Дисертації з теми "Processi urbani di trasformazione"

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1

Cavallaro, Rosalinda. "Valorizzazione di produzioni frutticole mediante applicazione di processi di trasformazione mild." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1151.

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Анотація:
Nel presente lavoro sono state valutate diverse tecnologie di trasformazione per la conservazione di prodotti alimentari, già ampiamente utilizzate, cercando condizioni mild . Ciò al fine di preservare maggiormente le caratteristiche nutrizionali e sensoriali dei prodotti di origine. Le produzioni frutticole oggetto dello studio sono state: il melograno e la pesca di Leonforte. Il melograno è stato scelto in quanto fruttifero minore di interesse crescente per le sue proprietà antiossidanti e nutraceutiche. La pesca di Leoforte è stata scelta in quanto presidio slowfood in Sicilia e coltura di interesse per l alto valore economico ad essa associato.
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2

Gubitta, Nicole <1992&gt. "I processi di trasformazione digitale. Il caso The North Face." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13332.

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Анотація:
L’utilizzo di tecnologie digitali nei processi aziendali sta diventando un presupposto necessario per essere competitivi nel mercato. Allo stesso tempo la trasformazione che ne deriva è un percorso rischioso a causa degli investimenti cospicui richiesti e dell’incertezza dei risultati. L’incertezza dei risultati potrebbe essere visto come uno dei motivi principali per cui spesso le aziende non attuano questi processi di trasformazione. Nel caso di grandi aziende può succedere che il management, chiamato ad ottenere risultati di breve periodo, ritenga non essenziale o troppo rischioso questo percorso. Inoltre, risulta difficile pensare a soluzioni preconfezionate e applicabili in qualsiasi contesto, e in grado quindi di garantire una trasformazione digitale efficace. La trasformazione digitale, infatti, richiede processi pensati ad hoc per la singola azienda che vadano ad integrare, sostituire o modificare la struttura digitale e organizzativa preesistente. Risulta quindi di particolare rilevanza sviluppare una teoria volta a comprendere come le aziende si avvicinano e affrontano il complesso tema delle trasformazioni digitali. Si vogliono comprendere le caratteristiche dei processi di trasformazione digitale, gli obiettivi desiderati e gli aspetti critici della stessa e le modalità con cui le aziende cercano (e trovano) un modo per gestirla in modo da ridurre e limitare i rischi naturalmente intrinsechi. In particolare, quindi, si intende rispondere alle seguenti domande: quali sono le motivazioni che spingono le aziende ad intraprendere un percorso di trasformazione digitale, e come sono state maturate? Qual è il livello di consapevolezza rispetto ai rischi e alle criticità associati alla trasformazione digitale, e come è stato raggiunto? Che strumenti, processi, attività sono stati messi in atto per gestire la trasformazione, e come si è arrivati alla loro definizione? Rispondendo a queste tipologie di domande, la ricerca si pone come obiettivo quello di contribuire alle teorie sulle trasformazioni aziendali, con particolare riferimento a quelle di tipo digitale. A tale scopo di prenderà ad esempio il caso studio dell’azienda The North Face. Verrà analizzato in che modo un’azienda internazionale, facente parte di un gruppo con diversi headquarters nei vari continenti gestisce i processi di trasformazione digitale. Si approfondiranno i progetti che l'azienda sta portando avanti in questo campo, in particolare lo sviluppo di una piattaforma per le vendite B2B e lo sviluppo dei canali digitali di contatto con il cliente finale in ottica omnichannel.
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Neri, Jessica. "Identità in trasformazione. Processi di costruzione narrativa dell'identità e della diagnosi nei percorsi di transizione di genere." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3426698.

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Анотація:
The research moves from a postmodern paradigm and from the theoretical perspectives of Symbolic Interactionism (Mead, 1934; Blumer, 1969) and of Social Constructionism (Gergen, 1985; Berger e Luckmann, 1966). According to this theoretical framework, the different aspects related to identities and gender are considered plural and mutable processes of construction, historically and culturally situated and interconnected to the dimensions of the discourse and narratives, of doing and of the performance in every context of daily life (West e Zimmerman, 1987; Denzin, 2003; Salvini, 2011). There are three main objectives of the research and they concern the analysis of the discursive processes of construction of the identity related to the biographies and the narratives of gender transitions; the analysis of the discursive processes connected to the mental health professionals’ practices related to gender transitions, the diagnostic process and the psychological services, as well as possible attributions of sense on the interlocutors’ biographies by mental health professionals; and the reflection on the implications of such discursive processes and narratives in the psychological and psychiatric practices and in the processes of negotiation of meanings among professionals and people in transition, on the light of the complexity of the narratives and the exigencies of people. Narrative interviews (Hermanns, 2004) with 25 people in transition and episodic interviews (Flick, 2007) with 11 professional figures have been deployed. Both types of interviews allow to highlight points of view and personal theories used by the participants to give sense to the process of gender transition and the own experience, told and reconstructed in the dialogue. The methods for the analysis have included discourse analysis (Potter e Wheterell, 1987) and narrative analysis, in particular the version of dialogic-performative analysis (Riessman, 2008), through the identification of interpretive repertoires and self-positions. Narrative and discursive processes have been analyzed underlying the pragmatic and performative elements and the multivoiceness, mine included, as researcher in relation to the others. From the analysis of the interviews, different voices and discourses related to the own biography, as well as to the practices by the professionals, emerge. For the first objective, different narrative and discursive modalities underlie the impact and the pragmatic effect of some dimensions of meaning, such as those related to the ideal or reconstructed “normality”, to the “right-wrong body”, to the deterministic “nature”, to the interpersonal “recognition”, to “pathology” or “deviance” and finally, to the agency and the idiosyncraticity in the construction of the identity. For the second objective, it is possible to underlie the impact and the pragmatic effect of other dimensions of meaning, such as “gender dysphoria” as an ambiguous category, the “adaptation to reality” as an assumption in the transition, “subjectivity versus objectivity”, the “non-binary people” as a dilemma and finally, the “responsibility” and the “power” as critical and relevant aspects in the clinical practice. This research can contribute to highlight the narrative specificities and the exigencies of both groups, and in particular of the people in transition. This can be useful in order to inform and to offer further elements for the comprehension of trans experiences and life stories in the clinical field, problematizing the concept of diagnosis. Finally, the results can contribute to a reflexive knowledge of the clinical work for the gender transition, referring to the different modalities of signify both the diagnosis and the relationship and their pragmatic effects.
La ricerca muove da un paradigma epistemologico postmoderno e assume le prospettive dell’interazionismo simbolico (Mead, 1934; Blumer, 1969) e del costruzionismo sociale (Gergen, 1985; Berger e Luckmann, 1966) come cornici teoriche generali della ricerca. I diversi aspetti legati alle identità̀ e al genere sono letti come processi di costruzione plurali e mutevoli, storicamente e culturalmente collocati e legati alle dimensioni del discorso e delle narrazioni, del fare e della performatività in ogni contesto della vita quotidiana (West e Zimmerman, 1987; Denzin, 2003; Salvini, 2011). Tre sono gli obiettivi principali della ricerca e riguardano l’analisi dei processi discorsivi di costruzione dell’identità̀ legati ai percorsi di transizione di genere e alle biografie da parte delle persone in transito; l’analisi dei processi discorsivi legati alle pratiche dei/lle professionisti/e inerenti ai percorsi di transizione di genere, il processo diagnostico e i servizi psicologici, nonché́ possibili attribuzioni di senso sulle biografie degli interlocutori da parte dei/lle professionisti/e della salute mentale e infine, la riflessione sulle implicazioni di tali processi discorsivi nelle pratiche e nei processi di negoziazione di significati tra professionisti e persone in transito, alla luce della complessità̀ delle narrazioni ed esigenze di questi ultimi. Sono state condivise interviste narrative (Hermanns, 2004) con 25 persone in transito e interviste episodiche con 11 professionisti/e della salute mentale (Flick, 2007). Entrambe le forme di intervista consentono di mettere in luce i punti di vista soggettivi e le teorie personali usate dalle persone per dare senso ai diversi aspetti del proprio percorso e della propria esperienza, raccontati e ricostruiti nel dialogo. I metodi di analisi scelti in questa ricerca hanno compreso l’analisi del discorso (Potter e Wheterell, 1987) e l’analisi dialogico-performativa (Riessman, 2008), attraverso l’individuazione di repertori interpretativi e posizionamenti identitari. I processi narrativi e discorsivi sono stati analizzati mettendone in risalto gli aspetti pragmatici e performativi, sottolineandone la multivocalità̀, compresa la mia voce come ricercatrice in relazione. Dall’analisi delle interviste emerge come diverse siano le voci e i discorsi che le persone raccontano e che mettono in relazione alla propria biografia, così come alle pratiche da parte dei/lle professionisti/e. Per la prima linea di indagine, diverse modalità̀ narrative e discorsive emergenti mettono in luce la portata e gli effetti pragmatici di diverse dimensioni di senso, ad esempio, relative alla “normalità̀” ideale o ricostruita, “al corpo giusto-sbagliato”, alla “natura” determinante, al “riconoscimento” interpersonale, alla “malattia” o alla “devianza” e infine, alla scelta intenzionale e alla soggettività̀ nella costruzione della propria identità. Per la seconda linea di indagine si possono mettere in luce la portata e gli effetti pragmatici di altre dimensioni di senso, ad esempio, la “disforia” come categoria ambigua, “l’adattamento alla realtà̀” come presupposto della transizione, “soggettività̀ versus oggettività̀”, la “non binarietà̀ come dilemma” e infine, “la responsabilità̀ e il potere” come aspetti critici e rilevanti nella pratica operativa. Questa ricerca può̀ pertanto contribuire a mettere in luce le specificità̀ narrative e le esigenze di entrambi i gruppi, e in particolare delle persone in transito. Ciò̀ può̀ essere utile al fine di informare e offrire elementi ulteriori per la comprensione delle esperienze delle persone in transito nell’ambito clinico, problematizzando il costrutto della diagnosi. Infine, i risultati possono contribuire ad una comprensione riflessiva del lavoro clinico per la transizione di genere, in riferimento ai diversi modi di significare sia la diagnosi sia la relazione e ai loro effetti pragmatici.
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TOMMASI, BRIZIO LEONARDO. "Dinamica dei processi decisionali nella selezione e gestione dei progetti di trasformazione digitale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2019. http://hdl.handle.net/2108/228017.

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Анотація:
I progetti di trasformazione digitale caratterizzano i profondi cambiamenti nelle attività, nei processi e nelle innovazioni organizzative e aziendali necessarie a cogliere le opportunità generate dal nuovo paradigma digitale. Ogni organizzazione e ogni iniziativa aziendale incluse le innovazioni digitali sono basate su progetti. Gli obiettivi dei progetti di trasformazione digitale, o progetti digitali, sono parte integrante delle scelte strategiche. Un approccio metodologico orientato al project management diviene ineludibile nell’organizzazione dei progetti digitali, intesi come digitalizzazione di documenti e di processi operativi e come gestione e conservazione di archivi digitali. In tale contesto emergono le dinamiche dei processi decisionali relativi ai problemi di project portfolio selection e ai problemi di project scheduling con risorse limitate, affinché tali decisioni comportino effetti organizzativi in linea con le strategie d’impresa. La strategia si basa sui criteri finalizzati alla definizione del portafoglio progetti, all’organizzazione del processo decisionale e alla sua integrazione con le attività di schedulazione e realizzazione. Le attività di ricerca di questo lavoro si basano sull’analisi di un caso di studio da cui sono estratti ed elaborati, attraverso metodi di analisi statistica e strumenti di analisi della rete di relazioni documentali, un insieme di dati e informazioni relative ad un periodo di circa tre anni di osservazione. Tali analisi hanno portato alla definizione di un modello finalizzato alla gestione multi-criterio dei fattori decisionali per la risoluzione dei problemi di selezione dei progetti di portafoglio unitamente ai problemi di schedulazione con risorse limitate. Sulla base del modello così definito, è stata sviluppata una formulazione matematica in termini di programmazione lineare al fine di poter formalizzare e simulare gli strumenti analitici sottesi al processo decisionale. Attraverso l’utilizzo di strumenti di modellazione software, sono state sviluppate alcune ipotesi simulate di applicazione del modello che hanno permesso di studiare i differenti comportamenti decisionali in funzione dei diversi parametri definiti e in funzione della dinamica di selezione e gestione dei progetti digitali.
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Sangiuliano, Maria <1970&gt. "Smart cities, genere e inclusione : processi di apprendimento in rete, competenze e trasformazione." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4608.

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Анотація:
Integrare una prospettiva di genere in progetti e politiche di interesse pubblico implica che gli attori coinvolti nella definizione e implementazione delle stesse affrontino, in rete, processi complessi di (ri)pensamento e ri-organizzazione delle proprie prassi attraverso ri-negoziazione di paradigmi e frames discorsivi e tenendo come oggetto di riflessione e possibile terreno di azione comune le strutture di diseguaglianza di genere, intrecciate ad altri assi di differenziazione e discriminazione. In Europa, tuttavia, tali sviluppi sono ancora decisamente parziali e in particolare le politiche per l'innovazione sono state solo in misura molto limitata interessate da letture di genere. La ricerca si propone di definire possibili e diversi significati di ‘approcci di genere’ allo sviluppo tecnologico e sociale nei contesti urbani, in relazione ai modelli di Smart Cities/Smart Communities. Affinché processi di apprendimento trasformativo ed espansivo entro reti miste possano essere interpretati con una prospettiva di genere, sono elaborati indicatori qualitativi di contenuto, di processo, e di formatività.
Integrating a gender perspective in projects and public policies implies that the actors involved in policy design and implementation deal with complex processes of re-thinking and re-organizing their actions, in a network dimension and through re-negotiations and tensions among discursive frames, with gendered structures of inequalities as the focus of reflections and possible common actions, in their being intersected with other differences and discriminations. In Europe gender mainstreaming achieved only partial results so far and particularly with regard to innovation policies. The research aims at shaping possible different meanings for gendered approaches to technological and social innovation policies and practices in urban contexts, in relation to Smart Cities and Communities’ models. In order to read with a gender perspective transformative and expansive learning processes within multistakeholder networks, qualitative indicators are defined and proposed, with regard to contents, processes and the training/educational dimensions.
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6

Di, Meo Emanuele. "Trasformazione digitale dei processi gestionali aziendali attraverso lo sviluppo di una piattaforma tecnologica integrata." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Анотація:
L’obiettivo del presente lavoro di tesi, realizzato in virtù dello svolgimento di un tirocinio presso l’azienda di consulenza strategica Bip (Business Integration Partner), è quello di analizzare il tema della digital transformation nelle aziende ed il cambiamento culturale ed organizzativo necessario per la buona riuscita del processo. Nel primo capitolo viene approfondito nel dettaglio il concetto di trasformazione digitale attraverso l’analisi delle varie definizioni proposte, dello stato dell’arte e dei driver dell’innovazione tecnologica, in relazione alla presentazione di alcuni KPI per la misurazione della digital transformation. Il secondo capitolo si fonda sullo studio della componente culturale della trasformazione, attraverso l’analisi del tema del “Change management”, le sue varie definizioni e caratteristiche, oltre che le fasi che compongono l’intero processo di cambiamento. Inoltre, vengono approfonditi diversi modelli di gestione del cambiamento diffusi dalla letteratura psicologico-organizzativa in relazione ai fattori che contraddistinguono le barriere al cambiamento. Il terzo capitolo dell’elaborato si concentra sull’analisi del caso studio specifico di un progetto intrapreso da un’azienda attraverso il supporto strategico e tecnologico di Bip. L’obiettivo del progetto risiede nella creazione di una nuova digital customer journey, riguardo processi, attività e strumenti sia per l’azienda che per i clienti; alla base del programma vi è lo sviluppo ed implementazione di una nuova piattaforma tecnologica totalmente integrata e personalizzata sulle necessità aziendali, fondata sul sistema Salesforce CRM e diversi tool basati su cloud e sistemi di AI. La piattaforma porterà vantaggi in termini di condivisione ed elaborazione dei dati tra i vari attori, integrazione tra i vari strumenti utilizzati, miglioramenti dei lead time dei processi operativi, automatizzazione di attività ridondanti, supporto alla compilazione di documentazione tecnica.
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Marai, S. V. "LA MODELLISTICA TERMO FLUIDODINAMICA NELLO STUDIO DEI PROCESSI DI TRASFORMAZIONE DEI PRODOTTI AGRO-ALIMENTARI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/217270.

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Анотація:
Il modello è una raffigurazione concettuale (molto spesso semplificata) del mondo concreto o di una sua parte, capace di spiegarne il funzionamento attraverso una serie di leggi che bene lo rappresentino. Queste leggi descrivono i principi fondamentali di una teoria e non sempre è possibile risolvere appieno in maniera analitica. Quando ciò accade si utilizzano tecniche numeriche per trovarne la soluzione per mezzo di pacchetti software dedicati allo scopo. Lo sviluppo del modello numerico si compone di tre distinte fasi: la prima (preprocessamento) è l’inserimento dei dati di input riguardanti il materiale, le condizioni al contorno del processo da descrivere e la definizione della griglia di risoluzione del dominio spaziale (mesh), la seconda (solutore) è la risoluzione delle equazioni che descrivono il fenomeno e la terza (postprocessamento) è la visualizzazione dei risultati. I modelli sono un semplice inserimento di dati fisici all’interno di un software che li utilizza per fornire un risultato, ma è determinante la qualità dei dati immessi per valorizzare o meno un modello, e la qualità di questi dati si ottiene con metodi di ricerca rigorosi, messi a punto ad hoc per ogni esperienza. Ciò che vuole essere enfatizzata da questa tesi di dottorato è che la modellistica non è semplicemente imparare ad utilizzare un software, che, pur essendo estremamente complesso, sicuramente non prepara al mondo della ricerca. Ed è questo che fa sì che lo sviluppo di un modello porti allo sviluppo e all’apprendimento di tecniche di ricerca nuove, affrontando ogni giorno sfide differenti, attraverso approcci diversi dai classici procedimenti, in modo da ampliare continuamente il bagaglio culturale personale e inserendo una metodologia innovativa e dal sicuro successo accanto a metodiche oramai consolidate. Sono state seguite con questo metodo 5 differenti ricerche, le quali mi hanno fatto affrontare problematiche relative alla loro risoluzione peculiari per ogni ricerca: • Cottura di prodotti da forno; • Supporti di appassimento uve; • Precipitazione tartrarica nel vino; • Trasmissione del calore su una padella; • Sistema di refrigerazione passiva Icepack. La cottura di un prodotto da forno è un processo estremamente complesso, dove una infinità di trasformazioni fisiche, chimiche e biochimiche avvengono. Le caratteristiche fisiche (in particolar modo la diffusività dell’acqua all’interno della matrice del biscotto) sono di difficile definizione, così come le condizioni al contorno (umidità assoluta dell’aria della camera di cottura e coefficiente di conduttanza convettiva). Anche la determinazione della mesh è stata modificata rispetto a quella automatica del software per migliorare la definizione delle grandezze che sono coinvolte. Una volta ottenuto il risultato le differenti visualizzazioni dei risultati hanno permesso di individuare l’evoluzione della temperatura e dell’umidità sia a livello spaziale che a livello temporale. Il modello è stato risolto come un simultaneo trasferimento di massa e di calore, con un infittimento della mesh nell’intorno dei punti dove maggiormente vengono modificate le grandezze. La caratterizzazione della variabili è stata fatta con sperimentazioni od hoc per l’occasione. I diversi supporti per l’appassimento delle uve che sono stati testati hanno caratteristiche completamente differenti, sia da un punto di vista del materiale (plastica, legno, bambù, resine) che da un punto di vista strutturale (cassette di diverse dimensioni e con differenti disegni tra pieno e vuoto). La grossa problematica di questo modello, che si prefiggeva lo scopo di definire il campo di velocità all’interno dei diversi contenitori, è stato definire la geometria migliore per ogni tipo di supporto. Il disegno che rappresenta la cassetta in ogni suo dettaglio risultava essere estremamente complesso e quindi con un numero di gradi di libertà talmente elevato che anche un computer di grande potenza non riusciva a completare l’elaborazione. Il modello, viste le velocità in gioco, è stato risolto ignorando i dettagli delle parti in cui il flusso di aria e la parete risultavano essere parallele. La precipitazione tartarica del vino viene fatta sfruttando i differenti livelli di solubilità in funzione della temperatura. In particolare a una diminuzione della temperatura corrisponde un decremento della solubilità. Questo processo, molto semplice impiantisticamente in quanto è un raffreddamento, è estremamente complesso per il coinvolgimento di molte specie chimiche e fenomeni secondari. Il modello è stato risolto attraverso una serie di modelli non accoppiati, ognuno dei quali si occupa di un aspetto del fenomeno. Il riscaldamento di una padella è una ricerca che è stata eseguita per enfatizzare la difficoltà della modellazione della matrice alimentare. È uno studio a differenti step, a difficoltà crescente che portano alla definizione della cottura di un disco di patata su una padella. Il primo modello riguarda la padella vuota messa a scaldare, e l’errore tra i dati sperimentali e la simulazione è intorno al 4%. Nel secondo è stato aggiunto al primo modello un disco di alluminio con proprietà note, e l’errore è passato al 4.4%. Nel terzo modello il disco di alluminio è stato sostituito con uno di patata, materiale scelto per le molte proprietà note, e l’errore è passato a circa il 22%. L’Icepack è un contenitore di polistirolo con all’interno una busta ermetica piena di acqua congelata. Sfruttando il calore latente di fusione del ghiaccio la temperatura interna del contenitore resta prossima a 0 °C fino al completo scioglimento del ghiaccio. Questo sistema è stato sfruttato per ridurre il calore di campo dai mirtilli appena dopo la raccolta. Il processo è stato semplificato non considerando la convezione interna alla scatola e ipotizzando in un primo momento una geometria più semplice rispetto a quella reale dei mirtilli. Un successivo adattamento del modello ha previsto la definizione di una geometria più simile a quella reale (mirtilli simulati per mezzo di sfere) con un incremento della accuratezza dei risultati.
The model is a conceptual representation (often simplified) of the real world or a its part, able to explain the functioning through a series of laws that represent it. These laws describe the basic principles of a theory and it is not always possible to fully solve it in an analytical way. When this happens it is possible to use numerical techniques to find the solution by means of software packages dedicated to the purpose. The development of the numerical model is composed of three distinct phases: the first (pre-processing) is the insertion of input data concerning the material, the boundary conditions of the process and the definition of the grid of resolution of the spatial domain (mesh) , the second (solver) is the resolution of equations that describe the phenomenon and the third (post-processing) is the visualization of the results. The models are a simple insertion of physical data within a software which uses them to provide a result, but is decisive the quality of the input data for the value or less of a model, and the quality of these data is obtained with rigorous research methods, developed ad hoc for each experience. The emphasis of this thesis is that modeling is not just learning to use a software, which, although extremely complex, definitely not ready for the world of research. The development of a model leading to the development and learning of new research techniques, dealing with different challenges every day, through different approaches from classical procedures, so as to continuously expand the cultural and entering a personal innovative methodology and the successful consolidated methods. There were followed with this method five different studies, which made me deal with problems relating to their specific resolution for each search: • Cooking of bakery products; • Media drying grapes; • Tartaric precipitation in wine; • Heat transfer in a pan; • Cooling system passive Icepack. The baking of a bakery product is an extremely complex process, where an infinite number of transformations physical, chemical and biochemical changes occur. The physical characteristics (particularly the diffusivity of the water within the matrix of the biscuit) are difficult to define, as well as the boundary conditions (absolute humidity of the cooking chamber and heat transfer convective coefficient). The determination of the mesh has been changed from the automatic software to improve the definition of the variables that are involved. Once the equations were solved the different views of the results have allowed us to identify the evolution of the temperature and humidity both spatial and temporally. The model was solved as a simultaneous heat and mass transfer, with a thickening of the mesh in the neighborhood of the points where the variables change more. The characterization of the variables was made with experiments specifically for the occasion. The various supports for the drying of the grapes that have been tested have completely different characteristics, both from a point of view of material (plastic, wood, bamboo, resins) that from a structural point of view (cassettes of different sizes and with different drawings between full and empty spaces). The big issue of this model, which set out the objective of determining the velocity field inside the different containers, has been to define the best geometry for each media type. The drawing representing the cassette in every detail appeared to be extremely complex and therefore with a number of degrees of freedom so high that even a large power computer could not complete the processing. The model, considering the speeds involved, has been resolved by ignoring the details of the parts where the flow of air and the wall appeared to be parallel. Tartaric precipitation of the wine is made by exploiting the different levels of solubility as a function of temperature. In particular to a reduction of the temperature corresponds to a decrease of the solubility. This process, that is a simple cooling, is extremely complex for the involvement of many chemical species and secondary phenomena. The model was solved through a series of models not coupled, each of which deals with one aspect of the phenomenon. The heating of a pan is a search which was performed in order to emphasize the difficulty of modeling the food matrix. It is a study on different steps, in increasing difficulty leading to the definition of the cooking of a disc of potato on a pan. The first model involves the empty pan on a electric heater, and the error between the experimental data and the simulation is around 4%. In the second has been added to the first model an aluminum disk with known properties, and the error is passed to 4.4%. In the third model, the aluminum disk was replaced with a potato disk, the material chosen for the many known properties, and the error is passed to about 22%. The Icepack is a polystyrene box with inside an hermetic case full of frozen water. The latent heat of fusion of ice keeps the internal temperature of the box close to 0 ° C until complete dissolution of ice. This system has been exploited to reduce the heat of the field by blueberries just after harvesting. The process has been simplified without considering the convection inside the box and assuming at first a simpler geometry than that of real blueberries. A subsequent adaptation of the model has provided for the definition of a geometry more similar to the real one (blueberries simulated by means of beads) with an increase of the accuracy of the results.
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Mazzucchelli, Francesco <1977&gt. "La memoria della città. Strategie e processi di autorappresentazione nelle trasformazioni urbane postbelliche di alcune città dell'ex Juvoslavia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2077/1/MAZZUCCHELLI_FRANCESCO_TESI.pdf.

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Mazzucchelli, Francesco <1977&gt. "La memoria della città. Strategie e processi di autorappresentazione nelle trasformazioni urbane postbelliche di alcune città dell'ex Juvoslavia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2077/.

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Allegrini, Giulia <1978&gt. "Prove di democrazia. Partecipazione e cittadinanza attiva tra pratiche di impegno civico collettivo e collaborazione informale nella rigenerazione di beni comuni urbani." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7353/1/Allegrini_Giulia_tesi.pdf.

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Анотація:
Nel corso degli ultimi vent'anni si è assistito ad una diffusa sperimentazione di processi partecipativi, tesi al coinvolgimento dei cittadini nelle scelte pubbliche. La letteratura sul tema inquadra tale rinascita di spazi della partecipazione nel contesto della crisi della politica e delle democrazia, in particolare di quella rappresentativa, quindi non della politica in generale e verso questioni di interesse pubblico, ma delle forme più tradizionali di partecipazione politica. Nel quadro di una “rinascita” di forme di partecipazione alternative si assiste al diffondersi di pratiche che vedono i cittadini farsi promotori di iniziative, in quartieri, strade, «micro-aree urbane», mettendo al centro la cura di beni comuni, la convivenza e la vivibilità negli spazi pubblici urbani. Allo stesso tempo, come mostrano anche diversi studi e ricerche, si assiste all'emergere di un crescente interesse da parte delle istituzioni stesse verso la promozione di percorsi tesi ad accrescere senso di responsabilità dei cittadini nella cura del territorio, delle comunità di cui fanno parte, per la promozione di vivibilità, coesione sociale. La ricerca ha quindi rilevato e messo a fuoco un terreno a tratti ibrido, sperimentale, di incontro tra cittadini che si attivano ed organizzano e istituzioni che diventano sostenitrici, ma senza guidare. La ricerca analizza in particolare tre campi di pratiche, nel Quartiere San Donato, a Bologna, anche alla luce del recente Regolamento per la collaborazione tra cittadini e amministrazione per la rigenerazione e la cura di beni comuni urbani. L'attenzione è agli orizzonti di senso della, al rapporto cittadini e istituzioni che in esse prende forma, indagando se e come possono essere lette come sperimentazioni democratiche che danno vita a relazioni dialogiche nella sfera pubblica, a pratiche di responsabilità sociale condivisa, e allo sviluppo di capacità sociali collettive.
During the last 20 years there has been a large experimentation of participatory process to involve citizens in the public policy making. The literature, often frame this increasing of spaces of participation in the general context of a crisis of representative democracy and of traditional forms of political participation. In the context of an increasing of alternative forms of participation, there is a proliferation of citizens infinitives, at neighborhood level, in the streets, in “micro-urban” areas, with a focus on commons' care, livability in the urban public spaces. At the same time there is an emerging interest of the institution in the promotion of processes aiming at fostering the citizens responsibility in the care of territory, community, and for the social cohesion. The research has identify an hybrid and sometimes experiential field of encounter between active, self- organized citizens and institutions that sustain and support these citizens initiatives but without taking a lead. The research analyzed three field of practices, in the San Donato Neighborhood, in Bologna, the city where recently has been adopted a new set of rules for the collaboration between citizens and administration for the regeneration and care of urban commons'. The focus is on the meanings, on the relations between citizens and institutions emerging in these practices, training to understand if is possible to read them as a democratic experimentation able to create a public dimension, to develop social, collective capabilities and sheared social responsibility.
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Allegrini, Giulia <1978&gt. "Prove di democrazia. Partecipazione e cittadinanza attiva tra pratiche di impegno civico collettivo e collaborazione informale nella rigenerazione di beni comuni urbani." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7353/.

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Nel corso degli ultimi vent'anni si è assistito ad una diffusa sperimentazione di processi partecipativi, tesi al coinvolgimento dei cittadini nelle scelte pubbliche. La letteratura sul tema inquadra tale rinascita di spazi della partecipazione nel contesto della crisi della politica e delle democrazia, in particolare di quella rappresentativa, quindi non della politica in generale e verso questioni di interesse pubblico, ma delle forme più tradizionali di partecipazione politica. Nel quadro di una “rinascita” di forme di partecipazione alternative si assiste al diffondersi di pratiche che vedono i cittadini farsi promotori di iniziative, in quartieri, strade, «micro-aree urbane», mettendo al centro la cura di beni comuni, la convivenza e la vivibilità negli spazi pubblici urbani. Allo stesso tempo, come mostrano anche diversi studi e ricerche, si assiste all'emergere di un crescente interesse da parte delle istituzioni stesse verso la promozione di percorsi tesi ad accrescere senso di responsabilità dei cittadini nella cura del territorio, delle comunità di cui fanno parte, per la promozione di vivibilità, coesione sociale. La ricerca ha quindi rilevato e messo a fuoco un terreno a tratti ibrido, sperimentale, di incontro tra cittadini che si attivano ed organizzano e istituzioni che diventano sostenitrici, ma senza guidare. La ricerca analizza in particolare tre campi di pratiche, nel Quartiere San Donato, a Bologna, anche alla luce del recente Regolamento per la collaborazione tra cittadini e amministrazione per la rigenerazione e la cura di beni comuni urbani. L'attenzione è agli orizzonti di senso della, al rapporto cittadini e istituzioni che in esse prende forma, indagando se e come possono essere lette come sperimentazioni democratiche che danno vita a relazioni dialogiche nella sfera pubblica, a pratiche di responsabilità sociale condivisa, e allo sviluppo di capacità sociali collettive.
During the last 20 years there has been a large experimentation of participatory process to involve citizens in the public policy making. The literature, often frame this increasing of spaces of participation in the general context of a crisis of representative democracy and of traditional forms of political participation. In the context of an increasing of alternative forms of participation, there is a proliferation of citizens infinitives, at neighborhood level, in the streets, in “micro-urban” areas, with a focus on commons' care, livability in the urban public spaces. At the same time there is an emerging interest of the institution in the promotion of processes aiming at fostering the citizens responsibility in the care of territory, community, and for the social cohesion. The research has identify an hybrid and sometimes experiential field of encounter between active, self- organized citizens and institutions that sustain and support these citizens initiatives but without taking a lead. The research analyzed three field of practices, in the San Donato Neighborhood, in Bologna, the city where recently has been adopted a new set of rules for the collaboration between citizens and administration for the regeneration and care of urban commons'. The focus is on the meanings, on the relations between citizens and institutions emerging in these practices, training to understand if is possible to read them as a democratic experimentation able to create a public dimension, to develop social, collective capabilities and sheared social responsibility.
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BUZZI, MAURO. "La canzone pop e il cinema italiano (1958-1963. Forme, gene ri, processi di trasformazione." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1531.

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La tesi si occupa di indagare il campo della popular music italiana durante il periodo del boom, così come della situazione cinematografica nazionale del periodo. In seguito si analizzano le forme di utilizzo della prima all'interno del secondo, soprattutto nei confronti di due oggetti che nel rapporto prendono corpo: 1 - Il musicarello, che si configura come vero e proprio genere e di cui si vedranno caratteri principali e genesi 2 - L'insieme di film che fanno della canzone un uso significativo, ma non per questo si costituiscono come genere, o come corpo coeso. In comune hanno però una particolare configurazione di stile, che si costituisce appunto attorno al loro uso della canzone, e che si confronta con la questione della presenza di un "film medio" nazionale.
In Italy, between the end of the Fifties and the first half of the Sixties, a phenomenon of deep economic growth changes the nation in many ways. In the same period the first generation of young people starts to be known as such. With it followed the consideration of consumption as an opportunity for an aggregate and generational claim, pushing film, record, magazine and clothing producers to think of objects conforming to this desire, or even making it stronger. Medial consumption is one of the key practices that permitted to express a social and individual identity. The Thesis try to find out how an important medium like popular music, match himself with cinema, and what kind of new linguistic solution, and social practice they build together.
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BUZZI, MAURO. "La canzone pop e il cinema italiano (1958-1963. Forme, gene ri, processi di trasformazione." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1531.

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La tesi si occupa di indagare il campo della popular music italiana durante il periodo del boom, così come della situazione cinematografica nazionale del periodo. In seguito si analizzano le forme di utilizzo della prima all'interno del secondo, soprattutto nei confronti di due oggetti che nel rapporto prendono corpo: 1 - Il musicarello, che si configura come vero e proprio genere e di cui si vedranno caratteri principali e genesi 2 - L'insieme di film che fanno della canzone un uso significativo, ma non per questo si costituiscono come genere, o come corpo coeso. In comune hanno però una particolare configurazione di stile, che si costituisce appunto attorno al loro uso della canzone, e che si confronta con la questione della presenza di un "film medio" nazionale.
In Italy, between the end of the Fifties and the first half of the Sixties, a phenomenon of deep economic growth changes the nation in many ways. In the same period the first generation of young people starts to be known as such. With it followed the consideration of consumption as an opportunity for an aggregate and generational claim, pushing film, record, magazine and clothing producers to think of objects conforming to this desire, or even making it stronger. Medial consumption is one of the key practices that permitted to express a social and individual identity. The Thesis try to find out how an important medium like popular music, match himself with cinema, and what kind of new linguistic solution, and social practice they build together.
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Bertoldi, Silvia <1993&gt. "Donne lavoratrici immigrate: oppressioni e resistenze. Percorsi di lotta sindacale e processi generativi di trasformazione individuale, collettiva e sociale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21393.

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In un contesto nazionale, e non solo, caratterizzato da una svalutazione complessiva della manodopera e da un'inferiorizzazione sistemica della condizione sociale e giuridica della popolazione immigrata, le donne lavoratrici immigrate ricoprono una posizione che interseca diversi assi, tra cui il genere, la classe sociale, la nazionalità, lo status giuridico, il ruolo familiare. Lungo tali assi scorrono rapporti di subordinazione e di dominio che si riproducono dentro e fuori il luogo di lavoro e da cui il sistema di produzione capitalistico trae possibilità di sfruttamento. Tuttavia, nell'ultimo decennio ha preso avvio un'importante attivazione sindacale a partire da quei settori chiave dell'attuale sistema di produzione, tra cui il settore logistico, che vedono impiegati una maggioranza di manodopera straniera. Con la presente ricerca si intende pertanto indagare i fenomeni riguardanti l'attivismo sindacale in cui le donne lavoratrici immigrate hanno ricoperto un ruolo centrale e di protagonismo: attraverso l'analisi di due casi studio - ovvero i percorsi di lotta sindacale, e non solo, avvenuti presso lo stabilimento alimentare Italpizza (Modena 2018-2019) e presso i magazzini del gruppo Yoox-Net A Porter (Bologna, 2013-2014 e 2020-2021) - si ricostruiranno le condizioni di lavoro e le motivazioni che hanno spinto all'auto-attivazione e all'organizzazione collettiva e si ripercorrerà lo sviluppo del percorso di lotta interno ed esterno al luogo di lavoro. Si proseguirà con l'analisi dei risultati ottenuti dalla lotta sindacale, tanto in termini vertenziali e materiali, quanto in riferimento ai risvolti simbolici e immateriali che hanno influito e influiscono sulla soggettività delle donne coinvolte nelle mobilitazioni, sui territori in cui queste hanno preso luogo e sulla società tutta. Ciò è stato analizzato attraverso una ricerca empirica qualitativa effettuata tramite tredici interviste in profondità e la partecipazione ad alcuni momenti collettivi auto-organizzati dalle realtà coinvolte nelle mobilitazioni. La letteratura accademica principalmente utilizzata fa riferimento alla sociologia critica degli studi sulle migrazioni e del lavoro, in particolar modo rispetto alle teorie riguardo la segmentazione del mercato del lavoro e della divisione internazionale del lavoro; agli studi sui movimenti sociali, soprattutto in riferimento ai fenomeni migratori, e alla produzione teorica e concettuale del 'black feminism' e del cosiddetto femminismo marxista della rottura.
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Succini, Laura <1979&gt. "Processi e pratiche di Innovazione Responsabile: il ruolo dell' Advanced Design nella trasformazione collaborativa dei territori." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10320/1/Succini_Laura_tesi.pdf.

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La ricerca indaga il rapporto tra Design e Innovazione Responsabile calandolo all’interno della relazione tra territorio e pratiche collaborative guidate dal design, ma anche legate al patrimonio culturale immateriale e a un sistema di conoscenza a quintupla elica. La necessità emergente di cura del futuro porta a rivedere il contesto del territorio come campo strumentale per la trasformazione degli individui e della comunità e a domandarsi in che modo il design possa supportare questo cambiamento, abilitando la produzione di conoscenza collaborativa. La ricerca parte dal dimostrare come il modello di innovazione recentemente proposto dalla Comunità Europea attraverso il concetto di Responsible Research Innovation (RRI), poi ripreso nella nozione di Responsible Innovation (RI), sia un campo aperto e responsivo: se integrato con altre discipline, in particolare con il design, può supportare lo sviluppo di processi, politiche, prodotti, servizi e comportamenti che rispettino la relazione tra società, ambiente, identità individuale e collettiva e i ritmi ad essi connessi. Partendo dal contesto sopra descritto, ci si chiede come il design e il designer possano integrare le dimensioni RI nei processi di progettazione, per innovare in modo collaborativo i territori. Si individua quindi nell’Advanced Design la metodologia che, grazie alla sua natura anticipatrice, collaborativa, trasformativa, riesce a coniugarsi virtuosamente con l’approccio RI e supportare il cambiamento in atto. L’intersezione di questi elementi porta alla creazione del Modello Advanced Design per/con l’Innovazione Responsabile (ADIR): un sistema multidimensionale per gruppi di innovazione (quintupla elica) che hanno l’obiettivo di rigenerare in modo collaborativo e inclusivo i territori. L’esperienza sul campo ha confermato come la struttura del modello, formata da un corpus di semi-lavorati, permetta di creare un proprio ritmo, una compenetrazione tra azioni e forme progettuali volti a mantenere il senso di comunità e il coinvolgimento degli attori, a creare relazioni, a sviluppare una trasformazione continua.
This research investigates the relationship between Design and Responsible Innovation, within the relationship between territory and design-led collaborative practices, linking them to intangible cultural heritage and to a quintuple-helix knowledge system. The research starts by showing how the model of innovation recently proposed by the European Commission through the concept of Responsible Research and Innovation (RRI), later taken up in the notion of Responsible Innovation (RI), is an open and responsive field: when integrated with other disciplines, in particular design, it can support the development of processes, policies, products, services and behaviors that respect the relationship between society, environment, individual and collective identities and the associated rhythms. Starting from the context described above, the question arises as to how design and designers can integrate the dimensions and principles of RI into the design processes, in order to collaboratively innovate territories. Therefore, Advanced Design is identified as the methodology that, thanks to its anticipatory, collaborative and transformative nature, can virtuously integrate with the RI approach and support the ongoing change. The intersection of these elements leads to the creation of the Advanced Design for/with Responsible Innovation (ADIR) model: a multidimensional system for innovation groups (quintuple helix) that aims to collaboratively and inclusively regenerate territories. Field experience has confirmed how the structure of the model, made up of a set of formats, makes it possible to create its own rhythm, intensity and interpenetration between design actions, aimed at maintaining a sense of community and the involvement of the actors, creating relationships and developing a transformation of both individuals and the community.
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Casadei, Ruben, and Gian Paolo Franceschini. "Le trasformazioni dello spazio urbano e delle pratiche di pianificazione. La Darsena di Ravenna come caso di studio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3617/.

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Questa tesi propone una riflessione critica sulle pratiche della pianificazione urbanistica attraverso l’analisi di un significativo caso di studio, costituito dalla Darsena di Città a Ravenna. Questo approccio di ricerca è dal nostro punto di vista una conseguenza della difficoltà di governare le attuali problematiche di sviluppo dello spazio urbano attraverso gli strumenti tradizionali della pianificazione e dell’urbanistica. La tesi ha lo scopo di far emergere temi di dibattito attuale sulle aree di sviluppo urbano, in particolare la complessità dei compiti decisionali riguardanti aree oggetto di interventi di rigenerazione urbana. La definizione “area di sviluppo urbano” si pone come prodotto di un’attiva collaborazione tra Stato, mercato e società civile e costituisce dal nostro punto di vista una vera “questione sociale”. Prenderemo come riferimento il caso della Darsena di Città di Ravenna, oggetto della sperimentazione urbanistica degli ultimi trenta anni, sul quale diversi “stili” e strumenti di pianificazione si sono confrontati, nell’intento di guidare un processo di riqualificazione che ha portato ad oggi a risultati concreti assai limitati. Attraverso gli strumenti consultabili e un rapido sopralluogo infatti, possiamo intuire immediatamente come la realizzazione di interventi sull’area si limiti a casi localizzati come la riqualificazione della raffineria Almagià, la nuova sede dell’autorità portuale e l’ex molino Pineta, oltre agli interventi residenziali riconducibili all’edificio progettato dall’architetto Cino Zucchi e ai nuovi isolati attorno alla parte centrale di via Trieste. Le problematiche di fondo che hanno creato conflitti sono molte, dall’elevata divisione proprietaria alla cesura del comparto con il centro storico data dalla barriera ferroviaria, alla questione relativa al risanamento delle acque e dei suoli, solo per citare le più evidenti. Siamo quindi interessati a capire il problema dal punto di vista del processo di pianificazione per poi concentrare la nostra riflessione su possibili soluzioni che possano risolvere i conflitti che sembrano all’oggi non trovare una risposta condivisa. Per meglio comprendere come rapportarci al caso specifico si è cercato di analizzare alcuni aspetti teorici fondanti del “procedimento archetipico” di pianificazione urbana in contrapposizione con metodi di pianificazione “non convenzionali”. Come lo studio dei primi ci ha permesso di capire come si è arrivati all’attuale situazione di stallo nella trasformazione urbana della Darsena di Città, i secondi ci hanno aiutato a comprendere per quali ragioni i piani urbanistici di tipo “tradizionale” pensati per la Darsena di Città non sono stati portati a realizzazione. Consci che i fattori in gioco sono molteplici abbiamo deciso di affrontare questa tesi attraverso un approccio aperto al dialogo con le reali problematiche presenti sul territorio, credendo che la pianificazione debba relazionarsi con il contesto per essere in grado di proporre e finalizzare i suoi obiettivi. Conseguenza di questo è per noi il fatto che una sensibile metodologia di pianificazione debba confrontarsi sia con i processi istituzionali sia con le dinamiche e i valori socio-culturali locali. In generale gerarchie di potere e decisioni centralizzate tendono a prevalere su pratiche decisionali di tipo collaborativo; questa tesi si è proposta quindi l’obiettivo di ragionare sulle une e sulle altre in un contesto reale per raggiungere uno schema di pianificazione condiviso. La pianificazione urbanistica è da noi intesa come una previsione al futuro di pratiche di accordo e decisione finalizzate a raggiungere un obiettivo comune, da questo punto di vista il processo è parte essenziale della stessa pianificazione. Il tema è attuale in un contesto in cui l’urbanistica si è sempre confrontata in prevalenza con i temi della razionalizzazione della crescita, e con concetti da tempo in crisi che vanno oggi rimessi in discussione rispetto alle attuali istanze di trasformazione “sostenibile” delle città e dei territori. Potremmo riassumere le nostre riflessioni sull’urbanistica ed i nostri intenti rispetto al piano della Darsena di Città di Ravenna attraverso una definizione di Rem Koolhaas: l’urbanistica è la disciplina che genera potenziale, crea opportunità e causa eventi, mentre l’architettura è tradizionalmente la disciplina che manipola questo potenziale, sfrutta le possibilità e circoscrive. Il percorso di ragionamento descritto in questa tesi intende presentare attraverso alcune questioni significative l’evoluzione dello spazio urbano e delle pratiche di pianificazione, arrivando a formulare un “progetto tentativo” sul territorio della Darsena di Città.
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CORTESE, CLAUDIO. "Processi di trasformazione nel suburbio di Mediolanum tra tarda età repubblicana e media età imperiale. Il caso dell'area dell'Università Cattolica." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2006. http://hdl.handle.net/10280/968.

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Nell’area oggi occupata dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano a partire dal 1986 scavi di emergenza hanno messo in luce una porzione del suburbio occidentale di Mediolanum, e in particolare una realtà insediativa suburbana di età imperiale. Un’ampia area di tale insediamento è stata oggetto della presente ricerca che, combinando lo studio dei processi formativi del deposito archeologico e l’analisi quantitativa e statistica degli insiemi di reperti, ha permesso di ricostruire le trasformazioni che ne hanno preceduto e accompagnato la formazione e che ne hanno interessato l’organizzazione spaziale e la distribuzione delle aree di attività. In questo modo è stato possibile comprendere come nel tempo siano avvenuti cambiamenti nei caratteri e nelle finalità della frequentazione dell'area, che sembrano poter gettare nuova luce anche su fenomeni più generali che riguardano l’intero suburbio della città romana.
In the area today occupied by the Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, since 1986, rescue excavations have disclosed a part of Mediolanum’s western suburbium, and in particular an imperial age suburban settlement. A wide area of this settlement has been the object of this research which, combining the study of the formation processes of the archaeological record and the quantitative and statistical analysis of finds assemblages, allowed us to reconstruct the transformations which preceded its formation and those which concerned its spatial organization and activity areas distribution. In this way we have shown that the characteristics and nature of the settlement have considerably changed during the course of time, and these changes seem to shed light even on the general transformations which concern the entire suburbium of the Roman town.
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CORTESE, CLAUDIO. "Processi di trasformazione nel suburbio di Mediolanum tra tarda età repubblicana e media età imperiale. Il caso dell'area dell'Università Cattolica." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2006. http://hdl.handle.net/10280/968.

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Nell’area oggi occupata dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano a partire dal 1986 scavi di emergenza hanno messo in luce una porzione del suburbio occidentale di Mediolanum, e in particolare una realtà insediativa suburbana di età imperiale. Un’ampia area di tale insediamento è stata oggetto della presente ricerca che, combinando lo studio dei processi formativi del deposito archeologico e l’analisi quantitativa e statistica degli insiemi di reperti, ha permesso di ricostruire le trasformazioni che ne hanno preceduto e accompagnato la formazione e che ne hanno interessato l’organizzazione spaziale e la distribuzione delle aree di attività. In questo modo è stato possibile comprendere come nel tempo siano avvenuti cambiamenti nei caratteri e nelle finalità della frequentazione dell'area, che sembrano poter gettare nuova luce anche su fenomeni più generali che riguardano l’intero suburbio della città romana.
In the area today occupied by the Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, since 1986, rescue excavations have disclosed a part of Mediolanum’s western suburbium, and in particular an imperial age suburban settlement. A wide area of this settlement has been the object of this research which, combining the study of the formation processes of the archaeological record and the quantitative and statistical analysis of finds assemblages, allowed us to reconstruct the transformations which preceded its formation and those which concerned its spatial organization and activity areas distribution. In this way we have shown that the characteristics and nature of the settlement have considerably changed during the course of time, and these changes seem to shed light even on the general transformations which concern the entire suburbium of the Roman town.
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Botrugno, Carlo <1983&gt. "La diffusione della Telemedicina: trasformazione, rigetto e normalizzazione dei processi di cura all'interno dei sistemi sanitari contemporanei." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7377/1/carlo_botrugno_tesi.pdf.

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Obiettivo principale del presente lavoro è di affrontare in chiave critica il processo di implementazione della telemedicina nei sistemi sanitari contemporanei dell'area UE, con un'attenzione particolare per la situazione italiana. Nonostante le scarse evidenze empiriche a sostegno della telemedicina, infatti, nell'ultima decade è sorta una "retorica pubblica" sui benefici di questa innovativa dimensione di intervento in sanità, in stretta relazione con la promozione del processo di innovazione tecnologica da parte delle istituzioni dell'UE, in collaborazione con l'industria dei dispositivi medici. Per questa ragione, l'elaborato contiene uno stato dell'arte sui principali sviluppi maturati sinora nel campo della telemedicina a livello europeo. Inoltre, la ricerca è stata arricchita da una comparazione tra la diffusione della telemedicina in Italia e i corrispondenti sviluppo all'interno del sistema sanitario portoghese. La ricerca di dottorato ha inteso offrire un quadro di valutazione per l'apprezzamento dei servizi di telemdicina. Questo strumento è stato tratto come risultato di un'osservazione empirica realizzata presso il reparto di teleconsulto dell'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, che vanta un'esperienza ultradecennale nello sviluppo di servizi di telemedicina. Infine, la ricerca è arricchita da un'ulteriore osservazione empirica realizzata presso il servizio di Telesalute dell'Università Federale del Rio Grande do SUl, a Porto Alegre. La rete di Telesalute attiva in Brasile rappresenta infatti uno dei più completi programmi di intervento a livello internazionale, e ciò nonostante il Consiglio Federale di Medicina abbia interdetto, già a partire dal 1988, qualsiasi forma di incontro virtuale tra medico e paziente.
The main goal of this work was to critically deal with the process of telemedicine implementation in contemporary healthcare systems of European Union’s member States, paying special attention to the analysis of Italian situation. Despite the scant and inconclusive evidence available in the field, over the last decade, a “public rhetoric” on the positive effects of telemedicine emerged, in close relation with a promotion of the technological innovation process in healthcare led by the European Union in collaboration with medical devices industry. For this reason, a full overview of the development of telemedicine’s policy implementation in the European Union is offered. The overview is enriched by a comparison between Italian and Portuguese political and normative evolutions in the field. Moreover, the doctoral research intended to offer a critical framework through which the quality of doctor-patient interaction mediated by telemedicine applications can be assessed. For this reason, an empirical research on the efficiency of an already established tele-orthopaedic service in Bologna Rizzoli Hospital was carried out. Finally, the research concluded with a report coming from the analysis on the operation of the ‘Telessaúde’ Brazilian Healthcare National Programme. This programme represent nowadays one of the most developed networks of telemedicine all over the world, despite the fact that Brazilian Federal Council of Medicine banned any form of ICT mediated doctor-patient interaction since the emanation of first democratic constitution, in 1988.
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Forgiarini, Alessia. "Tossicità di inquinanti ambientali correlati ai processi di incenerimento dei rifiuti solidi urbani: studio dei meccanismi molecolari su cellule del tratto respiratorio." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423654.

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The demands of our society generate wastes that tend to increase in quantity as the standard of living increases. The most effective means of dealing with this problem is to reduce the amount of wastes generated (McKay, 2002). Solid waste incinerators reduce the volume and the mass of wastes, but emissions could contain highly toxic components. Major problems regarding the operation of incineration are by-products, especially the lightest fraction (Fly Ash), that contains the highest amount of volatile heavy metals, such as Cd, Pb and Zn, and polychlorinated dibenzo-p-dioxins and dibenzofurans (Yao et al., 2012). Particulate air pollution (PM) is an important environmental health risk factor for many different diseases. This is indicated by numerous epidemiological studies on associations between PM exposure and occurrence of acute respiratory infections, lung cancer and chronic respiratory and cardiovascular diseases (de Kok et al., 2006). The pulmonary epithelium represents a primary barrier preventing the entry of inhaled compounds into the body. As a consequence, lung epithelial cells are also a primary target of many inhaled noxious substances (Ovrevik et al., 2009). Fly Ash collected from the electrostatic precipitator of Bozen’s municipal solid waste incinerator was taken as an example for real particles with complex composition released into the atmosphere to study the mechanism of early biological responses of BEAS-2B and A549 human lung epithelial cells. Furthermore, some different air samples were collected in Bozen area and their cellular effects were studied. Chemical and physical analysis identified and quantified the pollutants, and in vitro cellular assays were used to estimate some toxic effects of Fly Ash (Total Fraction) and air samples. The studies include also the effects of Water-soluble, Water-insoluble and DMSO-soluble Fractions of the Fly Ash. The Total Fraction induced a concentration-dependent reduction on cell viability (mostly on BEAS-2B cells, as compared with A549 cells) and increased ROS generation. The Fly Ash-induced oxidative stress was correlated with diminution of tGSH content and induction of heme oxygenase-1. Data confirmed a strong correlation between samples’ composition and their biological effects, in fact Total and Water-insoluble Fractions were the most toxic and responsive, instead Water and DMSO-soluble Fractions were less active. Fly Ash was also able to induce inflammatory responses through NF-kB activation, followed by enhancement of IL-6 and IL-8 levels. ROS generation, tGSH reduction and IL secretion were markedly inhibited by preincubation of the cells with the anti-oxidant N-acetylcysteine, which confirmed the involvement of oxidative stress in Fly Ash toxicity. The study of the toxicity of air samples revealed that there was a significant diminution of cellular viability only after 72 hours of exposition. The sample containing the incinerator’s chimney emissions increased ROS production and IL-6 and IL-8 secretion. This underlined that oxidative stress was probably related to the inflammatory responses and cleared how the cellular response is closely linked with the content of toxic substances of the samples.
I moderni stili di vita portano alla produzione di una grande quantità di rifiuti, che tende costantemente ad aumentare (McKay, 2002). Il modo più efficace per tentare di risolvere questo problema è quello di ridurne il volume. Gli odierni inceneritori di rifiuti solidi urbani sono in grado di diminuire il volume e la massa dei rifiuti, ma le sostanze che vengono emesse possono essere altamente tossiche. I sottoprodotti che si formano, in particolare la frazione più leggera delle ceneri (Fly Ash), possono contenere alte quantità di metalli pesanti volatili, come Cd, Pb e Zn, oltre a diossine e furani (Yao et al., 2012). Il particolato atmosferico (PM) è un importante fattore di rischio ambientale e per la salute. Molti studi epidemiologici hanno infatti evidenziato una correlazione diretta tra l’esposizione al PM e l’insorgere di infezioni respiratorie acute, tumore polmonare e malattie croniche del tratto respiratorio e del sistema cardiovascolare (de Kok et al., 2006). Il Fly Ash, raccolto dal filtro a manica dell’inceneritore dei rifiuti solidi urbani di Bolzano, è stato utilizzato come modello di miscela di particelle a composizione complessa rilasciata in atmosfera, al fine di studiare il meccanismo delle risposte biologiche precoci di cellule epiteliali polmonari umane BEAS-2B e A549. Sono stati inoltre studiati alcuni campioni ottenuti da filtri di aria posti in diverse posizioni della città di Bolzano. Le analisi chimico-fisiche hanno permesso di identificare e quantificare gli inquinanti presenti, mentre i test in vitro di valutare gli effetti tossici del Fly Ash (Frazione Totale) e dei campioni d'aria. Gli studi hanno riguardato anche gli effetti di alcune frazioni derivate dal Fly Ash: Frazione Idrosolubile, Non-Idrosolubile e DMSO-solubile. L’esposizione alla Frazione Totale ha indotto una riduzione concentrazione-dipendente della crescita cellulare (in modo particolare delle cellule BEAS-2B) e un’aumentata produzione di ROS. Lo stress ossidativo indotto è stato confermato anche dalla diminuzione del contenuto di tGSH e dall’induzione dell’eme ossigenasi-1. Inoltre è in grado di innescare risposte infiammatorie con attivazione di NF-kB e aumento dei livelli di IL-6 e IL-8. I dati hanno confermato una forte correlazione tra la composizione dei campioni e i loro effetti biologici, infatti le frazioni Totale e Non-Idrosolubile si sono rivelate quelle più tossiche, mentre le frazioni Idrosolubile e DMSO-solubile sono quelle meno attive. Il pre-trattamento delle cellule con l'antiossidante N-acetilcisteina inibisce nettamente la produzione di ROS, la riduzione dei livelli di tGSH e la secrezione di IL, confermando così il coinvolgimento dello stress ossidativo nei meccanismi di tossicità indotti dal Fly Ash. I risultati ottenuti studiando alcuni campioni ottenuti da filtri di aria posti in diverse posizioni della città, sottolineano innanzitutto la buona efficienza dei sistemi di filtrazione dei fumi dell’inceneritore, in grado di diminuire notevolmente la quantità di IPA, diossine e soprattutto metalli emessi in atmosfera e quindi di limitarne i possibili danni. Tra i campioni studiati, influenzati in maniera più o meno importante dalla presenza di diverse fonti di emissione, tra cui l’inceneritore, solo quello ottenuto dal filtro posto a camino dell’impianto è in grado di attivare un’importante risposta ossidativa e infiammatoria, indicando un significativo contributo delle emissioni, in ogni caso inferiori ai limiti imposti dalle vigenti normative.
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Costa, Valentina. "Sviluppo e confronto di processi biotecnologici per la digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti solidi urbani ottenuta per separazione meccanica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1514/.

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Mucci, Silvia. "Tra spazi contesi e luoghi comuni. Etnografia di una piazza di confine nel centro antico di Genova." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426629.

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This PhD thesis enquires about the meanings of public space and multicultural cohabitation in urban environments going through transformation processes, enquiring the relations between social actors, structured space and diversity in the contemporary town. The work presented is the result of a research held in downtown Genoa, between 2005 and 2008, based on ethnographic methodology and tools: participating observation, interviews and life histories. Genoa is an interesting town for describing several urban changes, passed through urban redevelopment and gentrification: in the last decades the historical centre went from being a bond to a resource of the town, passing from neglected area to new centre of interest. The specific field of enquiry is represent by the ancient harbour, where there is an open space that may be investigated as a boundary zone. A place where the boundary works in a polisemic way, showing the various meanings that the “limit” device may take. According to the single situation taking place on the square and town scenario, the “boundary square” may work as a clash area, but also as a peaceful zone, pulling for cohabitation among different identities. A boundary zone in both metaphorical and physical sense, the square actually hosts a real boundary, dividing the apparently homogeneous open public space in two separated entities, two regions referring to different ways of managing public space: public and private entities. An invisible but powerful space boundary, based on a time-boundary: after having been abandoned for a long time, since approximately ten years the old commercial port, an area historically closed to citizens, has been renewed and “opened” to the public, becoming an area dedicated to consumption and tourist attractions. A boundary therefore becoming powerfully symbolic, determining a change also in the self-representation that the town makes if itself and its future. The ethnographic research has been chosen in order to give voice to some categories of the inhabitants who use the square coming from different paths, points of view that may be used in order to tell the story of a part of daily life in downtown Genoa. It has been chosen to underline border visions, who may better express various forms of resistance, shaped as tactics or strategies: old and new inhabitants, children, immigrants, youngsters, and a lot of those “useless” people who live in contemporary town interstices. From such voices emerges the increasing desertification ongoing in public spaces, but also the marginalization of change processes, decided elsewhere and expressed with a language stigmatizing the open air life. And still, right from the disagreement experiences it is possible to start again, in order to create a new sense of town, listening to the implicit recognition requests, as well as the critical proposals, emerging from public spaces and submitted to the public attention.
Questa tesi di dottorato si interroga sui significati dello spazio pubblico e sulla convivenza multiculturale in ambiti urbani in trasformazione, indagando i rapporti tra attore sociale, spazio costruito e diversità nella città contemporanea. Il lavoro è frutto di una ricerca condotta nel centro storico di Genova dal 2005 al 2008, basata su metodi e strumenti etnografici: osservazione partecipante, interviste e racconti di vita. Genova è una città adatta a descrivere molti cambiamenti urbani, attraversata da fasi di riqualificazione urbana e gentrification: negli ultimi decenni il centro storico si è trasformato da vincolo a risorsa della città, passando da area negletta a nuovo centro di interesse. Il campo di indagine specifico è rappresentato dal porto antico, che contiene uno spazio aperto indagato come luogo di confine. Un luogo dove il confine funziona in modo polisemico, rivelando le diverse accezioni e significati che questo dispositivo può assumere. A seconda della situazione che si presenta sulla scena della piazza e della città, la “piazza di confine” può funzionare come terreno di scontro ma anche come zona adatta alla pacificazione e alla convivenza delle diversità. Oltre a essere un luogo di confine in senso metaforico, nella piazza esiste un confine reale, che divide lo spazio aperto (apparentemente omogeneo) in due entità distinte, due regioni che fanno riferimento a diverse modalità di gestione dello spazio pubblico (ente pubblica ed entità privata). Un confine spaziale invisibile ma potente, costruito a partire da un confine temporale: a partire da una decina di anni, infatti, il vecchio porto commerciale, area da sempre chiusa alla cittadinanza, dopo un lungo periodo di abbandono è stato riqualificato e “aperto”, trasformandosi in una zona dedicata a luoghi di consumo e attrazioni turistiche. Un confine che quindi diventa potentemente simbolico, determinando un cambiamento anche nella rappresentazione che la città fa di se stessa e del suo futuro. Con l’indagine etnografica si è voluto dare voce ad alcune categorie di abitanti che utilizzano la piazza a partire da percorsi differenti, punti di vista attraverso i quali è possibile narrare una parte della vita quotidiana in centro storico. Si è dato maggiormente risalto a visioni dal margine, che meglio possono esprimere forme di resistenza distinte, che prendono la forma di tattiche o strategie: vecchi e nuovi abitanti, bambini, immigrati, giovani, e molta di quella popolazione degli “inutili” che abita gli interstizi della città contemporanea. Da queste voci emerge la progressiva desertificazione in corso negli spazi pubblici, ma anche una marginalizzazione dai processi di cambiamento, che vengono decisi altrove e che usano linguaggi stigmatizzanti nei confronti della vita all’aperto. Tuttavia proprio dalle esperienze di dissenso è ancora possibile ripartire per costruire un nuovo senso della città, ascoltando le richieste implicite di riconoscimento e le proposte critiche che emergono dagli spazi pubblici, e che vengono poste all’attenzione della collettività.
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PALMIERI, LILIA. "Processi di trasformazione economica e sociale in Africa settentrionale tra il IV e il VII secolo d. C. : analisi dei sistemi di produzione in Zeugitana e Bizacena." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1409.

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La ricerca propone un quadro di sintesi sull'economia africana tardoantica. Si analizzano le strutture di produzione delle derrate alimentari liquide - olio, vino, garum – e le officine ceramiche funzionali alla produzione di sigillata africana e anfore quali strumenti per una migliore definizione del paesaggio economico africano. Lo studio della produzione rurale e urbana e l’esame dei percorsi delle merci permettono di comprendere così le trasformazioni economiche e sociali delle province di Zeugitana e Bizacena tra il IV e il VII secolo d.C.
The research is a synthesis of the Late Antique economy in North Africa. The analysis focus on foodstuff production – oil, wine, garum – and pottery production, especially on ARS ware and african amphorae, as tools for defining the economic landscape. The study of the rural and urban landscape and the study of the trade routes allow us to understand the economic and social transformations of the provinces of Zeugitana and Byzacena between the 4th and the 7th century AD.
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PALMIERI, LILIA. "Processi di trasformazione economica e sociale in Africa settentrionale tra il IV e il VII secolo d. C. : analisi dei sistemi di produzione in Zeugitana e Bizacena." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1409.

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La ricerca propone un quadro di sintesi sull'economia africana tardoantica. Si analizzano le strutture di produzione delle derrate alimentari liquide - olio, vino, garum – e le officine ceramiche funzionali alla produzione di sigillata africana e anfore quali strumenti per una migliore definizione del paesaggio economico africano. Lo studio della produzione rurale e urbana e l’esame dei percorsi delle merci permettono di comprendere così le trasformazioni economiche e sociali delle province di Zeugitana e Bizacena tra il IV e il VII secolo d.C.
The research is a synthesis of the Late Antique economy in North Africa. The analysis focus on foodstuff production – oil, wine, garum – and pottery production, especially on ARS ware and african amphorae, as tools for defining the economic landscape. The study of the rural and urban landscape and the study of the trade routes allow us to understand the economic and social transformations of the provinces of Zeugitana and Byzacena between the 4th and the 7th century AD.
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Maniaci, Alessia. "Verona Central Park." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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La valorizzazione dello scalo ferroviario di Verona Porta Nuova è stata avviata nel gennaio 2020 con il bando di gara pubblicato da FS Sistemi Urbani, che prevede la riconversione dell'area in un parco urbano, connotato dall’insediamento di un mix di funzioni pubbliche e private. Il bando ha rappresentato il punto di partenza per condurre un’analisi sulla complessa realtà del territorio veronese: in particolare, è stata articolata un’indagine sulle relazioni e sulle connessioni esistenti tra i mutevoli volti della città. Nel primo capitolo si delinea la storia urbana della città, procedendo dalla scala generale per poi progressivamente osservare più in dettaglio l’evoluzione del quadrante sud, quindi dell’area ferroviaria collocata al suo interno. Ciò fa emergere le interazioni esistenti nel tessuto frammentario della città e suggerisce alcune chiavi per una lettura d’insieme del contesto di riferimento. Viene parallelamente esplorata fascia perimetrale dell’ex scalo merci, di cui sono discusse le criticità che la definiscono come barriera e cesura del tessuto urbano. Per immaginare la sua possibile trasformazione, tale scenario viene in ultimo considerato adottando una prospettiva più ampia, mediante il confronto alcune esperienze di rigenerazione attuate in spazi complessi in diversi contesti europei. Nel terzo capitolo, come sintesi ed esito delle indagini svolte, viene presentata l’ipotesi progettuale “Verona Central Park”, in cui l’infrastruttura verde costituita dal grande parco urbano, pur mantenendo viva la memoria ferroviaria del luogo, si inserisce nel tessuto urbano come nuovo dispositivo di connessione: occasione di scambio e interazione e punto di innesco di nuove dinamiche di sviluppo che coinvolgano le zone contigue, oggi separate.
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Bongiovanni, Elena. "Gestione dei rifiuti in Bolivia: tecnologie appropriate e sviluppo imprenditoriale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23429/.

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La tesi indaga sulla possibilità di sviluppare attività imprenditoriali nel settore dei rifiuti solidi urbani della Bolivia attraverso l’introduzione di tecnologie appropriate. L’attuale sistema di gestione dei rifiuti in Bolivia non è adeguatamente normato e controllato e favorisce lo sviluppo di pratiche di smaltimento scorrette e pericolose sia per l’ambiente che per la salute umana. Agendo già a livello di gestione dei rifiuti solidi urbani, favorendo l’introduzione di sistemi integrati, è possibile introdurre i principi dell’economia circolare che permetterebbero di migliorare le condizioni economiche, ambientali e sociali e di favorirne uno sviluppo sostenibile. Introdurre un sistema integrato di gestione dei rifiuti solidi urbani darebbe la possibilità di creare nuovi posti di lavoro e accrescere i flussi di rifiuti solidi urbani per categoria merceologica, i quali, costituirebbero importanti flussi di materie prime per le filiere del riciclo e della produzione di beni da materia prima seconda. Lo studio analizza l’attuale gestione dei rifiuti solidi urbani in Bolivia per verificare la possibilità di avviare attività imprenditoriali nel settore che permetterebbero di salvaguardare l’ambiente, favorire lo sviluppo economico e migliorare la condizione sociale dei raccoglitori informali.
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SANTARSIERO, VITTORIA. "Matera e i territori del cibo. Modelli di innovazione per il food system e la valorizzazione dei paesaggi rurali attraverso le politiche del cibo e i processi creativi dell’agro-industria." Doctoral thesis, Università degli studi della Basilicata, 2021. http://hdl.handle.net/11563/149102.

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The following work analyses the socio-economic and spatial dynamics of “Matera food city-region” and tests the role of innovation model, food policies and creative processes to enhance urban and rural foodscape. The research looks for answers at some questions. The first is about dynamics and flows on Matera food city region considering involved spaces, actors and economies through a critical process that studies city and countryside. The second question moved to the necessity to define a model that is able to represent and interpret the analysed dynamics and flow, and to give back useful output. The third question works on results of previous phases and deepens analysis on Matera food city region to find enhanced possibilities and strategies for the territory. The critical reflection on the three answers makes necessary another demand. The fourth query deepens the role of multimedia platforms as tools to represent spaces and dynamics, and to provide ideas to innovate strategies for food territories. In the final part, this work gives an applicative example, proving the role of the platform Atlante del cibo Matera as a tool that creates links between involved actors and processes on Matera food city region and builds food governance. This research is articulated in three complementary phases, recognizable in the overall structure. First, the work deepens critically the theory, by the study of the role of food in urban planning in the last two decades. In this section the research provides definitions of food system, food space and food policy and introduces international and national governance processes on food. This phase introduces research theme and is the theoretical basis for later stages. The second section is a disciplinary work based on analysis on field and the reconstruction of food system by the interpretation of organizational models detected in the territory. The analysis regards the phases of food system (production, processing, distribution and consumption) on Matera food city region. In the final section, the comment of results is the basis to rebuild geographies of Matera food territories. Finally, this phase explains the application model, shared between city, university and enterprise. The application shows the working ability of Atlante del Cibo Matera in the formulation of strategies that enhanced territories by food. This work aims to shows the opportunity for Matera food city region to innovate itself by a vision that combines culture, rural landscapes, heritage and society through food. From this perspective innovation gives the tool for the implementation of interactive and heritage atlas that proposes participatory and synergic governance.
L’obiettivo di questo lavoro di tesi è studiare l’articolazione delle dinamiche socio-economiche e spaziali nella Matera food city region, e testare la capacità degli strumenti di innovazione, delle politiche del cibo e dei processi creativi nella valorizzazione dei paesaggi rurali. Il lavoro di ricerca muove a partire dalla costruzione di risposte ad un serie di quesiti che scompongono e chiarificano l’intero percorso. Il primo riguarda la riflessione sulle dinamiche e sui flussi che interessano la food city region, considerando spazi, attori e economie implicate, attraverso un approccio che esamina criticamente la città e la campagna. Il secondo quesito muove dalla necessità di definire un modello di rappresentazione consono alla restituzione delle dinamiche osservate sul territorio e capace di restituire degli output a partire dall’interpretazione critica dei fenomeni. Il terzo riflette sulle caratteristiche della Matera food city region per individuarne potenzialità da cui articolare strategie per i territori del cibo. Il commento delle risposte alle prime questioni sarà il presupposto per la formulazione di un ulteriore quesito che riguarda il ruolo che possono avere gli strumenti innovativi in questo processo, di cui si fornirà un modello applicativo condiviso tra più attori nella parte finale dell’elaborato. Questo lavoro di ricerca si compone di tre operazioni differenti e fortemente complementari, ma tuttavia riconoscibili nella struttura della tesi. La prima riguarda lo studio critico della letteratura con una ricostruzione del ruolo assunto dal cibo nel corso dell’ultimo ventennio nella pianificazione delle città e dei territori. A seguire alcune definizioni sul sistema del cibo, sulle spazialità della ricerca e sulle politiche e regolamentazioni internazionali e nazionali. L’introduzione alla tematica della ricerca sarà la base disciplinare su cui saranno presentati i quesiti, gli obiettivi, i materiali e i metodi utilizzati. In chiusura della prima parte sarà introdotto il contesto della ricerca. La seconda parte della tesi è un lavoro più disciplinare e riferisce della ricerca sul campo attraverso la ricostruzione del sistema del cibo mediante l’analisi e l’interpretazione dei modelli organizzativi riconoscibili sul territorio in termini spaziali, ma anche quantitativi e qualitativi. Il riferimento in questa fase è stato lo studio delle performance delle varie fasi in cui è stato diviso a monte il sistema del cibo (produzione e trasformazione, trasporto e distribuzione, consumo). Una tematizzazione delle fasi dell’indagine che ha chiarito le relazioni tra spazialità, attori e dinamiche e le connessioni tra i vari processi nella fase di ricostruzione complessiva del fenomeno, svolta allo scopo di restituire una interpretazione critica del processo. Nella terza parte il commento dei risultati dell’analisi consentirà di ricostruire una lettura della geografia del territorio attraverso la lente del cibo. Saranno specificate le basi su cui è stato articolato il modello applicativo condiviso tra città, università e impresa che prova ad utilizzare uno strumento innovativo per la formulazione di strategie operative capaci di valorizzare i territori in chiave cibo. Matera e la sua food city region possono riarticolarsi in una visione che combina i processi culturali e agro-forestali dei paesaggi autentici lucani con la dimensione sistemica del cibo capace di relazionare tra loro patrimoni filiere e società. L’innovazione in tal senso può fornire gli strumenti per l’implementazione di atlanti patrimoniali interattivi e in grado di proporre governance partecipate e sinergiche.
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PANTINI, SARA. "Analysis and modelling of leachate and gas generation at landfill sites focused on mechanically-biologically treated waste." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/203393.

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Despite significant efforts have been directed toward reducing waste generation and encouraging alternative waste management strategies, landfills still remain the main option for Municipal Solid Waste (MSW) disposal in many countries. Hence, landfills and related impacts on the surroundings are still current issues throughout the world. Actually, the major concerns are related to the potential emissions of leachate and landfill gas into the environment, that pose a threat to public health, surface and groundwater pollution, soil contamination and global warming effects. To ensure environmental protection and enhance landfill sustainability, modern sanitary landfills are equipped with several engineered systems with different functions. For instance, the installation of containment systems, such as bottom liner and multi-layers capping systems, is aimed at reducing leachate seepage and water infiltration into the landfill body as well as gas migration, while eventually mitigating methane emissions through the placement of active oxidation layers (biocovers). Leachate collection and removal systems are designed to minimize water head forming on the bottom section of the landfill and consequent seepages through the liner system. Finally, gas extraction and utilization systems, allow to recover energy from landfill gas while reducing explosion and fire risks associated with methane accumulation, even though much depends on gas collection efficiency achieved in the field (range: 60-90% Spokas et al., 2006; Huitric and Kong, 2006). Hence, impacts on the surrounding environment caused by the polluting substances released from the deposited waste through liquid and gas emissions can be potentially mitigated by a proper design of technical barriers and collection/extraction systems at the landfill site. Nevertheless, the long-term performance of containment systems to limit the landfill emissions is highly uncertain and is strongly dependent on site-specific conditions such as climate, vegetative covers, containment systems, leachate quality and applied stress. Furthermore, the design and operation of leachate collection and treatment systems, of landfill gas extraction and utilization projects, as well as the assessment of appropriate methane reduction strategies (biocovers), require reliable emission forecasts for the assessment of system feasibility and to ensure environmental compliance. To this end, landfill simulation models can represent an useful supporting tool for a better design of leachate/gas collection and treatment systems and can provide valuable information for the evaluation of best options for containment systems depending on their performances under the site-specific conditions. The capability in predicting future emissions levels at a landfill site can also be improved by combining simulation models with field observations at full-scale landfills and/or with experimental studies resembling landfill conditions. Indeed, this kind of data may allow to identify the main parameters and processes governing leachate and gas generation and can provide useful information for model refinement. In view of such need, the present research study was initially addressed to develop a new landfill screening model that, based on simplified mathematical and empirical equations, provides quantitative estimation of leachate and gas production over time, taking into account for site-specific conditions, waste properties and main landfill characteristics and processes. In order to evaluate the applicability of the developed model and the accuracy of emissions forecast, several simulations on four full-scale landfills, currently in operative management stage, were carried out. The results of these case studies showed a good correspondence of leachate estimations with monthly trend observed in the field and revealed that the reliability of model predictions is strongly influenced by the quality of input data. In particular, the initial waste moisture content and the waste compression index, which are usually data not available from a standard characterisation, were identified as the key unknown parameters affecting leachate production. Furthermore, the applicability of the model to closed landfills was evaluated by simulating different alternative capping systems and by comparing the results with those returned by the Hydrological Evaluation of Landfill Performance (HELP), which is the most worldwide used model for comparative analysis of composite liner systems. Despite the simplified approach of the developed model, simulated values of infiltration and leakage rates through the analysed cover systems were in line with those of HELP. However, it should be highlighted that the developed model provides an assessment of leachate and biogas production only from a quantitative point of view. The leachate and biogas composition was indeed not included in the forecast model, as strongly linked to the type of waste that makes the prediction in a screening phase poorly representative of what could be expected in the field. Hence, for a qualitative analysis of leachate and gas emissions over time, a laboratory methodology including different type of lab-scale tests was applied to a particular waste material. Specifically, the research was focused on mechanically biologically treated (MBT) wastes which, after the introduction of the European Landfill Directive 1999/31/EC (European Commission, 1999) that imposes member states to dispose of in landfills only wastes that have been preliminary subjected to treatment, are becoming the main flow waste landfilled in new Italian facilities. However, due to the relatively recent introduction of the MBT plants within the waste management system, very few data on leachate and gas emissions from MBT waste in landfills are available and, hence, the current knowledge mainly results from laboratory studies. Nevertheless, the assessment of the leaching characteristics of MBT materials and the evaluation of how the environmental conditions may affect the heavy metals mobility are still poorly investigated in literature. To gain deeper insight on the fundamental mechanisms governing the constituents release from MBT wastes, several leaching experiments were performed on MBT samples collected from an Italian MBT plant and the experimental results were modelled to obtain information on the long-term leachate emissions. Namely, a combination of experimental leaching tests were performed on fully-characterized MBT waste samples and the effect of different parameters, mainly pH and liquid to solid ratio (L/S,) on the compounds release was investigated by combining pH static-batch test, pH dependent tests and dynamic up-flow column percolation experiments. The obtained results showed that, even though MBT wastes were characterized by relatively high heavy metals content, only a limited amount was actually soluble and thus bioavailable. Furthermore, the information provided by the different tests highlighted the existence of a strong linear correlation between the release pattern of dissolved organic carbon (DOC) and several metals (Co, Cr, Cu, Ni, V, Zn), suggesting that complexation to DOC is the leaching controlling mechanism of these elements. Thus, combining the results of batch and up-flow column percolation tests, partition coefficients between DOC and metals concentration were derived. These data, coupled with a simplified screening model for DOC release, allowed to get a very good prediction of metal release during the experiments and may provide useful indications for the evaluation of long-term emissions from this type of waste in a landfill disposal scenario. In order to complete the study on the MBT waste environmental behaviour, gas emissions from MBT waste were examined by performing different anaerobic tests. The main purpose of this study was to evaluate the potential gas generation capacity of wastes and to assess possible implications on gas generation resulting from the different environmental conditions expected in the field. To this end, anaerobic batch tests were performed at a wide range of water contents (26-43 %w/w up to 75 %w/w on wet weight) and temperatures (from 20-25 °C up to 55 °C) in order to simulate different landfill management options (dry tomb or bioreactor landfills). In nearly all test conditions, a quite long lag-phase was observed (several months) due to the inhibition effects resulting from high concentrations of volatile fatty acids (VFAs) and ammonia that highlighted a poor stability degree of the analysed material. Furthermore, experimental results showed that the initial waste water content is the key factor limiting the anaerobic biological process. Indeed, when the waste moisture was lower than 32 %w/w the methanogenic microbial activity was completely inhibited. Overall, the obtained results indicated that the operative conditions drastically affect the gas generation from MBT waste, in terms of both gas yield and generation rate. This suggests that particular caution should be paid when using the results of lab-scale tests for the evaluation of long-term behaviour expected in the field, where the boundary conditions change continuously and vary significantly depending on the climate, the landfill operative management strategies in place (e.g. leachate recirculation, waste disposal methods), the hydraulic characteristics of buried waste, the presence and type of temporary and final cover systems.
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DE, IORIS DANIELA. "La pianificazione energetica urbana nei processi di trasformazione della citta'." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/11573/918501.

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This thesis talks about relationships between energy and urban planning, and so it’s a collection of theories and practices (mostly of them in progress) about local energy managment and instruments of urban planning. The treatment about “energy and settlements”, i.e. connections between energy systems and morphological and functional aspects of settlement, is essential to the sustainability goal, above all after the gradual process of administrative devolution, that has permitted possible conditions for energy and urban planning and in particular attentions to “conscientious” territorial development. According to that and because of lack in research and specific testing on it, this thesis wants to give a contribution to the study about opportunities of energy in urban planning, in term of physical and functional city’s transformation. The research, in particular, deals with different implications and meanings of energy in urban planning and so reviews various declinations of “energy and settlement” frame, focusing on Italian planning instruments because they represent a startup to change territorial transformation process and (partially) to define “Piano Energetico Urbano”, my own expression that synthesizes the particular process of energy integration (or just an approach) in the ordinary planning process. In particular, in the first part, the thesis talks about general connections between energy aspects and the territorial planning, emphasizing the gap and the unexpressed potentialities of two matters that don’t collide, to focus on the city, a common object of intervention. The second part of the thesis rebuilds the disciplinary background: it analyses the specific Anglophone literature, i.e. “urban sprawl vs. compact city” debate and the settlement and behavioural alternative model ones (New Urbanism, Smart Growth, Car Free Cities, Low Carbon Cities, Post Carbon Cities and Transitions Towns), and finally environmental and energy community politics, programmes and initiatives, that are the first promoter of stakeholders energy interest. The third part draws characteristics of the energy plan, first of all the main regulatory and methodological reference, Ln. 10/91, that has introduced the urban and energy plan (Piano Energetico Comunale, PEC) and the regional one (Piano Energetico Regionale, PER). After the analysis of some selected experiences (most of all from Emilia Romagna, because it has a specific regional energy and planning regulation), the thesis underlines how, through sustainability settlement and development strategies against energy and urban complexity, sectorial energy planning is under restyling. As conclusion, there is a general and explanatory frame about best practices, thanks to, it’s possible to define some up- and-coming themes of Piano Energetico Urbano, such as: territorial and conformable dimension (dimensione conforme), territorial partitions, directions of sectorial cancellations, and public and private relationships in energy and planning transformation process.
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FANTOZZI, MARINA. "Strategie per la rappresentazione e la comunicazione dei processi di trasformazione degli spazi urbani. Un'area del Campo Marzio a Roma." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/11573/918838.

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This study focuses on the analysis of the several transformations which are observable in a particular area of the inner city of Rome, and furthermore aims to provide a working method that could be increased and widened, in order to be applied to further individual cases. The first step of the work consisted in leading an historical research, by means of bibliographical, cartographic and iconographic sources, which were essential to first draft a diachronic summary of all the permutations concerning the area, and to indentify the main temporal sections. The documents collected were subsequently arranged and interpreted, to serve as a basis for the final composition, in which the many pieces of information were then compared. The applicative and experimental phase was structured over two different scales of representation: a urban one and an architectonical one. A first series of processed images was meant to retrace the transformations suffered by the building pattern from the 16th century on. A deeper analysis focus on the essentially architectural aspect, and brought to the processing of further models at a more detailed scale. At last, the research is centred on a very narrow area: the Ripetta Harbour, a point of particular convergence for the whole economical and social life of the neighbourhood: the outcome consists in a sequence of 3D reconstructions, aimed to covey a visualization, as clear as it can be, of the changes that followed one another, both on an overall urban scale of the area itself, and on a more detailed level concerning the bordering buildings, which can be useful to whomever aims to develop further studies to be founded on this one.
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CUTRI', Maria Teresa. "Architetture Dis_Perse. Accelerazione e moltiplicazione del frammento. Luoghi del conflitto: aree urbane di nuove migrazioni e territori di guerra, generatori complessi della trasformazione e della ricerca di nuovi rapporti architettonici e urbani." Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/11573/916762.

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La ricerca si propone di portare un (piccolo) contributo alla riflessione attorno ad una possibile e diversa interpretazione dello spazio, a partire da quelle forme insediative “informali” prodotte da quote numericamente importanti e in crescita di migrazione, guerriglie e guerre, tali da provocare un’accelerazione della frammentazione del territorio e della città. Come, quindi, da condizioni e configurazioni urbane e territoriali emergenti di grande criticità, definite prevalentemente dalla scarsità di risorse si possano aprire scenari possibili di un nuovo abitare, in direzione della formazione di nuovi paradigmi urbani che, come uno spillone, si conficcano nello spazio privo di ombre di un modo di fare e leggere la città secondo categorie “classiche” del pensiero. La convinzione, espressa nel sottotitolo della ricerca, che la progettazione negli ambiti informali, rappresenti, ad oggi, un terreno importante di sperimentazione e ricerca, pone in primo piano alcuni temi: 1_La ricerca e la comprensione rispetto ad una diversa e ipotizzabile nozione critica di spazio. Tale da restituire ai concetti di territorio e città, prima ancora della forma, quella rottura fondamentale alla base di tutte le imperfezioni e instabilità. Che dalle parole di Michel Foucault trova una sua materializzazione suggestiva nelle immagini dei Terrain instabili disegnati da Lebbeus Woods. Restituzione assimilabile quasi alle pietre ancora smontate della città. Nelle “forme” che qui si intendono della Dis_persione rispetto alle quali, diventa necessario abbandonare l’idea di un fare armonico legato allo spazio e tempo della Misura, Ordine e Permanenza, per esplorare quella condizione di indeterminazione, per accumulo di informazioni (e accumulo storico di atti territorializzanti) e decentramento dello spazio che trova in alcune dissertazioni, della fine del Cinquecento (nel pieno della prima rivoluzione scientifica), di Giordano Bruno il proprio fondamento. È lì che cambiano i riferimenti di tempo e spazio. Una quantità enorme di informazioni si danno simultaneamente, intrecciandosi e disperdendosi nello spazio ora infinito (opposto allo spazio concluso “prospettico”). L’universo infinito, per Bruno capace di intendere, retto da equilibri instabili della materia, suscettibile di vincolo: cioè della possibilità di costruire relazioni sempre “rinegoziabili” e in mutamento continuo. Un percorso questo che forse solo oggi può riemergere, in tutta la sua importanza, nel momento in cui si assiste al crollo di tutte le definizioni assertive, dei sistemi chiusi (a cominciare dallo Stato/ Territorio), che hanno escluso molteplicità, collettivi, differenze. Si apre, allora, nel nostro caso e in questa direzione, un immaginario dell’incompletezza della città: materia in mutamento e quindi instabile che ne porta alla ribalta quelli che sono i gradi di apertura espressi in una forma sostanzialmente incompiuta, quella che ha permesso (sia per Saskia Sassen come per Michel Serres) a molte città antiche di sopravvivere (agli stravolgimenti della storia, alla successione di imperi e stati, e guerre e shock economici) perché non si sono mai fermate, nel loro continuo rifondarsi e riconfigurarsi, anche solo per piccoli e veloci cambiamenti. 2) Il tema dello spazio pubblico, nella definizione di Hannah Arendt come luogo dell’agire (opposto al “fare”) e della nozione di infrastruttura invece declinata sia come spazio per il movimento che (e soprattutto) come infrastruttura sociale, in grado di vincolare cioè di costruire relazioni sempre rinegozabili. Mixitè è la parola chiave quella che individua le nuove strategie (non più programmi) per la definizione e la messa in atto della trasformazione (nei termini di densificazione e sovrapposizione di attività) e il conflitto come pratica informale tra amministrazioni e comunità che si fanno soggetti attivi ne è lo strumento operativo. E di cui gli architetti si fanno interpreti. Sono questi i temi fondativi di una diversa città e territorio a partire da tutti quegli ambiti emergenti e in crescita che si misurano e identificano nella scarsità di risorse materiali e culturali. Dai territori e dagli esempi proposti dell’informale, a una grande scala di lettura, quella della geopolitica come suggerito da Eyal Weizman emerge, come dal sottosuolo un abitare come relazione complessa, a cui gli architetti contemporanei, recuperando quella capacità tutta Albertiana, di connettere, attraverso la loro opera, i popoli della terra, stanno provvedendo, nel segno delle sostenibilità sociali prima ancora che ambientali e trasformandosi essi stessi in nuovi attivatori-catalizzatori della costruzione di una nuova città. Insieme e in sinergia alla capacità alla trasformazione propria di chi, per scelta, necessità o imposizione politica, è costretto a spostarsi se non a migrare. Ma non solo, poiché questo attraversamento dalla migrazione non necessariamente si muove dalla periferia al centro ma si intreccia e coesiste insieme a uno slittamento, opposto dal centro alle periferie secondo uno slittamento (a partire dal crollo del muro di Berlino) della trama composta dai confini territoriali degli stati e sul quale Teddy Cruz ha impostato un’importante lavoro di ricerca che rimette in discussione tutta la cartografia. Il movimento singolo o doppio è la manifestazione della perdita di significato della centralità in direzione di una diversa interpretazione che dal luogo procede in direzione dell’Aver luogo. E questa nozione arriva dalle dissertazioni sull’universo infinito e gli infiniti mondi di Giordano Bruno. L’obiettivo è fornire, anche attraverso i progetti esaminati un quadro, pur parziale, di riferimento, tale da esplicitare la nozione di complessità all’interno delle definizioni contemporanee di paesaggio interpretate nel corso della tesi come mantello di arlecchino: spazi di sconfinamento delle parti (pezze) e instabilità della città. E di dis_persione. La filosofia è fondamentale in questa fase. L’architettura non può privarsi della filosofia. Una filosofia che oggi, per Michel Serres, deve individuare dei concetti nuovi, relativi al nuovo posto dell'uomo nel mondo. Interrogandosi sul modo in cui gli individui si costituiranno in nuove comunità, e chiedendosi se ci sono nuove comunità da inventare.
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SCACCHI, MICAELA. "“Innesto Urbano” come opportunità di trasformazione del quartiere nella città contemporanea." Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11573/944484.

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Анотація:
La tesi è l’esito di una ricerca scaturita da alcune constatazioni sulle trasformazioni della città contemporanea europea e da un’idea personale, che ipotizza un legame fra la forma/l’uso dei luoghi e la componente “affettiva” che li caratterizza (positiva o negativa) ed un rinnovato interesse per la “dimensione del quartiere”, come oggetto di indagine e come luogo di scala idonea per azioni rigenerative della città. Complesse, molteplici e frammentate dinamiche stanno modificando le forme fisiche, le relazioni sociali e l’uso dello spazio urbano, alterandone la percezione e comportando un disorientamento degli abitanti, che, spesso, con “un senso di sradicamento e di alienazione”, non riconoscono e non si riconoscono nei luoghi dell’abitare collettivo. Il campo di riferimento è, quindi, lo studio dei processi di trasformazione della città e del concetto attuale di quartiere. La tesi, da una parte, ricompone lo sfondo teorico e le diverse posizioni sulla “dimensione del quartiere”, dall’altra introduce il concetto di “innesto urbano” – mutuato dalla botanica − come riflessione e pratica metodologica e come requisito/elemento di opportunità di trasformazione del quartiere nella città contemporanea. L’obiettivo principale della ricerca, pertanto, è quello di rendere possibile, nella complessa combinazione dei fattori fisici e sociali, la trasformazione dei “contesti periferici” (incompleti, incompiuti, in trasformazione o in divenire) in quartieri e il recupero del legame tra la qualità fisica e la percezione identitaria dello spazio urbano. Il testo è organizzato in quattro parti, suddivise in capitoli. La ricerca sviluppa prima un approccio di tipo empirico, poi una indagine di tipo teorico-lessicale, introducendo e definendo il termine di “innesto urbano”, infine, attraverso un metodo applicativo e sperimentale, lavora su alcuni esempi e casi di studio in Europa, interpretando le relazioni fra le diverse variabili individuate. La prima parte, di inquadramento, ricostruisce lo sfondo teorico e di pensiero all’interno del quale muove la tesi e la cornice teorico-interpretativa dei principali concetti. La seconda parte, delinea il termine e il concetto di “innesto urbano”, mutuandolo dalla pratica agronomica, ma arricchendolo di nuovi significati e mette a confronto alcuni orientamenti contemporanei (area-based approach; people-based approach; community building process), ritenuti utili al supporto delle migliori condizioni di “attecchimento dell’innesto urbano”. La terza parte, di carattere applicativo e sperimentale, propone una matrice di riferimento e di verifica di alcune esperienze europee, che costituisce il punto di partenza per definire le componenti essenziali per valutare la qualità e l’esito dell’innesto e seleziona quattro casi di studio (Bijlmermeer - Amsterdam; La Mina - Barcellona; Rača - Bratislava; Quarto Oggiaro – Milano), illustrati con altrettante schede critiche. La quarta parte, di chiusura, presenta le valutazioni critiche sull’idea iniziale e le considerazioni conclusive sui contenuti scaturiti dai casi di studio. Sono questi risultati “aperti”, spunti di riflessione per approfondimenti futuri e per eventuali applicazioni. In conclusione, emerge che “l’innesto urbano” si può considerare come una possibile linea di azione, opportunità (progettuale e no) per indirizzare le trasformazioni urbane locali e opportunità per ricostruzione il legame di riconoscimento abitanti - quartiere.
The thesis is the result of a research coming from some findings on the transformations of contemporary European city and from a personal idea. This idea suggests a link between the shape / the use of places and the “affective” component (positive or negative) that characterizes them and it proposes a renewed interest in “the dimension of neighbourhood”, as an object of investigation and as a suitable scale of action for urban regeneration. Complex, various and fragmented dynamics are changing the physical forms, social relations and the use of urban space, altering the perception of it. Sometimes a disorientation of the residents comes from all that, and they, often with “a sense of rootlessness and alienation”, don’t recognize places and they don’t identify themselves in collective living spaces. The reference field is, therefore, the study of the city’s transformation and the contemporary concept of “neighbourhood”. The thesis, on one side, recomposes the theoretical background and the different positions on the “dimension” of the neighbourhood, on the other one, it introduces the concept of “urban graft” - borrowed from agronomy - as a methodological reflection and practice, and as a requirement/element of opportunity of neighbourhood transformation in the contemporary city. The main objective of the research, therefore, is to make possible, in the complex combination of physical and social factors, the transformation of “peripheral contexts” (incomplete, unfinished, in transformation or in the making) in neighbourhoods and the recovery of the relation between the physical quality and the perception of identity in urban space. The text is organized into four parts, divided into chapters. The research develops first an empirical approach, then a theoretical and lexical investigation to introduce and define the concept of “urban graft”. The thesis, also, works on some examples and case studies in Europe, using an application and experimental method, understanding the relations among the different variables identified. The first part (the framework) reconstructs the theoretical background of the thesis and the theoretical and interpretative structure of the main concepts. The second part is focused on the new term and the concept of “urban graft”, borrowed by agronomic practice, but enriching it with new meanings and comparing it with some contemporary approaches (area-based approach, people-based approach; community building process), considered useful to support better conditions of taking root of the grafts. The third part, with an application and experimental approach, proposes an evaluation matrix of some European experiences. The matrix is the beginning to define the essential components, to evaluate the quality and the results of “urban grafts” and to select four cases of study (Bijlmermeer - Amsterdam; La Mina - Barcelona; Rača - Bratislava; Quarto Oggiaro - Milan), illustrated with critical cards. The fourth part, at the end, presents critical assessments on the initial idea and the closing remarks on the contents arising from the case-studies. These “open” results are useful to provide more conceptual thinking for future research and for possible practical applications. In conclusion, it appears that “the urban graft” can be considered as a possible sequence of action, opportunity (design or otherwise) to address local urban transformation and as a chance to reconstruct the connection among inhabitants and neighbourhood.
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DEL, MONACO Anna. "Tesi di dottorato (2006) - Le mura urbane come elementi urbani di cambiamento e continuità. Roma, Pechino, New York." Doctoral thesis, 2006. http://hdl.handle.net/11573/384194.

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MERLO, ALESSANDRO. "La Loggia nella città medioevale. Genesi, Rilievo e Ricostruzione dei processi di trasformazione: l'esempio di Pescia." Doctoral thesis, 2001. http://hdl.handle.net/2158/243777.

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BELOZOROVICH, ANNA. "Violenza, memoria, trasformazione: voci di donne migranti nel panorama letterario italiano." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/1300935.

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Анотація:
Il nucleo della ricerca è costituito dalla relazione tra scrittura e violenza. A circoscrivere il campo intervengono alcuni elementi: la scrittura infatti è collocata nel contesto migratorio e limitata ad autrici provenienti dall'Europa centro-orientale. A motivare tale scelta vi sono sia la tipologia di flusso migratorio - contrassegnato da una forte presenza femminile - originario di tale area, sia le caratteristiche geografiche e storiche della regione che in epoche diverse e per diverse ragioni ne hanno resa possibile la distinzione dal resto dell'Europa, sia, infine, l'abbondante produzione letteraria nel contesto della letteratura migrante in Italia da parte di questa tipologia di migranti. Il legame tra scrittura e violenza viene trattato da punti di vista diversi e con forte impronta interdisciplinare. Si mette in evidenza, infatti, l'esistenza di una frattura – conseguenza, a livello psichico, sia della violenza subita o testimoniata sia dell'esperienza migratoria – che cerca di tradursi in discorso tramite diverse strategie, non tutte immediatamente riconoscibili. Il ruolo del discorso può essere quello di trattenere il vissuto traumatico nel silenzio come di proporne l'elaborazione tramite narrazioni alternative alla storia autobiografica. Questi aspetti sono particolarmente significativi in testi legati alla guerra nei Balcani. Risulta inoltre interessante la dimensione in cui il testo si configura come azione, strumento per trasportare un messaggio preciso destinato alla società ospitante, soprattutto là dove l'argomento trattato è la disparità di sessi e la violenza sulle donne. Alcuni romanzi delle autrici studiate sembrano presentare già nella loro stessa costruzione formule narrative in grado di rafforzare tale funzione. Tuttavia, si evidenziano meccanismi contraddittori nell'equilibrio particolare tra forma e contenuto che caratterizzano queste opere. Un tema di grande importanza è il contesto stesso nel quale i testi vengono pubblicati e promossi. Parlare di scrittura, infatti, implica parlare del processo che dal gesto creativo accompagna il testo fino alla pubblicazione e al contatto con i lettori. Qui, la posizione delle autrici migranti appare fortemente condizionata dal loro vissuto individuale e da quanto le viene attribuito dall'immaginario collettivo. Il tema della violenza, assieme ad altri fenomeni di disgregazione sociale, possiede un valore esotico, commercializzabile. Il ruolo degli editori e delle iniziative mirate alla promozione della letteratura migrante si rivela ambiguo, mentre la produzione letteraria sembra riportarne le conseguenze. Una suggestione finale propone di considerare le analogie tra la scrittura nell'ambito della migrazione e le forme di ritualità legate al passaggio; nello specifico, alle formule che mirano a mettere in evidenza il confine tra due dimensioni attraversate e, successivamente, a ricostruire una relazione con il mondo abitato.
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