Дисертації з теми "Spazio sacro"

Щоб переглянути інші типи публікацій з цієї теми, перейдіть за посиланням: Spazio sacro.

Оформте джерело за APA, MLA, Chicago, Harvard та іншими стилями

Оберіть тип джерела:

Ознайомтеся з топ-21 дисертацій для дослідження на тему "Spazio sacro".

Біля кожної праці в переліку літератури доступна кнопка «Додати до бібліографії». Скористайтеся нею – і ми автоматично оформимо бібліографічне посилання на обрану працю в потрібному вам стилі цитування: APA, MLA, «Гарвард», «Чикаго», «Ванкувер» тощо.

Також ви можете завантажити повний текст наукової публікації у форматі «.pdf» та прочитати онлайн анотацію до роботи, якщо відповідні параметри наявні в метаданих.

Переглядайте дисертації для різних дисциплін та оформлюйте правильно вашу бібліографію.

1

Tognon, Alessandro <1970&gt. "Rudolf Schwarz. La costruzione dello spazio sacro." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/8857/1/tognon_alessandro_tesi.pdf.

Повний текст джерела
Анотація:
La ricerca si pone l’obiettivo di far emergere il programma compositivo che l’architetto Rudolf Schwarz ha messo a punto tra la fine del XIX secolo e l’anno 1961, nella definizione di una propria teoria progettuale sul tema dello spazio sacro liturgico. Egli era un uomo dalla visione ampia, il suo pensiero era l’emblema di un uomo vivente lo spazio del reale, che con discrezione si spinge ai confini dell’intelligibile. Con un certo grado di approssimazione le chiese di Schwarz, progetti e realizzazioni, possono essere classificate in grandi “famiglie” riconducibili a “forme corrispondenti”: il tipo a “basilica”, il tipo a “croce” e il tipo ad “aula”. Tuttavia bisogna precisare che questa classificazione è basata su un’interpretazione che considera altrettanto importanti le numerose e complesse variazioni e contaminazioni formali e tipologiche presenti in ogni progetto. All’interno di queste categorie di progetti che Schwarz nomina “prototipi”, intesi come semplificazioni formali che nel realizzarsi necessitano di una scelta tipologica, Rudolf Schwarz pose, a partire dagli anni venti, le basi per una moderna idea spaziale e collettiva di celebrazione del rito cristiano. Obiettivo della ricerca è comprendere a fondo quanto architettura e sacro, progetto e liturgia, coincidano da un punto di vista ideologico ancorché formale. Quanto cioé l’architettura, caratterizzata dalla permanenza delle sue forme ereditate dalla storia, risulti essere indipendente dalla funzione liturgica e quanto allo stesso tempo possa suggerirne nuove possibilità. Questo tra le dinamiche di un modernismo e di un tecnicismo incessante che in quel tempo consentivano di certo nuove possibilità costruttive ma anche il rischio di una perdita di valori dello spazio architettonico, nel rapporto tra il significato stesso dell’architettura con la sua costruzione.
The purpose of this research is to bring out the project range architect Rudolf Schwarz has developed from the end of the XIX century to 1961, while defining his own design theory about liturgical sacred space. He is a man of broad vision, his thought is the emblem of a man living the space of reality, which discreetly pushes himself to the intelligible boundaries. The selected Schwarz’s sixty churches, projects and buildings, can be classified in different “architectural types” : “Basilica” type; “Cruciform” type and “Hall” type. It is necessary to specify that this approach considers the several and complex modification and influences that are present in each project too. With these types that Schwarz names “prototypes”, as formal simplifications that need a typological choice while they are implemented, starting from the 20s, Rudolf Schwarz lays the groundwork for a general modern spatial and collective idea of the liturgical Christian rite celebration. Purpose of the research is understanding how much the architecture and the sacred, the project and the liturgy coincide from an ideological and a formal point of view. Understanding how much the architecture, that is permeated by historically inherited shapes, is independent form the liturgical rite and how much at the same time it can suggest new liturgical possibilities, in a period when modernism and constant improvement of building technologies ensures new construction possibilities but also takes the risk of loss of values of the architectural space and of the relation between the meaning of architecture and its building.
Стилі APA, Harvard, Vancouver, ISO та ін.
2

Ottolini, Roberto <1973&gt. "Costruire Cluny:la definizione dello spazio sacro e dei suoi simboli nell'XI secolo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2533/1/Ottolini_Roberto_Tesi.pdf.

Повний текст джерела
Стилі APA, Harvard, Vancouver, ISO та ін.
3

Ottolini, Roberto <1973&gt. "Costruire Cluny:la definizione dello spazio sacro e dei suoi simboli nell'XI secolo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2533/.

Повний текст джерела
Стилі APA, Harvard, Vancouver, ISO та ін.
4

Baroncioni, Andrea <1976&gt. "La città di Trento tra Tardo Antico e Alto Medio Evo: la genesi della città medievale e lo spazio del sacro." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5053/1/baroncioni_andrea_tesi.pdf.

Повний текст джерела
Анотація:
Lo scavo della chiesa di Santa MAria Maggiore ha permesso di acquisire nuove importanti informazioni sulla storia della città di Trento, sulla città tardo antica e sul processo di cristianizzazione. Il primo impianto ecclesiastico, datato a dopo la metà del V d. C. secolo, sorge su un precedente impianto termale realizzato intorno al II secolo d. C. ed appare caratterizzato da un forte carattere monumentale. La chiesa, a tre navate, presentava un presbiterio rialzato decorato in una prima fase da un opus sectile poi sostituito nel VI secolo da un mosaico policromo. Sono state rinvenute inoltre, parti consistenti della decorazione architettonica di fine VIII secolo pertinente questo stesso impianto che non subirà importanti modifiche fino alla realizzazione del successivo edificio di culto medievale, meno esteso e dai caratteri decisamente meno monumentali, caratterizzato dalla presenza di un esteso campo cimiteriale rinvenuto a nord della chiesa. A questo impianto ne succede un terzo, probabilmente a due navate, e dalla ricca decorazione pittorica demolito in età tardo rinascimentale per la realizzazione della chiesa attuale.
The excavation of the church of Santa Maria Maggiore allowed us to gain important information on the history of the city of Trento during the Late Antiquity and the process of Christianization. The first church, of the second half of Vth century AD, stands on a previous thermal structure built around the IInd century AD and is characterized by a strong monumental character. The church, with three naves, presented a raised presbytery, decorated (during the first phase) with an opus sectile then replaced in the VIth century by a polychrome mosaic. Were also found major parts of the architectural decoration of late VIIIth century, belonging to this same system, which won't be significantly modified until the completion of the subsequent medieval religious building, much less extensive and with less monumental aspect, characterized by the presence of an extensive cemetery found at north of the church. The third structural phase, organized in two naves, had rich fresco decorations, and was demolished in the Late Renaissance to build the present church.
Стилі APA, Harvard, Vancouver, ISO та ін.
5

Baroncioni, Andrea <1976&gt. "La città di Trento tra Tardo Antico e Alto Medio Evo: la genesi della città medievale e lo spazio del sacro." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5053/.

Повний текст джерела
Анотація:
Lo scavo della chiesa di Santa MAria Maggiore ha permesso di acquisire nuove importanti informazioni sulla storia della città di Trento, sulla città tardo antica e sul processo di cristianizzazione. Il primo impianto ecclesiastico, datato a dopo la metà del V d. C. secolo, sorge su un precedente impianto termale realizzato intorno al II secolo d. C. ed appare caratterizzato da un forte carattere monumentale. La chiesa, a tre navate, presentava un presbiterio rialzato decorato in una prima fase da un opus sectile poi sostituito nel VI secolo da un mosaico policromo. Sono state rinvenute inoltre, parti consistenti della decorazione architettonica di fine VIII secolo pertinente questo stesso impianto che non subirà importanti modifiche fino alla realizzazione del successivo edificio di culto medievale, meno esteso e dai caratteri decisamente meno monumentali, caratterizzato dalla presenza di un esteso campo cimiteriale rinvenuto a nord della chiesa. A questo impianto ne succede un terzo, probabilmente a due navate, e dalla ricca decorazione pittorica demolito in età tardo rinascimentale per la realizzazione della chiesa attuale.
The excavation of the church of Santa Maria Maggiore allowed us to gain important information on the history of the city of Trento during the Late Antiquity and the process of Christianization. The first church, of the second half of Vth century AD, stands on a previous thermal structure built around the IInd century AD and is characterized by a strong monumental character. The church, with three naves, presented a raised presbytery, decorated (during the first phase) with an opus sectile then replaced in the VIth century by a polychrome mosaic. Were also found major parts of the architectural decoration of late VIIIth century, belonging to this same system, which won't be significantly modified until the completion of the subsequent medieval religious building, much less extensive and with less monumental aspect, characterized by the presence of an extensive cemetery found at north of the church. The third structural phase, organized in two naves, had rich fresco decorations, and was demolished in the Late Renaissance to build the present church.
Стилі APA, Harvard, Vancouver, ISO та ін.
6

Marcuccetti, Andrea. "La costruzione dello spazio del sacro cattolico nel XXI secolo, in Italia e Francia : tra tradizione e futuro, attrattività e repulsione : I progetti delle chiese dopo il Grande Giubileo : gli esempi di Roma e Parigi." Thesis, Lille 1, 2012. http://www.theses.fr/2012LIL10171.

Повний текст джерела
Анотація:
Quelles sont les problématiques posées par l’édification d’une église du troisième millénaire en milieu urbain? Quels sont, actuellement, les lieux de culte - plus ou moins visibles - capables d’attirer fidèles, habitants mais aussi visiteurs ou migrants en transit? Quel type de conflits la construction d’une église, ou plus généralement d’un espace du sacré, peut-elle engendrer dans un quartier et quelles pourraient être les conditions pour les éviter ? Dans certains cas, les lieux de culte contribuent à renforcer le sentiment d’appartenance et/ou d’identité ; ils sont des points de repère dans la ville qui dépassent l’échelle de leur communauté, s’ouvrant aussi à d’autres confessions. Ils participent de la vie urbaine à travers de multiples événements que l’on peut qualifier de culturels. Cette thèse interroge la notion de sacré, aussi bien du point de vue spatial, par l’analyse des églises construites à Rome et à Paris, après le « Grand Jubilé » (entre 2000 et 2010), que du point de vue des représentations individuelles et collectives. Entre tradition et anticipation, attractivité et répulsion et au–delà de la dimension symbolique (brand) de l’édifice cultuel, la thèse pose la question du processus qui conduit à la construction d’un espace autant réel que virtuel. Elle met en évidence, par la comparaison avec la France, les enjeux sous-jacents, les moments où des dysfonctionnements ou des blocages apparaissent mais aussi la manière dont on peut dépasser une vision monofonctionnelle et restrictive du lieu de culte, au profit de démarches partenariales permettant une plus large appropriation de ces espaces, et ce à une époque où les églises se vident de plus en plus
Which are the issues posed for the construction of a church in the urban fabric of the third millennium? Which are, currently, the places of worship -more or less visible- capable of attracting the faithful,the inhabitants but also migrants or visitors in transit?What kind of conflicts can the construction of a church, or more generally of a sacred space,create in a neighborhood and which could be the conditions to avoid it?In some cases, places of worship contribute to reinforce the feeling of belonging and/or identity,they are also points of orientation in the cities,which exceeds the scale of their communities,opening up to other confessions,also.They participate in urban life through many events that we can qualify within culture.This paper interrogates the notion of sacred space from the spatial point of view,through the analysis of the churches built in Rome and Paris,after the Great Jubilee,but also from the standpoint of individual and collective representations.Between tradition and future,attractiveness and repulsion,beyond the symbolic dimension (brand) of the sacred building, the thesis places the question of methodological processes that lead to the construction of a space both real and virtual.Final argument,the comparison between the Italian and French experiences can help to identify the differences between the two systems,the issues of a technical and sociological nature,in order to identify the manner in which we can overcome the monofunctional and restrictive use of the worship site,in favor of multi-functional uses,both internal and aggregated,which allow a wider ownership of these spaces,in an era where the churches are,gradually, more and more empty
Стилі APA, Harvard, Vancouver, ISO та ін.
7

FEROLDI, Alessandra. "La luce e lo stile gotico: una nuova modalità di organizzazione dello spazio sacro, una nuova visione dell’uomo e del rapporto con Dio. Le relazioni tra arte, religione e scienza nel passaggio dal XII al XIII secolo." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2014. http://hdl.handle.net/10446/30776.

Повний текст джерела
Стилі APA, Harvard, Vancouver, ISO та ін.
8

Ghidini, Giulia <1983&gt. "Da sacro a pubblico: Pechino e l'evoluzione degli spazi urbani." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17117.

Повний текст джерела
Анотація:
La tesi ripercorre la storia di Pechino e dei processi che l’hanno portata a diventare capitale della Cina analizzando i cambiamenti storici e politici che ne modificarono la struttura urbana, in particolare durante il periodo compreso tra la tarda età imperiale e la Repubblica Popolare. Attraverso la ricostruzione dell’evoluzione storica, strutturale e funzionale dei luoghi pubblici della città come la piazza e i parchi, si delinea il modo in cui i diversi governi modificarono il tessuto urbano e le architetture adattandoli alle esigenze di rappresentazione dell’ideologia dominante. I luoghi emblematici di questo processo che vengono presi in esame sono piazza Tiananmen, l’Altare del Suolo e del Grano (Shejitan) e il Tempio degli Antenati (Taimiao). Tiananmen che in origine costituiva la porta meridionale della Città Proibita, era deputata a delimitare lo spazio rituale di passaggio tra la sfera sacrale e quella civile, passò a rappresentare il simbolo dei movimenti studenteschi della nuova Cina repubblicana nei primi decenni del Novecento divenendo in seguito lo spazio politico simbolo della Repubblica popolare attraverso i raduni di massa e le parate. I giardini privati e i parchi dei templi, come Shejitan e Taimiao, seguirono un destino simile. Costruiti originariamente come luoghi destinati alla celebrazione dei riti o alla contemplazione estetica dei letterati, divennero i primi parchi moderni in Cina per poi diventare spazi ricreativi a carattere didattico durante la Repubblica popolare cinese. Questo processo storico evidenzia le trasformazioni radicali subite da questi luoghi che, da spazi sacri chiusi, divennero spazi pubblici e potenti strumenti di propaganda nelle mani del governo. Infine, attraverso i principali movimenti popolari del XX secolo, viene messa in luce la doppia valenza dello spazio politico: da un lato espressione dell’ideologia dominante sul quale i governi tentano di mantenere il controllo e dall'altro espressione della voce del popolo, che al contrario utilizza questi luoghi per esprimere la propria dissidenza.
Стилі APA, Harvard, Vancouver, ISO та ін.
9

Manenti, Claudia <1968&gt. "Luoghi di identità e spazi del sacro nella città europea contemporanea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3630/1/CLAUDIA_MANENTI_-_TESI.pdf.

Повний текст джерела
Анотація:
A fronte della frammentarietà e della confusione semantica della città contemporanea, la ricerca sui ‘Luoghi di identità e spazi del sacro nella città europea contemporanea’ ha inteso affrontare il tema della morfologia urbana in termini di significato. La focalizzazione sui temi dell’identità e del sacro nella città odierna è stata intesa quale modalità per tentare di andare alla radice dell’irrisolto problema di mancanza di senso che affligge la compagine urbana contemporanea e per cercare di individuare le cause e, quindi, le possibili azioni necessarie a riportare il costruito nell’ambito della relazione significante. Il campo di indagine è quello delle aree periferiche europee, ma la ricerca si muove da considerazioni di ordine generale relativamente alle reti di relazioni che l’essere umano instaura con il mondo circostante. Il lavoro sviluppa un primo inquadramento del tema di carattere generale, con un riferimento sistematico alla letteratura scientifica, individuando attraverso un sintetico excursus storico, i principi fondamentali della costruzione dell’immagine spaziale e del suo evolversi nel tempo. Su questa base i tre concetti di ‘centralità’, ‘identità’ e ‘sacro’, sono intesi come i cardini del discorso circa gli ambiti di significato e, sulla base di studi di alcune esperienze europee ritenute particolarmente esemplificative, la trattazione di questi tre temi arriva a proporre alcune considerazioni in merito alle caratteristiche che il contesto urbano deve avere per manifestarsi come luogo di costruzione di una identità personale e comunitaria. Nella consapevolezza che l’ampiezza dei temi considerati non ne consente una trattazione esaustiva, le considerazioni fatte sono da intendersi quali spunti di riflessione a riguardo dei metodi e delle modalità di relazione che sono ritenute necessarie per la costruzione di spazi di riferimento orientativo, identitario e socializzante.
Стилі APA, Harvard, Vancouver, ISO та ін.
10

Manenti, Claudia <1968&gt. "Luoghi di identità e spazi del sacro nella città europea contemporanea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3630/.

Повний текст джерела
Анотація:
A fronte della frammentarietà e della confusione semantica della città contemporanea, la ricerca sui ‘Luoghi di identità e spazi del sacro nella città europea contemporanea’ ha inteso affrontare il tema della morfologia urbana in termini di significato. La focalizzazione sui temi dell’identità e del sacro nella città odierna è stata intesa quale modalità per tentare di andare alla radice dell’irrisolto problema di mancanza di senso che affligge la compagine urbana contemporanea e per cercare di individuare le cause e, quindi, le possibili azioni necessarie a riportare il costruito nell’ambito della relazione significante. Il campo di indagine è quello delle aree periferiche europee, ma la ricerca si muove da considerazioni di ordine generale relativamente alle reti di relazioni che l’essere umano instaura con il mondo circostante. Il lavoro sviluppa un primo inquadramento del tema di carattere generale, con un riferimento sistematico alla letteratura scientifica, individuando attraverso un sintetico excursus storico, i principi fondamentali della costruzione dell’immagine spaziale e del suo evolversi nel tempo. Su questa base i tre concetti di ‘centralità’, ‘identità’ e ‘sacro’, sono intesi come i cardini del discorso circa gli ambiti di significato e, sulla base di studi di alcune esperienze europee ritenute particolarmente esemplificative, la trattazione di questi tre temi arriva a proporre alcune considerazioni in merito alle caratteristiche che il contesto urbano deve avere per manifestarsi come luogo di costruzione di una identità personale e comunitaria. Nella consapevolezza che l’ampiezza dei temi considerati non ne consente una trattazione esaustiva, le considerazioni fatte sono da intendersi quali spunti di riflessione a riguardo dei metodi e delle modalità di relazione che sono ritenute necessarie per la costruzione di spazi di riferimento orientativo, identitario e socializzante.
Стилі APA, Harvard, Vancouver, ISO та ін.
11

Bartolomei, Luigi <1977&gt. "Luoghi e spazi del sacro. Matrici urbane; archetipi architettonici; prospettive contemporanee per la progettazione di spazi per la cristianità." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/889/1/Tesi_Bartolomei_Luigi.pdf.

Повний текст джерела
Стилі APA, Harvard, Vancouver, ISO та ін.
12

Bartolomei, Luigi <1977&gt. "Luoghi e spazi del sacro. Matrici urbane; archetipi architettonici; prospettive contemporanee per la progettazione di spazi per la cristianità." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/889/.

Повний текст джерела
Стилі APA, Harvard, Vancouver, ISO та ін.
13

Milhaud, Cyril. "Sacré crédit! Apogée et déclin du crédit ecclésiastique dans l'Espagne moderne." Thesis, Paris, EHESS, 2017. http://www.theses.fr/2017EHES0135/document.

Повний текст джерела
Анотація:
Cette thèse étudie les évolutions du marché du crédit de long terme (les censos) dans l'Espagne moderne. Après une description des acteurs et du fonctionnement de ces marchés dans le premier chapitre, le deuxième chapitre s'intéresse aux conséquences de la fragmentation juridictionnelle sur l'intégration du marché du crédit. Ensuite, le troisième chapitre étudie le fonctionnement et la gouvernance d'un ordre religieux en particulier et met en évidence le rôle d'intégration joué par les institutions ecclésiastiques. Enfin, le dernier chapitre examine la répression financière exercée par la Couronne à la fin du XVIIIe siècle et son rôle déterminant dans le retrait des institutions religieuses des marchés du crédit et la contraction de l'offre de crédit qui s'en est suivie
This project analyses the evolutions of long-term credit markets (the censos) in eraly modern Spain. After a description of the actors and the functioning of these markets in the first chapter, the second chapter focuses on the consequences of jurisdictional fragmentation on credit market integration. Then, the third chapter examines the functioning and the economic governance of a single religious order and sheds light on the integration role performed by ecclesiastical institutions. The last chapter studies the financial repression implemented by the Crown in the late eighteenth century and its decisive role in the withdrawal of religious institutions from the credit market and the subsequent credit contraction
Стилі APA, Harvard, Vancouver, ISO та ін.
14

Gaetano, Fabrizio. "Scrivere la storia. Costruzione e rappresentazione degli spazi nelle Storie di Erodoto." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3421870.

Повний текст джерела
Анотація:
The main purpose of this project is to try to understand the function of spaces in Herodotus’ work and, in particular, to analyze the way in which spaces may play a different role accordingly to a specific context or topic Herodotus is dealing with. A first part of the research is dedicated to the attempt of understanding how spatial information are fundamental to characterize those civilizations to which Herodotus devotes a large part of his narrative, notably the Persians, the Egyptians and the Scythians. The second part of the research is dedicated to sacred spaces. In this section I focus on two aspects: the multiple role of the temple as thoma, landmark and proof/impulse of the historical narrative; the passages in which Herodotus describes his characters by insisting on their behaviours towards sacred spaces. A third and final part of the thesis deals with space from a more geographical perspective and it is structured in the five following paragraphs: terminology of proximity; 'epeiros'; 'eremos', 'eschatos' and knowledge; hodological and cartographic space; naming lands and seas.
Стилі APA, Harvard, Vancouver, ISO та ін.
15

Le, Corre-Carrasco Marion. "Le sacré espagnol aux prises avec la Modernité (1868-1923) : étude d'un motif iconographique et littéraire, au carrefour de l'identité nationale et de la création artistique." Thesis, Paris 10, 2010. http://www.theses.fr/2010PA100143/document.

Повний текст джерела
Анотація:
A la charnière du XIXe et du XXe siècle, l’Espagne vit une révolution cultuelle et culturelle sans précédent. La question du sacré permet de cristalliser les enjeux de cette crise. Une approche résolument transversale révèle en effet le sacré comme clef de voûte des troubles qui agitent les Espagnols. La remise en cause continue de la place de l’Église dans la société, alimentée par l’affrontement sous-jacent entre cléricaux et anticléricaux, est fondamentale dans la douloureuse quête idiosyncratique qui ébranle la nation. Les artistes, témoins et acteurs de leur époque, se font l’écho de cette tension politique et sociale. Dans un premier temps, l’analyse du motif du sacré, livré par des romans et des tableaux, met en évidence non seulement la manifestation d’une sécularisation en marche, mais également la prégnance d’une culture religieuse durablement fixée. Dans un second temps, la polymorphie intrinsèque de ce sacré pré-moderne est abordée par une typologie qui en précise l’expression, de la plus manifeste à la moins tangible, cette dilution du sacré étant caractéristique de la Modernité. Enfin, au-delà de l’étude du motif iconographique et romanesque, une analyse du processus du sacré met en lumière combien les artistes de cette période sondent et interrogent la sacralité présente dans leurs œuvres, et combien celle-ci, ondoyante et industrieuse, échappe à leur contrôle, creusant les prémices d’une religion de l’art
During the transitional period between the 19th and the 20th century, Spain experienced an unprecedented revolution, both religious and cultural. The issue of the sacred enabled to crystallize what is at stake during this crisis. A thoroughly cross-conceptual approach shows the sacred as a keystone for the mayhem that Spanish people underwent. The role of the church in Spanish society kept being questioned, due to the underlying conflict between those who supported the church and the others who were opposed to it. This questioning was fundamental in the difficult idiosyncratic quest which shook the nation. Artists, who were both witnesses and actors of their time, unveiled and showed this political and social tension. Firstly, the analysis of the pattern of the sacred through novels and paintings underlines the evidence of the secularization that took place. Likewise, it discloses the pregnancy of a religious culture established on a permanent basis in Spanish society. Secondly, the intrinsic polymorphous aspect of this pre-modern sacred is revealed by a typology which develops the representation of the sacred, from the most obvious to the least tangible one. This dilution of the sacred is characteristic of Modernity. Finally, beyond the study of the iconographic and novelistic pattern, an analysis of the process of the sacred enhances how the artists of this era took soundings and questioned sacrality in their works of art. It also shows how sacrality, constantly changing, could not be mastered by the artists, digging the roots of a cult for art
Стилі APA, Harvard, Vancouver, ISO та ін.
16

Omes, Marco Emanuele. "La festa di Napoleone : sovranità, legittimità e sacralità nell'Europa francese (repubblica/impero francese, Repubblica/Regno d'Italia, Regno di Spagna, 1799-1814)." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2019. http://hdl.handle.net/11384/86067.

Повний текст джерела
Анотація:
By combining research methods from the cultural history of the politic with a comparative perspective, my dissertation covers the celebrations of the Napoleonic era that took place between 1799 and 1814 in the Republic (later, Empire) of France, in the Republic (later, Kingdom) of Italy, and in the Kingdom of Spain. My comparative perspective aims to show the existence of a model of Napoleonic celebration that was fairly uniform across the three geographical contexts I studied, especially in its basic principles, fundamental concepts and values conveyed. My study centres on the concepts of sovereignty, legitimacy and sacrality, and aims to shed light on their interplay and their significance in the context of Napoleonic-era civic festivities, especially in terms of the forms of symbolic, visual and discursive representation that were used. My analysis of these forms of representation will allow the reader to better understand not only the manifestations of Napoleonic power, but also its ideological underpinnings, characteristics, and evolution over time.
Стилі APA, Harvard, Vancouver, ISO та ін.
17

MARCUCCETTI, ANDREA. "La costruzione dello spazio del sacro cattolico nell XXI secolo in Italia e Francia fra tradizione e futuro, attrattività e repulsione. Esperienze a Roma e Parigi dopo il Grande Giubileo." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/11573/918413.

Повний текст джерела
Анотація:
Quali sono le problematiche poste per la costruzione di una chiesa del terzo millennio nel tessuto urbano? Quali sono, attualmente, i luoghi di culto – più o meno visibili – capaci di attirare fedeli, abitanti ma anche visitatori o migranti in transito? Che tipo di conflitti la costruzione di una chiesa o più generalmente di uno spazio del sacro, può generare in un quartiere e quali potrebbero essere le condizioni per evitarlo ? In certi casi, i luoghi di culto contribuiscono a rinforzare il sentimento di appartenenza e/o d’identità ; sono anche dei punti di orientamento nella città, che, supera la scala della loro comunità aprendosi anche ad altre confessioni. Essi partecipano alla vita urbana attraverso molteplici eventi che possiamo qualificare di cultura (concerti, kermesses, rappresentazioni teatrali). Questo lavoro interroga la nozione di sacro tanto dal punto di vista spaziale, attraverso l’analisi delle chiese costruite a Roma e a Parigi, dopo il Grande Giubileo (tra il 2000 e il 2010), che dal punto di vista delle rappresentazioni individuali e collettive; i poli della celebrazione liturgica e le loro diverse componenti sono considerati anche come dei luoghi che rivelano una cultura e non degli oggetti presi individualmente. Tra tradizione e futuro, attrattività e repulsione, al di là della dimensione simbolica (brand) dell’edificio cultuale, la tesi pone la questione dei processi metodologici che portano alla costruzione di uno spazio tanto reale quanto virtuale. Argomento finale, il confronto tra le esperienze italiane e francesi può aiutare ad individuare le differenze tra i due sistemi, le problematiche di ordine tecnico o sociologico, al fine di individuare la maniera con la quale possiamo superare l’utilizzo monofunzionale e restrittivo del luogo di culto, a favore di utilizzi plurifunzionali sia interni che aggregati, che permettano una più ampia appropriazione di questi spazi, in un’epoca dove le chiese si svuotano sempre di più.
Стилі APA, Harvard, Vancouver, ISO та ін.
18

ZOCCO, SALVATORE. "Giovanni Michelucci Architetture pisane." Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/1000010.

Повний текст джерела
Анотація:
All'ombra della famosa torre pendente, la ricerca parte dall'analisi di alcuni progetti conosciuti ed incompiuti ma abbandonati ad uno sconcertante oblio come, “Il Centro Galileiano nella Cittadella Vecchia” e “Il progetto per un centro di telecomunicazioni” appena fuori Pisa e approfondita quindi, nell'unica architettura compiuta, ma relegata ai margini della vasta produzione architettonica del Maestro pistoiese, ovvero la Cappella votiva per i caduti di Kindu. La ricerca inoltre porterà alla luce, analizzandone i principali aspetti di interesse scientifico, due architetture inedite. Il primo progetto inedito riguarda il completamento del palazzo Larderello sul Lungarno Pacinotti nei pressi del ponte Solferino del 1956, il secondo è il progetto per la ricostruzione della parte mancante del grande complesso dei Tre Palazzi, parte del grande complesso della Cittadella Nuova sul lungarno Galileo Galiliei. Ambedue i progetti furono con ogni probabilità considerati da Michelucci quali esiti minori, o semplicemente sfortunati, ma che oggi possiamo finalmente studiare essendo passati i cinquant'anni canonici che ne impedivano la riproduzione fotografica e la conseguente pubblicazione. I disegni inediti rinvenuti presso l'Archivio della Soprintendenza PSAE-BAP di Pisa e l'Archivio generale della Società Enel a Napoli hanno permesso di tracciare una possibile linea di continuità fra i progetti editi ed inediti pisani. Una continuità rintracciabile inoltre in alcuni contemporanei progetti fiorentini ben documentati dal vasto repertorio critico sul'opera michelucciana. Progetti quelli di Michelucci che a Pisa come a Firenze, trovano nella misura armoniosa la necessaria sostanza poetica per tradursi in architettura e quindi città.
Стилі APA, Harvard, Vancouver, ISO та ін.
19

BENFANTE, ANGELA. "La strutturalità dello spazio-luce L'Architettura Sacra di Pier Luigi Nervi." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1153299.

Повний текст джерела
Анотація:
Il rapporto tra struttura e luce rappresenta un elemento caratterizzante dell’architettura di Pier Luigi Nervi come osservato già da G.C. Argan ed E. N. Rogers. La luce naturale assume un ruolo ancor più significativo nelle opere d’ architettura sacra per le quali Nervi individua nella condizione luminosa e nella semplicità dello spazio gli elementi caratterizzanti. La luce insieme alla struttura definisce lo spazio sopperendo così a qualsiasi necessità decorativa. Nervi si rivolge all’architettura Gotica per il forte interesse per il tema strutturale, e in maniera analoga ricerca una nuova condizione spaziale nel rapporto tra struttura e luce; i due elementi si condizionano reciprocamente. In questa continua ricerca attua una reinterpretazione filtrata da una cultura Classica che influenza fortemente la geometria, le forme, le proporzioni e l’utilizzo della luce. Infatti, se la poetica strutturale è debitrice all’architettura Gotica, la spazialità è invece debitrice alla tradizione Classica. Conciliare la struttura Gotica con la spazialità Classica lo conduce ad una condizione luminosa differente, come reinterpretazione personale dei temi classici. Nervi, in sintonia con uno dei caratteri fondativi dell’architettura italiana, dimostra come non vi è invenzione. Egli impara dalla storia e reinterpreta i temi fondamentali con modalità evolutiva, partendo dalla tradizione italiana, la evolve nel confronto con i temi del Moderno che a loro volta attingono da una cultura nordica. L’ibridazione di entrambe rappresenta una personale reinterpretazione, inedita che lo porta alla definizione di una spazialità che possiamo definire nuova. Emerge una cifra distintiva dell’architettura di Nervi che deriva proprio dal metodo. Nervi si inserisce in un percorso storico, in continuità con la tradizione architettonica italiana adottando un metodo che fonda le radici nella conoscenza.
Стилі APA, Harvard, Vancouver, ISO та ін.
20

Vizzini, Marta. "Per un riesame della pittura viterbese. Pittura e contesti nel Patrimonium Sancti Petri in Tuscia tra XIII e XIV secolo." Doctoral thesis, 2023. https://hdl.handle.net/2158/1299343.

Повний текст джерела
Анотація:
La tesi discussa dal titolo “Per un riesame della pittura viterbese. Pittura e contesti nel Patrimonium Sancti Petri in Tuscia fra XIII e XIV secolo” non è una mappatura capillare delle testimonianze pittoriche esistenti sul territorio individuato: essa ha cercato piuttosto di affrontare con ottica nuova alcuni monumenti, testimonianze e cicli pittorici ricchi di problematiche, finora rimasti pressoché privi di approfondimenti critici. L’introduzione presenta l’entità territoriale entro cui si muove la ricerca, il Patrimonium Sancti Petri in Tuscia, provincia dello Stato Pontificio gravitante intorno alla città di Viterbo, definisce l’ambito cronologico di azione, tra gli anni settanta del Duecento e il settimo decennio del Trecento, e fornisce lo stato dell’arte degli studi sulla pittura viterbese e del Patrimonio fra XIII e XIV secolo, argomento frequentato molto raramente dalla bibliografia più impegnata. La tesi si suddivide in sei capitoli. Una parte consistente della ricerca è incentrata su tre casi studio particolarmente significativi che sono stati individuati nelle chiese di Santa Maria Nuova a Viterbo, San Flaviano a Montefiascone e Santa Maria Maggiore a Tuscania (rispettivamente ai capitoli I, III e IV), siti dei quali è stata tentata una contestualizzazione dei cicli pittorici e delle strutture architettoniche anche in merito alle relative funzioni. Per quanto riguarda la chiesa di Santa Maria Nuova, ci si sofferma in modo approfondito sull’articolazione della stessa e dei suoi altari, e sui testi pittorici che li ornano, con affondi monografici sul Maestro delle croci Cortona-Loeser e sulla figura, ricostruita per via indiziaria, di Pietro da Viterbo. Della chiesa doppia di San Flaviano a Montefiascone si propongono una scansione temporale dei differenti interventi architettonici in epoca medioevale. In particolare, si propone una nuova lettura dell’assetto e della funzione delle due chiese sovrapposte tra la seconda metà del XIII e la prima del XIV secolo. Viene indagata, poi, analiticamente la decorazione a fresco di inizio Trecento della chiesa inferiore. Di Santa Maria Maggiore a Tuscania, vengono analizzate le campagne pittoriche riferibili al XIII e al XIV secolo, tra le quali emerge il ciclo trecentesco di cui è parte il Giudizio Universale, copia imperfetta di quello di Giotto nella cappella degli Scrovegni di Padova. Dallo studio della decorazione trecentesca emerge la fisionomia di una bottega attiva in tutta la cittadina laziale per l'intera prima metà del Trecento e che si ritrova sia nella chiesa di San Pietro, sia in un’opera di formidabile interesse quale è il Lignum Vitae nella chiesa di San Silvestro. Alla trattazione dei tre casi studio citati, si accostano degli affondi su altri temi trasversali e paralleli (capitoli II e V). Nel capitolo II si rilegge la vicenda della realtà critica di “Gregorio e Donato d’Arezzo”, che interessa vari contesti oggetto della ricerca, con una proposta di identificazione per ciascuno dei due pittori e l’individuazione delle rispettive fisionomie e geografie artistiche. Si fornisce, inoltre, un catalogo delle opere dei due pittori. Nel capitolo V si prende ad esame un tema poco spesso frequentato dalla letteratura “viterbese”: le origini culturali di Matteo Giovannetti, la sua prima attività avignonese e le ricadute della sua opera sulla produzione figurativa del territorio altolaziale. La tesi si conclude con l’analisi di una serie di casi pittorici sparsi nell'area geografica presa in considerazione, che rivela una fitta rete collaterale di espressioni pittoriche ugualmente significative, al fine di mettere in evidenza le specificità della pittura della regione viterbese in epoca medievale come polo tra Roma, la Toscana, l’Umbria settentrionale e infine la Provenza e Avignone.
Стилі APA, Harvard, Vancouver, ISO та ін.
21

Caramico, Virginia. "Pitture al Sacro Speco di Subiaco fra Due e Trecento. Una rilettura delle strategie narrative fra spazi monastici e percorsi della devozione laicale." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1153282.

Повний текст джерела
Анотація:
Il lavoro di tesi che si presenta ha per oggetto lo studio delle pitture due e trecentesche del santuario e della chiesa superiore del Monastero di San Benedetto (o dello Speco) di Subiaco. Il complesso, sacrario e cenobio, è singolare perché cresciuto, per sovrapposizione e aggregazione di ambienti, intorno alla Grotta della preghiera, memoria del romitaggio sublacense di Benedetto. Il filo narrativo dello studio segue il tracciato segnato dall’avvicendarsi dei cantieri pittorici, dal Terzo Maestro di Anagni al Maestro del dossale di Subiaco, come qui si propone di chiamare per la prima volta il pittore. Le ‘pitture’ evocate nel titolo comprendono i cicli affrescati e il dossale opistografo trecentesco. Di capitolo in capitolo, esse sono il punto di partenza per una ricognizione architettonica e funzionale degli spazi di rispettiva destinazione, che risultano ormai completamente alterati dalle innumerevoli superfetazioni aggiunte. Lo scopo dell’indagine è di recuperare per gradi la funzione e l’assetto medioevale degli ambienti più significativi del complesso e di proporre, in seconda battuta, una lettura filologica e contestuale delle pitture; il fine ultimo è quello di rilevare eventuali interazioni virtuose delle scelte iconografiche e compositive interne ai cicli, da un lato con le pratiche e i percorsi della devozione laicale, dall’altra con le esigenze e i riti quotidiani della vita monastica. Al contempo, i dipinti murali e su tavola sono anche il punto di arrivo delle ricerche presentate, in quanto oggetto di affondi monografici che aggiornano criticamente questioni molto dibattute come l’attività e la cronologia del Terzo Maestro di Anagni e il profilo artistico del Maestro del dossale di Subiaco. La tesi è articolata in quattro capitoli. Il primo è dedicato alla storia primo-duecentesca dello Speco, segnata dall’insediamento di una comunità stabile di monaci e dal partecipe attivismo dei papi Innocenzo III e Gregorio IX, promotori di un primo fermento dei cantieri artistici. Qui spicca il Terzo Maestro di Anagni, autore di un piccolo ciclo affrescato nella cappella di San Gregorio per il quale si propone ora una nuova lettura iconografica, che fa luce su alcune tematiche devozionali particolarmente care alla comunità monastica benedettina. Al secondo capitolo è destinata la trattazione delle campagne pittoriche di primo Duecento, finalizzate a un magniloquente allestimento del santuario pubblico. Il riesame della sequenza di lettura degli episodi affrescati della Vita di San Benedetto sarà, in questo caso, occasione per recuperare gli antichi percorsi devozionali lungo le ‘stazioni’ della topografia sacra del santuario specuense. Prima che si approdi all’analisi del ciclo trecentesco, il terzo capitolo propone una rilettura morfologica, ambientale e funzionale della chiesa superiore, a partire dalla virtuale ricollocazione del dossale opistografo nel contesto di pertinenza e di una sua restituzione a congrue condizioni d’uso. Punto di arrivo è una nuova proposta di identificazione del coro monastico, riconosciuto nell’attuale prima campata della chiesa superiore. Nell’ultimo capitolo si affronterà lo studio dei cicli trecenteschi del perugino Maestro del dossale di Subiaco: delle Storie della Passione dell’antico coro monastico e delle Storie della Vergine della cappella della Madonna. Alla lettura iconografica dei cicli – da cui emerge nitida una diretta filiazione assisiate – segue una revisione del corpus e del profilo critico del pittore. In conclusione, si delineerà un tracciato di pittura umbra allo Speco, proponendo una prima ipotesi di lavoro sulla Crocefissione e l’Ultima cena del refettorio. Mon travail de thèse est consacré à l’étude des peintures du Monastère bénédictin du Sacro Speco à Subiaco, près de Rome. La recherche s’inscrit dans un cadre chronologique relativement étroit, de 1203 jusqu’à la moitié du XIVème siècle : c’est à dire depuis la fondation du Monastère dans les domaines d’un sanctuaire préexistant jusqu’à la fin de l’administration de l’abbé Bartolomeo II (1319-1343). Il s’agit d’une époque d’importantes transformations du lieu bénédictin qui dans cette période fut renouvelé radicalement dans les structures architecturales et dans les espaces liturgiques. En effet, avant la mise en place de la communauté monastique le Speco n’était rien d’autre qu’un sanctuaire né autour de la grotte où Saint Benoît vécut au VIème siècle dans la pénitence et la contemplation. Le travail repose en premier lieu sur l’analyse stylistique et iconographique des peintures, y compris les peintures murales de la crypte et de l’église, et le panneau en deux faces, dédoublées, du XIVème siècle, peint par le même auteur des Histoires de la Passion du Christ de l’église, le Maestro del dossale di Subiaco. Chacun de quatre chapitres qui composent la thèse est dédiée à une spécifique phase de l’histoire du monastère et, en même temps, à un spécifique cycle peint. La méthodologie de recherche poursuivie ajoute à l’examen stylistique des peintures la prise en compte de facteurs historiques et documentaires, ainsi qu’une attention accordée au contexte architectural et liturgique : dans cette perspective, on a formulé des hypothèses inédites sur la fonction de certaines espaces de l’église, dont on avait perdu la mémoire, et sur les parcours monastiques et laïques dans les espaces sacres. Par exemple, on a pu reconnaître dans la travée méridionale de l’église le chœur monastique médiévale, remettant en cause les récentes hypothèses de Roberta Cerone, qui l’identifiait, au contraire, dans la travée septentrionale ; on a aussi récupéré l’arrangement spatial de la crypte dans le XIIIème siècle, ce qui m’a permis de mieux comprendre le déroulement narratif des scènes du cycle agiographique bénédictin. Dans le premier chapitre on a considéré les entreprises artistiques de la première moitié du XIIIème siècle : on a essayé de démontrer que la promulgation de la bulle par Innocent III avait déterminé la mise en œuvre d’un renouvellement architectural radical des structures, suivi par la réalisation d’appareils décoratifs monumentaux. Parmi eux, on rappelle les fresques du Terzo maestro di Anagni, qui embellissent la petite chapelle de Saint Grégoire : grâce à la relecture du programme iconographique général, on a mis fortement en valeur la présence du thème unifiant de la rédemption finale après la mort, réfléchie très significativement par la consécration de l’espace sacre à Grégoire, dont la figure est souvent associée à la liturgie funéraire. On a aussi découvert et illustré des fragments presque inédits de décoration picturale exécutée par le même Terzo Maestro sur la façade méridionale du Speco. Le deuxième chapitre est dédié aux Histoires de la vie de Saint Benoît, peintes dans la crypte par Conxolus à la fin du XIIIème siècle ; à ce sujet, j’ai proposé un ajustement chronologique, en le datant dans les dernières années de l’abbé Bartolomeo I (1295-1296), revenant sur les hypothèses de Serena Romano et Miklos Boskovits. L’examen à la fois stylistique et iconographique des fresques a été remis en le contexte architecturale du XIIIème siècle de la crypte. Les dernières deux chapitres - le troisième et le quatrième - sont consacrés aux peintures du XIVème siècle. D’un côté, à partir de l’analyse typologique du panneau en deux faces du Maestro del dossale di Subiaco - table de l’autel majeur du Speco-, on a pu envisager l’existence d’un retro-coro dans l’église médiévale, sur lequel les retro-cori de la Provincia Sancti Francisci exercent une influence déterminante. Dans le quatrième chapitre on présente une étude monographique sur les fresques du Maestro del dossale di Subiaco, peintre de Pérouse qui travaille avec son équipe dans les premières années de la décennie 1340-1350, dont on a illustré le profil artistique et clarifié les modèles iconographiques, très impressionnés par ceux des fresques de l’église inférieure de San Francesco à Assisi, réalisés par Giotto et Pietro Lorenzetti.
Стилі APA, Harvard, Vancouver, ISO та ін.
Ми пропонуємо знижки на всі преміум-плани для авторів, чиї праці увійшли до тематичних добірок літератури. Зв'яжіться з нами, щоб отримати унікальний промокод!

До бібліографії