Статті в журналах з теми "Partecipazione locale"

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Ciapetti, Lorenzo. "Le strategie dello sviluppo locale tra partecipazione e cambiamento." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (April 2011): 39–52. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-001004.

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Анотація:
Lo sviluppo locale č un processo deliberativo. Sebbene la partecipazione avvenga prevalentemente attraverso la mediazione degli attori collettivi di un territorio, la dimensione di democrazia si gioca su aspetti di inclusione e reti di relazione di carattere aperto. Sono ormai evidenti le luci e le ombre del paradigma delle politiche di sviluppo locale, introdotto in Italia con l'esperienza della "programmazione negoziata", a metŕ degli anni '90. Il presente articolo partendo dalla domanda se sia emerso negli ultimi anni un diverso paradigma, conferma la centralitŕ dei sistemi decisionali collettivi locali nei processi di sviluppo del territorio, ma sottolinea l'esigenza di migliorarne l'efficienza in termini di impatti economici e sociali, attraverso politiche che partano da strategie fondate su cinque dimensioni: valorizzazione del contesto locale, unione di risorse e capacitŕ, attenzione ai tempi delle politiche, reti multilivello di attori, orientamento al cambiamento.
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Di Virgilio, Aldo. "Elezioni in Italia – Due anni di elezioni amministrative: comunali e provinciali 2005 e 2006." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 57, no. 1 (June 30, 2007): 163–77. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-10227.

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Анотація:
Review of Italian elections, 2005-2006 municipal and provincial elections Le elezioni provinciali: poca partecipazione, la CdL perde la Sardegna Le elezioni comunali nei comuni capoluogo: poca partecipazione e conferma degli uscenti La mappa del governo locale: i successi dell'Unione, le difficoltà della CdL
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Carducci, Michele. "Natura, cambiamento climatico, democrazia locale." DIRITTO COSTITUZIONALE, no. 3 (October 2020): 67–98. http://dx.doi.org/10.3280/dc2020-003004.

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Анотація:
Lo studio esplora dibattiti ed esperienze in tema di democrazia locale, natura e cambiamento climatico, proponendo una comparazione fondata sulle critiche ecologiche al diritto ambientale. In primo luogo, esso ricostruisce il nesso fra i tre elementi e individua le principali critiche ecologiche alla democrazia ambientale. Quindi considera i due modelli di partecipazione ambientale ("ottativa" e "prescrittiva") offerti dalla comparazione, nel quadro della triplice emergenza contemporanea (ecosistemica, climatica e fossile), diversa dalle già conosciute emergenze ambientali. Infine, considera le prassi di litigation strategy ed "eco-democrazia" in quanto reazioni a queste emergenze, nella contestuale individuazio-ne del "mandato climatico" quale nuova prescrizione deliberativa di "protezione sostenibile".
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Di Virgilio, Aldo. "Le elezioni in Italia – Elezioni comunali e provinciali 2010: poca partecipazione, qualche alternanza, il centro destra se ne avvantaggia." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 65, no. 1 (June 30, 2011): 149–57. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-9778.

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Анотація:
Review of Italian elections, Municipal and provincial elections in 2010 Elezioni provinciali: poca partecipazione, gli schieramenti pareggiano Il voto nei comuni capoluogo: pochi elettori, molte liste La nuova mappa del governo locale: il centro-destra conquista qualche posizione
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Pallarés, Francesc, and Irene Delgado. "Le sei tornate di elezioni comunali in Spagna dal 1979 al 1999." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 46, no. 1 (April 30, 2002): 95–136. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12778.

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Анотація:
Le elezioni comunali: tra locale e nazionale. Struttura e sistema elettorale dei comuni spagnoli. Elezioni comunali e processo politico nazionale. La partecipazione elettorale. L'andamento del voto dal 1979 al 1999. Il livello istituzionale. Qualche conclusione.
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Scafuto, Francesco, Giovanni Erra, and Fortuna Procentese. "Costruire percorsi di partecipazione civica. L'esperienza in un Comune di Napoli." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (March 2012): 57–67. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-002006.

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Анотація:
Il presente lavoro nasce dalla domanda di un Movimento di cittadini, che intende porsi come mediatore nel dialogo tra istituzione e cittadinanza. É stata sviluppata una cooperative inquiry, al fine sia di comprendere i punti di vista della comunità locale rispetto ad argomenti di interesse collettivo, sia nel contempo di stimolare la riflessione sulle possibili soluzioni da adottare per affrontare alcuni problemi politici, primo passo per una partecipazione attiva. I risultati sono stati discussi in un incontro pubblico con il sindaco della città. Risultati operativi sono stati la formazione di gruppi consultivi, che periodicamente presentano le loro richieste a rappresentanti della giunta comunale, e la creazione di un giornale locale, dove questo processo č reso visibile.
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Maltoni, Maria. "Democrazia e partecipazione al femminile: il bilancio di genere." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (April 2011): 53–63. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-001005.

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Анотація:
Misurare un'azione di governo locale o nazionale, in rapporto agli effetti che si producono sulla vita delle donne, č un elemento di valutazione che si attua "pesando" la quantitŕ di risorse dedicate nei bilanci pubblici attraverso il metodo del. Il bilancio di genere č ormai una prassi adottata in vari paesi. In Italia le prime esperienze disono partite dalle amministrazioni locali: nel 2001 č stato realizzato dalla Regione Emilia-Romagna, poi in altri Comuni e Province, ma spesso sono rimaste esperienze sporadiche. Il Comune di Forlě, dopo una sperimentazione nella precedente legislatura, nel 2010 ha inserito l'attivitŕ sul bilancio di genere tra quelle "standard" dell'ente, sulla scorta di una forte presenza femminile nell'amministrazione ed una giunta composta in modo paritario tra uomini e donne, elemento che l'ha fatta classificare dal Forum della P.A., quale "cittŕ piů rosa d'Italia". Il contributo mostra come il bilancio di genere rappresenti uno strumento importante di democrazia partecipata al femminile.
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Decataldo, Alessandra, Anna Grimaldi, Daniela Luisi, and Mara Tognetti Bordogna. "Social work education e valutazione delle politiche pubbliche." Sinappsi 12, no. 2 (2022): 94–105. http://dx.doi.org/10.53223/sinappsi_2022-02-7.

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Анотація:
Il contributo si propone di analizzare gli usi della ricerca e della valutazione per qualificare il fare professionale degli/delle assistenti sociali e migliorare gli strumenti del welfare locale. Buone programmazioni territoriali necessitano di migliorare le scelte di policy e definire i contenuti del lavoro sociale come policy practice. La social work education, come ambito formativo e di ricerca, può veicolare temi rilevanti quali la partecipazione, l’advocacy, la co-produzione (co-progettare e co-programmare) e la ricerca valutativa applicata alle politiche di welfare locale.
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Di Virgilio, Aldo. "Le elezioni politiche del 13 maggio 2001. Un risultato maggioritario; un risultato nazionalizzato." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 46, no. 1 (April 30, 2002): 155–213. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12780.

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Анотація:
L'offerta elettorale nel maggioritario: Casa delle libertà, Ulivo, "terze forze", candidature locale. Dentro le coalizioni: un'accresciuta istituzionalizzazione dei rapporti interni. La partecipazione elettorale: assestamento e convergenza territoriale. Un fenomeno in cerca di autore: il voto differenziato. Il voto maggioritario: un risultato netto ma elettoralmente tutt'altro che schiacciante. Il voto proporzionale: un panorama partitico profondamente mutato.
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Savoja, Luca. "Le dimensioni socioculturali dei Distretti Commerciali: reti sociali, partecipazione e risorse locali. La sperimentazione in Piemonte." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 96 (December 2011): 117–29. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-096008.

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I Distretti Commerciali sono stati creati in Italia con vari obiettivi di gestione e promozione territoriale. In Piemonte il Distretto Commerciale č stato pensato come attore collettivo in grado di svolgere un ruolo propositivo ed innovativo nel campo dello sviluppo locale. Questo ruolo puň essere svolto a partire dalla creazione di un network relazionale che aggrega i vari attori locali e li fa "lavorare" insieme intorno a progetti concreti. Il saggio illustra i risultati di una parte dei lavori di avvio sperimentale di alcuni Distretti Commerciali in Piemonte, il Distretto del Novese (Novi Ligure) e quello delle Terre del Riso (Vercelli). L'aspetto rilevante messo in luce dall'indagine sul campo č dato dal fatto che le relazioni fiduciarie tra gli attori implicati e l'identitŕ locale intesa come risorsa risultano centrali nella definizione di un efficace modello di governance.
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Buoncompagni, Giacomo. "La comunicazione pubblica dell'immigrazione "prima e dopo" la pandemia. Uno studio di caso locale." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 2 (February 2022): 15–32. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-002002.

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Sfide complesse, come quella della crisi migratoria, impongono di ripensare la comunicazione pubblica soprattutto in ambito locale, al fine di garantire nuove strategie di inclusione e partecipazione sociale che siano rispondenti ai diversificati fabbisogni informativi di cui si compone il territorio. Ciò diviene particolarmente vero, e necessario, all'interno di uno scenario di crisi o emergenza all'interno del quale misure e servizi devono essere comunicati in maniera chiara e tempestiva anche a quella parte di popolazione ancora molto spesso "invisibile", poco integra-ta, la cui informazione/relazione divengono strumenti primari per mantenere un contatto a distanza con istituzioni e comunità locale. Lo studio intende riflettere sul rapporto tra istituzioni locali, media e comunità straniere, ponendo attenzione alle strategie comunicative promosse dagli enti pubblici per favorire l'accoglienza e il maggiore coinvolgimento del soggetto immigrato nel territorio marchigiano prima e "dopo" la pandemia di Covid-19.
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Cunningham, Liz. "Promuovere la partecipazione: esperienza in una comunità Squatter in Phnom Penh, Cambogia." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (March 2012): 69–79. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-002007.

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L'articolo delinea un caso inerente la costruzione e la promozione della partecipazione in una comunità di squatter a Phnom Penh, in Cambogia. Sono stati, qui, identificati gli elementi costitutivi del processo partecipativo e i metodi adottati a tal fine. Sono stati esaminati in particolare, la ricerca azione partecipata, un'economia rivolta al risparmio e un regime di crediti, come possibili esempi di processi che altri potrebbero adoperare per scopi simili. L'analisi č stata condotta con l'organizzazione locale, fin dal suo avvio, riproponendo riflessioni nel processo di sviluppo.
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Cerutti, Stefania. "Geografie perdute, storie ritrovate: percorsi di partecipazione e sviluppo locale nelle Terre di Mezzo." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 3 (July 2019): 57–80. http://dx.doi.org/10.3280/rgi2019-003003.

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Alietti, Alfredo, and Sonia Paone. "Partecipazione, riqualificazione urbana ed esclusione sociale: analisi critica dei Contratti di quartiere." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 90 (September 2010): 27–48. http://dx.doi.org/10.3280/sur2009-090004.

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Анотація:
I Contratti di quartiere sono progetti integrati di recupero urbano indirizzati a quartieri caratterizzati da diffuso degrado delle costruzioni, da carenze di servizi e da scarsa coesione sociale. Gli interventi previsti hanno contenuto urbanistico e sociale e sono realizzati predisponendo forme di partecipazione dei residenti. L'articolo esamina i limiti di questo tipo di intervento considerando gli aspetti legati alla prassi di governo (difficoltŕ nel coinvolgimento dei residenti), e si interroga sull'effettiva capacitŕ di promuovere attraverso questo tipo di azione percorsi di inclusione sociale, il rischio č infatti quello di confinare a livello locale le cause dell'esclusione sociale, perdendo cosě di vista il contesto piů ampio sia a livello macroeconomico che macrosociale.
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Bolocan, Goldstein Matteo. "La cittŕ buona, la cittŕ cattiva." COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, no. 22 (December 2011): 143–56. http://dx.doi.org/10.3280/cost2011-022012.

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Анотація:
L"intervista esplora un possibile parallelo fra psicoanalisi e urbanistica. Entrambe scienze non lineari e non matematiche, che esaminano i conflitti con la consapevolezza di non poterli eliminare o risolvere mediante formule stabili e in modo permanente. Esaminando le interazioni fra il mondo degli operatori politici, economici e tecnici, e la comunitŕ locale, si delineano aree spesso inesplorate in cui sviluppare nuove forme di partecipazione attiva. Una specie di inconscio urbano da cui il cittadino puň ripensare il proprio modo di abitare lo spazio e scoprire nuovi volti della cittŕ e nuovi aspetti dei propri desideri.
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Braga, Caterina. "Participation and co-creative planning for urban sustainability. The Clic-Plan project educational case." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no. 2 (July 31, 2021): 151–59. http://dx.doi.org/10.36253/form-11326.

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The environmental degradation and climate change are the contemporary contexts in which educational processes take place. New forms of knowledge are therefore necessary, which place individuals, groups, as well as those responsible for social life at all levels (economic-political, institutional, administrative, productive, cultural), in the condition of not ignoring the consequences of human actions, also on the environment. Educating to participation, in contrast to delegation, promotes a sense of belonging and makes citizens responsible actors within the decision-making processes for managing their own territory. This, in the epistemological relevance of the pedagogical discourse, takes shape in the dimension of engagement for the benefit of the person and the community and is realized in active participation to the so-called smart city. This discussion can occur within an on-going project, CLIC-PLAN: Changing Climate: Local Adaptation Plan for sub-alpine lake districts with a strong commitment to tourism led by the Catholic University, with activities on climate change. Partecipazione e progettazione condivisa per la sostenibilità urbana. Il caso formativo del progetto Clic-plan Il degrado ambientale e i cambiamenti climatici sono il contesto in cui si svolgono oggi i processi educativi. Sono dunque necessarie nuove forme di conoscenza, che pongano gli individui, i gruppi, i responsabili della vita sociale a tutti i livelli (economico-politico, istituzionale, amministrativo, produttivo, culturale), nella condizione di non ignorare le conseguenze delle azioni umane, anche sull’ambiente. Educare alla partecipazione, in contrasto con la delega, promuove il senso di appartenenza e rende i cittadini attori responsabili dei processi decisionali di gestione del proprio territorio. Questo, nella rilevanza epistemologica del discorso pedagogico, trova forma nella dimensione di engagement a beneficio della persona e della comunità e si realizza nella partecipazione attiva all’interno della cosiddetta smart city. Può contribuire ad alimentare la riflessione il progetto CLIC-PLAN: CLIma in Cambiamento. Piano Locale di AdattameNto per comuni lacustri in territorio subalpino con forte vocazione turistica dell’Università Cattolica, inerente al cambiamento climatico.
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Mozzillo, Giuseppe, and Enrico Todini. "Valutazione del commitment locale di un programma regionale di politiche attive del lavoro. La scala di distanza culturale e valoriale." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 45 (October 2010): 27–46. http://dx.doi.org/10.3280/riv2009-045004.

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La finalitŕ dell'articolo č illustrare la Scala di distanza culturale e valoriale, uno strumento messo a punto e impiegato dallo Staff Monitoraggio & Valutazione di Italia Lavoro Spa nella valutazione dell'efficacia interna di un programma regionale di politiche attive del lavoro allo scopo di rilevare la distanza tra gli orientamenti culturali e valoriali dei diversi attori coinvolti nella sua implementazione, tra questi e il piů generico frame valoriale che informa le finalitŕ e gli obiettivi del programma medesimo. L'ambito di analisi sviluppato č quello dell'effettivo commitment locale della politica regionale, cioč del grado di condivisione tra i diversi attori locali delle sue finalitŕ e dei valori sottintesi; l'analisi č stata orientata dal presupposto teorico che, per quanto ben "disegnato" sulla carta, un programma pubblico č tanto piů efficace quanto piů č compreso e "agito" con reale partecipazione dagli organismi e dagli operatori in esso coinvolti, chiamati a condividerne gli obiettivi e, almeno in parte, i valori. Nella prima parte del contributo si da conto del processo di elaborazione e di validazione dello strumento; nella seconda č illustrato il processo di elaborazione statistica dei dati e la "mappa delle distanze culturali" che ne č derivata.
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Rolandi, Francesca. "Un trionfo mai richiesto? Partecipazione politica femminile e rappresentazioni di genere nella stampa locale di Fiume e Susak dopo la Grande guerra." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 293 (August 2020): 73–98. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-293003.

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La Grande guerra sconvolse non solo l'assetto geopolitico di una parte del continente europeo, ma anche le precedenti frontiere di genere e gli equilibri familiari. Le confinanti città di Fiume e di Susak si trovarono a vivere, dopo la fine del conflitto, una lunga transizione caratterizzata da instabilità amministrativa, insicurezza economica e tensioni politiche e nazionali, per poi essere inglobate, rispettivamente, nel Regno d'Italia e nel Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. Focalizzandosi sulle fonti disponibili in lingua italiana e croata, l'articolo analizzerà il caso studio di un'area di frontiera per indagare la presenza femminile nella sfera pubblica, mettendo in luce sia la partecipazione politica legata alle diverse forme di suffragio in atto, che il tessuto dell'associazionismo, all'interno di organizzazioni politiche e filantropiche. Inoltre, per tracciare le reazioni al protagonismo femminile, verranno analizzate le rappresentazioni di genere presenti sugli organi di stampa locali, legati in massima parte alle maggiori fazioni politiche in lotta, e quasi esclusivamente dominati da voci maschili.
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Pollard, Nigel. "Art, benefaction and élites in Roman Etruria. Funerary relief fragments from Saturnia." Papers of the British School at Rome 66 (November 1998): 57–70. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004232.

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ARTE, BENEFICENZA ED ELITE NELL'ETRURIA ROMANA. FRAMMENTI DI RILIEVI FUNERARI DA SATURNIAQuesto articolo discute due frammenti di scultura, uno di una scena di banchetto e l'altro rappresentante un gladiatore, attualmente localizzati nella moderna città – e precedente colonia romana – di Saturnia. I frammenti provengono da una grande villa tardo repubblicana/alto imperiale situata nei dintorni della città. L'evidenza epigrafica suggerisce che questa villa potrebbe essere appartenuta ad una famiglia locale (probabilmente di decurioni), i Varii. La scultura potrebbe derivare dalla tomba monumentale di un membro di quella famiglia. Sia banchetti che gladiatori sono comunemente rappresentati su monumenti funerari romani, e rappresentano anche una componente comune di opere civiche di beneficenza. Il materiale epigrafico di Saturnia rappresenta un'importante evidenza di euergetismo nel principato, e la scultura funeraria proviene da quel contesto culturale. L'evidenza di euergetismo a Saturnia fa riferimento alia continua stretta relazione fra proprietari terrieri locali e la vita civica, per il tramite del principato. Ciò è in contrasto con quanta avveniva nella bassa valle dell'Albegna, dove, fin dai tempi di Augusto, i proprietari che non risiedono nelle sue terre avevano mostrato scarsa partecipazione alia vita civica.
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Di Guardo, Sebastiano. "Innovazione organizzativa nei servizi di Giustizia per il Cittadino: il caso della Volontaria Giurisdizione." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 130–57. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001006.

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L'articolo approfondisce il tema dell'innovazione organizzativa della Volontaria Giurisdizione, un istituto giuridico dell'ordinamento civile italiano che riguarda, tra le varie materie, le misure di protezione giuridica a favore delle persone disabili e degli anziani e che si svolge, perlopiů, senza intermediazione legale. In questo lavoro viene presentato il caso del progetto di cambiamento organizzativo del Tribunale di Monza. Si tratta di un caso di riprogettazione radicale dei processi interistituzionali di tutela giuridica e dei sistemi di erogazione dei servizi avvenuto con una grande partecipazione degli organi di governo dell'organizzazione, dei professionisti coinvolti, delle istituzioni e del territorio locale. Risultati tangibili sono stati l'abbattimento dei tempi di processo, la riduzione dei tempi di attesa per i Cittadini, l'eliminazione di attivitŕ banali con conseguente concentrazione su quelle piů critiche. I risultati socio-organizzativi sono stati la maggiore cooperazione tra giudici e cancellieri nell'interesse dell'ottimizzazione dei processi di lavoro, la sperimentazione di un partneriato tra Tribunale e Territorio per andare incontro ai bisogni espressi dalla Cittadinanza e la sperimentazione di un modello di cambiamento strutturale che č avvenuto anche senza nuove leggi o risorse aggiuntive.
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Creaco, Salvo. "Some Notes on Coproduction*." Journal of Public Finance and Public Choice 6, no. 1 (April 1, 1988): 33–45. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344479.

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Abstract L’analisi delle funzioni pubbliche dal punto di vista dell’appropriata allocazione giurisdizionale è stata svolta sinora soprattutto dal punto di vista economico e politico.Questo scritto considera la partecipazione politica da un particolare punto di vista economico, poichè include nella categoria della partecipazione le diverse strategic usate dall’individuo nell’esecuzione di programmi pubblici. La principale ipotesi è che I’individuo influi sui contenuti di molti beni e servizi pubblici attraverso la sua diretta partecipazione.L’applicazione del modello di comportamento della Public Choice dimostra che la co-produzione raggiunge risultati positivi con riferimento alle attività pubbliche locali.
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de Nardis, Fabio, and Alteri Luca. "Governance multilivello e partecipazione politica: una introduzione." PARTECIPAZIONE E CONFLITTO, no. 2 (March 2009): 5–30. http://dx.doi.org/10.3280/paco2009-002001.

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- The introduction draws a picture of the link between multi-level governance and transnational social movement. The Authors moves from the description of governance polity as a system of political opportunities to social mobilization, then they describe both local and global dimensions, regarding as a field of conflict and legitimacy. The fourth paragraph develops a comparative analysis on two alternative Europe, the one from above (the institutional building suffering a democratic deficit), the latter from below (the process of collective learning built up by Social Forums). In the end, the last paragraph describes the guidelines of the whole Issue. Keywords: Multilevel Governance; Social Movements; Europe; Globalization; Public Sphere
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Spallino, Lorenzo. "Processi di trasformazione territoriale e nuove forme di partecipazione." TERRITORIO, no. 47 (February 2009): 176–81. http://dx.doi.org/10.3280/tr2008-047019.

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- In 2007 the Region of Lombardy adopted the principles set by the Ĺrhus convention on involving civil society in environmental issues and increasing awareness of them, advocating the use of new technologies to that end in a general perspective of system efficiency. Nevertheless the change from the administration of procedures to the administration of results, within which the decision of the Region of Lombardy was set, does not seem to have been fully perceived by local administrations. Apart from a few exceptions, the ‘Strategic Environmental Assessments' set in motion by the latter show a generally ineffective use of the technologies adopted to implement regional provisions on participation.
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Lewanski, Rodolfo. "Istituzionalizzare la partecipazione deliberativa: la politica della Regione Toscana." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (April 2011): 11–31. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-001002.

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Una delle risposte alla crisi delle istituzioni rappresentative che attraversa molti paesi democratici viene ricercata nella riscoperta del "potere del popolo", ovvero in un maggior coinvolgimento dei cittadini nelle scelte e nelle politiche pubbliche. In particolare la partecipazione viene declinata secondo la specifica accezione della teoria dialogicodeliberativa, i cui tratti salienti sono: interazione discorsiva dialogica, basata sull'ascolto attivo; deliberazione, ovvero ponderazione attenta delle diverse opzioni e delle loro implicazioni; informazione adeguata e bilanciata; inclusione, ovvero consentire a tutte le "voci" di farsi sentire; partecipazione di campioni casuali stratificati di cittadini rappresentativi sotto il profilo socio-demografico. La democrazia deliberativa ha espresso numerose "promesse": decisioni migliori in quanto capaci di incorporare informazioni, conoscenze tecnico-scientifiche e preferenze, scelte condivise e percepite come legittime, maggiore legittimazione del sistema politico in generale, crescita del capitale sociale, solo per citarne alcune. Tale promesse vanno peraltro empiricamente verificate. La teoria deliberativa č stata applicata in numerose esperienze in numerosi paesi. Forse oggi uno dei "laboratori" piů interessanti in questo campo č oggi rappresentato dalla Toscana, dove é stata approvata alla fine del 2007 la l.r. 69, verosimilmente la prima normativa al mondo che mira a promuovere pro-attivamente la partecipazione alle decisioni locali e regionali ispirandosi almeno sotto alcuni aspetti alla teoria deliberativa.
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Bulsei, Gian-Luigi. "Ambiente, salute, comunità locali. Partecipazione sociale e politiche pubbliche in una regione italiana." SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE, no. 102 (June 2014): 95–104. http://dx.doi.org/10.3280/sr2013-102007.

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Ciampa, Francesca, Giorgio Croatto, Massimo Rossetti, Michele De Carli, Francesco Chinellato, Umberto Turrini, Angelo Bertolazzi, and Francesco Incelli. "Architectural technology responds to the environmental crisis: participatory design in an emergency context / La tecnologia dell’architettura risponde alla crisi ambientale: la progettazione partecipata in ambito emergenziale." Valori e Valutazioni 30 (August 2022): 119–34. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223008.

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Within the framework of the research and innovation strategy RIS3 “Sustainable Living” (POR-FSE, funded by the Veneto Region), for the improvement of the resilience and adaptation capacity of the Veneto territory to environmental crises and emergencies, the subject of the contribution returns the results of the participatory experimentation of the project H.E.L.P. Veneto ‘ High-efficiency Emergency Living Prototypes Veneto - Sustainable adaptive residences for temporary stay in environmental emergencies. The research concerns the design of a minimum flexible emergency living module, replicable on a large scale, multifunctional, sustainable, powered by off-grid systems and integrated into the built environment. The housing unit uses timber, a material linked to the local building tradition, whose prefabricated modular reversibility follows principles of circular reuse. Moreover, the constructive adaptability of the interior spaces is reflected in a “liquid space” capable of transforming itself according to the needs of the occupants. The paper introduces a form of participatory design of the emergency housing module, based on the engagement of small and large companies, related to different segments of the construction market, a leading sector in the economy of Veneto. The participatory approach borrows from Architectural Technology the tools needed to understand the characteristics of the settlement system, the potential of the project and the value of scientific stakeholder engagement in the process. Using the Soft System Methodology, direct investigation protocols have been constructed relating to the performance of the living unit. Using Strategic Options Development and Analysis (SODA), the results of the experimented survey (large-scale questionnaires) were decoded, interpreted and systematised. The processing of the answers allowed the stakeholders to validate the potential of the proposed module and, at the same time, to be informed about its characteristics. The innovation of the method lies precisely in the modelling phase, which makes it possible to integrate the results of the hard and soft data analyses and to make it clear how participation plays an essential role in the process of designing and validating the proposed module. Nell’ambito della strategia di ricerca e innovazione RIS3 “Sustainable Living” (POR-FSE, finanziato dalla regione Veneto), per il miglioramento della capacità di resistenza e di adattamento del territorio veneto a crisi ed emergenze ambientali, l’oggetto del contributo restituisce gli esiti della sperimentazione partecipata del progetto H.E.L.P. Veneto High efficiency Emergency Living Proto- types Veneto – Residenze adattive sostenibili per la permanenza temporanea in regime di emergenza ambientale. La sperimentazione riguarda la progettazione di un modulo minimo abitativo di emergenza flessibile, repli- cabile a larga scala, polifunzionale, sostenibile con impianti a funzionamento off-grid e integrato nell’ambiente costruito. L’unità abitativa utilizza il legno, materiale legato alla tradizione costruttiva locale, la cui reversibilità modulare prefabbricata segue principi di riuso circolare. Inoltre, l’adattabilità costruttiva degli ambienti interni si riflette in uno “spazio liquido” capace di trasformarsi in base alle esigenze dell’abitare. Il contributo propone una forma di progettazione partecipata del modulo abitativo emergenziale, basata sull’engagement delle realtà aziendali di piccole e grandi dimensioni, relative ai diversi segmenti di mercato dell’edilizia, settore trainante della regione Veneto. L’approccio partecipativo mutua dalla Tecnologia dell’Architettura gli strumenti di conoscenza atti alla comprensione delle caratteristiche del sistema insediativo, delle potenzialità del progetto e del valore dell’engagement scientifico degli stakeholder nel processo. Utilizzando la Soft System Methodology sono stati costruiti dei protocolli di indagine diretta che combinano la conoscenza prestazionale dei processi insediativi nell’unità ambientale. Mediante la Strategic Options Development and Analysis (SODA) sono stati decodificati, interpretati e sistematizzati i risultati della survey sperimentata (questionari ad ampia scala). L’elaborazione delle risposte ha fatto sì che il sapere esperto degli stakeholder validasse le potenzialità del modulo proposto informandosi, al contempo, sulle caratteristiche dello stesso. L’innovazione del metodo risiede proprio nella fase di modellazione, la quale permette di integrare i risultati delle analisi dei dati hard e quelle dei dati soft, e di rendere chiaro come la partecipazione svolga un ruolo essenziale nel processo di animazione e validazione del modulo proposto.
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Rossitti, Marco, and Francesca Torrieri. "Action research for the conservation of architectural heritage in mariginal areas: the role of evaluation / La ricerca azione per la conservazione del patrimonio architettonico in aree marginali: il ruolo della valutazione." Valori e Valutazioni 30 (August 2022): 3–44. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223002.

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The recognition of the key role of architectural heritage for sustainable territorial development has pushed the scientific community to give more importance to the involvement of local communities in conservation choices and practices. However, despite the recognition of the benefits deriving from the active participation of local communities in the field of conservation, in practice, this involvement is still marginal and linked to experiences without institutional support. This phenomenon is due to different causes, such as the lack of a participatory culture in conservation. It finds its roots in a conventional approach to architectural heritage conservation merely based on an “expert knowledge”. Consequently, there is an urgent need for approaches and tools to manage the complexity of decisions about conservation, which require close collaboration between local communities, research, and institutions. In this context, the paper aims to investigate the role of the action-research approach in fostering the participation of local communities in conservation processes, especially in marginal areas, where the demographic shrinking dynamics make even more necessary both the institutions’ intervention and the communities’ engagement. Based on these premises, starting from an analysis of recent experiences, the contribution dwells on the need to support the implementation of action-research approaches for the conservation of architectural heritage in marginal areas, paying particular attention to the role of evaluation. More in detail, in the first part of the paper, a reflection on the importance of community involvement for heritage conservation is proposed based on the main documents on the topic. In the second part, the main features of the action-research approach and its strengths and weaknesses have been analyzed through a literature review of action-research experiences applied to architectural heritage at a global level. The analyses have highlighted how most of these experiences are born from spontaneous initiatives, without institutional and methodological support, in which the role of evaluation is still marginal. Therefore, in the final part, the paper proposes a first methodological framework based on integrating action research with the main evaluation tools developed in the scientific literature to support the different phases of the decision-making process. This framework, suitably declined according to the specificities of the case study treated, can represent a valid support for implementing and transposing the research-action approach for heritage conservation in an institutional context. Il riconoscimento del ruolo chiave del patrimonio architettonico per uno sviluppo territoriale sostenibile ha spinto la comunità scientifica ad attribuire maggiore importanza al coinvolgimento delle comunità locali nelle scelte e pratiche di conservazione. Tuttavia, nonostante il riconoscimento dei benefici derivanti dalla partecipazione attiva delle comunità locali in ambito conservativo, nella pratica tale coinvolgimento risulta ancora marginale e legato ad esperienze prive di supporto istituzionale. Tale fenomeno è ascrivibile a molteplici cause, tra cui la mancanza di una cultura della partecipazione, che affonda le sue radici nell’approccio convenzionale alla conservazione del patrimonio architettonico basato sulla sola “conoscenza esperta”, e la conseguente carenza di approcci e strumenti capaci di gestire la complessità delle scelte legate alla conservazione in cui, invece, si richiede una stretta collaborazione tra comunità locali, mondo della ricerca e istituzioni. Il presente contributo mira ad indagare il ruolo dell’approccio della ricerca azione nel favorire la partecipazione delle comunità locali ai processi di conservazione soprattutto nelle aree marginali, dove le dinamiche di contra- zione demografica in atto rendono ancora più necessario sia l’intervento delle istituzioni, che la partecipazione delle comunità. Sulla scorta di tali premesse, partendo da un’analisi delle esperienze in corso, il contributo si sofferma sulla necessità di supportare l’implementazione di approcci alla ricerca-azione per la conservazione del patrimonio architettonico in aree marginali, ponendo parti- colare attenzione al ruolo della valutazione per il raggiungimento di tale obiettivo. Nello specifico, nella prima parte del contributo si propone una riflessione sull’importanza del coinvolgimento delle comunità per la conservazione del patrimonio sulla base delle principali carte e trattati sul tema. Nella seconda parte sono state, poi, analizzate le principali caratteristiche dell’approccio alla ricerca-azione ed i suoi punti di forze e di debolezza rispetto alle finalità preposte attraverso una literature review delle esperienze di ricerca azione applicate al patrimonio architettonico a livello globale. Le analisi condotte hanno portato ad evidenziare come la maggior parte delle esperienze analizzate nasca da iniziative spontanee, prive di un supporto istituzionale e metodologico, in cui il ruolo della valutazione è ancora marginale. Pertanto, nella parte finale della riflessione si propone una prima proposta di framework metodologico basato sul- l’integrazione della ricerca azione con i principali strumenti di valutazione sviluppati in letteratura al fine di supportare le differenti fasi del processo decisionale. Tale framework, opportunamente declinato secondo le specificità del caso studio trattato, può rappresentare un valido supporto per l’implementazione e la trasposizione in ambito istituzionale dell’approccio alla ricerca-azione per la conservazione del patrimonio.
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Milione, Ciro. "«La libertà è partecipazione»: la participación política local en Italia, entre normas y realidad." Estudios de Deusto 69, no. 2 (December 27, 2021): 149–84. http://dx.doi.org/10.18543/ed-69(2)-2021pp149-184.

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Es común afirmar que la local representa la dimensión política más cercana a la ciudadanía y la más idónea para determinar, en lo cotidiano y en lo colectivo, su bienestar. Esta premisa, sin embargo, puede darse solo si se entienden satisfechos algunos prerrequisitos básicos que atañen tanto a cada ciudadano/a, como a los poderes públicos llamados a administrar la política local, es decir: que exista una voluntad de participar crítica y activamente y que existan las condiciones idóneas, efectivas y reales para lograr esa participación. Este estudio analiza la participación política local en Italia, desde los años ‘70 en adelante, y busca dar respuestas a un fenómeno preocupante y extremadamente actual: el abstencionismo. Recibido: 10.11.2021Aceptado: 13.12.2021
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Ibba, Carlo, and Francesco Morandi. "La fondazione di partecipazione per la gestione di prodotti e servizi turistici." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 2 (August 2011): 171–84. http://dx.doi.org/10.3280/dt2011-002016.

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Il rapporto di collaborazione pubblico-privato incontra nuove possibilitŕ di realizzazione attraverso forme innovative di accordo. La sperimentazione avviata in alcune realtŕ locali con la creazione di fondazioni di partecipazione sembra dare i primi risultati positivi. Le fondazioni sono state in grado di coniugare efficacemente la gestione dei beni culturali, l'organizzazione dei servizi turistici e la realizzazione degli eventi. Hanno offerto un valido apporto all'integrazione dei centri minori, alla salvaguardia dei valori identitari e allo sviluppo dell'offerta turistica, favorendo in concreto il progresso sociale, economico e occupazionale.
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Calza Bini, Paolo, Caterina Cortese, and Alberto Violante. "Interconnessioni tra sviluppo economico e demografico nel declino urbano: il caso di Genova." ARGOMENTI, no. 29 (October 2010): 105–31. http://dx.doi.org/10.3280/arg2010-029005.

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Il paper analizza gli effetti del de-popolamento urbano. La letteratura degli anni ottanta aveva giŕ chiarito alcuni punti rispetto al radicamento storico del decremento demografico nel pattern locale di riproduzione familiare. La deindustrializzazione precoce dovuta alla fine delle partecipazioni statali, provocň la fine delle migrazioni interne. Numerose politiche di rigenerazione hanno puntato a riorientare la crescita della cittŕ verso un'economia trainata dai servizi turistici e culturali. I risultati da un punto di vista socio-economico sembrano ambigui.
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Fruncillo, Domenico. "La "mobilitazione" personale e la partecipazione alle elezioni regionali in Italia." Quaderni dell'Osservatorio elettorale. QOE - IJES 75, no. 1 (June 30, 2016): 37–82. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-9273.

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The decline of voter turnout during regional elections is much greater than at parliamentary elections. According to many scholars, participation in second-order elections – including those for regional institutions – has fallen to a greater extent due to their dependence on a weaker form of mobilisation based on a sense of proximity to political parties and their local organisational structure. In this paper, regional elections are treated as relatively autonomous from other consultations. In fact, alongside more general factors, it is possible to identify specific dynamics which shape the level of voter turnout in regional elections. The principal focus of the paper is on the potential for voter mobilisation expressed by candidates. Political personalisation is analysed with reference to apical figures in the political parties and institutions, as well as other figures that are politically active in intermediate, non-executive roles. Some indicators of "dual personalisation" are identified, the first of which relates to the performance of the presidential candidates, whilst the second involves candidates for the regional assembly. The analysis suggests that the personalisation of presidential elections is positively associated with voter turnout. The paper considers several other factors, which "compete" with political personalisation. Amongst these, a positive association is found between higher levels of electoral participation and the percentage of citizens who participate in the social activities of non-profit-making organisations.
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Ambrosini, Maurizio. "Tra sopravvivenza marginale e innovazione dell'offerta imprenditoriale: il caso delle attivitŕ indipendenti degli immigrati." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 122 (June 2011): 94–107. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122007.

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Il fenomeno della partecipazione degli immigrati al lavoro indipendente sta crescendo notevolmente in Europa, secondo una linea di tendenza da tempo riscontrata oltre oceano. è probabilmente la maggiore novitŕ emersa negli ultimi vent'anni nei rapporti tra lavoratori immigrati e sistemi economici riceventi. L'articolo analizza portata e limiti dell'innovazione economica, sociale e culturale ascrivibile alle attivitŕ indipendenti promosse da immigrati sulla base di ricerche empiriche svolte a Milano, Torino e Genova, con particolare riferimento alle iniziative con caratteri transnazionali. Considera altresě il dark side rappresentato dalle resistenze locali verso questi nuovi attori e fenomeni delle economie urbane.
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Muscarà, Marinella, and Alessandro Romano. "Le poliferie educative come modello organizzativo a sostegno del processo d'inclusione." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (December 2021): 24–36. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-special-2021oa12913.

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Il contributo propone una riflessione sugli aspetti del processo d'inclusione come azione sistemica e suggerisce il modello delle poliferie educative - intese come "comunità locali di apprendimento" - per promuovere e supportare sinergicamente gli interventi educativi. L'esperienza della pandemia di Covid-19 ha confermato che il contrasto all'isolamento e all'esclusione dei soggetti più vulnerabili, come gli studenti con BES, possa avvenire con la collaborazione attiva di tutti stakeholders del territorio, di cui fanno parte anche le università e i centri di ricerca. Il contributo individua nell'azione di partecipazione, riflessione e trasformazione un'opportunità di altissimo valore per elaborare efficaci schemi interpretativi e di intervento a sostegno del lavoro degli insegnanti e di tutta la comunità educante.
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Domenichelli, Luisa. "Il Trattato di Lisbona: un decisivo passo in avanti per le autonomie territoriali." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (December 2010): 165–80. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2010-001008.

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L'articolo sottolinea le novitŕ piů importanti introdotte dal Trattato di Lisbona a difesa del ruolo delle autonomie territoriali a livello europeo. Riprendendo il corpus di disposizioni giŕ proposte dalla Convenzione europea, il Trattato presenta un articolato disegno volto al coinvolgimento delle regioni e degli enti locali nel sistema europeo di governance multilivello. Questo disegno č riconducibile a tre nuclei principali: il riconoscimento delle autonomie territoriali come attori dell'ordinamento giuridico, l'attribuzione, all'interno del nuovo meccanismo di controllo del principio di sussidiarietŕ, di strumenti di partecipazione al processo decisionale comunitario e di tutela delle sfere di competenze e, infine, la garanzia di tali strumenti attraverso il riconoscimento del diritto di ricorso del Comitato delle Regioni alla Corte di giustizia.
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Longo, Antonio. "Arco Blu. Il paesaggio oltre i confini come strategia di ricomposizione territoriale." TERRITORIO, no. 93 (January 2021): 80–85. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093013.

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La partecipazione a un bando competitivo per progetti di miglioramento del capitale naturale ha offerto l'occasione per avviarne uno nella bassa pianura bergamasca che travalicasse i confini dei singoli comuni, sperimentando nuove modalità di governo. Denominato Arco Blu, fondato su un approccio pragmatico, consiste nella ricomposizione di un insieme di progetti locali di riqualificazione ambientale, da adattare e integrare sulla trama di un disegno territoriale e paesaggistico d'insieme che attraversa e connette le valli fluviali. La parcellizzazione iniziale degli interventi diviene quindi il punto di avvio del progetto, che per integrarli li modifica ed estende, coinvolgendo e responsabilizzando le singole amministrazioni. Si tratta di un progetto collaborativo che punta sia a conseguire risultati immediati, sia a creare le condizioni per una visione coerente di lungo periodo.
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Villa, Roberta, Alessia Repossi, Vaninka Riccardi, and Elisabetta Cozzi. "Il Progetto Teatrando. Un ponte di connessioni." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (February 2022): 105–16. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-002008.

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Il Progetto Teatrando è un'esperienza territoriale di comunità lunga quasi vent'anni, che oggi viene descritta dalle autrici rispondendo agli spunti innovativi del welfare contemporaneo. Un contributo riferito a esperienze sul campo e buone pratiche che vedono, a livello metodologico, il connubio tra teatro sociale e sguardo gestaltico. I protagonisti che partecipano al Progetto Teatrando non sono solo i singoli individui, ma anche gruppi che grazie all'esperienza del teatro sperimentano e si allenano a forme diverse e nuove di cittadinanza attiva. È un esempio di creatività e responsabilità sociale, partecipazione, ideazione, attivazione di sistemi locali di welfare informale. Inoltre la descrizione di questa esperienza in termini evolutivi, ha condotto le autrici a tenere in considerazione i fattori di cambiamento in atto a seguito dell'emergenza sanitaria: come si sono rimodulate le pratiche del teatro nel dover impiegare gli strumenti tecnologici e la relazione a distanza?
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Petrucco, Corrado, and Marina De Rossi. "Il Web 2.0 come mediatore dei processi di apprendimento formali ed informali tra scuola e territorio: il progetto «Didaduezero» della provincia di Trento." Swiss Journal of Educational Research 36, no. 3 (September 20, 2018): 435–58. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.36.3.5106.

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La ricerca presenta una sperimentazione sul campo in collaborazione con l’Istituto Provinciale per la Ricerca e la Sperimentazione Educativa of Trento (IPRASE) e ha sviluppato un nuovo modello (SoSoFIN – Social Software in formal, informal and non-formal context) per verificare se e come i processi di apprendimento degli studenti che si sviluppano nei contesti informali e non formali possono essere con efficacia integrati nel curriculum scolastico formale. Gli insegnanti e gli studenti sono stati accompagnati a sviluppare le loro competenze digitali attraverso l’uso degli strumenti del web 2.0 durante lo svolgimento di specifici progetti disciplinari. La ricerca ha sperimentato un ampio ventaglio di progetti in cui studenti e insegnanti hanno collaborato con le comunità locali creando artefatti digitali fortemente contestualizzati nel territorio e rendendoli disponibili a tutti. Questo approccio didattico, stimolando processi socio-culturali attraverso le tecnologie, ha migliorato la partecipazione e motivazione ad apprendere, così come le competenze digitali di insegnanti e studenti, che sono state messe alla prova sul campo.
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Montini, Gianpaolo. "Agenda per una evoluzione della giustizia amministrativa canonica." Estudios Eclesiásticos. Revista de investigación e información teológica y canónica 97, no. 383 (December 13, 2022): 1197–216. http://dx.doi.org/10.14422/ee.v97.i383.y2022.010.

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Nel contesto della tematica delle sfide che attendono il diritto della Chiesa quarant’anni dopo la promulgazione del Codice vigente, l’articolo si propone di preconizzare l’evoluzione auspicata della giustizia amministrativa canonica, ripartendo le responsabilità dell’agenda tra i vari soggetti della missione della Chiesa, a partire dai fedeli fino al Legislatore supremo e universale. L’evoluzione del sistema di giustizia amministrativa — forse come ogni altro ambito del diritto — non può essere caricato sulle spalle del solo legislatore, ma è opera corale: dai fedeli che devono sviluppare una maggiore coscienza dei propri diritti di partecipazione della missione della Chiesa, agli avvocati che devono operare con maggiore competenza e coraggio, ai Dicasteri della Curia Romana che devono maggiormente proceduralizzare i ricorsi gerarchici, ai Vescovi diocesani che devono sviluppare normative più efficaci di conciliazione. L’articolo espone in particolare alcune proposte per una evoluzione della giurisprudenza del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e la proposta che il Legislatore supremo e universale consenta l’istituzione di tribunali amministrativi locali su richiesta di singole Conferenze episcopali.
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Serbati, Sara, and Andrea Petrella. "La vicinanza solidale in contesti di vulnerabilità familiare. La partecipazione nella comunità come strada per ricostruire i tessuti sociali." Rivista Italiana di Educazione Familiare 18, no. 1 (June 19, 2021): 273–99. http://dx.doi.org/10.36253/rief-9884.

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Анотація:
Family vulnerability is a particular social situation, characterised by high levels of relational complexity, with serious consequences for the fulfilment of the developmental needs of a child. In the framework of the P.I.P.P.I. Programme (Programme of Intervention for the Prevention of Institutionalisation), social support is intended as a form of solidarity between families that aims to help a family through the support of another family, or individuals. In order to face vulnerability and social exclusion, P.I.P.P.I. promotes the mobilisation of these resources. The paper is therefore focused on a case study based in Sondrio (Italy), carried out within the P.I.P.P.I. Programme. The professionals together with the researchers tested their understanding, also promoting dialogue-meetings with families. These dialogical and interactive contexts generated new and unexpected interpretations of this phenomenon, framing it into an educational process that meets the needs of children and families, and promoting community participation as a way to reconstruct local social networks as well.
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Le Bras, Stéphane, Miguel Cabo Villaverde, Bruno Esperante, Pablo F. Luna, Ana Cabana Iglesia, Francisco J. Medina-Albaladejo, Salvador Calatayud, and Óscar Bascuñán Añover. "Book reviews - Crítica de libros - Crítica de livros (Historia Agraria, 86)." Historia Agraria Revista de agricultura e historia rural, no. 86 (March 28, 2022): 313–45. http://dx.doi.org/10.26882/histagrar.086r10b.

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Book reviews - Crítica de libros - Crítica de livros Stéphanie Lachaud-Martin, Corinne Marache, Julie McIntyre, Mikaël Pierre (Eds.): Wine, Networks and Scales: Intermediation in the Production, Distribution and Consumption of Wine Carin Martiin Stéphane Le Bras Emanuele Bernardi: La Coldiretti e la storia d’Italia. Rappresentanza e partecipazione dal dopoguerra agli anni ottanta Miguel Cabo Villaverde Margot Lyautey, Léna Humbert, Christophe Bonneuil (Eds.): Histoire des modernisations agricoles au XXe siècle Bruno Esperante Pegerto Saavedra: La opulencia de los hijos de san Bernardo. El Císter en Galicia, c. 1480-1835 Pablo F. Luna Gloria Román Ruiz: El franquismo de carne y hueso. Entre el consentimiento y las resistencias cotidianas (1939-1975) Ana Cabana Iglesia Josep M. Feliu Roca y Raimon Soler-Becerro: Celler Cooperatiu de la Granada (1920-2020). Cent anys de vitivinicultura al cor del Penedès Francisco J. Medina Albaladejo Alba Díaz-Geada y Lourenzo Fernández Prieto (Coords.): Senderos de la historia. Miradas y actores en medio siglo de historia rural Salvador Calatayud Francisco Cobo Romero y Francisco de Paula Garrido Rodríguez: La República en los pueblos. Conflicto, radicalización y exclusión en la vida política local durante la Segunda República española (1931-1936) Óscar Bascuñán Añover
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Russo, Pina, and Bruno Spadoni. "Il riordino delle partecipazioni societarie della p.a. e della disciplina in materia di servizi pubblici locali di interesse economico generale delineato dalla "Delega Madia"." ECONOMIA PUBBLICA, no. 2 (January 2016): 181–91. http://dx.doi.org/10.3280/ep2015-002006.

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Floridia, Antonio. "Le elezioni comunali in Toscana dal 1993 al 2004. Gli effetti delle nuove regole, i partiti, le coalizioni, i "nuovi" sindaci." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 54, no. 2 (December 31, 2005): 5–91. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12718.

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L’obiettivo di questo lavoro quello di fornire un bilancio critico e una valutazione degli effetti che l’applicazione della legge 81 del 25 marzo 1993 ha prodotto sui sistemi politici locali della Toscana: una legge che è stata più volte, e da più parti, definita come il frutto migliore della convulsa fase di crisi e di transizione che hanno vissuto le istituzioni politiche del nostro paese nel corso degli anni Novanta, – «un esempio di ingegneria istituzionale sostanzialmente andato a buon fine», come è stato detto –, ma di cui oggi, a distanza di anni, e dopo tre cicli elettorali, si possono cominciare a cogliere meglio le complesse implicazioni, individuando i processi di mutamento che le nuove regole hanno indotto, o con i quali esse si sono intrecciate, nel comportamento degli elettori e nelle strategie degli attori politici. Ad oltre dodici anni dall’approvazione di questa legge, tutti i Comuni hanno già sperimentato per almeno tre volte il nuovo sistema elettorale. È possibile quindi disporre oggi di una mole rilevante di dati che permettono di valutare le modalità di funzionamento del nuovo sistema elettorale. Concentrare poi l’attenzione su una sola regione, la Toscana nel nostro caso, corrisponde ad un esigenza conoscitiva di particolare rilievo, proprio perché, come rilevava Giacomo Sani nella Prefazione ad uno degli studi più completi sull’argomento, apparso dopo la tornata elettorale del 1999, ciò che emerge sono appunto «le forti differenze a base regionale» che hanno caratterizzato l’impatto della nuova legge elettorale. In questa ricerca, dunque, siamo partiti dalle specificità del sistema politico toscano, cominciando ad analizzare alcuni aspetti del voto amministrativo nel corso degli anni Ottanta e cercando di misurare, per quanto possibile, i mutamenti che il nuovo sistema elettorale ha prodotto. I comuni considerati dalla ricerca sono quelli che, sulla base dei dati del Censimento 1991, e poi di quello del 2001, hanno superato i 15 mila abitanti e per i quali, dunque, la nuova legge prevede un sistema elettorale a doppio turno: per la Toscana, si tratta di 51 comuni. Per questi comuni è stato predisposto un data base completo, oggi anche consultabile via internet, comprendente tutti i dati relativi alla partecipazione elettorale, i voti riportati dai candidati e dalle liste collegate, i seggi attribuiti a ciascuna lista. Generalmente, i dati sono stati analizzati anche sulla base delle diverse classi demografiche dei comuni e della diversa ampiezza dei consigli comunali5, e sulla base dei diversi cicli elettorali, in modo da consentire confronti omogenei
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Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Freitas, Roberto Araujo de Moraes, and Priscila Bernardo Martins. "La storia dell’istruzione e della ricerca scientifica in Brasile." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, December 20, 2019, 127–38. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/formazione-it/storia-dellistruzione.

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Nell’articolo attuale, si affrontano le trasformazioni storiche dell’attività didattica in Brasile e la sua partecipazione alla ricerca accademico-scientifica, considerando dalle influenze derivanti dalle religioni ereditate dall’Europa ai segni distintivi delle risorse tecnologie nelle mani degli utenti domestici. Questo momento è segnato dalla transizione tra il XX e il XXI secolo, rappresentando così una rivoluzione dilagante nel settore tecnologico, con Internet come principale strumento di comunicazione e ricerca, che ha portato a un lungo processo di adattamento. È necessario ricordare la difficoltà che vi sia nel processo di isolamento della conoscenza della sua cultura locale, delle opinioni e delle esperienze proprie e del bagaglio accademico con cui un insegnante deve trasmettere al corpo studentesco, perché deve capire che il Il Brasile registra influenze di vari popoli in tutto il mondo, il che ci ha fatto avere una cultura così mista. Nel bel mezzo di tante trasformazioni storiche, l’attività didattica deve avere le sue metodologie costantemente riciclate. Per questo motivo, quest’opera diventa più ardua man mano che l’insegnante soffre dell’impatto della rete sul mondo, poiché si riflette nella produttività e nell’affidabilità dei risultati delle opere letterarie e scientifiche. Questo comprometterà per sempre il rapporto tra conoscenza e informazione. Parole chiave: Tecnologia, ricerca, istruzione, affidabilità.
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Bressan, Giorgia, Andrea Guaran, Francesco Visentin, and Gian Pietro Zaccomer. "Aspetti geografici del confronto fra sapere esperto e contestuale: un’analisi regionale nei paesaggi del “degrado”." Bollettino della Società Geografica Italiana, January 26, 2022, 3–18. http://dx.doi.org/10.36253/bsgi-1350.

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Negli ultimi decenni la partecipazione attiva degli abitanti per l’interpretazione, la gestione e la pianificazione del paesaggio ha assunto un ruolo sempre più rilevante, grazie agli indirizzi proposti dalla Convenzione europea del paesaggio che individua l’esperienza e il sentire delle popolazioni come una fondamentale fonte informativa. Nonostante le difficoltà implicite nella valorizzazione di una simile fonte, il confronto tra il sapere contestuale ed esperto può favorire l’elaborazione di nuove conoscenze, a patto che si possano confrontare le informazioni e mettere in effettiva e fruttuosa comunicazione i due saperi. During the last decades, the active participation of the inhabitants in the interpretation, management and planning of landscape has assumed an increasingly important role, thanks to the challenges and understandings provided by the European Landscape Convention which advocated the participation and enhanced the role of the populations as fundamental sources of information. Despite the difficulties linked to the valorization of such assets, the comparison between expert and public views can favour the production of new knowledge as long as these information and sources could be compared and connected through fruitful approaches. The present contribution finds his roots in the development of Friuli Venezia Giulia Regional Landscape Plan and, adopting a participatory approach, tried to investigate the perceived landscapes of risk and degradation. The focus is on three categories of areas and sites perceived as degraded, specifically those resulting from the massive presence of abandonment former military areas, hydrogeological problems and, finally, quarry activities. After presenting the most relevant aspects and the results of the geo-cartographic analysis, the limits and opportunities of the research are highlighted. On the one hand, similarly to other participatory projects, the analysis presents problems in terms of quality and territorial coverage, on the other hand, it offers reflections on the possible synergies between local and expert knowledge.
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