Дисертації з теми "SCIENZE MOLECOLARI"
Оформте джерело за APA, MLA, Chicago, Harvard та іншими стилями
Ознайомтеся з топ-50 дисертацій для дослідження на тему "SCIENZE MOLECOLARI".
Біля кожної праці в переліку літератури доступна кнопка «Додати до бібліографії». Скористайтеся нею – і ми автоматично оформимо бібліографічне посилання на обрану працю в потрібному вам стилі цитування: APA, MLA, «Гарвард», «Чикаго», «Ванкувер» тощо.
Також ви можете завантажити повний текст наукової публікації у форматі «.pdf» та прочитати онлайн анотацію до роботи, якщо відповідні параметри наявні в метаданих.
Переглядайте дисертації для різних дисциплін та оформлюйте правильно вашу бібліографію.
Catalano, Carmen. "Correlazioni molecolari fra angiogenesi e neurodegenerazione." Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1321.
Повний текст джерелаALTAMURA, SANDRO. "IDENTIFICAZIONE E CARATTERIZZAZIONE DI PARTNERS MOLECOLARI DELLE PROTEINE HMGA." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2007. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/12290.
Повний текст джерелаNasca, Carla. "Determinanti molecolari dei Disordini dello Spettro Autistico e del Disturbo Depressivo Maggiore." Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1325.
Повний текст джерелаPuglia, Giuseppe. "Meccanismi fisiologico-molecolari di germinazione in specie spontanee." Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1553.
Повний текст джерелаCESARATTO, LAURA. "STUDIO DEI MECCANISMI MOLECOLARI NELLA RISPOSTA CELLULARE ALLO STRESS OSSIDATIVO NELL'EPATOCITA ATTRAVERSO APPROCCI DI PROTEOMICA." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2006. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/12356.
Повний текст джерелаCalvagno, Giuseppe Stefano. "Nuovi targets molecolari nel trattamento dell'epatocarcinoma. Review della letteratura e nostra esperienza." Doctoral thesis, Università di Catania, 2015. http://hdl.handle.net/10761/3772.
Повний текст джерелаPAKROO, SHADI. "Valutazione tecnologica e probiotica mediante approcci fisiologici e molecolari di nuovi batteri lattici isolati da alimenti fermentati tradizionali." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3445850.
Повний текст джерелаFirstly, we have studied the microbial diversity and nutritional properties of “Yellow Curd” (Kashk zard) a traditional Persian fermented food, using classical microbiology approaches and 16S rRNA metabarcoding analysis. The metagenomics analysis revealed that lactic acid bacteria, particularly the genera Lactobacillus, Pediococcus and Streptococcus, were dominant in Yellow Curd. In addition, isolation, characterization and identification of new LAB with technological potential and probiotic properties, as well as functional foods preparation and characterization, have been carried out. The outcomes revealed that Pediococcus acidilactici strains IRZ12A and IRZ12B isolated from traditional Persian fermented food were safe and endowed with probiotic properties such as resistance to simulated gastrointestinal conditions and hypocholesterolemic effect. The complete genome of this promising P. acidilactici IRZ12B strain with the best cholesterol-lowering effect was sequenced, and the in-silico analysis evidenced the absence of plasmids, transmissible antibiotic resistance genes and virulence factors. Therefore, we tried to use P. acidilactici IRZ12B and three officinal plants, namely Malva, Calendula and Echinacea, for fermentation trials and consequently, possible functional food production. The fermented herbs with P. acidilactici IRZ12B were used to study their functionality on healthy and cancer cells. Results showed that fermented herbs with the probiotic strain did not have any cytotoxic effect on healthy human intestinal cells (differentiated Caco-2); however, they could significantly reduce cell viability on breast cancer cells (MCF-7). Secondly, some beneficial strains did not tolerate the storage condition and the human gastrointestinal passage. In this thesis, for the first time, we evaluated the use of 2′-fucosyllactose molecule in microencapsulation, and compared it with other known molecules, such as gelatin and inulin. Microcapsules, obtained by the extrusion technique, were evaluated in terms of encapsulation efficiency, storage stability, gastrointestinal condition resistance, and cell release kinetics. The alginate-based microcapsules showed interesting features, including the good capability to protect bacterial cells from harsh simulated gastrointestinal conditions. Compared to other molecules used in microencapsulation together with alginate, such as gelatin and inulin, 2’-fucosyllactose evidenced an extremely quick and abundant release of bacterial cells from the capsules inside a simulated intestinal fluid. Lastly, we have studied the technological properties of LAB isolated from a traditional fermented Indian food (Dahi). As a result, strain Limosilactobacillus fermentum ING8 was found to possess a safe status with very interesting technological properties, such as galactose utilization, antimicrobial activity, exopolysaccharide production and survivability to long-term storage at refrigeration temperature. The complete genome evaluation of this promising strain confirmed the absence of possible deleterious elements, such as acquired antibiotic resistance genes, virulence genes, or hemolytic-related genes. However, all structural genes related to galactose operon and EPS production have been detected.
Nicolosi, Maria Luisa. "Identificazione di nuovi target molecolari per la terapia del carcinoma poco differenziato della tiroide: studi in vitro." Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1578.
Повний текст джерелаBernabini, Carlotta. "Utilizzo di biomarcatori molecolari di consumo alimentare per la validazione dei risultati di strumenti nutrizionali convenzionali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21873/.
Повний текст джерелаCaruso, Giuseppe. "Basi Molecolari dei DCP (disoridni conformazionali proteici) a carico del sistema nervoso: condizioni microambientali e interrelazioni cellulari." Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1532.
Повний текст джерелаSerdoz, Francesca. "Veicolazione di principi attivi in campo zootecnico." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2009. http://hdl.handle.net/10077/3086.
Повний текст джерелаNel settore dell’ acquacoltura, un problema dibattuto è un’ elevata mortalità negli allevamenti durante la fase di crescita con conseguenti perdite economiche da parte degli allevatori. Le strategia comunemente utilizzata negli allevamenti per far fronte a questo problema consiste nell’ utilizzo di antibiotici a largo spettro. Nonostante il vasto numero di farmaci ritenuti potenzialmente idonei per il trattamento delle malattie che interessano le specie ittiche, in realtà è estremamente ristretto il campo di molecole consentite; infatti oltre all’aspetto economico, è sempre più crescente l’attenzione sui possibili rischi che l’uso intensivo del farmaco in acquacoltura potrebbe rappresentare per la salute umana e per l’ ambiente, in particolare per quanto concerne il trasferimento di farmaco resistenze ai patogeni che rivestono morbilità nell’ uomo. La terapia antibatterica nell’ allevamento ittico è legalmente consentita solo con l’ impiego di mangimi medicati, costituiti dal normale alimento di base addizionato del farmaco in quantità tale da permettere l’ assunzione dei dosaggi di principio attivo previsti dalle leggi vigenti. In ragione della scarsa biodisponibilità orale degli antibiotici nelle specie ittiche, che ha come conseguenza problemi di impatto ambientale, di insorgenza di farmacoresistenza e di costi maggiori per l’ allevamento dovuti ad una “sovramedicazione“, si è reso necessario lo studio di nuove tecniche che possano risolvere o quantomeno ridurre questa problematica.
1980
CAPELLI, ROBERTA. "Analisi dei livelli d’espressione di fattori di natura epigenetica e marcatori molecolari nel processo di epatocarcinogenesi indotta da dieta su modello murino." Doctoral thesis, Università degli Studi dell'Aquila, 2022. http://hdl.handle.net/11697/192066.
Повний текст джерелаDe, Zorzi Rita. "Structural studies on molecular recognition in protein complexes and supramolecular systems." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2009. http://hdl.handle.net/10077/3082.
Повний текст джерелаIl riconoscimento molecolare tra due o più specie chimiche mediante interazioni non covalenti è il principale argomento di studio della chimica supramolecolare. Individuare i fini meccanismi di complementarietà che presiedono il processo di associazione molecolare è di fondamentale importanza sia per la comprensione di come funzionano i sistemi biologici naturali sia per lo sviluppo di nuovi sistemi supramolecolari artificiali. Nel presente lavoro di tesi, l’analisi delle interazioni che governano il riconoscimento molecolare sia in sistemi supramolecolari artificiali che in complessi proteici naturali è stata condotta attraverso la tecnica di diffrazione di raggi X da cristallo singolo, che consente la precisa identificazione delle interazioni coinvolte e dei gruppi funzionali responsabili del riconoscimento molecolare. In particolare, sono state analizzate le differenze tra due forme cristalline del citocromo c da Cuore di Cavallo, ottenute rispettivamente in ambiente ossidante e riducente in presenza di ioni nitrato. Lo ione nitrato è stato utilizzato in questo lavoro biocristallografico come sonda ionica per analizzare le variazioni della superficie elettrostatica connesse con il processo ossidoriduttivo del citocromo e per individuare i principali passaggi del meccanismo di riconoscimento molecolare in cui è coinvolto questo trasportatore di elettroni. Nell’ambito dello studio di sistemi in grado di mimare i sistemi biologici, sono stati analizzati anche complessi supramolecolari artificiali contenenti porfirine. Un nuovo versatile materiale nanoporoso è stato ottenuto attraverso utilizzo di interazioni non covalenti sinergiche tra calixareni e porfirine. Questa struttura supramolecolare che ricorda le zeoliti è stata successivamente funzionalizzata attraverso la diffusione di ioni metallici nei canali della struttura. Il materiale nanoporoso così ottenuto, contenente un pigmento porfirinico assieme ad uno ione metallico, è molto promettente per il successivo sviluppo di sistemi artificiali che coniugano la capacità di raccogliere la radiazione elettromagnetica nel campo del visibile con centri catalitici in grado di immagazzinare tale energia in legami chimici. In questo lavoro di tesi, un complesso, costituito da un nucleo formato da 4 ioni rutenio legati da ponti ossigeno, che ha dimostrato elevate capacità catalitiche nella reazione di produzione di ossigeno a partire dall’acqua in presenza di cerio (IV), è stato caratterizzato strutturalmente. Lo studio cristallografico ha permesso di ottenere dettagli strutturali importanti per la comprensione del meccanismo di reazione di tale complesso. Sensori che si avvalgono delle caratteristiche di reversibilità dell’interazione e di specificità del substrato tipiche della chimica supramolecolare possono essere ottenuti mediante la progettazione razionale di opportuni recettori molecolari. In questa tesi, cristalli isomorfi di un cavitando tetrafosfonato sono stati ottenuti in presenza di diversi alcoli guest, permettendo il confronto delle interazioni che determinano la formazione del complesso. Successivamente, sono stati portati a termine esperimenti di cocristallizzazione in presenza di coppie alcoliche, al fine di studiare la competizione tra queste specie per il sito del cavitando. Molecole a cavità che presentano funzionalità di host possono essere utilizzate anche nella progettazione di polimeri supramolecolari. Questo tipo di sistemi è particolarmente interessante per la possibilità di attivare o disattivare la polimerizzazione in risposta ad uno stimolo esterno. In questa tesi, un approccio di questo tipo è stato applicato alla sintesi di un omopolimero e di un eteropolimero.
Molecular recognition of two or more molecules through non covalent interactions is the field of supramolecular chemistry. The evaluation of the subtle mechanisms of complementarity inducing the molecular association has a fundamental importance in order to both elucidate biological processes and develop new artificial supramolecular systems. In the present thesis, analyses on various, artificial and natural, supramolecular systems, have been carried out using X-ray diffractions techniques on single crystals, that allow the precise determination of interaction geometries of the functional groups involved. In particular, structural differences between two crystal forms of Horse Heart cytochrome c, obtained in presence of nitrate ions, in an oxidizing and in a reducing environment, respectively, have been analysed. In this biocrystallographic work, nitrate ions have been used as ionic probes to analyse variations on the electrostatic surface due to the oxidoreductive processes of cytochrome and to identify the main steps of the molecular recognition mechanism, involving this electron transport protein. In order to develop systems able to mimicking biological processes, supramolecular complexes containing porphyrins have been analysed. A highly flexible nanoporous material has been obtained by synergistic non-covalent interactions of calixarene and porphyrin building blocks. This supramolecular zeolite-like structure has been easily functionalized by diffusion and coordination of metal ions in the large void channels of the crystals. This new nanoporous material, containing a porphyrinic dye together with a metal ion, is very promising for the development of artificial systems combining visible light harvesting properties and catalytic centres, able to store energy in chemical bonds. In this thesis, a complex constituted by a core of four ruthenium atoms bound through oxygen bridges, that demonstrated catalytic properties in oxygen evolving reactions from water oxidation in presence of Ce (IV), has been characterized through X-ray diffraction. The crystallographic analysis has allowed the determination of important structural details in order to understand the reaction mechanism of this complex. Sensing systems, that exploit the characteristics of reversibility of interactions and specificity of the substrate, typical of supramolecular chemistry, can be achieved with a rational design of suitable molecular receptors. In this thesis, isomorphic crystals of a tetraphosphonato cavitand have been obtained in presence of different alcoholic guests, allowing the comparison of interactions responsible for the complex formation. Afterwards, cocrystallizzation experiments in presence of two alcoholic species have been carried out in order to investigate the competition of these molecules for the cavitand site. Hollow molecules with host functionalities can also be exploited in the design of supramolecular polymers. These systems have attracted particular interest for the possibility of switch on/off the polymerisation after an external stimuli. In this thesis, a supramolecular approach has been applied in order to synthesize a homopolymer and a heteropolymer.
1981
Pirrone, F. "Impatto dell'endotelio sugli eventi molecolari e cellulari coinvolti nella fisiopatologia della flogosi : studi in vivo ed in vitro : dottorato di ricerca in biotecnologie applicate alle scienze veterinarie e zootecniche." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2007. http://hdl.handle.net/2434/432229.
Повний текст джерелаIANIRI, GIUSEPPE. "Approcci molecolari per la comprensione dei meccanismi genetici della degradazione della patulina da parte dell’agente di biocontrollo Rhodosporidium kratochvilovae ceppo LS11 e da parte del ceppo IAM 13481 di Sporobolomyces sp." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2011. http://hdl.handle.net/11695/66252.
Повний текст джерелаPenicillium expansum is an aggressive postharvest pathogen of apples and is responsible for patulin contamination in stored pome fruits an derived products. The biocontrol agent Rhodosporidium kratochvilovae LS11 (basidiomycetous yeast previously classified as Rhodotorula glutinis) is able to prevent the attack of P. expansum on apples and to degrade in vitro the mycotoxin patulin under aerobic condition. The final product of patulin degradation is desoxypatulinic acid (DPA) that is much less toxic than patulin. In order to identify the genes responsible for patulin degradation in R. kratochvilovae LS11, putative insertion mutants of LS11 have been randomly generated through Agrobacterium-mediated transformation (AMT). Unfortunately, molecular analyses showed that transformation of this yeast was not successful. The strain Sporobolomyces sp. IAM 13481, whose genome has been sequenced, degrades patulin according to the same pathway of LS11 and forms DPA as the final degradation.Therefore, we used Sporobolomyces sp. IAM 13481 to produce insertion mutants through AMT for identifying the genes involved in patulin degradation. At this aim, a selection system based on the recovery of uracil prototrophy was developed, by using an uracil auxotroph derived from Sporobolomyces sp. IAM. 3200 transformants were tested for their ability to degrade patulin, by using an high throughput bioassay based on the extreme sensitivity of Escherichia coli DH5α to patulin and on its insensitivity to DPA. Chromatographic analyses showed that 15 transformants degrade patulin more slowly than the wild type strain Sporobolomyces sp. IAM 13481, and therefore these insertional mutants were named slower patulin degraders. The role in patulin degradation of genes inactivated by AMT was defined by correlating the mechanisms of patulin toxicity and some phenotype traits of the slower patulin degraders. The slower patulin degrader phenotype is apparently due to inactivation of genes involved in patulin resistance, like genes that are more or less directly involved in resistance to oxidative stress and in preserving the integrity of the plasma membrane and/or the cell wall (CYB5, YCK2, PAC2, ECM38, the gene encoding the protein ID 28891, CDC24, GYP7, VPS8, SSO1 and MCM1). This data suggest that, in addition to genes encoding for enzymes directly involved in patulin degradation, other genes, like those identified in this study, play an indirect role in Sporobolomyces sp. IAM 13481, by enabling the yeast cells to initially resist to patulin toxicity. To confirm the phenotype showed by a T-DNA insertion mutant in VPS8, this gene was targeted for creating a deletion mutant by specific homologous replacement. Unexpected, the two vps8 mutants generated by means of AMT and target gene replacement show a different phenotype. This might be due to T-DNA rearrangements that interfere also with the expression of other genes. The patulin degradation pathway has been recently elucidated. The first degradation step is the enzymatic hydrolysis of the patulin lactone ring. Therefore, the genes DLH and rDLH of Sporobolomyces sp. IAM 13481 encoding different dienelactone hydrolases has been targeted for creating the respective deletion mutants. Preliminary results suggest that these genes might be directly involved in patulin degradation.
Nardelli, Alessia. "Photoabsorption of gold nanoparticles: a TDDFT analysis by cluster model molecules." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2009. http://hdl.handle.net/10077/3081.
Повний текст джерелаThe optical properties of gold nanoparticles are the object of study of the present Ph. D. thesis. Different clusters in various conditions have been considered in order to simulate the absorption spectra at theoretical level and to correlate to the electronic structure the information obtained from the interpretation of the spectra. The study of electronic excitations has been carried out within the TDDFT theory implemented in the ADF code. The gold nanoparticles have different and interesting physical and chemical properties and in the scientific community they have attracted great attention at both experimental and theoretical level. The properties for which they have been widely used, are mainly catalysis, absorption and selective oxidation, while those which are now being studied with increasing interest are optical, electronic and magnetic properties. Biology, biophysics and medicine are the applicative fields in which recently the gold nanoparticles have greater impact. In order to contribute to the study of the optical properties of the gold nanoparticles, we have tried to propose theoretical models with the goal to rationalize the experimental findings and to realize a computational model for new nanostructured materials with specific optical properties. We have therefore addressed this issue by handling several aspects. Below it will be described the path followed during the Ph. D. research indicating the chapters of the second part of the thesis in which the various arguments are treated in detail. Starting with both experimental and theoretical data found in literature, we have focused at first on naked gold clusters, to simulate the note SPR absorption band ascribed to the electron collective oscillations. We have tried to push the size of the cluster to the maximum computationally allowed to reproduce the red-shift/size increasing trend, observed in the UV-visible spectra, and to draw as closely as possible to the minimum size of the systems synthesized in the laboratory. Within the limitations due to high density of states in the case of larger clusters, we have tried to rationalize the results in terms of conventional quantum chemistry arguments. (Chapter 4) We have concentrated then on the refining of the computational technique, introducing the spin-orbit coupling in the calculation of valence excitation spectra of small regular icosahedrical bimetallic systems with closed shell. In this context we have discussed the differences between a SR (Scalar relativistic) and a SO (spin-orbit) TDDFT calculation scheme and also those due to different heteroatoms present in the centre of the gold cage. Thus, we have identified a diagonal trend between two elements of Group V B (V and Nb) and two from Group VI B (Mo and W) of the Periodic Table. (Chapters 5 and 6) Finally we have moved to the study of the electronic excitation phenomena from the valence to the core, simulating the XANES spectra of systems functionalized with metilthiolate. The experimental molecular models that we have compared, were similar in size but different in composition (dodecanethiolate) and in structure. Nevertheless, grounded on calculations, we have given a more detailed interpretation of the intense experimental band: it is the result of two unresolved bands which involve both S-Au and S-C antibonding states. Moreover, depending on the structure of the cluster, and then the types of interactions present, we have observed changes in the spectral patterns. (Chapter 7) In the first part of the thesis have been developed some general issues and some theoretical aspects with which deal the above chapters. In particular, in Chapter 1 is considered the wide nanoparticles main theme, in Chapter 2, the electronic spectroscopy and Chapter 3 the theoretical DFT and TDDFT methods with particular emphasis on aspects related to the relativistic formalism.
1979
Licen, Sabina. "Artificial ion transporters: synthesis, characterization and ionophoric activity on membrane models." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2009. http://hdl.handle.net/10077/3084.
Повний текст джерелаNel corso di alcuni anni il nostro gruppo di ricerca, ispirandosi alla struttura dei composti naturali anfotericina B e squalamina, ha sintetizzato una serie di composti che incorporano gli elementi strutturali fondamentali di questi due ionofori naturali: un’unità idrofobica rigida, una catena idrofilica (modulo di conduzione) e uno o due gruppi terminali polari. L’attività di questi composti nel trasporto di ioni attraverso il doppio strato fosfolipidico è stata investigata utilizzando liposomi come modelli di membrana e metodologie basate sulla spettroscopia NMR e su tecniche spettrofluorimetriche mediante l’utilizzo di probe fluorescenti. Tra i composti sintetizzati, un analogo formato da un ottapeptide di Aib (acido α-amminoisobutirrico) Z-protetto all’ N-terminale (unità idrofobica) e legato tramite il C-terminale ad un gruppo amminico di una diammina derivata dall’esaetilenglicole (modulo di conduzione e gruppo terminale polare), ha mostrato di avere un’attività ionoforica molto elevata nei confronti del trasporto di cationi sodio. La comprensione del motivo di questa alta ed inaspettata attività è stata quindi uno degli scopi principali di questo lavoro di Tesi, in cui sono stati studiati analoghi con catena alchilica a lunghezza variabile al posto del gruppo Z, già precedentemente sintetizzati, per valutare l’effetto idrofobico del sostituente. Dopo aver raccolto una prima serie di dati, per comprendere la rilevanza della presenza dell’anello aromatico sullo ionoforo modello, è stata sintetizzata e studiata una serie di analoghi che portano un diverso gruppo aromatico al posto del gruppo Z. Il secondo e più generale scopo di questo lavoro di Tesi è stato l’inizio di uno studio sull’attività ionoforica di composti strutturalmente diversi al fine di razionalizzare le caratteristiche strutturali necessarie per ottenere composti attivi come trasportatori di ioni. A questo scopo è stata iniziata un’intensa collaborazione con diversi gruppi di ricerca che hanno sintetizzato una serie di possibili ionofori. Il gruppo del Prof. De Riccardis dell’Università di Salerno ha sintetizzato una serie di composti calixarenici sostituiti con catene spermidiniche e una serie di α-ciclopeptoidi formati da un numero variabile di N-benzilossietilglicine. Il gruppo della Prof. Montesarchio dell’Università di Napoli ha preparato degli oligosaccaridi ciclici, legati da legami fosfodiesterei a ponte, chiamati CyPLOS (Cyclic Phosphate-Linked OligoSaccharide macrocycles). Infine il gruppo del Prof. Casnati dell’Università di Parma ha sintetizzato una serie di calixareni sostituiti con un numero variabile di gruppi guanidinio. Tutti questi composti sono stati preparati allo scopo di poter effettuare un ampio studio concernente il rapporto struttura/attività e poter quindi definire i requisiti strutturali minimi per ottenere un composto con attività ionoforica. Accanto ai risultati ottenuti per ogni singola classe di composti, che sono illustrati e discussi in dettaglio nel terzo capitolo della Tesi, la possibilità di studiare un così ampio spettro di composti utilizzando le stesse condizioni sperimentali, ci ha permesso di ottenere delle considerazioni generali sulla natura dell’attività ionoforica ponendo le basi per la progettazione di nuove strutture che possano mostrare maggiore attività e/o selettività. Un altro importante risultato ottenuto durante questo lavoro di Tesi è stato l’acquisizione di esperienza nell’utilizzo di molte tecniche atte ad investigare l’attività ionoforica su liposomi come modelli di membrana. In particolare, è stato approfondita la conoscenza di tecniche comprendenti l’uso di probe fluorescenti che hanno mostrato di essere valide e di facile utilizzo per ottenere dati riguardanti vari aspetti dell’attività ionoforica come ad esempio le sequenze di selettività. Tuttavia, utilizzando esperimenti su liposomi, rimane molto difficile ottenere l’evidenza sperimentale della distinzione tra un meccanismo di trasporto tramite canale e altri tipi di meccanismi (es. carrier). Per questo motivo i dati ottenuti da questo tipo di esperimenti dovrebbero essere integrati da dati ottenuti per via elettrofisiologica e il nostro gruppo di ricerca si sta muovendo proprio in questa direzione.
Taking inspiration from the natural ionophores amphotericin B and squalamine, during the past years our group synthesized a series of compounds that incorporate the fundamental structural elements of these natural ion transporters: a rigid hydrophobic unit, a hydrophilic chain (conduction module) and one or two polar head groups. The ionophoric activity of these artificial ionophores was investigated using liposomes as membrane models, and the measurements have been conducted by NMR spectroscopy and spectrofluorimetric techniques involving the use of fluorimetric probes. Among the compounds synthesized, an analogue having an N-terminus Z-protected α-aminoisobutyric acid (Aib) octapeptide (hydrophobic unit) linked, at the C-terminus, to one aminic moiety of a diamine derived by exa(ethylene)glycol (conduction module and polar head), was found to have an impressive activity in Na+ transport. The understanding of the reasons for such high and unexpected activity was therefore one of the main subjects of this Thesis work in which alkyl (instead of the Z-group) analogues of this compound, already prepared in our group, were studied to evaluate the hydrophobic effect of the substituent. After a first collection of data, a new series of analogues carrying a different aromatic group in place of the Z-group were synthesized and studied in order to asses the relevance of the aromatic substitution in the model ionophore. The second and more general subject of this Thesis work was the beginning of an investigation of structurally different compounds aimed to define common structural requirements for ionophoric activity. In this contest we have collaborated with several research groups which have synthesized the putative ionophore. Prof. De Riccardis and co-workers at Salerno University synthesized a series of spermidine calixarenic compounds as well as a series of cyclic α-peptoids formed by a variable number of N-benzyloxyethylglycines. The group of Prof. Montesarchio at Napoli University prepared novel cyclic oligosaccharide analogues, 4,6-linked through phosphodiester bonds, named CyPLOS (Cyclic Phosphate-Linked OligoSaccharide macrocycles). Finally the group of Prof. Casnati at Parma University synthesized a series of guanidinium calixarene conjugates. All these compounds have been prepared in the framework of a long standing collaboration which has as ultimate objective a broad structure/activity investigation aimed to define the structural requirements for ionophoric activity. Beside the results obtained in the study of each single class of compounds which will be illustrated and discussed in detail in the third chapter of this Thesis work, the possibility to investigate the ionophoric properties of such a broad bunch of compounds under the same set of experimental condition allowed us to draw more general considerations and put the basis for the design of new ionophores with enhanced activity and/or selectivity. A further important result of this Thesis work is the acquisition of expertise in several techniques used for the study of the ionophoric activity in liposomes. In particular we have exploited methodologies based on the use of fluorescent probes which have proved to give valid and user friendly entries to important features such as for example selectivity sequences. Ironically, it is the experimental evidence for the existence of ion channels as such (rather than the presence of alternative modes of transport) that remains most difficult to obtain in vesicles. For this reason this type of measurement should be paralleled with electrophysiological data and we are now moving in this direction.
1980
Condorelli, Angelo Giuseppe. "Basi molecolari della differente risposta delle cellule alpha e beta del pancreas di mammifero all apoptosi mediata da citochine: implicazioni patogenetiche nel Diabete Mellito." Doctoral thesis, Università di Catania, 2015. http://hdl.handle.net/10761/1683.
Повний текст джерелаCurro', Sergio. "Contributi per il miglioramento genetico del ficodindia (Opuntia ficus indica (L.) Mill.)." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1033.
Повний текст джерелаLlanes, Palla's Anna. "Nanostructuring of organic materials templated by hydrogen bonding recognition." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2009. http://hdl.handle.net/10077/3083.
Повний текст джерелаThe central challenge in the construction of molecular based devices is the necessity to develop methods for the controlled fabrication of well-defined organic systems that meet the structural requirements for their nanotechnological applications. The aim of this thesis is to design and synthesise novel molecules, equipped with desired molecular functionalities, which by means of H-bonding interactions can self-assemble and generate complex nanostructures both in solution and on metallic surfaces that ultimately could find applications as optoelectronic devices. Intrinsically, our goal is to obtain a good understanding of the recognition and complexation behaviour of the functional molecules either in solution or on surfaces. Our approach is based on the preparation of a vast “molecular library” of smart molecules, which can self-recognise and organise in a predictable manner. The synthesis of geometrical molecular modules bearing complementary H-bonding sites (2,6-di(acetylamino)pyridine and uracil) for self-assembly studies on metallic surfaces has been described. Such molecules however, showed some solubility limitations in common organic solvents such as CHCl3 or CH2Cl2, which represents a considerable disadvantadge for performing studies in solution. In fact, some of the molecules used in our studies could only be characterised in very polar solvents such as dimethylsulfoxide (DMSO), which are strong hydrogen bonding acceptor solvents, and therefore unsuitable for recognition studies. To solve this problem we synthesised a new generation of modules based on the former ones, which presented an enhanced solubility in common organic solvents and thus more appropriate for recognition studies in solution. The supramolecular complexes were characterised by means of 1H-NMR titrations and Job plots as well as steady-state UV/VIS absorption and emission titration measurements to determine the association strength and the assemblies’ stoichiometry. As expected, the recognition between the uracil and the 2,6-di(acetylamino)pyridine moieties is the driving force for the formation of the supramolecular systems. Self-organisation studies in solution of some supramolecular systems were also performed and the formation of spherical nanostructures resembling vesicles was observed. Finally, the “bottom-up” fabrication of patterned surfaces based on the supramolecular recognition of the pre-programmed complementary modules was performed. The Scanning Tunneling Microscopy studies performed both on the solid-liquid and solid-vacuum interfaces unravelled the potential of the supramolecular approach in the fabrication of addressable molecular devices, which are hardly imaginable using established miniaturising methods such as the lithographic techniques.
1981
Marega, Riccardo. "Sintesi e caratterizzazioni attraverso spettroscopia NMR di nuovi derivati dei nanotubi di carbonio." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2009. http://hdl.handle.net/10077/3085.
Повний текст джерелаI derivati solubili di nanotubi di carbonio (CNTs sono in fase di studio in molteplici settori tecnologici, fra cui quello biomedico. Nel nostro caso, a seguito dell' introduzione di gruppi carbossilici sui CNTs mediante loro ossidazione, sono stati formati legami estere o ammide con derivati dell'acido Ialuronico (HA), in modo da ottenere coniugati solubili in soluzioni acquose. L'HA è uno zucchero fondamentale in molteplici processi biologici e la sua introduzione sui CNTs permette, in linea di principio, di indirizzare i coniugati verso opportune linee cellulari tumorali. Per verificare l'avvenuta coniugazione dell'HA ed i suoi derivati ai CNTs ossidati sono state condotte analisi di spettroscopia NMR basata sulla diffusione (DOSY): in questo modo è stato possibile verificare la ridotta diffusione delle catene di HA a seguito della coniugazione covalente con i CNTs. Per settare i parametri necessari per le analisi DOSY sono stati prodotti ed analizzati derivati di CNTs solubili in solvente organico o in soluzioni acquose che sono stati precedentemente caratterizzati mediante le comuni tecniche analitiche dei CNTs. In questo modo è stata trovata una correlazione fra le informazioni ottenibili mediante spettroscopia NMR, relative alle funzionalità introdotte sui CNTs, e le analisi di microscopia elettronica, necessarie all'identificazione di CNTs solubilizzati a seguito della funzionalizzazione.
1980
MARZANO, VALERIA. "Indagine di proteomica su linee cellulari polmonari umane stabilmente infettate con gli oncogeni E6 ed E7 di HPV16." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2008. http://hdl.handle.net/2108/435.
Повний текст джерелаIn recent years data have accumulated implicating the involvement of oncogenic HPVs in bronchial carcinogenesis and the presence and expression of oncogenic HPV transcripts in non-small cell lung cancers have been reported throughout distinct studies. Taken together these data seem to support the hypothesis that oncogenic HPVs could act as co-factor in lung carcinogenesis. To further understand the role of HPV in the development of lung cancer we employed the lung cell line A549 stably infected with HPV16E6, HPV16E7 and HPV16E6/E7 constructs to investigate by a proteomic approach the protein profile changes associated with the expression of these oncogenes. Replicated 2-DE gels from uninfected and stably HPV16E6/E7 infected A549 cells were compared for changes in protein profile. We identified 17 different polypeptides whose average normalized spot intensity was statistically significant (p<0.05) and differed by 2- fold. The protein identification was achieved by peptide mass fingerprinting by MALDI-TOF-MS and nLC-ESI-Q-TOF-MS/MS peptide ladder sequencing Relationships between differentially expressed proteins and the HPV-induced infection mechanism have been clustered by knowledge-base database functional association network analysis. The results, deriving from the networks obtained from all three different infection conditions, suggested the functional involvement of a cell death inhibition pathway with central nodes including Annexin IV, Gp96, Hsp27 and Tumor protein-translationally controlled 1 as major key proteins for cell viability and inhibition of apoptosis pathway.
Caputo, Emilia. "Analisi molecolare del melanoma." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1214.
Повний текст джерелаLIBERATOSCIOLI, LAURA. "Biologia molecolare della paraoxonasi." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2008. http://hdl.handle.net/2108/548.
Повний текст джерелаFlamigni, Anna. "Applicazioni della glicobiologia all'imaging molecolare." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2009. http://hdl.handle.net/10077/3047.
Повний текст джерелаI carboidrati sono stati per molto tempo considerati molecole aventi solo funzioni di tipo strutturale e di riserva energetica per la cellula e non sembravano in alcun modo coinvolti nei processi che contribuiscono allo sviluppo di una cellula completamente funzionante. Nuove ed accurate ricerche hanno dimostrato il ruolo svolto dai carboidrati in numerosi processi biologici al punto che attualmente essi sono considerati la terza categoria di macromolecole con caratteristiche bio-informative. I carboidrati sono strutture che possono dare una quantità di informazioni estremamente elevata; l’innumerevole variabilità dei legami con cui le unità monosaccaridiche possono costituire strutture più complesse, permette ai carboidrati di utilizzare un linguaggio estremamente eloquente. Questo linguaggio ha preso il nome di Glicocodice. I decifratori del glicocodice sono tipicamente proteine leganti gli zuccheri chiamate lectine, caratterizzate da un’elevata specificità; lectine in grado di riconoscere in modo specifico unità beta-galattosidiche, chiamate galectine, risultano coinvolte in numerosi processi che regolano l’omeostasi cellulare, tra cui le interazioni cellula-cellula, cellula-matrice, ma anche i sistemi apoptotici ed il differenziamento cellulare. Inoltre esse risultano strettamente correlate con lo sviluppo di numerose patologie tra cui i tumori e le infiammazioni articolari come l’osteartrite e l’artrite reumatoide. In particolare, la galectina-1, molecola regolatrice pro-apoptotica, risulta sovraespressa nei pazienti affetti da artrite reumatoide. Al contrario, l’aumentata espressione della galectina-3 risulta essere un fattore rilevante per lo sviluppo di patologie osteoartritiche. Le convenzionali metodologie di indagine diagnostica per immagine sono purtroppo strumenti deboli per l’analisi di patologie croniche, in particolare risulta difficile la distinzione tra stadio acuto e cronico e l’identificazione di fasi iperacute. E’ per questo motivo che è così complessa la distinzione tra l’artrite reumatoide e le altre patologie osteoarticolari nelle prime fasi della malattia. La messa a punto di metodologie in grado di fornire una diagnosi precoce e precisa è dunque uno dei passi fondamentali nella lotta all’artrite reumatoide. Oggi sono disponibili test di tipo immunologico a livello sierico e tecniche di imaging in grado di dare alcune informazioni importanti sulla natura e sul decorso della malattia. Tuttavia questi risultano essere strumenti ancora carenti per una diagnosi precoce della patologia. Nella moderna era della medicina molecolare, terapie geniche e terapie cellulari potranno essere studiate direttamente e indirettamente tramite l’uso dell’ imaging molecolare. L’utilizzo di tecniche di imaging funzionale e molecolare assieme a strumenti di immagine anatomica, può indubbiamente incrementare la specificità e la sensibilità della diagnosi. Le procedure di indagine molecolare dovrebbero essere dunque considerate importanti strumenti complementari alle tecniche di indagine per immagini utilizzate correntemente in clinica. Nuovi mezzi di contrasto per MRI in grado di interagire a livello molecolare potranno dunque incrementare il potenziale di questa tecnica. Inoltre, l’emergere di nuove tecniche di diagnostica per immagini che utilizzano metodi ottici (fluorescenza e bioluminescenza), che sono attualmente di comune utilizzo in modelli animali in fase pre-clinica, sono in corso di sviluppo per la loro applicazione anche sull’uomo. Il presente progetto di dottorato ha avuto come obiettivo la messa a punto di un sistema diagnostico per immagini che permetta di individuare precocemente e con alta specificità la presenza di patologie artritiche infiammatorie, in modo tale da diagnosticare la malattia artritica nei primi stadi del suo sviluppo, ma anche di discriminarne la tipologia e la prognosi, al fine di poter applicare una corretta e tempestiva strategia terapeutica. Per realizzare tale obiettivo, nel corso del dottorato di ricerca, sono state sviluppate strategie sintetiche di nuovi mezzi di contrasto in grado di individuare markers specifici della patologia artritica, successivamente utilizzati su modelli cellulari e animali. In particolare, come bersaglio per tali mezzi di contrasto sono state individuate le galectine. Per ottenere l’interazione con le galectine i nuovi mezzi di contrasto devono contenere sonde per la diagnostica per immagini coniugate con strutture opportunamente modificate con ramificazioni di galattosio, al fine di permettere il legame selettivo alle galectine ed indicarne la presenza. Il progetto è stato articolato in due parti: Parte A, Analisi delle Patologie Articolari a Livello Molecolare. In questa fase sono stati sintetizzati complessi polimerici che potrebbero aiutare la comprensione dello sviluppo delle patologie articolari a livello molecolare. In particolare è stata effettuata la clusterizzazione di unità galattosidiche, note sonde biologiche per le galectine. La scelta delle strategie sintetiche è stata effettuata a partire dalla conoscenza del biopolimero Chitlac, composto le cui caratteristiche chimico/fisiche erano già ben note nel nostro laboratorio e a cui sono state riconosciute capacità di influenzare la crescita dei condrociti. Per meglio comprendere le interazioni e gli effetti di tale polisaccaride con molecole biologiche e colture cellulari, sono stati effettuati studi a livello molecolare e in vitro. In primo luogo si è quindi determinata la costante di affinità del Chitlac per le galectine-1 e -3, successivamente sono stati condotti studi di internalizzazione del Chitlac da parte di cellule presentanti un elevato numero di recettori per il galattosio (cellule di epatocarcinoma) e di condrociti primari, oggetto principale della nostra ricerca. I risultati ottenuti, hanno permesso di stabilire che il polisaccaride viene internalizzato negli epatociti in misura maggiore e in condrociti, in misura inferiore. Ne è seguito uno studio sull’effetto che il Chiltac svolge sul ciclo cellulare di tali cellule. Il risultato ottenuto ci ha indotti a pensare che il Chitlac sia in grado di interferire con le strutture che regolano il ciclo cellulare presumibilmente interferendo proprio con le galectine, proteine che controllano a monte l’espressione di proteine regolatrici dei checkpoint del ciclo cellulare. Questi risultati potrebbero finanche suggerire l’utilizzo del Chitlac non solo come sonda diagnostica ma anche some possibile agente terapeutico. Parte B, Analisi delle Patologie Artritiche a Livello Tissutale. Unità galattosidiche sono state ancorate a sonde per MRI, tra cui il DTPAGd (Magnevist®) presente in commercio e comunemente utilizzato in clinica, al fine di ottenere sonde maggiormente selettive nei confronti di patologie presentanti alterazioni dell’espressione di lectine. Come atteso, l’aggiunta dei gruppi ossidrilici dello zucchero ha portato ad un aumento dell’indice di relassività rispetto alla sonda commerciale con conseguente miglioramento dell’immagine MRI ottenuta dopo l’iniezione endovenosa del complesso di gadolinio. Infine, il Chitlac è stato utilizzato per evidenziare patologie artritiche in modelli animali tramite l’utilizzo dell’imaging ottico. A tale scopo, il polimero è stato coniugato con la sonda fluorescente Cy5.5. Le iniezioni intra-articolari del polimero hanno evidenziato le sole articolazioni patologiche, mentre il Chitlac è stato rapidamente allontanato dalle articolazioni sane. Una prima prova per via endovenosa ha inoltre permesso di verificare la permanenza nell’articolazione del polimero che dunque appare non subire un significativo sequestro da parte del fegato, come poteva essere ipotizzabile dai risultati ottenuti in vitro. Dagli studi condotti nel corso del presente progetto di tesi, è possibile concludere che la clusterizzazione del galattosio induce un incremento dell’affinità nei confronti delle galectine-1 e -3. Inoltre il polimero Chitlac (chitosano lattosilato) si è dimostrato in grado di interagire a livello cellulare al punto da influenzare il ciclo cellulare. Ulteriori studi potrebbero permettere una migliore comprensione di tali eventi. Infine, la possibilità di studiare condrociti derivanti da tessuti di articolazioni patologiche potrebbe permettere di valutare se in tali condizioni l’alterazione dell’espressione delle galectine possa essere tale da aumentare l’internalizzazione del polimero nelle cellule malate ed i suoi effetti sul ciclo cellulare. Studi preliminari in vivo su modelli di animale artritici, hanno permesso di evidenziare la permanenza del Chitlac nella articolazioni degli animali patologici, diversamente dagli animali sani, suggerendo un potenziale uso del polisaccaride nella discriminazione delle due tipologie di articolazione, effetto non evidenziabile con l’utilizzo di due polisaccaridi di controllo (chitosano e destrano), cioè privi del sostituente galattosio.
XXI Ciclo
1976
Vezzoli, P. "Analisi immunoistochimica e molecolare dei linfomi cutanei : entità rare : dottorato di ricerca in scienze dermatologiche." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2007. http://hdl.handle.net/2434/43179.
Повний текст джерелаLAZZARETTI, CLARA. "Azione Molecolare E Cellulare Degli Ormoni Della Riproduzione." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2022. http://hdl.handle.net/11380/1278344.
Повний текст джерелаClassically, follicle-stimulating hormone receptor (FSHR) and luteinizing hormone (LH) receptor (LHCGR) -driven cAMP-mediated signaling boosts human ovarian follicle growth and oocyte maturation. However, contradicting in vitro data suggest a different view on physiological significance of FSHR-mediated cAMP signalling, showing at the same time the activation of steroidogenic and pro-apoptotic events. These signals can be impaired by estrogens inducing anti-apoptotic events via nuclear receptors and non-genomic action of a G protein-coupled estrogen receptor (GPER). The aim of the project is to better understand the role of estrogens/gonadotropins and their membrane receptors in regulating ovarian physiology and the selection of the dominant follicle. In this study it was demonstrated that GPER heteromerizes both with FSHR and LHCGR at the cell surface of HEK293 cells overexpressing the two receptors as well as human primary granulosa lutein cells (hGLC). FSHR/GPER heteromers reprogram cAMP/death signals into proliferative stimuli fundamental for sustaining oocyte survival. In human granulosa cells, survival signals are missing at high FSHR:GPER ratio, which negatively impacts follicle maturation and strongly correlates with preferential Gαs protein/cAMP-pathway coupling and FSH responsiveness of patients undergoing controlled ovarian stimulation. In contrast, FSHR/GPER heteromers triggered anti-apoptotic/proliferative FSH signaling delivered via the Gβγ dimer, whereas impairment of heteromer formation or GPER knockdown enhanced the FSH-dependent cell death and steroidogenesis. On the other hand, GPER/LHCGR complex does not affect the LH and hCG-induced cAMP production and do not compromise the activation of the cAMP/PKA pathway, as it is indicated by similar CREB and ERK1/2 phosphorylation and same progesterone production in hGLC treated with siRNA against GPER, and the mock-treated one. Interestingly, GPER displace the LHCGR/Gαq coupling and consequently impedes the intracellular Ca2+ release and IP1 accumulation in LHCGR-GPER co-expressing HEK293 cells upon LH and hCG treatment compared to LHCGR-expressing cells. Also, it was demonstrated that in presence of GPER the kinetic of FSHR internalization through early and late endosomes is reduced, suggesting its ability to blockade FSHR at the intracellular level and reduce FSHR recycling on cell membrane. Indeed, FSHR internalization is necessary for GPER to inhibit FSH-induced cAMP response. According to our results, estrogens are selectively involved in the regulation of pro- and anti-apoptotic signals and receptor internalization through FSHR/GPER complexes and in modulation of LHCGR-mediated signaling cascade. Our findings indicate how oocyte maturation depends on the capability of GPER to shape FSHR and LHCGR selective signals, indicating hormone receptor heteromers may be a marker of cell proliferation.
La, Rosa Salvatore. "Caratterizzazione molecolare delle delezioni parziali del gene DAZ: come e perchè." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/969.
Повний текст джерелаDe, Rocco Daniela, and Rocco Daniela De. "STUDIO CLINICO E MOLECOLARE DELLA SINDROME DI BERNARD-SOULIER." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2015. http://hdl.handle.net/10077/10848.
Повний текст джерела2013/2014
La sindrome di Bernard-Soulier (BSS) è una rara piastrinopenia ereditaria causata da alterazioni a livello del complesso glicoproteico GPIb-IX-V, presente sulla membrana piastrinica e responsabile della adesione delle piastrine in seguito a danno vascolare. La BSS si trasmette come malattia autosomica recessiva (BBSA1) e i pazienti affetti presentano piastrine giganti e severi episodi di sanguinamento. Tuttavia in tempi recenti sono state descritte delle famiglie con una forma dominante nota come BSSA2. In questi pazienti la piastrinopenia è moderata e le piastrine presentano un volume leggermente aumentato. Finora sono state individuate solo 5 varianti in eterozigosi nel BSSA2:, 4 nel gene GP1BA e 1 in GP1BB. Fatta eccezione per p.Ala172Val del gene GP1BA che è relativamente frequente nella la popolazione Italiana, le altre 4 sono state descritte in singole famiglie. I pochi casi di cui disponiamo, soprattutto per la forma recessiva non ci permettono di avere informazioni sui meccanismi patogenetici e sulla sua evoluzione nel tempo. Per questo motivo è stato istituito un Consorzio Internazionale per lo studio della BSS grazie al quale è stato possibile raccogliere i dati clinici e molecolari di 132 famiglie. Tutte le informazioni sono state inserite in un database (BSS Consortium database) attualmente gestito dal nostro laboratorio e consultabile dai gruppi di studio che hanno aderito al Consorzio. Inoltre per aumentare le informazioni sulle varianti identificate nel BSSA1 abbiamo incrementato i dati molecolari delle famiglie del Consorzio con i dati di altre 79 famiglie descritte in letteratura, raggiungendo un totale di 211 famiglie. Tutte le mutazioni identificate in queste famiglie sono state poi inserite in un database pubblico disponibile in rete (LOVD: Leiden Open Variation Database). La raccolta e l’elaborazione dei dati ci ha permesso di chiarire alcuni aspetti clinici e molecolari della malattia. Tuttavia data l’eterogeneità genetica e l’elevata espressione fenotipica gli studi genotipo-fenotipo si sono rivelati difficili da eseguire. Nonostante le molte informazioni acquisite, il database risulta ancora incompleto e limitato; per questo motivo è necessario raccogliere nuovi casi e inserire assieme alle varianti anche i relativi studi funzionali che si rivelano indispensabili per poter definire l’effetto delle varianti sul complesso GPIb-IX-V. Nell’ambito invece dello studio e caratterizzazione della forma meno grave di BSS (BSSA2) sono stati selezionati 120 pazienti piastrinopenici senza diagnosi caratterizzati da piastrine grandi. In questi pazienti sono stati analizzati i geni GP1BA, GP1BB e GP9 e sono state identificate 11 diverse varianti: 1 nonsense, 2 mutazioni di framshift, 1 mutazione nel codone di inizio e 5 varianti missense. Gli studi funzionali eseguiti sulle varianti missense per stabilire il loro ruolo patogenetico sono ancora in corso. Tuttavia se gli studi dovessero confermare la loro patogenicità 11 pazienti su 120 risulterebbero BSSA2 e questa forma dovrebbe essere considerata una tra le piastrinopenie ereditarie più frequenti in Italia. In conclusione grazie a questo studio è stato possibile raccogliere la più ampia casistica di pazienti affetti da BSSA1 fin’ora descritta e ottenere numerose informazioni sia sulla clinica che sulle mutazioni coinvolte. Il BSS Consortium database permetterà ai clinici che hanno partecipato allo studio di osservare nel tempo l’andamento della malattia nei pazienti e di ottenere informazioni utili per stabilire un corretto protocollo per la presa in carico dei pazienti. Infine la caratterizzazione di nuove forme di BSSA2 rappresenta il punto di partenza per descrivere al meglio la malattia BSSA2 sia dal punto di vista clinico che molecolare. In futuro sarà quindi indispensabile estendere il BSS Consortium database anche alla forma BSSA2.
XXVII Ciclo
XXVII Ciclo
1979
Pappalardo, Anna Maria. "DNA barcoding e biodiversità molecolare: casi di studio nel settore ittico." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1171.
Повний текст джерелаBracchitta, Giuseppina. "Reazioni fotoindotte da agenti xenobiotici in sistemi a crescente complessità molecolare." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1170.
Повний текст джерелаSTORICI, PAOLA. "LE CATELICIDINE, UNA NUOVA FAMIGLIA DI PRECURSORI DI PEPTIDI ANTIMICROBICI DEI NEUTROFILI. CARATTERIZZAZIONE MOLECOLARE E STRUTTURALE." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 1996. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/12831.
Повний текст джерелаPassanisi, Roberta Claudia. "Valutazione immunoistochimica e molecolare dei livelli di grelina nello stomaco dei soggetti obesi." Doctoral thesis, Università di Catania, 2018. http://hdl.handle.net/10761/3995.
Повний текст джерелаSILVESTRI, GLORIA. "Il fingerprinting molecolare: un potente strumento per la caratterizzazione di alimenti fermentati della tradizione italiana." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2008. http://hdl.handle.net/11566/242599.
Повний текст джерелаBottega, Roberta. "Sviluppo di una strategia per la diagnosi molecolare dell'anemia di Fanconi." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2014. http://hdl.handle.net/10077/9981.
Повний текст джерелаL’anemia di Fanconi (FA) è una malattia genetica rara caratterizzata da malformazioni congenite, pancitopenia, predisposizione al cancro e aumentata sensibilità ad agenti, quali diepossibutano e mitomicina C, che formano legami tra i due filamenti di DNA. La FA è causata da almeno 16 geni che costituiscono, insieme ad altri componenti, un pathaway di riparazione del DNA. L’eterogeneità è uno dei principali motivi che complica la diagnosi molecolare della FA. E’ pertanto necessario un processo a più livelli che implica lo screening di molti esoni o, in alternativa, l’allestimento di linee cellulari e l’analisi di complementazione per la caratterizzazione del gene candidato. Gli scopi di questa tesi pertanto sono diretti a: • Ridurre i tempi per l’identificazione del gene mutato sostituendo l’analisi di complementazione con quella di espressione delle proteine FA basandosi sul presupposto che prodotti mutati siano rapidamente degradati; • Caratterizzare dal punto di vista molecolare gli effetti delle varianti identificate dall’analisi di sequenza. Per quanto riguarda il primo obiettivo, ci siamo focalizzati sullo studio della proteina FANCA in 44 linee cellulari linfoblastoidi appartenenti ai diversi gruppi di complementazione. E’ emerso che, fatta eccezione per FA-G, l’espressione di FANCA non è alterata da mutazioni nei geni FANCB, FANCC e FANCD2. Per quanto riguarda i pazienti con mutazioni in FANCA, invece, abbiamo osservato una correlazione tra il tipo di mutazione e il livello di espressione della proteina che può quelli essere paragonabile a quella dei controlli nel caso di mutazioni missenso o ampie delezioni in frame. In accordo con l’ipotesi invece, in presenza di mutazioni nonsenso e frameshift in entrambi gli alleli del gene, non si ha produzione di proteina. Sulla base di questi dati possiamo concludere che l’analisi di FANCA non è soddisfacente per assegnare ai pazienti il corrispondente gruppo di complementazione. Tuttavia, da questo studio è emersa l’ipotesi di un’associazione tra l’espressione stabile delle proteine FANCA mutate e un fenotipo meno grave nei pazienti. I dati preliminari dimostrano che queste proteine non sono traslocate nel nucleo e che quindi un’eventuale attività residua non sia da attribuire al processo di riparazione del DNA. Un potenziale ruolo andrebbe forse indagato a livello citoplasmatico dove, come sta emergendo dalla letteratura, almeno FANCG e FANCC, svolgono una funzione all’interno del mitocondrio tale da giustificare l’elevato grado di stress ossidativo delle cellule FA. Per il secondo obiettivo, lo studio dei casi arruolati nell'ambito dell'AIEOP (Associazione Italiana Ematologia Oncologia Pediatrica) ha consentito l'identificazione delle mutazioni in 100 famiglie. Dall’analisi dei dati emerge che la maggior parte delle mutazioni colpisce il gene FANCA (85%), seguito da FANCG (9%), FANCC (3%), FANCD2 (2%) e FANCB (1%). In assenza del dato di complementazione e/o in presenza di varianti alle quali non è sempre possibile attribuire un chiaro effetto patogenetico, sono state eseguite ulteriori indagini. Si citano a titolo di esempio la caratterizzazione delle ampie delezioni intrageniche mediante MLPA, l’analisi bioinformatica e a livello di RNA delle alterazioni di splicing che, qualora in frame, sono state ulteriormente confermate anche a livello proteico e, infine, lo studio bioinformatico di patogenicità delle sostituzioni aminoacidiche. La formulazione di un algoritmo efficace e rapido per la diagnosi molecolare della FA, nonché la chiara definizione del significato patogenetico delle varianti identificate, è molto importante per corretta presa in carico del paziente e della famiglia sia per l’identificazione dei portatori che per la diagnosi prenatale.
XXVI Ciclo
1984
Diliberto, Giuseppe. "Impiego di tecniche innovative per la valorizzazione e caratterizzazione molecolare di specie vegetali ornamentali." Doctoral thesis, Università di Catania, 2015. http://hdl.handle.net/10761/3853.
Повний текст джерелаBiondi, Roberta <1989>. "Evidenziazione sierologica e molecolare di Chlamydia pneumoniae e Simkania negevensis in pazienti affetti da patologia aterosclerotica carotidea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8499/1/Tesi%20PhD%20Roberta%20Biondi.pdf.
Повний текст джерелаAtherosclerosis is a multifactorial and complex pathology. Some studies show a possible involvement of microorganisms, but the results are contradictory. The aim of this study is to evaluate the presence of anti- Chlamydia pneumoniae and anti-Simkania negevensis antibodies in sera of patients waiting for carotid endarterectomy (CEA) surgery. In addition, after the surgery it was possible to search DNA of microorganisms into the removed pathological tissue. For the serological evaluation it was used a home-made immunoenzymatic technique, for the molecular evaluation a nested PCR. For this study, 50 patients were enrolled. The obtained results pointed out a positivity of the 28% for IgG anti-Simkania negevensis and of the 10% for IgA; for C. pneumoniae the percentages were of 20% of IgG and 8% for IgA. Molecular data of the PCR obtained were: 34% of positivity for S. negevensis and 26% for C. pneumoniae. The results of this study support the hypothesis that these microorganisms can develop a quiescent or persistent status of the infection, in which it is possible to observe, through technique of PCR, DNA of them into the pathological tissue.
PALMIERI, Davide. "Ruolo del pH nell'interazione biologica e molecolare tra Fusarium oxysporum f.sp. Lycopersici e rizobatteri su piante di pomodoro." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2016. http://hdl.handle.net/11695/66308.
Повний текст джерелаThe main aspect for microbial and plants adaptation is the ability to change the pH in the microenvironment where they are living and this activity require the involvement of additional energy from eukaryotes and prokaryotes. In the trophic interaction between F. oxysporum f.sp. lycopersici (Fol) and Solanum lycopersicum the influence on the rhizosphere pH is a key factor affecting the results of infection process and disease progress. The root exudates acidify the extracellular environment and, by contrast, Fol proliferation alkalinize the infection sites. Roots secretion produce conditions that promotes microbial proliferation, which in turn alter the pH of this ecological niche. The rhizobacteria Rahnella aquatilis and Pseudomonas fluorescens share the same extracellular acidification mechanisms (i.e. gluconic acid production, glucose dehydrogenase “Gcd” activity). The aim of this PhD thesis was to evaluate the role of the bacterial enzyme Gcd on the biological control of Fol. Basing on obtained results it is possible that the Gcd bacterial gene may have a key role in the biological control of Fol, but with opposite implication in the two tested bacteria. In P. fluorescens strain CHA0 the knockout gene mutation (Gcd) increases the effectiveness in the antagonistic activity against Fol by an increase of chelating agents synthesis. Moreover, analyzing the phenotypes of single and double knockout mutants for the antifungal compounds, 2,4-diacetylphloroglucinol (2,4-DAPG) and pyoluteorin (PLT), it is possible to confirm that these genes don’t exert a crucial role in the fungal inhibition. R. aquatilis has a strong extracellular acidification activity and such ability is loosed in the Δgcd mutants. For this bacterial species the rhizosphere acidification can be considered the main mode of action in its biological control against Fol. Inhibiting the rhizosphere acidification, by using buffer solutions or by Gcd gene disruption, the antagonistic activity is drastically reduced. This finding allowed us to evidence the influence of pH on the virulence of Fol by analyzing the fusaric acid production in the pathogen. Collectively the results of this investigation evidence a clear relationship among fusaric acid production, extracellular pH increasing and increasing of chelating agents in the crude cellular culture broth. We also observed how the extracellular pH, and then Fol fusaric acid production, can be influenced by the nitrogen sources. In the Fol wild type strain the fusaric acid production is influenced by chemical variables linked with the iron availability. Indeed the presence of chelating agents (pyoverdine and EDTA) or alkaline-buffered pH, the pathogen increases the synthesis of this metabolites, while drastically reduces such compounds in the presence of iron or acid-buffered pH. Furthermore, we observed a better tolerance to fusaric acid by both strains of P. fluorescens, CHA0 wild type and CHA1196 Δgcd strain. Finally, analyzing the fusaric acid production in eight strains of F. oxysporum f.sp. ciceris, the production of this secondary metabolite can be associated with the yellowing symptom in chickpea plants affected by fusariosis. These results evidenced a crucial role of pH for both Fol virulence and biological control of antagonistic bacteria. The extracellular alkalinization triggers competition mechanisms for cations (e.g. iron), where P. fluorescens and Fol increases the siderophores secretion. Fusaric acid can work as a siderophore playing a critical role in the cations competition with microbiome and host plant. In conclusion, the present study clearly evidenced the role of some important factors (i.e. pH, siderophores and fusaric acid) involved in the mechanisms of action between the fungal pathogen (Fol, used as a model of study) and two selected antagonistic rhizobacteria. These positive results open the way to future research aimed at a better understanding of the multiple and complex fungal pathogens-bacteria interactions.
GRIONI, ANDREA. "Application of modern data science to genomics and clinical research." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/279991.
Повний текст джерелаAfter the completion of the human genome project in April 2003, the continuous flow of sequencing data and the development of new databases began to transform the field of genomics into data-driven science. Bioinformatics analyses raw experimental data with the aim to obtain information describing biological processes, thus providing a powerful tool to investigate specific molecular and genetic mechanisms. This domain knowledge in combination with genomics allows to decipher the interrelationships between genes, regulatory elements, metabolic pathways, and protein interactions. Deep learning, a subdiscipline of machine learning, has been recently applied to the field of genomics, leading to remarkable results. The two main objectives of this study were: the development and application of bioinformatic tools for the study of the genetic basis of acute lymphoblastic leukaemia, and the usage of deep learning techniques for the identification of small non-coding RNA elements in the human genome. This dissertation provides a comprehensive overview of the recent evolution of genomics as an interdisciplinary field of research strongly associated with computer science and data analysis.
Crabu, Stefano. "Dalla molecola al paziente: la ricerca oncologica fra laboratori scientifici e spazi clinici." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423543.
Повний текст джерелаPREMESSA Nel corso di questa tesi di dottorato ho rivolto l’attenzione ai processi attraverso i quali le conoscenze biomediche in oncologia molecolare vengono tradotte in nuove applicazioni cliniche. Più precisamente, mi sono focalizzato sulla cosiddetta ricerca traslazionale nel campo dell'oncologia molecolare al fine di indagare le relazioni tra la ricerca scientifica e la medicina, e tra il personale clinico e i ricercatori. Da un punto di vista teorico, la mia riflessione sulla ricerca traslazionale traccia una discontinuità rispetto ai modelli adottati dalle scienze sociali per studiare i rapporti fra scienza, medicina e società, in cui la traiettoria traslazionale di innovazione è stata tradizionalmente concepita come un meccanismo lineare e progressivo. Nel condurre la ricerca ho adottato una prospettiva maturata dal dialogo fra la sociologia della medicina e della salute e gli studi sociali sulla scienza e la tecnologia, che mi ha permesso di costruire una rete di concetti capaci di cogliere le dinamiche che portano comunità biomediche differenti a convergere e dialogare fra loro. Più in particolare, questa prospettiva mi ha consentito di indagare la ricorsività fra le aspettative, le visioni scientifiche, gli oggetti tecnologici e le pratiche tecnoscientifiche attraverso le quali medici e ricercatori cercano di consolidare e materializzare le narrazioni scientifiche sui “futuri clinici” improntati al nuovo paradigma traslazionale. Da questo punto di vista, l'intersezione fra la clinica e il laboratorio definisce e circoscrive uno spazio bioclinico ibrido, rappresentato dalla ricerca traslazionale. Quest'ultima è stata considerata nei termini di un nuovo stile di pratiche, ovvero come l'esito emergente di un lavoro scientifico che ha stimolato il dialogo e la convergenza fra attori umani e dispositivi tecnologici, risorse linguistiche e pratiche discorsive al fine di comprendere in che modo le aspettative e le aspirazioni su possibili futuri clinici possono essere manipolate e gestite entro i contesti laboratoriali dove conoscenza biomedica e nuove indicazioni terapeutiche vengono prodotte e condivise. OBIETTIVI DELLA RICERCA In primo luogo, lo scopo di questa tesi è di contribuire in modo innovativo alla comprensione dei processi di innovazione nella biomedicina contemporanea, cercando di mettere in dialogo diverse prospettive teoriche maturate in seno alla sociologia della medicina e agli studi sociali sulla scienza e la tecnologia. In secondo luogo, nel corso della tesi vengono esplorati in profondità i modi in cui gli scienziati si relazionano alle pratiche e ai problemi clinici che disciplinano il loro campo d'azione, esaminando così in che modo i diversi attori presenti sulla scena della biomedicina traslazionale costruiscono il dialogo tra laboratori scientifici e gli spazi della cura. METODOLOGIA Il disegno dell'indagine, costruito in relazione al quadro teorico e agli obiettivi della ricerca, ha previsto l'analisi documentale e l'osservazione etnografica – della durata complessiva di un anno – condotta all'interno dei laboratori e degli spazi clinici localizzati in due differenti setting biomedici del Nord Italia, nei quali la ricerca e la cura oncologica sono gestite secondo un approccio traslazionale. Inoltre sono state realizzate ventitré interviste etnografiche con scienziati, medici, coordinatori di sperimentazione clinica e infermieri impegnati nei diversi contesti empirici presi in considerazione.
GRIANTI, PAOLO. "Functional characterization of the role of yeast aspin(s) in mitosis : doctorate in genetic and biomolecular sciences : phd thesis." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2010. http://hdl.handle.net/2434/158337.
Повний текст джерелаAlbertini, Niccolo'. "New approaches to scientific visualization in virtual immersive environments for science and humanities." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2018. http://hdl.handle.net/11384/85998.
Повний текст джерелаBaiz, Daniele. "New molecular insights about hepatocellular carcinoma behaviour and the control of cell progression." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2009. http://hdl.handle.net/10077/3045.
Повний текст джерелаStudio dei fattori di elongazione eucariotici EEF1A e ruolo nello sviluppo dell'epatocarcinoma. Studio del bortezomib, inibitore del proteasoma, come potenziale farmaco da impiegare per il trattamento dell'epatocarcinoma.
XXI Ciclo
1973
Campopiano, Rosa. "Sviluppo di un percorso diagnostico mediante tecnologia NGS per la caratterizazione molecolare di pazienti atasso spastici e pazienti con fenotipi neurologici complessi." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2019. http://hdl.handle.net/11695/86513.
Повний текст джерелаNeurological diseases are a heterogeneous group of pathologies characterized, in many cases, by a strong clinical and genetic heterogeneity. Examples of this are spastic paraplegia and ataxia, in which the genetic component is in many cases difficult to frame. While many of these patients fail to identify this component, others receive a clinical diagnosis in which the gene responsible for the phenotype is identified. In such patients, genetic analysis must regard the incomplete penetrance, and the presence of "private" mutations (described only in some families). Moreover, the difficulty in carrying out multicentric studies with homogeneously selected patients makes it difficult to develop specific databases in which the gene variants are reported, and the clinical phenotype associated with them. Regarding the phenotype, the clinical and molecular diagnostics find more difficulties in the most complex forms, in which spasticity or ataxia are only a component of much more complex clinical syndrome. Next Generation Sequencing (NGS) technologies have solved the problem of "polygenicity", making it possible to analyze multiple genes simultaneously, including the analysis of the whole genome. To date, carefully designed and validated panels have become part of clinical practice. The application of these technologies in neurological diseases is more complex because it requires a careful selection of genes to be analyzed. Moreover, considering the high allelic heterogeneity, it is difficult to establish a correct detection rate (% of identified positives), and therefore to develop easy-to-use panels in molecular diagnostics. In light of these observations, the thesis had the following objectives: • Design, develop and validate a panel of genes based on NGS technology (NGS target panel) for the diagnosis of patients characterized by ataxia and / or spasticity • To evaluate the usefulness of the NGS analysis of all the coding genes associated with Mendelian pathologies (clinical exome) for a correct classification of complex neurological phenotypes. The study was conducted on 78 ataxic and / or spastic patients recruited at the IRCCS Neuromed. The genetic component potentially responsible for the clinical phenotype was identified in 21% of the patients analyzed by the target NGS Panel, and in 13% of the patients analyzed by clinical exome. The study showed that NGS panels, carefully designed and validated, can be applied to the molecular diagnosis of neurological pathologies characterized by polygenicity and clinical variability. The validation of these clinical strategies requires the careful and homogeneous selection of the cases. This allows to delineate the correct diagnostic use, thus increasing the detection rate. It is also essential to use a very stringent and reproducible interpretation of the variants. This is confirmed in the present study, where the joint use of family segregation analysis (where possible) and bioinformatics analysis, is fundamental for the identification of pathological variants. For a correct diagnostic classification of the complex phenotypes it was useful to apply larger panels, such as the clinical exome.
Rabiti, Davide. "Struttura sovra molecolare e autenticità degli alimenti: Applicazione delle curve di rilassamento nucleare 1H al caso delle mozzarelle di bufala campana D.O.P." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20701/.
Повний текст джерелаFerroni, Letizia. "Ricostruzione in vitro di 'SOFT AND HARD TISSUE' a partire da cellule staminali adulte: tecniche di ingegneria dei tessuti ed analisi di citogenetica molecolare." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422096.
Повний текст джерелаIn questo lavoro sono stati ricostruiti in vitro 'soft and hard tissue' seminando Cellule Staminali Adulte su supporti tridimensionali in presenza di opportuni fattori differenziativi. In particolare, sono stati preparati i seguenti costrutti: (a) tessuto nervoso a partire da cellule staminali di pelle (SKP) e tessuto adiposo (ADSC) seminate su un supporto a base di acido ialuronico o fibrina; (b) tessuto osseo vascolarizzato utilizzando ADSC seminate su scaffold a base di idrossiapatite e (c) tessuto simil-dentale associando le cellule staminali della polpa dentale (DPSC) a un biomateriale a base di acido ialuronico. Lo studio ha previsto una fase preliminare in monostrato, in cui il differenziamento delle cellule staminali è stato valutato mediante analisi di immunofluorescenza. Stabilita la plasticità delle cellule staminali ai fattori differenziativi, sono stati effettuati gli esperimenti nelle tre dimensioni. A diversi tempi, i costrutti sono stati sottoposti a test di proliferazione, ad analisi morfologica mediante microscopia elettronica a scansione e ad analisi dell'espressione genica mediante Real Time PCR. Inoltre sono state condotte analisi di citogenetica mediante cariotipo e CGH array per verificare la stabilità genetica delle cellule durante il differenziamento. I dati raccolti hanno mostrato: (a) il differenziamento neuronale e gliale delle SKP e delle ADSC su supporti a base di acido ialuronico e fibrina mediante un processo che non altera lâassetto cromosomico delle cellule differenziate. (b) Il co-differenziamento osteogenico ed endoteliale delle ADSC su supporti a base di idrossiapatite e la generazione in vitro di un sostituto osseo bioingegnerizzato privo di alterazioni geniche e dalla promettente osteointegrazione. (c) Un possibile modello per la rigenerazione della polpa dentale che associa le DPSC a un supporto tridimensionale a base di acido ialuronico sottoforma di tessuto non tessuto, dove il co-differenziamento gliale, neuronale ed endoteliale delle DPSC favorisce la rigenerazione della componente nervosa e vascolare del tessuto pulpare.
Boem, F. "A MATTER OF STYLE.HOW MAP THINKING AND BIO-ONTOLOGIES SHAPE CONTEMPORARY MOLECULAR RESEARCH." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/349513.
Повний текст джерелаCarlomagno, Cristiano. "Surface Patterned Ceramics Via Breath Figures Method With Potential Application As Implant Coatings." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2018. https://hdl.handle.net/11572/367765.
Повний текст джерелаMASSA, MARCO. "Formazione di biofilm e resistenza ai biocidi in Listeria." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/965.
Повний текст джерелаThe current research activity was focused on biofilm formation in dynamic conditions. A suitable device was thus constructed, in order to have a quantitative evaluation of the cells freely suspended in the flowing nutrient solution used as well as the sessile cells which adhered on the three tested surfaces (stainless steel, polyethylene therephthalate and copper). During this project, other than of a quantitative assessment of bacterial adhesion, we investigated also on the parameters which could affect significantly the biofilm formation of Listeria on abiotic surfaces. At the same time antimicrobial efficiency of selected biocides was investigated on planktonic cells as well as on bacterial biofilms grown on abiotic surfaces. The role of luxS-based quorum sensing system in the biofilm development process was evaluated: a luxS-null mutant of an adhesive strain of L. innocua was obtained through Campbell-like genetic inactivation and then evaluated for its sensitivity to biocidal agents and adhesion to surfaces, in comparison with its parental strains. Furthermore the effect of genetic inactivation on bacterial growth kinetic and thus on overall bacterial metabolic efficiency was assessed through the apparatus of BioscreenC. Finally two polyphenolic compounds were investigated for their inhibitory effect on Listeria.
MASSA, MARCO. "Formazione di biofilm e resistenza ai biocidi in Listeria." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/965.
Повний текст джерелаThe current research activity was focused on biofilm formation in dynamic conditions. A suitable device was thus constructed, in order to have a quantitative evaluation of the cells freely suspended in the flowing nutrient solution used as well as the sessile cells which adhered on the three tested surfaces (stainless steel, polyethylene therephthalate and copper). During this project, other than of a quantitative assessment of bacterial adhesion, we investigated also on the parameters which could affect significantly the biofilm formation of Listeria on abiotic surfaces. At the same time antimicrobial efficiency of selected biocides was investigated on planktonic cells as well as on bacterial biofilms grown on abiotic surfaces. The role of luxS-based quorum sensing system in the biofilm development process was evaluated: a luxS-null mutant of an adhesive strain of L. innocua was obtained through Campbell-like genetic inactivation and then evaluated for its sensitivity to biocidal agents and adhesion to surfaces, in comparison with its parental strains. Furthermore the effect of genetic inactivation on bacterial growth kinetic and thus on overall bacterial metabolic efficiency was assessed through the apparatus of BioscreenC. Finally two polyphenolic compounds were investigated for their inhibitory effect on Listeria.