Добірка наукової літератури з теми "Produzione in opera"

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Статті в журналах з теми "Produzione in opera"

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Ryan, Christopher K. "Contributions of Harry Gunnison Brown (1880–1975)." Journal of Public Finance and Public Choice 12, no. 1 (April 1, 1994): 31–40. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539815.

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Анотація:
Abstract Sebbene le opere di Harry Gunnison Brown, prese singolarmente, non siano state trascurate in modo particolare, l’insieme della sua produzione scientifica non è ancora stato oggetto di attento esame.Dopo aver collaborate con Irving Fisher al suo volume sul potere d’acquisto della moneta, Brown pubblicò nel 1914 un libro sul commercio internazionale, nel quale sostenne con vigore il libero scambio. È del 1916 un’importante opera sui criteri per stabilire le tariffe nei trasporti, da lui ricavati basandosi sui loro effetti sul benessere generale.La sua opera più nota è il volume The Economics of Taxation, del 1924, ormai considerate un classico sull’argomento.Un breve scritto del 1939, dedicato all’incidenza di un’imposta generale sulle vendite, ha avuto molto successo a motivo deU’originalità della sua tesi, secondo cui quest’imposta non darebbe luogo ad una diminuzione della produzione e quindi non farebbe aumentare i prezzi.A proposito della Grande Depressione, egli ritenne che una delle sue cause fosse stata l’inadeguatezza delle politiche della Riserva Federale. Il suo atteggiamento nei riguardi del pensiero keynesiano fu parimenti critico.Nel dopoguerra Brown si preoccupò dello sviluppo del debito pubblico, ritenendo che l’eccessivo indebitamento avrebbe reso necessarie maggiori imposte, disincentivando così l’economia.Uno dei temi preferiti da Brown fu quello dell’imposta unica sulla terra, argomento a cui dedicò una lunga serie di studi, che tuttavia non si può dire abbiano contribuito a rafforzare la sua immagine di studioso.
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d'Amora, Mariano. "Nuove visioni drammaturgiche e sociali nel teatro e nella letteratura di Giuseppe Patroni Griffi." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 2 (February 12, 2018): 600–630. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818755383.

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Анотація:
Il napoletano Giuseppe Patroni Griffi s’impone in Italia nel secondo Novecento per la poliedricità espressiva che, fin dagli esordi, caratterizza il suo operato. Radio, letteratura, cinema, teatro, televisione sono gli ambiti nei quali egli opera lasciando, puntualmente, chiara impronta del suo estro. In questo saggio ci soffermeremo su larga parte della sua produzione letteraria e teatrale.
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Palandrani, Tiziana. "Il sogno di Chopin nell’autobiografia di George Sand." Eikon / Imago 11 (March 1, 2022): 299–310. http://dx.doi.org/10.5209/eiko.77627.

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Nel presente lavoro viene analizzato il sogno di Chopin raccontato da George Sand nell'ultimo volume di Histoire de ma vie, dal punto di vista della produzione letteraria dello scrittore, e includendo il contesto artistico-letterario del tempo in cui furono modificato i loro ricordi. Nell'analisi generale della sua opera di lei suscita una ricorrenza di motivi topici; Tra tutti, il Tema della morte per acqua compare dalle sue prime alle ultime produzioni, compresa la narrazione su Chopin, e segnando coincidenze estetiche con alcuni dipinti dell'epoca (in particolare con l'Ofelia di Millais, nel corpo immerso nell'acqua e nel condizione di pre-morte). Tenendo conto dell'intenso impatto che avranno gli scritti di George Sand sulla ricezione dell'immagine del compositore, questo articolo esamina alcuni aspetti che accompagneranno la rappresentazione pittorica e letteraria di Fryderyk Chopin e ipotizza che sul racconto del sogno chopiniano pesino più accorgimenti poetici che una totale aderenza alla realtà dei fatti.
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Dal Monte, Regina. "La Sagra e Il Signore della Nave di Luigi Pirandello." Quaderni d'italianistica 27, no. 2 (June 1, 2006): 139–53. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v27i2.8582.

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Анотація:
Il decennio intercorso tra la pubblicazione della novella Il Signore della Nave (1916) e la trionfale messa in scena della Sagra del Signore della Nave (1925) — opera con la quale si inaugurò l'attività di Pirandello capocomico — individua un contesto cronologico ed evolutivo dell'arte pirandelliana, decisivo e culminante, che vede da un lato il progressivo ridursi della produzione novellistica e dall'altro si volge alla elaborazione degli atti unici. A partire dalla constatazione che nulla o quasi della novella viene tralasciato nell'adattamento teatrale e mediante l'esame delle differenze strutturali — nonché dei mutamenti più o meno significativi riguardanti lo sviluppo della parte argomentativa— si evidenzia il particolare rapporto dialettico che lega le due opere: quasi spazio in cui il rincorrersi e il nascondersi a vicenda, ma anche il coincidere, di «corpo» e «ombra» vengono mostrati in atto.
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Bianco, Adele. "Responsabilitŕ sociali e capitalismo d'inizio secolo." PARADIGMI, no. 1 (April 2010): 101–13. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-001008.

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Анотація:
L'articolo traccia la storia e avanza una definizione della Responsabilitŕ sociale delle imprese (RSI) nella presente congiuntura capitalistica. Analizza i diversi contesti tematici in cui essa opera, i diversi aspetti della produzione e della vita quotidiana sui quali influisce, ed illustra le diverse procedure empiriche e i metodi per misurarla e certificarla a livello internazionale. La conclusione evidenzia la necessitŕ di un sempre maggiore esercizio della responsabilitŕ sociale, sia a livello delle imprese sia nella vita quotidiana di cittadini e consumatori.
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Fastelli, Federico. "Agamben, Delfini e l’indeterminazione di vissuto e poetato." Anuário de Literatura 22, no. 2 (December 14, 2017): 25–37. http://dx.doi.org/10.5007/2175-7917.2017v22n2p25.

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L’intervento discute l’originale interpretazione avanzata da Giorgio Agamben a proposito dell’opera dello scrittore italiano Antonio Delfini. In particolare il saggio analizza la centralità della riflessione poetica di Delfini nel sistema estetico agambeniano: l’intransigenza antimoderna di Delfini, infatti, è ricollegata da Agamben ad una riflessione generale sulla natura della parola poetica e relativamente alle mutazioni storiche del complesso rapporto tra opera e biografia nella cultura letteraria occidentale. In tal senso, il saggio riflette sul parallelo individuato da Agamben tra il significato profondo del racconto Il ricordo della Basca e l’idea di una “pura lingua” pre-babelica di cui parla Benjamin nel celebre intervento sul Compito del traduttore e in numerose altre occasioni. Saranno presi in esame anche altri testi dello scrittore modenese, principalmente dalla produzione in versi, tratti dalla raccolta Poesie della fine del mondo, del prima e del dopo; ma la riflessione non tralascerà anche i diari e le lettere di Delfini, cercando di offrire un ampio panorama della sua produzione.
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Firta, Aurora, Anamaria Gebaila, and Corina Anton. "Attori della mediazione culturale tra l'Italia e la Romania comunista: il caso Alexandru Balaci." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (May 2021): 103–22. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002006.

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Le relazioni culturali italo-romene dei decenni compresi tra il 1950 e il 1989 trovarono nell'accademico Alexandru Balaci (1916-2002), docente di letteratura italiana presso l'Università di Bucarest, membro dell'Accademia Romena, autore di un'ampia produzione scritta mirata a diffondere la letteratura e la lingua italiana (premesse, studi monografici, antologie, traduzioni, dizionari), uno dei promotori più assidui e più visibili. Pertanto, la presente ricerca ha lo scopo di interpretare la produzione scritta di Balaci e la sua attività diplomatica a Roma attraverso la lente dei suoi legami privilegiati con l'Italia, grazie ai quali riuscì a conservare il prestigio degli studi di italianistica sotto il regime comunista romeno, ma anche a compiere un'importante opera di divulgazione sia della cultura italiana in Romania, sia di quella romena in Italia. Si delinea così il ritratto di un mediatore che seppe trovare un equilibrio tra l'entusiasmo dell'uomo di cultura e gli inerenti compromessi che l'appartenenza al PCR presupponeva.
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Magnani, Alberto. "Umberto Massola e la riorganizzazione del Partito comunista clandestino a Milano (1941-1943)." STORIA IN LOMBARDIA, no. 2 (December 2010): 95–115. http://dx.doi.org/10.3280/sil2010-002004.

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L'articolo ricostruisce la fase di riorganizzazione della rete clandestina del Partito comunista italiano fra il 1942 e il 1943 a Milano ad opera di Umberto Massola con la collaborazione di vecchi militanti. Questa riorganizzazione che comprese la produzione di stampa clandestina, tra cui «L'Unitŕ», favorě il risveglio di altre forze antifasciste e pose le premesse degli scioperi del 1943. Note biografiche: Storico, collaboratore dell'Istituto lombardo per la storia contemporanea, del Centro studi Piero Ginocchi, della Societŕ pavese di storia patria e dell'Adar di Madrid. E-mail: krizai@email.it
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Carrosio, Giovanni. "La diffusione degli impianti per la produzione di energia da biogas agricolo in Italia: una storia di isomorfismo istituzionale." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 9–25. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002001.

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L'articolo affronta il tema della diffusione degli impianti per la produzione di energia da biogas agricolo in Italia, partendo da una lettura di tipo socio-organizzativo. Tale approccio ha consentito di mettere in luce una serie di evidenze emerse da una ricerca sul campo: ovvero, il ruolo esercitato dai fattori istituzionali e dalla formazione di un campo organizzativo strutturato nella produzione di una serie di spinte all'omogeneizzazione delle esperienze di produzione agroenergetica. Questo processo, che viene inquadrato attraverso gli stimoli interpretativi del neo-istituzionalismo e degli studi sugli stili aziendali peculiari della sociologia rurale, ha significato la messa in opera di una serie di modelli organizzativi che hanno determinato, in alcuni casi, uno scostamento significativo tra gli obiettivi delle politiche di incentivazione per le agroenergie – riduzione delle emissioni climalteranti, indipendenza energetica, sviluppo rurale - e i risultati effettivamente ottenuti. Dalla analisi emerge come le spinte isomorfiche abbiano prodotto dei modi di organizzare la produzione di energia ed il suo dispacciamento, decisamente incoerenti rispetto alle motivazioni per le quali le energie rinnovabili vengono incentivate ed inefficienti nel garantire assetti sostenibili per le singole imprese agricole. Si mette in luce, infatti, come le politiche di incentivazione della produzione di energia da biogas abbiano favorito soprattutto il rafforzarsi di uno stile aziendale riconducibile al modello della modernizzazione agricola - caratterizzato da una tendenza all'ampliamento di scala delle aziende ed una marcata accelerazione dell'industrializzazione dei processi produttivi, piuttosto che l'emergere di assetti gestionali basati sulla pluriattivitŕ, dove il sistema di produzione di energia diviene funzionale alla chiusura dei cicli ecologici ed alla creazione di valore aggiunto a partire dagli stessi fattori produttivi. L'analisi compiuta si basa sui dati del censimento degli impianti a biogas realizzato nell'ambito del progetto di ricerca PRIN 2008LY7BJJ_002, che consentono di capire l'evoluzione del settore in modo diacronico, mettendo in luce localizzazione degli impianti, potenza elettrica installata, matrici agricole utilizzate nel processo di digestione anaerobica. Ad una analisi di tipo quantitativo, si č aggiunta l'individuazione di una serie di studi di caso rappresentativi della varietŕ dei modelli organizzativi adottati per la produzione agroenergetica e sono state effettuate diciotto interviste a testimoni qualificati: agricoltori, tecnici, progettisti, agronomi. Le interviste, in particolare hanno permesso di comprendere le varie sfaccettature dei tipi di pressione esistenti in un campo organizzativo popolato da una vastitŕ di figure professionali. In sede di conclusione si ipotizza come, a partire da una revisione dei sistemi di incentivazione, sarebbe possibile contrastare le pressioni che hanno portato il campo organizzativo verso un isomorfismo inefficiente, favorendo la diversificazione degli impianti, dei modi di approvvigionamento, degli utilizzi e delle destinazioni del biogas e dell'energia prodotta da esso.
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Gambino, Giuseppe. "Antonio De Bellis." Revista Eviterna, no. 8 (September 22, 2020): 51–70. http://dx.doi.org/10.24310/eviternare.vi8.9781.

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Il Seicento napoletano fu caratterizzato da un così grande fermento culturale e artistico da meritarsi l’appellativo di Secolo d’Oro. Una miriade di architetti, scultori, pittori e artigiani diedero vita a opere di grande pregio che cambiarono per sempre il volto della capitale del Viceregno. Tra i pittori ai tempi più apprezzati, come dimostrano le tante opere che oramai fanno parte del suo catalogo, ma per tanto tempo caduti nell’oblio, anche per la quasi totale assenza di dati documentari, c’è sicuramente Antonio De Bellis: un artista che dagli anni ’70 del Novecento ha stuzzicato l’interesse degli studiosi entrando anche a far parte della rosa di pittori coinvolti nella vexata quaestio sull’identità del Maestro degli Annunci ai pastori. Spesso confuso con il Cavallino, a riprova della qualità di molte sue opere, dal quale si discosta per un certo arcaismo persistente in tutta la sua opera, il suo percorso artistico affonda le radici nel Naturalismo di matrice caravaggesca, ‘napoletanizzato’ da Battistello, Filippo Vitale e dal deus ex machina della pittura di quel periodo nella città partenopea, Jusepe de Ribera. E seguendo le orme di quest’ultimo, come tanti altri partecipa a quella rivoluzione coloristica che arriva da un lato da Roma, tramite la riscoperta dei Maestri veneti del ‘500 da parte di un gruppo di pittori francesi, primo fra tutti Poussin, e dall’altro dalle tele piene di luce ‘mediterranea’ del Van Dyck. Il tentativo di Antonio di mantenere il legame con i modi della sua formazione, pur aderendo a queste nuove istanze, non regge però a lungo e quelle che al momento sono ritenute le sue ultime due tele, non hanno quel mordente che aveva caratterizzato invece la sua produzione precedente.
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Дисертації з теми "Produzione in opera"

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Chirico, Antonietta. "Un posto al sole. La produzione di una longeva soap opera italiana." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24504/.

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La presente tesi di laurea magistrale ha analizzato nel dettaglio gli aspetti produttivi sottostanti alla realizzazione della fiction più longeva della televisione italiana: Un Posto al Sole (1996-in corso). Il lavoro è stato diviso in tre capitoli, il primo dei quali ha riguardato le prime trasmissioni radiofoniche e televisive che hanno sviluppato il genere soap opera, descrivendone poi la storia e le caratteristiche. Il secondo capitolo è stato dedicato alle soap opera di produzione italiana, con la loro distribuzione e la loro evoluzione, per introdurre correttamente l’ultima parte, cioè il fulcro della tesi. Nel terzo capitolo infatti sono stati esaminati nel dettaglio tutti gli aspetti produttivi di Un Posto al Sole: ideazione, scrittura, location, casting, costumi, riprese, post-produzione e distribuzione, concludendo infine con l’analisi dei dati Auditel, degli investimenti pubblicitari e dei riconoscimenti ottenuti. Lo scopo finale della tesi si considera raggiunto, in quanto tendente a dimostrare che una produzione tutta italiana può consolidarsi nella qualità e nel favore del pubblico, contando sulla creatività e sull’impegno di un intero staff e riscuotendo un gradimento paritario in tutte le regioni italiane, benchè ambientata in una sola città, Napoli.
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Malpezzi, Melania. "L'OPERA LIRICA IN VIDEO. Un caso d'eccellenza Opera Streaming." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25144/.

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L'opera lirica è una tipologia di spettacolo che affonda le sue radici nella storia italiana, che oggi ha bisogno di sostegni finanziari per sopravvivere. Opera Streaming è uno dei progetti che mira a dar nuova vita alle fondazioni liriche utilizzando le nuove tecnologie e in particolare le piattaforme di streaming per far sì che l'opera possa raggiungere un pubblico più ampio, nuovo, che si appassioni a questo genere. In questa analisi, si indagano le iniziative e i fondi stanziati per la cultura in Italia ed in Europa fino ad oggi, si ripercorre la storia dei teatri di tradizione dell'Emilia Romagna e i progetti, presenti e futuri, che possono intervenire a dare una nuova vitalità a un mondo, quello dell'opera lirica, pieno di tradizione ma anche di argomenti attuali, utilizzando il mezzo video per aumentarne la visibilità.
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Mistretta, Ivano. "La produzione documentaristica della Panaria Film: dalle carte d'archivio un nuovo quadro interpretativo." Doctoral thesis, Università di Catania, 2017. http://hdl.handle.net/10761/3966.

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La Panaria Film, fondata nel 1946 da Francesco Alliata e altri tre soci, è stata la più importante casa di produzione cinematografica siciliana. Nota soprattutto per i suoi lungometraggi, tra cui "Vulcano" e "La Carrozza d'oro", ha prodotto e realizzato numerosi cortometraggi, molti dei quali oggi dispersi, cui partecipò saltuariamente anche Fosco Maraini. La sua produzione documentaristica riflette la fondamentale passione dei suoi fondatori per la Sicilia e il suo patrimonio ambientale e culturale ed è animata da una spinta all innovazione che si traduce innanzitutto nell invenzione o nell adozione di nuova strumentazione di ripresa sia visiva che sonora. Al contrario della produzione a soggetto, la produzione documentaristica è stata studiata poco e superficialmente. Le dinamiche produttive e l'inquadramento delle vicende della società nel più ampio contesto dell'epoca sono state, invece, del tutto trascurate. La presente ricerca circoscrive il proprio ambito alla produzione documentaristica dal 1946 al 1949, ovvero fino alla realizzazione di "Vulcano", anno che segna la svolta della società di produzione da indipendente a mainstream. La possibilità di consultare, per primi, i materiali di archivio della Panaria Film e di Francesco Alliata, insieme ad un'accurata analisi delle opere e alla ricostruzione del più ampio contesto in cui la Panaria Film ha operato e le sue opere sono state concepite e fruite, ha consentito quindi di formulare un nuovo quadro interpretativo: ora emerge uno sperimentalismo prima solo parzialmente valutato che si realizza in formule linguistiche all incrocio tra documentarismo e finzione e che ricerca una diversa codificazione del rapporto tra suono e immagini; una ricerca che, se da una parte approda a risultati a volte sorprendenti seppure imperfetti, dall altra si scontra con l inerzia di pratiche produttive consolidate e con altrettanto resistenti modelli stilistici e abitudini di fruizione. Emerge altresì il profilo di un'impresa abile nello stabilire relazioni con le più importanti realtà produttive e distributive dell'epoca, nel cogliere tempestivamente le opportunità offerte dalle leggi a supporto della produzione cinematografica che allora si succedevano e nel far conoscere i suoi documentari all'estero, tanto nei festival quanto nelle sale del circuito commerciale.
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BRAGA, ANIKA. "INTERVENTI NEL PROCESSO DI PRODUZIONE DELLE BEVANDE FERMENTATE PER UN MIGLIORAMENTO GUSTO - OLFATTIVO E IGIENICO - SANITARIO DEI PRODOTTI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/421.

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I microrganismi selezionati sono impiegati non solo per il processo di trasformazione della materia grezza in prodotto fermentato, ma anche per migliorare la shelf-life, il gusto, l’aroma, la sicurezza e il valore nutrizionale dei prodotti. La globalizzazione del mercato ha portato a considerare non solo i prodotti tipici popolari europei, come per esempio il vino, ma anche i prodotti tipici dei paesi non europei come la cassava. Per quanto riguarda il settore enologico lo scopo della ricerca è quello di migliorare un tipico vino: l'Ortrugo dei Colli Piacentini con ceppi autoctoni di Saccaromyces cerevisiae. Nelle fermentazioni spontanee i lieviti sono associati all'area geografica, alle condizioni climatiche e alla varietà di vitigno. Alcuni ricercatori sostengono che il micro-ambiente è caratterizzato da specifi Saccaromyces cerevisiae che possono influenzare gli aromi dell'uva. Sfortunatamente le fermentazioni spontanee possono causare aromi indesiderati e arresti fermentativi. L'inoculo del mosto con lieviti selezionati è ormai una pratica consolidata per eliminare i rischi delle fermentazioni spontanee, ma questi lieviti non riescono a enfatizzare le caratteristiche della varietà di uva in quanto derivano da ecosistemi differenti. Nasce quindi l'esigenza di utilizzare ceppi starter autoctoni selezionati, isolati dalle microaree dove i vini sono prodotti in quanto tali ceppi sono potenzialmente meglio adattati a svilupparsi in uno specifico microambiente e meglio esaltano la tipologia di un particolare prodotto. Per quanto riguarda la cassava (Manihot esculenta Crantz) microrganismi selezionati possono essere utilizzati per ridurre la concentrazione di glucoside cianogenetico (linamarina e lotaustralina), molecole tossiche. il consumo di cassava e dei suoi prodotti può causare avvelenamento da cianide con sintomi di vomito, nausea, debolezza e occasionalmente la morte. L'introduzione di cianide tramite il consumo di cassava è quasi certamente la causa dell'insorgenza di neuropatie come per esempio il Konzo (irreversibile paralisi alle gambe) che colpisce particolari zone dell'Africa. La World Health Organisation (WHO)ha stabilito il livello di sicurezza di cianide nella farina di cassava a 10 ppm (FAO/WHO, 1991).
Selected microrganisms are important as agents of the main processes of transformation of the raw materials in fermented product but also as responsible of the improvement in the shelf-life, texture, taste, aroma, as well as safety and nutritional value. The market globalization made us to consider not only popular food and/or beverage in Europe but also in non European countries. In this research I consider wine and cassava products. As regards wine the aim is to improve the Ortrugo wine typicalness by Saccaromyces cerevisiae autochtonous strains. In spontaneous fermentations the yeasts vary according to geography location, climatic conditions and/or grape variety. Some researchers believe that each micro-environment is characterised by specific Saccaromyces cerevisiae that may enhance the grape flavours. Unfortunately spontaneous fermentations may cause off-flavours and fermentation stuck. The selected yeast inoculum in must is one of the consolidated practices to eliminate the risks of spontaneous fermentation, but these yeast are not able to emphasise the characters of grape variety because they are from different ecosystems. Autochthonous yeasts e.g. yeasts isolated from a definite micro-environment are adapted to operate in a must whose characteristics are determined by the variety of the grapes and the “terroir” and, therefore, they able to enhance the peculiarities of a wine. As regards the cassava (Manihot esculenta Crantz) selected microorganisms will be used to reduce the cyanogenic glucosides (mainly linamarin and lotaustralin) toxic molecules. Consumption of cassava and its products may cause cyanide poisoning with symptoms of vomiting, nausea, dizziness, stomach pains, weakness, headache and diarrhoea and occasionally death. Cyanide intake from cassava is almost certainly the cause of Konzo (irreversible paralysis of the legs) in eastern, central and southern Africa. The World Health Organisation (WHO) has set the safe level of cyanogens in cassava flour at 10 ppm (FAO/WHO, 1991).
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BRAGA, ANIKA. "INTERVENTI NEL PROCESSO DI PRODUZIONE DELLE BEVANDE FERMENTATE PER UN MIGLIORAMENTO GUSTO - OLFATTIVO E IGIENICO - SANITARIO DEI PRODOTTI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/421.

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I microrganismi selezionati sono impiegati non solo per il processo di trasformazione della materia grezza in prodotto fermentato, ma anche per migliorare la shelf-life, il gusto, l’aroma, la sicurezza e il valore nutrizionale dei prodotti. La globalizzazione del mercato ha portato a considerare non solo i prodotti tipici popolari europei, come per esempio il vino, ma anche i prodotti tipici dei paesi non europei come la cassava. Per quanto riguarda il settore enologico lo scopo della ricerca è quello di migliorare un tipico vino: l'Ortrugo dei Colli Piacentini con ceppi autoctoni di Saccaromyces cerevisiae. Nelle fermentazioni spontanee i lieviti sono associati all'area geografica, alle condizioni climatiche e alla varietà di vitigno. Alcuni ricercatori sostengono che il micro-ambiente è caratterizzato da specifi Saccaromyces cerevisiae che possono influenzare gli aromi dell'uva. Sfortunatamente le fermentazioni spontanee possono causare aromi indesiderati e arresti fermentativi. L'inoculo del mosto con lieviti selezionati è ormai una pratica consolidata per eliminare i rischi delle fermentazioni spontanee, ma questi lieviti non riescono a enfatizzare le caratteristiche della varietà di uva in quanto derivano da ecosistemi differenti. Nasce quindi l'esigenza di utilizzare ceppi starter autoctoni selezionati, isolati dalle microaree dove i vini sono prodotti in quanto tali ceppi sono potenzialmente meglio adattati a svilupparsi in uno specifico microambiente e meglio esaltano la tipologia di un particolare prodotto. Per quanto riguarda la cassava (Manihot esculenta Crantz) microrganismi selezionati possono essere utilizzati per ridurre la concentrazione di glucoside cianogenetico (linamarina e lotaustralina), molecole tossiche. il consumo di cassava e dei suoi prodotti può causare avvelenamento da cianide con sintomi di vomito, nausea, debolezza e occasionalmente la morte. L'introduzione di cianide tramite il consumo di cassava è quasi certamente la causa dell'insorgenza di neuropatie come per esempio il Konzo (irreversibile paralisi alle gambe) che colpisce particolari zone dell'Africa. La World Health Organisation (WHO)ha stabilito il livello di sicurezza di cianide nella farina di cassava a 10 ppm (FAO/WHO, 1991).
Selected microrganisms are important as agents of the main processes of transformation of the raw materials in fermented product but also as responsible of the improvement in the shelf-life, texture, taste, aroma, as well as safety and nutritional value. The market globalization made us to consider not only popular food and/or beverage in Europe but also in non European countries. In this research I consider wine and cassava products. As regards wine the aim is to improve the Ortrugo wine typicalness by Saccaromyces cerevisiae autochtonous strains. In spontaneous fermentations the yeasts vary according to geography location, climatic conditions and/or grape variety. Some researchers believe that each micro-environment is characterised by specific Saccaromyces cerevisiae that may enhance the grape flavours. Unfortunately spontaneous fermentations may cause off-flavours and fermentation stuck. The selected yeast inoculum in must is one of the consolidated practices to eliminate the risks of spontaneous fermentation, but these yeast are not able to emphasise the characters of grape variety because they are from different ecosystems. Autochthonous yeasts e.g. yeasts isolated from a definite micro-environment are adapted to operate in a must whose characteristics are determined by the variety of the grapes and the “terroir” and, therefore, they able to enhance the peculiarities of a wine. As regards the cassava (Manihot esculenta Crantz) selected microorganisms will be used to reduce the cyanogenic glucosides (mainly linamarin and lotaustralin) toxic molecules. Consumption of cassava and its products may cause cyanide poisoning with symptoms of vomiting, nausea, dizziness, stomach pains, weakness, headache and diarrhoea and occasionally death. Cyanide intake from cassava is almost certainly the cause of Konzo (irreversible paralysis of the legs) in eastern, central and southern Africa. The World Health Organisation (WHO) has set the safe level of cyanogens in cassava flour at 10 ppm (FAO/WHO, 1991).
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Sabbadin, Lara. "Materiali per lo studio della produzione di beni suntuari documentati nelle opere letterarie di Pietro Aretino e 'dintorni'." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3422661.

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On the basis of the wealth of information about luxury goods and their creators already found inside Pietro Aretino’s correspondence, this research examines the vast literary production of the same author in order to verify the presence of additional data, to collect, analyze and compare them to those previously recognized. The choice of Pietro Aretino as a point of departure for the investigation stems from the fact that he was an emblematic character for his time, he was in contact with many artists, he wrote a large number of works of different genres and he is well known for his interest in luxury products. In this respect, were therefore examined the three dialogues ('Le sei giornate', 'Il ragionamento delle corti', 'Le carte parlanti'), the theater texts (five comedies, one in two versions, and a tragedy), religious works (three transpositions from the Holy Scriptures and three hagiographic writings), poetical writings. The results of this first part of the work reveal that the most significant texts, and approachable to the characteristics of the correspondence, are the dialogues and theatrical texts, for their inherent adherence to reality. The remaining works also testify Aretino’s love for precious items, though he abstracted this goods from a definite historical context placing them in a mythical past. In parallel to the analysis of Aretino’s production, other contemporary texts has been investigated to see if other authors would lay such a fine attention to objects and possibly if the information would confirm the data offered by the primary author. Other sixteenth Century works of various genres were examined: historiographical texts, treatises, dialogues, letters, poems, theater writings. Some works of authors such as Lucrezia Gonzaga, Nicolò Franco, Baldassare Castiglione, Lodovico Dolce, Alessandro Caravia, have been studied in greater depth. The information that literature has passed, to be considered reliable, must inevitably be supported by confirmation from the visual arts and archival documents from the same era: the need to compare all these testimonies comes from the fact that what is narrated in a literary work or painted in a picture can not be considered necessarily always plausible because of the freedom these spaces offer to the artist’s creativity. In this research were then selected three cases of writings by artists of the beginning, middle and end of the sixteenth Century particularly attentive to the Venetian material culture: Albrecht Dürer, Lorenzo Lotto, Cesare Vecellio. It was also carried out an analysis of the main archival sources to draw upon in order to obtain confirmation to what the literature has revealed. In particular, a series of surveys in an archive less frequented by scholars as the one of Noale podesteria, peripheral country town in which the presence of luxury could be less obvious than in Venice, has shown that the richness and aesthetic research were also widespread in small villages of the Venetian hinterland, although in a less redundant way than in the capital. A further analysis was conducted on the motivations of Pietro Aretino’s arrival in Venice, an unsolved problem for which a new hypothesis is here proposed. An integral part of this research is the bibliography, divided by areas of investigation, as an important tool for the study of luxury goods belonging to the considered period.
Sulla scorta della ricchezza di informazioni a proposito di beni suntuari e dei loro artefici già rinvenuta all’interno dell’epistolario di Pietro Aretino, questa ricerca prende in esame la vasta produzione letteraria dello stesso autore allo scopo di verificare la presenza di ulteriori dati, di raccoglierli, analizzarli e confrontarli con quanto precedentemente rilevato. La scelta di Pietro Aretino quale punto di partenza per l’indagine deriva dal fatto che egli fu un personaggio emblematico per la sua epoca, fu in contatto con numerosi artisti, scrisse un numero elevato di opere di diversi generi ed è noto il suo interesse per i prodotti di lusso. Sono stati quindi esaminati sotto questo profilo i tre dialoghi ('Le sei giornate', 'Il ragionamento delle corti', 'Le carte parlanti'), i testi per il teatro (cinque commedie, di cui una in due versioni, e una tragedia), le opere a tema religioso (tre trasposizioni dalle Sacre Scritture e tre scritti agiografici), la produzione lirica. I risultati di questa prima parte del lavoro hanno rivelato che i testi maggiormente significativi e avvicinabili alle caratteristiche dell’epistolario sono i dialoghi e le pièce teatrali, per la loro connaturata adesione alla realtà. Le restanti opere testimoniano ugualmente l’amore di Aretino per gli oggetti preziosi, pur astraendoli da un contesto storico definito e collocandoli in un passato mitico. Parallelamente all’analisi della produzione aretiniana sono stati indagati altri testi coevi, per verificare se anche altri autori ponessero una simile attenzione agli oggetti pregiati ed eventualmente se le informazioni confermassero i dati offerti dall’autore principale. Sono state quindi esaminate altre opere del XVI secolo di svariati generi: testi storiografici, trattati, dialoghi, epistolari, liriche, scritti teatrali. Alcune opere di autori come Lucrezia Gonzaga, Nicolò Franco, Baldassarre Castiglione, Lodovico Dolce, Alessandro Caravia, sono state studiate in maniera più approfondita. Le informazioni che la letteratura ha tramandato, per essere ritenute attendibili, devono inevitabilmente essere supportate dalla conferma proveniente dalle arti visive e dai documenti d’archivio della stessa epoca: la necessità di incrociare tutte queste testimonianze deriva dal fatto che ciò che viene narrato in un’opera letteraria o dipinto in un quadro non si può considerare sempre necessariamente verosimile a causa dello spazio che essi offrono alla creatività dell’artista. In questo lavoro sono quindi stati selezionati tre casi di scritti di pittori di inizio, metà e fine secolo particolarmente attenti alla cultura materiale veneziana: Albrecht Dürer, Lorenzo Lotto, Cesare Vecellio. Inoltre è stata condotta una disamina su alcune fonti archivistiche cui attingere per ottenere le conferme a quanto la letteratura ha svelato. In particolare una serie di sondaggi in un archivio poco frequentato dagli studiosi come quello della podesteria di Noale, città periferica in cui la presenza del lusso poteva essere meno scontata rispetto a Venezia, ha dimostrato che la ricchezza e la ricerca estetica erano diffuse anche nei piccoli centri dell’entroterra veneziano anche se in forme meno ridondanti rispetto alla capitale. Un ulteriore approfondimento è stato condotto sulle motivazioni dell’arrivo di Pietro Aretino a Venezia, un problema mai risolto per il quale si propone qui una nuova ipotesi. Parte integrante di questa ricerca è l’apparato bibliografico, in quanto importante materiale per lo studio dei beni suntuari dell’epoca considerata, suddiviso per aree tematiche di indagine.
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GIUDICI, LORENZO. "Organizzare la classe lavoratrice. La crisi dei corpi intermedi operai in Italia e Francia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014. http://hdl.handle.net/10281/56840.

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SBARBATI, Claudia. "LE STRAGI E LO STATO. NARRAZIONI SU CARTA DELLO STRAGISMO ITALIANO:CRONACA, MEMORIA E STORIA." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251127.

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Oggetto del presente studio è la narrazione pubblica delle stragi degli anni Settanta, realizzata attraverso il filtro della carta stampata di ieri e di oggi. In particolare, le stragi delle quali è stato ricostruito il pubblico racconto sono quelle di Milano (12 dicembre 1969), di Brescia (28 maggio 1974) e di Bologna (2 agosto 1980). L’interesse di ricerca è nato dalla percezione di un vuoto storiografico rispetto all’“impressione di realtà” - quindi all’immaginario - che nel corso dei decenni quotidiani e periodici nazionali hanno edificato riguardo allo stragismo neofascista. In generale, l’eversione di destra – seppur oggetto di preziosi studi - è stata meno analizzata rispetto a quella di sinistra e quello che è divenuto il cosiddetto “caso Moro”, perché sovente stigmatizzata come subalterna allo Stato e quindi priva di una sua dimensione particolare. È esattamente in questo spazio che la ricerca s’inserisce, guardando alla storia d’Italia attraverso l’interpretazione dello stragismo offerta dall’informazione a stampa. La scelta della fonte giornalistica come fonte storica per analizzare le categorie interpretative e i quadri di riferimento messi a disposizione dell’opinione pubblica, ha richiesto di tenere in considerazione gli elementi distintivi del giornalismo italiano e i suoi rapporti con il contesto politico nazionale coevo alle stragi, con attenzione anche per i cambiamenti occorsi nel tempo nel mondo dell’informazione e nel panorama internazionale, definendo un arco temporale che dal 1969 giunge sino al 2017. Inoltre, gli scenari politici sovranazionali della Guerra Fredda sono costantemente richiamati in virtù dell’intima connessione fra eversione di destra, forze dell’ordine e servizi di sicurezza italiani da un lato, ed equilibri geopolitici internazionali dall’altro. Si è scelto di attingere a numerose testate nazionali per dare conto delle diverse linee editoriali, delle molteplici caratterizzazioni politiche delle stesse, dei differenti stili comunicativi e della pluralità di lettori cui ogni quotidiano o periodico è destinato. Fra gli archivi storici più attenzionati emergono quelli del “Corriere della Sera”, “La Stampa”,“la Repubblica”, “L’Unità”, “Il Giorno”, “La Notte”, “La Nazione”, “L’Avanti!”, “il Manifesto”, “Lotta Continua”, “Umanità Nova”, “Il Popolo”, “il Secolo d’Italia”, “Candido” e “il Borghese”. A ogni strage è stato dedicato uno specifico capitolo in cui sono introdotti i fatti e gli esiti giudiziari, analizzate le prime reazioni della stampa, ricostruiti gli anni dei processi e la ricezione delle sentenze, sino a riproporre l’eco pubblica delle opere che nel corso dei decenni sono intervenute sul tema. Gli articoli di cronaca e gli editoriali di approfondimento analizzati permettono di vagliare la riproposizione su carta delle versioni ufficiali delle forze dell’ordine, della magistratura e della politica; le memorie dei protagonisti degli eventi e l’analisi offerta dagli opinion makers che di volta in volta hanno raccontato le stragi dell’Italia repubblicana (giornalisti, storici, magistrati, scienziati sociali). L’ultimo capitolo è stato invece dedicato al problema della Memoria e dei suoi rapporti con la Storia, analizzando la produzione memorialistica degli ex terroristi, delle vittime di prima, seconda e terza generazione, sino al tema della riconciliazione e della pacificazione. Si è dunque ricostruito il dibattito sviluppatosi “a caldo” ed “ex post”, nella consapevolezza che l’informazione e la comunicazione pubblica della Storia sono fondamentali per la storicizzazione del passato traumatico della Nazione.
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ROMAGNOLI, Valentina. "La gestione dei resi dei clienti come strumento per lo sviluppo del commercio elettronico delle aziende: il caso Santoni S.p.A." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251107.

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Il settore del commercio elettronico è un settore in sempre più ampio e rapido sviluppo. Le motivazioni possono essere molteplici ma sono sicuramente legate al cambiamento dello stile di vita delle persone e alla possibilità di accedere all’acquisto di beni che altrimenti sarebbe stato pressoché impossibile acquistare. La disciplina riguardante questo settore è anch’essa stata elaborata mano a mano che questo settore si è evoluto, per rispondere di volta in volta alle diverse necessità che si sono presentate. La disciplina è tutt’oggi ancora in evoluzione, soprattutto a causa del fatto che in questo settore ci sono molteplici forme contrattuali che vengono utilizzate per creare accordi commerciali dei più vari tipi, e ognuno dei quali prospetta problematiche diverse. In questo lavoro si parte dalla nascita e dallo sviluppo del commercio elettronico per analizzare l’evoluzione della disciplina associata. Dopodiché si analizza il tipo di contratto posto in essere tra la Santoni S.p.A. (noto marchio di calzature di alta gamma) e la Filoblu s.rl. (società veneta che si occupa della creazione e gestione di piattaforme e-commerce) per valutarne i punti cruciali. Dopo aver analizzato in dettaglio gli aspetti sopra citati, viene illustrata la disciplina delle denunce per difetto di conformità del bene e come queste vengono gestite dalla Santoni S.p.A., per passare poi all’analisi delle denunce per difetto di conformità degli ultimi 3 anni. Questo perché, come si noterà, questo è un campo in cui le problematiche sono controverse e gran parte della gestione viene lasciata alle ditte produttrici che si trovano di volta in volta di fronte alla scelta su come gestire il caso per rendere il cliente soddisfatto del servizio. La disciplina segue i suoi sviluppi e cerca di prevenire (per quanto possibile) situazioni sgradevoli sia per il fornitore del bene che per l’acquirente. L’entusiasmo mostrato dagli acquirenti per la comodità e la facilità dell’acquisto on-line, viene molto spesso smorzato dall’impossibilità di vedere e toccare con mano il bene oggetto della transazione, creando un senso di inquietudine legata alla qualità del bene che si sta acquistando. Per questo motivo, nel momento in cui un acquirente denuncia un difetto di conformità sul bene acquistato on-line o semplicemente la sua insoddisfazione su determinati aspetti del bene (colore, calzata, forma, ecc.), si attiva un meccanismo volto a valutare la presenza o meno di un eventuale difetto sul bene e di risolverlo nel modo più soddisfacente per l’acquirente. Dopotutto per un’azienda, gestire un negozio on-line equivale ad avere una vetrina di sé stessa attiva 24 ore su 24 e visibile a chiunque abbia un accesso al mondo di internet, e per questo motivo gestire i clienti che utilizzano questo tipo di servizio significa migliorare o peggiorare, in maniera esponenziale rispetto a quanto può avvenire in un negozio fisico, l’immagine percepita da ogni singolo acquirente. C’è però da dire che, in molti casi registrati, nonostante una perizia tecnica effettuata da operai specializzati sul prodotto venduto, la poca conoscenza dei processi di produzione dei singoli clienti, mette i venditori in situazioni difficili da gestire, in quanto il cliente non riesce a capire che quello che lui percepisce come un difetto in realtà non lo è, e che quindi non è imputabile all’azienda quello che lui crede che lo sia. Generalmente in questi casi, sempre per cercare di limitare degli inevitabili danni d’immagine, si offrono al cliente soluzioni alternative come resi gratuiti, omaggi di piccoli prodotti complementari o buoni sconto su acquisti successivi, ma sarebbe sicuramente necessaria una normativa completa e definitiva, che indichi in maniera risoluta come gestire casistiche particolari che si presentano frequentemente nella fase post-vendita. Viste le innumerevoli problematiche che si riscontrano frequentemente in questo ambito, la normativa a tutt’oggi presente non risulta essere sufficientemente soddisfacente per lo scopo a cui è stata creata. Come detto precedentemente, tutto il meccanismo che viene messo in atto all’interno di ogni azienda dopo una denuncia di difetto di conformità, si innesca per risolvere il problema ed evitare un inevitabile danno d’immagine, quindi si può concludere che, nonostante la presenza di una normativa (anche se ancora in via di sviluppo), l’arma migliore che un consumatore on-line può mettere in atto e che spaventa di più i venditori è sicuramente il danno d’immagine. Una cattiva recensione su un blog, un social network, o semplicemente un racconto di una brutta esperienza derivante da un acquisto on-line, può vanificare tutti gli sforzi fatti dal venditore per raggiungere una buona percezione del proprio marchio, e innestare un meccanismo a catena che non giova all’immagine aziendale.
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Книги з теми "Produzione in opera"

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Paone, Gregorio. Egidio Romualdo Duni tra la produzione parmigiana e quella francese, 1749-1763. Roma: Edizioni Efesto, 2018.

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editor, Cescotti Diego, and Comisso Irene editor, eds. Alba d'aprile: Aspetti della produzione giovanile di Riccardo Zandonai : atti del convegno "La produzione musicale di Riccardo Zandonai fra tradizione e modernità," Rovereto, 8-10 settembre 2011. Rovereto (TN) [i.e. Trento, Italy]: Centrointernazionale di studi "Riccardo Zandonai", 2014.

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1489?-1534, Correggio, Masoni Viller, and Fabbrici Gabriele, eds. Correggio tradotto: La fortuna dell'Allegri attraverso la produzione grafica ispirata alla sua opera : quaderno di mostra : 26 maggio-7 luglio 1996, Palazzo dei principi. Correggio: Comune di Correggio, Assessorato alla cultura, Istituti culturali, 1996.

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Giometti, Cristiano, and Donatella Pegazzano, eds. Tre sculture del Rinascimento. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-861-7.

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Анотація:
La mostra a Villa La Quiete è incentrata su tre importanti sculture rinascimentali, mai esposte al pubblico. L’accurato restauro delle opere, eseguito in questa occasione, si pone nel solco del recupero del patrimonio artistico della villa intrapreso dall’Ateneo fiorentino, affiancato, in questo caso, dal gruppo Terna che ha contribuito, con un’elargizione liberale, al restauro di una delle opere in mostra: si tratta della bellissima Madonna con Bambino in stucco riferita alla bottega di Lorenzo Ghiberti. A questa si affiancano una rara terracotta raffigurante una Madonna con Bambino, di un seguace di Donatello, e un Cristo Salvatore, sempre in terracotta dipinta, realizzato dall’artista Agnolo di Polo, formatosi nella bottega di Andrea Verrocchio. Le tre sculture, parte del nucleo più antico delle collezioni della villa, sono un esempio rilevante della raffinata produzione delle poliedriche botteghe fiorentine del Rinascimento.
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Cipriani, Alberto, ed. Partecipazione creativa dei lavoratori nella 'fabbrica intelligente'. Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-716-0.

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Анотація:
Come potrà configurarsi il lavoro in futuro? Quali nuove realtà e valori emergeranno in seguito alle trasformazioni della Quarta Rivoluzione industriale? Quanto la partecipazione dei lavoratori risulterà decisiva per il successo delle organizzazioni? Il libro propone esperienze concrete di partecipazione ‘creativa’ di lavoratori e manager all’interno di aziende impegnate a sviluppare un’organizzazione intelligente. Nella prima parte del libro parlano operai, impiegati o dirigenti che possono avere anche ruoli negoziali in ordine alla contrattazione sindacale, ma che sono soprattutto impegnati affinché tutto funzioni, offrendo opportunità in grado di rigenerare i processi e valorizzare i lavoratori. Nella seconda parte sono contenute riflessioni e proposte su come le esperienze di partecipazione possono sollecitare il mondo accademico, le relazioni sindacali, le politiche e il sistema legislativo ad approfondire e tener conto dei nuovi bisogni del lavoro, al fine di costruire un circolo virtuoso che supporti imprese e lavoratori, direzione e partecipazione nelle sfide complesse poste dall’innovazione e dal mondo competitivo della produzione.
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Tessellata Vitrea Tardoantichi e Altomedievali: Produzione Dei Materiali e Loro Messa in Opera. Considerazioni Generali e Studio Dei Casi Milanesi. Brepols Publishers, 2016.

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Bonacini, Pierpaolo. Multa scripsit nihil tamen reperitur Niccolò Mattarelli giurista a Modena e Padova (1240 ca.-1314 ca.). Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg292.

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Il volume è dedicato a ricostruire il profilo biografico e dottrinario del modenese Nicolò Mattarelli, docente di diritto civile a Padova dai primi anni Novanta del secolo XIII al secondo decennio del Trecento. La ricerca si sviluppa lungo tre tappe distinte ma reciprocamente interconnesse: la conoscenza delle esperienze pubbliche e private del giurista basata, in larga misura, sulla lettura dei registri dei Memoriali notarili conservati all’Archivio di Stato di Modena; la ricostruzione della sua produzione didattica e scientifica grazie al recupero di numerosi manoscritti in archivi e biblioteche italiane e straniere, integrata dai folti richiami alle sue opinioni che emergono nella posteriore dottrina civilistica senza tuttavia oltrepassare, nell’utilizzo diretto di sue opere, la soglia del primo Quattrocento; e infine la memoria postuma di Mattarelli messa a fuoco seguendo i variegati percorsi della storia e della bibliografia giuridica e della bibliografia con ambizioni universali. Testimonianze, queste ultime, che si rivelano preziose per osservare le forme e le modalità con cui si è conservato e diffuso, nello spazio e nel tempo, il ricordo del giurista modenese, delle tappe salienti della sua attività di docente e delle labili tracce delle sue opere che ancora sopravvivono in età moderna sino a un recupero più corposo e criticamente sorvegliato che si avvia unicamente dallo scorcio del Settecento.
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