Добірка наукової літератури з теми "Ricezione del dramma antico"

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Статті в журналах з теми "Ricezione del dramma antico"

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Ciprandi, Davide. "Le musiche di scena di Louis Pister per La Tosca di Sardou: edizione critica della partitura." ACME 74, no. 1 (November 26, 2021): 133–80. http://dx.doi.org/10.54103/2282-0035/16796.

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Анотація:
La tesi di dottorato di Erin M. Brooks, oggi Assistant Professor di Storia della musica presso la Crane School of Music della State University of New York at Potsdam, indaga il rapporto tra Sarah Bernhardt, prima interprete del ruolo di Floria in La Tosca, e la musica del suo tempo, compresa quella scritta appositamente per il teatro. All’interno di questo testo viene citata una rilevante scoperta dell’autrice, ossia un manoscritto delle musiche di scena composte da un certo Louis Pister per la pièce di Sardou, conservate oggi presso la National Library of Australia. Scopo di questo contributo è quello di proporre un’edizione critica delle musiche di scena composte da Pister, documento imprescindibile per l’analisi dell’opera di Sardou. Inoltre, si tenterà di ricostruire, attraverso lo spoglio dei periodici contemporanei, la ricezione del dramma La Tosca e il profilo biografico dello sconosciuto compositore della musica incidentale.
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Tabacchini, Paolo. "La voce del satiro." Estudios Románicos 29 (November 12, 2020). http://dx.doi.org/10.6018/er.411341.

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Анотація:
The objective of this article is to highlight the peculiar aspects of the character of the Satyr in Aminta, the pastoral play by Torquato Tasso. The study – that will take into account both traditional use of this mask in the pastoral genre (ancient and modern) and the particular poetic conception of the author – is conducted through the systematic commentary of the Satyr’s monologue (Aminta II, 1), the only time when his voice can be heard and his real and deep intentions can be understood. Beyond the pastoral allegory, the singular theory about love and violence, brought by the words of this contradictory character into the peaceful scene of the drama, appears like a strong invective against the hypocrisies hidden in civil society. L’obiettivo di quest’articolo è mettere in luce gli aspetti peculiari del personaggio del Satiro nella favola pastorale di Torquato Tasso Aminta. Lo studio (che terrà conto sia dell’uso tradizione di questa maschera nel genere pastorale (antico e moderno), sia la particolare concezione poetica dell’autore) è condotto attraverso il commento sistematico del monologo del Satiro (Aminta II, 1), l’unico momento in cui la sua voce può essere ascoltata e le sue reali e profonde intenzioni possono essere comprese. Al di là dell’allegoria pastorale, la singolare teoria sull’amore e la violenza che le parole di questo contradditorio personaggio portano sulla pacifica scena del dramma si mostra come una forte invettiva contro le ipocrisie nascoste nella società civile.
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Agazzi, Elena. "L’INTERPRETAZIONE DEL MONDO ANTICO IN DE L'ORIGINE DES LOIX, DES ARTS, ET DES SCIENCES; ET DE LEURS PROGRÈS CHEZ LES ANCIENS PEUPLES (1758) DI ANTOINE-YVES GOGUET E LE FORME DELLA SUA RICEZIONE NEL SETTECENTO TEDESCO." Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere - Rendiconti di Lettere, July 8, 2020. http://dx.doi.org/10.4081/let.2019.669.

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Анотація:
This essay presents the ways in which a crucial transition has been made the object of erudite reasoning. This transition concerns the passage from a vision of universal history based on chronological and historical calculation, as attested in Francesco Bianchini’s (1662-1729) Istoria Universale (1697), aimed at confirming the historical truth of the Holy Scriptures and reconstructing the events of humankind in a global time and space, towards a historical-philosophical analysis, focused on the progress and decline of civilizations, on the basis of their discoveries in various fields of knowledge. Herder, who thought of himself as one of the greatest innovators of eighteenth-century historiography, especially due to his Ideen (1784-1791), reflected on how to overcome the missing link between the reconstruction of sacred history and the profane history of ancient civilizations as well as on how to highlight the cultural achievements of different peoples. In the late 1760s, he envisaged a solution simultaneously developed by historian Johann Christoph Gatterer, thus inaugurating a genealogical method designed for the study of the past. Just like Gatterer, Herder criticized the systematic setup of J.J. Winckelmann’s Geschichte der Kunst des Althertums (1764), taking – as argued here – Antoine-Yves Goguet’s De l’origine des loix, des arts, et des sciences; et de leurs progrès chez les anciens peuples (1758) as his model. Within a few years, Goguet’s work was translated across Europe. Winckelmann certainly knew this work, but did not explicitly mention it for reasons of methodological convenience, since Goguet considered – among other things – the role of the Greeks in the ancient world to be overestimated.
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Дисертації з теми "Ricezione del dramma antico"

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Troiani, Sara. "Tra testo e messinscena: Ettore Romagnoli e il teatro greco." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2020. http://hdl.handle.net/11572/265461.

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Анотація:
The thesis aims to analyse the reception of the ancient Greek drama by the Italian scholar Ettore Romagnoli (1871-1938), considering his critical essays, translations, and theatre performances. The mutual interaction of these three aspects represents the methodological approach to understand how Romagnoli conceived the interpretation of Greek theatre and its dramatic production in the modern age. The thesis consists of three parts. The first one analyses Romagnoli’s ideas on classical studies and the modern translations of ancient Greek poetry within the Italian culture in the early 20th Century and in opposition to the positivist approach in the classical philology and the Neo Idealistic Aesthetics. Furthermore, an exam of the entire work of Romagnoli as stage director is offered, along with the reconstruction of a mainly unknow controversy after his dismissal from the National Institute of Ancient Drama. The second part analyses Romagnoli’s academic studies on the hypothetical performance of ancient tragedy and comedy and the evolution of Greek poetry from music. It also identifies the possible influence of these theories within his own translations and performances. The last part deals with two examples of translations for the stage: the "Agamemnon" (1914) and the "Bacchae" (1922). On the basis of theatre translation studies and thanks to Romagnoli’s editions of the two works, both placed at his archive and library in Rovereto and rich of notes by the translator himself, the analysis attempts to examine the hypothetical performability and speakability of the two texts and whether cuts or modifications were introduced during the stage productions.
La ricerca si propone di condurre un esame il più possibile esaustivo dell’opera del grecista Ettore Romagnoli (1871-1938) come esegeta, traduttore e metteur en scène del dramma antico. Grazie all’analisi della reciproca interazione di questi tre aspetti si è tentato di comprendere come il grecista abbia concepito l’interpretazione del teatro greco e ne abbia progettato la ‘reinvenzione’ drammatica. Il lavoro si suddivide in tre parti. Nella prima viene condotta una ricostruzione della carriera di Romagnoli nel contesto storico-culturale di inizio Novecento, analizzando le sue idee sul rinnovamento degli studi classici e sull’aggiornamento delle traduzioni della poesia greca. In questo quadro assumono notevole rilievo le polemiche condotte da Romagnoli in opposizione alle maggiori correnti accademico-culturali dell’epoca: l’estetica crociana e la filologia scientifica. Inoltre, l’analisi prende in esame l’idea di messinscena e le produzioni dirette da Romagnoli a partire dagli spettacoli universitari (1911-1913) fino alle rappresentazioni teatrali svolte a Siracusa e in altri teatri e siti archeologici d’Italia (1914-1937), insieme alla ricostruzione di una terza polemica, definita ‘siracusana’, che coinvolse il grecista in seguito alla sua estromissione dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico. La seconda parte prende in considerazione gli studi scientifici e divulgativi di Romagnoli circa la ricostruzione dell’ipotetica performace della tragedia e della commedia di quinto secolo a.C. e l’evoluzione della poesia greca dalla musica, individuando, inoltre, le possibili rielaborazioni di queste teorie all’interno delle traduzioni e degli spettacoli teatrali. Nella terza parte si analizzano le traduzioni di "Agamennone" e "Baccanti" che Romagnoli portò in scena a Siracusa. Si è tentato di valutare, anche sulla base degli studi teorici relativi alla traduzione per il teatro, quanto l’attenzione alla ‘performabilità’ e alla ‘dicibilità’ del testo ne avesse influenzato la composizione oppure se fossero stati introdotti tagli e modifiche in fase di produzione degli spettacoli. Le due edizioni di "Agamennone" (1914) e "Baccanti" (1922) che facevano parte della biblioteca privata di Romagnoli presentano infatti annotazioni dell’autore riconducibili proprio ai suoi allestimenti per gli spettacoli al Teatro greco di Siracusa. Il lavoro ha potuto avvalersi di scritti inediti, articoli di giornale e documenti privati custoditi negli Archivi della Fondazione INDA e presso il Fondo Romagnoli, dal 2016 proprietà dell’Accademia Roveretana degli Agiati e attualmente in catalogazione presso la Biblioteca civica “G. Tartarotti” di Rovereto.
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Книги з теми "Ricezione del dramma antico"

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Simona, Garipoli, ed. Scene dal mito: Iconologia del dramma antico. Rimini: Guaraldi, 2015.

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Luigi, Battezzato, ed. Tradizione testuale e ricezione letteraria antica della tragedia greca: Atti del convegno Scuola normale superiore, Pisa, 14-15 Giugno 2002. Amsterdam: Adolf M. Hakkert Editore, 2003.

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La parola nella città: Studi sulla ricezione del teatro antico : atti del convegno di Vittorio Veneto, 24-25 novembre 1995. Udine: Forum, 1999.

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Grosso, Matteo. Logoi apokryphoi: Aspetti della ricezione del Vangelo secondo Tommaso nel cristianesimo antico. 2007, 2007.

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Частини книг з теми "Ricezione del dramma antico"

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Kaczmarek, Tomasz. "Pirandello a Łódź ovvero Adam Hanuszkiewicz mette in scena Così è (se vi pare)." In Sperimentare ed esprimere l’italianità. Aspetti letterari e culturali. Doświadczanie i wyrażanie włoskości. Aspekty literackie i kulturowe. Wydawnictwo Uniwersytetu Łódzkiego, 2021. http://dx.doi.org/10.18778/8220-478-0.15.

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Анотація:
Nel presente articolo si tratta dell’allestimento di Così è (se vi pare) di Pirandello che ebbe un successo notevole sul palcoscenico del Teatr Powszechny a Łódź nel 1989. Questa rappresentazione fu importante non solo per la carriera del regista, Adam Hanuszkiewicz, ma anche per la ricezione della produzione pirandelliana di cui le vicende non furono fino ad allora particolarmente favorevoli. Essa propose nuove possibilità interpretative fin qui celate dell’opera dell’autore italiano. Di fatti, oltre a trasgredire le convenzioni sceniche, secondo alcuni ormai desuete, il Siciliano mise avanti una nuova drammaturgia frammentaria e apparentemente incompiuta che si concentra piuttosto sulla “vita” che sull’“azione prettamente agonistica”. Esponendo un nuovo paradigma del “dramma-della-vita” che sta in netta oposizione al “dramma-nella-vita”, ossia “dramma assoluto”, egli diede vita alla drammaturgia moderna e contemporanea. Aderendo all’ottica teatrale e drammatica di Pirandello, Hanuszkiewicz tende dunque a liberare l’autore di Enrico IV dalle tradizionali interpretazioni che si focalizzavano essenzialmente sul suo sistema chiamato “pirandellismo” oppure sul presunto “esistenzialismo”. Il regista polacco non esitò ad adottare il dramma ai tempi moderni, senza però intaccare i presupposti “ideologici” dell’opera: Hanuszkiewicz la rilesse secondo la chiave contemporanea ed anche profondamente personale, scoperchiandone il suo carattere sempre attuale nonché universale che poteva essere accolto con comprensione e ammirazione non solamente in Italia. L’articolo ripercorre quindi la fortuna dello spettacolo che, al pari dei Giganti della montagna, messo in scena da Izabella Cywińska (1974), aprì una nuova strada alla riscoperta dell’opera dello scrittore agrigentino.
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