Статті в журналах з теми "Periodo della Repubblica italiana"

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Conte, Paolo. "Michele De Tommaso: tra Costituzione montagnarda e sistema napoleonico (1792-1804)." IL RISORGIMENTO, no. 1 (June 2016): 21–54. http://dx.doi.org/10.3280/riso2016-001002.

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Анотація:
Per i patrioti italiani che avevano sostenuto la causa della Rivoluzione francese, il passaggio all'"ordine napoleonico" seguito alla vittoria repubblicana di Marengo non comporto la fine della loro attivita politica. Ne e un esempio il percorso biografico di Michele De Tommaso, prete napoletano attivo nell'organizzazione dei club patriottici partenopei ancor prima del 1796 e poi distintosi fra il Ponente ligure e Napoli nell'intensa fase del Triennio giacobino. Dopo il crollo delle Repubbliche sorelle, terminato un breve periodo di esilio in Francia, fece ritorno a Porto Maurizio, dove durante la "seconda" Repubblica ligure si distinse sia per la sua attivita intellettuale e pedagogica, sia per il suo attivismo filofrancese. Da un lato fondo e diresse una scuola pubblica di filosofia e scrisse opere di logica e metafisica, dall'altro svolse il ruolo di cancelliere del Viceconsolato transalpino e fu arrestato due volte per la partecipazione a rivolte cittadine: modalita diverse, ma complementari, per portar avanti la battaglia politica per la democrazia in Italia.
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Guarnieri, Carlo. "MAGISTRATURA E POLITICA: IL CASO ITALIANO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, no. 1 (April 1991): 3–32. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200009801.

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Анотація:
IntroduzioneNel periodo repubblicano, l'assetto istituzionale della magistratura italiana è stato radicalmente trasformato con l'obiettivo, almeno in apparenza, di salvaguardarne il piò possibile l'indipendenza. In realtà, la posizione assunta oggi dalla magistratura nel nostro sistema politico sembra per molti versi peculiare. Per valutare correttamente grado e implicazioni di questa peculiarità è però necessario partire da una considerazione del ruolo della magistratura nei regimi democratici e comparare l'attuale assetto della magistratura italiana con quello delle magistrature operanti in regimi simili.
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Rollandi, Maria Stella. "Mimetismo di bandiera nel Mediterraneo del secondo settecento. Il caso del Giorgio inglese." SOCIETÀ E STORIA, no. 130 (February 2011): 721–42. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-130003.

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Анотація:
L'autrice esamina alcuni aspetti dei viaggi effettuati fra il 1767 e il 1769 dalla nave Giorgio, battente bandiera inglese, ma di proprietÀ di Gian Tommaso Balbi, un aristo- cratico genovese. Scopo principale dell'investimento: trasportare cereali dall'Arcipelago alla Spagna con un'operazione che si inserisce nella consolidata pratica di rifornimento dei granai spagnoli, in un momento di salita dei prezzi, con specifici fini speculativi. L'investitore ricorre alla pratica del mimetismo di bandiera molto diffusa in quel periodo presso la marineria genovese a causa della fragilitÀ politica e militare della Repubblica. L'attivitÀ non si rivela profittevole e i viaggi si concludono nel momento in cui viene meno l'interesse del Balbi. La documentazione correlata a questa impresa presenta interessanti aspetti per quanto concerne il meccanismo degli imbarchi e degli sbarchi in vista dei luoghi di destinazione della nave e della tipologia della navigazione; fornisce dati relativi al dinamico e differenziato mercato del lavoro marittimo di quel periodo e, in particolare alla luce del caso esaminato, delle oscillazioni nelle retribuzioni sia all'interno dei gruppi omogenei che formano l'equipaggio sia fra marinai italiani e stranieri.
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Del Prete, Simeone. "Il Comitato di Solidarietà Democratica tra difesa processuale e recupero politico nel processo alla Resistenza. Il caso giudiziario dell'eccidio di Oderzo." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 298 (June 2022): 114–43. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-298011.

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Анотація:
Il saggio intende proporre una riflessione sul rapporto tra il Pci e gli ex-partigiani processati tra anni Quaranta e Cinquanta per il coinvolgimento in azioni connesse alla lotta di liberazione o in episodi di violenza postbellica. Più nello specifico, l'articolo suggerisce nuove ipotesi interpretative sull'assistenza giudiziaria ed extragiudiziaria garantita dal Pci a questi ultimi nel periodo del centrismo degasperiano. Attraverso un percorso di indagine condotto sui documenti del Comitato di Solidarietà Democratica, l'organizzazione politico-giuridica fondata su impulso del Fronte popolare allo scopo di garantire assistenza ai militanti inquisiti, l'autore riflette sulla natura delle pratiche adottate per il contrasto al "processo alla Resistenza" e sulle questioni politiche che il fenomeno ingener. in seno al partito e all'opposizione socialcomunista. La riflessione, incentrata sulla dimensione nazionale della congiuntura, si avvale del caso di studio del processo celebrato tra il 1950 e il 1957 contro i responsabili dell'"eccidio di Oderzo", l'esecuzione sommaria, avvenuta tra l'aprile e il maggio 1945, di oltre un centinaio di presunti appartenenti alle forze armate della Repubblica sociale italiana.
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Keppie, Lawrence. "The changing face of the Roman legions (49 BC–AD 69)." Papers of the British School at Rome 65 (November 1997): 89–102. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620001059x.

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Анотація:
IL MUTEVOLE ASPETTO DELLE LEGIONI ROMANE (49 a.C. - 69 d.C.)I 125 anni tra le guerre civili della tarda Repubblica e la fine del periodo Giulio-Claudio testimoniarono un cambiamento drammatico nel personale delle legioni romane: i posti occupati dagli Italiani vennero gradualmente occupati da uomini provenienti dalle province dell'Impero, che quindi provenivano dalle più diverse culture. La prospettiva di lunghi anni di servizio su distanti frontiere aveva alienato le tradizionali fonti di forza lavoro. Questo articolo suggerisce che il cambiamento era in atto prima di quanto fosse generalmente supposto. Pochi Italiani ritornavano a casa dopo il servizio. In genere i legionari non avevano alcun legame emotivo con la città di Roma, al punto che ben pochi avevano mai la possibilità di visitarla.
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Melloni, Alberto. "“CHIESA E STATO” FRATTURA DI COSA, FRATTURE PER COSA." Il Politico 251, no. 2 (March 3, 2020): 255–67. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.248.

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Анотація:
Una caratteristica cruciale della storia italiana è il poliedrico rapporto tra Stato e papato, un rapporto a volte conflittuale, a volte amichevole ma sempre presente nelle diverse fasi del processo di costruzione della nazione. Da un lato, la Questione Romana e le vicende dell'Unità del XIX secolo si basano su diverse fratture e ne evidenziano l'antagonismo. Dall'altro, una riconciliazione si può vedere dopo il Movimento di Resistenza, quando la Chiesa è diventata protagonista del sistema democratico repubblicano e durante il periodo della stesura della Costituzione, basata sugli sforzi reciproci e sull'utopia di un dialogo fecondo. Nel complesso, e questo è vero fin dalla Cattura di Roma (1870), lo Stato italiano ha sempre dovuto misurarsi con la presenza duratura del papato.
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Caramani, Daniele. "LA PARTECIPAZIONE ELETTORALE: GLI EFFETTI DELLA COMPETIZIONE MAGGIORITARIA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 26, no. 3 (December 1996): 585–608. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024515.

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PremessaI livelli di partecipazione elettorale vengono spesso considerati come uno dei principali termometri dello stato di salute di una democrazia. Sebbene la loro interpretazione da parte della teoria democratica non sia sempre stata univoca, il calo della partecipazione viene solitamente associato a immagini di «crisi» dei sistemi politici e delle tradizionali forme di rappresentanza, a fasi di transizione e ad atteggiamenti di disaffezione, di apatia e di protesta da parte dei cittadini nei confronti delle istituzioni.La forte crescita del fenomeno astensionista durante quello che viene ormai comunemente considerato il periodo della transizione italiana, sembrerebbe avvalorare questa tesi. Nel raffronto internazionale, tassi elevati e stabili hanno caratterizzato la partecipazione elettorale nell'Italia repubblicana. Tuttavia, dalla fine degli anni '70 l'astensionismo si è manifestato sempre più marcatamente. Se da un lato ciò ha destato una certa preoccupazione, dall'altro si è rinnovato l'interesse tra osservatori e studiosi nei confronti dei problemi della partecipazione elettorale2. I grandi mutamenti politici che si sono verificati a partire dalle elezioni del 1992 ed il grande fermento politico e sociale che ne è scaturito, non hanno invertito questa tendenza. Al contrario, la partecipazione alle elezioni ne è risultata contratta e le elezioni del 21 aprile 1996 hanno registrato una ulteriore brusca frenata dell'affluenza.
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Pertot, Gianfranco. "Memoria e memorie risorgimentali a Venezia dopo l'annessione all'Italia." STORIA URBANA, no. 132 (February 2012): 111–63. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132005.

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Il Risorgimento a Venezia ebbe il suo piů fulgido episodio nell'esperienza della Repubblica di San Marco del 1848-49, che ebbe come protagonisti Daniele Manin, Niccolň Tommaseo e altri personaggi di spicco della cultura veneziana. Dopo l'annessione all'Italia (1866) i veneziani vollero innanzitutto ricordare gli eroi e le vicende di quel periodo. Anche a Venezia si costruirono monumenti al Re e a Garibaldi, ma mancň quell'opera capillare, estesa e continua di celebrazione dei protagonisti del Risorgimento, con manifesto intento di alfabetizzazione politica, quale si manifestň in molte altre cittŕ italiane nei primi decenni dopo l'Unitŕ. Pochi furono i monumenti eretti (con molte polemiche, ritardi, contrasti fra istituzioni, comitati, rappresentanti delle élite della cittŕ) e pochi anche i cambiamenti nella toponomastica. Venezia dopo il 1866 era una cittŕ in profonda crisi economica, sociale e di identitŕ. I modi contradditori con cui affrontň la celebrazione risorgimentali sono sintomo della difficile contingenza e della problematica convivenza fra il nuovo ordine moderato imposto con l'Unitŕ (peraltro in sintonia con il patriziato, ancora saldamente rappresentato ai vertici del governo cittadino), il ricordo dell'eroica ma sfortunata esperienza rivoluzionaria del 1848-49 e quello, latente, dell'autonomia goduta fino al 1797.
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Maccioni, Elena. "Mercato cambiario e uomini d’affari a Barcellona durante la guerra tra Alfonso il Magnanimo e la Repubblica Fiorentina." Anales de la Universidad de Alicante. Historia Medieval, no. 23 (May 26, 2022): 61. http://dx.doi.org/10.14198/medieval.21218.

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Анотація:
La metà del secolo XV fu per la Corona d’Aragona e specialmente per Barcellona un periodo complicato: Alfonso V era impegnato nelle guerre italiane, in particolare contro Firenze e Milano, Genova e Venezia; il Regno di Napoli era stato annesso all’Unione, e richiedeva sforzi importanti per il suo mantenimento; allo stesso tempo dalla capitale catalana provenivano richieste di apertura “democratica” del Consiglio dei Cento, che portavano a un’evidente instabilità interna, frutto in parte di una dimostrata crisi monetaria, dovuta anche alla scarsa capacità di governo dell’economia. Nonostante ciò, i mercanti, gli armatori e i banchieri continuarono a cercare di portare avanti i propri interessi economici nel Mediterraneo, anche servendosi delle istituzioni di natura corporativa, come il Consolato del mare. Attraverso l’analisi di alcuni registri di protesti di lettere di cambio gestiti dal notaio del Consolato barcellonese, si cercherà di mettere in luce l’evoluzione delle reti mercantili-finanziarie catalane, in particolare lungo la rotta meridionale italiana. Lo studio non avrà l’obiettivo di analizzare l’uso tecnico dello strumento cambiario, ma quello di portare alla luce strategie e protagonisti del processo di inserimento del capitale mercantile e finanziario in Italia durante il regno di Alfonso il Magnanimo e in special modo durante la guerra contro Firenze. Emergeranno, così, i nomi di quelle persone che furono le protagoniste dei grandi e quotidiani spostamenti di denaro fra i centri politico-commerciali del Commonwealth catalanoaragonese. Si tenterà una prima ricostruzione delle loro attività e dei loro movimenti, nonché delle connessioni con i più importanti operatori del sistema finanziario europeo, ovvero i toscani.
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Morlino e, Leonardo, and Franco Mattei. "VECCHIO E NUOVO AUTORITARISMO NELL'EUROPA MEDITERRANEA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 22, no. 1 (April 1992): 137–60. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020001827x.

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IntroduzioneNel corso degli anni settanta, crisi autoritaria e transizione alla democrazia hanno caratterizzato Portogallo, Spagna e Grecia (O'Donnell, Schmitter e Whitehead 1986). Nello stesso periodo il quarto paese dell'Europa mediterranea, l'Italia, attraversava la sua crisi democratica piò difficile dai tempi dell'instaurazione repubblicana (1945-48), o addirittura dagli anni venti. In Spagna e Portogallo, il fallimento dei regimi autoritari e i relativi processi di democratizzazione erano scaturiti da una combinazione di trasformazioni interne, economiche e sociali, e internazionali (Morlino 1986). In Grecia quel fallimento veniva dal mancato consolidamento del regime militare, insieme all'attivazione di una notevole opposizione al regime e alla crisi di Cipro, cioè ancora da una combinazione di elementi interni ed internazionali. Trasformazioni socio-economiche e conseguente mobilitazione politica di nuovi gruppi e movimenti (lavoratori, giovani, donne) ovvero emergere di nuove domande erano anche alla base della crisi italiana (Farneti 1978; Morlino 1985).
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Milione, Ciro, and Santo Napoli. "L’anima lavoristica della costituzione della repubblica italiana." Boletín Mexicano de Derecho Comparado 1, no. 158 (March 24, 2021): 825. http://dx.doi.org/10.22201/iij.24484873e.2020.158.15637.

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La Costituzione italiana rappresenta un unicum dal punto di vista degli or-dinamenti passati e vigenti, giacché è la sola a porre a suo fondamento il concetto di “lavo-ro”. Tale nozione, nell’ottica della Carta, assurge a diritto, dovere e principio di natura cos-tituzionale. Va sottolineato che la relazione di impiego che soggiace a questa stessa nozione è quella che le norme civilistiche definiscono come subordinata. L’intenzione del Costituente era quella di conciliare la subordinazione del lavoratore con la libertà del cittadino. Per questo, la Costituzione introduce dei “contrappesi” volti a tutelare quegli individui che, sprovvisti di mezzi di produzione, per vivere dignitosamente sono vincolati al potere diretti-vo di un datore di lavoro. Sebbene molte disposizioni costituzionali non siano state piena-mente attuate, la Costituzione ha comunque assolto la funzione di migliorare le condizioni dei lavoratori italiani. La globalizzazione e le cicliche recessioni del mercato internazionale hanno messo in crisi l’anima lavoristica della Costituzione, esigendo il sacrificio di numerose garanzie. Nonostante oggi si registrino alcune timide migliorie dei livelli occupazionali, è dif-ficile sperare in una restaurazione completa di quelle stesse tutele di cui hanno goduto gene-razioni passate di lavoratori italiani.
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Craveri, Piero. "Aldo Moro e la storia della Repubblica." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (December 2010): 9–16. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-002002.

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L'autore insiste su un aspetto particolare della formazione di Moro: la "discrasia" tra il militante delle organizzazioni cattoliche e il giurista possessore di una cultura influenzata dallo storicismo di Gentile e di Croce. Si spiega cosě la lontananza di Moro dalla tradizione sturziana ma anche la volontŕ di riconsiderarla a fondo, cosě come la frattura con gli ex-popolari ma anche la non omogeneitŕ con il dossettismo. Con questa cultura politica Moro segretario Dc dal 1959 avrebbe affrontato il problema di continuare a dare un significato "cristiano" alla presenza di un partito ormai in via di "laicizzazione". Lungo una prospettiva profondamente diversa da quella fanfaniana e in continuitŕ piuttosto con quella di De Gasperi, la leadership morotea avrebbe considerato compito del partito cristiano un sistema d'alleanze che favorisse lo sviluppo del paese attraverso una continua mediazione politica che colmasse le fratture della societŕ italiana. Rimane l'ereditŕ di un'opera tragicamente incompiuta, ma da riesaminare storicamente alla luce delle molte nuove fratture aggiuntesi nella storia italiana.
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Vander, Fabio. "Biografia della Repubblica. Aldo Moro e la democrazia italiana." DEMOCRAZIA E DIRITTO, no. 2 (January 2018): 123–27. http://dx.doi.org/10.3280/ded2017-002009.

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Trabucco, Daniele, and Michelangelo De Donà. "Brevi considerazioni sulla natura giuridica della Repubblica Sociale Italiana." Historia Constitucional, no. 17 (July 24, 2016): 261. http://dx.doi.org/10.17811/hc.v0i17.463.

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Triola, Filippo. "Il riavvicinamento dell'Italia alla Germania tra il 1945 e il 1949." MONDO CONTEMPORANEO, no. 3 (March 2013): 31–80. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-003002.

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L'autore ricostruisce ed esamina la storia dei rapporti italo-tedeschi negli anni immediatamente precedenti la riapertura ufficiale delle relazioni diplomatiche tra Italia e Repubblica federale tedesca. Un riavvicinamento economico e politico progressivo, ma che suscitň forti contrasti tra i principali attori della diplomazia italiana. Il saggio si basa su una documentazione conservata presso l'Archivio Storico del Ministero degli Esteri e l'Archivio Centrale dello Stato. L'autore sostiene che le relazioni economiche italo-tedesche assunsero un ruolo centrale nel processo di elaborazione della politica estera italiana sulla questione tedesca nel corso di questi anni. Prima dell'istituzione della Repubblica federale tedesca, l'Italia divenne un partner economico fondamentale per la Germania occidentale. Tra il 1945 e il 1949 l'Italia fu il primo paese europeo favorevole alla rinascita di un nuovo Stato tedesco non sottoposto alla diretta influenza dell'Unione Sovietica. Il presidente del Consiglio De Gasperi e il ministro degli Esteri Sforza per sostenere la nuova Germania attuarono una precisa azione diplomatica di riavvicinamento politico, promuovendo diversi scambi di visite e di incontri con i rappresentanti tedeschi.
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Biorcio, Roberto. "La Lega Nord e la transizione italiana." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, no. 1 (April 1999): 55–87. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200026496.

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IntroduzioneLa Lega Nord ha avuto un ruolo fondamentale nella trasformazione del sistema politico italiano: ha contribuito in modo decisivo alla crisi dei partiti di governo della Prima repubblica, ha introdotto importanti innovazioni nella politica italiana e ha sinora ostacolato il consolidamento di un sistema politico bipolare. Se la transizione italiana appare lunga, complessa e ancora largamente incompiuta (Pasquino 1995, VI), il contributo del partito diretto da Umberto Bossi è già oggi chiaramente identificabile.
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Tassoni, Giorgia. "Il turismo nelle pronunce della Corte Costituzionale: secondo semestre 2020 e primo semestre 2021." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 34 (November 2021): 173–94. http://dx.doi.org/10.3280/dt2021-034007.

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La rubrica, inaugurata nel 2020 per festeggiare il decimo anno delle pubblicazioni della Rivista italiana di diritto del turismo, è dedicata alla rassegna delle pronunce della Corte Costituzionale che presentano rilevanza (talora anche solo indiretta) in materia di diritto del turismo. L'intento della Rassegna è offrire al lettore un'informazione semplificata, agevolmente decifrabile e di consultazione veloce sull'ampio panorama (in verità assai complesso) degli interventi della Corte Costituzionale in questo àmbito. Tale intento spiega la scelta (piuttosto originale) del criterio di organizzazione dei documenti, nonché la decisione di formulare sintesi brevi dei principali contenuti accompagnate dai dati di pubblicazione in G.U. dei testi integrali. Per ogni Decisione, la data indicata è quella di deposito in Cancelleria. Si ricordi che la Prima Serie Speciale della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana (dedicata appunto alla Corte Costituzionale) è pubblicata in www.gazzettaufficiale.it. Si ricordi altresì che tutte le pronunce della Consulta sono pubblicate anche in www.cortecostituzionale.it.
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Gualdo, Riccardo. "Come siamo diventati populisti: la lingua politica italiana della «terza Repubblica»." Italienisch 44, no. 87 (September 5, 2022): 10–25. http://dx.doi.org/10.24053/ital-2022-0004.

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Vulgar, dishonest, incompetent: in recent years Italian politicians and their speeches have been described as such by journalists, linguists and political scientists. The turning point seems to date back to the three-year period from 2007 to 2009, when the political landscape in Italy appears to have taken on the most vivid colours of populism. These years saw the emergence of political movements and forces very different from each other, but which had some common characteristics: direct appeal to the people, intolerance for parliamentary representation rules, and a close relationship between supporters and a charismatic leader. In this paper the author wonders whether this representation of political communication reflects real new features or if it is rather the result of some longer processes in the history of Italian politics and its language. To answer this question, the author proposes a synthetic profile of political language in Italy over the last 10–15 years and focuses on its evolution and current trends, using written or transcribed texts and a corpus of parliamentary speeches from the last legislatures.
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Manzi, Alessandra. "Cosmopolitismo e piccola patria. La scrittura politica di Alvise Zenobio, nobile veneziano (1757-1817)." IL RISORGIMENTO, no. 1 (June 2016): 117–45. http://dx.doi.org/10.3280/riso2016-001005.

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Il saggio ricostruisce l'avventurosa vita politica del nobile veneziano Alvise Zenobio, un repubblicano anglofilo che tra il 1789 e il 1815 si divise tra Londra e Parigi e intervenne a piu riprese sul significato degli anni rivoluzionari e napoleonici. Dapprima favorevole ai rivolgimenti francesi - tanto da tradurre in inglese un testo di Sieyes - guardo poi con preoccupazione alla nascita di una repubblica democratica per tornare in seguito a entusiasmarsi ai successi di Bonaparte in Italia. Nel 1797 plaudi al crollo della Serenissima e nel 1802 pubblico a Milano uno scritto di Hume, che gli sembrava dovesse ispirare la costituzione della Repubblica italiana. Presto deluso da Napoleone, tento, al momento del crollo dell'Impero francese, di perorare il ritorno all'indipendenza della Serenissima. Il saggio analizza i suoi molti scritti politici - spesso attribuendogliene alcuni pubblicati anonimi - e illustra un curioso percorso politico che esaurisce il cosmopolitismo dei Lumi nell'accettazione di una piccola patria ritrovata.
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Bianchi Riva, Raffaella. "Quei «bravi ragazzi». L'adesione dei giovani alla nelle sentenze della Corte d'assise straordinaria di Como tra repressione e pacificazione." STORIA IN LOMBARDIA, no. 2 (January 2022): 71–110. http://dx.doi.org/10.3280/sil2020-002004.

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Durante la transizione dal fascismo alla Repubblica, furono centinaia i ragazzi e le ragazze processati per collaborazionismo con i tedeschi per avere aderito alla Repubblica Sociale Italiana. Le corti d'assise straordinarie e, dopo la loro soppressione, le sezioni speciali delle corti d'assise, competenti a giudicare i reati di collaborazionismo, attenuarono progressivamente la severità nei confronti degli imputati, soprattutto dei più giovani. Nell'ambito degli studi sul tema della giustizia di transizione, il saggio ricostruisce le argomentazioni giuridiche utilizzate dalla Corte d'assise straordinaria di Como per condannare ovvero assolvere i giovani imputati, nel continuo bilanciamento tra esigenze di repressione e istanze di pacificazione.
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Sariolghalam, Mahmoud. "Cultura politica ed evoluzione dello stato in Iran. Un approccio di storia culturale." STORIA URBANA, no. 131 (November 2011): 35–51. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-131003.

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L'articolo si concentra sulla storia dell'evoluzione delle strutture diin Iran, concentrandosi sul periodo rivoluzionario, e investigandone i limiti e le potenzialitŕ. Pesano sullo stato iraniano secoli di autoritarismo e soprattutto l'ambigua definizione delle prioritŕ geostrategiche, vista la peculiare posizione geografica della Repubblica islamica, che ha causato il sacrificio di obiettivi quali la crescita economica e sociale del paese sull'altare della "sicurezza nazionale". Il saggio affronta anche la questione dell'identitŕ iraniana, elemento di difficile definizione a causa della composita ereditŕ culturale nazionale: fortemente nazionalista, al tempo stesso essa č anche religiosa e "intima, filosoficamente, con la storia intellettuale dell'Occidente". Queste diverse "fonti" dell'identitŕ sono in perenne conflitto e, sommate a un modello di governo contestato, rendono la cultura politica e ladella Repubblica islamica estremamente instabili.
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Sfredda, Francesco. "Vienna e Berlino 1873: l'Italia unita si presenta all'Europa." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (June 2011): 5–38. http://dx.doi.org/10.3280/mon2011-001001.

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Il saggio analizza uno dei momenti cruciali della politica estera italiana nei primi anni dopo l'Unitŕ, ossia la visita ufficiale in Austria e Germania di re Vittorio Emanuele II, accompagnato da Minghetti e Visconti Venosta (1873). Fra le fonti consultate dall'autore, oltre alla stampa periodica e ai documenti diplomatici editi dei tre Stati coinvolti, vi sono anche fonti primarie inedite, provenienti da archivi romani, viennesi e berlinesi. L'evento viene analizzato, oltre che dal punto di vista diplomatico, anche da quello cerimoniale e celebrativo, con una particolare attenzione al processo di nazionalizzazione dell'opinione pubblica nei tre paesi coinvolti. Il saggio dimostra che le grandi novitŕ che rivoluzionarono le relazioni internazionali alla metŕ dell'Ottocento (l'unificazione tedesca, quella italiana, l'austro-ungarico, la nascita della Terza repubblica francese) erano allora ancora precarie. Nuovi documenti sul reale atteggiamento tenuto da Bismarck verso l'Italia finiscono infine per rivalutare in senso positivo le scelte di politica estera della Destra storica, e screditare invece le posizioni sostenute allora dalla Sinistra,da Francesco Crispi.
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Tambassi, Timothy. "Epistemologia e teoria sociale. Questioni interne ed esterne." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 42 (January 2012): 46–52. http://dx.doi.org/10.3280/las2011-042004.

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L'articolo discute il modo in cui la distinzione di Rudolf Carnap tra questioni interne ed esterne possa essere estesa e applicata alla teoria sociale. Seguendo Carnap si sostiene come, dato un sistema di riferimento, una questione č interna se valutata e risolta all'interno del sistema in questione, mentre č esterna se mette in discussione il sistema di riferimento dato e lo stato di cose che presuppone. Quindi, attraverso un'analisi incentrata principalmente sul sistema di riferimento ‘la Costituzione della Repubblica Italiana' e sul tema della giustizia, si discutono la rilevanza e le conseguenze di tale distinzione per la teoria sociale.
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Mazzoleni, Martino. "I SISTEMI PARTITICI REGIONALI IN ITALIA DALLA PRIMA ALLA SECONDA REPUBBLICA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 32, no. 3 (December 2002): 459–91. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200030380.

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IntroduzioneNegli scorsi decenni sono state proposte nella letteratura politologica diverse descrizioni e classificazioni dei sistemi di partito, sulla base del loro formato e della loro meccanica interna. L'argomento della differenziazione territoriale dei sistemi partitici, però, è stato piuttosto trascurato nello studio di questa materia. E tuttavia «nei grandi stati vi sono in realtà relativamente pochi fenomeni politici che la popolazione sperimenta in maniera omogenea», e i dati nazionali sovente rappresentano solo delle «medie di esperienze soggiacenti abbastanza differenti» (Dunleavy e Margetts 1994). Questo saggio mira a sviluppare tale argomento con riferimento ad un caso specifico, la realtà politica italiana dal 1970 ad oggi. Si evidenzierà come ed in quale misura un sistema partitico nazionale possa comprendere vari sub-sistemi, costituiti dagli stessi soggetti ma al contempo diversificati in più aspetti.
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Brusco, Angelo. "La pastorale della salute nella chiesa italiana." Medicina e Morale 39, no. 3 (June 30, 1990): 469–77. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1174.

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La recente pubblicazione di un documento sulla pastorale della salute da parte della CEI offre l'occasione di vedere a che punto si trovi questo settore della presenza e dell'azione della chiesa italiana. Nelle "linee di pastorale sanitaria" confluiscono, uniti in armoniosa sintesi, gli elementi innovativi maturati nel periodo post-conciliare. Si auspica una pastorale sanitaria più organica, pluridimensionale e più partecipativa. Di tutti i soggetti della pastorale vengono delineati i compiti, tenendo conto delle indicazioni ecclesiologiche più recenti e dei frutti dell'esperienza pastorale degli ultimi decenni. Alla luce di questo documento, la prossimità del malato, compito di sempre, acquisisce nuove forme che mirano a migliorare l'assistenza agli infermi non solo attraverso un'azione diretta, ma anche attraverso una giusta influenza sulle istanze socio-politiche del paese.
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Curami, Andrea. "Miti e realtŕ dell'industria bellica della Rsi." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 261 (February 2011): 680–719. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-261007.

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L'autore parte dalla constatazione che le ricerche sul ruolo dell'industria bellica italiana durante la Repubblica sociale italiana hanno a lungo riproposto i miti nati negli anni di guerra piuttosto che offrire dati sulla produzione sui quali riflettere. Molte affermazioni hanno ricalcato le memorie difensive degli industriali, interessati dopo il 1945 a svalutare il proprio contributo allo sforzo bellico del Terzo Reich e favoriti nella loro ricostruzione dall'indisponibilitŕ di fonti specifiche. Il tema viene cosě affrontato sulla base di una vasta ed eterogenea documentazione, utilizzata per disegnare il complesso mosaico del contributo che piccole, medie e grandi aziende italiane diedero alle forze armate tedesche, il cui obiettivo fu anzitutto rendere il Gruppo di armate B il piů possibile autonomo rispetto all'industria tedesca. L'autore ricostruisce i complessi rapporti tra gli occupanti, la Rsi e le industrie italiane, mettendo in rilievo l'importanza della mobilitazione dell'industria nazionale che, accanto a produzioni obsolete e volte a impiegare le maestranze per frenarne il malcontento, sviluppň, in sedi decentrate e coperte dal segreto, la produzione di componenti per i mezzi bellici piů avanzati di cui furono dotate le forze armate tedesche.
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Cavaggion, Giovanni. "Minoranze e opposizioni in un Parlamento marginalizzato." DIRITTO COSTITUZIONALE, no. 3 (November 2022): 95–124. http://dx.doi.org/10.3280/dc2022-003005.

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L'articolo studia il ruolo delle opposizioni e delle minoranze parlamentari alla luce delle trasformazioni in atto nella forma di governo italiana. A partire dalla stagione della "Se-conda Repubblica" il saldarsi dell'asse tra Governo e maggioranza parlamentare ha progressivamente ridotto i margini per la partecipazione dlle opposizioni e delle minoranze alla determinazione dell'indirizzo politico. La fine del bipolarismo e il ritorno a un sistema elettorale prevalentemente proporzionale sembrano avere aggravato anziché attenuare, le distorsioni in atto. L'articolo si interroga sui possibili rimedi, che potrebbero essere, alternativamente, la riaffermazione della centralità del Parlamento, ovvero l'introduzione di adeguati strumenti di tutela per le minoranze e le opposizioni parlamentari.
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Giacone, Alessandro. "Due transizioni a confronto. Il passaggio dalla Quarta alla Quinta Repubblica francese e il "mito" della Seconda Repubblica italiana." VENTUNESIMO SECOLO, no. 42 (October 2018): 34–58. http://dx.doi.org/10.3280/xxi2018-042003.

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Pappalardo, Adriano. "DAL PLURALISMO POLARIZZATO AL PLURALISMO MODERATO. IL MODELLO DI SARTORI E LA TRANSIZIONE ITALIANA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 26, no. 1 (April 1996): 103–45. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024059.

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IntroduzioneNegli anni novanta, l'Italia è entrata in un processo di transizione che è ormai divenuto oggetto di un'abbondante letteratura nazionale e straniera. Piuttosto ovviamente, la natura di tale transizione è ben diversa da quelle dei paesi postcomunisti e, come ha opportunamente sottolineato Pasquino (1994; 1995), poco comparabile con altri precedenti storici. Anche la Francia, che questo autore considera il miglior termine di confronto, lo è in realtà assai relativamente sotto una varietà di punti di vista. Mentre infatti la Quarta e, per lungo tempo, anche la Quinta Repubblica sono rimasti classici casi di pluralismo polarizzato (Sartori 1982, 256–262), l'Italia degli anni novanta non può più essere definita tale, e proprio per questo (o, almeno, anche per questo) si è avviata alla presente transizione. Come è noto, inoltre, le riforme golliste investirono essenzialmente le principali istituzioni politiche della repubblica, ma lasciarono inalterati il subsistema burocratico e la struttura (centralizzata) dello Stato, che sono, invece, componenti tutt'altro che secondarie per comprendere il decorso e gli eventuali sbocchi della crisi italiana. Ma, infine, tale crisi si intreccia anche al declino dello Stato sociale e interventista, coinvolgendo la ridefinizione dei confini fra politica ed economia e il ruolo delle grandi organizzazioni degli interessi, sindacati in testa. Come dire che, oltre al sistema politico-istituzionale ed alla pubblica amministrazione, le relazioni industriali e i loro attori pubblici e privati rappresentano una terza dimensione di cambiamento, che altrove è stata poco importante (Francia), ovvero incomparabilmente diversa (regimi postcomunisti).
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Mitrotti, Antonio. "Territorio, interessi in contesa e modifiche agli articoli 9 e 41 Cost." Società e diritti 7, no. 13 (July 25, 2022): 82–120. http://dx.doi.org/10.54103/2531-6710/18453.

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RiassuntoDa tempi ancestrali lo spazio territoriale è un campo di contesa tra interessi umani contrastanti e non soltanto tra differenti clan o tribù dell’uomo e, in un secondo momento, tra diversi soggetti statali della Comunità internazionale, ma persino all’interno dei condivisi confini di uno stesso Stato: tanto che ci si è qui interrogati sulle essenziali cause "giuridiche" di questo atavico fenomeno, sforzandosi specialmente di cogliere qualche "piccola" sfida vinta dal costituzionalismo moderno. A tal proposito possono proprio essere lette le recenti modifiche agli articoli 9 e 41 del testo costituzionale della Repubblica italiana, che in relazione al territorio, alla sua endemica storia conflittuale, sembrerebbero foriere di potenziali novità anche circa il regime del così detto "permitting" ambientale.
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Rosi, Benedetta, and Roska Stojmenova. "L’interazione tra i due punti e i connettivi nella scrittura italiana contemporanea. Il caso di "infatti" e "perché"." Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis. Studia de Cultura 1, no. 9 (2017): 166–79. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.1.15.

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Abstrakt L’obiettivo del presente contributo consiste nel riflettere sul valore semantico della combinazione dei due punti con i connettivi. A questo fine, lavoriamo a partire da dati ricavati da corpora di italiano scritto funzionale, tra cui PUNT-IT, CORIS e Corpus la Repubblica, e ci concentriamo sui costrutti ‘p: infatti q’ e ‘p: perché q’. Vedremo in particolare che l’influenza vicendevole tra il connettivo e i due punti può interessare la natura concettuale della relazione logico-semantica o la sua portata. Per quanto riguarda il costrutto ‘p: perché q’, ci soffermeremo, infine, su alcune particolari configurazioni sintattico-semantiche. Zależność pomiędzy dwukropkiem i spójnikami we włoskiej pisowni współczesnej: "infatti" i "perché" Celem niniejszej pracy jest analiza znaczeń semantycznych rodzących się w przypadku połączenia dwukropka z różnymi spójnikami. Analiza, oparta na danych pochodzących z korpusów włoskiego języka pisanego, takich jak PUNT-IT, CORIS i korpusu dziennika La Repubblica, koncentruje się na konstrukcjach zdaniowych ‘p: infatti q’ [p: gdyż q] oraz ‘p: perché q’ [p: ponieważ q]. Zostanie pokazane w szczególności, że wzajemne oddziaływanie między spójnikiem i dwukropkiem może wpływać na rodzaj relacji semantyczno-logicznej lub na jej zasięg. W przypadku konstrukcji zdaniowej ‘p: perché q’ analizie poddane zostaną wybrane struktury składniowo-semantyczne.
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Verzichelli, Luca. "LA CLASSE POLITICA DELLA TRANSIZIONE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 26, no. 3 (December 1996): 727–68. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024552.

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1994-1996. Un complesso periodo di rinnovamentoLa recente transizione italiana ha riaperto questioni che negli ultimi anni erano state trascurate dalle analisi politologiche, come le trasformazioni della classe politica e dei suoi modelli di selezione e carriera. Diversi contributi hanno evidenziato la nuova rilevanza assunta da tali questioni, confortati peraltro da un'ampia produzione pubblicistica che si è concentrata essenzialmente sulle caratteristiche socio-professionali dei nuovi politici e sul tasso di rinnovamento del personale parlamentare.
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Labruna, Luigi. "Settimo Premio romanistico internazionale Gérard Boulvert Sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana." Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte. Romanistische Abteilung 125, no. 1 (August 1, 2008): 976–78. http://dx.doi.org/10.7767/zrgra.2008.125.1.976.

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Patterson, John R. "Crisis: What Crisis? Rural Change and Urban Development in Imperial Appennine Italy." Papers of the British School at Rome 55 (November 1987): 115–46. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200008977.

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CRISI: QUALE CRISI? CAMBIAMENTO RURALE E SVILUPPO URBANO NELL'ITALIA APPENNINICA DEL PERIODO IMPERIALEL'articolo esamina le testimonianze usate tradizionalmente a sostegno dell'idea di una ‘crisi del I secolo d.C.’ nell'agricoltura italiana — l'editto di Domiziano sulla vite, le lettere di Plinio, e gli alimenta italiani — e le mette in relazione ai risultati forniti da recenti ricognizioni archeologiche di superficie per proporre un nuovo modello del cambiamento economico negli Appennini centrali in questo periodo. L'autore sostiene che una crisi agricola che si ripercuote su tutta l'ltalia è inconcepibile a causa delle diversità geografiche, climatiche e culturali tra le varie regioni della penisola; così ogni analisi della economia italiana deve avere intenti regionali. Il caso degli Appennini centrali viene preso come soggetto specifico di studio: l'esame di tre fattori interconnessi—l'agglomerazione dei possedimenti rurali, lo sviluppo urbano e una crescente ricchezza dell'elite—suggerisce che l'introduzione degli alimenta fu una risposta dell'imperatore Traiano a un percettibile impoverimento della classe rurale durante il I secolo d.C.
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Maggioni, Guido, and M. Paola Mittica. "La sociologia del diritto nell'Universitŕ italiana." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (July 2010): 123–71. http://dx.doi.org/10.3280/sd2010-001006.

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Sociologia - Diritto - Universitŕ - Italia. L'Universitŕ italiana sta vivendo nel corso degli ultimi dieci anni un periodo di forte transizione. In questo contesto di per sé problematico, la sociologia del diritto presente in due settori differenti, sin dall'originaria istituzionalizzazione accademica, rischia di perdere in visibilitŕ e di compromettere la propria identitŕ scientifica, tanto complessa quanto liminare tra la sociologia generale e le scienze giuridiche. Questo articolo č volto a misurare lo spazio accademico attribuito alla disciplina, per come si č configurato nella storia delle riforme del sistema universitario degli ultimi anni e pare prefigurarsi, sia in ordine alle regole del reclutamento che rispetto alla definizione della didattica. Si occupa, inoltre, di operare una ricognizione della presenza dei sociologi del diritto nel sistema universitario relativamente alla loro visibilitŕ nei settori e alla produzione scientifica rintracciabile nelle fonti piů immediatamente riconoscibili sotto l'etichetta "sociologia del diritto". L'obiettivo non č tanto di fornire una ricostruzione del campo attuale della sociologia del diritto italiana, ma di comprendere in che termini e secondo quali limiti il sistema accademico osservi la materia e i suoi cultori, per evidenziare alcuni problemi intorno all'identificazione della materia dall'esterno che possano contribuire a fare il punto sullo stato dell'arte della disciplina.
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Albergoni, Gianluca, and Gian Luca Fruci. "Rivoluzioni del 1848 a Venezia." SOCIETÀ E STORIA, no. 174 (January 2022): 747. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-174004.

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La discussione, promossa dalla Rivista, si compone di tre letture parallele, ciascuna autonoma rispetto alle altre, su un volume di grande rilevanza storiografica qual è quello di Piero Brunello. Il contributo di Maurizio Bertolotti mette in evidenza il carattere «problematico e aperto di una narrazione» che pone in maniera originale alcuni aspetti della storia del Quarantotto veneziano, dal ruolo delle classi popolari (con la posta in gioco della memoria) all'ambiguità della parola "repubblica" e del sentimento nazionale (tra identità veneziana e identità italiana). Giovanni Levi sottolinea il tentativo di Brunello di indagare storicamente come delle persone individualmente «coinvolte in avvenimenti collettivi» abbiano agito in un contesto come quello rivoluzionario, valutando il farsi della rivoluzione ma anche il dopo, tenendo conto della profondità e della complessità del fatto storico. Gian Luca Fruci si sofferma sulla mirabile composizione polifonica della sceneggiatura di Colpi di scena, una «ricostruzione multifocale» che si avvale di un abbondante insieme di fonti iconografiche, ma anche sonore e materiali, sapientemente analizzato dall'autore e capace di far emergere aspetti inediti di una rivoluzione declinata al plurale.
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Moro, Renato. "Il tramonto di una nazione: discutendo un'interpretazione della crisi italiana." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (September 2020): 85–108. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-001003.

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Ernesto Galli Della Loggia, editorialista del Corriere della sera ma anche stu-dioso di storia, ha raccolto in un recente volume gli articoli da lui pubblicati sul maggiore quotidiano italiano negli ultimi anni. Nell'introduzione ha anche proposto una lettura della crisi italiana di oggi, definendola come «il tramonto di una nazione». Il suo libro fornisce così sia l'opportunità di ripercorrere quanto avvenuto nella società, nella politica, nella cultura del paese negli ultimi decenni, sia di riflet-tere su tutto ciò dal punto di vista storico. Il saggio analizza e discute la ricostru-zione e l'interpretazione di Galli Della Loggia, mette a confronto quest'ultima con altre ipotesi di lettura fornite dalla storiografia e conclude suggerendo l'opportunità di una profonda riconsiderazione dei limiti di lungo periodo della democrazia ita-liana.
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Righettini, Stella. "LA POLITICIZZAZIONE DI UN POTERE NEUTRALE. MAGISTRATURA E CRISI ITALIANA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 25, no. 2 (August 1995): 227–65. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023571.

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IntroduzioneLe vicende ditangentopolie le relative conseguenze politico-istituzionali hanno conferito all'intervento giudiziario un rilievo maggiore che in passato rispetto ai complessi rapporti tra poteri dello Stato e tra governanti e governati. La magistratura, soprattutto quella penale, mostra di aver acquisito una consapevolezza del proprio ruolo e delle proprie funzioni nell'ambito del sistema politico come forse mai in precedenza nella storia della repubblica. Ci si interroga ancora oggi, a tre anni di distanza dall'inizio ditangentopoli, sul perché l'intervento dei magistrati abbia accelerato la crisi del regime democratico italiano e favorito l'inizio di una fase di transizione. Ci si chiede, inoltre, in che misura, con quali conseguenze e per quanto tempo ancora gli attori giudiziari saranno in grado di conservare un potenziale di influenza così ampio sul sistema politico e sulla funzionalità di istituzioni governative e parlamentari.
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Skubic, Mitja. "Un importante contributo alla lessicografia italo-slovena: Sergij Šlenc." Linguistica 47, no. 1 (December 31, 2007): 159–65. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.47.1.159-165.

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Anni fa ho avuto l'onore e il piacere di segnalare nella nostra rivista, v. Linguistica XXXVIII,2 (1998),l'apparizione del Grande dizianario italiana-slavena dello stesso autore. Ho concluso ilmio resoconto fonnulando l'augurio e la speranza di molti tra dinoidi vedere pubblicata anche la versione sloveno-italiana del vocabolario. Ora l'abbiamo: con il Veliki slovensko-italijanski slovar/Grande dizianaria slavena-italiana è completata l'opera che servirà agli interessati sloveni e italiani. Il Dizionario non è, ovviamente, il primo della specie; però, l'ultimo di una certa mole, quello del benemerito Janko Kotnik risale all'anno 1965, vale a dire a quarant'anni fa, ripubblicato nel 1967 e nel 1972 il che testimonia della sua utilità e necessità. Trascorso tale periodo di tempo va da sé che l'apparizione di un nuovo dizionario è stata sentita di urgente attualità.
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Dolci, Roberto. "L’uso della propaganda nell’insegnamento dell’italiano: Il Giornalino diretto da Giuseppe Prezzolini a New York, 1934–1943." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 1 (March 21, 2018): 85–110. http://dx.doi.org/10.1177/0014585817753366.

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La diplomazia culturale considera la promozione della lingua e della cultura uno strumento per esercitare il soft power. Esse, però, possono anche diventare un mezzo di propaganda, come è successo nel periodo fascista. Questo articolo analizza il caso del Giornalino. Una rivista, per insegnanti e studenti di italiano diretta da Giuseppe Prezzolini durante i suoi anni alla Casa Italiana di Columbia University, finora mai analizzata. Attraverso l’esame dei materiali pubblicati si cercherà di dimostrare che anche Il Giornalino ha svolto un ruolo significativo nel delineare un’immagine positiva del fascismo negli USA presso un’utenza formata essenzialmente dagli studenti di origine italiana e dalle loro famiglie, a cui il regime dava particolare importanza.
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Bagnasco, Arnaldo. "Le conseguenze sociali della crisi." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 3 (September 2010): 131–39. http://dx.doi.org/10.3280/qu2010-003007.

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Per valutare le conseguenze sociali della crisi finanziaria e della recessione che ne č seguita bisogna prestare attenzione alla deriva di lungo periodo individuabile nell'aumento della disuguaglianza sociale. Nel caso italiano i dati permettono di concludere che sintomi di divaricazione sociale sono visibili anche prima della crisi recente. Inoltre, la crescita della disuguaglianza non č una faccenda solo italiana. Queste tendenze alla disuguaglianza hanno fatto sě che i sociologi abbiano sostituito l'immagine della confluenza al centro con quella della divaricazione sociale. La crisi della deregolazione riporta in primo piano la possibilitŕ di interrogarsi su misure organiche per riavviare l'economia e perseguire nuovi accordi di coesione sociale.
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D’Agostino, Sandra, and Silvia Vaccaro. "La via italiana al duale: opportunità e criticità." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 1 (June 2020): 89–104. http://dx.doi.org/10.3280/es2020-001006.

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La sperimentazione di una via italiana al sistema duale si inquadra nel solco di una serie di misure che negli ultimi decenni hanno puntato al rafforzamento della formazione professionale iniziale; in questo contesto, il rilancio dell'"apprendistato formativo", ovvero quello per il conseguimento dei titoli dell'educazione secondaria superiore, stenta a decollare. Il successo di questa misura richiede agli attori di ripensare il loro ruolo e superare alcune debolezze di più lungo periodo. Inoltre, le grandi trasformazioni del lavoro e della produzione pongono ulteriori sfide ai sistemi di formazione professionale. Solo vincendo queste sfide è possibile immaginare uno scenario futuro diverso da quello di investimento marginale per la formazione professionale anche in Italia.
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Giardina, Francesca, and Esther Marquez-Lepe. "La representación de la mujer migrante musulmana en la prensa italiana." Migraciones. Publicación del Instituto Universitario de Estudios sobre Migraciones, no. 52 (June 30, 2021): 1–30. http://dx.doi.org/10.14422/mig.i52.y2021.001.

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Este trabajo analiza, desde una perspectiva de género, las representaciones que transmite la prensa italiana sobre las mujeres migrantes musulmanas. Una imagen que condiciona la manera en que la sociedad percibe a este grupo de población. Para ello se propone un análisis cualitativo de las noticias de tres periódicos italianos de tirada nacional: La Repubblica, Il Resto del Carlino, Corriere della Sera. Indagamos en el tipo de representaciones discursivas (temáticas e imágenes) que se hace sobre estas mujeres desde 2001 a 2018, así como en los contextos de producción (autoría, encuadre y temporalidad) de las noticias en las que aparecen. El análisis de la información nos muestra como la imagen de las mujeres migrantes musulmanas sigue construyéndose desde una mirada cosificada, patriarcal y etnocéntrica, asociada a estereotipos justificados en las ideas de sospecha, sumisión y opresión.
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De Luca, Lia. "Il provveditore in Istria Marino Malpiero." Histria : the Istrian Historical Society review 6, no. 6 (2016): 13–33. http://dx.doi.org/10.32728/h2016.01.

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Questo saggio delinea la figura del provveditore in Istria Marino Malpiero, eletto dal senato veneto nel 1580 ed inviato in provincia con il compito di sovraintendere e favorire il processo di ripopolamento. Vari fattori, tra cui cicliche carestie, una situazione sanitaria precaria ed arruolamenti forzati contribuivano a ridurre la popolazione dell’Istria veneta. La Repubblica di Venezia tentò, per questo, tra il 1530 ed il 1670, di coordinare i movimenti della popolazione invogliando popoli diversi a trasferirsi in Istria. Il periodo in cui l’intervento veneziano si fece più pressante fu quello che andò dal 1579 al 1592, quando il ripopolamento fu affidato ad una carica ad hoc inviata in Istria con ampi poteri, nella speranza di evitare gli errori delle precedenti immigrazioni. Cinque provveditori si recarono in provincia, questo saggio si concentra sul secondo di loro Marino Malpiero, descrivendo come il patrizio veneziano svolse il suo incarico, come fu accolto in Istria e riportando alcune brevi descrizioni dell’Istria veneta di fine Cinquecento, grazie alla sua relazione di fine mandato. Il focus dell’elaborato è sul difficile rapporto tra il provveditore Malpiero e i membri del consiglio della città di Pola, mettendo in luce come l’élite polesana fosse in grado di far arrivare le proprie recriminazioni fino alle più alte cariche della Repubblica.
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Ventrone, Angelo. "LA STRAGE DI PIAZZA FONTANA." Il Politico 251, no. 2 (March 3, 2020): 105–20. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.238.

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Qual è il significato della strage di Piazza Fontana nella recente storia italiana? Innanzitutto, un insieme di cesure che segnano profondamente il rapporto tra i cittadini e lo Stato. In particolare, l'emergere di una violenza politica radicale, insieme al coinvolgimento degli apparati statali nella sua attuazione, e la diffusione di un forte sentimento di sfiducia nei confronti della classe politica dominante (sempre più implicata nella cosiddetta trame nere) e delle istituzioni. In quel momento inizia un processo di delegittimazione, che ha colpito in primo luogo la classe politica dominante, ma che nella seconda metà degli anni Settanta si ripercuoterà sempre più anche sui partiti dell'opposizione, considerati ugualmente incapaci di fermare il degrado del Paese. Una parte significativa dell'opinione pubblica comincerà allora a guardare ai settori più attivi e anticonformisti della magistratura nella speranza di far luce su ciò che è oscuro sullo sfondo della Repubblica. Un auspicio che rappresenta un'esplicita richiesta alla magistratura di svolgere un ruolo di sostituzione e di controllo su un mondo politico ormai considerato chiuso in sé, non di rado corrotto e privilegiato, e comunque lontano dal "Paese reale".
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Antonelli, Mauro. "Renzo Canestrari e la Storia della psicologia." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (October 2021): 189–201. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12606.

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Renzo Canestrari ha promosso presso l'Università di Bologna gli studi di storia della psicologia al fine di comprendere sia le molteplici radici della psicologia scientifica, sia il tormentato processo di sviluppo della psicologia italiana, nel suo periodo di fondazione e in quello della rifondazione negli anni '50 e '60. Egli affidò all'allievo Giuseppe Mucciarelli, che proveniva da studi filosofici ed epistemologici, il compito di approfondire la conoscenza delle basi storiche ed epistemologiche delle scienze psicologiche. Negli anni '80 e '90 l'attività di Mucciarelli fu febbrile e incessante, facendo di Bologna uno dei più autorevoli centri di ricerca italiani nel campo della storia della psicologia. Mucciarelli ha condotto un gran numero di studi su come gli orientamenti positivisti, psicofisici e fenomenologici europei abbiano influenzato il primo sviluppo della psicologia in Italia.Nello stesso periodo Nicoletta Caramelli, analizzando i rapporti tra la storia della psicologia e quella delle scienze umane, ha gettato nuova luce sulle origini del cognitivismo e sulla transizione in Italia dalla psicologia della Gestalt alla psicologia cognitiva.
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Mori, Simona. "Polizia e società italiana fra Otto e Novecento: spunti da alcuni studi recenti." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 575–89. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173011.

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I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autrice discute i volumi di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e di Laura Di Fabio, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), nonché Salvatore Ottolenghi, Una cultura professionale per la polizia dell'Italia liberale e fascista. Antologia degli scritti (1883-1934), a cura di Nicola Labanca e Michele Di Giorgio, e Dura lex sed lex. Storia e rappresentazione della Polizia di Stato dal 1852 alla Riforma del 1981, a cura di Raffaele Camposano e Fabio Santilli.
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Reis, Rafael Vidal dos. "A interculturalidade entre a literatura italiana do Duecento e a literatura árabe-siciliana do Emirado da Sicília." Revista Italiano UERJ 12, no. 1 (September 5, 2021): 19. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.62147.

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RESUMO: Neste artigo, busca-se apresentar e confirmar as seis marcas da literatura e da cultura árabe, do período do Emirado da Sicília para o nascimento da literatura italiana no Duecento, período que remete a Scuola Siciliana. Os objetivos são comprovar a inserção das seis marcas utilizadas por Ibn Hamdis, mas que a partir do processo de interculturalidade e transferência cultural, e a adoção dos seus conceitos foi possível comprovar as contribuições/heranças árabes para o nascimento da Literatura Italiana, além de refutar a hipótese de que a poesia lírica amorosa ter sido originada da Literatura Provençal, assim como, colocar a Literatura Árabe Clássica no mesmo pé de igualdade das Literaturas Clássicas: Grega e Latina para a fundação da Literatura Italiana no mapa literário.Palavras-Chave: Poesia Lírica. Poesia Sarcástica. Scuola Siciliana. Duecento. Interculturalidade. ABSTRACT: In questo articolo cerca di presentare e confermare le sei marche della Letteratura e Cultura Araba nel periodo dell’Emirato di Sicilia per il nascimento della Letteratura Italiana nel Duecento, periodo che fa riferimento alla Scuola Siciliana. Gli obbiettivi sono verificare le inserzioni delle sei marche usati per Ibn Hamdis, ma che attraverso del processo d’interculturalità e di trasferimento culturale ed adozione dei suoi concetti fu possibile dimostrare i contributi arabi per il nascimento della Letteratura Italiana, oltre di rifiutare l’ipotesi di che la poesia lirica amorosa fu originata della Letteratura Provenzale, così come a mettere la Letteratura Classica Araba nella stessa egualità delle Letterature Classiche: Greca e Latina per la fondazione della Letteratura Italiana nel cammino letterario.Parole-Chiave: Poesia Lirica. Poesia Sarcastica. Scuola Siciliana. Duecento. Interculturalità. ABSTRACT: In this article, we will intend to present and confirm the six signatures of Arab literature and culture, from the Sicily emirate to the birth of the Italian Literature during the Duecento, the age of Scuola Siciliana. Our main goal is to prove the insertion of the six signatures used by Ibn Hamdis. Through the process of interculturality and cultural transfer as well as the adoption of his concepts, it was possible to inform the Arab contributions and heritages tot the birth of Italian literature; on the other side, we want to refute the hypothesis that the lyric poetry had its origin in the Provençal poetry. Furthermore, we intend to match the Classical Arab literature with Greek and Latin literatures regarding of the foundation of Italian literature in the studies of literature.Keywords: Lyric poetry. Satirical poetry. Scuola Siciliana. Duecento. interculturality.
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Bellezza, Simone Attilio. "In cerca della madrepatria: la diaspora ucraina e il dilemma dei rapporti culturali con l'Ucraina sovieti." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (May 2021): 257–74. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002013.

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L'articolo traccia una prima ricostruzione dei rapporti fra la comunità ucraina della diaspora e la Repubblica sovietica dell'Ucraina, cercando di comprendere come questi siano cambiati nel contesto della Guerra Fredda. Per prima cosa si affronta la questione della formazione della diaspora ucraina come un soggetto transnazionale e con identità nazionali multiple, ma allo stesso tempo dotato di una certa compattezza, espresso attraverso la creazione di organizzazioni politiche e associazioni culturali sovranazionali. Si passa quindi ad analizzare queste relazioni dando rilievo a differenti elementi: i rapporti preferenziali con l'Urss degli ucraini canadesi comunisti, i viaggi di istruzione nell'Ucraina sovietica, il periodo di rinnovamento culturale rappresentato dagli sistdesjatnyky, la nascita del rapporto con i dissidenti all'interno del movimento transnazionale per la difesa dei diritti umani, la battaglia giocata sul piano della propaganda e il contributo dell'Associazione degli scrittori ucraini all'estero "Slovo" e infine il ruolo giocato dallo Harvard Ukrainian Research Institute nella liberazione e nel sostegno ai dissidenti scappati dalle repressioni brezneviane.
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Albertazzi, Gianluca, Giuseppe Vetrugno, and Dario Sacchini. "La maternità surrogata – Riflessioni medico legali in tema di tutela dell’embrione, del nascituro, delle “due madri” e della dignità della persona umana." Medicina e Morale 49, no. 2 (April 30, 2000): 261–318. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.756.

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Le moderne tecniche di fecondazione assistita ed in particolar modo la pratica della c.d. maternità surrogata, hanno, negli ultimi anni, determinato una serie di implicazioni morali, sociali e giuridiche che sono arrivate a coinvolgere non più soltanto il problema della paternità del figlio nato con procedimenti diversi da quelli naturali, ma anche quello della maternità. Il 14 febbraio 2000 un Giudice del Tribunale di Roma XI Sez. Civile ha emesso un’ordinanza con la quale ha autorizzato un medico ginecologico, nonostante il divieto previsto dal Codice Deontologico, a trasferire gli embrioni crio-conservati, ottenuti mediante fusione dei gameti dei due coniugi nell’utero di un’altra donna che si è offerta spontaneamente e gratuitamente di portare a termine la gravidanza. Contro questo ordinanza, hanno presentato ricorso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma e la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri. Il 30 marzo, tuttavia, il Tribunale di Roma XI sezione Civile ha giudicato inammissibili i ricorsi, confermando di fatto l’efficacia dell’ordinanza. Gli autori ripercorrono la vicenda giudiziaria per discutere la delicata problematica del fenomeno della surrogazione di utero, analizzando il contenuto dell’ordinanza e affrontando gli aspetti medico-legali, alla luce della dottrina, della giurisprudenza e della bioetica in materia, sia italiana che straniera.
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