Добірка наукової літератури з теми "Morfologia verbale"
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Статті в журналах з теми "Morfologia verbale"
Domokos, György. "La morfologia verbale del milanese antico di Bonvesin dra Riva." Verbum 9, no. 2 (December 2007): 261–77. http://dx.doi.org/10.1556/verb.9.2007.2.9.
Повний текст джерелаEstivalet, Gustavo Lopez, and Felício Wessling Margotti. "Diálogos entre a flexão verbal do Português e do Francês (Dialogues entre la flexion verbale du Portugais et du Français)." Estudos da Língua(gem) 12, no. 2 (December 30, 2014): 31. http://dx.doi.org/10.22481/el.v12i2.1252.
Повний текст джерелаValente, Simona. "le desinenze personali nella morfologia verbale delle carte cavensi (IX secolo)." Acta Antiqua Academiae Scientiarum Hungaricae 59, no. 1-4 (September 25, 2020): 305–15. http://dx.doi.org/10.1556/068.2019.59.1-4.27.
Повний текст джерелаTekavčić, Pavao. "Andreas Harder, Laut- und Formenlehre der Mundart von Ripatransone, Dis sertation zur Erlangung des Doktorgrades der Philosophischen Fakultät der Chris tian-Aibrechts- Universität zu Kiel; Kiel 1988, pp. XII + 411 (policopiato)." Linguistica 30, no. 1 (December 1, 1990): 207–10. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.30.1.207-210.
Повний текст джерелаCalamai, Silvia, and Francesca Biliotti. "Archivi orali, memoria, migrazione." Mnemosyne, no. 10 (October 15, 2018): 18. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i10.14103.
Повний текст джерелаQuesada, J. Diego. "Morfología del verbo garífuna." LETRAS, no. 51 (April 1, 2012): 91–127. http://dx.doi.org/10.15359/rl.1-51.4.
Повний текст джерелаMartins, Adriana Leitão, and Ana Luiza Oliveira Mota. "Estatividade e morfologia progressiva: uma análise à luz da aquisição do português do Brasil." Working Papers em Linguística 19, no. 1 (September 13, 2018): 117–35. http://dx.doi.org/10.5007/1984-8420.2018v19n1p117.
Повний текст джерелаHasbún Hasbún, Leyla. "¿Yo tenía o yo tuve? La influencia del aspecto léxico-semántico en la adquisición el sistema de tiempo y aspecto en el español, como lengua extranjera." Revista de Filología y Lingüística de la Universidad de Costa Rica 26, no. 1 (August 31, 2015): 197. http://dx.doi.org/10.15517/rfl.v26i1.20954.
Повний текст джерелаGonzález Campos, Guillermo. "Nuevas consideraciones sobre la morfología verbal del cabécar." LETRAS, no. 51 (January 6, 2012): 33–58. http://dx.doi.org/10.15359/rl.1-51.2.
Повний текст джерелаDE SOUZA SILVA, MARIA CAROLINA, Adriana Leitão Martins, and Nayana Pires da Silva Rodrigues. "Aquisição de aspecto semântico no português do Brasil: as realizações morfológicas em verbos prolongáveis temporalmente e de mudança de estado." Veredas - Revista de Estudos Linguísticos 24, no. 1 (September 11, 2020): 113–35. http://dx.doi.org/10.34019/1982-2243.2020.v24.30556.
Повний текст джерелаДисертації з теми "Morfologia verbale"
Sau, Valentina <1992>. "Intervento linguistico in una bambina sorda con impianto cocleare: il potenziamento della morfologia nominale e verbale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14418.
Повний текст джерелаTodaro, Giuseppina. "Nomi (e aggettivi) che diventano verbi tramite prefissazione : quel che resta della parasintesi." Thesis, Toulouse 2, 2017. http://www.theses.fr/2017TOU20022/document.
Повний текст джерелаMy thesis proposes an analysis of the Italian parasynthetic verbs in within the framework of the Construction Morphology. The widespread definition of parasynthesis in literature corresponds to 'double simultaneous affixation on a derivational base' ([pref+[X]N/A+suff]V, cf. for example IMBARCARE 'to board'). Such definition is motivated by the impossibility of attesting the intermediate derivational stage between the base and the derived verb (cf. BARCA 'boat', *IMBARCA, *BARCARE) and it derives from a morpheme-based, incremental and concatenative approach to morphology that assumes that derivational processes are oriented rules. In my thesis I propose an alternative analysis which defines parasynthetic verbs as verbs built by prefixation. I consider as parasynthetic verb each verb belonging to the schema [préf[X]N/A]V (note that the suffix is analyzed as inflectional). This definition is purely based on the membership parameter in schema [préf[X]N/A]V (note that the suffix is analyzed as inflectional). According to this approach, the fact that a word is not attested not only represents an unreliable criterion from an empirical point of view but it also seems to be negligible within a theoretical framework considering morphological processes as non-oriented. The corpus includes 1674 lexemes automatically extracted from ItWaC. The structural variables for these verbs are (i) the prefix selected (a-, in-, s-, de-, dis-), (ii) the inflectional class (-are, -ire), (iii) the category of the base (N, A). Each lexeme is defined as a construction, i.e. a form-meaning pair (the form corresponding to a possible combination of variables and the meaning to a holistic sense). The possible semantic values are: (i) the change of state, (ii) the change of locative relation and (iii) the intensive/iterative value. For (i) and (ii) I propose a unified analysis in terms of a general semantic component expressing a change (formalized by the predicate BECOME), while the class of verbs expressing the value (iii) are not included in this generalization
La mia tesi propone un’analisi des verbi parasintetici dell’italiano nel quadro teorico della Construction Morphology. La definizione di parasintesi diffusa in letteratura corrisponde a ‘doppia affissazione simultanea su una base di derivazione’ ([préf+[X]N/A+suff]V, cf. ad esempio IMBARCARE). Questa particolarità è motivata dall’impossibilità di attestare la ‘tappa intermedia’ di derivazione tra la base e il verbo costruito (cf. BARCA, *IMBARCA, *BARCARE). Questa definizione è dovuta ad un’analisi morfemica, incrementale e concatenativa e presuppone che i processi derivazionali siano concepiti come regole orientate. Nell’analisi proposta, al contrario, sono definiti come parasintetici tutti i verbi costruiti tramite prefissazione. Questa definizione si basa esclusivamente sul parametro di appartenenza allo schema [pref[X]N/A]V (il suffisso è di tipo flessivo). Secondo la prospettiva adottata, la mancata attestazione di una forma è un parametro che risulta, oltre che insufficientemente affidabile da un punto di vista empirico, persino irrilevante dal punto di vista di una teoria basata sull’idea che i processi siano non orientati. Il corpus utilizzato contiene 1674 lessemi estratti automaticamente da ItWaC. Le variabili strutturali dei verbi in questione corrispondono (i) al prefisso selezionato (a-, in-, s-, de-, dis-), (ii) alla classe flessiva (-are, -ire), (iii) alla categoria della base (N, A). Ogni lessema, definito come costruzione, è l’associazione tra una forma (il risultato della combinazione delle variabili) e di un valore semantico olistico. I valori semantici identificati sono : (i) cambiamento di stato, (ii) cambiamento di relazione locativa e (iii) valore intensivo/iterativo. Per i primi due valori è stata proposta un’analisi unificata all’interno di un’unica componente semantica che esprime il cambiamento (formalizzata con il predicato BECOME), mentre la classe di verbi che esprimono il valore (iii) rimane esclusa da questa generalizzazione
SACCHINI, MIRKO. "Proto-coppie aspettuali nella Zadonscina: a proposito dei rapporti fra morfologia derivazionale ed aspettualità in russo antico." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3424039.
Повний текст джерелаLo scopo di questa tesi di dottorato è quello di recuperare le coppie aspettuali (proto-coppie) per i verbi affissati attestati nella Zadonščina - testo antico-russo composto fra la fine del XIV e gli inizi del XV sec. - e, più precisamente, nelle sue copie Kirillo-Belozerskij (KB) e Undol'skij (U). Considerando che la categoria dell'aspetto del russo antico differisce morfo-funzionalmente dal suo stato odierno, in questo lavoro abbiamo utilizzato il termine di proto-coppia, quello di proto-perfettivo e quello di proto-imperfettivo per sottolineare questa differenza. Dato ciò, una questione che deve essere risolta è se la forma e il contributo informativo di un affisso possa aiutarci a predire il tipo di proto-coppia che dobbiamo attribuire ai verbi della Zadonščina. In questa tesi, che è composta da un'Introduzione, quattro Capitoli, dalle Conclusioni e da due Appendici, abbiamo provato a fornire delle risposte a questa problematica. Nell’Introduzione sono spiegate le ragioni del perché della scelta delle copie KB ed U. La prima, KB, è la copia più antica e risale al sec. XV, nonché l'unica che presenta il testo nella cosiddetta “versione breve”. La copia U è invece una delle più recenti, in quanto redatta nel XVII sec., ed è la più completa fra quelle della “versione lunga”. Oltre a queste ragioni, bisogna considerare che indagare solo queste due copie ci permette (malgrado la brevità del testo) di confrontare i loro verbi affissati nei medesimi passi testuali. Questo ci consente sia di mostrare le caratteristiche morfo-funzionali dei loro affissi che di verificare il grado di sviluppo ottenuto dal sistema aspettuale del russo antico nel XV (KB) e, rispettivamente, nel XVII sec. (U). Le copie KB ed U qui analizzate sono presenti nell’edizione curata da R.P. Dmitrieva e pubblicate nel volume Slovo o polku Igoreve i pamjatniki Kulikovskogo cikla. K voprosu o vremeni napisanija “Slova” uscita nel 1966. Nel Capitolo I è affrontata la questione di come realizzare le proto-coppie per i verbi della Zadonščina. Innanzitutto la categoria dell'aspetto è distinta da quella degli Aktionsarten, dato che anche quest'ultima può causare mutamenti all'aspettualità della frase attraverso la derivazione verbale. Inoltre, per rispondere alle esigenze del russo, la categoria degli Aktionsarten è stata ulteriormente scissa nella nozione di classe azionale/azionalità/carattere del verbo ed in quella di sposob dejstvija. A causa dell'assenza di studi capaci di definire una proto-coppia a partire da una forma verbale antico-russa, è stato deciso di applicare l'approccio utilizzato (ma per il russo moderno) da E.V. Padučeva (in Semantičeskie issledovanija. Semantika i narrativa, uscito nel 1996). Secondo questo approccio il tipo di coppia aspettuale (perfektnaja, predel'naja, proleptičeskaja, trivial'naja para) è predicibile a partire dalla classe azionale del verbo perfettivo. Con ciò, è stato deciso di classificare i verbi antico-russi affissati (e le loro basi) della Zadonščina in classi azionali, definite dalla combinazione dei tratti semantico-azionali (ben noti sia negli studi sincronici che diacronici sull'aspetto del russo) di [terminatività/non-terminatività], [duratività/puntualità] e [stativo/non-stativo] e, sulla base di esse, associarli ad uno dei quattro tipi di proto-coppia equivalenti ai sopraccitati tipi di coppia del russo moderno. Fra le varie opposizioni aspettuali presentate, per la categoria dell'aspetto è stata scelta quella distintiva di [+/-raggiungimento del limite], poiché marca lo stretto legame fra l'aspetto e le classi verbali. Dopo questa fase introduttiva, nei Capitoli II e III, abbiamo ricercato per ogni affisso, testimoniato nel testo, un significato spaziale (per i prefissi) o un valore funzionale (per i suffissi) basilare, ovvero prototipico, valido cioè per tutti i suoi utilizzi e verbi derivati. Questo ci ha permesso, prima di iniziare l'analisi dei verbi affissati della Zadonščina, di osservare quali classi azionali derivate associare ad un verbo affissato, quando il suo prefisso, rispetto al significato basico, mostra un valore 'non-aspettuale' (o solo spaziale), 'spaziale-aspettuale', 'temporale-aspettuale' o 'solo aspettuale', o quando il suo suffisso, rispetto alla funzione basica, mostra un valore 'non-aspettuale' (o denominale), 'temporale-aspettuale' o 'solo aspettuale'. I valori temporali-aspettuali assegnati agli affissi (sia prefissi che suffissi) sono riconosciuti sempre come corrispondere a quelli riferiti dai verbi degli sposoby dejstvija classificati dalla Scuola linguistica di Mosca. Successivamente, considerando la classe azionale ed il valore del prefisso o del suffisso mostrati nel contesto dai verbi affissati della Zadonščina, abbiamo ricercato la proto-coppia da essi formata con verbi già presenti nel testo o con altri rintracciati nei dizionari di russo antico Slovar' Drevnerusskogo Jazyka XI-XIV vv. e Slovar' Russkogo Jazyka XI-XVII vv. Nel Capitolo IV con tabelle e grafici si mostra la quantità dei verbi con i prefissi di valore spaziale-aspettuale, temporale-aspettuale e solo aspettuale, così come quella con i suffissi -a-, -yva- e -nu- (e le loro varianti) con i valori temporali-aspettuali e solo aspettuali. Dopo questo, i verbi affissati sono messi in corrispondenza con il tipo di proto-coppia prodotto (se possibile). Infine le Appendici 1 e 2. Nella prima, i verbi affissati della Zadonščina sono descritti in un formato di articolo di vocabolario, in base al significato denotativo posseduto. Essi sono definiti per le proprietà sintattiche (classe azionale, tempi verbali e valore aspettuale), per il tipo di proto-coppia creata e per l'affisso scelto per realizzarla. Nella seconda, invece, è presentato il testo nella copia KB ed U, strutturato con capitoli e paragrafi in modo da reperire più facilmente le forme affissate da noi indagate. Abbiamo fornito anche una traduzione 'di servizio' del testo. Fra i risultati più interessanti di questo lavoro, l'osservare che un certo tipo di valore affissale non solo condiziona la scelta del tipo di proto-coppia, ma anche il tipo di mezzo derivazionale (soprattutto, la prefissazione e la suffissazione) utilizzato per formarla. Spicca dall'analisi dei dati la presenza nella copia KB, più arcaica, di sei verbi derivati proto-perfettivi con prefisso v(ъ)z- (cinque) e po- (uno) di valore temporale-aspettuale di tipo ingressivo-incoativo ma usati in contesti di presente storico. Nella copia U, più tarda, essi appaiono invece come deprefissati, proto-imperfettivi, e utilizzati all'imperfetto o al presente storico. Nella copia U, solo in uno di questi casi troviamo un verbo proto-perfettivo che ha conservato il prefisso di valore incoativo, ma esso appare al perfetto.
Cozzolino, Martina <1996>. "Consolidamento della competenza linguistica in una bimba sorda con protesi acustiche Una proposta di insegnamento esplicito della morfologia nominale e verbale della lingua italiana." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19700.
Повний текст джерелаPecciarini, Maria. "I verbi russi prefissati con пере- e i loro corrispondenti in italiano: analisi contrastiva delle accezioni iterativa, distributiva, reciproca e intensiva del prefisso". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/17169/.
Повний текст джерелаSantos, Sônia Moreira Coutinho dos. "A variação no uso do modo subjuntivo no português afro-brasileiro." Programa de Pós-Graduação em Letras e Linguística da UFBA, 2005. http://www.repositorio.ufba.br/ri/handle/ri/11600.
Повний текст джерелаApproved for entry into archive by Alda Lima da Silva(sivalda@ufba.br) on 2013-06-04T17:00:28Z (GMT) No. of bitstreams: 1 Sônia Moreira Coutinho dos Santos.pdf: 884833 bytes, checksum: df4a7139b386eb7d0432a492ca9d09b1 (MD5)
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Apresenta-se nesta dissertação uma descrição da variação no uso das formas do subjuntivo e indicativo em comunidades rurais de descendentes afro-brasileiros. Para isso, tomou-se como base para análise amostras de fala do Corpus base do português afro-brasileiro, do Projeto Vertentes da UFBA. Essa análise partiu do princípio de que a variação presente no português popular do Brasil (PPB), é resultante do intensivo contato entre línguas, sobretudo com as africanas, quando do seu processo de formação. As conseqüências desse processo se manifestam de maneira diferenciada, atingindo mais diretamente os dialetos rurais, principalmente de comunidades de afro-descendentes que se mantiveram isoladas. Esta pesquisa tem como base teórica a Teoria da Variação Lingüística Laboviana, a qual considera a variação um fenômeno inerente à língua. Com base nessa teoria, a variação no uso do modo subjuntivo será analisada considerando-se quais os fatores sociais e lingüísticos que influenciam neste processo. Utilizou-se também dos pressupostos teóricos desenvolvidos no âmbito da crioulística para uma melhor explicitação do fenômeno analisado. Comprovou-se que a variação verificada por esta pesquisa, no uso das formas do subjuntivo, no referido dialeto tem motivações mais lingüísticas do que sociais, e configura-se como um processo de variação estável.
Salvador
Okoudowa, Bruno. "Morfologia verbal do Lembaama." Universidade de São Paulo, 2010. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8139/tde-10112010-153708/.
Повний текст джерелаThis work proposes an analysis of the verbal morphology of Lembaama (B62) according to Guthrie (1971). Officially called Obamba in Gabon, Lembaama is a Bantu language of the forest, from the Benue-Congo group and Niger-Congo phylum. As far as we know, this language has yet to receive a detailed study. It should be noted that Lembaama shows some interesting features. Indeed, the verbal morphology analysis shows that a single inflected verb contains the following elements: subject, subject marker, negative1, Tense marker, root, extension, Final Vowel or Aspect marker, negative2 occurring in a fix order in a sentence. The object marker comes after the root. Negation consists of a discontinuous morpheme: kaní. Ka- is placed before the root (by the left) and -ní occurs after the root (by the right) being the last element of this structure. The verbal derivation study reveals the following structure of Lembaama extensions: -C-, -CV-, -VC- and -CVC-.The habitual marker -ag- being the commonest extension. This study also highlights the existence of a correlation between the grammatical value and the semantic value of extensions. Hence, human and animate beings are evoked in clauses with higher transitivity than things. Therefore, transitivity is fundamental in Lembaama, as it can distinguish actions from states, for example. Tense, Aspect and Mood study defines three Tenses. First, there is a present that, because it is used without tense marker, can be merged with near future or with progressive. Then, we note two future tenses: a near future (F1) occurring without mark and a distant future (F2) marked by the auxiliary verb odze go. Finally, we count three past tenses: a recent (P1) marked by mí- with a high tone; a distant (P2) marked by máá- with a high tone too, and a remote past (P3) marked by kí be, an auxiliary verb with high tone and mí-, the recent past marker, both coming before the root (by the left). Thus, Tense marker morphemes are always placed before the root (by the left) and Aspect markers occur after the root (by the right). This analysis highlighted two Aspects: a perfective marked by the Final Vowel -í; an imperfective without a specific mark. Tense and Aspect analysis allows to conclude that Aspect is more fundamental than Tense in this language. Concerning Mood, the analysis revealed three: imperative, conditional and indicative.
Gonçalves, Cláudio Corrêa e. Castro. "Imperfectividade e morfologia verbal." Florianópolis, SC, 2007. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/90791.
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O objetivo desta dissertação é contribuir para a compreensão teórica de alguns fenômenos relacionados à expressão de temporalidade (Tempo e Aspecto) nas línguas naturais. No geral, defende-se uma abordagem para esses fenômenos onde a informação semântica é subespecificada e princípios pragmáticos desempenham um papel na atribuição de propriedades temporais de proferimentos, especialmente com respeito à distinção entre perfectividade e imperfectividade. Um dos pontos de partida é a presunção de que há importantes semelhanças entre as estruturas lingüísticas que expressam valores tempoaspectuais nas línguas européias. Essas semelhanças são tomadas como pistas cruciais sobre um núcleo semântico comum subjacente a essas formas. Defendese que um dos principais obstáculos para se chagar a um tratamento comum que sirva às línguas européias em geral é a compreensão da noção de imperfectividade e sua oposição com a noção de perfectividade. Devido, em parte, à sua herança lógica, a semântica formal se concentrou em dar conta de valores perfectivos como valores default. Para dar conta de valores imperfectivos a partir desses defaults postula-se, quando necessário, entidades e/ou passos derivacionais adicionais. A abordagem defendida nesta tese segue o caminho contrário: parte-se de valores imperfectivos e deriva-se os demais valores da interação entre semântica e pragmática. A Introdução traz alguns argumentos gerais que falam a favor da subespecificação e fixa as principais presunções teóricas sob as quais se trabalha. O capítulo dois propõe que verbos com morfologia de presente carregam informação semântica não-reportiva. Ou seja, ao invés de identificar tempo de proferimento e tempo em que se assevera ter ocorrido o evento, as formas do presente colocam o tempo de proferimento como sub-intervalo do tempo de ocorrência do evento. Isso traz algumas conseqüências com respeito ao que conta como evidência para se asseverar que um evento ocorreu, que também são exploradas nesse capítulo. As leituras imperfectivas do presente simples e de perífrases da forma estar + verbo no gerúndio são obtidas com auxílio das Máximas de Grice. Os capítulos três e quatro propõem uma semântica para a oposição perfectividade vs. imperfectividade para as formas do pretérito de verbos eventivos e estativos, respectivamente. Os dados empíricos são principalmente do português brasileiro, mas defende-se que a análise pode ser estendida para outras línguas românicas que tenham a oposição semelhante entre pretérito perfeito e imperfeito. A idéia geral desses capítulos é que as formas do pretérito não codificam unicamente as noções de perfectividade e imperfectividade. Especificamente, discute-se evidência empírica que sugere que o pretérito perfeito licencie inferências sobre a ocorrência do evento semelhantes àquelas licenciadas pelo pretérito imperfeito. O capítulo 5 encerra a tese com uma discussão da chamada Abordagem do Resultado Eventual à semântica de perífrases progressivas (estar + verbo no gerúndio). Apresenta-se uma alternativa a essa abordagem onde o valor progressivo é um resultado da interação da semântica subespecificada com fatores contextuais e também uma versão do tratamento dos problemas intensionais do progressivo (paradoxo do imperfectivo). The aim of this dissertation is to further the understanding of certain issues of temporality (tense-aspect) in natural language. In general, I argue for a theoretical framework where semantic information is underspecified and pragmatic principles play a role in yielding the temporal properties of utterances, especially with respect to the distinction between perfectivity and imperfectivity. An important point of departure is the assumption that there are important structural similarities between the tense-aspect forms of European languages. Such similarities are taken as important clues about a common semantic core that underlies those verb forms. I argue that one of the main obstacles for providing a uniform cross-linguistic treatment of verbal phenomena is understanding imperfectivity and its opposition to perfectivity. Due to its logical heritage, formal semantics has focused on perfective values and posited extra mechanisms and entities to account for imperfective values as the need arises in each language. The underspecification strategy advocated here, focus on cross-linguistically common phenomena and derives further values from the interaction between semantics and pragmatics. The Introduction brings some general theoretic arguments for the approach and lays issues and assumptions. Chapter Two proposes that verbs with present tense morphology, including \textit{be V-ing} periphrases, have non-reportive semantic information. Hence, instead of identifying the time of utterance with the time the eventuality is claimed to hold in, it proposes that the time of utterance is included in the time the eventuality is claimed to hold in. Some consequences with respect to what counts as evidence to claim that an eventuality holds are drawn from the proposed view of present simples. The intuitive imperfective readings of present simple and \textit{be V-ing} are yielded by Gricean Maxims. Chapters Three and Four propose a semantics for the imperfectivity vs. perfectivity opposition for past tenses of non-state and state verbs respectively. The empirical data is drawn from the perfective and imperfective past tenses of Brazilian Portuguese, but is argued to hold for further Romance languages. It is argued that, despite their names, those tenses do not uniquely encode perfectivity and imperfectivity. Specifically, it discusses empirical evidence that shows that the perfective past tense allows similar inferences to the imperfective past tenses. Chapter 5 closes with a discussion of the Eventual Outcome Approach to the semantics of progressive and shows that the view that imperfectivity is pragmatically determined can deal with the problems deriving from it.
Carneiro, Marisa Mendonca. "Morfologia de flexão verbal no inglês como L2: Uma abordagem a partir da morfologia distribuída." Universidade Federal de Minas Gerais, 2008. http://hdl.handle.net/1843/AIRR-7DGNSS.
Повний текст джерелаO presente trabalho insere-se no campo da pesquisa em aquisição de línguas estrangeiras e investiga as implicações da variabilidade no uso de morfologia flexional verbal do inglês por aprendizes falantes de português brasileiro, em contexto instrucional. O principal objetivo deste trabalho foi explicar a variabilidade na realização de morfologia verbal do verbo to be e verbos lexicais na produção oral de aprendizes em dois níveis distintos de proficiência, tendo como ponto de partida a Hipótese da Ausência de Flexão de Superfície. O suporte teórico teve por base estudos sobre a variabilidade que confirmam a Hipótese da Ausência da Flexão de Superfície, bem como estudos que a refutam, além da teoria sintática de base gerativa sobre concordância e marcação de tempo e a teoria de Morfologia Distribuída. A Hipótese da Ausência de Flexão de Superfície e os estudos que a seguem mostram que não haveria problemas com os processos sintáticos de marcação de tempo e concordância nas gramáticas interlinguais, sendo a variabilidade no uso de morfologia flexional o resultado de um problema de mapeamento da representação abstrata para a forma de superfície. Esta hipótese, que se baseia nos pressupostos teóricos da Morfologia Distribuída, sugere que haveria traços subespecificados na representação interlingual do aprendiz, explicando a ocorrência de formas não-finitas em contextos finitos e não-finitos. A hipótese inicial é a de que a Hipótese da Ausência de Flexão de Superfície seria capaz de explicar a variabilidade presente na produção de morfologia verbal da língua inglesa dos aprendizes e de que haveria efeito da língua materna em estágios iniciais. Amostras de interações espontâneas e eliciadas foram coletadas, um teste foi aplicado e os dados passaram por uma análise estatística. A análise dos dados e dos resultados revelou que possivelmente há um efeito de transferência da língua materna dos aprendizes. Além disso, a Hipótese da Ausência da Flexão de Superfície não foi capaz de explicar a totalidade dos fenômenos observados.
Vernet, Pons Mariona. "Segona conjugació verbal llatina: estudi etimològic i comparatiu sobre l'origen protoindoeuropeu de la formació dels seus temes verbals, La." Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2007. http://hdl.handle.net/10803/1720.
Повний текст джерелаmorfològic sobre l'origen protoindoeuropeu (pie.) dels verbs de la segona conjugació
llatina. S'emmarca per tant dins de la Lingüística Indoeuropea ("Indogermanische
Sprachwissenschaft", "Indo-european Linguistics", etc.) i la Filologia Llatina. Una
aportació d'aquestes característiques, que englobés els diferents tipus de formacions que
confluïren en aquesta conjugació verbal i que analitzés la totalitat de les seves formes
des d'un punt de vista diacrònic i comparatiu, no havia estat encara duta a terme.
Aquesta tesi s'estructura a l'entorn de tres parts principals. La primera (capítols I-III), de
caire més general, proporciona una visió global del funcionament del sistema verbal pie.
i del sistema verbal llatí, d'acord amb les tendències més actuals utilitzades en
Lingüística Indoeuropea (Rix, Jasanoff, Meiser, Meier-Brügger etc.). Aquesta primera
part mostra també la classificació tradicional en què es divideixen els verbs de la segona
conjugació llatina, és a dir, verbs provinents de temes radicals atemàtics, verbs estatius
(essius) i verbs causatius-iteratius, i té per objectiu familiaritzar el lector amb la
temàtica i la terminologia que emprarem a la segona part, el nucli central d'aquesta tesi.
La segona part (capítol IV) és la més important i llarga d'aquesta tesi, i consisteix en un
diccionari etimològic i formal de cadascun dels verbs de la segona conjugació llatina.
Les entrades d'aquest diccionari han estat extretes a partir del "Thesaurus Linguae
Latinae" i de l' "Oxford Latin Dictionary", especialment per suplir algunes entrades que
encara manquen al "Thesaurus". Aquesta recopilació pretén ser exhaustiva i s'han tingut
present tots els verbs de la segona conjugació, inclosos els compostos, els verbs
dubtosos, els hapax legomena i fins i tot aquelles paraules que provenen d'un verb de
segona conjugació no testimoniat (tipus frequens -ntis, in-ciens -ntis, etc.). Cada lema
s'estructura a l'entorn de dos apartats, un de caire filològic i l'altre de tipus etimològic.
En l'estudi filològic apareixen els diferents significats i valors del verb, així com també
els seus derivats i compostos, i la data en què apareixen testimoniats, ja que, en alguns
casos, aquestes aportacions han estat decisives per l'anàlisi etimològica. A continuació
es mostren, amb exemples, l'època d'aparició del verb en qüestió i informacions de
tipus morfològic o sintàctic. En aquest punt es tenen especialment en compte també el
tema de perfet i el tema de supí. El segon apartat és l'estudi etimològic del verb. En
cada cas es fa un estudi comparatiu amb els testimonis de les altres llengües
indoeuropees i s'hi debaten les qüestions problemàtiques. A partir dels raonaments
seguits, es proposa l'origen del tema verbal pie. del verb llatí i es reconstrueix l'arrel
verbal pie. del qual prové (sempre i quant el verb llatí tingui origen pie. i no sigui de
caire recent). Per dur a terme aquest objectiu s'han tingut present els diccionaris
etimològics d'indoeuropeu (Rix, Pokorny) i de les llengües indoeuropees (Ernout-
Meillet, Chantraine, Frisk, Mayrhofer, Walde-Hoffmann), així com la literatura
especialitzada més recent, però sempre s'ha intentat aportar un punt de vista propi i
innovador sobre la qüestió. La utilitat d'aquesta segona part és doble. D'una banda pot
servir de diccionari etimològic dels verbs de la segona conjugació llatina, i de l'altra,
prepara el terreny de cara a les conclusions.
El darrer capítol (V) és el destinat a les conclusions, que es basen a partir dels resultats
obtinguts a l'estudi etimològic. S'hi mostra una classificació precisa i diacrònica dels
diferents tipus de formacions verbals que conformen la segona conjugació llatina i, de
l'altra, s'hi comenten les peculiaritats que no encaixen dins de la divisió tradicional.
The main purpose of this PhD-Thesis is to develop an etymological and morphological
study of the Indo-European (ie.) origins of the Latin second conjugation verbs. Thus,
our object of study belongs to Indoeuropean Linguistics and Latin Philology. A
contribution that includes the different formations that emerged in this verbal
conjugation and that analyses all these verbs in a diachronic and comparative
perspective had not been yet investigated.
This study is divided into three parts. The first one (chapt. I-III) is conceived as an
introduction and provides an overview of the ie. and Latin verbal system, according to
the trends most recently used in Indo-European Linguistics. This fist part offers also the
traditional classification into which the verbs of the second conjugation are divided
(athematic verbs, stative verbs and causative-iterative verbs).
The second part (chapt. IV) is the core of this PhD-Thesis. It consists in an etymological
dictionary of the Latin second conjugation verbs. The compilation has been elaborated
from the Thesaurus Linguae Latinae and aims at being exhaustive by taking into
account also the compound verbs, the doubtful verbs, the hapax legomena, etc. Each
entry is divided into two parts, a philological one and an etymological one. The first one
contains different types of information such as derivatives, compounds, epoch in which
the verb is atested, Latin examples and authors, etc. The resultats of this part are
important for the second part, the etymological study, which consists in a comparative
study of the Latin verbs and the other related ie. forms and in the deliberation of
possible problematic questions. The aim of the second part is to propose the origin of
the ie. verbal stem of the Latin verb and to reconstruct its ie. verbal root. To achieve
such an objective, it has been taken into account the etymological dictionaries of ie.
(Rix, Pokorny), those of the ie. languages (Walde-Hoffmann, Ernout-Meillet,
Chantraine, Frisk, Mayrhofer), and also the specialized bibliography, but I have always
tried to make an innovative and personal contribution.
The last part (chapt. V) contains the conclusions, which present a precise diachronic
classification of the verbs of the second Latin conjugation and those peculiarities that
differ from the traditional classification.
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