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Дисертації з теми "Modello di punti"

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1

D'Izzia, Salvatore. "stabilita' delle soluzioni di equazioni differenziali e dinamica delle popolazioni." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Анотація:
Il contenuto della tesi consiste in definizioni di stabilità nel senso di Lyapunov, classificazione dei punti di equilibrio per sistemi differenziali lineari nel piano, criteri per determinare la stabilità dei punti di equilibrio per sistemi differenziali non necessariamente lineari ed infine si passa all'aspetto applicativo dei risultati esposti.
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2

Cozzolino, Emilia. "Modelli Matematici per l’Epidemiologia." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/22182/.

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Анотація:
L'elaborato di tesi si occupa di due modelli deterministici essenziali per l'Epidemiologia. Dopo aver introdotto alcuni preliminari di teoria delle equazioni differenziali, si studia il modello SIR nelle varianti epidemica ed endemica: la formulazione delle equazioni, i punti di equilibrio e l'andamento della soluzione. Un approccio analogo è rivolto al modello SEIR di tipo endemico. Infine, si propone un modello deterministico per la pandemia da SARS-CoV-2: se ne descrivono le equazioni e si accenna all'andamento della soluzione numerica.
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3

Lusuardi, Alice. "Modelli matematici per lo studio di popolazioni interagenti in un ecosistema." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13547/.

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Анотація:
La tesi tratta di alcuni modelli matematici che descrivono l’andamento di una popolazione e l’interazione tra due specie in un ecosistema. Dopo una prima esposizione di alcuni concetti teorici necessari alla comprensione degli argomenti trattati, un primo modello presentato è quello di Malthus. Esso descrive la crescita esponenziale o la decrescita esponenziale di una popolazione. In seguito si è studiato un perfezionamento del modello precedente, il modello logistico, che tiene conto delle risorse ambientali e secondo il quale una popolazione, ad un certo punto, raggiunge una situazione di equilibrio. Infine è stato descritto il modello preda-predatore sulla base delle equazioni di Lotka-Volterra, che spiega l’andamento di due specie interagenti tra loro in un ecosistema. Attraverso questo modello si è arrivati alla conclusione che, ad un picco della numerosità delle prede, segue un picco della numerosità dei predatori.
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4

Tiraferri, Matteo. "Georeferenziazione e rilievo tridimensionale di beni culturali in sotterraneo: gli Ipogei di Santarcangelo di Romagna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Анотація:
All’interno del patrimonio nazionale dei Beni Culturali, si inserisce la categoria delle strutture ipogee, numerosissime nel territorio italiano: ne sono un esempio i percorsi ipogei presenti a Santarcangelo di Romagna, oggetto della presente tesi. Le moderne tecniche geomatiche di rilievo tridimensionale, specialmente se integrate tra loro, offrono valide e molteplici soluzioni per la documentazione dello stato di fatto di tali ambienti sotterranei. La sperimentazione condotta nell’ambito della presente tesi di laurea ha previsto l’esecuzione di una rete topografica di precisione e l’impiego della tecnica laser a scansione terrestre, per il rilievo 3D e la georeferenziazione di una porzione del complesso ipogeo della città di Santarcangelo di Romagna. I dati di rilievo acquisiti (misure topografiche e modello 3D a nuvola di punti) e gli elaborati grafici a valenza metrica ottenuti sono funzionali ad eventuali attività di monitoraggio e restauro delle cavità ipogee. Nella conclusione della tesi vengono prospettate possibili soluzioni per estendere in futuro l’implementazione del rilievo all’intero complesso ipogeo, adottando le più moderne tecnologie di mobile mapping.
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5

Fantini, Mattia. "Scan2BIM: processi e metodologie per il rilievo digitale e la restituzione parametrica e semantica della Rocca di Reggiolo in modello BIM." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13574/.

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Анотація:
Questo lavoro di tesi propone lo studio, tramite i metodi della modellazione digitale e del rilievo, della Rocca medievale di Reggiolo, in provincia di Reggio Emilia. Dopo un’analisi dettagliata dello stato dell’arte, con lo studio dei testi di riferimento per le discipline coinvolte nel lavoro (rilievo fotogrammetrico e mediante laser scanning terrestre, modellazione parametrica BIM e rappresentazione digitale di beni artistici e monumentali), si è svolto il rilievo digitale ad alta risoluzione. L’acquisizione informativa geometrica dello stato attuale del monumento è stata realizzata tramite strumenti attivi e passivi, oltre che mediante consultazione di elaborati grafici tradizionali. La parte più corposa riguarda l’elaborazione successiva delle informazioni, raccolte in modelli progettati per ospitare contenuti, non sola geometrici ma anche materici. Le nuvole di punti raccolte e registrate con il rilievo sono state rielaborate parametricamente per giungere alla produzione di astrazioni architettoniche digitali dalle proprietà semantiche (BIM-fitting), aggregate secondo regole specifiche per valutare come proporzione e grammatica siano state interpretate nella realizzazione dell’opera. Anche le difformità con i disegni originali sono state considerate nel raggiungimento dell’obiettivo finale: la costruzione di un modello conoscitivo regolato da parametri e integrato da informazioni pertinenti lo stato di conservazione del monumento. Il modello finale, ma prima ancora il processo metodologico seguito per generarlo, possono garantire una documentazione completa e analitica delle condizioni nelle quali si trova l’edificio storico, anche in funzione di future operazioni di restauro, recupero, manutenzione o salvaguardia. Il lavoro di tesi, si inserisce nell’ambito della ricerca applicativa che riguarda l’adozione di criteri di Building Information Modeling e restituzione digitale degli edifici, storico-monumentali, indagandone potenzialità e limiti attuali.
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6

Emiliani, Elisabetta. "Rilievi digitali e modelli 3D per la documentazione, l'analisi e il progetto di Palazzo Besta de' Gatti a Chiuro (So). Applicazioni ed esempi per il riuso come struttura ricettiva." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19126/.

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Анотація:
La tesi si basa sul rilievo digitale di Casa Besta De’ Gatti di Chiuro (SO) e sperimenta, mettendole a punto, alcune fra le possibili applicazioni del rilievo stesso e dei modelli tridimensionali che a partire da esso si costruiscono. Il rilievo è stato eseguito tramite laser scanner integrato da applicazioni di fotogrammetria digitale, procedura che consente di ottenere risultati più precisi e veloci rispetto alle tecniche tradizionali. Casa Besta De’ Gatti sorge su una dimora fortificata di origine medievale, con successive fondamentali modifiche fra i secoli XV e XVIII e numerosi rimaneggiamenti successivi per adeguare l’edificio alle esigenze delle diverse famiglie che lo abitarono. L’edificio così come lo vediamo oggi è solo una parte di un nucleo più vasto e complesso, che nel corso dei secoli è stato trasformato e diviso in varie proprietà. Il lavoro di rilievo ha consentito di ottenere il modello 3D dell’intero edificio, comprensivo degli spazi interni ed esterni, da cui sono stati ricavati gli elaborati 2D dello stato di fatto. In seguito, a partire dal materiale bidimensionale e tridimensionale, si è proceduto ad elaborare una proposta di riuso dell’edificio attraverso una restituzione 3D, includendo attività e funzioni che il comune di Chiuro ha interesse ad incentivare. A questo scopo è stato valutato il riuso dell’edificio come struttura ricettiva comprensiva di zona ristorazione e un’area benessere. L’obiettivo principale della proposta è quello di utilizzare il modello digitale ottenuto dal rilievo come base per la produzione di schemi tridimensionali distributivi delle varie attività e di viste realistiche. Per fare ciò gli elementi tridimensionali originali del palazzo ottenuti sono stati integrati con nuovi modelli elaborati mediante software di modellazione 3D, in una commistione tra caratteri originali e caratteri di nuova concezione.
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7

Hochstetter, Sarah. "Rilievi digitali e modelli 3D per la documentazione, l'analisi e il progetto di Palazzo Besta de' Gatti a Chiuro (So). Applicazioni ed esempi per il riuso come cantina vinicola." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19125/.

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Анотація:
Il rilievo ha come fine ultimo quello di riprodurre l’oggetto studiato attraverso la rappresentazione grafica e costituisce la base per sviluppi, analisi e studi successivi. La rappresentazione, infatti, è il veicolo di comunicazione per eccellenza. Il modello digitale, frutto dell’operazione di rilievo, ha la funzione di presentare in forma solida tridimensionale quelle caratteristiche che nella loro rappresentazione bidimensionale non sempre risultano di chiara interpretazione da parte dei fruitori generici. In questo contesto si inserisce il rilievo tramite la tecnologia laser scanner del Palazzo Besta De’ Gatti a Chiuro (So). Attraverso la campagna di rilevamento e le successive fasi di elaborazione del materiale estrapolato, sono state ottenute delle restituzioni bi- e tridimensionali dell’edificio, che hanno permesso di leggere ed interpretare il palazzo, la sua composizione generale e i suoi singoli elementi costitutivi. Grazie alla possibilità di esplorare in maniera diretta in tempo reale il modello tridimensionale, risulta infatti molto più semplice l’analisi delle componenti del manufatto e della sua distribuzione spaziale e temporale. In una fase successiva, si è deciso di utilizzare il modello digitale per un’analisi funzionale in ambito progettuale, nonché per la produzione di schemi tridimensionali e viste renderizzate, con l’obiettivo di evidenziare la sua utilità all'interno di una proposta di riuso, includendo attività e funzioni che il comune di Chiuro ha interesse ad incentivare. La proposta prevede l’inserimento di una cantina vinicola, che si propone di far conoscere le tecniche di produzione e lavorazione del prodotto tipico per eccellenza della zona. Essa affida al modello tridimensionale e agli elaborati bidimensionali il compito di comunicare visivamente la sua distribuzione spaziale e l’impatto che avrebbe sul palazzo, in un incontro tra la preesistenza e il nuovo.
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8

Todeschi, Tiziano. "Analisi dei modelli di reazione diffusione." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16865/.

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Анотація:
L’obiettivo di questa tesi è dare una presentazione di come diversi fenomeni presenti nelle scienze naturali (fisica, chimica, biologia ecc...) possano essere modellizzati dai modelli matematici che si basano sull'equazione di reazione-diffusione. Tale equazione verrà studiata nei diversi casi in cui si presenterà sotto forma di problema di Cauchy, al variare del dominio (su tutto R o su aperti limitati) e al variare delle condizioni al contorno (Dirichlet o Neumann), mostrando nei casi più semplici una soluzione esplicita al problema, e nei casi più complessi un metodo punto fisso per dimostrare l’esistenza di una soluzione. Gli strumenti matematici che utilizzeremo sono quelli propri dell’analisi funzionale e la teoria delle equazioni alle derivate parziali.
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9

Zanetti, Stefano. "Downscaling della pioggia di punto attraverso modelli stocastici di precipitazione: Sviluppi teorici ed applicazioni." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426473.

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Анотація:
The identification of general relationships linking statistical properties of rainfall aggregated at different temporal and spatial scales possesses clear theoretical and practical relevance. A wide and recent literature has developed around downscaling techniques. These methods allow to estimate high resolution temporal series or precipitation fields on the basis of coarse resolution output obtained by numerical models. Nevertheless these methodologies concentrate on spatial downscaling, while relatively few attention is put on temporal downscaling of rainfall series, particularly hourly precipitation, that are of principal interest in the hydrological studies. Among other properties it is important to characterize the scale dependence of rainfall variability, which may, for many purposes, be summarized by its variance. Previous theoretical results are revised to characterize the connection of the temporal variance of rainfall to the scale of observation under the assumption of second-order stationarity. Here we present a new method for downscaling rainfall in time using theoretically-based estimates of rainfall variability at the hourly scales from daily statistics. In particular, we review non-scaling scale relations which imply a non-power-law form of the second order moment. The method is validated on a wide data set representative of different rainfall regimes and produces unbiased estimates of rainfall variance at the hourly scale when a power-law-tailed autocorrelation is used for the rainfall process. We then demonstrate how the downscaling method together with a Bartlett-Lewis rainfall stochastic model may be used to generate hourly rainfall sequences which reproduce the observed small-scale variability uniquely from daily statistics. Finally, we compare the results obtained by the application of our new downscaling method and by a commonly used approach, which assumes a power-law structure of the statistical moments. We show that non-scaling procedures outperform those based on power-law expressions of the statistical moments in the estimation of rainfall variability at the hourly scale on the basis of daily observations. Another important section presented in this work concerns long historical precipitation series. Daily rainfall observations in Padova (Italy) arguably constitute one of the longest observed rainfall time series in the world. Observations started in 1725 and were regularly annotated by the scientists who headed the Astronomic Observatory of Padova over more than two centuries. A patient work of data recovery from the original registries allowed the reconstruction of the entire precipitation time series, characterized by a very limited amount of missing data. Here we present some preliminary statistical analysis aimed at identifying the possible presence of trends, periodicities and characteristic scales, with particular attention to extreme events. The results indeed show the presence of trends in yearly amounts, average intensities, and extreme values. Cyclicities are also detected reflecting large-scale forcings as expressed by global atmospheric index (NAO, etc.), with implications for the documentation of past climatic change. The last section of this work focuses on the application of tools developed for the integration of spatial and temporal stochastic rainfall models with geomorphic models of the hydrologic response. Answering the need of reliable tools for water resources management and flood mitigation we develop and apply an approach to generate space-time rainfall fields reproducing the relevant characters of observed rainfall events, with specific applications to two catchments located in Northern Italy. The stochastic rainfall model relies on the Bartlett-Lewis formulation for the reproduction of the temporal variability of rainfall whereas it adopts a convective cells formulation (based on Cox and Isham, 1987) to describe the spatial variability and the correlation structure of rainfall fields. We show that the generated rainfall fields are respectful of the statistical characters of the observed rainfall both in space and time and allow for the reproduction of extreme events which are coherent with observed ones for the relatively low return periods accessible through existing time series.
L’identificazione di relazioni di carattere generale che leghino le proprietà statistiche della precipitazione aggregata a diverse scale, sia nel tempo che nello spazio, possiede una indiscutibile rilevanza sia dal punto di vista teorico, sia per quanto riguarda le applicazioni. Un’ampia e relativamente recente letteratura si è sviluppata in riferimento alle tecniche di downscaling. Questi metodi consentono di stimare serie temporali ad alta risoluzione o campi di precipitazione nello spazio sulla base degli output a risoluzione più grossolana ottenuti dai modelli numerici di previsione climatica o meteorologica. Tuttavia queste metodologie si concentrano prevalentemente sul downscaling spaziale, mentre relativamente poca attenzione è stata riservata al downscaling temporale delle sequenze di pioggia, in particolare la precipitazione oraria, che rivestono primaria importanza negli studi di tipo idrologico e ambientale. Tra le altre proprietà risulta importante caratterizzare la dipendenza di scala della variabilità della precipitazione, che può, per diversi motivi, essere rappresentata mediante la sua varianza. Studi teorici precedenti [Marani, 2003] e [Marani, 2005], sono stati analizzati e rivisti in modo da caratterizzare la connessione tra la varianza temporale della precipitazione e la scala di osservazione sotto l’ipotesi di stazionarietà del secondo ordine. Nella prima parte di questo lavoro viene presentato un nuovo metodo per il downscaling della varianza nel tempo, il quale utilizza stime teoricamente basate della varianza alla scala oraria sulla base di statistiche giornaliere. In particolare vengono prese in considerazione relazioni analitiche che non prevedono comportamento di scala e che implicano una forma diversa da quella di una legge di potenza per i momenti del secondo ordine al variare dell’aggregazione. Il metodo è stato validato su un ampio campione di dati rappresentativi di diversi regimi di precipitazione e produce stime della varianza oraria della pioggia non affette da errore sistematico, in particolare nel caso in cui si consideri una autocorrelazione con coda di legge di potenza per il processo di pioggia. E’ stato quindi dimostrato come il metodo di downscaling accoppiato con un modello stocastico della precipitazione del tipo Bartlett-Lewis possa essere usato per la generazione di lunghe sequenze di precipitazioni orarie che riproducano la variabilità osservata alle piccole scale di aggregazione sulla base unicamente di statistiche giornaliere. Infine, i risultati ottenuti dall’applicazione del nuovo metodo di downscaling proposto sono stati confrontati con quelli ricavati da un approccio comunemente utilizzato, che assume una struttura di legge di potenza dei momenti statistici al variare della scala di aggregazione. Si dimostra come procedure che non assumano comportamento di scala forniscano performance migliori rispetto a quelle basate su espressioni del tipo legge di potenza per i momenti nella stima della variabilità della precipitazione alla scala oraria sulla base di osservazioni giornaliere. Una sezione importante presentata in questo lavoro riguarda lo studio di lunghe sequenze di precipitazioni storiche registrate. Le osservazione della pioggia giornaliera a Padova costituiscono indiscutibilmente una delle serie storiche di precipitazione osservata più lunghe al mondo. Le osservazioni, iniziate a partire dal 1725, sono state regolarmente annotate dagli studiosi dell’Osservatorio Astronomico di Padova per più di due secoli. Un paziente lavoro di raccolta dati dai manoscritti originali ha permesso la ricostruzione dell’intera serie temporale di precipitazione, caratterizzata da pochissime e limitate interruzioni. Vengono qui presentate alcune analisi statistiche preliminari, prodotte con lo scopo di identificare la possibile presenza di trend, periodicità e scale carat teristiche, con particolare attenzione agli eventi estremi. I risultati mostrano effettivamente l’esistenza di trend nelle cumulate annuali, nelle intensità medie, e nei valori estremi. Sono state inoltre rilevate delle ciclicità, che possono riflettere l’influenza di forzanti su larga scala, come espresso dagli indici atmosferici globali (NAO, etc.), con importanti implicazioni per la documentazione di cambiamenti climatici nel passato. L’ultima sezione di questo lavoro si focalizza sull’applicazione di strumenti sviluppati per l’integrazione di modelli stocastici di precipitazione spaziotemporali con modelli geomorfologici della risposta idrologica. In risposta alla necessità di strumenti utili per la gestione delle risorse idriche e per la mitigazione delle piene, è stato sviluppato e applicato un nuovo approccio per la generazione di campi di precipitazione nello spazio e nel tempo in grado di riprodurre i caratteri principali degli eventi di pioggia osservati, con specifiche applicazioni a due bacini localizzati nel Nord Italia. Il modello stocastico proposto si basa su una formulazione di Bartlett-Lewis per la riproduzione della variabilità temporale della precipitazione, mentre adotta una formulazione a celle convettive [Cox et al., 1988] per descrivere la variabilità spaziale e la struttura di correlazione dei campi di pioggia. Si mostra come i campi generati rispettino i caratteri statistici delle piogge sperimentali sia nello spazio che nel tempo e permettano la riproduzione di eventi estremi coerenti con quelli misurati relativamente ai tempi di ritorno riproducibili sulla base delle serie storiche esistenti.
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Pennellini, Sara. "Messa a punto e verifica di modelli di danno da alluvione per la pianura emiliano-romagnola." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Анотація:
Il costante aumento del rischio idraulico nei territori di pianura del nostro Paese porta alla necessità di individuare metodologie accurate di valutazione del danno atteso, al fine di salvaguardare maggiormente il territorio. Il presente lavoro di Tesi s’inserisce nell'ambito di studio della valutazione del rischio idraulico, nei territori di pianura dei corsi d’acqua della Regione Emilia-Romagna. Si è studiato il caso dell’alluvione del Fiume Secchia, avvenuta il 19 gennaio 2014, che ha provocato l’allagamento di una cospicua porzione dei Comuni di Modena, Bastiglia e Bomporto. Partendo dai dati di danno di beni di varia natura d’uso forniti dalle autorità competenti, riguardo la sopracitata alluvione, si è effettuato un approfondimento delle tecniche di stima del danno da alluvione, al fine di poter costruire dei modelli di danno sulla base di dati realmente osservati. L’analisi è stata effettuata mediante tecniche di regressione lineare e quadratica sviluppati in ambiente di calcolo R; i modelli sviluppati per ciascuno dei tre comuni colpiti dall’alluvione sono successivamente stati sperimentati al di fuori del comune di definizione, in maniera da trarre indicazioni relativamente alla loro validità generale. I risultati della Tesi hanno evidenziato che: 1) la stima del danno da alluvione è meglio descritta dal modello di regressione quadratica; 2) il valore del danno complessivo risulta ben delineato per le tipologie di beni per le quali vi sono linee guida oggettive da utilizzare per il risarcimento; 3) l’applicazione dei modelli esternamente al comuni considerato per la loro identificazione non ha portato a stime soddisfacenti del danno, evidenziando come un modello di danno calibrato in corrispondenza di una determinata area non possa ritenersi esportabile in area diversa; 4) l’impossibilità di definire un modello di danno rappresentativo dell’intera area in esame.
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Guidi, Manuel. "Messa a punto di un modello analitico generale ed efficiente per la verifica strutturale dell'anello rotante di macchine cellofanatrici." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5904/.

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Анотація:
Partendo da un precedente studio, realizzato su di una macchina cellofanatrice ad asse verticale, si è arrivati ad ottenere un modello analitico per la verifica strutturale dell’anello rotante di tali macchine. Si è cercato cioè, di fornire un valido strumento per il dimensionamento di anelli rotanti nelle moderne macchine cellofanatrici, aventi geometria coerente con quella presentata nelle ipotesi iniziali. Per fare ciò, si sono determinate, ove possibile, equazioni normalizzate e adimensionalizzate, che godono quindi di una più ampia validità di impiego; a partire dalle equazioni del precedente studio, che erano appunto finalizzate alla risoluzione del caso specifico preso in considerazione. Vengono presentate in questo elaborato le equazioni che descrivono la struttura precedentemente studiata ed il procedimento che si è effettuato per rendere il nuovo lavoro indipendente dalle caratteristiche delle sollecitazioni esterne e della geometria dell’anello stesso. Sono mostrate le equazioni ottenute per le varie incognite iperstatiche, per i momenti flettenti e sforzo normale normalizzati e assoluti, ed i relativi grafici. Grazie appunto ad alcuni di questi, si ottengono rapidamente, tramite l’applicazione di semplici formule, informazioni sullo stato di sollecitazione dell’anello. Sono infine presentati alcuni esempi per sottolineare la validità dei risultati ottenuti e la semplicità di utilizzo dei grafici ricavati.
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Longo, Rosario Alessandro. "Dalla generazione di modelli 3D densi mediante TLS e fotogrammetria alla modellazione BIM." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13284/.

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Анотація:
La tesi tratta la ricerca di procedure che permettano di rilevare oggetti utilizzando il maggior numero di informazioni geometriche ottenibili da una nuvola di punti densa generata da un rilievo fotogrammetrico o da TLS realizzando un modello 3D importabile in ambiente FEM. Il primo test si è eseguito su una piccola struttura, 1.2x0.5x0.2m, in modo da definire delle procedure di analisi ripetibili; la prima consente di passare dalla nuvola di punti “Cloud” all’oggetto solido “Solid” al modello agli elementi finiti “Fem” e per questo motivo è stata chiamata “metodo CSF”, mentre la seconda, che prevede di realizzare il modello della struttura con un software BIM è stata chiamata semplicemente “metodo BIM”. Una volta dimostrata la fattibilità della procedura la si è validata adottando come oggetto di studio un monumento storico di grandi dimensioni, l’Arco di Augusto di Rimini, confrontando i risultati ottenuti con quelli di altre tesi sulla medesima struttura, in particolare si è fatto riferimento a modelli FEM 2D e a modelli ottenuti da una nuvola di punti con i metodi CAD e con un software scientifico sviluppato al DICAM Cloud2FEM. Sull’arco sono state eseguite due tipi di analisi, una lineare sotto peso proprio e una modale ottenendo risultati compatibili tra i vari metodi sia dal punto di vista degli spostamenti, 0.1-0.2mm, che delle frequenze naturali ma si osserva che le frequenze naturali del modello BIM sono più simili a quelle dei modelli generati da cloud rispetto al modello CAD. Il quarto modo di vibrare invece presenta differenze maggiori. Il confronto con le frequenze naturali del modello FEM ha restituito differenze percentuali maggiori dovute alla natura 2D del modello e all’assenza della muratura limitrofa. Si sono confrontate le tensioni normali dei modelli CSF e BIM con quelle ottenute dal modello FEM ottenendo differenze inferiori a 1.28 kg/cm2 per le tensioni normali verticali e sull’ordine 10-2 kg/cm2 per quelle orizzontali.
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Valente, Sabrina <1984&gt. "Il contratto di compravendita immobiliare da un punto di vista pragmatico. Modello per un'analisi testuale contrastiva sviluppato su corpora da Italia, Germania e Austria." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/9081/1/Valente_Sabrina_Tesi.pdf.

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Анотація:
Oggetto del presente studio è un'analisi del genere testuale del contratto di compravendita immobiliare negli ordinamenti di Italia, Germania e Austria in un'ottica sincronica e pragmatica. Il testo è considerato come un atto comunicativo legato a convenzioni prestabilite e volto ad assolvere a specifiche funzioni sociali. L'obbiettivo principale del lavoro è lo sviluppo di un modello di analisi testuale che possa evidenziare l'interazione tra la funzione primaria e l'assetto macro- e microstrutturale di questo genere testuale, ovvero tra il piano giuridico e quello linguistico-testuale. L'analisi svolta permette inoltre di confrontare tre sistemi giuridici rispetto alla modalità di attuare questo negozio, nonché le lingue italiana e tedesca ed altresì due varietà di quest'ultima. Il corpus è composto da 40 atti autentici e 9 atti da formulari, compresi in un arco temporale che va dal 2000 al 2018. L'analisi parte con la definizione delle coordinate intra-ed extratestuali che determinano questo genere testuale e da una sua classificazione all'interno dei testi dell'ambito giuridico. Su questa base, i contratti dei corpora di Italia, Germania e Austria vengono analizzati separatamente rispetto alla loro macrostruttura, comprendendo in ciò tre piani macrostrutturali, ovvero quello giuridico da un lato e quelli funzionale e tematico dall'altro. L'interazione tra la funzione giuridica e l'assetto linguistico-testuale del contratto di compravendita immobiliare emerge in particolare a livello di quello funzionale, ossia relativo alla sequenza delle funzioni linguistiche realizzate sulla base dei contenuti giuridici. I risultati evinti dall'analisi dei tre corpora sono, infine, messi a confronto e integrati con una classificazione delle forme verbali che caratterizzano determinati macro-ambiti d'uso/funzionali all'interno di questo genere testuale, ovvero la realizzazione di specifiche funzioni linguistiche e giuridiche. Il metodo proposto offre nuovi spunti per ricerche future, tanto nell'ambito della linguistica contrastiva applicata a testi specialistici, che della traduzione e linguistica giuridica.
The present study analyses the textual genre of real estate purchase contract in the legal systems of Italy, Germany and Austria from a synchronic and pragmatic perspective. At its core, the dissertation sees “text” as a communicative act linked to pre-established conventions aimed at fulfilling specific social functions. The study develops a textual analysis model on the interplay between this genre’s macro- and microstructural structure and its primary legal function, i.e. the interaction between linguistic-textual and legal levels of inquiry. In so doing, the analysis compares the method of legal text writing in the afore-mentioned legal systems, to then contrast between Italian and German languages as well as two varieties of the latter. Forty authentic purchase contracts were used as primary sources, as well as nine model contracts from form books, issued between 2000 and 2018. The analysis starts with an identification of the intra- and extratextual factors that define this textual genre and its classification within the legal framework. On this basis, the contracts of the corpora of Italy, Germany and Austria are analyzed separately. In particular, the work focuses on their macrostructure, including legal, functional and thematic macro-structural plans. The interaction between legal function and linguistic-textual structure of the real estate purchase contract emerges especially at a functional level, through the sequence of linguistic functions carried out on the basis of legal contents. The results obtained from the analysis of the three corpora are finally compared and integrated with a classification of verbal forms that characterize certain macro uses within this textual genre, i.e. the realization of specific linguistic and legal functions. The method proposed offers novel inputs for future research in the field of comparative linguistic applied to specialized texts, as well as translation studies and legal linguistics.
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Amidei, Matteo. "Studio e messa a punto del modello maximum-slope per l'analisi dei parametri perfusionali da sequenza di immagini tomografiche." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4806/.

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OLIVETTO, Elena. "IPOACUSIA NEUROSENSORIALE E DANNO ISCHEMICO. MESSA A PUNTO DI UN MODELLO ANIMALE PER VALUTARNE GLI EFFETTI VASCOLARI E OSSIDATIVI." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2013. http://hdl.handle.net/11392/2388913.

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Hearing impairment is an increasingly common disease. In Italy deaf people are about seven million, including half a million adults with disabling hearing loss and over one thousand births per year with congenital deafness. This causes difficulty in integration in society for adults and prevents the language acquisition for children (Fekete, 1999). As hearing loss has high social costs, the expectation for the development of new treatments is extensive and diseases leading to hearing damage are increasingly studied from clinic and base research. Hearing loss (HL) can have genetic causes, can be associated with aging or exposure to noise or ototoxic substances, and the aetiology can be attributed to vascular injury, trauma, tumours, infections or autoimmune response. All of these factors could be ascribed to alterations in cochlear microcirculation resulting in hypoxia. This condition can damage cochlear hair cells and neurons possibly leading to HL. Hypoxia and ischemia can then be identified as possible factors contributing to the aetiology of deafness, but they have not been experimentally studied yet. The purpose of this work is to develop animal models of ischemia and infarction suitable for the study of cochlear vascular damage, and to characterize them with electrophysiology and gene/protein expression analyses. For this reason it was decided to monitor the effects of ischemia in thrombosis mimicked by complete temporary carotid occlusion, and in stroke mimicked by incomplete permanent left coronary artery. In particular this study focused on the analysis of: organ of Corti and spiral ganglion structures, coagulation, oxidative stress and apoptosis. A further aim was to compare these models with other models of ototoxic damage, such as noise and cisplatin. These models are both characterized for electrophysiology, oxidative stress and apoptosis, but the possible involvement of vascular damage has not been investigated yet. This comparison helped us to characterize the new models of vascular injury in the oxidation and apoptosis expression patterns. In our models, both infarction and ischemia cause a small but significant hearing loss, localized at the cochlear apex. Furthermore, there is a slight induction of the coagulation cascade, both in procoagulant and anticoagulant part, and an activation of JNK, that may lead to cell survival. In addition, only in the carotid ischemia the cuticular plate of outer hair cells is damaged. Even noise and cisplatin cause vascular damage, but while in noise-treated animals the coagulation genes show only an mRNA expression increase, after cisplatin administration an mRNA and protein increase of the tissue factor is detected, which leads to the coagulation cascade activation. In the ischemic models we did not detect any apoptosis activation, while in the other models we noticed opposite reactions: in noise there is an increased transcription of the anti-apoptotic genes that leads to cell survival, while cisplatin activates pro-apoptotic factors. The activation of apoptosis is documented in literature and is confirmed in both conditions by OHC loss detected in histological sections, which leads to a more severe deafness than in the ischemia models. In conclusion, the two models of ischemia developed are suitable for the study of cochlear vascular damage, as they produce a slight hearing loss and give modifications in coagulative, oxidative and apoptotic factors gene expression. Furthermore, the comparison with two other widely used models allowed us to specify the pathways involved. We can therefore say that all types of damage taken into consideration act on the inner ear with vascular damage and oxidative mechanisms.
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PULTRONE, CINZIA. "Sviluppo di una tecnologia Q-LAMP quantitativa mediante la messa a punto di un nuovo modello di saggio per la rilevazione e la quantificazione del virus Epstein-Barr." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2016. http://hdl.handle.net/10281/138662.

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Epstein-Barr virus (EBV) also called human herpesvirus 4 (HHV-4) is a double-stranded DNA viruses that infects B cells. The genome is about 172 kb in length and encodes for more than 80 genes. EBV is classified into two subtypes: Type 1 / A and 2 / B depending on the sequence of the EBNA-2 gene. More than 90% of the world’s population has been exposed to the EBV infection, like all herpes viruses it is able to persist in the host for life with a silent infection by integrating in its genome. The quantification of EBV DNA loads in blood, plasma, serum and CSF (cerebrospinal fluid) is essential for the diagnosis of chronic infection of EBV, especially for the diagnosis of EBV-associated lymphoproliferative disorders in immunocompromised subjects. Currently serological assay and methods PCR-based has been used for the detection of EBV. Both of these are time consuming and need more steps for the set-up, therefore require specialized personnel and equipped laboratories. This thesis describes the development of a quantitative Q-LAMP technology generating a new model assay for the detection and quantification of the two most clinically relevant subtypes of EBV virus. Initially the Q-LAMP technology has been developed only for qualitative purposes thanks to its features to be simple, rapid, specific and sensitive, therefore it is easily applicable in the clinical laboratories by using basic facilities. The Q-LAMP EBV assay has been designed using the qualitative Q-LAMP properties and has been improved to be quantitative, high sensitive, specific and accurate on four different matrices (whole blood, plasma, serum and CSF). The optimization has been carried out both on plasmids and on negative extracted matrices and the final assay has been validated on clinical samples. Thanks to the multiplex format it has been possible to introduce in the reaction a control that allows the assessment of the sample extraction and the validation of the negative result. The amplification and the detection of the target and the internal control occur in real-time in a single tube. To evaluate the diagnostic performance and the feasibility in clinical practice, the assay has been validated on positive and negative clinical samples compared with the standard method Real-Time PCR using as extraction method the Liaison IXT platform (DiaSorin). The correlation between the two methods on whole blood and plasma is acceptable and meet the requests of corporate guidelines, made in response to the market trend. These results have been demonstrated that Q-LAMP EBV assay is suitable for industrialization for a future diagnostic product.
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Buffoni, Mara. "Messa a punto di protocolli di valutazione della disabilità basati sul modello biopsicosociale e la struttura descrittiva della Classificazione Internazionale della Disabilità e Salute ICF." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3427510.

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The project born for contrasct disability.
Il progetto nasce all'interno di un ricco dibattito scentifico e istituzionale attorno alla valutazione e alle strategie politiche di contrasto alla disabilità nel nostro paese.
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Collina, Alberto. "Rischio residuale e scenari di inondazione controllata nel comparto idraulico Secchia - Panaro del fiume Po." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amslaurea.unibo.it/103/.

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Valente, Sabrina [Verfasser]. "Il contratto di compravendita immobiliare da un punto di vista pragmatico. Modello per un'analisi testuale contrastiva sviluppato su corpora da Italia, Germania e Austria / Sabrina Valente." Mainz : Universitätsbibliothek Mainz, 2020. http://d-nb.info/1202617573/34.

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MINERVINO, AMODIO Antonio. "Messa a punto di tecniche di fotogrammetria digitale mediante UAV per la caratterizzazione morfometrica dei versanti e per la stima dei processi erosivi." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2020. http://hdl.handle.net/11695/99500.

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Il lavoro di tesi sviluppato nell’ambito del dottorato si pone come obiettivo generale quello di generare un flusso di lavoro che consenta l’impiego della fotogrammetria aerea da drone, per la quantificazione dei tassi di erosione, utilizzando differenti parametri per ottenere modelli digitali del terreno con elevata accuratezza. Per raggiungere tale scopo è stata messa a punto una tecnica fotogrammetrica che tiene conto di alcune variabili da utilizzare in fase di acquisizione ed elaborazione dei dati. Successivamente, per applicare e validare tale tecnica, sono state selezionate tre aree test su cui effettuare le misure. Il lavoro di tesi è suddiviso in due parti: A e B. La parte A tratta i concetti base dell’erosione, della fotogrammetria e le metodologie più utilizzate, e si sviluppa su tre capitoli: • capitolo 1: fornisce una disamina generale sull’erosione del suolo, così come sulle misure e sui modelli maggiormente utilizzati per poter stimare tale fenomeno; • capitolo 2: si sofferma sui principali metodi di interpolazione e sul calcolo dell’accuratezza di un modello, dopo un excursus sui diversi tipi di modelli digitali che vengono utilizzati per la rappresentazione del territorio; • capitolo 3: riporta i principi della fotogrammetria, le caratteristiche delle immagini e gli strumenti di acquisizione, le camere digitali, oltre alla storia e alle origini della fotogrammetria. Infine vengono descritti innovativi sistemi di acquisizione aerea di prossimità che, grazie ai molteplici vantaggi che offrono, si stanno diffondendo molto rapidamente nell’ambito dei rilievi topografici. Nella parte B, relativa alla parte sperimentale, viene riportata la ricerca effettuata con le relative applicazioni, in particolare: • capitolo 4: descrive i risultati ottenuti, dopo la descrizione dei parametri utilizzati per lo sviluppo della tecnica fotogrammetrica; • capitolo 5: descrive le tre aree test selezionate, l’applicazione della tecnica fotogrammetrica sviluppata ed i relativi risultati ottenuti.
The present work aims at creating a work protocol that allows the use of aerial drone photogrammetry for the assessment of erosion rates, by using different parameters to obtain digital terrain models with a high accuracy. To achieve this purpose, a photogrammetric technique based on some variables to be used in the phases of data acquisition (flight altitude, camera and type of acquisition: photos and videos) and processing (four different interpolation methods), was developed. Three areas were selected for measurements to test and validate this technique. The thesis is divided into two parts: A and B. Part A reports the basic theories and aspects of soil erosion, the photogrammetry and the most used methodologies to evaluate soil erosion. This part is divided into three chapters: • chapter 1: is focused on the general concepts about soil erosion, as well as on the most used measures and models to estimate this phenomenon; • chapter 2: is focused on the illustration of different types of digital models used for the terrain representation, main interpolation methods and the calculation of the model accuracy; • chapter 3: is focused on the drone photogrammetry, with special reference to photogrammetry theory, image characteristics and acquisition tools, digital cameras, as well as the origins of photogrammetry. Finally, innovative aerial proximity acquisition systems are described. Part B includes the experimental design, in particular: • chapter 4: focuses on the development of the photogrammetric procedure for the realization of high-precision digital terrain models, and includes the description of the parameters used for the development of the photogrammetric technique and related results; • chapter 5: reports characteristics of the three selected test areas, the application of the photogrammetric technique and related results obtained; • chapter 6: the conclusions of the PhD work are reported
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Paesani, Marco. "Formulazione e messa a punto di una metodologia per il progetto di ventilatori per gallerie del vento con applicazione al "long-pipe" del laboratorio CICLoPE : analisi attraverso l'impiego di modelli matematici in MATLAB." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9340/.

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Nell'ottica di un futuro riprogetto, totale o parziale, del ventilatore della galleria del vento del progetto CICLoPE dell'Università di Bologna, è stato messo a punto, grazie a modelli matematici di letteratura, un algoritmo per la determinazione della geometria delle pale di un fan. La procedura si basa su ipotesi di incompressibilità e assenza di vortici di estremità ed è in grado di fornire la geometria del ventilatore una volta che sono state fissate: le condizioni richieste nella sezione di test, l'efficienza del tunnel e alcune proprietà del ventilatore stesso (ad esempio tipologia di profilo aerodinamico e numero di pale). L'algoritmo è in grado di lavorare solamente con la configurazione ventilatore seguito da profili raddrizzatori, ma è in previsione un'estensione che consentirà di studiare anche la configurazione a fan controrotanti (come quella del CICLoPE). Con questo software sono state progettate numerose soluzioni diverse per studiare il legame tra rendimento e geometria del ventilatore. Inoltre sono stati individuati i parametri che permettono di ottenere una pala con rastremazione e svergolatura trascurabili, con lo scopo di abbassare i costi del manufatto. In particolare è stato dimostrato come le configurazioni con diametro della nacelle grande (superiore al 65\% del diametro della sezione di potenza) siano particolarmente adatte a fornire rendimenti alti con la minima complicatezza della pala. Per quanto riguarda l'efficienza aerodinamica del profilo, i test comparativi indicano che questo parametro influisce relativamente poco sul rendimento del macchinario ma modifica profondamente la geometria della pala. Efficienze elevate tendono, secondo lo studio, a richiedere pale estremamente rastremate e poco svergolate; questo porta a preferire l'adozione di profili mediamente efficienti ma dall'ampio intervallo operativo in termini di angolo di attacco.
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GILARDI, ANDREA. "Statistical Models and Data Structures for Spatial Data on Road Networks." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/314016.

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Negli ultimi anni è nato un interesse sempre crescente verso l’analisi statistica di dati spaziali aventi supporto di network. Gli esempi più classici di questa tipologia di eventi sono, ad esempio, gli incidenti stradali, i furti di auto, i crimini, e gli interventi delle ambulanze, mentre le linee che compongono la network rappresentano tipicamente le strade, i fiumi, i binari della ferrovia, oppure le terminazioni nervose. L’analisi di questi fenomeni è interessante sotto diversi punti di vista. Innanzitutto, i modelli statistici presentano diverse problematiche legate al supporto spaziale. Per questo motivo, negli ultimi anni sono stati pubblicati diversi paper che mostrano le difficoltà principali legate alla natura stessa della network. Inoltre, il recente sviluppo di database spaziali open source (quali Open Street Map) ha permesso il download e la creazione di dataset che coprono le reti stradali di quasi tutto il mondo. L’enorme mole di dati e gli (inevitabili) errori geometrici presenti nei database di Open Street Map rappresentano due problematiche ulteriori. Infine, dato che al momento la maggior parte dei pacchetti R per l’analisi di dati su network sono ancora in fase di sviluppo, esistono anche diverse difficoltà computazionali e problemi nell’implementazione di metodologie nuove. Questo lavoro di tesi riassume quattro articoli che presentano strutture dati e metodologie statistiche per l’analisi di dati spaziali aventi supporto di network, considerando sia un approccio di tipo network-lattice che un approccio di tipo point-pattern. Il primo paper presenta una revisione bibliografica dei pacchetti R che implementano classi e funzioni per l’analisi di network stradali, concentrandosi in particolare su stplanr e dodgr. Vengono introdotte le principali routines legate al calcolo di shortest paths e centrality measures utilizzando dataset via via più complessi. Il secondo lavoro presenta un modello di Poisson Dinamico Zero Inflated per la stima di due indici di rischiosità relativi agli incidenti stradali avvenuti nel network di Milano dal 2015 al 2017. L’unità statistica elementare è rappresentata dal singolo segmento di strada, mentre la variabile risposta misura il numero di incidenti avvenuti in ognuno dei tre anni. Viene impiegato un insieme di covariate demografiche e strutturali estratte da Open Street Map e dai dati del censimento italiano avvenuto nel 2011. Il terzo paper introduce un modello Bayesiano gerarchico multivariato per la stima della rischiosità stradale tramite un approccio di tipo network-lattice. Ci si è concentrati sul network stradale della città di Leeds e su due diverse tipologie di incidenti. La componente spaziale è stata modellata tramite un errore casuale di tipo Multivariate CAR, mentre le correlazioni residue sono state catturate tramite un errore casuale non strutturato. Infine, si è anche sviluppata una metodologia nuova per l’analisi di MAUP su dati di tipo network-lattice. Per concludere, il quarto articolo presenta un insieme di risultati preliminari relativi all’analisi spazio-temporale di point pattern su network tramite processi di Poisson non-omogenei. In particolare, si è analizzata la distribuzione degli interventi delle ambulanze nel comune di Milano tra il 2015 ed il 2017, sviluppando un modello a fattori latenti per la componente temporale ed uno stimatore kernel non-parametrico per l’intensità spaziale, riadattato nel caso di dati su reticolo. La tesi si compone anche di tre appendici. Le prima riassume le caratteristiche di base del software e della metodologia INLA, la seconda presenta i materiali addizionali legati al quarto capitolo, mentre la terza appendice introduce un pacchetto R chiamato osmextract, utilizzato per manipolare dati da Open Street Map. Il quinto capitolo conclude la tesi, riassumendo i risultati principali e introducendo alcuni sviluppi futuri.
In the last years, we observed a surge of interest in the statistical analysis of spatial data lying on or alongside networks. Car crashes, vehicle thefts, bicycle incidents, roadside kiosks, neuroanatomical features, and ambulance interventions are just a few of the most typical examples, whereas the edges of the network represent an abstraction of roads, rivers, railways, cargo-ship routes or nerve fibers. This type of data is interesting for several reasons. First, the statistical analysis of the events presents several challenges because of the complex and non-homogeneous nature of the network, which creates unique methodological problems. Several authors discussed and illustrated the common pitfalls of re-adapting classical planar spatial models to network data. Second, the rapid development of open-source spatial databases (such as Open Street Map) provides the starting point for creating road networks at a wide range of spatial scales. The size and volume of the data raise complex computational problems, while common geometrical errors in the network’s software representations create another source of complexity. Third, at the time of writing, the most important software routines and functions (mainly implemented in R) are still in the process of being re-written and readapted for the new spatial support. This manuscript collects four articles presenting data structures and statistical models to analyse spatial data lying on road networks using point-pattern and network-lattice approaches. The first paper reviews classes, vital pre-processing steps and software representations to manipulate road network data. In particular, it focuses on the R packages stplanr and dodgr, highlighting their main functionalities, such as shortest paths or centrality measures, using a range of datasets, from a roundabout to a complete network covering an urban city. The second paper proposes the adoption of two indices for assessing the risk of car crashes on the street network of a metropolitan area via a dynamic zero-inflated Poisson model. The elementary statistical units are the road segments of the network. It employs a set of open-source spatial covariates representing the network’s structural and demographic characteristics (such as population density, traffic lights or crossings) extracted from Open Street Map and 2011 Italian Census. The third paper demonstrates a Bayesian hierarchical model for identifying road segments of particular concern using a network-lattice approach. It is based on a case study of a major city (Leeds, UK), in which car crashes of different severities were recorded over several years. It includes spatially structured and unstructured random effects to capture the spatial nature of the events and the dependencies between the severity levels. It also recommends a novel procedure for estimating the MAUP (Modifiable Areal Unit Problem) for network-lattice data. Finally, the fourth paper summarises a set of preliminary results related to the analysis of spatio-temporal point patterns lying on road networks using non-homogeneous Poisson processes. It focuses on the ambulance interventions that occurred in the municipality of Milan from 2015 to 2017, developing two distinct models, one for the spatial component and one for the temporal component. The spatial intensity function was estimated using a network readaptation of the classical non-parametric kernel estimator. The first two appendices briefly review the basics of INLA methodology, the corresponding R package and the supplementary materials related to the fourth chapter, while the third appendix briefly introduces an R package, named osmextract, that was developed during the PhD and focuses on Open Street Map data. The fifth chapter concludes the manuscript, summarising the main contributions and emphasising future research developments.
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PANTINI, SARA. "Analysis and modelling of leachate and gas generation at landfill sites focused on mechanically-biologically treated waste." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/203393.

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Despite significant efforts have been directed toward reducing waste generation and encouraging alternative waste management strategies, landfills still remain the main option for Municipal Solid Waste (MSW) disposal in many countries. Hence, landfills and related impacts on the surroundings are still current issues throughout the world. Actually, the major concerns are related to the potential emissions of leachate and landfill gas into the environment, that pose a threat to public health, surface and groundwater pollution, soil contamination and global warming effects. To ensure environmental protection and enhance landfill sustainability, modern sanitary landfills are equipped with several engineered systems with different functions. For instance, the installation of containment systems, such as bottom liner and multi-layers capping systems, is aimed at reducing leachate seepage and water infiltration into the landfill body as well as gas migration, while eventually mitigating methane emissions through the placement of active oxidation layers (biocovers). Leachate collection and removal systems are designed to minimize water head forming on the bottom section of the landfill and consequent seepages through the liner system. Finally, gas extraction and utilization systems, allow to recover energy from landfill gas while reducing explosion and fire risks associated with methane accumulation, even though much depends on gas collection efficiency achieved in the field (range: 60-90% Spokas et al., 2006; Huitric and Kong, 2006). Hence, impacts on the surrounding environment caused by the polluting substances released from the deposited waste through liquid and gas emissions can be potentially mitigated by a proper design of technical barriers and collection/extraction systems at the landfill site. Nevertheless, the long-term performance of containment systems to limit the landfill emissions is highly uncertain and is strongly dependent on site-specific conditions such as climate, vegetative covers, containment systems, leachate quality and applied stress. Furthermore, the design and operation of leachate collection and treatment systems, of landfill gas extraction and utilization projects, as well as the assessment of appropriate methane reduction strategies (biocovers), require reliable emission forecasts for the assessment of system feasibility and to ensure environmental compliance. To this end, landfill simulation models can represent an useful supporting tool for a better design of leachate/gas collection and treatment systems and can provide valuable information for the evaluation of best options for containment systems depending on their performances under the site-specific conditions. The capability in predicting future emissions levels at a landfill site can also be improved by combining simulation models with field observations at full-scale landfills and/or with experimental studies resembling landfill conditions. Indeed, this kind of data may allow to identify the main parameters and processes governing leachate and gas generation and can provide useful information for model refinement. In view of such need, the present research study was initially addressed to develop a new landfill screening model that, based on simplified mathematical and empirical equations, provides quantitative estimation of leachate and gas production over time, taking into account for site-specific conditions, waste properties and main landfill characteristics and processes. In order to evaluate the applicability of the developed model and the accuracy of emissions forecast, several simulations on four full-scale landfills, currently in operative management stage, were carried out. The results of these case studies showed a good correspondence of leachate estimations with monthly trend observed in the field and revealed that the reliability of model predictions is strongly influenced by the quality of input data. In particular, the initial waste moisture content and the waste compression index, which are usually data not available from a standard characterisation, were identified as the key unknown parameters affecting leachate production. Furthermore, the applicability of the model to closed landfills was evaluated by simulating different alternative capping systems and by comparing the results with those returned by the Hydrological Evaluation of Landfill Performance (HELP), which is the most worldwide used model for comparative analysis of composite liner systems. Despite the simplified approach of the developed model, simulated values of infiltration and leakage rates through the analysed cover systems were in line with those of HELP. However, it should be highlighted that the developed model provides an assessment of leachate and biogas production only from a quantitative point of view. The leachate and biogas composition was indeed not included in the forecast model, as strongly linked to the type of waste that makes the prediction in a screening phase poorly representative of what could be expected in the field. Hence, for a qualitative analysis of leachate and gas emissions over time, a laboratory methodology including different type of lab-scale tests was applied to a particular waste material. Specifically, the research was focused on mechanically biologically treated (MBT) wastes which, after the introduction of the European Landfill Directive 1999/31/EC (European Commission, 1999) that imposes member states to dispose of in landfills only wastes that have been preliminary subjected to treatment, are becoming the main flow waste landfilled in new Italian facilities. However, due to the relatively recent introduction of the MBT plants within the waste management system, very few data on leachate and gas emissions from MBT waste in landfills are available and, hence, the current knowledge mainly results from laboratory studies. Nevertheless, the assessment of the leaching characteristics of MBT materials and the evaluation of how the environmental conditions may affect the heavy metals mobility are still poorly investigated in literature. To gain deeper insight on the fundamental mechanisms governing the constituents release from MBT wastes, several leaching experiments were performed on MBT samples collected from an Italian MBT plant and the experimental results were modelled to obtain information on the long-term leachate emissions. Namely, a combination of experimental leaching tests were performed on fully-characterized MBT waste samples and the effect of different parameters, mainly pH and liquid to solid ratio (L/S,) on the compounds release was investigated by combining pH static-batch test, pH dependent tests and dynamic up-flow column percolation experiments. The obtained results showed that, even though MBT wastes were characterized by relatively high heavy metals content, only a limited amount was actually soluble and thus bioavailable. Furthermore, the information provided by the different tests highlighted the existence of a strong linear correlation between the release pattern of dissolved organic carbon (DOC) and several metals (Co, Cr, Cu, Ni, V, Zn), suggesting that complexation to DOC is the leaching controlling mechanism of these elements. Thus, combining the results of batch and up-flow column percolation tests, partition coefficients between DOC and metals concentration were derived. These data, coupled with a simplified screening model for DOC release, allowed to get a very good prediction of metal release during the experiments and may provide useful indications for the evaluation of long-term emissions from this type of waste in a landfill disposal scenario. In order to complete the study on the MBT waste environmental behaviour, gas emissions from MBT waste were examined by performing different anaerobic tests. The main purpose of this study was to evaluate the potential gas generation capacity of wastes and to assess possible implications on gas generation resulting from the different environmental conditions expected in the field. To this end, anaerobic batch tests were performed at a wide range of water contents (26-43 %w/w up to 75 %w/w on wet weight) and temperatures (from 20-25 °C up to 55 °C) in order to simulate different landfill management options (dry tomb or bioreactor landfills). In nearly all test conditions, a quite long lag-phase was observed (several months) due to the inhibition effects resulting from high concentrations of volatile fatty acids (VFAs) and ammonia that highlighted a poor stability degree of the analysed material. Furthermore, experimental results showed that the initial waste water content is the key factor limiting the anaerobic biological process. Indeed, when the waste moisture was lower than 32 %w/w the methanogenic microbial activity was completely inhibited. Overall, the obtained results indicated that the operative conditions drastically affect the gas generation from MBT waste, in terms of both gas yield and generation rate. This suggests that particular caution should be paid when using the results of lab-scale tests for the evaluation of long-term behaviour expected in the field, where the boundary conditions change continuously and vary significantly depending on the climate, the landfill operative management strategies in place (e.g. leachate recirculation, waste disposal methods), the hydraulic characteristics of buried waste, the presence and type of temporary and final cover systems.
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Azil, chima. "Essai d’élaboration d’une démarche méthodologique de diagnostic sur les coupoles du Souf en Algérie." Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/2158/1256035.

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Nelle oasi della regione di Souf in Algeria si è sviluppata nel corso dei secoli una tecnica costruttiva molto particolare e quasi sconosciuta, che ha consentito la crescita di architetture vernacolari uniche poste nella "Lista tentativi dell'UNESCO", come patrimonio diffuso prezioso. L'architettura di questa zona desertica si basa sull'uso di un materiale da costruzione insolito, la pietra Rosa del deserto, ed è caratterizzato da coperture a cupola, che descrivono un paesaggio urbano unico e sorprendente che merita protezione e valorizzazione. Attualmente, i centri urbani di questa zona sono notevolmente degradati essendoci molti edifici interessati da danni di gravità variabile, dallo stato di rudere all’erosione superficiale dell’intonaco. Oltre ai tanti lavori di restauro incoerenti e alla perdita di conoscenze tradizionali, c'è un continuo processo di demolizione e abbandono di edifici che minaccia fortemente questo patrimonio culturale. La ricerca mira a sviluppare un processo diagnostico metodologico per architetture vernacolari realizzate in pietra Rosa del deserto e per perseguire strategie di salvaguardia coerenti. In particolare, il centro storico di Guemar è stato scelto come area di studio perché ha subito poche modifiche, conservando il suo carattere originario. Un approccio interdisciplinare a più scale di indagine è stato svolto con l’obiettivo primario di conoscere la tecnica costruttiva impiegata nella realizzazione delle architetture vernacolari di Guemar. In particolare, lo studio storico, urbano e architettonico di Guemar è stato accoppiato a rilievi geometrici e materici, compiendo anche interviste a costruttori locali. Le indagini in situ hanno consentito di effettuare una diagnosi preliminare dei danni ricorrenti, di classificando le patologie osservate e proponendo una interpretazione delle cause. In particolare, è stata effettuata una valutazione di vulnerabilità delle costruzioni e sono stati effettuati campionamenti dei materiali per effettuare test fisici, mineralogici, petrografici e meccanici in laboratorio. Indagini meccaniche indirette sono state svolte anche in situ tramite penetrometro e sclerometro, oltre ad a investigazioni con la termocamera per indagare sia la tessitura muraria nascosta dietro l’intonaco che la risalita di umidità. Nel complesso sono state determinate sia le caratteristiche tecnologiche della tessitura muratoria e dei particolari costruttivi che la composizione chimica e il comportamento meccanico dei costituenti la muratura, blocchi in pietra Rosa del Deserto e malta, e della muratura nel suo complesso. Inoltre, sono state impiegate diverse strategie per valutare il comportamento strutturale della cupola, considerata sia indipendente dalle murature sottostanti che insieme all’intero edificio. La cupola, infatti, costituisce l'elemento più vulnerabile del sistema strutturale. Innanzitutto, è stata applicata l'analisi limite in approccio statico, tramite l’utilizzazione dei poligoni funicolari, che ha fornito un’interpretazione dei tipici schemi di fessurazione osservati. Inoltre, i risultati dei test meccanici sono stati sfruttati per costruire modelli agli elementi finiti, basati sul rilievo 3D (modello HBIM). Analisi statiche sia lineari che non lineari sono state eseguite tramite un software commerciale, che ha permesso una buona simulazione del comportamento altamente non lineare delle costruzioni osservate. Lo studio multidisciplinare, dal territorio al laboratorio, ha fornito, da un lato, una solida interpretazione dei danni osservati e una base fondamentale su cui imperniare specifiche strategie di conservazione, oltre a costituire una preziosa road map per indagini simili in futuro.
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NOBILE, ALESSIA. "I sistemi a scansione 3D per la documentazione metrica e lo studio diagnostico dei Beni Culturali. Dalla scala edilizia alla scala urbana. I casi studio della Basilica dell’Umiltà di Pistoia e delle Torri di San Gimignano." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/797885.

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L’attività di ricerca si è sviluppata con l’obiettivo di sperimentare i metodi e le tecniche di acquisizione, gestione e rappresentazione tridimensionale mediante l’uso del laser scanner per offrire un valido supporto alla documentazione e alla diagnostica finalizzate alla conservazione del nostro patrimonio culturale costruito. L’ampia diffusione delle tecniche di scansione non ci consente ancora di considerare concluso un tema di ricerca che erroneamente oggi si identifica soprattutto con la fase di “acquisizione dei dati”. Il problema è in realtà posposto alle fasi successive di elaborazione e rappresentazione e sono molti i quesiti a cui si cerca di rispondere in un tentativo di integrazione culturale tra restauro, geomatica ed elettronica: è insieme una sfida e una opportunità dove si tenta di superare le barriere linguistiche, dovute a differenti ambiti culturali, diversi approcci metodologici e vari percorsi formativi. Lo studio è condotto a livello multi-scala: a scala dell’edificio, con la Basilica di Santa Maria dell’Umiltà di Pistoia, nell’ambito della convenzione di ricerca stipulata tra il Laboratorio di Geomatica per i Beni Culturali dell’Università degli Studi di Firenze e la Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per le province di Firenze, Pistoia e Prato, in vista del restauro e del consolidamento dell’importante struttura rinascimentale; a scala urbana, con le Torri di San Gimignano, in occasione del progetto “RIschio Sismico negli Edifici Monumentali (RISEM)” finanziato dalla Regione Toscana e coordinato dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Firenze, per la definizione del rischio sismico. I casi studio analizzati hanno portato alla consapevolezza che, a partire dalla banca dati tridimensionale, sempre aggiornabile e interrogabile, è possibile modulare l’elaborazione in funzione degli obiettivi interdisciplinari condivisi. Si propone, pertanto, un utilizzo nuovo della tecnica di rilievo laser scanning: l’attenzione non si pone specificatamente sugli elementi artistici e architettonici e lo scopo non è solo restituire in modalità tridimensionale un oggetto al fine di effettuare valutazioni qualitative di natura storica e culturale. L’idea è approcciarsi al dato laser con occhio critico nei confronti della struttura stessa e delle geometrie più o meno complesse. L’attenzione si sposta sugli elementi costitutivi e costruttivi, su eventuali testimonianze di fessurazioni e deformazioni critiche per l’effettiva stabilità della struttura. La necessità di disporre di un “modello irrefutabile”, a cui riferire le scelte progettuali, costituisce l’ossatura portante della ricerca. Goal of the research has been to test laser scanning acquisition, management and threedimensional representation methods and techniques to provide a valid documentation and diagnostics support aimed at the preservation of our cultural built heritage. The widespread use of scanning techniques does not allow to consider concluded yet a research topic that today is mistakenly identified especially with the phase of data acquisition. Actually the problem is postponed to the later stages of processing and representation and there are many issues partially solved through an attempt of cultural integration between restoration, geomatics and electronics: it is both a challenge and an opportunity, which carries along an effort to overcome language barriers, due to different cultural backgrounds, methodological approaches and educational paths. The study has been conducted with a multi-scale approach: at the building scale, with focus on the Basilica of Santa Maria dell’Umiltà in Pistoia, within the research agreement signed by the Laboratory of Geomatics for Cultural Heritage of the University of Florence and the Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per le province di Firenze, Pistoia e Prato, in view of the restoration and reinforcement of the relevant Renaissance architecture; at the urban scale, within the project “Seismic Risk in Monumental Buildings (RISEM)” funded by the Region of Tuscany and coordinated by the Department of Civil and Environmental Engineering of the University of Florence, for the seismic risk evaluation related to the San Gimignano towers. The above-mentioned case-studies raised the awareness that, on the basis of the 3D data set, which can be updated and queried at any time, it’s always possible to adjust the processing phase according to the fixed interdisciplinary goals. It is therefore proposed a new use of the laser scanning surveying technique: attention is not specifically given to the artistic and architectural elements and the aim is not only to represent an object in three-dimensions in order to make qualitative assessments on its historical and cultural value. The idea is to read data from laser scanning with the intent to review critically the structure and the more or less complex geometries. Focus is shifted on the constituent and constructive elements, on any evidence of cracks and deformations which may weaken the stability of the structure. The need for an “irrefutable model”, which can be used to orient any restoration plan, globally frames the research.
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Cundari, Maria Rosaria. "Rilievi integrati del patrimonio architettonico. Dalle nuvole di punti ai modelli digitali: Ravello, il chiostro di Villa Rufolo." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3267621.

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DE, LORENZO EMANUELE. "Messa a punto di modelli oncologici murini e loro valutazione per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche." Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/2158/599003.

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DE, SANTIS CRISTIANA. "Competenze e valutazione nel modello DADA (Didattiche per Ambienti Di Apprendimento). Le pratiche dei docenti e il punto di vista dei genitori: uno studio di caso." Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11573/1638684.

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La struttura espositiva della tesi si compone, dunque, di due parti: una prima parte, articolata in quattro capitoli, costituisce il quadro teorico che, partendo dall’emergere del tema delle competenze, analizza gli studi internazionali sul costrutto di competenza, i principali documenti europei e quelli nazionali, scegliendo poi come contesto di indagine il modello DADA, che si presenta come un contesto particolarmente favorevole per la manifestazione e la valutazione delle competenze in ambito educativo. Il primo capitolo inizia ripercorrendo alcune tappe della pedagogia del Novecento che hanno aperto la strada al tema delle competenze, per analizzare poi «il luogo di origine del dibattito e della ricerca sulle competenze» (Meghnagi & Mora, 2018, p. 63), cioè il mondo del lavoro. Si esamina come, in questo campo, si sia affermato il tema delle competenze e come siano state interpretate, anche in termini di competenze richieste. Si considera poi la questione dello skill mismatch, cioè del disallineamento tra competenze richieste e quelle possedute. Si esamina il legame tra competenze chiave e Life-Long Learning, sia da un punto di vista internazionale espresso dall’ILO (International Labour Organization), sia europeo con le Raccomandazioni sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente (Consiglio dell’Unione Europea, 2018; Parlamento europeo & Consiglio, 2006), e sia a livello nazionale, attraverso la definizione di competenza data dall’INAPP (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche, ex-ISFOL), considerando alcuni dati nazionali sull’occupabilità. Vengono analizzati gli studi che hanno fatto della dicotomia tra competenze cognitive e non cognitive un punto di riferimento della letteratura scientifica. Il secondo capitolo si focalizza sulla definizione del concetto di competenza nel contesto educativo. A partire dal report dell’Organizzazione Mondale della Sanità, pubblicato alla fine degli anni ‘90 (WHO, 1997) in cui si definiscono la competenza psicosociale e le life skills, si passa a considerare la più recente definizione di life skills del progetto Life Skills and Citizenship Education Initiative – Middle East and North Africa (UNICEF MENA, 2017), per tratteggiare elemen-ti comuni. Si presenta il progetto DeSeCo (Definition and Selection of Competencies) dell’OCSE (Salganik et al., 1999) che può essere considerato un tentativo sistematico, a livello internazionale, di studio sul concetto di competenza, per individuare un nucleo di “competenze chiave” e una definizione condivisibile. L’ultima parte del capitolo si chiude con le definizioni di competenza utilizzate nelle indagini internazionali su larga scala e poi, a livello italiano, nelle Indicazioni Nazionali (GU, 2013a, MIUR, 2012, 2018a) che si rifanno anche alle Raccomandazioni europee sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente (Consiglio dell’Unione Europea, 2018; Parlamento europeo & Consiglio, 2006). Il terzo capitolo è centrato sul tema della valutazione delle competenze, in ambito nazionale, con un affondo sulle principali riforme na-zionali che hanno visto la valutazione come protagonista. Si discutono le diverse forme della valutazione per far emergere il quadro entro cui si situa la valutazione delle competenze, in particolare della scuola secondaria di primo grado, oggetto dello studio di caso (seconda parte), e conseguentemente la loro certificazione alla fine del primo ciclo di istruzione. Il quarto capitolo, infine, descrive e contestualizza il modello DADA (Didattiche per Ambienti Di Apprendimento), evidenziandone le caratteristiche al fine di delineare quegli elementi che fanno del DADA un contesto particolarmente fecondo per lo sviluppo e la manifestazione delle competenze, riportando i risultati principali emersi dallo studio di monitoraggio del modello condotto dalla Sapienza Università di Roma, a partire dal momento in cui è stato avviato il modello dalle scuole fondatrici. La seconda parte del lavoro è dedicata alla parte empirica della ricerca che, attraverso lo studio di caso dell’IC di Via Baccano di Roma, indaga le innovazioni introdotte dalla scuola secondaria di primo grado (DADA e iPad) considerando i cambiamenti che queste hanno portato nella scuola, sia in merito allo sviluppo e alla manifestazione delle competenze e della loro valutazione, sia in relazione alla dimensione “corale” del modello DADA che investe non solo studenti e insegnanti, ma anche le famiglie e il personale scolastico. Il primo capitolo introduce lo studio di caso con una nota teorica-metodologica su tale approccio di ricerca, delinea la scelta del “caso” e presenta gli obiettivi, le domande e la metodologia della ricerca. Il secondo capitolo descrive i risultati della ricerca, presentando i dati nella cornice diacronica in cui si è svolta: dalle osservazioni in classe in periodo pre-pandemico, alle prove di comprensione della lettura che hanno costituito una sorta di “ponte” tra periodo pre e post lockdown, all’analisi della documentazione scolastica (RAV, PdM, PTOF), al focus group e alle interviste individuali condotti online con gli insegnanti, scelti in quanto rappresentati delle materie scolastiche insegnante nella scuola secondaria di primo grado e, infine, al questionario rivolto ai genitori dell’IC di Via Baccano. Il terzo capitolo si concentra sulla discussione dei risultati attraverso la triangolazione multipla (Santos et al., 2020), cercando, tramite la triangolazione di fonti di dati e metodi, gli elementi di convergenza, complementarità e di divergenza sui temi centrali d’indagine emersi, cioè sugli aspetti legati alla manifestazione e allo sviluppo di competenze favorite dal modello DADA, sulla sperimentazione digitale, sulla valutazione e sui rapporti tra scuole e famiglie. Infine, le conclusioni riprendono le fila dei principali risultati emersi ed evidenziano limiti e prospettive future di ricerca. Tra i principali risultati figurano quelli che sono stati considerati esempi di “buone pratiche” favorite dal modello DADA e dalla sperimentazione digitale, cioè i momenti didattici che sono stati definiti come “co-insegnamento” e “co-apprendimento” ludiformi, attraversati dalla funzione formativa della valutazione, come momento di «partecipazione alle decisioni comuni» (MIUR, 2018a, p.6) tra insegnanti e studenti. La condivisione dei criteri valutativi da parte degli insegnanti, con studenti e famiglie, fa emergere non solo l’aspetto “corale” del modello DADA, ma anche l’immagine di una scuola che cresce a contatto con le famiglie, contatto che è stato particolarmente denso e multiforme durante la didattica a distanza e che ha portato alcuni insegnanti a reinterrogarsi sul proprio ruolo professionale.
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GIUNTI, CHIARA. "La formazione dei Dirigenti scolastici italiani. Un approccio metodologico per la messa a punto di un framework individuato attraverso l’Analytic Hierarchy Process (AHP)." Doctoral thesis, 2018. https://hdl.handle.net/2158/1127353.

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La ricerca affronta il tema della formazione dei dirigenti scolastici italiani. Partendo dai risultati di un’analisi sistematica della letteratura, sono esplorate le possibilità di una progettazione partecipata condotta secondo le linee metodologiche dell’Analytich Hierarchy Process (AHP). È stato coniugato l’approccio analitico proprio delle systematic review, basate su sintesi sia a carattere quantitativo che qualitativo, con quello analitico-valutativo proprio dell’Analytich Hierarchy Process (AHP) e con quello qualitativo, partecipativo tipico della tecnica Delphi.
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FRANCESCA, Grassetti. "NONLINEAR DYNAMICS AND ECONOMIC GROWTH. THE INFLUENCE OF ELASTICITY OF SUBSTITUTION BETWEEN INPUT FACTORS AND DIFFERENTIAL SAVINGS PROPENSITIES." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251177.

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Questa tesi analizza le dinamiche qualitative e quantitative del modello di crescita economica Solow-Swan con differenti tassi di risparmio per lavoratori e capitalisti considerando differenti funzioni di produzione, al fine di studiare come le dinamiche di lungo periodo di un’economia sono influenzate dall’elasticità di sostituzione tra i fattori della produzione e da differenti propensioni al risparmio. Nel primo capitolo è discusso il problema di stabilire una relazione tra elasticità di sostituzione ed i livelli di capitale ed output pro capite quando si considera una funzione di produzione con elasticità di sostituzione variabile. Nel capitolo vengono proposte definizioni di elasticità di sostituzione associata a differenti attrattori ed è introdotto un metodo di misura. L’obiettivo è di comparare modelli dinamici di crescita con funzioni di produzione di tipo VES, sigmoidale o CES. A tal fine, il metodo proposto è applicato al modello di Kaldor considerando una tecnologia VES. Ne emerge che quando le dinamiche sono semplici (convergenza ad un punto fisso), un Paese in cui l’elasticità di sostituzione tra capitale e lavoro è più elevata è caratterizzato da un più alto livello di equilibrio del capitale e dell’output pro capite. Nel caso in cui l’equilibrio di lungo periodo è invece un ciclo o una dinamica più complessa, tale relazione è ambigua. Nel secondo capitolo è analizzato il modello di Kaldor assumendo che la tecnologia sia descritta dalla funzione di produzione Shifted Cobb-Douglas, una funzione di produzione che, differentemente dalla CES e VES precedentemente considerate in letteratura, permette di analizzare le dinamiche sia delle economie non sviluppate che di quelle in via di sviluppo e delle economie sviluppate. Il modello che ne risulta è descritto da una mappa discontinua con presenza di trappola della povertà. Inoltre fenomeni di multistabilità possono emergere: oltre al “vizioso circolo della povertà”, le dinamiche di lungo periodo possono includere fluttuazioni economiche o convergenza ad un livello positivo di capitale pro capite. Possono inoltre emergere bacini complessi; in tal caso una politica economica finalizzata ad aumentare il capitale pro capite può fallire e l’economia può essere catturata dalla trappola della povertà. Nell’ultimo capitolo il modello di crescita neoclassico a tempo discreto e con differenti propensioni al risparmio è studiato assumendo la funzione di produzione Kadiala, rilevante dal punto di vista economico per la sua peculiarità di presentare una elasticità di sostituzione simmetrica rispetto al capitale ed al lavoro. Viene mostrato che, se i lavoratori risparmiano più dei capitalisti, il percorso di crescita è limitato ed il limite è indipendente dal tasso di risparmio dei capitalisti. Inoltre, la crescita delle economie non sviluppate è influenzata dal tasso di risparmio dei capitalisti mentre il livello di capitale pro capite delle economie sviluppate è influenzato dalla propensità al risparmio dei lavoratori. Fenomeni di multistabilità possono emergere, pertanto il modello è in grado di spiegare la coesistenza di economie non sviluppate, in via di sviluppo e sviluppate. Fluttuazioni e dinamiche complesse si verificano quando l’elasticità di sostituzione tra i fattori della produzione è minore di uno ed i capitalisti risparmiano più dei lavoratori.
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FORESI, Elisa. "A Multisectoral Analysis for economic policy: an application for healthcare systems and for labour market composition by skills." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251178.

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L’Agenda Digitale Europea stabilisce il ruolo chiave delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) grazie a un mercato digitale unico basato su internet veloce e superveloce e su applicazioni interoperabili, al fine di ottenere vantaggi socioeconomici sostenibili COM(2010)245. Le TIC producono un'innovazione di prodotto e cambiamenti strutturali all'interno di tutto il sistema economico e possiamo affermare che dal punto di vista multisettoriale hanno un ruolo moltiplicativo sulla crescita economica, poiché l’aumento della domanda di TIC stimola a sua volta tutte le altre produzioni. Inoltre come riscontrato in letteratura economica, nelle istituzioni internazionali, nonché confermate dai dati periodici rilasciati dagli uffici statistici nazionali, una maggiore incidenza della popolazione attiva formalmente istruita in associazione con l'adozione delle TIC è altamente correlata ad una crescita robusta, sostenibile ed equa. In questo quadro è importante valutare il ruolo delle TIC nel sistema economico, in particolare verrà analizzato il ruolo delle TIC sia rispetto ad un particolare settore quello della sanità, che dal lato dei soggetti che dovrebbero essere parte attiva nella gestione delle TIC ovvero la situazione delle abilità digitali dei lavoratori dipendenti. Il primo articolo si focalizza sul ruolo delle TIC nella determinazione dell’output del settore sanitario, utilizzando il database WIOD (World Input Output Database), di 24 paesi nell’arco temporale 2000-2014, tenendo conto anche dei differenti sistemi sanitari nazionali. La produzione del settore “Sanità e Servizi Sociali” assume, almeno in alcuni paesi specifici, il ruolo di stimolo all’innovazione che compensa ampiamente quello di peso sul bilancio pubblico. Nel secondo articolo analizziamo come l’uso delle TIC stia progressivamente aumentando nel sistema sanitario italiano e in particolare come l'introduzione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), strumento di condivisione dei dati sanitari del singolo cittadino, potrebbe determinare cambiamenti nella produzione sui servizi sanitari. Verranno analizzati gli eventuali cambiamenti strutturali dei processi produttivi e della produzione totale applicando l'Analisi Strutturale di Decomposizione (SDA). La base dati di riferimento sarà la tavola di Input-Output riferita a due diversi periodi al fine di individuare i risultati sia degli effetti tecnologici sia della domanda finale a livello settoriale. Infine l’ultimo articolo ha l’obiettivo di valutare le conseguenze dei cambiamenti nella composizione dell'occupazione per competenza digitale all’interno del flusso di produzione e distribuzione del reddito. Verrà costruita una Matrice di Contabilità Sociale (SAM) che consente di rappresentare le relazioni tra i cambiamenti di produzione delle attività e i cambiamenti di compensazione dei dipendenti per competenze, grado di digitalizzazione e genere. LA SAM sviluppata nel documento è relativa all'Italia nel 2013; il lavoro è disaggregato in competenze formali / non formali / informali e, inoltre, competenze digitali / non digitali. Le abilità digitali del lavoro seguono la definizione di “competenza formale” della Commissione Europea (2000): i) competenza formale a seconda del livello di istruzione e formazione; ii) competenza non formale acquisita sul posto di lavoro e attraverso le attività delle organizzazioni e dei gruppi della società civile; iii) competenza informale non acquisita intenzionalmente durante la vita. In questo quadro è stata introdotta un'ulteriore classificazione di input di lavoro basata sull'uso / non utilizzo di computer collegati a Internet. Sulla base della SAM, è stato implementato un modello multisettoriale esteso. Infine, verrà individuata una struttura adeguata di domanda finale che consente di ottenere i migliori risultati in termini di valore aggiunto distribuiti a lavoratori più qualificati con una elevata competenza digitale.
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PETRINI, Maria Celeste. "IL MARKETING INTERNAZIONALE DI UN ACCESSORIO-MODA IN MATERIALE PLASTICO ECO-COMPATIBILE: ASPETTI ECONOMICI E PROFILI GIURIDICI. UN PROGETTO PER LUCIANI LAB." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251084.

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Con l’espressione “marketing internazionale” ci si riferisce a quell’insieme di attività adottate dall’impresa al fine di sviluppare o perfezionare la propria presenza sul mercato estero. Oggetto della presente ricerca è l’analisi degli aspetti problematici che tali attività sollevano sul piano giuridico: attraverso un approccio basato sull’integrazione della cultura economica del marketing d’impresa con quella più propriamente giuridica, l’indagine mira ad individuare le fattispecie di marketing rilevanti sotto il profilo giuridico e giuspubblicistico, ad analizzarne i profili che risultano più critici per l’impresa e proporre soluzioni concrete. La ricerca è stata condotta in collaborazione all’azienda Gruppo Meccaniche Luciani, che oltre ad essere un affermato fornitore di stampi per calzature, progetta design innovativi attraverso una sua articolazione organizzativa creativa, denominata Luciani LAB. L’impresa investe molto nell’innovazione, ed in questo senso, particolarmente significativo è stato l’acquisto di una potente stampante 3D, tecnologicamente all’avanguardia, che ha consentito all’azienda di progettare diversi prodotti, tra cui una borsa, realizzarli in prototipazione rapida, e successivamente renderli oggetto di specifiche campagne promozionali, illustrate nel presente lavoro. Viene evidenziato come queste rispecchino la peculiarità dell’approccio al marketing da parte della piccola/media impresa, descritto dalla dottrina maggioritaria come intuitivo ed empirico, distante da quello teorico e strategico del marketing management. La collaborazione con l’impresa partner del progetto ha costituito il riferimento principale per l’elaborazione del metodo con cui condurre la ricerca: l’azienda ha promosso i propri prodotti mediante diverse strumenti di marketing, come inserti pubblicitari su riviste, campagne di e-mail marketing e fiere di settore. Queste attività si distinguono tra esse non solo rispetto alle funzioni, alle differenti modalità con cui vengono impiegate e al pubblico cui si rivolgono, ma anche e soprattutto rispetto alla disciplina giuridica di riferimento: ognuna di esse infatti è regolata da un determinato complesso di regole e solleva questioni che si inseriscono in una specifica cornice giuridica. Al fine di giungere ad una sistematica trattazione dei profili giuridici connessi, si è scelto di classificare le diverse azioni di marketing in tre gruppi: quelle riferite alla comunicazione, quelle inerenti l’aspetto del prodotto e quelle che si riferiscono al cliente Per ognuna di queste aree si individua una precisa questione critica per l’impresa, e se ne trattano i profili problematici dal punto di vista giuridico. In relazione al primo gruppo, ovvero la comunicazione pubblicitaria d’impresa, si evidenziano le criticità connesse alla possibilità di tutelare giuridicamente l’idea creativa alla base del messaggio pubblicitario: si mette in discussione l’efficacia degli strumenti giuridici invocabili a sua tutela, in particolare della disciplina del diritto d’autore, della concorrenza sleale e dell’autodisciplina. Si prende come riferimento principale il contesto italiano, considerando la pluralità degli interessi pubblici, collettivi ed individuali coinvolti. Il secondo profilo d’indagine riguarda la disciplina giuridica riconducibile all’e-mail marketing, uno degli strumenti più diffusi di comunicazione digitale. L’invasività di questo sistema nella sfera personale dei destinatari impone l’adozione di adeguati rimedi da parte delle imprese per evitare di incorrere nella violazione delle disposizioni a tutela della privacy. Si trattano le diverse implicazioni derivanti dall’uso di tale strumento, in particolare quelle riferite al trattamento dei dati personali alla luce della normativa vigente in Italia e nell’Unione Europea, e connesse alle modalità di raccolta degli indirizzi e-mail dei destinatari potenzialmente interessati. Infine, la costante partecipazione alle fiere di settore da parte dell’azienda dimostra quanto l’esteriorità del prodotto costituisca uno strumento di marketing decisivo per la competitività aziendale, dunque grande è l’interesse dell’impresa a che il suo aspetto esteriore venga protetto dall’imitazione dei concorrenti. Il tema giuridico più significativo che lega il processo di marketing al prodotto dell’azienda è proprio la protezione legale del suo aspetto, ovvero la tutela del diritto esclusivo di utilizzarlo, e vietarne l’uso a terzi. L’aspetto di un prodotto può essere oggetto di protezione sulla base di diverse discipline che concorrono tra loro, sia a livello nazionale che sovranazionale, dei disegni e modelli, del marchio di forma, del diritto d’autore e della concorrenza sleale. Si è scelto di concentrare il lavoro, in particolare, sulla prima: si ricostruisce il quadro normativo e l’assetto degli interessi implicati dalla fattispecie, per arrivare ad evidenziare le principali criticità nell’interpretazione delle norme, sia a livello nazionale, che nell’Unione Europea. Si approfondiscono gli orientamenti di dottrina e giurisprudenza di alcune disposizioni chiave per l’applicazione della disciplina, quali gli artt. 6 e 7 del Regolamento CE, n. 6/2002, concernenti rispettivamente il «carattere individuale» e la «divulgazione», i due requisiti fondamentali per ottenere la registrazione e conseguente protezione giuridica del disegno. Tali nozioni sono soggette ad interpretazioni parzialmente difformi da parte dei giudici dei diversi Stati membri, e ciò contribuisce a minare l’applicazione omogenea della disciplina in tutto il territorio UE. In questo senso, viene messo in evidenza il ruolo chiave dell’orientamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea nell’interpretazione di tali concetti, avente l’effetto di uniformare l’approccio degli Stati. La Direttiva 98/71/CE ha introdotto la possibilità di cumulare la protezione conferita all’aspetto del prodotto dalla disciplina dei disegni e modelli con quella riconosciuta dalle altre normative. Tale previsione solleva questioni di rilievo sistematico e concorrenziale: ci si interroga su quali problemi di tipo sistematico e di concorrenza vengano sollevati dal riconoscimento su uno stesso prodotto della protezione sia come disegno che come marchio di forma, e sia come disegno che come opera dell’ingegno. In particolare nell’ambito del diritto dei marchi d’impresa e del diritto d’autore, le tutele hanno durata potenzialmente perpetua, diversamente dalla registrazione come disegno o modello, che garantisce la titolarità del diritto di utilizzare il proprio disegno in via esclusiva per un periodo limitato di massimo 25 anni. Questa differenza temporale rende il cumulo problematico sia a livello di coordinamento, che di concorrenza, poiché incentiva il sorgere di “monopoli creativi” sulle forme del prodotto. Il presente lavoro ha come obiettivo l’ampliamento della conoscenza sul tema del marketing con particolare riferimento ai profili giuridici che si pongono, con riguardo alla promozione del prodotto nell’ambito dell’Unione Europea. Si ritiene che il valore aggiunto e l’aspetto più originale della ricerca consista nella sua forte aderenza alla realtà della piccola/media impresa: tramite l’integrazione della ricerca giuridica e dello studio dei fenomeni di marketing si delineano i problemi pratici che questa si trova a dover affrontare nell’implementazione delle attività quotidiane di marketing. Tale indagine vuole essere utile a tutte le piccole/medie imprese che si trovano impreparate nell’affrontare le sfide poste dal marketing e nel conoscere le implicazioni giuridiche che da questo derivano.
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RECCHI, Simonetta. "THE ROLE OF HUMAN DIGNITY AS A VALUE TO PROMOTE ACTIVE AGEING IN THE ENTERPRISES." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251122.

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Ogni azienda che si riconosca socialmente responsabile deve occuparsi dello sviluppo delle carriere dei propri dipendenti da due punti di vista: quello individuale e personale e quello professionale. La carriera all’interno di un’azienda coinvolge, infatti, la persona in quanto individuo con un proprio carattere e una precisa identità e la persona in quanto lavoratore con un bagaglio specifico di conoscenze e competenze. L’azienda ha, quindi, il compito di promuovere carriere professionalmente stimolanti che si sviluppino in linea con i suoi stessi valori, la sua visione e la sua missione. Nel panorama moderno, aziende che sviluppano la propria idea di business nel rispetto dei lavoratori proponendo loro un percorso di crescita, si mostrano senza dubbio lungimiranti. Un tale approccio, però, non basta a far sì che vengano definite socialmente responsabili. I fattori della Responsabilità Sociale d’Impresa sono infatti numerosi e, ad oggi, uno dei problemi principali da affrontare è quello del progressivo invecchiamento della popolazione. Dal momento che la forza lavoro mondiale sta invecchiando e che si sta rispondendo al problema spostando la linea del pensionamento, tutte le aziende sono obbligate a mantenere le persone il più a lungo possibile attive e motivate a lavoro. L’età è spesso visto come un fattore di diversità e di discriminazione, ma nello sviluppare la mia argomentazione, cercherò di dimostrare che una politica del lavoro che supporti l’idea dell’invecchiamento attivo può trasformare questo fattore da limite in opportunità. Il rispetto degli esseri umani, a prescindere dalle differenze legate all’età, dovrebbe essere uno dei valori fondanti di ogni impresa. Nel primo capitolo della tesi, svilupperò il tema della dignità umana così come è stato concepito a partire dalla filosofia greca fino alla modernità. La dignità intesa come valore ontologico, legato all’essenza dell’uomo, diventerà con Kant il fattore di uguaglianza tra tutti gli esseri viventi, la giustificazione del rispetto reciproco. Il concetto di dignità verrà, poi, definito nel secondo capitolo come il principale valore che deve ispirare l’azione sociale delle imprese, come l’elemento che garantisce il rispetto di ogni dipendente che prima ancora di essere un lavoratore è un essere umano. La dignità è ciò che rende l’essere umano degno di essere considerato un fine in se stesso piuttosto che un mezzo per il raggiungimento di un fine esterno. Nell’era della globalizzazione, dove il denaro è il valore principale, gli esseri umani rischiano di diventare un mezzo al servizio dell’economia. A questo punto, il rispetto della dignità deve divenire il fondamento di un ambiente di lavoro che promuove la crescita e la fioritura dell’essere umano. Nel secondo capitolo cercherò quindi di dimostrare come l’idea di dignità possa promuovere un management “umanistico” centrato sul rispetto dell’essere umano. Un’impresa socialmente responsabile può promuovere il rispetto di ogni lavoratore se fa propri i valori di dignità e uguaglianza. Attraverso la teoria dello Humanistic Management che veicola tali valori, il lavoro diventa un luogo in cui l’uomo può esprimere se stesso, la sua identità, le sue conoscenze e competenze. Inoltre, dal momento che la popolazione sta invecchiando, le aziende devono farsi carico della forza lavoro più anziana, come è emerso sopra. A questo punto, nel terzo capitolo, il concetto della Responsabilità Sociale d’Impresa sarà analizzato nel suo legame con i temi dell’invecchiamento attivo e della diversità sul posto di lavoro. Conosciamo diverse ragioni di differenza a lavoro: genere, cultura, etnia, competenze, ma qui ci concentreremo sul fattore età. È naturale che i lavoratori anziani abbiano un’idea di lavoro diversa da quella dei giovani e che le loro abilità siano differenti. Ma questa diversità non deve essere valutata come migliore o peggiore: essa dipende da fattori che analizzeremo e che l’impresa socialmente responsabile conosce e valorizza per creare un ambiente di lavoro stimolante e collaborativo, eliminando possibili conflitti intergenerazionali. Alcune delle teorie che permettono di raggiungere tali obiettivi sono il Diversity Management e l’Age Management: ogni impresa può promuovere pratiche per valorizzare gli anziani, permettendo loro di rimanere più a lungo attivi e proattivi a lavoro e di condividere le proprie conoscenze e competenze. L’ultimo capitolo della tesi si concentrerà su un caso di azienda italiana che ha sviluppato uno strumento di valorizzazione di collaboratori over 65. Sto parlando della Loccioni, presso cui ho svolto la ricerca applicata e che promuove il progetto Silverzone, un network di persone in pensione che hanno conosciuto l’azienda nel corso della loro carriera e che continuano a collaborare con essa ancora dopo il pensionamento. Per capire l’impatto qualitativo e quantitativo che il progetto ha sull’azienda, ho portato avanti un’analisi qualitativa dei dati ottenuti grazie a due tipi di questionari. Il primo ha visto il coinvolgimento dei 16 managers della Loccioni a cui sono state sottoposte le seguenti domande: 1. Chi sono i silver nella tua area di business? Quali i progetti in cui essi sono coinvolti? 2. Qual è il valore del loro supporto per l’azienda? E, allo stesso tempo, quali sono le difficoltà che possono incontrarsi durante queste collaborazioni? 3. Qual è la frequenza degli incontri con i silver? 4. Perché l’azienda ha bisogno di questo network? Successivamente, ho sottoposto un altro questionario agli 81 silver della rete. Di seguito i dettagli: 1. Qual è il tuo nome? 2. Dove sei nato? 3. Dove vivi? 4. Qual è stato il tuo percorso formativo? 5. Qual è stata la tua carriera professionale? 6. Come e con chi è avvenuto il primo contatto Loccioni? 7. Come sei venuto a conoscenza del progetto Silverzone? 8. Con quali dei collaboratori Loccioni stai lavorando? 9. In quali progetti sei coinvolto? 10. Potresti descrivere il progetto in tre parole? 11. Che significato ha per te fare parte di questa rete? 12. Nella tua opinione, come deve essere il Silver? 13. Che tipo di relazioni hai con i collaboratori Loccioni? 14. Quali dimensioni umane (dono, relazione, comunità, rispetto) e professionali (innovazione, tecnologia, rete) emergono lavorando in questo progetto? Il progetto Silverzone è sicuramente una buona pratica di Age Management per mantenere più a lungo attivi i lavoratori over 65. I progetti in cui i Silver sono coinvolti hanno un importante impatto economico sull’impresa, in termini di investimento ma anche di guadagno. Ad ogni modo, qui la necessità di fare profitto, stando a quanto è emerso dai risultati delle interviste, è subordinata al più alto valore del rispetto dei bisogni umani che diventa garante di un posto di lavoro comfortable, dove si riesce a stringere relazioni piacevoli, collaborative e produttive.
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GORLA, Sandra. "Metamorfosi e magia nel Roman de Renart. Traduzione e commento delle branches XXII e XXIII." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251268.

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Анотація:
Il presente lavoro è incentrato su due branches del Roman de Renart, delle quali propone la prima traduzione completa del testo in italiano e un’analisi al contempo interpretativa, letteraria e filologico-testuale. Il lavoro risulta diviso in due grandi nuclei contraddistinti. La prima parte, comprensiva di due capitoli, affronta l'analisi della tradizione manoscritta e la traduzione del testo delle due branches in italiano (considerando anche le interpolazioni del ms. M). La seconda parte, nuovamente suddivisa in due capitoli, costituisce il necessario accompagnamento critico-letterario al lavoro di traduzione. Tradizione e traduzione. Prima ancora di affrontare la traduzione del testo e la sua interpretazione, è stato necessario porsi il problema di quale testo tradurre. Il primo capitolo, pertanto, affronta la tradizione – e dunque l’edizione – del Roman de Renart, tenendo in considerazione che per quest’opera medievale è praticamente impossibile stabilire uno stemma codicum che sia utile ad una ricostruzione del testo in senso lachmanniano, e dunque scegliere tra una delle edizioni disponibili significa nei fatti scegliere uno dei codici relatori. Viene altresì discussa la questione riguardante l'ordine in cui restituire le due branches. E' risultato impossibile stabilire quale fosse l’ordine migliore e più fedele alla tradizione. Per questo ci si è arresi all’evidenza che anche la disposizione stessa del testo non possa essere assolutamente neutrale, ma includa elementi interpretativi. Il lavoro di traduzione – che occupa il secondo capitolo – costituisce una parte fondamentale della tesi, sia per la voluminosità del testo originale sia per i numerosi problemi 'tecnici' che necessariamente si susseguono sul cammino di chi affronti l'opera di traduzione-interpretazione di un testo medievale. La traduzione è accompagnata da un apparato di note che rendono conto delle scelte operate nei passaggi più complessi e che forniscono indicazioni utili alla comprensione del testo, soprattutto nel caso di riferimenti sottesi a un’enciclopedia presumibilmente condivisa dall’autore e il suo pubblico ma difficilmente discernibili dal lettore moderno. Il terzo capitolo è interamente dedicato alla branche XXII nella versione ‘indipendente’ (BCL); vengono messe in luce le peculiarità e le caratteristiche che la avvicinano al genere dei fabliaux e vengono avanzate delle ipotesi interpretative che evidenziano quelli che si ritengono essere aspetti unici e significativi dell’episodio all’interno dell'intero ciclo. Viene messo in rilievo come il ricorso a temi relativi alla sfera sessuale e corporea e l’uso di un lessico esplicito e a tratti osceno, sebbene ovviamente non esclusivi di questa branche del Roman de Renart, venga qui presentato in un contesto narrativo unico. L'ultimo capitolo della tesi si concentra invece sui testi tramandati da M delle branches XXII e XXIII. Si è cercato innanzitutto di ricostruire i numerosi legami intertestuali che la branche XXIII intesse innanzitutto con le altre branches del RdR (in particolare I, Va, VI, X) e di analizzare le specifiche tecniche narrative dialogiche e polifoniche impiegate all'interno del testo. Per la prima parte del commento, che riguarda poco più di metà della branche ed è dedicata alla lunga narrazione di uno dei processi giudiziari di cui è protagonista Renart, si è scelto di seguire l’ordine diegetico dell’episodio; la complessità dell'ambiente legale impone infatti di seguire con la massima attenzione il serrato alternarsi di accuse, contro-accuse e testimonianze. Data la concentrazione di diversi nuclei narrativi che caratterizza questa seconda parte, l'analisi del testo si discosta a questo punto dall'impostazione cronologica e procede invece per tematiche. Vengono dunque analizzati la figura e l'inedito ruolo di consigliera di Hermeline. Il commento procede poi con un'analisi delle ulteriori peculiarità presenti nella branche XXIII, nel momento in cui il protaginista si reca a Toledo per apprendere le arti magiche: questo viaggio è l’unico vero viaggio che la volpe compie al di fuori del regno nell’intero Roman. Spiccano, qui, la dimensione quasi epica, arturiana, del viaggio, che si traduce in un percorso di formazione per il personaggio; le nuove qualità acquisite da Renart magicien – un intermediario fra due mondi – e l’importanza delle parole nel veicolare il potere dell’art d’enchantement. L'originalità della branche XXIII ha così una vera e propria evoluzione di Renart, che si presenta come un Renart demiurgo. Il commento prosegue a questo punto tornando nuovamente alla branche XXII, questa volta nella versione del ms. M. Benché il testo di M riporti un’importante lacuna (per la caduta del bifolio centrale di un fascicolo) che impedisce di valutare complessivamente l’operazione di riscrittura, sono state esaminate, per quanto possibile, le modalità con cui il testo è stato interpolato dal codice e avanzato delle ipotesi su come e perché possa essere stata compiuta questa operazione, tenendo presente anche i rapporti che intercorrono tra M e il ms. C della sua stessa famiglia, che operano entrambi importanti scelte di riorganizzazione della materia narrativa e dell’ordine di disposizione delle branches rispetto agli altri codici relatori del Roman de Renart.
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