Дисертації з теми "Responsabilità Penale delle Società"
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Dimastromatteo, Francesco. "Responsabilità Sociale d' Impresa e modelli di organizzazione, gestione e controllo ex D.Lgs.231/2001." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2010. http://hdl.handle.net/10077/3669.
Повний текст джерелаNella prima parte della ricerca indagheremo, in ambito economico-aziendale, il fenomeno della Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI) cercando di tracciare un breve percorso per comprendere la nascita nell’impresa dell’esigenza di rendicontare le performance, non solo economiche, ma anche sociali ed ambientali, redigendo, accanto al bilancio d’esercizio anche quello sociale o di sostenibilità. Nella seconda parte cercheremo di dimostrare come l’interesse dell’impresa al controllo della regolarità e della legalità dell’operato sociale – in buona sostanza l’orientamento alla RSI – possa ridurre il rischio di incorrere nella responsabilità penale degli enti introdotta per la prima volta nel nostro ordinamento dal Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231. Inoltre, evidenzieremo che la responsabilità amministrativa degli enti rientra nel più ampio tema della responsabilità d’impresa e stimola l’adozione di regole sugli assetti di governo e organizzativi volti al controllo preventivo dei rischi ed a rafforzare la fiducia non solo degli investitori ma di tutti gli stakeholders. Infine, proporremo il percorso d’adozione dei Modelli organizzativi previsti dal Decreto/231 in un gruppo di imprese italiane che hanno comunicato il loro orientamento alla Responsabilità d’Impresa considerandolo parte integrante della visione aziendale
XXII Ciclo
1965
Aversano, Tatiana. "Impresa illecita e illecito d'impresa nel quadro della responsabilità degli enti da reato, con riferimento in particolare ai reati associativi." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3424569.
Повний текст джерелаIl lavoro si pone l’obiettivo di esaminare un tema di alta difficoltà e complessità. In anni recenti, la distinzione tra impresa illecita e illecito d’impresa ha assunto nel diritto penale italiano un’importanza significativa: il rilievo attiene sia ai rapporti tra concorso di persone nel reato e associazione per delinquere, sia agli effetti dell’applicazione delle sanzioni di natura patrimoniale e della confisca in particolare. La prima parte delinea il concetto di impresa illecita, in rapporto all’illecito penale dell’impresa e alla sua qualificazione avvenuta con l’art. 24-ter del D.Lgs. 231/2001, così come definito dalla L.94/2009. In via teorica e in astratto, la distinzione è precisa. L’impresa penalmente illecita è l’impresa (o società) la cui attività economica è volta esclusivamente al crimine: si pensi ad una società che opera esclusivamente nel traffico degli stupefacenti o nel riciclaggio di denaro o nella percezione fraudolenta di sovvenzioni pubbliche, oppure ad una società costituita al solo scopo di commettere frodi fiscali (all’Iva in particolare). La figura, dunque, è affine al Continuing Criminal Enterprise, punito dal § 848 US Code. L’illecito penale dell’impresa è, invece, il reato commesso episodicamente da un’impresa dedita ad un’ attività economica lecita in sé. La distinzione, ancora in via teorica ed in astratto, è precisa anche per le conseguenze penali. L’impresa penalmente illecita si colloca nel campo della criminalità organizzata e comporta normalmente l’applicazione dei delitti associativi a tutti i soggetti partecipi dell’impresa; nel contempo la confisca si può applicare all’impresa nel suo complesso. L’illecito penale dell’impresa (lecita), invece, comporta la responsabilità soltanto del soggetto che ha commesso quel reato che sia riconducibile all’impresa: se i soggetti sono più di uno si applica l’istituto del concorso di persone; nel contempo, la confisca riguarda soltanto il prodotto, profitto, prezzo di quel reato o, tutt’al più, il valore equivalente di essi. Tuttavia, nuove leggi e nuove prassi hanno mutato profondamente i termini della questione. Le suggestioni più interessanti in tema di organizzazione sono quelle che provengono dall’analisi giurisprudenziale e dottrinale in materia di associazione per delinquere applicata a “contesti leciti”. Ecco farsi strada la problematica del confine tra organizzazioni illecite e illeciti delle organizzazioni. Superate queste premesse di tipo tradizionale, la ricerca vive all’interno di uno scenario più complesso dove la criminalità tradizionale cerca di assomigliare all’impresa lecita e dove le imprese lecite tendono a usare mezzi di ricerca del profitto che sfiorano l’illegalità, anche metodi intimidativi ed estorsivi tipicamente mafiosi. L’impressione è che si debba andare alla ricerca delle premesse criminologiche di questa realtà nuova, in condizione di crisi economica, tra agire sul mercato, lecito o illecito che sia, e aggirare il mercato, lecito o illecito che sia. L’associazione per delinquere, con sempre maggiore frequenza, trova un campo d’applicazione privilegiato rispetto a ipotesi delittuose tipicamente riconducibili allo svolgimento di attività economiche, in particolare di carattere imprenditoriale. Dall’analisi condotta, il soggetto collettivo non rappresenta l’effettivo destinatario dell’arricchimento patrimoniale conseguente alla realizzazione delle fattispecie oggetto del programma criminoso, e nemmeno il destinatario, anche indiretto, della risposta sanzionatoria. Siamo, piuttosto, di fronte alla strumentalizzazione dell’ente a opera di soggetti che realizzano le fattispecie criminose per un fine e un profitto esclusivamente personali. L’affermazione si regge sull’interpretazione che vuole, ai fini della configurabilità di un'associazione per delinquere, non l'apposita creazione di un'organizzazione sia pure rudimentale, ma di una struttura che può anche essere preesistente all’ideazione criminosa, anche se dedita a finalità lecite. Fenomeno concettualmente distinto, riconducibile al caso in cui l’organizzazione lecita sia funzionale alla sola perpetrazione di reati, si ha nell’ipotesi in cui l’associazione per delinquere si annidi all’interno di un’organizzazione indiscutibilmente lecita, utilizzandone la struttura per la commissione di reati, senza tuttavia piegarla a finalità criminali. La liceità dei fini dell’associazione destinataria dei profitti si riverbera sul dolo di ciascun imputato, il quale, se convinto di partecipare alla realizzazione di scopi leciti, non poteva essere consapevole di partecipare a un’associazione criminale. Trattasi, dunque, di reiterate condotte criminose non rappresentanti l’ordinarietà quanto piuttosto di “deviazioni occasionali dalle regole di condotta generali” , tali da non fondare una responsabilità ex art. 416 c.p.. L’organizzazione rappresenta, dunque, uno degli argomenti interpretativi portati a sostegno della ontologica distinzione tra fenomeno dell’accordo e fenomeno associativo. Porre l’accento sull’elemento organizzativo consente di prospettare un interessante spunto di indagine. Si impone quindi di guardare con particolare attenzione ai concetti di organizzazione lecita e organizzazione illecita e ai fenomeni a essi sottesi della criminalità d’impresa e della criminalità organizzata. Criminalità d’impresa e criminalità organizzata mantengono ambiti soggettivi e oggettivi non coincidenti . La criminalità d’impresa è definita come una manifestazione della criminalità economica colta nel suo momento genetico, quale espressione di un organismo produttivo e indipendentemente dall’incidenza lesiva che può coinvolgere interessi individuali e collettivi. A delimitare la categoria risulta comunque indispensabile un requisito di base: parlando di impresa si postula un’attività economica fondamentalmente lecita. E si tratta di una liceità sotto il profilo dell’attività dedotta quale oggetto dell’impresa ovvero della natura dei beni o servizi forniti al mercato. Pertanto, la criminalità d’impresa può riflettere occasionalmente delle défaillances oppure può affondare le radici in una “politica” viziata, ma sempre sul presupposto di una iniziativa come tale accettabile, tendenzialmente positiva sul piano sociale, che non può essere estranea a priori alla garanzia dell’art. 41 Cost. Proprio il carattere incidentale rispetto a una legittimità di fondo, differenzia la criminalità d’impresa dalla criminalità organizzata, nella quale la violazione della legge penale assurge a scopo, a oggetto dello scopo associativo. Perciò, anche nelle sue forme più gravi la criminalità di impresa non può varcare la soglia dell’art. 416 c.p. . In termini di rilevanza penale la distinzione risulta chiara: data un’associazione criminale, la semplice partecipazione costituisce reato, indipendentemente dal concorso nei delitti scopo; la criminalità d’impresa pone al contrario un problema di imputazione delle manifestazioni devianti, nessun rilievo assumendo il mero inserimento nell’organizzazione. Nel secondo caso, a differenza che nel primo, posta la valenza neutrale e anzi costruttiva dell’iniziativa imprenditoriale, si impone una repressione “oggettivamente (nei limiti degli aspetti devianti) e soggettivamente mirata”. L’esigenza di dare risposta alla domanda prospettata in precedenza, ovvero la necessità di definire cosa debba intendersi per illiceità del requisito organizzativo, se esistano delle caratteristiche che rendano l’organizzazione intrinsecamente illecita o se tale tratto dipenda, in ultima istanza, dalla mera scelta dell’interprete in sede di applicazione della fattispecie incriminatrice, induce a soffermarsi sulla disciplina dei reati in materia di rifiuti. Infatti nel settore del diritto penale ambientale si realizza, quella commistione concettuale, precedentemente evidenziata, tra impresa lecita e impresa illecita. Commistione che, tuttavia, rappresenta il frutto di una certa tipizzazione delle fattispecie incriminatrici. Sebbene si tratti di fattispecie comuni, realizzabili da chiunque tenga la condotta incriminata, sia che si tratti di gestione, traffico o attività organizzata, la gran parte dei reati possono essere commessi solo nell’ambito di attività d’impresa, posto che la produzione e la gestione nella quale rientrano la raccolta, il trasporto, lo smaltimento e il recupero di rifiuti sono quasi sempre appannaggio di imprenditori e non di privati cittadini. L’analisi si scompone a questo punto in due aree d’indagine. Da un lato vi è la necessità di proseguire nella definizione, laddove possibile, di cosa renda illecita un’organizzazione, anche indagando settori disciplinari complementari a quello penale, come la disciplina civilistica ed in particolare l’ipotesi di impresa illecita come impresa apparentemente lecita. Nella disciplina civilistica il concetto di organizzazione non si connota in termini di neutralità, non si presta agevolmente ad essere plasmato in relazione alle esigenze di tutela che emergono in sede applicativa. Ciò è fatto palese proprio dal rilievo costituzionale dato all’attività economica, che nella quasi totalità dei casi è organizzata a impresa, ancorché l’esercizio di un’attività d’impresa non è sinonimo dell’esercizio di un’attività economica. L’attività imprenditoriale, dunque, produce ricchezza ed è preordinata alla circolazione di questa con una positiva ricaduta sulla comunità, per questo l’art. 41 Cost. ne indica i caratteri e le finalità, nonché i limiti da osservare. Nell’ottica civilistica, l’organizzazione è fatta coincidere con un’attività che corrisponde in modo sistematico alle esigenze di funzionalità e di efficienza di un’impresa, per lo più collettiva. E che, per la giurisprudenza, diviene la capacità dell’imprenditore di organizzare uno qualsiasi dei fattori della produzione e quindi anche il solo capitale, non essendo l’assunzione della qualità di imprenditore necessariamente correlata all’utilizzazione del lavoro altrui, o, addirittura, la mera attività svolta in modo sistematico e continuo anche con mezzi rudimentali e limitati. Ne deriva che il discorso sull’organizzazione è un discorso sulle modalità di esercizio dell’attività. Per esercitare l’attività, occorre necessariamente l’opera di coordinamento dei fattori produttivi – capitale, lavoro, terra – nel senso che l’imprenditore deve organizzarsi e organizzare tali fattori. Dall’altro lato, si ritiene necessario esaminare la disciplina della responsabilità amministrativa da reato degli enti collettivi, specie dopo che il legislatore vi ha ricondotto, come ipotesi di reato-presupposto, alcune fattispecie associative previste dall’art. 24 ter del d.lgs. 231/2001. Nel volgere di alcuni anni si è assistito ad un progressivo allontanamento dall’originario modello di responsabilità degli enti, che operano per il perseguimento di finalità lecite al cui interno possono essere commessi reati che non incidono sulla generale liceità dell’esercizio d’impresa. Quindi, a seguito di molteplici interventi normativi sul d.lgs 231/2001 l’ipotesi di ente criminale – prima rappresentata come del tutto eccezionale – adesso si delinea come figura destinataria del precetto. La legge n.94/2009, inserendo nel d.lgs. 231 i reati di associazione - prima rilevanti solo se aventi il carattere della trasnazionalità (ai sensi della legge n. 146 del 2006) - aveva l’obiettivo di rispondere alla necessità di prevedere un opportuno intervento legislativo contro le ipotesi in cui l’attività illecita derivasse da un intervento da parte di associazioni mafiose o fosse direttamente realizzata da un’impresa mafiosa, operanti con apparenza di legittimità ma in realtà dirette da poteri criminali. Dunque, quando si estende la responsabilità degli enti rispetto ai reati che sembrano essere espressione di associazioni per delinquere, allora ci troveremo di fronte ad associazioni illecite piuttosto che ad illeciti di associazione. Di conseguenza nel caso in cui, all’interno dell’ente, vengano commessi reati espressione di associazioni penalmente rilevanti, da soggetti i quali avvalendosi proprio della struttura organizzata dell’ente ne intacchino la liceità, si rientrerà all’interno delle fattispecie sanzionate dagli artt. 416 c.p. e seg. e dall’art. 24 ter D.lgs. 231/2001. La peculiarità di questi nuovi reati presupposto, introdotti nel 2009, è proprio quella di non essere accomunati dall’obiettivo di tutela di un determinato bene giuridico da particolari forme di offesa (si pensi ai reati contro la P.A, ai reati finanziari, ai reati colposi della sicurezza sul lavoro). Il collante dei nuovi delitti è essenzialmente empirico-criminologico, essendo tutti diretti a contrastare attività criminose particolarmente gravi, normalmente appannaggio delle grandi organizzazioni criminali e spesso strumentali alla loro stessa esistenza. In questa prospettiva di lotta alla criminalità organizzata sono ricompresi sia alcuni importanti reati-fine (traffico di stupefacenti, commercio e fabbricazione di armi, sequestro di persone a scopo di estorsione), sia i due principali reati-mezzo codicistici, cioè le condotte associative in senso stretto tipizzate dagli artt. 416 e 416 bis c.p.). È proprio il richiamo a queste due fattispecie incriminatrici che potrebbe determinare effetti di estensione delle ipotesi tipiche di responsabilità dell’ente probabilmente assai più ampi di quelli che il legislatore aveva preventivato. Sul piano dell’organizzazione societaria è allora evidente come il reato associativo sia astrattamente contestabile per il semplice fatto che l’ente abbia realizzato degli illeciti. Le conseguenze pericolose: difficoltà di predisporre validi ed efficaci modelli organizzativi di gestione e prevenzione dei reati che rischieranno di risultare vaghi ed inadeguati, proprio per il fatto che si pone l’ulteriore variabile di poter estendere l’applicazione dell’art. 24 ter anche a fattispecie delittuose non comprese nel novero dei reati presupposto di cui al d.lgs 231/2001. È evidente come il legislatore abbia impresso alla disciplina della responsabilità degli enti, prevista dal D.Lgs. 231, una doppia velocità: - da un lato l’apparato sostanzialmente immutato, delle disposizioni di parte generale con i principi di garanzia, i presupposti della responsabilità dipendente da reato, l’apparato sanzionatorio e le norme processuali; - dall’altro lato una serie di reati presupposto caratterizzato dal rapido ampliamento rispetto alla soluzione iniziale alquanto ristretta. La seconda parte del lavoro, esamina alcuni conflitti che sorgono nell’ambito della disciplina della responsabilità delle organizzazioni, soprattutto in relazione al rapporto con la normativa tributaria, alla possibilità di aggredire i beni della persona giuridica e alla questione delle effettive vie di ingresso dei reati tributari all’interno del decreto sulla responsabilità degli enti da reato. Nell’ambito del sistema previsto dal decreto 231/2001, e specificamente nell’elencazione dei reati presupposto per la configurabilità della punibilità degli enti, spicca la mancanza dei reati di tipo tributario. La produzione normativa comunitaria alla base del decreto 231 era volta innanzitutto a tutelare gli interessi finanziari dell’UE e dello Stato, eppure il legislatore italiano scelse consapevolmente di non inserire i reati tributari nella delega al governo per la costruzione della responsabilità da reato degli enti. I reati tributari, tuttavia, pur assenti dalla lista dei delitti presupposto della responsabilità dell’ente, sono concettualmente e logicamente al centro dell’attività di mappatura dei rischi, che costituisce l’antecedente logico necessario per l’elaborazione del modello di organizzazione e gestione individuato come una specifica forma di esonero della responsabilità dell’ente. La scelta politico-criminale del legislatore è sicuramente criticabile in quanto è fisiologico che gli adempimenti tributari, di maggiore spessore e consistenza, concretizzano ben precise scelte di politiche di impresa alle quali conseguono vantaggi indebiti per l’ente. Infatti insieme ai reati societari, i reati tributari sono gli antecedenti logici per la costituzione di fondi riservati destinati ad alimentare i reati di scopo, come la corruzione. Dunque, le aree strumentali più pericolose sono proprio quelle dimensioni organizzative dell’ente che presiedono alla gestione di risorse economiche o di strumenti di tipo finanziario che possono supportare la commissione dei reati nelle aree a rischio di reato. Il presente lavoro si pone l’obiettivo di spiegare come attraverso la contraddizione tra l’assenza dell’architettura della responsabilità degli enti e la colonizzazione dei gangli vitali del sistema 231, si può raccontare il rapporto tra i reati tributari e la responsabilità degli enti collettivi: da un lato il dibattito sulla loro mancata introduzione e dall’altro lato le vie sostanziali attraverso cui i reati tributari realizzano un’incidenza diretta sulla responsabilità da reato delle persone giuridiche. La disciplina fissata dal diritto penale tributario ha suscitato un intenso dibattito dottrinario in merito all’opportunità di includere le fattispecie di cui al d.l. n. 74/2000 tra i reati presupposto di cui al decreto n. 231/2001. I fautori di tale inclusione evidenziano come il sistema potrebbe avere un’efficacia complessiva migliore anche sul piano della lotta alla criminalità in ambito tributario: l’introduzione degli illeciti fiscali tra i reati di cui al decreto n. 231/2001 non presenterebbe comunque un’innovazione problematica, visto che l’ordinamento nazionale già prevede casi in cui vi sia contestualmente una responsabilità penale, una responsabilità amministrativa ed una responsabilità dell’ente di cui al decreto stesso, come ad esempio nel caso del “market abuse” di cui agli artt. 25-sexies del decreto n. 231/2001, 187-quinquies e 187-terdecies del TUF. I contrari invece all’inclusione dei reati fiscali nell’elencazione di cui al decreto n. 231/2001 ritengono che il diritto vigente già prevede la possibilità di irrogare una sanzione tributaria all’ente, ai sensi dell’art. 19, comma 2, del d.l. n. 74/2000; inoltre, è necessario evitare una moltiplicazione delle sanzioni a carico dell’ente, secondo un sistema che dovrebbe prevedere la sanzione penale per la persona fisica, la sanzione tributaria per la persona giuridica e la sanzione di cui al decreto n. 231/2001sempre per la persona giuridica. In generale, comunque, la scelta del legislatore di escludere i reati tributari dal novero dei reati presupposto è stata ampiamente criticata e oggetto di successive attenzioni da parte del Parlamento: si segnala a tal proposito il disegno di legge S.19- Grasso del 15 marzo 2013 con il quale si proponeva di “estendere la responsabilità da reato degli enti ai reati tributari, colmando così una lacuna ingiustificabile sul terreno politico-criminale”. Analizzando più a fondo la problematica appare evidente come il sistema del decreto 269 del 2003, in tema di responsabilità amministrativa da illecito tributario, sia orientato esclusivamente a una funzione risarcitoria del danno subito dall’erario per il mancato introito fiscale; non conosce finalità di tipo preventivo. La responsabilità da reato degli enti, invece, è pensata e costruita allo scopo di catalizzare i processi di adeguamento spontaneo alle normative di riferimento, di modernizzare i procedimenti interni volti alla gestione e al controllo dei centri di rischio di commissione di illeciti penali. C’è una sorta di sistema etico che prova a introdurre nella realtà organizzativa e gestionale dell’ente misure cautelari di impedimento di reati commessi nell’interesse o a vantaggio dell’ente stesso. Questa è la ragione principale per cui non è possibile sostenere la scelta di non inserimento dei reati tributari, neanche facendo riferimento all’argomento della moltiplicazione delle sanzioni per un medesimo fatto. In settori particolarmente delicati, come si è visto, l’ordinamento conosce molti livelli di sanzione per un medesimo fatto. Sono ambiti in cui massima è l’attenzione alla prevenzione e non solo alla punizione degli illeciti. La soluzione non potrebbe essere proprio quella della obliterazione della responsabilità da reato degli enti; sarebbe più ragionevole, invece, una tecnica legislativa che prevedesse criteri di sussidiarietà, o che accorpasse nel decreto 231 tutta la normativa sulla responsabilità degli enti per illecito tributario. Per i reati tributari che sono l’emblema della delinquenza economica organizzata, c’è un’intensa esigenza di politica criminale che orienta la normativa al rafforzamento della lotta all’evasione fiscale; e la politica criminale in questo settore non può che essere quella della prevenzione mediante organizzazione, con relativa responsabilizzazione per difetto organizzativo. Non si tratta, in sostanza, di punire maggiormente un illecito tributario, la questione è quella di prevenire gli illeciti tributari incentivando gli enti all’adozione di strutture di compliance volte all’introduzione di regole cautelari mediamente dirette all’impedimento di reati tributari. Tale prevenzione si realizza attraverso la segmentazione del attività esecutive in tema di gestione degli obblighi fiscali, di monitoraggio sulle attività strumentali alla costituzione di fondi riservati, con la ramificazione di procedure e protocolli ispirati dall’adeguamento a standard procedurali internazionali. Questo è il motivo per cui non si può prescindere dalla ricomprensione dei reati tributari nel sistema creato da decreto sulla responsabilità degli enti da reato; oltre naturalmente ad una maggiore incisività del contesto processuale penale e del sistema sanzionatorio dovuta alla disponibilità di sanzioni interdittive, alla possibilità di applicare misure cautelari, alla effettività e dissuasività della sanzione della confisca per equivalente che rende inutile l’occultamento del profitto ed esonera l’accusa dalla prova della diretta provenienza del delitto. Dopo aver esaminato il complesso dibattito sull’inserimento dei reati tributari nella disciplina del decreto 231, il presente lavoro mira ad individuare molteplici itinerari attraverso i quali i reati tributari realizzano un’incidenza indiretta sulla responsabilità da reato degli enti collettivi: a) in primo luogo alcuni reati tributari possono essere in concreto elementi o parti di un reato già presupposto della responsabilità ex d.lgs. 231/2001. A questa tipologia si possono ricondurre le problematiche attinenti l’associazione per delinquere, anche transnazionale, finalizzata alla commissione di un reato tributario e il riciclaggio dei proventi da illecito tributario. La nuova normativa antiriciclaggio introduce di fatto per le persone giuridiche la possibilità di configurare la loro responsabilità per tali illeciti e dunque la responsabilità diretta degli enti in caso di comportamenti illeciti di persone che agiscono per loro conto. b) in secondo luogo si sono venuti a formare nel corso del tempo dei luoghi di intersezione tra reati fiscali e disciplina della responsabilità degli enti collettivi. A questo gruppo, invece, possono essere ricondotte alcune recenti decisioni in tema di sequestro preventivo e confisca tributaria. A tale proposito le Sezioni Unite nel 2014 hanno aderito all’orientamento contrario all’estensione della confisca per equivalente per reati tributari alle persone giuridiche, per assenza di una base normativa alla quale ricondurre tale sanzione, confermando, invece, l’ammissibilità della confisca diretta del profitto del reato nei confronti dell’ente. Tuttavia, nonostante l’affermazione del principio dell’inapplicabilità della confisca per equivalente all’ente, la lettura estensiva della confisca diretta fornita dalla Corte, potrebbe portare ad un’estensione di fatto nell’applicazione della sanzione contro gli enti, quando il profitto dei reati tributari è rimasto nella disponibilità della società. Infine, nell’ultima parte del lavoro sono stati inseriti degli interessanti profili di comparazione, partendo dall’assunto in base al quale il diritto è una creazione storica, politica, sociale, intellettuale, la cui esistenza e funzionamento in una data società poggia soprattutto sulla cultura della società stessa, è stata svolta un’analisi comparata tra il sistema italiano e la responsabilità penale degli enti in Cina da una parte e il modello anglo-americano dall’altra. Il diritto cinese prevede diverse tipologie di reati ascrivibili a persone fisiche ed enti: vi sono reati che possono essere commessi dall’ente e dalla persona fisica responsabile per l’ente, reati che possono essere commessi da una persona fisica o da un ente, reati che possono essere commessi da persone fisiche incaricate o responsabili del controllo, secondo una strutturazione che non segue un criterio unico a livello politico-sociale. Il modello cinese è stato qualificato come un “sistema sociale di responsabilità personalizzata”, intendendo con tale espressione un sistema in cui l’ente ha una propria volontà e capacità, per cui le sue azioni non vanno confuse con quelle delle persone fisiche. Nell’ordinamento statunitense, si assiste, invece, alla progressiva estensione, agli enti collettivi, di procedimenti di diversione processuale (deviazioni dalla normale sequenza di atti del processo penale, prima della pronuncia dell’imputazione) i quali sono diventati, oggi, lo strumento privilegiato per fronteggiare la criminalità d’impresa. A partire dagli anni ’90, si assiste alla progressiva estensione agli enti collettivi dei DPA (deferred prosecution agreement) e NPA (non prosecution agreement), con due obiettivi principali: chiamare a rispondere, degli illeciti commessi in ambito aziendale, un numero sempre maggiore di imprese, seppur mediante meccanismi di diversion più flessibili e più rapidi; scongiurare le ricadute negative che i procedimenti penali normalmente riversano sul mercato. Anche il Regno Unito ha, di recente, introdotto una disciplina ad hoc. Tale è la pervasività della giustizia dilatoria che la stessa ha finito per stravolgere i regimi di corporate liability vigenti nei sistemi di area anglo-americana, fornendo al contempo spunti comparativi anche in prospettiva di riforma del d. lgs. n. 231 del 2001.
SALARDI, SILVIA. "La responsabilità penale delle persone giuridiche. Profili teorico-giuridici." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2005. http://hdl.handle.net/10281/10323.
Повний текст джерелаD'ACRI, VENETO. "La responsabilità delle persone giuridiche derivante da reato." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/974.
Повний текст джерелаCarbonara, Umberto Michele <1976>. "L'invalidità delle decisioni dei soci nella società a responsabilità limitata." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2249/1/Carbonara_Umberto_Michele_tesi.pdf.
Повний текст джерелаCarbonara, Umberto Michele <1976>. "L'invalidità delle decisioni dei soci nella società a responsabilità limitata." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2249/.
Повний текст джерелаForte, Federico <1982>. "La responsabilità degli amministratori di s.p.a. verso la società." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1542.
Повний текст джерелаTAJANI, FEDERICO. "I ruoli delle società di classificazione navale: analisi comparata delle responsabilità tra contratto ed illecito." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/78861.
Повний текст джерелаCARLES, Roberto Manuel. "La responsabilità penale delle gerarchie politiche e militari nei crimini contro l'umanità." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2012. http://hdl.handle.net/11392/2389414.
Повний текст джерелаOlmedo, Peralta Eugenio <1985>. "I doveri e le responsabilità contabili nella corporate governance delle società di capitali." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5231/1/OlmedoPeralta_Eugenio_tesi.pdf.
Повний текст джерелаGetting an efficient model of corporate governance requires offering an appropriate design of accountability duties. Despite of that, the different legal systems configure these duties in an incomplete way, because the breach of these does not mean a direct sanction for the subject that has disobeyed them. As information about the economic and financial situation of the company, there’s a public interest on accountability, because this information could serve as the base considered by internal subjects and outsiders from the structure of the firm, for the adoption of their decisions. Having a wrong or inaccurate information about the truth situation of the company may produce an unjustified damage to the company itself, the shareholders or third parties. Therefore, these could suit actions to get a compensation of the damages they have suffered. To avoid the production of these damages, from a preventive point of view, corporate governance of public companies can set different sorts of control to reduce the risk of offering a wrong information. These controls could be settled using internal or external subjects (external auditor), and may have a different configuration depending on the monistic or dualistic structure of the company’s governance. This construction of duties and controls may produce an eventual situation of concurrency of faults, because the different subjects that can participate in the process of elaboration of the accounting information pour their contribution over the same document: the balance sheet. This makes crucial the task of determining the effective contribution of everyone, in order to analyse their level of responsibility in the production of the damage.
La construcción de un modelo eficiente de gobierno corporativo tiene que ofrecer una configuración adecuada de los deberes contables. Pese a ello, los ordenamientos jurídicos configuran los deberes contables de forma incompleta, porque el incumplimiento de éstos no lleva aparejada una sanción directa para el sujeto que los incumple. Como información sobre la situación económica y financiera de la sociedad, existe un interés público en la contabilidad, y ésta puede servir como base de juicio que empleen sujetos internos y externos a la empresa, para la adopción de sus decisiones. Disponer de una información falsa o inexacta al respecto puede derivar un daño injustificado a la propia sociedad, a los socios o a terceros, que podrán ejercitar las acciones precisas para el resarcimiento del daño producido. Para evitar la producción de estos daños, desde una perspectiva preventiva, la corporate governance de las sociedades de capital puede prever mecanismos de control que reduzcan el riesgo de ofrecer una información errónea. Estos controles se podrán ejercitar por parte de sujetos internos o externos (auditores) a la estructura de la sociedad, y tendrán una configuración distinta en función de que la sociedad adopte una estructura monista o dualista de gobierno. Ello nos sitúa de frente a una eventual situación de concurrencia de culpas, puesto que los distintos sujetos que intervienen en el proceso de elaboración de la información contable vuelcan su actuación sobre el mismo documento: las cuentas anuales. Resulta por tanto crucial determinar la contribución efectiva de cada uno para analizar su grado de responsabilidad en la producción del daño.
Olmedo, Peralta Eugenio <1985>. "I doveri e le responsabilità contabili nella corporate governance delle società di capitali." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5231/.
Повний текст джерелаGetting an efficient model of corporate governance requires offering an appropriate design of accountability duties. Despite of that, the different legal systems configure these duties in an incomplete way, because the breach of these does not mean a direct sanction for the subject that has disobeyed them. As information about the economic and financial situation of the company, there’s a public interest on accountability, because this information could serve as the base considered by internal subjects and outsiders from the structure of the firm, for the adoption of their decisions. Having a wrong or inaccurate information about the truth situation of the company may produce an unjustified damage to the company itself, the shareholders or third parties. Therefore, these could suit actions to get a compensation of the damages they have suffered. To avoid the production of these damages, from a preventive point of view, corporate governance of public companies can set different sorts of control to reduce the risk of offering a wrong information. These controls could be settled using internal or external subjects (external auditor), and may have a different configuration depending on the monistic or dualistic structure of the company’s governance. This construction of duties and controls may produce an eventual situation of concurrency of faults, because the different subjects that can participate in the process of elaboration of the accounting information pour their contribution over the same document: the balance sheet. This makes crucial the task of determining the effective contribution of everyone, in order to analyse their level of responsibility in the production of the damage.
La construcción de un modelo eficiente de gobierno corporativo tiene que ofrecer una configuración adecuada de los deberes contables. Pese a ello, los ordenamientos jurídicos configuran los deberes contables de forma incompleta, porque el incumplimiento de éstos no lleva aparejada una sanción directa para el sujeto que los incumple. Como información sobre la situación económica y financiera de la sociedad, existe un interés público en la contabilidad, y ésta puede servir como base de juicio que empleen sujetos internos y externos a la empresa, para la adopción de sus decisiones. Disponer de una información falsa o inexacta al respecto puede derivar un daño injustificado a la propia sociedad, a los socios o a terceros, que podrán ejercitar las acciones precisas para el resarcimiento del daño producido. Para evitar la producción de estos daños, desde una perspectiva preventiva, la corporate governance de las sociedades de capital puede prever mecanismos de control que reduzcan el riesgo de ofrecer una información errónea. Estos controles se podrán ejercitar por parte de sujetos internos o externos (auditores) a la estructura de la sociedad, y tendrán una configuración distinta en función de que la sociedad adopte una estructura monista o dualista de gobierno. Ello nos sitúa de frente a una eventual situación de concurrencia de culpas, puesto que los distintos sujetos que intervienen en el proceso de elaboración de la información contable vuelcan su actuación sobre el mismo documento: las cuentas anuales. Resulta por tanto crucial determinar la contribución efectiva de cada uno para analizar su grado de responsabilidad en la producción del daño.
Coccon, Isabella <1993>. "Comunicazione della responsabilità sociale d'impresa e performance finanziarie: un'analisi delle società quotate italiane." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12726.
Повний текст джерелаCompostella, Roberto. "Diritto penale ed intelligenza artificiale: il caso delle auto a guida autonoma." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2021. http://hdl.handle.net/11572/315957.
Повний текст джерелаCompostella, Roberto. "Diritto penale ed intelligenza artificiale: il caso delle auto a guida autonoma." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2021. http://hdl.handle.net/11572/315957.
Повний текст джерелаBetti, Tonini Flavia. "La responsabilità degli enti e i gruppi di società . Situazione italiana e spunti comparatistici con Francia e Germania." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2014. https://hdl.handle.net/11572/368443.
Повний текст джерелаRICCI, Mena. "La responsabilità delle imprese multinazionali per crimini internazionali." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2015. http://hdl.handle.net/11695/66350.
Повний текст джерелаThe research activities within the framework of the PhD "People, businesses or jobs: domestic law to the international" made it possible to study and discuss a new subject of international law, i.e. "the responsibility of transnational corporations for international crimes". The research project has been structured on three sections devoted respectively to legal subjectivity of various MNEs liability profiles that may be related to transnational corporations and, finally, the criminal liability that may be disputed. As regards the first chapter, "The multinational enterprise as a multiform reality", the analysis focused primarily on the notion of multinational enterprise and its problem of eligibility of legal personality under international law of multinational enterprises. The Definitory profile has been the subject of an argumentative process that moved along the analysis of sources of international law and the modus operandi of the multinational companies. In light of this, the survey definition ended inclinations for a notion of multinational enterprise must be specified in concrete terms through its constituent elements. Ultimately, the multinational firm is an organization that carries on his production activity in countries other than the country of origin through affiliated companies, which, although they are classified as satellites of multinational companies, have legal personality and legal autonomy. Fixed issue Definitory, the investigation has focused on a complex issue, which has prompted the intervention of the most authoritative doctrine. On the other side of the debate that has been doctrinaire, currently you might lean towards the legal personality of multinational enterprises. The recognition that resulted was determined by a series of "symptomatic criteria". It is not limited to the reference to their participation in court proceedings and arbitral tribunals to ensure that the statutory rights (example you can indicate in the establishment of the Iran-United States Claims Tribunal dating from 1981, which was the subject of the report of the High Commissioner for human rights of the United Nations, where it has been explicitly declared guilty of multinational enterprise that is tolerant or ignores the facts private human rights criminals.). The first chapter is an introduction to the second chapter entitled "international legal regulation of the activities of transnational corporations". The second part of the thesis had such a scope object of investigation rather extended, which was not difficult to monitor because the underlying problems have found adequate responses through a doctrinaire, but especially through the intervention of the law and the work of the legislature. The activity of multinational enterprises is bound inexorably with the issue of social responsibility of multinational companies (referred to by the acronym CSR, Corporate Social responsibility). The only instruments capable of providing an adequate response to the conduct of disciplinary multinational enterprises can be found in the codes of conduct, also called ethical codes. The most important examples of codes of conduct, which were the subject of a detailed analysis, are to be found in the ILO Tripartite Declaration on multinational enterprises and social policy (1977/2000/2006), in the OECD Guidelines for multinational enterprises (2000-2011) and the United Nations Global Compact (2000/2010). For the sake of completeness, the second chapter systematically took account also of the so-called private codes of conduct, which documents voluntarily undertaken by transnational corporations involving non-binding standards and principles designed to govern the conduct of business on the market. It remains to consider the central part of the thesis that focuses on international responsibility of transnational corporations for international crimes. The third, fourth and fifth chapter are at the heart of the doctoral thesis, which refer to an international law which is unexplored and concentrate the many concerns of national and international doctrine. The research activity has been following a certain thread of investigation taking into account also that the research project is part of the doctoral cycle entitled "People, businesses or jobs: domestic law with international law". In other words, the survey took account of the responsibility of the criminal multinationals from the internal legislation of the Italian law, which as you know is marked by d.lgs. No. 231 of 2001. Beyond the structural choice that marks the third, fourth and fifth chapter, it is good to point out that the criminal responsibility of transnational corporations was allegedly operating scope defined. Indeed, the investigation has focused primarily on the admissibility of criminal liability of multinational corporations to international crimes, on particular toxins the tort and criminal disvalue. It is good to point out that international crimes are, generally, the exclusive jurisdiction of the International Criminal Court, without prejudice to the application of the principle of universal criminal jurisdiction. This ensures the jurisdiction of domestic Courts, which can review the unlawfulness of conduct offensive. In principle, there would be obstacles to recognise the criminal liability of multinational corporations to international crimes. But, in practice, the concerns persist. The first problem that has been addressed as far as the regulatory coverage. The analysis made it possible to compose an appropriate regulatory milieu, starting with the draft statute of the International Criminal Court and by authoritative doctrine and completing with the 2013 report of the Secretary-General of the United Nations. Then, the problem pertaining to legislation coverage is resolved, but what aroused immediate fix was the identification of the constituent elements of criminal responsibility of transnational corporations and, consequently, on charges of human rights violations. The responsibility of transnational corporations for international crimes, currently, you can resolve in a twofold way: 1. do not use the instrument of sanctions, but that would mean leaving unpunished the conduct of multinational enterprises; 2. report the conduct of transnational corporations to the host State. In this second case, are well known the consequence arising, suffice it to note that the international offence materially detrimental to the rights of individuals shall be subject to the jurisdiction of the State which is the author. On the other hand, as regards the first profile you run the risk of making go unpunished the conduct of multinational companies indirectly violating the principle of legality and the principles governing the international community. In other words, if the international law system propels the tools foreseen by examined above legislation protecting human rights can determine a double violation to the detriment of the latter. As a result, the need to activate suitable instruments under international law meant that we could use a suitable tool to experience the direct eligibility of multinational enterprises, i.e. the interpretation. It is known that the penal system rejects the analogy, but at the same time allows for broad interpretation. Using the interpretation the interpreter can use tools that are contained in the 2001 Draft, which takes into account the responsibility of the State. As a result, even for multinational enterprises will encounter as a result of the interpretation, the existence of the constituent elements of the tort. Therefore, it also configures in Chief for multinational enterprises the objective element of the violation of international standards and the subjective element relating to objectionable material behavior directly attributable. Thus both elements can be traced back directly to the conduct of multinational enterprises, which, as repeatedly explained, can be understood as active behaviour or conduct of omission. In other words, the conduct can be activated when companies violate directly for a profit its legal provisions for the protection of human rights, causing accident effects on individuals, who are placed firmly in the area where multinational enterprises operate; Instead, the conduct is of omission, when multinational companies fail to adopt prevention measures (which might correspond to so-called compliance programs) designed to reduce or eliminate offensive consequences resulting from their conduct to the detriment of human rights. Ultimately, ensured that the activity of multinational enterprises is covered by law from international organizations and acts deemed eligible for the interpretation of the essential elements constituting the tort State, multinational companies may be responsible for international crimes. In conclusion, the positive outcome was the result of a reconstruction that took the moves primarily by examples of national laws and found its ratio in the draft statute of the International Criminal Court, but nevertheless the choice event is not intended to be exhaustive of a subject that has significant operational and scope that was found to be connected with various factors (economicpolitical and social), not always easy to understand.
Signor, Marialuisa <1990>. "La responsabilità amministrativa delle società: l'organo di controllo societario e le funzioni dell'organismo di vigilanza." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6187.
Повний текст джерелаGalli, Elisabetta. "La responsabilità penale dell'ente da reato ambientale (d.lgs. n. 231/2001)." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423683.
Повний текст джерелаLa tesi di Dottorato affronta il tema dell’estensione della responsabilità penale degli enti di cui al d.lgs. n. 231/2001 ai reati ambientali. Esamina gli aspetti di innovazione di tale scelta normativa. Su sollecitazione europea, ed in specie delle direttive comunitarie n. 2008/99/CE sulla tutela penale dell’ambiente e n. 2009/123 sull’inquinamento provocato dalle navi, l’Italia ha emanato il d.lgs. n. 121/2011 che estende alle persone giuridiche la responsabilità per alcuni reati ambientali commessi nel loro interesse o vantaggio (inserendo l’art. 25-undecies nel corpus del d.lgs. n. 231/2001). Molte sono le questioni approfondite nel lavoro, tenendo conto dell’evoluzione dottrinale e giurisprudenziale: il rispetto delle indicazioni contenute nelle sopraccitate direttive; il catalogo dei reati-presupposti; la compatibilità del requisito dell’interesse o del vantaggio con le contravvenzioni (reati punibili sia a titolo di dolo sia di colpa), la possibilità di elaborare modelli di organizzazione, gestione e controllo che siano veramente efficaci nel contrastare il rischio-reato ambientale. Infine, si sono formulate alcune proposte, ad esempio, in tema di reati-presupposto o di modelli di organizzazione, gestione e controllo atti a minimizzare il rischio-reato ambientale, che tengano conto in particolare dei sistemi di gestione ambientale elaborati sulla base alle norme UNI/EN ISO 14001:2004 (International Organization for Standardization) e al Regolamento c.d. EMAS (Eco-Management and Audit Scheme).
MINNELLA, MARCO LORENZO. "La responsabilità degli enti per gli infortuni sul lavoro." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014. http://hdl.handle.net/10281/80475.
Повний текст джерелаPIVA, DANIELE. "Contributo all’analisi della responsabilità penale nelle organizzazioni complesse, con particolare riferimento all’impresa giornalistica." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2008. http://hdl.handle.net/2108/202159.
Повний текст джерелаAfter an introduction that is focused on the general feature of the issue, and it’s relevance on the practical point of view, the first part of this work examines the different legislative techniques used for the individuation of the author of the crime in companies organized according to structural criteria of management such as: the division of duties and competences. The main techniques may be described as “ substantial”, when they refer to concepts like “direction” and “administration”, or “formal” when they consist in impersonal formulas or in the detention of a certain authorizing power. The examination of different laws is made with the aim of recognize its own meaning to any single rule, starting with definition of who could be liable for these crimes. The research is pursued with particular attention towards those general clauses that, in shame to the principle of “personal liability”, try to set the liability at the highest level of those companies. The main goal is to make a systematic reconstruction of the meaning of those rules, according to other rules operating in the same context, the peculiarity of the subject and especially their coherence with general principles like the so called “duty of guarantee” and the delegation of duties, That is also made to stop dangerous jurisprudential trends that raise “vertically” the liability in those companies and tend to modify the usual regime of evidences, especially for what concern the discipline of the delegation of duties. The second part of the work, according with the general statements made in the first part, analyzes deeply the criminal liability among journalistic companies. In this kind of companies the editor is usually liable, according to the art. 3 L. 47/1948. In spite of this general clause, there are many single crimes where other subjects are liable, for example the owner of the company and the publisher. The study wants to link the general rules of the code of law and the specific legislation, in order to recognize who should be liable for those crimes and making a distinction between the so called “Press crimes” and the crimes made by publication. The aim is to exclude that the editor may be holder of “duty of guarantee” for all those crimes linked with journalism, in order to delimitate his liability according to the general principle of personality of the punishment, which radically excludes any kind of “positional liability”. In the conclusions the results of the analyze are summarized and is underlined how the meaning of these rules, especially for the recognition of the author, should be red literally and together with the general principles of the chosen charging system, because a good interpretation should never go beyond the literal meaning of the law, and the observance of constitutional guarantees become fundamental in a subject where criminal punishments are inflicted.
GRECO, ELIANA. "LA COLPA DI ORGANIZZAZIONE NEL DIRITTO PENALE DELL'IMPRESA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/50309.
Повний текст джерелаThis research proposal aims to analyse the specific paradigm of corporate criminal responsibility with special regard to its consistency with the requirements of criminal negligence. The analysis has shown that the corporate crime foreseen by Legislative Decree No. 231/2001 should be considered as a “special” offense of negligence which essentially acts as a breach of a precautionary duty: namely, a violation of a rule with precautionary objectives that imposes to the corporation the adoption of compliance programs aimed to prevent the occurrence of harmful events. The research aspires – from a de jure condendo viewpoint and by using a comparative approach focused on the English system of corporate criminal liability – to elaborate some reform proposals in order to modulate the culpability criteria on the type of offense that may actually occur and in relation to the judicial determination of adequacy of compliance programs.
GRECO, ELIANA. "LA COLPA DI ORGANIZZAZIONE NEL DIRITTO PENALE DELL'IMPRESA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/50309.
Повний текст джерелаThis research proposal aims to analyse the specific paradigm of corporate criminal responsibility with special regard to its consistency with the requirements of criminal negligence. The analysis has shown that the corporate crime foreseen by Legislative Decree No. 231/2001 should be considered as a “special” offense of negligence which essentially acts as a breach of a precautionary duty: namely, a violation of a rule with precautionary objectives that imposes to the corporation the adoption of compliance programs aimed to prevent the occurrence of harmful events. The research aspires – from a de jure condendo viewpoint and by using a comparative approach focused on the English system of corporate criminal liability – to elaborate some reform proposals in order to modulate the culpability criteria on the type of offense that may actually occur and in relation to the judicial determination of adequacy of compliance programs.
Amalfitano, Antonio. "La responsabilità penale delle persone giuridiche in Europa : un' indagine teorica e comparatistica per la costruzione di un modello comune." Thesis, Bordeaux, 2014. http://www.theses.fr/2014BORD0133/document.
Повний текст джерелаThis juridic inquiry aim at definition of model of penal responsibility (or para-penal) forcorporations, trough a theoretical analyse of corporation’s personality nature. It hasdeveloped a responsibility model, with the purpose of combining the theoretical coherencewith an adequate generalization degree, for launch of harmonized rules to this matter in theEU. This purpose has run into certains difficulties, in particular it needed to: 1) convergecriminologies reasons with contemporaries concepts concerning risk, precaution's andprevention's principles; 2) face the problem of State’s legal person and his membersresponsibility; 3) to exceed deeps differences among nationals pragmatic systems andnationals systems most keen to doctrinal elaborations. In order to face this problems, i haveoperated a theoretical analyse of legals person’s responsibility, for a better definition of aimof the research (Cap. I). Forwards (Cap. II) it have ahead in a construction of a legalperson's model responsibility for European Union, with a particular attention for acomparative analyse systems (Cap. III) assumed in certains europeans nations (with aparticularly attention for Italian and France systems). The end result of this system isoriented to corporates responsibilities that, after a mass transfer of general interest frompublic service to privates services, corporates have to attend to relatives guarantees.Established the increase of social's insecurity level, i have produce a subjectif model ofcorporation’s organisation incorporated to an engagement of security position, that exceedthe traditional criterions of culpability
Aragona, Valentina. "Il nuovo diritto penale finanziario “algoritmico”: dalla rivisitazione delle categorie classiche alla responsabilità della persona fisica attraverso il rischio artificiale consentito." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2022. http://hdl.handle.net/11385/220159.
Повний текст джерелаIAVARONE, CARLA. "IL CASO DELLA LEGISLAZIONE PENALE ALIMENTARE. PROSPETTIVE E LIMITI DI UNA TUTELA INTEGRATA IN TEMA DI CRIMINALITA' SISTEMICA E RESPONSABILITA' DELLE PERSONE GIURIDICHE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/73306.
Повний текст джерелаThe research represents the study of the perspectives and limits of strategies to combat agri-food crime, in particular on a large scale, also in a supranational perspective. The study suggests some proposals regarding agri-food economic crime and corporate liability.
IAVARONE, CARLA. "IL CASO DELLA LEGISLAZIONE PENALE ALIMENTARE. PROSPETTIVE E LIMITI DI UNA TUTELA INTEGRATA IN TEMA DI CRIMINALITA' SISTEMICA E RESPONSABILITA' DELLE PERSONE GIURIDICHE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/73306.
Повний текст джерелаThe research represents the study of the perspectives and limits of strategies to combat agri-food crime, in particular on a large scale, also in a supranational perspective. The study suggests some proposals regarding agri-food economic crime and corporate liability.
Baire, Christian <1986>. "La responsabilità di Liquidatori, amministratori e soci per i debiti delle società di capitali estinte alla luce della novella del D.lgs. 175 del 2014." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7460.
Повний текст джерелаRenda, Alberto. "La disciplina tributaria degli apporti di opere e servizi nelle società di capitali." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2008. http://hdl.handle.net/11385/200770.
Повний текст джерелаemanuele, Birritteri. "I reati alimentari tra responsabilità individuali e degli enti collettivi : Tassonomia delle forme di intervento punitivo ed esigenze di riforma." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2021. http://hdl.handle.net/11385/210520.
Повний текст джерелаPIVA, DANIELE. "Tecniche di individuazione del soggetto attivo del reato: contributo all’analisi della responsabilità penale nelle organizzazioni complesse, con particolare riferimento all’impresa giornalistica." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/941.
Повний текст джерелаDucci, Duccio Ruben. "L'appropriazione di corporate opportunities da parte di amministratori di società: tests giurisprudenziali e definizione della fattispecie." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2009. http://hdl.handle.net/11385/200799.
Повний текст джерелаGRANATO, MICHELANGELO. "NUOVE FORME DI PATRIMONIALIZZAZIONE DELLE S.R.L. E FUNZIONE DEL CAPITALE SOCIALE NELLE SOCIETA' DI CAPITALI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/11451.
Повний текст джерелаThe dissertation deals with legal capital and its function within the system of the Italian civil code rules for corporations. These rules have been recently amended both in Italy and in other European Countries, in particular with respect to the non-stock company forms (limited liability company, Italian s.r.l.). The first Chapter addresses some theoretical and practical issues raised by the early scholarly works that have analyzed the new financing schemes for the Italian s.r.l. The second Chapter discusses the traditional approaches to legal capital and provides evidence that such approaches prove inadequate to resolve the corporate and capitalistic questions that legal capital poses. The third Chapter draws the key argument of the dissertation: legal capital is a rule that fulfills corporate governance goals. It allocates powers and responsibilities regarding the financial structure of the firm and reaffirms the proprietary, shareholder oriented, European approach. This is a typical feature of all corporations, public stock corporations and private close corporations, and stems from limited liability. Further, the dissertation compares the creditor protection rules against the value maximization principle. A rule-based, ex ante approach appears more desirable and a potentially effective and flexible legal strategy can be found in the new legal reserve.
GRANATO, MICHELANGELO. "NUOVE FORME DI PATRIMONIALIZZAZIONE DELLE S.R.L. E FUNZIONE DEL CAPITALE SOCIALE NELLE SOCIETA' DI CAPITALI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/11451.
Повний текст джерелаThe dissertation deals with legal capital and its function within the system of the Italian civil code rules for corporations. These rules have been recently amended both in Italy and in other European Countries, in particular with respect to the non-stock company forms (limited liability company, Italian s.r.l.). The first Chapter addresses some theoretical and practical issues raised by the early scholarly works that have analyzed the new financing schemes for the Italian s.r.l. The second Chapter discusses the traditional approaches to legal capital and provides evidence that such approaches prove inadequate to resolve the corporate and capitalistic questions that legal capital poses. The third Chapter draws the key argument of the dissertation: legal capital is a rule that fulfills corporate governance goals. It allocates powers and responsibilities regarding the financial structure of the firm and reaffirms the proprietary, shareholder oriented, European approach. This is a typical feature of all corporations, public stock corporations and private close corporations, and stems from limited liability. Further, the dissertation compares the creditor protection rules against the value maximization principle. A rule-based, ex ante approach appears more desirable and a potentially effective and flexible legal strategy can be found in the new legal reserve.
RESTELLI, ENRICO RINO. "FINANZIAMENTO DELL'IMPRESA E COAZIONE A SOTTOSCRIVERE. GLI AUMENTI DI CAPITALE IPERDILUITIVI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/50308.
Повний текст джерелаIn publicly traded companies, highly dilutive rights issues create market anomalies throughout the whole offer period, especially with respect to rights prices, which quote considerably below their fair value. As pointed out in Chapter I, these anomalies could cause severe losses to non-subscribing shareholders, inducing them to take part in the operation even if financial perspectives of the company would have suggested otherwise (= enforced subscription mechanism). In order to strike a proper balance of enabling companies to raise new capital while simultaneously protecting investors, company law provides an array of regulatory strategies. In this respect, Chapter II analyzes the prohibition on issuing new shares below par value (art. 47, Directive (EU) 2017/1132) as a means to limit the dilution that can be imposed on non-subscribing shareholders, thus hindering opportunistic behaviors. Similarly, Chapter III examines the function and the contents of managers’ liability to investors (art. 2395 Italian c.c.) and discusses whether, in these operations, the illiquidity of rights’ market can be regarded as a restriction of their pre-emption right, imposing that new shares are always issued at their “real” value (art. 2441, par. 5 - 6, Italian c.c.).
RESTELLI, ENRICO RINO. "FINANZIAMENTO DELL'IMPRESA E COAZIONE A SOTTOSCRIVERE. GLI AUMENTI DI CAPITALE IPERDILUITIVI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/50308.
Повний текст джерелаIn publicly traded companies, highly dilutive rights issues create market anomalies throughout the whole offer period, especially with respect to rights prices, which quote considerably below their fair value. As pointed out in Chapter I, these anomalies could cause severe losses to non-subscribing shareholders, inducing them to take part in the operation even if financial perspectives of the company would have suggested otherwise (= enforced subscription mechanism). In order to strike a proper balance of enabling companies to raise new capital while simultaneously protecting investors, company law provides an array of regulatory strategies. In this respect, Chapter II analyzes the prohibition on issuing new shares below par value (art. 47, Directive (EU) 2017/1132) as a means to limit the dilution that can be imposed on non-subscribing shareholders, thus hindering opportunistic behaviors. Similarly, Chapter III examines the function and the contents of managers’ liability to investors (art. 2395 Italian c.c.) and discusses whether, in these operations, the illiquidity of rights’ market can be regarded as a restriction of their pre-emption right, imposing that new shares are always issued at their “real” value (art. 2441, par. 5 - 6, Italian c.c.).
SOTO, SOLANO Miller. "LA RESPONSABILITÀ PENALE DEI PROVIDERS." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/11562/416337.
Повний текст джерелаThe thesis here presented after four year PhD, analyzes the criminal responsibility attributable to the Internet Service Provider. The work is developed in four chapters that concern respectively the international laws, the Italian legislation on criminal responsibility of the Provider, and the comparative analysis of foreign legislation. This analysis takes account of the way and the space around which constitutes the offense committed on the Internet and the relationship that exists between the active subject and the one proportional space in which or through which they commit the crime online : the Internet Service Provider.
Panattoni, Beatrice. "L'impatto della rivoluzione digitale sul diritto penale dell'informatica. Verso nuovi modelli di responsabilità penale." Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11562/1069767.
Повний текст джерелаComputer science has deeply evolved since the second half of the last century. From the revolution of the computer to the opening of Internet to the public, we are now living in what can be defined the digital revolution, in which increasingly complex algorithms create a whirlwind of automated and autonomous digital processes, thanks to the large amount of data available (Big data), a greater computational power and machine learning techniques. This evolution created a paradigm shift. Digital technologies can no longer be framed within a purely instrumental paradigm, which conceives them as devices at the service of the user, but they have become “environmental” technologies, capable of influencing and shaping the social environment in which we live, and consequently our individual condition. These transformations affect the “material reality”, including therefore also criminal acts that are linked to IT processes. Two research questions will be articulated. The first will focus on the identification and conceptualisation of the implications of technological normativity in a specific sector of application, outlining which are the “transformative effects” of digital technologies on crimes, and then verify whether and to what extent they affect the criminal categories used to configure the applicable criminal offences. The results of this initial investigation will make it possible to highlight the shortcomings of the current forms of protection and whether there are any gaps in the legal protection. Moreover, they will provide the necessary concepts on which to articulate the second question of the research, providing the dogmatic-interpretative references within which to articulate the regimes of imputation of criminal responsibility that will need to be developed to fill any gaps that may have emerged. Therefore, moving on to the modes of criminal responsibility, it will be evaluated which ones are more suitable to prevent and fight forms of crime where “portions” of the material reality are ascribable only to the “action” of the computer code, or, alternatively, how they must adapt to the scenarios of the digital society. In other words, it becomes more and more urgent to elaborate an answer to the question of “who we hold responsible for what code does”. The case study on which the research will be focused will be limited to criminal acts related to the so-called social web, i.e., the diffusion of illegal content online, taking into account two sets of cases: “degenerations of public discourse” on the one hand, and “contents against the person” on the other. Once the transformative effects of digital technologies on Criminal Law categories will be outlined, the research will examine the resilience of criminal responsibility modes of the user. It will be highlighted how the “capacity to control” in digital society is progressively becoming inadequate in the context of criminal policies that intend to regulate it, due to the erosive action of its network reality, built by the contribution of both lines of code that constitute the software and algorithms that govern the web, and the various private actors that create, manage and implement this code. The final part of the research turns its attention to the forms of criminal responsibility of the private actors which stay “behind” technologies, which in the case under consideration are online platforms.
BESTETTI, Fiorella. "Le metodologie di stima dell’età in ambito forense: il contributo dell’AgEstimation Project." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251079.
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