Дисертації з теми "Rejection antibody-mediated"
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Alsughayyir, Jawaher. "Humoral alloimmunity in cardiac allograft rejection." Thesis, University of Cambridge, 2019. https://www.repository.cam.ac.uk/handle/1810/286971.
McLaughlin, Laura Bridget. "B cells in chronic antibody mediated rejection of renal transplants." Thesis, King's College London (University of London), 2016. https://kclpure.kcl.ac.uk/portal/en/theses/b-cells-in-chronic-antibody-mediated-rejection-of-renal-transplants(b26efbd3-c821-40d8-87b6-6dd16f56b6de).html.
Kuo, Hsiao-Hsuan. "Early Responses in Antibody-Mediated Rejection of Vascularized Organ Transplants." Cleveland State University / OhioLINK, 2014. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=csu1415091284.
Fedrigo, Marny. "New tissue biomarkers of Antibody Mediated Rejection in Heart Transplantation." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422517.
INTRODUZIONE Il trapianto cardiaco rappresenta ancora la più importante strategia terapeutica nei pezienti con scompenso cardiaco refrattario alla terapia medica. Nell’ultimo decennio la attenzione clinica è stata rivolta al rigetto umorale in seguito al dato che la percentuale di perdita del garft per rigetto cronico non è cambiata, nonostante la terapia immunosoppressiva controlli in modo ottimale il rigetto cellulo-mediato. Il rigetto umorale viene definito come una entità clinico-patologica caratterizzata dalla presenza di anticorpi anti HLA (complesso maggiore di istocompatibilità) circolanti che provocano danno endoteliale sull’organo trapiantato con conseguente impatto sulla mortalità. Per la prima volta in biopsie renali di pazienti con disfunzione del graft in assenza di rigetto cellulo-mediato, è stato evidenziato deposito di C4d sulla superficie endoteliale, sinonimo di attivazione del complemento , strettamente correlato con la presenza di anticorpi anti HLA circolanti nel siero. Le linee guida internazionali che definiscono i criteri patologici per la diagnostica del rigetto nel trapianto di cuore, solo nel 2004 per la prima volta definiscono il rigetto umorale come entità patologica distinta indicandone i criteri diagnostici istologici e immunopatologici maggiori, riconoscendo come grado 0 assenza di segni istologici e immunopatologici e grado 1 la presenza di segni istologici e immunopatologici di rigetto umorale. Nell’ultima decade la letteratura internazione ha rivolto la propria attenzione alla ricerca del significato prognostico del rigetto umorale in relazione al rigetto cronico e alla ricerca di nuovi biomarcatori per la diagnosi precoce del rigetto umorale. Gli obiettivi della presente tesi di dottorato possono essere riassunti in tre principali puntii: 1) studio della fisiopatologia del rigetto umorale o rigetto anticorpo mediato nel trapianto di cuore; 2) valutazione della capacità diagnostica dei criteri istopatologici definiti dalle linee guida internazioni del 2004, su biopsie endomiocardiche di monitoraggio post-trapainto; 3) definizione del significato prognostico del rigetto anticorpo mediato sia nella fase precoce che tardiva post-trapianto. MATERIALI E METODI. Dal 2005, nel nostro centro di riferimento per il trapianto cardiaco dell’Università di Padova, abbiamo studiato routinariamente il biomarcatore di attivazione del complemento (C4d) con tecnica immunoistotchimica su tessuto (biopsie endomiocardiche di monitoraggio). Abbiamo valutato 1452 biopsie endomiocardiche (BEM) da 131 pazienti (età media 48.9±18.3). Popolazione adulta. Per studiare la sopravvivenza di pazienti adulti che presentano una positività al C4d nel loro follow up, abbiamo studiato 985 BEM di 107 pazienti (79% maschi) con età al trapianto di 55 anni (mediana) range 17-73 anni. La nostra popolazione adulta è stata suddivisa il quattro gruppi sulla base del profilo del C4d nelle BEM, degli anticorpi circolanti anti HLA donatore specifici (DSA), e della disfunzione del graft (riduzione della frazione di eiezione, anomalie elettrocardiogarfiche): • C4d positivo, DSA negativi, assenza di disfunzione del garft (rigetto anticorpo-mediato asintomatico)= gruppo 1 • C4d positivo, DSA positivi, assenza di disfunzione del graft (rigetto anticorpo-mediato asintomatico)= gruppo 2 • C4d positivo, DSA positivi, presenza di segni clinici di disfunzione del graft (rigetto anticorpo-mediato sintomatico)= gruppo 3. • C4d negativo, DSA negativi, assenza di disfunzione clinica del graft (gruppo controllo )= gruppo 0. Popolazione pediatrica. Abbiamo valutato 226 biopsie provenienti da 24 pazienti trapiantati (età media 8,1±6,3 anni). Tecnica immunoistochimica è stata applicata routinariamente sia nella popolazione adulta sia nella popolazione pediatrica. La tecnica immunoistochimica è stata applicata sia retrospetticamente che prospetticamente usando anticorpo policlonale per C4d. Il grading per la valutazione della colorazione immunoistochimica è stata standardizzato in quattro gradi: grado 0= negativo; grado 1= debole intensità, focale coinvolgimento dei capillari; grado 2= moderata intensità e coinvolgimento multifocale dei capillari e grado 3= colorazione intensa e coinvolgimento diffuso dei capillari. Si considera positivo grado 2 e grado 3. E’ stata inoltre eseguita l’immunoistochimica per C3d su materiale paraffinato applicando lo stesso schema di valutazione del C4d. Valutazione dei criteri diagnostici morfologici di rigetto anticorpo mediato. Delle 1452 BEM valutate, 87 erano positive per il C4d (6% 87/1452) in 61 pazienti, 26 BEM di 13 pazienti hanno mostrato un C4d positivo in più di un biopsia. Sessantasei pazienti negativi per il C4d sono stati selezionati e confrontati secondo i seguenti criteri: diagnosi pre-trapianto, età dopo il trapianto, grading del rigetto cellulo-mediato (studio caso-controllo). Tra i 61 pazienti positivi per il C4d 9 avevano rigetto anticorpo-mediato sintomatico, In questo studio caso-controllo abbiamo studiato anche il C3d. Due Patologi hanno rivisto “blindly” tutti i criteri istologici associati al rigetto umorale: edema endoteliale, edema interstiziale, cellule mononucleari intracapillari, neutrofili intracapillari, danno miocitario, necrosi miocitaria, emorragia, microtrombi intravascolari in accordo con le linee guida internazionali “ISHLT working formulation “ del 2004. Determinazione degli anticorpi anti HLA donatore specifici. La valutazione degli anticorpi circolanti è stata eseguita su 37 casi, in virtù del fatto che il nostro studio è stata condotto anche retrospetticamente. E’ stata utilizzata la tecnica Luminex per testare la reattività degli anticorpi anti HLA tipo IgG con tecnica “bead-based screening assay” da sieri ottenuti pre-trapianto e post-trapianto, quest’ultimo in concomitanza con la positività del C4d nelle BEM. Inoltre in una sottopopolazione di pazienti con rigetto umorale sintomatico gli anticorpi circolanti sono stati quantificati misurando la media di intensità di fluorescenza (MFI). Valutazione della riserva coronarica tramite tecnica ecocardiografica non invasiva. Abbiamo selezionato 19 pazienti in cui al momento della biopsia endomiocardica di monitoraggio post-trapianto è stata eseguita ecocardiograficamente.La Riserva Coronarica valutata prima e dopo l’infusione di adenosina La riserva coronarica (CFR) è stata calcolata con rapporto tra picco di velocità diastolica (iperemia) e picco di velocità diastolica (basale). Analisi statistica. Il confronto tra i vari gruppi C4d è stato calcolato con test Fisher nei caso di variabili categoriali e con test di Kruskal-Wallis per variabili quantitative. E’ stato applicato il metodo di Kaplan-Meyer per studiare la sopravvivenza dei vari gruppi positivi per C4d. Test di regressione di Cox per stimare Hazard ratio. Sono state calcolate sensibilità e specificità dei vari parametri morfologici e riportate con intervallo di confidenza del 95%. RISULTATI. Profilo clinico-patologico della popolazione adulta. Ventidue pazienti del gruppo 1 (61% del totale dei C4d positivi) mostano un rischio di mortalità 18 volte maggiore rispetto al gruppo di controllo (95% CI 1,960 – 160,022).. I sei pazienti del gruppo 2 hanno un rischio di mortalità 61 volte maggiore rispetto al gruppo di controllo (95% CI 3.399-1110.360). Gli 8 pazienti del gruppo 3 hanno un rischio di mortalità 32 volte maggiore rispetto al gruppo di controllo con una p<0,0001. Se si considerano nella totalità i pazienti C4d positivi mostrano una riduzione statisticamente significativa della sopravvivenza rispetto al gruppo C4d negativo. Si osserva un aumento del rischio di mortalità sia nei gruppi 1 e 2 (asintomatici) che nel gruppo 3 sintomatico Profilo clinico-patologico della popolazione pediatrica. Sette pazienti (33%) mostrano una positività al C4d nelle BEM di monitoraggio. Di questi 4 presentavano anticorpi anti HLA circolanti; nessuno era positivo nel gruppo di controllo. Un paziente con positività al C4d ha presentato disfunzione del graft (14% dei C4d+) entro i 3 mesi dal trapianto. Un paziente C4d positivo è morto per scompenso cardiaco dopo circa 2 anni dalla comparsa della positività del C4d nelle BEM. Gli altri cinque pazienti con C4d + sono attualmente vivi a rispettivamente 2,3,4,14 anni di follow up. Nel gruppo C4d+ il “rejection score” per rigetto cellulare è maggiore rispetto al gruppo di controllo (2,2 vs 0,2, p<0,05). Parametri morfologici per la diagnosi di rigetto anticorpo-mediato sintomatico e asintomatico nelle biopsie endomiocardiche di monitoraggio. Degli 8 criteri morfologici valutati all’ematosillina ed eosina, solo due (edema endoteliale ed interstiziale) possono essere considerati predittivi di positività capillare al C4d. la sensibilità dell’edema endoteliale è del 78,8% e la sensibilità dell’edema interstiziale è del 77,1%. Accumulo intracapillare di cellule mononucleari hanno una sensibilità del 39,3% nel predire la positività al C4d. La curva ROC mostra come i due criteri valutati assieme e riconosciuti essere i più importanti associati al danno anticorpo-mediato non aumentano la capacità di predite la presenza di anticorpi circolanti anti HLA. Immunoistotchimica per C3d nella diagnostica del rigetto umorale. Nel gruppo degli asintomatici (52 BEM di 52 pazienti) 31 BEM sono positive anche per C3d (59,6%, 31/54). Nel gruppo dei sintomatici (9 BEM per 9 pazienti) 5 BEM erano positivi al C3d (55% 5/9). La sensibilità del C3d nel predire la presenza di anticorpi anti HLA circolanti è del 42,3% e la specificità del 56%. Combinando C4d e C3d la sensibilità e specificità nel predire la presenza di anticorpi circolanti non aumenta. Profilo anticorpale nei pazienti con rigetto anticorpo mediato sitomatico. Dei 9 pazienti sintomatici della nostra popolazione studiata, 5 sono stati seguiti in follow up sia per C4d sia per anticorpi circolanti. I risultati mostrano che la quantità di anticorpo circolante (MFI) cambia in relazione al trattamento. Inoltre alti livelli di MFI >10000 correlano strettamente con grado 3 del C4d (diffuso coinvolgimento capillare con colorazione intesa), con MFI tra 1000-9000 il C4d ha una intensità ed una distribuzione variabile.; con MFI <1000 C4d è sempre negativo. C4d e microvasculopatia. La riserva coronarica di pazienti con C4d + è ridotta rispetto al gruppo di controllo rappresentato da pazienti con C4d- (1,28±0,48 vs 3,28±1,03 rispettivamente, p=0,0297) suggerendo una relazione tra il rigetto anticorpo mediato e il danno microvascolare. Anche nei pazienti senza coronaropatia del graft i pazienti con C4d+ mostrano una riserva coronarica inferiore rispetto al gruppo di controllo (C4d-) (p=0,0502). CONCLUSIONI I nostri risultati dimostrano come il C4d sia un indicatore oltre che diagnostico anche prognostico per rigetto umorale e la sua positività è sinonimo di prognosi negativa anche in assenza di sintomi clinici . La valutazione di C4d, anticorpi circolanti e disfunzione del graft ci permette di stratificare il rischio di mortalità. I parametri morfologici da soli non sono sufficientemente sensibili e specifici per la diagnostica del rigetto umorale e dunque non sono adeguati per una valutazione di screening. Alla luce dei nostri risultati raccomandiamo il C4d come test di screening per individuare pazienti asintomatici. Lo studio degli anticorpi circolanti hanno mostrato che alti livelli di anticorpi correlano con la positività capillare del C4d . Il danno endoteliale e il deposito di complemento determinano rimodellamento vascolare che porta a lungo termine
Lichvar, Alicia B. "Proteasome Inhibitor Treatment of Antibody Mediated Rejection and Mixed Acute Rejection: Defining Factors that Predict Long-Term Outcomes." University of Cincinnati / OhioLINK, 2017. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=ucin1490698721411028.
Callaghan, C. J. "Mechanisms of tolerance in a rat model of antibody-mediated allograft rejection." Thesis, University of Cambridge, 2007. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.597228.
Splith, Katrin, and Sven Jonas. "Antibody-mediated rejection of arterialised venous allografts is inhibited by immunosuppression in rats." Universitätsbibliothek Leipzig, 2014. http://nbn-resolving.de/urn:nbn:de:bsz:15-qucosa-137757.
Salah, Adeeb Ahmed Kassim. "Application of Complement Component 4d Immunohistochemistry to ABO-Compatible and ABO-Incompatible Liver Transplantation." Kyoto University, 2015. http://hdl.handle.net/2433/199180.
Cross, Amy. "The significance of chronic inflammation and HLA-DQ alloantibodies in endothelhial immunoregulation during antibody-mediated rejection." Thesis, Sorbonne Paris Cité, 2018. http://www.theses.fr/2018USPCC248.
In solid organ transplantation, antibody-mediated rejection is currently the major cause of allograft failure. Antibody-mediated rejection is a disease of the allograft vasculature, characterised by inflammation and circulating donor-specific antibodies. Recent studies have exposed the particularly high prevalence of antibodies targeting HLA-DQ amongst de novo donor-specific antibodies produced post-transplantation. This thesis explores the significance of endothelial HLA-DQ expression in the pathogenesis of antibody-mediated rejection. HLA-DQ expression in in vitro microvascular endothelial cell cultures required sustained exposure to inflammatory cytokines. Such inflammation modified endothelial immunogenicity and subsequent synapses with alloreactive CD4+ T lymphocytes. As a consequence, sustained inflammation compromised the capacity of endothelial cells to expand anti-inflammatory regulatory T cells. Moreover, the binding of HLA-DQ alloantibodies to the endothelial cells synergised with inflammation to further diminish regulatory T cell expansion. This reduction in anti-inflammatory cells may impair allograft tolerance, promote proinflammatory responses and exacerbate rejection
Choi, Chi-wai, and 蔡志維. "Detection of class I-related polypeptide-related sequence A (MICA) and angiotensin II type 1 receptor (AT1R) antibodies in antibody mediated rejection in Hong Kong." Thesis, The University of Hong Kong (Pokfulam, Hong Kong), 2014. http://hdl.handle.net/10722/206596.
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Pathology
Master
Master of Medical Sciences
Sadaka, Basma. "Differences in histologic response between early and late antibody mediated rejection therapy: assessment by Banff component scoring." University of Cincinnati / OhioLINK, 2013. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=ucin1367925543.
Moseley, E. L. "Antibody mediated rejection and complement deposition post cardiac transplantation : a study into the relationship with coronary artery vasculopathy." Thesis, University of the West of England, Bristol, 2013. http://eprints.uwe.ac.uk/22352/.
Ueda, Daisuke. "Low Titers of Anti-Donor ABO Antibodies after ABO-Incompatible Living Donor Liver Transplantation: A Long-Term Follow-Up Study." Kyoto University, 2019. http://hdl.handle.net/2433/242415.
Matia, Ivan, Peter Fellmer, Katrin Splith, Martin Varga, Milos Adamec, Ines Kämmerer, Linda Feldbrügge, et al. "Immunosuppressive protocol with delayed use of low-dose tacrolimus after aortic transplantation suppresses donor-specific anti-MHC class I and class II antibody production in rats." Universitätsbibliothek Leipzig, 2014. http://nbn-resolving.de/urn:nbn:de:bsz:15-qucosa-167365.
Hirata, Yoshihiro. "Impact of Antibodies that React with Liver Tissue and Donor-specific anti-HLA Antibodies in Pediatric Idiopathic Posttransplantation Hepatitis." 京都大学 (Kyoto University), 2017. http://hdl.handle.net/2433/225483.
Wan, Susan Si-Shun. "Donor Specific Anti-HLA Antibodies in Kidney Transplantation." Thesis, The University of Sydney, 2019. https://hdl.handle.net/2123/22006.
Manfredini, Valentina <1984>. "Definition of Clinical and Immunological Phenotypes of Graft Dysfunction in Heart Transplant Recipients: Prognostic Implications and Role of Antibody Mediated Rejection." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8015/1/manfredini_valentina_tesi.pdf.
Glasberg, Denise Segenreich. "Monitorização dos anticorpos anti-hla após transplante renal e sua correlação com episódios de rejeição aguda." Universidade do Estado do Rio de Janeiro, 2014. http://www.bdtd.uerj.br/tde_busca/arquivo.php?codArquivo=7473.
Introdução: A associação entre a presença de anticorpo anti-HLA doador específico (DSA), em pacientes com prova cruzada negativa por citotoxicidade dependente de complemento (CDC), e a ocorrência de episódios de rejeição mediada por anticorpos (RMA) e menor sobrevida do enxerto já foi demonstrada por diversos autores. Entretanto,estimar a relevância clínica da presença desses anticorpos, em um determinado receptor, é um grande desafio e portanto novas estratégias de monitorização imunológicas são necessárias. Objetivo: O objetivo desse estudo foi monitorar a presença de DSA, bem como a variação dos seus títulos durante o primeiro ano após o transplante renal e correlacionar com episódios de rejeição aguda e função do enxerto ao final desse período. Metodologia: Foram analisados 389 soros de 71 pacientes incluídos no estudo. A pesquisa de DSA foi realizada utilizando os testes LABScreen single antigenbeads nas amostras correspondentes aos tempos: pré-transplante, 14, 30, 90, 180 e 365 dias após o transplante. Episódios de rejeição aguda comprovados por biópsia foram analisados de acordo com a classificação de Banff 2007. A taxa de filtração glomerular (TFG) ao final do primeiro ano foi estimada utilizando a fórmula Modificationof Diet in Renal Disease (MDRD). Os pacientes foram inicialmente separados em 3 grupos de diferentes riscos imunológicos (pré-transplante): A) DSA-, B) DSA+ com MFI >1000 e < 5000 e C) DSA+ com MFI > 5000. Num segundo momento, foram novamente agrupados de acordo com o perfil de mudança nos valores de MFI (intensidade de fluorescência média) ao longo do primeiro ano. Resultados: DSA estavam presentes pré-transplante em 15 pacientes. RMA foi mais frequente no grupo C (p = 0,02). De acordo com a variação dos títulos de DSA pós-transplante os pacientes foram novamente agrupados: grupo I) permaneceu DSA- durante todo acompanhamento = 50 pacientes, II) diminuiu ou manteve títulos de DSA em relação ao tempo zero = 13 pacientes e III) aumentou títulos em relação ao tempo zero = 8 pacientes (6 foram DSA de novo). Três pacientes dos grupos I e um paciente do grupo II apresentaram episódios de rejeição aguda celular. Não foi observada oscilação significativa nos títulos de anticorpos durante esses eventos. Nenhum paciente desse grupo apresentou episódio de RMA. Episódio de RMA ocorreu em dois pacientes do grupo III. Em ambos os pacientes foi detectado aumento significativo nos valores de MFI dos DSA em relação ao tempo zero. Não foi observada diferença significativa na TFG entre os grupos analisados nesse estudo. Entretanto, observou-se uma diferença estatisticamente significativa na TFG entre os pacientes que apresentaram episódio de rejeição aguda em relação aos que não tiveram, sendo menor nos primeiros (p = 0,04). Conclusão: A monitorização prospectiva dos anticorpos pode ajudar a identificar pacientes em maior risco para ocorrência de RMA e o aumento nos valores de MFI DSA deve ser interpretado como um sinal de alerta, sobretudo em pacientes previamente sensibilizados.
Bodez, Diane. "Etude des profils transcriptionnels myocardiques et sanguins du rejet aigu de greffe cardiaque." Thesis, Paris Est, 2017. http://www.theses.fr/2017PESC0009.
Heart transplantation is the last treatment in case of terminal heart failure. Acute rejection after heart transplantation raises several issues due to its occurrence despite immunosuppressive therapies and the requirement of invasive and repeated endomyocardial biopsies (EMB) that have several histological grading limitations. The need of non-invasive diagnostic and predictive criteria led us to study the acute rejection of cardiac allograft using a molecular approach. We characterized myocardial and peripheral blood gene expression profiles (GEP) during acute cellular rejection (CR) and antibody-mediated rejection (AMR) by mean of microarray analyses. By a retrospective study conducted on a historical EMB collection, we first showed a strong immunologic modulation during CR. For the same CR histological grading, two transcriptional profiles were identified according to the inflammation level. Moreover, myocardial GEP modifications were observed one month before the occurrence of CR, while histological characteristics showed no abnormality. A second study conducted on a prospective collection of both EMB and peripheral blood samples confirmed the results obtained on EMB and showed peripheral blood GEP modulations during both CR and even one month earlier. Finally, we have also shown for the first time in heart transplantation, myocardial and peripheral GEP modulations in AMR. Identification of modulated pathways in both types of rejection should allow for the determination of rejection biomarkers
Dalpiaz, Tiago. "Biomarcadores moleculares na rejeição mediada por anticorpos em transplantados renais." reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2011. http://hdl.handle.net/10183/35896.
Introduction: Acute antibody mediated rejection (ABMR) is currently a major limitation to the success of renal transplantation. Its diagnosis is complex and inaccurate and the development of non-invasive biomarkers can represent promising methods for that. The aim of this study was to evaluate, in kidney transplant patients, the expression of genes related to the antibody mediated rejection and cellular, in renal tissue and peripheral blood. Methods: Crosssectional study with 56 kidney transplant patients divided into the following diagnostic categories according by the Banff 2007 classification: ABMR, acute cellular rejection (ACR), acute tubular necrosis (ATN), ACR+ABMR and normal. We used Real Time PCR to quantify relative expression of genes: CD20, CD138, von Willebrand factor (vWF), FOXP-3 and TIM-3. Results: Patients with ABMR presented, both in renal tissue and in peripheral blood, CD20 and TIM-3 mRNA transcripts significantly increased (P <0.01), in relation to groups ATN and normal. Other results with significantly higher expression in ABMR in relation to the normal group were FOXP-3 in the peripheral blood (P <0.01), CD138 in tissue (P <0.01) and vWF renal tissue and blood (P <0.05). The ROC curves demonstrated area under the curve (AUC) of 0.950 (P <0.001) for CD20 in peripheral blood. Using the 6.0 cutoff point was obtained 94% sensitivity and 88% specificity for the diagnosis of RAMA. CD138 in renal tissue showed AUC 0, 905 (P <0.001), and 6.0 cutoff point was found 91% sensitivity and specificity 85%. Conclusion: The expression of CD20, both in renal tissue and in peripheral blood, and CD138 in tissue were significantly higher in patients with ABMR. More studies can confirm these findings and enable the use of the expression of these and other genes as biomarkers for the diagnosis of ABMR.
Horne, Phillip Howard. "Activation and effector function of unconventional acute rejection pathways studied in a hepatocellular allograft model." Columbus, Ohio : Ohio State University, 2007. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc%5Fnum=osu1188397900.
Roders, Nathalie. "Régulation de l'activation de lymphocytes B / cellules plasmatiques pendant le rejet chronique : Le rôle de SYK dans la modulation de Mcl-1." Thesis, Université Paris-Saclay (ComUE), 2017. http://www.theses.fr/2017SACLS439/document.
Renal failure is a major public health concern and renal transplantation is the main therapeutic option, however it comes with the risk of organ rejection. B-cells play an important role in antibody-mediated rejection (AMR). During chronic AMR, tertiary lymphoid germinal center (GC)-like structures appear in the rejected organ, associated with de novo production of donor-specific plasma and memory B-cells. Which are B-cell populations that are often poorly controlled by current treatments. Myeloid cell leukemia-1 (Mcl-1), an anti-apoptotic member of the B-cell lymphoma-2 (Bcl-2) family, is essential for maintaining the GC reaction and B-cell differentiation. We report here the infiltration of B-cells expressing Mcl-1 in the kidney of patients with chronic AMR, as observed for (pre-)GC cells. The impairment of B-cell receptor (BCR) signaling, by inhibition of spleen tyrosine kinase (SYK), reduced viability and Mcl-1 protein levels in GC like cells. This downregulation is coordinated at the transcriptional level, potentially via signal transducer and activator of transcription 3 (STAT3), as shown by (1) impaired translocation of STAT3 to the nucleus following SYK inhibition, and (2) the lower levels of Mcl-1 transcription upon STAT3 inhibition. Moreover, overexpression of Mcl-1 prevented cells from entering apoptosis after SYK inhibition. In vitro studies with primary tonsillar B-cells confirmed that SYK inhibition decreased cell survival. We also found that SYK inhibition decreased Mcl-1 protein levels in primary B-cells, and that B-cell activation was inhibited, as determined by CD80 expression and lower levels of IgG secretion in tonsillar B-cells activated in vitro. Overall, our data suggest that the SYK-Mcl-1 pathway may provide new opportunities for the treatment and prevention of AMR
Di, Francesco Andrea. "Identification of molecular biomarkers to discriminate and characterize the different types of rejection in Heart Transplated Patients." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3422684.
Contesto: Il trapianto di cuore è l'unico trattamento curativo disponibile per i pazienti con insufficienza cardiaca allo stadio terminale. Durante il primo anno dopo il trapianto più del 25% dei pazienti può subire episodi di rigetto e affrontare il rischio di sviluppare rigetto con conseguente disfunzione dell’ organo trapiantato con un aumento della morbilità e mortalità. Prevenire e trattare il rigetto acuto è l’ obiettivo principale per i medici che lavorano con pazienti trapiantati. Le linee guida ISHLT 2005 e 2013 hanno definito il profilo istopatologico di tre tipi di rigetto: Cellulare (ACR) Humoral (AMR) e Mixed (MIX). Al giorno d'oggi le biopsie endomiocardiche seriali (EMB) a intervalli decrescenti durante il primo anno dopo il trapianto e gli esami di laboratorio, come le misurazioni di anticorpi donatore specifici (DSA), rimangono parametri di riferimento nella diagnosi e nel monitoraggio del rigetto acuto, ma sono soggetti a artefatti dovuti alle metodologie di campionamento, interpretazione e test. Pertanto questa valutazione istopatologica necessita di nuovi biomarcatori integrativi per caratterizzare la stratificazione del rischio nel rigetto da trapianto di cuore. Ad oggi, i meccanismi esatti coinvolti nel rigetto dopo il trapianto non sono completamente compresi, quindi la ricerca sui processi che governano i meccanismi di rigetto e la scoperta di biomarcatori efficaci per diagnosticare, monitorare e prevedere il rigetto sarà di grande valore per lo sviluppo e miglioramento delle terapie contro il rigetto. L'avvento della tecnologia di sequenziamento come Next Generation Sequencing (NGS) sta cambiando la genomica medica accelerando la scoperta di nuovi biomarcatori di malattie. I microRNA (miRNA) sono piccole molecole di RNA non codificanti (19-24 nucleotidi), altamente conservate, che regolano l'espressione dei geni a livello post-trascrizionale. Obiettivo: Lo scopo di questo studio è identificare il profilo di espressione di MicroRNA (miRNA) nel primo anno dopo il trapianto di cuore (HTX) con la tecnologia Next Generation Sequencing (NGS) in biopsie endomiocardiche (EMB) fissate in formalina e incluse in paraffina (FFPE), per caratterizzare i tre diversi tipi di rigetto da trapianto di cuore classificati come Cellulare, Umorale e Misto. Metodi: due gruppi di pazienti (pz.) sono stati inclusi: un gruppo di studio di 19 pz. e un gruppo di validazione di 14. Per ogni paziente abbiamo selezionato la prima biopsia endomiocardica (EMB) fissata in formalina ed inclusa in paraffina (EMB) per ogni tipo di rigetto. Abbiamo escluso i pz. presensibilizzati con precedente impianto del dispositivo di assistenza ventricolare sinistro (LVAD) e con precedenti episodi di infezione. Le biopsie sono state esaminate per la presenza di rigetto secondo i criteri di classificazione internazionali aggiornati (ISHLT 2005 e 2013). Abbiamo quindi individuato quattro gruppi: Acute Cellular Rejection (ACR) con ACR a 12 punti:> = 2R, pAMR: 0, DSA: Neg; Misto con 6 pts ACR:> = 2R, pAMR> 1 (i +), DSA: Pos; Reiezione mediata da anticorpi (AMR) con 5 punti ACR: 0, pAMR> 1 (i +), DSA: Pos; Controllo con 10 punti: ACR: 0, pAMR: 0, DSA: Neg. La piccola frazione di RNA della coorte di studio è stata sequenziata con NGS Ion Proton per definire l'espressione dei miRNA maturi. Abbiamo eseguito un'analisi successiva con edgeR confrontando a coppie i gruppi per identificare i miRNA espressi differenzialmente nei diversi rigetti. Abbiamo selezionato 13 microRNA secondo l'analisi bionformatica come possibili biomarcatori i quali sono stati confermati da qRT-PCR in tutti i pz. Con l'analisi di regressione logistica multivariata abbiamo identificato gruppi univoci di miRNA come modelli predittivi specifici per ciascun rigetto. Inoltre, la PCR in situ è stata eseguita sulle stesse EMBs per rilevare l'espressione e la localizzazione dei miRNA nei tipi di cellule all'interno delle EMBs. Risultati: l'identificazione del miglior metodo di estrazione di microRNA da EMBs FFPE è stato il primo risultato che ho raggiunto. Ho testato diversi metodi sia manuali che kit commerciali e ho modificato i protocolli per ottenere una buona qualità e una quantità adeguata di microRNA per l'applicazioni successive. Con NGS abbiamo ottenuto e analizzato oltre 2257 microRNA maturi in tutte le biopsie del gruppo di studio. I tre tipi di gruppi di controllo e di rigetto sono stati confrontati in coppia con l'analisi non supervisionata che mostra per ciascun gruppo un profilo tipico di miRNA differenzialmente espressi; in particolare: Misto vs AMR: solo 2 miRNA sovraespressi nel gruppo Misto suggeriscono una somiglianza tra i due tipi di rigetto. ACR vs AMR: 18 miRNA sovraespressi e 2 miRNA sottoespressi nell'ACR. Mixed vs ACR: 7 miRNAs non sovraespressi e 39 miRNA sovraespressi nel gruppo ACR. L'analisi ha rivelato che ci sono microRNA de-regolati tra i tre tipi di rigetto confermando la nostra ipotesi che i microRNA possano caratterizzare le tre condizioni patologiche. I MiRNA sono stati selezionati per un'ulteriore valutazione e convalida, in base al numero di reads risultanti da NGS, sulla loro FDR significativa (<0,05), fold change, p-value e il loro coinvolgimento in processi rilevanti correlati al rigetto come mostrato dalle analisi bioinformatiche basate su geni target validati e riportati in database pubblici come TarBase (versione 6.0) (111), miRTarBase (112), miRWalk (113), miRecords (114), DIANA-microT-CDS (115), miRmap (116) , miRDB (117), TargetScan (118) e miRanda (119). Alla fine abbiamo selezionato 13 microRNA. Per validare i dati NGS tramite qRT-PCR abbiamo arruolato altri EMBs da 14 pz. selezionati in base ai nostri criteri e abbiamo testato su tutte le 33 EMbs, sia quelle della coorte di studio che quelle della coorte di validazione, i microRNA selezionati. L'analisi di validazione ha mostrato un pattern di espressione simile per tutti i microRNA in particolare: 6 hsa-miRNA: 29c-3p / -29b-3p / 199a-3p / 190a-5p / 27b-3p / 302b-3p possono differenziare tutti i rigetti rispetto a controlli; 3 hsa-miRNA: 31-5p / 144-3p / 218-5p sono peculiari di AMR e MIX rispetto al controllo e ACR 2 hsa-miRNA: 451a / 208a-5p identificano MIX rispetto ai controlli. Usando l'espressione di miRNA e la condizione patologica come variabili dipendenti abbiamo creato modelli di regressione logistica: MIX: (miR-208a, 126-5p, 135a-5p); ACR: (miR-27b-3p, 29b-3p, 199a-3p, 208a, 302b-3p); AMR: (miR-208a, 29b-3p, 135a-5p, 144-3p) che identificano con alta specificità e sensibilità ciascun tipo di rigetto. Infine con PCR in situ abbiamo rilevato alcuni di questi microRNA in diversi tipi di cellule: miR-29b-3p era principalmente espresso nelle cellule muscolari lisce in ACR; miR-144-3p era espresso nei macrofagi e nelle cellule endoteliali; inoltre l'espressione di questo microRNA nei macrofagi era predominante e diffusa nell'ACR rispetto all'AMR. Il miR-126-5p è risultato espresso in campioni ACR e AMR non solo nelle cellule endoteliali ma anche nei cardiomiociti e nelle cellule muscolari lisce. Per il MicroRNA 451a abbiamo trovato una co-localizzazione del segnale nelle cellule endoteliali e nei linfociti. Conclusioni: Questo studio dimostra che i microRNA possono essere ottenuti facilmente dai tessuti fissati in formalina e inclusi in paraffina, i miRNA differenzialmente espressi sono coinvolti in meccanismi patofisiologici del rigetto quali regolazione e proliferazione del ciclo cellulare del sistema immunitario, vie infiammatorie mediate da NFkB e rimodellamento endoteliale. Secondo i nostri risultati, i miRNA sovra o sotto espressi hanno mostrato una modulazione di questi processi in un modo peculiare per ciascun tipo di rigetto. I modelli di regressione logistica identificati potrebbero rappresentare un potente strumento diagnostico e il rilevamento in situ dei miRNA getta nuova luce sui meccanismi patofisiologici del rigetto. Inoltre l'espressione di MiRNA 144-3p, 126-5p, 29b-3p e 451a identificati mediante PCR in situ in cellule endoteliali, cellule muscolari lisce e infiammatorie è diagnostica e costituisce un potenziale bersaglio farmacologico contro il rigetto da trapianto di cuore.
Pernin, Vincent. "Les anticorps anti-HLA au cours du rejet à médiation humorale : rôle de la répartition des sous-classes et de la glycosylation des anticorps." Thesis, Montpellier, 2020. http://www.theses.fr/2020MONTT029.
Antibody-mediated rejection (ABMR) is now recognized as the leading cause of graft loss beyond the first year. De novo donor-specific anti-HLA antibodies (DSAdn) are the main risk factor for ABMR after kidney transplantation. However, the clinical course after the detection of a DSAdn is extremely heterogeneous, suggesting that not all DSA have the same pathogenicity. Several characteristics of DSAdn have been identified as being associated with a higher risk of ABMR or graft loss such as the “strength” of the antibodies (evaluated by the MFI in the Luminex Single Beads Antigen test), their ability to activate the classical complement pathway and the detection of IgG3 subclass. In this work, we studied the role of the DSA subclasses distribution and the DSA glycosylation profile in ABMR occurrence and graft outcomes. For this, we developed an innovative method for DSA characterization based on mass-spectrometry.In the first part of this work, we highlighted that the DSAs were always composed of the four IgG subclasses but with a variable distribution. The distribution of subclasses was specific to DSA with more IgG1, more IgG3, more IgG4 but less IgG2 compared to total IgG. A high proportion of IgG3 (> 6.4%) was significantly associated with ABMR occurrence and with ABMR severity (more complement deposition and more microvascular inflammation) and with the decline of the glomerular filtration rate, independently to other DSA characteristics, in particular the MFI value.In the second part of this work, we showed for the first time an association between the glycosylation profile of DSA and the risk of ABMR. DSA from ABMR+ patients exhibited a pro-inflammatory glycosylation profile, associating a lower galactosylation of IgG1, a lower sialylation of IgG3 and a higher proportion of bisecting GlcNAc. Hyposialylation of IgG3 appears to be a promising factor in the ABMR risk prediction. These results also potentially pave the way to new therapeutic strategies which are particularly expected, the effectiveness of current therapies often being disappointing
Redondo, Pachón Dolores. "Monitorización sérica e histológica del rechazo mediado por anticuerpos en trasplante renal." Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2018. http://hdl.handle.net/10803/650402.
Kidney transplantation is considered the treatment of choice for patients with end-stage renal disease. It is associated with improved survival, better quality of life and reduced costs when compared with dialysis. Throughout the years, the progress in immunosuppression, the improvement in surgical techniques and a better understanding of transplant immunology have produced an increase in both patient and graft survival short-term, notwithstanding in medium and long-term outcomes. Two major developments have taken place over the last decade: the development of new techniques to detect HLA antibodies, and the histological characterization of antibody-mediated rejection. The aim of this thesis has been to expand the knowledge of antibody-mediated rejection by addressing the issue from these two points of view: HLA antibody serological testing with new techniques and histological characterization of humoral rejection. To that end, we have analyzed a large cohort of transplant patients with pre and post-transplant anti-HLA antibodies determined by Luminex technologies. Patients with preformed donor specific antibodies show worse graft survival and greater risk of antibody-mediated rejection, regardless potential DSA clearing after transplantation. Furthermore, we evaluated the impact of typically less immunogenic antibodies believed to be less relevant in the transplant field thus far, such as HLA DP antibodies, albeit detectable by newer solid phase techniques. In our experience, 10% of transplant patients show HLA DP antibodies as detected by Luminex assay both pre and post-transplant. The presence of these antibodies does not seem to modify graft survival Histologically, we have shown that antibody-mediated rejection is a common diagnosis most often seen in late kidney graft biopsies according to the Banff 2013 classification criteria; antibody-mediated rejection also shows worse prognosis compared to other histological categories. Eventually, we have delved into the analysis of the antibody-mediated rejection category by comparing the Banff 2009 classification to the new antibody-mediated changes from Banff 2013. According to our results, Banff 2013 classification provides a more accurate diagnosis of antibody-mediated rejection.
Loupy, Alexandre. "Rôle pronostic des anticorps anti-HLA en transplantation rénale : approches en population." Thesis, Paris 5, 2014. http://www.theses.fr/2014PA05S005/document.
Background : The alloimmune response induced by transplantation from a donor who differs genetically from the kidney recipient has always been the major obstacle to graft success. The present work aimed to improve characterization of kidney-allograft rejection phenotypes and identify how each one is associated with anti-HLA antibodies. We also sought to determine whether characteristics of these antibodies i.e., their levels or complementbinding ability, might play a role in kidney allograft failure. Finally, we evaluated the clinical relevance of indolent forms of ABMR and the clinical relevance of new genes expression technologies to stratify the kidney recipients at risk for failure. Methods : We used a population-based approach in precisely phenotyped cohorts of kidney recipients. The design of our study, which is based on the concomitant evaluation of immunologic and histologic data, permits a precise connection of circulating anti-HLA antibodies with a phenotype of graft injury. Findings : We identified four distinct patterns of kidney allograft rejection: T cell-mediated vascular rejection (9%), antibody-mediated vascular rejection (21%), not included in international classifications, T cell- (46%) and antibody-mediated rejection without vasculitis (24%). Risk of graft loss was 9.07 times (95CI 3.6-19.7) higher in antibody-mediated vascular rejection than in T-cell mediated rejections (p<0.0001). Patients with post-transplant complement-binding DSA had more severe graft injury phenotype with higher inflammation and increased deposition of complement fraction C4d. They have the poorest graft survival with 3.7 fold increased risk of graft loss (95CI 1.9-7.2). Subclinical ABMR is a truncated for of rejection associated with risk of kidney allograft failure. Gene expression assessment in kidney allografts with early ABMR improves classification of individuals at risk for kidney allograft loss. Conclusion : This work addresses the unmet need of the deleterious impact of anti-HLA antibodies and the improvement of risk stratification in kidney transplantation. Recognition of distinct phenotypes could lead to the development of new treatment strategies. Gene expression assessment appears useful to evaluate disease activity, disease state and prediction of failure
Nattes, Tristan de. "Rejet humoral d'allogreffe rénale et allo-immunisation HLA." Electronic Thesis or Diss., Normandie, 2023. http://www.theses.fr/2023NORMR053.
Kidney transplantation is the best treatment of end-stage renal disease, improving life quality and quantity. Despite advances in pathophysiological knowledge of kidney transplant immunology, kidney transplant rejection remains the major cause of allograft dysfunction, especially antibody-mediated rejection.Antibody-mediated rejection risk assessment is based on the evaluation of donor-specific anti-HLA antibodies. However, these antibodies have a poor predictive value for incidence and prognosis of rejection. This could be explained by the heterogeneity of their intrinsic characteristics. These characteristics depend on cells responsible for their secretion, which include short- and long- lived plasma cells. Consequently, they indirectly depend on the cells responsible for maintaining the pool of these antibody-secreting cells, such as memory B cells. In infectious diseases, it is known that memory B cells are heterogeneous in terms of phenotype, function, degree of clonality, and diversification of their B-cell receptor (BCR). However, this heterogeneity has not been examined in the context of kidney transplantation.The aim of the first part of this thesis was to study the heterogeneity of HLA-specific memory B cells in sensitised patients on kidney transplant waiting list. To this end, single-cell analysis of HLA-specific memory B cells from patients with various aetiologies and degrees of immunisation was performed. This led to their phenotypic and transcriptomic characterisation and to the assessment of their BCR repertoire.The second part of this thesis was dedicated to the diagnosis of kidney transplant rejection.In recent years, biopsy-based transcriptomics has emerged, enabling the assessment of hundreds of transcripts in kidney biopsy tissue. These tools provide the opportunity to elucidate new physiopathological pathways and potentially enhance the diagnosis of rejection, especially humoral rejection. However, their application in clinical practice is still limited due to their restricted availability, required expertise for data processing and interpretation, and cost. Furthermore, their exact impact on patient management remains undetermined. Here, a molecular diagnostic tool with characteristics suitable for clinical use was developed. This tool enables the diagnosis of rejection and its classification between antibody-mediated and T-cell mediated rejection. Subsequently, this tool was assessed in ambiguous clinical situations to evaluate its impact in clinical practice.Through these studies, this thesis focused on enhancing our understanding of the humoral response in renal transplantation, which could help improving immunological risk stratification in transplantation. Additionally, it aimed to improve biopsy-based transcriptomics in the diagnosis of kidney transplant rejection
Špunda, Rudolf. "Imunosuprese po transplantaci kryokonzervovaných tepenných alloštěpů v experimentu." Doctoral thesis, 2019. http://www.nusl.cz/ntk/nusl-406099.
Brožová, Jitka. "Role B buněk v transplantačních reakcích." Master's thesis, 2014. http://www.nusl.cz/ntk/nusl-337615.
Valhová, Šárka. "Humorální rejekce po transplantaci ledviny a vyšetřování protilátek proti HLA a non-HLA antigenům." Master's thesis, 2013. http://www.nusl.cz/ntk/nusl-321057.
Pavlova, Yelena. "Genetické a molekulární faktory ovlivňující výsledky transplantací solidních orgánů." Doctoral thesis, 2014. http://www.nusl.cz/ntk/nusl-326158.
Karasová, Alexandra. "HLA neshody u pacientů po opakované transplantaci ledviny a incidence akutní buněčné a protilátkami zprostředkované rejekce." Master's thesis, 2014. http://www.nusl.cz/ntk/nusl-337594.
Chihara, Ray K. "Study of Physiologic and Immunologic Incompatibilities of Pig to Human Transplantation." Thesis, 2014. http://hdl.handle.net/1805/5280.
Solid organ transplantation is limited by available donor allografts. Pig to human transplantation, xenotransplantation, could potentially solve this problem if physiologic and immunologic incompatibilities are overcome. Genetic modifications of pigs have proven valuable in the study of xenotransplantation by improving pig to human compatibility. More genetic targets must be identified for clinical success. First, this study examines platelet homeostasis incompatibilities leading to acute thrombocytopenia in liver xenotransplantation. Mechanisms for xenogeneic thrombocytopenia were evaluated using liver macrophages, Kupffer cells, leading to identification of CD18, beta-2 integrin, as a potential target for modification. When disruption of CD18 was accomplished, human platelet binding and clearance by pig Kupffer cells was inhibited. Further, human and pig platelet surface carbohydrates were examined demonstrating significant differences in carbohydrates known to be involved with platelet homeostasis. Carbohydrate recognition domains of receptors responsible for platelet clearance Macrophage antigen complex-1 (CD11b/CD18) and Asialoglycoprotein receptor 1 in pigs were found to be different from those in humans, further supporting the involvement of platelet surface carbohydrate differences in xenogeneic thrombocytopenia. Second, immunologic incompatibilities due to antibody recognition of antigens resulting in antibody-mediated rejection were studied. Identification of relevant targets was systematically approached through evaluation of a known xenoantigenic protein fibronectin from genetically modified pigs. N-Glycolylneuraminic acid, a sialic acid not found in humans, was expressed on pig fibronectin and was identified as an antigenic epitope recognized by human IgG. These studies have provided further insight into xenogeneic thrombocytopenia and antibody-mediated rejection, and have identified potential targets to improve pig to human transplant compatibility.