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Alesci, Teresa. "La procura europea per i reati lesivi di interessi finanziari: la proposta di regolamento tra luci ed ombre." Archivio penale, no. 1 (2014): 149–67. http://dx.doi.org/10.12871/978886741315711.

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Patané, Michele. "Capitale proprio e ricapitalizzazioni. Fisiologia e patologia." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (November 2012): 175–94. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-002002.

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Анотація:
Il saggio offre una chiave di lettura per definire, valutare e classificare una specifica richiesta di nuovo capitale. In altri termini evidenzia le tipologie di sviluppi gestionali che inducono un'azienda ad assumere la decisione di varare un'operazione sul capitale a titolo oneroso. Il saggio si distingue dai filoni di studi piů tradizionali che specialmente per la aziende bancarie dibattono sulla riforma della regolamentazione dei requisiti patrimoniali e sull'attitudine degli stessi a fronteggiare adeguatamente le diffuse situazioni di instabilitŕ finanziaria. Il saggio si sviluppa a monte, ed in questo risiede la sua specificitŕ, in ambiti poco investigati e con una logica rigorosamente economico- aziendale. Seguendo questo approccio scientifico mira ad individuare i filtri interpretativi che saldano le condizioni di instabilitŕ del governo aziendale alle riconducibili operazioni sul capitale con le quali gli amministratori mirano a correggere, ripristinare o rilanciare condizioni di equilibrio operativo. Questi ultimi si rendono infatti necessari per conoscere i reali motivi che inducono a varare operazioni sul capitale oltre che per accertare se le medesime si inseriscono in percorso d'impresa che a seconda dei casi rientri nei confini della fisiologia o in quelli della patologia della gestione aziendale. Il lavoro propone una successione di aree di riflessione che ricollocano nella giusta centralitŕ lo studio di dette operazioni quando si deve valutare lo stato di salute d'azienda. Le conclusioni si concentrano sull'opportunitŕ che le operazioni sul capitale siano obbligatoriamente e preventivamente corredate da molte informazioni. Dette informazioni vanno nella direzione di richiamare il senso di responsabilitŕ degli amministratori che le propongono e di accrescere la capacitŕ valutativa da parte dei potenziali destinatari. Le decisioni innovative, gli interventi strutturali e l'acquisizione di quote di attivitŕ intangibili, da finanziare con mezzi patrimoniali o similmente tali, devono essere assunte in condizioni di massima sicurezza. In circostanze normali devono essere finanziate con risorse patrimoniali precedentemente accantonate. Eccezionalmente i tempi di realizzazione possono contrarsi mediante la preventiva richiesta di ulteriori conferimenti o di finanziamenti di carattere straordinario. La compagine sociale nella sua interezza deve essere tuttavia opportunamente ed adeguatamente preinformata. Richieste di nuovi apporti, in corso d'opera o successive ad operazioni giŕ concluse, sono sempre discutibili. Sono quantomeno espressione di inadeguata trasparenza di importanti processi decisionali. Nei casi piů censurabili segnalano invece inesatte valutazioni dell'impatto finanziario, economico e patrimoniale dei progetti giŕ avviati.
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Dagnes, Joselle. "Reti sociali fra inerzia e cambiamento. Il caso delle imprese italiane quotate in borsa (1987-2007)." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 122 (June 2011): 111–24. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122008.

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Анотація:
L'articolo esamina le relazioni interaziendali personali e finanziarie delle imprese italiane quotate in borsa nel periodo 1987-2007, adottando una prospettiva attenta non solo agli aspetti strutturali ma anche al contesto istituzionale di riferimento. Attraverso un'analisi puntuale di questi elementi, l'autrice mette in luce l'esistenza di una corrispondenza tra la stagione di innovazione istituzionale che ha interessato il mercato finanziario italiano negli anni Novanta e il riassetto della trama relazionale degli attori collettivi coinvolti. In particolare, si evidenzia come legami di natura diversa reagiscano in modo differente alle sollecitazioni esogene: nel caso esaminato, il reticolo deglitende ad indebolirsi nel breve periodo per poi stabilizzarsi successivamente; al contrario, quello dei legami di proprietŕ mostra una maggiore inerzia iniziale, a cui segue un consolidamento nel medio periodo.
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Maccioni, Elena. "Mercato cambiario e uomini d’affari a Barcellona durante la guerra tra Alfonso il Magnanimo e la Repubblica Fiorentina." Anales de la Universidad de Alicante. Historia Medieval, no. 23 (May 26, 2022): 61. http://dx.doi.org/10.14198/medieval.21218.

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Анотація:
La metà del secolo XV fu per la Corona d’Aragona e specialmente per Barcellona un periodo complicato: Alfonso V era impegnato nelle guerre italiane, in particolare contro Firenze e Milano, Genova e Venezia; il Regno di Napoli era stato annesso all’Unione, e richiedeva sforzi importanti per il suo mantenimento; allo stesso tempo dalla capitale catalana provenivano richieste di apertura “democratica” del Consiglio dei Cento, che portavano a un’evidente instabilità interna, frutto in parte di una dimostrata crisi monetaria, dovuta anche alla scarsa capacità di governo dell’economia. Nonostante ciò, i mercanti, gli armatori e i banchieri continuarono a cercare di portare avanti i propri interessi economici nel Mediterraneo, anche servendosi delle istituzioni di natura corporativa, come il Consolato del mare. Attraverso l’analisi di alcuni registri di protesti di lettere di cambio gestiti dal notaio del Consolato barcellonese, si cercherà di mettere in luce l’evoluzione delle reti mercantili-finanziarie catalane, in particolare lungo la rotta meridionale italiana. Lo studio non avrà l’obiettivo di analizzare l’uso tecnico dello strumento cambiario, ma quello di portare alla luce strategie e protagonisti del processo di inserimento del capitale mercantile e finanziario in Italia durante il regno di Alfonso il Magnanimo e in special modo durante la guerra contro Firenze. Emergeranno, così, i nomi di quelle persone che furono le protagoniste dei grandi e quotidiani spostamenti di denaro fra i centri politico-commerciali del Commonwealth catalanoaragonese. Si tenterà una prima ricostruzione delle loro attività e dei loro movimenti, nonché delle connessioni con i più importanti operatori del sistema finanziario europeo, ovvero i toscani.
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Croce, Mauro, Maurizio Fiasco, and Sara Sbaragli. "Criminogenesi, vittimizzazione familiare e criminalità organizzata nel gioco d'azzardo." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 1 (April 2022): 73–90. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-001007.

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Анотація:
L'intervento è volto a cogliere nel particolare lo sviluppo delle relazioni crimo-gene e vittimologiche che l'azzardo produce, al fine di elaborare una significativa banca dati sulla relazione fra "gioco", "giocatori" e "ambiente di riferimento". Attraverso un'analisi di secondo livello della letteratura scientifica di riferimento, l'articolo costituisce una disamina sulle componenti criminologiche e vittimologiche: la prima, attinente ai reati commessi giocando in contesti o con modalità ritenuti dal sistema giuridico di riferimento come illegali; un'altra, più importante di-mensione, riguarda il gioco d'azzardo come fattore di criminogenesi, per il giocatore problematico si trova a compiere reati per finanziare le proprie puntate (furto, rapine, riciclaggio, prostituzione) o per favorire il risultato (truffe); ed ancora, i comportamenti di gioco problematico come causa dei processi di vittimizzazione che coinvolgono nello specifico i figli dei giocatori d'azzardo (maltrattamento, abuso, abbandono di minore); in ultimo, il gioco d'azzardo come estrinsecazione, favoreggiamento, attività ai fini commerciali (leciti e non) della criminalità organizzata.
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Decherchi, Carlo, and Pier Giuseppe Giribone. "Prospective estimate of financial risk measures through dynamic neural networks: an application to the U.S. market." Risk Management Magazine 1, no. 2020 (April 8, 2020): 50–69. http://dx.doi.org/10.47473/2020rmm0008.

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Pini, Marco, and Alessandro Rinaldi. "Le attivitŕ reali e finanziarie delle famiglie: un'analisi a livello provinciale." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 3 (October 2009): 100–134. http://dx.doi.org/10.3280/rest2009-003005.

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Анотація:
- This paper has two objectives. The former is to describe the methodology for estimating household wealth at provincial level adopted by Tagliacarne Institute. In particular, it aims to explain the reasons for which estimates are restricted to real * Gli autori ringraziano il Prof. Paolo Quirino per gli utili suggerimenti forniti. Le opinioni espresse riflettono esclusivamente il pensiero degli autori e non impegnano in alcun modo la responsabilitŕ degli Istituti di appartenenza. ** Istituto di Studi e Analisi Economica - ISAE. *** Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne. (bonds, shares and other equity), and technical reserves (pension funds, insurance technical reserves, etc.), concerning financial assets. The latter is to verify the reliability of the estimate by the comparison of corresponding results with other economic variables. Methods and Results It was applied a regressive model finalized to define the relation between the results of the estimation and other aggregates (employment, added value, income) calculated by the National Institute of Statistics and the above mentioned Tagliacarne Institute. The correlation was generally high and in most cases the statistical tests adopted have confirmed a close interdependence existing between provincial household wealth and respective economic variables. Conclusions Comparing theoretical data derived from the model with actual data, the discrepancies between North and South areas appear considerable. The northern provinces show actual values higher than theoretical ones (especially with regard to financial items), while the southern provinces, generally less developed, present a large proportion of real estate and, on the whole, actual values very low. The conclusion of the research is that it could be utilized for monitoring methods and results derived from the estimate.JEL: C13, D31, R20
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Iannello, Paola, Angela Sorgente, Maura Crepaldi, and Margherita Lanz. "L'educazione finanziaria per potenziare le competenze di progettazione dei soggetti autori di reato." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (September 2020): 123–43. http://dx.doi.org/10.3280/psc2020-002008.

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Анотація:
Il presente articolo descrive un percorso di educazione economico e finanziaria, "Nulla osta per una progettazione consapevole", ideato per la popolazione carceraria che attraverso l'utilizzo di una metodologia interattiva e di un gioco di società (Projetto), ha l'intento di pro-muovere la consapevolezza dei soggetti autori di reato nella progettazione del loro futuro lavorativo, favorendo l'autovalutazione e l'automonitoraggio delle condizioni di fattibilità di un proprio progetto personale. L'articolo presenta anche una descrizione sintetica della prima rea-lizzazione di tale percorso presso la sezione maschile della casa di reclusione di Bollate e le ri-flessioni emerse in conclusione.
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Lunghini, Giorgio. "Sulla crisi: torniamo ai classici!" QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 3 (September 2010): 125–29. http://dx.doi.org/10.3280/qu2010-003006.

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Анотація:
Perché soltanto pochi economisti hanno previsto la crisi? La ragione principale č che la teoria economica č diventata una branca delle matematiche applicate, e ha perso di vista le istituzioni del mondo reale. In un'economia monetaria di produzione i fattori reali e i fattori finanziari sono interconnessi, cosě che la crisi non č un caso fortuito. Keynes e Marx mostrano che č vero l'opposto: č l'equilibrio che puň darsi soltanto per un caso o per un disegno deliberato, poiché esso "ein Zufallist". I difetti della societŕ in cui viviamo sono l'incapacitŕ di assicurare la piena occupazione e una distribuzione arbitraria e iniqua della ricchezza e del reddito, sono gli stessi difetti denunciati da Keynes nel 1936. E la filosofia sociale di Keynes ne costituisce l'unica via di uscita.
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D'Amato, Francesco, and Andrea Miconi. "Produzione culturale, crowdfunding e capitale sociale: uno studio empirico su Produzioni dal Basso." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 43 (September 2012): 135–48. http://dx.doi.org/10.3280/sc2012-043009.

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Анотація:
Il saggio analizza il fenomeno del crowdfunding applicato ai progetti culturali, con particolare attenzione alla piattaforma italiana "Produzioni dal basso". Attraverso una serie di interviste ai creativi e ai finanziatori attivi sul sito, gli autori indagano il peso del capitale sociale a disposizione, e della capacitŕ di mobilitare reti di relazione, nel successo o insuccesso finale dei progetti. I dati e il confronto con altre ricerche suggeriscono che le piattaforme di crowdfunding possono insistere su modelli diversi di capitale sociale, offrendo quindi una prospettiva interessante all'analisi sociologica.
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Di Pierro, Alberto. "Notes on U.S. Economic Policy and on the Level of the Dollar." Journal of Public Finance and Public Choice 3, no. 1 (April 1, 1985): 31–36. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907117011.

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Анотація:
Abstract Nella spiegazione del forte andamento del dollaro che ha avuto luogo tra la fine del 1980 e la fine del 1984, l’attenzione degli esperti si è soprattutto concentrata sugli aspetti strettamente finanziari e, in particolare, sull’altezza dei tassi d’interesse reali. Per una migliore comprensione del fenomeno sono, tuttavia, da considerare anche gli aspetti di carattere economico (come l’elevato livello dei profitti delle società), di carattere speculativo (basati sulle aspettative di variazioni del cambio del dollaro con le altre valute) e precauzionale (che fanno considerare il dollaro come un bene-rifugio).Le prospettive del dollaro sono legate al futuro del disavanzo pubblico americano, che tende ad alimentare anche il disavanzo della bilancia commerciale statunitense. Una riduzione della spesa federale, pur facendo diminuire, a breve termine, il tasso di sviluppo, migliorerebbe certamente, a medio-lungo termine, le prospettive dell’economia americana, con benefici effetti anche per gli altri paesi.
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Aureli, Selena, Massimo Ciambotti, and Mara Del Baldo. "Il contratto di rete come strumento di sviluppo delle piccole e medie imprese. Un'analisi delle prime esperienze." ARGOMENTI, no. 33 (December 2011): 75–104. http://dx.doi.org/10.3280/arg2011-033004.

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Анотація:
Il presente articolo intende fornire una panoramica generale dei primi contratti di rete stipulati in Italia, analizzando le dimensioni delle reti create ed i settori coinvolti, per poi verificare se questo nuovo strumento giuridico č idoneo a favorire lo sviluppo e la competitivitŕ internazionale delle PMI cosě come auspicato dal legislatore. Attraverso l'esame dei contratti riferibili all'industria manifatturiera, gli Autori verificano se gli elementi considerati necessari per il buon funzionamento dei rapporti interaziendali (obiettivi strategici perseguiti, operazioni programmate, organi di funzionamento della rete e risorse finanziarie) sono chiaramente indicati e coerenti con le finalitŕ perseguite, gettando le basi per una riflessione sulla reale efficacia del contratto di rete rispetto allo sviluppo delle aziende di minore dimensione.
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Morganti, Adolfo. "I Piccoli e i Grossi. La dimensione internazionale della Repubblica di San Marino." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 3 (September 2011): 15–35. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-003003.

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Le recenti difficoltŕ nelle relazioni bilaterali fra la Repubblica di San Marino e l'Italia, giunte ad innescare alcuni prodromi di un diffuso conflitto sociale, obbligano e riprendere in mano ildelle relazioni internazionali della Repubblica di San Marino nell'attuale contesto di crisi dello Stato nazionale e diffusa globalizzazione politico-finanziaria. Partendo dall'analisi di alcuni dati storici l'articolo inquadra l'ampiezza delle relazioni internazionali della RSM sia rimandando a quelle propriamente istituzionali che datano dal 1862 fino all'opera delle reti parallele, nello specifico dell'. Assistendo quindi ad una diffusione in Europa del modello del Piccolo Stato, si affronta il tema delle prospettive che i Piccoli Stati Europei in generale, e la Repubblica di San Marino in particolare, possono aprirsi sia nella relazione con le grandi aggregazioni sovranazionali - prima fra le quali l'Unione Europea - sia con il vicino Stato Italiano.
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Butera, Federico, and Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Giribone, Pier Giuseppe, and Alessia Cafferata. "I paradigmi di apprendimento non supervisionato per reti neurali in campo finanziario: progettazione di self-organizing maps per il rintracciamento di anomalie di mercato." Risk Management Magazine 2, no. 2017 (August 10, 2017): 26–33. http://dx.doi.org/10.47473/2020rmm0053.

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Salento, Angelo. "Per una sociologia delle élites finanziarie. Note a partire dal volume Ai posti di comando. Individui, organizzazioni e reti nel capitalismo italiano di Joselle Dagnes." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 153 (March 2019): 225–34. http://dx.doi.org/10.3280/sl2019-153013.

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Ripa, Pietro. "Art Banking: la crescita del mercato dell'arte e i suoi effetti sull'industria finanziaria." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 1 (August 2017). http://dx.doi.org/10.3280/edt1-2017oa5144.

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Анотація:
L'art banking è stata definita in letteratura come quella branca che include una tipologia di contratti e attività diverse, a disposizione del cliente finale ed erogate da intermediari finanziari, che mira a valutare i beni artistici come parte stabile e duratura del patrimonio del cliente, suggerendo di volta in volta una gestione che ottimizzi la sostenibilità del suo investimento, la sua messa in sicurezza, l'orizzonte temporale più consono e la metodologia più idonea per una eventuale liquidabilità futura della collezione. Ma perché l'art advisory bancario non si riduca ad un mero esercizio di applicazione di contratti è fondamentale che questo insieme di "prestazioni accessorie", siano svolte da un soggetto che sappia interpretare i reali bisogni della clientela, prevederne la evoluzione e valutare con lui l'insieme di servizi e di consulenze adatti alla peculiarità del suo patrimonio.Questo ruolo è svolto dal Relationship Manager che deve pertanto essere un problem solver in grado di strutturare e fornire soluzioni appropriate alla clientela, capace di adeguarsi da un'ottica incentrata sul prodotto finanziario ad una che si fonda sulla centralità del cliente e sulle consulenze volte a coniugare le sue necessità di gestione del portafoglio con gli investimenti di passione, siano essi riferibili al contesto artistico al top real estate. Il presente articolo mira proprio a delineare le dinamiche in atto in tal senso da parte delle istituzioni finanziarie più all'avanguardia, avendo sempre presente i limiti e le opportunità dell'attuale contesto di mercato e individuando possibili futuri sviluppi che coinvolgeranno sia la presenza di operatori finanziari sempre più qualificati nel mondo dell'arte e sia una componente artistica sempre più determinante nei prodotti finanziari.
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D'Ippoliti, Carlo. "Introduzione: Sulle Cause Reali Della Crisi Finanziaria. (Introduction: On the Real Causes of the Financial Crisis)." SSRN Electronic Journal, 2012. http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.3149348.

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