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Статті в журналах з теми "Paesaggi agricoli"

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Branduini, Paola, Lionella Scazzosi, Costanza Pratesi, and Daniele Meregalli. "Paesaggi rurali e pandemia. Opportunità da cogliere da parte della PAC." Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no. 1 (July 26, 2021): 258–71. http://dx.doi.org/10.36253/rv-10260.

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Анотація:
La pandemia ha messo in luce la debolezza del sistema ambientale in cui oggi viviamo e dell’agricoltura fortemente specializzata e a bassa biodiversità. I paesaggi dell’agricoltura tradizionale che mantengono caratteri di storicità sono il risultato di lenti processi di adattamento delle tecniche alla natura, offrono un’elevata biodiversità e sono sorgente di resilienza delle comunità: possono pertanto offrire una risposta alla crisi climatica e pandemica che stiamo attraversando. Su questo tema alcuni esperti italiani di diversa formazione ed esperienza sono stati invitati ad esprimere la loro opinione allo scopo di offrire spunti per la nuova politica agricola. Ne sono emerse indicazioni per i paesaggi agricoli di pianura, di montagna e di città: attuare un’agroecologia di pianura, implementare la zootecnia in montagna, costruire una montagna competitiva con altri territori nella produzione e nel turismo ed accogliente per nuovi cittadini e turisti consapevoli, migliorare il riconoscimento e la retribuzione degli agricoltori come manutentori del paesaggio e fornitori di alimenti e di servizi sociali per la città. Infine gli autori hanno sintetizzato cinque suggerimenti per la futura PAC che offra una nuova visione del nostro vivere post pandemia, attraverso la valorizzazione dei paesaggi agrari portatori della storia e dell’identità italiana. The pandemic has highlighted the weakness of the environmental system and highly specialized agriculture with low biodiversity, where we live today. The traditional agricultural landscapes guardians of historic signs and practices are the result of slow processes of adapting techniques to nature, are a source of community resilience and high biodiversity: they can therefore offer a response to the climate and pandemic crisis we are experiencing. On this issue, some Italian experts with different backgrounds and experiences were invited to express their opinion in order to provide ideas for the new agricultural policy. Indications concern the agricultural landscapes of the plains, mountains and cities: implement agroecology in the plain, maintain animal husbandry, build a competitive production and tourism, welcome new citizens and aware tourists in the mountains, improve the recognition and remuneration of farmers as landscape maintainers and providers of food and social services for the cities. Finally, the authors summarized five suggestions for the future CAP that offer a new vision for our post-pandemic life, through the enhancement of agricultural landscapes that are bearers of Italian history and identity.
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Fornasin, Alessio, and Segio Zilli. "Agricoltura, popolazione rurale, ambiente. Uno studio sul Catasto agrario del 1929." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 297 (January 2022): 76–94. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-297004.

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Анотація:
Le trasformazioni del paesaggio agrario sono il risultato di elementi molto vari. Alcuni di questi riguardano le modifiche strutturali del territorio, che ne cambiano l'aspetto in termini di lungo periodo. Vi sono fattori, invece, che agiscono in tempi molto più brevi, come l'alternarsi delle stagioni. Il presente studio rappresenta un primo tentativo di introdurre il tema dell'ambiente e del paesaggio attraverso una lettura del territorio che viene vista in relazione al periodo vegetativo del frumento e del mais. Le informazioni, raccolte a livello di zona agraria e provincia, sono tratte dal Catasto agrario del 1929. Nel lavoro si propongono alcune osservazioni riguardo alle principali coltivazioni cerealicole dell'agricoltura italiana, in relazione alla superficie a essi dedicata, alla popolazione rurale e al calendario dei lavori agricoli.
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Anselmi, Sergio. "Il paesaggio dei sistemi agricoli italiani tra fine Ottocento e 1951." Giornale botanico italiano 130, no. 1 (January 1996): 101. http://dx.doi.org/10.1080/11263509609439510.

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Tolusso, Emiliano, Andrea Marini, and Luca Bonardi. "Dal racconto al paesaggio. La narrazione come strumento progettuale nel recupero degli spazi agricoli di versante (Valtellina, Alpi centrali)." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 1 (March 2022): 60–80. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13367.

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Анотація:
Contemporaneamente all'emersione di progetti di recupero del suo patrimonio storicoculturale, il paesaggio terrazzato della Media Valtellina di Tirano (Alpi centrali, Lombardia) ha negli ultimi anni guadagnato una posizione centrale nel discorso pubblico, sia a livello regionale che a quello, transfrontaliero e internazionale, della macroregione alpina. Tali progetti si focalizzano soprattutto sul restauro del patrimonio rurale, permettendone un nuovo impiego come substrato per la conduzione di attività agricole e turistiche, spesso integrate. Avvalendosi di interviste narrative con una serie di informatori chiave, sviluppate nell'ambito del progetto "Emblematici", l'articolo esplora, tramite un approccio qualitativo, la cultura contemporanea del terrazzamento in una regione fortemente contrassegnata dalla sua presenza. Questioni legate alla dimensione simbolica e culturale del terrazzamento si accompagnano a interrogativi riguardo al lavoro quotidiano, alle prospettive future di sviluppo dell'agricoltura locale e al ruolo dell'abbandono nella formazione del paesaggio culturale.
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Gottero, Enrico. "Il paesaggio rurale italiano tra vecchie e nuove politiche agricole." TERRITORIO, no. 74 (September 2015): 134–45. http://dx.doi.org/10.3280/tr2015-074023.

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Santilocchi, Rodolfo. "Variazioni del paesaggio agricolo italiano in relazione all'evoluzione delle tecniche agronomiche." Giornale botanico italiano 130, no. 1 (January 1996): 102–11. http://dx.doi.org/10.1080/11263509609439511.

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Guarducci, Anna, Marco Piccardi, and Leonardo Rombai. "Acque di costa tra mare e terra: il paesaggio della pianura costiera di Pisa e Livorno secondo la cartografia del XVIII secolo." STORIA URBANA, no. 125 (April 2010): 35–58. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125003.

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Анотація:
Lo scritto si basa sulle cartografie a grande scala disegnate nel XVIII secolo, soprattutto dal 1740, anno della ricognizione generale di Pompeo Neri e Tommaso Perelli. I committenti furono la grande proprietŕ fondiaria (Salviati, Mensa Arcivescovile di Pisa, Scrittoio delle Regie Possessioni) e gli uffici dell'amministrazione lorenese competenti in materia di lavori pubblici, di controllo politico-amministrativo del territorio e di gestione agricolo-forestale delle tante fattorie e tenute pubbliche. L'integrazione e la comparazione dei documenti consente di ricostruire l'assetto territoriale d'insieme della pianura a nord e a sud dell'Arno (tra Massaciuccoli e Livorno), con le trasformazioni avvenute dopo il 1740. Emergono i diversi ambienti e paesaggi che si susseguono dal mare all'interno, sotto il profilo geomorfologico-idrologico (spiagge e tomboli, lame e zone umide, bassa e alta pianura) e vegetazionale (foresta sempreverde, pineta, foresta planiziaria, pascoli naturali e prati artificiali, coltivazioni). Sono anche messe in luce le dinamiche che riguardano l'azione umana su: i corsi d'acqua, i canali artificiali e i recinti di colmata, le strade e le poche sedi umane stabili e temporanee, correlate alla fruizione agro-forestale del territorio, al di lŕ dei centri urbani di Pisa e Livorno e del sistema delle fortificazioni costiere.
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Bazzoffi, Paolo. "Monitoraggio quantitativo della valenza sul paesaggio degli elementi caratteristici, dei livellamenti e degli sbancamenti del suolo in un’area a vocazione vitivinicola, in relazione agli standard di condizionalità 1.1 e 4.4 (Decreto MiPAAF n° 30125/2009)." Italian Journal of Agronomy 10, no. 1s (November 20, 2015). http://dx.doi.org/10.4081/ija.2015.717.

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Анотація:
<p>Nell'attuale periodo di programmazione della PAC la protezione e il miglioramento delle infrastrutture gestite dalle aziende agricole e che contribuiscono grandemente alla determinazione della qualità del paesaggio rurale, compreso quelle ad alta valenza ecologica, sono state rese possibili rispettivamente dall'applicazione dello Standard di Condizionalità 4.4 : “Mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio” e dall’adesione alla Misura agroambientale 323: “Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale” implementata dai PSR.In questo studio, che ha riguardato la valutazione paesaggistica di un’area del Comune di Conegliano, si è inteso fornire uno strumento su base geografica che, insieme ad altri strumenti di valutazione, consenta la redazione di carte tematiche di “monitoraggio quantitativo” della valenza degli elementi caratteristici del paesaggio e dell’impatto dei livellamenti, consentendo anche di rappresentarne la percezione dinamica. Il monitoraggio quantitativo può consentire alle Amministrazioni locali di trarre elementi di giudizio e di scelta idonei a tutelare gli aspetti paesistici dei distretti rurali ove l’attività vitivinicola gioca un ruolo fondamentale fra le attività economiche. Sulla base di tali elementi di giudizio e di scelta sarà possibile predisporre i regolamenti di governo del territorio, efficaci nella tutela del paesaggio, da far rispettare per l’ottenimento della concessione dell’autorizzazione, cui lo standard di Condizionalità 1.1.b fa riferimento. Le metodologie proposta non sono alternative all’Approccio di Valutazione Storico Culturale (AVASC) proposto da Agnoletti (2010) che valuta la dinamica dell’uso del suolo e i cambiamenti avvenuti in un ampio arco temporale al fine di definire come “caratteristico” un elemento del paesaggio. </p>
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Corti, Claudia, Fausto Barbagli, Lara Bassu, Anna Rita Di Cerbo, Pietro Lo Cascio, Neftalì Sillero, Valeria Nulchis, et al. "Monitoraggio della biodiversità in relazione all’applicazione degli standard di condizionalità: 4.2c, 4.6, 4.3 (olivo)." Italian Journal of Agronomy 10, no. 1s (February 19, 2016). http://dx.doi.org/10.4081/ija.2015.749.

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Анотація:
<p>Nel presente lavoro vengono riportati i risultati relativi ai monitoraggi della diversità faunistica per i seguenti standard: 4.2c, 4.3 (olivo), 4.6. I risultati ottenuti sono nel complesso interessanti sia dal punto di vista metodologico sia per quanto concerne gli aspetti conservazionistici e gestionali. Emerge l’importanza di utilizzare più indicatori o gruppi tassonomici che comprendano <em>taxa</em> ecologicamente e funzionalmente diversi per valutare la “biodiversità”. Relativamente allo sfalcio è stato osservato che una “blanda gestione” dei ritirati dalla produzione può favorire un certo incremento di biodiversità sia per quanto riguarda gli Artropodi, sia per quanto riguarda i Rettili. Risultati concordi sono stati osservati anche negli oliveti dove la gestione della vegetazione al suolo (sfalcio) sembrerebbe incrementare la diversità. Tuttavia è opportuno ricordare che l’effetto monitorato, almeno nei ritirati dalla produzione, non è quello immediatamente successivo all’azione meccanica che invece provoca danni diretti e immediati alla fauna (ferimento e uccisione). Emerge con evidenza dai dati raccolti anche l’importanza della presenza, all’interno degli agro-ecosistemi, di aree a minor disturbo antropico, naturali e semi-naturali: fasce ecotonali e ripariali, ma anche bordure dei campi. Viceversa l’uniformità del paesaggio e la presenza di grandi estensioni coltivate a monocoltura rappresentano elementi sfavorevoli alla biodiversità animale. Nel monitoraggio attraverso l’utilizzo della tecnica di fototrappolaggio è emersa l’importante funzione svolta dai muretti a secco, “presenze” tipiche e diffuse nel paesaggio agricolo tradizionale del nostro territorio italiano. Per molti <em>taxa</em> animali detti manufatti assolvono a funzioni ecologiche diverse, quali: rifugio, aree di foraggiamento, passaggio o sosta nonché punti ottimali per la termoregolazione.</p>
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Дисертації з теми "Paesaggi agricoli"

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CORVINO, CINZIA. "Ricerche archeobotaniche per la ricostruzione dei paesaggi vegetali e dell’uso delle risorse naturali e agricole della Capitanata medievale: analisi di resti antracologici e carpologici da scavi nella Puglia settentrionale." Doctoral thesis, Università di Foggia, 2015. http://hdl.handle.net/11369/338385.

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Анотація:
ABSTRACT Il progetto che si presenta in questa sede ha come problematica di ricerca lo studio dei resti vegetali combusti provenienti da contesti archeologici di età medievale indagati in Capitanata, con lo scopo di ottenere informazioni sui rapporti che sono intercorsi tra le comunità umane di quel dato comprensorio geografico in quello spettro temporale e le risorse vegetali. L’obiettivo è stato, dunque, quello di analizzare i dati di tipo archeobotanico per un contributo alla ricostruzione del paesaggio medievale di Capitanata, allo studio dell’integrazione fra insediamenti demici e contesto ambientale e in particolare all’analisi dello sfruttamento agropastorale. I materiali sono stati prelevati nel corso di indagini stratigrafiche sistematiche compiute in anni recenti nei siti di Montecorvino (Volturino, FG); San Lorenzo in Carminiano (Foggia) e San Giovanni a Canosa (BAT). Si è scelto di utilizzare questi tre siti come campione d’analisi perché, oltre ad essere al centro di progetti pluriennali di ricerca sistematica da parte del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Foggia, circostanza che garantisce così una quantità statisticamente significativa di reperti e la relativa corretta procedura di prelevamento, essi presentano tutti una fase insediativa di epoca medievale fortemente strutturata e intensa. Tali insediamenti presentano una significativa e variegata gamma tipologica dal punto di vista insediativo e ambientale: Montecorvino è infatti un insediamento urbano minore – sito incastellato sulle pendici subappenniniche, in un contesto d’altura a forte presenza boschiva; San Lorenzo in Carminiano è un castrum situato a poca distanza da Foggia, in pieno Tavoliere e in un ambiente a forte connotazione umido-paludosa; San Giovanni di Canosa rappresenta la rioccupazione medievale di un complesso religioso paleocristiano in un contesto urbano a continuità di vita. La tipologia dei siti selezionati e la loro caratteristica di insediamenti in habitat differenziati deriva, dunque, da un criterio di scelta meditato e mirato, in rapporto a una serie di domande storiche che ci si è posti su di un ampio raggio. Primario obiettivo di studio è stato il tentativo di comprensione dei caratteri del rinnovamento dell’assetto insediativo nella Capitanata medievale, tra XI e XIV secolo, marcato rispetto al passato, e il grado di connessione di tali cambiamenti con le opportunità che il territorio offrì, sia da un punto di vista strategico sia da un punto di vista economico.Inoltre è importante ricordare, per comprendere meglio le reali potenzialità e il possibile valore di questo studio, che l’odierno paesaggio della Puglia settentrionale è mutato in maniera massiccia già a partire dal Settecento. Il bosco, elemento dinamico e non statico, ha un’importanza fondamentale nella vita di tutti gli insediamenti medievali; ciò avviene, verosimilmente, anche in Capitanata. Così, capirne l’articolazione, la formazione vegetazionale e le molteplici forme di uso, partendo dal campione “Montecorvino”, diventa strategico per la comprensione delle dinamiche insediative del contesto territoriale. Al contempo, è stato necessario un tentativo di comprensione di come si articolassero nello stesso periodo i paesaggi naturali e coltivati della piana del Tavoliere, passaggio fondamentale per cercare di capire se anche qui il bosco potesse avere una funzione importante nella vita quotidiana delle comunità locali e per avviare una riflessione su quali tipi di rapporti socio-economici intercorrevano tra gli insediamenti di pianura e quelli d’altura. Il lavoro si presenta diviso in due parti. La prima è sviluppata nei primi tre capitoli: nel primo si esaminano le tematiche e le problematizzazioni proprie dell’Archeologia Ambientale; nel secondo i caratteri e la nascita della branca disciplinare dell’Archeobotanica, soffermandosi in modo più dettagliato sulle analisi compiute nei contesti medievali nel panorama nazionale; nel terzo l’ambiente naturale e l’ambiente antropizzato attraverso un inquadramento generale del settore settentrionale della Puglia, oggetto di analisi. La seconda parte, dal capitolo IV al capitolo VII, è dedicata alla raccolta e discussione dei dati utilizzati per la ricostruzione finale. I capitoli IV, V e VI sono dedicati allo studio dei resti archeobotanici rinvenuti rispettivamente a Montecorvino, San Lorenzo in Carminiano e a Piano San Giovanni a Canosa. Per ogni contesto preso in esame si è proceduto alla contestualizzazione del sito all’interno dell’comprensorio territoriale e alla lettura delle informazioni dei dati di scavo, soffermandosi sui contesti campionati e oggetto di questo lavoro. Le analisi archeobotaniche hanno riguardato, per tutti i contesti studiati, le due principali categorie di macroresti: sono stati analizzati in totale 5081 antracoresti e 4699 carporesti. La lunga fase di analisi in laboratorio, necessaria per l’individuazione e l’attribuzione dei taxa, è stata condotta presso il Laboratorio di Archeobotanica e Paleoclimatologia dell’Università del Salento, diretto dal prof. Girolamo Fiorentino, con il quale ormai da diversi anni il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli studi di Foggia ha avviato uno stretto rapporto di collaborazione scientifica. Nel capitolo VII, invece, sono state raccolte le informazioni sul paesaggio naturale e agrario desunte dallo spoglio sistematico dei 50 volumi dei Registri della Cancelleria Angioina, la cui importanza è data dal fatto che essi rappresentano un corpus uniforme di testi redatti da uno stesso organismo politico-amministrativo e in un medesimo contesto socio-culturale, che sono testi disponibili in forma edita e filologicamente ricostruita, e che sono cronologicamente affini al periodo in esame. Infine, nel capitolo conclusivo si è cercato di ricostruire alcune dinamiche storiche attraverso l’integrazione e interazione dei dati raccolti dalle diverse fonti a disposizione. La rilettura del paesaggio di Capitanata in età Basso Medievale è stata affrontata per tematiche legate ai principali elementi ambientali quali il bosco, i fiumi, le coste e i terreni coltivi, cercando di offrire, in base ai dati raccolti, spunti di approfondimento per la ricostruzione del paesaggio storico e delle forme di modificazioni ivi occorse durante gli ultimi sei secoli (per le quali le vicende culturali e ambientali bassomedievali rappresentano sia la concausa che il presupposto). In ultima analisi, inoltre, si è cercato di non prescindere dall’utilizzo, ai fini di comprensione e ricostruzione dell’ambiente in oggetto, di alcuni elementi documentabili di “percezione del paesaggio”, rilevabili ancora oggi tra le pieghe della tradizione antropologica e culturale delle comunità locali e capaci di suggerire alcuni suggestivi spunti di riflessione sulla continuità di uso e di legame emotivo con l’ambiente, nella convinzione, ormai acquisita anche nell’ambito delle ricerche di archeologia globale, che un paesaggio possa essere insieme natura, cultura e percezione collettiva.
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Ludwiczak, Zuzanna <1982&gt. "Studio dell’evoluzione dei segni del paesaggio rurale tradizionale: una proposta di metodo parametrico ed applicazione alla scala dell’azienda agricola." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4463/1/Ludwiczak_Zuzanna_tesi.pdf.

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Анотація:
Il presupposto della ricerca consiste nel riconosciuto valore storico-testimoniale e identitario e in un significativo potenziale d’indicazione pianificatoria e progettuale che detengono in sé i segni del paesaggio rurale tradizionale. Allo stato attuale, sebbene tali valori vengano ampiamente affermati sia nell’ambiente normativo-amministrativo che in quello scientifico, è tuttora riscontrabile una carenza di appropriati metodi e tecniche idonei a creare opportuni quadri conoscitivi per il riconoscimento, la catalogazione e il monitoraggio dei paesaggi rurali tradizionali a supporto di politiche, di piani e di progetti che interessano il territorio extraurbano. La ricerca si prefigge l’obiettivo generale della messa a punto di un set articolato ed originale di strumenti analitici e interpretativi di carattere quantitativo idonei per lo studio delle trasformazioni fisiche dei segni del paesaggio rurale tradizionale e per la valutazione del loro grado di integrità e rilevanza alla scala dell’azienda agricola. Tale obiettivo primario si è tradotto in obiettivi specifici, il cui conseguimento implica il ricorso ad un caso studio territoriale. A tal proposito è stato individuato un campione di 11 aziende agricole assunte quali aree studio, per una superficie complessiva pari all’incirca 200 ha, localizzate nel territorio dell’alta pianura imolese (Emilia-Romagna). L’analisi e l’interpretazione quantitativa delle trasformazioni fisiche avvenute a carico dei sopraccitati segni sono state condotte a decorrere da prima dell’industrializzazione all’attualità e per numerosi istanti temporali. Lo studio si presenta sia come contributo di metodo concernente la lettura diacronica dei caratteri tradizionali spaziali e compositivi del territorio rurale, sia come contributo conoscitivo relativo alle dinamiche evolutive dei paesaggi tradizionali rurali dell’area indagata.
The study is based on the assumption that traditional signs of rural landscape have remarkable cultural, historical and identity values, as well as a significant potential to support planning and design guidelines. These values are currently widely recognized in the legislative and scientific fields. However, we still can point out a lack of appropriate methods and techniques for the creation of sound knowledge frameworks for the identification, classification and monitoring of traditional rural landscapes, suitable to support the definition of policies, plans and projects focusing on the countryside. The aim of the research is to develop an original set of quantitative analytical and interpretative tools for the study of the physical signs of traditional rural landscapes, and for the assessment of their degree of integrity and relevance at the farm scale. This general aim was articulated into specific objectives, achieved through suitable case studies: 11 farms located in the Imola plain, covering a total surface area of about 200 hectares (Emilia-Romagna Region). The quantitative analysis and interpretation of physical changes in the traditional signs of rural landscape have been carried out referring to a span of time ranging from the pre-industrial period to the present day. The study represents a methodological contribution to the diachronic identification and interpretation of the traditional spatial and compositional features of the countryside. Moreover, it contributes to a further knowledge of changes in the traditional rural landscapes of the investigated area.
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Ludwiczak, Zuzanna <1982&gt. "Studio dell’evoluzione dei segni del paesaggio rurale tradizionale: una proposta di metodo parametrico ed applicazione alla scala dell’azienda agricola." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4463/.

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Il presupposto della ricerca consiste nel riconosciuto valore storico-testimoniale e identitario e in un significativo potenziale d’indicazione pianificatoria e progettuale che detengono in sé i segni del paesaggio rurale tradizionale. Allo stato attuale, sebbene tali valori vengano ampiamente affermati sia nell’ambiente normativo-amministrativo che in quello scientifico, è tuttora riscontrabile una carenza di appropriati metodi e tecniche idonei a creare opportuni quadri conoscitivi per il riconoscimento, la catalogazione e il monitoraggio dei paesaggi rurali tradizionali a supporto di politiche, di piani e di progetti che interessano il territorio extraurbano. La ricerca si prefigge l’obiettivo generale della messa a punto di un set articolato ed originale di strumenti analitici e interpretativi di carattere quantitativo idonei per lo studio delle trasformazioni fisiche dei segni del paesaggio rurale tradizionale e per la valutazione del loro grado di integrità e rilevanza alla scala dell’azienda agricola. Tale obiettivo primario si è tradotto in obiettivi specifici, il cui conseguimento implica il ricorso ad un caso studio territoriale. A tal proposito è stato individuato un campione di 11 aziende agricole assunte quali aree studio, per una superficie complessiva pari all’incirca 200 ha, localizzate nel territorio dell’alta pianura imolese (Emilia-Romagna). L’analisi e l’interpretazione quantitativa delle trasformazioni fisiche avvenute a carico dei sopraccitati segni sono state condotte a decorrere da prima dell’industrializzazione all’attualità e per numerosi istanti temporali. Lo studio si presenta sia come contributo di metodo concernente la lettura diacronica dei caratteri tradizionali spaziali e compositivi del territorio rurale, sia come contributo conoscitivo relativo alle dinamiche evolutive dei paesaggi tradizionali rurali dell’area indagata.
The study is based on the assumption that traditional signs of rural landscape have remarkable cultural, historical and identity values, as well as a significant potential to support planning and design guidelines. These values are currently widely recognized in the legislative and scientific fields. However, we still can point out a lack of appropriate methods and techniques for the creation of sound knowledge frameworks for the identification, classification and monitoring of traditional rural landscapes, suitable to support the definition of policies, plans and projects focusing on the countryside. The aim of the research is to develop an original set of quantitative analytical and interpretative tools for the study of the physical signs of traditional rural landscapes, and for the assessment of their degree of integrity and relevance at the farm scale. This general aim was articulated into specific objectives, achieved through suitable case studies: 11 farms located in the Imola plain, covering a total surface area of about 200 hectares (Emilia-Romagna Region). The quantitative analysis and interpretation of physical changes in the traditional signs of rural landscape have been carried out referring to a span of time ranging from the pre-industrial period to the present day. The study represents a methodological contribution to the diachronic identification and interpretation of the traditional spatial and compositional features of the countryside. Moreover, it contributes to a further knowledge of changes in the traditional rural landscapes of the investigated area.
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CANALE, Lorenzo. "IL RUOLO DELLE AREE AGRICOLE NELLA PROGETTAZIONE TERRITORIALE. Gli aspetti sociali come forma di rivitalizzazione del territorio." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91192.

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Анотація:
La tesi indaga il tema della multifunzionalità applicata all’agricoltura come strumento per riattivare territori abbandonati, degradati, a rischio di uso improprio o di nuova edificazione. L’agricoltura ha sempre avuto un rapporto fondamentale con l’Uomo e con gli insediamenti. Il rapporto tra centri abitati e aree agricole è stato un rapporto di unione e di contrapposizione. Nel passaggio da agricoltura di sussistenza a quella di tipo intensivo e specializzato sono stati coinvolti gli spazi, le tecniche, gli strumenti, le opere legate all’attività agricola e, infine, il rapporto con il territorio. L’agricoltura, benché produca beni di prima necessità, nei decenni scorsi è stata considerata un elemento secondario per motivazioni economiche. Sono chiari i valori culturali, paesaggistici, ecologici, sociali, economici dell’agricoltura ma questa è diventata sempre meno redditizia e oggi si trova in grave difficoltà rispetto alla produzione, alla sostenibilità economica, al ruolo paesaggistico e a quello sociale. Le difficoltà dell’agricoltura causano anche l’incapacità delle aree di “difendersi” dalla logica della rendita fondiaria e dall’uso legato al guadagno immediato, come succede nel caso degli impianti di energia da fonti rinnovabili. Tutto questo deve richiamare l’attenzione di chi pianifica il territorio affinché trovi strumenti di valorizzazione delle potenzialità delle aree agricole. Chiaramente le cause non sono esclusivamente economiche ma legate anche ai modelli culturali e agli stili di vita. Affrontare i temi delle aree rurali, della loro produttività, del consumo di suolo e degli usi impropri, è necessario per procedere ad una pianificazione corretta e sostenibile sotto più punti di vista: non solo quello economico, ecologico, storico e sociale ma l’insieme di questi. La tesi approfondisce le diverse politiche europee adottate per frenare la crisi dell’agricoltura. Studi e documenti europei individuano nel principio di multifunzionalità in agricoltura uno strumento per rendere il territorio agricolo più forte. È utile indagare, quindi, sui rapporti tra agricoltura multifunzionale e progettazione territoriale. In particolare si è voluta puntare l’attenzione sugli aspetti sociali come forma di rivitalizzazione del territorio e, quindi, sull’agricoltura sociale come servizio e attività che crea coesione. Le domande che la ricerca si è posta sono due: le attività agricole multifunzionali e la loro declinazione particolare in quelle sociali, possono essere uno strumento di riattivazione economica, culturale e sociale di territori rurali, periurbani e urbani in stato di abbandono, degrado, a rischio di uso improprio o nuova edificazione? Attraverso quale strumento o quali strumenti la progettazione territoriale può utilizzare e valorizzare le potenzialità dell’agricoltura multifunzionale? Per rispondere a queste due domande non si è potuto trascurare il fatto che dal punto di vista spaziale ed economico, l’agricoltura è misurabile in maniera relativamente semplice. Più complesso è misurare gli aspetti paesaggistici e sociali, quindi, serve fare riferimento ai sistemi di analisi qualitativi. Inoltre l’agricoltura sociale ha scopi riabilitativi, formativi e lavorativi ma ha anche finalità legate alla pianificazione territoriale (ambientali, economici, storico-culturali e sociali) e di questo si è grandemente tenuto conto. Altro aspetto oggetto di analisi sono i diversi approcci europei alle forme di agricoltura multifunzionale e sociale e, in ambito italiano, si indaga sugli strumenti nazionali e regionali che valorizzano le attività agricole multifunzionali. Così come si approfondisce il rapporto particolare tra forme di agricoltura sociale e aree confiscate alle criminalità organizzata. Infine, la rassegna di esempi di attività multifunzionali e l’approfondimento dei casi studio selezionati, mostrano come forme di agricoltura multifunzionale possono rivitalizzare il territorio rurale, periurbano e urbano per arrivare alla proposta di azioni relative all’integrazione di strumenti di governo del territorio, all’integrazione di politiche con strumenti tradizionali, alla logica spaziale utile affinché le potenzialità dell’agricoltura multifunzionale possano essere considerate servizi al territorio e all’abitante.
The thesis explores the theme of multifunctionality applied to agriculture as a means to reactivate the abandoned territory, degraded, at the risk of misuse or new construction. Agriculture has always had a fundamental relationship with the man and with the settlements. The relationship between urban and agricultural areas has been a relationship of union and opposition. In the transition from subsistence farming to intensive and specialized agriculture, have been involved spaces, techniques, tools, architectures related to agricultural activity and, finally, the relationship with the land. Agriculture, although produce essential goods, in the past decades has been considered a secondary element for economic reasons. There are clear cultural, scenic, ecological, social and economic values of agriculture but this is becoming less profitable and today agriculture is in serious difficulties involving the production, the sustainability , the role of the landscape and the social issues. The difficulties of agriculture also cause the inability of the areas to "defend" itself from the logic of land rent and use linked to immediate profit, as occurs in case of energy plants from renewable sources. All these issues should make territory planner to be careful so that he can find tools to enhance the potential of the agricultural areas. Clearly, the causes are not only economic but also linked to cultural patterns and lifestyles. Addressing the issues of rural areas, their productivity, land use and misuse, it is necessary to carry out a proper planning and sustainable points of view: not only the economic, ecological, historical and social but all of these together. The thesis explores the different European policies adopted to curb the crisis of agriculture. Studies and European documents identify the principle of multifunctionality in agriculture the tool to make the strongest agricultural land. Is useful to investigate, therefore, on the relationship between multifunctional agriculture and regional planning. In particular, we wanted to focus attention on the social aspects as a form of revitalization of the territory and, therefore, on agriculture as a service and social activity that creates cohesion. The questions that the research has set are two: multifunctional agricultural activities and their declination in particular social ones, can be a tool for economic revitalization, cultural and social development of rural areas, periurban and urban areas in a state of abandonment, deterioration, at the risk of misuse or new construction? Through what instrument or instruments such as the regional planning can use and exploit the potential of multifunctional agriculture? To answer these two questions we can't overlook the fact that, from the point of view of spatial and economic, agriculture is measurable in a relatively simple way. It is more difficult to measure the social aspects of the landscape and, therefore, need to refer to the qualitative analysis systems. In addition, the social farming purposes have rehabilitative, educational and business purposes but also related to spatial planning (environmental, economic, historical, cultural and social) and this has greatly been taken into consideration. Another aspect analyzed is the different European approaches to the forms of multifunctional and social agriculture, in the Italian context, and it investigates national and regional instruments that enhance agricultural activities multifunctional. It also explores the relationship between particular forms of social agriculture and areas confiscated from organized crime. The review of examples of multifunctional activities and the deepening of the case studies selected, showing how forms of multifunctional agriculture can revitalize the rural areas, periurban and urban areas. Finally, we arrive at the proposal of actions related to the integration of tools of territorial government, the integration of policies with traditional instruments, the spatial logic necessary to enable the potential of multifunctional agriculture can be considered service to the area and inhabitant.
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Zammataro, Elisa. "Villa Adriana. Tra citta e campagna, una proposta per la buffer zone UNESCO." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Анотація:
Il progetto di laurea nasce da alcune suggestioni avvenute nel corso dei due sopralluoghi: passando attraverso gli ambiti proposti dal bando del Premio Piranesi, mi sono resa conto come vi era la sovrapposizione di edifici, natura, materiali e storia senza nessun ordine o regola. Ambienti che potevano ospitare eccellenze rurali risultavano in stato di abbandono, aree che dovevano essere protette invece presentavano edifici di media e grande dimensione ad uso prettamente industriale incuranti delle problematiche idrogeologiche e di salvaguardia dell’ambiente, frange della periferia residenziale che si scontravano direttamente con grandi aree commerciali e l’assoluta carenza di polmoni verdi che potessero conferire qualità all’intero apparato cittadino. Partendo dalle analisi portate avanti durante la prima parte del Laboratorio e affiancando uno studio sulle esperienze passate nel periurbano, in campo italiano e internazionale, tutto è diventato più chiaro. “Una natura suburbana poliforme che può diventare una natura vera, portandola dove non c’era, assecondando le dinamiche naturali che propone il giardinaggio ecologico (preverdissement), oppure una natura che mette in scena paesaggi che derivano dalla dismissione di usi attraverso una loro reinterpretazione estetica e simbolica (agricoltura cittadina, riforestazioni urbane), una feticizzazione della natura che nasconde il lavoro che le sta dietro per renderla più visibile”. (M. Perigord – P. Donadieu, Le Paysage. Entre nature set cultures, Armand Colin, Paris 2007) L’intero progetto abbraccia inizialmente le linee guida proposte dal Bando per superarle e ridimensionarle secondo l’effettiva richiesta dell’area, integrate con le finalità proposte dal Pptr della regione Puglia: - sostenere l’agricoltura; - valorizzare il patrimonio rurale storico-culturale; - migliorare la qualità urbana; - costruire una visione strutturale strategica; - costruire un nuovo paesaggio tra città e campagna.
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MAZZOCCHI, Giampiero. "I paesaggi agricoli periurbani nelle politiche alimentari locali: proposta per una strategia sistemica." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1355413.

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Анотація:
Il lavoro si compone in tre sezioni: Teorie, Prassi e Azioni. Esse, oltre ad organizzare il lavoro secondo un percorso logico e metodologico, riflettono una fisiologica tripartizione del percorso di dottorato dovuta alla durata dello stesso, cioè il triennio. A partire da un’analisi teorica del problema individuato, il lavoro presenta una sezione mirata ad osservarne la fenomenologia, per terminare con una proposta strategica elaborata sulla scorta delle prime due sezioni. Tale suddivisione, che risente comunque di interferenze incrociate e necessari rimandi tra le tre sezioni, è rappresentativa e si fa metafora del percorso di dottorato stesso. Se durante il primo anno gli sforzi sono concentrati ad identificare il campo di ricerca e individuare il problema al quale si vuole rispondere, il secondo si appoggia su tali acquisizioni per analizzare e studiare le pratiche esistenti, per poi avere gli strumenti per formulare un proprio pensiero indipendente ma saldamente costruito su un percorso di studio e di ricerca. Teorie: La sezione specifica il problema di ricerca, l’ambito di lavoro e i principali approcci teorici già esistenti sul tema della sostenibilità dei sistemi alimentari e degli impatti degli stessi su paesaggio e ambiente, partendo dalla constatazione dell’importanza che i sistemi alimentari – nella loro natura di combinazioni complesse di flussi, spazi, valori, attività e rappresentazioni – hanno nel produrre paesaggio, sia in termini materiali che simbolici. Un’attenzione particolare viene dedicata all’agricoltura periurbana e al suo ruolo all’interno delle connessioni urbano-rurali e delle politiche locali del cibo. Prassi: La sezione analizza il caso francese, che si caratterizza per uno spiccato approccio territoriale alla soluzione dei problemi legati ai sistemi alimentari localizzati. In particolare, viene presentata la metodologia attraverso la quale è stato diffuso un questionario a circa 300 esperti francesi, riguardante le politiche alimentari urbane di 8 città. Nella sezione vengono presentati e discussi i risultati del questionario, al fine di delineare punti di forza e criticità di un approccio territoriale al cibo. Azioni: La terza sezione è di carattere propositivo-sperimentale. Si appoggia ai risultati e alle evidenze scaturite dalle prime due sezioni – impianto teorico per la sezione “Teorie” e analisi del fenomeno per la sezione “Prassi” – al fine di presentare una proposta per una politica del cibo e del paesaggio per la città di Roma Metropolitana. La proposta è il frutto di un lavoro di ricerca portato avanti anche grazie al supporto di un nutrito gruppo di stakeholder attualmente ingaggiati nel definire le priorità legate alla sostenibilità del sistema alimentare della Capitale.
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SOLIMANDO, ANNA RACHELE. "Il paesaggio delle aree agricole periurbane. Strumenti e progetti di tutela e valorizzazione." Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/2158/592728.

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ASARO, Massimo. "Pianificazione e conformazione paesaggistica." Doctoral thesis, 2023. https://hdl.handle.net/11573/1665839.

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Анотація:
Il percorso logico tracciato congiunge il punto (iniziale) dell’attività amministrativa para-normativa a quello (intermedio) della discrezionalità amministrativa e poi a quello (finale) della conformazione dei territori e dei diritti reali privati. L’interesse di ricerca si è sviluppato, in generale, sull’appropriatezza dello strumento pianificatorio e di quello vincolistico rispetto ai principi costituzionali in materia di paesaggio e, in particolare, sull’appropriatezza degli strumenti scelti e adottati, in collaborazione con il Ministero competente, da due regioni. Il lavoro ha inteso analizzare quanto il valore (costituzionale) “paesaggio” riceva “tutela” giuridica dai piani di cui al vigente codice dei beni culturali e del paesaggio e, conseguentemente, quanto (e come) il diritto di proprietà privata (anch’esso costituzionalmente riconosciuto e garantito) possa essere conformato per realizzare la tutela del valore paesaggio. La ricerca ha dimostrato la sussistenza di alcuni limiti dello strumento pianificatorio, sia quale modello teorico sia nella casistica empirica, e di alcuni punti di forza (primo tra tutti il principio di sovraordinazione) che rendono stabile l’impianto normativo nazionale. La verifica di “tenuta” è stata fatta considerando il contenzioso e gli aggiornamenti ai piani. La ricerca ha inoltre dimostrato come (e perché) resti ancora valida, pur in presenza delle influenze normative sovranazionali, la gratuità del sacrificio del diritto reale conformato (fino al massimo grado di sacrificio della inedificabilità o dell’obbligo di demolizione) per esigenze paesaggistiche. Infine, il lavoro ha cercato di individuare se ci siano strumenti e spazi di tutela del paesaggio al di fuori del codice.
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Книги з теми "Paesaggi agricoli"

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Architetture e paesaggi: Rigenerazione di sistemi agricoli locali = Architectures and landscapes : regeneration of local agricultural systems. Milano: Mimesis, 2017.

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Alagna, Alessandra. Nuovi paesaggi per la campagna urbana: Valorizzazione del patrimonio paesaggistico del Real sito di Boccadifalco e delle tenute storiche di ville e bagli agricoli. Roma: Aracne, 2008.

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Bozzo, Francesco, and Vincenzo Fucilli. L'architettura rurale minore del paesaggio agricolo pugliese. Bari: Cacucci editore, 2018.

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Guarrera, Fabio. Vita dei campi: Dieci progetti per il paesaggio agricolo dei Monti Erei. Melfi (Italia): Librìa, 2022.

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Luca, Barabino, and Porta Stefano, eds. Architettura rurale in Valle Stura: Il paesaggio agricolo nel Cabrero Spinola di Campofreddo. Genova: Sagep, 1985.

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Antoni, Paolo Degli, and Paolo Degli Antoni. Cambiamenti nel paesaggio rurale toscano dal 1954 al 2014: Rinaturalizzazione e utilizzo dei terreni agricoli abbandonati. Firenze: Pagnini editore, 2015.

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Luigi, Paolillo Pier, ed. Spazi agricoli a Cusago: Un esercizio analitico sul territorio extra-urbano : agricoltura, ambiente, paesaggio in un comune lombardo. Milano: FrancoAngeli, 1995.

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Progetti tra paesaggio agricoltura e tecnologia: Un laboratorio di idee per la nuova cantina di Colognole in Chianti Rufina tra contemporaneità e tradizione. Firenze: Edifir, 2013.

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Marco, Zecchi, and Pernigotti Sergio, eds. La terra, gli uomini e gli dèi: Il paesaggio agricolo nell'antico Egitto : atti del secondo Colloquio, Bologna, 22/23 maggio 2006. Imola (Bologna): La mandragora, 2007.

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Progettare le identità del territorio: Piani e interventi per uno sviluppo locale autosostenibile nel paesaggio agricolo della Valle dei Templi di Agrigento. Firenze: Alinea, 2009.

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Частини книг з теми "Paesaggi agricoli"

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Bruschi, Andrea. "QUATTRO PAESAGGI (EQUATTRO PROBLEMI) AGRICOLI NELLA CODA DELLA COMETA." In Roma tra il fiume, il bosco e il mare, 108–23. Quodlibet, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvkwnn48.10.

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"CONFRONTI TRA PAESAGGI NATURALI E PAESAGGI AGRICOL." In MateraLucania2017, 146–47. Quodlibet, 2017. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gz3xk0.22.

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Тези доповідей конференцій з теми "Paesaggi agricoli"

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Fedeli, Raul Enzo, and Stefano Magaudda. "Il progetto rewetland: riqualificazione ambientale dell’Agro Pontino attraverso la valorizzazione ricostruzione del paesaggio storico." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8011.

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Анотація:
Il progetto “Rewetland” (programma LIFE+ 2008 – environment and governance. www.rewetland.eu) prevede la predisposizione di un Programma di Riqualificazione Ambientale (PRA) della Pianura Pontina attraverso la sperimentazione di tecniche di fitodepurazione diffusa. Il PRA si basa sull’analisi approfondita del paesaggio a partire da quello delle bonifiche dei Papi (XV–XVII sec.), fino ad arrivare ai giorni nostri. La finalità dell’analisi del paesaggio è stata quella di ricomporre gli elementi costituenti i diversi ambiti paesaggistici del territorio in quadri unitari, quanto più possibile coerenti al loro interno e confrontabili tra loro per valutarne le qualità paesaggistiche, le trasformazioni avvenute nel tempo o in atto, le necessità di processi di riqualificazione, le potenzialità di assorbire nuovi interventi progettuali. L’utilizzo di strumenti gis è stato indispensabile, sia per individuare le permanenze del paesaggio storico e rurale, sia per definire e valutare i possibili scenari di intervento. Le azioni, i progetti e gli interventi del PRA riguardano la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua e la realizzazione di aree umide ed ecosistemi filtro e favoriscono l’attivazione di buone pratiche non solo per la gestione dei canali della bonifica ma anche per quella delle aziende agricole. La metodologia utilizzata ha permesso di interpretare le trasformazioni del paesaggio dell’Agro Pontino e nel contempo progettare interventi e azioni di riqualificazione ambientale che rispondano a molteplici esigenze/obiettivi: il miglioramento della qualità delle acque, il potenziamento della rete ecologica e della biodiversità, la rigenerazione dei paesaggi tipici delle zone umide (re-wetland) che rappresentano la memoria del territorio. "Rewetland" project (LIFE+ 2008 - environment and governance. www.rewetland.eu) requires the preparation of an Programma di Riqualificazione Ambientale (PRA) of the Pontine Plain through experimentation with techniques of widespread phytoremediation. The PRA is based on a thorough analysis of the landscape from those of the reclamation of the Popes (XV -XVII cent.), up to the present day. The aim of the landscape analysis has been to reconstruct the elements making up the different areas of the local landscape into unified framework, as much as possible internally coherent and comparable to each other in order to assess the quality of the landscape, the changes through time or now being implemented, the necessity of regeneration processes, the potentialities to absorb new project interventions. GIS software tools have been essential, both to identify the permanence of the historic and rural landscape, and to define and evaluate the possible intervention scenarios. PRA actions, projects and interventions regard the renaturalization of waterways and the creation of wetlands and ecosystem filters and promote the activation of good practices not only for the management of the drainage channels but also for the farms. The methodology used allowed us to read the changes in the landscape of the Pontine Plain and at the same time to design interventions and actions that respond to multiple environmental restoration needs and objectives: improvement of water quality, enhancement of biodiversity and the ecological network, regeneration of the typical landscapes of wetlands (re-wetland) that represent the memory of territory.
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Cavallo, Aurora, Benedetta Di Donato, Rossella Guadagno, and Davide Marino. "Nutrire Roma: il ruolo dell’agricoltura urbana nel fenomeno urbano." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8042.

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Анотація:
Scopo di questa nota è di esaminare i caratteri e le dinamiche che connotano l’agricoltura urbana nel caso di Roma. Il contributo sintetizza in chiave evolutiva i fatti stilizzati del rapporto tra città e campagna, successivamente si indaga il contesto produttivo agricolo al fine di proporre una tassonomia dei tipi di agricoltura urbana. Il tentativo che qui si propone è una preliminare lettura dell’agricoltura urbana attraverso un sistema di criteri per la classificazione della distribuzione funzionale e relazionale del primario in aree metropolitane. Tali categorie interpretative tentano di ricostruire le relazioni causali che traducono i modelli produttivi agricoli (caratteristiche strutturali, ordinamenti, forme giuridiche, forme d’uso delle risorse naturali, collocazione), in specifiche forme spaziali e funzionali nella dimensione urbana – fisica e sociale -. Sul piano teorico tale lettura s’inserisce nel paradigma coevolutivo e guarda al paesaggio come il risultato delle interazioni tra il sistema ambientale e l’agire dell’uomo che abita e utilizza il territorio (Marino e Cavallo, 2009). Una sintesi tipologica definitiva sembra ancora un obiettivo da raggiungere, sicuramente questo è il primo passo verso la costruzione di una griglia interpretativa e di un vocabolario tipologico da mettere poi a sistema con i dati morfologici e quelli di uso del suolo. The aim of this paper is to examine the characteristics and the dynamics that characterize urban agriculture in the case of Rome. We summarize in an evolutionary approach the stylized facts of the relationship between town and country, then we investigate the context of agricultural production in order to propose a taxonomy of the types of urban agriculture. The effort proposed here is a preliminary analysis of urban agriculture through a system of criteria for the classification of the distribution of the functional and relational features of agricultural activities in metropolitan areas. These interpretative categories attempt to reconstruct the causal relationships that translate agricultural production models (farms’ data, legal forms, use of natural resources, localization), in specific forms in the spatial and functional urban dimension - physical and social - . On the theoretical level this analysis is embedded in the co-evolutionary paradigm and looks to the landscape as the result of interactions between the environmental system and the action of human who lives and uses the territory (Marino and Cavallo, 2009). This typization ultimately still seems a goal to achieve, this is the first step towards the construction of an interpretative and vocabulary typological then be systematize with the morphological data and those of land use.
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Ragosta, Annamaria, and Bianca Gioia Marino. "Close to the volcan. Knowledge, conservation and enhancement of a Vesuvian vernacular heritage." In HERITAGE2022 International Conference on Vernacular Heritage: Culture, People and Sustainability. Valencia: Universitat Politècnica de València, 2022. http://dx.doi.org/10.4995/heritage2022.2022.15377.

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Анотація:
Nell'area circostante le pendici del vulcano è individuabile un reticolo storico di architettura rurale creato dalla nota fertilità del suolo vesuviano. Il terreno, ricco di minerali per la natura piroclastica del sito, ha favorito fin dall'epoca romana la costruzione di strutture agricole, più o meno concentrate in aree dove la natura impervia del suolo consentiva un proficuo insediamento per la coltivazione. La rete di tali esempi di architettura vernacolare, situata entro i confini del Parco Nazionale del Vesuvio, è ancora oggi visibile, seppur frammentata e in stato di abbandono. Una ricerca in corso ha permesso di effettuare una prima rigorosa indagine. Tali edifici sono espressione di criteri distributivi coerenti con la loro funzione e rappresentano lo stretto rapporto tra tipologia insediativa e territorio. Questa particolarità si riflette fortemente nelle tecniche costruttive e rappresenta anche la testimonianza materiale di un particolare savoir-faire edilizio tramandato nei secoli. Vengono utilizzati materiali prelevati dal sito (es. lave, schiuma lavica, lapilli, pomice, ecc.) e sebbene non vi sia un'esatta estrazione della pietra, esiste la tecnica 'a cantieri' con una malta forte come legante. La tipologia è diversificata: dal piccolo presidio all'edificio disposto su due livelli, talvolta turriti, a seconda dell'impegno produttivo e colturale. A differenza delle masserie tradizionali poste più a valle, già oggetto di una notevole storiografia, questi casi di architettura rurale posti più a monte non sono mai stati oggetto di indagine sistematica. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli.
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Maccarrone, Maria. "Una città nomade e multidimensionale: il caso della reale Aci." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7973.

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Анотація:
Viviamo strani giorni, tempi di rapide accelerazioni, cambiamenti sociali e trasformazioni ambientali stressanti, che richiedono soluzioni contenitive e culturali improcrastinabili. Poniamo il caso di Acireale, città insulare di circa 50.000 abitanti, posta lungo la costa orientale sicula, stretta fra l’azzurra ionia marina, il nero del Vulcano Etna e il sempreverde degli agrumi. Il paesaggio dell’Aci trattiene geomorfologie e memorie antiche. Ricomporne le alterne vicende significa riflettere sulle “reali” specificità di una città siciliana per la quale è esistita un’articolata continuità storica di frequentazione in una porzione ampia di suolo vulcanico denominato Timpa. Nel corso dei secoli, le comunità hanno identificato in questo unico complesso lavico un salubre avamposto su cui migrare, tendenzialmente da Sud a Nord, fino a stanziarsi sul pianoro su cui sorge la città di Acireale. In età recente, la maggior crescita edilizia ha consumato pregevoli parti di terreno agricolo, inducendo uno sprawl urbano verso l’entroterra ed esponendo la Timpa a grandi rischi generati dalla progressiva assenza di organici interventi d’assetto territoriale. Questo contesto storico e paesaggistico aspetta d’essere attraversato, curato e valorizzato per ricomporre di quei valori percettivi che giacciono latenti nella memoria collettiva. La riqualificazione della Timpa può essere il tema per l’infrastrutturazione geografica con cui ri-connettere le inevitabili istanze di trasformazione urbana all’improrogabile sviluppo sostenibile del territorio acese. We live in strange days, periods of rapid acceleration, with stressful social changes and environmental changes, which require cultural solutions. Take the case of Acireale, city of about 50.000 inhabitants, located along the eastern coast of Sicily, between the Ionio sea, Mount Etna and evergreen citrus. The landscape of Aci holds geomorfologie and ancient memories. Over the centuries, communities have identified in this unique building of lava a place healthy where migrate, from South to North. In recent years, the growth of buildings has consumed valuable pieces of agricultural land, causing urban sprawl inland and exposing the Timpa large risks generated by the progressive absence of organic interventions of regional planning. This historical context and landscape is waiting to be crossed, edited and enhanced. The project of the Timpa may be the theme for re-connect the inevitable instances of urban transformation at the sustainable development of the territory.
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