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Дисертації з теми "Storia dello spettacolo teatrale"

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Ferronato, Silvia <1989&gt. "Storia di un allestimento teatrale: "La coscienza di Zeno" di Maurizio Scaparro, presso il Teatro Salieri di Legnago." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3365.

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Анотація:
La mia tesi consiste nell'analisi dell'iter organizzativo dello spettacolo teatrale "La coscienza di Zeno", diretto da Maurizio Scaparro. Essa si basa sullo studio delle tre fasi di creazione dell'evento (l'ideazione del progetto, gli aspetti economico-amministrativi e quelli relativi alla produzione) effettuato osservando in prima persona i processi di realizzazione e messa in scena dello spettacolo, raccogliendo informazioni, intervistando il regista, lo scenografo, la costumista, i tecnici e l'amministratore di compagnia.
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Urban, Sara. ""Fino a che farò l'artista, sarò anche attrice". Uno studio sulla prassi teatrale di Adelaide Ristori." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423447.

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Анотація:
«As long as I am an artist, I will also be an actress». A study of Adelaide Ristori’s stage practice This dissertation investigates the stage practice of nineteenth-century star actress Adelaide Ristori: it aims at reconstructing both her working method and her acting style and at identifying, as a final and “open” conclusion, those features of her practice as a stock company stage manager that can be considered as signs of a progress towards modern stage direction. Several sources have been employed; the archival research took place mainly at Museo Biblioteca dell’Attore in Genova, holding a precious and considerable collection devoted to Adelaide Ristori (Fondo Ristori). Starting from some considerations about the little documented beginnings of Adelaide Ristori’s career in her artistic family, the first part of this dissertation reconstructs the working method the actress accurately practised in the years of her artistic maturity. Adelaide Ristori was an innovative actress. Every performance of hers was founded on the study of many sources – dramatic, literary, figurative – and on a double approach to the character, i.e. a rational and cognitive and an empathic approach. The artist then built her part upon two scores she worked out from such premises, that is to say a vocal and a physical score. These were the basis of the precise reconstruction of the emotional journey of the character she was to interpret, and of the connection between the actress’ body and the psychological motivation of the character. The actress worked out this complex construction of the part thanks to her constant concentration and the power of her stage presence. Every detail in the performance was carefully selected and built in an actorial work whose cornerstones were verisimilitude, formal restraint, a refined explication of the dialectic relation between the inner and outer self, the respect for the playwright’s intents and the individuation of the core motifs in the play allowing for the communication of ethical and poetical values. The ethical and educative value of the theatre was of primary importance in Adelaide Ristori’s theatrical history: through her artistic work she meant to embody a model enhancing the cultural and social re-evaluation of the theatre. She also wanted to represent and advertise a new image of the actor and above all of the actress as a virtuous being, an emblem of a profession worthy of being appreciated both on a human and on an artistic level. To promote these values on the stage, Adelaide Ristori included metatheatrical pieces in her repertoire; the leading characters of these plays are actresses whose parts – true manifestos of her poetics – voice her very idea of the theatre and art. The French plays we analyse in the second part of this dissertation are emblematic examples: Adriana Lecouvreur by Eugène Scribe and Ernest Legouvé and Béatrix ou La Madone de l’Art by Ernest Legouvé. In both cases we delineate the history of the play and we try to reconstruct – as far as possible – Ristori’s performance, mainly referring to the relevant promptbooks and the plentiful articles held in the Ristori Fund. As a conclusion, we offer some considerations on Ristori’s ensemble work with her company, the Compagnia Drammatica Italiana. An actress who fixed both her individual interpretation and the whole performance that she directed in a definite form, Adelaide Ristori appears as the emblem of an innovative conception of theatrical performance as a consistent and composite artistic event; in such work she played the role of an actress-manager who could guarantee aesthetic and poetical consistency, foreshadowing in some aspects the art of modern stage direction in Italy.
«Fino a che farò l’artista, sarò anche attrice». Uno studio sulla prassi teatrale di Adelaide Ristori La ricerca è incentrata sullo studio della prassi scenica della Grande Attrice ottocentesca Adelaide Ristori e si propone di definire concretamente il metodo di lavoro e lo stile attorale dell’interprete e di enucleare, quale ipotesi conclusiva e “aperta”, gli aspetti della sua pratica capocomicale come presagi di un approccio preregistico allo spettacolo teatrale. Le fonti utilizzate sono state molteplici e le ricerche d’archivio si sono svolte principalmente al Museo Biblioteca dell’Attore di Genova dove è conservato il ricchissimo Fondo Adelaide Ristori. Nella prima parte del lavoro, partendo da alcune riflessioni sulle origini assai poco documentate della carriera di Adelaide Ristori figlia d’arte, si è giunti alla delineazione del metodo di lavoro praticato, con precisione e minuzia, negli anni della maturità artistica. Attrice innovativa rispetto al passato, Adelaide Ristori basa ogni sua interpretazione sullo studio del testo e di svariate fonti (teatrali, letterarie, figurative) e su un doppio percorso di avvicinamento al personaggio, razionale-conoscitivo ed empatico. L’artista giunge poi ad un’elaborazione scenica dell’interpretazione fondata sulla definizione di una duplice partitura vocale e fisica, sulla quale si innesta una ricostruzione precisa del percorso emotivo del personaggio basato sull’organicità fra corpo e motivazioni psicologiche e sorretto – al momento dell’esecuzione – dalla costanza della concentrazione e dalla forza della presenza scenica. Tutto è scelto e costruito entro un lavoro attorico che deve rispondere ai criteri di verosimiglianza, misura formale, raffinata esplicazione della dialettica interno-esterno, adesione alla voce del drammaturgo, individuazione dei motivi d’interesse del testo per la comunicazione di valori etici e poetici personali. La valenza etica ed educativa del teatro è parte integrante della storia di Adelaide Ristori, tesa ad incarnare con il proprio operato artistico un esempio di rivalutazione culturale e sociale del teatro stesso. A ciò si accompagna il desiderio di proporre una nuova immagine dell’attore, e soprattutto dell’attrice, quale figura portatrice di valori morali, emblema di un mestiere degno di riconoscimento umano e artistico. Per affermare tali istanze ideali, Adelaide Ristori inserisce nel suo repertorio testi metateatrali con al centro parti di attrici che possono essere considerate “manifesti” della sua visione del teatro e dell’arte. Tra i casi più emblematici, vi sono due opere francesi, analizzate nella seconda parte di questo lavoro: Adriana Lecouvreur di Eugène Scribe ed Ernest Legouvé e Béatrix ou La Madone de l’Art di Ernest Legouvé. Per entrambi, si è delineata la storia dello spettacolo e si è tentato di ricostruire l’interpretazione del personaggio, in particolare mediante l’analisi dei copioni e dei ritagli stampa del Fondo Ristori. In conclusione, si sono proposte alcune riflessioni sul lavoro della Grande Attrice all’interno dell’ensemble della sua Compagnia Drammatica Italiana. Attrice che formalizza la propria performance individuale e analogamente l’intero spettacolo di cui è responsabile e “direttrice artistica”, Adelaide Ristori sembra infatti essere l’emblema di una innovativa concezione dello spettacolo come evento artistico coerente e composito, per la creazione del quale emerge la necessità di una guida capace di garantire uniformità estetica e poetica alla rappresentazione teatrale e tale da essere l’espressione di una interessante tensione preregistica.
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SALVI, GRETA. "CULTURA TEATRALE E SCENARI URBANI NELLA MILANO DEL TRIENNIO CISALPINO (1796 - 1799): TRA IMPIANTI TRADIZIONALI E INFLUENZE FRANCESI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/2030.

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Анотація:
Nel Triennio 1796-1799, si svolge la breve parabola della Repubblica Cisalpina, una delle unità politiche fondate da Napoleone Bonaparte nel corso della Campagna d’Italia. Il presente lavoro studia la cultura teatrale e gli aspetti performativi che caratterizzano la Cisalpina e soprattutto la sua capitale, Milano, in questa congiuntura storica. La tesi che si vuole sostenere riguarda l’uso delle pratiche performative come strumento di educazione popolare e di diffusione dei principi della Rivoluzione del 1789. Un intento perseguito, con differenti finalità, tanto dalle autorità francesi quanto dai patrioti italiani filo-rivoluzionari. La trattazione si articola intorno a tre nuclei fondamentali: i mutamenti urbanistici e architettonici intervenuti a Milano durante il Triennio, la teoria e la pratica teatrale, la forma para-performativa delle feste pubbliche. Le relazioni culturali tra Italia e Francia sono state oggetto di particolare attenzione. La documentazione su cui lo studio si basa è costituita da edizioni a stampa di testi teatrali, descrizioni di feste, editti, corrispondenza e periodici dell’epoca conservati presso biblioteche e archivi milanesi e parigini.
In the Triennium 1796-1799 took place the short life of the Cisalpine Republic, one of the political units founded by Napoleon Bonaparte during the Italian Campaign. This work studies the theatrical culture and the performing aspects which characterized the Cisalpine Republic and particularly its capital, Milan, in that historical juncture. The thesis asserted here is about the use of performing practices as an instrument of popular education and spreading of the principles of the 1789 Revolution. This aim was pursued by both French authorities and Italian pro-Revolution patriots. This work tackles three main points: the architectural and urban changes which affected Milan during the Triennium, the theory and practice of theatre, the public celebrations. The cultural relations between Italy and France have been investigated with special attention. This study is based on some documents kept in archives and libraries of Milan and Paris, such as printed editions of theatrical plays, records of celebrations, correspondence and periodicals from the age of the Cisalpine Republic.
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SALVI, GRETA. "CULTURA TEATRALE E SCENARI URBANI NELLA MILANO DEL TRIENNIO CISALPINO (1796 - 1799): TRA IMPIANTI TRADIZIONALI E INFLUENZE FRANCESI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/2030.

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Nel Triennio 1796-1799, si svolge la breve parabola della Repubblica Cisalpina, una delle unità politiche fondate da Napoleone Bonaparte nel corso della Campagna d’Italia. Il presente lavoro studia la cultura teatrale e gli aspetti performativi che caratterizzano la Cisalpina e soprattutto la sua capitale, Milano, in questa congiuntura storica. La tesi che si vuole sostenere riguarda l’uso delle pratiche performative come strumento di educazione popolare e di diffusione dei principi della Rivoluzione del 1789. Un intento perseguito, con differenti finalità, tanto dalle autorità francesi quanto dai patrioti italiani filo-rivoluzionari. La trattazione si articola intorno a tre nuclei fondamentali: i mutamenti urbanistici e architettonici intervenuti a Milano durante il Triennio, la teoria e la pratica teatrale, la forma para-performativa delle feste pubbliche. Le relazioni culturali tra Italia e Francia sono state oggetto di particolare attenzione. La documentazione su cui lo studio si basa è costituita da edizioni a stampa di testi teatrali, descrizioni di feste, editti, corrispondenza e periodici dell’epoca conservati presso biblioteche e archivi milanesi e parigini.
In the Triennium 1796-1799 took place the short life of the Cisalpine Republic, one of the political units founded by Napoleon Bonaparte during the Italian Campaign. This work studies the theatrical culture and the performing aspects which characterized the Cisalpine Republic and particularly its capital, Milan, in that historical juncture. The thesis asserted here is about the use of performing practices as an instrument of popular education and spreading of the principles of the 1789 Revolution. This aim was pursued by both French authorities and Italian pro-Revolution patriots. This work tackles three main points: the architectural and urban changes which affected Milan during the Triennium, the theory and practice of theatre, the public celebrations. The cultural relations between Italy and France have been investigated with special attention. This study is based on some documents kept in archives and libraries of Milan and Paris, such as printed editions of theatrical plays, records of celebrations, correspondence and periodicals from the age of the Cisalpine Republic.
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Bolgan, Giulia <1997&gt. "La formazione teatrale - Il caso Accademia Teatrale Lorenzo Da Ponte." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/22029.

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Анотація:
Quando si parla di teatro molto spesso si considera solo un aspetto ossia quello relativo alla produzione teatrale. Tuttavia, l’ambiente teatrale al suo interno comprende un secondo settore non meno importante, vale a dire la formazione. Sebbene se ne parli esiguamente essa, inoltre, non sempre è legata alla produzione. Ad ogni modo coloro che frequentano accademie, scuole di teatro o semplici laboratori non necessariamente iniziano tale percorso per diventare attori professionisti. In realtà anche se nel proprio futuro un individuo non intraprenderà una carriera attoriale, acquisisce comunque competenze utili che poi portano ad accrescere la partecipazione al teatro in qualità di spettatore. In tal senso, l’elaborato tratterà della formazione teatrale italiana e in particolar modo dell’Accademia Teatrale Lorenzo Da Ponte di Vittorio Veneto (TV), in quanto esempio di selezione e sviluppo di attività didattica volta a formare futuri attori professionisti e non solo.
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Brotto, Carlo <1988&gt. "Disciplina teatrale in Italia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4853.

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Bertini, Lorenzo <1992&gt. "L'arte della comicità teatrale giapponese." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20062.

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Анотація:
In questo elaborato viene presentata l’arte della comicità giapponese, prendendo in analisi tre distinte tradizionali arti teatrali e dello spettacolo: il rakugo, il kyōgen e il manzai. Le prime due appartengono al ricchissimo mondo del teatro giapponese, la terza, sebbene abbia un forte legame con il teatro, non è una forma d’arte puramente teatrale. La prima sezione dell’elaborato consiste in una breve e succinta introduzione alla comicità giapponese, delineandone le caratteristiche per poi andare ad affrontare le tre forme d’arti prese in analisi. La prima che viene trattata è il rakugo, dopo una semplice introduzione alla stessa, viene affrontata in maggiore dettaglio la storia, lo sviluppo e successivamente l’impatto che ha avuto sul mondo dello spettacolo e non solo, per poi concludere la sezione con la facciata moderna, e internazionale, soprattutto dal punto di vista linguistico, che il rakugo ha assunto più recentemente. Nella terza sezione dell’elaborato viene invece analizzato il kyōgen, il processo di ricerca e stesura di questa sezione è simile al precedente, fatta eccezione per una maggiore attenzione alla lingua giapponese utilizzata negli spettacoli, nonché alla sua storia fortemente legata all’immortale arte del noh. Nella penultima sezione si prende in esame il manzai, ci si allontana leggermente dal mondo del teatro ma, nonostante questo, vedremo come l’arte sia comunque ricca di storia e tradizioni, che vengono prese in esame fino ad arrivare ai giorni nostri, contesto in cui il manzai ha una forma molto diversa da come era una volta, complici le numerose trasformazioni che ha subito negli anni. Concludendo, con questo elaborato e questa ricerca sulla comicità giapponese e alcune sue forme, l’autore spera di diffondere e contribuire all’idea di una comicità non solo fine a sé stessa ma capace di sovvertire i momenti più bui e terribili della vita che vengono continuamente affrontati da innumerevoli persone, di arricchire la quotidianità e la prospettiva sulla stessa con gioiosa e vigorosa vitalità, sottolineando l’importanza del riso e del far ridere.
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Meggiolaro, Michela <1993&gt. "L’audience development nella produzione teatrale tra etichetta e pratica. Il caso de La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15743.

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Анотація:
A partire dalla ricostruzione del momento di rottura verificatosi nel teatro ragazzi, quando l’attività di audience development non veniva etichettata come tale, l'elaborato si propone di analizzare le due nozioni di audience development che emergono nella produzione de La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale. Si può parlare di audience development inteso come marketing e audience development come promozione di tessiture sociali, e di come queste tensioni possano convivere in sinergia.
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Taboga, Vittorio <1988&gt. "La formazione teatrale in Italia (1935-1967)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8418/1/Taboga_Vittorio_Tesi.pdf.

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Анотація:
La presente ricerca si propone di ripercorre la storia e le vicende di alcuni istituti ed enti italiani che si sono occupati, a vario modo, della formazione dell’attore – ma anche di registi e, in parte, autori. Il pe-riodo oggetto di studi si situa tra la metà degli anni ’30 e i tardi anni ’60 del Novecento, un arco di tem-po definito, per certi aspetti omogeneo, che si stacca in maniera abbastanza netta dagli eventi passati e da quelli futuri. Dopo una prima parte introduttiva su alcune vicende “pedagogiche” tra Ottocento e Nove-cento, nel primo capitolo, occupandosi del periodo del Regime Fascista, ci si è soffermati ad indagare le vicende del Teatro Sperimentale dei Guf di Firenze e i primi anni della Regia Accademia d’Arte Dram-matica di Roma. Ad esso fa seguito un intermezzo, utile a sondare alcuni rapporti tra scena teatrale fran-cese ed italiana in merito alla pedagogia dell’attore; nel secondo capitolo ci si è occupati, invece, delle vi-cende svoltesi nell’immediato dopoguerra: i rapporti tra il “Gruppo” di Gassmann-Squarzina e la coppia Strehler-Grassi, il Teatro Universitario di Padova, il secondo decennio della gestione d’Amico dell’Accademia romana, comprese le appendici del CSC e della scuola di Danza, ed il Piccolo Teatro di Roma. In un secondo intermezzo sui legami italo-francesi, si è cercato di approfondire alcuni episodi (e teorie) che contribuirono alla diffusione del mimo in Italia. Nel terzo capitolo si trattano, poi, alcuni epi-sodi di area milanese, dalla Scuola del Piccolo Teatro di Milano alla Scuola dell’Accademia dei Filo-drammatici per tornare, nell’ultima parte, ad occuparsi delle vicende romane, analizzando gli anni della direzione Radice/Tian dell’Accademia. Nelle conclusioni, infine, si è provato a trarre un primo bilancio emerso dai profili delle scuole analizzate – dall’esistenza di affinità metodologiche alla compattezza (o meno) di alcune generazioni d’attori.
This research aims to analyse the history of institutions and organisations (bodies) overseeing actor, di-rector and — partially — author’s training. The study spans the mid-thirties and late sixties of the 20th century: a defined period, to a certain extent homogeneous, quite clearly separated from both previous and following events. The introduction covers a selection of “educational” / “pedagogical” experiments occurred in the late 19th and early 20th centuries. The first chapter discusses the Fascist regime period: the Teatro Sperimentale dei Guf in Florence and the first years of the Regia Accademia d’Arte Dram-matica in Rome are then investigated more in depth. After a digression which analyses the relationships between the French and Italian theatre environment with regards to actor’s education, the research fo-cuses on the early post-II world war period. In the second chapter, the main objects of research are the relations between Rome and Milan, (in particular, between the couple Gassmann-Squarzina and Strehler-Grassi), the Teatro Universitario di Padova, the second decade of d’Amico administration with-in the Accademia Romana – a brief history of the CSC and Scuola di Danza included – and the Piccolo Teatro in Rome. A second examination of the Italian-French ties attempts to study several events and theories that fostered the mime diffusion in Italy. In the third chapter the investigation “moves” to Mi-lan, analysing the Scuola del Piccolo Teatro and the Scuola dell’Accademia dei Filodrammatici. In the final part, back to the Rome context, the study addresses the Radice/Tian-led years of the Accademia. In the conclusions the research attempts a first evaluation of the analysed schools’ profiles: from the exist-ence of methodological affinities to the coherency (or lack-of) between different generations of actors.
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Di, Sebastiano Ilaria <1994&gt. "Organizzazione e produzione di uno spettacolo teatrale. Il Don Carlo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18102.

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Анотація:
Questa tesi si propone di fornire una descrizione del processo di organizzazione e produzione di un’opera lirica, prendendo in esame il caso del Don Carlo di Giuseppe Verdi. Lo spettacolo, in coproduzione con l’ Opéra di Strasburgo e il Teatro Aalto di Essen, è andato in scena nei mesi di novembre e dicembre 2019 presso il Teatro La Fenice di Venezia con la regia di Robert Carsen. Il testo ripercorre le fasi del progetto, partendo dall’ispirazione letteraria, il Don Carlos di Friedrich Schiller, passando per la trasposizione in libretto e la composizione musicale. Nel secondo capitolo si entra nel merito del progetto, attraverso la descrizione dei ruoli delle figure artistiche e tecniche coinvolte, del loro contributo per la realizzazione dell’opera e di alcune interviste che ho avuto modo di fare proprio durante la produzione dello spettacolo. Mi è stata, infatti, data la possibilità da parte del Teatro La Fenice di prendere parte al processo produttivo dell’opera e questo mi ha consentito di raccogliere il materiale necessario alla redazione della tesi. Il testo si concentra poi sulla fase di allestimento dello spettacolo, con un breve focus sull’alluvione che ha colpito Venezia nel novembre 2019. L’ultimo capitolo affronta il tema della promozione culturale e dell’attività di marketing che ha accompagnato la produzione dell’opera lirica.
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Torrenzieri, Sara <1988&gt. "Modellbucher editi e inediti: dispositivi decodificatori della prassi teatrale brechtiana." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9317/1/TESI%20DOTTORATO_Torrenzieri%20.pdf.

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Анотація:
I Modellbücher di Bertolt Brecht e del Berliner Ensemble si configurano come elementi dal carattere duplice e controverso, in bilico fra lo statuto di exempla per i futuri allestitori e quello di dispositivi interni al lavoro dell’ensemble, risultanti dinamiche della processualità scenica. L’interesse per la fotografia e il montaggio, che in Brecht assume molteplici forme – dando vita, ad esempio, ad opere come L’Abicí della guerra – si colloca al centro della composizione di tali strumenti, veri e propri esempi di assemblaggio di frammenti scenici. I Modellbücher trovano la propria ragion d’essere entro le dinamiche della regia brechtiana, di cui si prestano a tradurre le pratiche. La tesi indaga lo statuto dei Modellbücher, facendo riferimento alla storia degli studi e all’indagine archivistica condotta presso il Bertolt-Brecht-Archiv di Berlino fra 2018 e 2019.
Brecht’s and Berliner Ensemble’s Modelbooks have double and controversial character, between the status of examples for other directors and that of devices for the work of the ensemble, dynamic resulting of the scenic process. The interest in photography and editing, which takes multiple forms in Brecht - giving life, for example, to works such as Kriegsfibel - is at the center of the composition of these instruments, which are examples of the editing of scenic fragments. The Modelbooks find their raison d'etre within the dynamics of the Brechtian direction whose practices they translate. The thesis investigates the status of the Modelbooks, referring to the history of studies and to the archival investigation at the Bertolt-Brecht-Archiv in Berlin between 2018 and 2019.
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Lunardi, Lisa <1987&gt. "Formazione teatrale in relazione ai territori. Per una maggior consapevolezza." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4204.

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Анотація:
L'elaborato ha come scopo quello di analizzare il fenomeno della formazione del pubblico nel teatro di prosa, partendo dal presupposto che tale attività sia fondamentale per ampliare la consapevolezza della popolazione sull'importanza del teatro da un punto di vista non solo culturale ma anche civile, sociale e quindi come strumento di sviluppo territoriale. La tesi si apre facendo un panorama sull'evoluzione del concetto di formazione per poi giungere all'analisi di una serie di casi di studio, due italiani e due stranieri, andando infine a dealineare uno scenario di possibilità.
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Troiani, Sara. "Tra testo e messinscena: Ettore Romagnoli e il teatro greco." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2020. http://hdl.handle.net/11572/265461.

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Анотація:
The thesis aims to analyse the reception of the ancient Greek drama by the Italian scholar Ettore Romagnoli (1871-1938), considering his critical essays, translations, and theatre performances. The mutual interaction of these three aspects represents the methodological approach to understand how Romagnoli conceived the interpretation of Greek theatre and its dramatic production in the modern age. The thesis consists of three parts. The first one analyses Romagnoli’s ideas on classical studies and the modern translations of ancient Greek poetry within the Italian culture in the early 20th Century and in opposition to the positivist approach in the classical philology and the Neo Idealistic Aesthetics. Furthermore, an exam of the entire work of Romagnoli as stage director is offered, along with the reconstruction of a mainly unknow controversy after his dismissal from the National Institute of Ancient Drama. The second part analyses Romagnoli’s academic studies on the hypothetical performance of ancient tragedy and comedy and the evolution of Greek poetry from music. It also identifies the possible influence of these theories within his own translations and performances. The last part deals with two examples of translations for the stage: the "Agamemnon" (1914) and the "Bacchae" (1922). On the basis of theatre translation studies and thanks to Romagnoli’s editions of the two works, both placed at his archive and library in Rovereto and rich of notes by the translator himself, the analysis attempts to examine the hypothetical performability and speakability of the two texts and whether cuts or modifications were introduced during the stage productions.
La ricerca si propone di condurre un esame il più possibile esaustivo dell’opera del grecista Ettore Romagnoli (1871-1938) come esegeta, traduttore e metteur en scène del dramma antico. Grazie all’analisi della reciproca interazione di questi tre aspetti si è tentato di comprendere come il grecista abbia concepito l’interpretazione del teatro greco e ne abbia progettato la ‘reinvenzione’ drammatica. Il lavoro si suddivide in tre parti. Nella prima viene condotta una ricostruzione della carriera di Romagnoli nel contesto storico-culturale di inizio Novecento, analizzando le sue idee sul rinnovamento degli studi classici e sull’aggiornamento delle traduzioni della poesia greca. In questo quadro assumono notevole rilievo le polemiche condotte da Romagnoli in opposizione alle maggiori correnti accademico-culturali dell’epoca: l’estetica crociana e la filologia scientifica. Inoltre, l’analisi prende in esame l’idea di messinscena e le produzioni dirette da Romagnoli a partire dagli spettacoli universitari (1911-1913) fino alle rappresentazioni teatrali svolte a Siracusa e in altri teatri e siti archeologici d’Italia (1914-1937), insieme alla ricostruzione di una terza polemica, definita ‘siracusana’, che coinvolse il grecista in seguito alla sua estromissione dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico. La seconda parte prende in considerazione gli studi scientifici e divulgativi di Romagnoli circa la ricostruzione dell’ipotetica performace della tragedia e della commedia di quinto secolo a.C. e l’evoluzione della poesia greca dalla musica, individuando, inoltre, le possibili rielaborazioni di queste teorie all’interno delle traduzioni e degli spettacoli teatrali. Nella terza parte si analizzano le traduzioni di "Agamennone" e "Baccanti" che Romagnoli portò in scena a Siracusa. Si è tentato di valutare, anche sulla base degli studi teorici relativi alla traduzione per il teatro, quanto l’attenzione alla ‘performabilità’ e alla ‘dicibilità’ del testo ne avesse influenzato la composizione oppure se fossero stati introdotti tagli e modifiche in fase di produzione degli spettacoli. Le due edizioni di "Agamennone" (1914) e "Baccanti" (1922) che facevano parte della biblioteca privata di Romagnoli presentano infatti annotazioni dell’autore riconducibili proprio ai suoi allestimenti per gli spettacoli al Teatro greco di Siracusa. Il lavoro ha potuto avvalersi di scritti inediti, articoli di giornale e documenti privati custoditi negli Archivi della Fondazione INDA e presso il Fondo Romagnoli, dal 2016 proprietà dell’Accademia Roveretana degli Agiati e attualmente in catalogazione presso la Biblioteca civica “G. Tartarotti” di Rovereto.
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Gili, Linda <1995&gt. "Tema Cultura: studio di un’associazione di promozione sociale improntata alla cultura teatrale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19169.

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Tema Cultura è una associazione di promozione sociale riconosciuta dalla Regione Veneto, operativa dal 2000. L’associazione è apartitica, non ha scopo di lucro e svolge attività di promozione e utilità sociale. Si propone di diffondere le diverse forme d’arte, con particolare riferimento alla cultura teatrale; promuove laboratori teatrali per bambini, ragazzi e adulti; si propone come luogo di aggregazione nel nome di interessi culturali, assolvendo alla funzione sociale di maturazione e crescita umana e civile, attraverso l’ideale dell’educazione permanente soprattutto rivolto ai giovani. L’elaborato prende ispirazione da un periodo di collaborazione lavorativa con l’associazione e vuole analizzare dall’interno le finalità da essa perseguite e le modalità economiche e formative scelte. Nella presente trattazione vengono delineate: la struttura operativa di Tema Cultura, la forma giuridica adottata, la dimensione economica dei progetti realizzati, l’attenzione alla formazione teatrale e la ricchezza educativa che ne deriva.
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Cacciagrano, Adele <1977&gt. "Il critico teatrale come operatore di scrittura scenica. La critica teatrale italiana tra pratica organizzativa e utilizzo dei nuovi media nel Nuovo Teatro e in alcune esperienze dal 2003 ad oggi." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4922/4/Cacciagrano_Adele_Tesi.pdf.

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La crisi del “teatro come servizio pubblico” degli Stabili, Piccolo Teatro in testa, si manifesta allo stadio di insoddisfazione interna già alla fine degli anni Cinquanta. Se dal punto di vista della pratica scenica, la prima faglia di rottura è pressoché unanimemente ricondotta alla comparsa delle primissime messe in scena –discusse, irritanti e provocatorie- di Carmelo Bene e Quartucci (1959-60) più difficile è individuare il corrispettivo di un critico-intellettuale apportatore di una altrettanto deflagrante rottura. I nomi di Arbasino e di Flaiano sono, in questo caso, i primi che vengono alla mente, ma, seppure portatori di una critica sensibile al “teatro ufficiale”, così come viene ribattezzato dopo il Convegno di Ivrea (1967) il modello attuato dagli Stabili, essi non possono, a ben vedere, essere considerati i veri promotori di una modalità differente di fare critica che, a partire da quel Convegno, si accompagnerà stabilmente alla ricerca scenica del Nuovo Teatro. Ma in cosa consiste, allora, questa nuova “operatività” critica? Si tratta principalmente di una modalità capace di operare alle soglie della scrittura, abbracciando una progressiva, ma costante fuoriuscita dalla redazione di cronache teatrali, per ripensare radicalmente la propria attività in nuovi spazi operativi quali le riviste e l’editoria di settore, un rapporto sempre più stretto con i mass-media quali radio e televisione e la pratica organizzativa di momenti spettacolari e teorici al contempo -festival, convegni, rassegne e premi- per una forma di partecipazione poi identificata come “sporcarsi le mani”. La seconda parte della tesi è una raccolta documentaria sull’oggi. A partire dal Manifesto dei Critici Impuri redatto nel 2003 a Prato da un gruppo di critici dell'ultima generazione, la tesi utilizza quella dichiarazione come punto di partenza per creare un piccolo archivio sull’oggi raccogliendo le elaborazioni di alcune delle esperienze più significative di questi dieci anni. Ricca appendice di materiali.
The crisis of "theater as a public service" exemplified on the Piccolo Teatro experience, shows its internal dissatisfaction at the end of the fifties. The firsts who fights against this cultural politic was the artists, Carmelo Bene it's one of the first with his early and provocative performances. By critical side, otherwise, is more difficult to identify some critics or intellectuals bearing of a similar explosive rupture. We can recall Arbasino and Flaiano but, in this case, also if their sensitive criticism against "Theatre Established" were very important, they can not be regarded as promoters of that different way of criticism outgoing from Ivrea Conference (1967) and that accompanied New Theatre from the Sixties to Eighty . But definitively what's this new "operation" criticism? Primarily this criticism is focused on a new operative manner that located itself at the threshold of writing practices. It's a criticism embracing a gradual, but steady removal from the theatrical chronicles, a radically rethink about the critical function so it finds very interesting to create new operational areas on magazines and focused publishing, on mass-media like radio and television and as organization of festivals, conferences, exhibitions and awards - both performative both theoretical- who are identified as "the criticism that dirting its hands". The second part of the thesis is a documentary collection on today. From Manifesto del Critico Impuro written in 2003 in Prato by a group of critics of the last generation, the thesis uses that Statement as a starting point for creating a small record based on some elaboration by someone among the most significant critical experiences of these last ten years. Interesting Appendix based on rare materials.
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Cacciagrano, Adele <1977&gt. "Il critico teatrale come operatore di scrittura scenica. La critica teatrale italiana tra pratica organizzativa e utilizzo dei nuovi media nel Nuovo Teatro e in alcune esperienze dal 2003 ad oggi." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4922/.

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La crisi del “teatro come servizio pubblico” degli Stabili, Piccolo Teatro in testa, si manifesta allo stadio di insoddisfazione interna già alla fine degli anni Cinquanta. Se dal punto di vista della pratica scenica, la prima faglia di rottura è pressoché unanimemente ricondotta alla comparsa delle primissime messe in scena –discusse, irritanti e provocatorie- di Carmelo Bene e Quartucci (1959-60) più difficile è individuare il corrispettivo di un critico-intellettuale apportatore di una altrettanto deflagrante rottura. I nomi di Arbasino e di Flaiano sono, in questo caso, i primi che vengono alla mente, ma, seppure portatori di una critica sensibile al “teatro ufficiale”, così come viene ribattezzato dopo il Convegno di Ivrea (1967) il modello attuato dagli Stabili, essi non possono, a ben vedere, essere considerati i veri promotori di una modalità differente di fare critica che, a partire da quel Convegno, si accompagnerà stabilmente alla ricerca scenica del Nuovo Teatro. Ma in cosa consiste, allora, questa nuova “operatività” critica? Si tratta principalmente di una modalità capace di operare alle soglie della scrittura, abbracciando una progressiva, ma costante fuoriuscita dalla redazione di cronache teatrali, per ripensare radicalmente la propria attività in nuovi spazi operativi quali le riviste e l’editoria di settore, un rapporto sempre più stretto con i mass-media quali radio e televisione e la pratica organizzativa di momenti spettacolari e teorici al contempo -festival, convegni, rassegne e premi- per una forma di partecipazione poi identificata come “sporcarsi le mani”. La seconda parte della tesi è una raccolta documentaria sull’oggi. A partire dal Manifesto dei Critici Impuri redatto nel 2003 a Prato da un gruppo di critici dell'ultima generazione, la tesi utilizza quella dichiarazione come punto di partenza per creare un piccolo archivio sull’oggi raccogliendo le elaborazioni di alcune delle esperienze più significative di questi dieci anni. Ricca appendice di materiali.
The crisis of "theater as a public service" exemplified on the Piccolo Teatro experience, shows its internal dissatisfaction at the end of the fifties. The firsts who fights against this cultural politic was the artists, Carmelo Bene it's one of the first with his early and provocative performances. By critical side, otherwise, is more difficult to identify some critics or intellectuals bearing of a similar explosive rupture. We can recall Arbasino and Flaiano but, in this case, also if their sensitive criticism against "Theatre Established" were very important, they can not be regarded as promoters of that different way of criticism outgoing from Ivrea Conference (1967) and that accompanied New Theatre from the Sixties to Eighty . But definitively what's this new "operation" criticism? Primarily this criticism is focused on a new operative manner that located itself at the threshold of writing practices. It's a criticism embracing a gradual, but steady removal from the theatrical chronicles, a radically rethink about the critical function so it finds very interesting to create new operational areas on magazines and focused publishing, on mass-media like radio and television and as organization of festivals, conferences, exhibitions and awards - both performative both theoretical- who are identified as "the criticism that dirting its hands". The second part of the thesis is a documentary collection on today. From Manifesto del Critico Impuro written in 2003 in Prato by a group of critics of the last generation, the thesis uses that Statement as a starting point for creating a small record based on some elaboration by someone among the most significant critical experiences of these last ten years. Interesting Appendix based on rare materials.
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Levarta, Anna <1993&gt. "IL RUOLO SOCIALE DELL’EDUCAZIONE TEATRALE: PROFILI LEGISLATIVI E DIDATTICI DI UN NUOVO MODELLO FORMATIVO." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13904.

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Анотація:
Non è un caso che ogni città in Italia, dalla più piccola alla più grande sia in possesso in un teatro. Da sempre, tale strumento culturale ha influenzato e sviluppato, attraverso i suoi strumenti, relazioni umane, creative, politiche e tematiche pedagogiche. Negli ultimi due secoli, programmi e leggi hanno affrontato e sviluppato il teatro sotto il profilo economico e sociale; politiche di promozione, tutela ed educazione teatrale si son ritrovate al centro di un dibattito internazionale, creando nuove opportunità, soprattutto in ambito scolastico. Dalle organizzazioni internazionali all’Unione Europea, tali programmi educativi hanno avuto ampio riscontro all’interno delle diverse realtà didattiche e legislative.In Italia, tale questione è stata pressoché sviluppata all’interno delle scuole e degli istituti governativi, attraverso percorsi didattici mirati e con l’emanazione di alcuni Decreti Legislativi rivolti alla loro attuazione. Ho voluto esplicare in questo mio elaborato finale, i principali progetti educativi attuati nel corso degli anni e la legislazione emanata a tutela e promozione di essi.
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Dell'Olio, Noemi <1993&gt. "Analisi di una rassegna teatrale: "Mille di queste notti 2018" della Bottega degli Apocrifi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14413.

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Анотація:
La mia tesi di laurea tratta l’analisi di un evento culturale, nello specifico della rassegna teatrale estiva “Mille di queste notti: Shakespeare ai contadini”, realizzata dalla compagnia teatrale Bottega degli Apocrifi,in collaborazione con la cooperativa Terra Terra, animata dal team Vàzapp. Analizzando in primis tutte le attività teatrali della compagnia, dalla programmazione annuale, ai laboratori teatrali e musicali, alle produzioni principali degli ultimi anni, mi occupo, in secundis, di approfondire quest’evento che si svolge nei 3 mesi estivi in ambientazioni open space e storiche: cascina Savino e le antiche mura delle città, rispettivamente di Foggia e Manfredonia. Le rappresentazioni portate in scena trattano principalmente temi socialmente impegnati e letteratura Shakesperiana, il tutto arricchito da musica dal vivo e da degustazione gastronomica. Shakespeare ai contadini è un progetto che si prospetta di portare cultura e relazioni nelle periferie, attraverso l’esperienza culturale a 360 gradi, che unisce patrimonio storico, enogastronomico ed architettonico del territorio pugliese.
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Zilotti, Elena <1988&gt. "Prassi teatrale e pensiero drammatico di Francesco Albergati Capacelli sulle scene del secondo Settecento." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/14990.

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La presente tesi di dottorato si propone di mettere a fuoco il lavoro teorico e pratico di Francesco Albergati Capacelli (1728-1804) non solo in qualità di commediografo, traduttore, critico, ma anche di attore, allestitore, direttore e patrocinatore di spettacoli teatrali. Il lavoro intende mostrare come Albergati abbia operato nello spazio compreso tra due ambiti rappresentativi che hanno caratterizzato il XVIII secolo: da un lato il mondo dei professionisti, dall’altro le realtà drammatiche sorte in seno a gruppi di nobili dilettanti. Al fine di dimostrare come Albergati si possa inserite a pieno titolo nel clima di cambiamento del mondo teatrale del secondo Settecento, non solo dal punto di vista intellettuale, ma soprattutto da quello pratico, di gestione e allestimento della messinscena, la tesi, servendosi di numerose fonti d’archivio, offre una panoramica delle diverse esperienze teatrali di Albergati fra teatro privato e scene pubbliche: in particolare nel territorio bolognese, nelle città di Verona, Venezia e Parma (nell’ambito del concorso drammatico patrocinato da Ferdinando di Borbone). Al fine di mostrare l’entità del suo impegno e la sua valenza come maestro di attori, la dissertazione presenta anche un approfondimento specifico su Carlo Coralli (suo segretario e inizialmente attore dilettante assieme a lui) ingaggiato poi alla Comédie Italienne nel ruolo di Arlecchino, nel 1774.
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Budriesi, Laura <1978&gt. "Sulle tracce di Michel Leiris: possessione e medicina tradizionale nell’Etiopia settentrionale. Dimensione teatrale, religiosa, terapeutica, socio-politica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4907/1/Laura_Budriesi_tesi_di_dottorato.pdf.

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Анотація:
La tesi si divide in due parti: nella prima si esamina l'esperienza etnografica condotta da M. Leiris durante la missione Dakar-Gibuti (1931-33) con riferimento alla studio della possessione a Gondar. Nella seconda parte si dà conto del lavoro sul terreno condotto dalla dottoranda nel Wollo a contatto con guaritori. Seguono appendici documentarie e iconografiche.
The thesis is divided into two parts: the first examines the ethnographic experience led by M. Leiris during the Dakar-Djibouti mission (1931-33) with reference to the study of possession in Gondar. The second part gives an account of the fieldwork conducted by PhD student in Wollo in contact with healers. Iconographic and documentary appendices follow.
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Budriesi, Laura <1978&gt. "Sulle tracce di Michel Leiris: possessione e medicina tradizionale nell’Etiopia settentrionale. Dimensione teatrale, religiosa, terapeutica, socio-politica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4907/.

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Анотація:
La tesi si divide in due parti: nella prima si esamina l'esperienza etnografica condotta da M. Leiris durante la missione Dakar-Gibuti (1931-33) con riferimento alla studio della possessione a Gondar. Nella seconda parte si dà conto del lavoro sul terreno condotto dalla dottoranda nel Wollo a contatto con guaritori. Seguono appendici documentarie e iconografiche.
The thesis is divided into two parts: the first examines the ethnographic experience led by M. Leiris during the Dakar-Djibouti mission (1931-33) with reference to the study of possession in Gondar. The second part gives an account of the fieldwork conducted by PhD student in Wollo in contact with healers. Iconographic and documentary appendices follow.
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Morga, Alessandra <1990&gt. "“Il Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento: analisi di un’istituzione culturale unica nel panorama teatrale italiano”." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17915.

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Анотація:
La tesi consiste in un lavoro di ricerca sperimentale che tratta la storia, il funzionamento, l'organizzazione, l'operatività nel campo dello spettacolo del Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento. Questo, essendo un ente pubblico economico strumentale della Provincia Autonoma di Trento, rappresenta un caso unico all’interno del territorio italiano di un’organizzazione culturale aventi tali caratteristiche, sia per la sua forma giuridica, sia in quanto la sua creazione venne determinata dalla Provincia Autonoma di Trento dotata di un potere legislativo particolare, decisamente unico rispetto alle altre province italiane che sono soggette alle medesime leggi statali. In questo lavoro sono stati analizzati i testi giuridici che riguardano la Regione Trentino – Alto Adige e la Provincia Autonoma di Trento e che forniscono ai due organi un’ampia autonomia di regolamentare vari aspetti della vita pubblica, tra cui la cultura. Questa facoltà di autogoverno ha permesso alla Provincia Autonoma di Trento di istituire il Centro S. Chiara che da trent’anni ricopre il ruolo di principale organizzatore dell’attività spettacolare all’interno della città di Trento e della sua Provincia.
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Popovic, Branko <1971&gt. "Dal teatro alla performance e ritorno. La svolta performativa nel teatro contemporaneo e la svolta teatrale nella performance art." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4920/1/popovic_branko_tesi_finale.pdf.

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Анотація:
Il fulcro tematico e concettuale della tesi consiste nel rapporto complesso, paradossale e spesso anche controverso esistente fra il teatro e la performance (art) – e cioè il rapporto fra i concetti di “teatralità” e di “performatività”. L’attenzione è posta su quelle correnti nelle arti performative contemporanee che tendono allo scioglimento delle nozioni di genere, disciplina, tecnica e autorialità e che mettono in questione lo status stesso dell’opera performativa (lo spettacolo) in quanto prodotto esclusivamente estetico, cioè spettacolare. Vengono esaminate – prelevando rispettivamente dal campo del teatro, della danza e della performance art – le pratiche di Jerzy Grotowski e Thomas Richards, Jérôme Bel e Marina Abramović. Quello che accomuna queste pratiche ben diverse tra loro non è soltanto la problematica del rapporto fra teatralità e performatività ma soprattutto l’aspetto particolarmente radicale e assiduo (e anche paradossale) del loro doppio sforzo, che consiste nello spingere la propria disciplina oltre ogni confine prestabilito e nello stesso tempo nel cercare di ri-definire i suoi codici fondanti e lo statuto ontologico che la distinguerebbero dalle altre discipline performative. Sono esaminate anche diverse teorizzazioni della performance con particolare attenzione a quei contributi che mettono in luce (e in questione) il delicato rapporto fra il teatro e la performance (art) attraverso una (ri)concettualizzazione e comparazione dei termini di teatralità e di performatività. La tesi esamina l’evoluzione della comprensione di quel rapporto all’interno del campo teorico-storico e artistico che inizialmente riflette la tendenza a percepire il rapporto in termini di opposizione e addirittura esclusione per approdare col tempo a una visione più riconciliante e complementare. Le radicali pratiche contemporanee fra il teatro e la performance rappresentano forse una nuova forma-processo performativa specifica e autonoma – che potrebbe essere definita tout court “performance” – e con cui viene definitivamente superato il progetto teatrale modernista?
The thematic axis of the thesis and its conceptual crux is complex, paradoxical and often disputed relationship between the theater and the performance (art) - namely, the relationship between the concepts of "theatricality" and "performativity". The focus is on those currents in contemporary performing arts which tend to dissolve the conventional notions of artistic genre, discipline, technique and authorship, and which question the status of the performance work (the show) as an exclusively aesthetic, that is to say spectacular, product. Taking respectively from the field of theater, dance and performance art the thesis examines the practices of Jerzy Grotowski and Thomas Richards, Jérôme Bel and Marina Abramović. What links these very different practices is not only the problem of the interplay between theatricality and performativity reflected in their work but especially the particularly radical (and paradoxical) aspect of their twofold effort, which consists of pushing the respective discipline beyond all accepted boundaries and at the same time the effort to re-define it’s foundational codes and ontological status which distinguish it from other performative disciplines. Various theories of performance are also examined, with particular attention to those contributions that highlight (and question) the delicate relationship between theater and performance (art) through (re) conceptualization and comparison of the terms of theatricality and performativity. The thesis follows the evolution of understanding of that relationship within both theoretical-historical and artistic fields. While both fields initially reflect the tendency to perceive the given relationship in terms of opposition and even exclusion, in time they arrive to a more reconciling and complementary vision. Can we consider the radical practices here examined to form a new performative genre - which could be defined as "performance" tout court - one that has definitely overcome the modernist theater project?
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Popovic, Branko <1971&gt. "Dal teatro alla performance e ritorno. La svolta performativa nel teatro contemporaneo e la svolta teatrale nella performance art." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4920/.

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Анотація:
Il fulcro tematico e concettuale della tesi consiste nel rapporto complesso, paradossale e spesso anche controverso esistente fra il teatro e la performance (art) – e cioè il rapporto fra i concetti di “teatralità” e di “performatività”. L’attenzione è posta su quelle correnti nelle arti performative contemporanee che tendono allo scioglimento delle nozioni di genere, disciplina, tecnica e autorialità e che mettono in questione lo status stesso dell’opera performativa (lo spettacolo) in quanto prodotto esclusivamente estetico, cioè spettacolare. Vengono esaminate – prelevando rispettivamente dal campo del teatro, della danza e della performance art – le pratiche di Jerzy Grotowski e Thomas Richards, Jérôme Bel e Marina Abramović. Quello che accomuna queste pratiche ben diverse tra loro non è soltanto la problematica del rapporto fra teatralità e performatività ma soprattutto l’aspetto particolarmente radicale e assiduo (e anche paradossale) del loro doppio sforzo, che consiste nello spingere la propria disciplina oltre ogni confine prestabilito e nello stesso tempo nel cercare di ri-definire i suoi codici fondanti e lo statuto ontologico che la distinguerebbero dalle altre discipline performative. Sono esaminate anche diverse teorizzazioni della performance con particolare attenzione a quei contributi che mettono in luce (e in questione) il delicato rapporto fra il teatro e la performance (art) attraverso una (ri)concettualizzazione e comparazione dei termini di teatralità e di performatività. La tesi esamina l’evoluzione della comprensione di quel rapporto all’interno del campo teorico-storico e artistico che inizialmente riflette la tendenza a percepire il rapporto in termini di opposizione e addirittura esclusione per approdare col tempo a una visione più riconciliante e complementare. Le radicali pratiche contemporanee fra il teatro e la performance rappresentano forse una nuova forma-processo performativa specifica e autonoma – che potrebbe essere definita tout court “performance” – e con cui viene definitivamente superato il progetto teatrale modernista?
The thematic axis of the thesis and its conceptual crux is complex, paradoxical and often disputed relationship between the theater and the performance (art) - namely, the relationship between the concepts of "theatricality" and "performativity". The focus is on those currents in contemporary performing arts which tend to dissolve the conventional notions of artistic genre, discipline, technique and authorship, and which question the status of the performance work (the show) as an exclusively aesthetic, that is to say spectacular, product. Taking respectively from the field of theater, dance and performance art the thesis examines the practices of Jerzy Grotowski and Thomas Richards, Jérôme Bel and Marina Abramović. What links these very different practices is not only the problem of the interplay between theatricality and performativity reflected in their work but especially the particularly radical (and paradoxical) aspect of their twofold effort, which consists of pushing the respective discipline beyond all accepted boundaries and at the same time the effort to re-define it’s foundational codes and ontological status which distinguish it from other performative disciplines. Various theories of performance are also examined, with particular attention to those contributions that highlight (and question) the delicate relationship between theater and performance (art) through (re) conceptualization and comparison of the terms of theatricality and performativity. The thesis follows the evolution of understanding of that relationship within both theoretical-historical and artistic fields. While both fields initially reflect the tendency to perceive the given relationship in terms of opposition and even exclusion, in time they arrive to a more reconciling and complementary vision. Can we consider the radical practices here examined to form a new performative genre - which could be defined as "performance" tout court - one that has definitely overcome the modernist theater project?
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Altieri, Ilaria <1994&gt. "ORGANIZZAZIONE E PRODUZIONE DI UNO SPETTACOLO TEATRALE IN TEMPO DI COVID: MOBY DICK ALLA PROVA AL TEATRO ELFO PUCCINI." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19366.

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Анотація:
L'elaborato di tesi si prefigura di analizzare le fasi principali dell'organizzazione e della produzione di uno spettacolo teatrale: Moby Dick alla prova di Orson Welles nella versione del Teatro Elfo Puccini di Milano, con la regia di Elio De Capitani. Partendo dal celebre romanzo di Melville, analizzando la riduzione teatrale di Welles e arrivando all'idea di De Capitani, vengono prese in considerazione le fasi della creazione, della pianificazione e dell'esecuzione del progetto grazie alla mia esperienza all'interno del teatro durante le prove dello spettacolo. In particolare, verranno presi in considerazione anche i cambiamenti nel modo di lavorare dettato dalle esigenze dell'attuale situazione sanitaria.
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Perazzi, Barbara. "Proposta di sopratitolaggio dallo slovacco in italiano dello spettacolo teatrale “Michelangelo – Affresco sul cammino di un artista”." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9223/.

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Анотація:
Questa tesi si prefigge lo scopo di rendere possibile la comprensione ad un pubblico italiano dello spettacolo teatrale in lingua slovacca Michelangelo – Freska o ceste umelca (Michelangelo – Affresco sul cammino di un artista) attraverso la sopratitolazione. Il regista della rappresentazione teatrale, Peter Weinciller, oltre a dirigere la compagnia Teatro Colorato sul territorio slovacco, è riuscito a portare le opere di successo anche all’estero, per cui si è reso necessario l’ausilio di un mezzo che potesse renderlo possibile. Per poter compiere questa mediazione, ci si è avvalsi dei sopratitoli, uno strumento di recente introduzione nel mondo della traduzione audiovisiva. Questa tecnica, che deriva dalla più conosciuta sottotitolazione, permette di rendere accessibile ad un pubblico mondiale rappresentazioni teatrali in lingua originale. Durante il lavoro si è cercato di capire a fondo il testo di partenza per poter rendere nella miglior maniera possibile il contenuto e le emozioni che include e che intende suscitare. Nonostante le difficoltà incontrate nella traduzione dal punto di vista linguistico, si è cercato di rendere fruibile al pubblico la migliore mediazione possibile dalla lingua slovacca, essendo comunque consapevoli che il soggetto e la collocazione temporale e spaziale dell’opera abbiano avvantaggiato un pubblico italiano. In conclusione, si è riusciti a proporre un lavoro che ha permesso una perfetta mediazione di uno spettacolo che altrimenti non avrebbe avuto la possibilità di essere rappresentato su territorio non slovacco.
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Gueli, Rosamaria <1992&gt. "La Sagra del Mandorlo in Fiore: Tradizione, Storia, Innovazione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14370.

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Анотація:
La tesi mira ad analizzare una delle migliori rappresentazioni della tradizione siciliana nel mondo: “La Sagra del Mandorlo in Fiore”, festa popolare della provincia di Agrigento dal 1934. Nata con l'obiettivo di festeggiare la primavera insolitamente precoce della città con la fioritura dei mandorli, oggi è volta anche a diffondere e promuovere il folklore, come elemento unificante tra i diversi popoli. Con questo elaborato si propone un'analisi contestualizzata della Sagra del Mandorlo, oggi denominata "Mandorlo in Fiore", in ogni sua sfaccettatura, partendo da un'introduzione storica, elemento caratterizzante, ci si sposta all'evoluzione delle organizzazioni, agli enti e all'organigramma, analizzando una delle edizioni più recenti. Dopo un'accurata revisione, difatti, si è potuto constatare un depauperamento della Sagra del Mandorlo in Fiore e un suo successivo cambio di direzione, ma anche della poca rilevanza che questi eventi purtroppo ad oggi ricoprono.
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DE, CARVALHO CARNEIRO ANA CANDIDA. "DRAMMATURGIE DEL POSTDRAMMATICO: TEORIE E TECNICHE DEL TESTO TEATRALE FRA GLI ULTIMI DECENNI DEL NOVENCENTO E IL PRIMO DUEMILA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6176.

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Анотація:
L'ultimo scorcio del XX secolo ha segnato un radicale cambiamento nelle modalità di creazione teatrale, diventata sempre più performativa, incentrata sul hic et nunc dell'evento scenico piuttosto che sulla messinscena fedele di un impianto testuale precostituito. Alcuni teorici hanno cercato di stabilire un nuovo vocabolario critico per approcciare i nuovi fenomeni, in particolare Hans-Thies Lehmann, che ha proposto un nuovo paradigma estetico detto postdrammatico. Nella mappatura delineata dallo studioso tedesco predomina l’interesse per la scena, poiché prende in esame il testo in modo soltanto marginale. Il presente studio aspira a dare un contributo al riempimento di questa lacuna. Dopo di tracciare le radici della svolta performativa a cominciare da Artaud, passiamo in rassegna le principali teorie novecentesche sul testo teatrale mettendo a fuoco la natura dei mutamenti avvenuti nella loro composizione. Lanciamo quindi la proposta di un vocabolario e procedimento analitico per approcciare le recenti creazioni degli autori teatrali non più inseribili nel territorio drammatico. Accogliamo il concetto di movimento in sostituzione della tradizionale azione drammatica, quello di frammento al posto della scena, ed esaminiamo le nuove modalità di personaggio fino ad arrivare alla presenza, identificando nel montaggio la tecnica compositiva per eccellenza dell’era postdrammatica. Infine, a seguito dell’analisi di quattro testi – La Domanda d’impiego di Michel Vinaver, Far Away di Caryl Churchill, Scissors, Paper, Rock di Daniel Keene e In, on, it di Daniel MacIvor – arriviamo tra altre cose alla conclusione che il testo teatrale contemporaneo ha una natura ibrida, in cui il drammatico è spesso il materiale per il trattamento postdrammatico.
The last part of the 20th Century marked a radical change in the modalities of theatre-making, which became more and more performative, centered on the here and now of the event, rather than on the faithful staging of a pre-constituted text. Some theorists have tried to establish a new critical vocabulary with which to approach the new phenomena, in particular Hans-Thies Lehmann, who proposed a new aesthetic paradigm of the post-dramatic. In this world, as charted by Lehmann, the interest is predominantly in the scene, while the text is addressed only marginally. This study aims to fill that gap. After tracing the roots of the performative change starting with Artaud, it reviews the principal 20th Century theories on the theatre text, focusing on the variations in their composition. It then proposes a vocabulary and analytical process with which to approach recent works by theatre writers which do not easily fit into the dramatic landscape. This study adopts the concept of movement in place of traditional dramatic action, of fragment in place of scene, and examines new modalities of character, to arrive at presence, identifying montage as the compositive technique par excellence of the post-dramatic era. Finally, through analysis of four texts – The Job Interview by Michael Vinaver, Far Away by Caryl Churchill, Scissors, Paper, Rock by Daniel Keene and In, on, it by Daniel MacIvor – it arrives at the conclusion that the contemporary theatre text has a hybrid nature, in which the dramatic is often the raw material for the post-dramatic process.
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DE, CARVALHO CARNEIRO ANA CANDIDA. "DRAMMATURGIE DEL POSTDRAMMATICO: TEORIE E TECNICHE DEL TESTO TEATRALE FRA GLI ULTIMI DECENNI DEL NOVENCENTO E IL PRIMO DUEMILA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6176.

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L'ultimo scorcio del XX secolo ha segnato un radicale cambiamento nelle modalità di creazione teatrale, diventata sempre più performativa, incentrata sul hic et nunc dell'evento scenico piuttosto che sulla messinscena fedele di un impianto testuale precostituito. Alcuni teorici hanno cercato di stabilire un nuovo vocabolario critico per approcciare i nuovi fenomeni, in particolare Hans-Thies Lehmann, che ha proposto un nuovo paradigma estetico detto postdrammatico. Nella mappatura delineata dallo studioso tedesco predomina l’interesse per la scena, poiché prende in esame il testo in modo soltanto marginale. Il presente studio aspira a dare un contributo al riempimento di questa lacuna. Dopo di tracciare le radici della svolta performativa a cominciare da Artaud, passiamo in rassegna le principali teorie novecentesche sul testo teatrale mettendo a fuoco la natura dei mutamenti avvenuti nella loro composizione. Lanciamo quindi la proposta di un vocabolario e procedimento analitico per approcciare le recenti creazioni degli autori teatrali non più inseribili nel territorio drammatico. Accogliamo il concetto di movimento in sostituzione della tradizionale azione drammatica, quello di frammento al posto della scena, ed esaminiamo le nuove modalità di personaggio fino ad arrivare alla presenza, identificando nel montaggio la tecnica compositiva per eccellenza dell’era postdrammatica. Infine, a seguito dell’analisi di quattro testi – La Domanda d’impiego di Michel Vinaver, Far Away di Caryl Churchill, Scissors, Paper, Rock di Daniel Keene e In, on, it di Daniel MacIvor – arriviamo tra altre cose alla conclusione che il testo teatrale contemporaneo ha una natura ibrida, in cui il drammatico è spesso il materiale per il trattamento postdrammatico.
The last part of the 20th Century marked a radical change in the modalities of theatre-making, which became more and more performative, centered on the here and now of the event, rather than on the faithful staging of a pre-constituted text. Some theorists have tried to establish a new critical vocabulary with which to approach the new phenomena, in particular Hans-Thies Lehmann, who proposed a new aesthetic paradigm of the post-dramatic. In this world, as charted by Lehmann, the interest is predominantly in the scene, while the text is addressed only marginally. This study aims to fill that gap. After tracing the roots of the performative change starting with Artaud, it reviews the principal 20th Century theories on the theatre text, focusing on the variations in their composition. It then proposes a vocabulary and analytical process with which to approach recent works by theatre writers which do not easily fit into the dramatic landscape. This study adopts the concept of movement in place of traditional dramatic action, of fragment in place of scene, and examines new modalities of character, to arrive at presence, identifying montage as the compositive technique par excellence of the post-dramatic era. Finally, through analysis of four texts – The Job Interview by Michael Vinaver, Far Away by Caryl Churchill, Scissors, Paper, Rock by Daniel Keene and In, on, it by Daniel MacIvor – it arrives at the conclusion that the contemporary theatre text has a hybrid nature, in which the dramatic is often the raw material for the post-dramatic process.
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Vendramini, Francesca <1994&gt. "L’affidamento a terzi della gestione di attività teatrali da parte degli Enti locali. Analisi dell’organizzazione della stagione teatrale 2018 – 2019 del Teatro Villa dei Leoni a Mira." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17228.

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Анотація:
Sempre più spesso, lo Stato italiano, attraverso le sue varie articolazioni territoriali, può occuparsi di politiche culturali relative allo spettacolo dal vivo. Gli Enti locali possono intraprendere la gestione dei servizi pubblici, nel quale rientrano anche quelli teatrali, ricorrendo a due forme diverse: in forma diretta e in forma indiretta, ovvero tramite enti non territoriali. Il testo si propone di analizzare i vari strumenti a disposizione degli Enti locali per entrambe le tipologie di gestione, focalizzandosi sull’analisi della procedura con cui essi affidano a soggetti terzi la gestione. A tal fine l’elaborato viene articolato in tre capitoli: all’interno del primo capitolo, si descrive il settore teatrale italiano, individuando l’ambito nel quale questo si posiziona, le varie peculiarità che lo contraddistinguono e il ruolo che lo Stato ha all’interno di questo. Nel secondo capitolo si analizzano, in un primo momento, le finalità e le forme giuridiche, che la legislazione italiana prevede in base agli obiettivi prefissati, di un qualsiasi istituto che intende svolgere un’attività nel campo teatrale; in un secondo momento, si descrivono gli strumenti che un Ente locale ha a disposizione per la gestione e, in particolare, si osserva la procedura “ad evidenza pubblica”, attraverso cui esso può affidare la gestione ad altri istituti, diversi dalla Pubblica Amministrazione; in un terzo momento, si individuano i vari ambiti di attività che compongono il settore teatrale e all’interno di ciascuno si riconoscono i soggetti principali. Nel terzo e ultimo capitolo, si prende in riferimento il caso specifico del Comune di Mira e si osserva come è stata organizzata la stagione teatrale 2018 - 2019 presso il Teatro Villa dei Leoni.
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Stancanelli, Silvia <1994&gt. "Viaggio tra le Arti. I Concerti del Tempietto fra musica, storia e archeologia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21526.

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Questo lavoro si propone di fornire un'analisi dell'attività dell'Associazione Culturale il Tempietto, che opera in una importante città ricca di arte e storia come Roma. Il primo capitolo analizza la struttura e la storia del Teatro Marcello di Roma, andando a studiare il cambiamento del Teatro durante le epoche, per arrivare ai restauri avvenuti nel Novecento, gli ultimi anni 1980-2001, quando l’Associazione Il Tempietto ha iniziato a organizzare concerti alle pendici del Teatro. Nel secondo capitolo scopriamo la storia dell’Associazione Culturale Il Tempietto e la sua attività annuale. Il terzo capitolo si concentra nello specifico sui due Concerti di Pasqua e Pasquetta, rispettivamente del 17 e 18 aprile 2022, analizzando le varie fasi di organizzazione di uno spettacolo. L’ultimo capitolo riflette sulle criticità e i punti di forza di questi interventi culturali all’interno di una città metropolitana. ​
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Mascardi, Chiara <1982&gt. "Il teatro anatomico nella cultura moderna. Storia e storie di teatro, scienza, arte e società." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3955/1/mascardi_chiara_i_teatri_anatomici_nella_cultura_moderna.pdf.

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Mascardi, Chiara <1982&gt. "Il teatro anatomico nella cultura moderna. Storia e storie di teatro, scienza, arte e società." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3955/.

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Gaudenti, Lorenzo <1994&gt. "“Yo Soy Maria” Storia e produzione dell’opera "Maria de Buenos Aires" presso il Teatro dell’Opera Giocosa di Savona." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20792.

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La tesi parla della produzione, presso il Teatro dell'Opera Giocosa di Savona, dell'opera "Maria de Buenos Aires" di Astor Piazzolla. Nel primo capitolo si esamina la vita dell'autore Astor Piazzolla, del librettista Horacio Ferrer, per poi passare alla storia del Tango e infine alla descrizione dell'opera in questione. Nei capitoli successivi viene raccontata la storia del Teatro dell'Opera Giocosa, vengono descritte le sedi presso le quali tiene i propri spettacoli e si analizzano le azioni che l'ente svolge per portare avanti la propria attività, ad esempio la ricerca di finanziamenti privati, le domande da presentare al ministero comprensive di bilanci, budget e programmi artistici e infine i progetti in cantiere. Proseguendo si passa a descrivere nel dettaglio ogni aspetto della produzione vera e propria dell'opera, sia dal lato economico, burocratico e organizzativo, parlando ad esempio del budget, del marketing, dei contratti, della coproduzione e del piano sicurezza, sia dal lato tecnico-artistico, analizzando ad esempio l'impianto luci, i costumi e le prove. L'elaborato è corredato da documenti e dati ufficiali forniti dal Teatro dell'Opera Giocosa oltre che da interviste e fotografie, entrambe eseguite sul posto dal tesista durante l'allestimento dello spettacolo.
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Huang, Xiao <1987&gt. "Forme (形 XING) e Visioni (象 XIANG): Nuove prospettive di ricerca per una storia comparata della Screendance in Europa e in Cina". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10087/1/Tesi%20def_Xiao%20Huang.pdf.

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La presente tesi si propone di trattare il soggetto della screendance, giovane disciplina in continua definizione nata combinando cinema e coreografia, da una prospettiva alternativa, coerente con le ultime trasformazioni sociali. La ricerca, suddivisa in quattro parti, inizia da una ricognizione critica sulla terminologia utilizzata per indicare la screendance nel suo sviluppo storico in Europa e in Cina durante il XX secolo. Adoperando una metodologia basata sugli strumenti della storiografia comparativa, vengono utilizzati come chiavi di lettura i due concetti taoisti di xiang o visione e xing o forma, l’uno riferito al contesto culturale, storico e artistico di una data società umana in un dato periodo storico, e l’altro alludente alle forme artistiche specifiche definite da quei principi. Nel focalizzarsi sul confronto tra i differenti sviluppi della screendance nel corso del XX secolo in Europa e in Cina, nella seconda parte, la tesi affronta una comparazione diacronica delle trasformazioni di xiang delle due aree geografiche, insieme a una comparazione sincronica delle xing, rendendo più evidenti analogie e divergenze di numerosi case studies occidentali e cinesi.  Uno sguardo sul panorama europeo, attento alle differenze nella disseminazione della screendance attraverso i festival in Gran Bretagna, Francia, Belgio e Italia, costituisce il focus della terza parte. Con la quarta ed ultima parte, la tesi riserva ampio spazio alla disamina della situazione contemporanea della screendance, seguendone la diffusione negli ultimi quattro decenni attraverso i festival e, più recentemente, i nuovi canali social di creazione e condivisione di contenuti video, e prospettando un futuro in cui la realtà della screendance europea e quella cinese potranno confrontare le proprie identità culturali. Il ricco apparato documentario include un elenco dei festival di screendance europei e cinesi, e una serie di interviste inedite ai maggiori operatori e professionisti del settore, italiani ed europei.
This thesis aims to deal with the subject of screendance from an alternative perspective, consistent with the latest social transformations. The research, divided into four parts, begins with a critical review of the terminology used to indicate screendance in its historical development in Europe and China during the twentieth century. Using a methodology based on the tools of comparative historiography, the author uses the two Taoist concepts of xiang or vision and xing or form as keys, one referring to the cultural, historical and artistic context of a given human society in a given historical period , and the other alluding to the specific artistic forms defined by those principles. The second part is focused on the comparison between the different developments of the screendance during the twentieth century in Europe and China, and deals with a diachronic comparison of the xiang transformations of the two geographical areas, together with a synchronic comparison of the xing, making more evident analogies and divergences of numerous Western and Chinese case studies. A look at the European panorama, attentive to the differences in the dissemination of the screendance through the festivals in Great Britain, France, Belgium and Italy, constitutes the focus to the third part. With the fourth and last part, the thesis reserves ample space for the examination of the contemporary situation of screendance, following its diffusion in the last four decades through festivals and, more recently, the new social channels for creating and sharing video content, and envisaging a future in which the reality of the European and Chinese screendance will be able to compare their own cultural identities. The rich documentary apparatus includes a list of European and Chinese screendance festivals, and a series of unpublished interviews with the major operators and professionals in the sector, both Italian and European.
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Garavaglia, V. "Tra terapia e crescita culturale, l’animazione teatrale nella scuola e negli spazi del disagio." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2006. http://hdl.handle.net/2434/67484.

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Pellegrini, Maria. "Fractures dramatiques dalla scena al testo : fondazione dello spazio teatrale : Storia del teatro dell'Oceano Indiano Madagascar, Maurice, Réunion." Cergy-Pontoise, 2006. http://biblioweb.u-cergy.fr/theses/06CERG0291.pdf.

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Анотація:
La production dramatique de l'Océan Indien est encore peu connue et fréquentée par les spécialistes de la littérature en prose et en poésie des îles de Madagascar, de Maurice et de la Réunion. Même si les poètes tels Malcolm de Chazal et Jacques Rabemananjara ont été les objets de nombreuses analyses, leur production théâtrale reste encore aujourd'hui inexplorée et ignorée par la majorité des critiques. Le but de notre étude est de compléter les articles occasionnels et lacunaires par un recensement ponctuel et une analyse sociocritique approfondie des auteurs des îles qui ont écrit pour les théâtres. Notre étude est divisé en deux parties : en une introduction historique dans laquelle on raconte l'établissement et la chute de l'empire colonial français dans les colonies de Madagascar, de Maurice et de la Réunion, suivi par l'approfondissement d'aucunes thématiques telles l'esclavage ou le marronnage, les années de la révolution française et la période postcoloniale. Le second chapitre, divisé en trois sections pour chaque île, est centré sur la mise au point de l'histoire du théâtre de l'Océan Indien pour la détermination et définition duquel on a institué chaque fois un parallèle avec les production et les expériences européennes et africaines
The dramatic literature of the Indian ocean's colonies is ignored by the specialist of the francophone narrative and poetry of the islands of Madagascar, Reunion and Mauritius. Even if Malcom de Chazal and Jacques Rabemananjara are largely known by the experts of the area, the analysis of the dramatic production is still defective. The purpose of our study is to complete the work of a few critics who have engaged on the exploration of the Indian Ocean's drama of the origins (Antoine Chelin for Mauritius, Michel Corvin for the Magalasy theatre) and the contemporary production. Our study is dividend into two parts : an historical introduction in which we consider the rising and the fall of the French colonial empire in the Indian ocean; the second chapter consists in the catalogue and analysis of various authors and styles that have dominated the indian ocean's production during the past century, trying to define the dramatic space of the islands comparing the local production with the european and african ones
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Pellegrini, Maria Mosseto Anna Paola Mouralis Bernard. "Fractures dramatiques dalla scena al testo : fondazione dello spazio teatrale Storia del teatro dell'Oceano Indiano Madagascar, Maurice, Réunion /." [S.l.] : [s.n.], 2008. http://biblioweb.u-cergy.fr/theses/06CERG0291.pdf.

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Анотація:
Reproduction de : Thèse de Doctorat en Lettres : Littératures francophones : Cergy-Pontoise : 2006. Reproduction de : Thèse de Doctorat en Lettres : Littératures francophones : Université de Bologne : 2006.
Thèse soutenue en co-tutelle avec l'Université de Bologne (Italie). Titre provenant de l'écran titre. Bibliogr. p.511-529. Index.
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Campese, Ilaria <1990&gt. "Strategie produttive e azioni artistiche dell'azienda teatrale. Il caso dello Stabile del Veneto, Teatro Nazionale, alla luce della nuova legge sullo spettacolo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7154.

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Анотація:
La tesi presenta un’analisi delle strategie produttive e delle azioni artistiche del teatro nella sua accezione di azienda. Il teatro è un’organizzazione di natura privata o pubblica che si occupa della produzione e della distribuzione di beni e servizi di carattere artistico e culturale. Per far fronte a questo impiego esso adotta delle strategie che andranno a costituire il prodotto teatrale: lo spettacolo. Dopo un excursus teorico sulla storia del teatro di produzione e sulle fasi del processo di produzione culturale quali: l’ideazione, l’attivazione, la pianificazione, l’attuazione, il completamento e la valutazione, viene analizzato nello specifico il Teatro Stabile del Veneto, da gennaio Teatro Nazionale, e la sua produzione I Rusteghi, con la regia di Giuseppe Emiliani. Il tutto alla luce della nuova legge sullo spettacolo «Nuovi criteri per l’erogazione e modalità per la liquidazione e l’anticipazione di contributi allo spettacolo dal vivo, a valere sul Fondo unico per lo spettacolo, di cui alla legge 30 aprile 1985, n. 163» approvata 1 luglio 2014 ed entrata in vigore nel 2015.
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FAUSTINI, Piero. "La cucina dello spettacolo Forme drammatico–musicali di transizione nei libretti dell’opera italiana postunitaria." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2010. http://hdl.handle.net/11392/2389183.

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Анотація:
The traditionally so–called ‘transitional’ period of italian melodramma, roughly corresponding to the decades of 1870s and 1880s, saw also wide transformations in its relationship with the librettos, their creation and their form. Changes happened also in the status of the libretto and of the librettist among the new publishing industry, in their stength ratio with the music and the musician and in their related production modalities, as in the specific examples of librettists Angelo Zanardini and Carlo D’Ormeville. Great importance was to be found in new poetry configurations in the domain of meter, of ‘liricity’ and of solo, duo and collective singing forms and in ‘metasinging’ prescription.
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THULARD, ADELINE. ""Ciò che fa sintomo" contributo al rinnovamento dell'analisi teatrale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/319746.

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Анотація:
“Ciò che fa sintomo…” Contributo al rinnovamento dell’analisi teatrale Attraverso l’analisi delle opere di Tadeusz Kantor, Pina Bausch, Jan Lauwers, Pippo Delbono ed Emma Dante, il presente studio propone un’apertura degli strumenti tradizionali degli studi teatrali ai concetti della psicanalisi e ai metodi utilizzati dai visual studies al fine di rendere conto dell’intensa esperienza emozionale suscitata dalle creazioni di questi artisti. La nozione di sintomo, teorizzata da Freud e ripresa nel campo della storia dell’arte da Georges Didi-Huberman, ci permette di superare la visione della scena come “sistema di segni” “da leggere” – sotto l’influenza della semiologia e dello strutturalismo – e di pensare al contrario ciò che nelle immagini proposte, non si lascia cogliere nell’immediato. Dopo aver mostrato i limiti degli strumenti drammaturgici, è possibile individuare i momenti in cui nelle opere studiate irrompe il gesto-sintomo, grazie all’adozione di un atteggiamento più fenomenologico. Il paradigma del sogno, in quanto modello analogico di una organizzazione-disorganizzazione, può renderci in grado di comprendere il concatenamento degli elementi scenici. Ciò che tocca lo spettatore non si situa più al livello della rappresentazione, destabilizzata dalla presenza del sintomo, ma al di sotto di quest’ultima e tra gli elementi scenici. Il rapporto al reale che si instaura per lo spettatore pertiene allora all’immaginabile piuttosto che a una forma di mimesi: le immagini aprono lo sguardo e modificano la posizione dello spettatore, colpito sia a livello corporeo che emozionale. Il soggetto teatrale diffratto, mosso dal corpo dell’attore, porta lo spettatore a fare l’esperienza dell’Altro sulla scena. Le opere in esame propongono in tal modo un’esperienza di soggetivazione e di simbolizzazione che riattiva i processi della costruzione psichica dell’individuo messa in crisi nella società contemporanea. Nel corpo a corpo che si stabilisce tra la scena e la sala, è alla propria posizione di soggetto rispetto agli altri, a se stesso e al mondo, che lo spettatore accede.
“When comes the symptom…” A Contribution to the Renewal of Theatre Analysis Through an analysis of works by Tadeusz Kantor, Pina Bausch, Jan Lauwers, Pippo Delbono and Emma Dante, this thesis attempts to open up the traditional analytical tools that tend to be privileged by the discipline of theatre studies to concepts stemming from psychoanalysis or visual arts, which are more appropriate for rendering the intense emotional experience that these works induce. The notion of symptom, theorised by Freud and reappropriated by art history thanks to the work of Georges Didi-Huberman, can allow us to see the stage as more than a “system of signs”, “to be read”, under the influence of semiology and structuralism, but also to go beyond the image, towards something that is not immediately evident. Having shown the limitations of dramaturgical tools, it is possible to highlight the specific moments when a symptomatic gesture irrupts within these works by relying on a more phenomenological analysis. Dream patterns, which have the similar quality of being models of an order-disorder, are essential to our understanding of the organization of stage elements and processes. Whatever moves the spectator, is no longer strictly conditioned by representation, which is itself disrupted by the symptom, but is situated beyond it, under it, between the different scenic elements. The audience’s perception of reality becomes more reliant on imaginable rather than on some form of mimesis: images open up the gaze and alter the spectator’s stance, touching him physically and emotionally. The diffracted theatrical subject contained in the actor’s body helps the public witness Otherness onstage. The works studied here involve an experience of subjectivation and symbolisation, which activates the constitutive elements of the individual’s psyche, in crisis in contemporary society. Within the very physical relationship that is built between stage and audience, the spectator experiences his own position as a subject facing others, himself and the world.
« Ce qui fait symptôme… » Contribution au renouvellement de l’analyse du théâtre À travers l’analyse d’œuvres de Tadeusz Kantor, Pina Bausch, Jan Lauwers, Pippo Delbono et Emma Dante, cette étude propose une ouverture des outils traditionnels des études théâtrales aux concepts de la psychanalyse et aux méthodes des études visuelles pour rendre compte de l’expérience émotionnelle intense que les créations de ces artistes induisent. La notion de symptôme, théorisée par Freud et reprise dans le champ de l’histoire de l’art par Georges Didi-Huberman, permet de dépasser une vision de la scène comme « système de signes » « à lire » – sous l’influence de la sémiologie et du structuralisme – et de penser au contraire ce qui, dans les images proposées, ne se laisse pas saisir immédiatement. Après avoir montré les limites des outils dramaturgiques, il est possible de mettre en évidence les moments d’irruption du geste-symptôme dans les œuvres, en adoptant une attitude plus phénoménologique. Le paradigme du rêve, comme modèle analogique d’une organisation-désorganisation, peut nous permettre de comprendre l’agencement des éléments scéniques. Ce qui touche le spectateur ne se situe plus au niveau de la représentation, mise en branle par la présence du symptôme, mais sous celle-ci et entre les éléments. Le rapport au réel qui s’instaure pour le spectateur relève alors plus de l’imaginable que d’une forme de mimèsis : les images ouvrent le regard et modifient la position du spectateur touché corporellement et émotionnellement. Le sujet théâtral diffracté porté par le corps de l’acteur amène le spectateur à faire l’épreuve de l’Autre en scène. Les œuvres à l’étude proposent ainsi une expérience de subjectivation et de symbolisation qui réactive les processus de la construction psychique de l’individu mise en crise dans la société contemporaine. Dans le corps-à-corps qui s’installe entre la scène et la salle, c’est à sa position de sujet face aux autres, à lui-même et au monde, que le spectateur accède.
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AIMO, LAURA. "Mimesi della natura e ballet d'action: per un'estetica della danza teatrale (1751 - 1785)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1067.

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Una ricerca che si prefigga di studiare la danza teatrale nel Settecento s’imbatte inevitabilmente in un nodo problematico: l’oggetto della ricerca non è (più). Di esso sono rimaste soltanto alcune tracce, ovvero una serie di materiali eterogenei che si presentano come effetti capaci di mostrare la causalità della causa – l’oggetto vacante – ma non la sua forma. A partire dalle opere riformatrici di G. Angiolini e J.G. Noverre nonché dai testi di diversi filosofi coevi interessati allo statuto del gesto, la tesi interroga la congerie di effetti sopravvissuta al ballet d’action per approfondire la danza come forma artistica e forma del sapere all’interno del più ampio sistema della rappresentazione. Nello specifico la tesi si propone di mostrare come il segno negativo che contraddistingue variamente la disciplina tersicorea e il dibattito critico su di essa nel XVIII secolo sia da ricondurre più propriamente all’essenziale matrice espressiva del gesto stesso e abbia contribuito a un progressivo slittamento del paradigma classico della mimesi della natura da un’accezione “imitativo-riproduttiva” a una “espressivo-creativa”.
A research that aims at examining the theatrical dance in the XVIII century is bound to face a problematic crux: the research object is not anymore. Some traces have remained, namely, a series of various materials able to show the causality of the cause – the vacant object – but not its form. The survey starts from the revolutionary works by G. Angiolini and J.G. Noverre and goes through different philosophicals texts of authors who were interested in the status of the gesture; it questions the bunch of effects which overcame the ballet d’action in order to look into the dance as a form of art and knowledge within the wider system of representation. Particularly, the research wants to show as the negative sign which marks this discipline and the XVIII critical debate on it has to be referred to the essential expressive nature of the gesture which led to a progressive shifting of the classic paradigm of the mimesis of nature from being “imitative-reproductive” to become “expressive-creative”
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AIMO, LAURA. "Mimesi della natura e ballet d'action: per un'estetica della danza teatrale (1751 - 1785)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1067.

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Una ricerca che si prefigga di studiare la danza teatrale nel Settecento s’imbatte inevitabilmente in un nodo problematico: l’oggetto della ricerca non è (più). Di esso sono rimaste soltanto alcune tracce, ovvero una serie di materiali eterogenei che si presentano come effetti capaci di mostrare la causalità della causa – l’oggetto vacante – ma non la sua forma. A partire dalle opere riformatrici di G. Angiolini e J.G. Noverre nonché dai testi di diversi filosofi coevi interessati allo statuto del gesto, la tesi interroga la congerie di effetti sopravvissuta al ballet d’action per approfondire la danza come forma artistica e forma del sapere all’interno del più ampio sistema della rappresentazione. Nello specifico la tesi si propone di mostrare come il segno negativo che contraddistingue variamente la disciplina tersicorea e il dibattito critico su di essa nel XVIII secolo sia da ricondurre più propriamente all’essenziale matrice espressiva del gesto stesso e abbia contribuito a un progressivo slittamento del paradigma classico della mimesi della natura da un’accezione “imitativo-riproduttiva” a una “espressivo-creativa”.
A research that aims at examining the theatrical dance in the XVIII century is bound to face a problematic crux: the research object is not anymore. Some traces have remained, namely, a series of various materials able to show the causality of the cause – the vacant object – but not its form. The survey starts from the revolutionary works by G. Angiolini and J.G. Noverre and goes through different philosophicals texts of authors who were interested in the status of the gesture; it questions the bunch of effects which overcame the ballet d’action in order to look into the dance as a form of art and knowledge within the wider system of representation. Particularly, the research wants to show as the negative sign which marks this discipline and the XVIII critical debate on it has to be referred to the essential expressive nature of the gesture which led to a progressive shifting of the classic paradigm of the mimesis of nature from being “imitative-reproductive” to become “expressive-creative”
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BERTE', STEFANIA. "SCENE DI RE E DI PATRIOTI. SPIRITI LIBERTARI E POTERE IMPERIALE NELLA RITUALITA' E NELLA CULTURA TEATRALE A MILANO NEL RISORGIMENTO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10484.

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Nel Risorgimento alla definizione del concetto di identità nazionale concorse una serie di fattori legati alla sfera culturale: dalle letture che ispirarono i patrioti, agli scritti che essi stessi diedero alle stampe, ai simboli ed ai miti che entrarono a fare parte del loro linguaggio, fino alla cultura teatrale e alla teatralità, e quindi al momento festivo e rituale, visti come motivo di aggregazione, partecipazione e trasmissione di valori civili fondanti. Nel presente lavoro si indagano le connessioni tra la ritualità cittadina ed il teatro e gli spiriti libertari ed i valori civili propri del periodo risorgimentale in area milanese, dal 1815 della Restaurazione al 1859 dell’entrata degli alleati in Milano.
In the Risorgimento some cultural factors contributed to the definition of the idea of national identity: readings that inspired patriots, writings they printed, symbols and myths that became part of their language, theatrical culture and theatricality and celebrations and rituals, considered like reason of aggregation, participation and transmission of civil virtues. This thesis examines relationships between rituals, theatre and libertarian feelings and civil values of the Risorgimento, in Milan, from 1815 to 1859.
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BERTE', STEFANIA. "SCENE DI RE E DI PATRIOTI. SPIRITI LIBERTARI E POTERE IMPERIALE NELLA RITUALITA' E NELLA CULTURA TEATRALE A MILANO NEL RISORGIMENTO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10484.

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Nel Risorgimento alla definizione del concetto di identità nazionale concorse una serie di fattori legati alla sfera culturale: dalle letture che ispirarono i patrioti, agli scritti che essi stessi diedero alle stampe, ai simboli ed ai miti che entrarono a fare parte del loro linguaggio, fino alla cultura teatrale e alla teatralità, e quindi al momento festivo e rituale, visti come motivo di aggregazione, partecipazione e trasmissione di valori civili fondanti. Nel presente lavoro si indagano le connessioni tra la ritualità cittadina ed il teatro e gli spiriti libertari ed i valori civili propri del periodo risorgimentale in area milanese, dal 1815 della Restaurazione al 1859 dell’entrata degli alleati in Milano.
In the Risorgimento some cultural factors contributed to the definition of the idea of national identity: readings that inspired patriots, writings they printed, symbols and myths that became part of their language, theatrical culture and theatricality and celebrations and rituals, considered like reason of aggregation, participation and transmission of civil virtues. This thesis examines relationships between rituals, theatre and libertarian feelings and civil values of the Risorgimento, in Milan, from 1815 to 1859.
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ATIE, SARAH LAURA. "PER UN'ESTETICA DELLA PERFORMANCE TEATRALE POSTDRAMMATICA: LINEE TEORICHE E ANALISI DI TRE RE-ENACTEMENTS, DI JAN FABRE E ROBERT LEPAGE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6178.

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Анотація:
Il presente lavoro cerca di avvicinarsi alla complessità dell'attuale status quaestionis della performance teatrale, con uno sguardo e una prospettiva estetica, rivolto in particolare alla drammaturgia postdrammatica degli ultimi trent'anni; uno sguardo che trova nello studio analitico di tre re-enactements – This is theatre like it was to be expected and foreseen (1982; 2012) e The Power of Theatrical Madness (1984; 2012) di Jan Fabre, seguiti da Les Aiguilles et l'Opium (1991; 2013) di Robert Lepage – un luogo privilegiato di osservazione.
This research tries to approach the complexity of the current status quaestionis of theatrical performance, with an aesthetic perspective focused on the postdramatic theatre of the last thirty years; a look that finds in the analysis of three re-enactements - This is theater like it was to be expected and Foreseen (1982; 2012) and The Power of Theatrical Madness (1984; 2012) by Jan Fabre, followed by Needles and Opium (1991; 2013) by Robert Lepage - a privileged place of observation.
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ATIE, SARAH LAURA. "PER UN'ESTETICA DELLA PERFORMANCE TEATRALE POSTDRAMMATICA: LINEE TEORICHE E ANALISI DI TRE RE-ENACTEMENTS, DI JAN FABRE E ROBERT LEPAGE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6178.

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Анотація:
Il presente lavoro cerca di avvicinarsi alla complessità dell'attuale status quaestionis della performance teatrale, con uno sguardo e una prospettiva estetica, rivolto in particolare alla drammaturgia postdrammatica degli ultimi trent'anni; uno sguardo che trova nello studio analitico di tre re-enactements – This is theatre like it was to be expected and foreseen (1982; 2012) e The Power of Theatrical Madness (1984; 2012) di Jan Fabre, seguiti da Les Aiguilles et l'Opium (1991; 2013) di Robert Lepage – un luogo privilegiato di osservazione.
This research tries to approach the complexity of the current status quaestionis of theatrical performance, with an aesthetic perspective focused on the postdramatic theatre of the last thirty years; a look that finds in the analysis of three re-enactements - This is theater like it was to be expected and Foreseen (1982; 2012) and The Power of Theatrical Madness (1984; 2012) by Jan Fabre, followed by Needles and Opium (1991; 2013) by Robert Lepage - a privileged place of observation.
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FRATTALI, ARIANNA. "La drammaturgia fra letteratura e musica nel Settecento: figure femminili nei salotti lombardo veneti." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/750.

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Анотація:
La tesi ricostruisce il ruolo della figura femminile nel salotto settecentesco in area lombardo-veneta per quanto concerne il rapporto fra teatro musica e letteratura. Lo studio si concentra su quattro figure femminili in particolare: Francesca Manzoni, Luisa Bergalli, Maria Teresa Agnesi e Paolina Secco Suardo.
The thesis reconstructs the role of the female figure in the XVIII century salon in the lombardo-veneto area regarding the relationship between music, theatre and literature. The study focuses on four female figures: Francesca Manzoni, Luisa Bergalli, Maria Teresa Agnesi e Paolina Secco Suardo
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FRATTALI, ARIANNA. "La drammaturgia fra letteratura e musica nel Settecento: figure femminili nei salotti lombardo veneti." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/750.

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Анотація:
La tesi ricostruisce il ruolo della figura femminile nel salotto settecentesco in area lombardo-veneta per quanto concerne il rapporto fra teatro musica e letteratura. Lo studio si concentra su quattro figure femminili in particolare: Francesca Manzoni, Luisa Bergalli, Maria Teresa Agnesi e Paolina Secco Suardo.
The thesis reconstructs the role of the female figure in the XVIII century salon in the lombardo-veneto area regarding the relationship between music, theatre and literature. The study focuses on four female figures: Francesca Manzoni, Luisa Bergalli, Maria Teresa Agnesi e Paolina Secco Suardo
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Skalovska, Elisaveta. "La coppia nel tango argentino fra tradizione e palcoscenico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10612/.

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Анотація:
Questo studio cerca di individuare e descrivere gli elementi che contraddistinguono la coppia del tango dal punto di vista coreografico e strutturale e vedere in che modo questi fondamenti vengono trasposti sul palcoscenico. Come introduzione viene presentato il percorso della coppia lungo la storia approfondendo i rapporti e le influenze reciproci fra il ballo e i diversi contesti sociali e norme di tipo morale dei singoli momenti storici. Viene affrontata anche la dimensione tecnica del ballo e i codici che la governano attraverso le testimonianze di consolidati ballerini e maestri della generazione attuale e quelle precedenti. In conclusione vengono fornite le analisi di tre spettacoli teatrali prodotti da quattro coreografi diversi che mettono in chiaro gli approcci distintivi nella rappresentare scenica del tango e nel suo utilizzo come linguaggio teatrale.
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