Дисертації з теми "Recupero funzionale"
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Guerrini, Arianna. "Recupero prestazionale e funzionale dell'edificio ex INAM di Rimini (1960 - 1963)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.
Знайти повний текст джерелаRossi, Fabio. "Rocca delle Caminate a Meldola (FC): dal restauro al recupero funzionale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2117/.
Повний текст джерелаCATANI, SHEILA. "La risonanza magnetica funzionale nello studio della connettività cerebrale funzionale nel movimento passivo. Potenziali applicazioni nella valutazione del recupero motorio dopo stroke." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2008. http://hdl.handle.net/11566/242428.
Повний текст джерелаTorino, Giacomo. "Il Palazzo del Merenda. Progetto di recupero funzionale e miglioramento sismico dell’Ospedale Casa di Dio per gli Infermi a Forlì." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.
Знайти повний текст джерелаVandi, Federico. "Utilizzo dell’idrokinesiterapia nel recupero dell’equilibrio posturale in pazienti colpiti da ictus cerebrale." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20740/.
Повний текст джерелаGirasoli, Maria Teresa. "METODOLOGIA PER IL RECUPERO ENERGETICO E FUNZIONALE DELL'EDILIZIA RURALE. Definizione di linee guida per la riqualificazione di edifici rurali in Piemonte." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2014. http://hdl.handle.net/11392/2388966.
Повний текст джерелаGalassi, Daniele, and Luca Ferrari. "Moduli sostenibili - retrofit energetico e funzionale di un complesso edilizio residenziale pubblico a bologna, quartiere bolognina." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9983/.
Повний текст джерелаNoè, Alessandro. "Efficacia del trattamento fisioterapico precoce sul recupero fisico e funzionale del paziente in terapia intensiva: una revisione sistematica di studi clinici controllati randomizzati." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20739/.
Повний текст джерелаDe, Nuzzo Matteo. "Riqualificazione architettonica e funzionale del patrimonio edilizio del secondo Novecento. L'edificio dell'ex Bodoniana di Bologna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20753/.
Повний текст джерелаPERUZZI, MARIANGELA. "Terapia cellulare e ingegneria tissutale nelle patologie ischemiche del miocardio: creazione di un miocardio artificiale per la rigenerazione cardiaca." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/1000.
Повний текст джерелаCell therapy for regeneration, has received extensive attention and the accumulated evidence from both pre-clinical and clinical studies suggests that it has the potential to restore heart function. However, the results from first clinical trials are mixed, with benefits ranging from absent to transient and, at most, marginal. These studies indicate that adult stem cells, whether muscular or bone marrow-derived, fail to generate new cardiomyocytes, capable to improve cardiac function. Emerging evidence suggests that several subpopulations of resident cardiac stem cells (CSCs) have the ability to differentiate into cardiac myocytes, vascular smooth muscle and endothelial cells. CSCs represent a logical source to exploit in cardiac regeneration therapy bacause, unlike other adult stem cells, they are likely to be intrinsecally programmed to generate cardiac tissue in vitro and to increase cardiac tissue viability in vivo. In addition, autologous CSCs can be employed avoiding ethical and immunological problems associated with the use of embryonic stem cells. Recently, a group of our network has successfully isolated CPCs/CSCs from small biopsies of human myocardium and expanded them ex vivo trough several generations without loosing differentiation potential into cardiomyocytes and vascular cells, bringing autologous transplantation of cardiac stem cells closer to clinical translation. However cell therapy in general suffers limitatations related to variable cell retention, survival and significant cell death or apoptosis, early after implantation in the diseased myocardium. Furthermore, cell transplantation may not always be suitable for catastrophic events like large myocardial damage. For this reason, hybrid therapies that incorporate tissue engineering are being developed as potentially new therapeutic approaches for repair of myocardial tissue. Tissue engineering (TE) involves seeding a biodegradable scaffold with cells that grow into morphologically recognizable tissue both in vitro and in vivo. Recent advances in cell culture and TE have facilitated the development of suitable cell-engineered biodegradable grafts. The optimal biomaterials and cell types, however, have not been identified. Our hypothesis is that autologous cardiac stem cells could represent the most efficient and reliable cell type to be used for an hybrid therapy (tissue engineering/stem cells) to restore myocardial function in ischemic myocardial desease. TE joints the physical replacement of the diseased structure with new cardiac tissue built from a biodegradable scaffold, with the regenerating activity of the optimal cell types. A bioengineered tissue graft (biocomplex) would be the ideal treatment to repair cardiac ischemic diseases. The possibility to compare the biological activity of the CSCs with other adult SCs, should definitely individuate and characterize the advantages and disadvantages of the best clinical applicable biocomplex. Moreover, the creation of the appropriate animal model and the realization of diagnostic protocols aimed to monitor the in vivo cell fate, will be used as pre-clinical background for large animals and phase I-II clinical studies.
Bignami, Luca. "Le tecniche di Risk Management per i progetti di costruzione: il caso studio della riqualificazione e recupero funzionale dell'ex-Manifattura Tabacchi per la realizzazione del Tecnopolo di Bologna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.
Знайти повний текст джерелаMerli, D. "DIFFERENZIAMENTO E CREAZIONE DI UN MICROAMBIENTE RIGENERATIVO NELLA LESIONE MIDOLLARE DA PARTE DEI PRECURSORI NEURALI POST MORTEM (PM-NPCS). ANALISI DI TIPO BIOCHIMICO, MORFOLOGICO, ED IN VIVO ATTRAVERSO LA RISONANZA MAGENTICA ED IL RECUPERO FUNZIONALE DEGLI ARTI POSTERIORI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/171327.
Повний текст джерелаFrisenda, Paola. "Utilizzo di saggi ecofisiologici ed ecotossicologici per il biomonitoraggio dei metalli pesanti in aree marine portuali: micro - e macro -alghe nella bioindicazione e nel biorimedio." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2008. http://hdl.handle.net/10077/2659.
Повний текст джерелаRIASSUNTO Il recente Codice dell’Ambiente (D.lgs 152/2006) prevede il raggiungimento di ‘standard’ di qualità dei corpi idrici con particolare riferimento ai metalli pesanti (sostanze pericolose prioritarie, PP). Il passato piano di monitoraggio (2001-2004) del Ministero dell’Ambiente ha messo in luce il frequente superamento dei limiti di legge nelle stazioni del Golfo di Trieste. I metodi chimico/fisici utilizzati per determinare le concentrazioni di metalli in acqua o nei sedimenti non sono in grado di determinare l’effettiva biodisponibilità degli elementi, da cui dipende la reale tossicità, né un preciso rapporto causa/effetto. Tuttavia, è risaputo che anche basse concentrazioni possono innescare fenomeni di bioaccumulo e di biomagnificazione, alterando gli equilibri naturali soprattutto negli ambienti marini costieri. Tali processi interessano principalmente la componente macroalgale, molto importante dal punto di vista ecologico ed economico in quanto è alla base della catena trofica. Lo studio dell’impatto delle sostanze tossiche su questa matrice risulta, perciò, fondamentale per preservare da una parte la biodiversità degli ecosistemi dall’altra proporre sistemi alternativi/innovativi per il mantenimento della capacità auto-depurativa. Per le alghe e per le Cianoficee, in particolare, è stata dimostrata un’elevata capacità di difesa contro la tossicità di diversi metalli attraverso vari e complessi meccanismi, le cui modalità sono abbastanza conosciute. E’ oggi noto che le risposte difensive possono dipendere dalla natura del metallo, dalle dosi e dai tempi di esposizione, dai differenti stadi di crescita, e, non ultimo, dalla diversa ‘sensibilità’ delle alghe. Tuttavia, negli studi in campo ed in laboratorio, i diversi approcci sperimentali rendono la comparazione, sia nell’ambito della stessa specie che tra specie diverse, estremamente difficile e possono portare alla determinazione di dosi subletali (LC50) molto diverse. Da qui la necessità di un protocollo unificato che, a differenza delle micro-alghe, non è ancora standardizzato per le macro-alghe. Tale mancanza ha comportato, infatti, risultati molto diversi senza discriminazione delle risposte adattative da quelle difensive. Inoltre, raramente vengono analizzati l’eventuale ripristino della funzionalità cellulare durante il recupero in assenza del metallo ed i possibili effetti a livello ultrastrutturale. Scopo, percorso del progetto e metodi utilizzati Il progetto si basa principalmente sull’approfondimento delle conoscenze dei meccanismi di adattamento/tolleranza/difesa contro il Cadmio di micro- e macro-alghe marine a livello fisiologico, biochimico ed ultrastrutturale. L’obiettivo principale è rivolto alla possibilità di mettere a punto un protocollo standardizzato per le macroalghe in grado di discriminare specie ‘sensibili’, utilizzabili come ‘bioindicatori’ nei saggi ecotossicologici, da quelle utili come bioaccumulatori. Nel corso dei tre anni il materiale bibliografico, selezionato e continuamente aggiornato, è stato inserito in un archivio digitale con i dati relativi alle specie algali, ai metalli, alle dosi/tempi di esposizione, ai parametri saggiati con le rispettive metodiche e alle dosi soglia di tossicità. Una parte dei lavori può essere consultata a video (PDF) attraverso un collegamento ipertestuale (dati non presentati). L’attività di ricerca è stata suddivisa in tre parti: Parte I. Studio su micro-alghe. Sono stati approfonditi i meccanismi di adattamento/difesa ed i principali ‘siti bersaglio’ a livello fisiologico ed ultrastrutturale della Cyanoficea coloniale (Leptolyngbya sp.) mantenuta in coltura. Lo studio è mirato soprattutto alla valutazione del metodo fluorimetrico (PAM), di nuova acquisizione nel nostro laboratorio, scelto per la minor invasività rispetto alle altre analisi (ossimetria e pigmenti). Parte II. Studio su macro-alghe. La ricerca è stata condotta in tre fasi per individuare e scegliere specie sensibili/tolleranti, valutare la potenzialità delle specie considerabili buoni ‘bioaccumulatori’ e verificarne le potenzialità d’uso come ‘biofiltri riciclabili’, attraverso la stima del recupero funzionale in assenza del tossico. Parte III. Studio su macro-alghe in situ. E’ stato valutato il bioaccumulo dei popolamenti presenti nella Baia di Punta Olmi (Località ‘Boa’ – Muggia), area inquinata da metalli pesanti. Le specie macroalgali sono state prelevate in due in due siti costieri (Baia Punta Olmi – Muggia e Porto Franco Vecchio - Trieste). Dopo la stima delle curve di saturazione i campioni sono stati adattati in cella di coltura in condizioni controllate. Al mezzo di coltura sono state aggiunte dosi di cadmio [Cd(NO3)2] e le analisi, differenziate per le diverse fasi sperimentali, sono state effettuate dopo 1-2-7 giorni di ‘stress’ e dopo 7 giorni di recupero. Sono state stimate la fotosintesi (ossimetria e fluorimetria PAM), la respirazione, il contenuto di pigmenti liposolubili e condotte osservazioni al TEM. Su alcuni campioni è stata effettuata la microanalisi ai Raggi-X (SEM-EDS) variando la modalità di allestimento dei preparati. Conclusioni La stima delle condizioni di coltura ed il controllo incrociato dei risultati di questa ricerca forniscono le basi per interessanti sviluppi a livello interpretativo e sembrano essere un buon punto di partenza per valutare in modo più analitico le informazioni sulle possibili alterazioni del processo fotosintetico. La tecnica fluorimetrica offre, perciò, indubbi vantaggi in quanto non invasiva/distruttiva, ma soprattutto in relazione al numero dei parametri disponibili. Per l’applicazione corretta del metodo fluorimetrico è risultato fondamentale verificare i vantaggi ed i limiti dello strumento. L’analisi contemporanea di più parametri (ecologici, fisiologici, biochimici, ultrastrutturali), con dosi e tempi fissi, dipendendo da quest’ultimi l’ampiezza della risposta, è un approccio valido per individuare e descrivere in maniera più completa le risposte di adattamento/difesa delle alghe contro gli agenti tossici. Per quanto attiene ai tempi di esposizione, gli intervalli delle analisi (1S-2S-7S) sono risultati sufficienti per la valutazione delle risposte fisiologiche, biochimiche ed ultrastrutturali allo ‘stress’, mentre i 7 giorni di recupero in assenza del metallo (7R) sono risultati sufficienti per valutare le diverse capacità di ripresa funzionale delle specie. Le tecniche ultrastrutturali si confermano indispensabili per la localizzazione dei siti di sequestro ed accumulo del metallo, per lo studio delle modifiche cellulari, e per l’interpretazione dei risultati fisiologici. Diversamente, la microanalisi ai Raggi-X con il programma attualmente in dotazione (SEM-QUANT, ZAF), non è una tecnica valida per stimare il grado di bioaccumulo in popolamenti naturali, poiché le basse concentrazioni di metalli nei campioni biologici risultano spesso inferiori al limite di rilevabilità del sistema. Le diverse fasi sperimentali hanno permesso di identificare le specie più sensibili al cadmio, che potrebbero essere utilizzate in laboratorio come specie ‘test’ nei saggi ecotossicologici e in campo come ‘biosensori’. Quelle tolleranti/resistenti sarebbero, invece, utili come bioaccumulatori. In relazione ai tempi di esposizione, alle dosi applicate e sulla base dei risultati fisiologici ed ultrastrutturali mediante i quali sono stati messi in evidenza i principali siti di accumulo, sono state individuate specie con potenzialità diverse: a) P. pavonica, S. lomentaria, R. pseudopalmata, Z. typus e C.multifida come specie ‘sensibili’; b) R. thysanorhizans come specie ‘sensibile’ di ambiente naturale; c) H. musciformis, C. fragile, D. dichotoma come specie tolleranti/resistenti; d) F. virsoides e S. scoparium come specie tolleranti/resistenti con pronto recupero della piena funzionalità in assenza del tossico. Sono queste, quindi, le potenziali candidate da utilizzare come ‘biofiltri’ nel biorimedio. Al fine di poter utilizzare micro- e soprattutto macro-alghe (per l’abbondante biomassa), come biofiltri nel biorimedio, senza depauperamento delle risorse naturali, ed evitare nel contempo problemi di smaltimento del materiale contaminato, appare necessario non solo selezionare ‘buoni bioaccumulatori’ (specie tolleranti e/o resistenti), anche attraverso stime quantitative degli elementi per via chimica (spettrometria di massa), ma anche valutare le loro capacità di detossificarsi e di recuperare la piena funzionalità fisiologica in assenza del tossico. Solo in questo modo le alghe possono essere riutilizzate più volte per assorbire nuovo metallo.
XX Ciclo
1972
Cibelli, Loredana <1975>. "Recupero della funzione renale in pazienti con acute kidney injury (AKI) sottoposti a terapia sostitutiva renale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5669/1/cibelli_loredana_tesi.pdf.
Повний текст джерелаSevere AKI requiring RRT frequently occurs in ICU and represents an independent risk factor for mortality. The aim was to prospectively evaluate, in critically ill undergoing CRRT for AKI following heart surgery, prevalence and prognostic significance of renal function recovery (RFR). Patients and Methods: Patients (pts) with AKI following elective or emergent cardiac surgery with dysfunction of 2 or more organs treated with CRRT. Results: From 1996 to 2011, 266 pts (M 195, F 71, age 65.5±11.3) underwent CRRT. Type of surgery: CABG (27.6%), aortic dissection (33%), valvular surgery (21.1%), CABG+valvular surgery (12.6%), others (5.7%). CRRT starting parameters: BUN 86.1±39.4, creatinine (Cr) 3.96±1.86 mg/dL, MAP 72.4±13.6 mmHg, APACHE II 30.7±6.1, SOFA 13.7±3. RIFLE staging: Risk (11%), Injury (31.4%), Failure (57.6%). Oliguric AKI (72.2%), ventilation (93.2%), inotropics (84.5%). At 30 days and at hospital discharge, total survival was 54.2% and 37.1% (APACHE II score clusters survival: <24= 85.1 and 66%, 25-29= 63.5 and 48.1%, 30-34= 51.8 and 31.8%, >34= 31.6 and 17.7%). RFR allowed to stop CRRT in 87.8% (86/98) of survivors (Cr 1.4±0.6 mg/dL) and in 14.5% (24/166) of nonsurvivors (Cr 2.2±0.9mg/dL) with an overall recovery of 41.4%. RFR has been observed in 59.5% (44/74) of non oliguric pts and in 34.4% of oliguric pts (66/192). Distribution of pts according to the timing of RFR (days from CRRT start): <8 (38.2%), 8-14 (20.9%), 15-21 (11.8%), 22-28 (10.9%), >28 (18.2%). Logistic regression selected occurrence of oliguria, age, CV-SOFA at 7 days from CRRT start as a prognostic factors for delayed RFR (> 21 days).RFR was associated with a high survival rate (78.2%). Conclusions: RFR, more frequently observed in pts with nonoliguric AKI, was mostly associated with a favourable outcome. Patient distribution according to APACHE II and SOFA score revealed that survival and RFR are strictly related to the severity of illness.
Cibelli, Loredana <1975>. "Recupero della funzione renale in pazienti con acute kidney injury (AKI) sottoposti a terapia sostitutiva renale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5669/.
Повний текст джерелаSevere AKI requiring RRT frequently occurs in ICU and represents an independent risk factor for mortality. The aim was to prospectively evaluate, in critically ill undergoing CRRT for AKI following heart surgery, prevalence and prognostic significance of renal function recovery (RFR). Patients and Methods: Patients (pts) with AKI following elective or emergent cardiac surgery with dysfunction of 2 or more organs treated with CRRT. Results: From 1996 to 2011, 266 pts (M 195, F 71, age 65.5±11.3) underwent CRRT. Type of surgery: CABG (27.6%), aortic dissection (33%), valvular surgery (21.1%), CABG+valvular surgery (12.6%), others (5.7%). CRRT starting parameters: BUN 86.1±39.4, creatinine (Cr) 3.96±1.86 mg/dL, MAP 72.4±13.6 mmHg, APACHE II 30.7±6.1, SOFA 13.7±3. RIFLE staging: Risk (11%), Injury (31.4%), Failure (57.6%). Oliguric AKI (72.2%), ventilation (93.2%), inotropics (84.5%). At 30 days and at hospital discharge, total survival was 54.2% and 37.1% (APACHE II score clusters survival: <24= 85.1 and 66%, 25-29= 63.5 and 48.1%, 30-34= 51.8 and 31.8%, >34= 31.6 and 17.7%). RFR allowed to stop CRRT in 87.8% (86/98) of survivors (Cr 1.4±0.6 mg/dL) and in 14.5% (24/166) of nonsurvivors (Cr 2.2±0.9mg/dL) with an overall recovery of 41.4%. RFR has been observed in 59.5% (44/74) of non oliguric pts and in 34.4% of oliguric pts (66/192). Distribution of pts according to the timing of RFR (days from CRRT start): <8 (38.2%), 8-14 (20.9%), 15-21 (11.8%), 22-28 (10.9%), >28 (18.2%). Logistic regression selected occurrence of oliguria, age, CV-SOFA at 7 days from CRRT start as a prognostic factors for delayed RFR (> 21 days).RFR was associated with a high survival rate (78.2%). Conclusions: RFR, more frequently observed in pts with nonoliguric AKI, was mostly associated with a favourable outcome. Patient distribution according to APACHE II and SOFA score revealed that survival and RFR are strictly related to the severity of illness.
GANGEMI, ANTONIO. "Studi neurofisiologici e neuropsicologici degli effetti del trattamento combinato della stimolazione transcranica a correnti dirette (tDCS) e del potenziamento cognitivo sul recupero funzionale dei deficit cognitivi e sui processi di neuroplasticità nelle patologie in fase cronica." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11570/3104358.
Повний текст джерелаRomano, Elvira, Roberto Bartolino, Bartolo Gabriele, and Giovanni Sindona. "Un approccio innovativo di spettrometria di massa per il recupero di nutraceutici ad alto valore antiossidante da piante, sviluppo di nuovi alimenti funzionali, qualità e sicurezza agroalimentare." Thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10955/1063.
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