Добірка наукової літератури з теми "Malattie del sistema urinario"

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Статті в журналах з теми "Malattie del sistema urinario"

1

Arbique, Judy C. "Limitar las infecciones del sistema urinario." Nursing (Ed. española) 22, no. 6 (June 2004): 27–30. http://dx.doi.org/10.1016/s0212-5382(04)71660-x.

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2

Tortorella, Carlo, Vita Direnzo, Pietro Iaffaldano, Elena Luciannatelli, and Maria Trojano. "Aferesi terapeutica nelle malattie del Sistema Nervoso Centrale." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 4_suppl (July 23, 2013): S13—S16. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1082.

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Анотація:
L'aferesi terapeutica (AT) è stata utilizzata con successo nel trattamento delle ricadute non rispondenti alla terapia steroidea in corso di malattie demielinizzanti. Tuttavia, tali evidenze necessitano tuttora di essere confermate secondo quanto espresso dalle Linee Guida dell'American Academy of Neurology. I dati più sostanziali riguardano le ricadute in corso di Sclerosi Multipla e Neuromielite Ottica. L'AT si è mostrata inefficace nel trattamento della Sclerosi Multipla a decorso progressivo.
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3

Andreula, C., and F. Leoncini. "DIAGNOSTICA DELLE MALATTIE INFETTIVE DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE." Neuroradiology Journal 22, no. 6 (December 2009): 723–25. http://dx.doi.org/10.1177/197140090902200633.

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4

Beltramello, A., and E. Piovan. "Malattie degenerative encefaliche." Rivista di Neuroradiologia 4, no. 3_suppl (December 1991): 47–49. http://dx.doi.org/10.1177/19714009910040s310.

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Анотація:
Nell'ambito delle malattie degenerative encefaliche viene compreso tutto quell'eterogeneo spettro di condizioni in cui il neurone muore, per cause sconosciute, e viene sostituito da glia. Qual è l'apporto della TC in queste manifestazioni patologiche? Normalmente il rilievo non va al di là del riconoscimento di un allargamento più o meno marcato del sistema ventricolare e degli spazi subaracnoidei, basali e corticali: il grado di perdita neuronale è solo inferito, è un rilievo indiretto. Le modificazioni rilevate alla TC cerebrale non hanno dimostrato alcuna correlazione con i test neuropsicologici. Nella valutazione del deterioramento mentale la TC è utile non tanto per stabilire una diagnosi di Alzheimer, quanto per escludere le altre cause di demenza che possono essere cause ad eziopatogenesi nota, quali l'AIDS, la demenza multinfartuale o le leucoaraiosi sostenute da demielinizzazione e ialinosi microvascolare della malattia di Bingswanger o, meglio, da cause note e chirurgicamente curabili, come l'ematoma sottodurale cronico o l'idrocefalo idiopatico dell'anziano cosiddetto «pacchetto» o da lesioni espansive gliali, quali il glioma del corpo calloso o l'oligodendroglioma frontale, o ancora da lesioni espansive benigne, a lenta crescita, quali i meningiomi della convessità frontale o della doccia olfattoria.
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5

Molina, Allan, and Gustavo González. "Heminefrectomía abierta en el tratamiento del doble sistema colector incompleto." Revista médica (Colegio de Médicos y Cirujanos de Guatemala) 160, no. 1 (April 15, 2021): 67–69. http://dx.doi.org/10.36109/rmg.v160i1.205.

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Анотація:
Se presenta el caso de una paciente de 56 años, atendida en Urología del Hospital Roosevelt, con historia de dolor lumbar derecho y disuria asociados a infecciones del tracto urinario. USG renal y de vías urinarias sugestivo de quiste en polo renal derecho. Urotomografía que demuestra un doble sistema colector incompleto derecho. Pielograma retrógrado transoperatorio confirma el defecto del sistema colector. Se realiza Heminefrectomía Derecha Abierta. La duplicación de los sistemas colectores es una anomalía congénita frecuente de las vías urinarias superiores, 1 de cada 160 nacidos vivos, tienen asociación familiar, predominio en mujeres (6:1), son benignas y se manifiestan con problemas obstructivos o infecciosos del tracto urinario. Se descubren como un hallazgo radiológico incidental. El tratamiento quirúrgico más frecuentemente utilizado y efectivo es la Heminefrectomía Parcial.
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6

Andreula, C. F., G. Marano, and A. Carella. "Excursus RM di malattie infettive." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 3 (August 1992): 331–47. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500305.

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Анотація:
Obiettivo di questo breve compendio di malattie infettive ha quello di fornire una mappa indicativa delle patologie infettive del sistema nervoso centrale di più frequente riscontro. In questo piccolo excursus abbiamo tentato di caratterizzare ogni malattia con cenni sulla biocinetica degli agenti microbici, sulla dinamica del danno tessutale e sul quadro neuroradiologico, trascurando la sintomatologia clinica. Le infezioni virali, batteriche, da spirochete, fungine, parassitarie e da protozoi che abbiamo esaminato differiscono le une dalle altre per tipo e qualità di danno tessutale (meningite, meningiti con interessamento del parenchima sottostante, meningo-encefaliti ematogene, lesioni focali parenchimali). Tali differenze, fatte salve poche eccezioni, non consentono però in tutti i casi una diagnosi differenziale, generalmente frutto di un lavoro di equipe tra clinico, infettivologo, microbiologo e neuroradiologo; ciò però non deve fuorviare dal tentativo di dare una risposta quanto più possibile esauriente ai quesiti che giornalmente vengono posti.
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7

Maddock, Clementine, and Carmine M. Pariante. "How does stress affect you? An overview of stress, immunity, depression and disease." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no. 3 (September 2001): 153–62. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005285.

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Анотація:
RIASSUNTOScopo – Il termine “stress” viene spesso usato come sinonimo di “vita moderna”. In questa revisione della letteratura abbiamo valutato la relazione tra lo stress e l'insorgenza o il decorso della depressione maggiore, dei disturbi cardiovascolari e delle malattie tumorali, le maggiori cause di morbidità e di mortalita nel mondo occidentale. Abbiamo anche discusso come i cambiamenti nei parametri del sistema immunitario indotti dallo stress possano essere considerati, almeno in parte, responsabili di questa relazione tra stress e malattia. Metodo – Abbiamo condotto una ricerca su Medline per il periodo 1996-2000, utilizzando i termine stress, disease (malattia) e immune system (sistema immunitario), allo scopo di identificare i più recenti sviluppi della ricerca in questo campo. Abbiamo anche rintracciato le più importanti pubblicazioni citate in questi articoli. Risultati – Gli studi in letteratura confermano il legame tra lo stress e l'insorgenza della depressione. Lo stress sembra anche avere un effetto negativo sulla prognosi dei disturbi cardiovascolari e delle malattie tumorali, ed evidenze preliminari suggeriscono che interventi di gestione dello stress possono migliorare la sopravvivenza in questi pazienti. Situazioni di stress cronico sono associate ad una soppressione della funzionalità del sistema immunitario, mentre stress acuti hanno un effetto sia attivante, sia inibitorio. La liberazione di citochine infiammatorie, mediatori solubili della risposta immunitaria, può indurre la comparsa di sintomi depressivi. Conclusioni – Studi epidemiologici prospettici sono necessari per chiarire il ruolo dello stress nell'insorgenza, decorso e prognosi delle malattie. L'utilizzo di terapie di gestione dello stress allo scopo di migliorare la prognosi dei pazienti con disturbi cardiovascolari, malattie tumorali ed altre malattie croniche, è un'area di ricerca particolarmente interessante. Gli effetti dello stress sul sistema immunitario sono importanti per capire il legame tra stress e malattia. In particolare, l'aumentata produzione di citochine infiammatorie durante situazioni di stress costituisce un possibile meccanismo biologico per spiegare il legame tra stress e depressione.
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8

Badilla Nelson, Annekey. "Disfunción neuropatica del sistema nervioso autónomo." Revista Medica Sinergia 7, no. 4 (April 1, 2022): e788. http://dx.doi.org/10.31434/rms.v7i4.788.

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Анотація:
El sistema nervioso autónomo está dividido en 2 sistemas tanto el simpático que su función es preparar al cuerpo para una emergencia, como el parasimpático quien está dirigido a la conservación y recuperación de la energía. Ambos están compuestos por fibras aferentes y eferentes que permiten la comunicación de los centros superiores del sistema nervioso central al resto del cuerpo, se representan como acciones antagónicas entre sí con el fin de generar equilibrio en el medio interno y además controlar una serie de respuestas en el organismo que nos asegura la sobrevivencia. Sus acciones se encuentran dirigidas a estructuras anatómicas como glándulas, vasos sanguíneos, sistema de conducción a nivel cardiaco, órganos del tracto gastrointestinal y urinario, inclusive participa en los mecanismos de erección genital y eyaculación asi como sobre la piel y reflejos pupilares. Sin embargo ese equilibrio se pierde cuando hay afectación directa en las vías nerviosas que modulan estas fibras conocido como disautonomía, entre sus causas están las enfermedades neurodegenerativas como la enfermedad de parkinson, neuropatías infecciosas, inflamatorias o hereditarias y enfermedades metabólicas, siendo la causa principal y de mayor prevalencia a nivel mundial en la actualidad la diabetes mellitus. Dicha pérdida de equilibrio trae como consecuencia diversas alteraciones tanto anatómicas como funcionales entre ellas trastornos cardiacos como síndrome de taquicardia ortostatica, hipotensión ortostatica e incluso infartos silentes, a nivel gastrointestinal se manifiesta la gastroparesia o los trastornos de motilidad como el estreñimiento o la diarrea, a nivel urinario vejiga neurógena hipo o hiperactiva, entre otros, actualmente existen varios estudios para una evaluación diagnostica como monitoreo cardiaco, prueba sudomotora o pilomotora e inclusive biopsia. La disautonomía presenta distintas manifestaciones según las fibras nerviosas que se afecten, requiere de un alto índice de sospecha para su diagnóstico por lo que es primordial conocer las presentaciones clínicas.
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Bompiani, Adriano. "Economia ed etica nello sviluppo del Sistema sanitario italiano." Medicina e Morale 45, no. 5 (October 31, 1996): 923–34. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.898.

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Анотація:
In italia, come nei Paesi industrializzati dell’Europa occidentale, sono intervenuti notevoli cambiamenti demografici ed epidemiologici (invecchiamento della popolazione e aumento del numero di anziani, riduzione della patologia infettiva e aumento delle malattie degenerative), associati a rilevanti fenomeni sociali (contrazione volontaria della fertilità, progressivo aumento del lavoro extradomestico della donna), ai quali fanno riscontro le aumentate capacità di cura delle malattie acute, lo sviluppo incessante della tecnologia e la crescente richiesta di “godimento di salute” come diritto dell’individuo. Tutto ciò ha portato a concepire nuovi assetti sanitari, mentre è venuto meno il welfare state e stenta ad affermarsi la strategia di promozione della salute mediante la prevenzione. Partendo da queste difficoltà e rendendosi conto del rilievo etico di queste problematiche, poichè è indubbia l’estensione del diritto all’assistenza sanitaria a tutti i cittadini, nell’articolo vengono esaminati i rapporti tra il principio di giustizia, tradotto in pratica dal principio di equità, e l’economia sanitaria. Inoltre, delle diverse questioni affrontate (assistenza sanitaria in generale, l’acquisizione delle risorse per la sanità in Italia e negli altri Paesi europei, la proposta del cosiddetto federalismo in sanità, l’impiego delle risorse e la razionalizzazione economica nella spesa) sono evidenziate anche le implicanze etiche e bioetiche relative alle diverse correnti di pensiero: utilitarismo, individualismo-libertario, egualitarismo e personalismo, e se ne ricava che le concezioni della bioetica personalista sono quelle che più servono da supporto all’etica medica tradizionale, sebbene essa richieda un lavoro di interpretazione dei “parametri economici” caso per caso ed una grande responsabilità da parte di ogni operatore sanitario nel gestire le risorse comuni.
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Arias Vargas, Rebeca, Guadalupe Herrera Watson, and Tania Lobo Prada. "Síndrome de Prune Belly." Revista Medica Sinergia 5, no. 11 (November 1, 2020): e607. http://dx.doi.org/10.31434/rms.v5i11.607.

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Анотація:
El síndrome de Prune Belly o síndrome de Eagle Barret es una malformación congénita rara de etiología desconocida, caracterizada por la triada: hipoplasia de la pared muscular abdominal, criptorquidia y anomalías del tracto urinario. El cuadro clínico que desencadena es variable, dependiendo sobre todo del grado de alteración del sistema urinario y compromiso renal. La detección del síndrome de Prune Belly, en su mayoría, se realiza ya sea por medio de ultrasonografía antenatal o en el periodo neonatal. Su tratamiento suele ser conservador, con excepciones donde es necesaria la intervención quirúrgica, la cual depende de la gravedad de los síntomas, y abarca desde procedimientos modestos hasta otros más extensos.
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Дисертації з теми "Malattie del sistema urinario"

1

Gil, David. "Modelado y simulación del comportamiento neurológico del tracto urinario inferior: sistema de ayuda al diagnóstico." Doctoral thesis, Universidad de Alicante, 2008. http://hdl.handle.net/10045/10325.

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2

Moreno, Parrado Laura. "Valoración del tratamiento empírico administrado en el Servicio de Urgencias a pacientes diagnosticados de infección del tracto urinario." Doctoral thesis, Universidad de Murcia, 2015. http://hdl.handle.net/10803/345225.

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Анотація:
Objetivo: El objetivo principal de este estudio fue evaluar la prescripción del tratamiento empírico de la infección del tracto urinario (ITU) en el Servicio de Urgencias del Hospital Universitario Los Arcos del Mar Menor (HULAMM). Metodología: Se realizó un estudio prospectivo durante el periodo comprendido entre el 1 de febrero y el 31 de agosto de 2013 en el que se incluyeron todos los pacientes mayores de edad atendidos en el Servicio de Urgencias con diagnóstico de ITU y con urocultivo positivo. Cuando el microorganismo aislado en dicho urocultivo resultó sensible al antibiótico prescrito de forma empírica para tratar la infección, se consideró que el tratamiento fue adecuado. Se elaboró una base de datos de los pacientes con las características epidemiológicas, clínicas y los resultados de laboratorio, consultando los informes de alta del Servicio de Urgencias y el Sistema Informático del Laboratorio (SIL). Con la información recopilada se trató de detectar si existía alguna relación entre dichas características y el tratamiento inadecuado. Al mismo tiempo se determinó si los médicos prescriptores siguieron las recomendaciones de tratamiento de la guía terapéutica antimicrobiana regional tres años después de su publicación, y si las recomendaciones de dicha guía se adecúan a los perfiles de resistencia antimicrobiana de los uropatógenos locales. Por último, se estudió si el perfil de resistencia antimicrobiana en estos uropatógenos depende de factores asociados al huésped. Resultados: En el periodo de estudio, un total de 416 casos cumplieron con los criterios establecidos. La edad media de los pacientes fue de 63,2 años (SD= 22,5 años), y el 62,7% fueron mujeres (261/416). La mayoría de los pacientes atendidos presentaba algún factor de riesgo de ITU (64,2%). La cistitis aguda no complicada afectó con mayor frecuencia a mujeres que a hombres mientras que la ITU complicada y la asociada al uso de sonda urinaria afectó más a los hombres. E. coli se aisló en el 66,2% de los casos, aunque su frecuencia disminuyó a medida que aumentó la edad del paciente y fue más frecuente en mujeres que en hombres (72,8% versus 61,9%). Por el contrario, la ITU por P. aeruginosa y E. faecalis resultó más frecuente en hombres que en mujeres (8,4% y 7,7% versus 1,5% y 3,1% respectivamente). Los antibióticos prescritos con mayor frecuencia fueron las cefalosporinas de tercera generación (39,2%), seguido de amoxicilina/ácido clavulánico (22,5%) y de fluorquinolonas (19,6%). El tratamiento empírico fue inadecuado en el 28% de los casos, siendo las fluorquinolonas el grupo antibiótico con mayor porcentaje de inadecuación (50%). La pielonefritis fue el tipo de ITU que recibió un tratamiento más adecuado (88,6%), mientras que la ITU complicada y la ITU asociada a sonda urinaria fueron las que recibieron un peor tratamiento (42% y 43,3% de adecuación respectivamente). Los pacientes con aislamientos previos en urocultivos de P. aeruginosa, Enterococcus spp. y enterobacterias distintas a E. coli y Klebsiella spp. recibieron con mayor frecuencia un tratamiento inadecuado. Los factores asociados a un tratamiento inadecuado fueron el sexo masculino, la alergia antibiótica, la diabetes mellitus, la insuficiencia renal crónica, episodio de ITU en el mes previo, presencia de sonda urinaria y la ITU complicada. En cuanto a la adherencia a la guía terapéutica antimicrobiana regional por los médicos del Servicio de Urgencias, un 33% de los tratamientos pautados no estaban recomendados por la guía, aunque el seguimiento de la guía tampoco estaba asociado a un tratamiento adecuado. El sexo masculino, la edad avanzada y la procedencia de residencia de ancianos fueron factores relacionados con mayores resistencias antimicrobianas en las cepas uropatógenas de E. coli. Conclusiones: El porcentaje de tratamiento empírico inadecuado en el Servicio de Urgencias del HULAMM es alto. Las resistencias antibióticas observadas en cepas locales de E. coli procedentes de urocultivos impiden la recomendación de forma generalizada de fluorquinolonas en el tratamiento empírico de ITU. Se considera necesaria una revisión y actualización de la guía terapéutica antimicrobiana regional de acuerdo a las resistencias antimicrobianas observadas. El médico prescriptor debe considerar en la elección del tratamiento empírico de ITU las recomendaciones de una guía actualizada, las características del paciente y la información microbiológica disponible.
Purpose: The main purpose of this study was to assess the prescription of empiric therapy for urinary tract infections (UTIs) by Los Arcos del Mar Menor Medical College Hospital’s (HULAMM) A&E Department. Methodology: A prospective study was carried out for the period from February 1st to August 31st, 2013, including every adult patient attended at the A&E Department diagnosed with UTI and with a positive urine culture. When the microorganism isolated in such urine culture showed sensitivity to the antibiotic that was empirically prescribed to treat the infection, the therapy was deemed appropriate. A patient database containing epidemiological and clinical features and laboratory results was created by consulting the A&E Department’s discharge abstracts and the laboratory information system (LIS). Using the collected information, an attempt was made to establish a relationship between such features and an inappropriate therapy. At the same time, it was determined whether the prescribing physicians followed the recommended therapy in the regional antimicrobial treatment guidelines three years after their publication, and whether such recommendations are appropriate for the antimicrobial resistance profiles of local uropathogens. Last, it was examined whether the antimicrobial resistance profile in these uropathogens depends on host-related factors. Results: During the study period, a total of 416 cases matched the established criteria. The average age of patients was 63.2 years (SD=22.5 years) and 62.7% of them were female (261/416). The majority of attended patients presented any risk factor for UTI (64.2%). Acute uncomplicated cystitis affected women more frequently than men, while complicated and urinary catheter-associated UTI affected men the most. E. coli was isolated in 66.2% of cases, although its frequency decreased with patient age and was more common amongst women than amongst men (72.8% vs. 61.9%). On the contrary, UTI due to P. aeruginosa and E. faecalis was more common in men than in women (8.4% and 7.7% vs. 1.5% and 3.1% respectively). The most commonly prescribed antibiotics were third-generation cephalosporins (39.2%), followed by amoxicillin/clavulanic acid (22.5%) and fluoroquinolones (19.6%). The empiric therapy was inappropriate in 28% of cases, fluoroquinolones being the antibiotic group with the greatest rate of inappropriateness (50%). Pyelonephritis was the UTI with the most appropriate therapy (88.6%), whilst complicated UTI and cathether-related UTI received the poorest therapy (42% and 43.3% adequacy respectively). Patients with P. aeruginosa, Enterococcus spp. and enterobacteria other than E. coli and Klebsiella spp. isolated in previous urine cultures received an inappropriate therapy more frequently. Factors associated to an inappropriate therapy were male gender, allergy to antibiotics, diabetes mellitus, chronic kidney failure, any UTI event during the previous month, presence of urinary catheter, and complicated UTI. Regarding the adherence to the regional antimicrobial treatment guidelines by the A&E Department’s physicians, 33% of prescribed treatments were not recommended by such guidelines, although their being observed was not associated to an appropriate treatment either. Male gender, old age and residing in nursing home were factors associated to greater antimicrobial resistance in uropathogenic strains of E. coli. Conclusions: The percentage of inappropriate empiric therapy in HULAMM’s A&E Department is high. The antibiotic resistances observed in local strains of E. coli from urine cultures discourage a widespread recommendation of fluoroquinolones for UTI empiric therapy. The regional antimicrobial treatment guidelines should be revised and updated according to the antimicrobial resistances observed. Prescribing physicians should consider the recommendations from the updated guidelines, patient features and any microbiological information available when choosing an empiric therapy for UTI.
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3

Gioia, Maria Cecilia, and Eleonora Bilotta. "Correlati neuroanatomici in pazienti affetti da crisi psicogene non epilettiche: uno studio di neuroimaging strutturale." Thesis, Università della Calabria, 2013. http://hdl.handle.net/10955/1351.

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Toma, M. "ANALISI IMMUNOISTOCHIMICA E FUNZIONALE DEL SISTEMA ENDOCANNABINOIDE NELLA MALATTIA PARODONTALE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/331135.

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Анотація:
Immunohistochemical and functional analysis of Endocannabinoid System in periodontal disease Background: The amount of tissue destruction in periodontal disease depends on the equilibrium between pro- and anti-inflammatory mechanisms. Endocannabinoids, including anandamide (AEA) and 2-arachidonoilglicerol (2AG), are important lipid mediators for immunosuppressive effects and they may be involved in wound healing processes in several organs. The physiological role of endocannabinoids in periodontal healing is still unknown, although several studies have been conducted. The purpose of the present study was to elucidate the role of the endocannabinoid system (ECS) in periodontal healing, comparing the expression and distribution of CB1 and CB2 receptors, the production of AEA and the efficiency of the ECS, in the gingival tissue of individuals with chronic periodontitis and subjects non responders to periodontal therapy, versus healthy patients. Methods: In 10 periodontally healthy patients scheduled for tooth extraction, 11 patients with chronic periodontitis, and 8 patients “non-responders” to periodontal therapy, a biopsy of the interdental papilla was harvested and processed for immunohistochemistry, quantitative and functional analysis. The expression and distribution of CB1 and CB2 receptors, the amount of AEA and the efficiency of the ECS, through the ratio of G proteins activated on exposed receptors, was assessed within the three groups. Results: In patients with chronic periodontitis, the mean CB1 percentage on the connective tissue was 2.19 ± 0.76% and CB2 was 2.56 ± 0.80%; in non responders patients CB1 was 4.15 ± 1.39% and CB2 was 3.85 ± 0.73%; in healthy patients the values were 0.13 ± 0.18% and 0.08 ± 0.03% respectively. In patients with chronic periodontitis the mean CB1 value on the epithelium was 2.56 ± 0.80% and CB2 was 3.67 ± 0.73%; in non responders patients CB1 was 12.64 ± 2.65% while CB2 was 13.21 ± 2.58%; in healthy patients the values were respectively 0.06 ± 0.02% and 0.03 ± 0.02%. All the differences between the three groups were statistically significant (Kruskal–Wallis test p<0.05); moreover CB1 and CB2 expression resulted significantly higher in non responders than in chronic and in healthy patients (Wilcoxon-Mann-Whitney test, p<0.05). The values of AEA, extracted and quantified from gingival biopsies, were 52.02 ± 11.12 pg/mg in patients with chronic periodontitis, 16.38 ± 8.73 in non responders patients while 22.50 ± 9.59 pg/mg in healthy subjects. The production of AEA was significantly higher in chronic than in healthy and in non responders patients (Kruskal–Wallis test p=0,001). Furthermore there was a statistically significant difference between values obtained from active (52.02 ± 11.12 pg/mg) and healthy site of each chronic patient (22.50 ± 9.59 pg/mg) (Wilcoxon-Mann-Whitney test, p=0,004). As regards the functional analysis, the patients with chronic periodontitis shown 30% of G proteins, non responders patients 45%, while in healthy patients the value was about 55%. The ratio of G proteins activated on exposed receptors, which indicate the efficiency of the ECS, were 2.87 in chronic patients, 1.33 in non responders individuals and 183.33 in healthy patients. Conclusions: These results suggest that the ECS plays a role in periodontal diseases. Summarizing, the healthy patients have poor inflammation with minimal production of AEA, few receptors exposed but the ECS seems to be efficient; the patients with chronic periodontitis, that show a considerable tissue inflammation, produce about twice the amount of AEA, expose more receptors but the system is not efficient alone to contrast the disease. Indeed healing occurs only if the levels of plaque and inflammation are controlled. As regards the “non-responders” group we can conclude that the ECS produces fewer AEA, due to the lower level of inflammation but expose a lot of receptors in order to contrast the tissue destruction, but the system is not able to lead to healing.
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Ditadi, Andrea. "Approccio di terapia cellulare mediante l'utilizzo di cellule fetali isolate dal liquido amniotico per malattie del sistema ematopoieico." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425090.

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Анотація:
Cell therapy is an attractive perspective for the treatment of life threatening disorders. In this context, foetal tissues are gaining interest as sources of cells for auto- and allo-transplantation, because of their pluripotency, proliferative capability and their low, if any, immunogenicity. Recently a pluripotent stem cell population has been isolated from Amniotic Fluid (AF). It is able to proliferate for more than 18 months, maintaining their differentiative ability as well as a normal karyotype. In term of differentiation potential, we succeeded in obtaining in vitro mesenchymal-, ectodermal- and endodermal-derived tissues from human Amniotic Fluid Stem (AFS) cells. Furthermore, murine AFS cells injected in blastocytes took part to the formation not only of several different foetal organs, but also of the placenta and the umbilical cord. In the present study we investigated the possibility of differentiating AFS cells towards the hematopoietic pathway. AFS cells isolated from human amniotic fluid, collected during routine diagnostic procedures and obtained under informed consent, were firstly expanded in vitro and selected on the basis of their ckit expression. We achieved a reproducible erythroid differentiation by culturing hAFSCs as embryoid bodies (EBs) under serum free conditions with haematopoietic cytokines. Erythroid cells expressing CD235a constituted 70% of the total hAFSCs forming EBs showing also a co-expression of CD36 and CD71. Furthermore, human erythrocytes (human CD235a) were isolated from bone marrow and spleen of sublethally irradiated NOD/SCID mice at 3 months after the injection of hAFSCs. To determine if the expansion procedure had led to a restriction of the hematopoietic potential towards the erythroid pathway, we compared expanded AFSCs and freshly isolated cKit+ Lin- (AFKL) cells. We also harvested cKit+ Lin- KL cells from the membrane surrounding the AF, the Amnion, in search for a possible origin. We compared the hematopoietic potential of mAFKL and mAmKL to Fetal Liver KL, the main source of fetal HSC. When cultivated immediatly after their sorting, freshly isolated murine AFKL and AmKL cells gave rise to all the different hematopoietic lineages both in vitro and in vivo. Actually, when cocultivated with OP9(d)1 cells, AFKL and AmKL undergo complete T cell differentiation within 2 weeks. They also generate myeloid and erythroid colonies when cultivated in methylcellulose for clonogenic assay. The erythroid restricted potential of human AFS cells was thus probably linked to the in vitro expansion procedure. Moreover, cells belonging to all the three hematopoietic lineages (lymphoid, myeloid and erythroid) and arising from freshly isolated mAFKL and mAmKL are found in the peripheral blood of sublethally irradiated RAG1 deficient mice only 4 weeks after transplantation. Four month later, transplanted mice showed mAFKL-derived lymphoid, myeloid and erythroid cells, in all the hematopoietic organs. Successful econdary transplantation strongly suggest that mAFKL and mAmKL comprise HSC, with self-renewal ability. Those results were very similar to those obtained with mFLKL, confirming the strong hematopoietic potential of mAFKL and mAmKL. Experiments with freshly isolated hAFKL gave good results in the in vitro assays being able to give rise to erythroid, myeloid and lymphoid lineages, but failed to reconstitute the hematopoietic system in irradiated NOD/SCID mice, probably due to the poor amount of cells injected. This is the first report demonstrating that AFKL and AmKL do have an haematopoietic potential, supporting the idea that AF and Am may be an excellent source for therapeutic application.
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Cozzolino, Francesco. "Implementazione di un sistema per il self-management del diabete di tipo 1." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16132/.

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Il diabete mellito è una malattia cronica che causa un'elevata concentrazione di glucosio nel sangue, superiore ai valori di riferimento, per lunghi periodi di tempo. La convivenza con questa patologia cronica può causare delle problematiche nella vita quotidiana. Al fine di ridurre le problematiche, oltre a seguire le prescrizioni mediche, degli accorgimenti sull'alimentazione e sull'attività fisica possono risultare fondamentali. Le persone affette da diabete, che decidono di intraprendere un percorso in cui adottano uno stile di vita più salutare, necessitano di continue informazioni sul proprio stato di salute; al fine di prendere la migliore decisione possibile. L'obiettivo di questa tesi, pertanto, è quello di realizzare un sistema in grado di fornire gli strumenti necessari per il self-Management del diabete mellito di tipo 1, adottando la visione dell'Internet of Things e del mobile Health. Nel dettaglio, si vuole realizzare un sistema che consenta all'assistito di simulare il proprio andamento glicemico attraverso il proprio smartphone; con lo scopo di ricevere dei consigli sull'alimentazione e sull'attività fisica da seguire.
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Pecorelli, Anna <1985&gt. "Cambiamenti epidemiologici dell'epatocarcinoma agli inizi del xxi secolo: Dal ruolo emergente delle malattie dismetaboliche quali fattori eziopatogemetici alla necessita' di revisione del sistema di stadiaziome." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7132/1/Pecorelli_Anna_Tesi.pdf.

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Introduzione e scopo: la rapida diffusione delle malattie dismetaboliche sta modificando l’epidemiologia dell’epatocarcinoma (HCC). Scopo della tesi è, attraverso quattro studi, analizzare l’impatto di questi cambiamenti nella gestione clinica del paziente affetto da HCC. Materiali e metodi: quattro studi di coorte, condotti con analisi retrospettiva del database ITA.LI.CA. Studio 1:3658 pazienti arruolati tra il 01-01-2001 ed il 31-12-2012 suddivisi in base alla data di diagnosi:2001-2004 (954 pazienti), 2005-2008 (1122 pazienti), 2009-2012 (1582 pazienti). Studio 2:analisi comparativa tra 756 pazienti con HCC-NAFLD e 611 pazienti con HCC-HCV. Studio 3:proposta di quattro modelli alternativi al BCLC originale con validazione di una proposta di sottostadiazione dell’intermedio, considerando 2606 pazienti arruolati tra il 01-01-2000 e il 31-12-2012 e riallocati secondo gradi diversi di perfomance status (PS). Studio 4:analisi di 696 pazienti con HCC in stadio intermedio diagnosticato dopo il 1999 stratificati per trattamento. Risultati: studio 1:progressivo aumento dell’età alla diagnosi e delle eziologie dismetaboliche; più frequente esordio dell’HCC in stadio precoce e con funzione epatica più conservata; aumento della sopravvivenza dopo il 2008. Studio 2:i pazienti con HCC-NAFLD mostrano più frequentemente un tumore infiltrativo diagnosticato fuori dai programmi di sorveglianza, con prognosi peggiore rispetto ai pazienti HCC-HCV. Questa differenza di sopravvivenza si elimina rimuovendo i fattori di confondimento attraverso propensity analysis. Studio 3:il PS1 non è un predittore indipendente di sopravvivenza. Il modello 4 (considerando PS1=PS0 e con la sottostadiazione proposta), ha la migliore capacità discriminativa. Studio 4:i trattamenti curativi riducono la mortalità più della TACE, anche dopo propensity analysis. Conclusioni: l’aumento delle patologie dismetaboliche comporterà diagnosi di malattia ad uno stadio più avanzato, quando sintomatica, rendendo necessario stabilire un programma di sorveglianza. Inoltre per una migliore stratificazione e gestione dei pazienti, bisogna riconsiderare il ruolo del PS ed offrire un ventaglio di opzioni terapeutiche anche per il pazienti in stadio intermedio.
Background and aim: the rapid spread of metabolic diseases is changing the epidemiology of hepatocellular carcinoma (HCC). Aim of the present thesis is, through four studies, to analyze the impact of these changes in the clinical management of patients with HCC. Materials and methods: four cohort studies, conducted with retrospective analysis of the ITA.LI.CA database. Study 1:3658 patients enrolled between 01-01-2001 and 31-12-2012 and divided by date of diagnosis: 2001 to 2004 (954 patients), 2005-2008 (1122 patients), 2009-2012 (1582 patients ). Study 2: comparative analysis of 756 patients with HCC-NAFLD and 611 patients with HCC-HCV. Study 3: proposal of four alternative models to original BCLC and validation of a proposed intermediate substaging, considering 2606 patients enrolled between 01-01-2000 and 31-12-2012 and reallocated according to different degrees of performance status (PS ). Study 4: analysis of 696 patients with HCC in intermediate stage diagnosed after 1999 and stratified by treatment. Results: Study 1: increasing of age at diagnosis and metabolic etiologies; more frequent onset of HCC in early stage and with more preserved liver function; increased survival after 2008. Study 2: patients with NAFLD-HCC show most frequently infiltrative tumour, diagnosed out of surveillance, with worse prognosis than patients HCC-HCV. This survival difference is eliminated by removing confounding factors through propensity analysis. Study 3: PS1 is not an independent predictor of survival. Model 4 (which considers PS0=PS1 and the proposed of substaging), has the best discriminative capacity. Studt 4: curative treatments reduce mortality more than TACE, even after propensity analysis. Conclusions: The widespread of metabolic diseases will involve an HCC diagnosis in a more advanced stage, when symptomatic, making it necessary to establish a screening program. T better stratify and manage patients, we must reconsider the role of PS and offer a range of treatment options for patients in the intermediate stage.
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Pecorelli, Anna <1985&gt. "Cambiamenti epidemiologici dell'epatocarcinoma agli inizi del xxi secolo: Dal ruolo emergente delle malattie dismetaboliche quali fattori eziopatogemetici alla necessita' di revisione del sistema di stadiaziome." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7132/.

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Introduzione e scopo: la rapida diffusione delle malattie dismetaboliche sta modificando l’epidemiologia dell’epatocarcinoma (HCC). Scopo della tesi è, attraverso quattro studi, analizzare l’impatto di questi cambiamenti nella gestione clinica del paziente affetto da HCC. Materiali e metodi: quattro studi di coorte, condotti con analisi retrospettiva del database ITA.LI.CA. Studio 1:3658 pazienti arruolati tra il 01-01-2001 ed il 31-12-2012 suddivisi in base alla data di diagnosi:2001-2004 (954 pazienti), 2005-2008 (1122 pazienti), 2009-2012 (1582 pazienti). Studio 2:analisi comparativa tra 756 pazienti con HCC-NAFLD e 611 pazienti con HCC-HCV. Studio 3:proposta di quattro modelli alternativi al BCLC originale con validazione di una proposta di sottostadiazione dell’intermedio, considerando 2606 pazienti arruolati tra il 01-01-2000 e il 31-12-2012 e riallocati secondo gradi diversi di perfomance status (PS). Studio 4:analisi di 696 pazienti con HCC in stadio intermedio diagnosticato dopo il 1999 stratificati per trattamento. Risultati: studio 1:progressivo aumento dell’età alla diagnosi e delle eziologie dismetaboliche; più frequente esordio dell’HCC in stadio precoce e con funzione epatica più conservata; aumento della sopravvivenza dopo il 2008. Studio 2:i pazienti con HCC-NAFLD mostrano più frequentemente un tumore infiltrativo diagnosticato fuori dai programmi di sorveglianza, con prognosi peggiore rispetto ai pazienti HCC-HCV. Questa differenza di sopravvivenza si elimina rimuovendo i fattori di confondimento attraverso propensity analysis. Studio 3:il PS1 non è un predittore indipendente di sopravvivenza. Il modello 4 (considerando PS1=PS0 e con la sottostadiazione proposta), ha la migliore capacità discriminativa. Studio 4:i trattamenti curativi riducono la mortalità più della TACE, anche dopo propensity analysis. Conclusioni: l’aumento delle patologie dismetaboliche comporterà diagnosi di malattia ad uno stadio più avanzato, quando sintomatica, rendendo necessario stabilire un programma di sorveglianza. Inoltre per una migliore stratificazione e gestione dei pazienti, bisogna riconsiderare il ruolo del PS ed offrire un ventaglio di opzioni terapeutiche anche per il pazienti in stadio intermedio.
Background and aim: the rapid spread of metabolic diseases is changing the epidemiology of hepatocellular carcinoma (HCC). Aim of the present thesis is, through four studies, to analyze the impact of these changes in the clinical management of patients with HCC. Materials and methods: four cohort studies, conducted with retrospective analysis of the ITA.LI.CA database. Study 1:3658 patients enrolled between 01-01-2001 and 31-12-2012 and divided by date of diagnosis: 2001 to 2004 (954 patients), 2005-2008 (1122 patients), 2009-2012 (1582 patients ). Study 2: comparative analysis of 756 patients with HCC-NAFLD and 611 patients with HCC-HCV. Study 3: proposal of four alternative models to original BCLC and validation of a proposed intermediate substaging, considering 2606 patients enrolled between 01-01-2000 and 31-12-2012 and reallocated according to different degrees of performance status (PS ). Study 4: analysis of 696 patients with HCC in intermediate stage diagnosed after 1999 and stratified by treatment. Results: Study 1: increasing of age at diagnosis and metabolic etiologies; more frequent onset of HCC in early stage and with more preserved liver function; increased survival after 2008. Study 2: patients with NAFLD-HCC show most frequently infiltrative tumour, diagnosed out of surveillance, with worse prognosis than patients HCC-HCV. This survival difference is eliminated by removing confounding factors through propensity analysis. Study 3: PS1 is not an independent predictor of survival. Model 4 (which considers PS0=PS1 and the proposed of substaging), has the best discriminative capacity. Studt 4: curative treatments reduce mortality more than TACE, even after propensity analysis. Conclusions: The widespread of metabolic diseases will involve an HCC diagnosis in a more advanced stage, when symptomatic, making it necessary to establish a screening program. T better stratify and manage patients, we must reconsider the role of PS and offer a range of treatment options for patients in the intermediate stage.
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Spagnol, Lisa. "Espressione e attività del recettore nicotinico α7nAchR in macrofagi intestinali di pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali ed in modelli murini di neuropatie del sistema nervoso enterico". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3423987.

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The α7 nicotinic receptor is involved in the cholinergic anti-inflammatory pathway, the mechanism through which the nervous system influences leukocytes inflammatory responses. Vagus nerve releases the neurotransmitter acetylcholine which binds to the α7 nicotinic receptors on the surface of macrophages inhibiting pro-inflammatory mediators release, such as TNFα and ILβ. Intestinal Bowel diseases (IBD), which comprise Crohn’s disease (CD) and ulcerative colitis (UC), are chronic immune mediated diseases characterized by a deregulated immune response to commensal flora in a genetically susceptible host. Epidemiologic studies revealed the dual effect of smoke on IBD patients: smoke ameliorates CU, by suppressing macrophages and lymphocytes activity, but worsen the symptoms and the histologic damage in CD patients. This thesis aimed to study the mechanism underlying the nicotine anti-inflammatory effect on CU patients (but not in CD patients), verifying the hypothesis that different expression levels of nicotinic receptor in IBD patients are responsible for its antithetic effects on diseases progress. Our main purpose was to verify first nicotinic receptor levels on mucosal macrophages during inflammation, and consequently whether macrophages’ sensibility to the anti-inflammatory pathway, could be influenced by the integrity of the enteric nervous system (ENS). Expression levels and functionality of α7nAchR in UC and CD patients in clinical remission or mild activity was compared to control subjects (HV, healthy volunteers or patients in screening for colonic cancer) in peripheral blood-derived macrophages and intestinal macrophages isolated from colon-sigma biopsies. In blood-derived macrophages α7nAchR levels were comparable between the three groups both at mRNA, quantified by Real Time-PCR, and protein, quantified by α-bungarotoxin-Alexa Fluor 488 binding, levels. On the contrary, the nicotinic receptors were more expressed in intestinal mucosal macrophages in UC patients than in healthy subjects and CD patients. Moreover, nicotine, the exogenous ligand of α7nAchR, significantly reduced LPS-induced TNFα synthesis in mucosal macrophages from UC but not MC and HV. To determine the mechanism responsible for the altered expression of α7nAchR in CD patients, we studied the cholinergic anti-inflammatory pathway in murine models of ENS neuropathy, since structural and functional damages in enteric neurons is well established in IBD patients. Our neuropathy models comprise TLR2 deficient mice (TLR2-/-) and mice infected by Herpes Simplex Virus type-1 (HSV-1). We quantified α7nAchR expression and inflammatory activation markers (F4/80 and caspase-1 activation) of intestinal macrophages in basal conditions and during early and late phases of experimental colitis induced by DSS. Mucosal macrophages showed no significant differences in α7nAchR expression in WT and TLR2-/- mice, while HSV-1 induced neuropathy caused a significant increase of α7nAchR levels. However, after three days of DSS administration, a significant increase of α7nAchR occurred in WT mice, but not in mice with enteric neuropathy. In parallel, in mucosal macrophages of WT mice, but not in mice with ENS neuropathy, we observed the activation of caspase-1 and surface F4/80 overexpression. Moreover, only in WT mice, nicotine reduced caspase-1 activation induced by LPS+ATP in mucosal macrophages. Furthermore, in vivo nicotine administration reduced the gravity of colitis in WT mice, but was ineffective in TLR2-/- mice. Finally, by correcting the integrity of ENS of TLR2-/- mice by administration in vivo of glial-derived neurotrophic factor (GDNF), caspase-1 activation in mucosal macrophages during colitis was normalized. All together our data suggest that for the cholinergic anti-inflammatory pathway to have an optimal action, it is required an increased expression of α7nAchR in mucosal macrophages in response to an inflammatory stimulus. Lack of α7nAchR up-regulation in mucosal macrophages, such as in MC patients, causes the loss of nicotine anti-inflammatory effects. The presence of a neuropathy might contribute to the inadequate expression of α7nAchR in mucosal macrophages during inflammatory processes, thus paving the way to amplified mucosal damage. Mediators that directly regulate α7nAchR expression in mucosal macrophages are now under investigation.
Il recettore nicotinico α7 è coinvolto nel sistema colinergico anti-infiammatorio, il meccanismo attraverso il quale il sistema nervoso regola la risposta infiammatoria dei leucociti. Il nervo vago rilascia acetilcolina che lega i recettori nicotinici α7 (α7nAChR) presenti nella superficie dei macrofagi, inibendo il rilascio di mediatori della risposta pro-infiammatoria, quali TNFα e IL1β. Le malattie infiammatorie croniche (in inglese IBD, Intestinal Bowel Disease) sono malattie idiopatiche caratterizzate da flogosi cronica che comprendono malattia di Crohn (MC) e colite ulcerosa (CU). Nell’uomo, studi epidemiologici hanno dimostrato che il fumo ha un effetto soppressivo su macrofagi e linfociti migliorando il decorso della CU mentre aggrava il quadro istologico della MC. I meccanismi responsabili di questa dicotomia non sono attualmente noti. Questo lavoro di tesi si è proposto di studiare i meccanismi alla base dell’attività anti-infiammatoria espletata dalla nicotina nei pazienti affetti da CU ma non da MC verificando l’ipotesi che diversi livelli di espressione dei recettori nicotinici nei pazienti con CU ed MC possano giustificare il diverso effetto della nicotina sul decorso della malattia. Si è quindi verificato se l’espressione dei recettori nicotinici nei macrofagi mucosali in corso di infiammazione, e quindi la loro sensibilità al riflesso anti-infiammatorio colinergico, potesse essere influenzata dal sistema nervoso enterico. I livelli di espressione e la funzionalità del recettore nicotinico α7nAChR in pazienti affetti da CU e MC in remissione clinica o in fase di attività lieve rispetto a soggetti di controllo (VS, volontari sani o soggetti in screening per cancro colico) sono stati studiati in macrofagi differenziati da monociti ottenuti da sangue periferico ed in macrofagi intestinali isolati da biopsie di colon-sigma. Nei macrofagi derivati dal sangue periferico, il recettore nicotinico α7nAChR è risultato paragonabile tra i tre gruppi sia a livello di mRNA, quantificato mediante Real Time-PCR, che di proteina, quantificata determinando il legame di α-bungarotossina-Alexa Fluor 488. Al contrario, il recettore nicotinico è risultato invece maggiormente espresso nei macrofagi della mucosa intestinale dei soggetti con CU rispetto ai soggetti sani o con MC. Inoltre la nicotina, ligando esogeno di α7nAChR, ha ridotto in maniera significativa l’espressione di TNFα stimolata da LPS nei macrofagi mucosali di CU ma non di MC. Al fine di determinare il meccanismo responsabile dell’alterata espressione del α7nAChR nella MC, il sistema colinergico anti-infiammatorio è stato studiato in diversi modelli murini caratterizzati dalla presenza di una neuropatia del sistema nervoso enterico, poiché è nota la presenza di danni strutturali e funzionali ai neuroni enterici nei pazienti con MC. In particolare sono stati utilizzati topi deficienti del recettore TLR2 (TLR2-/-) o topi con infezione nel sistema nervoso enterico da Herpes Virus simplex di tipo 1 (HSV-1). In questi animali è stata determinata, in condizioni basali e durante le fasi precoci e tardive di una colite sperimentale da DSS, l’espressione di α7nAChR nei macrofagi intestinali e il grado di attivazione pro-infiammatoria di queste cellule. I macrofagi della mucosa colica hanno evidenziato che in condizioni basali non vi è una significativa differenza tra topi WT e topi TLR2-/- nei livelli di espressione del recettore α7nAChR nei macrofagi intestinali, mentre nella neuropatia nei topi inoculati con HSV-1 si registra un significativo aumento del recettore α7nAChR. Tuttavia, a seguito della somministrazione di DSS per tre giorni si è osservato un significativo aumento del recettore α7nAChR in topi WT, ma non nei topi portatori di neuropatia enterica, TLR2-/- e infettati per via orogastrica con HSV-1. Parallelamente l’attivazione dei macrofagi mucosali è stata determinata quantificando l’espressione del marcatore di superficie F4/80 e l’attivazione della caspasi-1. Nei macrofagi della mucosa colica di topi WT ma non in topi portatori di neuropatia del SNE si osserva l’attivazione della caspasi-1 e la sovra-espressione di F4/80 durante le fasi iniziali della colite indotta da DSS. Inoltre, solo nei macrofagi ottenuti da topi WT la nicotina è in grado di ridurre l’attivazione della caspasi-1 indotta da LPS+ATP. La somministrazione in vivo di nicotina riduce la gravità della colite nei topi WT ma risulta inefficace nei topi TLR2-/-. Infine, abbiamo quindi verificato che ristabilendo l’integrità del SNE mediante la somministrazione di fattore neurotrofico derivante dalla glia (GDNF) in vivo a topi TLR2-/-, viene ripristinata una normale attivazione della caspasi-1 nei macrofagi mucosali in corso di colite. In conclusione, un’ottimale azione del sistema colinergico anti-infiammatorio richiede l’aumentata espressione di α7nAChR nei macrofagi mucosali in risposta ad un processo flogistico. Tuttavia, in presenza di neuropatia (i.e. virale o trofica) l’aumentata espressione di α7nAChR nei macrofagi mucosali può risultare insufficiente portando eventualmente ad un danno mucosale amplificato. I mediatori che direttamente regolano l’espressione di α7nAChR nei macrofagi mucosali sono attualmente oggetto di studio.
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CERAVOLO, PASQUALE. "Il ruolo della modulazione del sistema immunitario in seguito alla rottura della placca aterosclerotica durante IMA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1354.

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L’aterosclerosi, a lungo considerata una patologia essenzialmente legata all’ accumulo di lipidi all’interno della tonaca intima, oggi è riconosciuta come un processo degenerativo infiammatorio cronico ad eziologia multifattoriale che, pur manifestandosi clinicamente nell’adulto, trova prodromi sin dalla giovane età. Il nostro studio, condotto sui pazienti arruolati dopo infarto STEMI e sottoposti a intervento di angioplastica coronarica primaria, è finalizzato a valutare il ruolo della modulazione del sistema immunitario in seguito alla rottura della placca aterosclerotica durante l’infarto. Lo studio ancora in corso, ha evidenziato una presenza massiva dell’ IFN-γ, dell’IL-17 e dell’IL- 21 nelle coronarie affette dalla lesione rispetto a quelle esenti e alle arterie periferiche. Gli elevati livelli di citochine osservati nelle arterie danneggiate non sono dovuti all'aumento del numero delle cellule leucocitarie presenti, ma sono riconducibile all’attivazione cellulare delle stesse e all’espressione del loro pattern citochinico. Nella fase acuta dell’infarto inoltre, i livelli sierici dei fattori proinfiammatori come IL-6 e antiinfiammatori come IL-10 sono aumentati, tuttavia, l'aumento di IL-6 è sensibilmente superiore a quello di IL-10. Dopo un mese dalla lesione i livelli sierici di IL-6 e IL-10 osservati risultano bilanciati. A nostro avviso, l’attivazione prevalente dei fattori proinfiammatori è rilevante nella progressione della lesione e nello sviluppo di complicanze associate all’infarto miocardico acuto.
Atherosclerosis, once considered a disease mainly linked to accumulation of lipids within the inner tunic, is now recognized as a chronic inflammatory degenerative process with a multifactorial etiology that, even if occurs clinically in adults, shows prognostic signs at an early age. Our study, performed on patients enrolled after acute myocardial infarction with ST elevation (STEMI) undergoing primary coronary angioplasty, aims to assess the role of the immune system modulation during the atherosclerotic plaque rupture due to myocardial infarction. Preliminary data, showed a massive presence of IFN-γ, IL-17 and IL-21 in coronary arteries affected by lesion compared to those exempt and to peripheral arteries. The high levels of cytokines observed in damaged arteries are not due to the increase in the number of leukocyte cells present, but are due to activation of the same cell and expression of their cytokine pattern. Moreover, in the acute myocardial infarction the serum levels of pro-inflammatory factors such as IL-6 and anti-inflammatory such as IL-10 increased. However, the increase of IL-6 was significantly higher than that of IL-10. After a month of the injury, the observed serum levels of IL-6 and IL-10 are balanced. In our view, the main activity of pro-inflammatory factors is relevant in the progression of the lesion and in the development of complications associated with acute myocardial infarction.
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Книги з теми "Malattie del sistema urinario"

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Emmi, Lorenzo, ed. Le malattie rare del sistema immunitario. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5394-6.

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Emmi, Lorenzo. Malattie Rare Del Sistema Immunitario: Una Guida per I Pazienti. Springer London, Limited, 2013.

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Emmi, Lorenzo. Le malattie rare del sistema immunitario: Una guida per i pazienti. Springer, 2013.

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La dieta del metodo Kousmine. Curare le malattie degenerative e del sistema immunitario con l'alimentazione. Tecniche Nuove, 2001.

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Guamán Cobos, Victor Hugo. Teratogenicidad de anestésicos. Ciespal, 2021. http://dx.doi.org/10.16921/naciones.5.

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Анотація:
El seguimiento adecuado del embarazo limita la aparición de estas enfermedades en la expresión del genotipo y fenotipo por tanto darle varias vistas como cultura general a este ejemplar desempolva conocimientos adquiridos a lo largo de la carrera medica La afectación del sistema urinario, osteomuscular, cardiaco, sistema nervioso y otras estructuras hace que su estudio sea minucioso para la detección temprana y tomar decisiones prudentes dentro de la gestación El estudio de estas presentaciones anómalas en el producto merecenun estudio tanto del paciente como de la madre para determinar las variables y sus resutados con la toma de decisiones.
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Частини книг з теми "Malattie del sistema urinario"

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Calveri, Paolo, Mauro Galeazzi, Luca Cantarini, and Marco Gattorno. "Malattie Autoinfiammatorie." In Le malattie rare del sistema immunitario, 133–40. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5394-6_15.

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Sinisi, Marco. "Tumori del sistema nervoso periferico." In Terapia delle malattie neurologiche, 319–21. Milano: Springer Milan, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1120-5_22.

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Gemma, Marco. "Traumi del sistema nervoso centrale." In Terapia delle malattie neurologiche, 43–55. Milano: Springer Milan, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1120-5_3.

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Mandrioli, Jessica, and Pietro Cortelli. "Patologie del sistema nervoso vegetativo." In Terapia delle malattie neurologiche, 477–505. Milano: Springer Milan, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1120-5_37.

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Sinisi, Marco. "Traumi del sistema nervoso periferico." In Terapia delle malattie neurologiche, 57–61. Milano: Springer Milan, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1120-5_4.

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Rizzi, Marco, and Enrico Bombana. "Infezioni del sistema nervoso centrale." In Terapia delle malattie neurologiche, 81–99. Milano: Springer Milan, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1120-5_7.

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Giannelli, Renato, Elena Silvestri, and Simona Brancati. "Malattia Indifferenziata Del Tessuto Connettivo." In Le malattie rare del sistema immunitario, 63–68. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5394-6_7.

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Berni, Cecilia. "Le Regioni E Le Malattie Rare." In Le malattie rare del sistema immunitario, 7–8. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5394-6_2.

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Taruscio, Domenica. "Le Attività Del Centro Nazionale Malattie Rare (Istituto Superiore Di Sanità)." In Le malattie rare del sistema immunitario, 3–6. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5394-6_1.

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Ciarapica, Simonetta, and Lorenzo Emmi. "Granulomatosi Eosinofila Con Poliangioite (Sindrome Di Churg-Strauss)." In Le malattie rare del sistema immunitario, 93–99. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5394-6_10.

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Тези доповідей конференцій з теми "Malattie del sistema urinario"

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Navarro, Laura, María Teresa Verde, and Cristina Albisu. "Incorporación del urianálisis como técnica laboratorial en el abordaje diagnóstico de casos clinicos (ABP) para la adquisición de competencias profesionales." In IN-RED 2019: V Congreso de Innovación Educativa y Docencia en Red. València: Editorial Universitat Politècnica de València, 2019. http://dx.doi.org/10.4995/inred2019.2019.10470.

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El aprendizaje basado en problemas (ABP) es una de las metodologías más empleadas en la docencia de disciplinas biomédicas como la medicina interna veterinaria, ya que permite afianzar el aprendizaje de una forma muy sólida aplicando los conocimientos previos adquiridos en materias más básicas a un contexto real. Permite a los estudiantes poner en valor el conocimiento adquirido previamente y da sentido a los planteamientos académicos, que, de otra forma, no acaban de ser entendidos por los propios estudiantes. Por otro lado, el urianálisis es una técnica laboratorial imprescindible en la práctica clínica veterinaria para el abordaje diagnóstico de todos los casos clínicos relacionados con enfermedades del sistema urinario, pero que, además, coplementa la valoración de la situación global de cualquier proceso orgánico. Por ello, nos propusimos realizar una experiencia con dos objetivos: 1) fomentar la adquisición de habilidades en el laboratorio, especialmente en el urianálisis y 2) fomentar la adquisición de competencias integrando los resultados del urianálisis en el abordaje diagnóstico de un caso real. La experiencia se llevó a cabo con alumnos/as de últimos cursos del grado de Veterinaria en el Hospital Veterinario de la Universidad de Zaragoza. El alumnado evaluó, mediante una encuesta, distintos aspectos sobre los objetivos planteados. 47 alumnos/as participaron valorando la experiencia como muy satisfactoria. La mayoría percibió haber aumentado sus destrezas en el laboratorio mediante la realización de la técnica de urianálisis, y valoró como muy útil la integración de los resultados del urianálisis en el abordaje diagnóstico de los casos, considerando en general, que los conocimientos adquiridos podrían serles muy útiles en su futuro profesional y poniendo mucho mas en valor los conocimientos que poseían de la materia relacionada de cursos precedentes, lo que se traduce en un incremento de su autoestima al hacerse conscientes de la proyección real que pueden tener los conocimientos adquiridos.
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