Добірка наукової літератури з теми "Relazioni postcoloniali"

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Статті в журналах з теми "Relazioni postcoloniali"

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Duraccio, Caterina. "voci delle intersezioni: Postcolonialismo e femminismo." Revista Internacional de Pensamiento Político 16 (January 28, 2022): 161–76. http://dx.doi.org/10.46661/revintpensampolit.6280.

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Анотація:
All’inizio degli anni ’80 nell’Università di Delhi, un gruppo di studiosi si riunisce per riflettere sulle relazioni tra Occidente ed Oriente. Il collettivo nato dallo storico Ranajit Guha, prende il nome di Subaltern Studies, richiamando le teorie gramsciane sulla subalternità. L’analisi dei rapporti di dominio e soggezione tra coloni e colonizzati è centrale nello sviluppo di queste nuove teorie postcoloniali. I protagonisti di questo fervente dibattito non circoscrivono il postcolonialismo dentro precisi confini geografici: la condizione postcoloniale è principalmente ideologica, poiché nasce come prodotto delle relazioni e dei processi storici di colonizzazione. All’interno dei Subaltern Studies, la studiosa Gayatry Chakravorty Spivak (1985) si interroga sull’assenza del soggetto femminile nel discorso dei suoi colleghi, ponendo una domanda fondamentale per la teoria postcoloniale e per la teoria femminista: “La subalterna può parlare?” (1988). La donna appare un soggetto ventriloquizzato e costantemente rappresentato e definito dallo sguardo dell’altro. Spivak centra l’attenzione sul bisogno di autodeterminazione del soggetto femminile. Alla voce della filosofa indiana fanno eco le femministe chicanas e afroamericane, che dagli Stati Uniti reclamano un femminismo che tenga conto di tutte le subalternità che agiscono sul corpo femminile, prima fra tutte la razza. La declinazione dell’intersezione tra sesso, razza e classe assume un ruolo fondamentale sia nella teoria postcoloniale che in quella femminista. Nel presente lavoro si analizzano le principali rivendicazioni e le strategie di resistenza usate dalle voci delle subalterne, che marcano alcuni momenti di incontro/confronto tra femminismo e postcolonialismo.
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Albertazzi, Stefania, and Valerio Bini. "La produzione della natura nella postcolonia: la foresta Mau (Kenya)." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 2 (June 2021): 21–36. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa2-2021oa12030.

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Анотація:
Muovendosi nell'ambito dell'ecologia politica e adottando la prospettiva teorica della produzione sociale della natura, questo contributo vuole illustrare come elementi umani e non umani coevolvono, determinandosi reciprocamente, nello specifico contesto della postcolonia. Si utilizzerà il caso studio della foresta Mau (Kenya), per mettere in luce l'esistenza di quattro socio-ecologie che si fondano sulle relazioni intrattenute con la foresta e la producono, a livello simbolico e materiale. L'analisi della "natura sociale" porterà a riflettere sulle temporalità complesse della condizione postcoloniale nella quale le diverse socio-ecologie non si esauriscono in un circoscritto periodo storico, ma continuano a disegnare le intricate geografie della regione.
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Pelůcio, Larissa. "Desideri, brasilianitŕ e segreti. Il mercato del sesso nel rapporto tra clienti spagnoli e transessuali brasiliane." MONDI MIGRANTI, no. 1 (September 2010): 153–72. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-001007.

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Анотація:
L'etnicizzazione del genere e la sessualizzazione della nazionalitŕ sono gli aspetti che caratterizzano gli incontri tra le transessuali brasiliane e la clientela spagnola nel movimentato commercio del sesso a pagamento in Spagna. In questi incontri sessuali, che sono anche commerciali, l'erotismo alcune volte č messo in relazione ad un esotismo legato non solo alla nazionalitŕ o alla razza, ma anche alla possibilitŕ di avere esperienze sessuali piů eccitanti rispetto a quelle considerate convenzionali. In questo modo, l'associazione che molti clienti fanno tra Brasile e corpo della transessuale puň essere compresa solo alla luce della densa grammatica sessuale che permea queste relazioni. Tali segni si sono strutturati a partire dal retaggio coloniale che ancora perdura, e al quale i flussi migratori odierni hanno attribuito nuovi significati sia per l'intensificarsi della circolazione delle immagini, sia per l'inserimento del Brasile tra le mete del turismo sessuale. Per spiegare le diverse implicazioni del fenomeno mi sono avvalsa del contributo della teoria Queer, alla quale ho associato ulteriori riflessioni di autrici/tori che interpretano il mercato del sesso partendo da un punto di vista poststrutturalista o postcoloniale. Questi quadri concettuali costi-tuiscono la struttura di base nella quale inserire i dati raccolti in un lavoro etnografico realizzato a San Paolo, Madrid e Barcellona, cosě come navigando nei siti Internet spagnoli specializzati nel desiderio sessuale verso le transessuali.
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Cazzato, Luigi. "L’ASSENZA ‘‘PRESENTE’’ DI GEORGE ELIOT: FRA CENTRO INGLESE E MARGINE MEDITERRANEO." Revista Internacional de Culturas y Literaturas, no. 13 (2013): 195–202. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2013.i13.17.

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Анотація:
Il saggio si cimenta con la questione dell’assenza di George Eliot come autoredonna sulle scene letterarie. La romanziera inglese scelse di celare il proprio genere sotto uno pseudonimo maschile, apparentemente, per poter affrontare nel suo centro ciò che è stato chiamato “the regime of the male gaze”. Questo suo atto, considerato ambiguo dalla critica femminista, può dirci qualcosa, non solo in relazione a questioni di posizionamento di genere, ma anche in relazione a questioni di posizionamento di ciò che nel suo secolo veniva chiamata “razza”. In altre parole, il saggio si occupa, dal punto di vista postcoloniale, dei suoi rapporti di autrice al centro della cultura patriarcale metropolitana con i margini mediterranei (Italia e Spagna) orientalizzati, ovvero meridionizzati, che lei visitò durante i suoi viaggi e di cui scrisse nelle sue lettere e nei suoi romanzi. Parole chiave: Scrittura femminile, sguardo maschile, Mediterraneo, meridionismo
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Paffarini, Jacopo. "Potere e politica nell’esperienza costituzionale del Brasile postcoloniale. Una riflessione a partire da un’opera di Machado de Assis." Revista Opinião Jurídica (Fortaleza) 14, no. 19 (January 27, 2017): 210. http://dx.doi.org/10.12662/2447-6641oj.v14i19.p210-227.2016.

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Анотація:
La complessità delle relazioni di potere è ascrivibile a molte opere di Machado de Assis, attraverso i suoi scritti si accede ad un ritratto della società carioca in un’epoca in cui lo Stato brasiliano era ancora alla ricerca di un definitivo assetto istituzionale. La posizione di Machado de Assis acquista in questo senso un duplice rilievo per lo studioso europeo: da un lato, costituisce una testimonianza delle tensioni sviluppatesi intorno ai processi di diffusione oltreoceano del pensiero politico e filosofico del Vecchio Continente; dall’altro, identifica la realtà brasiliana come il prodotto di questa contraddizione tra l’arcaico e il moderno, tra i canoni antichi e il progresso guidato dell’ambizione individuale.
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Jaran, Mahmoud. "ELIAS CANETTI E TONI MARAINI A MARRAKECH: UN VIAGGIO NELLA MEMORIA." Revista Internacional de Culturas y Literaturas, no. 14 (2013): 28–42. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2013.i14.03.

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Анотація:
Nel presente articolo, si prendono in esame due opere di due autori decisamente lontani l’uno dall’altra, ma che si incontrano negli stessi luoghi nei loro sentimenti. La prima opera è “Le voci di Marrakech” (1968), dello scrittore bulgaro di famiglia ebrea e premio Nobel per la Letteratura, Elias Canetti, mentre la seconda è “Ultimo tè a Marrakech”, un diario di viaggio uscito nel 2000, della scrittrice e poetessa italiana, Toni Maraini. Entrambi questi viaggi nel mondo arabo, sono ritratto socioculturale del Marocco contemporaneo, conditi da squarci di vita quotidiana, i quali in modi e forme differenti, offrono la possibilità di compiere una serie di analisi e di riflessioni che interessano la tesa relazione ontologica tra occidente e oriente, ma anche una vasta gamma di campi interdisciplinari: dal femminismo alla teoria postcoloniale;dalla politica ai cultural studies
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BORGES, Luís Paulo Cruz. "Dilemas sobre futuro e escola: narrativas etnográficas de jovens estudantes." INTERRITÓRIOS 6, no. 10 (April 14, 2020): 458. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i10.244920.

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Анотація:
RESUMOA relação dos jovens estudantes do Ensino Médio com o futuro e a escola é objeto de estudo do presente artigo. Pauta-se na abordagem etnográfica, situada na fronteira entre a antropologia e a educação. Foram utilizados o caderno de campo, notas etnográficas, entrevistas, fotografias, observação participante e produções textuais como formas de apreender um recorte da realidade social. Articulam-se categorias como conhecimento escolar e juventudes privilegiando uma abordagem pós-crítica e pós-colonial para pensar o futuro e seus sujeitos. Opera-se numa lógica de que há uma polifonia nas vozes discentes que podem ser escutadas, como forma de uma produção curricular, pensando os dissensos como caminhos possíveis, a partir da ideia de juventudes em trânsito, abordando a relação dos jovens com seus processos educacionais tendo como horizonte o futuro. Este artigo apresenta a ideia do futuro como uma categoria etnográfica, sendo esta uma dimensão criadora dos modos de subjetivação e diferença. Futuro/escola. Etnografia. Jovens. Dilemmas about future and school: ethnographic narratives of young students ABSTRACT The relationship of young high school students with the future and the school is the object of study of this article. It is based on the ethnographic approach, situated on the border between anthropology and education. Thus, the field notebook, ethnographic notes, interviews, photographs, participant observation and textual productions were used as ways of apprehending a cut of social reality. Categories such as school knowledge and youths are articulated, favoring a post-critical and post-colonial approach to thinking about the future and its subjects. It operates on the logic that there is a polyphony in student voices that can be heard as a form of curriculum production thinking dissent as possible paths from the idea of youths in transit addressing the relationship of young people with their educational processes with the horizon future. This article presents the idea of the future as an ethnographic category and this is a creative dimension of the modes of subjectivation and difference. Future/school. Ethnography. Young. Dilemas sobre el futuro y la escuela: narraciones etnográficas de jóvenes estudiantes RESUMEN La relación de los jóvenes estudiantes de secundaria con el futuro y la escuela es el tema de este artículo. Se guía por el enfoque etnográfico, situado en la frontera entre antropología y educación. El cuaderno de campo, las notas etnográficas, las entrevistas, las fotografías, la observación participante y las producciones textuales se utilizaron como formas de comprender un resumen de la realidad social. Categorías como el conocimiento escolar y la juventud están articuladas, privilegiando un enfoque postcrítico y postcolonial para pensar sobre el futuro y sus temas. Funciona con la lógica de que existe una polifonía en las voces de los estudiantes que se puede escuchar, como una forma de producción curricular, pensando en la disidencia como posibles caminos, desde la idea de los jóvenes en tránsito, abordando la relación de los jóvenes con sus procesos educativos. mirando hacia el futuro Este artículo presenta la idea del futuro como una categoría etnográfica, que es una dimensión creativa de los modos de subjetividad y diferencia. Futuro / escuela. Etnografía. Gente joven. Dilemmi sul futuro e sulla scuola: narrazioni etnografiche di giovani studenti SINTESE La relazione dei giovani studenti delle scuole superiori con il futuro e la scuola è l'oggetto di questo articolo. È guidato dall'approccio etnografico, situato al confine tra antropologia ed educazione. Il quaderno di campo, le note etnografiche, le interviste, le fotografie, l'osservazione dei partecipanti e le produzioni testuali sono stati usati come modi per comprendere uno schema della realtà sociale. Categorie come la conoscenza scolastica e la gioventù sono articolate, privilegiando un approccio post-critico e post-coloniale a pensare al futuro e alle sue materie. Funziona secondo una logica secondo cui esiste una polifonia nelle voci degli studenti che può essere ascoltata, come una forma di produzione curricolare, pensando al dissenso come possibili percorsi, dall'idea dei giovani in transito, affrontando il rapporto dei giovani con i loro processi educativi guardando al futuro. Questo articolo presenta l'idea del futuro come una categoria etnografica, che è una dimensione creativa delle modalità di soggettività e differenza. Futuro / scuola. Etnografia. Giovani.
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Дисертації з теми "Relazioni postcoloniali"

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CANSELLA, ILARIA. "Il ritorno dell'Italia in Africa. Affari e cooperazione fra anni Cinquanta e Sessanta." Doctoral thesis, Università di Siena, 2018. http://hdl.handle.net/11365/1039534.

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Анотація:
La ricerca si è posta come fine lo studio delle politiche di sviluppo dell’Italia in Africa e la loro evoluzione a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta. La tesi ricostruisce quindi gli aspetti principali, anche a livello normativo, di quel decennio di incerta sperimentazione nell’assistenza, che precedette in Italia l’avvio di una vera e propria politica di cooperazione allo sviluppo. Analizzando l’evoluzione delle relazioni postcoloniali attraverso le politiche degli aiuti e mettendo a fuoco i moventi, gli esiti e le prospettive delle politiche di assistenza italiane nel continente africano, si è tentato poi di comprendere come e in che momenti la cooperazione italiana abbia portato con sé il ribaltamento della prospettiva coloniale e si è affrontato il tema della permanenza della cultura coloniale nel contesto del dopoguerra in Italia. Nel tentativo di portare alla luce discontinuità e persistenze dei rapporti italiani con l’Africa, ci si è interrogati su come le valutazioni italiane sugli obiettivi da raggiungere nell’azione in Africa e sul modo di perseguirli mutino nel tempo e su quanto questo cambiamento sia derivato da un consapevole e condiviso progetto politico, gestito all’interno delle strutture dello Stato da uno specifico gruppo di “esperti” di questioni africane e influenzato più o meno da altri attori, dall’azione dei partiti politici, dai gruppi economici e dalla stessa società civile. È stata applicata allo scopo una nozione di cooperazione la più ampia possibile, che comprende quindi non solo i veri e propri aiuti, ma anche i diversi piani d’azione paralleli: l’ambito politico-diplomatico in primo luogo, ma anche quello della diplomazia commerciale e dei contatti culturali. La vastità delle aree di interesse della politica italiana verso l’Africa in quegli anni ha imposto la necessità di ridurre il campo di indagine, selezionando alcuni paesi da analizzare più in dettaglio per chiarirne i rapporti con l’Italia. La scelta di un approccio comparativo, del resto, ha dato respiro a tutta l’indagine, permettendo di fornire una panoramica completa del modus operandi dell’Italia in Africa attraverso i quattro case studies individuati, ovvero la Somalia, la Libia, la Tunisia e il Sudan; contesti in cui si possono rintracciare peculiarità interessanti per ciò che concerne la situazione pregressa dell’influenza italiana, la presenza di gruppi di pressione locale ed esterni diversificati per ruolo e grado di interesse, la metodologia cooperativa. Essendo il tema quasi completamente inevaso dalla storiografia, la tesi si appoggia abbondantemente su fonti d’archivio, ovvero sommariamente: per la ricostruzione della normativa si è fatto riferimento agli Atti parlamentari dalla I alla V legislatura (con specifica attenzione per le discussioni all’interno della Commissione III per gli Affari Esteri); per il piano d’azione politico-diplomatico, alle carte dell’Ufficio III della Direzione Generale Affari Politici del MAE; per la diplomazia commerciale, all’archivio della Direzione Generale Sviluppo e Scambi del Ministero per il Commercio Estero; per la più ampia ricostruzione delle complesse reti di relazioni fra la politica e tutto quel mondo “africano” che in Italia di quei temi continua a occuparsi anche dopo la perdita delle colonie, si sono visionati gli archivi privati di due personalità democristiane direttamente coinvolte nel processo di ridefinizione dei rapporti italiani con l’Africa postcoloniale, ovvero l’Archivio Brusasca e l’Archivio Vedovato.
The aim of this study is to investigate Italy’s development cooperation policies and their evolution in Africa between the 1950s and the 1960s. Therefore, the report retraces Italian main approaches – also from the regulatory point of view – adopted in that decade of tentative help actions which preceded a real cooperation. The analyse of postcolonial relationships evolution by such support policies, and the focus on motives, results and prospects of Italian assistance to Africa try to understand how and when such a behaviour brought about the reversal of the country’s colonial attitude, and to verify the permanence of a colonial culture in Italy during the postwar period.
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Furlan, Eleonora <1994&gt. "Sweden's Feminist Foreign Policy - A postcolonial feminist critical discourse analysis." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20037.

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Nel 2014, il governo della Svezia ha stabilito la prima Politica Estera Femminista (PEF) al mondo, il cui obiettivo è la promozione ed il raggiungimento dell’uguaglianza di genere e dei diritti umani di donne e bambine a livello globale. Questo studio effettua un’analisi critica del discorso della Politica Estera Femminista svedese, con l’obiettivo di analizzare se e come il discorso governativo riproduca o, al contrario, sfidi narrazioni e relazioni di potere di natura neocoloniale di genere. Nel contesto di questo studio, con “discorso neocoloniale di genere” si indica un discorso radicato in relazioni di potere ereditate dal periodo coloniale, nonché caratterizzato da essenzialismo di genere, ovvero dal presupposto che “donne” e “uomini” siano due categorie di genere monolitiche ed intrinsecamente diverse l’una dall’altra. La cornice teorica utilizzata da questa tesi si basa sulla teoria femminista postcoloniale, sul femminismo intersezionale e sulla teoria postcoloniale classica. La tesi utilizza l’approccio metodologico dell’analisi critica del discorso. L’analisi effettuata dimostra che il discorso della PEF svedese non rientra completamente né nella definizione di discorso neocoloniale di genere, né in quella di discorso femminista postcoloniale ed intersezionale. Infatti, all’interno dei testi analizzati si trovano elementi riconducibili ad entrambi i tipi ideali. Si può concludere che la PEF della Svezia, pur non sovvertendo completamente le narrazioni neocoloniali di genere e le relative relazioni di potere, offre degli importanti esempi di come una politica estera possa incorporare elementi postcoloniali ed intersezionali nel proprio discorso.
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Palmieri, Tommaso. "Étude comparative de l’administration militaire de l’Italie et de la France au Fezzan libyen. : Un cas de modèle colonial en continuité (1930-1951)." Thesis, Aix-Marseille, 2015. http://www.theses.fr/2015AIXM3020/document.

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Анотація:
Le but de cette recherche est celui d’analyser le développement structurel d’une présence coloniale courte, chronologiquement successive. À partir d’une étude d’histoire comparée, on entend décrire le processus d’installation, création et gouvernance d’une double administration coloniale européenne, celle de l’Italie fasciste et de la France, installée au Fezzan, région du désert sud-occidental libyen. Nous montrons d’abord, dans une perspective de longue durée, comment l’urgence de contrôler les espaces amples du Sahara libyen détermine, du côté des Empires, la nécessité stratégique de créer une macro-région coloniale, à gérer uniquement par l’élément militaire. Le noyau central de la thèse analyse la manière dont les structures de ces administrations ont été conçues et mises en place par les militaires européens, ainsi que leur impact réel sur le tissu social de la région. Enfin, en guise de conclusion, nous évoquons les éléments de rupture et de continuité parmi les deux expériences, et les conséquences de l’action des administrations coloniales en termes de construction idéntitaire de la Libye indépendante
Desert Libya’s region of Fezzan presents an interesting case of a consecutive colonial military administration. A fascist italian period of ten years is followed by a french shortest-term direct administration of eight years. The research highlights the emergence to bridge an historical gap. In the framework of a comparative study, the main goal of the thesis is to investigate the development of the administrative changeover from fascist Italy to France in the region, illustrating the establishment of the double administration managed by soldiers of the two colonial powers, its impact toward the social regional structures and its elements of continuity and change. The period we take into consideration extends from 1930 to 1951, between the full realization of the italian colonization of Libya, through the so-called fascist “pacification”, and the transition process of the Independent Libyan State. This leads to explore a final understanding hypothesis, concerning the repercussion of this military continuum administration on the independence process of Libya
Il presente studio analizza lo sviluppo strutturale di una breve presenza coloniale, temporalmente consecutiva. Nel quadro di una ricerca di storia comparata, l’obiettivo è quello di descrivere il processo di instaurazione, esecuzione e governance di una duplice amministrazione coloniale europea: quella dell’Italia fascista e della Francia nel Fezzan libico. Si tratta anzitutto di precisare in che modo le zone desertiche del Sud libico divengono, progressivamente, un oggetto di contesa strategica tra le potenze imperiali, tali da rendere necessaria l’urgenza del ricorso ad una gestione amministrativa a carattere esclusivamente militare. Il nucleo centrale dell’elaborato indaga sulla maniera in cui dette strutture amministrative sono state concepite e messe in pratica da parte dei rispettivi militari impegnati sul posto, e il loro effettivo impatto sul tessuto sociale regionale. Nelle conclusioni, si evocano gli elementi di continuità e discontinuità tra le due esperienze; inoltre, tenuto conto del periodo storico preso in considerazione, compreso tra la piena realizzazione del colonialismo italiano in Libia e l’avvio del processo di transizione che porta il Paese nord africano verso l’indipendenza, si analizzano le conseguenze della gestione amministrativa in termini di costruzione identitaria dello Stato postcoloniale
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