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Porciello, Andrea. "Patrick Devlin e il populismo penale contemporaneo." Anales de la Cátedra Francisco Suárez 56 (January 10, 2022): 395–92. http://dx.doi.org/10.30827/acfs.v56i.21696.

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Анотація:
Nell’articolo l’Autore s’interroga sulla complessa questione della funzione e del significato che il diritto penale deve assumere all’interno dei sistemi costituzionali, chiedendosi, innanzitutto, se sia compito delle sue norme imporre la morale dominante nel gruppo sociale oppure se esse debbano mantenere un netto distacco rispetto a quella morale e agli umori della maggioranza sociale. A tal fine vengono analizzati due importanti dibattiti filosofici, quello ottocentesco tra John Stuart Mill e James Fitzjames Stephens e quello della metà del Novecento tra Patrick Devlin e H.L.A. Hart. Ciò consentirà di mettere in evidenza un chiaro legame tra il moralismo giuridico sostenuto in epoche diverse dai conservatori Stephens e Devlin ed il populismo penale dei nostri giorni, tentando, al contempo, di mettere in evidenza alcune specifiche peculiarità di quest’ultimo rispetto ai populismi del passato.
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Bompiani, Adriano. "L’Italia e la “Dichiarazione di Amsterdam” sui diritti dei pazienti." Medicina e Morale 47, no. 1 (February 28, 1998): 47–90. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.843.

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Анотація:
In questo lavoro si compie un’analisi della “Dichiarazione sulla promozione dei diritti dei pazienti in Europa”, redatta da un gruppo di esperti sotto gli auspici dell’Ufficio Regionale Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nella riunione tenutasi ad Amsterdam (28-30 marzo 1994). L’iniziativa dell’OMS dimostra il crescente interesse degli Stati appartenenti alla Regione Europea a rendere comparabili le norme degli ordinamenti interni concernenti l’accesso e l’utilizzazione da parte dei pazienti dei servizi sanitari, venendo incontro non solamente ad ormai codificati diritti soggettivi della persona umana, ma anche a legittime aspirazioni di miglioramento della qualità e dei rapporti umani nell’assistenza. Richiamata la lunga serie delle “Dichiarazioni sui diritti dell’uomo” proclamate in diversi documenti internazionali di alto valore morale, e le parallele dichiarazioni riguardanti i “diritti dei pazienti”, l’analisi prosegue delineando i contenuti fondamentali della Dichiarazione di Amsterdam e valutandoli sotto il profilo etico-giuridico. Si è cercato anche di verificare - brevemente - le analogie intercorrenti fra detta “Dichiarazione di Amsterdam” e la “Carta dei servizi pubblici sanitari”, strumento che intende attuare l’art. 14 del D. Leg. n. 502/1992 (e successive modificazioni ed integrazioni). “Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’art.1 della legge 23 ottobre 1992 n. 421”. L’art. 14, come è noto, ha per oggetto i “Diritti dei cittadini”. L’applicazione dei principi solennemente dichiarati nei vari documenti esaminati richiede - ormai - una convinta adesione ai postulati dell’etica della cura, interpretati nella tradizione personalista.
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Charrier, Guy. "Parallèle entre la loi italienne pour la protection de la concurrence et le système français." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 103–15. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345045.

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Анотація:
Abstract La nuova legge italiana per la protezione della concorrenza e del mercato presenta una notevole analogia, sia nei concetti che nei principali meccanismi applicativi, con le principali legislazioni dei Paesi membri della CEE e soprattutto con quelle che sono state introdotte negli anni più recenti.Il campo d’applicazione riguarda, almeno in principio, tutti i settori di attività, sia nel sistema italiano che in quello francese, poiché nessuna deroga è prevista, salvo per alcune particolari attività, come gli audio-visivi, la stampa, le banche e le assicurazioni.Questa estensione del campo di applicazione della legislazione si spiega con il fatto che essa riguarda tutte le pratiche anti-concorrenziali che vadano a detrimento del buon funzionamento del mercato e che tali pratiche siano suscettibili di provenire da tutti gli operatori economici.In Francia, peraltro, vige una distinzione tra comportamenti diretti a falsare il mercato, e che ricadono sotto le categorie di cartelli e di abuso di posizione dominante, di cui si occupa il Consiglio della concorrenza, e le pratiche restrittive, come il rifiuto di vendere, la subordinazione delle vendite, le discriminazioni e l’imposizione di prezzi, che sono di competenza dei tribunali perché in principio riguardano soltanto i rapporti tra imprese.Un secondo aspetto riguarda l’applicazione delle regole della concorrenza alle persone pubbliche. In principio, le disposizioni della legge italiana circa le imprese pubbliche (art. 8) e quelle della legge francese (art. 53) rispondono soltanto in parte alla questione. Nel diritto francese, quando una persona pubblica agisce da privato, è sottoposta alle leggi che riguardano il comportamento dei privati. Una difficoltà sorge, invece, quando questa persona pubblica, agendo nell’ambito dei suoi poteri, genera sul mercato effetti che danneggiano la concorrenza. Una recente sentenza del Tribunale dei conflitti ha concluso che le regole della concorrenza non si applicano alle persone pubbliche se non nella misura in cui esse diano luogo ad attività di produzione (di distribuzione o di servizi).La legge italiana non dà alcuna definizione del concetto di concorrenza nè dà alcun elemento che ne consenta la giustificazione economica. Altrettanto avviene con la legge vigente in Francia, ove sono i testi delle decisioni che forniscono indicazioni al riguardo.Il principio generate del divieto dei cartelli, come anche l’elenco dei casi suscettibili di costituire intese di carattere anti-concorrenziale, sono presentati in modo molto simile sia nella legge italiana che in quella francese. Ambedue riprendono, d’altronde, la formulazione dell’art. 85 del Trattato di Roma.Tutto fa pensare che l’Autorità italiana si troverà di fronte a casi analoghi a quelli di cui si è in varie occasioni occupato il Consiglio della concorrenza francese: cartelli orizzontali (accordi sui prezzi, sulla ripartizione dei mercati, sull’esclusione di un’impresa del mercato, ecc.); intese verticali (risultanti da accordi tra un produttore ed i suoi distributori nell’ambito di contratti di distribuzione selettiva o esclusiva); imprese comuni (la cui creazione può rientrare nel campo della proibizione di cartelli o costituire un’operazione di concentrazione); intese tra imprese appartenenti allo stesso gruppo (nel quadro dei mercati pubblici, il Consiglio ha ritenuto che non sia contrario alle norme concorrenziali, per imprese con legami giuridici o finanziari, rinunciare alla loro autonomia commerciale e concertarsi per rispondere a delle offerte pubbliche).Sull’abuso di posizione dominante, così come per i cartelli, i due sistemi italiano e francese presentano molte somiglianze. Tuttavia, contrariamente al diritto francese ed a quello tedesco, nella legislazione italiana non si fa alcun riferimento alle situazioni di «dipendenza economica». Peraltro, l’identificazione di questo caso è alquanto complessa e, sinora, il Consiglio non ha rilevato alcun caso che rientri nello sfruttamento abusivo di una situazione di dipendenza economica. Pertanto, si può forse concludere che il legislatore italiano sia stato, a questo riguardo, più saggio di quello francese. Più in generale, per quanto riguarda i casi di abuso di posizione dominante, il Consiglio deBa concorrenza ha seguito un’impostazione piuttosto tradizionalista.Anche sul controllo delle concentrazioni, il testo della legge italiana richiama quello francese e anche quello della normativa comunitaria, pur se è diversa la ripartizione delle competenze tra Autorità incaricata della concorrenza e Governo. Nella legge italiana, d’altra parte, vi sono delle norme relative alla partecipazione al capitale bancario che fanno pensare ad un dibattito molto vivo su questo tema.I livelli «soglia” per l’obbligo di notifica delle concentrazioni sono più elevati in Francia. Bisognerà poi vedere con quale frequenza il Governo italiano farà ricorso all’art. 25, che gli conferisce il potere di fissare criteri di carattere generale che consentono di autorizzare operazioni di concentrazione per ragioni d’interesse generale, nel quadro dell’integrazione europea.L’interesse delle autorità amministrative francesi nei riguardi delle concentrazioni, che un tempo era molto limitato, è divenuto più intenso negli anni più recenti, anche se i casi di divieto di concentrazioni sono stati sinora molto limitati.In conclusione, si può ricordare che un organismo competente in materia di protezione della concorrenza ha un triplice compito: pedagogico (attraverso la pubblicazione delle decisioni, delle motivazioni e delle ordinanze su questioni di carattere generale e sui rapporti attinenti al funzionamento del mercato), correttivo (per distogliere gli operatori economici da comportamenti anti-concorrenziali) e, infine, dissuasivo (poiché l’esperienza di applicazione delle leggi relative alla concorrenza dimostra che la loro efficacia dipende in modo decisivo dalla comminazione di sanzioni).
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Cristini, Guido. "Unificazione di insegne e sostituzione della marca commerciale in un gruppo distributivo leader: ricadute di ordine economico, strategico e gestionale." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 4 (November 2010): 121–44. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-004008.

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Nel processo di concentrazione tra gruppi distributivi a livello nazionale ed internazionale in corso da diversi anni, uno degli aspetti piů ricorsivi č costituito dalla stra- tegia di unificazione delle insegne. Tale strategia si traduce nell'analisi del valore delle insegne acquisite e, di norma, nell'eliminazione di quelle che operano ad una scala dimensionale inferiore e/o che manifestano una brand equity minore. In tale contesto, non č infrequente rilevare come l'obiettivo perseguito dal gruppo distributivo acquisitore sia quello di disporre di un'unica insegna in grado di generare economie di scala non solo esterne (sul versante della contrattualistica con i fornitori), quanto interne (comunicazione, logistica, marketing, etc.), propedeutiche al raggiungimento di gradi piů elevati di efficienza. In realtÀ, in diverse occasione, la cancellazione di una determinata insegna a favore di un'altra si č tradotta, nel breve termine, in una perdita di valore per il gruppo driver, in particolare sul versante delle vendite di marca commerciale in offerta. Nel quadro appena richiamato, obiettivo del presente articolo risulta quello di verificare se i vantaggi derivanti dall'adozione di una marca privata di Gruppo, pur in presenza della storica insegna di canale, risultino superiori a quelli ottenuti disponendo di una private label consolidata, rispondente in termini di immagine a quella caratterizzante la situazione pre-esistente. In particolare, interessa comprendere, se nel processo di cambiamento in atto non solo se il trade off risulti positivo, ma anche se i tempi e le risorse investite nel processo di conversione siano, nel complesso, da considerarsi accettabili per il distributore driver in relazione ai vantaggi raggiunti ex post.
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Quadrelli, Isabella, and Anna Uboldi. "Esperienze di giuridicità nella vita quotidiana. I giovani tra diritto, scienza ed etica durante la pandemia." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (January 2023): 153–68. http://dx.doi.org/10.3280/we2022-002012.

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L'articolo presenta i risultati di una ricerca sull'esperienza del diritto da parte dei giovani durante la pandemia. Partendo dal concetto di "legal consciousness", la ricerca ha analizzato l'implementazione delle norme nei contesti di vita dei giovani, nei termini di accettazione, interpretazione, negoziazione e rifiuto di esse, o di alcuni loro aspetti. Le diverse forme di coscienza giuridica emergenti dalle narrazioni evidenziano come i giovani abbiano interpretato l'imperativo del "fare la cosa giusta" per la sicurezza di se stessi e degli altri. Nelle loro ar-gomentazioni s'intrecciano le dimensioni della legittimità e dell'adesione alle norme giuridiche ma anche dell'utilità, del rischio, dell'equità e della capacità dei legislatori di dare voce e di mediare tra le diverse esigenze dei molteplici gruppi sociali. I risultati mostrano la capacità di agency e di ragionamento mo-rale dei giovani di fronte all'esigenza di bilanciare bisogni, interessi e ordini di responsabilità differenti e mettono in discussione l'immagine stereotipata del giovane irresponsabile e trasgressivo presentata dai media e diffusa nel senso comune.
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Gubernale, Marco, Claudia Costantini, Barbara Micoli, Susanna Negrin, and Paolo Bonanni. "Neuropsicologia dell'epilessia frontale notturna criptogenica in etŕ evolutiva." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 53–78. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-s03004.

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Ad un gruppo di 14 pazienti affetti da Epilessia Frontale Notturna (EFN) con etŕ compresa tra etŕ 3.8 e 17.2 anni č stato effettuato un assessment neuropsicologico durante videomonitoraggio EEG prolungato. L'anamnesi psicologica mette in evidenza difficoltŕ di attenzione e scolastiche diffuse a tutto il campione, ma non storie indicative di difficoltŕ specifiche di apprendimento. I dati ottenuti sono stati successivamente confrontati con quelli di un gruppo abbinato al campione per etŕ e quoziente intellettivo, affetto da altre forme di epilessia, al quale č stato somministrato il medesimo protocollo. I risultati piů significativi documentano: intelligenza mediamente nella norma, con discrepanza sfavorevole per il dominio verbale; attenzione integra; lievi ipofunzionalitŕ in senso esecutivo, di natura verbale e rispetto alle capacitŕ di pianificazione di un compito strategico; spunti psicopatologici internalizzati. Queste osservazioni confermerebbero la minore aggressivitŕ dell'EFN in senso cognitivo rispetto ad altre forme di epilessia, come pure la vulnerabilitŕ specifica dei processi esecutivi, e suggeriscono interpretazioni etiopatogenetiche alternative a quelle genetiche.
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Castiglioni, Marco, Elena Faccio, Guido Veronese, Annalisa Poiana Mosolo, and Richard C. Bell. "Disturbi alimentari e costruzione del significato." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (November 2011): 5–28. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-003001.

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Анотація:
Secondo l'approccio sistemico-costruzionista la psicopatologia č una "scienza del significato": i disturbi psicopatologici sono legati a specifiche dimensioni semantiche e alla posizione occupata dai singoli individui nel loro contesto familiare. La semantica del potere č considerata la dimensione di significato critica per le persone che presentano disturbi alimentari (anoressia, bulimia, obesitŕ). Scopo della ricerca č sottoporre al vaglio empirico la teoria che connette i disturbi del comportamento alimentare (DCA) alla semantica del potere, formulando l'ipotesi che i significati personali "vincente/perdente" e i loro correlati siano predominanti per questi pazienti.. I costrutti personali di 30 giovani DCA (suddivisi in 10 obesi, 10 anoressiche, 10 bulimiche) sono stati rilevati utilizzando la tecnica delle Griglie di Repertorio (Kelly, 1955) e posti a confronto con quelli di un gruppo di controllo composto da 30 soggetti normo-peso. I costrutti personali sono stati classificati in categorie semantiche e i dati confrontati attraverso opportune analisi statistiche. Dai risultati emerge che i costrutti del gruppo DCA sono correlati alla semantica del potere piů di quelli del gruppo di controllo, confermando le ipotesi formulate, sebbene l'interpretazione dei dati relativi ai sottogruppi appaia meno chiara. Tali risultati sono discussi alla luce sia delle loro implicazioni cliniche sia dei vincoli metodologici della ricerca.
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Roncallo, F., I. Turtulici, A. Bartolini, R. Corvò, G. Sanguineti, V. Vitale, G. Margarino, M. Scala, P. Mereu, and F. Badellino. "Tomografia computerizzata e risonanza magnetica nella patologia del distretto testa collo." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 4 (August 1996): 471–91. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900421.

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Анотація:
Scopo del lavoro è quello di delineare le indicazioni generali alla radioterapia, definitiva o in associazione alla chirurgia, nei pazienti affetti da carcinoma del distretto testa-collo, anche sulla base delle informazioni TC ed RM, e di descrivere le alterazioni morfologiche radiologiche che emergono, differenziando quelle suggestive di persistenza o recidiva neoplastica, da quelle indotte dalla radioterapia. Sono stati selezionati 95 pazienti che hanno praticato radioterapia come unico trattamento o in associazione alla chirurgia. Il primo controllo radiologico è stato effettuato di norma in un periodo di tempo compreso tra i 3 e i 4, 5 mesi dal termine della radioterapia. I pazienti sono stati seguiti nel tempo con esami seriati rispettivamente a 6, 9 e 12 mesi a distanza dal termine della radioterapia, a seconda dei rilievi emersi al primo controllo a ciclo terapeutico ultimato. Per quanto concerne la valutazione della risposta del tumore primitivo alla radioterapia sono stati distinti tre gruppi di pazienti. Il primo gruppo comprende soggetti nei quali il tumore primitivo, valutato alla TC e/o RM prima del trattamento radioterapico, ha dimostrato una regressione volumetrica superiore al 75% nei controlli tra i 3 ed i 12 mesi dalla fine del ciclo terapeutico (31 pazienti). Il secondo gruppo comprende soggetti nei quali il volume tissutale residuo dopo radioterapia, nei controlli a tre mesi, ha dimostrato una regressione inferiore al 50%, una persistenza o addirittura una progressione (44 pazienti). Un terzo gruppo è costituito da soggetti nei quali la regressione volumetrica del tessuto neoplastico nel controllo a tre mesi dal termine del ciclo terapeutico radioterapico è compresa tra il 50 ed il 75%. Quest'ultimo gruppo è quello che pone i maggiori problemi diagnostici e che viene seguito con controlli seriati ogni tre mesi, anche in presenza di negatività degli esami clinici ed endoscopici (20 pazienti). Le alterazioni tissutali post-radioterapiche sono state distinte in transitorie e permanenti. Quelle transitorie hanno raggiunto il massimo della loro espressività al termine del ciclo di trattamento, con visualizzazione di una massa conglomerata più estesa del tumore primitivo. Quelle permanenti si sono verificate a carico dei tessuti superficiali (ispessimenti della cute e del platisma, addensamenti nel tessuto adiposo sottocutaneo), nei piani fasciali profondi periviscerali (fibrosi del connettivo lasso adiposo parafaringeo, cervicale anteriore e posteriore, pericarotideo), nelle logge salivari (scialoadenite reattiva e degenerazione grassa), a livello degli spazi mucosi profondi (ispessimento simmetrico e infiltrazione delle pliche ariepiglottiche e delle corde vocali false, obliterazione dei piani adiposi pre- e paraglottici). La difficoltà di interpretazione delle immagini, con particolare riguardo ai possibili falsi positivi e falsi negativi, rappresenta soltanto una delle diverse facce della complessa problematica in corso di carcinoma del distretto testa-collo. Infatti i quesiti da risolvere coinvolgono anche il clinico, il chirurgo, il radioterapista oltre che il radiologo, il cui sforzo comune deve essere quello di garantire al paziente la migliore terapia possibile a fronte di una qualità di vita accettabile.
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Gubernale, Marco, Anna Volzone, Susanna Negrin, Annamaria Gobbo, and Paolo Bonanni. "Neuropsicologia delle encefalopatie epilettiche: analisi delle variabili piů significative e descrizione della nostra esperienza con un gruppo pediatrico affetto da epilessia mioclono-astatica." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 35–52. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-s03003.

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Sono discussi i punti cruciali della clinica epilettologica e neuropsicologica delle encefalopatie epilettiche, con l'intento di documentare la relazione complessa e non sempre diretta che intercorre tra questi due livelli di osservazione in particolare riferimento all'outcome cognitivo. Segue la descrizione del profilo neuropsicologico del nostro campione clinico (n = 10), riguardo al quale possiamo dimostrare un andamento duplice, di tipo rispettivamente avverso o piů propizio in funzione della maggiore o minore frequenza delle manifestazioni elettrocliniche e della poli- o monoterapia. Il gruppo con outcome cognitivo piů favorevole (n = 7) documenta un'ampia variabilitŕ dei risultati e si presenta mediamente con disabilitŕ intellettiva lieve, difficoltŕ grafomotorie e attenzione entro limiti di norma, in innesto a variabili psicopatologiche borderline tipo attenuazione del tono dell'umore e disattenzione-iperattivitŕ. Poiché la storia clinica mette in evidenza che questi soggetti risultano essere quelli liberi da tempo da crisi e con non piů di due principi in terapia, le evidenze neuropsicologiche supportano dunque una relazione causale tra la malignitŕ del quadro e l'outcome cognitivo.
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Accati, Luisa. "Figli invidiosi della madre. Osservando alcune immagini fra medioevo ed età moderna." STUDI JUNGHIANI, no. 49 (May 2019): 56–66. http://dx.doi.org/10.3280/jun1-2019oa7908.

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Анотація:
L'immagine femminile della Madre propria del culto mariano è definita da un gruppo di uomini per norma celibi. Dunque, rispetto alle donne unicamente figli (né padri né mariti). Le varie forme delle rappresentazioni della Madonna equivalgono ad altrettanti momenti critici della relazione madre-figlio. In questo articolo l'autrice fa riferimento a due rappresentazioni, l'Annunciazione e la Morte della Madonna.
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Góralski, Wojciech, and Paweł Waruszewski. "Posługa charytatywna Kościoła w świetle uchwał synodów polskich po Soborze Watykańskim II." Prawo Kanoniczne 41, no. 1-2 (June 15, 1998): 43–92. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1998.41.1-2.03.

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Tra i diversi settori dell' attività sinodale svolta in Polonia dopo il Concilio Vaticano Il (i diciasette sinodi diocesani e un sinodo provinciale) un posto assai importante occupa il servizio caritativo. Nelle rispettive disposizioni sinodali i legislatori diocesani mostrano un' attenzione particolare verso i biosognosi di diverse categorie. Presentando le norme dei sinodi polacchi riguardanti il servizio della carità cristiana gli autori indicano le forme di esso: il servizio indivuale e comunitario, il servizio materiale e spirituale e i soggetti di quel servizio: attivi (i sacerdoti e i religiosi, i laici, i gruppi critativi) e passivi (gli ammalati, i poveri, gli handicappati, gli altri). Nella conclusione dello studio vengono indicate le principali idee di una pastorale dei sinodi verso coloro che si trovano nelle diverse situazioni difficili.
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Moscati, Giorgio. "LE ELEZIONI SOVIETICHE DELLA PRIMAVERA 1989." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 20, no. 2 (August 1990): 325–42. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200009242.

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IntroduzioneAssente per decenni dai dibattiti sul sistema politico sovietico, trascurato dai sovietologi e dalla maggior parte degli stessi politologi e giuristi sovietici, il sistema elettorale dell'URSS ha goduto, negli ultimi tre anni, di una crescente attenzione, sia in patria che all'estero. La stessa leadership sovietica, Gorbačëv in testa, ha mostrato di considerare, in piò di un'occasione, un sostanziale rinnovamento delle procedure elettorali come parte integrante e condizione fondamentale per il successo della perestrojka. Inoltre, non solo tematiche fino a pochi anni fa del tutto improponibili, quali la pluralità di candidature al ruolo di deputato, sono diventate norma di legge, ma anche argomenti un tempo considerati tabu, come l'opportunità, per gruppi estranei al partito, di avanzare candidature alle supreme istanze del potere sovietico, si presentano oggi prepotentemente alla ribalta del dibattito politico.
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Skonieczny, Piotr. "Skutki prawne reskryptu papieskiego udzielającego dyspensy od obowiązku celibatu kapłańskiego." Annales Canonici 7 (December 31, 2011): 199–233. http://dx.doi.org/10.15633/ac.0712.

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Nel presente articolo, l’Autore commenta gli effetti giuridici del rescritto pontificio concedente la dispensa dall’obbligo del celibato sacerdotale. Egli propone di ordinare tutti gli effetti in tre gruppi, cioè: gli effetti principali connessi con la perdita dello stato clericale, di cui al can. 292 CIC/83; le proibizioni speciali, non connessi con la perdita dello stato clericale, di cui all’art. 5 delle Norme sostanziali Praeterquam aliis del 1980 (PA); e gli effetti aggiunti dal modello del rescritto pontificio del 2001. Inoltre l’Autore osserva che il modello del rescritto pontificio del 2001 modifica la normativa del 1980 per quanto riguarda gli effetti giuridici, soprattutto le cosiddette proibizioni (art. 5 PA). Il rescritto medesimo prevede anche la risoluzione del problema, il quale consiste nella domanda, da quale momento il rescritto pontificio sia efficace. Inoltre, l’Autore sottopone a critica la mancanza della promulgazione del modello del rescritto pontificio del 2001.
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Sklar, Jonathan. "L'Europa in tempi oscuri. Alcune dinamiche dell'alterità e del pregiudizio." PSICOANALISI, no. 2 (January 2021): 25–40. http://dx.doi.org/10.3280/psi2020-002002.

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I ricordi della storia recente degli anni '30 e il legame tra austerità e colpa riducono ancora una volta il nostro senso di umanità, ora aggravato dalla pandemia mondiale. La rimozione delle storie traumatiche nell'individuo e nella società deve essere analizzata al fine di evidenziare gli attuali attacchi dell'alterità sui cittadini, laddove i regimi totalitari diventano sempre più la norma e la gentilezza e l'amore vengono trattati con disprezzo mentre prevale l'egoismo. La teoria di Ferenczi nel saggio La confusione delle lingue è fondamentale per capire la dinamica del pregiudizio nel razzismo, nella misoginia e, ovviamente, rispetto agli ebrei. La conoscenza analitica è uno strumento essenziale per consentire ai popoli di comprendere i traumi transgenerazionali, la paranoia dei grandi gruppi e i pregiudizi attuali della politica e della cultura.
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Scala, Andrea. "La romaní in Italia tra rappresentazione e legittimazione." Minorities in Italy in a changing legal landscape 44, no. 3 (December 31, 2020): 346–70. http://dx.doi.org/10.1075/lplp.00070.sca.

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Astratta L’articolo esamina le dinamiche connesse con la (auto-)rappresentazione e la legittimazione della romaní in Italia. Comunità di lingua romaní sono presenti in Italia fin dalla prima età moderna e tutti i parlanti di romaní di antico insediamento nella penisola sono cittadini italiani, tuttavia la legge 482/1999 della Repubblica Italiana "Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche" non include la romaní tra le lingue di minoranza da tutelare. L’esclusione della romaní dalla legge trova la sua radice prima in un’errata rappresentazione dei suoi locutori, generalmente percepiti come nomadi, mentre non lo sono più da tempo. La legge 482/1999 di fatto tutela le minoranze linguistiche legate a un territorio e la falsa, ma diffusa, percezione dei parlanti romaní come nomadi ha offerto un comodo pretesto a chi voleva escludere dalla tutela la lingua dei rom e dei sinti italiani. Il panorama linguistico della romaní in Italia risulta assai complesso e l’articolo si sforza di descriverlo e spiegarlo in diversi aspetti. I gruppi rom e sinti stanziati in Italia parlano dialetti piuttosto diversi, hanno repertori linguistici differenti, non percepiscono di essere accomunati da un’unica origine etnico-linguistica e non hanno gli stessi atteggiamenti nei confronti dell’uso pubblico della romaní. Questi fattori, insieme alla rappresentazione distorta delle comunità rom e sinte presso la cultura maggioritaria, rendono assai complessa la progettazione di un percorso di tutela. Tuttavia il riconoscimento della romaní come lingua di minoranza in Italia rimane un obbiettivo di alto valore civile, che si potrà forse perseguire con leggi regionali mirate.
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Macrì, Francesco. "LA RIFORMA DEI REATI SESSUALI IN FERMANIA DEL 2016." Revista Eletrônica do Curso de Direito da UFSM 13, no. 1 (May 5, 2018): 370. http://dx.doi.org/10.5902/1981369432281.

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Il legislatore tedesco ha nel 2016 riformato incisivamente la legislazione penale sessuale. La norma di maggiore impatto giuridico e simbolico è il § 177/1 StGB, che sancisce – per la prima volta in un grande ordinamento di Civil Law – la punibilità degli atti sessuali “meramente dissensuali”. Ulteriore modifica rilevante è l'incriminazione degli atti sessuali commessi “a sorpresa”, così come quella delle molestie sessuali. È stato poi introdotto un peculiare delitto “accessorio” (§ 184j StGB) che sanziona la mera partecipazione ad un gruppo che induca uno dei membri a commettere un reato sessuale. Siffatta previsione, peraltro, si connota per una strumentalizzazione simbolica del diritto penale che non appare accompagnata da un potenziamento funzionale della tutela della libertà sessuale. In un'ottica complessiva, tuttavia, va osservato come la suddetta ombra (così come altre minori) sia affiancata da importanti luci, a partire dalla svolta “consensualistica” del Sexualstrafrecht tedesco, che ad avviso dello scrivente consentono un giudizio globalmente positivo – pur con talune riserve – sulla riforma.
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Romano, Lucio. "Educazione della sessualità ed adolescenti. Indagine conoscitiva ed antropologie di riferimento." Medicina e Morale 49, no. 6 (December 31, 2000): 1–30. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.772.

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L’importanza e l’attualità di un percorso educativo nell’ambito della sessualità si evince, nell’articolo, da una indagine conoscitiva svolta in un gruppo di adolescenti (648 studenti dell’ultimo anno della scuola secondaria superiore, con un’età media di 17.2 anni). Nella compilazione di un questionario anonimo, semiaperto, gli adolescenti intervistati hanno palesato una evidente, e statisticamente significativa, richiesta di partecipazione a programmi di educazione della sessualità e di formazione al sentimento morale. La dimostrazione di un bisogno educativo da parte degli adolescenti è dimostrata altresì dalla confusione tra informazione ed educazione, dal disagio nel coinvolgere i genitori o i docenti, ad esempio, nelle problematiche inerenti la sessualità a fronte di una supposta pretesa conoscenza di educazione della sessualità. Prevale, infatti, una cultura informata ad una antropologia naturalistica e a una ideologia liberalizzante che ha ridotto l’adolescente, e non solo, a mero fruitore di una sessualità intesa come bene di consumo dove non alberga alcuna morale che si basi sulla responsabile apertura verso l’altro: sessualità che si traduce in sesso, in sola genitalità dove la norma è costituita da ciò che è biologicamente morale, ovvero il dato statistico diventa legge e determina il valore. Dall’analisi del questionario si palesa la necessità, pertanto, di una educazione della sessualità che proceda nell’ambito di uno sviluppo integrale della persona, processo educativo da intendere come perfezionamento ed intervento a favore della persona nella sua globalità fisica psichica spirituale, ovvero educazione alla differenza sessuale, educazione affettiva e morale, educazione al valore della vita. I punti di riferimento imprescindibili per una corretta formazione della sessualità e del sentimento morale sono rappresentati dalla unitotalità della persona, apertura e oblatività dell’amore, complementarietà, inscindibilità della dimensione unitiva e procreativa, trascendenza oltre il sé, verso l’altro e verso l’Altro.
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Cardosi, Emilio. "Gli effetti delle agevolazioni finanziarie sulle decisioni di investimento e sulle performance delle imprese: una valutazione empirica della legge 488/92." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 1 (September 2010): 135–73. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-001006.

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La tematica delle agevolazioni finanziarie a favore delle imprese costituisce, da sempre, oggetto di notevole attenzione ed interesse da parte di studiosi, economisti e policy maker. La domanda di ricerca deriva da esigenze di policy - allo scopo di migliorare l'efficienza e l'efficacia delle norme di incentivazione - oltre che dalla richiesta di analisi empiriche per dare risposta a quesiti di tipo teorico. Gli studi presenti nella letteratura nazionale che esaminano gli effetti che le agevolazioni finanziarie producono sulle imprese - utilizzando dati d'impresa e non dati aggregati - non sono molto numerosi. L'articolo analizza gli effetti prodotti dalla legge 488/92 sulle imprese, partendo dal fondamentale ruolo che gli intermediari finanziari hanno svolto nella fase applicativa. A tal scopo č stata condotta un'indagine sperimentale attraverso la somministrazione di un questionario ad un campione di imprese agevolate e non, secondo la metodologia di analisi casi-controlli definita in letteratura comparison group design. I due gruppi di imprese sono stati esaminati in funzione degli investimenti effettuati, delle politiche di finanziamento, delle strategie, dei fattori di competitivitŕ, nonché delle performance conseguite. In particolare, tramite apposito test statistico inferenziale, č stata valutata l'addizionalitŕ dello strumento agevolativo, intesa come capacitŕ dello stesso di stimolare nuovi progetti di investimento. L'analisi empirica ha evidenziato come la misura d'incentivazione abbia favorito le decisioni di investimento delle micro e piccole imprese - generalmente piů esposte ai fenomeni di razionamento del credito - ma non quelle delle medie e grandi imprese, costituendo al contempo una leva importante per l'attivazione dei finanziamenti bancari ordinari. Č stata, inoltre, sviluppata un'analisi sull'andamento della redditivitŕ delle imprese del campione considerato, nell'arco temporale interessato dai programmi di investimento, in funzione dei fattori competitivitŕ adottati. Dall'indagine č emerso che le performance delle imprese che hanno fatto prevalentemente ricorso a fattori di tipo non-price competition - che dovrebbero caratterizzare la fase della selezione competitiva - tendono ad essere mediamente piů elevate, rispetto a quelle delle altre imprese e ciň indipendentemente dall'agevolazione ricevuta. Lo studio propone, quindi, un contributo al dibattito scientifico e di politica industriale in tema di valutazione degli effetti degli incentivi, secondo un approccio di tipo micro e con un'analisi di selezionati elementi dell'ambiente esterno ed interno delle imprese.
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Izeta, Andrés D. "Editorial." Revista del Museo de Antropología 11, no. 1 (July 1, 2018): 5. http://dx.doi.org/10.31048/1852.4826.v11.n1.20565.

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<p>En este primer número del año 2018 presentamos veinte artículos originales que se suman los ya disponibles en la Revista en formato de acceso abierto. Nueve de ellos corresponden a la Sección Arqueología; cinco corresponden al área de la Antropología Biológica, dos a la Sección Museología; y cuatro a Antropología Social.</p><p>En el primer trabajo de la Sección Arqueología Ramiro Barberena, Augusto Tessone, María Nella Quiroga, Florencia Gordón, Carina Llano, Alejandra Gasco, Jimena Paiva y Andrew Ugan presentan los primeros resultados de ecología isotópica regional para el extremo norte de la provincia del Neuquén (Argentina), información clave para la reconstrucción de cambios ecológicos y paleodietas humanas a través del tiempo. Continúa María Paula Barros quien presenta el análisis y la discusión acerca de la producción de módulos laminares sobre dos rocas ampliamente utilizadas en la subregión pampa húmeda, como son la ortocuarcita del Grupo Sierras Bayas y la ftanita. Con ello se busca indagar acerca de cuáles fueron los criterios técnicos tenidos en cuenta, tanto para la preparación de los núcleos, como para su explotación. Emiliano Mange, Maitén Irma Di Lorenzo y Lucio González Venanzi presenta el análisis de los materiales faunísticos del sitio Tembrao, ubicado en un pequeño valle al pie de la meseta de Somuncurá (sur de la provincia de Río Negro) con cronologías asignables al Holoceno tardío. Lorena Grana realiza una revisión crítica de la evolución y estado actual de los análisis diatomológicos en cuestiones arqueológicas, principalmente incluyendo los estudios latinoamericanos. Anne Gustavsson discute y pone en dialogo las prácticas y la trayectoria científica del arqueólogo Eric Boman (1867-1924) y los modos que ha sido recordado por la historia disciplinar. Brenda Irene Oxman y Rodolphe Hoguin exploran la relación entre los cambios ambientales producidos en la Puna Seca Argentina durante el periodo 12 000- 4000 años AP y su incidencia en la variabilidad observada en las estrategias adaptativas desarrolladas por los grupos humanos en la tecnología lítica. Norma Ratto, Alejandro Rodríguez González, Mara Basile, Francisco J. Pérez Torrado y José L. Fernández Turiel presentan un primer modelo de cálculos volumétricos para estimar la tasa de incisión en función del desalojo del material piroclástico de la quebrada de Las Papas a lo largo de 4200 años, y estimar cuándo estuvieron ciertos bloques disponibles para su intervención como soporte de arte rupestre en el área. Ariadna Svoboda y Eduardo Julián Moreno presentan los resultados obtenidos a partir del análisis zooarqueológico de tres sondeos en relación a la explotación de recursos dulceacuícolas (peces, coipos y anátidos) y recursos terrestres (dasipódidos y guanaco) para el área del lago Colhué Huapi, Chubut. Cerrando la Sección, Melisa Rodríguez Oviedo da cuenta de los trabajos realizadas en el sitio La Rinconada Arriba ubicado en el Valle de Ambato, Catamarca, Argentina. Con esto vemos representada la arqueología regional de gran parte de la Argentina.</p><p>La Sección de Antropología Biológica presenta cinco trabajos. Rodrigo Zúñiga Thayer, Jorge Suby, Gustavo Flensborg y Leandro Luna analizan la variabilidad de la osteocondritis disecante en un conjunto de restos humanos de 26 individuos adultos pertenecientes a sociedades de cazadores-recolectores de Patagonia austral durante el Holoceno medio-tardío y su posible relación con la edad, el sexo, la dieta, la cronología y la procedencia geográfica. Tamara Giselle Navarro, Marcos Jannello, Marcos Jannello, Ignacio A. Cerda, Ignacio A. Cerda, Marien Béguelin, Marien Béguelin, Romina Vázquez y Romina Vázquez presenta un protocolo alternativo para la obtención de cortes delgados de muestras óseas humanas de sitios arqueológicos con el objetivo de aplicarlo al análisis microestructural. Pamela García Laborde, María Eugenia Conforti y Ricardo Anibal Guichón pretenden contribuir a la discusión sobre posibles estrategias que amplíen las prácticas profesionales de bioantropólogos y arqueólogos públicos promoviendo nuevas tramas de relaciones que articulen y reconfiguren a ambos enfoques en nuestro país. Daniela Alit Mansegosa, Pablo Sebastián Giannotti y Horacio Daniel Chiavazza presentan los resultados del análisis de indicadores de salud oral en una muestra de cráneos y mandíbulas recuperados en entierros secundarios de las Ruinas Jesuíticas de San Francisco, ubicadas en el Sitio Área Fundacional de la Ciudad de Mendoza. Cerrando la Sección Manuel Domingo D’Angelo del Campo, Pamela García Laborde, Luciano O. Valenzuela, Josefina M. B. Motti, Marilina Martucci, Patricia I. Palacio y Ricardo Aníbal Guichón reflexionan acerca de los avances técnicos de las últimas décadas y como estos han “incidido en el ámbito científico conllevando un aumento en la generación de nuevos conocimientos. Estos han permitido mejorar las comunicaciones y el acceso a la información. En estas condiciones, aparece una corriente global, el data sharing, que aboga por la libre puesta en disposición de los datos producto de las investigaciones científica”.</p><p>En la Sección de Museología, Pamela Esther Degele, María Gabriela Chaparro, María Luz Endere presentan un trabajo que tiene como fin contrastar la normativa marco aplicable a las reservas naturales de la provincia de Buenos Aires con los usos sociales de los que es objeto el paisaje y patrimonio protegido por parte de diferentes grupos de interés. Por último para esta sección Julieta Barada analiza las transformaciones experimentadas en la iglesia del pueblo de Coranzulí (Puna de Jujuy) a través del estudio de las acciones realizadas por los pobladores sobre esta a lo largo del siglo XX desde un enfoque histórico y patrimonial.</p><p>Cerrando este número presentamos los trabajos incluidos en la Sección Antropología Social. Maria Carman analiza críticamente los postulados de la corriente de pensamiento que ha servido de sustento a la militancia a favor del derecho animal: el antiespecismo. Paola Monkevicius analiza los sentidos públicos que se producen, transmiten y disputan acerca de la muerte (entendida como crimen racista) del activista senegalés Massar Ba por parte del colectivo conformado por inmigrantes africanos y afrodescendientes en Argentina. Adrián Koberwein reflexiona en torno al rol del conocimiento científico en el marco de los conflictos ambientales contemporáneos. En concreto, acerca de un conflicto reciente en torno a la reforma de la ley de bosques de la Provincia de Córdoba, Argentina. Sin duda tema ce interés central a la sociedad cordobesa contemporánea. Por último Milena Annecchiarico propone un análisis de la trayectoria del programa UNESCO “Ruta del Esclavo” en Argentina, que promueve la investigación sobre la esclavitud y la trata transatlántica de africanos esclavizados, las formas de resistencia y la valorización de los sitios de memoria y de las manifestaciones culturales de las comunidades afrodescendientes actuales.</p><p>Analizando sintéticamente lo relatado más arriba podemos aseverar que este primer número del año 2018 muestra una gran diversidad de temáticas en todas las secciones del mismo. Esperando que esto sea de interés y como siempre los invitamos a leer esta producción y nos despedimos hasta el próximo número.</p><p>Córdoba, 01 de Julio de 2018</p>
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Mele, Vincenza, Daniela Vantaggiato, and Marcello Chiarotti. "Il doping biotecnologico: una proposta di lettura tra medicina, bioetica e diritto." Medicina e Morale 58, no. 3 (June 30, 2009). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2009.244.

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Le point de départe dell’articolo è offrire una review della letteratura medico- scientifica sul doping biotecnologico; il secondo step è illustrare il panorama dello stato dell’arte in materia legislativa, con particolare attenzione alla situazione italiana; last but not least è argomentata l’inaccettabilità etica del doping, nella doppia prospettiva, della filosofia del diritto e della bioetica. L’argomentazione bioetica si snoda secondo i criteri dell’ethos ippocratico che impone al medico prima ancora di fare del bene, di non danneggiare la salute psico-fisica della persona (primum non nocere) e dell’ethos dell’attività sportiva, intesa come palestra educativa della persona, finalizzata alla fioritura delle capacità dell’atleta, in armonia a quanto recita il Codice Mondiale Antidoping: etica, fair play ed onestà, salute, eccellenza della prestazione, carattere ed educazione, divertimento e gioia, lavoro di gruppo, dedizione ed impegno, rispetto delle norme e delle leggi, rispetto per se stessi e per gli altri concorrenti, coraggio, unione e solidarietà. L’argomentazione filosoficogiuridica si basa sull’inaccettabilità del doping in ossequio al principio di giustizia, nel senso sia di equità che di giustizia distributiva ed al principio di autonomia, che gli Autori dimostrano – avvalendosi della teoria dei giochi e dell’interpretazione biopolitica del fenomeno – verrebbe “paradossalmente” infranto qualora l’uso delle sostanze dopanti nello sport diventasse giuridicamente lecito. ---------- Le point de départe of the article is to offer a review of the medical literature on biotechnological doping; the second step is to show the state of the art on legal aspect, with particular attention to the Italian situation; last but not least, arguing the ethical unacceptableness of doping, both in Philosophy of law and Bioethics. The bioethical reasoning unwinds itself according to the criterions of the Hippocratic ethos imposing on the physician, even before doing the good, not to damage one’s psico-physics health (primum non nocere) and that one concerning to the sport activity, intended as “educational gym” of every person, aimed to the flowering of the abilities of the athlete, according to the World Anti-Doping Code: ethics, fair play and honesty, health, performance excellence, character and education, fun and joy, team work, devotion and appointment, respect of the norms and laws, self-respect, respect for others, courage, union and solidarity. The philosophical-legal reasoning is based on unacceptableness of doping according to the principle of justice, intended as both equity and distributive justice and to the principle of autonomy, demonstrated by the Authors to be “paradoxically” broken – through the game theory and the biopolitical interpretation of the phenomenon – whereas the use of doping substances becames legally permissible within the sport.
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