Добірка наукової літератури з теми "Logica del dialogo"

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Статті в журналах з теми "Logica del dialogo"

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De Robertis, Daniela. "Alcune note di confine tra psicoanalisi relazionale e fenomenologia dell'alteritŕ." RICERCA PSICOANALITICA, no. 3 (November 2010): 59–75. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-003005.

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Анотація:
Incrementare il dialogo con la fenomenologia dell'alteritŕ potrebbe essere utile alla psicoanalisi per impostare piů criticamente il paradigma relazionale e contenere alcuni limiti e aporie che sono sopravvivenze del persistere di polaritŕ dicotomiche nel trattare il rapporto Sé-Altro, soggetto-oggetto, interno-esterno. Superando l'insidia ontologica e epistemologica dei dualismi, il pensiero d'intermediarietŕ, improntato alla nonduality, declina l'esperienza intersoggettiva non in termini contrapposti, ma complementari. Questa logica sincretica, che legge l'autonomia del soggetto come autonomia "relativa", garantisce la coerenza e la "realtŕ" del concetto di relazione.
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Guerra, Giovanni. "La relazione medico paziente: dialogo tra psicologia e medicina sull'adattamento." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (May 2021): 137–51. http://dx.doi.org/10.3280/rip1-2021oa11606.

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Анотація:
Il rapporto medico-paziente, tema ampiamente dibattuto in letteratura, viene qui proposto indicando l'adattamento come terreno di incontro nel quale medicina e psicologia possano dialogare, condividendo lo stesso punto di osservazione, pur mantenendo le loro specificità di lettura dei fenomeni e di intervento.La vita è un continuo processo adattativo la cui storia è il risultato deterministico e imprevedibile del gioco delle risorse, delle possibilità, dei vincoli, dei limiti, delle occasioni propri sia del soggetto sia della realtà.Questa formulazione dell'adattamento si applica tanto allo sviluppo biologico quanto allo sviluppo psicologico e, pur nella differenza dei "materiali" osservabili, offre un comune vertice di osservazione.La malattia è un evento quasi inevitabile della vita e coinvolge il soggetto in tutta la sua complessità bio-psico-sociale. Da qui, la sollecitazione a includere il malato con la sua soggettività (valori, storia, emozioni, fantasie …) all'interno del campo clinico. Tale inclusione, peraltro, pone due domande: da una parte, sulle ragioni dell'eclissi dell'interesse per la soggettività e, da un'altra parte, sul potenziale valore aggiunto apportato dalla presenza della soggettività del paziente nel campo clinico.La logica dello sviluppo del sapere e delle tecniche in medicina spiega le ragioni del progressivo disinteresse per la soggettività, ma lo stesso sviluppo implica la valorizzazione dell'individualità biologica. L'individualità non è, di per sé, la soggettività ma costituisce indubbiamente la via per prendere in considerazione la singolarità dei processi adattativi alla malattia.L'inclusione della soggettività se appare evidentemente vantaggiosa per il paziente, offre anche al clinico il vantaggio di una partecipazione attiva e di adesione ai percorsi diagnostici e terapeutici. Nella narrazione che il paziente fa della storia della malattia, infatti, si può rintracciare e comprendere anche la sua strategia adattativa. In particolare, si avanza la proposta di lettura della narrazione ipotizzando il vissuto della malattia e le aspettative nei confronti del curante come organizzatori della narrazione.
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Vicoli, Daniele. "La mediazione in fase esecutiva nel sistema italiano: il quadro normativo e le dinamiche applicative." Revista Brasileira de Direito Processual Penal 7, no. 3 (October 31, 2021): 2285. http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v7i3.623.

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Анотація:
Nel sistema italiano, la vittima, sebbene abbia assunto un ruolo di crescente importanza, resta ai margini della fase di esecuzione della pena. All’indifferenza legislativa se ne aggiunge un’altra: il tema della mediazione – al centro di diffuse analisi sul piano delle possibili alternative al rito ordinario – risulta esaminato in modo superficiale nel quadro delle dinamiche esecutive. L’articolo intende offrire un contributo utile a colmare questa lacuna. Nelle linee di fondo, il tratto distintivo della mediazione in executivis è rappresentato dall’intervenuta irrevocabilità della sentenza: un fattore che si palesa ambivalente, nella misura in cui può agevolare percorsi a valenza conciliativa ma anche renderli più ostici. In simile scenario, diventa centrale il nesso tra la giustizia riparativa e gli scopi di risocializzazione sottesi alla pena, tali da esplicarsi nell’impegno dell’autore a rivisitare in chiave critica l’illecito commesso e ricostruire il rapporto con la persona offesa. Stabilita questa premessa, l’accento va posto sulla logica del dialogo: le parti sono chiamate a sviluppare, con l’aiuto del mediatore, una trama relazionale che permetta di sanare la frattura originata dal reato. Tali canoni – già sfuggenti nella dimensione normativa dell’affidamento in prova (art. 47 comma 7 ord. penit.) e del lavoro all’esterno (art. 21 comma 4-ter ord. penit.) – sono del tutto obliterati sul versante applicativo. Appare, quindi, indispensabile un deciso cambio di rotta al fine di introdurre, nella fase esecutiva, forme di mediazione a carattere individualizzato e comunicativo.
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Sales Vilalta, Guillem. "Lógica y Metafísica en la Alemania del siglo XVII. Johannes Clauberg, Christian Thomasius y E. W. von Tschirnhaus." Anales del Seminario de Historia de la Filosofía 38, no. 3 (September 21, 2021): 389–402. http://dx.doi.org/10.5209/ashf.78034.

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Анотація:
En el presente artículo se argumenta que la Medicina mentis (1687) de E. W. von Tschirnhaus (1651-1708) participa del alejamiento respecto a la Metafísica escolástica (Schulmetaphysik) ejemplificado tanto por la Logica vetus et nova (1654) de Johannes Clauberg (1622-1665) de modo moderado y conciliador como por la Einleitung zur Vernunft-Lehre (1691) de Christian Thomasius (1655-1728) con mayor radicalidad. Para ello, el artículo consta de tres partes. En la primera, se bosqueja el proceso por el que la Schulmetaphysik adquiere presencia y relevancia en las universidades germanas del siglo XVII. A continuación, se analizan las mencionadas obras de Clauberg y Thomasius para descubrir en qué medida ambos pensadores dialogan críticamente con la tradición susodicha. Finalmente, se culmina el trabajo con una reflexión sobre los vínculos existentes entre la obra de Tschirnhaus y las Lógicas de Clauberg y Thomasius.
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Forero Lloreda, Eduardo, Carlos Armando Rodríguez, and José Vicente Rodríguez C. "Arqueología transdisciplinaria: un modelo de análisis en la gestión, la conservación y la difusión del patrimonio cultural y natural prehispánico en Colombia." Boletín de Antropología 20, no. 37 (September 9, 2010): 288–306. http://dx.doi.org/10.17533/udea.boan.6900.

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Анотація:
Resumen. La conformación de grupos de investigación transdisciplinarios alrededor del ejercicio profesional de la arqueología, favorece la concertación y creación de acciones que contribuyen con la vinculación de diversos sectores de la sociedad a favor de la protección, difusión y conservación del patrimonio cultural y natural de las regiones; sectores de la actividad profesional que estaban siendo ignorados por el aislamiento disciplinario de una práctica cerrada de la comunidad académica. En esteartículo se desarrolla la idea de que la gestión cultural, considerada transdisciplinariamente, implica la construcción dialógica (diálogo entre dos lógicas, la del observador y la del observado) y la interpretación, valorización y simbolización de los objetos arqueológicos que concurren en los espacios y territorios donde se manifiestan (el patrimonio socionatural no renovable y la gestión como ejercicio transdisciplinario y sostenible); es decir, la consolidación de valores esenciales para la dinámica social, dotando de sentido el trabajo profesional del arqueólogo y de la disciplina como ciencia social, completando el vacío dejado por la especialidad como tal e integrándola al contexto social. El diálogo entre disciplinas, la apertura y la interpretación de la interlocución entre la academia, la sociedad y la experiencia de ese ejercicio se enmarcan dentro de las ciencias de la complejidad.Abstract. The establishment of trans-disciplinary research groups —in the frame of the professional performance of Archaeology— improves the understanding and development of actions that contribute to the convergence of different sectors of the society which promote protection, long-windedness and conservation of the cultural and natural patrimony of the regions; sectors of the professional activity that had been ignored because of the disciplinary isolation due to a close practice from the academic community. This presentation develops the idea that culture seen through a trans-disciplinarily focus, implies the dialogic construction (dialog between two logics, the one of the observer and that of the observed), and the interpretation, worthiness, and symbolism of the archaeological objects that concur in the contexts and territories where they are manifested (the socio-natural non-renewable patrimony, and the management as a trans-disciplinary and sustainable activity). In other words, to guarantee the consolidation of essential values to achieve the social dynamics, by giving sense to the professional performance of an archaeologist and to the discipline itself as a social science; filling the gap left by the specialty as such, integrating it to the social context. The dialogue among disciplines, the receptivity and the interpretation of the interlocution among academy, society and experience of this duty, are framed into the so called Sciences of Complexity.
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Quan, Jun, Meng Yang, Qiang Gan, Deyi Xiong, Yiming Liu, Yuchen Dong, Fangxin Ouyang, et al. "Integrating Pre-trained Model into Rule-based Dialogue Management." Proceedings of the AAAI Conference on Artificial Intelligence 35, no. 18 (May 18, 2021): 16097–99. http://dx.doi.org/10.1609/aaai.v35i18.18023.

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Анотація:
Rule-based dialogue management is still the most popular solution for industrial task-oriented dialogue systems for their interpretablility. However, it is hard for developers to maintain the dialogue logic when the scenarios get more and more complex. On the other hand, data-driven dialogue systems, usually with end-to-end structures, are popular in academic research and easier to deal with complex conversations, but such methods require plenty of training data and the behaviors are less interpretable. In this paper, we propose a method to leverages the strength of both rule-based and data-driven dialogue managers (DM). We firstly introduce the DM of Carina Dialog System (CDS, an advanced industrial dialogue system built by Microsoft). Then we propose the "model-trigger" design to make the DM trainable thus scalable to scenario changes. Furthermore, we integrate pre-trained models and empower the DM with few-shot capability. The experimental results demonstrate the effectiveness and strong few-shot capability of our method.
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Ceballos, Vivian Coromoto Rojas, Leslie Jetzabel Folleco Calixto, and Wilson Alexander Zambrano Vélez. "La regulación emocional como herramienta efectiva para el mejoramiento pedagógico en la enseñanza de inglés." South Florida Journal of Health 2, no. 3 (August 26, 2021): 330–39. http://dx.doi.org/10.46981/sfjhv2n3-003.

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Анотація:
Este articulo está enmarcado en la necesidad de mejorar las prácticas educativas universitarias hacia la formación integral del alumno, permitiéndole integrar con éxito en el mundo laboral con las suficientes habilidades emocionales y sociales. Para ello, se buscó ayuda metodológica para los docentes de inglés de manera de enfrentar el alto nivel de ansiedad, inseguridad, frustración y temor de los estudiantes de la carrera pedagogía de lenguas nacionales y extranjeros modalidad online de la Universidad Estatal de Milagro. Se realizó un plan de acción basado en estrategias de análisis socioemocional; considerando que las universidades deben superar las barreras que separan la lógica del sentimiento, afectando la interrelación con los estudiantes y su aprendizaje, por lo que debe haber un auto reconocimiento crítico y consciente del porqué del accionar para la comprensión y acción mediante una dialógica multidimensional, generando espacios pedagógicos. This article is framed in the need to improve university educational practices towards the integral formation of the student, allowing them to successfully integrate into the work world with sufficient emotional and social skills. For this, methodological help was sought for English teachers in order to face the high level of anxiety, insecurity, frustration and fear of the students of the online modality Pedagogy of national and foreign languages ty career of the State University of Milagro. An action plan based on socio-emotional analysis strategies was carried out; considering that universities must overcome the barriers that separate logic from feeling, affecting the interrelation with students and their learning, so there must be a critical and conscious self-recognition of the reason to act for understanding and action through a multidimensional dialogic, generating pedagogical spaces.
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Di Virgilio, María Mercedes. "Urbanizaciones de origen informal en Buenos Aires. Lógicas de producción de suelo urbano y acceso a la vivienda /// Production and Housing Access. Informal Developments in Buenos Aires. The Logic of Urban Land." Estudios Demográficos y Urbanos 30, no. 3 (September 1, 2015): 651. http://dx.doi.org/10.24201/edu.v30i3.1496.

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El Área Metropolitana de Buenos Aires (AMBA) convive desde sus orígenes con múltiples modalidades de informalidad urbana. Este trabajo analiza el proceso de producción y transformación de las formas de hábitat informal que se desarrollan sobre tierra vacan-te en el AMBA. Los resultados que se presentan forman parte de una investigación que indaga sobre las transformaciones de cuatro urbanizaciones populares del AMBA desde su origen hasta la actualidad, por medio de técnicas cuantitativas y cualitativas. El artículo dialoga con investigaciones que estudian la vida cotidiana de los sectores populares y sus formas de acceso al hábitat en las últimas décadas. AbstractSince its inception, the Metropolitan Area of Buenos Aires (AMBA) has seen the coexistence of multiple modes of urban informality. This paper analyzes the production and processing of the forms of informal habitat that develop on vacant land in the AMBA. The results presented are part of a research project exploring the transformations of four popular AMBA developments from their inception to the present, using quantitative and qualitative techniques. The article engages in a dialogue with research that explores the everyday life of the popular sectors and forms of housing access in recent decades.
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Redaelli, Arianna. "PER UN’INTERPRETAZIONE COMUNICATIVA DELLA PUNTEGGIATURA NELLE GRAMMATICHE FRANCESI DEL SECOLO XVIII: ESEMPI DI LETTURA MANZONIANA." Italiano LinguaDue 13, no. 2 (January 26, 2022): 573–88. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17149.

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L’articolo intende fornire una breve disamina delle riflessioni riservate alla punteggiatura da parte di alcune tra le principali grammatiche del Settecento francese, allo scopo di segnalarne la modernità, la profondità d’analisi e l’influenza che esercitarono sulla sintassi moderna, non solo d’oltralpe. Una prima sezione è destinata a osservare come, di fronte alla storia recente dell’interpunzione, i grammatici illuministi si scostino sensibilmente dalle tendenze imperanti in Italia. Essi, infatti, non riservano all’argomento spazio esiguo e liminare, né si limitano a fornire semplici regole d’uso oscillanti tra un’interpretazione pausativa e un’interpretazione sintattica dei segni, e non di rado ridotte a vaghezze sul libero arbitrio degli scriventi. Al contrario, propongono osservazioni ampie e acute, poco o per nulla connesse alla mera prassi (dunque scarsamente fruibili a livello didattico), e perlopiù relate al problematico rapporto tra oralità e scrittura, ai cambiamenti verificatisi nel tempo entro il sistema scrittorio e ai fondamenti logici e semantici che presiedono all’organizzazione del discorso, cui la punteggiatura prende attivamente parte. Si procede poi con l’osservazione diretta di alcuni scritti, in particolare dei notevoli esempi forniti dalle opere di Claude Buffier, dell’abate Girard e di Nicolas Beauzée. Pur nella difformità delle trattazioni, tali grammatici condividono un approccio ragionativo al problema, che prende avvio da un’analisi minuziosa del testo e che offre altresì i presupposti per un fertile dialogo tra indirizzi interpretativi talora divergenti. Le loro proposte giungono, tra Settecento e Ottocento, anche in Italia, al punto che uno scrittore quale il Manzoni dei Promessi Sposi sembra venirne influenzato. Di qui, una casistica che lo dimostri. Si pensi, ad esempio, all’impiego della virgola tra soggetto e predicato – che i grammatici italiani teorizzano solo a partire dal Novecento, con il Malagòli – quando il primo sia espanso o da tematizzare; e all’uso del corsivo – ancora considerato, in ambiente peninsulare, appannaggio del tipografo – per segnalare la citazione, nel testo, di un altro testo scritto: riflessioni riscontrabili, almeno sino a Ottocento inoltrato, nella sola grammatica del Beauzée. Qualche considerazione conclusiva, infine, inserisce questi lavori nel complesso degli studi sull’interpunzione e chiarisce il legame sussistente tra essi e il testo manzoniano, anche in relazione alla diffusione del paradigma comunicativo-testuale nel panorama grammaticografico italiano. A communicative interpretation of punctuation in the French grammar books of the XVIII century: manzonian examples The article provides a brief examination of the reflections on punctuation in some of the main eighteenth century French grammar books, in order to point out their modernity, depth of their analysis and the influence they exerted on modern syntax, not only in France. The first section observes how, in the face of the recent history of punctuation, the grammarians of the Enlightenment deviated considerably from the prevailing trends in Italy. In fact, they dedicated ample space to the subject, going beyond providing simple rules for use that oscillated between a pausative interpretation and a syntactic interpretation of the signs, which not infrequently were reduced to vagueness regarding the free will of the writers. The ample and acute observations, barely connected to mere practice (therefore scarcely usable at a didactic level), were mostly related to the problematic relationship between orality and writing, changes that occurred over time within the writing system and to the logical and semantic foundations that presided over the organization of discourse, where punctuation took an active part. We then proceed with the direct observation of some writings, in particular remarkable examples provided by the works of Claude Buffier, Abbot Girard and Nicolas Beauzée. Despite the differences in their treatments, these grammarians shared a reasoned approach to the problem, which began with a detailed analysis of the text and which also offered the basis for a fertile dialogue between interpretative, sometimes divergent, approaches. Between the eighteenth and nineteenth centuries, their proposals reached Italy, where Manzoni, in Promessi Sposi, seemed to have been influenced by them. Hence, a series of cases demonstrate this. Think, for example, of the use of the comma between subject and predicate – that Italian grammarians theorized only from the twentieth century with Malagòli – when the first was expanded or thematized; or the use of italics – still considered, in a peninsular environment, the prerogative of the typographer – to signal a citation, in the text, of another written text: reflections that can be found, at least until the late nineteenth century, only in the grammar book by Beauzée. Finally, a few concluding considerations place these works within studies on punctuation and clarify the link between them and Manzoni’s text, also in relation to the diffusion of the communicative-textual paradigm in the Italian grammatical panorama.
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Ferrari, Angela. "IL TESTO COME INTRECCIO DI GERARCHIE." Italiano LinguaDue 14, no. 1 (July 28, 2022): 582–94. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18315.

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Un testo ben scritto è caratterizzato da una vera e propria architettura, la quale è in sintonia con i suoi obiettivi comunicativi, con la tipologia a cui appartiene, con altri testi con cui dialoga, con il contesto in cui si manifesta, con le conoscenze e le aspettative del lettore. Una delle caratteristiche di fondo di questa architettura è la sua profonda costituzione gerarchica, la quale si applica alle sue unità secondo diversi principi. Così per esempio, c’è una gerarchia che distingue il piano principale del testo da quello degli incisi; c’è una gerarchia che interessa gli enunciati che formano il piano principale del testo, la quale è definita dalla sua progressione tematica e logico-argomentativa; c’è una gerarchia che caratterizza, a un livello più microscopico, il contenuto interno dei singoli enunciati, che viene ad articolarsi in informazioni in primo piano e informazioni sullo sfondo comunicativo. Le diverse gerarchie si disegnano a partire da indicazioni date dalla lingua – lessicali, sintattiche, interpuntive – e da operazioni inferenziali che chiamano in causa vari tipi di conoscenze extralinguistiche. L’obiettivo di questo intervento consiste nel tratteggiare l’intreccio di gerarchie che caratterizza i testi coerenti e coesi, e ciò sulla base di una serie di esemplificazioni tratte da testi autentici. Imparare, e poi insegnare, a riconoscerlo è fondamentale sia nell’ottica di una didattica della lettura sia in quella di una didattica della scrittura. E questo per quanto riguarda tutti i tipi di testi. Si pensi paradigmaticamente al riassunto, che – essendo un testo che elabora un altro testo – combina lettura e scrittura. Nella sua elaborazione, una grossa parte del lavoro consiste infatti proprio nel riconoscere ai diversi livelli le informazioni principali e quelle secondarie: nello sfrondare cum grano salis le seconde e nel riunire, combinare, generalizzare le prime. The text as a intertwine of hierarchies A well written text is characterized by a real architecture, which is in tune with its communicative objectives, its typology, with other texts it dialogues with, with the context where it manifests, with the reader’s knowledge and expectations. One of the basic characteristics of this architecture is its deep hierarchical constitution, which is applied to its units according to different principles. Thus, for example, there is a hierarchy that distinguishes the main level of the text from the asides; there is a hierarchy that affects the utterances that form the main level of the text, defined by its thematic and logical-argumentative progression; at a more microscopic level, there is a hierarchy that characterizes the internal content of the individual utterances, which is articulated into information in the foreground and information in the communicative background. The different hierarchies are drawn from indications given by the language - lexical, syntactic, interpunctual - and from inferential operations that involve various types of extralinguistic knowledge. The aim of this paper is to outline the interweaving of hierarchies that characterizes coherent and cohesive texts on the basis of a series of examples taken from authentic texts. Learning, and then teaching, how to recognize it is fundamental both for the teaching of reading and for the teaching of writing. This applies to all types of texts. Think paradigmatically of the summary, which - being a text that elaborates another text - combines reading and writing. In its elaboration, a large part of the work consists, in fact, in recognizing the main and secondary information at different levels: in pruning the latter cum grano salis and in reuniting, combining and generalizing the former.
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Дисертації з теми "Logica del dialogo"

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FORMICONI, Cristina. "LÈD: Il Lavoro È un Diritto. Nuove soluzioni all’auto-orientamento al lavoro e per il recruiting online delle persone con disabilità." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251119.

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INTRODUZIONE: Il presente progetto di ricerca nasce all’interno di un Dottorato Eureka, sviluppato grazie al contributo della Regione Marche, dell’Università di Macerata e dell’azienda Jobmetoo by Jobdisabili srl, agenzia per il lavoro esclusivamente focalizzata sui lavoratori con disabilità o appartenenti alle categorie protette. Se trovare lavoro è già difficile per molti, per chi ha una disabilità diventa un percorso pieno di ostacoli. Nonostante, infatti, la legge 68/99 abbia una visione tra le più avanzate in Europa, l’Italia è stata ripresa dalla Corte Europea per non rispettare i propri doveri relativamente al collocamento mirato delle persone con disabilità. Tra chi ha una disabilità, la disoccupazione è fra il 50% e il 70% in Europa, con punte dell’80% in Italia. L’attuale strategia europea sulla disabilità 2010-2020 pone come obiettivi fondamentali la lotta alla discriminazione, le pari opportunità e l’inclusione attiva. Per la realizzazione di tali obiettivi assume un’importanza centrale l’orientamento permanente: esso si esercita in forme e modalità diverse a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni. La centralità di tutti gli interventi orientativi è il riconoscimento della capacità di autodeterminazione dell’essere umano, che va supportato nel trovare la massima possibilità di manifestarsi e realizzarsi. Ciò vale ancora di più per le persone con disabilità, in quanto risultano fondamentali tutte quelle azioni che consentono loro di raggiungere una consapevolezza delle proprie capacità/abilità accanto al riconoscimento delle caratteristiche della propria disabilità. L’orientamento assume così un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale. Oggi giorno il frame work di riferimento concettuale nel campo della disabilità è l’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), il quale ha portato a un vero e proprio rovesciamento del termine disabilità dal negativo al positivo: non si parla più di impedimenti, disabilità, handicap, ma di funzioni, strutture e attività. In quest’ottica, la disabilità non appare più come mera conseguenza delle condizioni fisiche dell’individuo, ma scaturisce dalla relazione fra l’individuo e le condizioni del mondo esterno. In termini di progetto di vita la sfida della persona con disabilità è quella di poter essere messa nelle condizioni di sperimentarsi come attore della propria esistenza, con il diritto di poter decidere e, quindi, di agire di conseguenza in funzione del proprio benessere e della qualità della propria vita, un una logica di autodeterminazione. OBIETTIVO: Sulla base del background e delle teorie di riferimento analizzate e delle necessità aziendali è stata elaborata la seguente domanda di ricerca: è possibile aumentare la consapevolezza negli/nelle studenti/esse e laureati/e con disabilità che si approcciano al mondo del lavoro, rispetto alle proprie abilità, competenze, risorse, oltre che alle limitazioni imposte dalla propria disabilità? L’obiettivo è quello di sostenere i processi di auto-riflessione sulla propria identità e di valorizzare il ruolo attivo della persona stessa nella sua autodeterminazione, con la finalità ultima di aumentare e migliorare il match tra le persone con disabilità e le imprese. L’auto-riflessione permetterà di facilitare il successivo contatto dialogico con esperti di orientamento e costituirà una competenza che il soggetto porterà comunque come valore aggiunto nel mondo del lavoro. METODI E ATTIVITÀ: Il paradigma teorico-metodologico adottato è un approccio costruttivista: peculiarità di questo metodo è che ciascuna componente della ricerca può essere riconsiderata o modificata nel corso della sua conduzione o come conseguenza di cambiamenti introdotti in qualche altra componente e pertanto il processo è caratterizzato da circolarità; la metodologia e gli strumenti non sono dunque assoggettati alla ricerca ma sono al servizio degli obiettivi di questa. Il primo passo del progetto di ricerca è stato quello di ricostruzione dello stato dell’arte, raccogliendo dati, attraverso la ricerca bibliografica e sitografica su: l’orientamento, la normativa vigente in tema di disabilità, i dati di occupazione/disoccupazione delle persone con disabilità e gli strumenti di accompagnamento al lavoro. A fronte di dati mancanti sul territorio italiano relativi alla carriera e ai fabbisogni lavorativi degli/delle studenti/esse e laureati/e con disabilità, nella prima fase del progetto di ricerca è stata avviata una raccolta dati su scala nazionale, relativa al monitoraggio di carriera degli studenti/laureati con disabilità e all’individuazione dei bisogni connessi al mondo del lavoro. Per la raccolta dati è stato sviluppato un questionario ed è stata richiesta la collaborazione a tutte le Università italiane. Sulla base dei dati ricavati dal questionario, della letteratura e delle indagini esistenti sulle professioni, nella fase successiva della ricerca si è proceduto alla strutturazione di un percorso di auto-orientamento, volto ad aumentare la consapevolezza nelle persone con disabilità delle proprie abilità e risorse, accanto a quella dei propri limiti. In particolare, il punto di partenza per la costruzione del percorso è stata l’Indagine Istat- Isfol sulle professioni (2012) e la teoria delle Intelligenze Multiple di H. Gardner (1983). Si è arrivati così alla strutturazione del percorso di auto-orientamento, composto da una serie di questionari attraverso i quali il candidato è chiamato ad auto-valutare le proprie conoscenze, le competenze, le condizioni di lavoro che gli richiedono più o meno sforzo e le intelligenze che lo caratterizzano, aggiungendo a questi anche una parte più narrativa dove il soggetto è invitato a raccontare i propri punti di forza, debolezza e le proprie aspirazioni in ambito professionale. Per sperimentare il percorso di auto-orientamento creato, nell’ultima fase della ricerca è stato predisposto uno studio pilota per la raccolta di alcuni primi dati qualitativi con target differenti, studenti/esse universitari/e e insegnanti di scuola superiore impegnati nel tema del sostegno e dell’orientamento, e utilizzando diversi strumenti (autopresentazioni, test multidimensionale autostima, focus group). CONCLUSIONI: I dati ottenuti dallo studio pilota, seppur non generalizzabili, in quanto provenienti da un campione esiguo, hanno evidenziato come il percorso di auto-orientamento attivi una riflessione sulla visione di sé nei diversi contesti e un cambiamento, in positivo o in negativo, nell’autostima e nella valutazione di sé in diverse aree, ad esempio nell’area delle relazioni interpersonali, del vissuto corporeo, dell’emotività ecc. Tali dati ci hanno permesso soprattutto di evidenziare punti di forza e debolezza del percorso creato e di apportare modifiche per una maggiore comprensione e adattabilità del prodotto stesso. Il valore del percorso orientativo è connesso al ruolo attivo di auto-valutatore giocato dal candidato con disabilità, affiancando a questa prima fase di autovalutazione un successivo confronto dialogico con un esperto, tale da permettere un ancoraggio alla realtà esterna, al contesto in cui il soggetto si trova a vivere. In questo senso, l’orientamento assume il valore di un processo continuo e articolato, che ha come scopo principale quello di sostenere la consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità, agendo all’interno dell’area dello sviluppo prossimale della persona verso la realizzazione della propria identità personale, sociale e professionale.
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BELLETTI, Eleonora. "SUSTAINABLE TOURISM AND VALUE CO-CRATION: CHALLENGES AND OPPORTUNITIES FOR RURAL AREAS." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251118.

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La co-creazione di valore in ottica di sviluppo turistico di una destinazione è oggi un hot topic della ricerca scientifica sul destination management. L’obiettivo del presente lavoro è, da un lato, quello di fornire a studiosi ed operatori di settore alcuni spunti critici di riflessione sulle relazioni, le interazioni tra stakeholder e la gestione delle risorse del territorio in un’ottica di sviluppo turistico; dall’altro lato è quello di mostrare il ruolo, in tale contesto, che la nascita di modelli innovativi di agribusiness basati su un approccio culturale e sul supporto delle nuove tecnologie possono giocare, in particolare nelle aree rurali delle Marche. Al fine di comprendere le dinamiche, le idee e le spinte motivazionali dei soggetti coinvolti nel processo di ricerca, si è scelto di optare per un approccio qualitativo, nel quale i metodi privilegiati sono stati il case study e l’etnografia. Sono stati quindi analizzati dialoghi, interazioni, materiale informativo di vario genere, documenti ufficiali, field notes ed interviste semi-strutturate con soggetti chiave. La ricerca mette in evidenza come un cambio di paradigma culturale sia necessario per apportare reale innovazione e sviluppo sul territorio, sia in termini di relazioni ed interazioni tra stakeholder, sia in termini di gestione delle risorse. Questo cambiamento può favorire inoltre l’affermazione di modelli di agribusiness innovativi, che in parte stanno già iniziando a diffondersi, che rispondono a nuovi principi economici ed istanze sociali e culturali diverse rispetto al passato. Una successiva ricerca quantitativa potrebbe essere utile per una generalizzazione delle evidenze emerse dal presente lavoro e misurare l’effettiva ampiezza e diffusione dei vari argomenti qui descritti e discussi. La presente indagine contribuisce in particolare a sottolineare il valore di un approccio culturale e creativo anche in ambiti apparentemente distanti e guidati da logiche diverse.
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Книги з теми "Logica del dialogo"

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Cantú, Paola. Teorie dell'argomentazione: Un'introduzione alle logiche del dialogo. [Milan, Italy]: B. Mondadori, 2006.

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Soggetto del sapere e scienze moderne: Il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo di Galileo. Milano: Jaca book, 2005.

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Chircalan, Ionut. Creator si creatie. Parintele Dumitru Staniloae - valorificator al scrierilor areopagitice. Editura Universitara, 2021. http://dx.doi.org/10.5682/9786062812515.

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Despre scrierile areopagitice (teologia si filozofia lor) s-a scris mult in ultima vreme si la noi. Chiar s-au intocmit teze pentru obtinerea titlului de doctor cu siguranta si in teologie, dar si in filozofie. Este bine ca au intrat si in ordinea de interes a filozofilor (istoricilor filozofiei, chiar a eticienilor) mai intai pentru ca, desi cu dominanta teologica scrierile areopagitice sunt, totodata, depozitare ale unei mari filozofii. De fapt, pentru ramura rasariteana a crestinismului, dupa Apologiile si Dialogul cu iudeul Tryphon ale Sfantului Justin Martirul si Filozoful, scrierile areopagitice sunt, poate, in cea mai mare masura, de intemeiere pentru filozofia crestina. In al doilea rand, lectura alternativa este cale sigura si dreapta catre dialog. Aplecarea asupra aceluiasi text, din situari diferite, nu separa, prin aceasta, pentru motivul simplu ca o lectura ia seama de dominanta, iar alta de „Jocul secund” al operei. Pentru ca in logica operei deschise intra si aceasta dubla asezare. Avand o dominanta: teologica, filozofica, poetica, stiintifica, orice carte este de interes secund si pentru alte lecturi-interpretari. Numai din spatiul primelor scrieri crestine Corpusul areopagitic, bunaoara, poate fi citit, intregitor, si in grila filozofica si dinspre etica, iar frumusetea limbajului, particularitatile lui, venind din intensul apofatism si dintr-o gramatica, as zice, a superlativelor, fac din el si monument de limba si de stilistica.
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Schermaier, Martin Josef, and Werner Gephart, eds. Rezeption und Rechtskulturwandel. Klostermann, 2016. http://dx.doi.org/10.5771/9783465142522.

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Rechtskulturen sind weder trennscharfe Formationen noch folgen sie einer autopoietischen Logik. Darüber aber, wie der dynamische Kontakt und die Verflechtung mit anderen Rechtskulturen zu denken ist, ob als Dialog, Diffusion, Transplantation, Konflikt, Interaktion oder Irritation, bestehen hochkontroverse rechtswissenschaftliche Debatten. Der Band widmet sich historischen Prozessen der Rezeption Römischen Rechts und anderer europäischer Rechtskulturen in Japan, China und Russland und konturiert damit das Spannungsfeld zwischen normativer Vereinheitlichung und der Persistenz kultureller Besonderheiten.
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Parker, Emily Anne, and Anne van Leeuwen, eds. Differences. Oxford University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.1093/oso/9780190275594.001.0001.

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In spite of the affinities of work by Simone de Beauvoir and Luce Irigaray, rarely are their projects productively put into dialogue. This groundbreaking volume is the first book-length work to attempt to do so. In so doing, it moves beyond the terms of a simple opposition: that Beauvoir advocates for a humanistic equality of subjects while Irigaray advocates for an exploration of the inherently sexuate specificity of bodies. Until now the strength of this oppositional reading has prevented scholars from asking what they have in common. To read Beauvoir and Irigaray together in a way that does justice to the work of both requires a continuation of efforts to read Beauvoir anew. This task of rereading Beauvoir thus constitutes the first section of the volume, essays that offer an unprecedented exploration of the place of the material and the corporeal in Beauvoir’s thought. These essays situate Beauvoir’s thought beyond the framework of a theory of gender and beyond the framework of humanism. The essays in the second section of the volume take up the challenge of articulating points of dialogue in logic, ethics, and politics. Rather than forming a consensus or polarization either between Beauvoir and Irigaray or among each other, these essays deepen our understanding of the most familiar aspects and renew critical investigation of underappreciated moments of the work of these thinkers.
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Частини книг з теми "Logica del dialogo"

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Smith, Ronnie W., and D. Richard Hipp. "Parsing." In Spoken Natural Language Dialog Systems. Oxford University Press, 1995. http://dx.doi.org/10.1093/oso/9780195091878.003.0007.

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Both the user of the system and the dialog controller communicate using language. The user’s language consists of strings of English words ordered according to the rules of English syntax. The dialog controller’s language is made from strings of ground logic terms, variables, and punctuation symbols all connected according to the syntax of Prolog expressions. This chapter describes the design of a parser whose task is to translate strings from the user’s language into strings with approximately the same meaning in the dialog controller’s language. Some difficulties encountered by the parser follow. 1. Because of the less than flawless performance of speech recognizers, the parser will not know exactly what the user has said. Instead, the parser will receive as input one or more estimates of what was spoken, none of which may be absolutely correct. 2. Even what was spoken might not be what the user was thinking. The user may have mispronounced part of the utterance, or may make simple grammatical errors in the utterance. 3. The user may deliberately omit small structure words, such as “the” and “of”, from what is said. This is a natural and subconscious response of native speakers when speaking to a machine which has less than perfect language skills. 4. The parser’s grammar of the English language is probably not identical to the user’s. Thus, even without recognition errors, mispronunciations, or omitted words;, the input to the parser may not be syntactically well-formed. 5. The mapping from the user’s language to the dialog controller’s language is not one-to-one. Many inputs will have multiple meanings, and will thus need to be translated into two or more outputs. Conversely, a particular output may result from several syntactically unsimilar inputs. Together with [EM81], [HHCT86], [HM81], and [YHW+90], we argue that due to the above problems, the traditional natural language parsing techniques that accept written or typed input are not adequate for systems which accept speech input. New parsing architectures are required to deal with the high level of uncertainty that is inherent to speech input.
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Trejos Buriticá, Omar Iván. "Importancia del pensamiento computacional en la formación de ingenieros a partir de teorías y modelos de aprendizaje." In Competitive Risaralda, generating research alliances for development. Universidad Tecnológica de Pereira, 2021. http://dx.doi.org/10.22517/9789587224955.1.9.

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The target of this research was to propose, implement and bring to the classroom a model that would facilitate the learning of imperative programming in Systems Engineering and Computing based on the theory of meaningful learning (Dr. David Paul Ausubel), Discovery learning (Dr. Jemore Seymour Bruner) and the 4Q model of thinking preferences (Dr. William Herrmann). From the perspective of these three models, it was sought that, in this learning process, the meaning of programming would be simplified, spaces would be opened for the student to discover solutions based on their own logic, students would be outlined and they would be aware of their profile and, in general, computational thinking will be assimilated as a basis for decision making. The adopted method was quantitative with written evaluations and valued in the range of 1 to 5 and qualitative from observation, dialogue and interaction between students and the research teacher. The results show that, both quantitatively and ...
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Jenkins, Henry, and Adolfo Plasencia. "Convergence Culture: Where Old and New Media Collide." In Is the Universe a Hologram? The MIT Press, 2017. http://dx.doi.org/10.7551/mitpress/9780262036016.003.0012.

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Henry Jenkins, former professor of humanities, MIT, is one of the leading science authorities in the analysis of New Media. Today, he is Professor of Communication, Journalism, and Cinematic Arts at USC. In this dialogue, Jenkins explains how technology is transforming the traditional view of humanities. He outlines his vision of convergence culture in his book, Convergence Culture: Where Old and New Media Collide. He explains why he thinks the idea of copyright is an aberration. He goes on to relate the causes for conglomerates losing control of media flows and how to deal with this situation. He describes the new logic framework under which our current participatory culture is run. He defines himself in this dialogue as a critical utopian trying to demonstrate how to harness the great power that changes taking place in new media have on people. Emphasizing the ‘new social skills’, which bring about new forms of ethics, interactions, politics, types of economic activities and legal culture, in the clash between the new digital media and the old mass media.
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Hengehold, Laura. "Conclusion." In Simone de Beauvoir's Philosophy of Individuation, 199–215. Edinburgh University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.3366/edinburgh/9781474418874.003.0007.

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Will women’s freedom from sexist sense mean an end to the concept of the “Other”? Who is Beauvoir’s Other? This chapter sets The Second Sex in dialogue with Deleuze’s references to the “Other” in Logic of Sense and Difference and Repetition. Focusing on an autobiographical scene that was eventually deleted from her first novel, this chapter suggests that the Independent Woman occupies the structural place of the Other in Beauvoir’s Idea of the sense that might arise in place of sexist representations and habits.
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McLaughlin, Sean J. "Ignoring Nosey Charlie." In JFK and de Gaulle, 153–89. University Press of Kentucky, 2019. http://dx.doi.org/10.5810/kentucky/9780813177748.003.0008.

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This chapter surveys transformations in the international system from the summer of 1962 to Kennedy’s assassination in November 1963. In Vietnam, the Diem regime’s bloody repression of Buddhists and student protesters in mid-1963 sparked American revulsion and widespread distaste for the Kennedy administration’s wayward client state. As the situation in South Vietnam grew increasingly tumultuous, American embassy telegraphs out of Saigon revealed a profound distrust of French motives. The administration fixated on the notion that Roger Lalouette, the French ambassador, was plotting with the president’s brother, Ngo Dinh Nhu, to arrange a cease-fire with the Viet Cong and potentially secure a reunification deal with the North in exchange for the removal of American forces. Lalouette was indeed working with Nhu, but he was trying to hammer out a deal that would give the Kennedy administration a “peace with honor” and an opportunity to exit the country before the situation spiraled out of control. The Kennedy administration was unable to accept that French efforts to foster North-South dialogue were the logical byproduct of a long-standing regional peace policy, interpreting Lalouette’s actions instead as part of a sinister Gaullist conspiracy to drive Americans out of Southeast Asia.
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Ayala Macías, Elvia Guadalupe, Guillermo Benjamín Álvarez De la Torre, and Berenice Vizcarra. "Hacia una comprensión de la génesis y transformación de la forma urbana en ciudades fronterizas. El estudio de Mexicali, Baja California." In La interdisciplina en el estudio de la forma urbana, 135–53. Universidad Autónoma Metropolitana. Unidad Azcapotzalco. División de Ciencias y Artes para el Diseño., 2022. http://dx.doi.org/10.24275/uama.9205.9215.

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The urban form of a city is the result of processes of socio-spatial interaction that have developed over time, so that its analysis merits the use of a conceptual and theoretical frame of reference based on interdisciplinary dialogue; thus retaking components, tools and methods implemented in geography, history, urbanism and cultural studies. It is thus proposed to start from the implementation of the historical interpretative method and the application of documentary analysis techniques (cartographic, demographic, photographic and literary), to identify both the physical configuration of foundational areas, as well as those socio-cultural attributes associated with the genesis and transformation of one of the cities of the northwestern border of Mexico, Mexicali, Baja California. To this end, a multidimensional study is presented below, which on the one hand takes into consideration the physical determinants (such as the urban layout, hydraulic infrastructure or political-administrative boundaries) involved in the conception, composition and materialization of space, trying to trace the logics that were established from the perception, use and significance of space (Munizaga, 2014). This review will allow us to rescue the history of the city, but it will also provide some theoretical and methodological clues to establish an integrative approach with which to approach the understanding of the growth and development of the medium-sized cities founded in the nineteenth and twentieth centuries.
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Тези доповідей конференцій з теми "Logica del dialogo"

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Stipcic, Milos. "Synergy between public space politics and mobility strategies." In Seminario Internacional de Investigación en Urbanismo. Barcelona: Curso de Arquitetura e Urbanismo. Universidade do Vale do Itajaí, 2016. http://dx.doi.org/10.5821/siiu.6307.

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¿Hasta qué punto y en qué circunstancias movilidad, como aspecto funcional e inevitable del entorno humano, se puede convertir en un elemento afirmativo de espacio público dándole un nuevo significado y un valor añadido? Diálogo entre movilidad y espacio público se puede explicar mediante la comprensión de las estrategias de movilidad como partidario de la integración de diferentes lógicas urbanas, observando infraestructura como un elemento de configuración de espacio público y al cuestionar transporte como pivote del carácter e identidad de espacio público. El objetivo principal de esta discusión es la integración urbana y contextual de los sistemas de transporte vistos como confluencias de lógica urbana y lógica de transporte desarrolladas como una sola expresión. Armonizando esta paradoja es posible crear sinergias entre espacio público y transporte que ganan nuevas dimensiones. Up to which point and under which circumstances mobility, as a functional and an inevitable aspect of the human environment, can become an affirmative element of public space giving it a new significance and an additional value? Dialog between mobility and public space can be explained by understanding mobility strategies as a supporter of integration of different urban logics, by observing infrastructure as an element of public space configuration and by questioning transport as a pivot of public space character and identity. The main focus of this discussion is on mobility lines, specifically urban and contextual integration of transport systems seen as a crossroads between urban and transport logic, developed as a single expression. Harmonizing this paradox it is possible to create synergies between public space and mobility which gain new dimensions.
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Tomasi, Jorge, and Julieta Barada. "Vernacular earthen architectures. Institutionalisation and management models for its conservation in northern Argentina." In HERITAGE2022 International Conference on Vernacular Heritage: Culture, People and Sustainability. Valencia: Universitat Politècnica de València, 2022. http://dx.doi.org/10.4995/heritage2022.2022.15126.

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The conservation of vernacular earthen architecture presents specific technical and social challenges, which implies particular reflections in relation to concrete actions for their restoration, but also to the management models implemented in the interventions. The heritagisation of many of these architectures implies an institutionalization of actions, with approaches on vernacular techniques with procedures that are often foreign to the logics of local constructive cultures. This paper is oriented to the analysis of two vernacular earthen architectures in northern Argentina: Casa del Marques -in the town of Yavi- and the Church of Uquía, both in the province of Jujuy. These analysis involve a recognition of the different trajectories around the institutionalization of conservation, both historical and contemporary. In this sense, the paper will focus on three issues: (a) the action of state institutions in the conservation of these architectures; (b) the problems associated with these actions in technical terms; (c) the possibilities of participatory approaches from vernacular practices. In methodological terms, this presentation will be based on the fieldwork carried out for the registration, diagnosis and support in the execution of the works, in dialogue with other approaches from archive documentation. In the particular case of Casa de Marques, the fieldwork implied the realization of different workshops with local communities, from participatory approaches.
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Remondino, Chiara Lorenza, Eleonora Fiore, and Paolo Marco Tamborrini. "CLab Torino: a transdisciplinary environment to provide a challenge-based teaching model." In Sixth International Conference on Higher Education Advances. Valencia: Universitat Politècnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/head20.2020.11197.

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Promoting an open dialogue, a constant interdisciplinary collaboration with companies, between universities, about partnership or open innovation perspective, today is a challenge that still faces some resistance. Learning to deal with complexity, with the coexistence of different points of view, in collaboration to combined and re-combined know-how in ever new, original and challenging formulations, brings with its specific needs. In this sense, design takes on a fundamental role to create projects with a view to sustainable innovation, projects that are increasingly responsive to contemporary complexity. So, how does design education need to change? How do working designers and design researchers can update their skills to meet the challenges of the present and future?This contribution, through the experimentation of the Contamination Lab Torino, investigates a new education model intended as an extremely dynamic process from the creation of a multidisciplinary design team to the transition from a product design logic to a Product Service System one, as the most effective way to face the issue of the system management, as a way to guarantee the appropriate flexibility to the contemporary needs of our society.
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