Дисертації з теми "Migrazione di genere"
Оформте джерело за APA, MLA, Chicago, Harvard та іншими стилями
Ознайомтеся з топ-24 дисертацій для дослідження на тему "Migrazione di genere".
Біля кожної праці в переліку літератури доступна кнопка «Додати до бібліографії». Скористайтеся нею – і ми автоматично оформимо бібліографічне посилання на обрану працю в потрібному вам стилі цитування: APA, MLA, «Гарвард», «Чикаго», «Ванкувер» тощо.
Також ви можете завантажити повний текст наукової публікації у форматі «.pdf» та прочитати онлайн анотацію до роботи, якщо відповідні параметри наявні в метаданих.
Переглядайте дисертації для різних дисциплін та оформлюйте правильно вашу бібліографію.
Mazzotta, Ilaria <1990>. "Migrazione e questioni di genere. La condizione delle donne migranti ai giorni nostri." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16308.
Повний текст джерелаMeniconi, Martina <1997>. "Migrazione, accudimento e identità di genere: la narrazione del lavoro di cura delle donne migranti nella Cina contemporanea." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21550.
Повний текст джерелаMARCU, OANA. "Giovani rom e dinamiche di genere: tecniche e strumenti per la ricerca azione." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/986.
Повний текст джерелаThe research is focused on the process of gender and ethnic identity construction in migration, on multiple axes that represent migrant’s belongings: ethnicity, gender, and class. The methodological approach is based on the action research perspective and proposes an engaged, emotional and relational way of doing research, in order to promote individuals and groups in social empowerment processes. The privileged method is ethnography, in a transnational context, based on building relationships of trust with participants and combining visual methods, biographical interviews, and peer research in order to narrate the complex picture of migrant youth experiences and to reach all the actors involved. Young Roma’s migratory experience connects the South West of Romania to Milan, in transnational circuits and kinship networks. The participants are involved street economies: they beg, play music, or pickpocket on a daily basis. Some of the practices, in the encounters between groups in migration, come to symbolize tradition and mediate difference between Roma and non-Roma, or between different groups of Roma. Such are the practices related to the virginity of young girls, matrimonies and the control over the bodies and sexuality of young girls. By maintaining strong distinctions between gendered life paths, stigma afflicted groups reclaim valued identity attributes related to an essentially different family order, discursively used in order to re-state ethnic and status differences between “us”, the “majority” group, and other Roma groups. Young men and women contextualize these scenarios, the traditional as well as occidental “stylistics of existence”, and separate their gendered performances in the various spaces of their migrant life. They define new belongings able to construct valued identities and permanently challenge the systems of practice, in a continuous dialogue between “us” (in-group) and “I” (individual identities).
MARCU, OANA. "Giovani rom e dinamiche di genere: tecniche e strumenti per la ricerca azione." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/986.
Повний текст джерелаThe research is focused on the process of gender and ethnic identity construction in migration, on multiple axes that represent migrant’s belongings: ethnicity, gender, and class. The methodological approach is based on the action research perspective and proposes an engaged, emotional and relational way of doing research, in order to promote individuals and groups in social empowerment processes. The privileged method is ethnography, in a transnational context, based on building relationships of trust with participants and combining visual methods, biographical interviews, and peer research in order to narrate the complex picture of migrant youth experiences and to reach all the actors involved. Young Roma’s migratory experience connects the South West of Romania to Milan, in transnational circuits and kinship networks. The participants are involved street economies: they beg, play music, or pickpocket on a daily basis. Some of the practices, in the encounters between groups in migration, come to symbolize tradition and mediate difference between Roma and non-Roma, or between different groups of Roma. Such are the practices related to the virginity of young girls, matrimonies and the control over the bodies and sexuality of young girls. By maintaining strong distinctions between gendered life paths, stigma afflicted groups reclaim valued identity attributes related to an essentially different family order, discursively used in order to re-state ethnic and status differences between “us”, the “majority” group, and other Roma groups. Young men and women contextualize these scenarios, the traditional as well as occidental “stylistics of existence”, and separate their gendered performances in the various spaces of their migrant life. They define new belongings able to construct valued identities and permanently challenge the systems of practice, in a continuous dialogue between “us” (in-group) and “I” (individual identities).
Lisma, Mariangela. "L’immigrazione femminile in Italia tra paese di accoglienza e di origine: welfare, co-sviluppo e questioni sociali a cavallo tra due mondi. Le badanti rumene in Italia." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8616.
Повний текст джерелаTitolo: “L’immigrazione femminile in Italia tra paese di accoglienza e di origine: welfare, co-sviluppo e questioni sociali a cavallo tra due mondi. Le badanti rumene in Italia” Caso : Caratteristiche e strategie delle badanti rumene in Italia in rapporto allo sviluppo nel paese d’ origine e in quello di arrivo. Tema : Migrazione di genere, lavoro di cura, rimesse, co-welfare, transnazionalismo, welfare transnazionale, reti migratorie. Constatazione : Le migranti rumene mirano al benessere ed ad uno standard di vita più elevato per i familiari da loro dipendenti che rimangono in patria attraverso l’ invio di rimesse e sfruttando il differenziale salariale. Per raggiungere tale obiettivo si spostano in uno spazio circolare transnazionale, sfruttando risorse comunitarie e nuovi dispositivi legati alla migrazione, creando sviluppo nel loro paese di origine e sopperendo a gap strutturali (carenza di welfare istituzionale) in quello di arrivo. Domanda di partenza: con quali modalità e in che misura le donne migranti rumene (lavoratrici di cura) sono portatrici, attraverso l’ attivazione di strategie migratorie, di istanze di sviluppo nei paesi di origine e di arrivo? Direzione : Famiglie transnazionali, specializzazione etnica del lavoro di cura, rimesse, transnazionalismo, welfare familistico. Dominio : Sociologia delle relazioni interetniche, Sociologia delle migrazioni, Welfare state policies, EU social policy, Social psychology of intergroup relations. Il tema della ricerca riguarda le donne rumene immigrate in Italia che lavorano nel settore della cura come badanti. La ricerca è stata svolta in Sicilia, in Provincia di Trapani. Tali donne hanno, generalmente, lasciato la famiglia in patria a cui inviano i guadagnati percepiti e vivono in co-residenza con gli anziani che accudiscono. Per tamponare la mancanza della famiglia creano delle reti informali che fungono come motore di ricerca del lavoro e come gruppo di mutuo aiuto. La metodologia impiegata è quella propria della ricerca sociologica e si è articolata in più fasi. La scelta del target e del contesto di installazione non è casuale: quella delle badanti rumene è una realtà in rapidissima espansione a causa della sempre maggior richiesta di lavoratori di cura a basso costo, alla carenza di strutture pubbliche in grado di accogliere il numero crescente di anziani non auto-sufficienti e ai costi proibitivi delle strutture private e dell’ assistenza domiciliare autoctona (quando disponibile). La diffusione delle badanti si lega da un lato alla centralità che ancora ricopre la famiglia in Italia come luogo di tutela e protezione e come canale di mediazione sociale, e dall’ altro ad un welfare che ha delegato alle donne della famiglia la soddisfazione dei bisogni connessi alla riproduzione quotidiana. Il ricorso massiccio a un mercato della cura straniero flessibile, a prezzi contenuti e apparentemente illimitato, sembra la chiave per conservare il tradizionale welfare familista, tipico dei regimi mediterranei. L’impiego di donne immigrate come collaboratrici familiari e aiutanti domiciliari viene visto allora come una risorsa per puntellare le difficoltà sempre più evidenti delle famiglie (e delle donne sposate italiane) nel reggere carichi domestici e assistenziali crescenti. Il modello italiano di welfare risulta insostenibile alla luce delle proiezioni demografiche, e risolvendosi in assunzione di un’assistente familiare al nero legittima il welfare sommerso e parallelo. Alle badanti si richiede spesso un notevole investimento emotivo nel lavoro con l'anziano senza considerare invece la loro difficoltà a gestire a distanza il rapporto con la loro famiglia e i loro figli. Il carico di lavoro troppo pesante dopo anni può condurle ad uno stato depressivo e di disorientamento. I figli, lasciati nel paese di origine, sono affidati a “figure sostitutive” quali nonne, sorelle, vicini, meno spesso sono i padri che se ne prendono cura. Le madri, pur vivendo in paesi diversi da quelli dei figli, cercano di tenere vivi da lontano i contatti e la partecipazione alle vicende e alle scelte familiari e adottano strategie transnazionali. Nella creazione e nel mantenimento di reti, familiari o estese, le donne sono spesso le principali protagoniste attive e giocano un ruolo centrale nella formazione di reti, benché le reti familiari non siano una semplice trasposizione delle reti esistenti: sotto l'effetto della migrazione, l'unità familiare tende a ricomporsi e reinventarsi costantemente. Le strategie migratorie sono inquadrate principalmente nella cornice della minimizzazione dei rischi e della massimizzazione delle aspettative di riuscita nelle economie globalizzate. La migrazione dalla Romania verso l’ Italia, crea vuoti di di cura (care drain). Esiste una forte interdipendenza tra i nostri sistemi di welfare e quelli dei Paesi di origine delle badanti e quindi una conseguente necessità di pensare a politiche transnazionali che tengano conto di questi squilibri. È a questo proposito che gli studiosi del fenomeno parlano di welfare transnazionale: un welfare che tenga conto di politiche varate per soddisfare il paese di arrivo ma anche quello di provenienza, di soluzioni polifoniche e concertate a livello internazionale con ripercussioni sulla dimensione transnazionale della questione, le famiglie.
XXV Ciclo
1983
Liviero, Anita <1989>. "In-migrate. Migrazioni interne in Albania e questione di genere femminile." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6213.
Повний текст джерелаBarbisan, Camilla <1996>. "ESSERE UOMINI NELLA MIGRAZIONE. IL VIAGGIO DI GIOVANI UOMINI AFGHANI VERSO L'ITALIA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18292.
Повний текст джерелаCOLOMBO, CHIARA. "Adolescenti in migrazione: la rappresentazione visuale di identità e chances di vita." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1248.
Повний текст джерелаThe study’s aim is to describe the construction and representation of identity during the adolescent transition. Hypothesizing circularity and reciprocal determination between individuals and society, the study deals with the topic of identity as the result of reflexivity and lifetime chances which are offered by the context. Attention is focused on adolescents with foreign origins, chosen as the subject of study because they are called to experience identity transition in a way which is broadened due to their migratory experiences, and exemplified by paths involving Self-construction which their Italian peers also follow. The analysis thus underscores the generational analogy between Italian and foreign adolescents and the plurality of definitions of identity, also irrespective of any migratory experience. The study followed the visual sociology approach, both in theoretical and analytical terms as well as at the level of empirical research. The 12 Italian and foreign adolescents who were interviewed spoke about themselves through images and videos. 3 types of identity construction were identified thanks to these presentations: relational, planners and dreamers, and a reciprocal connection between individuals and society, and the plurality of paths in the transition to adult life were confirmed.
COLOMBO, CHIARA. "Adolescenti in migrazione: la rappresentazione visuale di identità e chances di vita." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1248.
Повний текст джерелаThe study’s aim is to describe the construction and representation of identity during the adolescent transition. Hypothesizing circularity and reciprocal determination between individuals and society, the study deals with the topic of identity as the result of reflexivity and lifetime chances which are offered by the context. Attention is focused on adolescents with foreign origins, chosen as the subject of study because they are called to experience identity transition in a way which is broadened due to their migratory experiences, and exemplified by paths involving Self-construction which their Italian peers also follow. The analysis thus underscores the generational analogy between Italian and foreign adolescents and the plurality of definitions of identity, also irrespective of any migratory experience. The study followed the visual sociology approach, both in theoretical and analytical terms as well as at the level of empirical research. The 12 Italian and foreign adolescents who were interviewed spoke about themselves through images and videos. 3 types of identity construction were identified thanks to these presentations: relational, planners and dreamers, and a reciprocal connection between individuals and society, and the plurality of paths in the transition to adult life were confirmed.
RIZZO, MARIALISA. "EDUCAZIONE FEMMINILE INFORMALE E PASSAGGI GENERAZIONALI. Una ricerca etnopedagogica con tre generazioni di donne dalle origini pugliesi a Milano e hinterland." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241071.
Повний текст джерелаThe pedagogical research has its focus on three female generations with Apulian origins who live in Milan or in its hinterland: “grandmothers”, migrated between ‘50s-‘60s, “mothers” and “daughters”. This research tried to observe the different educational feminine paths that there are into various social spaces and times and that are dense of informal educational experiences. The theoretical framework of this research is composed by social pedagogical studies, gender studies and studies on migrations. The internal migration and the stereotypes about Southern women played an important role in grandmothers’ educational paths. On the other hand, for the other women (“mothers” and “daughters”), the “new territories” of reference, the peer groups and the male and female adults in their families were important. Their families, differently of Northern ones, were not manifestly involved in economical-boom phenomena and in the social transformations of that time. The research – wondering how the daughters are growing – tried to reflect on the joint action of gender, generation and cultural heritage on female walks of life and it tried to observe – among three generations – the reiterations/alterations of gender messages and performances. Not only It wanted to understand the “transformative possibilities” opened by women for their daughters, but also the collusive behaviours about some hypothesis of female and Southern people’s subordination (but not only them) that were offered in the generational passages. Moreover, it wanted to study the role of the territories in which these first women arrived and in which their descendants live, in structuration of some occasions of alternative learning and critical thinking. Data were collected by an ethno-pedagogical system, mainly with semi-structural in-depth interviews. The analysis used the intersectional, translocal and intergenerational criteria. Others tools were informal moments with triads, in which it has been possible to observe in a participatory way and, in a second time, to write a diary of research. The occasions of restitution of stories were among these fundamental moments. The pedagogical analysis has raised some “identity matters” not fully resolved, affecting contemporary biographies and popular neighborhoods in which different migrations overlap now. These “unresolved issues” bring some women to try to defend their “unstable centrality”, earned during the time, by distancing themselves from backwardness that has been lived in personal biography (with several subordinations), in personal family and in current society. Actually, the society still promotes and remains silent about women’s subordinations, mainly about young women’s one. Thus, this backwardness was and it is lived by these women but it is assigned to other femininities, considered marginal relating to a (illusory) vantage position reached today. With this disregard, the daughters also risk to stake in the war of symbols, unknowingly sustaining other wars, removed from the daily life and based on the democratization of Middle East in which women are seen as subordinated to their men and to their backward culture. Today, different women compete with each other but they don’t perceive themselves in the similar social-situation and they unconsciously hinder the social transformation, necessary in the permanence of male-dominating tradition. In some common reflection about these issues (as a common restitution with daughters and a theater performance), it could be possible to reflect and to legitimize the drawing of some transversal issues among different stories and this could create a new knowledge about Italian contemporary society. These events could open some alternative dialogues between different femininities (but not only them) who now live together the same social structure characterized by gender issues and other migratory phenomena.
Toffanin, Angela Maria. "Le condizioni del riconoscimento. Violenza sulle donne, migrazioni, cittadinanza." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423460.
Повний текст джерелаQuesta ricerca indaga i rapporti di genere a partire dall’esperienza migratoria di donne nate e cresciute in Paesi del Centro e Sud America e trasferitesi in Veneto. Le dimensioni considerate riguardano la violenza contro le donne, così come viene riconosciuta dalle intervistate, e le tensioni di riconoscimento legate alle esperienze di vita, di lavoro, familiari e di coppia, collegate sia alla migrazione che all’organizzazione della vita quotidiana in Italia. Usando la violenza simbolica (Bourdieu, 1998) come approccio interpretativo e l’intersezionalità – tra genere, classe, race, etc.- come sguardo analitico (Crenshaw, 1991, Mason, 2002), la ricerca analizza le condizioni attraverso cui le donne intervistate si riconoscono come “soggetti”, “soggetti nel mondo” e “cittadine”, con i “successi” e “fallimenti” relativi. Il riconoscimento è inteso come svelamento a se stesse della violenza di genere, ma anche come processo dialogico tra la dinamica autoriflessiva e quella intersoggettiva rispetto a diversi ambiti di vita (Honneth, 2002). Questa duplice prospettiva viene qui considerata indispensabile per la costruzione delle traiettorie in cui le “identità” sono generate nella pratica sociale (Boschetti, 1988). La violenza simbolica è intesa come un costrutto utile a identificare pratiche e significati delle violenze. Si situa in un orizzonte simbolico e culturale strutturato e dato per scontato, in cui sono costruite gerarchie e asimmetrie tra donne e uomini che appaiono naturalizzate, invisibili, legittimate. Il focus della ricerca, dunque, è sulla “normalità” delle relazioni e dei processi della vita quotidiana. La ricerca si basa sull’analisi di interviste biografiche, raccolte prevalentemente sotto forma di racconti di vita (Bichi 2004) e sull’osservazione partecipante (Clifford e Marcus, 1986) di relazioni della vita quotidiana in famiglia e durante feste. Principalmente in casa, ma anche in luoghi pubblici (bar, sedi di associazioni, il Dipartimento di Sociologia) si sono realizzati 71 incontri etnografici che hanno coinvolto attivamente 36 donne residenti in varie località del Veneto. Nessuna delle intervistate è stata scelta sapendo che era o era stata vittima di violenze specifiche. Il genere quale elemento costitutivo di relazione di potere (Scott, 1986) viene assunto come costrutto decisivo per l’analisi del domino maschile, e viene affiancato ad altri costrutti (p.e. classe e race) per approfondire “quale differenza faccia la differenza” (Crenshaw, 1991) considerando anche gli spazi d’agency e di negoziazione presenti nel campo dei rapporti di genere. Dopo l’arrivo in Italia i posizionamenti delle intervistate nel campo dei rapporti e delle relazioni di genere possono mutare. In alcuni casi l’asimmetria tra donne e uomini si riduce mentre in altri i ruoli di genere sembrano essere “ri-tradizionalizzati”. L’analisi mette in evidenza l’influenza dei processi di razzializzazione (Balbo 2006) e di svalutazione sociale (Sayad, 2002) che le donne subiscono nei contesti d’arrivo. In particolare, il processo di iper-sessualizzazione subito dalle intervistate a partire dalla loro provenienza geografica, anche in assenza di habitus corporei molto definiti, sembra produrre una trasformazione qualitativa della violenza a partire dall’incorporazione di costrutti gerarchici di differenza riconducibili al fatto che siano donne, migranti e “latine”. In Italia alcune donne riescono a costruire le condizioni per superare la violenza, altre invece diventano più vulnerabili sia nell’ambito delle relazioni di coppia sia in quello professionale. I risultati della ricerca individuano alcune condizioni che sembrano incidere sui loro percorsi. Le differenze dipenderebbero dai riconoscimenti positivi o negativi nelle relazioni precedenti, dai modelli di genere cui l’intervistata e la sua rete sociale si riferiscono, dall’allargamento o dalla riduzione delle proprie reti sociali, dalla condizione di regolarità o irregolarità amministrativa, dalla capacità e dalla possibilità di utilizzare i servizi pubblici o del privato sociale, dal successo o meno di un progetto professionale, dalla dipendenza o dall’autonomia, anche materiale, dal partner. Per tutte è rilevante il percorso riflessivo sulle proprie relazioni. L’analisi si è focalizzata anche sui modelli di femminilità e di amore cui le donne si riferiscono e che agiscono, attraverso habitus e disposizioni, nelle relazioni della vita quotidiana. Queste rappresentazioni sono state analizzate a partire da relazioni di coppia per individuare le condizioni in cui sia possibile condurre una vita libera da violenza. Tali condizioni sembrano risiedere nella costruzione di un’autonomia reciproca (materiale, sociale, simbolica e culturale) che rende entrambi i partner liberi di ridefinire o interrompere la relazione. Infine, si sono approfonditi i percorsi di ricongiungimento dei figli in Italia quali pratica positiva di riconoscimento come “donne e cittadine”, capaci di riprendere una biografia sospesa.
Haddad, Luca <1988>. "Coro Moro e Coro Voci dal Mondo: storie di musica negli studi sulle migrazioni." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17481.
Повний текст джерелаCaneva, E. "Adolescenza e migrazione : percorsi identitari e relazioni amicali nei giovani di origine straniera." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2008. http://hdl.handle.net/2434/53867.
Повний текст джерелаNAVA, ANNALISA. "PRATICHE ILLEGALI, AGIRE CRIMINALE E FENOMENO MIGRATORIO. IL CASO DEL CARA DI MINEO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/740847.
Повний текст джерелаThis dissertation aims to include the impact of securitization policies on the concrete reality of the Italian reception system, with a particular focus on the illegal and criminal dynamics that they contribute to generate. The research is part of a very particular historical moment, which sees reception policies subject to large-scale changes. The case study analyzed concerns the “Cara of Mineo”, the largest national reception center, definitively closed in July 2019. In this structure, the mechanisms and short circuits of the entire system are reproduced, amplified. In particular, the investigation deals with the unstable boundary between legal and illegal practices developed in a context marked by marginalization and isolation. Certain specific criminal conducts belong to these dynamics, such as the development of a Nigerian organized crime cell, which are always examined with respect to the relationship with the ground in which they spread. According to the results of the field research, what is configured as a sort of "factory of irregularity" plays a crucial role in overlapping the concepts of victimization and criminal agency.
Sanzeni, Alice <1986>. "Il Pianeta degli esseri umani. Ambiente, clima, risorse, esseri umani, migrazioni: storia, contemporaneità e prospettive future di una relazione complessa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20629.
Повний текст джерелаSredanovic, Djordje. "Diventare cittadini, rimanere cittadini: Concezioni della cittadinanza e biografie di diritti di migranti e operai locali a Ferrara." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422542.
Повний текст джерелаQuesta ricerca si focalizza sul concetto di cittadinanza, visto, nella sua dimensione interna, come un insieme di diritti, e, nella sua dimensione esterna, come uno status formale delimitato da leggi nazionali sulla cittadinanza e sulla naturalizzazione. È basata principalmente su 60 interviste in profondità raccolte nella provincia di Ferrara, di cui 25 con migranti di quattro paesi differenti (Marocco, Ucraina, Libano e Giordania-Palestina), 25 con operai o ex-operai locali di tre differenti siti produttivi (lo zuccherificio ed il petrolchimico di Ferrara e una fabbrica metalmeccanica della provincia), e 10 con attivisti di tre associazioni nel campo delle migrazioni, di cui 5 locali e 5 migranti. Le interviste hanno ricostruito biografie di diritti, chiedendo agli operai locali come i loro diritti sono cambiati da quando hanno cominciato a lavorare, e ai migranti come i loro diritti sono cambiati dall’arrivo in Italia. La seconda parte dell’intervista ho chiesto a tutti gli intervistati cosa pensassero dell’attuale legge italiana sulla naturalizzazione, e se e come avrebbero voluto che cambiasse. Più in generale, ho chiesto chi e come secondo la loro opinione avrebbe dovuto avere la possibilità di diventare cittadino italiano. Le biografie dei migranti hanno evidenziato una traiettoria collettiva dei diritti declinante, causata da una legislazione sull’immigrazione sempre più restrittiva, ma hanno evidenziato anche traiettorie individuali differenziate che possono essere influenzate da differenti tipi di progetto migratorio, differenti risorse a disposizione e da momenti biografici determinanti. Le biografie degli operai hanno a loro volta evidenziato come la legislazione sul diritto del lavoro abbia ridotto i diritti in maniera congruente con quanto postulato dalla teoria del post-fordismo, ma anche come diverse categorie di lavoratori hanno avuto traiettorie diverse, legate a differenti contratti di categoria, organizzazione della fabbrica e attività sindacale. Se la legge attuale richiede dieci anni di residenza, assenza di precedenti penali e un reddito sufficiente negli ultimi tre anni, la maggior parte degli operai intervistati si è focalizzato su aspetti economici, indicando requisiti come la disponibilità di lavoro e la casa, e dando meno importanza a requisiti culturali o di residenza. Tra i migranti, invece, alcuni pensavano che avrebbero dovuto essere introdotti dei test di lingua e cultura, mentre altri pensavano che requisiti ridotti di residenza e l’assenza di precedenti penali sarebbero stati sufficienti. La maggioranza degli intervistati riteneva che fosse necessaria la cittadinanza alla nascita (o quasi) per i bambini nati in Italia da non-cittadini. Tentando un’analisi sintetica ho identificato un modello di cittadinanza basato sul comportamento conforme alla legge, che era presente in quasi tutte le interviste, un modello culturale, presente soprattutto presso alcuni migranti, che vedeva la cittadinanza come basata su una competenza e identità culturale, e un modello economico di cittadinanza. Quest’ultimo ha due varianti: “lavoro come dovere”, il meno frequente, si basa sull’idea che ogni nuovo cittadino dovrebbe essere un lavoratore attivo e contribuire alla tassazione generale, mentre il modello “diritti basati sul lavoro” si basa sul principio che ogni lavoratore debba avere dei diritti garantiti a prescindere da altre considerazioni.
MUSSI, ALESSANDRA. "Non solo vulnerabili. Una rilettura pedagogica della genitorialità migrante a partire dalle voci di donne arabo-musulmane a Milano." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/262895.
Повний текст джерелаThe dissertation investigates Arab-Muslim migrant women’s experiences and meanings of parenting in Italy, from a pedagogical perspective. The study originates from observations of a selection of places of encounter and exchange between women, as well as the collection of life stories of mothers of Moroccan or Egyptian origin living in Milan. The aim is to explore their experiences as migrant women-mothers and their representations of parenting and education. The increase in stabilization of migration projects in communities of Arab origin, and the resulting increasing number of women with children in Italian educational contexts (Giacomello et al., 2018a, 2018b; Simina Duma et al., 2018a), together with the spread of prejudices, Islamophobic feelings and discriminatory episodes, especially against Arab-Muslim women (Dessi, 2016; Liepyte & McAloney-Kocaman, 2015; Lunaria, 2019; Perry, 2014), show the urgency to examine parenting in connection with the experience of migration for these groups of women from a pedagogical perspective. From a theoretical point of view, the dissertation is seen in the context of contemporary educational studies on the construction of migrant parenthood (E. Balsamo et al., 2002; Favaro & Colombo, 1993; Iavarone et al., 2015; Portera, 2004; Silva, 2006, 2008; Webb, 2001). It also expands on previous educational research analyzing migration through the gender prism (Cambi et al., 2003a; Campani, 2000; Donato et al., 2006; Favaro & Tognetti Bordogna, 1991; Morokvasic, 1984b; Pessar, 1984; Ulivieri, 2017; Vianello, 2013, 2014). Finally, it develops some indications of method emerging from the tradition of research in family education, specifically concerning parenting support (Catarsi, 2006; Dusi, 2007; Formenti, 2000, 2008; Gopnik, 2017; Milani, 2001, 2009, 2018, Sità, 2005, 2007). In light of these references, field research aimed to: investigate the experiences and meanings of parenting for the women-mothers involved in the research; delve into its formative dimension by determining risk factors and resources in their stories; deduce guiding criteria to re-interpret the construct of parenting and parenting support programs and to develop methodological strategies to approach otherness. Methodologically, the study is based on the tradition of qualitative research in education (Bove, 2009c; Cardano, 2003; Caronia, 1997, 2011; Denzin & Lincoln, 2005; Lumbelli, 1980, 1995; Mantovani, 1998b; Mortari & Ghirotto, 2019). In particular, it positions itself in the wake of recent empirical research in education, adopting ethnographic methodologies (Bove, 2009c, 2019; Caronia, 2018; Caronia & Vassallo, 2015; Gobbo, 2004b, 2011; Leoncini, 2011; Sclavi, 1989; Tobin, 2016; Tobin et al., 2000, 2011), along with others exploring the narrative-biographical dimension (Cambi, 2002; D’Ignazi, 2008, 2016, Demetrio, 1996, 2004; Ferrarotti, 1981; Formenti, 2006; Mantovani, 1998a; Merrill & West, 2012). This research highlights some relevant emerging topics, such as: gender issues between the country of origin and migration; being a mother amongst cultural meanings, migration and cultural transmission; the social support network; the relationship with educational institutions; cultural, religious, and multiple identities. In the area of parenting support, the pedagogical discussion of research findings suggests the adoption of a resources and skills-based approach and the use of methods, and tools derived from ethnography.
RACCAGNI, DALILA. "GENITORI SENZA PATRIA: COME CAMBIA LA FUNZIONE EDUCATIVA GENITORIALE NEI PROCESSI MIGRATORI. L'ESPERIENZA DELLA RELAZIONE TRA GENITORI E FIGLI NELLA COMUNITA' GHANESE DELLA PROVINCIA DI BRESCIA E BERGAMO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/93125.
Повний текст джерелаThe contemporary context seems to be marked by a great human challenge which calls each of us into question about the meaning of educating in this time of plurality. The time we live in is characterized by the migration phenomenon , the stable presence of citizens of foreign origin living in the Italian territory and by a globalization of the human person. The present work has examined, within the framework of qualitative research and the current social context, the life stories of Ghanaian-born parents living in the province of Bergamo and Brescia. This was carried out in an attempt to problematize multiple pedagogical categories related to the parenting function. The result is an interesting cross- section that shows the importance for these parents to maintain a bond with the country of origin, the need to open up to the context in which they live, and the challenge found in the relationship with their children born and/or raised in their country of residence. The research has shown how pedagogy, by accepting these experiences, is able to promote reflections and spaces of interest in which mutual differences are an opportunity for common growth within the multiplicity of cultures.
RACCAGNI, DALILA. "GENITORI SENZA PATRIA: COME CAMBIA LA FUNZIONE EDUCATIVA GENITORIALE NEI PROCESSI MIGRATORI. L'ESPERIENZA DELLA RELAZIONE TRA GENITORI E FIGLI NELLA COMUNITA' GHANESE DELLA PROVINCIA DI BRESCIA E BERGAMO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/93125.
Повний текст джерелаThe contemporary context seems to be marked by a great human challenge which calls each of us into question about the meaning of educating in this time of plurality. The time we live in is characterized by the migration phenomenon , the stable presence of citizens of foreign origin living in the Italian territory and by a globalization of the human person. The present work has examined, within the framework of qualitative research and the current social context, the life stories of Ghanaian-born parents living in the province of Bergamo and Brescia. This was carried out in an attempt to problematize multiple pedagogical categories related to the parenting function. The result is an interesting cross- section that shows the importance for these parents to maintain a bond with the country of origin, the need to open up to the context in which they live, and the challenge found in the relationship with their children born and/or raised in their country of residence. The research has shown how pedagogy, by accepting these experiences, is able to promote reflections and spaces of interest in which mutual differences are an opportunity for common growth within the multiplicity of cultures.
Della, Puppa Francesco. "Uomini in cammino. Percorsi di istituzione della vita adulta e trasformazioni della maschilità nella diaspora bangladese." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422541.
Повний текст джерелаQuesta ricerca è volta ad analizzare il processo di istituzione della vita adulta degli uomini immigrati dal Bangladesh all’Italia. Per fare ciò si è preso in considerazione il caso della popolazione di origine bangladese residente ad Alte Ceccato, una frazione del Comune di Montecchio Maggiore in Provincia di Vicenza. Al 1 Gennaio 2011 Alte Ceccato contava 6.782 residenti di cui 2.263 stranieri, pari a oltre il 33% della popolazione. La comunità nazionale immigrata maggiormente rappresentata è quella originaria dal Bangladesh che ha eletto il Comune e soprattutto la sua frazione come mete secondarie del percorso migratorio, solitamente dopo Roma e/o Palermo, e che ha reso possibile la sopravvivenza del tessuto economico, demografico e sociale della località. Dai dati forniti dall’anagrafe comunale, infatti, emerge come all’incremento dei residenti ad Alte Ceccato abbia contribuito l’esperienza migratoria dei bangladesi e la loro stabilizzazione dimostrata dall’alto tasso di immobili acquistati, dalla numerosità dei ricongiungimenti familiari, dall’ampia presenza dei figli nelle scuole. La costruzione processuale dell’identità adulta maschile costituisce un tema poco frequentato nella letteratura sociologica sia nell’ambito degli studi sulle migrazioni che in quelli della sociologia del genere e della sociologia della famiglia. Il tema incrocia tutti questi ambiti analizzando le modalità in cui l’istituzione della vita adulta degli uomini si inscrive nell’esperienza migratoria a partire da due eventi-cardine: la stabilizzazione lavorativa e residenizale e il ricongiungimento familiare, nello specifico della moglie. Il ricongiungimento familiare è stato osservato come esperienza del ricongiungersi per comprendere il senso che gli uomini bangladesi attribuiscono a tale evento, come viene da essi collocato all’interno del percorso migratorio e biografico, come configura e riconfigura la loro identità di genere e le modalità attraverso le quali fanno ingresso nella vita adulta. Si è tentato di interpretare le esperienze degli uomini bangladesi immigrati ad Alte Ceccato attraverso la costellazione dei significati che essi stessi vi attribuiscono, pur nella consapevolezza della divergenza tra le loro rappresentazioni delle esperienze e le rappresentazioni delle stesse esperienze da parte degli altri soggetti coinvolti nel processo del ricongiungimento (il coniuge ed, eventualmente i figli), nella vita matrimoniale e familiare, negli altri eventi istitutivi della loro vita adulta nel contesto di immigrazione. Successivamente è stato approfondito, in Bangladesh, come tali eventi possano essere percepiti, interpretati e rappresentati dai familiari dei migranti e come la progressione verso l’età adulta dei familiari emigrati intervenga su quella dei familiari maschi (fratelli, padri, suoceri e cognati) rimasti nel Paese di origine. La ricerca ha previsto prolungati periodi di osservazione partecipante tanto ad Alte Ceccato (oltre un anno) quanto in Bangladesh (circa due mesi) e la raccolta di 64 interviste in profondità. In Italia sono stati intervistati 25 immigrati bangladesi residenti ad Alte Ceccato e 11 testimoni privilegiati, In Bangladesh sono stati intervistati 19 parenti di genere maschile degli intervistati ad Alte, 5 migranti che hanno fatto rientro – più o meno temporaneamente – nel Paese di origine, 4 ricercatori che hanno studiato le migrazioni e un italiano sposato con una donna bangladese e residente in Bangladesh. Per raccogliere le attribuzioni di significato degli uomini si è cercato di lavorare sulle narrazioni maschili e di leggere il genere dal maschile per tematizzare come gli uomini rappresentano se stessi e le donne; osservando gli immigrati uomini e assumendone la loro prospettiva si è avuto modo di osservare le relazioni che gli uomini intessono con le donne. Il lavoro di ricerca si è concentrato sulle rappresentazioni che gli uomini - a cui, tanto in Italia, quanto in Bangladesh, è solitamente attribuita la responsabilità di salvaguardare la reputazione dell’aggregato domestico sulla ribalta pubblica - fornivano del retroscena della propria vita privata e dei propri legami familiari, ambiti che la ricerca ha maggiormente affrontato dal femminile. Il risultato è una rappresentazione corale costruita da un soggetto collettivo che, raccontando se stesso, mette in luce le ambivalenze e le contraddizioni di un'identità maschile sfaccettata, multidimensionale, in mutamento, non sempre a suo agio nell’agire il suo dominio. Oltre alla multidimensionalità delle traiettorie biografiche e familiari degli uomini e la pluralità delle transizioni maschili alla vita adulta, dalla ricerca sono emerse altre questioni significative: il rapporto di continuità e discontinuità tra modelli di maschilità dei padri in Bangladesh e dei figli migranti, tra i fratelli migranti e quelli non migranti, la ridefinizione del debito intergenerazionale e delle appartenenze socio-culturali attraverso la paternità e le proiezioni sul futuro dei figli. Nelle ridefinizioni di quelli che sono i mandati intergenerazionali e le attese collettive sono stati presi in considerazione tre assi principali individuati nella molteplicità delle diverse esperienze di migrazione: le attese e le disattese di mobilità sociale in senso ascendente osservate come punto di partenza per gli intervistati e come proiezione verso il futuro dei figli e delle figlie anche alla luce della crisi economica in atto; i rapporti di genere e generazione osservati attraverso la lente delle esperienze e delle rappresentazioni maschili; le relazioni tra la dimensioni della vita privata e intima e le rappresentazioni della vita adulta maschile nella sfera pubblica e nel contesto comunitario. Il costrutto interpretativo cruciale utilizzato nella ricerca è stato ripreso da Pierre Bourdieu; il percorso di costruzione della vita adulta maschile, infatti, è stato osservato attraverso rituali di consacrazione in cui il soggetto reinterpreta domande sociali di tipo normativo e istitutivo relativamente ai modelli di maschilità attesi dal contesto di origine e transitanti attraverso la famiglia allargata, ma anche dal contesto di immigrazione e reinterpretati attraverso la comunità dei connazionali. Oltre al costrutto bourdiesiano del rituale di istituzione è stato fatto un uso inedito dei costrutti drammaturgici goffmaniani che si sono rivelati particolarmente utili, nella conduzione di uno studio multisituato, per cucire la frattura scientifica ed epistemologica tra la società di immigrazione e quella di emigrazione e per prevenire la caduta in approcci stereotipati nella lettura dei contratti di genere e delle rappresentazioni della maschilità. La ricerca, infatti, mette in scena una complessa trama di relazioni internamente alla famiglia verticale e orizzontale, tra i generi e le generazioni, ma anche un fitto intreccio di relazioni transnazionali tra migranti e non migranti, tra il contesto di origine degli intervistati e quello di arrivo da cui i soggetti si proiettano verso l’Europa anglofona. La vita sociale globalizzata dei migranti, pur nella frammentazione dei vissuti, quindi, viene interpretata tendenzialmente come un fatto sociale totale da cui emerge sia l’agency individuale dei singoli migranti - che si configurano come dei veri e propri cittadini globali e cosmopoliti - e sia l’intenzionalità collettiva, familiare e comunitaria
PENA, DIAZ FRANCISCO DE ASIS. "'LOS DERECHOS DE LOS SOLICITANTES DE ASILO LGBTI TRAS LA AGENDA EUROPEA DE MIGRACIÓN'." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/699332.
Повний текст джерелаPANTINI, SARA. "Analysis and modelling of leachate and gas generation at landfill sites focused on mechanically-biologically treated waste." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/203393.
Повний текст джерелаFERRETTI, DANIELE. "Potenzialità e rischi dell'immigrazione. Un'analisi dello SPRAR nella metropoli di Roma e in 4 città medie italiane." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/950076.
Повний текст джерелаALESSANDRA, Campanari. "“IDENTITY ON THE MOVE” FOOD, SYMBOLISM AND AUTHENTICITY IN THE ITALIAN-AMERICAN MIGRATION PROCESS." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251264.
Повний текст джерела