro di Costumanza et a été publié par Roberto de Visiani en 1865. Le Trattato di virtù morali, selon le titre indûment proposé par l’editeur, constitue toutefois rien plus que le divertissement d’un italianiste “par passion” plutôt qu’une véritable édition critique. Visiani n’utilise que deux manuscrits, sans en donner les cotes: le premier a été identifié en 2008 par Sandro Bertelli et Marco Giola; le deuxième était inaccessible jusqu’à l’heure actuelle. Cependant, une recherche conduite avec Matteo Luti nous a permis de retrouver le manuscrit, dont j’ai donnée une première description. Il a fallu attendre plus d’un siècle pour avoir une édition satisfaisante du Libro di Costumanza, qui pourtant n’a jamais été publiée. Je me réfère à la thèse rédigée en 1992 par Cristina Bernardini, élève d’Alfonso D’Agostino. Travail tout à fait méritoire, car il propose non seulement une édition meilleure que celle de Visiani, mais il offre aussi une analyse soignée de la tradition manuscrite: Bernardini individue en particulier cinq rédactions indépendantes du volgarizzamento. Ma recherche poursuit et approfondit l’étude de Bernardini, en inscrivant le Libro di Costumanza dans le cadre d’une tradition européenne. Il faut remarquer qu’encore une fois le stemma codicum du Livre de Moralitez démontre sa validité. Certes, il serait impossible d’expliquer de façon, pour ainsi dire, géométrique les rélations généalogiques entre sources et traductions. L’on remarque d’évidents phénomènes de contamination non seulement parmi les différentes rédactions, mais aussi entre la rédaction α et la traduction italienne du Tresor de Brunetto Latini. Cette dernière question, qui n’avait jamais été abordée auparavant, ouvre un terrain de recherche qui peut se révéler très fécond pour de futures études consacrées aux deux œuvres. Il était aussi important d’approfondir la connaissance de la tradition septentrionale du Libro di Costumanza. Si la majorité des témoins a été compilée en Toscane, les manuscrits siglés {N}, {T} et {V} prouvent tout de même une circulation du volgarizzamento en Italie du Nord. Le chapitre finale aborde l’étude de la rédaction delta du Libro di Costumanza, dont j'offre une édition critique. Cette version de l’œuvre constitue le résultat d’une réélaboration, voire d’une adaptation, du texte italien à partir des textes français et latin: en effet, le traducteur avait à disposition un exemplaire du Moralium Dogma Philosophorum, comme le démontrent de nombreux passages absents dans le reste de la tradition romane. Par ailleurs, on relève le recours au manuscrit Pluteo 41.42, utilisé notamment pour essayer de corriger l’erreur d’archétype. En ce qui concerne la langue de cette version, le manuscrit de référence, c’est-à-dire le codex Riccardiano 1475 (mil quatrecent soixante-quinze) a été sans doute copié par une main siennoise, alors que le modèle remonte probablement à la Toscane de l’Ouest. Ce n’est qu’un premier pas vers l’étude du Libro di Costumanza, et de sa tradition variée et encore largement inexplorée.
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2

Guido, Daniela. "Graziolo Bambaglioli: commento al "Trattato delle volgari sentenze sopra le virtù morali": edizione critica." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 1998. http://hdl.handle.net/10579/626.

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3

Scigliano, F. "L'ECONOMIA DELLA PROMESSA NELLO SVOLGIMENTO DELLE OBBLIGAZIONI IN DIRITTO CANONICO. IL CONTRIBUTO DELLA SECONDA SCOLASTICA ALLO SVILUPPO DEL MODERNO CONCETTO DI NEGOZIO GIURIDICO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/153103.

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Анотація:
The present thesis of Doctorate of Research introduces a critical study of the modern discussion on the promise obligation, according to the theological-juridical contract docrine of the late scolastics in the sixteenth and seventeenth centuries, and of his contribution to the development of the modern concept of "juristic act". The analysis of treatises "De iustitia et iure" has demonstrated the promissory economy (essence) of contracts and of similary figures and the varied normative efficacy of promises that are binding as a means of exercise of moral virtue of commutative justice, liberality, promise-keeping ("fidelitas"), "amicitia".
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Книги з теми "Trattato di virtù morali"

1

Galeotti, Gianluigi. Graziolo Bambaglioli, "Trattato delle volgari sentenze sopra le virtù morali": Commento e volgarizzamento Riccardiano, ipotesi di edizione critica : dissertazione di laurea in filologia e critica dantesca. Florence]: Edizioni Polistampa, 2021.

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2

Graziolo, De' Bambaglioli. Trattato delle volgari sentenze sopra le virtù morali. Genova: San Marco dei Giustiniani, 2006.

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Частини книг з теми "Trattato di virtù morali"

1

Porro, Pasquale. "Prudentia universalis, prudentia experimentalis e virtù morali: Enrico di Gand sul circolo aristotelico di sagezza e bontà." In Textes et Etudes du Moyen Âge, 93–121. Turnhout: Brepols Publishers, 2013. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.000290.

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