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Дисертації з теми "Trasferimenti"

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1

PERFETTI, FRANCESCO. "Qualificazione degli accordi tra i coniugi nella separazione e trasferimenti immobiliari." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/202089.

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2

LIONELLO, LUCA. "Trasferimenti di sovranità nell'Unione Economica e Monetaria alla luce della crisi del debito." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/11372.

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Анотація:
La tesi intende fornire un’analisi critica dello sviluppo dell’Unione Economica e Monetaria (UEM) alla luce della crisi del debito sovrano. A partire dal 2009 sono state progressivamente attuate diverse riforme che hanno limitato l’autonomia degli Stati Membri nell’esercizio delle loro prerogative sovrane ed hanno fornito alle istituzione europee nuovi poteri nell’ambito di diverse politiche. La ricerca investiga i trasferimenti di sovranità in corso dal livello nazionale a quello europeo focalizzandosi sulle trasformazioni sia dell’Unione Economica che di quella Monetaria. Nel primo capitolo la tesi analizza i carattere originali dell’UEM dalla sua creazione fino alla ratifica del trattato di Lisbona. Il secondo capitolo considera la creazione dei meccanismi di stabilizzazione introdotti per salvare i paesi a rischio default e garantire la stabilità finanziaria della zona euro nel suo complesso. Il terzo capitolo studia gli interventi della Banca Centrale Europea durante la crisi, analizzando in che modo la necessità di proteggere la moneta unica abbia sviluppato il ruolo della BCE ed esteso il suo mandato. Il quarto capitolo studia la riforma della governance economica tramite il rafforzamento della disciplina fiscale degli Stati Membri. Il quinto capitolo analizza la riforma della governance bancaria e la creazione dell’Unione Bancaria, che è stata finalmente introdotta per interrompere il circolo vizioso tra crisi del debito e crisi bancaria. Nello sviluppo della tesi le diverse riforme verranno analizzate dal punto di visto della loro legalità, efficacia e legittimità democratica.
The thesis aims to provide a critical analysis of the development of the Economic and Monetary Union (EMU) in the light of the sovereign debt crisis. Since 2009 a number of measures have been progressively implemented, which have limited the autonomy of Member States in exercising their sovereign prerogatives and have granted EU institutions new powers in key policy areas. The research will investigate the ongoing transfers of sovereignty from national to European level focusing on the transformation of both the Economic and the Monetary Union. In the first chapter, it will consider the original features of the EMU, from its introduction at the intergovernmental conference of Maastricht until the ratification of the Lisbon Treaty. The second chapter will focus on the creation of rescue and stabilization mechanisms put in place to save Member States from imminent default and to ensure the financial stability of the Eurozone as a whole. The third chapter will study the interventions of the European Central Bank during the crisis considering how the necessity to protect the single currency has developed its role and extended its mandate. The fourth chapter will focus on the reform of the economic governance through the fiscal discipline of Member States. The fifth chapter will take into consideration the reform of the banking governance and the establishment of the European Banking Union, which was finally introduced to stop the vicious cycle between the debt and banking crisis. By developing the thesis, the analysis will consider each reform from the point of view of its legality, effectiveness and democratic legitimacy.
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3

LIONELLO, LUCA. "Trasferimenti di sovranità nell'Unione Economica e Monetaria alla luce della crisi del debito." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/11372.

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Анотація:
La tesi intende fornire un’analisi critica dello sviluppo dell’Unione Economica e Monetaria (UEM) alla luce della crisi del debito sovrano. A partire dal 2009 sono state progressivamente attuate diverse riforme che hanno limitato l’autonomia degli Stati Membri nell’esercizio delle loro prerogative sovrane ed hanno fornito alle istituzione europee nuovi poteri nell’ambito di diverse politiche. La ricerca investiga i trasferimenti di sovranità in corso dal livello nazionale a quello europeo focalizzandosi sulle trasformazioni sia dell’Unione Economica che di quella Monetaria. Nel primo capitolo la tesi analizza i carattere originali dell’UEM dalla sua creazione fino alla ratifica del trattato di Lisbona. Il secondo capitolo considera la creazione dei meccanismi di stabilizzazione introdotti per salvare i paesi a rischio default e garantire la stabilità finanziaria della zona euro nel suo complesso. Il terzo capitolo studia gli interventi della Banca Centrale Europea durante la crisi, analizzando in che modo la necessità di proteggere la moneta unica abbia sviluppato il ruolo della BCE ed esteso il suo mandato. Il quarto capitolo studia la riforma della governance economica tramite il rafforzamento della disciplina fiscale degli Stati Membri. Il quinto capitolo analizza la riforma della governance bancaria e la creazione dell’Unione Bancaria, che è stata finalmente introdotta per interrompere il circolo vizioso tra crisi del debito e crisi bancaria. Nello sviluppo della tesi le diverse riforme verranno analizzate dal punto di visto della loro legalità, efficacia e legittimità democratica.
The thesis aims to provide a critical analysis of the development of the Economic and Monetary Union (EMU) in the light of the sovereign debt crisis. Since 2009 a number of measures have been progressively implemented, which have limited the autonomy of Member States in exercising their sovereign prerogatives and have granted EU institutions new powers in key policy areas. The research will investigate the ongoing transfers of sovereignty from national to European level focusing on the transformation of both the Economic and the Monetary Union. In the first chapter, it will consider the original features of the EMU, from its introduction at the intergovernmental conference of Maastricht until the ratification of the Lisbon Treaty. The second chapter will focus on the creation of rescue and stabilization mechanisms put in place to save Member States from imminent default and to ensure the financial stability of the Eurozone as a whole. The third chapter will study the interventions of the European Central Bank during the crisis considering how the necessity to protect the single currency has developed its role and extended its mandate. The fourth chapter will focus on the reform of the economic governance through the fiscal discipline of Member States. The fifth chapter will take into consideration the reform of the banking governance and the establishment of the European Banking Union, which was finally introduced to stop the vicious cycle between the debt and banking crisis. By developing the thesis, the analysis will consider each reform from the point of view of its legality, effectiveness and democratic legitimacy.
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4

PINTA, LEONARDO. "Il valore dell’impresa in crisi: modalità e prospettive di valorizzazione dell’azienda nei trasferimenti precedenti l’omologa del concordato preventivo." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2015. http://hdl.handle.net/11385/200971.

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Анотація:
Il sistema italiano: i caratteri e le tendenze di tutela dell'impresa nella crisi. Il sistema statunitense: il Chapter 11 e l’applicazione delle “quick sales” come strumento di salvataggio dell’impresa. Il sistema italiano: il trasferimento dell’azienda ante-omologa nella procedura di concordato preventivo.
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5

Titi, Fabrizio. "Analisi dei trasferimenti di massa durante la reidratazione di baccalà (Gadus morhua) pre-trattato con campi elettrici pulsati." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20883/.

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Анотація:
La variazione degli stili di vita degli ultimi decenni ha provocato l’aumento la domanda di prodotti “facili e pronti all’uso”, tra i quali il baccalà già reidratato. La dissalatura industriale presenta vari problemi, relativamente alla durata, la gestione e per l’alto rischio di contaminazione microbica. Pertanto, tecnologie che possano ridurne la durata sarebbero molto interessanti da un punto di vista industriale. Tra le tecnologie emergenti, l’applicazione dei campi elettrici pulsai (PEF) sembra avere un grande potenziale nel contribuire ad accelerare la cinetica di salatura dei prodotti ittici. Pertanto, l’obbiettivo di questo lavoro di tesi è stato quello di valutare l’applicazione dei PEF a campioni di baccalà con la finalità di ridurre i tempi necessari per le operazioni di dissalatura. Due trattamenti (0.5 e 1 kV/cm) sono stati applicati al baccalà prima della dissalatura in acqua per 5 giorni. Durante la dissalatura sono stati valutati i parametri di trasferimento di massa rispetto al campione non trattato, e alcuni parametri qualitativi del prodotto. I risultati hanno mostrato che il trattamento con PEF a 0.5 kV/cm ha permesso un miglioramento dell’efficacia fase di reidratazione del campione in termini di assorbimento di acqua, ma allo stesso tempo ha provocato una riduzione della perdita di sale rispetto al campione non trattato, probabilmente per un effetto sulla funzionalità proteica. Al contrario il trattamento a valori di campo elettrico pari a 1 kV/cm ha causato lievi variazioni dei parametri di trasferimento di massa analizzati rispetto al campione non trattato. Gli altri parametri analizzati, spessore, WHC e texture, non hanno permesso di discriminare i campioni sottoposti a pre-trattamento con PEF rispetto a quelli non trattati. Infine, gli aspetti relativi all’effetto dei campi elettrici pulsati sulla struttura del muscolo dovrebbero essere ulteriormente chiariti, in particolare attraverso valutazioni micro-strutturali approfondite.
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6

Miti, Lorenzo. "Modello di razionalizzazione economica e analisi di impatto ambientale dei flussi di materiali interaziendali: il caso Marchesini Group S.p.A." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22508/.

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Анотація:
Con il presente documento si farà riferimento a Marchesini Group Spa e alle logiche di gestione del magazzino e di movimentazione della merce tra magazzini interni all’azienda. Si tratteranno, in particolare, i trasferimenti tra il magazzino di Pianoro e il magazzino di Barberino, con l’obiettivo di giungere ad una razionalizzazione dei trasferimenti tramite la creazione di uno standard di classificazione degli articoli. Tramite questo processo, si cercherà, in seconda analisi, di arrivare ad un’ottimizzazione dal punto di vista dei costi totali di trasferimento e giacenza e degli impatti ambientali, intesi come emissioni di Kg CO2. Per fare questo si studierà in maniera approfondita l’As-Is, tanto dal punto di vista organizzativo quanto dal punto di vista dell’analisi numerica. Seguiranno le proposte migliorative del To-Be, implementate grazie alla creazione di un modello matematico, che permetterà la creazione di diversi scenari, che, nella parte finale, saranno confrontati, al fine di ottenere un risultato di ottimo a livello globale.
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7

Ferrari, Carola <1993&gt. "Macchine per cucire tra Italia e Cina, con un riferimento ai trasferimenti tecnologici di Vi.Be.Mac. S.p.A.(VR) e Jack Sewing Machine Co. Ltd (Zhejiang, China) e repertorio terminografico italiano-cinese." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13553.

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Анотація:
Il presente elaborato intende offrire un contributo alla costruzione di un repertorio terminografico Italiano-Cinese nel settore dei macchinari per cucire e un'analisi di entrambi i mercati attraverso lo studio dell'azienda italiana Vi.Be.Mac. S.p.A. di San Giovanni Lupatoto (VR) e quella cinese Jack Sewing Machine Co. Ltd. (Zhejiang, China). La tesi sarà quindi suddivisa in due parti: la prima sezione verterà sulla nascita e sullo sviluppo delle macchine per cucire, per poi arrivare a parlare nello specifico di Vi.Be.Mac. S.p.A. e Jack Sewing Machine Co. Ltd., della loro storia aziendale, del loro sviluppo e dei recenti accordi presi; la seconda sezione è caratterizzata dal repertorio terminografico, con particolare riferimento ai termini utili nel settore di macchine per cucire.
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8

Cestaro, Martina <1988&gt. "IL TRASFERIMENTO DELLA SEDE ALL'ESTERO." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4837.

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Анотація:
Il presente elaborato si propone di esaminare la questione del trasferimento della residenza fiscale all'estero di soggetti esercenti imprese commerciali, affrontando in particolare la tematica della tassazione delle plusvalenze latenti che sorgono nel momento del trasferimento, conosciuta anche come disciplina dell'exit tax. L'elaborato ha lo scopo di mettere in luce eventuali criticità dell'operazione suddetta, tenendo chiaramente conto degli orientamenti dottrinali e facendo dapprima chiarezza su quella che è la normativa italiana attuale e anche sulla sua evoluzione nel corso degli anni. Nel corso della trattazione verrà analizzato il concetto di residenza fiscale così come attualmente si presenta nell'ordinamento vigente e verrà, inoltre, delineata la posizione della Corte di Giustizia dell'Unione Europea relativamente alla tematica presa in esame.
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9

Ferraro, Enrico <1993&gt. "La solidarietà nel trasferimento d'azienda." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17935.

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10

Cimatti, Barbara <1964&gt. "Complessità tecnologica, trasferimento di tecnologia e innovazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2127/1/tesi_Barbara_Cimatti.pdf.

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Анотація:
Il presente lavoro ha come obiettivo la definizione e la misura della complessità tecnologica, al fine di costruire strumenti a supporto di tutti gli operatori che si occupano dello sviluppo e della fabbricazione di un prodotto industriale, quali progettisti di prodotto e responsabili di produzione. La ricerca è stata sviluppata attraverso le fasi di seguito descritte. Analisi dello stato dell’arte su definizioni e misure della complessità in ambito industriale attraverso l’individuazione e studio di oltre un centinaio di pubblicazioni al riguardo. Classificazione dei metodi proposti in letteratura per la misura della complessità in cinque categorie e analisi critica dei punti di forza e di debolezza dei differenti metodi, ai fini di orientare la elaborazione di un nuovo metodo. Sono stati inoltre analizzati i principali metodi di Intelligenza Artificiali quali potenziali strumenti di calcolo della complessità. Indagine su tematiche correlate alla complessità quali indicatori, trasferimento tecnologico e innovazione. La complessità viene misurata in termini di un indice che appartiene alla categoria degli indicatori, utilizzati in molti ambiti industriali, in particolare quello della misura delle prestazioni di produzione. In particolare si è approfondito significato e utilizzo dell’OEE (Overall Equipment Effectiveness), particolarmente diffuso nelle piccole medie imprese emilianoromagnole e in generale dalle aziende che utilizzano un sistema produttivo di tipo job-shop. È stato implementato un efficace sistema di calcolo dell’OEE presso una azienda meccanica locale. L’indice di complessità trova una delle sue più interessanti applicazioni nelle operazioni di trasferimento tecnologico. Introdurre un’innovazione significa in genere aumentare la complessità del sistema, quindi i due concetti sono connessi. Sono stati esaminati diversi casi aziendali di trasferimento di tecnologia e di misura delle prestazioni produttive, evidenziando legami e influenza della complessità tecnologica sulle scelte delle imprese. Elaborazione di un nuovo metodo di calcolo di un indice di complessità tecnologica di prodotto, a partire dalla metodologia ibrida basata su modello entropico proposta dai Prof. ElMaraghy e Urbanic nel 2003. L’attenzione è stata focalizzata sulla sostituzione nella formula originale a valori determinati tramite interviste agli operatori e pertanto soggettivi, valori oggettivi. Verifica sperimentale della validità della nuova metodologia attraverso l’applicazione della formula ad alcuni componenti meccanici grazie alla collaborazione di un’azienda meccanica manifatturiera. Considerazioni e conclusioni sui risultati ottenuti, sulla metodologia proposta e sulle applicazioni del nuovo indice, delineando gli obiettivi del proseguo della ricerca. In tutto il lavoro si sono evidenziate connessioni e convergenze delle diverse fonti e individuati in diversi ambiti concetti e teorie che forniscono importanti spunti e considerazioni sul tema della complessità. Particolare attenzione è stata dedicata all’intera bibliografia dei Prof. ElMaraghy al momento riconosciuti a livello internazionale come i più autorevoli studiosi del tema della complessità in ambito industriale.
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11

Cimatti, Barbara <1964&gt. "Complessità tecnologica, trasferimento di tecnologia e innovazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2127/.

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Анотація:
Il presente lavoro ha come obiettivo la definizione e la misura della complessità tecnologica, al fine di costruire strumenti a supporto di tutti gli operatori che si occupano dello sviluppo e della fabbricazione di un prodotto industriale, quali progettisti di prodotto e responsabili di produzione. La ricerca è stata sviluppata attraverso le fasi di seguito descritte. Analisi dello stato dell’arte su definizioni e misure della complessità in ambito industriale attraverso l’individuazione e studio di oltre un centinaio di pubblicazioni al riguardo. Classificazione dei metodi proposti in letteratura per la misura della complessità in cinque categorie e analisi critica dei punti di forza e di debolezza dei differenti metodi, ai fini di orientare la elaborazione di un nuovo metodo. Sono stati inoltre analizzati i principali metodi di Intelligenza Artificiali quali potenziali strumenti di calcolo della complessità. Indagine su tematiche correlate alla complessità quali indicatori, trasferimento tecnologico e innovazione. La complessità viene misurata in termini di un indice che appartiene alla categoria degli indicatori, utilizzati in molti ambiti industriali, in particolare quello della misura delle prestazioni di produzione. In particolare si è approfondito significato e utilizzo dell’OEE (Overall Equipment Effectiveness), particolarmente diffuso nelle piccole medie imprese emilianoromagnole e in generale dalle aziende che utilizzano un sistema produttivo di tipo job-shop. È stato implementato un efficace sistema di calcolo dell’OEE presso una azienda meccanica locale. L’indice di complessità trova una delle sue più interessanti applicazioni nelle operazioni di trasferimento tecnologico. Introdurre un’innovazione significa in genere aumentare la complessità del sistema, quindi i due concetti sono connessi. Sono stati esaminati diversi casi aziendali di trasferimento di tecnologia e di misura delle prestazioni produttive, evidenziando legami e influenza della complessità tecnologica sulle scelte delle imprese. Elaborazione di un nuovo metodo di calcolo di un indice di complessità tecnologica di prodotto, a partire dalla metodologia ibrida basata su modello entropico proposta dai Prof. ElMaraghy e Urbanic nel 2003. L’attenzione è stata focalizzata sulla sostituzione nella formula originale a valori determinati tramite interviste agli operatori e pertanto soggettivi, valori oggettivi. Verifica sperimentale della validità della nuova metodologia attraverso l’applicazione della formula ad alcuni componenti meccanici grazie alla collaborazione di un’azienda meccanica manifatturiera. Considerazioni e conclusioni sui risultati ottenuti, sulla metodologia proposta e sulle applicazioni del nuovo indice, delineando gli obiettivi del proseguo della ricerca. In tutto il lavoro si sono evidenziate connessioni e convergenze delle diverse fonti e individuati in diversi ambiti concetti e teorie che forniscono importanti spunti e considerazioni sul tema della complessità. Particolare attenzione è stata dedicata all’intera bibliografia dei Prof. ElMaraghy al momento riconosciuti a livello internazionale come i più autorevoli studiosi del tema della complessità in ambito industriale.
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Romanato, Nicolo' <1985&gt. "Tutela, valorizzazione e trasferimento del segreto industriale." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5653.

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Анотація:
Il presente elaborato si prefigge proprio lo scopo di analizzare questo istituto e, in particolare, in che cosa consista il “segreto industriale” o “trade secrets”, distinguendo in due distinti capitoli, i diversi interventi normativi – con i conseguenti riflessi sul profilo dogmatico – che si sono succeduti nel tempo (capitolo 1 e 2). In seguito verranno analizzati gli strumenti attraverso i quali il segreto industriale può essere efficamente tutelato a fronte di condotte appropriative di terzi, anche non diretti concorrenti e soprattutto, dai dipendenti (capitolo 3). Verrà poi indicato il metodo con cui questo know-how deve essere contabilizzato (capitolo 4), prima di procedere a verificare quale tutela sia per lo stesso apprestata dagli ordinamenti stranieri (capitolo 5) e, infine, con quali strumenti contrattuali possa essere trasferito (capitolo 6).
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13

Squizzato, Leonardo <1991&gt. "Il trasferimento delle imprese dall'estero in Italia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10435.

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Анотація:
Nel seguente elaborato si provvede ad analizzare l'operazione di trasferimento delle imprese estere in Italia antecedentemente all'introduzione dell'art. 166 - bis T.U.I.R. e successivamente all'introduzione dell'art. 12 D.lgs. 147/2015 il quale ha introdotto l'art. 166 - bis T.U.I.R.
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14

Instuli, Emanuele. "Studi di trasferimento di carica ad interfacce." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425489.

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Анотація:
The present research has the goal to equip an electrochemical microscopy laboratory able to study charge transfer (CT) reactions across interfaces of different kind. This goal has been reached acquiring the knowhow of the micro tips fabrication and setting up experimental systems for CT measurements at different type of interfaces. The Scanning ElectroChemical Microscopy (SECM) is used widely and the project involved the study of three kind of interfaces: a liquid/liquid ITIES, that is an Interface between Two Immiscible Electrolyte Solutions, a liquid/solid interface, formed by a glassy substrate covered by a thin film of silica with a Ruthenium(II) tris-bipyridile complex chemically linked to the lattice; and the last one was a liquid/swollen polymer interface.
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Annunziata, Mariangela. "I contratti per il trasferimento di tecnologia." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2013. http://hdl.handle.net/10556/863.

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Анотація:
2011 - 2012
La tesi affronta le diverse problematiche connesse ai contratti per il trasferimento di tecnologia. Nel primo capitolo si dà atto della complessità che caratterizza l’attività di ricerca e, per comodità di sintesi, si riconduce tale complessità a cinque differenti tipologie: complessità qualitativa, inerente le diverse forme di attività di ricerca realizzate; complessità soggettiva, inerente le diverse tipologie di soggetti operanti nel settore della ricerca; complessità istituzionale organizzativa, inerente le differenti tipologie di soggetti pubblici che si occupano, a livello comunitario o nazionale, di coordinare l’attività di ricerca; complessità programmatica, inerente i diversi livelli di programmazione dell’attività di ricerca; complessità finanziaria, rappresentata dalla vasta normativa in tema di finanziamenti alla ricerca. Si distingue tra forme di complessità “virtuose” e non e si auspica una semplificazione e razionalizzazione, mediante interventi normativi, dei profili di complessità soggettiva e di quella finanziaria. Nel secondo capitolo vengono esposti i principi costituzionali ed europei posti alla base dell’attività di ricerca. Si dà atto della differenza tra ricerca scientifica e tecnica e dei conseguenti risvolti sul piano costituzionale. Vengono esaminate le implicazioni dell’attività di ricerca sull’attività lavorativa e viene auspicato il passaggio a forme di partecipazione forte dei lavoratori a scelte fondamentali inerenti l’attività d’impresa, quali l’introduzione di innovazioni tecnologiche nel processo produttivo. Si constata che, al di là delle norme costituzionali specificamente inerenti l’attività di ricerca, quest’ultima ha tante referenze costituzionali quante sono le materie in cui si esplica. Nel terzo capitolo vengono affrontate tre questioni. Preliminarmente ci si interroga sulla possibilità di considerare le nuove risorse immateriali quali beni in senso giuridico. Dopo aver dato atto delle diverse tesi avvicendatesi sul tema, si aderisce all’impostazione che considera bene ogni cosa idonea a soddisfare interessi meritevoli di tutela secondo l’ordinamento giuridico. L’adesione a tale impostazione consente di superare anche le problematiche connesse all’immaterialità dei nuovi beni, che diviene irrilevante ai fini della qualificazione giuridica. In tale contesto caratteri quali la materialità, la patrimonialità, la limitatezza e l’appropriabilità divengono solo degli indici rivelatori dell’esistenza di un bene in senso giuridico, non dei requisiti necessari all’esistenza di un bene. Si esamina poi la possibilità che il diritto di proprietà abbia ad oggetto le nuove realtà immateriali. Si ritiene che il diritto di proprietà non si ricolleghi necessariamente ad un rapporto immediato e diretto con la res. Allo stesso modo l’esclusività di cui gode il proprietario non è collegata alla fisicità della cosa, ma alle utilità che dalla stessa possano essere tratte. Essa non inerisce infatti alla cosa in quanto tale, ma alla titolarità del diritto sulla res. In tale contesto è possibile concludere che il diritto di proprietà ben possa avere ad oggetto i nuovi beni immateriali. Le peculiarità di tali beni, tuttavia, conformeranno necessariamente il diritto di proprietà. Si valuta infine la possibilità di assimilare i profili di natura patrimoniale inerenti il diritto d’autore al diritto di proprietà. Dopo aver dato atto delle diverse tesi sostenute in merito alla qualificazione del diritto d’autore, si conclude per la possibilità di scindere nettamente tra diritto morale e diritto patrimoniale d’autore. Mentre il diritto morale d’autore è assimilabile ai diritti della personalità, di diritti patrimoniali, in virtù della loro conformazione e delle facoltà concesse all’autore, sono agevolmente assimilabili alla proprietà. Nel quarto capitolo vengono esaminate le diverse forme di trasferimento tecnologico. Con riferimento alla posizione assunta sul mercato dai soggetti che prendono parte al trasferimento di tecnologia, si distingue tra forme orizzontali e verticali di trasferimento; con riferimento alle modalità di attuazione del trasferimento tecnologico, si distingue tra forme volontarie, involontarie e coatte di trasferimento tecnologico. Vengono esaminate con attenzione le diverse tipologie negoziali di trasferimento tecnologico, distinguendo tra negozi che hanno ad oggetto principale o esclusivo il trasferimento di tecnologia (cessione, licenza, material transfer agreement) e forme che solo incidentalmente determinano un trasferimento di tecnologia (franchising, subfornitura industriale). Si dà atto delle implicazioni che le peculiarità dell’oggetto contrattuale hanno sulla struttura negoziale (sotto il profilo spaziale, temporale e delle facoltà connesse alla situazione di appartenenza). Viene dato particolare risalto alla struttura collaborativa dell’attività di ricerca ed alla conseguente contitolarità dei risultati da essa scaturenti. Sul punto è ancora controversa la disciplina applicabile, poiché la scelta normativa di rinvio alle norme sulla comunione risulta in concreto insoddisfacente. Vengono esaminati altresì gli effetti sul negozio giuridico della declaratoria di nullità del titolo sul quale la protezione della tecnologia si fonda, affrontando la problematica connessa alla quantificazione dell’ “equo rimborso” di cui all’art. 77 del Codice. Con specifico riferimento al contratto di licenza, vengono esaminate le differenti tipologie di compensi, che possono essere non monetari e monetari; questi ultimi si dividono a loro volta in corrispettivi fissi o variabili. Particolare attenzione è dedicata alla royalties ed ai costi di monitoraggio che il licenziante deve sostenere per evitare comportamenti opportunistici (under reporting) del licenziatario. Viene esaminata anche la problematica connessa all’ammissibilità delle royalties post expiration e si conclude per la piena ammissibilità dell’istituto, concretamente idoneo a favorire il trasferimento di tecnologie. Con riguardo ai material transfer agreement vengono esaminate invece le questioni connesse al passaggio del rischio ed alla titolarità dei risultati realizzati mediante la sperimentazione sul materiale concesso in uso. Sempre nel quarto capitolo vengono esaminate le questioni connesse alla titolarità delle invenzioni e delle opere dell’ingegno realizzate in esecuzione del rapporto di lavoro, con particolare attenzione anche alle ipotesi di lavoro non dipendente. Si dà atto delle modifiche normative intervenute nel 2001 in merito alle invenzioni dei ricercatori universitari. Si riscontra come la scelta per la titolarità individuale dei trovati accademici non sia in linea con la normativa degli altri Stati europei e con la prassi statunitense e si esaminano le problematiche connesse al riconoscimento della titolarità individuale delle invenzioni accademiche. Vengono altresì esaminati alcuni strumenti, molto utilizzati dagli atenei, al fine di garantire il trasferimento di tecnologia: si tratta degli spin off e degli industrial liason office. Sul punto viene operato un raffronto tra realtà europea e statunitense e vengono esaminate le problematiche connesse all’accesso a forme di finanziamento ed al recupero, da parte dell’Ateneo, della tecnologia concessa in caso di fallimento dello spin off. Dopo un rapido passaggio sulla determinazione dei corrispettivi nei contratti per il trasferimento di tecnologia, si esaminano i rapporti tra diritto della concorrenza e negozi di ricerca. Viene evidenziata la generale incompatibilità con il trattato dei patti che escludono o limitano la concorrenza e si esamina l’esenzione per categoria prevista, per il settore della ricerca, dal Regolamento 772/2004. Vengono prospettate le limitazioni connesse all’approccio del Regolamento comunitario, in particolare con riferimento alla quantificazione delle soglie di mercato ed all’eccessiva rigidità delle stesse, nonché con riguardo all’inapplicabilità della normativa agli accordi tra più di due imprese. Vengono esaminate anche le diverse forme di collective societies, ed in particolare i patent pools, le standard setting organizations e le collective rights organizations. Sono esaminate, in una continua comparazione con gli ordinamenti statunitensi e giapponese, le implicazioni sulla concorrenza delle predette tipologie di accordi, esaminando anche i rimedi convenzionali e giurisprudenziali elaborati per contrastare i comportamenti opportunistici della parti. La tesi si conclude auspicando un intervento normativo di semplificazione del panorama della ricerca che tenga in concreta e reale considerazione le problematiche del settore. In particolare occorrerà riformare la normativa nazionale in tema di invenzioni accademiche e reimpostare la disciplina dei contratti per il trasferimento di tecnologia in chiave concorrenziale. Il legislatore dovrà prendere atto che proprietà intellettuale e diritto della concorrenza convergono verso un unico risultato: l’efficienza del mercato. Mediante i contratti per il trasferimento di tecnologia infatti si crea un concorrente sul mercato, determinando un effetto positivo per le imprese e per l’economia. [a cura dell'autore]
XI n.s.
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16

Cardoni, Massimo. "Grafene: proprietà, sintesi e trasferimento con il ciclododecano." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10385/.

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Il grafene è un cristallo bidimensionale di atomi di carbonio, isolato per la prima volta nel 2004 da due fisici che per questo risultato vinsero il premio Nobel per la Fisica nel 2010. Il grafene possiede proprietà chimiche e fisiche superiori, quali un’elevata resistenza chimica e meccanica e un’eccellente conducibilità termica ed elettrica. Inoltre possiede altre due caratteristiche che lo rendono particolarmente promettente in diversi ambiti applicativi: leggerezza e trasparenza ottica. In questo elaborato ho descritto le attività svolte seguendo le ricerche che vengono svolte al CNR-IMM di Bologna, dove questo materiale viene prodotto tramite la tecnica di Chemical Vapor Deposition e studiato per l’integrazione in dispositivi elettronici ed elettro-meccanici innovativi. Durante la mia esperienza di laboratorio all’IMM ho seguito i procedimenti che portano al trasferimento del grafene sintetizzato su substrati catalitici di rame sui substrati finali per la successiva integrazione nella tecnologia del silicio. Nell’elaborato vengono da prima descritte la struttura cristallina ed elettronica e successivamente presentate alcune proprietà di cui gode e messe in relazione con i materiali attualmente in uso. Segue una breve trattazione bibliografica di alcune delle principali tecniche di produzione del grafene, trattando più nel dettaglio la tecnica CVD attualmente in uso per la sintesi di grafene all’interno dei laboratori del CNR-IMM di Bologna. La parte principale di questa esperienza di laboratorio è stato di seguire in prima persona le attuali ricerche del gruppo di lavoro per la messa a punto di un metodo alternativo che utilizza il ciclododecano per il trasferimento del grafene sintetizzato su rame al posto del classico strato sacrificale polimerico di PMMA. Nell’elaborato il confronto tra le due tecniche viene eseguito confrontando i risultati del trasferimento analizzando la morfologia dei campioni finali con tecniche di microscopia elettronica in scansione
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Leoni, Serena <1979&gt. "Meccanismo di trasferimento elettronico nel Complesso I mitocondriale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1457/1/Leoni__Serena__Meccanismo_di_trasferimento_elettronico_nel_Complesso_I_mitocondriale.pdf.

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Leoni, Serena <1979&gt. "Meccanismo di trasferimento elettronico nel Complesso I mitocondriale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1457/.

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Pezzutto, Debora <1993&gt. "Exit Tax: il trasferimento della residenza fiscale all'estero." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11706.

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Negli ultimi anni il trasferimento all’estero della residenza fiscale di persone giuridiche e fisiche è stato sempre più materia di studio per fare in modo che tale trasferimento non comportasse una perdita di gettito per lo Stato iniziale della residenza a causa della sottrazione a tassazione delle plusvalenze latenti.I trasferimenti di residenza, e in modo particolare delle sedi, sono dei fenomeni sempre più diffusi a causa dell’enorme crescita del fenomeno delle internazionalizzazioni. Si tratta in ogni caso di una disciplina che ha portato sempre più spesso la Corte di Cassazione a doversi pronunciare per verificare la compatibilità della norma interna con quella comunitaria ed in modo particolare è stata chiamata a giudicare le restrizioni, causate da suddetta norma, delle libertà fondamentali. Con il presente lavoro si intende analizzare l’evoluzione normativa riguardante la tassazione dei valori in uscita nei territori dello Stato. In modo particolare si vogliono sottolineare i punti cardine di tale disciplina e le problematiche derivanti dalla compatibilità dell’ordinamento interno con quello comunitario evidenziando le lacune della normativa nonostante le recenti e continue modifiche. La volontà è quella di dimostrare l’importanza di tale normativa in uno scenario caratterizzato da un’internazionalizzazione sempre più spinta conseguente a un processo di globalizzazione che costringe le imprese ad operare in un contesto mondiale.
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Lazar, Andreea Florina. "Diritto all'oblio e trasferimento dei dati a livello internazionale." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Il mondo di internet, arrivato come una valanga, ha sconvolto la popolazione globale in quanto vasto e spesso incomprensibile. Un territorio che se non regolato, ci si è accorti che può diventare davvero pericoloso. È interessante infatti capire cosa l’avvento di internet ha provocato nella vita delle persone, sia per quanto attiene le relazioni sociali, sia per quel che riguarda i rapporti economici. Capire quali sono i diritti e le tutele che pervadono il web, soprattutto per quanto concerne i dati personali, è la chiave di questa ricerca. Alla base di questo studio vi è l’analisi del diritto ad essere dimenticati e di come a fatica, passo dopo passo, sia riuscito a farsi strada nell’Unione Europea. In particolare, si pone l’attenzione sui casi che hanno dato la spinta necessaria in questo ambito. Ci troviamo davanti a un quadro estremamente variegato che offre numerosi spunti di analisi.
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Polli, Elisa. "Modelli stocastici per tassi di trasferimento e di interesse." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6296/.

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Questa tesi nasce come risultato di un'esperienza di stage svolta presso l'ufficio Pianificazione e Risk Management in Cassa di Risparmio di Cento; l'obiettivo di questo lavoro è la descrizione dell'analisi da me svolta per la ricostruzione del metodo di determinazione del tasso interno di trasferimento adottato in questa banca. A questo studio è stata aggiunta una sezione legata all'analisi e all'implementazione di due modelli stocastici per l'evoluzione dei tassi di interesse (modello di Vasicek e modello CIR).
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Miolo, Mattia <1991&gt. "Idrogenazione e trasferimento di idrogeno catalizzato da metalli preziosi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12687.

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Mastropierro, Cristiana Antonella. "Tecniche di trasferimento di film di grafene ottenuto per CVD." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19390/.

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Il grafene, un monolayer bidimensionale di atomi di carbonio legati con ibridazione sp2, è uno dei più promettenti nanomateriali ad aggi conosciuti, sia per la ricerca sperimentale che per le possibili applicazioni industriali. Scoperto per la prima volta nel 2004, da parte di due scienziati dell’università di Manchester, Andrej Gejm e Konstantin Novoselov, ha rapidamente attratto l’interesse della comunità scientifica internazionale, grazie alle sue straordinarie proprietà, ed ha portato Geim e Novoselov a vincere il Premio Nobel per la Fisica nel 2010. Nonostante la grande attenzione e il grande impegno che università e centri di ricerca impiegano da allora nello studio per la sintesi del grafene e il trasferimento su substrato target, queste due fasi cardine per il futuro sfruttamento industriale del materiale risultano ancora oggi una sfida scientifica e tecnologica non banale. In questo contesto si è inserito il mio lavoro di tesi svolto nella sede di Bologna dell’Istituto per la Microelettronica ed i Microsistemi del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IMM-CNR), con il duplice obbiettivo, da una parte, di studiare una delle prime e più proficue tecniche adottate per il trasferimento del grafene- il trasferimento wet con il PMMA come polimero di supporto- e dall'altra di testare una nuova capace di rispondere alla costante richiesta di sostenibilità ambientale- la tecnica di trasferimento wet con bio-polimero, il PLA. Dopo un primo capitolo mirato alla presentazione delle proprietà e sintesi del grafene, si entrerà nell’argomento centrale del manoscritto: il trasferimento di grafene, presentando una review sulle possibili tecniche, focalizzandosi poi sulle procedure alla base dei due processi di trasferimento realizzati. Il terzo capitolo, infine, verterà sulla messa a punto del nuovo trasferimento con PLA e sull’analisi dei campioni prodotti, dimostrando l’applicabilità ed efficacia di questo polimero naturale nel fase di trasferimento del grafene.
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Kotanidis, Silvia. "Effetti fiscali del trasferimento di residenza per le persone fisiche." Université Robert Schuman (Strasbourg) (1971-2008), 2007. http://www.theses.fr/2007STR30011.

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La thèse a donné une description des différents conséquences fiscales d’un transfert de résidence en soulignant les problématiques liées pour le pays de la sortie et de l’immigration. L’analyse a porté sur trois différents régimes de taxation à la sortie : l’exit tax, où le transfert équivaut à une disposition des participations, l’exit tax basée sur un fait imposable présomptif où il y a une modification des plus-values après le transfert et enfin l’extension de l’assujettissement fiscale qui étend le critère de la résidence fiscale après le transfert (extended liability). L’impacte du droit conventionnel et européen sur ces trois différents systèmes porterait à des conséquences tout à fait différents. Du point de vue du droit conventionnel, notamment de celui du Modèle de Convention de l’OCDE, la taxation à l’émigration, en particulier celle des deux premières types, ne semblerait pas violer les principes juridiques du Modèle OCDE, autant que du point de vue du droit européen l’exit tax pure ou avec corrections après l’émigration résulterait incompatible avec l’acquis communautaire. Par contre, l’extension de l’assujettissement fiscale, en principe neutralisée dans le cadre d’une convention contre la double imposition, pourrait être considérée incompatible avec les libertés fondamentales grâce à une interprétation innovatrice des principes déclarés par la Cour de Justice
The thesis has described the different consequences deriving from a transfer of residence, highlighting the main legal issues from the point of view of the state of emigration and immigration. The analysis has concentrated on three different regimes of taxation upon emigration: the exit tax, where the transfer of residence equals to an alienation of the participations, the exit tax based on a deemed taxable event followed by adjustments of the value of the capital gains after the transfer, an extension of the tax liability, where there is an extension of the connecting criterion after the transfer of residence (extended liability). The impact on these three systems of taxation with treaty law and community law seems to lead to different consequences. From the point of view of the treaties for the avoidance of double taxation, in particular of those based on the OECD Model, the taxation of emigration of the first two types does not seem to violate the legal principles enshrined in OECD Model, whereas from the point of view of community law a pure exit tax or an exit tax followed by adjustments would seem to be incompatible with the acquis communautaire. On the contrary, an extended liability, in principle neutralised in the framework of a tax treaty, could be seen incompatible with the EC fundamental freedoms by means of an innovative interpretation of the principles declared by the Court of Justice
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Benini, Mattia. "Criticità nel trasferimento di grafene prodotto da CVD su rame." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8752/.

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Il grafene è un cristallo bidimensionale composto da uno strato monoatomico planare di atomi di carbonio ibridizzati sp2. In ogni modo, il perfezionamento delle tecniche di produzione e di trasferimento del materiale è a tutt’oggi una attività di ricerca alla frontiera, e in questo contesto si è inserito il mio lavoro di tesi. Svolto nella sede di Bologna dell’Istituto per la Microelettronica ed i Microsistemi del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IMM-CNR), ha avuto un duplice obiettivo. Il primo è stato quello di studiare la procedura di trasferimento su un wafer di ossido di silicio (SiO2) del grafene cresciuto per deposizione chimica da fase vapore (chemical vapor deposition) su rame normalmente impiegata in laboratorio. Il secondo è stato invece quello di proporre e verificare possibili modifiche con lo scopo di provare a risolvere uno dei problemi che ci si è trovati ad affrontare, nello specifico l’elevato numero di danni strutturali e di rotture indotti nella membrana trasferita. Dopo un capitolo iniziale di introduzione alla teoria ed alle proprietà fisiche del grafene, nel secondo verranno illustrate le tecniche principali con le quali attualmente si produce il materiale, con un focus particolare sulla chemical vapor deposition, tecnica impiegata all’IMM, e da me seguita per la produzione dei campioni da studiare. Il terzo capitolo tratterà nel dettaglio il processo di trasferimento dal substrato di crescita a quello finale, realizzato attraverso uno strato sacrificale di PMMA. Dopo una descrizione approfondita dei singoli passaggi, verrà mostrato il confronto tra i risultati ottenuti su campioni di grafene traferiti su ossido di silicio, con la tecnica inizialmente adottata e quella modificata. Come verrà discusso, nonostante non tutti problemi siano stati risolti, le modifiche apportante al processo di trasferimento hanno permesso di raggiungere l’obiettivo iniziale, cioè di migliorare in modo apprezzabile la qualità della pellicola dal punto di vista dell’integrità strutturale.
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Albertin, Lucia <1979&gt. "Il trasferimento dei diritti nel contratto di trasporto di cose." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2951/1/Albertin_Lucia_TESI.pdf.

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Nel trasporto di cose si registra l’intervento nella fase di riconsegna della merce di un soggetto diverso dall’originario contraente con il vettore: il destinatario. Tale contratto si caratterizza per uno sfasamento tra il momento della stipulazione del contratto tra mittente e vettore e quello della riconsegna delle merci, nel quale al destinatario viene riconosciuta facoltà di esercitare i diritti nascenti dal contratto di trasporto nei confronti del vettore; tale sfasamento temporale fra l’inizio e la fine della prestazione del vettore comporta una scissione in seno alla figura del creditore del trasporto nei confronti del vettore fra mittente e destinatario. Questo elemento crea una particolare situazione giuridica che è stata variamente inquadrata. Si verifica, infatti, un fenomeno di successione del destinatario al mittente nell’acquisto e nel conseguente esercizio dei diritti nascenti dal contratto di trasporto, ossia un trasferimento dei diritti dal mittente al destinatario, di portata apparentemente eversiva del principio della relatività degli effetti del contratto codificato dall’art. 1372 c.c. Si pone, dunque, il problema di individuare quali diritti nei confronti del vettore siano esercitabili dal destinatario, ossia quale sia il contenuto di tali diritti. In secondo luogo, si pone il problema di accertare con quali modalità temporali il destinatario acquisti tali diritti. Bisogna, poi, stabilire a quale titolo tale acquisto avvenga. Inoltre è necessario stabilire come si concili la legittimazione all’esercizio di tali diritti con i poteri di disposizione del carico e, in definitiva, di modifica del contratto del trasporto, riconosciuti al mittente e determinare a chi spetti la legittimazione ad esercitare le azioni derivanti dal contratto di trasporto verso il vettore. Questi quesiti toccano un problema di più ampia portata riguardante la configurazione giuridica della posizione negoziale assunta dal destinatario all’interno della complessa fattispecie contrattuale che vincola fra loro i tre soggetti e la determinazione del meccanismo giuridico che rende possibile il trasferimento dei diritti che nascono dal contratto di trasporto al destinatario, il quale si sostituisce al mittente nella titolarità degli stessi. La disciplina del trasporto non si presta ad una interpretazione univoca, ponendo problemi applicativi di non facile soluzione. Le esigenze di un’idonea configurazione giuridica del contratto di trasporto e dei rapporti intercorrenti fra i soggetti intorno ad esso interagiscono, quelle di un equo contemperamento degli interessi delle parti e quelle di una compiuta risposta ai problemi pratici connessi all’attuale realtà dei traffici non hanno trovato risposte condivise. La dottrina e la giurisprudenza hanno fornito diverse soluzioni, per lo più basate su un’interpretazione sistematica del contratto di trasporto, a margine del codice di commercio del 1882, prima, e del codice civile del 1942, poi. Si è dunque dato vita alla ricerca, all’interno delle norme generali in tema di obbligazioni e contratti, delle logiche e degli istituti ai quali può essere ricondotto l’acquisto da parte del destinatario del risultato della prestazione del vettore nella fase finale della riconsegna del carico. L’elaborato analizza tutte le teorie sviluppate dagli interpreti. In particolare viene esaminata la tesi accolta dalla dottrina e dalla giurisprudenza maggioritarie, volta a qualificare il trasporto come un contratto a favore a terzi, la tesi che qualifica tale contratto come un’ipotesi di indicazione o di delegazione di pagamento e la tesi che qualifica il trasporto come di cose come contratto naturalmente suscettibile di cessione al destinatario. Di tali teorie vengono indagate le conseguenze applicative, con particolare riferimento al contenuto dei diritti, delle azioni e delle eccezioni esercitabili dei soggetti che partecipano al contratto, per concludere che la teoria che fornisce il più ampio contemperamento degli interessi delle parti, alla luce dell’attuale realtà dei traffici, è quella che riconduce il trasferimento dei diritti inerenti al contratto di trasporto di cose all’istituto della cessione.
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Albertin, Lucia <1979&gt. "Il trasferimento dei diritti nel contratto di trasporto di cose." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2951/.

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Nel trasporto di cose si registra l’intervento nella fase di riconsegna della merce di un soggetto diverso dall’originario contraente con il vettore: il destinatario. Tale contratto si caratterizza per uno sfasamento tra il momento della stipulazione del contratto tra mittente e vettore e quello della riconsegna delle merci, nel quale al destinatario viene riconosciuta facoltà di esercitare i diritti nascenti dal contratto di trasporto nei confronti del vettore; tale sfasamento temporale fra l’inizio e la fine della prestazione del vettore comporta una scissione in seno alla figura del creditore del trasporto nei confronti del vettore fra mittente e destinatario. Questo elemento crea una particolare situazione giuridica che è stata variamente inquadrata. Si verifica, infatti, un fenomeno di successione del destinatario al mittente nell’acquisto e nel conseguente esercizio dei diritti nascenti dal contratto di trasporto, ossia un trasferimento dei diritti dal mittente al destinatario, di portata apparentemente eversiva del principio della relatività degli effetti del contratto codificato dall’art. 1372 c.c. Si pone, dunque, il problema di individuare quali diritti nei confronti del vettore siano esercitabili dal destinatario, ossia quale sia il contenuto di tali diritti. In secondo luogo, si pone il problema di accertare con quali modalità temporali il destinatario acquisti tali diritti. Bisogna, poi, stabilire a quale titolo tale acquisto avvenga. Inoltre è necessario stabilire come si concili la legittimazione all’esercizio di tali diritti con i poteri di disposizione del carico e, in definitiva, di modifica del contratto del trasporto, riconosciuti al mittente e determinare a chi spetti la legittimazione ad esercitare le azioni derivanti dal contratto di trasporto verso il vettore. Questi quesiti toccano un problema di più ampia portata riguardante la configurazione giuridica della posizione negoziale assunta dal destinatario all’interno della complessa fattispecie contrattuale che vincola fra loro i tre soggetti e la determinazione del meccanismo giuridico che rende possibile il trasferimento dei diritti che nascono dal contratto di trasporto al destinatario, il quale si sostituisce al mittente nella titolarità degli stessi. La disciplina del trasporto non si presta ad una interpretazione univoca, ponendo problemi applicativi di non facile soluzione. Le esigenze di un’idonea configurazione giuridica del contratto di trasporto e dei rapporti intercorrenti fra i soggetti intorno ad esso interagiscono, quelle di un equo contemperamento degli interessi delle parti e quelle di una compiuta risposta ai problemi pratici connessi all’attuale realtà dei traffici non hanno trovato risposte condivise. La dottrina e la giurisprudenza hanno fornito diverse soluzioni, per lo più basate su un’interpretazione sistematica del contratto di trasporto, a margine del codice di commercio del 1882, prima, e del codice civile del 1942, poi. Si è dunque dato vita alla ricerca, all’interno delle norme generali in tema di obbligazioni e contratti, delle logiche e degli istituti ai quali può essere ricondotto l’acquisto da parte del destinatario del risultato della prestazione del vettore nella fase finale della riconsegna del carico. L’elaborato analizza tutte le teorie sviluppate dagli interpreti. In particolare viene esaminata la tesi accolta dalla dottrina e dalla giurisprudenza maggioritarie, volta a qualificare il trasporto come un contratto a favore a terzi, la tesi che qualifica tale contratto come un’ipotesi di indicazione o di delegazione di pagamento e la tesi che qualifica il trasporto come di cose come contratto naturalmente suscettibile di cessione al destinatario. Di tali teorie vengono indagate le conseguenze applicative, con particolare riferimento al contenuto dei diritti, delle azioni e delle eccezioni esercitabili dei soggetti che partecipano al contratto, per concludere che la teoria che fornisce il più ampio contemperamento degli interessi delle parti, alla luce dell’attuale realtà dei traffici, è quella che riconduce il trasferimento dei diritti inerenti al contratto di trasporto di cose all’istituto della cessione.
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Marcuzzo, Sara <1978&gt. "Processi di esternalizzazione e trasferimento d'azienda nel diritto del lavoro." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2008. http://hdl.handle.net/10579/204.

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Piccinini, Filippo <1987&gt. "IL TRASFERIMENTO FITTIZIO DI RESIDENZA DELLE PERSONE FISICHE E GIURIDICHE." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6676.

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Zozzolotto, Elena <1989&gt. "Il trasferimento di ramo d'azienda nel diritto e nella prassi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7919.

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Oggetto della tesi è l’analisi della disciplina riguardante il trasferimento di ramo d’azienda e le problematiche ad esso connesse. L’analisi ripercorre l’evoluzione della normativa sul trasferimento d’azienda fino ad arrivare al nuovo testo dell’articolo 2112 del codice civile intitolato “mantenimento dei diritti del lavoratore in caso di trasferimento d’azienda”. Il primo capitolo si sofferma sulla definizione del ramo e dell’oggetto del trasferimento, apre una parentesi sulla nozione di autonomia funzionale e si conclude dedicando ampio spazio alla descrizione dei nuovi ambiti di applicazione della normativa con riferimento specifico alla disciplina dell’appalto. Successivamente il tema viene analizzato attraverso la prospettiva della normativa comunitaria con riferimento alle nuove tipologie di organizzazione aziendale nell’ambito dei sempre più frequenti fenomeni di esternalizzazione e disarticolazione dei processi produttivi. Il secondo capitolo contiene la descrizione delle principali direttive in tema di trasferimento d’azienda e all’analisi dei rapporti tra la normativa comunitaria e quella interna. Nel capitolo seguente trova spazio la descrizione delle tutele destinate al lavoratore coinvolto nel trasferimento. Il dibattito si è concentrato sulla fattispecie e sul campo di applicazione della normativa in relazione all’articolo 2112 del codice civile. Il problema maggiormente rilevante in questa tematica è dato dalle molteplici modalità con le quali il diritto interno ha recepito e interpretato il diritto comunitario. Vengono qui analizzati sia l’ambito di tutela collettivo che individuale e descritti i quattro ambiti fondamentali: la solidarietà tra cedente e cessionario per i crediti del lavoratore ceduto, la continuità del rapporto di lavoro e il diritto di opposizione al trasferimento, il trasferimento e licenziamento giustificato del lavoratore ceduto ed infine il trasferimento in situazioni di crisi aziendali o insolvenza. Il quarto capitolo viene dedicato al rapporto con i sindacati e descrive gli obblighi di informativa e la procedura di consultazione. Infine l’ultimo capitolo è dedicato alla descrizione della disciplina attraverso la prassi utilizzata.
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Comis, Cecilia <1993&gt. "Il trasferimento di sede all'estero: problematiche e norme a confronto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10656.

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L’elaborato mira ad analizzare la consistente disciplina del trasferimento della sede all’estero, in particolare nel contesto comunitario, ove comunque sono previste convenzioni che possono essere analizzate e discusse. Secondo le Libertà Fondamentali, sancite a livello Europeo, il contribuente ha diritto di intraprendere una qualsiasi attività economica ove lo ritenga necessario, all’interno dell’UE. L’importante è che all’atto formale, segua quello sostanziale dell’effettivo trasferimento e che quindi non vi sia un abuso di tali Libertà. L’intenzione è analizzare la disciplina della Residenza Fiscale per le società: dal punto di vista delle fonti interne, contenute nel TUIR (art. 73) e dal punto di vista delle fonti comunitarie, contenute nel modello OCSE, con particolare osservanza alla “Tie Break Rule”. Pertanto, poi, verranno analizzate tutte le particolarità e le complicazioni dovute all’interazione di queste due normative. In specifico, in questa seconda parte dello scritto si tratterà delle Exit Taxes che tentano di garantire il Principio di Territorialità e come però, allo stesso tempo, siano in contrasto con il principio di Libertà di Stabilimento. Verranno trattate le difficoltà circa il contrasto dell’esterovestizione e della normativa riguardante i Paradisi Fiscali. Per semplificare e chiarire una disciplina comunque complessa si valuteranno casi pratici, per valutare anche l’interpretazione data dalla Giurisprudenza alle norme.
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Villa, Alessia <1996&gt. "Il rapporto di lavoro nel trasferimento d’azienda e ramo d’azienda." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19613.

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L’articolo 2112 cod. civ. stabilisce le regole per la tutela dei diritti dei dipendenti coinvolti nei casi di trasferimento d’azienda, sancendo la totale insensibilità dei rapporti di lavoro ai mutamenti della titolarità della stessa. Tale normativa è stata oggetto di numerosi interventi legislativi che sono il risultato di un processo di adeguamento dell’ordinamento nazionale alle direttive europee e alle pronunce della Corte di Giustizia. Tali influenze non hanno sicuramente giovato a una lineare e agevole interpretazione della materia, non tanto sotto il profilo della disciplina, che nonostante i numerosi interventi, risulta chiara e di facile applicazione, bensì sul piano dell’individuazione della fattispecie di “trasferimento d’azienda” e soprattutto di parte di essa. Nel Capitolo I verranno determinate le nozioni di trasferimento d'azienda e di ramo d'azienda sia a livello di ordinamento nazionale, sia a livello di ordinamento europeo. Verranno, inoltre, individuati i confini della categoria degli atti legittimanti il trasferimento. Si tratta di un passaggio fondamentale, perché, perimetrare correttamente l’ambito applicativo permette di sottrarre l’istituto del trasferimento da un suo utilizzo improprio e fraudolento. Individuati i confini applicativi della disciplina, nel Capitolo II verranno analizzate le scelte legislative volte a disciplinare le possibili ripercussioni che le modificazioni soggettive del rapporto di lavoro (relative alla figura del datore di lavoro-imprenditore) possono avere sulla posizione del lavoratore ceduto. La centralità del profilo della tutela del lavoratore trasferito emerge dai numerosi interventi legislativi che, negli anni, sono andati ad inserirsi nella disposizione originaria dettata dall’art. 2112 cod. civ. e, dunque, sotto la rubrica intitolata “mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimento d’azienda”. Con la c.d. “Riforma Biagi” e, in particolare, con l’art. 29 D.lgs. 276/2003 il legislatore italiano ha riconosciuto a livello normativo la possibile sovrapposizione tra il contratto di trasferimento d’azienda e quello d’appalto, con una conseguente estensione delle tutele previste dall’art. 2112 cod. civ. anche a quest'ultimo. Per molto tempo le due fattispecie hanno trovato discipline autonome e ben distinte nell’ordinamento italiano. Tuttavia, con il sorgere di nuove forme di esternalizzazione, volte sempre di più alla frammentazione verticale dell'impresa attraverso l'esternalizzazione di attività accessorie al core business (attuate, sempre più spesso, attraverso il trasferimento d'azienda e il contratto d'appalto), si è reso necessario disciplinare la possibile sovrapposizione tra le due fattispecie. Il problema sorge nei c.d. cambi d'appalto, cioè nelle ipotesi in cui, nell'esecuzione di un medesimo contratto di appalto, si susseguono più imprenditori-appaltatori. In tal caso, occorre verificare quando il fenomeno successorio consente l’applicazione della disciplina del trasferimento d’azienda di cui all’art. 2112 cod. civ.. Nel Capitolo III verranno analizzate le tutele riservate ai lavoratori coinvolti in vicende circolatorie aventi ad oggetto imprese in oggettivo stato di crisi. L'ordinamento nazionale consente, in tali ipotesi, possibili deroghe all'art. 2112 cod. civ., norma che per le imprese in bonis risulta, invece, inderogabile. La ratio risiede nell’esigenza di bilanciare l’interesse individuale dei lavoratori con l’interesse collettivo al mantenimento del valore e dell’operatività dell’impresa per agevolarne la circolazione (così da garantire il massimo livello occupazionale). Verranno poi analizzate le possibili novità introdotte dall'entrata in vigore del nuovo Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza.
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D'AVOSSA, MARIO. "Criteri per la determinazione dei prezzi di trasferimento infra-gruppo." Doctoral thesis, Università Bocconi, 2006. http://hdl.handle.net/11565/4050332.

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TALLAKI, Mouhcine. "CULTURA NAZIONALE E TRASFERIMENTO DEI SISTEMI DI CONTROLLO DI GESTIONE." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2013. http://hdl.handle.net/11392/2388907.

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The relationship between national culture and Management Control System (MCS) has been well addressed in the literature on the international management. Researchers argued that culture is central and crucial to enhance our understanding of the differences in the MCS (Chow et al., 1999; D'Iribarne, 1989; Catturi 1992; Ciambotti, 2001). Therefore, it was called into question the generalizability of the MCS. Despite the non-generalizability of the MCS in the internationalized companies, companies tend to transfer their MCS from their parent company to the foreign subsidiary (Van Der Stede, 2003). Schneider (1988) argued that the parent company is interested in promoting a similar management philosophy within the group. In this context, Roth et al. (1991) deemed that having a shared management philosophy could increase efficiency, reduce communication time and contribute to the success of the corporate strategy. Moreover, the non-generalizability of MCS, caused by the relationship existing between the MCS and the cultural values, implies an adaptation of MCS to the cultural characteristics of the new context. The aim of the research is twofold; firstly, to understand how the MCS is transferred from the parent company to the foreign subsidiary. Secondly, to examine and explain how culture influences the transfer process. The research methodology chosen is qualitative with case studies. The case studies relate to Italian companies that have subsidiaries in Morocco. Italy and Morocco are chosen for this study because they represent areas with reverse positions on cultural dimensions. The research findings show that the internationalized companies are guided in their actions by institutional forces (Boussebaa et al., 2012; Prahalab and Doz, 1987; Rosenzweig and Singh, 1991; Yin and Makino, 2002; Powell and DiMaggio, 1991). The findings show also, that the choice of transfer occurs without considering the cultural elements, consequently the MCS are transferred but not internalized. The internalization process involves, as has been pointed out by Kostova and Roth 2002, the sharing of values and the similarity between the institutional contexts of the mother company and the foreign subsidiary. Therefore, neglecting the cultural factors in an internationalized context leads to the cultural conflicts, Youssfi (2011) showed that the non-consideration of cultural values involves cultural conflicts. This idea was confirmed also by the present study. In other words, cultural values are crucial key for the internalized companies to avoid the cultural conflicts. Results showed also that the parent company becomes aware of the diversity and cultural conflicts only in the second stage of the transfer process, however the behavior adopted by the company does not involve any adjustment to fit the cultural variables.
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De, Luca Tamajo Stefano. "Trasferimento d’azienda, disarticolazione dei processi produttivi e tutela dei lavoratori." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/358.

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2009 - 2010
Oggetto dello tesi è l’analisi delle problematiche giuslavoristiche connesse al trasferimento di azienda alla luce dell’evoluzione normativa e giurisprudenziale. La disciplina del trasferimento d’azienda è contenuta nell’art. 2112 c.c. che, in deroga a quanto previsto per la cessione del contratto dagli artt. 1406 e ss. del codice civile - prevede che i rapporti di lavoro proseguano automaticamente con il nuovo titolare dell’impresa, a prescindere dal consenso dei lavoratori ceduti. È stata preliminarmente messa in evidenza la cd. “eterogenesi dei fini” dell’art. 2112 c.c., per poi ripercorrere, anche alla luce dell’impatto del diritto comunitario, le principali tappe dell’evoluzione normativa della disciplina, analizzando altresì le diverse tecniche utilizzate dal legislatore. Successivamente sono state analizzate le caratteristiche strutturali delle fattispecie individuate dall’art. 2112 c.c., evidenziando come il legislatore abbia accolto una nozione squisitamente lavoristica di azienda. Il trasferimento d’azienda (e soprattutto di ramo di azienda) è stato poi inquadrato nell’ambito del più generale fenomeno della esternalizzazione e della disarticolazione dei processi produttivi. Quanto alla tutela garantita ai lavoratori coinvolti nel trasferimento, sono stati esaminati distintamente i profili individuali e quelli collettivi, che presentano sicuramente aspetti di maggiore criticità. Inoltre, una particolare attenzione è stata dedicata all’analisi delle più recenti problematiche giurisprudenziali emerse in tema di trasferimento di azienda, e specificamente a quelle relative all’interesse ad agire, all’accettazione del trasferimento per facta concludentia, alle ipotesi di trasferimento di azienda in frode alla legge e all’ipotesi in cui il trasferimento d’azienda intervenga nel corso di una procedura di licenziamento collettivo. Brevi cenni sono stati altresì dedicati alla procedura disciplinata dall’art. 47 della L. 428/90 - mediante la quale il legislatore ha realizzato, anche nel campo del trasferimento d’azienda, la cd. procedimentalizzazione dei poteri datoriali – e alla disciplina del trasferimento d’azienda in crisi, analizzando in particolare le problematiche connesse con l’attuazione delle direttive europee ed i relativi interventi della Corte di Giustizia, che ha sanzionato l’Italia, rilevando un contrasto tra la normativa interna e i vincoli comunitari. Infine, l’ultimo capitolo è stato dedicato all’analisi della normativa relativa al trasferimento di azienda nell’ordinamento spagnolo che, in quanto adottata in attuazione della medesima direttiva, presenta, ovviamente, molti punti di contatto con la disciplina italiana, pur essendo tuttavia caratterizzata anche da alcune apprezzabili differenze. [a cura dell'autore]
IX n.s.
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TOMAT, FLAVIA. "GLI ACCORDI DI TRASFERIMENTO DI TECNOLOGIA NEL DIRITTO COMUNITARIO ANTITRUST." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2007. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/12335.

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Iacopini, Luca. "Il ruolo del consulente: il trasferimento di conoscenza come fattore abilitante." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8592/.

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L’obiettivo della seguente tesi è quello di illustrare le condizioni in cui avviene il trasferimento di conoscenza da consulente a cliente, e come questo sia il fattore abilitante per l’esistenza e l’utilizzo di tale figura professionale da parte delle organizzazioni. Questa tesi nasce dall’esperienza vissuta durante la partecipazione alla XXIV edizione di Junior Consulting, un programma organizzato da CONSEL - ELIS presso Roma, che ha permesso al sottoscritto di prendere parte al progetto di consulenza “Engineering & Construction - Performance Monitoring System” commissionato da Enel Green Power. L’esigenza manifestata dall’azienda era quella di riuscire ad avere una visione chiara e definita della qualità delle attività svolte dalla funzione Engineering & Construction (E&C) e quindi l’obiettivo del progetto si è concretizzato nella definizione di un set di KPI idoneo a rappresentare una misura delle performance della suddetta funzione. Avendo testato, seppure per pochi mesi, l’attività consulenziale, il candidato ha compiuto uno studio teorico che andasse ad analizzare in dettaglio l’attività del consulente, la sua importanza nel mondo economico, il contesto in cui opera e i principali dibattiti accademici di cui è protagonista negli ultimi anni. Nell’elaborato viene analizzato il caso pratico sulla base degli studi della letteratura, con lo scopo di formulare un modello che descriva l’approccio che il consulente dovrebbe avere, durante lo svolgimento delle sue attività, per la realizzazione del trasferimento di conoscenza. Nel primo capitolo è riportato uno studio relativo all’importanza e agli effetti che le società di consulenza hanno avuto nell’ultimo secolo ed in particolare negli ultimi 30 anni. Nel secondo capitolo è descritto il core asset delle società di consulenza, ovvero la conoscenza, e come questa è strutturata e gestita. Nel terzo capitolo sono analizzate le principali teorie sviluppate sulla figura del consulente, sia l’evoluzione storica che le principali posizioni ancora oggi oggetto di dibattito. Nel quarto capitolo l’attenzione è focalizzata sul trasferimento di conoscenza da consulente a cliente e sulle condizioni in cui questo può avvenire. Nel quinto capitolo è presentato il progetto sopracitato, i cui risultati sono riportati negli allegati 1 e 2. Infine, nel sesto capitolo, è presentato un modello di approccio del consulente ottenuto dall’analisi critica del caso pratico sulla base delle evidenze emerse dallo studio della letteratura.
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Macarone, Palmieri Adriano. "Quantum biology. Simulazioni di trasferimento di energia in una struttura dimerica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7771/.

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La quantum biology (QB) è un campo di ricerca emergente che cerca di affronta- re fenomeni quantistici non triviali all’interno dei contesti biologici dotandosi di dati sperimentali di esplorazioni teoriche e tecniche numeriche. I sistemi biologici sono per definizione sistemi aperti, caldi,umidi e rumorosi, e queste condizioni sono per loro imprenscindibili; si pensa sia un sistema soggetto ad una veloce decoerenza che sopprime ogni dinamica quantistica controllata. La QB, tramite i principi di noise assisted transport e di antenna fononica sostiene che la presenza di un adeguato livello di rumore ambientale aumenti l’efficienza di un network di trasporto,inoltre se all’interno dello spettro ambientale vi sono specifici modi vibrazionali persistenti si hanno effetti di risonanza che rigenerano la coerenza quantistica. L’interazione ambiente-sistema è di tipo non Markoviano,non perturbativo e di forte non equi- librio, ed il rumore non è trattato come tradizionale rumore bianco. La tecnica numerica che per prima ha predetto la rigenerazione della coerenza all’interno di questi network proteici è stato il TEBD, Time Evolving Block Decimation, uno schema numerico che permette di simulare sistemi 1-D a molti corpi, caratterizzati da interazioni di primi vicini e leggermente entangled. Tramite gli algoritmi numerici di Orthopol l’hamiltoniana spin-bosone viene proiettata su una catena discreta 1-D, tenendo conto degli effetti di interazione ambiente-sistema contenuti nello spettro(il quale determina la dinamica del sistema).Infine si esegue l’evoluzione dello stato.
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RESSANI, GIANCARLO. "IL TRASFERIMENTO DELL'AZIONE CIVILE: RAPPORTI TRA PROCESSO CIVILE E PROCESSO PENALE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/265194.

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Uno stesso fatto materiale può essere ad un tempo fonte di responsabilità civile e fonte di responsabilità penale ed essere conosciuto contemporaneamente nell'ambito di un processo civile e nell'ambito di un processo penale. Il presente lavoro intende studiare le interazioni che in tale ipotesi si realizzano tra giudizio civile e giudizio penale, approfondendo le tematiche relative ai rapporti tra azione civile e processo penale con particolare riferimento ai fenomeni di trasferimento dell'azione civile dalla sede civile a quella penale e viceversa. Viene così dato conto preliminarmente dei differenti principi che hanno permeato, in epoche storiche diverse, la materia dei rapporti tra azione civile e processo penale: dai principi dell'unità della giurisdizione e della preminenza del processo penale su quello civile che caratterizzavano il codice Rocco del 1930 ed il codice di procedura civile del 1940, al principio di autonomia delle "giurisdizioni", inteso come necessario presidio per l'attuazione del diritto di azione, accolto dal codice di procedura penale del 1988 (si veda l'art. 75 c.p.p.) e dal codice di procedura civile così come modificato dalla l. 26 novembre 1990, n. 353, che ha novellato, tra gli altri, l'art. 295 c.p.c. . Viene poi affrontato, in maniera funzionale alla ricostruzione dei fenomeni di translatio dell'azione civile dalla sua sedes propria a quella penale e dalla sede penale a quella civile, il tema, che si colloca – per così a dire – a monte, della pregiudizialità penale nel processo civile e della pregiudizialità civile nel processo penale. Si procede poi all'analisi dei meccanismi di trasferimento dell'azione civile dalla sede civile a quella penale e dalla sede penale a quella civile previsti dall'art. 75 del codice di procedura penale: ciò anche con riferimento ai processi con pluralità di parti ed a quelli con pluralità di oggetti, ed anche quando le forme procedimentali utilizzate siano non quelle ordinarie ma quelle speciali (ci si riferisce tanto ai riti speciali penali tanto ai procedimenti speciali civili). Ci si sofferma in particolare sui problemi inerenti le modalità ed i tempi del trasferimento, sulle questioni concernenti le preclusioni che si siano eventualmente verificate e sulle tematiche relative all'efficacia delle prove in precedenza acquisite. Da ultimo viene approfondito il tema, che si colloca – sempre utilizzando la terminologia di cui ci si è avvalsi poco sopra – a valle, dell'efficacia del giudicato penale nel processo civile, di cui agli artt. 651-654 c.p.p., e dell'efficacia del giudicato civile nel processo penale.
The same material fact can be at the same time a source of civil liability and a source of criminal liability and be known simultaneously in a civil and in a criminal action. This paper wishes to study the interactions that can be observed under the above circumstances between civil and criminal actions, delving into the issues of the links between civil actions and criminal proceedings, with particular reference to cases of transfer of civil actions from a civil to a criminal court and vice versa. Preliminarily, the various principles which, in different historic periods, have governed the relations between civil actions and criminal proceedings are described: from the principles of unity of jurisdiction and supremacy of criminal over civil proceedings of the Italian Rocco code of 1930 and the Code of Civil Procedure of 1940, to the principle of the autonomy of "jurisdictions", regarded as a necessary protection for the implementation of the right of action, as included in the Code of Criminal Procedure of 1988 (see Article 75 thereof) and in the Code of Civil Procedure, as amended by Law no. 353 of 26 November 1990, which amended, amongst others, Article 295. The – so to speak – "upstream" subject of prior decisions in criminal cases used in civil proceedings and of prior decisions in civil cases used in criminal proceedings is then dealt with in order to reconstruct translatio cases of civil actions from their appropriate sedes to criminal courts and from criminal to civil courts. Then the transfer mechanisms of a civil action from civil to criminal courts and from criminal to civil courts, as envisaged by Article 75 of the Italian Code of Criminal Procedure, including with reference to proceedings with multiple parties and to those with multiple matters, as well as when the proceeding forms used are not ordinary but special (both special forms of criminal procedure and special forms of civil procedure), are described. In particular, the problems regarding the manner and timing of transfer, the issues concerning any foreclosures and those regarding the value of previously acquired evidence are dwelt upon. Lastly, a theme is delved into that places itself – using the same terminology as above – "downstream", i.e. the efficacy of a criminal res iudicata in civil proceedings, as per Articles 651 to 654 of the Code of Criminal Procedure, and of the efficacy of a civil res iudicata in criminal proceedings.
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Salvi, Marco. "Trasferimento di grafene planare: confronto tra metodi allo stato dell'arte e metodi innovativi." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Il grafene è un materiale bidimensionale ottenuto per la prima volta in laboratorio nel 2004. In seguito alla scoperta, lo studio delle sue proprietà ha rivelato che potrebbe trovare applicazioni in molti ambiti. La produzione di questo materiale è dunque di grande interesse ed è tutt'ora oggetto di ricerca. Lo scopo di questa tesi è riprodurre alcune tecniche di trasferimento di grafene planare cresciuto tramite CVD proposte nella letteratura degli ultimi anni e confrontarle tra di loro e con il trasferimento tramite PMMA, polimero impiegato da tempo in molti laboratori, tra cui quello dell'istituto CNR-IMM sede di Bologna dove è stata svolta l'attività di tesi. Le tecniche analizzate sono: - trasferimento tramite paraffina - trasferimento tramite PLA - trasferimento con PVA e laminatore - trasferimento con cicloesano.
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Sarti, Luca. "Analisi e controllo di un convertitore LLC per il trasferimento contactless dell'energia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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In questo elaborato viene proposta un’analisi dettagliata riguardante i diversi stadi che compongono un convertitore di tensione di tipo LLC risonante. Lo scopo di tale analisi, e obiettivo principale della tesi, è la progettazione di un sistema di controllo, per attuare la regolazione della tensione di uscita. Una strategia innovativa è utilizzata per ricostruirne il valore istante per istante, consentendo l’isolamento galvanico tra sorgente e carico. Il procedimento è illustrato schematicamente nei primi capitolo, mentre l’ultimo capitolo è dedicato all’esposizione dei risultati sperimentali, ottenuti presso il dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione dell’Alma Mater Studiorum di Bologna.
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Andreini, Chiara. "Analisi del rischio per le linee di trasferimento fluidi di una raffineria." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7348/.

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La movimentazione delle materie prime, degli intermedi e dei prodotti finali all’interno di una raffineria avviene attraverso una struttura logistica che prevede la ricezione delle materie prime, i trasferimenti delle sostanze tra le diverse unità produttive, la spedizione dei prodotti finiti. La distribuzione dei fluidi avviene su vie di tubazioni (pipe rack e trincee) che si possono articolare su un’ampia porzione di territorio, in prossimità di impianti, strade ed altri centri nevralgici. La perdita di contenimento accidentale dalle tubazioni può costituire un elemento di rischio di difficile gestione, proprio per la diffusione dei percorsi su un’area di vaste dimensioni. Il presente lavoro di tesi, svolto presso lo studio ICARO s.r.l. di Cortona, si propone di effettuare l’analisi del rischio dovuto al trasferimento dei fluidi all’interno di una raffineria, valutando la frequenza e la distribuzione spaziale degli effetti degli scenari incidentali finali che possono avere luogo in caso di rilascio. Le tubazioni prese in esame sono quelle di maggior impatto dal punto di vista del rischio a causa della pericolosità della sostanza trasferita e della vicinanza del percorso a punti nevralgici all’interno dello stabilimento; sulla base di questo criterio sono state analizzate le tubazioni per il trasferimento di GPL, H2S e benzina. I risultati ottenuti consentono di identificare soluzioni per l’ottimizzazione del layout della raffineria e costituiscono, più in generale, uno strumento analitico di supporto alle modifiche progettuali. L’elaborato è strutturato come segue. Nel Capitolo 1 è riportata la descrizione della raffineria e delle linee di interconnessione selezionate ai fini dello studio. Nel Capitolo 2 vengono identificate le tipologie più rappresentative di perdita di contenimento dalle linee e ne viene stimata la frequenza di accadimento. Nel Capitolo 3 viene illustrata una metodologia per la stima della probabilità di innesco che tiene in considerazione la circolazione di automezzi nelle strade interne della raffineria. Nel Capitolo 4 vengono esaminati, confrontati e selezionati i vari tipi di modelli di rilascio presenti nel package di simulazione Phast Professional 7.1 in vista della loro applicazione alle perdite dalle linee. Nel Capitolo 5 è riportato il calcolo delle frequenze di accadimento degli scenari incidentali finali, mentre nel Capitolo 6 sono illustrati i risultati relativi alla valutazione delle conseguenze. Nel Capitolo 7 viene effettuato lo studio dell’effetto domino, sviluppato in accordo ad un approccio metodologico innovativo. Infine nel Capitolo 8 vengono riportate alcune considerazioni finali.
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SPREAFICO, Matteo (ORCID:0000-0002-1195-5481). "Sviluppo di nuovi metodi e strumenti a supporto del trasferimento tecnologico universitario." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2022. http://hdl.handle.net/10446/207095.

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Manente, Sabrina <1965&gt. "Trasferimento di inquinanti tossici da sedimenti a molluschi in ambiente di transizione." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2004. http://hdl.handle.net/10579/116.

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Lo scopo di questo lavoro di ricerca è di verificare in campo, in un ambiente di transizione, quale la complessa ed articolata laguna di Venezia, il reale - qualitativamente e quantitativamente - trasferimento di inquinanti {metalli pesanti) dalla matrice di fondo (sedimento) all'organismo vivente in colonna d'acqua (mitilo), cercando nel contempo di mettere in luce quelle relazioni tra i due comparti, biotico e abiotico, che potrebbero aiutare nella comprensione del fenomeno. Per arrivare a questo endpoint, si è pensato di impostare, dapprima, una sperimentazione in vitro, così da studiare in condizioni controllate le variabili in gioco. E' stata perciò approntata una particolare strumentazione che permettesse di riprodurre il passaggio dell'inquinante (Cadmio) dal comparto sedimento all'organismo (Mytilus galloprovincialis), grazie al continuo spostamento degli equilibri chimici all'interfaccia con il medium acquoso. Tale studio è stato suddiviso in due filoni principali - test in condizioni statiche e test in condizioni dinamiche - aventi l'obiettivo di conoscere più a fondo le implicazioni di perturbazione o meno, di un sedimento sul rilascio dell'inquinante e sulla sua biodisponibilità per l'animale. Relativamente a queste sperimentazioni, per meglio evidenziare i processi in gioco, sono stati cambiati di volta in volta i parametri relativi al contenuto di metallo nel sedimento ed alla concentrazione di ossigeno nella colonna d'acqua. Oltre al bioaccumulo del Cadmio nei mitili, è stato quantificato anche il contenuto in metallotioneine, scelte quale biomarker di elezione per organismi stressati dalla presenza di metalli. Inoltre, la presenza del metallo nella matrice abiotica e in quella biotica è stata valutata anche mettendo il luce la sua avvenuta ripartizione. In questa fase del lavoro si è reso necessario definire dei protocolli metodologici, riguardanti le fasi di diagenesi e spiking del sedimento, la stabulazione ed il mantenimento dei mitili e le condizioni operative degli enclosure durante la durata dei test. Sono state, inoltre, provate e definite le metodiche più adatte da utilizzare per le analisi. In questo contesto, si è arrivati alla creazione di un pratico e maneggevole strumento che permette di testare il raggiunto equilibrio all'interfaccia tra il comparto sedimento e la colonna d'acqua (SPW). Successivamente, l'attenzione è stata spostata in campo. Sono state quindi organizzate tre campagne stagionali (Autunno 2001, Primavera 2002 e Autunno 2002). Sono stati scelti e monitorati sei siti lagunari (laguna centrale di Venezia) lungo un ipotetico transetto di gradiente discendente di inquinamento (dalla zona industriale di Porto Marghera verso il cordone litoraneo) . Per ogni sito, è stato verificato il bioaccumulo di Cadmio e Zinco in popolazioni autoctone di M. galloprovincialis, vivente in colonna d'acqua nella zona subtidale - biomonitoraggio passivo -, oltre all'individuazione delle metallotioneine quale biomarker di esposizione ai metalli pesanti. Nelle due campagne del 2002 si è, inoltre, affiancato il trapianto negli stessi siti di mitili prelevati in una zona ritenuta di riferimento - biomonitoraggio attivo -. Alle informazioni ottenute si è cercato di correlare il contenuto in Cadmio nel sedimento sottostante e nel sedimento/particolato sospeso, campionato attraverso l'utilizzo di specifiche trappole. Anche per i campioni prelevati in situ è stato dato particolare risalto alla ripartizione dei metalli, ripartizione valutata sia nella matrice abiotica (geospeciazione) che in quella biotica (compartimentazione nell'organismo). Aim of the present study project was to verify in situ, in a complex transition environment as it is the Venice Lagoon, the transfer of pollutants (heavy metals) from sediment to animals (Mytilus galloprovincialis) living in the water column, seeking, at the same time, to display the relationships between biotic and abiotic compartment that could help the understanding of the phenomena involved in this process. Firstly, an in vitro experimentation has been developed, allowing to study the processes in controlled conditions. A special instrumentation, able to reproduce the pollutant's passage (Cadmium) from sediment to mussels, has been developed. The research in laboratory has been divided in two main parts: the tests conducted in static condition tests and the ones in dynamic conditions. The scope was to know thoroughly the role of sediment perturbation on pollutant release and its consequent organism bioavailability. Both cadmium sediment content and oxygen water column concentration have been used at different concentration values. Cadmium bioaccumulation and metallothionein (MT) content in mussels were quantified too. MTs are in fact known to be subjected to genetic induction and are used as metal exposure biomarker. Furthermore, cadmium chemical partition in sediment and tissue compartmentalization have been evaluated. In this phase of the research it was necessary to define methodological protocols concerning sediment diagenesis and spiking, mussel feeding and harvesting, test enclosure parameters variability and more suitable sediment/mussel/biomarker analysis. Moreover a simple, cheap and handy device has been created to test the reached Cd chemical partition steady state in spiked sediment, without mixing it. This device has been named PWS (Pore Water Sampler). Afterwards, the research has been conducted directly in the environment. Three seasonal campaigns have been carried out (Autumn 2001, Spring and Autumn 2002). Six sites in the central part of the Venice Lagoon have been chosen along a supposed pollution path from high contaminated area of the industrial zone of Porto Marghera to an area closer to the Venice Lido and subject to a major water exchange with sea. In every site Cd and Zn bioaccumulation and metallothionein content in local M. galloprovincialis specimens (passive biomonitoring) collected during the three campaigns have been quantified. Limitedly to the last two campaigns passive biomonitoring has been placed side by side of the transplantation of M. galloprovincialis specimens (active biomonitoring) coming from a mussel farm located in a clean area of the Venice Lagoon. The data obtained have been correlated with cadmium content in bottom sediment and in sediment/suspended particulate sampled with special cages at the same depth of local and transplanted mussels. Also for in situ samples the metal's partition has been considered decisive, so it has been evaluated both in abiotic matrix (geospeciation) and in the biotic one (compartmentalization in the organism).
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Marchetti, Luca <1991&gt. "Trattamento sindacale dei lavoratori nell'ambito di operazioni di trasferimento d'azienda/ramo d'azienda." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8788.

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Si intende affrontare il tema relativo alle condizioni del trasferimento di lavoratori subordinati nell'ambito di operazioni che riguardano cessioni della proprietà di intere aziende, o parti di esse. A completamento di una visione teorica dell'argomento verranno affrontate delle fattispecie concrete, sia dal punto di vista delle operazioni aziendali, sia dal punto di vista degli accordi sindacali stipulati.
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Vanzella, Tiziana <1987&gt. "La tutela del lavoratore nel trasferimento d'azienda: evoluzione normativa e adempimenti pratici." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9426.

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Il profondo cambiamento delle forme organizzative e produttive delle imprese in atto ha posto la disciplina lavoristica del trasferimento d’azienda al centro di un rinnovato interesse. In un contesto caratterizzato dalla tendenza alla segmentazione del processo produttivo, l’istituto del trasferimento d'azienda e di ramo d'azienda si trova a ricoprire un ruolo fondamentale dovendo garantire adeguatamente i lavoratori trasferiti contro le strumentalizzazioni che la fattispecie può in qualche modo favorire, tenendo conto, allo stesso tempo, delle esigenze di flessibilità delle imprese. Il presente lavoro si propone di esaminare il sistema di tutele apprestato dal nostro ordinamento per i lavoratori coinvolti da operazioni modificative della titolarità aziendale, alla luce delle numerose modifiche intervenute per effetto dell’influsso comunitario e dell’opera di dottrina e giurisprudenza, con particolare attenzione agli adempimenti di carattere pratico che gravano su cedente e cessionario.
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Malgieri, Angelalea. "Trasmissione e trasferimento delle immagini nella decorazione parietale (I sec.a.C.-I sec.d.C.)." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422064.

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This research investigates the relationship between ancient figurative tradition and the production of wall painting decoration by focusing on the archaeological evidence from the Vesuvian area between the first century BCE and the first CE. Research has been carried out both analyzing how schemes and compositions circulated among painters and patrons, and reconstructing the design transfer techniques. The first case study selected for the purpose, the “floating figures”, a kind of subsidiary subject widespread both in private and public buildings, has been examined carrying out an in-depth analysis of the technical characteristics of their execution. The paintings have been examined in situ and have been photographed both in raking light and using infrared reflectography in order to identify underlying preliminary traces pointing to the use of semi-mechanical means of reproduction. Raman microscopy was applied to pigments micro-sampled from paintings with traces of underdrawing and a lexicographic research on literary sources has been undertaken in order to identify a terminology possibly designing the artisans’ tools and working procedures. Moreover, in order to investigate the techniques and devices actuating the design process of the pictores, some paintings showing compositions largely similar and suggesting the presence of a common prototype, have been chosen as case studies. The first case study consists of a series of vignettes showing a Dionysian couple, either a youthful Dionysos or Hermaphroditus leaning on the shoulders of Silenos, who stands to the Dionysus’s right. By isolating the group components, it has been possible to identify that isolated figures rather than entire compositions were drawn from more than one established iconographical repertoire, then re-assembled by the pictor to re-create a new composition. A further case study related to the techniques and devices actuating the design process of the pictores consists of Pompeian vignettes depicting characters from theatrical performances. The scenes from the Vesuvian area, including both painted panels and mosaic emblemata, has been compared to other extant painted and mosaic scenes related to this subject coming from different areas and spanning several centuries. This evidence seems to form an overall coherent iconographic tradition which has led to explore the hypothesis of its connection with illustration of plays. Yet the study of the scenes has led to dismiss this hypothesis as the evidence rather points to the independence of this iconographic tradition from textual transmission suggesting instead an origin from Greek-Hellenistic iconographic models that had a long and wide circulation. Bringing corroborative archaeological data to bear on the issues of the technical, practical aspects of painting, commissions and organization of work, this research has allowed to gain an insight into the working procedures of painters
La ricerca indaga il rapporto tra cultura figurativa antica e decorazione pittorica focalizzando l’attenzione sulla produzione pittorica di area vesuviana tra il I sec.a. C. e il I sec.d.C., attraverso due linee di ricerca, una rivolta all’analisi delle modalità di formazione e trasmissione del repertorio, l’altra mirata ad individuare le tecniche impiegate per la trasposizione delle immagini a parete. Per il tema del trasferimento delle immagini a parete è stato isolato un soggetto caratterizzato al tempo stesso da ripetitività e variatio, le ” figure volanti”. L’indagine ha interessato un ampio campione documentario, analizzato attraverso l’esame autoptico integrato da una sistematica campagna fotografica, con riprese in luce radente e in infrarosso vicino. Completano l’indagine il campionamento dei pigmenti utilizzati per eseguire i disegni preparatori unitamente a una ricerca lessicografica finalizzata ad individuare nelle fonti antiche l’esistenza di termini tecnici che designavano gli strumenti di lavoro dei pictores. Le modalità di trasmissione delle immagini sono state indagate attraverso l’analisi di due casi studio caratterizzati dalla ricorrenza elementi connotanti e ricorrenti. Il primo caso studio è costituito da una serie di raffigurazioni di ambito dionisiaco, quadretti che hanno come soggetto principale e ricorrente una coppia, Dioniso/Ermafrodito affiancato da Sileno musico e/o da altri personaggi del tiaso. Lo studio delle attestazioni, condotto destrutturando la composizione e analizzandone i singoli elementi, ha dimostrato che per crearla gli artigiani hanno assemblato elementi diversi desunti da un repertorio noto e consolidato. Il secondo caso studio si compone di una serie di quadretti con scene teatrali, accomunati dalla presenza di un numero fisso di personaggi con maschera e costume. Il corpus delle immagini vesuviane di questo tipo, che si compone di attestazioni musive oltre che pittoriche, è stato messo a confronto con le attestazioni del tema provenienti da altre aree e distribuite in un arco cronologico molto ampio. Le relazioni iconografiche che legano le rappresentazioni di questo tema e la ricorrenza di scene da opere degli stessi autori a distanza di diversi secoli e in luoghi lontani tra loro ha indotto ad affrontare il problema della derivazione delle raffigurazioni da archetipi connessi all’illustrazione letteraria. Tuttavia lo studio delle immagini ha portato ad escludere tale ipotesi, suggerendone invece la derivazione da più prototipi di origine figurativa originati nel mondo greco-ellenistico e che hanno circolato a lungo e ampiamente. L’analisi così condotta ha consentito di acquisire importanti informazioni sul modus operandi dei pictores, evidenziando procedure e soluzioni tecniche
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FACCI, MATTIA. "CIRCOLAZIONE DELLE AZIONI. CADUCAZIONE DEL TRASFERIMENTO E CONSEGUENZE SULLO STATUS DI SOCIO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/609108.

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Il presente scritto tratta dei problemi derivanti della caducazione di un atto di trasferimento, nell’ambito della circolazione delle azioni, sullo status di socio. Delimitato il perimetro dell’indagine, si è suddiviso lo scritto in due macro aree. Si è trattato prima il piano (endosocietario) dei rapporti tra l’emittente, il socio alienante e l’acquirente (socio apparente), al fine di verificare le conseguenze sul piano dell’organizzazione della rimozione degli effetti traslativi, e poi quello dei rapporti restitutori tra il tradens (il socio titolare) e l’accipiens (il “socio” apparente). Il primo tema è stato a sua volta suddiviso in due sotto-categorie problematiche: la prima volta ad analizzare i requisiti per il valido ed efficace esercizio dei diritti sociali da parte del socio apparente; la seconda tesa a verificare l’ultrattività degli atti posti in essere avendo riguardo alle caratteristiche soggettive del socio apparente, una volta che la partecipazione fosse ritornata nella disponibilità del titolare. Sviluppando il primo tema, si è giunti a suddividere le posizioni soggettive attive dell’azionista in due insiemi: (i) i diritti sociali, che sono quelle pretese che trovano il loro compimento o la loro estrinsecazione all’interno del procedimento assembleare, per l’esercizio dei quali è sufficiente la mera legittimazione; (ii) i diritti individuali, che sono invece quelli direttamente opponibili alla società e che richiedono, ai fini dell’efficacia, il possesso congiunto tanto della legittimazione quanto della titolarità. Quanto ai diritti sociali, si è visto come gli effetti dell’esercizio di questi ultimi siano suscettibili di consolidamento, nonostante la rimozione degli effetti traslativi del trasferimento della partecipazione, in ragione della preminenza dell’interesse alla stabilità dell’organizzazione sulla pretesa del socio. Argomento, questo, che si è ricavato dalla disciplina – tanto procedimentale quanto rimediale – delle decisioni assembleari e che ha trovato poi riscontro testuale in una lettura a contrariis dell’art. 2352 c.c. Con riguardo ai diritti individuali, invece, questi ultimi, essendo per loro natura estranei a quell’ambito di sostanziale eteronomia che si era ravvisato all’interno del novero dei diritti sociali, rimangono retti dal principio generalissimo del nemo plus iuris, e dunque gli atti che derivano dal loro esercizio verranno in linea di massima caducati, giacché condividono gli effetti e gli esiti della restitutio in integrum. L’altro aspetto del piano societario, invece, ha coinvolto la situazione di soggezione del titolare all’esercizio dell’altrui potere, cioè, in concreto, depurata l’ipotesi di indagine dalle fattispecie non problematiche e sistematicamente non determinanti, l’idoneità degli atti emessi medio tempore dalla società avendo riguardo alla specifica soggettività del socio apparente ad incidere sullo status di socio del titolare, una volta che questi sia stato reintegrato all’interno della compagine sociale. Si sono risolte le varie fattispecie dubbie alla luce delle norme che tutelano i terzi, temperando alcune soluzioni ragionando ancora attorno alle logiche dell’organizzazione qualora la posizione di terzo fosse occupata dalla società. La riflessione relativa all’ambito endosocietario ha poi influito anche sull’analisi della seconda parte: quella esterna all’ambito strettamente organizzativo, che si proponeva di verificare come la peculiarità del bene trasferito, intrinsecamente dinamico e mutevole, potesse influire sulla restitutio in integrum. Nelle ultime pagine, in particolare, si è visto come la natura dell’azione quale «bene di secondo grado», e dunque chiave di accesso alla partecipazione alla vita sociale, non possa essere tralasciata nemmeno lì dove a farla da padrone sono le norme civilistiche dell’indebito. Si è identificato, per una serie di ragioni, l’oggetto dell’obbligo restitutorio nella quota a suo tempo trasferita. Da ciò ne sono discesi una serie di corollari applicativi che ruotano attorno ai concetti di «frutto», «perimento», «deterioramento» e «miglioramento». Da ultimo si è verificato la possibilità di integrare la disciplina restitutoria con il generale rimedio risarcitorio.
This essay considers the consequences of the voidance of shares transfer on the status of the shareholder. The research is set out in two parts. The first one addresses the consequences resulting from the termination of the effects of the contract from the corporation point of view. The second one considers the repercussions of the termination from the civil law point of view, examining the buyer-seller relationship and the possible claims between them and the way in which trades affects the ordinary application of the rules. In this connection, in the first part, the problem is approached from a double perspective. The essay starts providing a clear analysis of the relationship among the company, the seller and the purchaser. Firstly, it analyses, in general, the conditions under which the shareholder may exercise his company rights, and secondly, based on the requirements thus identified, examines the boundaries of validity and effectiveness of decisions taken in the meanwhile with or by the apparent shareholder. Focusing on the shareholder’s position and the conditions for the exercise of the rights attached to his status, the conclusions are different if the set of the shareholder’s company rights or the set of his individual ones are considered. In specific, the shareholder’s company rights concern the prerogatives of the shareholders within the general meeting, while the shareholders’ individual ones are directly addressed against the company; the first one has as sole condition the legitimation of the person who votes, while the other requires, in addition to the formal legitimacy, also the ownership of the shares. This distinction, which acquires a new meaning here, has been obtained from the analysis of the discipline that concerns the assembly decisions, and then also confirmed by Article 2352 Italian Civil Code. In case of voidance of the shares transfer, the exercise of these two different categories of rights results differently. The study illustrates how, when the apparent shareholder enforced his company rights, the decisions taken with his vote are considered valid. Notwithstanding the invalidation of the contract, indeed, the general interests to stable and secure company management prevails over the individual interests of the shareholders involved. For the exercise of individual rights, on the contrary, a different principle predominates. According to the general rule of “nemo plus iuris”, indeed, the voidance of the contract does not allow the apparent shareholder to exercise the prerogatives based on the ownership of the shares. The research then considers the situation of subjection of the “real” shareholder (the owner of the shares) in the occasion of the exercise of a power performed by another person. To simplify, the essay treats the ability of the acts issued by the company to affect the holder’s member status, once he has been reinstated within the company structure. The analysis then moves forward focusing on possible subsequent claims for the repayment of the values frustrated by the non-exercise of company and individual rights. Considering this situation, however, since share has to be considered as a “second-order good”, the principles and the rules applicable suggest the use of traditional civil law remedies. The restitution therefore regards the so-called «quota» rights, i.e. portion of the shares including powers prerogatives. This premise finds as supports all the following corollaries connected with the right to the beneficial use of assets, the accidental destruction of the good, such as its improvement or deterioration. Eventually, this second part analyses the potential integrations of the described framework, adding to the restitution the possibility of seeking compensation for the damages occurred.
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TOMMASONE, MARIANGELA. "Modelli di trasferimento tecnologico in contesti avanzati e in via di sviluppo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/35401.

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Lo studio prende le mosse dal paradigma della Tripla Elica (Leydesdorff e Etzkowitz, 1998) quale strumento di comprensione del modo in cui i vari attori di un sistema (Università, Impresa, Governo) possono interagire per rafforzare la capacità innovativa del contesto regionale nel quale operano. Gli obiettivi della ricerca sono, da un lato, di riflettere sull’esistenza di dinamiche di trasferimento tecnologico e di relazioni innovative in specifici contesti produttivi – quello del cluster delle bioscienze in Connecticut (Stati Uniti) e quello della municipalità di Zenica, nel Cantone di Zenica-Doboj (Bosnia Erzegovina) – e, dall’altro, esaminare la tipologia dei network esistenti tra i vari attori attivi sul territorio, analizzandone i ruoli e le relazioni che possono essere ricondotti alle dinamiche di clustering, in un’ottica di sviluppo locale. Il lavoro è suddiviso in tre sezioni: la prima è dedicata alla rassegna della letteratura e alla contestualizzazione teorica degli argomenti trattati. Nella seconda vengono esposti gli obiettivi della ricerca, dispiegati i due casi studio e illustrata l’analisi empirica. La terza e ultima sezione è quella dedicata alla problematizzazione dei risultati ottenuti e all’analisi di quanto emerso nel lavoro di ricerca sul campo. Nello specifico, dato che ancora non esiste un corpo di conoscenze, competenze e procedure riconosciuto a livello internazionale che assicuri il successo degli interventi programmati sui distretti, si mette in risalto quali debbano essere le condizioni preliminari affinché, oggi, si possa investire nella realizzazione di un sistema distrettuale efficiente. Innanzitutto, l’analisi dei due contesti produttivi viene svolta sulla base di quattro dimensioni: a) culturale e sociale; b) economico-finanziaria; c) temporale; d) numerica, con lo scopo di evidenziare gli aspetti che facilitano o che ostacolano la creazione di un cluster territoriale. In seguito, viene utilizzata una quinta dimensione, quella reticolare, come strategia per superare e arginare gli elementi che ostacolano l’affermarsi di dinamiche innovative in un territorio. Vengono analizzati, dunque, sia i vantaggi della rete, sia i suoi possibili effetti perversi e distorsivi, e si individuerà nella presenza di una task force di esperti un passo di fondamentale importanza per la creazione di una rete efficiente e rappresentativa dei diversi interessi territoriali.
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Plossi, Paolo. "Trasferimento di microinquinanti nel biota e nel sedimento in Golfo di Trieste." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2011. http://hdl.handle.net/10077/4583.

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2009/2010
E’ stato esaminato il fenomeno dell’emissione di microinquinanti organici e composti organici persistenti (POP) nella Zona Industriale di Trieste, in rapporto alla contaminazione che essi causano nei Molluschi in Baia diMuggia. L’attività di ricerca condotta è coerente con i seguenti scopi: 1. descrivere gli elementi caratteristici dell'alterazione che viene generata, a partire dalle attività che la causano; 2. individuare gli elementi caratteristici dei fenomeni di alterazione ambientale, con particolare riferimento agli ecosistemi marini in Baia di Muggia; 3. elaborare un Modello Concettuale descrivente i fenomeni di alterazione presenti nell’area di studio, utile a valutare il rischio da essi derivante; 4. studiare la diffusione degli inquinanti nei molluschi presenti in Baia di Muggia, estrapolando le informazioni utili per la validazione del metodo di indagine. L’analisi dei dati ambientali si basa sullo schema “DPSIR” (Determinanti-Pressioni-Stato-Impatti-Risposte) elaborato da OCSE-EEA, secondo cui le attività civili, industriali, il traffico terrestre e navale, i siti inquinati (D) generano emissioni di inquinanti organici e metalli (P) che alterano le condizioni (S) dei vari comparti ambientali e del biota, causando impatti (I), si valutano le politiche di controllo e risanamento in termini di “Risposte” (R). Viene costruito un “dataset” delle sorgenti di POP e del loro contenuto in ciascun comparto ambientale, e quindi uno schema di esposizione utile a descrivere i meccanismi di alterazione e schematizzare gli Impatti. Con l’Analisi Multivariata sono esaminate le relazioni causa-effetto tra sorgenti e recettori. Coerentemente con lo schema di esposizione, sono campionati in varie stazioni costiere di Muggia molluschi marini appartenenti a tre specie: Patella caerulaea, Mytilus galloprovincialis e Pinna nobilis. Sono tutte rappresentative di popolazioni presenti in Golfo di Trieste e di diversi percorsi di esposizione agli inquinanti, avendo diverse abitudini alimentari e collocazione verticale. I campioni sono sottoposti a misurazioni biometriche e ad analisi chimica del contenuto di Idrocarburi Policiclici Aromatici. Dall’esame statistico delle relazioni di impatto e dai risultati analitici, le emissioni industriali risultano associabili alla contaminazione del biota, ed in particolare le sorgenti più impattanti sono le ricadute atmosferiche. I profili di contaminazione da POP nell’aria, nei sedimenti, nel biota, sono ben correlabili alle emissioni in atmosfera ed agli scarichi idrici. Sono osservabili effetti di migrazione preferenziale dei congeneri a basso peso molecolare, che risultano molto mobili, e che vengono selettivamente assorbiti in concentrazioni maggiori dagli organismi-bersaglio. Il loro contenuto nei molluschi aumenta sensibilmente dopo episodi di maltempo che movimentano i sedimenti, e si notano anche effetti di aumento delle concentrazioni in relazione all’evoluzione stagionale del ciclo biologico dei molluschi, con valori più alti nella stagione estiva, pre-riproduttiva. L’uso combinato di tecniche di esame dei processi industriali, di indagine chimica, di studio della biologia dell’organismo-bersaglio, di indagine statistica, hanno dato prova di costituire un potente strumento per l’indagime dell’alterazione nel biota e la previsione del rischio.
XXII Ciclo
1962
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