Статті в журналах з теми "Integrazione di sistemi"

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Bilancia, Francesco, and Sandra Regina Martini. "Il referendum del Regno Unito sulla Brexit ed il suo impatto sul mercosul nella prospettiva dei diritti sociali." Revista Brasileira de Direitos Fundamentais & Justiça 11, no. 37 (December 30, 2017): 35–63. http://dx.doi.org/10.30899/dfj.v11i37.123.

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Анотація:
Prendendo le mosse dalle tematizzazioni polemiche professate durante la campagna referendaria svoltasi nel Regno Unito per il voto del giugno 2016 sulla Brexit, il saggio apre una riflessione critica sulle trasformazioni da tempo in atto, nel diritto dell’UE e nella giurisprudenza della Corte di giustizia così come in alcuni ordinamenti degli Stati membri, in relazione ai diritti alle prestazioni sociali dei cittadini europei residenti in Paesi membri diversi dal proprio ed al possibile impatto di tale fenomeno su altri sistemi integrati di mercato come il Mercosul. Il quadro che ne emerge induce a più approfondite riflessioni sulle cause della crisi di legittimazione attuale dei sistemi di integrazione politica ed economica, come il processo di integrazione europea, il cui cedimento è gravemente accelerato dalla messa in discussione dei diritti sociali in danno di una più forte nozione di cittadinanza europea; e come in altre realtà istituzionali e sociali, in particolare nel Mercosul.
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Gianni, Matteo. "CITTADINANZA DIFFERENZIATA E INTEGRAZIONE MULTICULTURALE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 27, no. 3 (December 1997): 495–518. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200025089.

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Анотація:
IntroduzioneDopo un lungo periodo di disinteresse, i teorici della politica ricominciano a considerare seriamente il ruolo che le minoranze culturali esercitano sul funzionamento e la legittimità normativa dei sistemi democratici. Le società liberali sono caratterizzate da tensioni politiche e sociali profonde, che rischiano di paralizzarne il funzionamento e di rimetterne in causa la stabilità. Come afferma un eminente filosofo liberale «dar risposta a tali questioni costituisce probabilmente la sfida più grande che oggi le democrazie si trovano a fronteggiare» (Kymlicka 1995b, 1). Se tutti concordano sull'idea che il problema è serio, le soluzioni proposte sono molto diverse. Ciò non deve sorprendere visto che i rimedi avanzati dipendono in larga misura dalla maniera in cui il problema da risolvere viene interpretato e costruito analiticamente.
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de Rienzo, Antonio. "Una misteriosa orchestra. Note sulle comunicazioni sub-simboliche e sulla loro rappresentabilità nel campo transferale." STUDI JUNGHIANI, no. 53 (July 2021): 11–28. http://dx.doi.org/10.3280/jun1-2021oa12001.

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L'articolo si propone di valorizzare l'utilità clinica della dimensione corporea in seduta e la coerenza di tale atteggiamento analitico con alcune intuizioni epistemologiche di Jung e Bion. La psiche verrà considerata come un'unità complessa mente/corpo, dotata di molti livelli di funzionamento (sottosistemi) raggruppabili in tre grandi aree: corporea, affettiva, e di pensiero. Ognuna di queste aree si esprime con un linguaggio diverso e solo il lavoro di integrazione sincronica dei sottosistemi crea la sensazione di possedere un Sé coeso. La seduta analitica può essere vista come un incontro tra due sistemi complessi che si attivano reciprocamente, creando un campo transferale multidimensionale. Non ci sono significati nascosti che il paziente cercherebbe inconsciamente di occultare, ma livelli di esperienza non integrati tra loro. L'articolo si chiude con una vignetta clinica, che mostra un processo di integrazione parallela e sincronica di elementi sub-simbolici, processo che coinvolge tanto l'analista quanto il paziente. Tale integrazione amplia le prospettive relazionali e autoconoscitive di entrambi i soggetti.
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Allulli, Giorgio. "Valutazione e cambiamento." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 47 (October 2011): 67–87. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-047011.

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Анотація:
Č forte nella comunitŕ dei valutatori una sensazione di insoddisfazione rispetto agli esiti della propria attivitŕ rispetto al sistema che viene sottoposto a valutazione, cosě come perdura negli utenti dei servizi pubblici l'insoddisfazione rispetto alla qualitŕ dei servizi ricevuti, nonostante i tanti Rapporti di valutazione. I modelli comunemente utilizzati per valutare e migliorare la qualitŕ dei sistemi formativi, basati rispettivamente sulla valutazione di prodotto o di processo forniscono apporti importanti sotto questo aspetto, ma presentano anche rilevanti elementi di debolezza. Č necessario trovare forme di integrazione tra questi due approcci, come indica anche il modello preso come riferimento dall'Unione europea per la recente Raccomandazione sull'assicurazione di qualitŕ dell'Istruzione e formazione professionale.
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La Notte, Alessandra, and Luca Frappiccini. "Come strutturare un sistema di contabilitŕ ambientale per il territorio e gli enti locali. Una proposta di integrazione fra il sistema CLEAR e l'approccio NAMEA." ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no. 3 (April 2010): 87–107. http://dx.doi.org/10.3280/efe2009-003005.

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Negli ultimi decenni il concetto di contabilitŕ ambientale ha attraversato un notevole sviluppo dal punto di vista teorico, applicativo e nelle possibili utilizzazioni. Al momento presente da una parte, a livello macroeconomico, gli uffici statistici nazionali e comunitari assieme ad organizzazioni internazionali hanno lavorato ad un sistema di conti integrati economico-ambientali (SEEA) che ‘completa' attraverso conti satellite il sistema di contabilitŕ nazionale. Dall'altra parte iniziative locali, come Agenda 21, coordinate anche da organizzazioni internazionali, come ICLEI, hanno avviato una serie di sperimentazioni che introducono la rendicontazione sull'ambiente negli enti pubblici locali. Si tratta di due sistemi diversi che operano a diversi livelli instituzionali. Ci si chiede quindi se č possibile ed utile trovare fra essi un punto di incontro. Puň essere utile perchč, da una parte, a scala sub-regionale una contabilitŕ ambientale del territorio č del tutto assente e, dall'altra, sarebbe di aiuto una rigorosa base metodologica per la rendicontazione ambientale degli enti locali. Tale impostazione diventa possibile nel momento in cui si fa una chiara distinzione fra i moduli contabili veri e propri e gli indicatori da inserire nei documenti atti alla comunicazione. In questo lavoro si propone un sistema di integrazione fra i conti integrati economico- ambientali (SEEA) e il bilancio ambientale diffuso in molti comuni e province italiani (CLEAR). Nello specifico si presenta una possibile integrazione fra i dati NAMEA- emissioni in atmosfera e rifiuti e alcuni indicatori dei conti fisici CLEAR nella Provincia di Torino.
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Chiappetta, Giovanna. "Allontanamento del minore dalla famiglia d'origine alla luce dell'art. 8 della CEDU." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (December 2022): 71–83. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2022-002003.

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La materia dell'allontanamento del minore dalla famiglia di origine è complessa e delicata anche perché disciplinata da fonti eterogenee frutto della integrazione di almeno tre sistemi giuridici: nazionale, dell'Unione Europea e del più largo Consiglio d'Europa. La riflessione mira a cogliere l'evoluzione dell'istituto dell'adozione dei minori mediante l'interpretazione del diritto alla vita familiare ex art. 8 della Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell'uomo e delle Libertà fondamentali.
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Lupo, Eleonora. "Design e beni culturali: creare sistemi di valore per connettere cultura, luoghi, conoscenza, comunità, impresa." i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 8 (April 7, 2013): 30–39. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2013.v8i.12594.

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La valorizzazione dei beni culturali oggi è un asset privilegiato per lo sviluppo sostenibile e l’innovazione del sistema paese. La fruizione collettiva di cultura si è evoluta, parallelamente alla società dei servizi e delle esperienze, verso la democratizzazione moltiplicazione di momenti e occasioni di appropriazione e accesso a beni, prodotti, servizi ed attività culturali e creative, in termini di circuito di senso identitario di una comunità, di rigenerazione e ridistribuzione del valore di un territorio, di strumento di partecipazione, integrazione e coesione sociale.In questa logica, in coerenza con le indicazioni promosse dalla comunità Europea e dall’Unesco, i modelli di sviluppo culture oriented, hanno l’obiettivo di generare, attivare e incrementare il valore del bene culturale nella sua funzione patrimoniale, storica, civile, simbolica, sociale e di sviluppo, e sono finalizzati allo sviluppo di piattaforme e sistemi di connessione in grado di connettere le comunità attraverso cultura e conoscenza.
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Granata, Mattia. "Investimenti per lo sviluppo: i progetti pilota in Epiro e Sardegna." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (August 2021): 111–42. http://dx.doi.org/10.3280/mon2021-001004.

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L'Agenzia europea per la produttività dell'Oece nasceva nel 1953 per modernizzare i sistemi produttivi dei paesi membri. Dalla metà del decennio, l'Agenzia impostò progetti sul campo per affrontare la questione dell'arretratezza del Sud Europa. L'azione corrispondeva all'esigenza di assistere i paesi "sottosviluppati", per favorire integrazione dei mercati e stabilizzazione politica. I primi interventi riguardarono le aree pilota in Sardegna e nella regione greca dell'Epiro. Nei due progetti, gemelli ma differenti, si sperimentarono metodologie che miravano allo sviluppo per effetto di investimenti di capitale e di investimenti sociali.
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Tavosanis, Mirko. "INTEGRAZIONE DI TESTO E IMMAGINE NELLA COMUNICAZIONE DIGITALE." Italiano LinguaDue 14, no. 2 (January 17, 2023): 47–62. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19648.

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Il contributo presenta in modo critico i sistemi e le pratiche con cui testo e immagine sono (o non sono) integrati nella comunicazione digitale. Le situazioni descritte riguardano sia la comunicazione in lingua italiana sia, più in generale, il contesto della comunicazione in molte società contemporanee. Vengono inoltre presi in esame due casi particolari: il modo in cui l’integrazione tra testo e immagine viene trattata dai manuali universitari di scrittura e i casi di integrazione tra testo e immagine in un laboratorio di scrittura tenuto presso l’Università di Pisa e dedicato alla stesura di voci di Wikipedia. L’assieme delle esperienze fa ritenere che affrontare in modo consapevole il rapporto tra testo e immagine possa portare a effetti positivi a livello sia educativo sia comunicativo. Integration of text and image in digital communication The paper critically presents the ways and practices by which text and images are, or are not, integrated in contemporary digital communication. The situations described concern both Italian-language communication and, more generally, the context of communication in many contemporary societies. Two particular cases are also examined: the way in which the integration between texts and images is covered by university writing manuals and cases of integration between texts and images in a writing lab taught at the University of Pisa and dedicated to writing Wikipedia entries. Taken together, the experiences suggest that consciously addressing the relationship between text and image can lead to positive effects in a variety of educational and communicative settings
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Beretta, Enrico, Vacche Alessandra Dalle, and Andrea Migliardi. "Competitivitŕ ed efficienza della supply-chain: un'indagine sui nodi della logistica in italia." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (November 2012): 135–73. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-002001.

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La logistica č importante sia per la sua incidenza diretta sul Pil nazionale sia, in modo indiretto, nel consentire una maggiore o minore competitivitŕ del sistema-paese. La complessiva debolezza del sistema logistico italiano, documentata da varie fonti interne e internazionali, ha numerose cause: inadeguatezze nelle infrastrutture di trasporto a lungo raggio, ma anche dei raccordi di "ultimo miglio"; frammentazione e scarsa integrazione tra gli operatori; inefficienze localizzate nelle singole modalitŕ di trasporto; problemi nei raccordi tra i vettori di diverso tipo (ossia nell'intermodalitŕ); carenze programmatorie e normative. Il presente lavoro approfondisce queste tematiche mediante un'indagine condotta presso un campione di spedizionieri italiani. Per quanto attiene alle infrastrutture, gli operatori riterrebbero utile il completamento degli assi ferroviari in grado di connettere il paese alle principali direttrici di traffico europee, nonché di assicurare un efficace collegamento fra il Nord e il Sud del paese, ma anche un potenziamento dei raccordi locali con altri tipi di vettori, specie quello marittimo. Altri problemi risiedono negli allacci delle aree portuali alla viabilitŕ ordinaria e nell'insoddisfacente funzionamento dei nessi intermodali tra le diverse forme di trasporto. I centri logistici vengono ritenuti nel complesso sufficienti, anche se si riscontrano problemi circa l'eccessiva frammentazione e la distribuzione sul territorio. Tariffe del trasporto, durata e prevedibilitŕ dei tempi, efficienza e affidabilitŕ degli operatori sarebbero nel complesso sufficienti, a eccezione del comparto ferroviario. L'organizzazione della catena logistica risente di una scarsa programmazione delle attivitŕ, dell'insufficiente integrazione tra gli operatori e della loro eccessiva frammentazione. Le dotazioni informatiche degli operatori e il ricorso all'ICT vengono giudicate nel complesso sufficienti, ma č carente l'integrazione dei sistemi tra i diversi operatori, con conseguenze negative sul trattamento complessivo del ciclo della merce e sulla tracciabilitŕ delle spedizioni. Dall'indagine sono emerse anche diverse indicazioni di policy. In primo luogo, gli operatori chiedono di razionalizzare il quadro normativo, di rilanciare liberalizzazioni e concorrenza e di concentrare le risorse su un contenuto novero di obiettivi infrastrutturali realizzabili. In secondo luogo, gli operatori stessi potrebbero contribuire alla concentrazione e razionalizzazione dell'offerta. Infine, le Associazioni di categoria nazionali e locali dovrebbero stimolare l'integrazione dei diversi sistemi di ICT e promuovere il rispetto di standard minimi di servizio.
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Buseti, Simone, and Bruno Dente. "L'introduzione del performance management nelle Universitŕ italiane." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 121–41. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002005.

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L'ipotesi centrale del saggio č che gli strumenti di misurazione della performance possono essere un modo efficace per promuovere la professionalizzazione del management delle universitŕ, ma soltanto nel rispetto di due condizioni, entrambe necessarie: che l'introduzione di nuovi sistemi sia parte di una piů ampia azione di sviluppo, e che le strategie di cambiamento rispettino l'eterogeneitŕ delle amministrazioni e siano quindi incrementali e differenziate. Si tratta di due condizioni che il decreto 150/2009 sembra sottovalutare, implicando una semplicitŕ doppiamente erronea: l'omogeneitŕ delle amministrazioni target e la sufficienza di valutazione e misurazione ai fini del miglioramento delle performance. Il saggio presenta una ricerca sui sistemi di management e valutazione, attraverso l'analisi dei risultati di un questionario somministrato a circa un terzo degli atenei italiani. La ricerca ha sostanzialmente smentito tali premesse e ha restituito due risultati: un'analisi dello stato dei sistemi che fotografa il posizionamento degli atenei e un modello di relazione tra le diverse variabili oggetto d'indagine. Per quanto riguarda il primo risultato, il panorama complessivo mostra alcuni elementi generalmente solidi e diffusi (come il quadro organizzativo), elementi diffusi ma solo raramente considerati adeguati (ad esempio il controllo di gestione), elementi sostanzialmente assenti (tra tutti il sistema di gestione dei rischi). D'altra parte, il posizionamento degli atenei rivela uno scenario - oltre che generalmente poco soddisfacente - anche fortemente eterogeneo. Non solo quindi non č possibile immaginare una riforma basata sul principio "one size fits all", ma č necessario tutto al contrario sviluppare diversi approcci al cambiamento. Il saggio presenta tre possibili strategie di implementazione della riforma, che partendo dallo stato di sviluppo dell'amministrazione suggeriscono percorsi di cambiamento differenziato. Infine, l'ultima parte del saggio utilizza i dati della rilevazione per costruire un modello di relazione che conferma il rapporto ipotizzato tra i sistemi di valutazione e alcune precondizioni, individuate nel quadro organizzativo, nei sistemi di supporto e (in minor misura) nei sistemi di gestione del rischio e di presidio della qualitŕ. Il modello non propone un rapporto di stretta causalitŕ tra variabili (il che implicherebbe una sequenza cronologica stretta nei programmi di riforma), ma piuttosto di guardare al management come oggetto complesso, il cui miglioramento necessita di sviluppo armonico e forte integrazione tra le sue diverse parti.
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Ghignoni, Emanuela, and Maria Maddalena Giannetti. "Diffusion and mortality of the Covid-19 pandemic in the Italian Provinces: The role of human capital, families' structure, population mobility and local healthcare systems." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 111 (February 2021): 263–88. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-111012.

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L'Italia è stato uno dei Paesi più colpiti dalla prima ondata della pandemia di Covid-19, sia in termini di contagi che di mortalità. Tuttavia, la diffusione della pandemia e il tasso di mortalità sono stati piuttosto disomogenei tra le province italiane, nonostante un intenso flusso di movimenti della popolazione tra le diverse aree geografiche del paese prima del lockdown dell'11 marzo 2020. Questo articolo si propone di individuare alcune delle cause dell'eterogeneità geografica del contagio e del tasso di mortalità, concentrandosi in particolare sul ruolo del capitale umano, dell'interazione intergenerazionale all'interno delle famiglie, della mobilità della popolazione dopo la decisione di lockdown e delle caratteristiche dei sistemi sanitari a livello locale. Tramite l'utilizzo di tecniche panel, troviamo che la mobilità della popolazione, parzialmente continuata anche con il lockdown, ha avuto effetti disomogenei sull'espansione del contagio, mentre le esternalità del capitale umano e l'estensione del sistema sanitario pubblico a livello locale sono stati fattori importanti per ridurre la mortalità da Covid-19. L'elevata integrazione intergenerazionale delle famiglie italiane non sembra aver aumentato i tassi di contagio.
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Pregno, Cristiana, and Barbara Rosina. "Tra sfiducia e insicurezza: strategie e strumenti del servizio sociale." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (January 2013): 49–66. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-004003.

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L'assistente sociale č un professionista che puň ridurre la distanza tra il cittadino e l'istituzione attraverso la promozione di contatti tra sistemi diversi. Ha competenze e risorse per affrontare problemi specifici, esercita la sua expertise nel rapporto diretto con la persona e nella partecipazione e nella costruzione, a diversi livelli, di obiettivi e pratiche comuni fra servizi per la produzione di benessere e nella dimensione della valutazione di efficacia, di appropriatezza, di risultato, di qualitŕ, di soddisfazione dei cittadini. Le autrici, a partire da una riflessione sulla collocazione lavorativa degli assistenti sociali, sulle sfide poste dall'insicurezza e dalla sfiducia nell'agire professionale quotidiano, individuano nell'integrazione socio-sanitaria un luogo di co-costruzione della fiducia e nella formazione professionale continua la possibilitŕ di partecipazione attiva ai processi di integrazione fra politiche ed interventi nel rispetto dei riferimenti valoriali della professione.
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Cattero, Bruno. "Tra diritto e identitŕ. La partecipazione dei lavoratori nel modello sociale europeo." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 123 (September 2011): 117–35. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-123007.

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L'importanza della direttiva sulla Societŕ per Azioni Europea (Se) risiede nell'affermazione della partecipazione comedei lavoratori di aver voce in capitolo negli organi di governo dell'impresa. I limiti definitori che la caratterizzano e la sua natura dinon dipendono tanto, in questo caso, dall'egemonia neoliberale nel processo di integrazione europea quanto da fattori più profondi e complessi che si frappongono all'integrazione nella sfera del sociale. Su questo sfondo si prendono in esame "l'europeizzazione negoziata" come, i meccanismi che la contraddistinguono (l'indeterminatezza concettuale - necessaria non solo a connettere e trascendere le diverse tradizioni nazionali, ma anche come veicolo discorsivo della costruzione sociale di una "identitŕ europea" - e l'attivazione di miti istituzionali) e si sottolinea infine la rilevanza delle connessioni lasche, sia istituzionali che organizzative, tra i sistemi e gli attori nazionali e il livello europeo.
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Caianiello, Michele. "Processo penale e prescrizione nel quadro della giurisprudenza europea. Dialogo tra sistemi o conflitto identitario?" Revista Brasileira de Direito Processual Penal 3, no. 3 (October 14, 2017): 967. http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v3i3.99.

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Precarietà e incertezza sembrano affliggere, nei tempi recenti, la prescrizione del reato, quando la si osservi da una prospettiva sovranazionale o comparata. Sullo sfondo, si pone il problema della tenuta del nostro sistema nel suo complesso, e persino della sua identità, come l’abbiamo concepita e tramandata di generazione in generazione. Con l’ordinanza n. 24 del 2017, la Corte costituzionale, sollevando una nuova questione pregiudiziale, mostra l’intento di non consumare una rottura del dialogo con l’ordinamento UE, limitandosi a paventare il rischio di ricorrere ai controlimiti, senza effettivamente porli in essere. Tuttavia, il provvedimento appare criticabile per alcuni argomenti utilizzati, e per la posizione assunta, che sembra lasciare poco spazio per specificazioni e aggiustamenti alla Corte di giustizia. La decisione, infatti, pur mostrando formalmente apertura a un confronto con la Corte di giustizia, tende a proporre in realtà una divisione tra mondi opposti e inconciliabili: di qua il diritto italiano, con la sua tradizione irrinunciabile; di là quello europeo, al quale formalmente si mostra deferenza (purché non si ingerisca in questioni vitali). Sembra il piano per una sorta di convivenza da separati, che certo ha il pregio di guadagnare tempo. Tuttavia, non si intravvede, nel ragionamento condotto, alcuna strada per raggiungere, o almeno per intraprendere il cammino verso una integrazione reale degli ordinamenti: è questo, in realtà, il nodo che, se non affrontato adesso, tenderà a riproporsi in successive occasioni.
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Antonazzo, Luca, Rocco Lancellotti, and Gabriella Pappadŕ. "La qualificazione professionale ed il sistema ECVET in Italia. un caso studio nella formazione professionale del settore agroalimentare." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 98 (December 2012): 87–122. http://dx.doi.org/10.3280/qua2012-098008.

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L'Italia sta lavorando da anni per superare la frammentazione e la mancanza di integrazione che caratterizza lo scenario formativo-educativoprofessionale nazionale e per allinearsi alle politiche comunitarie volte a garantire la trasparenza dei percorsi formativi e il riconoscimento delle competenze comunque acquisite dagli individui al fine del conseguimento dei relativi titoli e qualifiche. L'obiettivo generale, in tale contesto, č quello di consentire l'inserimento o il reingresso nel sistema di istruzione e formazione professionale e di agevolare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro. In tale scenario sono stati analizzati strumenti, procedure e prassi in via di consolidamento che costituiscono il riferimento per l'identificazione, il riconoscimento e la certificazione delle competenze. Pertanto, il presente lavoro introduce una disamina del lavoro svolto negli ultimi mesi a livello istituzionale per la identificazione degli standard professionali, di certificazione e formativi, finalizzati alla definizione e all'attuazione di un National Qualification Framework secondo le indicazioni dell'UE. In particolare, č stata analizzata la metodologia di sintesi adottata per la descrizione delle qualificazioni professionali e l'armonizzazione di tutte le fonti informative disponibili volte alla definizione di una procedura di certificazione delle competenze, sistematizzata e coordinata a livello nazionale. Inoltre, insieme a un'analisi dell'organizzazione dei sistemi di istruzione e formazione professionale (ridisegnata alla luce delle recenti riforme introdotte nel sistema nazionale), lo studio in oggetto ha analizzato la situazione della sperimentazione in Italia dello strumento ECVET attraverso i vari campi di applicazione e - in particolare - nel settore agroalimentare, attraverso uno dei tanti contributi di tipo bottom up che stanno predispo- nendo possibili soluzioni e pratiche che possono costituire un valido spunto di riflessione da sottoporre all'attenzione delle istituzioni e degli stakeholder.
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Nicoletti, Pierluigi Gabriel, and Sara Di Giacomo. "La voce del silenzio." PSICOBIETTIVO, no. 3 (November 2011): 137–42. http://dx.doi.org/10.3280/psob2011-003009.

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In questo articolo viene discusso il caso clinico trattato dal dott. Luci, terapeuta cognitivo comportamentale, secondo una prospettiva sistemicorelazionale. La storia di L. puň essere vista come la storia di una donna che viene alla luce dopo un lungo soggiorno nell'ombra di un dolore che non poteva/doveva essere espresso, poiché motivato da buone e "giuste" ragioni. La solitudine e l'abuso, prima del senso di colpa per aver tradito il "mandato" familiare, hanno con ogni probabilitŕ veicolato in L., bambina, l'idea di essere "indegna" e "cattiva". In questa cornice la rabbia, se c'era, andava rivolta verso se stessi. Unica risposta possibile alla lunga serie di traumi e di perdite laceranti. Le prime difficoltŕ di L. compaiono durante l'adolescenza, una fase del ciclo vitale dell'individuo e della famiglia in cui vengono al pettine nodi che si sono stretti in periodi precedenti. Come per tutti i sistemi familiari, anche a quello di L. č richiesta in questa fase una nuova capacitŕ di adattamento e di accettazione della separazione. Viene posto l'accento sull'importanza della storia e del contesto relazionale per la determinazione dell'individuo adulto. Il cambiamento terapeutico puň essere descritto nei termini della possibilitŕ di permettere alla paziente di rivisitare la propria storia e l'esperienza traumatica, di rinarrarla e condividerla. Č all'interno di questa cornice che la paziente puň fare al terapeuta il grande dono di affidarsi a lui e riuscire progressivamente nel lavoro di integrazione del Sé.
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van der Hart, Onno. "Amnesia dissociativa e trauma: una prospettiva secondo la teoria della dissociazione strutturale." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (July 2012): 121–35. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-002007.

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Nel DSM-IV l'amnesia dissociativa č considerata un'entitŕ clinica distinta che puň prendere le seguenti forme: amnesia localizzata, amnesia continua, amnesia sistematizzata, amnesia generalizzata e amnesia selettiva. In ambito clinico, tuttavia, essa č piů comunemente presente come espressione sintomatica di disturbi piů complessi ed estesi, soprattutto i disturbi dissociativi complessi (e spesso in pazienti che hanno subito traumi acuti e cronici). La dissociazione č il risultato di un'integrazione difettosa, che di solito si produce in occasione di esperienze traumatiche, di quei sistemi neuro-bio-psicologici dalla struttura estremamente complessa costituita dalla personalitŕ. Questo difetto comporta una dissociazione della personalitŕ in due o piů parti scisse - sottosistemi dinamici e attivi, ma rigidi e relativamente chiusi. In base a questo approccio concettuale, alcune di queste parti dissociate possono contenere ricordi traumatici che, se riattivati, riscatenano certi vissuti e certe messe in atto; nel contempo, il resto della personalitŕ rimane relativamente intatto, preso dalla vita quotidiana, in un atteggiamento fobico nei confronti delle parti implicate nei ricordi traumatici. Quindi, la dissociazione č mantenuta da una serie di fobie che nel corso del trattamento necessitano di una particolare attenzione. La cura prevista č un trattamento mirato alla fase, preceduto da un'indagine neurologica completa e dall'impiego di procedure diagnostiche standardizzate, nonché dalle scale per i disturbi dissociativi. Il difficile processo di esplorazione dei ricordi traumatici e della loro integrazione con gli altri aspetti della personalitŕ richiede una sufficiente capacitŕ integrativa nel paziente. Quindi, lo scopo iniziale non č la risoluzione rapida (e forzata) dell'amnesia, ma viceversa l'instaurarsi di una senso di sicurezza e di stabilitŕ nella vita quotidiana e nella terapia.
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Manna, Rosalba, Samuele Calzone, and Letizia Cinganotto. "Education and training system post Covid-19: results from a probability model to measure students’ learning performance." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no. 3 (December 31, 2021): 165–79. http://dx.doi.org/10.36253/form-10281.

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The Covid-19 affected people regardless of nationality, level of education, income or gender. However, students from privileged backgrounds, supported by their parents could find their way past closed school doors to alternative learning opportunities. This crisis has exposed the many inadequacies and inequalities in our education systems. This article presents the GPU System as a tool for collecting, managing and monitoring. The PON 2014/2020 For the School has been conceived for achieving an intelligent, equal, sustainable, and inclusive growth. In order to measure the learnings performance of students, a probability model was implemented to measure performance improvement. The data refer to the grades attributed to students before and after the delivery of the educational activities. Results show that the probability of registering a training success triggered by the training course is greater for the foreign languages area, generating inclusion and social integration mechanisms, as well as mediation and intercultural understanding. Il sistema di istruzione e di formazione dopo il Covid-19: risultati da un modello per misurare gli apprendimenti degli studenti. Il Covid-19 ha colpito tutti gli individui indipendentemente dalla nazionalità, dal livello di istruzione, dal reddito o dal genere. Tuttavia, gli studenti provenienti da ambienti privilegiati, supportati dai loro genitori hanno potuto intravedere più agevolmente la loro strada oltre le porte chiuse della scuola verso opportunità di apprendimento alternative. Questa crisi ha messo in luce le molte inadeguatezze e disuguaglianze nei nostri sistemi educativi. In questo studio si presenta il Sistema GPU come strumento di raccolta, gestione e monitoraggio. In tale contesto si inserisce il PON 2014/2020 Per la Scuola, concepito per realizzare una crescita intelligente, equa, sostenibile e inclusiva. Al fine di misurare le performance degli apprendimenti degli studenti è stato implementato un modello di probabilità finalizzato a misurare il successo formativo. I dati si riferiscono alle votazioni attribuite agli studenti prima e dopo l’azione formativa. I risultati mostrano come la probabilità di registrare un successo formativo generato dal percorso formativo intrapreso sia maggiore per l’area relativa alle lingue straniere, generando meccanismi di inclusione ed integrazione sociale, nonché la mediazione e la comprensione interculturale.
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Ballor, Federica, and Giulia Maria Cavaletto. "Abitare nei Villaggi Olimpici Torino 2006." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 118 (July 2010): 196–207. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-118014.

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Il progetto di riconversione in edilizia sociale dei "Villaggi olimpici Torino 2006", destinati originariamente ad ospitare atleti e giornalisti, si propone come caso emblematico di politiche abitative di seconda generazione. A partire dall'analisi degli obiettivi di integrazione sociale e sviluppo locale, lo studio si configura come monitoraggio di una politica pubblica, i cui tratti innovativi non escludono la presenza di criticitŕ legate al sistema di governance ed alla risposta dei milieu. Utilizzando i concetti chiave di integrazione sociale, mixité e sviluppo locale, il programma insiste sull'insieme di opportunitŕ che possono (o meno) innescare azioni da parte dei soggetti coinvolti, in termini di irrobustimento delle capacitŕ di autonomia e integrazione sociale. Gli outcome dell'intervento, people e area based, sono stati analizzati con una survey rivolta agli assegnatari degli alloggi e ad un gruppo di controllo di soggetti residenti nelle stesse aree ma meno vulnerabili.
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Cerullo, Luigi, and Maria Cristina Mataloni. "Sistema di ricerca integrato: un nuovo catalogo di servizi per le biblioteche." DigItalia 15, no. 2 (December 2020): 16–25. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00011.

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Il Sistema di Ricerca Integrato (SRI) costituisce un articolato progetto di integrazione delle basi dati gestite dall’ICCU e al contempo mira ad offrire all’utente finale un servizio di restituzione originale, destinato a soddisfare le esigenze di un pubblico più vasto, costituito non solo da specialisti del settore. All’interno di questo progetto se ne innestano altri complementari, SBNTeca e SBNCloud, che hanno lo scopo di offrire alla comunità SBN strumenti tecnologicamente avanzati e di sicuro ausilio rispetto alla crescente domanda di servizi digitali, mai come oggi fondamentali per gli utenti finali.
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Giancotti, Viviana. "L'obesitŕ infantile in una prospettiva sistemica." PSICOBIETTIVO, no. 1 (April 2011): 36–49. http://dx.doi.org/10.3280/psob2011-001003.

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Il presente lavoro ripropone di descrivere l'utilitŕ di un approccio all'obesitŕ che superi i riduzionismi e le dicotomie con cui č stato affrontato dai vari modelli. L'approccio sistemico che correla circolarmente tutte le componenti presenti in questo fenomeno, sembra rispondere meglio a questa esigenza di integrazione. All'interno di questa visione, il trattamento integrato rappresenta una forma privilegiata di presa in carico del paziente obeso e della sua famiglia.
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Tamini, Luca. "Dal cinema monosala al fenomeno Netflix: temi urbanistici emergenti." TERRITORIO, no. 95 (May 2021): 65–77. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095008.

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Il saggio restituisce alcuni temi aperti e questioniemergenti dal punto di vista urbanistico sulle dinamichee sugli scenari evolutivi delle sale cinematografiche in uncontesto di profondo mutamento.A partire dalla pluralità di geografie e tipologieinsediative presenti nell'area metropolitana milanese,il contributo prefigura alcune politiche attive diconsolidamento e potenziamento del sistema di offertain un'ottica di integrazione e complementarità trai tradizionali luoghi di fruizione collettiva e i nuoviprocessi di innovazione digitale.
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Rosa Stornaiuolo. "L' orizzonte di senso del Sistema Integrato “zerosei”: una sfida educativa e sociale." IUL Research 2, no. 4 (December 20, 2021): 225–35. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.189.

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Le Linee Pedagogiche per il sistema integrato “zerosei”, nell’innescare un doveroso processo di attenzione all’infanzia, delineano un orizzonte educativo per la presa in carico pedagogica del bambino da 0 a 6 anni, così come declinato nel D.lgs. 65/2017, attraverso la costruzione di un vero e proprio sistema integrato, valorizzando e sostenendo servizi educativi e scuole dell’infanzia per tutti, in grado di soddisfare i nuovi bisogni, di essere luoghi di benessere, di promozione di uguaglianza educativa, di integrazione socio-culturale. Si suddividono in sei sezioni di cui la prima e la sesta si caratterizzano per un taglio più istituzionale mentre il cuore del documento è sicuramente di natura pedagogica. In questo contributo vengono analizzate le sei sezioni succitate, nelle loro implicazioni soprattutto di carattere pedagogico.
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Giacomelli, Elena. "Gli operatori di accoglienza: competenze di una professione in divenire. Un'indagine etnografica di una ricercatrice-operatrice." MONDI MIGRANTI, no. 2 (August 2021): 187–210. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-002011.

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Il presente articolo descrive una ricerca etnografica delle professionalità nate all'interno del sistema di accoglienza nella Provincia Autonoma di Trento. L'interrogativo di fondo nasce sul campo grazie all'esperienza della ricercatrice come operatrice di accoglienza con l'Associazione Centro Astalli presso la Provincia Autonoma di Trento, che costituisce il caso empirico approfondito. L'osservazione partecipante, insieme a 55 interviste in profondità ad operatori di accoglienza, ha fatto emergere la rilevanza che le scelte, ruoli e valori degli operatori assumono nell'influenzare il significato dell'accoglienza praticata e talora per-sino i percorsi di integrazione dei soggetti beneficiari. L'analisi ha cercato di far emergere la formazione e le competenze, sia preliminari sia apprese sul campo, di questa (nuova) figura professionale.
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Finuola, Roberto. "Le agevolazioni tributarie e contributive del settore agricolo." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 3 (October 2012): 143–57. http://dx.doi.org/10.3280/qu2012-003007.

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Le agevolazioni tributarie e contributive del settore agricolo La nota ripercorre l'evoluzione delle agevolazioni tributarie e contributive al settore agricolo, proponendo una riflessione per un suo ripensamento in una fase di forti vincoli di bilancio. In essa si dŕ conto del peso delle agevolazioni nel complesso del sostegno pubblico al settore agricolo, riportando i termini del dibattito europeo sull'opportunitŕ di garantire gli attuali livelli di sostegno al settore agricolo. Particolare attenzione viene dedicata al sistema di fiscalitŕ preferenziale vigente in Italia. La nota analizza anche le prospettive per il sistema delle agevolazioni di una maggiore integrazione e complementaritŕ con le altre politiche di sostegno all'agricoltura.
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Saitto, Francesco. "RAGIONANDO SUL TRATTATO DI MAASTRICHT COME MOMENTO DI “FRATTURA”: PROCESSO DI INTEGRAZIONE EUROPEA E TRASFORMAZIONI DEL SISTEMA ECONOMICO." Il Politico 251, no. 2 (March 3, 2020): 138–57. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.241.

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L'articolo esamina il Trattato di Maastricht in una prospettiva storica e comparativa, concentrandosi sulle sue implicazioni economiche e costituzionali. Il Trattato di Maastricht viene quindi contestualizzato in un processo storico, evidenziando i tentativi dello Stato costituzionale europeo di affrontare la crisi del cosiddetto "liberalismo incorporato" dopo la caduta di Bretton Woods. Questo processo ha avuto significativi contraccolpi economici e politici in tutto il mondo. In Europa, gli anni Settanta sono stati caratterizzati da un'elevata instabilità economica, soprattutto in considerazione del sistema monetario e del crescente debito pubblico. Da allora è nata l'esigenza di una nuova forma di radicamento democratico del capitalismo, con l'obiettivo di creare un nuovo equilibrio tra capitalismo e democrazia. Sebbene pieno di contraddizioni, il Trattato di Maastricht rappresentava un tentativo di far fronte a questo mutevole ordine mondiale economico e politico. In quel periodo il sistema politico italiano si trovava a fronteggiare un'insopportabile instabilità economica e il Trattato di Maastricht rappresentava un'opportunità per favorire una riforma del sistema politico ed economico "dall'esterno" attraverso un "vincolo esterno", come lo definì Guido Carli. Non era la prima volta nella storia italiana. Un nuovo processo è iniziato e, pieno di contraddizioni e inadeguatezze, è ancora in corso.
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Pasquale, Gianna. "L'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati in Italia: ambivalenze normative e istanze educative." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 306–45. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9793.

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I minori stranieri non accompagnati rappresentano una componente significativa dei flussi migratori in Italia non solo dal punto di vista numerico, ma anche per le caratteristiche e le peculiarità che li contraddistinguono. Nel presente lavoro si fornisce, innanzitutto, un resoconto dell'evoluzione statistica del fenomeno dei minori stranieri soli. Successivamente, viene esaminata la complessa condizione di questi minori sotto il profilo giuridico e socio-educativo per capire quali sono i loro reali bisogni da soddisfare per garantire accoglienza e soprattutto un'effettiva integrazione. In questa prospettiva, vengono analizzate le ultime leggi riguardanti i minori stranieri non accompagnati per evidenziarne le problematicità e le ambivalenze che devono essere superate al fine di realizzare un sistema di accoglienza efficace. Infine, viene presa in esame la figura del tutore volontario, previsto dall'attuale normativa come garante della tutela del minore, che, secondo l'autore, dovrebbe assumere anche una valenza educativa e che perciò dovrebbe acquisire specifiche competenze educative e interculturali per comprendere i bisogni del minore e promuovere la sua piena integrazione.
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Ibrido, Renato. "Fiscal rules e decisione di bilancio." DIRITTO COSTITUZIONALE, no. 1 (March 2021): 73–97. http://dx.doi.org/10.3280/dc2021-001004.

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Il contributo individua due fattori di trasformazione della originaria costituzione eco-nomica italiana, i quali affondano le loro radici culturali nei filoni del fiscal constitutionalism e dell'ordoliberalismo: da un lato l'incorporazione di fiscal rules in fonti rigide e di rango sovraordinato, anche per effetto del processo di integrazione europeo; dall'altro lato, l'incremento del tasso di razionalizzazione delle regole costituzionali sulla formazione della decisione di bilancio. Alla luce di tale evoluzione, il contributo si interroga sulla possibilità di una diversa organizzazione delle regole fiscali e di bilancio, la quale consenta di recuperare e saldare due principi che nell'impianto della Costituzione italiana fanno sistema: i principi di "responsabilità finanziaria" e di "responsabilità politica".
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Calcagno, Paolo. "Il dominio genovese e il grano in Antico regime: un sistema federale sotto la sorveglianza dello stato." STORIA URBANA, no. 134 (June 2012): 75–94. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-134005.

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Genova, secc. XVI-XVIII Dominio Grano, approvvigionamenti, giusdicenti, comunitŕ Lo stridore fra l'austera organizzazione annonaria di Genova e del suo Dominio e la straordinaria avventura commerciale dei mercanti della Superba nel Mediterraneo occidentale ha profondamente influenzato la storiografia genovese, che ha affrontato il problema in maniera strumentale e ideologica, rielaborando in maniera acritica la condanna del sistema formulata dalla pubblicistica fisiocratica. In realtŕ non sappiamo praticamente nulla del funzionamento dell'ufficio dell'annona in cittŕ (e degli uffici locali nelle comunitŕ del Dominio), dell'approvvigionamento delle Riviere e del rapporto che a tal fine si viene a creare fra il centro e la periferia. Sulla base della documentazione dell'Abbondanza genovese - conservata presso l'archivio storico del Comune - e attraverso l'analisi di un caso specifico (quello di Savona), il saggio tenta di offrire alcuni spunti di riflessione e possibili chiavi di lettura, al fine di valutare la funzionalitŕ delle istituzioni annonarie e di osservare il grado di integrazione economica e politicoamministrativa nel contesto dello Stato genovese.
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Allegri, Elena. "Equipaggi senza orizzonti? Criticitŕ ed aspetti positivi del lavoro di équipe." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (January 2013): 67–81. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-004004.

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Questo saggio propone un'analisi del lavoro di équipe nei servizi socio-sanitari, tradizionalmente considerato un metodo di integrazione efficace. Considerando l'attuale situazione di crisi dei servizi e del professionalismo, le riflessioni sul lavoro in équipe sono presentate in relazione a tre dimensioni analitiche, che corrispondono alle parti in cui č suddiviso questo contributo. Nella prima sono presi in considerazione alcuni tratti peculiari dell'attuale processo di trasformazione del sistema di welfare, con particolare riferimento alle ricadute in atto sulle professioni implicate. La seconda parte č dedicata all'esame di caratteristiche specifiche dei gruppi di lavoro con particolare attenzione al lavoro sociale. Alcune considerazioni relative alle criticitŕ e agli aspetti positivi del lavoro in équipe costituiranno, infine, la terza parte.
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Bellardi, Marco. "La strategia macroregionale europea nell'area Adriatico-Ionica." ARGOMENTI, no. 34 (June 2012): 5–36. http://dx.doi.org/10.3280/arg2012-034001.

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Le proposte legislative per la politica di coesione dell'UE per il periodo 2014-'20 fanno riferimento alla strategia macroregionale vista come sistema evoluto di cooperazione territoriale. Non esiste una definizione normalizzata per la strategia europea macroregionale; questo termine, si riferisce a "un'area comprendente un certo numero di territori di differenti Paesi e regioni associati per una o più caratteristiche o problematiche" (geografiche, culturali, economiche, sociali, altre). I territori AI, già da tempo legati da importanti iniziative di integrazione e cooperazione, hanno iniziato nel 2010 un percorso per ottenere il riconoscimento di una strategia europea macroregionale. Il valore aggiunto che deriva dall'avvio di una strategia macroregionale consiste in un‘azione comune che coinvolge diversi attori, diverse politiche e diversi programmi di finanziamento.
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Bottaccioli, Anna Giulia. "Alimentazione, nutraceutica e immunità ai tempi della Covid-19." PNEI REVIEW, no. 2 (November 2021): 34–48. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2021-002004.

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L'adeguata assunzione, in tutte le fasi della vita, di nutrienti essenziali contribuisce in maniera determinante alla corretta maturazione del sistema immunitario e all'efficiente reattività di risposta alle infezioni. Un carente stato nutrizionale aggrava le manifestazioni patologiche e allunga i tempi di convalescenza; al tempo stesso uno stato infiammatorio prolungato, sia esso provocato da un'infezione cronicizzata o da una malattia autoimmunitaria o neoplastica, può aggravare uno stato nutrizionale già carente. Quindi, un'ottimale immunocompetenza deriva da un ottimale status nutrizionale. In questo articolo vengono presentate le principali evidenze scientifiche sull'importanza di una corretta nutrizione e di una opportuna integrazione nutraceutica, laddove necessaria, per migliorare e mantenere efficace la funzione immunitaria in salute e in malattia, con approfondimento sulle malattie infettive acute e la Covid-19.
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Moyo, Sam. "Transizione agraria mancata e sotto-consumo in Africa." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 128 (December 2012): 106–21. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-128007.

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La trasformazione agraria in Africa non č riuscita a causa di una combinazione di fattori, tra cui l'alienazione della terra che si č verificata soprattutto nell'Africa dei settler, e sta crescendo altrove, e il super-sfruttamento del lavoro agricolo nelle economie contadine dell'Africa non settler. Negli anni sessanta, l'alienazione dei terreni č stata interrotta, ma la cattiva integrazione del continente nel sistema capitalista mondiale ineguale, in particolare il sistema alimentare mondiale, č cresciuta sotto il neoliberismo dagli anni ottanta. Gli errori nelle politiche di aggiustamento si sono intensificati dopo la recente crisi finanziaria mondiale portando a un aumento di privatizzazioni e concentrazione dei terreni agricoli, anche sotto il controllo del capitale straniero. La persistenza della produzione di beni agricoli per l'esportazione ha minato la produzione alimentare per il consumo locale, mentre gli investimenti pubblici nelle tecnologie agricole sono diminuite. L'alternativa della sovranitŕ alimentare centrata su piccoli produttori autonomi richiede un intervento significativo dello stato e lo sviluppo del capitale umano, per ristrutturare il sistema alimentare e per migliorare la protezione dei consumatori e del commercio. Il caso dello Zimbabwe viene presentato come esempio di resistenza agraria al neoliberismo.
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Scapin, Andreia. "Alcune riflessioni sulla responsabilità civile dell’Amministrazione Finanziaria brasiliana nell’era dell’accordo commerciale tra l’Unione Europea e il Mercosur." Revista de la Facultad de Derecho de México 69, no. 275-2 (November 11, 2019): 919. http://dx.doi.org/10.22201/fder.24488933e.2019.275-2.71126.

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Анотація:
<p>Il presente lavoro ha come scopo quello di identificare se l’ordinamento giuridico<br />brasiliano permetta o meno all’interprete di questo sistema normativo, attraverso l’analisi<br />e lo studio delle norme giuridiche previste nella Costituzione Federale del 1988, nel<br />Codice Tributario Nazionale e nel Codice Civile, di imputare all’Amministrazione<br />Finanziaria brasiliana il dovere giuridico di risarcimento del danno sopportato dal<br />contribuente; nonché la rilevanza di questo dovere nell’era del accordo commerciale tra<br />l’Unione Europea e il Mercosur. La ricerca permette la comprensione di alcune delle<br />peculiarità del Diritto Tributario brasiliano che sin dalle origini e nel corso di tutto il suo<br />processo di consolidazione è stato fortemente influenzato dalla dottrina italiana.<br />Parole chiave: norme giuridiche, responsabilità civile, danno, tassazione, processo di<br />integrazione.</p>
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Bocchino, Anna, Ramírez Manuel García, and Eugenia M. Mosquera. "Integrazione acculturativa e psicologia della liberazione: un modello per la salute e il benessere degli immigrati." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (May 2011): 15–23. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-001003.

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L'integrazione degli immigrati costituisce un prerequisito essenziale per la coesione sociale e il progresso economico ma allo stesso tempo, rappresenta anche una sfida per la societŕ di accoglienza a causa delle condizioni di oppressione che vivono molti immigrati. Il presente articolo, descrive un approccio all'integrazione acculturativa a partire dal contributo della psicologia della liberazione. Secondo tale prospettiva, l'integrazione sociale puň essere intesa come un processo di empowerment e costruzione del sé, attraverso cui gli immigrati raggiungono uguale accesso alle risorse, alla partecipazione e al senso di appartenenza nel nuovo contesto. L'articolo č strutturato in tre parti: in primo luogo, abbiamo effettuato una rivisitazione dei modelli acculturativi maggiormente studiati in letteratura e i principali limiti ad essi connessi; in secondo luogo, abbiamo esaminato l'integrazione acculturativa partendo da un'ottica della psicologia della liberazione in cui l'integrazione č definita come un processo permanente di empowerment psicologico e politico attraverso cui gli immigrati, cambiano, ricreano, de-costruiscono e ri-costruiscono loro stessi e il loro ambiente per essere parte accettata della societŕ di accoglienza; in terzo luogo, abbiamo tentato di definire i principi teorici ed organizzativi per la costruzione di un sistema di salute giusto in cui gli immigrati hanno uguali diritti e opportunitŕ delle persone autoctone per ciň che concerne l'accesso ai servizi sanitari.
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Ugga, L., M. Ravanelli, A. A. Pallottino, D. Farina, and C. Leone. "Diagnostic work-up in obstructive and inflammatory salivary gland disorders." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 2 (April 2017): 83–93. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1597.

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La patologia infiammatoria ed ostruttiva delle ghiandole salivari riconosce molteplici eziologie con coinvolgimento del parenchima ghiandolare e/o del sistema escretore. Il quadro clinico è essenziale per indirizzare l’integrazione diagnostica con adeguate metodiche di imaging. Sulla base dell’anamnesi e dell’esame obiettivo, possono riconoscersi quattro scenari clinici: (1) tumefazione acuta generalizzata delle ghiandole salivari maggiori; (2) tumefazione acuta di un’unica ghiandola salivare maggiore; (3) tumefazione cronica generalizzata delle ghiandole salivari maggiori associata o meno a xerostomia; (4) tumefazione cronica o persistente di una singola ghiandola salivare maggiore. L’algoritmo diagnostico per la scelta della metodica di imaging più appropriata dipende quindi dallo scenario clinico. L’imaging è essenziale per confermare la diagnosi clinica, per definire l’estensione della patologia ed identificare eventuali complicanze. Le metodiche di imaging disponibili includono l’ecografia, la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica, anche con scialografia RM.
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Arcara, Ilaria, Giuseppe Nicolini, and Giacomo Rondelli. "Il sistema di accoglienza e presa in carico dei nuclei di recente immigrazione a Bologna, possibilità di sperimentazione e integrazione fra pubblico e privato." MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (January 2020): 147–55. http://dx.doi.org/10.3280/mg2019-003014.

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Sandonà, Leopoldo. "Bioetica performativa. I Comitati per l’etica clinica tra esperienze, crisi e prospettive." Medicina e Morale 69, no. 2 (July 21, 2020): 177–92. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2020.614.

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I comitati per l’etica clinica, nonostante la loro diffusione parziale nel contesto italiano, rappresentano un soggetto etico fondamentale all’interno dell’organizzazione sanitaria. Attraverso un’analisi delle esperienze e delle principali criticità, il contributo cerca di recuperare gli elementi performativi e propositivi per una maggiore integrazione di tali Comitati entro le istituzioni sanitarie, attraverso una riscoperta di una specifica competenza etica. Le esperienze mettono in luce le funzioni principali dei Comitati: analisi di casi, redazione di linee d’indirizzo, formazione del personale sanitario e informazione sociale, consulenza su allocazione di risorse nel sistema sanitario. Alcune di queste funzioni rimangono tuttavia frequentemente inesplorate o utilizzate in modo parziale dall’istituzione di riferimento. Proprio tale aspetto consente di addentrarsi nelle criticità di tali Comitati, connesse soprattutto ad un riconoscimento parziale da parte delle strutture istituzionali, oltre che ad una diffusione geografica non capillare e reticolare ma sporadica. L’analisi conduce al riconoscimento di una duplice performatività, da un lato del bioeticista nel Comitato, dall’altro del Comitato nell’istituzione. Inoltre emerge una compenetrazione tra competenza etica nell’era della complessità ed elementi originari della filosofia della medicina nella sua peculiare attenzione alla cura.
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Qu, Shanshan. "INTEGRAZIONE DEI TEST DI PROFITTO AI MANUALI D'ITALIANO USATI IN CINA PER STUDENTI UNIVERSITARI." Italiano LinguaDue 13, no. 2 (January 26, 2022): 726–47. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17166.

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In questo articolo vengono presentati e discussi i risultati di una ricerca-azione fatta tra gli studenti universitari sinofoni con l’integrazione dei test di autovalutazione/valutazione sviluppati a seconda delle caratteristiche del manuale utilizzato e dei problemi principali degli apprendenti sinofoni. Dopo una presentazione sintetica del contesto dell’insegnamento d’italiano in Cina e i manuali usati, si procede con un confronto del sistema morfosintattico e fonologico tra il cinese mandarino e l’italiano per analizzare le possibili cause delle problematiche degli studenti cinesi nell’apprendimento dell’italiano. Pianificando una serie di valutazioni formative nel programma didattico sin dall’inizio del processo di apprendimento e proponendo gli appositi piani di recupero dopo la somministrazione dei test, si mira ad avere un miglior monitoraggio dell’andamento dello studio dell’italiano LS e nello stesso tempo si offre agli studenti un’occasione per riflettere sui risultati del proprio percorso di apprendimento e si chiede loro di assumersi più responsabilità nel proprio studio. Integration of self-assessment tests with Italian textbooks used in China for university students This article presents and discusses the results of an action research carried out among university students in China with the integration of self-assessment/evaluation tests developed according to the characteristics of the textbook in use and the main problems the students encountered while learning Italian. Following a brief presentation of the context of teaching Italian in China and the textbooks in use, a comparison of the morphosyntactic and phonological system between Mandarin Chinese and Italian analyzes the possible causes of problems faced by Chinese students learning Italian. By planning a series of formative assessments as part of the didactic program from the beginning of the learning process and proposing appropriate recovery plans afterwards, the action research aimed to better monitor of the progress of the study of Italian LS while offering students an opportunity to reflect on the results of their learning path and take more responsibility in their study.
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Brunod, Marco. "La ricerca intervento nell'esperienza dello studio aps." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (February 2011): 171–82. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-003010.

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La crescita di iniziative che si possono inscrivere nell'alveo della ricerca intervento, nelle pratiche professionali dello Studio APS, č strettamente collegata a come nel tempo si č modificate la domanda di servizi consulenziali. Nel passato condizioni organizzative e lavorative piů stabili sollecitavano domande di intervento formativo e consulenziale piů centrate sull'analisi e la comprensione di aspetti riguardanti i funzionamenti organizzativi (lavoro di gruppo, integrazione, comunicazione, processi decisionali, ecc.) o lo sviluppo di specifiche competenze (coordinamento, gestione delle risorse umane, esercizio di ruoli di autoritŕ, ecc.); attualmente la provvisorietŕ degli assetti organizzativi, le continue riorganizzazioni, le maggiori temporaneitŕ delle posizioni lavorative alimentano una domanda di interventi prevalentemente finalizzati ad accompagnare cambiamenti. In questo quadro si inscrive, nelle esperienze dello Studio APS, una utilizzazione piů esplicita e dichiarata della "ricerca-azione" considerata come una modalitŕ di intervento nelle organizzazioni non soggetta ad una meccanica riproposizione di impianti metodologici e strumentali preordinati. La ricerca intervento si configura cosě come un approccio finalizzato a sostenere processi di costruzione di significati e rappresentazioni condivise in grado di orientare l'agire individuale e collettivo, sostenere decisioni e aprire prospettive possibili. Obiettivo della ricerca intervento diviene quello di far emergere il sistema di significazione attivato dagli attori rispetto a specifici problemi, decostruire tale sistema e accompagnare la ricostruzione di nuovi modi di significarli e trattarli. Nell'articolo sono richiamate alcune esperienze di ricerca intervento realizzate dallo Studio APS per accompagnare processi di cambiamento organizzativo e lo sviluppo di nuovi strumenti di gestione e comunicazione.
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Curiazi, Roberta, and Fernando Martin Mayoral. "Ancora sul distretto industriale ecuadoriano: l'agglomerazione manifatturiera del cuoio di Quisapincha (Ecuador)." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 3 (September 2020): 51–92. http://dx.doi.org/10.3280/rgi2020-003003.

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Nella fase II di un'indagine sui distretti manifatturieri dell'Ecuador analizziamo l'agglomerato di produttori di pelletteria di Quisapincha (Provincia del Tungurahua), con l'obiettivo di investigarne le caratteristiche come sistema di produzione locale e ragionare sul ruolo delle PMI locali come possibili vettori di sviluppo economico e sociale del territorio. La carenza di dati quantitativi e la difficoltà di accesso a informazioni in loco ci hanno spinto stavolta verso un'analisi in toto qualitativa, dinamica e di matrice comparativa, realizzata con il supporto di macro-categorie concettuali interpretative, diverse da quelle utilizzate nella fase I, che rispettano la natura immateriale e disomegenea di molti dei fattori analizzati come parte di una struttura più ampia di regole, procedure e convenzioni sociali, culturali e politiche del territorio. Quisapincha, ancora in uno stato di sviluppo distrettuale "embrionale", appare caratterizzato da una particolare "atmosfera industriale" e patisce l'assenza di una governance interna che produca "efficienza collettiva", di iniziative di outsourcing e di un adeguato supporto istituzionale. A questi fattori si aggiungono il marcato declino economico del paese in atto dal 2014 e la crescente concorrenza (settoriale e territoriale) degli ultimi anni, che hanno messo in pericolo la sopravvivenza stessa del distretto produttivo. Tuttavia questa sorte potrebbe essere invertita con processi di integrazione verticale e orizzontale tra microimprese, guidati da un potenziale agente coordinatore (l'impannatore), l'impresa Curtiembres Quisapincha1, l'unica realtà locale nelle condizioni di generare un possibile "effetto distretto" e permettere la sopravvivenza e il consolidamento del sistema produttivo locale.
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Gerbasi, Giampaolo. "Dalla "fuga" al "ritorno" del sindacato accentrato di costituzionalità nel processo di integrazione europea tra Carte dei diritti e cooperazione tra le Corti." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (August 2021): 151–221. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-001006.

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In un quadro caratterizzato da convergenti spinte verso un "sindacato diffuso" delle leggi, il saggio analizza il tentativo della Corte costituzionale italiana di attrarre nel sindacato accentrato di costituzionalità le situazioni di ‘doppia pregiudizialità' in materia di diritti fondamentali, l'autore si propone di dimostrare che il nuovo filone giurisprudenziale pone le condizioni per realizzare un'integrazione più equilibrata tra il sistema europeo di tutela dei diritti fondamentali e quello nazionale nonché tra i rispettivi rimedi giurisdizionali, per chiedersi infine se il sindacato accentrato di costituzionalità possa considerarsi un principio supremo dell'ordinamento opponibile sia al diritto dell'Unione che allo stesso legislatore di revisione costituzionale.
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Rota, Marco. "Welfare aziendale e alimentazione alla Dalmine: dalle origini al secondo dopoguerra." STORIA IN LOMBARDIA, no. 2 (September 2020): 133–59. http://dx.doi.org/10.3280/sil2018-002007.

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Il coinvolgimento delle imprese nel settore dell'alimentazione popolare costituisce un fenomeno storico significativo ed estremamente articolato. L'articolo analizza le molteplici provvidenze alimentari varate dalla Dalmine nel quadro delle politiche di welfare aziendale, ricostruendo un caso peculiare di integrazione fra agricoltura e industria in un contesto sociale e territoriale fortemente plasmato dall'impresa. Inizialmente vengono descritte le politiche annonarie attuate sino alla fine degli anni Venti, attraverso lo snodo cruciale della Grande Guerra. Nella seconda parte si esaminano le strutture agricole e le provvidenze alimentari sviluppate dalla Società durante gli anni Trenta, in sintonia con gli orientamenti autarchici del regime fascista. In seguito, vengono analizzate le politiche implementate durante il secondo conflitto mondiale, quando la drammatica carenza di generi di consumo e le difficoltà di approvvigionamento costrinsero la Dalmine ad ampliare il proprio ruolo sociale, in maniera non dissimile rispetto ad altre grandi imprese italiane. Nell'ultima parte si osserva l'evoluzione delle provvidenze alimentari e delle strutture agricole nei primi anni del dopoguerra, entro il quadro di una ridefinizione complessiva dell'intero sistema di welfare aziendale costruito nei decenni precedenti
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Giacomelli, Elena. "Ruoli, mansioni e competenze professionali all'interno del mondo dell'accoglienza: professionalità a confronto." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (January 2021): 113–31. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-002009.

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La ricerca persegue l'obiettivo di formulare e rispondere ad alcune domande relative al ruolo e alle competenze professionali dell'operatore che lavora con richiedenti e titolari di protezione internazionale. L'interrogativo di fondo nasce sul campo grazie all'esperienza della ricercatrice come operatrice di accoglienza presso la Provincia Autonoma di Trento, che costituisce il caso empirico approfondito. L'osservazione partecipante ha fatto emergere la rilevanza che le scelte, i ruoli e i valori degli operatori assumono nell'influenzare il significato dell'accoglienza praticata e talora persino i percorsi d'integrazione dei soggetti beneficiari. Oltre all'osservazione, la ricerca si è avvalsa di interviste in profondità a 55 operatori. Focalizzandosi sulle figure professionali che più lavorano con il concetto di "vulnerabilità" - operatori di accoglienza, assistenti sociali e psicologi - l'analisi va ad individuare i punti di intersezione e contatto tra le varie professionalità, permettendo di rilevare le micro-tattiche che sono messe in atto nella quotidianità del lavoro, rispetto alla formalità delle procedure. Si vedrà come l'operatore di accoglienza si sia di fatto professionalizzato all'interno del sistema, luogo dove ha sviluppato le proprie competenze e costruito le proprie "grammatiche d'azione". Su un versante parallelo e a tratti convergente, assistenti sociali e psicologi sono invece professionalità che si sono formate "fuori" dal sistema-mondo dell'accoglienza ma, una volta arrivate "dentro", si sono trovate ad assumere ruoli e competenze professionali in parte nuovi, che possono talora far emergere contraddizioni e contrasti, ma anche innovative forme di integrazione con quelle degli operatori di accoglienza.
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Carella, A., C. F. Andreula, M. Camicia, E. A. Alloro, and L. Garofalo. "La Risonanza Magnetica nella patologia non tumorale del rachide." Rivista di Neuroradiologia 1, no. 1_suppl (April 1988): 47–57. http://dx.doi.org/10.1177/19714009880010s106.

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Nello studio della patologia non tumorale del rachide la Risonanza Magnetica svolge un ruolo fondamentale non solo nel rilievo diagnostico ma anche nel seguire la sequenza dei normali processi d'invecchiamento della colonna vertebrale. Nelle malformazioni la R.M. restituirà la visione unitaria di sistema multicompartimentale alle strutture ossee e nervose, svincolandolo da uno studio singolo di struttura con successivo meccanismo di integrazione artificiale. Nei traumi permetterà il rilievo non solo della patologia in atto, ma anche di una ipotesi in prospettiva delle chances di recupero. Nelle malattie flogistiche e infiammatorie la R.M. permetterà uno studio accurato dell'estensione del processo e della progressione con coinvolgimento delle strutture vicine. Nei processi degenerativi infine la R.M. permetterà di ipotizzare il limite tra i normali processi di invecchiamento e la patologia e seguirà le situazioni potenzialmente patogene nel loro aggravamento nella loro fase di suscettibilità chirurgica. Per tutti questi obiettivi l'utilizzo di impianti affidabili, di studio dei tempi di rilassamento dei tessuti in prospettiva di opportune sequenze di impulsi, di applicazioni di tecniche di fast scanning, importanti non solo per il risparmio di tempo ma anche per la capacità diagnostica tutta in costruzione, sono e saranno campi di ricerca. Inoltre l'introduzione dei mezzi di contrasto paramagnetici in RM ha ulteriormente amplificato la sfida nelle ricerche.
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Raffaele Catuogno, Teresa Della Corte, Veronica Marino, and Victoria Andrea Cotella. "Archeologia e architettura nella rappresentazione della c.d. Tomba di Agrippina a Bacoli, una ‘presenza preziosa’ tra genius loci e potenzialità di intervento." Mimesis.jasd 1, no. 1 (August 5, 2021): 137–54. http://dx.doi.org/10.56205/mim.1-1.7.

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L’indagine nel sito architettonico-archeologico che fu antico teatro romano sul mare poi trasformatoin ninfeo - erroneamente denominato Tomba di Agrippina - intende affidare alla dimensioneastratta e conoscitiva della rappresentazione la restituzione dei significati del manufatto come‘presenza preziosa’ nel paesaggio urbano di Bacoli. L’approccio di indagine, avvicinandosialla insita dimensione metaprogettuale del rilievo, si propone di suggerire linee di indirizzo permirate strategie di rigenerazione del patrimonio culturale flegreo, laddove l’espansione urbana nonpianificata ci restituisce una mappa territoriale priva di segni di connessione tra le attuali zoneurbanizzate e i resti dei pregevoli manufatti antichi. Diffusamente, e in particolare nel caso inesame, i ritrovamenti archeologici rivelano problematiche compenetrazioni con l’edilizia moderna.I preziosi reperti, spesso ancora parzialmente interrati o inagibili, esigono decisioni e interventidi integrazione che facciano riferimento alle peculiarità territoriali e che, confermandone le azionidi tutela, consentano nuove forme di accessibilità ai siti, attivabili attraverso operazioni dirappresentazione digitale del patrimonio che implementino livelli di fruizione alternativi allavisita diretta.Muovendo da questa esigenza, l’orientamento metodologico della ricerca è inteso ad assumerela digitalizzazione dei processi in ogni fase di lavoro. Obiettivo prioritario è rendere disponibilimodelli tridimensionali del sito, sezionabili ed interrogabili secondo diversi livelli semantici,sia durante la prima fase di acquisizione dei dati (SAPR, TLS), sia in quelle successive dimodellazione (modello virtuale e ABIM) e di consultazione-interrogazione dei simulacri che siprestano a rappresentare in maniera efficace e propositiva il sistema spaziale complessivo e gliapparati figurativi puntualmente esaminati.
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Genovino, Cinzia, and Rosa Maria Caprino. "Il ruolo della banca nel processo di innovazione del modello di business." ESPERIENZE D'IMPRESA, no. 2 (January 2021): 69–105. http://dx.doi.org/10.3280/ei2018-002005.

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Il contributo rappresenta un approfondimento del Rapporto MACREF Strategie di integrazione tra produzioni agroalimentari e turismo ed in particolar modo il ruolo della banca nei processi d'innovazione dei modelli di business per le PMI. Si è cercato di offrire un'analisi critica della letteratura sul tema della scelta relativa alla struttura finanziaria efficiente delle imprese, con particolare riguardo alla realtà delle piccole e medie imprese italiane, ed in particolar modo del settore agroalimentare, attraverso una visione della letteratura empirica sull'argomento. Le PMI si caratterizzano tradizionalmente per l'uso quasi esclusivo di capitale di debito nella copertura del fabbisogno finanziario e presentano di conseguenza una struttura finanziaria quanto mai semplificata, nella maggior parte dei casi composta dal debito bancario da una parte e dal capitale dei soci fondatori dall'altra. In questo momento di crisi e di particolare frammentazione del tessuto societario italiano, in particolar modo quello del comparto agroalimentare, un ruolo determinante è stato rivestito dagli istituti bancari anche come gestori di garanzie e contributi pubblici. La scarsa patrimonializzazione delle nostre aziende, spesso a carattere e proprietà familiare, è stata negli anni supplita con un forte ricorso al credito bancario, dal quale le imprese sono diventate dipendenti a scapito di un corretto equilibrio finanziario. L'intero sistema si trova difronte ad una rieducazione finanziaria, dunque sia le imprese che le banche, quest'ultime spinte dall'innovazione tecnologica e dalla ricerca di redditività, si accingono al superamento della loro tradizionale veste istituzionale legata alla erogazione di credito. Gli istituti di credito possono e stanno quindi trasformando in opportunità tale situazione rivedendo i propri modelli distributivi e di business per diversificare le proprie fonti di reddito concentrandosi sull'offerta di nuovi servizi ad alto valore aggiunto alle imprese, sostenendo lo sviluppo e la crescita economica del nostro paese. Oggi il ruolo trainante della ripresa è infatti rappresentato da quelle imprese che sono innovative, che sanno coniugare la produttività e la tecnologia, che si aggregano tra loro o che si internazionalizzano: è proprio a queste impr- se che il sistema bancario deve guardare offrendo loro un supporto non solo in termini finanziari ma in termini di esperienza, conoscenze, competenza e consulenza.
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Piluso, Giandomenico. "Una scelta per l'Europa, una scelta per lo sviluppo? La Banca d'Italia, il Piano Pandolfi e lo Sme (1977-1979)." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 298 (June 2022): 302–33. http://dx.doi.org/10.3280/ic298-oa2.

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Tra il 1977 e il 1979, la creazione del Sistema monetario europeo (Sme) introdusse, per l'Italia, un elemento che sarebbe divenuto centrale nella strategia di aggiustamento agli shock macroeconomici degli anni Settanta, il "vincolo esterno", uno strumento politico di matrice tecnocratica cui si affidava il risanamento della finanza pubblica e il rilancio della competitività dell'economia del paese. Le riforme dell'ambizioso programma concepito da un economista della Banca d'Italia, Tommaso Padoa-Schioppa, nell'estate del 1978 per consentire all'economia italiana di recuperare competitività, noto come "Piano Pandolfi", delinearono i tratti essenziali dell'ingresso della lira nello Sme esattamente quale "vincolo esterno", sulla scorta di indicazioni del direttore generale della Banca d'Italia, Carlo Azeglio Ciampi, nonostante le obiezioni di merito manifestate dal governatore Paolo Baffi. In quei frangenti la Banca d'Italia assunse consapevolmente quel ruolo di supplenza che ne avrebbe caratterizzato l'azione nel decennio seguente, motivando e orientando le scelte politiche del paese a favore di una sempre più stringente integrazione economica e monetaria dell'Europa, in quella direzione che si sarebbe infine precisata con il Trattato di Maastricht. Il vincolo esterno delineato da Padoa-Schioppa con il Piano Pandolfi, coerentemente con l'impianto dello Sme, si spostava ai vincoli di cambio connessi alla finanza pubblica e ai fenomeni di fiscal dominance che ancora caratterizzavano la politica monetaria in Italia, si trasformava cioè in un vincolo di politica fiscale che il cosiddetto divorzio tra Banca d'Italia e Tesoro del luglio 1981 avrebbe formalmente riconosciuto. Il classico vincolo esterno di conti e cambi con l'estero sarebbe rimasto verso il resto del mondo come tale, ossia di natura economica e non "giuridica", per usare la categoria impiegata da Guido Carli nei primi anni Novanta.
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Fauceglia, Domenico. "Nullità e conformazione dei contratti di impresa ad opera delle autorità indipendenti = Nullity and conformation of business contracts by authorities." CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 10, no. 2 (October 5, 2018): 306. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2018.4379.

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Riassunto: Sin dall’avvento nel sistema istituzionale italiano delle c.d. Autorità indipendenti, al-le quali è attribuito il potere di regolare settori sensibili del mercato (domain sensibles), si è posta l’attenzione sulla particolare interferenza tra regolazione del mercato e di-sciplina dei contratti. In parti­colare, le Autorità indipendenti godono di un potere re-golamentare abbastanza variegato: la legge attri­buisce alle Authorities i poteri di defi-nire i procedimenti di formazione e conclusione, nonché la forma e il contenuto mi-nimo dei contratti. In relazione a questi ultimi poteri, si cercherà, con tale contributo, di esaminare le ipotesi di nullità negoziale derivanti dalla difformità dei contratti ri-spetto ai regolamenti delle Autorità Indipendenti, nonché le ipotesi di eteroregola-mentazione dei contratti ad opera dei rego­lamenti delle Autorità Indipendenti.Parole chiavi: contratto, mercato, autorità indipendenti, nullità dei contratti, integrazione contrat-tuale, contratti d’impresa, contratti bancari, contratti finanziari.Abstract: Since the inclusion in the Italian institutional system of the c.d. Independent authori-ties, which are given the power to regulate sensitive sectors of the market (domain sensibles), attention has been focused on the particular interference between market regulation and contract discipline. In particular, the Authorities have quite a varied regulatory power: the law gives the Authorities the power to define the starting and conclusion procedures, as well as the form and minimum content of the con­tracts. In relation to these last powers, we will try, with this contribution, to examine the hy-pothesis of negotiation nullity deriving from the non-conformity of the contracts with the regulations of the Inde­pendent Authorities, as well as the hypothesis of external regulation of the contracts by the regulations of Independent Authorities.Keywords: contract, market, independent authorities, nullity of contracts, contractual inte-gration, business contract, banking contracts, financial contracts.
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