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Дисертації з теми "Politiche di welfare"

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Collavo, Sandy <1993&gt. "Politiche di welfare aziendale: costo o investimento a lungo termine?" Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11680.

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Анотація:
L’impresa può eccellere nei propri obiettivi di crescita nel lungo periodo se, nell’esercizio della sua attività, è in grado di rispettare gli interessi dei vari player presenti nel contesto in cui opera. Ciò può essere visto dall’impresa come un vincolo a cui sottostare o come una fonte di impulsi e opportunità dai quali partire per creare valore. Infatti, se l’impresa è in grado di creare “valore condiviso” (Shared Value) per sé e per la società in cui opera, soddisfandone i bisogni principali, potrà contare su un contesto migliore in cui sviluppare il proprio business e in cui trovare gli asset strategici fonte del proprio vantaggio competitivo. Uno di questi è il capitale umano. Le politiche di welfare aziendale che l’impresa sviluppa al fine di valorizzare e remunerare adeguatamente questa risorsa non costituiscono solo un costo, sostenuto nel rispetto di valori puramente etici, ma possono essere considerate piuttosto come un investimento che, in un’ottica di lungo periodo, è in grado di creare valore per l’azienda e per la società.
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2

Mioni, Michele <1988&gt. "L'evoluzione delle politiche di welfare: il caso britannico dal governo Attlee al New Labour." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1641.

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3

Conte, Elena <1988&gt. "L'evoluzione delle politiche previdenziali nella Cina post-maoista e l'affermazione del welfare capitalism nell'area di Shenzhen." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2378.

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Анотація:
Dinanzi a un contesto socio-economico profondamente mutato, l’atteggiamento al vertice della leadership cinese, ha conosciuto, negli ultimi decenni, importanti cambiamenti, sintetizzati nel concetto di “società armoniosa”. Si tratta di un modello di sviluppo che pone l’accento sulla riduzione del divario tra aree urbane e aree rurali, tra regioni costiere e regioni interne e sulla promozione di un sistema incentrato sulla equa distribuzione del reddito e delle risorse materiali tra la popolazione, allo scopo di porre fine al fenomeno delle sperequazioni. Il raggiungimento di tali obiettivi ha domandato alla classe dirigente la realizzazione di una rete di sicurezza sociale estesa ed efficiente quanto più vicina possibile ai modelli di welfare moderni. Partendo da un’analisi generale sul sistema di sicurezza sociale in Cina, oggetto della presente ricerca sarà lo studio approfondito del meccanismo di funzionamento delle pensioni di anzianità, quindi le peculiarità del sistema previdenziale, infine la storia e l’evoluzione delle leggi di riforma che si sono susseguite fino alla sua formulazione più recente. Le pensioni in Cina poggiano su un sistema pensato esclusivamente per offrire protezione sociale agli anziani delle aree urbane e ai lavoratori impiegati nel settore statale. Garantisce generosi trattamenti a pochi “eletti” e grava sulle giovani generazioni costrette a sostenere un numero di anziani in costante aumento. Al giorno d’oggi solo il 20% della popolazione cinese, stando alle stime dell’ OCED, beneficia di una pensione di anzianità . Nella seconda parte, l’indagine aprirà un focus sugli sviluppi delle pratiche capitaliste nella realtà urbana della zona economica speciale di Shenzhen, soprannominata la”fabbrica del mondo” per via della sua rapida affermazione nel settore manifatturiero e dell’elettronica, tentando una stima sull’evoluzione del welfare e del sistema pensionistico e comprendere, quindi, l’importanza che ha acquisito il modello sociale per la stabilità interna. Dalla sua designazione a località pilota, nei primi anni Ottanta, Shenzhen, ha portato avanti un piano di riforme economiche e sperimentato interventi sociali inediti che hanno segnato definitivamente ed ufficialmente il corso della storia economica.
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4

Ongaro, Giovanna <1987&gt. "Modelli di Welfare. Gli effetti dei cambiamenti demografici sulle politiche sociali in Europa e in Italia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3333.

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Spinello, Martina <1994&gt. "Agenda 2030: Sconfiggere la Povertà. Welfare europeo e italiano. Analisi delle politiche di intervento in Italia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/16007.

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Анотація:
Lo scopo di questa tesi è proporre un nuovo approccio all’analisi della povertà e dell’esclusione sociale, in particolare facendo riferimento al caso italiano. La tesi è divisa in 3 parti, vale a dire un’introduzione, nel primo capitolo, di cos’è l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile formulata dalle Nazioni Unite e del primo obiettivo: Sconfiggere la povertà, analizzando delle teorie che ci aiuteranno a comprendere meglio la provenienza di quest’ultima. In particolare ho analizzato due teorie, la teoria degli stati di sviluppo socio-economico di W. W.Rostow e la teoria del Sistema-Mondo di I. Wallerstein. Per comprendere davvero il problema ho ritenuto necessario esaminarlo anche dal punto di vista economico e politico aiutandomi con le teorie utilistarista, rawlsiana e seniana, fino ad arrivare ad una vera e propria definizione della povertà approfondendo, in particolare i concetti di povertà assoluta, relativa, soggettiva e multidimensionale. Nel secondo capitolo ho introdotto il Welfare State a livello europeo, partendo da un’analisi storica dello stato sociale, fino ad arrivare all’analisi dei vari modelli europei di welfare secondo Titmuss, Esping-Andersen e Ferrera. Nel terzo ed ultimo capitolo mi concentro sul Welfare State italiano analizzando i dati di previsione dell’anno 2018 del Rapporto economico SVIMEZ e le politiche di intervento nella lotta alla povertà e alle disuguaglianze sociali.
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MONTE, Roberta. "Politiche di welfare aziendale a sostegno della riduzione del costo del personale. Analisi tra relazioni industriali e operativita’." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2016. http://hdl.handle.net/10446/62255.

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Анотація:
Il tema della presente trattazione è il ruolo del welfare aziendale a sostegno della riduzione del costo del personale; materia di grande attualità nel dibattito pubblico ma di complesso inquadramento poiché necessita di una conoscenza dettagliata in tema di costo del personale oltreché di un inquadramento sull’argomento del welfare aziendale. Lo scopo della trattazione è ricostruire i profili giuridici e dottrinali, con una interazione pragmatica, al fine di evidenziare le linee direttrici nell’ambito delle quali possano essere formulati punti di vista innovativi, tali da soddisfare le esigenze che l’evoluzione del contesto sociale ed economico ha generato in capo alle aziende. L’elaborato oggetto della trattazione parte (capitolo 1) dalla definizione del costo del personale inquadrando il tema nel contesto aziendale ovvero sull’impatto di quest’ultimo nelle dinamiche che incidono sulle scelte strategiche del management di impresa. Il primo capitolo si differenzia rispetto a quelli successivi per la vocazione prettamente operativa e pratica, partendo dall’analisi di tutti i fattori che incidono sui costi complessivi. A seguito di una puntuale disamina di tutti gli elementi, nella parte centrale, si incentra l’attenzione su di una analisi puntuale della retribuzione, che si qualifica come uno degli elementi più impattanti nel quadro dei costi diretti poiché più facilmente misurabile nelle proiezioni di costo aziendale; si andrà, quindi, a dedicare un intero paragrafo sottolineandone i profili costituzionali, normativi e giurisprudenziali in materia. Ancora, la riduzione del costo del personale passa, anche, attraverso cambiamenti tecnico-organizzativi ovvero politiche strategiche gestionali volte all’innovazione di modelli aziendali accompagnata da tutte le strategie atte a migliorare il clima interno favorendo le performance economiche delle imprese. In questa parte del capitolo, si cercherà di definire alcune delle strategie cost oriented a supporto delle aziende. La parte centrale della trattazione (capitolo 2) è, al contrario, dedicata alla struttura del welfare aziendale generalmente inteso con un focus sui profili innovativi e sulla incidenza in termini di fiscalità nei confronti delle aziende. Il lavoro parte con un parallelo tra la crisi che notoriamente ha investito il welfare state, andando a creare delle importanti mancanze, e la esponenziale crescita in termini di utilizzo di strumenti di welfare aziendale che si qualificano come integrativi rispetto a quelli del soggetto pubblico non più in grado di rispondere alle mutate esigenze della società e, quindi, dei lavoratori. Uno schema che cerca di tenere conto della complessa fenomenologia del welfare aziendale il cui profilo giuridico, ad oggi, si presenta ancora disorganico e alle volte confuso, riconducibile a molteplici ambiti normativi. In tale prospettiva l’analisi mira, in una prima fase, a ricostruire gli istituti oggetto di studio definendone in dettaglio le caratteristiche strutturali e funzionali sotto molteplici profili, uno tra i quali, nonché il più importante, l’impatto fiscale di questi ultimi sul costo del personale sostenuto dall’impresa. In questa parte della trattazione si procede ad una analisi della recente L.208/2015 c.d. Legge di Stabilità 2016 che per la prima volta, introduce significative modifiche riguardo la materia oggetto della trattazione. Ancora, in una seconda fase, l’analisi prosegue avendo come obiettivo quello di comprendere quanto impattano sulla riduzione del costo del personale tanto scelte di aumenti retributivi quanto l’attuazione di strumenti di welfare aziendale. In questo scenario si andrà a quantificare l’incidenza di entrambe le strategie aziendali che impattano positivamente sul benessere del dipendente, sulla motivazione e, quindi, sulla produttività. L’ultima parte dell’analisi (capitolo 3) si riferisce agli strumenti di welfare aziendale con particolare riferimento al settore della ristorazione collettiva. Nel dettaglio l’elaborato si suddivide in due parti. La prima parte presenta una panoramica aggiornata del settore rispetto a particolari elementi caratterizzanti relativi la composizione e la evoluzione in termini struttura; analisi resa possibile grazie al supporto del primo rapporto Oricon sulla ristorazione collettiva 2015. In questo scenario si andranno a descrivere talune best practices in materia di welfare aziendale poste in essere da alcune aziende leader nel settore della ristorazione collettiva. La seconda parte del capitolo prosegue con un case study ovvero con la descrizione del progetto “convenzione Sodexo”. Strumento di welfare aziendale, questo, si qualifica come una politica in continua evoluzione ed implementazione avviata nel corso del 2015 da Sodexo Italia Spa, azienda leader nel settore oggetto di analisi. Nella seconda parte il capitolo si conclude con una intervista alla dott.ssa Nadia Bertaggia, direttore del personale Sodexo Italia Spa; intervista condotta con particolare riferimento al ruolo strategico del welfare aziendale e alle prospettive evolutive dello stesso nel settore della ristorazione collettiva.
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MACHEDA, FRANCESCO. "I Fondi Pensione nei Paesi a Capitalismo Avanzato. Trasformazioni e Cambiamenti con le Politiche di Austerità." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2014. http://hdl.handle.net/11566/242749.

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Incerti, Vezzani Giorgia <1994&gt. "Le politiche locali dell’asilo e dell’immigrazione come “campo di battaglia”. Quali conseguenze e quali risposte alla crisi dei rifugiati? Il caso di Bologna come welfare from below." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19354.

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Анотація:
Contesto: la cosiddetta “crisi dei rifugiati” del 2015 ha visto l’Italia e l’intera Europa doversi confrontare sui propri sistemi di accoglienza e sulle proprie politiche migratorie. La questione migratoria sul territorio italiano ha scosso l’ambito della accoglienza e ha visto emergere sia forze politiche che un’opinione pubblica ostili e contrari a tale situazione migratoria e, dall’altra parte, l’avanzare di una azione sociale collettiva. Dopo il 2015, la questione asilo in Italia è sempre rimasta in cima all’agenda del governo italiano, con un discorso pubblico, decisioni politiche e provvedimenti legislativi che hanno alimentato diverse reazioni: diffidenza e ostilità verso i richiedenti asilo e gli immigrati in generale; inasprimento della già accesa campagna anti-immigrazione; smantellamento di vari elementi positivi del sistema di accoglienza dei rifugiati. Questa situazione è poi peggiorata con l’emergenza sanitaria ancora attuale che ha visto non solo aumentare la discriminazione verso lo straniero ma anche un peggioramento delle condizioni di vita degli immigrati. Nonostante il clima ostile, non sono mancate reazioni solidali da parte della società civile che si è dimostrata policy maker per riempire un vuoto istituzionale. Obiettivi: analizzare e comprendere quali reazioni ha scaturito la “crisi dei rifugiati” sul territorio italiano. Si vuole indagare quali reazioni istituzionali hanno seguito questa crisi e le loro conseguenze sulle persone accolte e sull’opinione pubblica; quali tipi di azione sociale diretta sono emerse in risposta ai vari decreti sicurezza, all’aumento degli irregolari e anche in risposta all’emergenza sanitaria attuale. Si è scelto come campo di indagine la Città Metropolitana di Bologna che da anni mantiene una politica migratoria accogliente e integrante. Metodi: 5/6 interviste semi strutturate a figure istituzionali, amministrative e della società civile del territorio bolognese. Risultati: ricerca in corso Conclusioni: ricerca in corso
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ARISI, CLAUDIA. "THE POLITICAL ORGANISATION OF BUSINESS AND WELFARE STATE RESTRUCTURING: HOW ASSOCIATIONAL FACTORS SHAPE EMPLOYERS' COOPERATION FOR SOCIAL POLICY DEVELOPMENT." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/208343.

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Анотація:
Given that business interests have assumed ever-growing importance in welfare state restructuring, and that welfare programmes impose significant costs on firms, when and how can employers decide to actively support the development of contemporary social policy? This thesis shows that specific types of business interest organisation can favour the cooperation of employers for the establishment of new social welfare legislation by mediating between their heterogeneous economic interests and the political target structure, and by governing their collective political mobilisation. Drawing on theories of collective action and neo-corporatist models, the thesis elaborates an original typological framework and assesses it through an historical cross-national study of the role of organised business in the Austrian and Italian severance pay reforms (1990s-2000s). Detail process-tracing and systematic cross-case comparison are used to reconstruct and analyse what motivated and enabled the Austrian business community, but not the Italian one, to decisively promote the use of severance payments for the expansion of supplementary pension funds. Empirically, the thesis finds that differences in the institutional set-up of the national organisation of business interests have shaped divergent governance roles of business in the two countries by making for different organisational capacities of interest coordination and unification on the one hand, and of bargained interest accommodation, on the other. In particular, highly inclusive and cohesive organisational forms of interest representation, like the Austrian ones, have allowed employers’ representatives to contain intra-class interest conflicts and deliver unitary, politically manageable and moderate social policy demands. Moreover, rather stable participation in state regulation (in non-wage policy areas) and high sanction leverage vis-à-vis members have enabled organisational leaders to determine collective social policy goals and strategies quite independently from the short-term interests of employers, and to render organisational decisions binding also for members opposing resistance. In closing, the thesis provides evidence that, even in presence of appropriate institutional arrangements, a remarkable responsibility for building business support for social welfare initiatives rests on the government. Since the latter can bias the contingent conditions of political influence, it can dampen organisations’ cooperative efforts whenever it opts for clientelistic dynamics of policy formation instead of backing the construction of cross-class reform coalitions.
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Bologna, Amedeo <1992&gt. "Giappone e Welfare di stato: struttura, punti di criticità e future problematiche in termini di Social Security System." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14908.

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Анотація:
Da molti anni il Giappone ha ottenuto la stima a livello internazionale come Stato egualitario, soprattutto in termini sociali; questa immagine non è altro che il frutto del funzionamento della macchina sociale conosciuta come Social Security System, principale artefice delle politiche Welfare del Paese, sotto il diretto controllo del Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare. Il funzionamento di questo sistema di sicurezza sociale rispetta quelle che sono le aree d’interesse di una giovane branchia dell’economia moderna, ovvero della "Welfare Economy". Nella prima parte di questo elaborato verranno descritti i principi teorici di riferimento dell’economia Welfare, spostandosi poi ad una seconda parte focalizzata, invece, nella descrizione generale di questa grande macchina sociale nel Giappone; verranno quindi descritte in maniera piuttosto approfondita i meccanismi principali del suo funzionamento, con particolare attenzione al sistema pensionistico e al sistema sanitario giapponese, così come al servizio di assistenza pubblica. In una seconda parte della tesi, invece, cercheremo di comprendere quali sono i punti ancora deboli e che necessitano di un’urgente azione governativa, provando anche ad individuare eventuali politiche risolutive per problematiche sociali che hanno avuto un eco a livello globale negli ultimi decenni, quali ad esempio la parità di genere nel mondo del lavoro. Nella quarta ed ultima parte, sulla base delle proiezioni demografiche del popolo giapponese, cercheremo di individuare le problematiche future, che richiedono fin da subito strategie politiche risolutive volte a preservare questo sistema che sembra essere adeguato, ma che in realtà presenta numerose criticità.
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PODESTA', ARIANNA. "L’IMPATTO DEI MEGA-EVENTI SUL WELFARE DI UNA CITTÀ: UN'ANALISI DEL MERCATO IMMOBILIARE APPLICATA AL CASO DELE OLIMPIADI DI TORINO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/3678.

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Анотація:
In una realtà sempre più globalizzata e di competizione tra città, ospitare un mega-evento è un’opportunità di accelerazione della trasformazione economica, infrastrutturale, sociale e urbana. Questa tesi si propone di valutare se Torino è stata capace di trasformare l’occasione dei Giochi Olimpici Invernali 2006 in una duratura eredità per la città, separando l’effetto dei Giochi in se' e per se' da quello degli investimenti pubblici e della visibilità. Il primo capitolo evidenzia l’importanza di ospitare un evento per l’economia locale e fornisce un quadro generale d’analisi, presentando la scelta della dinamica dei prezzi immobiliari rispetto ad altri metodi usati in letteratura, assieme a quella della tecnica difference-in-differences. Infine, propone il contesto teorico dell’analisi empirica che viene sviluppata nei due capitoli successivi, spiegando le ragioni dietro la scelta del caso delle Olimpiadi di Torino. Il secondo capitolo mira a separare l’effetto differenziale degli investimenti pubblici locali (introducendo una loro nuova misurazione diretta) sull’attrattività della città, distinto da quello dell’ospitare i Giochi di per sé. Il terzo capitolo amplia l’analisi empirica introducendo il ruolo della visibilità internazionale tramite la creazione di un innovativo indice di visibilità basato sui dati forniti dallo strumento Google Trends.
In a context of increasing globalisation and competition between cities, hosting mega-events is an opportunity to accelerate economic, infrastructural, social and urban transformation. This dissertation aims at analysing if Turin was able to transform the hosting of the 2006 Winter Olympic Games in a long-lasting legacy for the city, separating the effect of the Olympics per se from the ones of public investments and visibility. In doing so, the first chapter highlights the importance of event hosting for local economies and provides a general framework of analysis, discussing the choice of housing prices dynamics to evaluate the impact of mega events with respect to other methods used in literature, as well as the one of difference-in-differences technique. Finally, the theoretical background of the empirical analysis that follows in the subsequent chapters is presented along with the choice of the case of Turin’s Olympics. The second paper aims at disentangling the differential effect of local public investments (introducing a new direct measure of them) on city appeal, distinguished from that of hosting the Olympics per se. The third paper extends the empirical analysis introducing the role of international visibility in shaping the legacy of Turin Olympics. In doing so, an innovative index of visibility is constructed using data from the Google Trend Tool.
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PODESTA', ARIANNA. "L’IMPATTO DEI MEGA-EVENTI SUL WELFARE DI UNA CITTÀ: UN'ANALISI DEL MERCATO IMMOBILIARE APPLICATA AL CASO DELE OLIMPIADI DI TORINO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/3678.

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Анотація:
In una realtà sempre più globalizzata e di competizione tra città, ospitare un mega-evento è un’opportunità di accelerazione della trasformazione economica, infrastrutturale, sociale e urbana. Questa tesi si propone di valutare se Torino è stata capace di trasformare l’occasione dei Giochi Olimpici Invernali 2006 in una duratura eredità per la città, separando l’effetto dei Giochi in se' e per se' da quello degli investimenti pubblici e della visibilità. Il primo capitolo evidenzia l’importanza di ospitare un evento per l’economia locale e fornisce un quadro generale d’analisi, presentando la scelta della dinamica dei prezzi immobiliari rispetto ad altri metodi usati in letteratura, assieme a quella della tecnica difference-in-differences. Infine, propone il contesto teorico dell’analisi empirica che viene sviluppata nei due capitoli successivi, spiegando le ragioni dietro la scelta del caso delle Olimpiadi di Torino. Il secondo capitolo mira a separare l’effetto differenziale degli investimenti pubblici locali (introducendo una loro nuova misurazione diretta) sull’attrattività della città, distinto da quello dell’ospitare i Giochi di per sé. Il terzo capitolo amplia l’analisi empirica introducendo il ruolo della visibilità internazionale tramite la creazione di un innovativo indice di visibilità basato sui dati forniti dallo strumento Google Trends.
In a context of increasing globalisation and competition between cities, hosting mega-events is an opportunity to accelerate economic, infrastructural, social and urban transformation. This dissertation aims at analysing if Turin was able to transform the hosting of the 2006 Winter Olympic Games in a long-lasting legacy for the city, separating the effect of the Olympics per se from the ones of public investments and visibility. In doing so, the first chapter highlights the importance of event hosting for local economies and provides a general framework of analysis, discussing the choice of housing prices dynamics to evaluate the impact of mega events with respect to other methods used in literature, as well as the one of difference-in-differences technique. Finally, the theoretical background of the empirical analysis that follows in the subsequent chapters is presented along with the choice of the case of Turin’s Olympics. The second paper aims at disentangling the differential effect of local public investments (introducing a new direct measure of them) on city appeal, distinguished from that of hosting the Olympics per se. The third paper extends the empirical analysis introducing the role of international visibility in shaping the legacy of Turin Olympics. In doing so, an innovative index of visibility is constructed using data from the Google Trend Tool.
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TAVERRITI, SARA BIANCA. "L'AUTOCONTROLLO PENALE. RESPONSABILITÀ PENALE E MODELLI DI AUTONORMAZIONE DEI DESTINATARI DEL PRECETTO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/619498.

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Анотація:
La ricerca prende l’abbrivio dalla constatazione della crescente importanza acquisita, nel panorama delle fonti penalistiche, dal fenomeno dell’autonormazione: prodotto del diritto penale post-moderno consistente nell’autoimposizione, da parte dei destinatari stessi della norma, di precetti comportamentali in chiave criminal-preventiva. Oltre al ruolo ambivalente del principio di legalità penale (effetto e causa, al contempo, del fenomeno qui preso in considerazione), l’interesse del penalista per l’approfondimento scientifico del fenomeno è sollecitato dal potenziale che quest’ultimo rivela come alternativa (sostitutiva o integrata) rispetto al diritto penale. Il primo capitolo è dedicato alla ricostruzione delle cause che hanno dato origine al fenomeno, all’uopo ripartite in due macro-categorie: (i) le cause di ordine generale, per l’enucleazione delle quali è stata condotta una ricerca che spazia nelle materie sociologiche, economiche e giusfilosofiche; (ii) le cause di natura giuridica, che sono state investigate considerando sia le manifestazioni comuni all’intero ordinamento giuridico, sia quelle specifiche della penalistica, in cui la crisi del principio della riserva di legge e il declino del diritto penale classico assumono un’importanza cruciale. Nel secondo capitolo, il focus dell’analisi si concentra sulla dimensione strutturale del paradigma autonormativo per come emerso nelle sue principali manifestazioni e nelle concettualizzazioni teoriche maturate soprattutto grazie all’approfondimento riservato al fenomeno della Self-Regulation dagli studiosi di area anglosassone. La paradigmatica dell’autonormazione viene scrutinata tanto nelle sue singole componenti costitutive statiche, quanto nei suoi moti dinamici come strategia regolatoria all’interno dell’ordinamento. La ricerca si sposta nel terzo capitolo dalla struttura alla funzione, con l’obiettivo di ricavare i criteri di politica-criminale strumentali all’impiego dell’autonormazione nel sistema penale. A tal fine, sono state esplorate le possibili relazioni interordinamentali di raccordo tra sistemi autonormativi e ordinamento statale, applicando una metodologia mutuata dall’impostazione di Santi Romano ma ambientata sul terreno del diritto penale e delle sue alternative. Nel quarto capitolo l’indagine si rivolge verso i più eminenti esempi di autonormazione manifestatisi nell’ordinamento italiano: i modelli organizzativi ex D. Lgs. 231 del 2001; i piani per la prevenzione della corruzione nella P.A.; le linee guida medico-chirurgiche per lo svolgimento delle attività sanitaria. Oltre a una disamina ricognitiva della disciplina di questi sub-sistemi normativi, i tre banchi di prova vengono scandagliati in chiave struttural-funzionalistica alla luce dei criteri di analisi illustrati nel secondo capitolo e ricavati nel terzo. Il capitolo 5 chiude il lavoro proiettando i risultati delle ricerche sul piano della teoria del reato, per verificare quale impatto abbia/possa avere l’autonormazione sulla dogmatica. Dopo aver passato in rassegna le possibili ricadute sulle diverse categorie penalistiche, la chiosa finale valorizza il potenziale del diritto riflessivo come candidato ideale per la concretizzazione della clausola di extrema ratio in materia penale. L’uso dell’autonormazione come strumento alternativo rispetto al diritto penale viene ritenuto, infatti, il profilo applicativo più promettente e degno di essere ulteriormente esplorato.
One of the crucial challenges of Criminal Law in the new millennium is to deal with the complexity of contemporary society. The traditional approach based on the State monopoly on criminal matters keeps abreast no longer with the scientific-technological sophistication and the rate of changes in criminal behavior in the era of globalization. In this scenario, we witness the rise of Self-Regulation as an auxiliary tool of crime prevention, whose main goal is to fill the vacuum and to compensate for the rapid obsolescence of state legislation. Compliance Programs, Anti-Bribery Plans, Clinical Guidelines are some of the elements of a diverse constellation of cases in which preventive measures, behavioral rules, surveillance, and sanctions are issued and enforced by a legislator who coincides with the recipient, and which is often a private actor. Nevertheless, the ambivalence of Self-Regulation lies in the fact that – in the face of some positive externalities promised – this paradigm could jeopardize some of the fundamental principles of Criminal Law. The aim of this work is to provide a critical analysis of such phenomenon in order to verify the compatibility of Self-Regulation with the Rule of Law and to assess its efficacy in deterring and detecting misconducts.
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CIARINI, Andrea. "Dai regimi di welfare ai "regimi di cura" in Europa. Il Caso delle politiche sociali per gli anziani non autosufficienti in Italia, Francia, Regno Unito, Svezia." Doctoral thesis, 2008. http://hdl.handle.net/11573/489254.

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ABBONIZIO, GIUSEPPE. "Liberalismo, democrazia. Il pensiero politico di Ralf Dahrendorf." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1068022.

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Анотація:
Comprendere lo studioso nella società del suo tempo.E' questo il filo conduttore seguito nell'analisi del pensiero politico di Ralf Dahrendorf. La diagnosi del presente: lo stato della sociologia tedesca nel dopoguerra, gli orientamenti sociologici, costituiscono la cornice introduttiva ai concetti metodologici fondamentali delle opere giovanili. In secondo luogo, seguendo la prospettiva dello storico del pensiero politico, si è ricostruito il quadro concettuale mostrando i mutamenti di queste "idee sistematiche della politica" in relazione con il principio della storicità della realtà sociale. Qui, due categorie risultano decisive: libertà e giustizia sociale. D'altra parte, l'opera di denuncia delle disparità sociali sia all'interno del "Primo Mondo" sia al di fuori consente a Dahrendorf di costituire un paradigma che è contro la diseguaglianza sistematica. Per finire, riflettendo sui cambiamenti degli spazi globali, Dahrendorf ha legato il destino della democrazia a quello dello Stato-nazione, limitandosi semplicemente alla difesa della democrazia rappresentativa.
Understanding the scholar in the society of his time: this is the common thread followed in Ralf Dahrendorf's analysis of political thought. The diagnosis of the present: the state of German sociology in the post-war period, the sociological guidelines, constitute the introductory framework for the fundamental methodological concepts of youth works. Secondly, following the historical perspective of political thought, the conceptual framework has been reconstructed showing the changes of these "systematic ideas of politics" in relation to the historical principle of social reality. Here, two categories are decisive: freedom and social justice. On the other hand, the work of denouncing social inequalities both inside and outside the "First World" allows Dahrendorf to constitute a paradigm that is against systematic inequality. Finally, reflecting on the changes in global spaces, Dahrendorf tied the destiny of democracy to that of the nation-state, limiting himself simply to defending representative democracy.
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AMBROSI, AGNESE. "Le politiche pubbliche di lotta alla povertà: processi attuativi ed impatti dei nuovi schemi di reddito minimo in Emilia-Romagna. Sostegno per l’inclusione attiva (SIA), Reddito di inclusione (REI) e Reddito di solidarietà (RES)." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1231443.

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Анотація:
La tesi analizza i processi di implementazione e gli impatti delle nuove politiche di contrasto alla povertà in Emilia Romagna (Sostegno per l'inclusione attiva - Sia; Reddito di inclusione - Rei; Reddito di solidarietà - Res). La ricerca è condotta tramite analisi documentale; analisi dei dati; osservazione sul campo e lavoro sociale; interviste non strutturate; sessanta studi di caso seguiti ognuno per un periodo non inferiore a sei mesi; un questionario di 70 domande inviato a 204 assistenti sociali sul territorio regionale; un questionario di 41 domande inviato a tutti gli ambiti distrettuali sociali dell'Emilia Romagna. A livello teorico fa riferimento agli studi sull'implementazione delle politiche pubbliche e sulla street level bureaucracy.
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LONGHI, Sara. ""Si può fare": le imprese sociali dell'Alto Vicentino fra tradizione e innovazione. Uno studio empirico." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/11562/387477.

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La tesi si occupa della questione dell'innovazione nelle imprese sociali, in particolare attraverso un confronto con le medesime imprese che operano secondo modelli più tradizionali. Le imprese sociali negli ultimi decenni sono venute ad assumere una posizione sempre più centrale nel processo di erogazione dei servizi alla persona, assumendo tuttavia un ruolo spesso subalterno a quello della pubblica amministrazione finanziatrice e venendo a perdere nel tempo ampi margini di autonomia operativa. Nonostante le forti spinte verso l’omologazione di pratiche e di culture le pur frammentarie rilevanze empiriche esistenti al momento, inducono tuttavia a farci ritenere possibile una controtendenza. Sulla base della letteratura mainstream in materia si è supposto che la pluralità dei finanziamenti, la struttura di governance multistakeholder, il numero e l'intensità dei legami con l'ambiente di riferimento ed il possesso di una cultura imprenditoriale fossero caratteristiche distintive del modello innovativo. Alla luce di ciò ci siamo posti come obiettivi la comprensione della portata e della rilevanza sociale del fenomeno innovativo nel territorio considerato (abbiamo analizzato le cooperative aderenti ad uno dei massimi consorzi operanti nel vicentino), accanto alle motivazioni che hanno indotto le imprese sociali innovative a percorrere strade alternative nell'affermazione della propria mission. Per farlo abbiamo usato un approccio metodologico basato sull'integrazione tra analisi quantitativa (somministrazione di questionari alla totalità delle cooperative del campione, composto da 62 unità) e analisi qualitativa (interviste a testimoni privilegiati e storie di vita), anche se il taglio della ricerca empirica può dirsi a tutti gli effetti esplorativo. Nella seconda fase della ricerca si sono selezionati quattro casi per tipologia, sulla base dei risultati emersi nei questionari. Le conclusioni del presente lavoro, pur con i livelli di approssimazione collegati al limitato campione preso in esame, al taglio prevalentemente esplorativo della ricerca ed alle risorse messe in campo, indicano che effettivamente esistono delle esperienze di innovazione nel campo della cooperazione sociale e, seppure per il momento si tratti di un contenuto numero di casi, la vivacità e l'entusiasmo con cui questi progetti vengono portati avanti e lo stato di salute di cui godono le cooperative che hanno iniziato ad esplorare gli sconosciuti luoghi dell'innovazione, incoraggiano la promozione di altre future esperienze. Come avevamo previsto in sede di ipotesi iniziali le caratteristiche delle imprese più innovative sono riconducibili al possesso dei requisiti di cui abbiamo detto. Il futuro delle imprese sociali è pertanto strettamente legato alla possibilità di investire in processi di produzione di beni e servizi capaci di attivare risorse aggiuntive rispetto a quelle tradizionalmente rintracciabili nelle aziende di profitto, incentivando la partecipazione ed il coinvolgimento di più attori, sia interni che esterni, governando una pluralità di interessi e promuovendo una politica di trasparenza e controllo. Crediamo che attribuendo valore alle caratteristiche di cui sopra si possa effettivamente contribuire a creare un ambiente favorevole allo sviluppo di organizzazioni innovative. Certo è soprattutto una svolta culturale, quella che si chiede alle imprese sociali oggi. I tempi sono senza dubbio difficili e per molte delle realtà incontrate non sono forse ancora maturi per poter percorrere al meglio la strada del cambiamento. Tuttavia tale strada sembra essere nella maggior parte dei casi obbligata, dal momento che il ruolo strumentale delle imprese sociali, asservite agli scopi delle pubbliche amministrazioni paganti, sembra avere i giorni contati. La crisi economica imporrà la necessità di un cambiamento e quando quel momento arriverà sarebbe preferibile farsi trovare quantomeno preparati, se non pronti. Assumere pertanto una configurazione interna in grado di supportare le istanze del mutamento potrà contribuire a salvaguardare l'esistenza e la centralità di un fenomeno associativo, quello della cooperazione e dell'impresa sociale, che ha senz'altro ancora molte cose da dire.
The thesis deals with the issue of innovation in social enterprises, particularly through a comparison with the same firms that operate on more traditional models. Social enterprises in recent decades have come to assume a more central position in the process of service delivery to the person, assuming a role, however, often subordinate to the lender and the government coming in time to lose a large margin of autonomy. Despite the strong push towards the approval of practices and cultures, though fragmentary empirical relevance at the time, however, lead us to believe can be a counter. Based on mainstream literature it was assumed that the plurality of funding, the multi-stakeholder governance structure, the number and intensity of ties with the reference environment and the possession of an entrepreneurial culture were distinctive features of the innovative model. In light of what we are working on understanding the significance and social relevance of the phenomenon considered innovative in the area (we have analyzed the cooperatives belonging to one of the leading consortia operating in Vicenza), along with the reasons which led to innovative social enterprises take alternative routes in the statement of its mission. To do this we used a methodological approach based on the integration of quantitative analysis (questionnaires to all the cooperatives in the sample, consisting of 62 units) and qualitative (interviews with privileged witnesses and life stories), although the cut of the research of thumb can be said in all respects exploratory. In the second phase of the research have selected four cases by type, based on the findings in the questionnaires. The conclusions of this work, even with levels of approximation related to the limited sample examined, cut mainly exploratory research and resources put in place, indicate that there are actually experiences of innovation in the field of social cooperation, albeit the moment it is a content number of cases, the vivacity and enthusiasm with which these projects are brought forward and the state of health enjoyed by cooperatives have begun to explore the unknown places of innovation, encourage the promotion of other future experiences. As we predicted in the initial assumptions of the most innovative features are due to meet the requirements of which we have said. The future of social enterprises is therefore closely linked to the possibility of investing in processes of production of goods and services that enable additional resources to those traditionally be found in the companies profits, encouraging participation and involvement of multiple stakeholders, both internal and external , governing a plurality of interests and promoting a policy of transparency and control. We believe that attributing value to the above features can actually help to create an environment conducive to the development of innovative organizations. Of course it is above all a cultural shift, one that asks for social enterprises today. Times are difficult and no doubt for many of the realities encountered are perhaps not yet ripe to take the best road to change. However, this way seems to be required in most cases, since the instrumental role of social enterprises, subservient to the purposes of paying government seems to have its days numbered. The economic crisis will force the need for change and when that time comes it would be preferable to find at least be prepared, if not ready. Take therefore an internal configuration that can support instances of the change will help to safeguard the existence and the centrality of an associative phenomenon, that of cooperation and social enterprise, which has certainly a lot more to say.
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18

Bruno, Antonella. "La Campania: evoluzione e consolidamento del sistema di welfare locale." Thesis, 2012. http://hdl.handle.net/10955/837.

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19

LEONARDI, LAURA. "Libertà e uguaglianza nella sociologia politica di Ralf Dahrendorf." Doctoral thesis, 1991. http://hdl.handle.net/2158/486457.

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