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Fabi, Federico. "Sovranità e dislivelli di potere. Paradigmi per una rilettura della riforma estense della giustizia feudale (1763)." Italian Review of Legal History, no. 8 (December 21, 2022): 39–77. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/19251.

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Анотація:
Proposito del presente lavoro è indagare la novità introdotta dal Regolamento estense del 1763 sull’amministrazione della giustizia feudale. Si tratta di una novità di non immediata percezione, posto che la riforma segnalava una tensione duplice e ambivalente. Da un lato, sembra che essa mirasse a razionalizzare i poteri esercitati da centri politici diversi; dall’altro, invece, che non intendesse pregiudicare quel medesimo sostrato di pluralità che ne costituiva il presupposto. Con l’obiettivo di risalire all’effettiva portata della nuova e contestata normativa, il contributo cercherà di tracciare un quadro delle intersezioni tra competenze feudali e ducali. Il reale spessore della feudalità del XVIII secolo, ricostruibile grazie al recupero dei diversi paradigmi nei quali la ‘sovranità’ del Duca si declinava, conduce a rappresentare la stessa più come riflesso, che come causa, di un più ampio ordine giuridico.
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Nogler, Luca. "Max Weber "giurista" del lavoro." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 133 (December 2011): 1–19. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2012-133001.

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Анотація:
Il saggio analizza gli scritti che Weber elaborň come "giurista" del lavoro. L'Autore giunge alla conclusione che č erroneo il paradigma, che risale ad Habermas, secondo cui W. accolse una concezione positivistica e formalista del diritto. Vero č invece che W. sostenne lo sforzo profuso da Lotmar nel reinterpretare il diritto contrattuale e delle obbligazioni alla luce del valore della persona. Ciň corrispose, d'altra, parte al fatto che W. fu un sociologo, non tanto dei fenomeni, quanto soprattutto dell'azione sociale. Le sue indagini furono, infatti, rivolte ai comportamenti umani dei quali W. indagň ogni possibile "impulso" religioso, sociale, economico, ma anche sempre, e costantemente, giuridico.
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3

Bavaro, Vincenzo. "La trasformazione del lavoro nella prospettiva dell'azione collettiva. Un esercizio metodologico fra diritto e sociologia." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 164 (December 2022): 91–107. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-164005.

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Анотація:
L'articolo ha l'obiettivo di sottoporre a verifica metodologica gli studi sulle tra-sformazioni del lavoro per verificare se la sociologia del lavoro e il diritto del lavoro riescono a dialogare e convergere su un medesimo e reale oggetto di studio. Prendendo come punto di osservazione l'azione di autotutela sindacale, l'Autore intende mettere in evidenza la necessità che studi sociali e studi giuridici sul lavoro siano sempre più intrecciati.
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Butera, Federico. "Paradigmi e metodi per gli architetti del nuovo lavoro." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (June 2022): 217–35. http://dx.doi.org/10.3280/so2022-001010.

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Accettura, Barbara. "PNRR e diritti sociali: una nuova declinazione del diritto all'abitazione. Il paradigma della rigenerazione urbana." Società e diritti 8, no. 15 (January 11, 2023): 226–46. http://dx.doi.org/10.54103/2531-6710/19686.

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Анотація:
Il PNRR costituisce un’occasione per riportare l’inclusione sociale e il diritto alla qualità dell’abitare al centro delle politiche di rigenerazione urbana. Il lavoro si propone quindi, muovendo dall’evoluzione delle politiche abitative nell’ordinamento interno, di fornire una riflessione sul nuovo modello di trasformazione urbana e di verificare se e quanto esso costituisca la risultante di un sistema giuridico globalizzato in cui obiettivi e programmi fungono da fattori “razionalizzanti” e “civilizzanti”, orientando le politiche interne di settore verso una maggiore tutela dei “diritti sociali”.
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Marcaletti, Francesco. "Paradigmi e approcci nella gestione dell'invecchiamento delle forze di lavoro: un riesame critico." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 125 (March 2012): 33–51. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-125002.

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Анотація:
A partire da una rassegna della letteratura piů recente, il contributo ricostruisce determinanti, concetti e modelli attraverso i quali si č giunti alla definizione in Europa di strategie di gestione delle forze di lavoro in ragione dell'invecchiamento che le coinvolge. Il percorso messo a fuoco č quello relativo al prendere forma di un discorso in tema di lavoratori anziani e di lavoro degli anziani e al concomitante definirsi di paradigmi che fondano la pratica della gestione del lavoro dei piů anziani e delle etŕ al lavoro. Sul primo versante corrono le dimensioni che afferiscono alle politiche pubbliche nella loro articolazione per livelli e settori di competenza, sul secondo versante i modelli e le pratiche di gestione del fattore etŕ al lavoro raccolti sotto l'etichetta dell'age management. La cornice di questo processo č rappresentata dalla rilevanza che sul piano interpretativo hanno assunto le letture di carattere neo-istituzionalista e la prospettiva del corso di vita.
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7

Perocco, Fabio. "Precarizzazione strutturale del lavoro e precarizzazione globale delle migrazioni. L'esempio dei lavoratori in distacco intracomunitario." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 3 (December 2018): 132–53. http://dx.doi.org/10.3280/es2018-003011.

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Анотація:
L'articolo prende in esame i processi di precarizzazione del lavoro e di precarizzazione delle migrazioni, approfondisce i nessi tra questi due fenomeni e le conseguenze sociali derivanti dal loro intreccio (ad esempio la doppia precarietà dei lavoratori immigrati), analizza il ruolo delle politiche migratorie nel preparare il terreno all'ampliamento generale della precarietà. L'articolo si focalizza sul lavoro in distacco intracomunitario (posting of workers), che costituisce un esempio della convergenza dei processi di precarizzazione del lavoro e delle migrazioni, un fattore di allargamento della precarietà, un nuovo meccanismo di sfruttamento differenziale del lavoro, un osservatorio da cui esaminare le nuove forme di precarietà lavorativa e le caratteristiche delle politiche migratorie contemporanee basate sempre più spesso sui paradigmi della temporaneità e della circolarità.
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Guidi, Riccardo. ""Effetti corrosivi"? Problematizzare l'impatto del New Public Management e della governance sui social workers del settore pubblico." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 3 (December 2012): 37–52. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-003003.

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Анотація:
L'articolo sviluppa considerazioni di carattere metodologico e sostanziale sull'impatto che le riforme ispirate al New Public Management e alla governance hanno avuto sul lavoro sociale. Nella prima parte dell'articolo sono sinteticamente esposti i caratteri fondamentali dei due paradigmi di riforma. La seconda parte si focalizza sull'approccio di studio all'innovazione nel campo della Pubblica Amministrazione. La terza parte espone alcune evidenze empiriche della letteratura internazionale sui cambiamenti del lavoro sociale. Sull'Italia viene proposta una rilettura dei dati di due ricerche nazionali svolte a cavallo del ciclo di riforme del welfare degli anni 2000. L'articolo giunge alla conclusione che lo studio dell'impatto delle riforme sul lavoro sociale richiede di considerare una pluralitŕ di "variabili di traduzione" delle riforme (pathdependent e actor-dependent). Siul piano teorico ciň sollecita a verificare la possibilitŕ di un incontro tra il neo-istituzionalismo sociologico e l'Actor-Network Theory.
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Sciarra, Silvana. "Post positivista e pre globale. Ancora sull'anomalia del diritto del lavoro italiano." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 121 (April 2009): 159–83. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2009-121010.

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Анотація:
La rilettura del saggio di D'Antona si sofferma sulla critica formulata dall'autore nei confronti dell'anomalia post positivista del diritto del lavoro. Nella crisi dei paradigmi si rintraccia l'origine di un eclettismo metodologico, caratteristico di una parte della dottrina italiana nel decennio fra il 1980 ed il 1990. La sfida, ancora attuale, lanciata dall'autore verso la comunitŕ scientifica, accusata di scarsa chiarezza nelle scelte metodologiche, si presta ad alcune considerazioni sul piano storico. La rilettura propone di tracciare una linea ideale di continuitŕ fra il pensiero di D'Antona e gli interpreti italiani della, alla ricerca delle influenze esercitate da Tullio Ascarelli sulla dottrina critica del positivismo. L'attualitŕ del saggio si rinviene inoltre nella critica rivolta al legislatore, poco attento a preservare la razionalitŕ del diritto del lavoro ed il rispetto della sua tradizione.
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Liso, Franco. "Appunti su alcuni profili giuridici delle recenti vicende Fiat." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 130 (June 2011): 331–44. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-130008.

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Анотація:
1. Alcune considerazioni preliminari 2. Alcune questioni giuridiche. Il problema della rappresentanza in azienda. 3. Continua. Le "clausole integrative del contratto individuale di lavoro" ed il problema dei limiti negoziali allo sciopero. 4. Qualche considerazione in ordine alle prospettive di politica legislativa.
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Di Felice, Vincenzo. "Agricoltura al lavoro: brevi considerazioni sull'occupazione agricola." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 91 (September 2010): 65–88. http://dx.doi.org/10.3280/qua2010-091005.

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Анотація:
L'attivitŕ agricola riveste un ruolo sostanziale nella definizione di scenari di sviluppo sostenibile in quanto le sue esternalitŕ interessano simultaneamente sfere ambientali, economiche e sociali. L'agricoltura del terzo millennio, evoluta in termini di scienza e tecnologia, deve inspirarsi ai nuovi paradigmi integrando sostenibilitŕ bio-fisica e socio-economica; in tal senso il binomio agricoltura-lavoro possiede un significato strategico. Per tali ragioni, all'interno delle dinamiche riflessioni sui sistemi agricoli e alimentari europei post 2013, diviene essenziale realizzare alcune considerazioni sugli aspetti quali-quantitativi dell'occupazione e della formazione al fine di identificare e realizzare percorsi di sviluppo competitivi e sostenibili.
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Palazzani, Laura. "La legge italiana sulla “procreazione medicalmente assistita”: una rilettura biogiuridica." Medicina e Morale 53, no. 1 (February 28, 2004): 77–90. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.654.

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L’articolo analizza la recente legge italiana sulla procreazione medicalmente assistita (PMA) dal punto di vista del rapporto tra bioetica e diritto, soffermandosi in particolare sulla discussione dei diversi e contrapposti paradigmi biogiuridici ossia sui modi di concepire l’intervento e la funzione del diritto, in senso legislativo, nell’ambito della bioetica (il modello “neutrale o liberale” e il modello “etico minimo o della giustizia”). Il lavoro analizza in modo critico (dal punto di vista della filosofia del diritto) i principali argomenti della legge (la soggettività del nascituro e il ruolo della famiglia) al fine di mettere in evidenza i punti rispondenti e gli elementi non rispondenti al significato del diritto secondo giustizia.
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Nuzzo, Valeria, and Valerio Speziale. "Il diritto del lavoro e la frantumazione dei confini dell'impresa." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 164 (December 2022): 162–82. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-164009.

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Il saggio approfondisce il confronto tra giuslavoristi e sociologi del lavoro sui con-fini dell'impresa, sottolineando come l'assetto e la conformazione dell'impresa sia uno dei temi rimasti lungamente estraneo a tale dialogo. I cambiamenti organizza-tivi degli anni '90 inducono entrambi i settori a una riflessione, ma essi procedono per lo più paralleli, con richiami e citazioni reciproche estremamente rare ed episo-diche, in gran parte limitate al rinvio a una differente prospettiva di indagine. Solo negli ultimi anni tale confronto diventa più rilevante, quando si accentuano i fe-nomeni di outsourcing e si determina, con essi, una fuga dalla regolamentazione che vi si applica, grazie alla possibilità di organizzare la produzione sfruttando i differenziali regolativi e salariali esistenti fra le diverse aziende, fra i diversi settori industriali e anche fra diversi Paesi. Il saggio guarda, dunque, alle differenziazioni e alle asimmetrie che si sono prodotte sfruttando i confini e i differenziali ad essi associati, indagando sui diversi strumenti giuridici utilizzati, dall'appalto alle reti di impresa fino alle catene globali del valore.
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Grimaldi, Giuseppe. "Guardiani della frontiera: l’intermediazione informale nel ghetto agricolo Sud Europeo." REMHU: Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 30, no. 64 (April 2022): 159–76. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880006410.

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Abstract Nel Sud Europa agricolo sono ormai realtà consolidata i cosiddetti ghetti, spazi di vita della componente migrante più fragile proveniente dal Sud globale e impiegata come forza lavoro bracciantile. Tali spazi vengono sovente inquadrati come confini della modernità occidentale, buchi neri in cui operano caporali che riproducono quelle che vengono definite come nuove schiavitù. In questo lavoro, partendo da una ricerca-azione svolta nel Sud Italia agricolo (Eboli), si propone di abbandonare una logica del confine e guardare alle modalità attraverso cui il ghetto diventa parte integrante del contesto più ampio, dei suoi modelli sociali, giuridici, economici. Situando l’etnografia sulle modalità attraverso cui l’intermediazione informale naviga queste strutture, il ghetto emerge come una frontiera, intesa non come confine ma come un avamposto che mostra gli effetti più violenti dei campi di forza che agiscono sulla riproduzione della presenza migrante.
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Bompiani, Adriano. "L'amministratore di sostegno a favore di persone impossibilitate a provvedere alla cura dei propri interessi." Medicina e Morale 42, no. 6 (December 31, 1993): 1171–88. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1036.

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Анотація:
L'articolo illustra da un punto di vista eminentemente giuridico - con le sue ricadute etiche - un disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri nell'aprile 1993 riguardante l'istituzione della figura dell'amministratore di sostegno per le persone impossibilitate a provvedere alla cura dei propri interessi. Tale provvedimento legislativo appare di notevole importanza in speciale riferimento all'handiccapato psichico, del quale l'articolo illustra i fondamenti giuridici della protezione a lui dovuta. Il lavoro passa in rassegna, inoltre, le normative vigenti in altri Paesi sull'argomento.
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Tucci, Giuseppe. "La discriminazione contro il disabile: i rimedi giuridici." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 129 (March 2011): 1–28. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-129001.

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La discriminazione contro i disabili ha una storia particolare nella nostra esperienza giuridica, in quanto viene fatta oggetto di sanzioni solo molto tempo dopo che erano state eliminate le altre tradizionali forme di discriminazione, come, ad esempio, quella contro le donne. Anche le norme costituzionali, che rendevano certamente illegittime quelle discriminazioni (artt. 2, 3, 4, 32, 35, etc. Cost.), sono state lette in funzione della tutela del disabile solo negli anni '90 del secolo scorso, quando la nostra legislazione ordinaria č stata costretta ad adeguarsi al diritto europeo. Infatti, soltanto l'art. 16 della l. 12 marzo 1999, n. 68, ha abrogato la norma del t.u. sul pubblico impiego che prevedeva la «sana e robusta costituzione» come astratto e generale requisito di accesso al pubblico impiego medesimo, cosě come soltanto nel 2003, in attuazione di precise direttive europee, l'art. 15 st. lav. č stato riformato in modo da qualificare come illegittima la discriminazione contro il disabile nel rapporto di lavoro privato. Oggi la tutela del disabile si realizza a livelli multipli. Infatti, vi č una tutela di diritto interno, una tutela di diritto internazionale, in base alla Convenzione delle Nazioni Unite del 13 dicembre 2006, una tutela di diritto dell'Unione europea in senso stretto ed una tutela basata sulla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Malgrado tale pluralismo delle fonti delle differenti discipline giuridiche, solo l'intervento delle diverse Corti, come la Corte costituzionale, quella di Lussemburgo e quella di Strasburgo, in costante dialogo tra loro, riesce a tutelare il disabile di fronte alle nuove forme di discriminazioni, come quelle razziali, che spesso hanno ad oggetto, in particolare nella nostra esperienza giuridica, disabili extracomunitari.
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Ghidelli, Roberta. "Interconnessioni e snodi dialogici nella giustizia penale minorile tra criticità e sfide educative." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (July 2021): 73–80. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-001008.

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Il sistema della giustizia minorile chiede agli operatori, giuridici e psico-socio-educativi, di sviluppare sempre più forme e metodologie dialogiche per dare più forza al recupero del minore e alla corresponsabilità di tutti gli attori, istituzionali e non, coinvolti e coinvolgibili. Il servizio sociale del penale è chiamato a svolgere una duplice funzione di facilitazione delle interazioni, una nei confronti del contesto sociale e l'altra verso il sistema della giustizia. Il d.p.r. n. 448/1988 è oramai ampiamente maggiorenne, ma come l'adolescenza termina intorno ai 25 anni anche l'implementazione della normativa necessita ancora di sviluppare spazi discorsivi nei quali rimettere al centro i significati del lavoro con gli adolescenti che delinquono, punta dell'iceberg del disagio e del malessere giovanile.
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Ferretti, Annalisa. "Pensare il male." PSICOANALISI, no. 1 (September 2020): 5–18. http://dx.doi.org/10.3280/psi2020-001001.

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L'autrice riassume secondo una visione personale i modi con i quali il pensiero psicoanali-tico ha concettualizzato nel tempo il male, inteso come "ciò che fa male" nella mente: il modello idrostatico del blocco e della sua risoluzione, quello del conflitto correlato all'idea di polarità e di equilibrio, e il modello di pensiero e antipensiero di Bion. Il lavoro indica delle possibili connessioni con i diversi momenti storici e il mutare dei paradigmi scientifici ed etici dal posi-tivismo di fine Ottocento all'esperienza delle due guerre mondiali e delle tragedie dei totalitari-smi, rilevando possibili connessioni con il cambiamento dei nostri modi di pensare a "ciò che fa male" nella mente.
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Magnolo, Stefano, and Alessandro Taurino. "Il Diritto, La Scienza e La Tecnologia." Revista Opinião Jurídica (Fortaleza) 16, no. 23 (July 1, 2018): 13. http://dx.doi.org/10.12662/2447-6641oj.v16i23.p13-27.2018.

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Le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione giocano un ruolo rilevante per i sistemi sociali coinvolti. Per questo la descrizione teorica della società non può trascurare la dipendenza sempre maggiore della società moderna dalla tecnologia. Il nostro articolo si prefigge l’obiettivo di esaminare il progresso tecnologico dal punto di vista della evoluzione degli strumenti giuridici regolativi delle nuove tecnologie. Si tratta di un punto di vista sociologico-giuridico dove è in gioco la dinamica dell’evoluzione del diritto rispetto alla evoluzione della società. Diversamente da altri settori del diritto, esempio classico il diritto di famiglia, qui non c’è una tradizione consolidata alla quale riferirsi o da rigettare. Ciò significa che le soluzioni devono essere “inventate” alla luce di paradigmi nuovi che, pur facendo appello a figure giuridiche fondamentali, abbiano una capacità visionaria, siano cioè, come dice Luhmann, “gravidi di futuro”. Il nostro discorso partirà dunque da un inquadramento teorico generale delle dinamiche diritto-tecnologia-società per concludere avendo come riferimento il caso specifico della intelligenza artificiale.
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Menezes, Vitor Hugo Mota de. "LA VULNERABILITÀ NELL’ESTERNALIZZAZIONE DINANZI AL SERVIZIO PUBBLICO." REVISTA INTERNACIONAL CONSINTER DE DIREITO 9, no. 9 (December 18, 2019): 775–99. http://dx.doi.org/10.19135/revista.consinter.00009.41.

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L’esternalizzazione è un sistema di gestione coperto dal genere dei rapporti trilaterali, nel caso in ricerca, maneggiato dalla Pubblica Amministrazione, per ridurre costi e migliorare la qualità dei servizi offerti alla popolazione, adoperato, dapprima, solo per le attività accessorie, ma con la normalizzazione del sistema, si è cominciato a implementarlo nei bisogni principali. Tuttavia, l’uso senza controllo e sfrenato di questo meccanismo ha creato intensi dibattiti giuridici e dottrinari che indicano i vantaggi e gli svantaggi di tali tipi di contratto, sia per quanto riguarda la vulnerabilità dell’operaio esternalizzato, sia rispetto la responsabilità del ricevitore del servizio dinanzi al disonore dei loro oneri lavorativi, e come l’utilizzo dell’esternalizzazione potrebbe essere adoperato in modo sicuro ed efficace dai contraenti. È appunto per questo che, inizialmente, la presente ricerca avrà un approccio generale sull’esternalizzazione, dalla comparsa del meccanismo nella storia, con enfasi sulla sua applicazione nel settore pubblico, investigando le possibili minacce ai regimi giuridici di contrattazione del personale utilizzati da enti statali. In questa prospettiva, saranno indicate le definizioni più impiegate dai dottrinatori, così come anche la natura giuridica e i presupposti che permeano l’istituto. Di seguito, saranno trattati il capitalismo, la globalizzazione, il neoliberalismo, indicati i fattori che influenzano l’esistenza e l’espansione dell’esternalizzazione e le critiche esistenti in materia. Alla ricerca di una soluzione più fattibile ed effettiva alla problematica, verranno confrontati ritagli esemplificativi del meccanismo in altri sistemi giuridici, soprattutto in quello italiano, riportando riferimenti legali e giurisprudenze sulla materia. La metodologia impiegata è sostanzialmente bibliografica e indiretta, servendosi da libri, articoli scientifici e orientamenti giurisprudenziali dei tribunali superiore e regionali del lavoro, servendosi, ancora, del metodo deduttivo per la giusta interpretazione dell’argomento. In questo senso, la presente ricerca dimostrerà la soluzione della problematica ritenuta dal ricercatore la più fattibile ed effettiva.
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Fuschi, Damiano. "LE RELAZIONI TRA I CITTADINI E LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI ATTRAVERSO MEZZI ELETTRONICI. UN'ANALISI GIURIDICA COMPARATA." Il Politico 254, no. 1 (June 7, 2021): 86–102. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2021.562.

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Lo scopo principale del presente lavoro è quello di individuare alcune delle criticità legate al diritto di accesso alle informazioni detenute dalle Pubbliche Amministrazioni, emerse con la diffusione dei mezzi di comunicazione elettronici. Nell'affrontare l'argomento, è importante anche definire cosa sia un documento informatico, in quanto tale concetto varia, in primo luogo, in relazione al grado di evoluzione tecnologica esistente e, in secondo luogo, non fa riferimento ad una categoria omogenea. Prendendo come esempio il contesto italiano, una descrizione di "documento informatico" è fornita dal Decreto Legislativo n. 82/2005 (Codice dell'Amministrazione Digitale), rappresentazione di fatti, atti o dati giuridici rilevanti".
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Lenassi, Nives. "Alcune osservazioni sull’uso dei paradigmi verbali nell’italiano L2: l’italiano per gli affari." Linguistica 61, no. 2 (December 30, 2021): 79–95. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.61.2.79-95.

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Nella produzione dei testi di corrispondenza italiana i comunicatori sloveni provenienti dal mondo del lavoro spesso affrontano con insicurezza la verbalizzazione dei complessi rapporti aspettuali, temporali e modali previsti dal sistema verbale italiano. Tali insicurezze sono evidenti sia nei testi redatti dai parlanti con un’elevata competenza linguistico-comunicativa sia in quelli composti da comunicatori che possiedono un repertorio linguistico più limitato. Questi ultimi sono anche più propensi a comporre messaggi molto sintetici, con una gamma piuttosto ristretta di paradigmi verbali anche nelle situazioni in cui le esigenze e gli scopi comunicativi richiederebbero la redazione di un testo più esteso. Visti i disagi dei non madrelingua, ci si è chiesti quanto spazio dedicano vari libri di testo per l’italiano per gli affari alle attività il cui obiettivo è lo sviluppo della competenza relativa alla conoscenza e all’uso dei paradigmi verbali nell’ambito della corrispondenza commerciale. La ricerca dimostra che – in dipendenza da vari parametri quali il livello QCER dei singoli libri di testo, il loro orientamento più o meno comunicativo, l’importanza ascritta alla corrispondenza commerciale ecc. – possiamo constatare notevoli differenze tra i materiali analizzati in quanto alla presenza delle attività e ai paradigmi verbali trattati in esse. Un numero maggiore di attività e una loro distribuzione proporzionata nella prassi glottodidattica potrebbe sensibilizzare gli utenti/apprendenti a un’attenzione più focalizzata e accurata nel riconoscere l’insieme degli elementi che stimolano l’uso di singoli paradigmi verbali nei testi di corrispondenza commerciale. L’obiettivo di tale approccio ovvero sensibilizzazione è quello di giungere prima a una comprensione adeguata dei testi e dopo a una stesura dei messaggi pragmaticamente efficaci.
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Viscomi, Antonio. "Il pubblico impiego: evoluzione normativa e orientamenti giurisprudenziali." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 137 (February 2013): 53–89. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2013-137002.

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L'A. dimostra preliminarmente come la stratificazione delle fonti regolative e l'apporto alluvionale e multilivello di prassi amministrative, discipline contrattuali, decisioni giurisprudenziali abbia determinato la contestuale presenza di modelli regolativi riconducibili a paradigmi organizzativi e regolativi tra loro discontinui, con conseguente incremento dei livelli di incertezza ricostruttiva. Propone, quindi, un approccio metodologico idoneo a rappresentare la pluralitŕ differenziata degli interessi che caratterizza il lavoro pubblico, assicurando l'emersione nei singoli microsistemi dei caratteri di specificitŕ del contesto e di specialitŕ del testo normativo. Sottolinea infine l'urgenza di una pertinente valoriz- zazione della funzione nomofilattica della Cassazione evidenziando la necessitŕ di assicurare un adeguato grado di stabilitŕ delle aspettative e dei comportamenti degli attori sociali soprattutto in contesti segnati da elevata complessitŕ organizzativa, regolativa e gestionale.
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Altili, Priscilla. "Il ruolo dei Paesi in via di sviluppo per la protezione delle risorse biogenetiche e dei diritti delle comunitĂ locali che le hanno preservate." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (December 2010): 185–206. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001013.

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Questo lavoro si propone di approfondire le problematiche relative alla tutela giuridica delle innovazioni in agricoltura e alla protezione delle risorse biogenetiche. Se da un lato, gli ordinamenti stimolano l'attivitĂ inventiva con il riconoscimento all'inventore del diritto di sfruttamento esclusivo dell'invenzione, dall'altro, la conservazione e la protezione della diversitĂ biologica, in generale, e della bio-diversitĂ agricola, in particolare, sono considerate gli unici mezzi per evitare la progressiva perdita di risorse biogenetiche. I Paesi in via di sviluppo devono giocare un ruolo attivo per bilanciare queste necessitĂ . Gli strumenti giuridici esistenti devono essere perfezionati ed utilizzati fino in fondo per la protezione delle risorse biogenetiche.
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Squitieri, Anna Eugenia. "Mi prendo cura di te. Commento al caso." PSICOBIETTIVO, no. 2 (January 2011): 118–25. http://dx.doi.org/10.3280/psob2010-002010.

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L'autore nel commentare l'articolo sul caso clinico di un trattamento ad una persona con diagnosi di pedofilia e con la rivelazione di avere abusato di una minore, pone l'attenzione sulla centralitŕ dell'etica alla professione di psicoterapeuta come professionista della cura quando gli aspetti giuridici lo obbligano al venir meno del segreto professionale. Entrambi questi aspetti debbono necessariamente incrociarsi laddove forse non possono mai coincidere temporalmente. Utilizzando uno sguardo sistemico sul lavoro delle autrici del caso clinico, l'autore sembra rintracciare la possibilitŕ di rispondere all'etica professionale e al dettato giuridico attraverso un lavoro individuale con l'abusante che si sancisce solo dopo aver costruito un patto relazionale tra lui e lo psicoterapeuta. Patto che permette una prima e fondamentale assunzione di responsabilitŕ da parte dell'abusante, per poi sviluppare il lavoro clinico sul riconoscimento dei meccanismi disfunzionali e l'apprendimento dei nuovi e piů funzionali modelli interni. Ciň permette di lavorare con la coppia coniugale affinché venga costruito il contesto relazionale dove le dinamiche familiari e di coppia possono ricostruire il dramma dell'abuso. Infine l'autore ipotizza che un ulteriore spazio di terapia possa essere considerato, che preveda l'inclusione della minore abusata e cosě liberarla dall'identificazione con l'aggressore e dal senso di colpa per quanto accaduto. A ciň si puň giungere solo se l'abusante davanti alla vittima riconosce la sua piena responsabilitŕ dell'accaduto.
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Bocquenet, Louis, Angela Sordano, and Diego Rora. "Cadre e l'attualitŕ dell'invisibile." GRUPPI, no. 1 (October 2010): 75–85. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-001007.

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Obiettivo dell'intervento č quello di evidenziare i nodi teorici e concettuali scaturiti dal confronto di due équipe, una francese ed una italiana, che utilizzano la metodologia dello psicodramma nel trattamento di bambini e adolescenti. Lo scambio tra le due équipe č nato con lo scopo di individuare una metodologia comune, raffrontabile, volta alla valutazione degli esiti psicoterapeutici nella clinica dei gruppi dell'infanzia e dell'adolescenza. Č stata fatta una scelta che ribalta lo schema classico della ricerca scientifica, basato sul confronto degli esiti a partire da strumenti predefiniti ed indipendenti dai contesti applicativi. Le due équipe sono, infatti, partite dal confronto concreto dei contesti di lavoro, delle metodologie ed infine dei paradigmi teorici che li supportano. Le riflessioni teoriche vertono sulla relazione individuo-gruppo, sugli indicatori di esito e sul ruolo fondamentale del Cadre per rendere visibili gli aspetti invisibili del processo terapeutico.
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Pisani, Michele. "La struttura del Comprehensive Income Statement: le indicazioni del progetto congiunto IASB-FASB Financial Statement Presentation." FINANCIAL REPORTING, no. 4 (December 2011): 9–48. http://dx.doi.org/10.3280/fr2011-004002.

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Il progetto congiunto IASB-FASBsi propone di definire l'impostazione di tutti i documenti necessari per formare un bilancio di esercizio che possa definirsi completo, ma grande attenzione è dedicata alla struttura del conto economico e alla rappresentazione del. Nel momento in cui i due corpi di principi contabili adottano un sistema misto di riconoscimento e di valutazione, fondato in parte sul costo storico e sul principio di realizzazione e in parte sule sulla logica delle variazioni patrimoniali, si pone il problema di valutare se la rappresentazione del reddito debba riflettere in modo neutro l'esistenza di questi due diversi paradigmi. Il lavoro esamina le soluzioni proposte nella struttura di conto economico al fine di esprimere su di esse un giudizio di merito alla luce delle indicazioni provenienti dai contributi teorici e dalle indagini empiriche svolte sull'argomento. Le innovazioni presentano indubbi vantaggi ma non risolvono le principali criticità legate alla rappresentazione del. L'incertezza che emerge dai contributi teorici ed empirici, che non consentono di individuare argomenti decisivi per basare le valutazioni esclusivamente sul reddito tradizionale o sul, rappresentano il principale argomento a supporto delle scelte conservative avanzate dai due.
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Cardi, Mavie. "Prospettive di ridefinizione degli assetti proprietari del capitale della Banca d'Italia: profili giuridici e valutativi." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (June 2010): 445–64. http://dx.doi.org/10.3280/ed2009-003003.

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Il tema della proprietŕ delle quote di partecipazione al capitale della Banca d'Italia rimane ancora irrisolto nonostante siano decorsi i tre anni previsti dalla legge di riforma del risparmio per dare una soluzione attuativa al problema. L'articolo 19, comma 10, della l. 28 dicembre 2005, n. 262 ha previsto infatti una ridefinizione in senso pubblicistico dell'assetto proprietario della Banca; tuttavia, la mancata indicazione da parte del legislatore dei criteri da seguire nell'individuazione dei nuovi azionisti e dei canoni contabili da applicare per la valorizzazione delle quote, č stata di ostacolo nell'identificazione di idonee soluzioni. Restano fermi i numerosi interrogativi che giŕ in passato si sono posti con riguardo alla ricerca di correttivi di detta «anomalia» istituzionale. Il presente lavoro nel riferimento alla peculiare configurazione ordinamentale della Banca d'Italia č orientato alla ricerca di metodi di valutazione del capitale della Banca d'Italia volti a verificare la concreta proposizione di ipotesi definitorie della problematica in parola. In primo luogo si sottolinea che le tecniche utilizzate nell'apprezzamento dei titoli societari non sembrano applicabili nel caso di specie, in ragione della specificitŕ delle «quote» di partecipazione al capitale della Banca centrale (basti pensare alle differenze riguardanti il regime di circolazione degli ordinari titoli azionari ed il significato diverso che gli stessi rivestono dal punto di vista commerciale o del patrimonio di vigilanza). Da qui una prima conclusione che esclude la possibilitŕ di riferire al capitale della Banca d'Italia i criteri valutativi che, a vario titolo, vengono in considerazione per la determinazione del valore patrimoniale dell'asset in questione. Successivamente, l'analisi - fermi i profili di non trasferibilitŕ delle quote da parte dei futuri acquisitori delle stesse - non preclude la concreta possibilitŕ di far ricorso, nel caso di specie, all'applicazione, non solo teorica, ma pratica, di criteri valutativi basati sul valore reddituale. In particolare, si riscontra l'effettiva applicabilitŕ del Discounted Dividend Model, metodo che - assumendo a criterio di riferimento un elemento reddituale, il dividendo (in questo caso valorizzato dalla presenza di significative componenti di rendimento aggiuntivo) - trova un preciso riscontro nelle componenti economiche che qualificano la partecipazione al capitale della Banca d'Italia e pertanto appare non soltanto teoricamente, ma anche tecnicamente, applicabile nella fattispecie.
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Pascucci, Paolo, and Valerio Speziale. "Spunti sul salario minimo dopo la Proposta di direttiva UE." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 172 (February 2022): 749–71. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-172016.

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Il saggio, dopo aver messo in evidenza come in Italia vi sia una vera e propria questione salariale legata alla diffusione del "lavoro povero" e al basso livello delle retribuzioni, analizza la Proposta di direttiva UE sul salario minimo, recentemente approvata dal Parlamento europeo e tuttora non definitiva. L'articolo esamina le finalità e le motivazioni della Proposta (diretta a garantire salari adeguati che consentano una vita dignitosa) e i delicati problemi giuridici connessi sia alla competenza della UE in materia salariale, sia alla disciplina in essa contenuta. Dopo aver sottolineato che la Proposta non impone una legge sul salario minimo nei paesi in cui la retribuzione è stabilita dai contratti collettivi (come l'Italia), il saggio valuta gli effetti che il recepimento della Direttiva in Italia potrebbe avere, anche in considerazione dei disegni di legge diretti da introdurre il salario minimo. Gli autori concludono la propria analisi sottolineando come sarebbe auspicabile un intervento legislativo che, in attuazione dell'art. 36 Cost., preveda retribuzioni minime corrispondenti a quelle previste dai contratti collettivi stipulati dai sindacati comparativamente più rappresentativi a livello nazionale.
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Gainotti, Sabina, and Antonio G. Spagnolo. "Test genetici: a che punto siamo in Europa? A margine del Rapporto e delle Raccomandazioni della Commissione Europea sugli aspetti etici, giuridici e sociali dei test genetici." Medicina e Morale 53, no. 4 (August 31, 2004): 737–66. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.631.

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Il 6 e 7 maggio 2004 a Bruxelles ha avuto luogo un congresso organizzato dalla Commissione Europea per stimolare la riflessione sulle implicazioni etiche, sociali e giuridiche legate allo sviluppo e all’utilizzo dei test genetici. Gli Autori riferiscono sulle conclusioni di quelle due giornate, dedicate alla lettura ed alla discussione di 25 raccomandazioni proposte da un gruppo di lavoro multidisciplinare composto da politici, accademici, rappresentanti dell’industria e di organizzazioni volontarie di pazienti di vari paesi dell’Unione. La qualità dei test genetici disponibili, l’accuratezza dei loro risultati, le condizioni di accesso ai test e ai trattamenti (soprattutto per le persone con malattie rare), l’utilizzo appropriato dei campioni e dei dati, il consenso informato ed il rispetto della privacy, il counselling genetico pre e post test, il rischio di discriminazioni sulla base del genere e dell’etnia: questi sono solo alcuni dei problemi emersi in sede congressuale. Le 25 raccomandazioni della Commissione Europea si differenziano per certi versi da altri documenti e dichiarazioni internazionali, soprattutto per quanto riguarda lo “statuto” assegnato ai dati genetici (“eccezionalità” genetica); secondo il Gruppo di lavoro che ha scritto le raccomandazioni l’informazione genetica non è diversa dagli altri dati medici, e dunque dovrebbe essere trattata allo stesso modo. È pur vero però, che i test genetici offrono nuove informazioni e conoscenze che potranno complicare non solo il rapporto tra medico e paziente, ma anche quello tra paziente e familiari. Con l’aumento dei test genetici ci sarà bisogno di riferimenti chiari ed accettabili per tutte le parti coinvolte: medici, pazienti e familiari avranno bisogno di riferimenti per risolvere problemi pratici, per conciliare i vari diritti dei pazienti (ad es. i diritti di sapere o di non sapere, di condividere le informazioni o meno), e doveri dei medici (dovere di mantenere il segreto professionale e proteggere la privacy, ma talvolta anche il dovere di avvertire). Il consenso informato dovrà aiutare le persone a comprendere in modo adeguato tutte le implicazioni di un test, dalle sue possibili conseguenze a livello familiare e sociale, alla classificazione e all’uso dei suoi dati clinici e genetici per le ricerche future. Quando poi l’ “oggetto” di studio non è più il singolo individuo, ma gruppi ristretti di persone (ad es., negli screening genetici), sarà necessario un “consenso di gruppo”, mentre gli studi sulle popolazioni riguarderanno le società in senso lato. Infine rimane un interrogativo importante: tutti questi cambiamenti aumenteranno il livello di costo della sanità? Molti sono gli scenari e gli sviluppi possibili, ma questi non dipendono solo dai progressi della scienza. Per far si che i benefici di queste innovazioni superino i rischi corsi dagli individui e dalla società, sarà importante creare un quadro normativo responsabile, che sappia accompagnare e misurare le varie attività di implementazione dei test genetici, sia a livello dei singoli Stati, sia a livello dell’Unione Europea.
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Minutoli, Fabio. "Innovative technologies, certification and assessment tools for a sustainable building heritage." VITRUVIO - International Journal of Architectural Technology and Sustainability 6, no. 2 (December 31, 2021): 102–15. http://dx.doi.org/10.4995/vitruvio-ijats.2021.16530.

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E' evidente che buoni risultati nel campo della sostenibilità ambientale si possono ottenere da politiche di efficienza energetica per gli edifici - per lo più realizzati o in itinere - costruiti per oltre il 50% prima della disattesa legge 373/76 che prevedeva, nel periodo del petrolio europeo crisi, vincoli per la progettazione, installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici e requisiti per l'isolamento termico degli edifici per il contenimento dei consumi.Meno chiara è invece la parte di fabbricato oggetto di conservazione (ai sensi del D.Lgs. 42/2004 o previgenti normative in materia) o di immobili vincolati ope legis (art. 12 D.Lgs. 42/2004, asset appartenenti allo Stato, alle regioni, agli enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e soggetti giuridici privati senza scopo di lucro e che siano opera di autore non più in vita e la cui esecuzione risalga a più di settant'anni ), per i quali non sarebbe possibile applicare le limitazioni dei decreti 192/2005 e 311/2006, che esonerano gli edifici "il cui rispetto dei requisiti comporterebbe un'alterazione inaccettabile della loro natura o aspetto, con particolare riferimento ai o caratteristiche artistiche"degli obblighi di efficienza energetica.In questo lavoro si vogliono giustificare e illustrare alcune scelte fatte da istituti di ricerca internazionali in merito alla difficoltà di conciliare le nuove richieste di sostenibilità legate alla necessità di ridurre i consumi (soprattutto da combustibili fossili) con quelle del valore storico degli edifici oggetto di intervento , presentando criteri di valutazione che possano fornire un metodo oggettivo per quantificare la compatibilità tra nuovo ed esistente, criteri che – per avere capacità predittiva e quindi poter guidare le scelte ex ante e non misurarle ex post – utilizzino strumenti di progettazione digitale (BIM , GIS, ecc.).
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Serio, Mario. "L'interpretazione del trust e l'obbligo di interpretazione conforme («<i>Reading down</i>»)." Trusts, no. 4 (August 4, 2022): 599–626. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.133.

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Tesi Il lavoro si muove nel perimetro di una recente sentenza della Chancery Division della High Court inglese nel caso Goodrich v AB, relativo all'interpretazione di una pluralità di disposizioni di un trust di dubbia interpretazione quanto alla identificazione dei beneficiari, affrontando i problemi connessi. Essi sono di duplice natura. In primo luogo, si tratta di stabilire se le ordinarie regole ermeneutiche vigenti nel common law inglese per altre categorie di atti giuridici, sia tra vivi sia a causa di morte, possano applicarsi anche ai trust. Alla motivata risposta positiva, tratta da una costante linea giurisprudenziale, consegue l’ulteriore effetto che assegna all’interprete del trust il compito di accertare la portata oggettiva dell’atto di disposizione, senza indulgere verso la prevalenza di criteri puramente soggettivi. Il secondo ordine di problemi cui il lavoro ha inteso dar risposta riguarda la possibilità di adeguare una serie di nozioni e categorie proprie del diritto di famiglia e delle relazioni da esso nascenti alla stregua di disposizioni legislative sopravvenute che hanno esteso la platea dei possibili beneficiari di un trust. E ciò in virtù di un’interpretazione compatibile con i principii della Convenzione per la salvaguardia dei diritti umani del 1950 trasposta nello Human Rights Act del 1998. Ed infine, viene esaminato il profilo degli obblighi informativi gravanti sul trustee in merito alle proprie scelte, concludendosi nel senso che a decisioni contrarie alla logica o puramente arbitrarie possa sopperire l’intervento sostitutivo o integrativo dell’autorità giudiziaria. La conclusione è nel senso che dell’apertura verso la sponda eurounitaria del diritto inglese ha tratto giovamento, in termini di rinnovamento delle tradizionali categorie di beneficiari e dei metodi ermeneutici per identificarli, anche il law of trust. The author’s view The recent decision in Goodrich v AB highlights a number of problems which this essay centres upon in an effort to outline a more modern and CEDU oriented version of the law of trust. In particular, the focus will be on the applicable criteria in this branch of the law to the interpretation of settlements aimed at conferring benefits on one or more persons, to be identified through a correct analysis of their objective, legal status in relation to the settlor's intention. It will also be devoted to the determination of whether or not duties of disclosure of relevant documents relating to his/her activity may be said to be incumbent, and in the event to what extent, on the trustee. All these issues have been accurately and extensively taken into account in its decision by the Chancery Division of the High Court and have been given a satisfactory answer. In particular, the interpretative methods to be applied to trust cannot but be the same as in contracts and wills according to the Supreme Court precedents. As to the definition of the beneficiaries of the trust in question, the Court has shown to adhere to an evolutive interpretation derived from the direct application in the domestic law, via the Human Rights Act 1998, of the provisions of the European Convention on Human Rights 1950, with the ultimate result of the broadening of the categories of those who can benefit from the trust, such as civil partners and married couples of the same sex. Finally, a clear tendency to stress the very existence of a duty to frankly and openly disclose relevant information on the part of the trustee is emphasized with an eye to the protection of beneficiaries. The non-performance of such a duty may give rise to a judicial intervention in the light of the Public Trust v Cooper decision.
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DEROSSI, Caio Corrêa, and Thaís Carneiro CARVALHO. "Trajetórias Histórico-políticas da Formação Inicial de Professores da Educação Básica no Brasil." INTERRITÓRIOS 6, no. 12 (December 7, 2020): 316. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i12.249003.

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RESUMONo presente artigo de abordagem qualitativa e de naturezas bibliográfica e documental, far-se-á um debate sobre os aspectos histórico-políticos da formação inicial de professores que atuarão na educação básica. Para tanto, por meio da literatura especializada e de documentos legais e curriculares que versam sobre a formação inicial e o trabalho dos profissionais da educação, o texto percorrerá um recorte de longa duração, com a finalidade de propor por meio de uma visada histórica e panorâmica, os percursos acerca da formação. Como considerações finais, pode-se entender que o processo formativo de professores foi alvo de disputas e correspondia em sua maioria aos interesses políticos. Ainda nesse sentido, em relação aos arranjos legais, identificou-se que as propostas e efetivações curriculares eram dissonantes em relação a defesa realizada por fóruns e associações profissionais, que concebiam a docência como núcleo central para a formação docente na educação básica brasileira.Percursos histórico-políticos. Formação inicial de professores. Docência para a educação básica.ABSTRACTIn this article with a qualitative approach and bibliographic and documentary in nature, a debate will take place on the historical-political aspects of the initial training of teachers who will work in basic education. For this, through the specialized literature and legal and curricular documents that deal with the initial training and the work of education professionals, the text will cover a long duration, with the purpose of proposing through a historical and panoramic view, the paths about training. As final considerations, it can be understood that the teachers' training process was the subject of disputes and corresponded mostly to political interests. Still in this sense, in relation to the legal arrangements, it was identified that the curricular proposals and implementations were dissonant in relation to the defense carried out by forums and professional associations, which conceived teaching as the central nucleus for teacher education in brazilian basic education.Historical-political paths. Initial teacher training. Teaching for basic education.RESUMENEn este artículo de enfoque cualitativo y de carácter bibliográfico y documental, se debatirá sobre los aspectos histórico-políticos de la formación inicial de los docentes que trabajarán en la educación básica. A través de la literatura especializada y los documentos legales y curriculares que abordan la formación inicial y el trabajo de los profesionales de la educación, el texto abarcará un espacio de larga duración, con la finalidad de proponer a través de una mirada histórica y panorámica, los caminos de la formación. Como consideraciones finales, se puede entender que el proceso formativo del profesorado fue objeto de disputas y correspondió mayoritariamente a intereses políticos. Aún en este sentido, en relación a los ordenamientos jurídicos, se identificó que las propuestas e implementaciones curriculares fueron disonantes en relación a la defensa realizada por foros y asociaciones profesionales, que concebían la docencia como el núcleo central de la formación docente en la educación básica brasileña.Caminos histórico-políticos. Formación inicial del profesorado. Docencia para la educación básica.SOMMARIOIn questo articolo con un approccio qualitativo e di natura bibliografica e documentaria, verranno discussi gli aspetti storico-politici della formazione iniziale degli insegnanti che opereranno nell'istruzione di base. Attraverso letteratura specializzata e documenti giuridici e curriculari che affrontano la formazione iniziale e il lavoro dei professionisti dell'educazione, il testo coprirà uno spazio a lungo termine, al fine di proporre attraverso una visione storica e panoramica, i cammini di formazione. Come considerazioni finali, si può comprendere che il processo di formazione degli insegnanti è stato oggetto di controversia e corrispondeva principalmente a interessi politici. Anche in questo senso, in relazione agli ordinamenti giuridici, si è individuato che le proposte e le implementazioni curriculari risultano dissonanti rispetto alla difesa svolta da forum e associazioni professionali, che hanno concepito la didattica come nucleo centrale della formazione dei docenti nell'istruzione di base Brasiliano.Percorsi storico-politici. Formazione iniziale degli insegnanti. Insegnamento per l'istruzione di base.
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Francini, Angelo. "Gli Istituti giuridici collaborativi del Codice del Terzo Settore." Diritto Dello Sport 03, no. 01 (June 24, 2022). http://dx.doi.org/10.30682/disp0301d.

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Lo studio si propone di analizzare la funzione di inclusione sociale dello sport, in particolar modo di quello dilettantistico, e di come questa possa essere rafforzata dalle recenti riforme del Terzo Settore e dello sport. Nello specifico, il lavoro intende approfondire le nuove opportunità che si prospettano per le Associazioni Sportive Dilettantistiche con la qualificazione come Ente del Terzo Settore nonché le motivazioni che possono incentivare la scelta di assumere detta qualificazione, con particolare riguardo alle nuove forme di collaborazione con la PA.
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Schermaier, Martin. "Anna Plisecka, ‚Tabula picta‘. Aspetti giuridici del lavoro pittorico in Roma antica." Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte: Romanistische Abteilung 132, no. 1 (January 1, 2015). http://dx.doi.org/10.7767/zrgra-2015-0139.

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Schermaier, Martin. "Anna Plisecka, ‚Tabula picta‘. Aspetti giuridici del lavoro pittorico in Roma antica." Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte: Kanonistische Abteilung 101, no. 1 (January 1, 2015). http://dx.doi.org/10.7767/zrgka-2015-0139.

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Canessa, Nicola, and Alessia Zorloni. "Gestione, valorizzazione e trasmissione dei patrimoni artistici di famiglia." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 1 (August 2017). http://dx.doi.org/10.3280/edt1-2017oa5141.

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La gestione e la valorizzazione dei patrimoni artistici familiari &egrave; una esigenza particolarmente sentita dalle nuove generazioni di HNWF (High Net Worth Families) proprietarie di importanti collezioni di opere d'arte. L'obiettivo di questo studio &egrave; quello di contribuire alla conoscenza delle diverse problematiche economichee giuridiche che le famiglie, con importanti patrimoni artistici, si trovano ad affrontare nella gestione e nella valorizzazione della propria collezione. Il lavoro analizzate le motivazioni e i bisogni delle famiglie nella gestione del loro patrimonio artistico affrontando anche gli aspetti giuridici della trasmissione del patrimonio artistico all'interno della famiglia e verso terzi.
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Rezende, Elcio Nacur. "Il diritto ambientale secondo l’ottica del diritto costituzionale positivo e la responsabilità per danni all’ambiente nel diritto comunitario: Lo stato dell’arte del diritto ambientale costituzionale e comunitario." Revista de Direito Internacional 13, no. 3 (February 1, 2017). http://dx.doi.org/10.5102/rdi/bjil.v13i3.4147.

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Inconfutabilmente, la preservazione ambientale è una delle maggiori attenzioni dell’Essere Umano nella contemporaneità. Per quanto riguarda la Scienza Giuridica, il testo di questo lavoro dimostra che il Diritto Ambientale sta diventando, progressivamente, l’oggetto di studio di vari giuristi in tutto il pianeta, nell’intento, specialmente, di costruire una struttura giuridica capace di fondamentare che l’attenzione all’ambiente è obbligo dello Stato e dei suoi cittadini. Su questa linea, l’Ambiente ecologicamente equilibrato ha raggiunto, in diversi ordinamenti giuridici, lo status di Diritto Fondamentale, passando a comporre l’elenco dei Principi Costituzionali in vari testi di Paesi in tutti i continenti. Come corollario logico, nella misura in cui si consacra la preservazione ambientale come Diritto Fondamentale, s’impone a chi degrada il dovere della responsabilizzazione per i danni all’ambiente. Con tali premesse, il lavoro presenta il più recente Stato dell’Arte concernente il Diritto Costituzionale Ambientale Positivato, presentando il testo di costituzioni de vari Paesi in tutti i continenti e, comunque, dal fatto che il Diritto Comunitario tratti il tema della Responsabilità Ambientale nella sua Direttiva attuale, perché si offra al lettore fondatezza giuridica capace di proporzionargli una riflessione sul tema che, come già detto, ha, indubbiamente, incommensurabile valore per la vita umana.
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Sanchez Dafauce, Mario. "Il conflitto vita contro vita nel diritto penale." 8 | 1 | 2019, no. 1 (June 24, 2019). http://dx.doi.org/10.30687/rg/2281-6100/2019/01/001.

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In questo lavoro si opera una distinzione tra due modelli di risoluzione delle ipotesi di conflitto tra i beni giuridici della vita. Tali modelli funzionano come due livelli nella risoluzione di un caso: solamente se il primo è insufficiente, si passa al secondo. Il primo è lo stato di necessità oggettivo. È oggettivo perché si fonda sull’esistenza di un bilanciamento favorevole, cosicché questo bilanciamento permette l’intervento giustificato anche di terzi esterni al conflitto. Si includono in questa categoria i casi in cui vi sia una ‘condivisione del pericolo’ ed i casi estremi come quello della prevenzione delle stragi. Il secondo è lo stato di necessità soggettivo (personale). È soggettivo perché manca un bilanciamento favorevole e si fonda, esclusivamente, sulla non esigibilità di una condotta diversa.
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Iorio, Gennaro, and Nicola Iorio. "Il paradosso della nosografia psichiatrica del XXI secolo." MODELLI DELLA MENTE, no. 1 (July 2016). http://dx.doi.org/10.3280/mdm1-2016oa3443.

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Gli Autori sviluppano in questo lavoro alcune riflessioni critiche sull'importanza prioritaria, che &egrave; stata data in Psichiatria, negli ultimi anni, agli aspetti diagnosticonosografici. Una psichiatria, principalmente polarizzata sul rilievo esasperato del sintomo, con l'unico scopo di elaborare nuove forme di classificazioni diagnostiche, &egrave; una psichiatria che perde di vista l'essere umano nella sua globalit&agrave;, si disinteressa dello stato di sofferenza vissuta dal paziente, perde di mira la patogenesi del disturbo, commette un grossolano errore, nel momento in cui isola il sintomo dalla struttura di personalit&agrave;, producendo errori altrettanto gravi a livello terapeutico-assistenziale. Tale prospettiva influenza, inevitabilmente, anche alcune forme di psicoterapie, sollecitando paradigmi e strategie di intervento, mirati prevalentemente alla risoluzione del sintomo e snaturando, cos&igrave;, anche il significato stesso del concetto di psicoterapia. Con la pretesa di definire criteri pi&ugrave; oggettivi di selezione e categorizzazione dei pazienti, ai fini della ricerca, non ci si accorge di incrementare la disomogeneit&agrave;. Un paziente infatti, non pu&ograve; essere confrontato con un altro, trascurando le caratteristiche dell'intera struttura di personalit&agrave;, l'influenza su di essa esercitata dal sistema sociale e relazionale di riferimento e le sue capacit&agrave; reattive. Di questo complesso sistema il sintomo, che ne costituisce solo la parte pi&ugrave; periferica, non pu&ograve; rappresentare un criterio di omologazione valido. Una psichiatria, prevalentemente orientata alla sistematizzazione nosografica, trascura, inoltre, la relazione terapeutica, il rapporto comunicativo con il paziente, il lavoro di formazione e di analisi introspettiva del terapeuta, lo studio della psicopatologia, minando alla base le radici stesse della psichiatria.
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"Diritto italiano. Soggiorno." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 2 (September 2011): 230–42. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-002017.

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1. Consiglio di Stato Ad. Plen. 10.5.2011 n. 7 - regolarizzazione ex art. 1 ter l. 102/2009 - pregressa condanna ex art. 14, co. 5 ter TU n. 286/98 - non ostativitŕ della causa - contrasto con gli artt. 15 e 16 della direttiva 2008/115/CE (cd. direttiva rimpatri) - normativa europea direttamente applicabile - decisione della Corte di Giustizia del 28.4.2011 causa C-61/11 PPU El Dridi - non applicazione della normativa in contrasto da parte del giudice nazionale; abolitio criminis - retroattivitŕ ex art. 2 c.p. - effetti anche sui provvedimenti amministrativi - rapporto giuridici non definitivi - inapplicabilitŕ del principio tempus regit actum 2. Tribunale amministrativo regionale Emilia Romagna - 23.2.2010 n. 1339 - permesso di soggiorno - straniero soggiornante in Italia da 40 anni - attuale disagio sociale - persona sostenuta dai Servizi sociali - diniego di rinnovo del titolo per insufficienza reddituale - mancata valutazione del periodo di tempo trascorso, dei legami familiari e sociali - illegittimitŕ del diniego 3. Tribunale amministrativo regionale Lazio 3.11.2010 n. 33120 - permesso di soggiorno - procedimento per il suo rilascio - superamento del termine di conclusione del procedimento - silenzio della PA - illegittimitŕ - ordine giudiziale alla questura di provvedere; ritardo - risarcimento del danno - mancata allegazione probatoria - rigetto per genericitŕ della domanda 4. Tribunale amministrativo regionale Lombardia 1.2.2011 n. 325 - regolarizzazione - decorso del termine per la definizione del procedimento - silenzio della PA - ricorso avverso il silenzio - accoglimento per inutile decorso del termine; ostativitŕ delle condanne in capo al datore di lavoro - insussistenza; interesse giuridico anche del lavoratore all'informazione sull'esito del procedimento; ricorso avverso il silenzio - contestuale richiesta di risarcimento dei danni - necessitŕ di mutamento del rito processuale ex art. 117, co. 6 codice processo amministrativo 5. Tribunale amministrativo regionale Friuli Venezia Giulia 24.2.2011 n. 100 - regolarizzazione - ostativitŕ delle condanne ex artt. 380 e 381 c.p.c. - automatismo preclusivo - impossibilitŕ di valutare la lievitŕ o la gravitŕ del fattoreato e/o l'allarme sociale - sospetta illegittimitŕ costituzionale della norma per violazione dei principi di ragionevolezza, paritŕ di trattamento e adeguatezza - rinvio alla Corte costituzionaleRASSEGNA DI GIURISPRUDENZA6. Tribunale amministrativo regionale Emilia Romagna 25.5.2010 n. 211 - decreto flussi - nulla osta negato per asserita insufficienza reddituale del datore di lavoro - mancata valutazione del reddito attuale - illegittimitŕ; criteri di verifica della capacitŕ reddituale del datore di lavoro predeterminati dalla D.P.L. - procedimento di diniego di nulla osta - comunicazione preavviso di rigetto ex art. 10 bis l. 241/90 e s.m. - obbligo della PA di tenere conto dell'attivitŕ Partecipativa 7. Tribunale amministrativo regionale della Campania 19.1.2011 n. 362 - permesso CE per soggiornanti di lungo periodo - diniego per pregresse condanne ritenute automaticamente ostative - mancata valutazione della effettiva ed attuale pericolositŕ sociale e dei legami familiari - violazione della direttiva 2003/109/CE, dell'art. 8 CEDU e dell'art. 9 TU n. 286/98 - illegittimitŕ 8. Tribunale amministrativo regionale Sardegna 17.2.2011 n. 83 - permesso di soggiorno - diniego di rinnovo - mancata valutazione delle ragioni della mancata stipula del contratto di soggiorno con il richiedente la regolarizzazione - illegittimitŕ - omessa valutazione del principio che vieta di collegare la perdita del titolo di soggiorno alla perdita del lavoro
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Giudici, Daniela. "Beyond Compassionate Aid: Precarious Bureaucrats and Dutiful Asylum Seekers in Italy." Cultural Anthropology 36, no. 1 (February 8, 2021). http://dx.doi.org/10.14506/ca36.1.02.

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In this article, I track shifting paradigms of refugee management in Italy in times of austerity and welfare state restructuring. Drawing on an ethnographic analysis of asylum-related bureaucratic work in Bologna, the essay explores paradoxical and violent effects of welfare decline both on reception workers’ labor conditions and on the dynamic of aid that they end up providing to asylum seekers. On the one hand, recent developments in asylum management in Italy suggest a transition to post-compassionate forms of aid, hinged more on the making of dutiful subjects ready to repay the “hospitality” offered by the state than on the moral imperative to rescue suffering bodies and lives. On the other hand, reception workers’ precarious positioning and unrest hold the potential for exposing the inherent contradictions of state-based narratives, thereby shaping alternative discourses on the causes and responsibilities of both refugee and economic “crises.” Abstract Questo articolo ricostruisce l’emergere di nuovi paradigmi di gestione dei rifugiati in Italia, in tempi di austerità e ristrutturazione dei sistemi di welfare. Prendendo spunto dall’analisi etnografica di un ufficio di supporto per l’asilo a Bologna, l’articolo esplora effetti violenti e paradossali dello smantellamento del welfare pubblico, sia sulle condizioni di lavoro degli operatori dell’accoglienza, che sulle dinamiche di aiuto a richiedenti asilo che essi finiscono col contribuire a produrre. Le recenti trasformazioni nella gestione dell’asilo in Italia suggeriscono uno slittamento verso forme di aiuto post-compassionevoli, incentrate più sulla costruzione di soggetti attivamente impegnati nel ricompensare “l’ospitalità” offerta dallo stato, che sull’imperativo morale di salvare corpi e vite sofferenti. Al tempo stesso, la precarietà e il dissenso dei lavoratori dell’accoglienza sono potenzialmente in grado di illuminare alcune delle contraddizioni intrinseche alle narrazioni statali, elaborando così discorsi alternativi sulle cause e responsabilità della “crisi”, sia migratoria che economica.
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Casini, Marina, Emma Traisci, and Fabio Persano. "Il Parere del Comitato Nazionale per la Bioetica su rifiuto e rinuncia consapevole al trattamento sanitario." Medicina e Morale 58, no. 1 (February 28, 2009). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2009.257.

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Il presente lavoro costituisce un’analisi e un commento del Parere del Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB) dal titolo “Rifiuto e rinuncia consapevole al trattamento sanitario nella relazione paziente-medico”, approvato il 24 ottobre 2008. La prima parte del contributo descrive sinteticamente la struttura e il contenuto del documento, il cui oggetto, secondo le parole dello stesso CNB, è così individuato: “rifiuto o rinuncia consapevole, totale o parziale, a trattamenti sanitari non iniziati o già intrapresi manifestata da un paziente informato e pienamente capace di intendere e di volere, e rivolta al medico (o all’équipe medica), titolare di fondamentali obblighi giuridici e deontologici e sotto la cui responsabilità il trattamento è in atto”. Operata questa prima delimitazione, la successiva importante distinzione che viene effettuata è tra un paziente autonomamente in grado di sottrarsi alla terapia indesiderata e un paziente che si trova in condizioni di dipendenza tali da rendere necessario l’intervento di un altro soggetto (il medico) per realizzare l’interruzione della cura. L’ultima parte del Parere presenta le “Conclusioni” che sintetizzano le riflessioni svolte ed espongono i profili di convergenza all’interno del Comitato. Gli Autori del contributo procedono quindi ad un’analisi critica del Parere a partire da queste “Conclusioni”, concentrando in particolare l’attenzione sulla distinzione, già messa in risalto, tra autonomia e dipendenza. Viene così evidenziato, da una parte, in relazione alla prima situazione, l’autentico fondamento dell’agire medico, anche in rapporto al consenso informato; dall’altra parte, riguardo alla situazione di dipendenza, si riafferma il valore giuridico del bene “vita” ed il ruolo dell’operatore sanitario per la tutela di essa. ---------- The present work constitutes of analysis and comment on the Advice of the Council on Bioethics entitled: “Conscious refusal and renunciation to medical care in the physician-patient relation”, approved on October 24th, 2008. The first part of this work describes synthetically the structure and the contents of the Advice, the object of which, according to the words of the same CNB, is: “The conscious refusal and renunciation, totally or partially, of medical care not started or already started by an informed and capable patient and directed to a physician, holder of fundamental legal obligation and medical ethics under whose responsibility the medical care is already in progress”. After this first delimitation, the succeeding important distinctions that come into effect between a patient who autonomously refuses the undesired therapy and a patient who is found in a state of dependence which requires the intervention of another subject (the doctor) to realize the interruption of the cure. The last part of the work presents the conclusions which synthesize the reflections made and the areas of overlap inside the Committee. The Authors proceed therefore to a critical analysis of the document apart from the conclusion, concentrating particular attention on the distinction already made between autonomy and dependence. They furthermore, in relation to the first situation, emphasize the authentic foundation of the medical act as it relates to informed consent; from another part, regarding the situation of dependence, they reaffirm the importance of life and the role of the physician in preserving it.
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Sartea, Claudio, and Stefano Anzilotti. "Il Parere del Comitato Nazionale per la Bioetica su rifiuto e rinuncia consapevole al trattamento sanitario." Medicina e Morale 58, no. 1 (February 28, 2009). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2009.258.

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Il presente lavoro costituisce un’analisi e un commento del Parere del Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB) dal titolo “Rifiuto e rinuncia consapevole al trattamento sanitario nella relazione paziente-medico”, approvato il 24 ottobre 2008. La prima parte del contributo descrive sinteticamente la struttura e il contenuto del documento, il cui oggetto, secondo le parole dello stesso CNB, è così individuato: “rifiuto o rinuncia consapevole, totale o parziale, a trattamenti sanitari non iniziati o già intrapresi manifestata da un paziente informato e pienamente capace di intendere e di volere, e rivolta al medico (o all’équipe medica), titolare di fondamentali obblighi giuridici e deontologici e sotto la cui responsabilità il trattamento è in atto”. Operata questa prima delimitazione, la successiva importante distinzione che viene effettuata è tra un paziente autonomamente in grado di sottrarsi alla terapia indesiderata e un paziente che si trova in condizioni di dipendenza tali da rendere necessario l’intervento di un altro soggetto (il medico) per realizzare l’interruzione della cura. L’ultima parte del Parere presenta le “Conclusioni” che sintetizzano le riflessioni svolte ed espongono i profili di convergenza all’interno del Comitato. Gli Autori del contributo procedono quindi ad un’analisi critica del Parere a partire da queste “Conclusioni”, concentrando in particolare l’attenzione sulla distinzione, già messa in risalto, tra autonomia e dipendenza. Viene così evidenziato, da una parte, in relazione alla prima situazione, l’autentico fondamento dell’agire medico, anche in rapporto al consenso informato; dall’altra parte, riguardo alla situazione di dipendenza, si riafferma il valore giuridico del bene “vita” ed il ruolo dell’operatore sanitario per la tutela di essa. ---------- The present work constitutes of analysis and comment on the Advice of the Council on Bioethics entitled: “Conscious refusal and renunciation to medical care in the physician-patient relation”, approved on October 24th, 2008. The first part of this work describes synthetically the structure and the contents of the Advice, the object of which, according to the words of the same CNB, is: “The conscious refusal and renunciation, totally or partially, of medical care not started or already started by an informed and capable patient and directed to a physician, holder of fundamental legal obligation and medical ethics under whose responsibility the medical care is already in progress”. After this first delimitation, the succeeding important distinctions that come into effect between a patient who autonomously refuses the undesired therapy and a patient who is found in a state of dependence which requires the intervention of another subject (the doctor) to realize the interruption of the cure. The last part of the work presents the conclusions which synthesize the reflections made and the areas of overlap inside the Committee. The Authors proceed therefore to a critical analysis of the document apart from the conclusion, concentrating particular attention on the distinction already made between autonomy and dependence. They furthermore, in relation to the first situation, emphasize the authentic foundation of the medical act as it relates to informed consent; from another part, regarding the situation of dependence, they reaffirm the importance of life and the role of the physician in preserving it.
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