Дисертації з теми "Processi di formazione"

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1

Briganti, Lorenzo. "Formazione di elementi chimici in processi stellari." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21617/.

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Анотація:
La tesi in oggetto si pone l'obiettivo di illustrare i principali meccanismi di sintesi dei nuclei atomici. Ad un capitolo in cui vengono riassunte le reazioni nucleari in gioco, con particolare risalto sulla reazione di fusione, si aggiungono tre ulteriori capitoli, riguardanti rispettivamente il bruciamento dell'idrogeno in elio, la sintesi degli elementi dall'elio al ferro e, infine, la produzione di elementi pesanti mediante cattura neutronica (in particolare processi r in esplosioni di supernova e merger di stelle di neutroni).
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2

ABBIATI, GIOVANNI. "LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI IN ITALIA. LA VALUTAZIONE DI DUE POLITICHE DI FORMAZIONE PROFESSIONALE PER INSEGNANTI DI SCUOLA MEDIA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/219121.

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Анотація:
This dissertation aims at providing empirical evidence on the effectiveness of two training programs for math teachers in southern Italy (M@t.abel+ and PQM). The programs are structured as content focused, one year lenght blended training sessions. Exploiting similarities and differences in the training (mainly, on organization of tutoring sessions and the presence on incentives), the analysis show positive effects of the training on both students outcomes and teacher short and medium term behaviours. Implications for policy are discussed.
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3

Zaghini, Federica <1989&gt. "Tokyo ribelle: processi di formazione delle subculture giovanili di Shibuya e Harajuku." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7882.

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Анотація:
Analisi dei fattori e dei processi che hanno portato alla formazione delle subculture giovanili di Tokyo contemporanee, con particolare attenzione sui gruppi femminili di strada concentrati nelle zone di Shibuya e Harajuku. Vengono esaminati il concetto di uniformità all'interno della società giapponese, l'influenza della cultura shōjo e cultura kawaii, l'introduzione di nuove tecnologie di comunicazione e il concetto di identità temporanea, oltre che il valore della moda e dello stile (kei) come metodo di espressione individuale. Infine, un'analisi approfondita delle subculture di Shibuya rappresentate dai fenomeni gyaru, delle subculture di Harajuku tra cui le diverse espressioni della moda (gothic) lolita e kawaii e dell'ibridismo subculturale dei quartieri che si è formato negli ultimi anni.
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4

Raffaghelli, Juliana Elisa <1971&gt. "Apprendere in contesti culturali allargati: processi di internazionalizzazione e formazione dell'identità." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/1014.

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Анотація:
La presente ricerca affronta il problema della definizione dei contesti di apprendimento/formazione nella società liquida (Bauman, 2000). Considerando l’ormai noto nomadismo geografico ed elettronico che nel caso particolare dei sistemi educativi da forma a pratiche che implicano la rottura di confini simbolici e reali (Margiotta, 2006), la domanda che incardina il processo di analisi teorica ed empirica proposto dalla ricerca è: Qual è il contesto nei processi di apprendimento in mobilità? In effetti, il problema del contesto socio-culturale nella società del lifelong/lifewide learning, sembra essere determinato fondamentalmente da processi di costruzione e decostruzione simbolica a seconda dei posizionamenti che l’individuo raggiunge nei propri itinerari di apprendimento lungo l’intero arco della vita ed in tutte le situazioni vitali. Per l’inquadramento teorico del problema proposto sono state focalizzate due tradizioni di ricerca. In primo luogo, sono stati esplorati gli assunti dei modelli della linea di ricerca cultural contextual, a partire dalla rilettura di Vygotkij realizzata dal gruppo diretto da Cole (1988, 1996; si veda Varisco, 2004), e attraverso i lavori pionieri della psicologia culturale e l’antropologia cognitiva, puntualizzando proprio la possibilità/necessità d’imparare in contesti sociali oltre la scuola come contesto culturale narrow, dove i saperi restano incapsulati (Engestrom, 1991). In particolare, dentro questa linea, sono stati considerati gli sviluppi ultimi della Teoria dell’Attività –TA- di 3za generazione (Engestrom, 1987; 2009, sulla base di Leont’ev, 1978), che indica i processi di espansione dei contesti socio-culturali dell’attività umana in base al fenomeno di interconnessione fra sistemi di attività locali nel tentativo di cogliere oggetti di attività sfuggenti ( “runaway object”), nella società fluida. La teoria di Engestrom pone le basi quindi per ipotizzare un contesto globale da contesti locali, e cioè un “Contesto Culturale Allargato”. In secondo luogo, il problema del contesto viene esplorato dal punto di vista dei processi di insegnamento. A tale riguardo, il focus risulta essere l’operazione detta di ricontestualizzazione del sapere –dal sapere ricerca al sapere insegnato-, attraverso l’atto comunicativo docente (Margiotta, 1997, 2003, 2006, 2007). Osserviamo la caratterizzazione del sapere insegnato come entità strutturata in maggiore o minore grado attraverso il curricolo, strumento di programmazione ufficiale, altamente contestato sia dalla sociologia che dalla pedagogia critica (Freire, 1971; McLaren, 1995). Mentre invece la società liquida ci espone ad un attraversamento di confini istituzionali e vitali, rendendo possibile l’apprendimento per autonomo accesso alla conoscenza, agli elementi della cultura. In modo convergente, troviamo la necessità di attingere al concetto contesto culturale allargato per i processi di insegnamento, intesi come rimodulazione dell’atto comunicativo docente per una decostruzione critica del sapere, dove si va dalla predominanza del discorso docente alla conversazione formativa (learning conversation) – Laurillard, 1993; Downes, 2009 -. Il disegno della ricerca empirica che segue alla esplorazione teorica prende quindi in considerazione un caso di internazionalizzazione educativa come ambito per la riflessione sul contesto di apprendimento ricreatosi nell’attraversamento di confini istituzionali. Lo studio di caso del progetto euro latinoamericano di formazione degli insegnanti ALFA-MIFORCAL, è stato strutturato in tre livelli, considerando a) l’aspetto organizzativo-istituzionale del processo di internazionalizzazione, b)la strutturazione del modello formativo e processi di instructional design e c) l’analisi del discorso in 4 comunità virtuali internazionali –primo scenario di innovazione formativa, ovvero della mobilità virtuale-; e l’analisi del racconto autobiografico di formazione in mobilità fisica di 16 corsisti –secondo scenario di innovazione formativa-. Per tale configurazione, il disegno potrebbe essere definito come “micro-casi embedded” nel caso generale del quale tratta la ricerca. La tesi centrale, e cioè che “nella società fluida, il contesto di apprendimento diventa costruzione semantica che chi impara realizza/negozia nelle traiettorie di mobilità che egli intraprende attraverso diversi spazi materiali e simbolici” si è declinata in domande operative per l’analisi sul campo, per il quale è stato usato l’approccio qualitativo della Grounded Theory (Glaser&Strauss, 1967; Strauss & Corbin, 2008) dove l’esplorazione viene orientata da domande di progressiva costruzione concettuale (processo di campionamento teoretico) non venendo formulate ipotesi che strumentalizzano la realtà osservata. I risultati più rilevanti indicano i percorsi di negoziazione degli assetti e del curriculum che consentono di confermare la presenza di un sistema di attività rizomatico o composto da più sottosistemi di attività locali, ponendo le basi per il processo di allargamento del contesto culturale di apprendimento. Nel livello micro, l’analisi delle sequenze didattiche dimostrano la presenza di percorsi di negoziazione del significato in gruppi interculturali ed interlinguistici, dove l’alta interattività non è necessariamente indicatore di allargamento del contesto culturale. Risulta fondante, invece, l’azione riflessiva, meta cognitiva, modulata dal tutor, per la superazione di contraddizioni alle quali espone il cultural clash, e cioè, elemento culturale diverso che contrasta la matrice culturale di appartenenza della persona in situazione di apprendimento. Sia la mobilità virtuale che quella fisica, espongono la persona a questo tipo di processi, generando, nell’atto di negoziare e comprendere la diversità, l’allargamento del contesto. Esso è spiegabile come processo di espansione, a livello identitario, della propria matrice culturale di riferimento, attraverso un fenomeno di disembedding (dal locale al globale), embedding (l’interazione nel terzo spazio simbolico fornito dalla rete e dalla comunità di apprendimento internazionale/interculturale), riembedding (l’espansione dell’identità che risulta in una pratica locale innovativa). Tali processi, stando all’analisi di contenuto realizzato nei suaccennati corpus (forum online / diari di bordo della mobilità), mostrano in modo consistente, come indicatori dei processi di negoziazione del contesto ed allargamento, a) alto numero di metafore; b) insistenza di fenomeni di intertestualità; c) continuo riferimento alla presenza virtuale come terzo spazio simbolico di rappresentazione del sé. Gli elementi esplorati sia a livello teorico che empirico consentono quindi di discutere la configurazione del CCA, come dispositivo formativo che : a) si costruisce attraverso interazioni in sistemi di attività glocal; b) propone la partecipazione nel formulare un tempo formativo di eterocronia -linee di sviluppo temporale dei racconti personali che s’incrociano in conversazioni formative-; c) propone l’accettazione delle multi appartenenze; d) plasma fenomeni discorsivi che indicano la costruzione di significato, come l’eteroglossia, intertestualità, metafora; e) fa diventare essenziali l’atto comunicativo docente come modulatore della conversazione formativa.
This research affords the problem of definition of learning contexts within liquid society. (Bauman, 2000). Considering the spread phenomenon of geographical and electronic nomadism, that in the particolar case of educational systems shapes practices that imply crossing / broking both simboli and real boundaries (Margiotta, 2006). The question that leads the research theoretical and empirical analysis is: Which is the context in mobile learning processes? In fact, the problem of socio-cultural context in lifelong/lifewide learning society, seems to be determined basically by processes of symbolic construction and deconstruction, according to positioning that individual reaches in his/her own trajectory of lifelong/lifewide learning. For a theoretical frame of research problem, two research traditions have been considered. In first place, the assumptions and models of cultural contextual approach, taking into account M. Cole (1988, 1996) and his research group’s review of Vygotskij’s main concepts, from cultural psychology and cognitive anthropology. As emerged from this background, social contexts beyond school/academy as narrow/encapsulated context (Engestrom, 1991) has a crucial role in learning processes. Particularly, within this line, the developments of 3rd generation Activity Theory have taken into account (Engestrom, 1987; 2009, funding on Leont’ev, 1978); they introduce the perspective of expansion of socio-cultural contexts of human activity linked to the phenomenon of interconnections among local activity systems in the effort of reach runaway objects, typical of liquid society. Engestrom’s theory is hence considered as to put bases for hypothesize a global context made of local contexts, which we could call “Enlarged Cultural Context”. In second place, the problem of contexts is hereby explored from the point of view of teaching processes. To this regard, the focus is the operation of ricontextualization of knowledge, from research to teaching, through the teacher’s communication act (Margiotta, 1997, 2003, 2006, 2007). We can observe here the characterization of taught knowledge as entity more or less structured within curriculum –instrument of official planning-, highly contested from critical pedagogy (freire, 1971; McLaren, 1995). Instead of that, liquid society expose to a continuing boundary-crossing, at institutional and geographical level, making possible learning through access to knowledge. Consistently, we find again the need to draw on the concept of enlarged cultural context to understand teaching processes, as remodulation of teacher’s discourse, towards a critical deconstruction of knowledge. Therefore, from the predominance of teacher discourse, within ECC, we move to learning conversation (Laurillard, 1993; Downes, 2009) The empirical research design that follows the above mentioned theoretical exploration, considers hence a case of internationalization as example to discuss learning contexts, considering that the case refers clearly to the phenomenology of boundaries-crossing introduced former. Hence, the study of the European / Latinamerican teachers’ training programme ALFA-MIFORCAL is presented, being the same structured in three levels: a) organizational-institutional level; b) training model and instructional design processes level; c) discourse analysis of corpora composed by interactions of 4 virtual learning communities –hereby called “first scenery of educational innovation or virtual mobility”-; and of 16 travel diaries –hereby called “second scenery of educational innovation or vital mobility” - . For such a configuration, the research design could be introduced as “micro-case embedded”; in fact, the central thesis “in liquid society, the learning context becomes semantic construction taken ahead by the learner in a process of negotiation of meaning in trajectories of mobility that he/she realizes through several material/symbolic spaces”, have led to the definition of operational questions for fieldwork. Indeed, according to the Grounded Theory approach (Glaser&Strauss, 1967; Strauss&Corbin, 2008) implemented, research questions guide theoretical sampling operations, whereas an hypothesis could rigidly structure the researcher exploration of social/educational problem. The more relevant results in this research are, in the first level, the visibility of negotiation efforts in order to structure a common international curriculum, that confirm the presence of a mychorrizae structure of several local activity system collaborating in an expanded one, as bases of an enlargement of cultural context. At micro-level, the analysis of teaching sequences demonstrate the presence of negotiation of meaning within intercultural and interlinguistic groups that leads to enlargement; with regard to this, high interactivity wasn’t a crucial operation, whereas reflection and metacognition, modulated by tutor, takes to overcome cultural clash –the cultural diversity that is in contrast with learners’ personal cultural matrix). Both virtual and vital mobility, expose the individual to these kind of processes, generating, in negotiating and understand diversity, the process of enlarging of cultural context. In detail, at individual level, this can be explained as a process of expansion of own cultural matrix through disembedding (from local to global); embedding (the interaction among symbolic third space provided by the Web and international/intercultural learning community), riembedding (expansion of identity that results in an innovative local practice). These processes are further supported by content analysis made on the whole corpora (forum onlin/learning diary), showing consistently indicators of negotiation and enlargement of cultural context, such as: a) metaphors; b) intertextuality; c) referring to virtual presence as third (symbolic) space of representation of the self. The above explored elements allow the researcher to conclude that the ECC as pedagogical dispositive can be formulated as a result of a) semantic construction based upon interactions of embedded human activity systems; b) combination of life timelines or heterochrony as phenomenon of personal storytelling combined into situational learning conversations; c) acceptation of multi-memberships; d) shaping of discourse that highlight meaning making processes, like heteroglosia, intertextuality, metaphor; e) crucial role of teacher as moderator of learning conversation
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5

BELLOTTO, BARBARA. "I PROCESSI DI FORMAZIONE INTEGRATA PER IL SAPERE PROFESSIONALE NEI SERVIZI SOCIALI." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2004. http://hdl.handle.net/10077/14647.

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6

Melani, Federica. "Applicazione delle People Analytics ai processi di Formazione e Sviluppo del Gruppo HERA." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Анотація:
Il presente elaborato si propone di valutare l’impatto delle nuove metodologie di analisi predittiva in ambito Risorse Umane. Il motivo di questa scelta nasce dal crescente interesse per le People Analytics, nuovi metodi di analisi che permettono di supportare i manager nel prendere decisioni. Queste metodologie si basano su conoscenze di matematica, statistica e modellazione per analizzare i dati ed effettuare analisi predittive. Sono state ampiamente utilizzate in fase di selezione, valutazione della performance e misurazione del grado di retention. L’elaborato si basa sul tirocinio svolto presso il Gruppo Hera, multiutility leader nei servizi ambientali, idrici ed energetici con sede a Bologna. In particolare, il focus è rivolto in ambito Formazione e Sviluppo, con l’obiettivo di individuare quali componenti determinano performance superiori.
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POZZO, MATILDE MAIA. "Nella zona grigia delle nuove povertà. Una ricerca pedagogica sulle storie di formazione nei processi di impoverimento." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/262889.

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Анотація:
Gli ambivalenti esiti delle trasformazioni economiche, sociali, culturali della contemporaneità hanno dato vita a un’area in cui si incrociano i lembi di differenti forme di fragilità, economica, sociale, relazionale, e di sofferenza urbana (Saraceno, 2010): una zona grigia di disagio diffuso (Iori e Rampazi, 2008; Tramma, 2015) che non supera quelle soglie di malessere conclamato che la collocherebbero nell’area della grave emarginazione, oggetto di attenzione dei servizi e delle politiche educative. I processi che hanno contribuito al diffondersi di vulnerabilità sociale (Ranci, 2002) hanno modificato anche alcuni tratti della condizione di povertà contemporanea: di questi elementi di novità mira a rendere conto il concetto di nuove povertà, una fascia dai confini incerti, di povertà grigie (Dovis e Saraceno, 2011), esito dell’ampliamento del rischio di impoverimento a fasce di popolazione prima considerate protette: un rischio connesso a eventi sempre meno eccezionali e sempre più legati ai “normali” corsi di vita. La ricerca pedagogica intorno alle implicazioni educative dei processi di impoverimento si è focalizzata, attraverso metodi biografici (Merril & West, 2012), sulle storie di vita e di formazione di quindici uomini e donne coinvolti da recenti processi di impoverimento. La cornice teorica della pedagogia sociale (Tramma, 2010) ha indirizzato l’esplorazione di queste traiettorie biografiche intorno alle dimensioni educative, formali e informali, che contribuiscono a definire lo scivolamento in situazioni di fragilità e/o a prevenirlo e attutirlo; l’analisi pedagogica si è concentrata sulle dimensioni di vulnerabilità intorno a cui si articolano le criticità dei percorsi di vita e sulle modalità, i significati, le rappresentazioni tramite cui i soggetti attraversano e rielaborano la propria storia e la propria condizione, facendo emergere il ruolo di un clima educativo diffuso che, contribuendo a letture sempre più individualizzate e iper-responsabilizzanti della propria vita e della condizione di impoverimento, ostacola la comprensione critica dei propri percorsi di vita e delle dinamiche del presente, fattore indispensabile perché si aprano per i soggetti possibilità di cambiamento e di azione verso il miglioramento delle condizioni di vita, individuali e collettive. La tensione trasformativa (Baldacci, 2001) della ricerca pedagogica qui presentata concerne la possibilità di contribuire alla riflessione pedagogica sulle nuove povertà, in vista di individuare orientamenti teorici e metodologici per un’intenzionalità educativa capace di promuovere percorsi di uscita dalla povertà e di intervenire in termini preventivi nelle situazioni a rischio di scivolamento.
Economic, social and cultural transformations of these times have produced ambivalent results while giving rise to a newfound and widespread form of distress where economic, social and relational fragility and urban suffering intertwine (Saraceno, 2010): this grey area of distress (Iori and Rampazi, 2008; Tramma, 2015) does not exceed standard thresholds of overt malaise that would place it within the traditional boundaries regarding severe marginality and exclusion – areas often touched upon by educational services and policies. The elements that contributed to the spread of social vulnerability (Ranci, 2002) – including the precariousness of living and working conditions, the weakening of the systems in place offering social protection and the erosion of the social fabric – have played a role in altering some traits of contemporary poverty: the concept of new poverty aims to account for new elements of a population dealing with uncertain borders, grey poverty (Dovis and Saraceno, 2011), meaning that those who were not previously considered at risk of poverty are now implicated: a risk related to events increasingly frequent and increasingly linked to those paths of life seen as “normal”. The pedagogical research on the educational implications of impoverishment processes focuses, through biographical methods (Merril & West, 2012), on the life stories and educational biographies of fifteen men and women who have recently become impoverished. The theoretical framework concerning social pedagogy (Tramma, 2010) has directed the exploration of these biographical trajectories in and around both formal and informal educational dimensions: these contribute to falling into fragile situations, but also preventing and/or reducing their eventual impact. The pedagogical analysis focuses on the vulnerability areas around which life’s critical aspects are concentrated, and on the representations and meanings through which impoverished people live and rework their own story and condition, highlighting the key role of a contemporary educational climate. Such an educational climate promotes increasingly individualised and notably hyper-responsible representations of one’s own life and impoverishment, while at the same time hindering the critical understanding of one’s life path, losing focus on the dynamics of the present – something indispensable to promote with the subjects changes for the improvement of individual and collective living conditions. The transformative tension (Baldacci, 2001) as part of this pedagogical research aims to contribute to the pedagogical reflection on new poverty in order to identify theoretical and methodological orientations for educational actions able to promote fresh paths for subjects, both in terms of preventive interventions with people at risk of poverty, and in terms of paths out of poverty.
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8

Lazzari, Francesca <1956&gt. "Acculturazione e formazione scolastica: strategie e processi di acculturazione delle seconde generazioni di migranti nella scuola secondaria superiore." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/1023.

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Анотація:
Il programma di ricerca considera il fenomeno dell'acculturazione affrontandolo, in un’ottica integrata pedagogica, sociologica e psicosociale, sia dal punto di vista dei migranti di seconda generazione in età adolescenziale inseriti nel sistema scolastico, sia dal punto di vista degli insegnanti, individuati quali attori significativi della società di accoglienza. La valenza formativa ed educativa si posiziona sul fronte della riflessività pedagogica interculturale. Per misurare le strategie di acculturazione adottate dagli studenti migranti di seconda generazione e gli orientamenti di acculturazione adottati dalla comunità ospitante in seguito al contatto esperito nel contesto scolastico, sono state utilizzate versioni adattate della Immigration Acculturation Scale (IAS) e la Host Community Acculturation Scale (HCAS) elaborate da Bourhis & Bougie (1998) e da Bourhis e Barrette (2004) che si basano sul Modello di Acculturazione Interattiva (Interactive Acculturation Model – IAM) di Bourhis, Moïse, Perreault, & Senecal (1997). Dopo una breve contestualizzazione della ricerca in prospettiva interculturale, la Parte Prima presenta una rassegna dei principali risultati della ricerca scientifica teorica ed empirica internazionale e italiana sul tema dell’acculturazione. La Parte Seconda, a partire dal percorso che ha condotto all’elaborazione degli obiettivi e delle ipotesi esplorate, illustra metodologie, tecniche di rilevazione e criteri adottati per l’analisi dei risultati, per l’elaborazione dei dati e per la procedura di adattamento al contesto scolastico italiano delle scale IAS e HCAS del modello IAM. Nella Parte Terza si delinea lo scenario culturale di riferimento dei processi identitari e di acculturazione dei migranti con un approfondimento sulle seconde generazioni di adolescenti stranieri inseriti nel contesto sociale e scolastico. Nella Parte Quarta si illustrano i caratteri e le peculiarità del fenomeno migratorio nel contesto territoriale. Si procede alla verifica delle ipotesi di ricerca, dei risultati e delle tendenze emerse. A partire dalla comparazione trasversale delle analisi descrittive dei due studi, si teorizzano i risultati relativi alle strategie di acculturazione degli studenti migranti di seconda generazione e agli orientamenti espressi dai docenti. Si analizzano le esperienze di immigrazione delle studentesse. Infine, si propone una riflessione sulle risonanze virtuose tra acculturazione e formazione scolastica per individuare un possibile paradigma educativo interculturale. Nell’ ultima parte si documentano i riferimenti bibliografici e gli strumenti d’indagine utilizzati.
The research program consider the acculturation phenomenon dealing with it, thanks to an integrated pedagogical, sociological and psychosocial perspective, both from the point of view of second generation immigrants in their adolescence age who are integrated in the school system, and from the point of view of teachers, recognized to be significant actors in the receiving society. The formative and educative value takes its place on the front of pedagogical reflexivity/reflection on intercultural issues. In order to measure the acculturation strategies adopted by the second generation immigrant students as well as the acculturation orientations chose by the host society as a result of the tested contact in the scholastic context, several adapted version of the Immigration Acculturation Scale (IAS) and of the Host Community Acculturation Scale (HCAS) were used. These two measure instruments were elaborated by Bourhis & Bougie (1998) and by Bourhis and Barrette (2004), basing on the Interactive Acculturation Model – IAM thought by Bourhis, Moïse, Perreault, & Senecal (1997). In the first part a survey of the main results of Italian and international scientific research, both theoretical and empirical, on the subject of acculturation. The second part, starting from presenting the process which led to the formulation of objectives and explored hypothesis, illustrate methodologies, survey techniques and the criterions adopted in order to analyse results, to process data and to adapt IAS and HCAS scales, from the IAM model, to the Italian school context. In the third part the cultural scenario of reference for identity and acculturation processes is outlined, through an intercultural perspective and an in-depth study on second generation of teenager immigrants, integrated in the school and social context. In the fourth part the characteristics and the particularities of the migration phenomenon in the territorial context are presented. We will proceed to verify the research hypothesis, the results and the emerged tendencies. Starting from a transversal comparison of descriptive analysis of the two studies, we will theorize the results dealing with the acculturation strategies of second generation immigrant students and the orientations expressed by teachers. We will analyse the migration experiences of students, particularly girls. Finally we will propose a reflection about virtuous resonance between acculturation and education in order to determine a possible paradigm of intercultural education. In the last part we will document the bibliographical references and the investigation instruments which were used.
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9

MORGANDI, TIZIANA. "Esperienze e processi di conoscenza dei bambini: un percorso di ricerca e formazione nei Centri per Bambini e Famiglie." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/88068.

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Questa ricerca si colloca nell’ambito degli studi di pedagogia dell’infanzia ed esplora, attraverso un percorso di indagine empirica, la qualità dell’esperienza educativa dei bambini in alcuni Centri per Bambini e Famiglie (CBF) a Milano (Mantovani, 2005). Lo studio nasce dai risultati di una ricerca internazionale sulla funzione sociale di questi servizi oggi in Italia (Musatti, Mantovani, 2013), Belgio, Francia, Giappone (Hoshi-Watanabe et al., 2012). Molte ricerche sulla prima infanzia sono state condotte in ambiente domestico o nel nido, pochi studi riguardano le esperienze educative dei bambini nei CBF, tradizionalmente più orientati alla genitorialità; in specifico poco indagate risultano le potenzialità di apprendimento dei bambini in questi contesti educativi di compresenza adulto-bambino (0/3 anni). La ricerca si iscrive nel modello teorico della ricerca-formazione e si basa sull’ipotesi che le esperienze dei bambini nei CBF, seppure non quotidiane, abbiano oggi una valenza educativa saliente proprio per le specificità sociali e pedagogiche di questi luoghi basati sulla compresenza di adulti (familiari e non) e bambini; ciò richiede un ri-allineamento della formazione degli educatori, oggi un po’ allentata, alla complessità del ruolo. A livello metodologico, il lavoro ha combinato strumenti qualitativi propri della tradizione di ricerca sul campo in educazione (Mantovani, 1998; Mortari, 2007; Caronia, 2011; Denzin e Lincoln, 2005), con indicazioni inerenti la videoricerca (Goldman et. al., 2007; Derry et. al., 2010; Haw, Hadfield, 2011) rilette in prospettiva pedagogica (Bove, 2009; Braga, 2009). A livello empirico, la ricerca si è articolata in due fasi: nella prima sono state realizzate 12 videoregistrazioni di giornate tipo in 4 CBF e sono stati realizzati interviste e focus group con educatrici e genitori; nella seconda è stata condotta un’esperienza pilota di ricerca-formazione in uno dei 4 CBF coinvolti che ha previsto la videoregistrazione di 4 proposte educative riviste e discusse con le educatrici. I dati emersi sono stati analizzati mediante il supporto del software NVivo seguendo le indicazioni metodologiche dell’analisi del contenuto. I risultati evidenziano: la complessità e la variabilità delle esperienze di apprendimento dei bambini nell’ecologia di questi contesti educativi e la necessità di renderle visibili per sostenerle mettendole al centro del “confronto tra genitori e educatori” in una prospettiva pedagogica di sostegno allo sviluppo; cambiamenti nelle interpretazioni delle educatrici con una riconsiderazione delle competenze dei bambini e del proprio ruolo in relazione a proposte educative e “didattiche” situate in contesti di compresenza bambini e adulti; alcuni “movimenti formativi” che hanno innescato interventi di riprogettazione educativa. Nel complesso la ricerca ha confermato le potenzialità educative e sociali (di inclusione) di questi servizi esposti a una variabilità crescente di stili parentali e modelli di sviluppo/apprendimento e ha evidenziato la necessità di sostenere il ruolo degli educatori attraverso percorsi formativi mirati, sostenibili, efficaci.
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Pasian, Pamela. "La doula in Italia Nascita, formazione e legittimazione di una professione." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3424796.

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The goal of this research is to analyze the arising of the doula profession in Italy. Doulas are professional who offer emotional, informational and practical support to women and their families, during pregnancy, childbirth and postpartum. The profile is born in U.S.A in the seventies and in Italy it began to develop at the end of nineties. The first Doula Training started in 2007. Nowadays doulas trained are six hundred and about half of them practice as professionals. Doula profession is ruled by law num.4/2013 “Disposizioni in materia di professioni non organizzate”. To understand how doulas are defining their space in the system of profession, the research will investigate doulas profession through the study of their practices, their representations and the processes developed to obtain cultural and social jurisdiction. In typical Chicago tradition and following in particular the work of Andrew Abbott (1988), the research will adopt the concept of profession. The history of a profession is influenced by the broader history of the system of professions. Doulas are involved in acquiring control of an area of work which is related to other professions in maternity care. Midwives constitute the professional group which is most involved in this process and, through their representative body, they are developing strong opposition to the arising of doula profession. The work is based on interviews and ethnography. The research shows the results of the analysis of 32 biographical interviews conducted with doulas, 14 with midwives and 4 privileged actors. Interviews share the same methodological basis, which match the ethno sociological approach (Bertaux 1999) with the dialogic approach (La Mendola 2009). The ethnographic work took place during trainings and meetings for doulas, where the researcher participated as a doula. Ethnographic notes (Gobo 2001, Corsaro 1985) are interwoven with autoethnografic ones (Ellis 1995, Ellis et al. 2011). Through the study of doula profession the work tries to understand the birth of a new profession in an ecological view, analyzing internal and external competition to the definition of cultural and social jurisdiction. Moreover this work aims at contributing to the study of transformative processes that affected professions in Italy.
La ricerca ha l’obiettivo di indagare la professione della doula in Italia. La doula si configura come una professionista che offre supporto informativo, emotivo e pratico alla donna e alla famiglia, dalla gravidanza sino al primo anno di vita del bambino. Il profilo, nato negli Stati Uniti negli anni Settanta, ha iniziato a svilupparsi nel nostro Paese a partire dagli ultimi anni del Novecento e nel 2007 è stata fondata la prima scuola delle doule. Attualmente le doule formate dai differenti percorsi sono circa seicento ed è possibile stimare, secondo quando riferito dalle presidenti delle principali associazioni di doule, che a svolgere l’attività siano circa trecento professioniste. La figura della doula è disciplinata dalla legge numero 4 del 2013 “Disposizioni in materia di professioni non organizzate”. La ricerca si propone di indagare la professione della doula attraverso lo studio delle pratiche, delle rappresentazioni e dei processi di riconoscimento e legittimazione sviluppati dalle professioniste, al fine di comprendere il modo in cui la figura sta definendo il proprio spazio all’interno del sistema delle professioni. Dalla tradizione sociologica della Scuola di Chicago, ed in particolare dalla teorizzazione sviluppata da Andrew Abbott (1988), si adotterà come riferimento il concetto di professione. All’interno di un’ecologia ciò che accade ad un elemento influisce necessariamente su tutti gli altri elementi del sistema. In questo senso, l’emergere della figura della doula, impegnata ad acquisire il controllo di una determinata area di lavoro, coinvolge le altre professioni che operano nell’area materno-infantile. In particolare, nell’esperienza delle doule, l’ecologia più prossima riguarda il gruppo professionale delle ostetriche, il quale, attraverso l’organo di rappresentanza, la Federazione Nazionale dei Collegi delle Ostetriche, ha manifestato opposizione alla figura sin dai suoi esordi. Lo studio ha quindi coinvolto anche il gruppo professionale delle ostetriche. La ricerca si basa sull’analisi di interviste ed etnografia. Sono state realizzate trentadue interviste a doule, quattordici ad ostetriche e quattro ad attori privilegiati. Le interviste sono state caratterizzate da una stessa impostazione metodologica, frutto della fusione tra il modello etnosociologico (Bertaux 1999) e l’approccio dialogico (La Mendola 2009). L’etnografica ha avuto luogo in eventi formativi e sociali rivolti a doule nei quali ho preso parte in quanto doula e i diari alternano note osservative, metodologiche, teoriche ed emotive (Gobo 2001, Corsaro 1985) e passaggi autoetnografici (Ellis 1995, Ellis et al. 2011). Attraverso lo studio della professione della doula l’elaborato si propone di comprendere la nascita di una professione innovativa, da un punto di vista ecologico, analizzando quindi le competizioni interne ed esterne per la definizione della jurisdiction culturale e sociale. Inoltre, il lavoro ambisce a contribuire all’indagine dei processi di trasformazione che stanno interessando le professioni in Italia.
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CALCAGNO, ELISA. "Il ruolo del cGMP e di Aβ nei processi di formazione della memoria. Caratterizzazione di nuovi HAT attivatori per la terapia della malattia di Alzheimer". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2019. http://hdl.handle.net/11567/938046.

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Sangiuliano, Maria <1970&gt. "Smart cities, genere e inclusione : processi di apprendimento in rete, competenze e trasformazione." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4608.

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Integrare una prospettiva di genere in progetti e politiche di interesse pubblico implica che gli attori coinvolti nella definizione e implementazione delle stesse affrontino, in rete, processi complessi di (ri)pensamento e ri-organizzazione delle proprie prassi attraverso ri-negoziazione di paradigmi e frames discorsivi e tenendo come oggetto di riflessione e possibile terreno di azione comune le strutture di diseguaglianza di genere, intrecciate ad altri assi di differenziazione e discriminazione. In Europa, tuttavia, tali sviluppi sono ancora decisamente parziali e in particolare le politiche per l'innovazione sono state solo in misura molto limitata interessate da letture di genere. La ricerca si propone di definire possibili e diversi significati di ‘approcci di genere’ allo sviluppo tecnologico e sociale nei contesti urbani, in relazione ai modelli di Smart Cities/Smart Communities. Affinché processi di apprendimento trasformativo ed espansivo entro reti miste possano essere interpretati con una prospettiva di genere, sono elaborati indicatori qualitativi di contenuto, di processo, e di formatività.
Integrating a gender perspective in projects and public policies implies that the actors involved in policy design and implementation deal with complex processes of re-thinking and re-organizing their actions, in a network dimension and through re-negotiations and tensions among discursive frames, with gendered structures of inequalities as the focus of reflections and possible common actions, in their being intersected with other differences and discriminations. In Europe gender mainstreaming achieved only partial results so far and particularly with regard to innovation policies. The research aims at shaping possible different meanings for gendered approaches to technological and social innovation policies and practices in urban contexts, in relation to Smart Cities and Communities’ models. In order to read with a gender perspective transformative and expansive learning processes within multistakeholder networks, qualitative indicators are defined and proposed, with regard to contents, processes and the training/educational dimensions.
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Lusetti, Marialuisa <1970&gt. "Formazione, apprendimento e nuove prospettive e-learning. Lo sviluppo delle nuove tecnologie didattiche e la creazione di sistemi di apprendimento lungo l’intero arco della vita." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1096/1/Tesi_Lusetti_Marialuisa.pdf.

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The thesis of this paper is based on the assumption that the socio-economic system in which we are living is characterised by three great trends: growing attention to the promotion of human capital; extremely rapid technological progress, based above all on the information and communication technologies (ICT); the establishment of new production and organizational set-ups. These transformation processes pose a concrete challenge to the training sector, which is called to satisfy the demand for new skills that need to be developed and disseminated. Hence the growing interest that the various training sub-systems devote to the issues of lifelong learning and distance learning. In such a context, the so-called e-learning acquires a central role. The first chapter proposes a reference theoretical framework for the transformations that are shaping post-industrial society. It analyzes some key issues such as: how work is changing, the evolution of organizational set-ups and the introduction of learning organization, the advent of the knowledge society and of knowledge companies, the innovation of training processes, and the key role of ICT in the new training and learning systems. The second chapter focuses on the topic of e-learning as an effective training model in response to the need for constant learning that is emerging in the knowledge society. This chapter starts with a reflection on the importance of lifelong learning and introduces the key arguments of this thesis, i.e. distance learning (DL) and the didactic methodology called e-learning. It goes on with an analysis of the various theoretic and technical aspects of e-learning. In particular, it delves into the theme of e-learning as an integrated and constant training environment, characterized by customized programmes and collaborative learning, didactic assistance and constant monitoring of the results. Thus, all the aspects of e-learning are taken into exam: the actors and the new professionals, the virtual communities as learning subjects, the organization of contents in learning objects, the conformity to international standards, the integrated platforms and so on. The third chapter, which concludes the theoretic-interpretative part, starts with a short presentation of the state-of-the-art e-learning international market that aims to understand its peculiarities and its current trends. Finally, we focus on some important regulation aspects related to the strong impulse given by the European Commission first, and by the Italian governments secondly, to the development and diffusion of e-learning. The second part of the thesis (chapters 4, 5 and 6) focus on field research, which aims to define the Italian scenario for e-learning. In particular, we have examined some key topics such as: the challenges of training and the instruments to face such challenges; the new didactic methods and technologies for lifelong learning; the level of diffusion of e-learning in Italy; the relation between classroom training and online training; the main factors of success as well as the most critical aspects of the introduction of e-learning in the various learning environments. As far as the methodological aspects are concerned, we have favoured a qualitative and quantitative analysis. A background analysis has been done to collect the statistical data available on this topic, as well as the research previously carried out in this area. The main source of data is constituted by the results of the Observatory on e-learning of Aitech-Assinform, which covers the 2000s and four areas of implementation (firms, public administration, universities, school): the thesis has reviewed the results of the last three available surveys, offering a comparative interpretation of them. We have then carried out an in-depth empirical examination of two case studies, which have been selected by virtue of the excellence they have achieved and can therefore be considered advanced and emblematic experiences (a large firm and a Graduate School).
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Lusetti, Marialuisa <1970&gt. "Formazione, apprendimento e nuove prospettive e-learning. Lo sviluppo delle nuove tecnologie didattiche e la creazione di sistemi di apprendimento lungo l’intero arco della vita." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1096/.

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The thesis of this paper is based on the assumption that the socio-economic system in which we are living is characterised by three great trends: growing attention to the promotion of human capital; extremely rapid technological progress, based above all on the information and communication technologies (ICT); the establishment of new production and organizational set-ups. These transformation processes pose a concrete challenge to the training sector, which is called to satisfy the demand for new skills that need to be developed and disseminated. Hence the growing interest that the various training sub-systems devote to the issues of lifelong learning and distance learning. In such a context, the so-called e-learning acquires a central role. The first chapter proposes a reference theoretical framework for the transformations that are shaping post-industrial society. It analyzes some key issues such as: how work is changing, the evolution of organizational set-ups and the introduction of learning organization, the advent of the knowledge society and of knowledge companies, the innovation of training processes, and the key role of ICT in the new training and learning systems. The second chapter focuses on the topic of e-learning as an effective training model in response to the need for constant learning that is emerging in the knowledge society. This chapter starts with a reflection on the importance of lifelong learning and introduces the key arguments of this thesis, i.e. distance learning (DL) and the didactic methodology called e-learning. It goes on with an analysis of the various theoretic and technical aspects of e-learning. In particular, it delves into the theme of e-learning as an integrated and constant training environment, characterized by customized programmes and collaborative learning, didactic assistance and constant monitoring of the results. Thus, all the aspects of e-learning are taken into exam: the actors and the new professionals, the virtual communities as learning subjects, the organization of contents in learning objects, the conformity to international standards, the integrated platforms and so on. The third chapter, which concludes the theoretic-interpretative part, starts with a short presentation of the state-of-the-art e-learning international market that aims to understand its peculiarities and its current trends. Finally, we focus on some important regulation aspects related to the strong impulse given by the European Commission first, and by the Italian governments secondly, to the development and diffusion of e-learning. The second part of the thesis (chapters 4, 5 and 6) focus on field research, which aims to define the Italian scenario for e-learning. In particular, we have examined some key topics such as: the challenges of training and the instruments to face such challenges; the new didactic methods and technologies for lifelong learning; the level of diffusion of e-learning in Italy; the relation between classroom training and online training; the main factors of success as well as the most critical aspects of the introduction of e-learning in the various learning environments. As far as the methodological aspects are concerned, we have favoured a qualitative and quantitative analysis. A background analysis has been done to collect the statistical data available on this topic, as well as the research previously carried out in this area. The main source of data is constituted by the results of the Observatory on e-learning of Aitech-Assinform, which covers the 2000s and four areas of implementation (firms, public administration, universities, school): the thesis has reviewed the results of the last three available surveys, offering a comparative interpretation of them. We have then carried out an in-depth empirical examination of two case studies, which have been selected by virtue of the excellence they have achieved and can therefore be considered advanced and emblematic experiences (a large firm and a Graduate School).
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OREFICE, MARINA. "Rilevazione e monitoraggio delle comunità di pratica. I processi di apprendimento nel Credito Cooperativo Trentino." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/317.

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Lo scopo del presente lavoro e' mostrare i principali risultati ottenuti da una ricerca su un contesto organizzativo specifico considerato un sistema sociale di apprendimento. l'argomento e' stato sviluppato all'interno del framework concettuale sull'apprendimento situato e sulle comunità di pratica. la ricerca ha riguardato un network di banche, il credito cooperativo trentino, localizzato in trentino alto Adige. Attraverso un approccio qualitativo, sono state rilevate le principali pratiche manageriali e formative promettenti per lo sviluppo di comunità di pratica. La tesi sottolinea le implicazioni metodologiche e il dispositivo metodologico attraverso cui è stato possibile intercettare la conoscenza in azione e la connessione tra organizzare, conoscere e apprendere.
The aim of this thesis is to present the main results obtained from research into a specific organizational context that can be seen as a learning social system. This matter has developed from a theoretical framework of situated learning and communities of practice. The research concerned a network of banks, mainly that of the Credito Cooperativo Trentino (CCT), located in Trentino Alto Adige, one of Italy's northern regions. using a qualitative approach, it has been possible to point out the most relevant training and managerial practices that encourage the development of CoP. The thesis highlights the methodological implications and the qualitative devices by which it has been possible to intercept knowledge in action and the connection between organizing, knowing and learning.
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OREFICE, MARINA. "Rilevazione e monitoraggio delle comunità di pratica. I processi di apprendimento nel Credito Cooperativo Trentino." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/317.

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Lo scopo del presente lavoro e' mostrare i principali risultati ottenuti da una ricerca su un contesto organizzativo specifico considerato un sistema sociale di apprendimento. l'argomento e' stato sviluppato all'interno del framework concettuale sull'apprendimento situato e sulle comunità di pratica. la ricerca ha riguardato un network di banche, il credito cooperativo trentino, localizzato in trentino alto Adige. Attraverso un approccio qualitativo, sono state rilevate le principali pratiche manageriali e formative promettenti per lo sviluppo di comunità di pratica. La tesi sottolinea le implicazioni metodologiche e il dispositivo metodologico attraverso cui è stato possibile intercettare la conoscenza in azione e la connessione tra organizzare, conoscere e apprendere.
The aim of this thesis is to present the main results obtained from research into a specific organizational context that can be seen as a learning social system. This matter has developed from a theoretical framework of situated learning and communities of practice. The research concerned a network of banks, mainly that of the Credito Cooperativo Trentino (CCT), located in Trentino Alto Adige, one of Italy's northern regions. using a qualitative approach, it has been possible to point out the most relevant training and managerial practices that encourage the development of CoP. The thesis highlights the methodological implications and the qualitative devices by which it has been possible to intercept knowledge in action and the connection between organizing, knowing and learning.
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Paghera, Isabel. "Tra il Dire e il Fare. Processi di costruzione delle competenze professionali e lavorative dei giovani stranieri." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422546.

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This research aimed to investigate the building processes of young foreigners’ professional and working skills. They are qualified in Italy in three-year Vocational training courses. In particular, I examined young foreigners’ individual practices of life paths adaptation and improvement and I reconstructed the intentionality and the meaning of the actions performed, in their job placement process, by young foreigners and actors' network (vocational training centers and companies), who contribute to construct social inclusion and professional paths by providing possibilities and constraints. Therefore, I investigated two central experiences for young foreigners: school and working experiences, which specifically state the transition to adulthood. To answer the research questions, I realized qualitative interviews to young foreigners - 18 to 25 years of age, to caretakers and to employers linked to four vocational training centers in Verona, Vicenza, Padova. As for the individual practices, acquisitive orientation predominates in relation to a rising expectations paradigm. It is realized through the attempt of a gradual inclusion, led step by step towards higher qualification work. Job placements are characterized by an attenuated visibility and the perception of being still a minority implies looking for inclusion silently, avoiding conflicts and showing to give continuity and adherence to the dominant work cultures in the placement contexts. On the other hand, as for the intentionality and the meaning of young foreigners and actors network actions, there are emerging typologies that allow to outline similarities and differences in attitudes among the interviewees' groups. In particular, in young foreigners I identified three different orientations to work: acquisitive, expressive, instrumental. In caretakers I detected four ways they relate with young foreigners: meritocratic, universalistic, caring and bureaucratic. Finally, in employers there are three relational manners and work conceptions characterized in a pedagogical sense and totalizing sense, in this latter sense there are a reference to the ethic of sacrifice, and a reference to the ethic of passion. The research represented an innovative point of view compared to the outlook of researches on young foreigners because, first of all, it considered a segment of education studied less than secondary school of second degree. Moreover, the research addressed to the age group 18-25, paying attention not only to institutional educational courses, but especially to the processes of job placement, still poorly investigated. To end up, it studied the relational context where a young foreigners' agency fits rebuilding a multiplicity of viewpoints from which to observe the transition to work process.
La ricerca si propone di indagare i processi di costruzione delle competenze professionali e lavorative dei giovani d’origine straniera qualificati in Italia nei percorsi triennali della Formazione Professionale. In particolare, si da spazio all’approfondimento delle pratiche individuali di adattamento e miglioramento dei loro percorsi di vita e una ricostruzione delle intenzionalità e del senso delle azioni intraprese nel processo di inserimento lavorativo sia dei giovani stranieri sia del network di attori ( i centri di formazione professionale e le imprese), i quali contribuiscono alla costruzione dell’inclusione sociale fornendo possibilità e vincoli. Si è trattato, quindi, di indagare due esperienze centrali per tali giovani: l’esperienza scolastica e quella lavorativa che precisamente sanciscono il passaggio all’età adulta. Per dare risposta alle domande di ricerca sono state realizzate delle interviste semi-strutturate rivolte ai giovani d’origine straniera già qualificati di età compresa tra i 18 e i 25 anni, agli operatori e ai datori di lavoro legati a quattro enti di formazione professionale distribuiti nelle tre province di Verona, Vicenza e Padova. Ne emerge, sul fronte delle pratiche individuali, la predominanza di un orientamento acquisitivo al lavoro, secondo il paradigma delle aspettative crescenti, che si concretizza in un tentativo di inclusione graduale, condotto step by step verso lavori di maggior qualificazione. Si tratta di inserimenti lavorativi caratterizzati da una visibilità attenuata, dalla percezione di sentirsi ancora minoranza e quindi cercare l’inclusione silenziosamente, evitando conflitti e mostrando di dare continuità e adesione alle culture del lavoro dominanti nei contesti d’inserimento. Sul fronte della ricostruzione delle intenzionalità e del senso attribuiti alle azioni di giovani e network di attori ne emergono delle tipologie, in grado di delineare somiglianze e differenze di atteggiamento tra i gruppi d’intervistati. In particolare, si evincono nei giovani tre orientamenti al lavoro: acquisitivo, espressivo e strumentale; negli operatori quattro modi di relazionarsi ai giovani d’origine straniera: meritocratico, universalista, assistenziale e burocratico. Infine, nei datori di lavoro emergono altri tre modi di relazione e concezione del lavoro caratterizzati in senso pedagogico e in senso totalizzante, in quest’ultimo vi si riconosce un primo riferimento all’etica del sacrificio e un secondo all’etica della passione. La ricerca costituisce un punto di vista innovativo rispetto al panorama delle ricerche condotte sui giovani d’origine straniera, perché anzitutto considera un segmento della formazione poco studiato rispetto alla scuola secondaria di secondo grado, inoltre si rivolge alla fascia d’età 18-25 anni, ponendo attenzione non semplicemente ai percorsi scolastici istituzionali, ma soprattutto ai processi di inserimento lavorativo, ancora poco indagati. Infine, studia il contesto relazionale entro cui si inserisce l’agency dei giovani ricostruendo una molteplicità di punti di vista da cui poter osservare il processo di transizione al lavoro.
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Susini, Davide. "Geoarcheologia ed approccio Multiscala per lo studio delle variazioni del paesaggio storico altomedievale ed implicazioni paleoambientali dell’Olocene recente nella Toscana meridionale." Doctoral thesis, Università di Siena, 2020. http://hdl.handle.net/11365/1107814.

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La presente Tesi di Dottorato riguarda lo studio geoarcheologico condotto all’interno di un contesto territoriale della Toscana centro-meridionale compreso tra i rilievi delle Colline Metallifere, i bacini idrografici dei fiumi Pecora e Cornia, e l’area costiera tirrenica tra Piombino e Follonica (Toscana centro-meridionale). La ricerca si è svolta nell’ambito di un progetto ERC multidisciplinare riguardante la caratterizzazione storica, archeologica e ambientale del territorio sotto esame durante i secoli altomedievali (VII-XIII sec AD). Per gli scopi del progetto, la ricerca ha proposto l’integrazione di metodi geoarcheologici (analisi geomorfologica, Remote Sensing, sedimentologia, stratigrafia sia di superficie che di sottosuolo e analisi micromorfologica) in un approccio basato sull’analisi Multiscala (Macroscala, Mesoscala e Microscala). L’impostazione della ricerca su questi tre livelli di risoluzione ha permesso di selezionare un ampio spettro di dati utili per ricostruire, in alto dettaglio, sia la cronologia degli eventi occorsi nella modellazione del paesaggio fisico storico sia le complesse interazioni con le attività antropiche. Inoltre, questo approccio ha consentito di analizzare le dinamiche insediative ed i processi di formazione, occupazione ed abbandono del sito altomedievale di Vetricella, ubicato nella pianura costiera del fiume Pecora, e considerato un unicum nell’area di studio sia per la sua posizione sia per le sue caratteristiche insediative. In particolare, i risultati della Macroscala suggeriscono come, alla scala del singolo bacino idrografico e delle aree costiere, l’evoluzione delle dinamiche di modellazione del paesaggio fisico e biologico durante l’Altomedioevo non fosse influenzata dalle supposte variazioni climatiche, che pure sono contraddittoriamente note in letteratura per il periodo storico in analisi, ma sia piuttosto il risultato di profonde modificazioni delle dinamiche superficiali ad opera dell’azione antropica, determinandone l’assetto odierno. La definizione degli effetti sul paesaggio delle attività umane fornisce quindi nuove informazioni circa le capacità gestionali e pianificatorie e tecnologiche del land use e quindi della loro importanza in ottica storica e socio-economica. Le analisi alla Mesoscala, invece, evidenziano come il sito archeologico di Vetricella fosse localizzato all’interno di un contesto dove la scelta dell’insediamento, e di conseguenza le sue funzioni, era stata pianificata allo scopo di mitigare la pericolosità associata allo scorrimento delle acque superficiali e dei rischi associati. Infine, le analisi alla Microscala delineano un quadro in cui l’adattamento al contesto geomorfologico è stato frutto di una accurata e continua pianificazione di opere di costruzione/distruzione di piani d’uso e di sistemazioni idrauliche. In particolare, quest’ultime sono relative alla presenza di tre fossati concentrici i cui riempimenti restituiscono un record sedimentologico e stratigrafico che suggerisce il loro utilizzo per scopi diversi legati ad attività produttive, difensive e domestiche. Nel complesso, l’approccio Multiscala si è rivelato decisivo per definire un quadro di riferimento cronologico dell’evoluzione del paesaggio all’interno dei sistemi vallivi nonché delle profonde modificazioni apportate dalle attività antropiche e delle loro relazioni con l’evoluzione a lungo, medio e breve termine degli ambienti umidi costieri. Per la prima volta, quindi, è stato possibile determinare come questi contesti, ritenuti per l’Altomedioevo difficilmente colonizzabili od esclusi dalla rete insediativa, fossero in realtà gestiti attraverso una precisa volontà di pianificazione delle opere di sistemazione idraulica e di sfruttamento delle risorse agricole e forestali.
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ALLEGRETTA, LICIA. "LA DOMANDA DI FORMAZIONE CONTINUA NELLA SOCIETA' DELLA CONOSCENZA : APPROCCI,SIGNIFICATI,E PRATICHE DI ANALISI DEI FABBISOGNI FORMATIVI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1510.

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Negli ultimi decenni, l’affermazione del paradigma della società della conoscenza e le recenti politiche di sostegno all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, hanno evidenziato la questione dello skillmismatching tra competenze formate e fabbisogni professionali espressi dal mercato del lavoro. La finalità della ricerca è stata quella di ricostruire il frame culturale, valoriale e normativo entro cui si colloca l’emergenza del fabbisogno formativo dei lavoratori e di tracciare il percorso storico-evolutivo dell’analisi dei fabbisogni formativi (aff) come strumento, come costrutto e come pratica. L’indagine empirica, di tipo qualitativo, ha coinvolto i vari stakeholders che concorrono a definire, direttamente e indirettamente, la dinamica della domanda/offerta di formazione continua e delle politiche formative a sostegno dell’occupazione. Oltre alla ricerca sul campo, il lavoro di ricerca ha prodotto una mappa delle pratiche di analisi dei fabbisogni formativi condotte nell’ultimo decennio (nazionali ed internazionali), una rassegna metodologica delle tecniche di analisi dei fabbisogni formativi e quattro studi di caso sulle pratiche di analisi dei fabbisogni formativi come strumento di policy (Stati Uniti, Canada, Europa, Italia).
In recent decades the success of the paradigm of the knowledge society and the recent policies of support for lifelong learning highlighted the question of skillmismatching between skills and vocational needs expressed by the labor market and also the value of human capital for competitive advantage of the whole society. The aims of the research was to reconstruct the frame of culture, values and normative into which fits the emergency of training trying to trace the historical-evolutionary of training needs analysis (Tna) as a tool, as a constructs and as a practice. The empirical research was qualitative and considered various stakeholders wich to help define, directly and indirectly, the dynamics of supply/demand of continuing training of workers and training policies to support employment. The research has produced a map of the practices of training needs analysis carried out in the last decade (at national and international level), a methodological review of techniques of Tna and four case studies on international practices of training needs analysis Key-words: capability - skillmismatch – human capital - lifelong learning -multistakeholders - human resource – labour union – practices – continuing training of workers – social partners
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ALLEGRETTA, LICIA. "LA DOMANDA DI FORMAZIONE CONTINUA NELLA SOCIETA' DELLA CONOSCENZA : APPROCCI,SIGNIFICATI,E PRATICHE DI ANALISI DEI FABBISOGNI FORMATIVI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1510.

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Negli ultimi decenni, l’affermazione del paradigma della società della conoscenza e le recenti politiche di sostegno all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, hanno evidenziato la questione dello skillmismatching tra competenze formate e fabbisogni professionali espressi dal mercato del lavoro. La finalità della ricerca è stata quella di ricostruire il frame culturale, valoriale e normativo entro cui si colloca l’emergenza del fabbisogno formativo dei lavoratori e di tracciare il percorso storico-evolutivo dell’analisi dei fabbisogni formativi (aff) come strumento, come costrutto e come pratica. L’indagine empirica, di tipo qualitativo, ha coinvolto i vari stakeholders che concorrono a definire, direttamente e indirettamente, la dinamica della domanda/offerta di formazione continua e delle politiche formative a sostegno dell’occupazione. Oltre alla ricerca sul campo, il lavoro di ricerca ha prodotto una mappa delle pratiche di analisi dei fabbisogni formativi condotte nell’ultimo decennio (nazionali ed internazionali), una rassegna metodologica delle tecniche di analisi dei fabbisogni formativi e quattro studi di caso sulle pratiche di analisi dei fabbisogni formativi come strumento di policy (Stati Uniti, Canada, Europa, Italia).
In recent decades the success of the paradigm of the knowledge society and the recent policies of support for lifelong learning highlighted the question of skillmismatching between skills and vocational needs expressed by the labor market and also the value of human capital for competitive advantage of the whole society. The aims of the research was to reconstruct the frame of culture, values and normative into which fits the emergency of training trying to trace the historical-evolutionary of training needs analysis (Tna) as a tool, as a constructs and as a practice. The empirical research was qualitative and considered various stakeholders wich to help define, directly and indirectly, the dynamics of supply/demand of continuing training of workers and training policies to support employment. The research has produced a map of the practices of training needs analysis carried out in the last decade (at national and international level), a methodological review of techniques of Tna and four case studies on international practices of training needs analysis Key-words: capability - skillmismatch – human capital - lifelong learning -multistakeholders - human resource – labour union – practices – continuing training of workers – social partners
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FALCERI, Laura. "Processi di formazione e dinamiche di gestione dello spazio abitato a Riparo Tagliente (Grezzana, Verona) durante la prima parte del Tardoglaciale: i livelli epigravettiani dell'"area interna"." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2014. http://hdl.handle.net/11392/2388972.

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The aim of this work was providing a contribution to the reconstruction of the natural and anthropogenic formation processes of deposits, related to the earliest phase of occupation of the site, especially the northern sector of Tagliente Rockshelter (Stallavena di Grezzana, Verona), in particular the part protected by overhang of the shelter. The study also allowed the reconstruction of the techno-economic processes related to the exploitation of some of the lithic raw materials used by Epigravettians groups for the production of tools (Scaglia Variegata , Scaglia Rossa and ooliths San Vigilio ) and the settlements dynamics, through the spatial analysis of lithic industries. One of the most interesting results of this study is the presence of lithic elements in Scaglia Rossa coming from Umbria and Marche regions. The study also showed that the area protected by overhang of the shelter has been intensively occupied, and that it has been used for the carrying out of different subsistence activities, as well as knapping and production of retouched elements. This area is in contrast with the outside part of the shelter, which is reserved to the accumulation of the waste of flint knapping and butchering activities.
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TAMBURRELLI, CHIARA. "Processi di apprendimento ed emozioni: il contributo delle neuroscienze alla scuola. Indagine tra i docenti italiani." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2020. http://hdl.handle.net/11695/98523.

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Анотація:
La sempre maggiore complessità della società contemporanea impone alle figure presenti nella agenzie educative di individuare strumenti utili a catturare l’attenzione di bambini e giovani, a coinvolgerli nella vita scolastica attraverso un nuovo modo di fare scuola. Tale obiettivo può essere raggiunto efficacemente attraverso il coinvolgimento attivo dei ragazzi in forme di apprendimento che agiscono in particolare sulla motivazione e sulle emozioni. Il tema generale della presente ricerca è lo studio dei processi di apprendimento nella relazione pedagogia- neuroscienze e l’analisi dei nuovi modelli educativi e didattici sviluppati sulla base delle conoscenze neuro scientifiche. Riteniamo che la ricaduta in ambito educativo degli studi neuroscientifici possa costituire un’importante base per ogni tipo di discorso concernente la formazione e che la conoscenza dei fenomeni biologici sottesi all’apprendimento possa fornire importanti risposte alla necessità della scuola e degli educatori di avere a disposizioni strategie didattiche più efficaci e rispondenti al target cui sono indirizzate. La prima fase della ricerca è stata l’approfondimento e la comprensione dei meccanismi neurobiologici che regolano e condizionano i processi di maturazione e di sviluppo del cervello umano e dei meccanismi cognitivi attivati e implementati da strategie didattiche adeguate. Sono stati presi in esame, a questo scopo, i nuovi modelli educativi sviluppati dai principali gruppi di ricerca italiani che si occupano di neurodidattica e apprendimento emotivo. La fase successiva della ricerca, immaginata come premessa essenziale ad un agire educativo-didattico che si intende mettere in piedi in studi futuri, è stata quella di indagare quale fosse la posizione dei docenti italiani rispetto al campo di indagine, attraverso la somministrazione di un questionario incentrato sulla dipendenza dei processi apprenditivi da quelli emotivo-motivazionali. Le emozioni poste al centro, quindi, per comprendere il modo in cui viene percepito il loro rapporto con la formazione e l’apprendimento, per individuare le possibilità di utilizzare le emozioni in aula e per delineare un profilo di docente che fa uso delle emozioni nel suo agire didattico.
The growing complexity of today's society requires teachers being able to identify useful tools which can capture the attention of children and young people and involve them in school life. This target can be achieved through new ways of teaching that act on motivation and emotions. This work analyses learning in both the pedagogical-neuroscience relationship and the new educational and didactic models, developed on the basis of neuroscientific knowledge. The first phase of the research consisted of understanding the neurobiological mechanisms which affect the human brain developing and maturation process as well as the cognitive mechanisms activated and implemented by teaching strategies. In this phase the current development of neurobiology educative research in Italy were taken into consideration. In particular, neuroeducational and emotional learning research were analyzed. The next phase of the research was to enquiry the position of the Italian teachers as regards our field of investigation. For this purpose, we used a survey, focused on learning and emotional-motivational processes. Identifying how using emotions in the classroom and outline the teacher's profile able to do it and promote a more effective learning, was the target of this survey. Our results will be the basis for future studies on the contribution of neurosciences and emotions to teaching.
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Lanzoni, Alessandra. "Analisi stratigrafica, dei processi sedimentari e della gerarchia dei corpi deposizionali in lobi di mare profondo della formazione marnoso - arenacea (Valle del Santerno e del Senio, Appennino Tosco - Romagnolo)." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9389/.

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Анотація:
Analisi di depositi di mare profondo nella Formazione Marnoso-arenacea, sono stati confrontati con studi per la comprensione della stratigrafia sequenziale, la gerarchia di lobi sedimentari di mare profondo e flussi debritici.
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CORTESE, CLAUDIO. "Processi di trasformazione nel suburbio di Mediolanum tra tarda età repubblicana e media età imperiale. Il caso dell'area dell'Università Cattolica." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2006. http://hdl.handle.net/10280/968.

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Анотація:
Nell’area oggi occupata dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano a partire dal 1986 scavi di emergenza hanno messo in luce una porzione del suburbio occidentale di Mediolanum, e in particolare una realtà insediativa suburbana di età imperiale. Un’ampia area di tale insediamento è stata oggetto della presente ricerca che, combinando lo studio dei processi formativi del deposito archeologico e l’analisi quantitativa e statistica degli insiemi di reperti, ha permesso di ricostruire le trasformazioni che ne hanno preceduto e accompagnato la formazione e che ne hanno interessato l’organizzazione spaziale e la distribuzione delle aree di attività. In questo modo è stato possibile comprendere come nel tempo siano avvenuti cambiamenti nei caratteri e nelle finalità della frequentazione dell'area, che sembrano poter gettare nuova luce anche su fenomeni più generali che riguardano l’intero suburbio della città romana.
In the area today occupied by the Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, since 1986, rescue excavations have disclosed a part of Mediolanum’s western suburbium, and in particular an imperial age suburban settlement. A wide area of this settlement has been the object of this research which, combining the study of the formation processes of the archaeological record and the quantitative and statistical analysis of finds assemblages, allowed us to reconstruct the transformations which preceded its formation and those which concerned its spatial organization and activity areas distribution. In this way we have shown that the characteristics and nature of the settlement have considerably changed during the course of time, and these changes seem to shed light even on the general transformations which concern the entire suburbium of the Roman town.
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CORTESE, CLAUDIO. "Processi di trasformazione nel suburbio di Mediolanum tra tarda età repubblicana e media età imperiale. Il caso dell'area dell'Università Cattolica." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2006. http://hdl.handle.net/10280/968.

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Анотація:
Nell’area oggi occupata dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano a partire dal 1986 scavi di emergenza hanno messo in luce una porzione del suburbio occidentale di Mediolanum, e in particolare una realtà insediativa suburbana di età imperiale. Un’ampia area di tale insediamento è stata oggetto della presente ricerca che, combinando lo studio dei processi formativi del deposito archeologico e l’analisi quantitativa e statistica degli insiemi di reperti, ha permesso di ricostruire le trasformazioni che ne hanno preceduto e accompagnato la formazione e che ne hanno interessato l’organizzazione spaziale e la distribuzione delle aree di attività. In questo modo è stato possibile comprendere come nel tempo siano avvenuti cambiamenti nei caratteri e nelle finalità della frequentazione dell'area, che sembrano poter gettare nuova luce anche su fenomeni più generali che riguardano l’intero suburbio della città romana.
In the area today occupied by the Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, since 1986, rescue excavations have disclosed a part of Mediolanum’s western suburbium, and in particular an imperial age suburban settlement. A wide area of this settlement has been the object of this research which, combining the study of the formation processes of the archaeological record and the quantitative and statistical analysis of finds assemblages, allowed us to reconstruct the transformations which preceded its formation and those which concerned its spatial organization and activity areas distribution. In this way we have shown that the characteristics and nature of the settlement have considerably changed during the course of time, and these changes seem to shed light even on the general transformations which concern the entire suburbium of the Roman town.
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LUPO, Salvatore. "FORMAZIONE DI PATTERN PER IL PROCESSO DELL'ELETTRODEPOSIZIONE IN MODELLI DI TIPO REAZIONE-DIFFUSIONE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/90863.

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MARZADRO, MIRKO. "Processo migratorio transnazionale o formazione di spazio di vita tanslocale? Il caso dei Cochabambini di Bergamo." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2008. http://hdl.handle.net/11578/278580.

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Zennaro, Claudia <1992&gt. "Il processo di formazione della Personal Vision: una applicazione in ambito accademico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9720.

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Анотація:
Il contributo della tesi ha l’obiettivo di costruire un modello che consenta all’individuo di redigere la propria Personal Vision. Con tale concetto si vuole investigare sull’importanza che riveste la vision nella definizione del futuro desiderato di una persona. Tale definizione, di Personal Vision, rappresenta una delle fasi della teoria del Cambiamento Intenzionale necessaria per lo sviluppo delle competenze emotive e sociali. La presente tesi verrà suddivisa in tre capitoli. Il primo capitolo ci permetterà di introdurre il concetto di competenza, esplicitando la differenziazione tra competenza emotiva e sociale. La competenza emotiva definita come un’insieme di abilità pratiche necessarie all’individuo per creare relazioni che suscitano emozioni. La competenza sociale invece, definita come il modo in cui gli individui gestiscono le emozioni con gli altri attraverso l’empatia. La diffusione di tali competenze ci permetterà di illustrare i motivi per cui esse sono considerate importanti, il loro impatto e gli studi empirici a supporto. Attraverso il concetto di Intelligenza Emotiva espliciteremo come le regole del mondo del lavoro stiano cambiando, dimostrando come l’individuo sia giudicato non solo in base all’intelligenza, alle competenze tecniche che possiede, ma soprattutto viene giudicato per il modo che ha di relazionarsi con gli altri e di comportarsi con se stesso. Tale concetto verrà approfondito nella sua evoluzione storica, teorica e critica poiché non esiste ancora oggi una definizione univoca in letteratura al concetto di Emotional Intelligence. Verranno descritte le tre teorie contemporanee più importanti, analizzandone somiglianze e differenze, dedicando parte della trattazione ai relativi strumenti di misurazione proposti dai diversi autori. In seguito, evidenziando gli elementi peculiari delle teorie precedenti, si giunge alla definizione del modello di Cambiamento Intenzionale, che ci permetterà nel secondo capitolo di descrivere in modo approfondito la prima “fase” di tale modello: Il Sé Ideale. La speranza, l’immagine del futuro desiderato e l’identità profonda, costituiscono le componenti del Sé Ideale che verranno analizzate nel secondo capitolo in modo dettagliato. Tali componenti, permettono di influenzare gli obiettivi di un individuo, portandoci all’introduzione del concetto di Personal Vision e la sua seguente trattazione. La Vision definita come la persona che si vuole diventare, sia dal punto di vista personale, che dal punto di vista lavorativo rappresenta l’espressione dei nostri desideri e sogni alimentati dalla speranza di poterli soddisfare. Infine nel terzo capitolo analizzeremo il concetto della Vision in ambito accademico, somministrando attraverso uno studio qualitativo, una serie di interviste a partecipanti a percorsi formativi basati sulla teoria del Cambiamento Intenzionale. Attraverso uno studio e comparazione dei risultati ottenuti dalle interviste ai candidati, si cercherà di capire come le persone riescano a costruire ed elaborare la vision, cercando di individuare degli strumenti e tecniche che permettano di supportare l’individuo verso la creazione della propria visione futura in modo coerente e costruttivo. Infine, l’obiettivo di tale progetto sarà quello di esplicitare le componenti del processo di sviluppo della Personal Vision.
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REDAELLI, ILARIA. "La formazione della prova nel processo penale per fatti di criminalità organizzata." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/79887.

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Анотація:
Nell'ottica di apprestare strumenti energici ed efficaci per combattere la criminalità organizzata, l'attuale legislazione processuale penale si contraddistingue per la presenza di una disciplina repressiva che vede il processo piegarsi a strumento di difesa sociale senza tuttavia conciliare l'efficacia degli strumenti predisposti con il rispetto dei valori cardine sanciti dalla Carta fondamentale a tutela del singolo. In un sistema processuale apertamente garantista e doverosamente informato al rispetto del dettato costituzionale, non vi è però spazio per un modello di accertamento della responsabilità deviante dalle regole ordinarie, fondato sulla tipologia di reato contestato. Il presente lavoro si prefigge l’obiettivo di analizzare le norme inerenti la formazione della prova nei processi di criminalità organizzata, cercando di individuare una diversa e possibile soluzione de iure condendo che sia in grado di bilanciare gli interessi di cui il legislatore si è fatto portavoce ed i valori cardine tutelati dalla Costituzione.
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Carra, Silvia <1990&gt. "Il sistema di controllo di gestione e il processo di formazione di budget nelle imprese alberghiere: aspetti teorici e analisi del caso pratico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8646.

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Анотація:
Il controllo di gestione, andando oltre i limiti del bilancio d’esercizio, permette di compiere un’analisi frazionata dell’impresa; Il controllo di gestione inoltre fornisce informazioni essenziali per tenere sotto controllo i costi, per compiere scelte tra più prodotti e individuare quella economicamente più conveniente, e comprendere quale sia l’attività che convenga maggiormente far proseguire all’azienda. Altra attività di fondamentale importanza è quella di budgeting. Essa svilupperà un’attività di previsione e programmazione focalizzata sui singoli reparti dell’azienda e, successivamente, renderà possibile il confronto tra risultati stabiliti ex ante e quelli effettivamente realizzatisi, in modo da poter poi risalire alle cause di tali scostamenti. Seguirà poi l’analisi della gestione del magazzino. Tutti questi elementi avranno una descrizione teorica e una pratica con valori forniti da un albergo della zona termale di Abano Terme (PD).
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INGEGNERI, Anna. "L'Educazione come infinito processo di formazione; un'indagine su controversie e affinità fra i due termini." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2014. http://hdl.handle.net/11392/2389398.

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Анотація:
The following research work dwells upon the etymologies and meanings of the terms “education” and “training” as stated both in different Italian language dictionaries and in specialized wordbooks, starting from the 1970s to date. Next comes a critical analysis of several authors and their points of view about the Science of Education, to emphasize how the use of these two words is often unclear and confused. The present research aims to underline not only the linguistic difference but also and above all the dissimilarity in meaning between the concepts of education and training, besides the importance of this distinction in educational institutes. The last part of the work, in fact, deals with the legal reforms of the Italian scholastic system from the 1970s up to the Gelmini Reform, in order to stress which of the two ideas, the educational or the training one, comes out in a sharper way.
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Turetta, Elena <1991&gt. "L’età come variabile di segmentazione nel processo di formazione di una strategia di marketing: Le Generazioni ed un focus sui Millennials. Il caso Redken." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10086.

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Nel primo capitolo dell’elaborato si discute l’importanza, per un’organizzazione, di avere una strategia aziendale efficace, efficiente ed innovativa, che permetta all’impresa di sopravvivere in un contesto competitivo complesso e dinamico e che le permetta di raggiungere la superiorità nel mercato. Per un’azienda, l’unica soluzione per distinguersi ed avere performance migliori dei competitors è sviluppare costantemente e continuamente un set di competenze e risorse unico e distintivo. Tale concetto è spiegato nella Teoria delle “Dynamic Capabilities”, che afferma che la superiorità di un’impresa è dovuta non solo a saper individuare i cambiamenti contestuali, ma anche all’abilità di integrare, trasformare e riconfigurare le risorse e competenze interne ed esterne all’ambiente dell’azienda stessa, allineandole alle variazioni del macro-ambiente. Di conseguenza, un’azienda che possiede “dynamic capabilities” è dotata di tempi di reazione più brevi, è proattiva e flessibile. Questo processo risulta vincente solo nel momento in cui le strategie di ciascuna funzione aziendale vengono integrate e convergono in un’unica strategia dominante. Esse vengono suddivise in 3 macro-gruppi: corporate, funzionali, di crescita e sviluppo. Quelle di marketing vengono inserite all’interno delle funzionali e sono intese come l’insieme integrato delle strategie di segmentazione, targeting e posizionamento, designate al fine di creare, comunicare ed immettere un’offerta distintiva sul mercato per un gruppo di consumatori target, ed infine essere implementate grazie ad un marketing mix unico. Nella seconda parte del primo capitolo viene analizzata la fase di segmentazione: il processo attraverso il quale un’azienda riconosce, nel mercato, differenti gruppi di consumatori, in base alle loro differenti necessità e le preferenze. Diversi sono i parametri che possono essere utilizzati per segmentare, tuttavia quelli più utilizzati sono le caratteristiche personali. In particolar modo l’età risulta essere una delle variabili più adoperati. È nato così il “marketing generazionale”, basato sul concetto di generazione: una classificazione che raggruppa individui nati in uno stesso intervallo di date, che quindi hanno vissuto la stessa epoca ed eventi e sono stati da essi forgiati, tanto nella personalità e nel carattere, quanto nei bisogni, nelle preferenze e nei comportamenti di acquisto e consumo. è fondamentale saper riconoscere le varie generazioni e le loro caratteristiche, in modo da poter creare la giusta offerta, comunicarla nel modo e con gli strumenti corretti e venderla attraverso i canali più adatti. La letteratura definisce tre principali generazioni: Baby Boomers, Generazione X e Generazione Y e nel secondo capitolo viene fornita un’analisi di ciascuna di queste. A seguire, percorrendo le tappe dell’evoluzione del marketing, si arriva ad argomentare i migliori approcci da utilizzare quando si entra a contatto con ciascun gruppo di consumatori. In particolar modo i Millennials sono non solo una grande ed influente porzione della popolazione, ma soprattutto un nuovo media di comunicazione. Le aziende devono tenere conto di questo aspetto e prendere in considerazione questa generazione qualora vogliano vendere loro i propri prodotti, ma anche far sì che essi ne parlino. Nel terzo capitolo vengono discusse le caratteristiche della GenY. Le teorie proposte precedentemente vengono poi discusse nell’ultimo capitolo, attraverso l’argomentazione del caso Redken, brand americano acquisito dal Gruppo L’Oreal, che si occupa di prodotti e servizi professionali per il trattamento dei capelli. Vengono descritte le strategie di marketing messe in pratica nel 2016 e presentata la strategia marketing 2017 riguardo ai lanci di nuovi prodotti e alle animazioni di quelli già esistenti nella gamma.
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Di, Toma Paolo. "Il processo di formazione dei principi contabili del FASB ed il loro influsso sull'armonizzazione contabile internazionale." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2000. http://hdl.handle.net/10579/160.

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Ruvoletto, L. "I preverbi nella Povest' vremennych let: per un'analisi del processo di formazione dell'aspetto verbale in russo." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3422725.

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Анотація:
The present study analyses the prefixed verbal forms of the Povest' vremennych let (11th and 12th centuries) in relation to the aspectual function of the preverbs, and specifically of the perfective aspect, in the history of the Russian language.
Nel presente studio vengono analizzate le forme verbali prefissate della Povest' vremennych let (secc. XI e XII) in relazione allo sviluppo della funzione aspettuale dei preverbi, e precisamente dell'aspetto perfettivo, nella storia della lingua russa.
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Ammoscato, Laura. "Studio di Flow-Assurance e sensitivity analysis in sistemi di distribuzione di petrolio e gas naturale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9067/.

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Анотація:
Argomento del lavoro è stato lo studio di problemi legati alla Flow-Asurance. In particolare, si focalizza su due aspetti: i) una valutazione comparativa delle diverse equazioni di stato implementate nel simulatore multifase OLGA, per valutare quella che porta a risultati più conservativi; ii) l’analisi della formazione di idrati, all’interno di sistemi caratterizzati dalla presenza di gas ed acqua. Il primo argomento di studio nasce dal fatto che per garantire continuità del flusso è necessario conoscere il comportamento volumetrico del fluido all’interno delle pipelines. Per effettuare tali studi, la Flow-Assurance si basa sulle Equazioni di Stato cubiche. In particolare, sono state confrontate: -L’equazione di Soave-Redlich-Kwong; -L’equazione di Peng-Robinson; -L’equazione di Peng-Robinson modificata da Peneloux. Sono stati analizzati 4 fluidi idrocarburici (2 multifase, un olio e un gas) con diverse composizioni e diverse condizioni di fase. Le variabili considerate sono state pressione, temperatura, densità e viscosità; sono state poi valutate le perdite di carico, parametro fondamentale nello studio del trasporto di un fluido, valutando che l'equazione di Peng-Robinson è quella più adatta per caratterizzare termodinamicamente il fluido durante una fase di design, in quanto fornisce l'andamento più conservativo. Dopo aver accertato la presenza di idrati nei fluidi multifase, l’obiettivo del lavoro è stato analizzare come il sistema rispondesse all’aggiunta di inibitori chimici per uscire dalla regione termodinamica di stabilità dell’idrato. Gli inibitori utilizzati sono stati metanolo e mono-etilen-glicole in soluzione acquosa. L’analisi è stata effettuata confrontando due metodi: -Metodo analitico di Hammerschmidt; -Metodo iterativo con PVTSim. I risultati ottenuti hanno dimostrato che entrambi gli inibitori utilizzati risolvono il problema della formazione di idrato spostando la curva di stabilità al di fuori delle pressioni e temperature che si incontrano nella pipeline. Valutando le quantità da iniettare, il metodo di Hammerschmidt risulta quello più conservativo, indicando portate maggiori rispetto al PVTsim, soprattutto aggiungendo metanolo.
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SARTORI, DANIELE. "Genesi e sviluppo della clinica della formazione: il pensiero di Riccardo Massa tra riflessione e sociomaterialismo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/47430.

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Анотація:
This dissertation aims to trace the origin and evolution of Massa’s thought. The latter is also placed within the current debate on learning theories, and further developed thanks to Fook’s critical reflection and Latour’s actor-network theory. Firstly, Massa’s writings are discussed. The influence of Marxism, Althusser, Foucault, and psychoanalysis on Massa’s socio-materialistic understanding of the learning process is investigated. Particular attention is given to the Foucauldian notions of ‘micro-physic of power’, ‘apparatus’, and ‘clinic’. On that basis, Massa’s ‘educational apparatus’ and ‘Clinica della formazione’ [Foucauldian clinic applied to the learning process] are debated, together with their mutual relationships. Educational apparatus is proved to be the core of Massa’s thought. Thanks to this notion, Massa simultaneously granted agency to materiality, and depicted education as a complex phenomenon underpinned by both human and non-human elements in interactions between each other. The ‘educational apparatus’ also acts as a theoretical grid to be projected on the learning process under scrutiny in order to reveal its hidden complex structure. Clinica della formazione consists in the set of techniques which makes this procedure possible; hence, it is Foucauldian. Clinica della formazione is presented and placed within the Italian educational debate of the 80’s-90’s. Moreover, its goals and methods are debated. Clinica della formazione is proved to be anthropocentric: it does not grant agency to non-human and it is based on a reflective process. In order to highlight the gap between Clinica della formazione and Massa’s original socio-materialistic epistemological background, the notions of reflection and reflexion are discussed, together with the works of Dewey, Kolb, Schön, Mezirow, Sheppard, Brookfield, and Fook. In order to further develop Clinica della formazione as a consultancy and supervision methodology, a contamination between Clinica della Formazione and Fook’s critical reflection is suggested. Latour’s actor-network theory (ANT) is identified as the most suitable research methodology to investigate the learning process according to Massa’s original materialistic epistemology. History and key aspects of ANT are presented; its position within Science and Technology Studies debated. The impact of ANT on educational research is discussed. Massa’s work is lastly compared to Latour’s one: the notion of ‘educational apparatus’ is compared to Latour’s notion of ‘network’ and Massa’s learning theory is reread taking into consideration Latour’s concepts of ‘translation’, ‘mediation’, and ‘assemblage’. Finally, Massa’s ‘theatrical deixis’ is discussed. This notion clearly suggests that Massa was moving away from Clinica della formazione methodological apparatus to fully embrace his original materialistic background. It also shows Massa’s attempt to plan and implement a consultancy process in line with the socio-material understanding of the learning process.
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BASTONI, Luana. "L’EUROPA DELLE REGIONI NEL DIRITTO DELL’UNIONE EUROPEA. Misure e soluzioni adottate dalle regioni italiane per la partecipazione al processo decisionale di formazione ed attuazione della normativa e delle politiche europee." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2016. http://hdl.handle.net/11392/2403509.

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Анотація:
Il progetto di ricerca è orientato ad analizzare le attuali relazioni tra regioni e Unione europea, alla luce dei processi di riforma in atto sul versante interno e su quello europeo. In particolare esso prende spunto dalla recente entrata in vigore della Legge 24 dicembre 2012, n. 234 – esplicito tentativo di introdurre a livello nazionale un quadro normativo organico sulle modalità di partecipazione italiana alla formazione della normativa e, più in generale, delle politiche dell’Unione europea – per analizzare «se» e «come» sia possibile attualmente incrementare il ruolo delle Assemblee legislative regionali nei processi decisionali europei, come i Trattati europei fanno presumere. Nel primo capitolo si valutano i meccanismi del processo di adattamento del diritto interno al diritto europeo, concentrandosi sulla «questione regionale», da sempre problematica aperta per le istituzioni comunitarie. Come è noto, soprattutto all’inizio del cammino di integrazione europea, i Trattati non contenevano alcuna disposizione in grado di incidere direttamente sull’ordinamento regionale o sulle partizioni interne dei vari Stati aderenti, avendo gli organi comunitari come unici interlocutori gli Stati – «Herren den Verträge» o «Signori dei Trattati» –, enti fondatori e portatori dei diritti costituzionali privilegiati garantiti dai Trattati. In riferimento alle disposizioni che, sul versante europeo e di riflesso su quello interno, hanno inciso sull’ordinamento regionale l’evoluzione in atto è evidente. L’Unione europea garantisce oggi un concreto riconoscimento del ruolo di «soggetti costituzionali» a tutte quelle regioni europee accomunate dal fatto che le rispettive Costituzioni nazionali le hanno delegate di potestà legislativa negli ambiti di propria competenza. Con riferimento all’ordinamento italiano in particolare, si analizza lo stato attuale della legislazione nazionale relativa alla partecipazione regionale al diritto comunitario, soffermandosi sull’attuale progetto di revisione del Titolo V, Parte II della Costituzione, volto a definire un sistema di governo multilivello più ordinato e meno conflittuale, destinato a bilanciare interessi nazionali, regionali e locali prevedendo il superamento dell’attuale frammentazione del riparto delle competenze legislative tra Stato e regioni, in favore di un decentramento legislativo più funzionale allo sviluppo economico e sociale del nostro Paese. Il secondo capitolo esamina l’applicazione regionale del diritto dell’Unione europea alla luce delle novità introdotte dalla Legge 24 dicembre 2012, n. 234, che disciplina oggi la L’EUROPA DELLE REGIONI NEL DIRITTO DELL’UNIONE EUROPEA. Misure e soluzioni adottate dalle regioni italiane per la partecipazione al processo decisionale di formazione ed attuazione della normativa e delle politiche europee. Bastoni Luana – Diritto dell’Unione Europea XXVIII ciclo, Università di Ferrara - Abstract partecipazione italiana al processo decisionale di formazione ed attuazione della normativa e delle politiche europee. Prevedendo nuovi strumenti per migliorare la relazione tra il nostro ordinamento giuridico e quello dell’Unione europea, la nuova legge evidenzia al Capo IV le disposizioni atte ad assicurare la partecipazione regionale alla c.d. «fase ascendente» del diritto dell’Unione europea relativamente alla formazione di tutti gli atti europei, ovvero alla trattazione degli aspetti delle politiche dell’Unione europea di interesse regionale, al fine di garantire il necessario raccordo con le linee della politica nazionale. Sempre al Capo IV, la l. 234/2012 disciplina inoltre la c.d. «fase discendente», ovvero l’adempimento degli obblighi in attuazione del diritto europeo, offrendo una ricognizione degli strumenti utilizzati quali canali di controllo per evitare l’illecito comunitario dello Stato per responsabilità delle regioni. Il progetto di ricerca esamina infine le concrete modalità di partecipazione regionale al processo di adozione degli atti normativi europei, evidenziando in una prospettiva comparata i modelli applicativi predisposti nel quadro normativo regionale italiano. Rivolgendo una particolare attenzione all’operato di alcune regioni, che si sono dimostrate più costanti nella partecipazione al processo decisionale europeo, appare evidente sostenere come una corretta e regolare partecipazione regionale nella c.d. «fase ascendente» possa costituire il presupposto per una più efficace e puntuale attuazione della normativa e delle politiche europee. In tal senso, si ritiene che potrebbe essere estremamente efficace adottare una modalità di condivisione nell’ambito regionale italiano dei modelli già sperimentati efficacemente dalle regioni particolarmente virtuose, le cui best practices potrebbero suggerire la formulazione di «linee guida» che forniscano precise indicazioni e meccanismi istituzionali funzionali alla definizione di policies ed aspetti tecnico–operativi e normativi, utili ai fini del necessario adeguamento in ambito regionale della l. 234/2012, con modalità di approccio efficaci e condivise sull’intero territorio nazionale.
First of all, the purpose of this thesis is to analyse . It particularly aims to understand «if» and «how», it is possible, nowadays, to strengthen the role the regional legislative assemblies in European decision–making processes, as assumed in the European treaties. Actually, the research project is inspired by the recent entry into force of Law 24 December 2012, no. 234, a clear attempt to introduce a nationwide regulatory framework as for the procedures to be adopted by Italy in order to participate in the decision-making process and implementation of the European law and policies in the Italian legal system. The first chapter analyses the adjustment procedure for the implementation of the European law and policies in the Italian legal system, focusing on the regulatory development of the «role of the regions», re–examined both at the European and at the national level. As is known, especially at the beginning of the European integration path, the Treaties did not provide for provisions directly influencing the national partitions of the Member States, since the only interlocutors of the EU Institutions (EP, Council, Commission) and Bodies (Committee of the Regions) are the single States – «Herren den Verträge» or «Lords of the Treaties» –, holding privileged constitutional rights guaranteed by the Treaties. Nowadays, the European Union acknowledges the role of «constitutional subjects» to all European regions empowered with legislative power in areas under their jurisdiction by their national Constitution. With particular reference to the Italian legislative framework, the work analyses the actual Italian constitutional legal system. Following the 2001 reform, which allowed the regions to play a new role in the enforcement of legislative power and a deeper role in the implementation of European law, we are now witnessing a new revision of Title V of Part II of the Constitution, which aims to define a more orderly and less conflicting multilevel governance system, intended to balance national, regional and local interests, and envisaging to overcome the current fragmentation of legislative powers distribution between the State and the regions, favouring decentralized law systems, more convenient to the economic and social development of our country. The second chapter examines the regional application of the EU law, focusing on the changes introduced by Law 24 December 2012, no. 234, which now regulates the Italian participation in the decision–making process and implementation of EU law in the Italian legal system. THE EUROPE OF THE REGIONS IN THE EUROPEAN UNION LAW. Measures and solutions adopted by the Italian regions for taking part in the decision-making process and implementation of the European law and policies in the Italian legal system. Bastoni Luana – European Union Law XXVIII cycle, University of Ferrara - Abstract The recent law provides new tools for enhancing the relationship between our legal system and the European Union one. In Chapter IV, it lays down me ’ –called «ascendant phase» (creation) of EU law concerning the participation in the decision–making process of all European acts, or the discussion of EU policies of regional interest, to make sure they are in line with the national policy. Still in Chapter IV, the Law regulates the so–called «descendant phase» (implementation), namely the fulfillment of obligations in the implementation of European law. Finally, the thesis examines, in a comparative way, the concrete instruments adopted and the solutions found by the different Italian regions, in order to implement the EU law in the Italian legal system. By closely considering the measures adopted by the most dynamic and expert regions, it is evident that supporting a proper and regular participation of the regions in the so–called «ascendant phase» of EU law – as for the participation in the decision–making process in all European acts –, may represent the basis for a more effective and timely implementation of EU law and policies, thus allowing an effective participation in the community legislation. In this sense, adopting sharing procedures may result extremely effective and the regional best practices could be the role model for laying down guidelines, which will provide accurate information and institutional procedure. These will be functional to the definition of policies and technical–operational and regulatory aspects, whose nature will be efficient and shared throughout the country.
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PANTINI, SARA. "Analysis and modelling of leachate and gas generation at landfill sites focused on mechanically-biologically treated waste." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/203393.

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Анотація:
Despite significant efforts have been directed toward reducing waste generation and encouraging alternative waste management strategies, landfills still remain the main option for Municipal Solid Waste (MSW) disposal in many countries. Hence, landfills and related impacts on the surroundings are still current issues throughout the world. Actually, the major concerns are related to the potential emissions of leachate and landfill gas into the environment, that pose a threat to public health, surface and groundwater pollution, soil contamination and global warming effects. To ensure environmental protection and enhance landfill sustainability, modern sanitary landfills are equipped with several engineered systems with different functions. For instance, the installation of containment systems, such as bottom liner and multi-layers capping systems, is aimed at reducing leachate seepage and water infiltration into the landfill body as well as gas migration, while eventually mitigating methane emissions through the placement of active oxidation layers (biocovers). Leachate collection and removal systems are designed to minimize water head forming on the bottom section of the landfill and consequent seepages through the liner system. Finally, gas extraction and utilization systems, allow to recover energy from landfill gas while reducing explosion and fire risks associated with methane accumulation, even though much depends on gas collection efficiency achieved in the field (range: 60-90% Spokas et al., 2006; Huitric and Kong, 2006). Hence, impacts on the surrounding environment caused by the polluting substances released from the deposited waste through liquid and gas emissions can be potentially mitigated by a proper design of technical barriers and collection/extraction systems at the landfill site. Nevertheless, the long-term performance of containment systems to limit the landfill emissions is highly uncertain and is strongly dependent on site-specific conditions such as climate, vegetative covers, containment systems, leachate quality and applied stress. Furthermore, the design and operation of leachate collection and treatment systems, of landfill gas extraction and utilization projects, as well as the assessment of appropriate methane reduction strategies (biocovers), require reliable emission forecasts for the assessment of system feasibility and to ensure environmental compliance. To this end, landfill simulation models can represent an useful supporting tool for a better design of leachate/gas collection and treatment systems and can provide valuable information for the evaluation of best options for containment systems depending on their performances under the site-specific conditions. The capability in predicting future emissions levels at a landfill site can also be improved by combining simulation models with field observations at full-scale landfills and/or with experimental studies resembling landfill conditions. Indeed, this kind of data may allow to identify the main parameters and processes governing leachate and gas generation and can provide useful information for model refinement. In view of such need, the present research study was initially addressed to develop a new landfill screening model that, based on simplified mathematical and empirical equations, provides quantitative estimation of leachate and gas production over time, taking into account for site-specific conditions, waste properties and main landfill characteristics and processes. In order to evaluate the applicability of the developed model and the accuracy of emissions forecast, several simulations on four full-scale landfills, currently in operative management stage, were carried out. The results of these case studies showed a good correspondence of leachate estimations with monthly trend observed in the field and revealed that the reliability of model predictions is strongly influenced by the quality of input data. In particular, the initial waste moisture content and the waste compression index, which are usually data not available from a standard characterisation, were identified as the key unknown parameters affecting leachate production. Furthermore, the applicability of the model to closed landfills was evaluated by simulating different alternative capping systems and by comparing the results with those returned by the Hydrological Evaluation of Landfill Performance (HELP), which is the most worldwide used model for comparative analysis of composite liner systems. Despite the simplified approach of the developed model, simulated values of infiltration and leakage rates through the analysed cover systems were in line with those of HELP. However, it should be highlighted that the developed model provides an assessment of leachate and biogas production only from a quantitative point of view. The leachate and biogas composition was indeed not included in the forecast model, as strongly linked to the type of waste that makes the prediction in a screening phase poorly representative of what could be expected in the field. Hence, for a qualitative analysis of leachate and gas emissions over time, a laboratory methodology including different type of lab-scale tests was applied to a particular waste material. Specifically, the research was focused on mechanically biologically treated (MBT) wastes which, after the introduction of the European Landfill Directive 1999/31/EC (European Commission, 1999) that imposes member states to dispose of in landfills only wastes that have been preliminary subjected to treatment, are becoming the main flow waste landfilled in new Italian facilities. However, due to the relatively recent introduction of the MBT plants within the waste management system, very few data on leachate and gas emissions from MBT waste in landfills are available and, hence, the current knowledge mainly results from laboratory studies. Nevertheless, the assessment of the leaching characteristics of MBT materials and the evaluation of how the environmental conditions may affect the heavy metals mobility are still poorly investigated in literature. To gain deeper insight on the fundamental mechanisms governing the constituents release from MBT wastes, several leaching experiments were performed on MBT samples collected from an Italian MBT plant and the experimental results were modelled to obtain information on the long-term leachate emissions. Namely, a combination of experimental leaching tests were performed on fully-characterized MBT waste samples and the effect of different parameters, mainly pH and liquid to solid ratio (L/S,) on the compounds release was investigated by combining pH static-batch test, pH dependent tests and dynamic up-flow column percolation experiments. The obtained results showed that, even though MBT wastes were characterized by relatively high heavy metals content, only a limited amount was actually soluble and thus bioavailable. Furthermore, the information provided by the different tests highlighted the existence of a strong linear correlation between the release pattern of dissolved organic carbon (DOC) and several metals (Co, Cr, Cu, Ni, V, Zn), suggesting that complexation to DOC is the leaching controlling mechanism of these elements. Thus, combining the results of batch and up-flow column percolation tests, partition coefficients between DOC and metals concentration were derived. These data, coupled with a simplified screening model for DOC release, allowed to get a very good prediction of metal release during the experiments and may provide useful indications for the evaluation of long-term emissions from this type of waste in a landfill disposal scenario. In order to complete the study on the MBT waste environmental behaviour, gas emissions from MBT waste were examined by performing different anaerobic tests. The main purpose of this study was to evaluate the potential gas generation capacity of wastes and to assess possible implications on gas generation resulting from the different environmental conditions expected in the field. To this end, anaerobic batch tests were performed at a wide range of water contents (26-43 %w/w up to 75 %w/w on wet weight) and temperatures (from 20-25 °C up to 55 °C) in order to simulate different landfill management options (dry tomb or bioreactor landfills). In nearly all test conditions, a quite long lag-phase was observed (several months) due to the inhibition effects resulting from high concentrations of volatile fatty acids (VFAs) and ammonia that highlighted a poor stability degree of the analysed material. Furthermore, experimental results showed that the initial waste water content is the key factor limiting the anaerobic biological process. Indeed, when the waste moisture was lower than 32 %w/w the methanogenic microbial activity was completely inhibited. Overall, the obtained results indicated that the operative conditions drastically affect the gas generation from MBT waste, in terms of both gas yield and generation rate. This suggests that particular caution should be paid when using the results of lab-scale tests for the evaluation of long-term behaviour expected in the field, where the boundary conditions change continuously and vary significantly depending on the climate, the landfill operative management strategies in place (e.g. leachate recirculation, waste disposal methods), the hydraulic characteristics of buried waste, the presence and type of temporary and final cover systems.
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CRO, PAOLO. "Gestione del rapporto di lavoro e intervento pubblico nel sistema giuslavoristico." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/95.

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Анотація:
L'opera esamina l'intervento pubblico nella gestione del rapporto di lavoro sotto il profilo storico e giuridico nelle tre fasi d'instaurazione, gestione e cessazione del rapporto. Si valorizza anche il ruolo specifico dei tre poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, con particolare riguardo all'analisi sistematica del diritto amministrativo del lavoro. L'opera intende porre in luce gli elementi logici, giuridici ed assiologici di questo ramo del diritto del lavoro, per ricondurne le fattispecie esaminate ad un sistema coerente e razionale e per suggerirne sia un metodo d'analisi de iure condito sia una prospettiva per una lettura ed una proposta de iure condendo.
This work analyses how public powers affects labour relationships both from the historical and the juridical points of view. The three main phases of labour relationships beginning, management and end are examined separately. The specific contributions by the three public powers legislative, administrative and judiciary especially by the public administration, are also dealt with. The goal is to illustrate the logical, juridical and ethical elements of this branch of the labour law, in order to build a rational system for both the analysis de iure condito and the debate de iure condendo.
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CRO, PAOLO. "Gestione del rapporto di lavoro e intervento pubblico nel sistema giuslavoristico." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/95.

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Анотація:
L'opera esamina l'intervento pubblico nella gestione del rapporto di lavoro sotto il profilo storico e giuridico nelle tre fasi d'instaurazione, gestione e cessazione del rapporto. Si valorizza anche il ruolo specifico dei tre poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, con particolare riguardo all'analisi sistematica del diritto amministrativo del lavoro. L'opera intende porre in luce gli elementi logici, giuridici ed assiologici di questo ramo del diritto del lavoro, per ricondurne le fattispecie esaminate ad un sistema coerente e razionale e per suggerirne sia un metodo d'analisi de iure condito sia una prospettiva per una lettura ed una proposta de iure condendo.
This work analyses how public powers affects labour relationships both from the historical and the juridical points of view. The three main phases of labour relationships beginning, management and end are examined separately. The specific contributions by the three public powers legislative, administrative and judiciary especially by the public administration, are also dealt with. The goal is to illustrate the logical, juridical and ethical elements of this branch of the labour law, in order to build a rational system for both the analysis de iure condito and the debate de iure condendo.
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LI, VOTI PIETRO. "Interazione tra cTBS cerebellare e movimenti volontari semplici e complessi dell'arto superiore : nuove acquisizioni sui processi di plasticità omeostati e di formazione della memoria motoria." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/11573/918137.

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Анотація:
The aim of the present study was to investigate in healthy subjects whether continuous theta-burst stimulation (cTBS) applied over the lateral cerebellum alters motor learning (acquisition and retention phases) during ipsilateral simple and complex movements. Eighteen healthy subjects participated in the study. We delivered cTBS over the lateral cerebellum immediately before a motor learning task involving repeated simple (i.e. index finger-abductions) and complex (i.e. reaching) movements. As motor learning measures we evaluated kinematic variables for simple and complex movements during the task. To see whether cerebellar cTBS-induced changes in motor learning take place through changes in primary motor cortex (M1) activity we used single-pulse transcranial magnetic stimulation (TMS) and evaluated changes in motor evoked potential (MEP) amplitude throughout the experiment. Cerebellar cTBS left the practice-related increase in peak acceleration unchanged but decreased peak acceleration for index finger and reaching movements during motor retention. The smoothness and straightness for trajectories related to reaching movements remained unchanged. When subjects repeated simple and complex movements performed alone, M1 excitability, as measured by the TMS-induced MEP facilitation, increased and MEP amplitudes increased more during simple movements than during complex movements. Cerebellar cTBS given before simple and complex movement tasks decreased the MEP facilitation induced by simple movements, whereas it increased the MEP facilitation induced by complex movements. During simple and complex movement tasks testing motor learning, no matter how complicated the motor task, cerebellar cTBS interferes with motor memory formation. cTBS induces changes in cerebellar activity thus altering motor-learning-related synaptic activity in M1.
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CINQUE, DANIELA. "La media education come nuova forma di cittadinanza nella società della conoscenza." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/11573/575385.

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Анотація:
Nel titolo della tesi è insito un elemento di innovazione rispetto al recente passato di ricerca in ambito media educativo, nell’intenzione di considerare la media education non solo come ambito di ricerca e intervento educativo, bensì come nuovo modo di abitare consapevolmente la società della conoscenza. Una società in cui il termine “educare” viene sempre più a coincidere con il termine “media-educare” e la figura dell’educatore con quella del media-educatore. L’istituzione scolastica, nella presa d’atto dell’attuale fase di crisi, deve riuscire a costruire relazioni significative fra le generazioni, non perdendo mai di vista il suo potere di emancipazione sociale e culturale dei soggetti. È necessario, a tal proposito, accogliere le sfide del moderno nel tentativo di ridurre almeno le varie tipologie di “gap” mediali intergenerazionali. Il caso di studio proposto è il Progetto On Air, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Lifelong Learning Programme come sotto-programma del Comenius. I partner coinvolti: Italia, Belgio, Romania, Bulgaria, Lituania, Polonia. Per l’Italia, la Direzione Scientifica del progetto è del Prof. Mario Morcellini. Gli obiettivi principali della ricerca On Air sono stati, tra gli altri, riflettere sul ruolo della media education, da ambito di intervento educativo e formativo a nuova forma di cittadinanza; osservare e indagare come i cambiamenti innescati dai processi comunicativi condizionano i processi di identificazione dei giovani; riconoscere, dunque, la riconfigurazione delle dinamiche di socializzazione, cogliendo le nuove modalità di relazione che le giovani generazioni instaurano nei confronti dei pari, della scuola e della famiglia, all’interno di un contesto non solo nazionale bensì europeo; ricercare strategie formative nuove, che forniscano strumenti di orientamento alla complessità socioculturale, tenendo conto dei nuovi contenuti prodotti dall’avvento dei new media e dall’incrocio di essi con i vecchi media. Particolare attenzione è stata posta sull’approfondimento delle differenti definizioni e declinazioni del concetto di competenza, dal punto di vista della letteratura scientifica e dell’evoluzione istituzionale, e del concetto di cittadinanza, evidenziandone le congruenze e le caratteristiche che lo associano fortemente all’idea di media education. Si può ipotizzare in tale quadro concettuale che la fiducia riposta nella comunicazione, soprattutto nella sua capacità di elevare il soggetto in termini di crescita culturale, sia stata eccessiva? Come mai all’incremento delle tecnologie e all’evoluzione dei contenuti di comunicazione non ha fatto seguito un proporzionale aumento delle competenze mediali e relazionali dell’individuo? E per quanto concerne la cittadinanza digitale, è possibile che si tratti più di una proiezione dell’adulto piuttosto che di una reale acquisizione da parte delle giovani generazioni, certamente partecipative “on line”, ma caratterizzate da un non proporzionale livello di partecipazione sociale, politica, culturale “off line”? Si tratta di interrogativi di fondamentale importanza, ai quali, come studiosi ed educatori, saremo certamente chiamati a rispondere nell’immediato futuro.
In the title of this thesis there is an inherent element of innovation than in the recent history of research in media education, in the intention to consider media education not only as a field of research and educational intervention, but as a new way of living consciously the knowledge society. A society in which the term "education" is more and more to coincide with the term "media-education" and the educator with the media-educator. The educational institution, in acknowledgment of the current crisis, should be able to build meaningful relationships between the generations, never losing sight of its power of social and cultural emancipation of the subjects. It is necessary in this regard, welcome the challenges of the modern in an attempt to reduce at least the various types of "gaps" intergenerational media. The proposed case study is the On Air Project, funded by the European Commission under the Lifelong Learning Programme as a sub-program of Comenius. Partners involved: Italy, Belgium, Romania, Bulgaria, Lithuania, Poland. For Italy, the Scientific Director of the project is Prof. Mario Morcellini. Among the others, the main objectives of the On Air research, have been reflect on the role of media education, by area of educational and training intervention to a new form of citizenship; observe and investigate how changes triggered by communication processes affect the processes of identification young people to recognize, therefore, the reconfiguration of the dynamics of socialization, taking advantage of the new ways of relating establish that the younger generation against their peers, school and family, within a context not only national but European; research new training strategies, that provide tools guidance to the socio-cultural complexity, taking into account the new content produced by the advent of new media and by crossing them with the old media. Particular attention was paid to the deepening of the different definitions and interpretations of the concept of competence, from the point of view of scientific literature and the institutional evolution, and the concept of citizenship, highlighting the consistencies and characteristics that strongly associate it with the idea of media education. It can be assumed in such a conceptual framework that the trust placed in communication, especially in its ability to raise the subject in terms of cultural development, has been excessive? Why the increase in technology and changes in content of communication was not followed by a proportional increase in media and interpersonal skills of the individual subjects? And as for digital citizenship, it is possible that this is more than a projection of the adult rather than a real acquisition of the younger generations, certainly participatory "online", but characterized by a disproportionate level of social political and cultural participation "off line"? These are questions of enormous importance, which, as scholars and educators, we will certainly be held accountable for the foreseeable future.
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Parente, Gianluca. "Utilizzo di metodologie analitiche a supporto del Management di Servizi Sanitari: valutazione della Qualità e della Customer Satisfaction nei processi di formazione in ambito sanitario. Il Case Study del Centro di Biotecnologie dell’A.O.R.N. “A. Cardarelli” di Napoli." Tesi di dottorato, 2016. http://www.fedoa.unina.it/10806/1/Parente_Gianluca_28.pdf.

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Анотація:
Il lavoro di tesi si propone di valutare la Customer Satisfaction raggiunta nell'erogazione di un servizio di Alta Formazione Sanitaria. Il problema è stato scomposto nei suoi elementi costituenti attraverso l'Analytic Hierarchy Process e sono stati raccolti dati attraverso l'uso di appositi questionari opportunamente realizzati. I dati sono stati successivamente analizzati attraverso quattro metodologie analitiche: la metodologia di Likert, la metodologia del Costant Sum Scale, il confronto a coppie classico e il confronto a coppie di tipo fuzzy. I risultati così ottenuti sono stati infine aggregati attraverso l'applicazione del Linear Goal Programming, metodologia che ha permesso di ricavare il risultato ottimo per il problema in questione.
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VALENTINI, Elena. "Multiversit@s. Modelli e casi di e-learning nella rete-mondo e prospettive di sviluppo per il lifelong learning." Doctoral thesis, 2008. http://hdl.handle.net/11573/419384.

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Gli sviluppi del lifelong learning e dell’internazionalizzazione degli studi sono rilanciati dalle nuove tecnologie che aprono gli atenei alla possibilità di diversificare i linguaggi formativi. In questo senso, l’innovazione didattica può essere interpretata come evoluzione dell’Università verso una Multi-versit@s, un sistema flessibile e aperto al confronto con nicchie non tradizionali di utenza grazie all’e-learning, o meglio al technology enhanced learning. Non un’Università della differenziazione né tantomeno degli specialismi, ma un’istituzione che conserva l’universalismo - anche etimologico - della tradizione accademica europea. Questa chiave interpretativa è alla base delle diverse linee di ricerca nelle quali si articola la tesi per rispondere ad alcuni interrogativi. Quali modelli di e-learning, soprattutto orientati a favorire la formazione permanente, si delineano nello scenario internazionale, e quali le differenze tra il panorama Usa e quello europeo e in particolare italiano? In che modo i fallimenti di “università virtuali” rappresentano exempla in negativo con un valore euristico ancora più importante delle best practices e quali lezioni possiamo apprendere dai casi di insuccesso? E infine, che ruolo svolgono le politiche formative a favore dell’innovazione didattica e della formazione permanente in Europa e in Italia e in che modo un ateneo o una facoltà possono riposizionarsi strategicamente in questo scenario? Le attività di studio e di ricerca documentate nella tesi rispondono a queste domande. Dopo l’inquadramento teorico sull’introduzione delle nuove tecnologie nel contesto universitario e sui modelli organizzativi degli ambienti accademici virtuali (primo capitolo), vengono presentati i risultati dei diversi filoni di ricerca (secondo e terzo capitolo). Aspetti di innovazione sono da segnalare a livello metodologico e di risultati. Anzitutto la scelta di metodo nell’analisi dei casi di insuccesso, in controtendenza rispetto agli studi tradizionali sulle best practices, valorizza la dimensione euristica e propositiva dei punti di debolezza in iniziative di e-learning sospese o con margini sempre più ristretti di sostenibilità. Inoltre, le ipotesi già intuite da esperti del settore sullo sviluppo di diverse tendenze nel modo di organizzare i contenuti (Learning Object e Learning Activities) vengono “messe alla prova” sul campo attraverso una ricerca qualitativa (documentata anche attraverso video-interviste nel CD allegato alla tesi). Tra gli altri elementi innovativi, si segnala anche l’armonizzazione – dal punto di vista logico e metodologico - di diversi strumenti e linee di indagine che permette di delineare un quadro composito e individuare linee guida per favorire l’integrazione dell’e-learning nella formazione accademica (quarto capitolo). Alcuni risultati emersi nel corso della ricerca e raccolti nella tesi di dottorato sono stati pubblicati in E. Valentini, Università nella rete-mondo. Modelli teorici e casi di e-learning nelle Università straniere, Franco Angeli, Milano, 2008. La tesi ha ricevuto il premio "e-Talenti dell’e-Learning", Bando ASFOR-Associazione italiana per la formazione manageriale, IV edizione (novembre 2008), Categoria Alta Formazione, seconda classificata.
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DARI, LAYLA. "Orchestre Multietniche e confronto interculturale nell'Europa Meridionale: possibili processi di integrazione, ibridazione musicale e cittadinanza in Italia e in Portogallo." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/2158/1128010.

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In questo elaborato si propone un censimento e un'analisi del recente scenario delle orchestre multietniche in alcuni paesi dell'Europa meridionale. In particolare la rilevazione ha privilegiato gli esiti concernenti l'Italia e il Portogallo, considerando queste due aree come utile riferimento comparativo. La narrazione deriva da una ricognizione panoramica dei fenomeni migratori transnazionali contemporanei e dall'analisi delle pratiche sociali a favore dell'accoglienza e dell'integrazione delle comunità straniere nei nuovi territori di approdo. Questi determinati contesti socio-culturali hanno promosso e agevolato la costruzione di orchestre, cori e bande multietniche, considerate come una sorta di "operazione" per facilitare i delicati processi di integrazione delle comunità migranti nel tessuto locale e per valorizzare le diversità cultuali che caratterizzano le città contemporanee. Si seguono dunque gli esiti e gli sviluppi in itinere delle orchestre multietniche attive in Italia e in Portogallo, e di alcune esperienze recentemente concluse, ponendo particolare attenzione al pensare e al fare dei musicisti, alle pratiche performative in atto e alle trasformazioni musicali occorse nei nuovi contesti di migrazione. Si vuol dimostrare, infine, come questo tipo di accostamento possa aprire la strada ad un incontro tra culture differenti, che assume i connotati di un confronto e di uno scambio tra diverse dimensioni che mirano al riconoscimento e alla ricostruzione della propria identità musicale: un incontro che sul territorio porta con sé nuove e complesse sfide di inclusione, cittadinanza e lo sviluppo di una convivenza pacifica. This work offers a census and an analysis of the recent scene of multi-ethnic orchestras in some countries of southern Europe. The collection of data focused in particular on the outcomes concerning Italy and Portugal, taking these two areas as a useful comparative reference point. The narrative stems from a panoramic exploration of contemporary transnational migration events and from the analysis of social practices favouring reception and integration of foreign communities in the regions which are their landing place. These given socio-cultural contexts fostered and facilitated the construction of orchestras, choirs and multi-ethnic bands, envisioned as a sort of "operation" to ease the delicate processes of integration of migrant communities in the local social fabric and to acknowledge the value of cultural differences that are typical of contemporary cities. Thus, the results and the underway development of multi-ethnic orchestras active in Italy and in Portugal, and of some recently concluded experiences, were monitored, paying attention in particular to musicians' thinking and doing, to ongoing performative practices and to musical transformations which occurred in the new contexts of migration. Eventually, the aim is to show how this kind of convergence can pave the way for a meeting between different cultures, taking the form of reciprocal comparison and exchange between different dimensions that aim at the recognition and reconstruction of their musical identity: a meeting that brings with it in each area new and complex challenges of inclusion, citizenship and peaceful coexistence and development.
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ERCOLINO, Maria Grazia. "Studio del processo di formazione di un ambito urbano: la piazza Traiana a Roma." Doctoral thesis, 2004. http://hdl.handle.net/11573/184222.

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Tesi di Dottorato in Conservazione dei beni architettonici, (contiene un'app. documentaria di CXXXIX tavv.) Lo studio dell’area archeologica del Foro di Traiano, delle sue trasformazioni nel corso dei successivi due millenni, oltreché della sua attuale sistemazione, oggetto della tesi di dottorato della dottoressa Ercolino, è stato ulteriormente sviluppato con nuovi approfondimenti che tengono in conto dei continui aggiornamenti dello stato dell’arte sulla questione, in funzione della prossima, prevista pubblicazione, da parte della stessa, di una monografia sull’argomento. Lo studio, basato sul reperimento dei rilievi della maggior parte degli isolati componenti il tessuto urbano e su un’ampia documentazione archivistica, in parte inedita, ha prodotto risultati originali, contribuendo a ricomporre le fasi diacroniche di sviluppo dell’area dal momento dell’abbandono delle imponenti strutture imperiali sino alle demolizioni dovute alla politica del Governatorato durante il Ventennio. In questo modo si è potuto fare luce su un’area urbana, di notevole interesse storico-artistico, le cui testimonianze furono cancellate senza essere adeguatamente indagate.
The historical area of Trajan’s Forum presents all of the complexity of historical stratifications and, in parallel, the damages suffered by an area of significant archaeological and urban importance, resulting from numerous interventions undertaken with little or no care, and often without precise programmes or suitable projects. The campaign of excavations, carried out between 1998 and 2000, redirected attention to a number of overlapping, post-classical structures of significant historical interest, built over the course of the centuries and demolished during the previous century in the name of excavations or the isolation of monuments. While this intervention maintained the Via dei Fori Imperiali, it completely eroded the areas adjacent to it, further reducing the connective fabric between the few surviving ‘modern’ monuments, drawing attention to the vaster issue related both to the future use of these enormous ‘gaps’, and their connection with the historical city.
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Di, Pietro Grazia Antonella. "Il ruolo di Naqada nella tarda preistoria egiziana e nel processo di formazione dello stato nell’antico Egitto." Tesi di dottorato, 2011. http://opar.unior.it/606/1/Di_Pietro_abstract.pdf.

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The research project, whose results make up the bulk of the present dissertation, has been aimed at re-evaluating the role of the site of Naqada (Upper Egypt) in the sequence of social, economic, political and cultural development of the late Egyptian prehistory and in the formation process of the ancient Egyptian state, based on the evidence collected at the site by the Italian Archaeological Mission of the "Istituto Universitario Orientale", Naples (today University of Naples "L’Orientale"), between 1977 and 1986 (direction: Prof. Claudio Barocas; Prof. Rodolfo Fattovich, Prof. Maurizio Tosi), and in the light of the acquisitions made during the last decades thanks to a multitude of new studies and investigations carried out in other regions of the Nile Valley. The re-examination, recently conducted by the author, of the materials retrieved by the Italian team in the course of nine seasons of excavation and survey at the settlement of Naqada (Zawaydah / W.M.F. Petrie's "South Town") has suggested that the main phase of occupation of the site was the period between Naqada IIC-D and Naqada IIIA (c. 3600-3150 B.C.), and that part of the settlement, at least, was occupied by a sort of administrative-cultic/ceremonial complex during this phase. The archaeological evidence provided by the Italian investigations at Naqada, complemented with other data (funerary, iconographic, etc.), both from old and recent research carried out at the same site and in other regions of the Nile Valley, also allows to broadly outline the evolution of this centre: from a small rural village, not dissimilar from the numerous settlements scattered along the rest of the region and other parts of Upper Egypt, and probably with a low degree of social differentiation (Naqada I), to a relatively large and dense center, residence of "chiefs" exercising a centralized control of the local economy (subsistence and wealth goods, and probably labor force), also thanks to the use of administrative devices and within a possible cultural/ceremonial framework (middle-end of Naqada II), until to its decline and inclusion in a larger polity (beginning of Naqada III). Several factors and mechanisms seem to have led Naqada to play a prominent role within the Upper Egyptian political scenario, in some phases of the Predynastic (middle-end of Naqada II). Among these, and what might have also been the main contribution of Naqada to the formation process of the state in ancient Egypt, is the use of administration connected with the centralized control of the economy: at Naqada we have one of the earliest evidence of use of seals and other administrative-accounting tools ever retrieved from Egypt. This evidence may date back to Naqada IIC period (c. 3600 B.C.), if not earlier.
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SBRANA, ALESSANDRO. "Faculty Development Centri di Professionalità Accademica (CPA)." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251175.

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mondo universitario ha subito un’ondata di cambiamenti che si possono ricondurre alla ricerca dell’eccellenza, declinata secondo le due dimensioni della valutazione e della rendicontazione. Tre sono quelli più evidenti: il primo, il passaggio da una ricerca curiosity driven a una ricerca funzionale al raggiungimento di risultati valutabili in tempi brevi; dalla ricerca pura a quella applicata, da un approccio problem-making a uno problem-solving, da una conoscenza come processo a una conoscenza come prodotto, da un modello disinteressato a uno utilitaristico (Barnett, 1994); il secondo, riguardante l’offerta formativa: dal momento che si è modificato il modo di concepire l’apprendimento; i curricula tendono a essere definiti in termini di risultati di apprendimento predefiniti (Blackmore, 2016); il terzo, peculiare della struttura amministrativa: dal momento in cui sono divenute essenziali una serie di nuove sovrastrutture (programmazione, valutazione, controlli, comunicazione) rispetto al mandato originario della struttura universitaria si registra un aumento consistente del personale delle strutture amministrative. Questi cambiamenti devono fare i conti con la perdita di prestigio della vita accademica, il cambiamento del ruolo dello studente, che è diventato sempre più importante e l’aumento delle procedure burocratiche che rischiano di ingessare un sistema un tempo caratterizzato da un’elevata autonomia. Per consentire alle strutture universitarie di affrontare le sfide culturali a partire dagli anni Settanta nelle università nord-americane si sono strutturate iniziative finalizzate allo sviluppo e alla promozione di una migliore offerta formativa. Tali iniziative vengono definite con l’espressione Faculty Development (FD), una policy accademica finalizzata a creare le condizioni per un miglioramento delle competenze di tutti coloro che sono coinvolti nelle attività svolte in un ateneo. Nella realtà italiana emerge la mancanza di una vera politica di formazione al teaching per i ricercatori e i docenti universitari, per non parlare dell’esigenza di superare il pregiudizio, di gentiliana memoria, secondo il quale non è necessario apprendere a insegnare, ma sia sufficiente avere successo nella ricerca, cui si aggiunge nell’ultimo decennio una continua e affannata richiesta al personale accademico di azioni organizzative, valutative e documentali, che assorbono tempo e energie senza il supporto di adeguati apparati gestionali e senza predisporre indagini valutative capaci di misurare l’effettivo esito di tutte queste azioni. L’effetto finale è un evidente declino (Capano et al., 2017) dell’istituzione universitaria. Si può ipotizzare che la cultura del organizzazione propria del Faculty Development possa contribuire nel contesto italiano a fornire azioni a supporto del cambiamento: è quanto mai essenziale dotare gli atenei di risorse funzionali a riqualificare la vita accademica, fornendo al personale accademico gli strumenti necessari per performare una buona scholarship, realizzare un’efficace offerta formativa e attuare adeguate forme di terza missione, capaci di incrementare la vita culturale della comunità. Il presente studio si propone come un’analisi sistematica della letteratura sul tema del Faculty Development, che persegue l’obiettivo di sviluppare una disamina estesa dell’oggetto, in modo che l’esplicitazione della datità raccolta fornisca un’analisi del fenomeno che possa essere di supporto a un’avveduta educational policy nel campo della formazione universitaria. Nel contesto italiano ad oggi non esiste una cultura di attenzione ai contesti di apprendimento universitario. L’offerta formativa è concepita come offerta di pacchetti curriculari e la predisposizione delle condizioni di apprendimento per il conseguimento del titolo universitario si risolve nella organizzazione di una serie di lezioni, frontali o laboratoriali, senza che tutto questo sia innervato da una specifica intenzionalità didattica. Questa immagine poco confortante non intende affatto trascurare tutti i casi di buone prassi sviluppati nei vari corsi di studio, ma il buono che emerge è demandato all’impegno del singolo, senza che l’istituzione universitaria si interroghi sul come predisporre le condizioni per il potenziamento della qualità dei processi di apprendimento. A fronte di questa situazione la necessità di migliorare la qualità dell’insegnamento non è mai stata così stringente e sfidante come lo è oggi, in un clima di continuo cambiamento della formazione superiore. Nuove tendenze definiscono la formazione superiore, attraversando confini istituzionali e nazionali. Essi influiscono sul modo in cui un insegnamento efficace viene concettualizzato, condotto e supportato, valutato, valorizzato e riconosciuto. È necessario affrontare temi quali l’inadeguata preparazione per il lavoro accademico nei corsi di studio magistrali, l’incapacità dei docenti a trasferire competenze, la crescente complessità degli ambienti accademici, le attese e le responsabilità istituzionali, la necessità di preparare meglio gli studenti con bisogni diversi, e la necessità di stare al passo con i balzi della conoscenza e i cambiamenti nelle professioni. Migliorare la qualità della didattica è inoltre essenziale perché consente di ridurre il numero degli abbandoni. È venuto il momento di transitare da un’offerta formativa di tipo episodico a una prospettiva di esperienze di apprendimento in continuità nel tempo, per accompagnare la formazione dei docenti in un modo strutturalmente organizzato (Webster-Wright, 2009). Sulla base della rilevazione fenomenica, sono emerse le seguenti domande di ricerca: che cosa è il FD? Cosa consente di fare? Come si mette in pratica? Quali sono le potenzialità? Quali sono i limiti? Il FD ha il compito di incentivare i docenti ad interessarsi ai processi di insegnamento e apprendimento e a procurare un ambiente sicuro e positivo nel quale fare ricerca, sperimentare, valutare e adottare nuovi metodi (Lancaster et al. 2014). È finalizzato a promuovere cambiamento sia a livello individuale sia a livello organizzativo. Occupa un posto centrale il miglioramento delle competenze di teaching (Steinert, 2014). Due importanti obiettivi sono rappresentati dalla promozione delle capacità di leadership e di gestione dei contesti (Steiner et al., 2012). Una volta definite le metodologie del teaching, che possono essere oggetto di apprendimento da parte del personale accademico, è risultato necessario identificare le principali modalità formative che un centro di Faculty Development (FDc) dovrebbe mettere in atto per favorire l’apprendimento delle competenze didattiche. Per comprenderne la funzione reale è stato utile prendere in esame le attività proposte dai più importanti centri del panorama accademico nordamericano, analizzandone la struttura organizzativa, le risorse disponibili ed identificandone le due figure principali: il responsabile dell’organizzazione dei processi formativi e il responsabile della struttura. L’analisi dei casi ha consentito di evidenziare i molteplici servizi che possono essere forniti da un FDc. Questa analisi di realtà è risultata molto utile poiché ha offerto indicazioni pragmatiche ai fini di una politica accademica innovativa anche in ambito italiano. Alla luce degli argomenti sviluppati è stato possibile ipotizzare anche per gli atenei italiani l’istituzione di “Centri per la professionalità accademica”, indicando possibili iniziative da essi realizzabili, che potrebbero trovare spazio nella realtà del nostro paese.
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GIUNTI, CHIARA. "La formazione dei Dirigenti scolastici italiani. Un approccio metodologico per la messa a punto di un framework individuato attraverso l’Analytic Hierarchy Process (AHP)." Doctoral thesis, 2018. https://hdl.handle.net/2158/1127353.

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La ricerca affronta il tema della formazione dei dirigenti scolastici italiani. Partendo dai risultati di un’analisi sistematica della letteratura, sono esplorate le possibilità di una progettazione partecipata condotta secondo le linee metodologiche dell’Analytich Hierarchy Process (AHP). È stato coniugato l’approccio analitico proprio delle systematic review, basate su sintesi sia a carattere quantitativo che qualitativo, con quello analitico-valutativo proprio dell’Analytich Hierarchy Process (AHP) e con quello qualitativo, partecipativo tipico della tecnica Delphi.
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Fiesoli, Irene. "Il (sesto) senso del Design: la capacità di mediare e connettere i territori e i sistemi locali, le conoscenze e le nuove forme di innovazione." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/2158/1191414.

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La ricerca si sviluppa partendo da una riflessione sul complesso sistema produttivo contemporaneo e sui cambiamenti riscontrati rispetto al passato, cercando di comprendere l’evoluzione delle relazioni tra ricerca accademica – in particolare di design – e mondo delle imprese e dei progettisti, in relazione all’innovazione. Indaga attività e competenze che fanno parte di un sistema non tracciabile e che ancora non è stato mappato con precisione, definito come tacito, che però pur nella sua indeterminatezza riesce comunque a fornire un contributo al sistema produttivo generale. Dall’analisi del contesto contemporaneo, caratterizzato da una forte ondata di innovazione sociale oltre che tecnologica, emerge un cambiamento dei paradigmi conoscitivi che regolano il sistema e la richiesta di un coordinamento strategico attuabile soltanto attraverso un ampliamento delle competenze del designer, o di figure simili, che per attitudini e competenze riescono a ricoprire un ruolo di mediatore e di knowledge integrator. Infatti, le competenze tradizionali della disciplina del design, integrate con le nuove capacità strategiche e di lavoro in team interdisciplinari, permetteranno la creazione di connessioni innovative tra attori attivi sul territorio – tradizionali ed emergenti – e la formazione di nuove filiere creativo-produttive basate su un sistema a rete, definito network territoriale. L’obiettivo della tesi è dunque quello di apprendere quale sia, oggi, il contributo offerto dalla ricerca di design in ottica di sviluppo – sociale, culturale, produttivo ed economico – per rafforzare e rivitalizzare i Sistemi locali, specificatamente per il macro-settore degli Interni toscano (afferente al Distretto Interni e Design - dID), incoraggiando la formazione di partnership strategiche tra il mondo delle imprese, della ricerca e della formazione. La presente ricerca sviluppa quindi un’analisi bibliografica sulle trasformazioni contemporanee che stanno modificando e complessificando i Sistemi locali; indaga ed analizza – tramite analisi Desk e Field – le differenti tipologie di attori e stakeholder, cercando di comprendere come connetterli tra di loro partendo dai legami esistenti ma rafforzandoli e creandone di nuovi, in ottica di sviluppo della competitività territoriale; infine ipotizza sia lo sviluppo di un percorso didattico innovativo di design (Master), finalizzato alla formazione di figure capaci di gestire la complessità degli scenari contemporanei, sia la creazione di uno strumento strategico volto allo sviluppo di sinergie innovative tra gli attori territoriali (piattaforma).
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