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Дисертації з теми "Storia culturale italiana"

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1

Galster, S. "Ethnic business italiano. Studio sull'imprenditorialità degli emigrati italiani a Francoforte." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2009. http://hdl.handle.net/2434/49956.

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2

Codolo, Sara. "Il potere e la cultura : dotti e politica culturale della Repubblica e del Regno d’Italia (1802 -1814)." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2011. http://hdl.handle.net/11384/86033.

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3

MUSCOLINO, MARCO. "LA "RIVISTA DEL CINEMATOGRAFO": UNA STORIA CULTURALE, 1928-2008." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/630.

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Анотація:
La «Rivista del Cinematografo» è un periodico longevo, il più longevo della storia del cinema italiano. Pubblicato a partire dal 1928, festeggia nel 2008 l’ottantesimo l’anniversario di vita. A dispetto di questa durevole presenza nel panorama editoriale italiano, la «Rivista del Cinematografo» rappresenta però una storia che è rimasta, e lo rimane ancora oggi, esclusa dai discorsi sociali. Il pre-giudizio storico da cui prende le mosse la presente ricerca individua invece – differentemente dalla vulgata “ufficiale” – la «Rivista del Cinematografo» non come “una storia a sé”, ma al contrario come una storia culturale in grado di illuminare in maniera significativa i processi storici del cinema italiano, con particolare – ma nient’affatto esclusivo – riferimento alle sue interrelazioni con la cultura cattolica. Si potrebbe dire, con una formula sintetica, che quella della «Rivista del Cinematografo» è una microstoria di lunga durata. Quest’ultima definizione può apparire contraddittoria perché accosta due categorie legate a due differenti tradizioni storiografiche: da una parte la microstoria, legata a una tradizione fattografica; dall’altra la lunga durata, legata a una tradizione teorico-esplicativa. Ma è proprio nell’ambito di una nuova concezione della storia – la cosiddetta storia culturale – che questa ricerca intende muoversi, nel tentativo di fare tesoro di un dibattito disciplinare che ha conosciuto un enorme sviluppo in questi ultimi anni, e che verrà discusso nella sezione introduttiva, analizzando le ricadute che esso ha sulla pratica storiografica in ambito cinematografico.
The «Rivista del Cinematografo» is the most ancient magazine in the Italian history of cinema. Published before 1928, in 2008 it celebrated its 80th anniversary. In spite of this long-lived presence in Italian publishing, the «Rivista del Cinematografo» represents a history left out in social discourses. This research considers instead the «Rivista del Cinematografo» as a cultural history that can illuminate the historical processes of the Italian cinema with particular – but not exclusive – reference to their relationships with the catholic culture. It could be said that the history of the «Rivista del Cinematografo» is a long duration microhistory. This definition can appear conflicting because it puts two categories that come from two different historical traditions near to each other: the microhistory and the long duration. But this research intends to explore a new historical perspective – the ‘so called’ cultural history – with the aim of learning from a debate which has developed enormously in recent years and analysing the consequences that this debate also has on the historical practice in the field of cinema.
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MUSCOLINO, MARCO. "LA "RIVISTA DEL CINEMATOGRAFO": UNA STORIA CULTURALE, 1928-2008." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/630.

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Анотація:
La «Rivista del Cinematografo» è un periodico longevo, il più longevo della storia del cinema italiano. Pubblicato a partire dal 1928, festeggia nel 2008 l’ottantesimo l’anniversario di vita. A dispetto di questa durevole presenza nel panorama editoriale italiano, la «Rivista del Cinematografo» rappresenta però una storia che è rimasta, e lo rimane ancora oggi, esclusa dai discorsi sociali. Il pre-giudizio storico da cui prende le mosse la presente ricerca individua invece – differentemente dalla vulgata “ufficiale” – la «Rivista del Cinematografo» non come “una storia a sé”, ma al contrario come una storia culturale in grado di illuminare in maniera significativa i processi storici del cinema italiano, con particolare – ma nient’affatto esclusivo – riferimento alle sue interrelazioni con la cultura cattolica. Si potrebbe dire, con una formula sintetica, che quella della «Rivista del Cinematografo» è una microstoria di lunga durata. Quest’ultima definizione può apparire contraddittoria perché accosta due categorie legate a due differenti tradizioni storiografiche: da una parte la microstoria, legata a una tradizione fattografica; dall’altra la lunga durata, legata a una tradizione teorico-esplicativa. Ma è proprio nell’ambito di una nuova concezione della storia – la cosiddetta storia culturale – che questa ricerca intende muoversi, nel tentativo di fare tesoro di un dibattito disciplinare che ha conosciuto un enorme sviluppo in questi ultimi anni, e che verrà discusso nella sezione introduttiva, analizzando le ricadute che esso ha sulla pratica storiografica in ambito cinematografico.
The «Rivista del Cinematografo» is the most ancient magazine in the Italian history of cinema. Published before 1928, in 2008 it celebrated its 80th anniversary. In spite of this long-lived presence in Italian publishing, the «Rivista del Cinematografo» represents a history left out in social discourses. This research considers instead the «Rivista del Cinematografo» as a cultural history that can illuminate the historical processes of the Italian cinema with particular – but not exclusive – reference to their relationships with the catholic culture. It could be said that the history of the «Rivista del Cinematografo» is a long duration microhistory. This definition can appear conflicting because it puts two categories that come from two different historical traditions near to each other: the microhistory and the long duration. But this research intends to explore a new historical perspective – the ‘so called’ cultural history – with the aim of learning from a debate which has developed enormously in recent years and analysing the consequences that this debate also has on the historical practice in the field of cinema.
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5

SEVERINI, SARA. "Poligrafia pittoresca. La scrittura eccentrica di Marie Gamél Holten tra l´Italia e la Danimarca del primo Novecento." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1009536.

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Анотація:
La tesi dottorale "Poligrafia pittoresca. La scrittura eccentrica di Marie Gamél Holten tra l´Italia e la Danimarca del primo Novecento", rappresenta una ricognizione archivistico-documentaria e storico-letteraria su una figura minore del panorama letterario danese, la poligrafa e italianista Marie Gamél Holten (1855-1943). Autrice di collaborazioni giornalistiche a tematica italiana comparse su quotidiani e riviste danesi a partire dagli anni ’10 del Novecento, Marie Gamél Holten è traduttrice danese di Grazia Deledda, dell’opera di Giovanni Pascoli, come anche delle "Noterelle" di Giuseppe Cesare Abba; nel 1913, ella pubblica a Copenaghen un libro di viaggio in Sardegna, "L’Isola Sconosciuta", frutto di due viaggi storici compiuti nell’Isola. Assidua viaggiatrice in Italia e frequentatrice, anche se marginalmente, delle principali istituzioni culturali dell’epoca tempo, quali la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, il Gabinetto Scientifico Letterario G. P. Vieusseux di Firenze, la Biblioteca Vittorio Emanuele di Roma (futura Biblioteca Nazionale Centrale di Roma), il Circolo Scandinavo a Roma, Marie Gamél Holten si muove dal centro alla periferia italiana e viceversa, gravitando intorno ai principali networks senza divenirne parte integrante, e affiancando nella pratica di viaggio come anche nella scrittura le grandi città ai luoghi minori della geografia e della storia italiana, le cui 'storie' ella restituisce in patria in vari modi e forme. A Copenaghen, ella promuove attivamente la cultura italiana partecipando e organizzando in qualità di bibliotecaria la biblioteca del Comitato Copenaghense della Società Dante Alighieri, cui resta legata fino almeno al 1938. La sua produzione creativa, in particolare quella giornalistica, comprende una molteplicità di forme letterarie brevi, dall’articolo di cronaca allo scritto creativo, dal saggio storico-letterario alla lettera di viaggio: essa, unitamente alle traduzioni che costituiscono il punto di partenza per l’attività letteraria propriamente detta e al libro di viaggio, si configura quale "poligrafia pittoresca", sia nel senso dell’erudizione settecentesca che nella sua capacità di restituire al lettore danese piccole storie sull’Italia minore, frammenti cioè di un viaggio in Italia “parcellizzato” che, sotto la spinta del turismo moderno, diviene innovativo rispetto alle pratiche di viaggio e di scrittura del Grand Tour. La presente Dissertazione consiste in TRE CAPITOLI, ciascuno indirizzato a un suo obiettivo preciso. Dopo una Prefazione, di natura più personale, e un’’Introduzione metodologica, il Capitolo I presenta la ricostruzione della figura storica dell’autrice, semisconosciuta ai primordi della ricerca, frutto di un lavoro di indagine archivistica in senso puro e di recupero, ove possibile, di tracce materiali. Questa operazione di “archeologia letteraria” ha consentito una prima interpretazione nonché una sistematizzazione dei suddetti materiali. Il Capitolo II mira a inquadrare la produzione creativa holteniana all’interno della più ampia rete dei rapporti culturali tra Danimarca e Italia nel primo Novecento, un settore di studio in cui attualmente mancano studi sistematici. L’italianista danese, dunque, diviene ‘occasione’ per uno studio più approfondito di questa complessa rete culturale, la quale ai primordi della Prima Guerra Mondiale si configura quale autentica “civiltà della cortesia”. Accanto a lei, emerge in questa sezione la figura centrale di Johannes Jørgensen, unitamente a numerose silhouettes di editori e personaggi che, se pure di tono minore, giocano un ruolo decisivo nella trasmissione della cultura italiana in Danimarca, sia durante l’età giolittiana che in epoca fascista. Il Capitolo III, attraverso un’analisi filologica della produzione holteniana, mira a restituire alla produzione creativa holteniana nonché alla sua autrice una sua dignità poetica, riconoscendo nella sua poligrafia pittoresca un contributo originale alla storia della cultura tra Danimarca e Italia nei primi anni del Novecento, come anche un originale contributo alla letteratura di viaggio danese sull’Italia: il libro "L’Isola Sconosciuta" è indagato sia dal punto di vista stilistico che nei suoi rapporti con la storia culturale e delle idee, nonché della nascente pratica del turismo, che muta la natura stessa della scrittura odeporica. Dopo alcune brevi Conclusioni, la tesi si conclude con Bibliografia, Indice dei Nomi, Indice dei Luoghi, e due appendici, rispettivamente ASE (Appendice Scritti Esemplari) e AMO (Appendici Materiali Originali): la prima presenta, nella traduzione italiana della Candidata, da intendersi quale postilla traduttiva di valore culturale, non già in quanto traduzione letteraria, alcuni scritti ritenuti esemplari rispetto alla tradizione letteraria danese coeva; la seconda presenta, oltre ai documenti archivistici (realia) reperiti nel corso della prima fase della ricerca, l’intera produzione creativa holteniana nelle scansioni originali, presentati ancora in postille traduttive a firma della Candidata, da intendersi non già quali tradizioni letterarie quanto come modalità per garantire al lettore non danofono l'accesso alla poligrafia pittoresca di Marie Gamél Holten.
The doctoral thesis "Picturesque polygraphy. The eccentric writing of Marie Gamél Holten between Italy and Denmark in the early twentieth century" represents an archival-documentary and historical-literary survey of a minor figure in the Danish literary panorama, the polygrapher and Italianist Marie Gamél Holten (1855-1943). Italian-themed journalistic collaborations author, appearing in Danish newspapers and magazines since the 1910s, Marie Gamél Holten is the Danish translator of Grazia Deledda, of Giovanni Pascoli's work, as well as of Giuseppe Cesare Abba's "Noterelle!; in 1913 in Copenhagen, she published a travel book of Sardinia, "The Unknown Island, as the result of two historical journeys made on the Island. A regular traveler in Italy and a frequent visitor, albeit marginally, to the main cultural institutions of the time, such as the National Central Library of Florence, the GP Vieusseux Scientific Literary Cabinet in Florence, the Vittorio Emanuele Library in Rome (future Central National Library in Rome ), the Scandinavian Circle in Rome, Marie Gamél Holten moves from the center to the Italian suburbs and vice versa, gravitating around the main networks without becoming an integral part of them, and placing the city alongside smaller places of Italian geography and history, whose stories she returns in many ways and forms; as a librarian, in Copenhagen, she actively promotes the Italian culture by participating and organizing the library of the Copenhagen Committee of the Dante Alighieri Society, to which she remains linked until at least 1938. Her creative production, in particular the journalistic one, includes a variety of concise literary forms, from news article to creative writing, from historical-literary essay to travel letters: together with the translations that serve as training for a proper literary activity, and for the travel book, it is configured as a "picturesque polygraphy", both in the sense of the eighteenth-century erudition and in its ability to give back to the Danish reader small stories about minor Italy, fragments of a "parceled" trip to Italy, that becomes innovative with respect to the practices of the Grand Tour, under the pressure of modern tourism. This dissertation consists of three chapters, each addressed to a specific goal. After a more personal preface, and a methodological introduction, chapter I presents the reconstruction of the historical figure of the author, semi-unknown at the beginning of the research, the result of a detailed work of archival investigation and the recovery of material traces, where possible. This "literary archeology" operation allowed a first interpretation as well as a systematization of the aforementioned materials. Chapter II aims to frame Holten's creative production within the wider network between Denmark and Italy’s cultural relationships in the early twentieth century, a field in which systematic studies are currently lacking. Therefore, the Danish Italianist, becomes an 'opportunity' for a more in-depth study of this complex cultural network, which was configured as an authentic "civilization of courtesy” at the beginning of the First World War. Alongside her, in this section emerges the central figure of Johannes Jørgensen, next to a myriad of silhouettes of publishers and minor characters who nevertheless play a crucial role in the transmission of Italian culture in Denmark, both during the Giolittian age and in the fascist era. Chapter III, through a philological analysis of the Holtenian production, aims to restore to Holten's creative production a poetic dignity, as well as to its author, recognizing in the pictorial polygraphy an original contribution to the history of culture between Denmark and Italy in the early twentieth century, and also to the Danish travel literature on Italy: "The Unknown Island" is investigated both from a stylistic point of view and in its relations with cultural history and ideas, as well as the rising practice of tourism, which changes the very nature of odeporic writing . After a few brief conclusions, the thesis ends with Bibliography, Index of Names, Index of Places, and two appendices, respectively ASE (Exemplary Writings Appendix) and AMO (Original Materials Appendix): the first one presents, in the Italian translation of the candidate, some writings considered exemplary with respect to the contemporary Danish literary tradition; the second one shows, in addition to the archival documents (realia) found during the early stages of the research, the entire Holtenian creative production in the original scans and in the Italian translation of the candidate: this is not a literary but cultural translation, and translation should be intended to guarantee to the no-danish speaker a general understanding of the Holtenian polygraphy.
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Bonisiol, Federica <1992&gt. "Immigrazione italiana nel Sud Ovest francese. Storia, famiglie, cultura." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10100.

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Анотація:
In seguito all'esposizione in termini storici del fenomeno dell'immigrazione italiana che a partire dagli anni '20 del Novecento si è indirizzata verso le campagne del Sud Ovest francese, concentrerò l'attenzione sul caso di una famiglia trevigiana spostatasi in Francia nel 1924. Ripercorrerò le principali vicende della storia familiare degli Stigliani cercando di indagare le modalità con cui i discendenti si relazionano con i concetti di identità, appartenenza culturale, ecc. Infine, la terza parte del mio lavoro sarà dedicata ad una ricerca sulle iniziative culturali ed associative che nella zona del Tolosano si propongono come promotrici e mediatrici della cultura italiana.
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Berisso, Marco. "La raccolta dei poeti perugini del Vat. Barberiniano Lat. 4036 storia della tradizione e cultura poetica di una scuola trecentesca /." Firenze : L.S. Olschki, 2000. http://catalog.hathitrust.org/api/volumes/oclc/44135461.html.

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8

Carrera, A. "PIETRO TAMBURINI «GIURISTA». PER UNA STORIA DELLA CULTURA GIURIDICA GIANSENISTA ITALIANA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/253821.

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Анотація:
La ricerca presenta ed approfondisce il pensiero dell’abate giansenista Pietro Tamburini (Brescia 1737- Pavia 1827), figura fino ad oggi poco analizzata secondo una specifica prospettiva storico- giuridica nonostante il ruolo ricoperto da Tamburini come docente di diritto all’Università di Pavia e l’importanza delle sue opere nel dibattito etico- giuridico a cavaliere tra XVIII e XIX secolo. Attraverso lo studio delle sue numerose opere a stampa ed il vaglio di fonti archivistiche manoscritte -in parte inedite- si propone al lettore una analisi bifocale: da una parte, la riflessione giurisdizionalista e, dall’altra, quella giusnaturalistica. Sotto il primo versante si analizzano i temi della tolleranza ecclesiastica e civile in materia religiosa e della configurazione contrattuale civilistica del matrimonio in diretto parallelismo alla politica anticurialistica posta in essere nella seconda metà del Settecento dall’imperatore asburgico Giuseppe II. Sotto il secondo versante si pone attenzione allo studio del rapporto tra «stato di natura» e «stato sociale» alla base della rilettura dei concetti di «contratto sociale» e di sovranità. Vengono inoltre approfonditi i diritti e doveri naturali dell’uomo, la proprietà personale e reale, il diritto alla eguaglianza sino alla disamina delle obbligazioni di natura convenzionale da cui emerge una profonda influenza del giurista giansenista francese Jean Domat.
The research presents and deals with the thought development of the jansenist abbot Pietro Tamburini (Brescia 1737- Pavia 1827), a figure has to date been scarcely studied from a historical- juridical perspective notwithstanding the role played by Tamburini as lecturer of law at the University of Pavia and the importance of his works on the ethical-juridical debate between the XVIII and XIX century. From a study of his numerous printed works and analysis of manuscript sources – partly unpublished – we propose to the reader a bifocal analysis: on the one part jurisdictionalist reflection and on the other from a natural law perspective. On the first part we will study the theme of ecclesiastical and civil tolerance in religion and the civilistic configuration of marriage as a direct parallel to anticurialist politics introduced in the second half of the Eighteenth century by the Hapsburg emperor Joseph II. On the second part attention is given to the study of the relationship between the “natural state” and the “social state” on the basis of reinterpretation of the concepts of “social contract” and sovereignty. In depth study will also be made of natural rights and duties of man, personal and real property, equality rights and conventional obligations, profoundly influenced by the jansenist French jurist Jean Domat.
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BERTOCCO, MATTIA ALBERTO. "DIESEL: JEANS, COMUNICAZIONE E CULTURA. STORIA DI UN¿IMPRESA ITALIANA GLOBALE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/845092.

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Анотація:
Un vestito, che sia quello più sofisticato o il più semplice, racchiude al suo interno una serie di elementi che lo mettono in comunicazione e in dialogo con la società, la cultura e il contesto di appartenenza. Ogni vestito è portatore di una storia sia nelle sue evoluzioni sia nelle sue rivoluzioni, divenendo non solo un indumento funzionale per coprire il proprio corpo, ma un atto di comunicazione non verbale a molteplici livelli. Ci sono abiti che hanno segnato momenti della storia del costume, dalla minigonna alla cravatta, e tra questi un ruolo fondamentale hanno avuto i jeans che racchiudono al loro interno molteplici valori interpretativi e rappresentano un capo la cui definizione e i cui confini sono in costante espansione. In Italia, a partire dal secondo dopoguerra, andò a svilupparsi e a maturare una nuova importante industria legata al mondo dell’abbigliamento. Tra queste realtà iniziarono ad affermarsi i primi produttori di jeans italiani che si succedettero nella rincorsa alla crescente domanda del pubblico giovanile. Nel 1978, in un mercato quasi saturo, nacque Diesel che divenne in un breve lasso di tempo una impresa di successo globale. Diesel incarna una storia di successo italiano che ha saputo affermarsi attraverso una personale reinterpretazione del contesto moda e culturale. In particolar modo ha saputo dar voce alla singolarità, alla capacità del singolo contro la massa, alla volontà di contraddistinguersi per essere fedeli a sé stessi riprendendo in questa celebrazione dell’individuo le metodologie e gli approcci dei movimenti giovanili e dell’antimoda. Diesel ha raccontato tutto ciò tramite una ricca comunicazione che ha portato l’azienda a sancire una nuova metodologia comunicativa basata su un ampio storytelling fondato sulla medesima celebrazione dell’individuo. Ripercorrere la storia di Diesel vuol dire, infatti, dare una interpretazione culturale e creare dei collegamenti tra la comunicazione e gli elementi provenienti dalla fotografia, dall’economia e dalla storia d’impresa. Il presente lavoro di ricerca, basato su fonti primarie provenienti per la prima volta dagli archivi dell’azienda, ha la finalità di ripercorrere e ricostruire la storia della società attraverso una interpretazione della comunicazione caratterizzata da un costante aggiornamento delle metodologie e della narrazione. Nel tracciarne l’evoluzione comunicativa si sono presi in esame anche le implicazioni societarie da un lato, economiche dall’altro per comprendere quel fenomeno che è andato a crearsi attorno alla realtà di Diesel. Elementi economici, mutamenti aziendali, trasformazioni imprenditoriali, che insieme alle scelte comunicative, hanno reso Diesel un’azienda di riferimento globale.
A piece of clothing, either very sophisticated or simple, has got a series of elements that dialogue with society, culture and the world it belongs to. Any piece of clothing tells a story about its evolutions and revolutions, which means that it is never only a piece of clothing made to cover a body, but a multiple level nonverbal act. Some clothes marked particular moments of the history of costume, from the miniskirt to the tie, and among these jeans played a fundamental role. Jeans, in fact, show many interpretative meanings and represent a piece of clothing which is still being self-defining. In Italy, from the second afterwar, a new important industry related to fashion developed. Among these producers there were the first jeans makers that followed one another trying to meet the rising demand of the young. In 1978 in a market practically full, Diesel was born, destined to become, in a short term, a globally successful company. Diesel represents an Italian success story, it was able to assert itself by revisiting fashion and culture. Particularly it gave space to singularity, to the individual’s capacity which stands out, to the will of being faithful to oneselves, thus following and celebrating methodologies and approaches of the young movements and anti-fashion. Diesel told all this through a rich communication which led the company to start a new communication methodology based on a vast storytelling focused on the individual celebration. Retracing Diesel history means, in fact, giving a cultural interpretation and creating relations between communication and some elements coming from photography, economics and company history. The present research, based on original sources coming for the first time from the company archives, has the aim to retrace and rebuild the society history through an interpretation of the communication characterized by a constant updating of the methodologies and storytelling. As we traced the communication evolution, we took into account on one hand the company implications, and on the other hand the economic ones in order to understand the Diesel case. Economic situations, company changes, business changes, which together with the communication choices, have made Diesel a global company.
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Garofalo, Damiano. "La televisione del «miracolo»: consumi culturali e cultura popolare in Italia (1954-1969)." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3424081.

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Анотація:
The main purpose of this thesis is to trace a «history of italian TV audiences», conceived on readers’ and users’ perspectives, investigating cultural consumption of Italian working classes during the so called «miracolo economico». Historical studies on Italian television have always focused on broadcasting rather than receivers. Analyzing a wide range of statistical, oral and autobiographical sources (letters, diaries, memories), the thesis tries to capture the voice of the Italian working classes and hence to understand the change that collective identities and societies went through during the «miracolo economico». No other cultural product was shaped by, and at the same time and for, popular Italian culture as TV programs did, determining collective and social behavior. Therefore, my thesis aims to display the organizing procedures of the working audiences: to catch the role played by TV in popular classes' everyday life.
L'obiettivo di questa tesi è definire una storia del pubblico televisivo italiano incentrata direttamente sui consumatori. La storiografia italiana, infatti, si è generalmente concentrata nel raccontare una storia dell'emittente più che dei riceventi. Per questo, l'oggetto primario di questo studio è il consumo culturale e televisivo delle classi popolari durante il cosiddetto «miracolo economico». Analizzando una serie di fonti statistiche, orali e autobiografiche, la tesi tenterà di descrivere i cambiamenti sociali e identitari di un epoca di grandi mutamenti, utilizzando direttamente la voce delle classi popolari. Se la televisione italiana si è sviluppata proprio a partire dal pubblico, prendendone direttamente la forma e andando a definire, così, una serie di comportamenti e mentalità che potremmo definire «popolari», l'obiettivo è quello di individuare il ruolo assunto dall'ascolto televisivo all'interno del tempo libero.
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FERRARINI, FABIO. "ITALIANI E TEDESCHI ALLA CONQUISTA CULTURALE DEL 'GRANDE NORD' (1922-1945)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/733695.

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The interest on fascism in Scandinavia and Finland is due to the importance that Nazism gave to the ‘nordic race’, its mythology and its cultural heritage. Fascism did not become very popular in the Nordic countries and it did not achieve power anywhere (the only exception was the case of Vidkun Quisling). This study, focused on Italian and German cultural propaganda in the Nordic countries, could show us that fascism was a global and transnational doctrine with diverse reformulations or ramifications. Therefore, this research could also be useful to the analysis of Mussolini’s struggle against Nazi political and cultural influence in the Nordic area. Organisations and associations like the Società Dante Alighieri (Dante Alighieri Society) and the Nordische Gesellschaft (Nordic Society), embodied the cultural comparison between the trope of Rome and the Germanic Weltanschauung. Moreover, the matter of race broke the network of the European right-wing groups and brought the failure of the ‘Fascist International’ dream. Consequently, the contradiction between the Latin and the Nordic interpretations of the world, made the Italo-German alliance fragile and inefficient.
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Lucaroni, Giorgio. "ARCHITETTURE E LINGUAGGI DI STORIA Fascismo, storicità e cultura architettonica italiana tra le due guerre: 1919-1936." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3427286.

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Анотація:
During its twenty-year existence, Italian Fascism never ceased to relate to the structures of historical time, producing an immense amount of narratives, concepts and representations aimed at tracing the past, present and future boundaries of the Mussolini's "revolution" and, with it, of the nascent Fascist era. Participating in this continuous construction and historical reconstruction was also a large part of Italian architectural culture, attracted by the promises of the regime and gradually set as one of the most important intellectual ramifications of it. Not only through simple constructive practice but also through magazines, projects, debates, institutions and exhibitions, architectural culture was able to acknowledge and disseminate the historical imaginations of the Fascist era, contributing, even in its extreme conflict, to their structuring. The seminal objective of the present work is then to propose an unprecedented reading of this twenty-year historical tension, analyzing these narrations and representations as parts of a wider regime of historicity, both eclectic and paradoxical. In pursuing this goal, the Italian architectural field will then be exploited as a guide, a privileged angle of view through which to circumscribe the research field and reconstruct, as far as possible, the origins and evolutions of this complex and undeniably decisive historical period.
Nel corso della sua ventennale esistenza, il fascismo italiano non smise mai di rapportarsi con le strutture del tempo storico, producendo un’immensa quantità di narrazioni, concetti e rappresentazioni finalizzate a tracciare i confini passati, presenti e futuri della “rivoluzione” mussoliniana e, con essa, della nascente Era fascista. Partecipe di tale continua costruzione e ricostruzione storica fu anche gran parte della cultura architettonica italiana, attratta fin dai primissimi anni Venti dalle promesse del regime e gradualmente impostasi come una delle più importanti ramificazioni intellettuali del ventennio. Non solo per tramite della semplice pratica costruttiva ma anche attraverso riviste, progetti, dibattiti, istituzioni e manifestazioni espositive, essa fu in grado di recepire e diffondere gli immaginari storici dell’Era fascista contribuendo, pur nella sua estrema conflittualità, alla loro strutturazione. Obiettivo seminale del presente lavoro è allora di proporre una inedita lettura di questa ventennale tensione storica, analizzando tali narrazioni e rappresentazioni come parti di un più ampio regime di storicità al contempo eclettico e paradossale, inserito nella storia novecentesca eppure non privo di essenziali specificità. Nel perseguire questo fine, il campo architettonico italiano sarà allora sfruttato come guida, strumento e angolo di visuale privilegiato attraverso cui circoscrivere il terreno di ricerca e ricostruire, per quanto possibile, origini ed evoluzioni di tale complessa e innegabilmente decisiva vicenda storica.
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Giovannelli, Barbara <1960&gt. "Italiano neutro : cultura e scuola tra norma e realtà." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1167.

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Анотація:
Ho condotto il mio studio alla ricerca dell’”Italiano neutro”, di quella lingua unitaria, nazionale, standardizzata, modello alle realizzazioni regionali e individuali. Il percorso è stato di tipo storico: dall’unità d’Italia ai giorni nostri ho rintracciato le più significative tappe di questo dibattito culturale (componente imprescindibile della questione della lingua) in relazione ai programmi scolastici, tra teorie e inadempienze. La prima parte dello studio è stata incentrata sulla dicotomia lingua comune-dialetti, mentre la seconda e più recente trattazione ha visto contrapposte le due realtà dell’italiano neutro e degl’italiani regionali. Il dibattito culturale ha dimostrato un interesse sempre desto nei confronti d’un modello linguistico per la lingua parlata, tracciando una storia “geometrica” dal “punto” fiorentino, all’”asse Roma-Firenze”, passando per il “triangolo” settentrionale, fino alle recenti teorie del “centro geofonico”. Nella scuola ho rintracciato una serie d’opportunità mancate riguardo a un’efficace politica linguistica strutturata sulla dimensione parlata e non piuttosto sulla lingua scritta e grammaticale.
I have done my paper in quest of “neutral Italian”, that national, standard, unitary language which is a model for all regional and individual variations. I have dealt with the topic historically : I have singled out the most meaningful stages of this cultural debate (an essential component of the matter of the Italian language) examining school curricula, theories and lack of implementation. The first part of my paper focuses on the dichotomy between plain language and dialect while the second part deals with the contrasting realities of “neutral Italian” and “regional Italians” The cultural debate has shown the existence of continuing interest in a linguistic model for the spoken language tracing a sort of “geometrical” history of the language, going from the Florentine hub, to the “ Florence-Rome axis” and then to the “ northern triangle” finally to get to the most recent theories about the “geophonic centre”. As regards the school world I have detected the lack of an efficacious, structured linguistic policy on the spoken language other than on the written and the grammatical one.
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LAVISTA, FABIO DARIO. "Innovazione e persistenze nelle pratiche e nella cultura manageriale italiana tra ricostruzione e miracolo economico." Doctoral thesis, Università Bocconi, 2004. http://hdl.handle.net/11565/4050967.

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Fu, Yaliang <1994&gt. "L’analisi delle relazioni sino-italiane dalla prospettiva degli scambi culturali: una storia di mercanti, missionari religiosi e letterati." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13972.

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Анотація:
La storia della Cina è in genere interpretata come un rapporto dialettico con le popolazioni straniere . La presente tesi cercherà di analizzare le relazioni sino-italiane basandoci su tale interpretazione; Al di là dei mercanti, i missionari italiani svolsero un ruolo fondamentale di mediazione culturale nei rapporti sino-italiani prima del XX secolo. Alla luce dell’analisi dell’ultimo capitolo, l'autore cercherà ad analizzare la stretta relazione triangolare mutua-promozionale sino-italiana in ambito di scambio culturale, didattica della lingua italiana in Cina, e traduzione di opere italiane e scritti missionari in cinese e in latino
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Gambino, Antonio <1981&gt. "Italia e Francia nell'Ungheria di Trianon (1919-1939): due modelli di penetrazione politico-culturale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3938/1/gambino_antonio_tesi.pdf.

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Анотація:
Italy and France in Trianon’s Hungary: two political and cultural penetration models During the first post-war, the Danubian Europe was the theatre of an Italian-French diplomatic challenge to gain hegemony in that part of the continent. Because of his geographical position, Hungary had a decisive strategic importance for the ambitions of French and Italian foreign politics. Since in the 1920s culture and propaganda became the fourth dimension of international relations, Rome and Paris developed their diplomatic action in Hungary to affirm not only political and economic influence, but also cultural supremacy. In the 1930, after Hitler’s rise to power, the unstoppable comeback of German political influence in central-eastern Europe determined the progressive decline of Italian and French political and economic positions in Hungary: only the cultural field allowed a survey of Italian-Hungarian and French-Hungarian relations in the contest of a Europe dominated by Nazi Germany during the Second World War. Nevertheless, the radical geopolitical changes in second post-war Europe did not compromise Italian and French cultural presence in the new communist Hungary. Although cultural diplomacy is originally motivated by contingent political targets, it doesn’t respect the short time of politics, but it’s the only foreign politics tool that guarantees preservations of bilateral relations in the long run.
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Gambino, Antonio <1981&gt. "Italia e Francia nell'Ungheria di Trianon (1919-1939): due modelli di penetrazione politico-culturale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3938/.

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Анотація:
Italy and France in Trianon’s Hungary: two political and cultural penetration models During the first post-war, the Danubian Europe was the theatre of an Italian-French diplomatic challenge to gain hegemony in that part of the continent. Because of his geographical position, Hungary had a decisive strategic importance for the ambitions of French and Italian foreign politics. Since in the 1920s culture and propaganda became the fourth dimension of international relations, Rome and Paris developed their diplomatic action in Hungary to affirm not only political and economic influence, but also cultural supremacy. In the 1930, after Hitler’s rise to power, the unstoppable comeback of German political influence in central-eastern Europe determined the progressive decline of Italian and French political and economic positions in Hungary: only the cultural field allowed a survey of Italian-Hungarian and French-Hungarian relations in the contest of a Europe dominated by Nazi Germany during the Second World War. Nevertheless, the radical geopolitical changes in second post-war Europe did not compromise Italian and French cultural presence in the new communist Hungary. Although cultural diplomacy is originally motivated by contingent political targets, it doesn’t respect the short time of politics, but it’s the only foreign politics tool that guarantees preservations of bilateral relations in the long run.
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PENATI, CECILIA. "Il focolare elettronico. Una storia culturale dell'ingresso della televisione nello spazio domestico (1954-1960)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1100.

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Анотація:
Obiettivo della tesi è stato quello di ricostruire una storia culturale della televisione italiana delle origini, concentrandosi sui percorsi attraverso i quali il medium è diventato parte integrante delle routine quotidiane del suo primo pubblico, cercando di dare senso a come la prima audience del piccolo schermo abbia sperimentato l’arrivo della televisione nello spazio della casa, nel corso degli anni di istituzionalizzazione del medium in Italia (1954-1960). Dopo una ricognizione della letteratura scientifica sul tema della domestication dei mezzi di comunicazione, della biografia culturale degli oggetti tecnici e dell’analisi storica delle “culture di visione” della tv, la seconda sezione della tesi prende in esame come il sistema dei media popolari (il discorso pubblicitario, il dibattito pubblico sulla stampa popolare, i paratesti aziendali della Rai) abbia attribuito significati alla televisione, "insegnando" al suo primo pubblico come collocarla nello spazio della casa. La terza sezione della tesi è dedicata a una ricostruzione storica del primo consumo televisivo domestico, svolta attraverso una ricerca etnografica condotta con venti interviste a testimoni che hanno vissuto in prima persona la prima diffusione dei ricevitori e la loro prima collocazione nello spazio della casa.
This dissertation is aimed to outline a cultural history of early Italian television, focusing on the pattern by which TV became part of its first audience’s daily routines, and trying to give sense of how the first public of the small screen experienced the arrival of the television in the space of their homes, in the years of institutionalisation of the new medium (1954-1960). After an overview of the scientific literature that has dealt with the topic of “media domestication”, cultural biography of technical objects, and historical analysis of television’s culture of viewing, the second section of the thesis examines how the system of popular media (mainly advertising, popular press, and broadcaster’s house organs) ascribed meanings to television as a domestic medium and advised its public how to use it. A third section of the dissertation is devoted to understanding the television viewing and consumption in historical perspective, through a ethnographic research developed with twenty in-depth interviews to witnesses that participated directly in the first diffusion and domestication of the TV sets in Italy.
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PENATI, CECILIA. "Il focolare elettronico. Una storia culturale dell'ingresso della televisione nello spazio domestico (1954-1960)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1100.

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Obiettivo della tesi è stato quello di ricostruire una storia culturale della televisione italiana delle origini, concentrandosi sui percorsi attraverso i quali il medium è diventato parte integrante delle routine quotidiane del suo primo pubblico, cercando di dare senso a come la prima audience del piccolo schermo abbia sperimentato l’arrivo della televisione nello spazio della casa, nel corso degli anni di istituzionalizzazione del medium in Italia (1954-1960). Dopo una ricognizione della letteratura scientifica sul tema della domestication dei mezzi di comunicazione, della biografia culturale degli oggetti tecnici e dell’analisi storica delle “culture di visione” della tv, la seconda sezione della tesi prende in esame come il sistema dei media popolari (il discorso pubblicitario, il dibattito pubblico sulla stampa popolare, i paratesti aziendali della Rai) abbia attribuito significati alla televisione, "insegnando" al suo primo pubblico come collocarla nello spazio della casa. La terza sezione della tesi è dedicata a una ricostruzione storica del primo consumo televisivo domestico, svolta attraverso una ricerca etnografica condotta con venti interviste a testimoni che hanno vissuto in prima persona la prima diffusione dei ricevitori e la loro prima collocazione nello spazio della casa.
This dissertation is aimed to outline a cultural history of early Italian television, focusing on the pattern by which TV became part of its first audience’s daily routines, and trying to give sense of how the first public of the small screen experienced the arrival of the television in the space of their homes, in the years of institutionalisation of the new medium (1954-1960). After an overview of the scientific literature that has dealt with the topic of “media domestication”, cultural biography of technical objects, and historical analysis of television’s culture of viewing, the second section of the thesis examines how the system of popular media (mainly advertising, popular press, and broadcaster’s house organs) ascribed meanings to television as a domestic medium and advised its public how to use it. A third section of the dissertation is devoted to understanding the television viewing and consumption in historical perspective, through a ethnographic research developed with twenty in-depth interviews to witnesses that participated directly in the first diffusion and domestication of the TV sets in Italy.
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Radwan, Ahmed Abdelbaset Abdelaziz <1987&gt. "Saladino vs Salāḥ al-Dīn: la figura storica e letteraria nell'Occidente medievale e nella cultura arabo-islamica". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14584.

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Анотація:
Saladino (Salāḥ al-Dīn nel mondo arabo-islamico) è il re che, dopo aver riunito il Medio Oriente islamico, riuscì a liberare (riconquistare, secondo l'Occidente cristiano) Gerusalemme, la città sacra a tre religioni. La reazione a tale impresa fu la terza crociata, guidata da diversi sovrani, fra i quali Riccardo Cuor di Leone. Alla figura storica del Saladino si sovrappose ben presto una figura letteraria dello stesso sovrano, caratterizzata da aspetti assai dissimili fra loro a seconda che a narrare le gesta del Saladino fosse un testo occidentale oppure uno di ambito arabo-islamico. Nella presente tesi si cerca di dare conto della figura letteraria del Saladino secondo tali differenti prospettive, con particolare attenzione per i testi medievali occidentali e per quelli arabo-islamici entro il secolo XVI.
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NICOLI, MARINA. "Non arte ma scarpe: il cinema italiano tra economia e cultura nel primo Novecento." Doctoral thesis, Università Bocconi, 2009. https://hdl.handle.net/11565/4053890.

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Ravecca, A. "ESPERIENZE DI DI GIOVANI IMMIGRATI NELL'UNIVERSITÀ ITALIANA - STORIE IN TENSIONE FRA MOBILITÀ E MARGINALITÀ." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/230962.

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Анотація:
Nowadays disparities in educational opportunities are among the most pervasive challenges across Western societies. Educational setbacks perpetuate broader inequalities in later stages of life. This happens particularly for the socioeconomically disadvantaged and for children with an immigrant background. This thesis focuses on the latter and on their experience in higher education system of a specific national setting, Italy. Forty interviews have been administered to migrant origin studies. Their narratives have been analyzed and red through the lens of international literature on the topic. Three ilealtipic groups have been built gathering students with common experiences and orientations in the Italian University system.
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CELLINI, JACOPO. "Universalism and liberation : Italian catholic culture and the idea of international community (1963-1978)." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2015. http://hdl.handle.net/11384/109629.

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Pane, Caroline. "Francia Italia in mostra : les expositions comme observatoires des relations franco-italiennes dans la construction d’une diplomatie culturelle européenne après la Seconde Guerre mondiale." Thesis, Aix-Marseille, 2016. http://www.theses.fr/2016AIXM3092/document.

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Анотація:
S’inscrivant dans le courant historiographique de l’histoire culturelle des relations internationales, cette thèse interroge le rôle des échanges artistiques dans les relations diplomatiques franco-italiennes, du lendemain de la Seconde Guerre mondiale à la construction européenne. L’analyse des expositions réalisées par les services culturels des Affaires étrangères français et italien, respectivement en Italie et en France, met en évidence les rapports de force et les clés du rapprochement franco-italien après 1945. La reconstruction des identités nationales, leurs représentations et leurs circulations de part et d’autre des Alpes, sont ici interrogées au regard de l’élaboration d’une nouvelle forme de diplomatie culturelle dans l’Europe de la Guerre froide. Nous nous attachons, d’abord, à reconstruire l’héritage des politiques culturelles de l’entre-deux-guerres ainsi que la transformation des institutions, et des discours, de l’avant à l’après-guerre. Puis nous détaillons les expositions « militantes », objets de tensions et de forts enjeux géopolitiques sur la scène internationale de 1944 à 1948. Enfin, nous analysons pendant les années 1950 l’émergence de modèles récurrents et des typologies d’expositions qui répondent au besoin d’équilibre diplomatique poursuivi par les gouvernements français et italien dans la formation de l’Europe culturelle après 1945
As part of the current historiography of the cultural studies of international relationships, this thesis questions the role of artistic exchanges in Franco-Italian diplomatic relations, from the aftermath of World War II to the beginnings of European construction. The analysis of exhibitions held by the Cultural Services of the French and Italian Ministries of Foreign Affairs, respectively in Italy and France, highlights the balance of power and the keys to the Franco-Italian reconciliation after 1945. The reconstruction of national identities, their representations and their circulations in both sides of the Alps are questioned in the particular context of the Cold War leading to the rise of a new form of European cultural diplomacy. We focus, firstly, on the modalities of institutional and ideological transition before and after World War II, introducing elements of interruptions and continuities. We then analyze the "militant" exhibitions, main focus of tensions and strong geopolitical issues in the international stage. Finally, we show the emergence of recurring patterns and exhibition typologies which address the need for diplomatic balance pursued by the French and Italian governments in the formation of cultural Europe after 1945
Questa tesi si inserisce nel quadro storiografico della Storia culturale delle relazioni internazionali e interroga piùspecificatamente il ruolo degli scambi artistici nelle relazioni diplomatiche italo-francesi, dalla fine della Seconda Guerramondiale agli esordi della costruzione europea. L’analisi delle mostre realizzate dai servizi culturali dei ministeri degli AffariEsteri francese e italiano, rispettivamente in Italia e in Francia, mette in evidenza i giochi di potere e le chiavi dellariconciliazione italo-francese dopo il 1945. La ricostruzione delle identità nazionali, le loro rappresentazioni e le circolazionida una parte all’altra delle Alpi sono qui interrogate in funzione dell’elaborazione di una nuova forma di diplomazia culturalenell’Europa della Guerra fredda. Ci siamo prima impegnati a ricostruire la transizione istituzionale e ideologica dal periodofra le due guerre all’indomani del 1945, mostrandone i punti di rottura e di continuità. Poi, abbiamo esaminato le mostre“militanti”, oggetti di tensioni dai forti accenti geopolitici nello scenario internazionale dal 1944 al 1948. Infine, abbiamoanalizzato il sorgere di modelli ripetitivi e delle tipologie di mostre che rispondono al bisogno di equilibrio diplomaticoperseguito dai governi francese e italiano nell’ambito della formazione di un’Europa culturale dopo il 1945
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Guerra, Nicola [Verfasser]. "I volontari italiani nelle Waffen-SS : I pensiero politico, la formazione culturale e le motivazioni al volontariato. Una storia orale / Nicola Guerra." München : GRIN Verlag, 2019. http://d-nb.info/1201093228/34.

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Valerio, Paolo <1997&gt. "Historical and cultural evolution of marketing and advertising, with a look to Italian society and its modernization through controversial campaigns." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20297.

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Анотація:
The following thesis has the purpose to expose the historical and cultural evolution that interested marketing and advertising disciplines in the post-modern society. The thesis opens with a brief introduction, over the evolution of the global perception of marketing during the last century. In particular, the essay outlines how the introduction of advertising has firstly made its appearance and then, has evolved in the Italian context. Through the analysis and the comparison of various ads on means of communication like television, radio, billboards, posters on the streets and internet issued on different epochs, the essay assumes to investigate how the Italian society and its perception towards advertising has changed through the decades. An important attention has been given to the post-World-War II period and to the following process of Americanization experienced in Italy. The Americanization process meant for the Italian society a real change, or an evolution, from a peasant to a welfare society. Subsequently, the final part of the thesis is focused on giving a wider attention to controversial advertising, which is a communication method adopted by several business companies, nowadays in Italy and all over the world, in order to boost the impact generated by the ads over the users. Indeed, companies foster customers' attention to the brand or products generally violating moral, social or religious norms socially shared. In the last century, this tendency to excess in publicity contributed to give a jolt to the Italian culture which had always been controlled and influenced by moral stereotypes, taboos and values mostly set by the Catholic Church and the Italian public authorities. Eventually, the last part of the thesis is dedicated to give some useful examples of controversial marketing through the analysis of the most iconic campaigns. These campaigns helps the thesis project and researches made in the previous chapters to better understand the impact got over the Italian population during the long process of modernisation, and above all, how the controversial marketing campaigns helped to change the Italians’ mind-set anchored to the traditional patterns for too long.
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Badialetti, Enrico. "Le mutazioni della città storica. Uno spazio per la cultura contemporanea a Firenze." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13457/.

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Анотація:
L’intervento elaborato costituisce il tentativo di inserire un’architettura che sappia declinare il concetto di contemporaneità della città storica all’interno del centro storico “cristallizzato” fiorentino. Eretta sulle manifestazioni più recenti della città e basata sul suo nuovo essere, si lega così ai mutamenti evidenti che la globalizzazione e la cultura di massa hanno apportato sulle città italiane. Si tratta di un esercizio compositivo, una ricerca personale volta a comprendere il metodo con cui approcciare queste dinamiche che inevitabilmente hanno interessato e sempre di più interesseranno questi ambiti. Nell’approcciare la città storica con il fine di redigere un progetto di architettura, è dunque possibile procedere in due direzioni: la prima può avere come scopo il contenimento e la correzione di queste derive mercificatrici della storia e della cultura di un luogo. La seconda, ed è il metodo adottato in questa sede, si prefigge l’accettazione a-valutativa delle dinamiche più recenti e ne indaga le possibili espressioni progettuali.
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Andretta, Maria Giulia <1989&gt. "La conquista della Luna. La storia, le eredita e la ricaduta culturale dell'allunaggio: analisi del fenomeno mediatico italiano come esempio di pop science." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/8744/1/Andretta_MariaGiulia_Tesi.pdf.

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Анотація:
Nel 2019 si celebra il 50° anniversario dell’allunaggio e questa ricerca vuole analizzare come la conquista della Luna non sia stata solo un traguardo tecnico e scientifico, ma anche un evento di rilevante portata storica e culturale. La scelta di questa ricorrenza è stata strategica e mirata ad un’attualizzazione e contestualizzazione di questo tema attraverso diversi ambiti. Il lavoro parte dalla fascinazione letteraria e cinematografica e approda, attraverso il genere fantascientifico, ai così detti ‘Anni della Luna’. La trattazione procede con l’analisi della storia del viaggio verso il satellite a partire dalle ceneri della missilistica di guerra e si concentra sui processi decisionali, propagandistici e soprattutto sullo slancio tecnologico che hanno permesso al programma Apollo di raggiungere uno dei traguardi più ambiziosi della storia dell’umanità. Nell’intento di documentare come lo sbarco dell’uomo sulla Luna sia stato un evento mediatico senza precedenti, sono stati presi in esame gli articoli pubblicati sui due quotidiani più diffusi e i due principali settimanali italiani nel biennio 1968-1970. Questi, insieme a una serie di interviste realizzate a professionisti che lavorarono alle dirette e alle trasmissioni, o che se ne occuparono negli anni successivi, ha permesso di verificare come la stampa e la televisione si approcciarono all’evento. La nuova necessità di informazione e documentazione ha gettato, proprio allora, le basi della comunicazione scientifica e ha dato vita alla prima generazione di giornalisti scientifici e divulgatori. Questa analisi è stata un ulteriore campione per confermare la ‘dimensione popolare’ di questo evento, in quanto l’interesse e la quantità di fascinazioni che hanno alimentato l’immaginario collettivo, configureranno un vero e proprio caso di pop science. Tra le eredità degli anni d’oro della space age, sono stati ricordati i brevetti, l’inizio delle collaborazioni internazionali, ma anche il caso mediatico del complotto lunare e le nuove frontiere dell’esplorazione spaziale.
In 2019 we celebrate the 50th anniversary of the Moon landing and this research aims to analyse how the conquest of the satellite has been a technical and scientific goal and has had a great historical and cultural relevance. The choice of this event has been strategic for an actualization and contextualization of this theme through different areas. This work originates from the literary and cinematographic fascination and spreads, through the science fiction genre, to the so-called ‘Moon Years'. The discussion proceeds with the analysis of the history of the conquest starting from the ashes of the war and it focuses on decision-making, on propaganda and on the technological push that allowed the Apollo program to achieve one of the most ambitious goals in the history of humanity. In order to document the media event, we have examined the articles published on the two top newspapers in the world and the two main Italian weekly magazines from 1968 to 1970. This documentation, together with a series of interviews conducted with professionals who worked on these themes, allowed to verify how the press and television approached the missions. The new need for information and documentation has laid the foundations for scientific communication and created the first generation of scientific journalists. The interest and the curiosity that the event has aroused in collective imagination confirm the 'popular dimension' of the Moon landing. That is why it can be considered as a case of pop science. Among all the legacies of the golden years of space age, we have also mentioned the patents, the beginning of international collaborations, along with the spread of the Moon landing conspiracy theories and the new frontiers of space exploration.
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Franco, Daniele <1980&gt. "Dalla Francia all'Italia: impegno politico, inchiesta e transfers culturali alle origini della sociologia del lavoro in Italia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1470/1/DANIELEFRANCO.pdf.

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Sociology of work in Italy revived at the end of WWII, after thirty years of forced oblivion. This thesis examines the history of discipline by considering three paths that it followed from its revival up to its institutionalization: the influence of the productivity drive, the role of trade unions and the activity of early young researchers. European Productivity Agency's Italian office Comitato Nazionale per la Produttività propagandised studies on management and on the effects of the industrialization on work and society. Academicians, technicians, psychologists who worked for CNP started rethinking sociology of work, but the managerial use of sociology was unacceptable for both trade unions and young researchers. So “free union” CISL created a School in Florence with an eager attention to social sciences as a medium to become a new model union, while Marxist CGIL, despite its ideological aversion to sociology, finally accepted the social sciences lexicon in order to explain the work changes and to resist against the employers' association offensive. On the other hand, political and social engagement led a first generation of sociologists to study social phenomenon in the recently industrialized Italy by using the sociological analysis. Finally, the thesis investigate the cultural transfers from France, whose industrial sociology (sociologie du travail) was considered as a reference in continental Europe. Nearby the wide importance of French sociologie, financially aided by planning institutions in order to employ it in the industrial reconstruction, other minor experiences such as the social surveys accomplished by worker-priests in the suburbs of industrial cities and the heterodox Marxism of the review “Socialisme ou Barbarie” influenced Italian sociology of work.
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Franco, Daniele <1980&gt. "Dalla Francia all'Italia: impegno politico, inchiesta e transfers culturali alle origini della sociologia del lavoro in Italia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1470/.

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Sociology of work in Italy revived at the end of WWII, after thirty years of forced oblivion. This thesis examines the history of discipline by considering three paths that it followed from its revival up to its institutionalization: the influence of the productivity drive, the role of trade unions and the activity of early young researchers. European Productivity Agency's Italian office Comitato Nazionale per la Produttività propagandised studies on management and on the effects of the industrialization on work and society. Academicians, technicians, psychologists who worked for CNP started rethinking sociology of work, but the managerial use of sociology was unacceptable for both trade unions and young researchers. So “free union” CISL created a School in Florence with an eager attention to social sciences as a medium to become a new model union, while Marxist CGIL, despite its ideological aversion to sociology, finally accepted the social sciences lexicon in order to explain the work changes and to resist against the employers' association offensive. On the other hand, political and social engagement led a first generation of sociologists to study social phenomenon in the recently industrialized Italy by using the sociological analysis. Finally, the thesis investigate the cultural transfers from France, whose industrial sociology (sociologie du travail) was considered as a reference in continental Europe. Nearby the wide importance of French sociologie, financially aided by planning institutions in order to employ it in the industrial reconstruction, other minor experiences such as the social surveys accomplished by worker-priests in the suburbs of industrial cities and the heterodox Marxism of the review “Socialisme ou Barbarie” influenced Italian sociology of work.
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Di, Giangirolamo Gianluigi <1979&gt. "L'evoluzione delle politiche culturali in Italia tra centro e periferia con uno sguardo alla Francia (1959-1975)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6935/4/Tesi_Di_Giangirolamo.pdf.

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L’obiettivo di questo studio è comprendere come si sia evoluto il concetto di bene culturale in Italia nella seconda metà del Novecento. Pertanto si ritiene rilevante l’analisi delle vicende storiche e politiche sulla gestione, valorizzazione e tutela del patrimonio culturale. In particolare si focalizza l’attenzione sullo sviluppo delle politiche pubbliche in Italia tra la fine degli anni Sessanta e la prima metà degli anni Settanta. Un momento che si definisce come un punto cardine del dibattito e delle azioni politiche che prendono avvio, in Italia, nel periodo post-unitario. Passaggi centrali di questo processo si considerano l’istituzione del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali e le prime iniziative regionali nel campo della cultura. Ed è proprio nel rapporto tra centro e periferia che emerge una nuova attenzione ai beni culturali e all’elaborazione di politiche in questo campo. Al fine di uno sguardo europeo, nell’evoluzione delle politiche culturali, si considera peculiare il caso francese, con la creazione del Ministero degli Affari Culturali, alla fine degli anni Cinquanta.
The aim of this study is to understand how the concept of cultural heritage in Italy developed during the second half of the Twentieth Century. Therefore the analysis of historical and political events on the management, development and protection of cultural heritage is considered relevant. The attention is focused especially on the development of public policies in Italy between the late Sixties and the first half of the Seventies. This period can be defined as a summit of the debate and policies that in Italy began, after the Unification. The establishment of the Ministry of Cultural Heritage and the first regional initiatives in the field of culture, are the central passages of this process. In this way, in the relationship between national and local organization appears a new attention to the development of cultural policies. Finally, for a European look in the evolution of cultural policies the case of France is considered peculiar for the creation of the Ministry of Cultural Affairs, in the late Fifties.
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Di, Giangirolamo Gianluigi <1979&gt. "L'evoluzione delle politiche culturali in Italia tra centro e periferia con uno sguardo alla Francia (1959-1975)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6935/.

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Анотація:
L’obiettivo di questo studio è comprendere come si sia evoluto il concetto di bene culturale in Italia nella seconda metà del Novecento. Pertanto si ritiene rilevante l’analisi delle vicende storiche e politiche sulla gestione, valorizzazione e tutela del patrimonio culturale. In particolare si focalizza l’attenzione sullo sviluppo delle politiche pubbliche in Italia tra la fine degli anni Sessanta e la prima metà degli anni Settanta. Un momento che si definisce come un punto cardine del dibattito e delle azioni politiche che prendono avvio, in Italia, nel periodo post-unitario. Passaggi centrali di questo processo si considerano l’istituzione del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali e le prime iniziative regionali nel campo della cultura. Ed è proprio nel rapporto tra centro e periferia che emerge una nuova attenzione ai beni culturali e all’elaborazione di politiche in questo campo. Al fine di uno sguardo europeo, nell’evoluzione delle politiche culturali, si considera peculiare il caso francese, con la creazione del Ministero degli Affari Culturali, alla fine degli anni Cinquanta.
The aim of this study is to understand how the concept of cultural heritage in Italy developed during the second half of the Twentieth Century. Therefore the analysis of historical and political events on the management, development and protection of cultural heritage is considered relevant. The attention is focused especially on the development of public policies in Italy between the late Sixties and the first half of the Seventies. This period can be defined as a summit of the debate and policies that in Italy began, after the Unification. The establishment of the Ministry of Cultural Heritage and the first regional initiatives in the field of culture, are the central passages of this process. In this way, in the relationship between national and local organization appears a new attention to the development of cultural policies. Finally, for a European look in the evolution of cultural policies the case of France is considered peculiar for the creation of the Ministry of Cultural Affairs, in the late Fifties.
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PERSICO, ALESSANDRO. "ADRIANO BERNAREGGI E IL RINNOVAMENTO DELLA CULTURA ECCLESIASTICA ITALIANA (1884 - 1932)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/3159.

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Анотація:
La ricerca approfondisce il ruolo svolto da Adriano Bernareggi, sacerdote milanese, poi dal 1932 vescovo di Bergamo, nel movimento di rinnovamento degli studi ecclesiastici che ha attraversato il primo trentennio del Novecento. Formatosi presso le Università Gregoriana e Lateranense, nel clima segnato dal modernismo e dalla reazione pontificia, Bernareggi insegnò presso il Seminario di Milano, dal 1909 al 1932, e presso l’Università Cattolica, dal 1922 al 1926. In queste sedi, si sforzò di dare una risposta moderna – non modernista – all’ansia spirituale dell’uomo contemporaneo, attraverso un nuovo linguaggio religioso, capace di valorizzare la storia della Chiesa e, soprattutto, la sua liturgia. Particolare attenzione è stata dedicata: all’insegnamento seminariale, compreso il tentativo di promuovere un aggiornamento della ratio studiorum della Facoltà teologica in senso universitario, seguendo linee che anticipavano la Deus scientiarum Dominus; alla direzione della rivista “La Scuola Cattolica”, che tentò di trasformare in un periodico di scienze sacre nazionale, per riqualificare gli studi religiosi attraverso l’applicazione di una prospettiva storica e del metodo critico-filologico; alla partecipazione al movimento artistico-liturgico milanese, con la riscoperta, guardando all’insegnamento francese e all’abbazia di Maria Laach, del valore iniziatico dei riti; alla prevostura a S. Vittore al Corpo, laboratorio di una nuova “prassi liturgica”; alla sua partecipazione al dibattito sulla Questione Romana e sulla Conciliazione.
The research focuses the role played by Adriano Bernareggi, priest in Milan, then bishop of Bergamo since 1932, in the renewal movement of ecclesiastical studies during the first three decades of the twentieth century. Trained at the Gregorian and Lateran Universities, in a climate marked by modernism and vatican reaction, Bernareggi taught at the seminary of Milan, from 1909 to 1932, and at the Catholic University, from 1922 to 1926. In these sites, he strove to give a modern response - not modernist – to the spiritual anxiety of modern man, through a new religious language, able to enhance Church history and, especially, its liturgy. Particular attention has been paid to: the teaching, including the attempt to promote an update of the Ratio Studiorum of the Theological Faculty, following lines that anticipated Deus Scientiarum Dominus; the direction of the magazine “La Scuola Cattolica”, that he attempted to transform in a national periodic of sacred sciences, to regenerate religious studies through the application of an historical perspective and critical-philological research method; the participation in the liturgical and artistic movement in Milan, looking to french teachings and Maria Laach, especially to rediscovery the initiation value of rites; the prevostship at St. Vittore al Corpo, a laboratory of a new “liturgical practice”; the role in the debate on the Roman Question and Conciliation.
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PERSICO, ALESSANDRO. "ADRIANO BERNAREGGI E IL RINNOVAMENTO DELLA CULTURA ECCLESIASTICA ITALIANA (1884 - 1932)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/3159.

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La ricerca approfondisce il ruolo svolto da Adriano Bernareggi, sacerdote milanese, poi dal 1932 vescovo di Bergamo, nel movimento di rinnovamento degli studi ecclesiastici che ha attraversato il primo trentennio del Novecento. Formatosi presso le Università Gregoriana e Lateranense, nel clima segnato dal modernismo e dalla reazione pontificia, Bernareggi insegnò presso il Seminario di Milano, dal 1909 al 1932, e presso l’Università Cattolica, dal 1922 al 1926. In queste sedi, si sforzò di dare una risposta moderna – non modernista – all’ansia spirituale dell’uomo contemporaneo, attraverso un nuovo linguaggio religioso, capace di valorizzare la storia della Chiesa e, soprattutto, la sua liturgia. Particolare attenzione è stata dedicata: all’insegnamento seminariale, compreso il tentativo di promuovere un aggiornamento della ratio studiorum della Facoltà teologica in senso universitario, seguendo linee che anticipavano la Deus scientiarum Dominus; alla direzione della rivista “La Scuola Cattolica”, che tentò di trasformare in un periodico di scienze sacre nazionale, per riqualificare gli studi religiosi attraverso l’applicazione di una prospettiva storica e del metodo critico-filologico; alla partecipazione al movimento artistico-liturgico milanese, con la riscoperta, guardando all’insegnamento francese e all’abbazia di Maria Laach, del valore iniziatico dei riti; alla prevostura a S. Vittore al Corpo, laboratorio di una nuova “prassi liturgica”; alla sua partecipazione al dibattito sulla Questione Romana e sulla Conciliazione.
The research focuses the role played by Adriano Bernareggi, priest in Milan, then bishop of Bergamo since 1932, in the renewal movement of ecclesiastical studies during the first three decades of the twentieth century. Trained at the Gregorian and Lateran Universities, in a climate marked by modernism and vatican reaction, Bernareggi taught at the seminary of Milan, from 1909 to 1932, and at the Catholic University, from 1922 to 1926. In these sites, he strove to give a modern response - not modernist – to the spiritual anxiety of modern man, through a new religious language, able to enhance Church history and, especially, its liturgy. Particular attention has been paid to: the teaching, including the attempt to promote an update of the Ratio Studiorum of the Theological Faculty, following lines that anticipated Deus Scientiarum Dominus; the direction of the magazine “La Scuola Cattolica”, that he attempted to transform in a national periodic of sacred sciences, to regenerate religious studies through the application of an historical perspective and critical-philological research method; the participation in the liturgical and artistic movement in Milan, looking to french teachings and Maria Laach, especially to rediscovery the initiation value of rites; the prevostship at St. Vittore al Corpo, a laboratory of a new “liturgical practice”; the role in the debate on the Roman Question and Conciliation.
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Lapenta, Stefania <1973&gt. "Aspetto, carattere e mitiche imprese di Diana, dela della caccia e della Luna, nella cultura artistica italiana tra XIV e XVI secolo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1200/1/TESI_Lapenta_Stefania.pdf.

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Lapenta, Stefania <1973&gt. "Aspetto, carattere e mitiche imprese di Diana, dela della caccia e della Luna, nella cultura artistica italiana tra XIV e XVI secolo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1200/.

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Guidali, F. "UOMINI DI CULTURA E ASSOCIAZIONI INTELLETTUALI NEL DOPOGUERRA TRA FRANCIA, ITALIA E GERMANIA OCCIDENTALE (1945-1956)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/227690.

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Анотація:
The associations established in the years following the Second World War – in particular the Congress for cultural freedom (CCF) and the Société européenne de culture (European Society of Culture, SEC) – were intended to create bonds among intellectuals and to promote the discussion about their function within society. This study investigates the reasons and causes which lead to said associations, and it analyses the intellectual’s perception of their own role at that time and of the instruments they had to perform their civil task. The SEC, founded by the philosopher Umberto Campagnolo in 1950, has been chosen as the case study. The present PhD thesis is divided into: a methodology introduction, a story of culture organization between the end of the Nineteenth Century and the Second World War (a part which has been considered necessary in order to underline the aspects of continuity and the possible original features regarding intellectuals’ associations that were founded during the Cold War years) and, finally, an in-depth analysis of the case study. The investigation moves from a transnational and comparative perspective, making use of the analytical procedure, first introduced by Pierre Bourdieu and Gisèle Sapiro, in a critical manner. In order to explore the core of this thesis, several different phases have been identified: the first one falls between 1945 and 1950, the second between 1950 (year of birth for the main intellectuals’ associations) and September 1953, the third covering the period until March 1956, an important date in SEC history. For this study a wide review of cultural magazines, as well as of relevant archive material has been carried out. Campagnolo conceived culture as a creation of values: in his opinion since intellectuals, were responsible for conceiving ideas and symbols they should maintain full autonomy in the literary field. It was exactly in such dualism between autonomy and engagement that the SEC’s originality can be traced. The association was founded on the conviction that, only by uniting their strength, intellectuals would have been able to win influence within society, though it was the individual who had to commit himself/herself personally. The SEC’s peculiarity was determined also by its effective political independence, in spite of financing from the Italian government. It was conceived as a real association, and the instruments used for its action – the magazine “Comprendre”, the national centres and the Rencontre Est-Ouest [“East-West Encounter”] – did represent new important elements for the organizations of the time. By means of a thorough study of Campagnolo’s speeches, of the “Comprendre” magazine, of the Meetings debates, of correspondence and of the strategy for new members’ recruitment, the SEC’s task was defined as “metaphysical”, meaning that it was not linked to events, but to the spirit which should have accompanied any cultural action. It was hence inferred that the SEC and the CCF were competing for non-political reasons. Actually, the SEC intended to safeguard the autonomy of intellectual relations (defining such an approach as politique de la culture [politics of culture]), while the CCF supported heteronomy, employing Art and literature with a precise political aim. The contrast between these two institutions was hence due to a different conception the intellectuals held about their own role in society. Therefore, the associations under examination did not represent an instrument with a univocal meaning: as demonstrated by the analysis which has been carried out, they were devoid of any intrinsically autonomous or heteronymous function with respect to the literary field. Furthermore it is clearly confirmed that intellectuals had a role of mediation, as they had always affirmed during past history The development of intellectuals’ associations needs to be ascribed to the social aspects of the writer’s or artist’s function, more than to political factors related to the conflict between the blocks. In the attempt to fully understand the reasons for the success of intellectuals’ associations in those years, it has been hypothesized that a decline of the authority provided by traditional mediation forms among intellectuals, masses and politics had occurred. The social problem connected to such form of cultural organization was brought to light: in the SEC, it was less renowned intellectuals who showed particular involvement, and this means that actual interest for the SEC was due to their social condition and to the position a person had in the intellectual field. The sources examined have shown how in Western Europe, after the Cold War peak reached in the months of armed conflict in Korea, the conception of engagement itself evolved: intellectuals were integral part of society, were free to choose time, place and mode for their interventions, positioning themselves midway between pure action and pure Art. This point of arrival corresponded to Campagnolo’s own conclusions, who rightly maintained that the root of the intellectuals’ problem and of their crisis was social, rather than moral or political, relating to their role in a society which was more and more massified. The acceptance of an intermediate position among those expressed after the Second World War put a light on how ideological differences could be smoothed, while the need for autonomy and defence of intellectuals as expressed by associations remained.
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Masutti, Isabella <1996&gt. "L'Africa di Ottavio Missoni per "Italia 90". Citazione e reinvenzione di una cultura visiva." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21337.

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Анотація:
La tesi andrà ad analizzare un evento particolare per la storia degli stilisti Ottavio e Rosita Missoni: la partecipazione all’inaugurazione dei Mondiali di Calcio del 90, durante la quale venne chiesto a quattro famosi stilisti italiani di rappresentare i quattro continenti da cui provenivano le squadre presenti al torneo calcistico. Alla casa Missoni venne affidato il continente africano che viene interpretato, seguendo la linea stilistica della maison di moda, mediante una ricca collezione di abiti accompagnati da accessori significativi. Attraverso i resoconti della rassegna stampa, vengono ripercorsi anche i punti salienti della serata svoltasi a Milano e l’impatto che ha avuto. Inquadrato l’evento, la tesi descrive dettagliatamente gli abiti cercando di ricostruire il processo creativo che sottende la loro creazione: infine la ricerca si prefigge di delineare - tramite le fonti tessili - il lavoro artistico dei Missoni, quanto questa collezione ci parla della loro storia e quanto invece può raccontare del continente africano. Partendo da un evento sportivo, uno spettacolo internazionale, la moda trova il suo spazio fondamentale grazie a degli interpreti che hanno una storia molto legata al sistema delle arti contemporaneo e che fanno da ponte tra due mondi percepiti ancora oggi come lontani fra loro.
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AUF, DER HEYDE Carl Alexander. "Storiografia artistica e militanza culturale nel Risorgimento: Pietro Selvatico (1803-80) e l’educazione artistica degli italiani." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore di Pisa, 2008. http://hdl.handle.net/10447/206477.

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Baccini, Elisa. "Lingua e cultura nell'Italia napoleonica." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3425301.

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Анотація:
Durante la dominazione francese della penisola italiana, l'esercito e l'amministrazione napoleonica portarono grandi cambiamenti in molti settori, tra cui la lingua. Il contatto diretto tra francesi e italiani nella società civile e negli uffici amministrativi e giudiziari e le politiche di francesizzazione della società cambiarono la cultura italiana in generale e la lingua e la letteratura in particolare.
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Gasparotto, Ilaria. "Costruire l'alterità. Le collezioni etnografiche dei missionari cattolici italiani (1850 - 1925): genealogie ed allestimenti museali." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3425243.

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Анотація:
This thesis retraces the missionary ethno-exhibitionary phenomenon in Italy between 1850 and 1925. The missionary practice is a particular aspect of the largest phenomenon of spectacularization of otherness which took place in Europe since the early decades of the nineteenth century. My investigation starts from the so-called «Lotteria a favore dei missionari cattolici figli del Regno di Sardegna», which occurred in Turin in 1858, and ends with the examination of the «Esposizione Missionaria Vaticana», organized by the Holy See for the Jubilee Year 1925. The Lottery in Turin, which had been organized by Giuseppe Ortalda (the diocesan director of the Opera of Propagation of the Faith) is probably the first missionary experience of ethno-exhibition in Italy.
Between the two significant experiences there are many expositive episodes, which, despite their different set-ups, generally contributed to the progressive definition of a genre. The «Esposizione d'Arte Sacra e delle Missioni Cattoliche», which took place in Turin in 1898, is particularly significant: the second chapter deals generously with it. The analysis of the phenomenon highlighted its identity potential. Religious exhibitions were mostly self-representative and had missionary-animation purposes, which have been pursued staging - and building - the otherness which must be evangelized. The thesis, then, highlights significant affinities, in Italy, between catholic and secular ethno-exhibtions. Forging exotic imaginations, they both contributed to the definition of a synthetic national-colonial culture. Missionary museums, which are a particular category of ecclesiastical museums, are the permanent outcome of this phenomenon. An anthropological analysis thus completes my PhD thesis: with reference to some specific case studies (among which stands out, in this essay, the «Museo etnografico e di Scienze Naturali dei Missionari della Consolata di Torino»), I pointed out the problems related to the collections preserved by contemporary set-ups. The thesis finally reflects on the possible post-ethnographic use of the pieces.
La tesi ricostruisce la pratica etno-espositiva missionaria in Italia tra il 1850 e il 1925, aspetto particolare del più vasto fenomeno di spettacolarizzazione dell'alterità che si è affermato in Europa a partire dal XIX secolo. L'indagine prende le mosse dall’analisi della prima esperienza missionaria di esibizione di oggetti esotici registrata in Italia (la Lotteria a favore dei missionari cattolici figli del Regno di Sardegna, organizzata nel 1858 dal direttore dell'Opera della Propagazione della Fede di Torino Giuseppe Ortalda) e si conclude con l’esame dell’Esposizione Missionaria Vaticana, organizzata dalla Santa Sede per l'anno giubilare 1925. Tra le due significative esperienze si collocano numerosi episodi espositivi, che pur differendo talvolta anche sensibilmente negli allestimenti, contribuirono complessivamente alla progressiva definizione di un genere. Va ricordata in particolare l'imponente Esposizione d'Arte Sacra e delle Missioni Cattoliche di Torino del 1898, affrontata nel secondo capitolo. L'analisi degli eventi espositivi ne ha evidenziato soprattutto il potenziale identitario. Le mostre religiose ebbero intenti perlopiù auto-rappresentativi e di animazione missionaria, perseguiti tuttavia con abbondante ricorso alla messa in scena - e alla costruzione - dell'alterità da evangelizzare. Nella tesi sono messe in luce sensibili affinità in Italia tra le pratiche etno-espositive missionarie e quelle laiche: nel forgiare immaginari esotici le une e le altre contribuirono in definitiva alla definizione sintetica di una unica cultura coloniale nazionale. Esito permanente del fenomeno otto e novecentesco sono i musei missionari, categoria particolare dei Musei ecclesiastici. Un'analisi antropologica completa dunque la tesi: in riferimento ad alcuni casi studio specifici (tra i quali risalta in questa sede, per qualità d'analisi, il Museo etnografico e di Scienze Naturali dei Missionari della Consolata di Torino), vengono evidenziate le problematicità delle collezioni conservate dagli allestimenti contemporanei. La tesi si conclude con una riflessione sul possibile uso post-etnografico dei pezzi.
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Guasti, Niccolo'. "L’ “esilio” italiano dei gesuiti spagnoli espulsi (1767-1798) : politica, economia, cultura." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2004. http://hdl.handle.net/11384/86045.

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Perotti, Tania. "Nanetto Pipetta : modos de representação." reponame:Repositório Institucional da UCS, 2007. https://repositorio.ucs.br/handle/11338/242.

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Este estudo busca analisar determinados elementos de representação, presentes no Nanetto Pipetta de Aquiles Bernardi (1937). Entre eles, os aspectos culturais foram analisados de maneira mais detida, ao lado de questões sociais e políticas. A partir da análise e da interpretação, buscou-se compreender como aconteceu o trânsito da cultura da imigração italiana do Rio Grande do Sul de seu contexto real para os limites comportados pelo âmbito da ficção apresentados na obra. Nesse processo de transfiguração, buscou-se compreender de que maneira a cultura da imigração italiana e a cultura clerical colaboraram para que o texto literário analisado assumisse os contornos que o constituem, bem como qual o resultado dessa conjugação.
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This study has searched the comprehension about certain representation structures found in Aquiles Bernardi s (1937) work. Among the aspects which build up this representation, the cultural aspects had been analysed in order to be more specific, which doesn t exclude social and politic questions when necessary. It s about a route where, from the analyses and interpretation, i tried to understand how the Italian Immigration culture from Rio Grande do Sul changes happened from its real context to the limits concerning the fiction aspect present in the book which is this work s corpus. In this process i intended to comprehend in what way the Italian Immigration and the clergy culture were helpful to the analysed work, as well as the result of this conjugation.
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Bordin, Marilena <1985&gt. "La rappresentazione della Primavera nel Cinquecento. Confronto con le altre stagioni, in Italia e all'interno della cultura occidentale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5111.

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La rappresentazione del giardino della Primavera, partendo dalle sue origini per spiegarne l'evoluzione avvenuta nel Cinquecento. Dai primi cicli dei Mesi alle serie delle Stagioni sino a giungere ai veri e propri giardini che sottolineano ed evidenziano i vari aspetti di questa stagione. Raccordi tra l'Italia e gli altri paesi occidentali.
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OTTINO, VIOLA. "Alberto Carocci e «Nuovi Argomenti» (1953-1965). Per una storia della prima serie della rivista attraverso i carteggi inediti." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1048550.

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La tesi indaga la figura di Alberto Carocci nel suo ruolo di condirettore e organizzatore della cultura, insieme ad Alberto Moravia, nella prima serie della rivista «Nuovi Argomenti» (1953-1965). In particolare, grazie al recupero di una consistente documentazione inedita, segnatamente dei rapporti epistolari che Carocci intrattenne con autori e collaboratori della rivista - tra i quali Norberto Bobbio, Italo Calvino, Giulio Einaudi, Franco Fortini, Georg Lukàcs, Adriano Olivetti e Sergio Solmi - il lavoro offre una puntuale e analitica ricostruzione delle relazioni e degli scambi intellettuali, politici, amicali, professionali e letterari sottesi allo sviluppo della prima serie della rivista; rapporti nei quali, inevitabilmente, si riflettono i momenti più significativi della storia culturale e letteraria degli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento che hanno attraversato le pagine della rivista.
This thesis aims to highlight the role played by Alberto Carocci as chief editor, co-founder, and cultural organizer, in collaboration with Alberto Moravia, of the first series of the review "Nuovi Argomenti" (1953-1965). This study is based on the recovery of substantial unpublished documentation relating to Carocci's correspondence with the main contributors to the first series of the review: it especially draws on the mailing with Norberto Bobbio, Italo Calvino, Giulio Einaudi, Franco Fortini, Georg Lukàcs, Adriano Olivetti and Sergio Solmi. Indeed, these unpublished documentary sources, preserved in the archives of the forementioned contributors and in the private Carocci’s one, offered a complete picture of the network underpinning “Nuovi Argomenti”. Intellectual, political, amicable and professional relations are described and analysed by this study with the aim of emphasizing the most significant moments in the cultural and literary history of the review during the 1950s and the 1960s.
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SCORSOLINI, VALENTINA GIOVANNA. "TRADIZIONE CULTURALE E INSEGNAMENTO LINGUISTICO IN AUSTRALIA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/40178.

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Alla luce del recente interesse verso l’insegnamento della lingua italiana all’estero, il presente elaborato esamina la storia della comunità italiana e dell’evoluzione della didattica dell’italiano nello stato del Victoria, in Australia. La tesi presenta inoltre i risultati della mia ricerca sull’influenza dei flussi migratori e delle politiche linguistiche australiane sull’insegnamento dell’italiano nelle scuole, descrivendo come la percezione della lingua italiana sia cambiata nell’immaginario australiano. Tale analisi storica mi ha permesso di formulare una valutazione critica e suggerimenti per migliorare le metodologie didattiche impiegate nei corsi di italiano nelle scuole secondarie del Victoria.
In light of the growing interest towards Italian teaching abroad, the present dissertation investigates the history of the Italian community and the evolution of Italian teaching in the state of Victoria, Australia. I hereby present the results of my research on the history of the Italian community in Victoria, as well as the influence of Australian immigration and language policies on Italian teaching in Victorian schools, highlighting how the perception of Italian language evolved in Australian public opinion throughout history. Based on this historical framework, a critical evaluation of Italian teaching methodologies in Victoria was conducted, which informed my suggestions for future improvement of Italian teaching practices.
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SCORSOLINI, VALENTINA GIOVANNA. "TRADIZIONE CULTURALE E INSEGNAMENTO LINGUISTICO IN AUSTRALIA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/40178.

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Alla luce del recente interesse verso l’insegnamento della lingua italiana all’estero, il presente elaborato esamina la storia della comunità italiana e dell’evoluzione della didattica dell’italiano nello stato del Victoria, in Australia. La tesi presenta inoltre i risultati della mia ricerca sull’influenza dei flussi migratori e delle politiche linguistiche australiane sull’insegnamento dell’italiano nelle scuole, descrivendo come la percezione della lingua italiana sia cambiata nell’immaginario australiano. Tale analisi storica mi ha permesso di formulare una valutazione critica e suggerimenti per migliorare le metodologie didattiche impiegate nei corsi di italiano nelle scuole secondarie del Victoria.
In light of the growing interest towards Italian teaching abroad, the present dissertation investigates the history of the Italian community and the evolution of Italian teaching in the state of Victoria, Australia. I hereby present the results of my research on the history of the Italian community in Victoria, as well as the influence of Australian immigration and language policies on Italian teaching in Victorian schools, highlighting how the perception of Italian language evolved in Australian public opinion throughout history. Based on this historical framework, a critical evaluation of Italian teaching methodologies in Victoria was conducted, which informed my suggestions for future improvement of Italian teaching practices.
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Cavaleri, Giuseppe. "Le cinéma italien en France : histoire, société et diffusion : étudiées à travers les œuvres de Emanuele Crialese, Matteo Garrone et Paolo Sorrentino." Thesis, Paris 10, 2017. http://www.theses.fr/2017PA100096/document.

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Анотація:
Nous pouvons appréhender le Cinéma comme un vecteur culturel capable de cristalliser les us et coutumes d’une société, ou comme un outil susceptible d’en manifester les aspirations. L’industrie cinématographique italienne demeure parmi celles qui ont su imposer dans l'imaginaire des publics des œuvres venues aussitôt enrichir le patrimoine culturel mondial. De nos jours, sa présence internationale est plus modérée, et le rayonnement de ses œuvres ne dépasse que rarement les limites nationales. Les quelques auteurs tels que Emanuele Crialese, Matteo Garrone et Paolo Sorrentino ont su gagner une visibilité désormais incontestable, leur permettant de devenir le symbole d’un cinéma italien contemporain renaissant. Les contenus de leurs filmographies sont le résultat de formes cinématographiques tout aussi riches que variées, et leur influence semble capable de modifier et de mettre à jour l’imaginaire des passionnés de culture italienne. Nos travaux veulent étudier et comprendre l’impact de leurs œuvres au sein d’un pays comme la France. À travers une étude qui se veut historique, sociologique et économique, nous analysons la représentation du réel dans l’histoire du cinéma transalpin, un idéal intellectuel qui semble intéresser particulièrement les publics français. Puis nous nous consacrons aux contenus de nos trois filmographies de référence, pour en extrapoler les données socio-politico-économiques. L’étude de l’impact de ces œuvres sur les critiques cinématographiques français conclut ces travaux, qui se penchent également sur la distribution et l’exploitation de ce cinéma, présent non seulement dans les salles de l'Hexagone, mais diffusé parallèlement au sein de nombreux festivals
One may approach cinema as a cultural vector which can either give shape to the habits and customs of a given society or reflect its yearnings. The Italian film industry is one among those which have produced movies which entered the global cultural imaginary. Nowadays, its international presence has been reshaped and Italian films do not easily shine beyond the national frame. Artists such as Emanuele Crialese, Matteo Garrone or Paolo Sorrentino have managed to achieve an undeniable visibility, and have become the symbol of a reborn contemporary Italian cinema. The content of their filmographies are the result of film shapes that are as rich as they are diverse, and their influence seems able to alter and to update the imaginary of italian culture connoisseurs. The purpose of our work is to study and understand the impact of their masterpieces on the French audience. Through a historical, sociological and economical study, we will analyse the representation of reality in the history of Italian cinema : an intellectual ideal which seems to have been of interest especially to the French spectators. Then we will focus on the content of these three specific directors’ lifework in order to examine social, political and economical data. Finally, we will conclude by observing the impact these films have had on French experts such as film critics. This study also deals with the distribution and the running of these specific directors’ films not only in the cinemas but also when aired in various film festivals
È possibile concepire il Cinema come un vettore culturale capace di materializzare gli usi e i costumi di una società, o suscettibile di manifestarne le aspirazioni. L'industria cinematografica italiana dimora tra quelle che hanno saputo imporre delle opere entrate istantaneamente nell'immaginario collettivo, e ciò su scala mondiale. Oggi, la sua presenza a livello internazionale è stata ridimensionata e la diffusione delle sue opere oltrepassa raramente i confini nazionali. I rari autori del calibro di Emanuele Crialese, Matteo Garrone e Paolo Sorrentino hanno saputo acquisire una visibilità oramai indiscussa, permettendo loro di diventare il simbolo d'un cinema italiano contemporaneo rinascente. I contenuti delle loro filmografie sono il risultato di forme cinematografiche tanto ricche quanto varie, e la loro influenza sembra capace di modificare e aggiornare l'immaginario degli appassionati di cultura italiana. Queste ricerche vogliono analizzare e comprendere l'impatto delle loro opere in un paese come la Francia. Attraverso degli studi storici, sociologici ed economici, queste ricerche analizzano le forme rappresentative legate al reale presenti nella storia del cinema italiano, un ideale intellettuale che sembra interessare in particolar modo i pubblici francesi. Inoltre, esse si consacrano all'estrapolazione dei dati socio-politico-economici contenuti nelle tre filmografie a cui facciamo riferimento. L'analisi dell'impatto di queste opere sui critici cinematografici francesi scelti come pubblici, concludono queste ricerche che si dedicano in egual modo alla distribuzione e alla commercializzazione di queste opere, presenti non solo in sala, ma diffuse inoltre in molti festival
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Leone, Alice. ""L'opera ostinata e devota del personale rimasto" : l'’Amministrazione italiana e la protezione del patrimonio artistico tra 1943 e 1945." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2017. http://hdl.handle.net/11384/86051.

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Denaro, L. "Luci e ombre cinesi : il contributo del Seminario Lombardo per le missioni estere alla conoscenza del mondo cinese (1858-1900)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2008. http://hdl.handle.net/2434/59507.

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