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Дисертації з теми "Letteratura di fine Ottocento"

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Paraboschi, F. "Maschere e travestimenti nella prosa francese di fine Ottocento." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2008. http://hdl.handle.net/2434/59914.

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Анотація:
The mask has always been a magic symbol, directly connected with a religious archaic context. It has been used especially during the celebrations related to the seasonal cycles and to the fertility of the fields. In the course of time, the mask has acquired different values and functions, but it has always determined the suspension of reality and the creation of a new one, ruled by opposite principles (such as the period of carnival), or opened to the afterlife world. The mask can be considered a noteworthy theme for the French decadent sensitivity, emphasizing the desire of forgetting an abject present situation in order to enter a metaphysical dimension. This study is structured in three different parts: the first one analyses the mask as an anthropological subject, the second considers its importance as a literary theme, and finally the third is based on the presence of masks and disguisings in the French fin-de-siècle prose. This thesis means to follow a thematic itinerary from the Idéal to the Spleen, according to the baudelarian bipolar aesthetic. Moving from the analysis of the mask as the embody of mystery, we consider the many, different disillusions of the decadent character in his constant effort to go beyond mere reality looking for an artistic intuition and a fruition of Beauty. Considering the modern use of cosmetic masks in a social setting, we can observe the degeneration of what was once a sacred object. However in the very moment when every limit is surpassed, in the excessive quality of the representation, the character wearing the mask is finally able to leave his narrow, referential being to become the symbol of a poetic ideal.
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2

CIFARIELLO, ALESSANDRO. "Giudeofobia e romanzo antinichilista nella Russia di fine Ottocento." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1423.

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Анотація:
Nella tesi di dottorato Giudeofobia e Romanzo Antinichilista nella Russia di Fine Ottocento abbiamo studiato il nucleo giudeofobico dei romanzi antinichilisti dopo la guerra russo-turca (1877-1878) e i sentimenti antisemiti particolarmente espressi dalla “paura dell’ebreo”: nel primo caso si tratta della cosiddetta “giudeofobia oggettiva”, che si focalizzava principalmente sulle reali relazioni economiche tra gli ebrei russi e il resto della popolazione; nel secondo caso della “giudeofobia occulta”, il cui scopo era di dimostrare l’esistenza di una cospirazione ebraica mondiale contro la Russia e la cristianità ortodossa. Questo gruppo di romanzi non rappresentò solamente una delle diverse espressioni della cultura giudeofobica della Russia ottocentesca, ma rivitalizzò anche il dibattito pubblico sulla cosiddetta “questione ebraica” contrassegnandolo con una sinistra visione giudeofobica, come abbiamo dimostrato in tesi. Nel genere letterario dei romanzi antinichilisti, prodotto attraverso l’integrazione di una vasta gamma di sottogeneri narrativi e non-narrativi, si creavano, si sviluppavano e si rielaboravano i miti della giudeofobia occulta. In questo genere i rivoluzionari, cioè i nichilisti, erano rappresentati come un esercito reazionario segretamente guidato da un occulto governo ebraico. L’uso di certi mitemi letterari giudeofobici può essere collegato alla cultura antigiudaica, antisemita e xenofobica dell’epoca moderna. Nel corso del ventesimo secolo è infatti possibile seguire il suo sviluppo nelle ideologie del nazi-fascismo e dei governi totalitari, fino a tempi più recenti quando, dopo il collasso dell’Unione Sovietica, ha trovato nuovamente spazio, in Russia come all’estero, la teoria della cospirazione ebraica, cioè una visione distorta, a livello mondiale, degli eventi della storia moderna. Capitolo I°: La paura dell’ebreo come mitema nella cultura letteraria russa Questo capitolo è concettualmente diviso in due parti. Nella prima parte viene data grande attenzione alla distinzione filologica tra significante e significato dei diversi termini usati in russo per nominare l’ebreo: “Iudej”, “Žid”, “Evrej”, “Izrail’tjanin”. Si esamina poi la letteratura antigiudaica, dalla Rus’ kieviana alla Moscovia. Successivamente ci si sofferma sulla rivisitazione di tali mitemi antigiudaici nella letteratura russa del XIX° secolo, in particolare in Bulgarin, Puškin, Gogol’, Dostoevskij, Turgenev, Leskov, ecc. La seconda parte è dedicata alla questione ebraica nell’Impero russo nel corso del XIX° secolo, con un’enfasi speciale alla storia e allo sviluppo della giudeofobia russa: particolare attenzione è data alle ripercussioni letterarie degli eventi legati alla rivolta polacca del 1863, alla guerra russo-turca del 1877-1878, e all’assassinio dello zar Alessandro II nel 1881. L’acceso dibattito sulla questione ebraica tra gli organi di stampa giudeofobici e giudeofili mostra chiaramente l’evoluzione delle idee e dei sentimenti giudeofobici dei circoli nazionalisti russi. Alcuni organi di stampa presi ad esempio sono «Novoe Vremja» di Suvorin, «Kievljanin» di Šulgin, «Vilenskij Vestnik» di Zabelin, «Voschod» di Landau, «Novorossijskij Telegraf», «Odesskij Vestnik», «Den’: Organ Russkich-Evreev». Il capitolo termina con la dimostrazione dell’esistenza di legami molto stretti tra i mitemi giudeofobici e la subcultura dell’antisemitismo russo. Capitolo II°: Il romanzo antinichilista giudeofobico Anche questo capitolo è diviso in due parti. A cominciare dal «Russkij Vestnik» di Katkov e dall’influsso che ebbe sugli scrittori antinichilisti, in questa parte si esaminano nascita ed evoluzione del romanzo antinichilista. La Weltanschauung del movimento antinichilista va in due direzioni, la prima delle quali è tipicamente polonofobica, mentre la seconda, che si sviluppa dopo la guerra russo-turca, è prettamente giudeofobica. Nella seconda parte sono presi in analisi quattro romanzi giudeofobici, esaminati nel contesto della questione ebraica: L’abisso di Boleslav Markevič, La via oscura di Nikolaj Vagner, Sulle tracce fresche di Ieronim Jasinskij, Tra gli ebrei di Savelij Efron-Litvin. Capitolo III°: V.V. Krestovskij: antinichilismo di prima e seconda generazione Il capitolo è interamente dedicato alla biografia e bibliografia di Vsevolod Krestovskij. Nella seconda parte ci si sofferma particolarmente sulla stretta connessione tra l’opera letteraria di Krestovskij, il mondo russo-ebraico e la questione ebraica, con una speciale enfasi degli elementi giudeofobici, e sulla recensione da parte di Krestovskij dei noti volumi di Jacob Brafman Le confraternite ebraiche nazionali ed internazionali e Il libro del Kahal. In questo capitolo si dimostra quanto la giudeofobia di Krestovskij – e più in generale la sua xenophobia – sia profondamente radicata sin dal primo celebre romanzo I bassifondi di Pietroburgo. Capitolo IV°: L’ebreo avanza Quest’ultimo capitolo è a sua volta diviso in due parti. Nella prima parte si osserva il nucleo giudeofobico nella trilogia di Krestovskij L’ebreo avanza. In quest’opera Krestovskij presenta la sua personale visione dell’Impero Russo. La società russa, secondo lo scrittore, è soggiogata dagli ebrei operanti in tre diverse sfere d’azione: la sfera propriamente ebraica collocata nella zona di residenza, la sfera del cristianesimo ortodosso a Pietroburgo e al fronte della guerra russo-turca, la sfera nichilista in una piccolissima provincia dell’Impero. Nella seconda parte particolare attenzione è data alle diverse recensioni ottocentesche delle opere di Krestovskij, in particolare quelle che Simon Dubnov scrive di La tenebra egizia e Tamara Bendavid. Conclusioni: Nella tesi di dottorato abbiamo dimostrato che la letteratura antinichilista, assieme alla pubblicistica e alla pamphlettistica degli intellettuali conservatori, è parte di un più complesso sistema culturale. Si tratta dello stesso sistema culturale che genererà i Protocolli dei Savi di Sion. Questo sistema culturale rielabora mitemi giudeofobici nazionali e internazionali ed opera per produrre una nuova cultura originale che viene assorbita nel pensiero giudeofobico reazionario degli intellettuali russi. Con una visione meno radicale e al contempo non meno violenta delle concezioni razziste dell’antisemitismo dell’Europa occidentale, nella cultura giudeofobica russa del XIX° secolo si assiste alla metamorfosi della figura storico-letteraria e a volte folklorica dell’ebreo in quella di un reale essere umano oppresso da sanguinosi pogrom, false accuse e calunnie infamanti. L’ebreo reale potrebbe espatriare o scegliere di emanciparsi attraverso l’abolizione della zona di residenza. Ma le richieste degli intellettuali ebrei sono percepite dagli intellettuali giudeofobi con particolare maldisposizione: per i giudeofobi, infatti, l’emancipazione e l’abolizione della zona di residenza sono chiari elementi di una guerra mossa contro l’Impero Russo dall’intera società ebraica, il cui scopo malvagio è stabilire un regno ebraico nell’Impero Russo. In questo modo la teoria della cospirazione diviene non solo una componente primaria della cultura russa del XIX° secolo ma anche un mito fondamentale usato come capro espiatorio per qualsiasi male della società russa, e, a posteriori, il capro espiatorio di tutti i mali nell’Europa nazi-fascista.
In my dissertation, entitled Judeophoby and Anti-Nihilistic Novel in Russia at the End of the Nineteenth Century, I studied the Judeophobic core of Anti-Nihilistic Novels after the Russian-Turkish war (1877–1878), and their Anti-Semitic feelings particularly expressed by the fear of the Jew. The so-called objective Judeophoby – who focused mainly on to the real economic relations between Russian Jewry and the rest of the population; and occult Judeophoby – whose goal was to demonstrate the existence of a Jewish world conspiracy against Russia and Orthodox Christianity. This group of novels was not only one of the several expressions of the nineteenth-century Russian Judeophobic culture, but it also revitalized the public debate of the so-called Jewish Question and marked it with a sinister Judeophobic perspective, as I have demonstrated in my dissertation. The literary genre of anti-Nihilistic novels was produced by integrating a wide range of fictional and non-fictional sub-genres and creating, developing and employing myths of the occult Judeophoby. This represented the revolutionaries, i.e. the Nihilists as the reactionary army secretly lead by a Jewish hidden government. The use of certain Judeophobic literary mythemes can be linked to the modern Anti-Judaic, Anti-Semite and Xenophobic culture. In the twentieth century, it is possible to follow the growth of Nazi-Fascist and Totalitarian ideologies, up to our recent times when, after the collapse of the USSR, Anti-Semitism is again based on the Conspiracy Theory, a breathing worldwide distorted vision of events in global modern history, growing stronger and stronger in the contemporary Russian Federation, and abroad. First Chapter: The Fear of the Jew as a Mytheme in Russian Literary Culture: This chapter is conceptually divided in two sub-parts. In the first part, a substantial amount of consideration is given to the philological distinction between significance and signifier of several terms used in Russian language to name the Jew: “Iudei”, “Zhid”, “Evrei”, “Izrail’tianin”. Then the attention moves toward the existence of an Anti-Judaic Literature from Kievian Rus’ to Muscovy without any real need of the actual presence of the Jewish population. Further it re-visits its Anti-Judaic mythemes in the nineteenth-century Russian literature, as for example works by Bulgarin, Pushkin, Gogol’, Dostoevsky, Turgenev and Leskov, a.s.o. The second sub-part is dedicated to the Jewish Question in the nineteenth-century Imperial Russia, with special emphasis on the explanation, history and development of Russian Judeophobia: particular attention is given to the literary events linked to the 1863 Polish uprising, the 1877–1878 Russian-Turkish war and the 1881 terrorist act with the assassination of Alexander II. The pages of Judeophile and Judeophobic press heated debate on the Jewish Question clearly show the evolution of the Russian nationalistic circles’ Judeophobic feelings and ideas. Some examples are: Suvorin’s «Novoe Vremia», Shulgin’s «Kievlianin», Zabelin’s «Vilenskii Vestnik», Landau’s «Voskhod», «Novorossiiskii Telegraf», «Odesskii Vestnik», «Den’: Organ Russkikh-Evreev», a.s.o. The chapter ends with the demonstration of the existence of very narrow ties binding Judeophobic mythemes and the Russian Anti-Semitic ideology subculture. Second Chapter: Anti-Nihilistic Judeophobic Novel: This chapter is also divided in two sub-parts. Beginning from Katkov’s «Russkii Vestnik» and his influence on Anti-Nihilist writers, here the birth and development of the Anti-Nihilist novel is examined. The Anti-Nihilist movement Weltanschauung, is shaped into two types: the first type is typically Polonophobic, while the second, developed after the Russian-Turkish war, is mainly Judeophobic. The second part of the chapter analyses four Judeophobic novels seen in the Jewish Question context: Boleslav Markevich’s The Abyss, Nikolai Vagner’s The Dark Way, Ieronim Iasinsky’s On a Fresh Trail and Efron-Litvin’s Among Jews. Third Chapter: Vsevolod Krestovsky: First and Second Generation Anti-Nihilism: This chapter is entirely devoted to Vsevolod Krestovsky’s biography and bibliography. The second half of the third chapter pays particular attention to the close connection between Krestovsky’s work, the Russian-Jewish world and the Jewish Question, with special emphasis on Judeophobic elements, and Krestovsky’s review of Brafman’s National and International Jewish Brotherhoods and of The Book of Kahal. In this chapter it is demonstrated that Krestovsky’s Judeophobia, and a more general xenophobia, is deeply rooted in his works since his first novel The Slums of Saint Petersburg. Fourth Chapter: The Yid is Coming: The fourth chapter is again divided into two sub-parts. The first part, observes the Judeophobic core of Krestovsky’s trilogy The Yid is Coming. In this work, Krestovsky presents his visions of the society of the Russian Empire as subjugated by Russian Jewry involved in three different spheres of actions: the proper Jewish sphere located in the Pale of Settlement, the Christian Orthodox sphere in Saint Petersburg and at the Russian front in Russian-Turkish war, the Nihilist sphere in a small province of the Russian Empire. In the second part of this fourth chapter particular attention is paid to several reviews coeval with Krestovsky’s works, especially Simon Dubnov’s reviews of The Egyptian Darkness and Tamara Bendavid. Conclusions: In this dissertation it is demonstrated that Anti-Nihilist Belles-lettres are part of a more complex cultural system, together with reactionary conservative journals and pamphlets: it is the same cultural system that is going to generate the Protocols of the Sages of Zion. This cultural system re-elaborates national and international Judeophobic mythemes and works at producing a new original culture that is absorbed into the reactionary Judeophobic thought of Russian intellectuals. Less radical – but not less violent – than racist conceptions of Western-European Anti-Semitism, the Judeophobic Weltanschauung in nineteenth-century Russian culture presents the metamorphosis of a historical-literary, sometimes folkloric Yid to a real human being oppressed by bloody pogroms, false accusations and slanderous calumnies. The real Jew can expatriate or choose to emancipate himself thus abolishing the Pale of Settlement. However the requests made by the Jewish intellectuals are seen by the Judeophobic intellectuals in a particularly dark light: for them, emancipation and abolition of the Pale of Settlement represent the war against Imperial Russia made by the whole Jewish society with a particular evil aim: establishing a Jewish kingdom over the Russian Empire. This is the way that the conspiracy theory becomes not only a primary part of the nineteenth-century Russian culture, but also a fundamental myth used as a scapegoat for any ills of the Russian society, then, in another time and another space, becoming a scapegoat for the evils of the Nazi-Fascist Europe.
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Celsan, Elena <1990&gt. "Il personaggio femminile in letteratura tra fine Ottocento e primo Novecento." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10146.

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Анотація:
La tesi si propone di analizzare alcuni personaggi femminili presenti in determinati romanzi scritti tra fine Ottocento e primo Novecento. L'analisi è incentrata sul ruolo, sulla funzione e sull'evoluzione del personaggio all'interno della narrazione in relazione anche ad altri aspetti quali la religione, la follia, l'amore e il denaro.
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Bezzi, Valentina. "Nell'officina di un reporter di fine Ottocento: gli appunti di viaggio di Edmondo De Amicis." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2003. http://hdl.handle.net/10579/363.

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Анотація:
Scrittura in continua oscillazione tra codice soggettivo e oggettivo, le note di viaggio sembrano configurarsi per natura come un 'apografo' dell'esperienza. Se, poi, il loro autore si avvicina ad esse in veste di inviato speciale, sempre in parten2a su richiesta del lettore o dell'editore, il loro rapporto con il vissuto del viaggio è destinato ad assumere caratteri ancor più complessi e stratificati. Da questo punto di vista, la ricerca che abbiamo condotto su alcuni dei quaderni di appunti di Edmondo De Amicis viaggiatore e reporter sembrano fornire significative chiavi di lettura per comprendere procedimenti e motivazioni di questo genere di testi. Le nostre indagini si sono svolte principalmente nelle Biblioteche Civiche e Nazionali di Venezia, Torino e Firenze dove si sono rinvenuti oltre ai riferimenti teorici, metodologici e archivistici della tesi, numerosi autografi, prime edizioni di opere e diversi carteggi. Le visite più assidue, però, sono state compiute presso la Biblioteca Civica «Leonardo Lagorio» di Imperia che, conservando un Fondo interamente dedicato allo scrittore, si è confermato il luogo più adatto per una ricerca che mirasse ad esplorare i vari livelli di scrittura con cui l'autore ha dovuto confrontarsi nell'elaborazione dei suoi reportages. Dei quaderni qui selezionati per l'analisi abbiamo descritto e trascritto parzialmente Ms. E.D.A. 18 e 20, dedicati al viaggio in Marocco (1875), Ms. E.D.A. 19 e 21 utili ad una ricostruzione del soggiorno argentino del 1884; ad essi appare cronologicamente e strutturalmente legato Ms. E.D.A. 26, contenente note stilate durante il viaggio in piroscafo verso il Sud America, da cui poi De Amicis trasse le pagine de Sull'Oceano (Milano, Treves, 1889). Distinto da essi per finalità e scrittura appare Ms. E.D.A. 3 (Note per La Carrozza di tutti), fascicolo di appunti rappresentanti una fase già successiva della scrittura di "diario", utilizzati per il romanzo-reportage La carrozza di tutti (Milano, Treves, 1899). Tali autografi sono stati scelti tra gli altri come i più rappresentativi dei processi di creazione e di evoluzione della scrittura di viaggio deamicisiana, letta come cartina di tornasole di alcune delle principali modalità di realizzazione del genere del reportage in un periodo, quale l'ultimo trentennio del secolo XIX, in cui esso realizzò un rilevante sviluppo storico e letterario. A sottolineare tale prospettiva abbiamo ritenuto opportuno allegare io appendice un catalogo dei libri di viaggio letti da De Amicis, attualmente conservati presso lo Studio De Amicis ad Imperia-Porto Maurizio, con una breve premessa sul rapporto dell'autore con le fonti. L'esperienza si è rivelata un interessante itinerario attraverso le letture dello scrittore ligure, nell'esplorazione delle chiose che egli usava apporre a margine, oltre che nella produzione del genere tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo. La descrizione, la datazione e la trascrizione delle carte selezionate si accompagnano nella tesi ad un esame della genesi delle scelte stilistiche nel confronto delle note autografe con l'opera a stampa, di cui vengono riportati a pié di pagina campioni significativi e ricorrenti quando funzionali all'indagine sul testo. Tale corpo analitico è stato inserito tra una presentazione di carattere teorico-descrittivo dei quaderni di viaggio valutati nel contesto della situazione complessiva del Fondo «De Amicis» e un capitolo conclusivo di osservazioni sulla scrittura di viaggio dell'autore con riferimento al processo compositivo della sua opera narrativa e saggistica. La lettura delle note ha consentito di evidenziare differenze e somiglianze strutturali dei quaderni e delle opere e, insieme, di misurare un progressivo spostamento ideologico e narratologico spesso corrispondente, se non talvolta coincidente, a quello rilevabile nella lettura dei testi a stampa. Nella totalità dei casi analizzati, l'autore procede ad un'annotazione aneddotica degli eventi, raccoglie in forma diretta exempla di conversazione ai quali appone varianti e correzioni, seleziona accuratamente gli argomenti, il loro ordine e la loro frequenza: tale forma, che egli restituisce nell'opera compiuta, rivela un'inclinazione crescente a preordinare il modello dell'esperienza e la preoccupazione costante di mantenere alta l'attenzione del pubblico ricorrendo a toni conversevoli anche alle pagine più didattico-divulgative. Evidenziare il processo di costruzione del testo e di emissione del messaggio all'interno del laboratorio dello scrittore, nella continua oscillazione tra scrittura intima e scrittura pubblica imposta dalla natura stessa delle note, ci è sembrata una strada opportuna a chiarire i nodi della ricezione dell'opera deamicisiana, a scoprire le dimensioni dell'intenzionalità ed una più nitida considerazione del suo esito letterario anche in rapporto al pubblico dei lettori. Si è potuto, infine, per questa via accertare come la scrittura di De Amicis risulti collocarsi all'incrocio tra un nuovo interesse per soggetti di carattere sociale ed una nuova attenzione stilistica e costruttiva del testo che condurrà in ambito italiano ad un rinnovamento del genere del reportage destinato a vedere un ricco stuolo di seguaci divisi tra una scrittura sempre più incline all'aneddoto e al frammento lirico, definita di sapore "pre-rondista", da un lato, ed una più incline al sociale, promossa dal reportage d'inchiesta, dall'altro, secondo modalità che si riveleranno fertili sin dentro e oltre il secolo XX. L'indagine che abbiamo svolto si colloca tra filologia e analisi del testo, nell'idea che attingere dall'unione di queste discipline possa rivelarsi criticamente proficuo nello studio di testi come quelli rappresentati dai quaderni deamicisiani. Raccolte di note e appunti preliminari, anteriori all'esistenza dell'opera letteraria compiuta si possono, a nostro avviso, rivelare utili sia ad una lettura diacronica, nel rapporto con il testo definitivo destinato alla pubblicazione, sia ad una lettura sincronica nella considerazione autonoma della loro composizione. A tali scopi i quaderni esaminati si prestano efficacemente, anche per la natura delle opere che ne derivano, di cui tali autografi rappresentano una sorta di officina, a volte fumosa e rumorosa, nella quale, osservando strumenti e processi in atto, diventa possibile seguire la costruzione in fieri del testo. Travel notes are a way of writing that always alternates between a subjective and an objective code and is by nature 'apograph' of the experience. If their writer approaches them as a reporter whose travel begins for the reader's or the editor's request then the borders of this sort of writing show more complex characteristics. From this point of view Edmondo De Amicis' experience as a traveller and reporter seems to offer some interesting clues for this genre. The research about some notebooks written by De Amicis has been carried on at Florence, Turin and Venice Civic and National Libraries but mainly at the Civic Library of Imperia called «Leonardo Lagorio», where an archive entirely dedicated to the Italian writer is preserved. The Archive has been the most suitable place to inquire the different levels of writing which De Amicis had to explore creating his travel reportages. After an exam of the history and of the validity of the autographs, we have proceeded to the analysis of some selected manuscripts of the Archive. Among the notebooks conserved at Imperia we have studied and partially transcribed Ms. E.D.A 18 and 20 dedicated to the travel to Morocco (1875) and Ms. E.D.A. 19 and 21, that deal with the travel to Argentina (1884); linked with them, another notebook, Ms. E.D.A. 26, which contains notes about the journey in a steamboat toward South America, which inspired the pages of his On the Ocean (Milan, Treves, 1889). Different for finalities and kind of writing is Ms. E.D.A. 3 (Note per La Carrozza di tutti), a series of notes representing a phase of writing that follows the 'diary book'. These autographs have been chosen because they better represent how De Amicis created and developed his travel reportages, and are a significant example of reportage techniques, a genre that reached an important literary and historical development in the last thirty years of 19th century. It has also been useful, to stress this perspective, to enclose in the Appendix a catalogue of travel books kept in the personal library of the author, today at Centro Polivalente at Porto Maurizio-Imperia, with a short introduction about the relationship between the Italian writer and his sources. The experience has been an useful journey through the writer's readings, through the notes he used to write on their margins and through the production of travel books between the end of 19th century and the 20th century. The description and the dates of the hand-written and printed works and the transcription of the selected papers go together with an analysis of the stylistic and linguistic choices and their evolution, through a comparison of the notes with the printed work. At the bottom of the page are registered some significant and recurring examples from the volume. This analytical part has been inserted between a theoretical and descriptive part about the notebooks of the archive and a conclusive chapter about the author's travel writing techniques in the context of his entire literary production. The reading of the notes has shown structure differences and similarities with the printed works and how their stylistic and ideological evolution often corresponds and sometimes coincides. In the examples registered, the author usually retells the events in an anecdotal way he rarely prefers to describe them ; he reports in the direct form some conversations, that he often corrects on the pages of the manuscripts; he carefully selects the subjects, their order and frequency, revealing an inclination to prearranged patterns of experience. The anecdotes and the reporting of direct speeches allow him to avoid the tendency to write an 'essay', and to maintain high the reader's attention, keeping talkative tones also in didactic pages. The analysis of text structuring and of emission of the message in the writer's workshop, that alternates between intimate and public writing imposed by the nature of the notes, helped to enlighten the keys of the reception of De Amicis' production, to discover its intentions, and to consider the literary results also referring to the editorial market and the readers. De Amicis's writing lies between a new interest in social subjects and a new stylistic and structural attention to the text which will have some important consequences in renovating the reportage technique in the Italian literature. In the 20th century the genre will develop on one side to the anecdote and the lyrical fragment and on the other to the social enquiry. The research shifts between philology and text analysis, with the persuasion that an interdisciplinary study could be efficacious for this kind of texts. Notes and journals that precede the printed work appear a diachronically and synchronically productive reading, establishing a relationship between notes and the accomplished text on one side and an autonomous reading of the handwriting on the other. For this aim the selected texts reveal proceedings, instruments and the birth of the work.
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CARRUS, CRISTIANA. "L’Istituto di Fisica di Cagliari tra fine Ottocento e primi decenni del Novecento." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2014. http://hdl.handle.net/11584/266519.

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Анотація:
The project, started some time ago, aimed at conduct a more accurate and systematic investigation on the situation of Physics in Italy between the XIX and XX centuries, led to the discovery of many peripheral situations and to the role of different physicists not considered of primary importance. It is in this context that the Institute of physics of Cagliari and the figure of Giovanni Guglielmo are examined. Giovanni Guglielmo was a physicist who worked in Torino, Cagliari and Sassari, director of the Physics Laboratory of Cagliari for 37 years, Dean of the Faculty of Science and author of two handwritten notes of his lectures and over one hundred articles published in the most prestigious magazines of his time. Following a bitter controversy with a colleague, Professor of Applied Physics and director of the School of Electrotechniques of Torino, Guglielmo became isolated by the scientific community, giving an early end to his intense scientific career. In the thesis I examine also the role played in Physics Institute of Cagliari by Rita Brunetti, successor of Guglielmo and director of the Institute from 1928 to 1936.
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Ragau', Stefania. "Le utopie di Sion tra messianesimo e sionismo nell'Europa di fine Ottocento e inizio Novecento." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2018. http://hdl.handle.net/11384/86064.

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Radice, Camilla <1993&gt. "Per una teratologia della letteratura di fine '800." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20030.

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Анотація:
Lo scenario politico contemporaneo risuona di ossessivi riferimenti all’identità, alla cui salvaguardia sembrano sacrificabili margini sempre più ampi di libertà e diritto, mentre la retorica della sicurezza fa proprie le immagini dell’assedio, dell’invasione e della contaminazione. Le stesse paure sono rintracciabili lungo tutto il corso della storia e ognuna ha inventato forme mostruose, in una costante dialettica fra “ritorno” e metamorfosi: il corpo del mostro è un corpo frammentato e impuro; è un corpo grottesco, perché travalica i limiti; lungi dall’essere un mero riflesso dell’inconscio, non solo può appartenere alla problematicità di ciò che chiamiamo “sé”, ma rispecchia la profonda ambiguità del nostro rapporto con i concetti di unità e uguaglianza., a un tempo oggetto di desiderio e di repulsione. Il presente lavoro vuole studiare la letteratura attraverso la categoria di la mostruosità, al fine di ripensare il valore del confine e il ruolo politico delle narrazioni letterarie e culturali.
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8

Cappellazzo, Silvia <1989&gt. "Esposizioni d’arte umoristica e di caricatura tra fine Ottocento e primo Novecento in Italia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3915.

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Анотація:
L'oggetto della ricerca riguarda un periodo della storia artistica italiana poco studiato, ovvero le esposizioni d'arte umoristica e di caricatura che si sono svolte nelle maggiori città italiane, dal 1878 al 1919. Il lavoro viene suddiviso in una parte generale, relativa alla pratica caricaturale nel tempo, dopodiché si andranno ad approfondire i singoli eventi d'arte umoristica e di caricatura, fornendo non solo indicazioni pervenute dallo studio dei documenti scritti, ma anche corredando la tesi con un consistente corpus figurativo.
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Perozzo, Valentina. "Il notomista delle anime: sociologia e geografia del romanzo nell'Italia di fine Ottocento(1870 - 1899)." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3426652.

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Between 1870 and 1899 in Italy 1051 writers published 2545 new novels in Italian. This research is focused on a database that collects data about those books and their authors. In this way we delineate a comprehensive overview of the Italian fiction literature of the late nineteenth century, bypassing the canonization of literary history. The aim of this research is to study how a specific kind of intellectual worker (the novelist) takes shape and how he fits into the deep changes that were taking place in Italian literary system of the time. The first part of this thesis focuses on the database: at first it emerges a sort of geography of the Italian novel, providing an accurate quantitative picture of the editorial production. We gathered different kinds of information about novels, in order to cover also aspects normally neglected as price, number of pages, number of reissues. Secondly, we focus on the figure of the novelist and its characteristics. Following data have been collected regarding each novelist: date of birth, country of birth, education, social background (through father's profession), any other work that is combined to the literary practice (teaching, journalism). Moreover, there is an attempt to account for the complete literary production of each author (other genres, the total number of novels). Database has been reworked through charts. In the second part of the research we analyzed the production of Italian novels through two different points of view: interactions with foreign novels and especially French novels (whose importation was very considerable) and the introduction of "Realism" (or "Verismo" or "Naturalism") in Italian literary system. Canonical studies of novel normally neglect both analysis of foreign fiction production (that was the common choice for an average Italian reader) and "non-artistic" topics within the artistic discourse (such as the contradiction between ethics of society and realist novel). The theoretical basis that inspired this work is the concept of "literary field" developed by Pierre Bourdieu, whose purpose is such a construction of an authentic sociology of artistic production. The model proposed by Bourdieu allows us to think the fields of cultural production as a relatively autonomous relational system, though it was designed on the French literary field of the late nineteenth century. In the same period, the conditions of fiction production in Italy were extremely different. Nevertheless Bourdieu's theory (and, in the same way, Franco Moretti's considerations on “distant reading”) allows to reclaim the study of art practices as an entirely legitimate research topic for a historian.
Tra il 1870 e il 1899 in Italia vengono pubblicati 2545 prime edizioni romanzi in lingua italiana , opera di 1051 scrittori. L'elemento centrale di questa ricerca è un database che raccoglie le informazioni sui libri e sui loro autori. In questo modo si è delineato un panorama completo della narrativa italiana di fine ottocento, bypassando la canonizzazione della storia letteraria. Lo scopo iniziale di questa ricerca è studiare come si formi una specifica figura di lavoratore intellettuale - lo scrittore di romanzi -, e come questo si inserisca all'interno delle profonde trasformazioni in atto nel mercato delle lettere di fine Ottocento. La prima parte della tesi si concentra sul database e sulle informazioni che se ne possono ricavare: in primo luogo si delinea così una geografia del romanzo italiano, fornendo un accurato quadro quantitativo della produzione editoriale. Le informazioni che si sono raccolte sui romanzi riguardano infatti anche aspetti normalmente trascurati come il prezzo, il numero di pagine, le riedizioni. In secondo luogo ci si concentra sulla figura del romanziere e sulle sue caratteristiche. Le informazioni raccolte su ogni romanziere riguardano la data di nascita, la regione di nascita, l'educazione, la provenienza sociale (attraverso la professione del padre), le altre attività lavorative che accompagnano la pratica letteraria (insegnamento, giornalismo). Inoltre si è cercato di rendere conto della produzione letteraria completa (altri generi letterari, numero di romanzi complessivo). Le informazioni sono state rielaborate graficamente. Nella seconda parte della tesi si è analizzata la produzione di romanzi italiani attraverso due differenti punti di vista: le interazioni con la narrativa straniera e soprattutto francese (di cui l'Italia era grande importatrice) e l'introduzione della corrente letteraria del realismo (o verismo o naturalismo) nel peculiare sistema letterario italiano. Nella costruzione discorsiva classica sulla letteratura e sul romanzo vengono esclusi normalmente sia la produzione straniera che invece faceva parte dell'orizzonte del lettore italiano dell'epoca, sia la presenza di istanze “non artistiche” all'interno delle questioni artistiche (nel nostro caso il problema tra la morale corrente e il romanzo verista). Il presupposto teorico dal quale prende spunto questo lavoro è il concetto di campo letterario elaborato da Pierre Bourdieu, il cui scopo è la costruzione di un'autentica sociologia delle produzione artistiche. Il modello proposto da Bourdieu, che permette di pensare i campi di produzione culturale come sistemi relazionali relativamente autonomi, è stata improntato sul campo letterario francese della fine dell'Ottocento. Le condizioni della produzione romanzesca italiana delle stesso periodo sono estremamente diverse, il che rende complessa una diretta trasposizione dei concetti del campo letterario, ma l'elaborazione bourdosiana (come d'altra parte le riflessioni sulla distant reading di Franco Moretti) ci permette di pensare alle pratiche artistiche come un oggetto di ricerca del tutto legittimo per uno storico.
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SALIBRA, ROBERTA. "La necropoli classica di Passo Marinaro a Camarina:dalle campagne di scavo di fine Ottocento alle indagini degli anni 1966 e 1972-1973." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/201879.

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PARENTI, PAMELA. "I libretti di Giuseppe Palomba e il teatro comico musicale a Napoli tra Sette e Ottocento." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2008. http://hdl.handle.net/2108/615.

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This research is a monography about Giuseppe Palomba, a neapolitan librettist, lived between the eighteenth and nineteenth century. The first part of the thesis reconstructes the musical comic theatre’s history in Naples from 1700 to 1825. Then, after a bibliographic research about the librettist’s Opera, the themes, the structures, the style and the language of a sample of Palomba’s librettos (63 librettos) are analysed in detail. The last section of this work analyses the critically acclaimed librettos derived from Goldoni. On the whole Palomba’s librettos give important information about the greatest opera composers of the era, theatres and impresarios, companies of players, the public tastes, other librettists and finally the Opera’s commerce and exportation in Europe. And from these librettos it is possible to reconstruct a unknown part of musical comic theatre.
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Canales, Urriola Jorge Ariel <1980&gt. "Le valigie dell'anarchia: Percorsi e attivismo degli anarchici emiliani e romagnoli in Argentina e Brasile nella svolta di fine Ottocento." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7655/1/Canales_Jorge_tesi.pdf.

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Fin dagli anni '80 del XIX secolo, centinaia di migliaia d'italiani lasciarono la loro terra per cercare migliori opportunità nelle repubbliche sudamericane. Ma non furono i soli, poiché le persecuzioni attuate dai governi della penisola contro la minaccia sovversiva, spinse anarchici e socialisti a fuggire all'estero. Molti attivisti, quindi, scelsero l'Argentina e il Brasile come punto d'arrivo. Questa studio analizza il ruolo svolto dagli anarchici emiliani e romagnoli nella formazione dei movimenti libertari in Sudamerica, così come il loro rapporto con le società locali e con gli altri immigranti dall'Europa
Since 1880s, hundreds of thousands of Italians left their country to look for better opportunities in South American republics. But not only poor peasants go abroad in those years. Fast growing of anachist movement in Italy become a real problem for ruling classes, and governments pursued activists as they were criminals. Then, anarchists chose the exile way, and many of them pointed to Argentina and Brazil. This work analyses the role of Emilia and Romagna's anarchists in the South American libertarian movements' development, and their relationships with local societies and European migrants.
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Canales, Urriola Jorge Ariel <1980&gt. "Le valigie dell'anarchia: Percorsi e attivismo degli anarchici emiliani e romagnoli in Argentina e Brasile nella svolta di fine Ottocento." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7655/.

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Fin dagli anni '80 del XIX secolo, centinaia di migliaia d'italiani lasciarono la loro terra per cercare migliori opportunità nelle repubbliche sudamericane. Ma non furono i soli, poiché le persecuzioni attuate dai governi della penisola contro la minaccia sovversiva, spinse anarchici e socialisti a fuggire all'estero. Molti attivisti, quindi, scelsero l'Argentina e il Brasile come punto d'arrivo. Questa studio analizza il ruolo svolto dagli anarchici emiliani e romagnoli nella formazione dei movimenti libertari in Sudamerica, così come il loro rapporto con le società locali e con gli altri immigranti dall'Europa
Since 1880s, hundreds of thousands of Italians left their country to look for better opportunities in South American republics. But not only poor peasants go abroad in those years. Fast growing of anachist movement in Italy become a real problem for ruling classes, and governments pursued activists as they were criminals. Then, anarchists chose the exile way, and many of them pointed to Argentina and Brazil. This work analyses the role of Emilia and Romagna's anarchists in the South American libertarian movements' development, and their relationships with local societies and European migrants.
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BIANCHI, VIOLA. "MILANO E IL SUO RUOLO CULTURALE NELL'EPISTOLARIO DI FELICE BELLOTTI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2022. http://hdl.handle.net/2434/940667.

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Il presente studio si propone di indagare le dinamiche della produzione e circolazione culturale e libraria milanese attraverso l’epistolario di Felice Bellotti (1786-1858), conservato nel fondo del letterato presso gli archivi della Biblioteca Ambrosiana di Milano. Personaggio poco centrale negli studi contemporanei, Bellotti fu a suo tempo considerato il maggiore traduttore dei tragici greci e acquisì un ruolo di primo piano nel coevo panorama culturale, inserendosi in una vivace rete di rapporti e scambi intellettuali. L’ampiezza e la complessità di tale rete è testimoniata dalle caratteristiche del suo epistolario, comprendente oltre millesettecento lettere, per lo più inedite, che coprono un periodo compreso tra il 1804 e il 1857, provenienti da più di un centinaio di mittenti residenti in diverse città della penisola. Questo studio sull'epistolario si divide in due parti tra loro complementari. Nella prima, sono presentati i risultati dell’indagine condotta sui carteggi, il cui principale elemento di novità consiste nell’adozione del punto di vista degli stessi corrispondenti, che guardavano con interesse al fervore editoriale milanese, alla prosperità del mercato librario della città e alla ricchezza delle sue istituzioni culturali. Nella seconda parte, viene fornita l’edizione commentata di cento lettere indirizzate a Bellotti tra l’agosto del 1804 e il maggio del 1857, selezionate per l’interesse dei contenuti in relazione agli argomenti approfonditi nella prima parte e trascritte per la prima volta secondo criteri scientifici.
The present study aims at investigating the culture of Milan and the dynamics of book production and circulation through the epistolary of Felice Bellotti (1786-1858), preserved in his fund at the Biblioteca Ambrosiana in Milan. A figure of little importance in contemporary studies, Bellotti was in his time considered the greatest translator of Greek tragedians and he acquired a leading role in the coeval cultural scene, becoming part of a lively network of intellectual relations and exchanges. The breadth and complexity of this network is evidenced by the characteristics of his epistolary. It comprises more than one thousand seven hundred letters, mostly unpublished, covering a period between 1804 and 1857, from more than a hundred senders residing in different Italian cities. This study of the epistolary is divided into two complementary parts. In the first one, the results of the survey conducted on the correspondence are presented, the main new element of which consists in adopting the point of view of the correspondents themselves, who looked with interest at Milan publishing fervor, at the prosperity of the city book market and at the wealth of its cultural institutions. In the second part, an annotated edition is provided of one hundred letters addressed to Bellotti between August 1804 and May 1857, selected for the interest of their contents in relation to the topics explored in the first part and transcribed for the first time according to scientific criteria.
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Bolognari, Marcello <1992&gt. "Per l'edizione critica di un testo francescano spirituale della fine del XIII secolo: lo Stimulus amoris di Giacomo da Milano." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13911.

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La tesi si propone l’obbiettivo di studiare l’opera nota con il titolo di Stimulus amoris ed il suo autore, Giacomo da Milano. Come si avrà modo di approfondire, le questioni irrisolte sono molteplici e riguardano la datazione, la reale estensione dell’opera e l’attribuzione. Il lavoro sarà articolato in quattro capitoli più un’appendice finale. Il primo capitolo cercherà di apportare qualche elemento di novità alla ricostruzione della nebulosa biografia di Giacomo. Il capitolo successivo riguarderà invece l’opera nel suo complesso; in esso, infatti, si cercherà di avanzare e dimostrare l’ipotesi secondo la quale, anche il ms. principale usato per l’edizione moderna dello Stimulus (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut.19 dex.10), nasconda in verità un’opera più estesa. Un paragrafo, invece, sarà dedicato al tentativo di ricostruire l’ordine originale dei capitoli. Verrano poi analizzate le diverse versioni latine nelle partizioni, presumibilmente da rivedere, individuate dalla critica nel corso del ‘900. Si cercherà perciò di riaprire il dibattito su quale possa essere la stesura originale dell’opera. Il terzo capitolo invece sarà occupato da un'edizione dei tre capitoli principali traditi nel Plut.19 dex.10 e non presenti nell'edizione Quaracchi. L’ultima parte della tesi riguarderà i volgarizzamenti italiani ad oggi noti. L’appendice conclusiva, infine, aggiornerà il catalogo riguardante i codici dello Stimulus amoris elaborato da Eisermann.
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Pasqualetto, Anna <1989&gt. "Storia e pensiero nel romanzo storico di fine millennio. Un percorso attraverso i romanzi storici di Elsa Morante, Umberto Eco e Luther Blissett." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3789.

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Il percorso di analisi si articola attraverso lo studio di tre grandi romanzi storici italiani ossia La Storia, Il nome della rosa e Q. Lo studio si occupa di analizzare la componente storica, il pensiero e la valenza allegorica che assumono le tre opere.
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BAITA, BRUNELLA. "COLOR LOCALE NELLA NELLA NARRATIVA REGIONALE ITALIANA DEL SECONDO OTTOCENTO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10290.

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Il presente lavoro si propone di iniziare a configurare un quadro unitario e sistematico della narrativa postverghiana sia sul piano letterario sia sul piano linguistico <>. Alla ricerca delle tracce di un vero o presunto “color locale” si sono scandagliate oltre centocinquanta novelle (Nicola Misasi, “In magna Sila”; Salvatore Di Giacomo, “Novelle Napolitane”; Matilde Serao, “Dal vero”; Domenico Ciampoli, “Trecce nere”; Gabriele D'Annunzio, “Terra vergine”; Mario Pratesi, “In Provincia”; Emilio De Marchi, “Sotto gli alberi”; Remigio Zena, “Le anime semplici. Storie umili”) la cui lingua è stata misurata sia rispetto agli strumenti normativi coevi sia rispetto all’uso corrente, ricostruito attraverso i lavori di studiosi che hanno focalizzato la loro attenzione su aspetti diversi dell’italiano del XIX secolo: dalla lingua letteraria a quella giornalistica passando attraverso l’ambito colloquiale/famigliare che emerge dallo studio degli epistolari. L'introduzione letteraria che precede il quadro appena descritto propone un'analisi comparativa dei tratti caratterizzanti il verismo verghiano secondo la declinazione che ne offrono, nelle varie raccolte prese in analisi, gli autori coinvolti in questo studio.
Our work aims at building a unitary, systematic tableau of the Italian narrative after Verga. We have focused on literary and language aspects <>. Tracing a real or presumed 'local color', we have examined over one hundred and fifty short stories ( 'In magna Sila' by Nicola Misasi; 'Novelle Napolitane' by Salvatore Di Giacomo; 'Dal vero' by Matilde Serao; 'Trecce nere' by Domenico Ciampoli; 'Terra vergine' by Gabriele D'Annunzio; 'In Provincia' by Mario Pratesi; 'Sotto gli alberi' by Emilio De Marchi; 'Le anime semplici. Storie umili' by Remigio Zena). The language has been studied based on norms and everyday usage of those times. The latter has been shaped through the works of scholars who have analyzed different aspects of the Italian language from the 19th century, in literature, journalism, and also in more colloquial, familiar letters. The section about literature preceding the portrait pictured above offers a comparative survey of the specific traits of Verga's Verismo according to the variations made, in the already mentioned collections of short stories, by the authors involved in this research.
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BAITA, BRUNELLA. "COLOR LOCALE NELLA NELLA NARRATIVA REGIONALE ITALIANA DEL SECONDO OTTOCENTO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10290.

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Il presente lavoro si propone di iniziare a configurare un quadro unitario e sistematico della narrativa postverghiana sia sul piano letterario sia sul piano linguistico <>. Alla ricerca delle tracce di un vero o presunto “color locale” si sono scandagliate oltre centocinquanta novelle (Nicola Misasi, “In magna Sila”; Salvatore Di Giacomo, “Novelle Napolitane”; Matilde Serao, “Dal vero”; Domenico Ciampoli, “Trecce nere”; Gabriele D'Annunzio, “Terra vergine”; Mario Pratesi, “In Provincia”; Emilio De Marchi, “Sotto gli alberi”; Remigio Zena, “Le anime semplici. Storie umili”) la cui lingua è stata misurata sia rispetto agli strumenti normativi coevi sia rispetto all’uso corrente, ricostruito attraverso i lavori di studiosi che hanno focalizzato la loro attenzione su aspetti diversi dell’italiano del XIX secolo: dalla lingua letteraria a quella giornalistica passando attraverso l’ambito colloquiale/famigliare che emerge dallo studio degli epistolari. L'introduzione letteraria che precede il quadro appena descritto propone un'analisi comparativa dei tratti caratterizzanti il verismo verghiano secondo la declinazione che ne offrono, nelle varie raccolte prese in analisi, gli autori coinvolti in questo studio.
Our work aims at building a unitary, systematic tableau of the Italian narrative after Verga. We have focused on literary and language aspects <>. Tracing a real or presumed 'local color', we have examined over one hundred and fifty short stories ( 'In magna Sila' by Nicola Misasi; 'Novelle Napolitane' by Salvatore Di Giacomo; 'Dal vero' by Matilde Serao; 'Trecce nere' by Domenico Ciampoli; 'Terra vergine' by Gabriele D'Annunzio; 'In Provincia' by Mario Pratesi; 'Sotto gli alberi' by Emilio De Marchi; 'Le anime semplici. Storie umili' by Remigio Zena). The language has been studied based on norms and everyday usage of those times. The latter has been shaped through the works of scholars who have analyzed different aspects of the Italian language from the 19th century, in literature, journalism, and also in more colloquial, familiar letters. The section about literature preceding the portrait pictured above offers a comparative survey of the specific traits of Verga's Verismo according to the variations made, in the already mentioned collections of short stories, by the authors involved in this research.
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Toso, Veronica <1987&gt. "Un abate "libero pensatore" nella Venezia di fine Seicento : Antonio Conti e i suoi Sermoni presso la Congregazione della "Fava"." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/12868.

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Il lavoro si concentra sulla figura del nobile padovano Antonio Conti con lo scopo di fare luce sulla sua formazione giovanile veneziana, finora poco indagata, dall’ingresso nella Congregazione di Santa Maria della Consolazione detta della “Fava” a Venezia, all’abbandono della stessa, al processo per eresia intentatogli dai Savi, nel quale sono stati chiamati a deporre alcuni membri della Congregazione. Sono state condotte ricerche di prima mano sulla documentazione archivistica della “Fava” e sul materiale conservato in diversi archivi e biblioteche, per comprendere i motivi che possono avere indotto il nobile padovano a scegliere questa Congregazione per la propria formazione. L’elaborato si focalizza, poi, sui Sermoni composti alla “Fava”, contestualizzandoli all’interno della predicazione postridentina e fornendone un’edizione corredata di note filologiche e analisi delle fonti. In Appendice viene fornito l’elenco della corrispondenza epistolare rintracciata presso l’Archivio della “Fava” (Appendice A) e la trascrizione delle lettere ritenute più utili a fornire un quadro del contesto culturale che caratterizzava la Congregazione (Appendice B).
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Marazzi, E. "EDITORI PER LA SCUOLA ELEMENTARE A MILANO NEL SECONDO OTTOCENTO. AUTORI, TESTI E MERCATO (1861-1900)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/151789.

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The work aims at describing the survey of schoolbooks publishing in Milan during the second half of the 19th century. The years which followed the Unification were rich in achievements both in school politics and, especially in Milan, in publishing technology and industry. That is why the work is opened by an outline of the evolution of publishing industry in the city, in a comparison with the national survey. This study is followed by a reconstruction of the main political measures on the topic of schoolbooks publishing, which influenced publishing industry. The texts of the laws also consist in an interesting source for describing the circulation of the books throughout the newly unified nation. In the second part, which is the main core of the work, three case studies are presented: publishers Antonio Vallardi, Enrico Trevisini and Risveglio Educativo editions are described by analyzing both the history of the firm and the main features of their publishing policies, pointing out similarities and differences. The third part takes account of two main topics relating to the experiences described. First, the tight relationship between children's literature and textbooks both in the schools and by publishers is highlighted. Finally, the last chapter focuses on and the authors' profiles and their working conditions.
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IZZO, ANNA. "Ragioni e passioni di una fine. Per una poetica della clôture narrativa nel romanzo realista-naturalista." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2006. http://hdl.handle.net/11384/86085.

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FERRANDO, ANDREA. "Fiore dei conversi. Testo inedito di fine sec. XIV. Edizione critica e commento." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2022. http://hdl.handle.net/11567/1088484.

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Il "Fiore dei Conversi" è un poemetto anonimo in sonetti ritornellati (372 poesie), databile alla fine del sec. XIV e tràdito da un solo manoscritto (B.A.V., Chig. M.IV.99). Vi viene narrato il racconto di un viaggio allegorico tra le stelle - e con meta il paradiso - che il protagonista, il cui nome resta sconosciuto, compie, mentre è ancora in vita, accompagnato da una guida saggia e fedele soventemente apostrofata con l'appellativo di "duca". La tesi consiste in una proposta di edizione critica e commentata del poemetto: la prima parte si sostanzia di alcuni capitoli introduttivi in cui il testo viene presentato sotto il profilo letterario, linguistico e codicologico (mediante un'accurata descrizione del testimone unico). Tra questi capitoli uno in particolare è dedicato all'influenza che la "Commedia" dantesca ha avuto nei confronti di questo testo. Viene inoltre prospettata una dettagliata analisi linguistica, sulla base della quale si avanza anche un'ipotesi di collocazione geografica dell'opera, che pare provenire dall'Italia mediana, e in particolare dall'Umbria; la seconda sezione della tesi presenta invece i testi in edizione critica: ciascun sonetto è preceduto da un'introduzione che ne riassume i contenuti ed è seguito da un commento che ne mette in luce gli aspetti più curiosi e innovativi nel panorama letterario e culturale di riferimento. Per le sue particolarità, il poemetto può a tutti gli effetti essere considerato uno dei risultati più interessanti del fenomeno dell'epigonismo e della libera rielaborazione del capolavoro dantesco della "Commedia".
"Fiore dei Conversi" is an anonymous poem in refrained sonnets (372 poems) dating back to the end of the 14th century and handed down by a single manuscript (B.A.V., Chig. M.IV.99). It tells an allegorical journey among the stars and to paradise, that the protagonist takes while he is still alive, accompanied by a wise and faithful guide, often called "duca". The thesis is intended as the critical edition of the poem: the first part deals with a general introduction of the text from a literary and linguistic point of view, and contains the codicological description of the manuscript. In this section a chapter is devoted to the influence of Dante's "Commedia" on the imagination and on the linguistic usus scribendi and register of the anonymous poet. Furthermore it is advanced the hypothesis of a geographical location of the poem on the basis of some relevant linguistic elements, whose presence suggests its provenance from central Italy, and particularly from Umbria. The second section of the work contains the critical edition of the sonnets: each poem is preceded by an introduction which summarizes its contents, and is followed by a comment that highlights the most curious literary aspects. The poem can be considered in all respects one of the most interesting and innovative example of the fortune and reworking of Dante's masterpiece, the "Commedia".
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Bellini, Chiara. "Gli anni Novanta nel Plateau Mont-Royal: Proposta di traduzione del romanzo canadese A Fine Ending di Louis Rastelli." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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This dissertation deals with the translation from English into Italian of selected passages from the book A Fine Ending by Louis Rastelli. The novel tells the story of Louis, a young artist living in the Plateau Mont-Royal in Montreal during the ‘90s. His story depicts what it was like for people in their twenties to live la vie bohème in this Montreal borough before the turn of the century. Chapter 1 contains the contextualization of A Fine Ending’s setting: the historical and political events that occurred in Quebec at the end of the 20th century, the creative scene of the Plateau neighbourhood and the musical and artistic movements popular in those times, and a reference to the literary and linguistic context in which the book was written. In the second chapter, the genre of the book, a coming-of-age novel or Bildungsroman, is analysed through an explanation of its origins and its traditions in both Europe and North America. The chapter highlights the notion of youth and the new trends of the Bildungsroman genre in recent times; it furthermore illustrates why A Fine Ending can be regarded as a modern example of this genre. Chapter 3 is dedicated to the presentation of the writer Louis Rastelli, his biography, and his novel A Fine Ending, drawing attention to its plot, main topics, writing and editorial process, and specific choices made by the author. Chapter 4 focuses on the translation of selected passages of the novel and the reasons why those are considered particularly interesting. Chapter 5 contains a comment on the translation, with remarks pertaining to the theoretical principles adopted while translating and the translation problems encountered. Translation problems are divided into stylistic, lexical, and culture-specific, as well as problems deriving from the differences between source and target language. Lastly, the final section of this dissertation is dedicated to a possible publication of this translation in the Italian editorial context.
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ALILI, IMER. "L’insegnamento della lingua, letteratura e cultura italiana all’estero: l’esperienza nella Repubblica di Macedonia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2015. http://hdl.handle.net/2108/189882.

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Teaching italian language, literature and culture abroad: the experience in the Republic of Macedonia (FYROM) by Imer ALILI. // In this dissertation we wanted to summarize, briefly, an empirical and analytical study on the current state of general education and the teaching tools available to teachers of all levels of teaching, to move us forward in the direction of a possible revision and rebuilding the educational system, like the humanistic values of which the various disciplines should be impregnated to comprehend the current conditions of reality evolved in this digital age, now on a global scale. It would be desirable to look at the past, not as it has been addressed so far, but by taking on a cautious and calm ratio, aimed at an enriching perspective in the public education system, which can be achieved by overcoming the innate and primordial tendency to refute a priori others’ theses without first considering them and examining the possibilities for their concretization. For the future of new generations, we should not avoid to convey those basic concepts on which we have been forged, but, instead, be willing to draw on the past with venerable approval, if nothing else, for the experience accumulated by our predecessors. And, for that past-present-future time-frame, the art of teaching - aligned with a necessary empathic remark - has the ultimate goal of an indispensable mission that pedagogues will have to be able to reproduce, based on the objective of reconsidering - for an appropriate, targeted and attentive training - the human-nature relationship, as an inseparable dualism belonging to all humanity, richness in diversity, to redress a serious and fruitful reflection on our future as well as an attempt to mitigate the anxieties and uncertainties dominating these actual times.
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LANDINI, CHIARA. "HUMANITÉS CLASSIQUES E ENSEIGNEMENT SECONDAIRE IN FRANCIA (1802-1902): ASPETTI CUTURALI, STORICI ED ECONOMICI DELLA QUESTIONE DEL SECOLO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10812.

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Nel corso dell’Ottocento, in Francia, il principio di formazione, attraverso gli studi classici, delle élite destinate a ricoprire le più alte funzioni professionali assunse una connotazione sempre più anacronistica e il sistema scolastico fu al centro di una serie di accesi dibattiti e tentativi più o meno riusciti di riforma dei metodi di insegnamento e dei contenuti degli studi, che si acuirono soprattutto in seguito alla battaglia di Sedan. Il permanere di una cultura e di un sistema di istruzione immobile e legato alla tradizione umanistica si scontrò violentemente a fine secolo con la democratizzazione della società, il progresso scientifico e lo sviluppo economico e con la corsa alla modernizzazione della cultura. Questo elaborato si propone di ripercorrere i principali aspetti culturali, storici ed economici che scandirono la storia della pedagogia francese, analizzando il lungo ed altalenante percorso di cambiamento delle humanités classiques durante la costituzione dell’istituzione più conservatrice della Francia del XIX secolo: l’enseignement secondaire.
During the nineteenth century in France, the education through classical studies of the elite meant to play the highest professional roles became increasingly anachronistic and the school system was the main target of many debates and reforming processes. These attempts of changing teaching methods and subjects increased even further after the battle of Sedan. At the end of the century, the persistence of a stationary culture and of an educational system linked to the humanistic tradition clashed with the democratisation of the society, the scientific progress and the economic development and also with the rush to modernise this culture. The aim of this research is to trace the main cultural, historical and economic factors that distinguished the history of French education, while analysing the long and various changes of classical humanities during the establishment of French secondary school, which was the more conservative institution of the nineteenth century.
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LANDINI, CHIARA. "HUMANITÉS CLASSIQUES E ENSEIGNEMENT SECONDAIRE IN FRANCIA (1802-1902): ASPETTI CUTURALI, STORICI ED ECONOMICI DELLA QUESTIONE DEL SECOLO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10812.

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Анотація:
Nel corso dell’Ottocento, in Francia, il principio di formazione, attraverso gli studi classici, delle élite destinate a ricoprire le più alte funzioni professionali assunse una connotazione sempre più anacronistica e il sistema scolastico fu al centro di una serie di accesi dibattiti e tentativi più o meno riusciti di riforma dei metodi di insegnamento e dei contenuti degli studi, che si acuirono soprattutto in seguito alla battaglia di Sedan. Il permanere di una cultura e di un sistema di istruzione immobile e legato alla tradizione umanistica si scontrò violentemente a fine secolo con la democratizzazione della società, il progresso scientifico e lo sviluppo economico e con la corsa alla modernizzazione della cultura. Questo elaborato si propone di ripercorrere i principali aspetti culturali, storici ed economici che scandirono la storia della pedagogia francese, analizzando il lungo ed altalenante percorso di cambiamento delle humanités classiques durante la costituzione dell’istituzione più conservatrice della Francia del XIX secolo: l’enseignement secondaire.
During the nineteenth century in France, the education through classical studies of the elite meant to play the highest professional roles became increasingly anachronistic and the school system was the main target of many debates and reforming processes. These attempts of changing teaching methods and subjects increased even further after the battle of Sedan. At the end of the century, the persistence of a stationary culture and of an educational system linked to the humanistic tradition clashed with the democratisation of the society, the scientific progress and the economic development and also with the rush to modernise this culture. The aim of this research is to trace the main cultural, historical and economic factors that distinguished the history of French education, while analysing the long and various changes of classical humanities during the establishment of French secondary school, which was the more conservative institution of the nineteenth century.
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PANTINI, SARA. "Analysis and modelling of leachate and gas generation at landfill sites focused on mechanically-biologically treated waste." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/203393.

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Анотація:
Despite significant efforts have been directed toward reducing waste generation and encouraging alternative waste management strategies, landfills still remain the main option for Municipal Solid Waste (MSW) disposal in many countries. Hence, landfills and related impacts on the surroundings are still current issues throughout the world. Actually, the major concerns are related to the potential emissions of leachate and landfill gas into the environment, that pose a threat to public health, surface and groundwater pollution, soil contamination and global warming effects. To ensure environmental protection and enhance landfill sustainability, modern sanitary landfills are equipped with several engineered systems with different functions. For instance, the installation of containment systems, such as bottom liner and multi-layers capping systems, is aimed at reducing leachate seepage and water infiltration into the landfill body as well as gas migration, while eventually mitigating methane emissions through the placement of active oxidation layers (biocovers). Leachate collection and removal systems are designed to minimize water head forming on the bottom section of the landfill and consequent seepages through the liner system. Finally, gas extraction and utilization systems, allow to recover energy from landfill gas while reducing explosion and fire risks associated with methane accumulation, even though much depends on gas collection efficiency achieved in the field (range: 60-90% Spokas et al., 2006; Huitric and Kong, 2006). Hence, impacts on the surrounding environment caused by the polluting substances released from the deposited waste through liquid and gas emissions can be potentially mitigated by a proper design of technical barriers and collection/extraction systems at the landfill site. Nevertheless, the long-term performance of containment systems to limit the landfill emissions is highly uncertain and is strongly dependent on site-specific conditions such as climate, vegetative covers, containment systems, leachate quality and applied stress. Furthermore, the design and operation of leachate collection and treatment systems, of landfill gas extraction and utilization projects, as well as the assessment of appropriate methane reduction strategies (biocovers), require reliable emission forecasts for the assessment of system feasibility and to ensure environmental compliance. To this end, landfill simulation models can represent an useful supporting tool for a better design of leachate/gas collection and treatment systems and can provide valuable information for the evaluation of best options for containment systems depending on their performances under the site-specific conditions. The capability in predicting future emissions levels at a landfill site can also be improved by combining simulation models with field observations at full-scale landfills and/or with experimental studies resembling landfill conditions. Indeed, this kind of data may allow to identify the main parameters and processes governing leachate and gas generation and can provide useful information for model refinement. In view of such need, the present research study was initially addressed to develop a new landfill screening model that, based on simplified mathematical and empirical equations, provides quantitative estimation of leachate and gas production over time, taking into account for site-specific conditions, waste properties and main landfill characteristics and processes. In order to evaluate the applicability of the developed model and the accuracy of emissions forecast, several simulations on four full-scale landfills, currently in operative management stage, were carried out. The results of these case studies showed a good correspondence of leachate estimations with monthly trend observed in the field and revealed that the reliability of model predictions is strongly influenced by the quality of input data. In particular, the initial waste moisture content and the waste compression index, which are usually data not available from a standard characterisation, were identified as the key unknown parameters affecting leachate production. Furthermore, the applicability of the model to closed landfills was evaluated by simulating different alternative capping systems and by comparing the results with those returned by the Hydrological Evaluation of Landfill Performance (HELP), which is the most worldwide used model for comparative analysis of composite liner systems. Despite the simplified approach of the developed model, simulated values of infiltration and leakage rates through the analysed cover systems were in line with those of HELP. However, it should be highlighted that the developed model provides an assessment of leachate and biogas production only from a quantitative point of view. The leachate and biogas composition was indeed not included in the forecast model, as strongly linked to the type of waste that makes the prediction in a screening phase poorly representative of what could be expected in the field. Hence, for a qualitative analysis of leachate and gas emissions over time, a laboratory methodology including different type of lab-scale tests was applied to a particular waste material. Specifically, the research was focused on mechanically biologically treated (MBT) wastes which, after the introduction of the European Landfill Directive 1999/31/EC (European Commission, 1999) that imposes member states to dispose of in landfills only wastes that have been preliminary subjected to treatment, are becoming the main flow waste landfilled in new Italian facilities. However, due to the relatively recent introduction of the MBT plants within the waste management system, very few data on leachate and gas emissions from MBT waste in landfills are available and, hence, the current knowledge mainly results from laboratory studies. Nevertheless, the assessment of the leaching characteristics of MBT materials and the evaluation of how the environmental conditions may affect the heavy metals mobility are still poorly investigated in literature. To gain deeper insight on the fundamental mechanisms governing the constituents release from MBT wastes, several leaching experiments were performed on MBT samples collected from an Italian MBT plant and the experimental results were modelled to obtain information on the long-term leachate emissions. Namely, a combination of experimental leaching tests were performed on fully-characterized MBT waste samples and the effect of different parameters, mainly pH and liquid to solid ratio (L/S,) on the compounds release was investigated by combining pH static-batch test, pH dependent tests and dynamic up-flow column percolation experiments. The obtained results showed that, even though MBT wastes were characterized by relatively high heavy metals content, only a limited amount was actually soluble and thus bioavailable. Furthermore, the information provided by the different tests highlighted the existence of a strong linear correlation between the release pattern of dissolved organic carbon (DOC) and several metals (Co, Cr, Cu, Ni, V, Zn), suggesting that complexation to DOC is the leaching controlling mechanism of these elements. Thus, combining the results of batch and up-flow column percolation tests, partition coefficients between DOC and metals concentration were derived. These data, coupled with a simplified screening model for DOC release, allowed to get a very good prediction of metal release during the experiments and may provide useful indications for the evaluation of long-term emissions from this type of waste in a landfill disposal scenario. In order to complete the study on the MBT waste environmental behaviour, gas emissions from MBT waste were examined by performing different anaerobic tests. The main purpose of this study was to evaluate the potential gas generation capacity of wastes and to assess possible implications on gas generation resulting from the different environmental conditions expected in the field. To this end, anaerobic batch tests were performed at a wide range of water contents (26-43 %w/w up to 75 %w/w on wet weight) and temperatures (from 20-25 °C up to 55 °C) in order to simulate different landfill management options (dry tomb or bioreactor landfills). In nearly all test conditions, a quite long lag-phase was observed (several months) due to the inhibition effects resulting from high concentrations of volatile fatty acids (VFAs) and ammonia that highlighted a poor stability degree of the analysed material. Furthermore, experimental results showed that the initial waste water content is the key factor limiting the anaerobic biological process. Indeed, when the waste moisture was lower than 32 %w/w the methanogenic microbial activity was completely inhibited. Overall, the obtained results indicated that the operative conditions drastically affect the gas generation from MBT waste, in terms of both gas yield and generation rate. This suggests that particular caution should be paid when using the results of lab-scale tests for the evaluation of long-term behaviour expected in the field, where the boundary conditions change continuously and vary significantly depending on the climate, the landfill operative management strategies in place (e.g. leachate recirculation, waste disposal methods), the hydraulic characteristics of buried waste, the presence and type of temporary and final cover systems.
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CASERO, Cristina. "Realismo e impegno sociale nella scultura italiana di fine Ottocento. L'ambiente milanese: gli artisti, il dibattito teorico, le occasioni espositive." Doctoral thesis, 2005. http://hdl.handle.net/11381/2531487.

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VITALE, Maria Melania. "Prospettive editoriali per l’Epistolario di Giovanni Verga. «Amici e relazioni letterarie» degli anni milanesi (1872-1885)." Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11570/3228879.

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Анотація:
La tesi raccoglie per la prima volta in un’edizione critico-filologica commentata le lettere scambiate da Giovanni Verga con un eterogeneo gruppo di corrispondenti – amici, letterati, politici, critici, ammiratori – in un arco temporale che si colloca nel primo periodo del soggiorno milanese (1872-1885). Il lavoro si articola in due parti. La prima è suddivisa in cinque capitoli: nei primi due si ricostruisce la lunga storia editoriale dei carteggi di Verga e delle sue carte manoscritte, definendo motivazioni e limiti delle recensio nonché strumenti e metodi utilizzati; il terzo capitolo affronta il particolare problema della tradizione indiretta di alcune missive e segnala un importante ritrovamento per gli studi sul secondo Ottocento: l’Archivio di Felice Cameroni, di cui si fornisce un primo ragguaglio; il quarto capitolo è dedicato al peculiare problema dell’edizione delle minute verghiane, attualmente trasmesse solo dai Microfilm Mondadori e spesso indispensabili per sopperire a lacune documentarie e recuperare il carattere dialogico di un rapporto epistolare; infine, nel capitolo quinto si è dato spazio ad alcune questioni di taglio critico che l’edizione del corpus ha messo in luce. La seconda parte del lavoro è costituita dal corpus epistolare. Alla nota al testo segue l’edizione commentata delle lettere, ordinate cronologicamente. Il corpus comprende 882 documenti di cui 255 scritti da Giovanni Verga e 627 inviati allo scrittore da 208 mittenti. Concludono la tesi tre ‘Appendici’: la prima riporta brevi cammei biografici dei corrispondenti; la seconda riguarda gli errori o le sviste di catalogazione riscontrati all’interno dell’‘Epistolario Verga’ della Biblioteca Regionale Universitaria di Catania e dovute al nuovo ordinamento archivistico del fondo; la terza appendice offre un elenco completo delle lettere organizzato alfabeticamente per mittente.
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ACCIAIOLI, STEFANIA. "Il trompe-l'oeil letterario, ovvero il sorriso ironico nell'opera di Wilhem Hauff (Der literarische Trompe-l'oeil, oder das ironische Lächeln im Werk W. Hauffs)." Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/2158/1003534.

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Анотація:
Il trompe-l’oeil letterario intende emancipare l’enigmatica e peculiare figura di Hauff dalla sua lunga e ingiusta marginalizzazione a causa di un filone critico ormai desueto, offrendo una nuova interpretazione dei Märchen nell’ottica di una generale rilettura dell’opera di questo moderno caricaturista letterario. Accostandosi ai suoi testi non si può non avvertire come siano pervasi di continui e insistiti ammiccamenti ammalianti, corrosivi e stranianti come il sorriso della Gioconda. Con un costante scetticismo critico e una sottile abilità illusionistica questo ‘novello Satana’ demitizzato guarda, infatti, la situazione presente attraverso gli ‘occhiali diabolici’ dell’ironia, facendo della sua produzione una sorta di Befreiungskrieg letterario, dove rivendica uno spazio eteropico di libera espressione fantastico-umoristica inserendosi, così, nel filone carsico che da Sterne arriva a Heine passando per Jean Paul.
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CINGOLANI, Sofia. "IL TEATRO ROMANO DI POLLENTIA-URBS SALVIA." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251615.

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Анотація:
Il presente lavoro nasce con l’obiettivo primario dello studio organico del teatro romano della città di Pollentia-Urbs Salvia. Sebbene infatti sulla città e sui suoi principali monumenti esista un’ampia letteratura e rilevanti contributi recenti, ancora sostanzialmente inedito sin dalle prime indagini scientifiche condottevi a partire dalla metà del secolo scorso, rimaneva proprio l’edificio teatrale. Questo, quale monumento chiave nell’ambito dell’urbanistica della città tardo-repubblicana e augustea ed è oggetto infatti, nel corso degli anni, di brevi cenni e di contributi parziali ma mai esclusivi. Un nuovo rilievo del monumento ha consentito di chiarirne la genesi e l’esistenza di diverse fasi architettoniche giungendo alla precisazione cronologica di quattro diverse fasi edilizie. Una prima fase relativa all’impianto dell’edificio originario inquadrabile tra la fine dell’età tardo-repubblicana, contestualmente alla fondazione della colonia e il 23 d.C., anno entro il quale, come documentata dall’epigrafe di C. Fufius Geminus, il primo teatro dovette essere completato. Una seconda fase inquadrabile orientativamente tra l’età tiberiana e l’età claudia che, in concomitanza con la costruzione dell’imponente complesso del tempio-criptoportico - conclusione monumentale della risistemazione urbanistica della città avviatasi in età augustea -, vede il massiccio intervento di ampliamento strutturale e planimetrico dell’edificio; una terza ed ultima fase in età domizianea che, come documentato anche dall’epigrafe di C. Salvius Liberalis e C. Salvius Vitellianus, è contrassegnata da una serie di interventi di ornamento e restauro e, soprattutto, dalla costruzione del piazzale porticato restrospiciente l’edificio stesso. Sulla base dell’inquadramento cronologico di una parte delle sculture provenienti dal teatro a tale fase pare verosimile ipotizzare sia seguita, in età adrianea-antonina, un’ulteriore fase forse dedita all’abbellimento della ornamentazione dell’edificio. Con l’obiettivo di una comprensione organica del monumento si è infine proceduto all’esame dei materiali architettonici, scultorei ed epigrafici da esso provenienti. Il lavoro di raccolta e censimento svolto sui materiali provenienti dai vecchi scavi effettuati ha messo in evidenza la dispersione, per alterne vicende, di gran parte del materiale e l’inevitabile decontestualizzazione del restante e reso necessaria un’analisi di tipo essenzialmente archivistico e bibliografico, focalizzata soprattutto sul consistente apparato scultoreo ritenuto appartenente all’edificio, finalizzata ad istituire nuovamente la connessione tra contesto di provenienza e documentazione d’archivio. Sebbene solo in casi isolati, ed esclusivamente per le sculture, sia stato possibile giungere ad ipotizzare la collocazione precisa di taluni elementi nell’ambito dell’edificio stesso, l’indagine effettuata sugli elementi ornamentali ed epigrafici è risultata di fondamentale importanza per meglio definire e sostanziare le diverse fasi edilizie e di ristrutturazione individuate ed all’interno delle quali gli stessi materiali sembrano trovare oggi una più adeguata collocazione cronologica e stilistica
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FRANCESCA, Grassetti. "NONLINEAR DYNAMICS AND ECONOMIC GROWTH. THE INFLUENCE OF ELASTICITY OF SUBSTITUTION BETWEEN INPUT FACTORS AND DIFFERENTIAL SAVINGS PROPENSITIES." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251177.

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Questa tesi analizza le dinamiche qualitative e quantitative del modello di crescita economica Solow-Swan con differenti tassi di risparmio per lavoratori e capitalisti considerando differenti funzioni di produzione, al fine di studiare come le dinamiche di lungo periodo di un’economia sono influenzate dall’elasticità di sostituzione tra i fattori della produzione e da differenti propensioni al risparmio. Nel primo capitolo è discusso il problema di stabilire una relazione tra elasticità di sostituzione ed i livelli di capitale ed output pro capite quando si considera una funzione di produzione con elasticità di sostituzione variabile. Nel capitolo vengono proposte definizioni di elasticità di sostituzione associata a differenti attrattori ed è introdotto un metodo di misura. L’obiettivo è di comparare modelli dinamici di crescita con funzioni di produzione di tipo VES, sigmoidale o CES. A tal fine, il metodo proposto è applicato al modello di Kaldor considerando una tecnologia VES. Ne emerge che quando le dinamiche sono semplici (convergenza ad un punto fisso), un Paese in cui l’elasticità di sostituzione tra capitale e lavoro è più elevata è caratterizzato da un più alto livello di equilibrio del capitale e dell’output pro capite. Nel caso in cui l’equilibrio di lungo periodo è invece un ciclo o una dinamica più complessa, tale relazione è ambigua. Nel secondo capitolo è analizzato il modello di Kaldor assumendo che la tecnologia sia descritta dalla funzione di produzione Shifted Cobb-Douglas, una funzione di produzione che, differentemente dalla CES e VES precedentemente considerate in letteratura, permette di analizzare le dinamiche sia delle economie non sviluppate che di quelle in via di sviluppo e delle economie sviluppate. Il modello che ne risulta è descritto da una mappa discontinua con presenza di trappola della povertà. Inoltre fenomeni di multistabilità possono emergere: oltre al “vizioso circolo della povertà”, le dinamiche di lungo periodo possono includere fluttuazioni economiche o convergenza ad un livello positivo di capitale pro capite. Possono inoltre emergere bacini complessi; in tal caso una politica economica finalizzata ad aumentare il capitale pro capite può fallire e l’economia può essere catturata dalla trappola della povertà. Nell’ultimo capitolo il modello di crescita neoclassico a tempo discreto e con differenti propensioni al risparmio è studiato assumendo la funzione di produzione Kadiala, rilevante dal punto di vista economico per la sua peculiarità di presentare una elasticità di sostituzione simmetrica rispetto al capitale ed al lavoro. Viene mostrato che, se i lavoratori risparmiano più dei capitalisti, il percorso di crescita è limitato ed il limite è indipendente dal tasso di risparmio dei capitalisti. Inoltre, la crescita delle economie non sviluppate è influenzata dal tasso di risparmio dei capitalisti mentre il livello di capitale pro capite delle economie sviluppate è influenzato dalla propensità al risparmio dei lavoratori. Fenomeni di multistabilità possono emergere, pertanto il modello è in grado di spiegare la coesistenza di economie non sviluppate, in via di sviluppo e sviluppate. Fluttuazioni e dinamiche complesse si verificano quando l’elasticità di sostituzione tra i fattori della produzione è minore di uno ed i capitalisti risparmiano più dei lavoratori.
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BULGINI, Giulia. "Il progetto pedagogico della Rai: la televisione di Stato nei primi vent’anni. Il caso de ‹‹L’Approdo››." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251123.

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Non c’è dubbio sul fatto che la RAI, dal 1954 a oggi, abbia contribuito in misura considerevole a determinare la fisionomia dell’immaginario collettivo e dell’identità culturale dell’Italia. Si tratta di un assunto che, a distanza di più di sessant’anni, resta sempre di grande attualità, per chi si occupa della questione televisiva (e non solo). Ma a differenza di quanto avveniva nel passato, quando la tv appariva più preoccupata dei reali interessi dei cittadini, oggi essa sembra rispondere prevalentemente a dinamiche di mercato, in grado di alterarne la funzione etica e sociale. E nonostante il livello di istruzione e di benessere economico si siano evidentemente alzati, in questi ultimi anni si è assistito a programmi di sempre più bassa qualità e in controtendenza a un incremento del potere modellante e suggestivo sull’immaginario dei telespettatori. C’è di più: l’interesse verso la tv ha coinvolto anche gli storici dell’epoca contemporanea, i quali hanno iniziato a prendere coscienza che le produzioni audiovisive sono strumenti imprescindibili per la ricerca. Se si pensa ad esempio al ‹‹boom economico›› del Paese, negli anni Cinquanta e Sessanta, non si può non considerare che la tv, insieme agli altri media, abbia contributo a raccontare e allo stesso tempo ad accelerare i progressi economici e sociali di quell’epoca. Partendo, dunque, dal presupposto che la televisione da sempre esercita un potere decisivo sulla collettività, si è scelto di concentrarsi sulla fase meno indagata della sua storia, quella della televisione delle origini: ‹‹migliore›› perché senza competitor, ‹‹autentica›› perché incontestabile e soprattutto ‹‹pedagogica›› perché è di istruzione e di formazione che, quell’Italia appena uscita dalla guerra, aveva più urgenza. La storia della televisione italiana inizia il 3 gennaio 1954, con la nascita del servizio pubblico televisivo e insieme di un mezzo che, di lì a poco, avrebbe completamente rivoluzionato la società italiana, trasformandola in una civiltà di massa. Si accorciano le distanze territoriali e insieme culturali e la società inizia a omologarsi nei gusti, poi nei consumi e infine nel pensiero. Il punto d’arrivo si colloca negli anni Settanta, quando ha termine il monopolio della RAI, che fino a quel momento era stato visto come il garante del pluralismo culturale. La RAI passa dal controllo governativo a quello parlamentare, mentre si assiste al boom delle televisioni private e alla necessità della tv di Stato di stare al passo con la concorrenza, attraverso una produzione diversa da quella degli esordi. Dunque cambia la tv, come pure cambia la sua funzione e la forma mentis di chi ne detiene le redini. Ne risulta un’indagine trasversale, che passa nel mezzo di molteplici discipline che afferiscono alla materia televisiva e che non evita di porsi quelle domande scomode, necessarie tuttavia a comprendere la verità sugli artefici della prima RAI e sui loro obiettivi. E allora: qual era il valore attribuito alla televisione degli esordi? Era davvero uno strumento pedagogico? Sulla base di quali presupposti? Chi scriveva i palinsesti di quegli anni? Chi e perché sceglieva temi e format televisivi? Chi decideva, in ultima analisi, la forma da dare all’identità culturale nazionale attraverso questo nuovo apparecchio? Il metodo di ricerca si è articolato su tre distinte fasi di lavoro. In primis si è puntato a individuare e raccogliere bibliografia, sitografia, studi e materiale bibliografico reperibile a livello nazionale e internazionale sulla storia della televisione italiana e sulla sua programmazione nel primo ventennio. In particolare sono stati presi in esame i programmi scolastici ed educativi (Telescuola, Non è mai troppo tardi), la Tv dei Ragazzi e i programmi divulgativi culturali. Successivamente si è resa necessaria una definizione degli elementi per l’analisi dei programmi presi in esame, operazione resa possibile grazie alla consultazione del Catalogo multimediale della Rai. In questa seconda parte della ricerca si è voluto puntare i riflettori su ‹‹L’Approdo››, la storia, le peculiarità e gli obiettivi di quella che a ragione potrebbe essere definita una vera e propria impresa culturale, declinata in tutte le sue forme: radiofonica, di rivista cartacea e televisiva. In ultimo, sulla base dell’analisi dei materiali d’archivio, sono state realizzate interviste e ricerche all’interno dei palazzi della Rai per constatare la fondatezza e l’attendibilità dell’ipotesi relativa agli obiettivi educativi sottesi ai format televisivi presi in esame. Le conclusioni di questa ricerca hanno portato a sostenere che la tv delle origini, con tutti i suoi limiti, era uno strumento pedagogico e di coesione sociale. E se ciò appare come un aspetto ampiamente verificabile, oltreché evidente, qualora si voglia prendere in esame la televisione scolastica ed educativa di quegli anni, meno scontato risulta invece dimostrarlo se si decide – come si è fatto – di prendere in esame un programma divulgativo culturale come ‹‹L’Approdo››, che rientra nell’esperienza televisiva definita di ‹‹educazione permanente››. Ripercorrere la storia della trasmissione culturale più longeva della tv italiana degli esordi, per avvalorarne la funzione educativa, si è rivelata una strada interessante da battere, per quanto innegabilmente controversa, proprio per il principale intento insito nella trasmissione: diffondere la cultura ‹‹alta›› a milioni di telespettatori che erano praticamente digiuni della materia. Un obiettivo che alla fine della disamina si è rivelato centrato, grazie alla qualità della trasmissione, al suo autorevole e prestigioso groupe d'intellectuels, agli ascolti registrati dal ‹‹Servizio Opinioni›› e alla potenzialità divulgativa e penetrante della tv, nel suo saper trasmettere qualunque tematica, anche quelle artistiche e letterarie. Dunque se la prima conclusione di questo studio induce a considerare che la tv del primo ventennio era pedagogica, la seconda è che ‹‹L’Approdo›› tv di questa televisione fu un’espressione felice. ‹‹L’Approdo›› conserva ancora oggi un fascino innegabile, non foss’altro per la tenacia con la quale i letterati difesero l’idea stessa della cultura classica dal trionfo lento e inesorabile della società mediatica. Come pure appare ammirevole e lungimirante il tentativo, mai azzardato prima, di far incontrare la cultura con i nuovi media. Si potrebbe dire che ‹‹L’Approdo›› oggi rappresenti una rubrica del passato di inimmaginata modernità e, nel contempo, una memoria storica, lunga più di trent’anni, che proietta nel futuro la ricerca storica grazie al suo repertorio eccezionale di immagini e fatti che parlano di arte, di letteratura, di cultura, di editoria e di società e che raccontano il nostro Paese e la sua identità culturale, la stessa che la televisione da sempre contribuisce a riflettere e a delineare. Lo studio è partito da un’accurata analisi delle fonti, focalizzando l’attenzione, in primo luogo, sugli ‹‹Annuari della Rai›› (che contengono le Relazioni del Cda Rai, le Relazioni del Collegio Sindacale, i Bilanci dell’Esercizio e gli Estratti del Verbale dell’Assemblea Ordinaria). Altre fonti prese in esame sono gli stati gli opuscoli di ‹‹Servizio Opinioni››, le pubblicazioni relative a studi e ricerche in materia di televisione e pedagogia e le riviste edite dalla Rai Eri: ‹‹Radiocorriere tv››, ‹‹L’Approdo Letterario››, ‹‹Notizie Rai››, ‹‹La nostra RAI››, ‹‹Video››. Negli ultimi anni la Rai ha messo a disposizione del pubblico una cospicua varietà di video trasmessi dalle origini a oggi (www.techeaperte.it): si tratta del Catalogo Multimediale della Rai, che si è rivelato fondamentale al fine della realizzazione della presente ricerca. Altre sedi indispensabili per la realizzazione di questa ricerca si sono rivelate le due Biblioteche romane della Rai di Viale Mazzini e di via Teulada.
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FORESI, Elisa. "A Multisectoral Analysis for economic policy: an application for healthcare systems and for labour market composition by skills." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251178.

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L’Agenda Digitale Europea stabilisce il ruolo chiave delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) grazie a un mercato digitale unico basato su internet veloce e superveloce e su applicazioni interoperabili, al fine di ottenere vantaggi socioeconomici sostenibili COM(2010)245. Le TIC producono un'innovazione di prodotto e cambiamenti strutturali all'interno di tutto il sistema economico e possiamo affermare che dal punto di vista multisettoriale hanno un ruolo moltiplicativo sulla crescita economica, poiché l’aumento della domanda di TIC stimola a sua volta tutte le altre produzioni. Inoltre come riscontrato in letteratura economica, nelle istituzioni internazionali, nonché confermate dai dati periodici rilasciati dagli uffici statistici nazionali, una maggiore incidenza della popolazione attiva formalmente istruita in associazione con l'adozione delle TIC è altamente correlata ad una crescita robusta, sostenibile ed equa. In questo quadro è importante valutare il ruolo delle TIC nel sistema economico, in particolare verrà analizzato il ruolo delle TIC sia rispetto ad un particolare settore quello della sanità, che dal lato dei soggetti che dovrebbero essere parte attiva nella gestione delle TIC ovvero la situazione delle abilità digitali dei lavoratori dipendenti. Il primo articolo si focalizza sul ruolo delle TIC nella determinazione dell’output del settore sanitario, utilizzando il database WIOD (World Input Output Database), di 24 paesi nell’arco temporale 2000-2014, tenendo conto anche dei differenti sistemi sanitari nazionali. La produzione del settore “Sanità e Servizi Sociali” assume, almeno in alcuni paesi specifici, il ruolo di stimolo all’innovazione che compensa ampiamente quello di peso sul bilancio pubblico. Nel secondo articolo analizziamo come l’uso delle TIC stia progressivamente aumentando nel sistema sanitario italiano e in particolare come l'introduzione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), strumento di condivisione dei dati sanitari del singolo cittadino, potrebbe determinare cambiamenti nella produzione sui servizi sanitari. Verranno analizzati gli eventuali cambiamenti strutturali dei processi produttivi e della produzione totale applicando l'Analisi Strutturale di Decomposizione (SDA). La base dati di riferimento sarà la tavola di Input-Output riferita a due diversi periodi al fine di individuare i risultati sia degli effetti tecnologici sia della domanda finale a livello settoriale. Infine l’ultimo articolo ha l’obiettivo di valutare le conseguenze dei cambiamenti nella composizione dell'occupazione per competenza digitale all’interno del flusso di produzione e distribuzione del reddito. Verrà costruita una Matrice di Contabilità Sociale (SAM) che consente di rappresentare le relazioni tra i cambiamenti di produzione delle attività e i cambiamenti di compensazione dei dipendenti per competenze, grado di digitalizzazione e genere. LA SAM sviluppata nel documento è relativa all'Italia nel 2013; il lavoro è disaggregato in competenze formali / non formali / informali e, inoltre, competenze digitali / non digitali. Le abilità digitali del lavoro seguono la definizione di “competenza formale” della Commissione Europea (2000): i) competenza formale a seconda del livello di istruzione e formazione; ii) competenza non formale acquisita sul posto di lavoro e attraverso le attività delle organizzazioni e dei gruppi della società civile; iii) competenza informale non acquisita intenzionalmente durante la vita. In questo quadro è stata introdotta un'ulteriore classificazione di input di lavoro basata sull'uso / non utilizzo di computer collegati a Internet. Sulla base della SAM, è stato implementato un modello multisettoriale esteso. Infine, verrà individuata una struttura adeguata di domanda finale che consente di ottenere i migliori risultati in termini di valore aggiunto distribuiti a lavoratori più qualificati con una elevata competenza digitale.
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