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Добірка наукової літератури з теми "Infezione virale"
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Статті в журналах з теми "Infezione virale"
Caso, Daniela. "L'accettabilitŕ del vaccino contro il Papilloma Virus (HPV): fattori psicosociali che incidono sulla scelta delle madri." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (May 2011): 83–99. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-001007.
Повний текст джерелаDonati, P. Tortori, M. P. Fondelli, A. Rossi, A. Iester, and G. L. Piatelli. "Cerebellite: Evoluzione di un caso." Rivista di Neuroradiologia 6, no. 3 (August 1993): 341–45. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600316.
Повний текст джерелаMorbini, P., and M. Benazzo. "Papillomavirus umano e carcinomi del tratto aerodigestivo: il punto sulle evidenze nella babele dei dati scientifici." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 4 (August 2016): 249–58. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-853.
Повний текст джерелаQuintaliani, G., R. Brugnano, D. Francisci, and U. Buoncristiani. "Infezioni Virali Nel Trapiantato Renale." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 6, no. 2 (April 1, 1994): 17–19. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.1994.1879.
Повний текст джерелаLagier, J. C. "Infezioni intestinali, virali e batteriche." EMC - AKOS - Trattato di Medicina 19, no. 2 (June 2017): 1–5. http://dx.doi.org/10.1016/s1634-7358(17)84374-6.
Повний текст джерелаQuintaliani, G., R. Brugnano, D. Francisci, and U. Buoncristiani. "Infezioni Virali Nel Trapiantato Renale." Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche 6, no. 2 (April 1994): 17–19. http://dx.doi.org/10.1177/039493629400600204.
Повний текст джерелаLombardi, Marco. "Il punto su epatite B e C in dialisi: riflessioni sulla contumacia dei pazienti." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 4 (June 30, 2014): 321–25. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.931.
Повний текст джерелаSensini, Alessandra, Roberto Castronari, Eleonora Pistoni, and Francesco Bistoni. "Infezioni virali del sistema nervoso centrale: meningoencefaliti ed encefalopatie croniche progressive." La Rivista Italiana della Medicina di Laboratorio - Italian Journal of Laboratory Medicine 10, no. 2 (January 29, 2014): 63–81. http://dx.doi.org/10.1007/s13631-014-0052-4.
Повний текст джерелаRalli, M., R. Rolesi, R. Anzivino, R. Turchetta, and A. R. Fetoni. "Acquired sensorineural hearing loss in children: current research and therapeutic perspectives." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 6 (December 2017): 500–508. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1574.
Повний текст джерелаComoli, P., R. Raschetti, N. Zavras, T. Cavallero, F. Rè, and F. Ginevri. "Monitoraggio e gestione delle infezioni virali in riceventi pediatrici di trapianto renale." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, no. 3 (January 24, 2018): 38–44. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1474.
Повний текст джерелаДисертації з теми "Infezione virale"
Giordano, Andrea. "Sviluppo di una simulazione ad agenti di un modello di infezione virale tramite il framework FLAME GPU." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15755/.
Повний текст джерелаDreos, Rene'. "Studio della risposta compatibile di nicotina benthamiana al turnip vein-clearing virus (TVCV)." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2008. http://hdl.handle.net/10077/2611.
Повний текст джерелаIn agricoltura, la monocoltura su vaste aree geografiche puo' portare ad una rapida diffusione di malattie. D'altro canto, l'uso di composti chimici per controllarne la diffusione puo' causare seri problemi di inquinamento e aumentare i costi di produzione. Uno studio dettagliato delle interazioni pianta-patogeno puo' contribuire a fornire soluzioni sostenibili per il controllo delle malattie che colpiscono le specie coltivate. Per queste ragioni lo scopo principale di questa tesi e' stato lo studio delle prime fasi della risposta di N. benthamiana, una pianata appartenente alla famiglia delle Solanaceae, all'infezione da parte del Turnip Vein-Clearing Virus (TVCV). Per farlo e' stato messo a punto un metodo di infezione indiretto che sfrutta la capacita' di Agrobacterium di inserire un frammento di DNA esogeno nel genoma della pianta. In questo modo la percentuale di cellule infettate ha raggiunto il 90% sul totale delle cellule del tessuto. L'analisi del profilo di espressione genica e' stata effettuata mediante l'utilizzo di una nuova piattaforma microarray contenente circa 6000 sequenze specifiche di N. benthamiana. Le ibridazioni sono state eseguite durante il periodo in cui il genoma virale aumenta la propria concentrazione all'interno della cellula fino a raggiungere il valore massimo. Complessivamente sono state fatte 30 ibridazioni con il microarray. La determinazione della concentrazione del genioma virale e' stata effettuata con l'uso della tecnica della PCR quantitativa per la quale e' stato sviluppato un nuovo metodo di analisi dei dati. I risultati delle ibridazioni dimostrano che la risposta della pinata all'infezione virale e' caratterizzata dalla presenza di due fasi distinte. Nella prima e' presente un picco di risposta durante le prime fasi dell'esperimento, quando il genoma virale non ha ancora raggiunto la fase di crescita esponenziale. La seconda, invece, coincide con il massimo della concentrazione virale all'interno delle cellule. Analisi approfondite dei geni attivati nelle due fasi lasciano ipotizzare la presenza di due risposte differenti, la prima rivolta verso Agrobacterium mentre la seconda rivolta verso l'infezione virale. Questo lavoro e' stato svolto in parte presso il laboratorio di Genetica dell'Universita' degli Studi di Trieste sotto la supervisione del Prof. Alberto Pallavicini ed in parte nel laboratorio del Prof. Andy Maule, Disease and Stress Biology, John Innes Centre, UK.
XX Ciclo
1979
Vidalino, Laura. "Espressione di membrana della serpina SCCA e deregolazione dei linfociti B: studio in pazienti con infezione virale ed in pazienti con Lupus Eritematoso sistemico." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425086.
Повний текст джерелаPacenti, Monia. "Studio dei correlati virologici, patologici e clinici in pazienti pediatrici trapiantati di rene: applicazione di nuove indagini molecolari." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3425935.
Повний текст джерелаIl ruolo dell’infezione virale nell’insorgenza di lesioni nel rene trapiantato non è stato ancora del tutto precisato sebbene alcuni virus come HCMV, EBV, VZV, HHV6, HHV8, in una fase più precoce, e il poliomavirus BK (BKV) e JC (JCV) e al parvovirus B19, dopo più tempo dal trapianto, sembrano avere una precisa funzione nel determinare danni a carico del rene trapiantato. Infatti, tutti questi virus sono stati già descritti come importanti patogeni con tropismo renale. Nel presente studio sono state investigate le infezioni virali, intrarenali e sistemiche, in una casistica di bambini e giovani adulti che sono stati sottoposti a trapianto di rene dal 2000 al 2006. Più esattamente sono stati analizzati i dati della prevalenza delle sequenze genomiche virali intrarenali e delle infezioni sistemiche (DNAemia) in associazione con il rischio di insorgenza di rigetto acuto e/o di lesioni croniche del rene trapiantato. La presenza delle sequenze genomiche virali dei virus erpetici umani, dei poliomavirus e del parvovirus B19 è stata analizzata a livello della biopsie di rene eseguite al momento del trapianto, biopsie baseline, in presenza di disfunzioni renali acute e durante i primi due anni dal trapianto seguendo i tempi del protocollo di follow-up cioè a 6, 12 e 24 mesi post trapianto. Sono stati studiati 69 riceventi pediatrici, bambini e giovani adulti, con un’età media pari a 13 anni che avevano ricevuto il rene da donatore deceduto in 65 casi e in 4 casi da famigliare vivente: l’età dei donatori era inferiore a 6 anni in 15 casi. I risultati di questa prima parte dello studio, relativi alla prevalenza del DNA virale intrarenale sono stati correlati con i dati clinici, i dati di viremia (DNAemia), di funzionalità del rene trapiantato e con le valutazioni istologiche dello stesso momento del follow-up. Globalmente, il DNA virale è stato ritrovato nel 46% delle biopsie baseline e nel 70% delle biopsie di follow-up, dove generalmente persiste nelle biopsie successive. I virus più frequentemente identificati sono il parvovirus B19 e l’herpesvirus HHV6, già presenti a livello delle biopsie di rene del donatore. Mentre la presenza delle sequenze genomiche dei virus EBV e BKV è stata associata alla comparsa di lesioni acute nel rene trapiantato. Tra tutti i virus studiati e ritrovati a livello del rene del ricevente, soltanto il DNA del parvovirus B19 e le relativa DNAemia sono state associate con lo sviluppo di lesioni croniche del rene trapiantato: tale dato non era mai stato dimostrato in precedenti studi della letteratura. Per quanto riguarda il HCMV, la relativa DNAemia è stata considerata un fattore di rischio per la comparsa di episodi di rigetto acuto: dato, questo, già dimostrato e confermato con il nostro studio. Quindi è possibile concludere che il parvovirus B19 sembra preferire, in modo particolare, il rene come possibile bersaglio da infettare e la sua persistenza intrarenale è associata con la comparsa di lesioni croniche del rene trapiantato. Nella seconda parte del presente studio, con l’intento di identificare nuovi marcatori del rischio di infezione del ricevente trapiantato di rene, è stata valutata la presenza delle sequenze genomiche virali di EBV, HCMV, BKV, e del parvovirus B19 nel rene del donatore prima dell’impianto; più precisamente sono state analizzate le biopsie, le soluzioni di conservazione e di lavaggio dell’organo prima che questo venga trapiantato. È stato osservato poi se la presenza del DNA virale nell’unità rene (ovvero l’insieme dei diversi campioni derivati dal donatore: biopsia, soluzione di conservazione e di lavaggio) correlava con la comparsa dell’infezione virale nel ricevente. L’ indagine condotta a livello dei diversi campioni dell’unità rene del donatore, consente di aumentare la sensibilità del test molecolare, ma anche da maggiori indicazioni relative al meccanismo di trasmissione dell’infezione virale mediante il rene trapiantato dal momento che i diversi campioni dell’unità rene sono arricchiti di più frazioni cellulari del donatore: sono presenti sia le cellule residenti del rene a livello della biopsia, ma anche le cellule del sangue circolante soprattutto nel liquido di lavaggio. Le sequenze genomiche virali sono frequentemente identificate nell’unità rene del donatore, soprattutto nelle soluzioni di conservazione e di lavaggio. Globalmente, il DNA virale è stato identificato, in almeno un tipo di campione dell’unità rene, in 51 su 75 reni donati (68%) e il virus più ritrovato è il B19 (47%). In accordo con la loro capacità di definire uno stato di latenza dei linfociti B e nei monociti, il DNA dei virus EBV, nel primo caso, e HCMV nel secondo, sono stati identificati principalmente nelle soluzioni di lavaggio e di conservazione, poiché tali virus sono probabilmente veicolati dalle cellule del sangue periferico. Mentre, nel caso del parvovirus B19, il DNA virale è stato trovato spesso nelle biopsie del rene del donatore: questo suggerisce che il virus probabilmente infetta le cellule residenti del rene, le quali potrebbero essere un importante sorgente di trasmissione dell’infezione al ricevente. Il poliomavirus BK si pensa abbia un particolare tropismo per il rene e che vada in latenza nelle cellule epiteliali tubulari del rene: ciononostante nel presente studio il DNA di BKV è stato identificato solo in una biopsia di rene del donatore mentre è stato più volte ritrovato, anche in maniera persistente, nelle biopsie di follow-up. In generale, è stato possibile constatare che la presenza del DNA virale nel rene del ricevente è un importante fattore di rischio di infezione sistemica per il ricevente sieronegativo nel primo periodo successivo al trapianto. In particolare, la presenza del DNA di EBV nell’ unità rene donata comporta un più elevato rischio di infezione da EBV nel ricevente sieronegativo, mentre la persistenza di B19 nel rene del ricevente è un fattore di rischio di infezione e/o di DNAemia da B19 per il ricevente sia sieropositivo che sieronegativo. Al contrario questo tipo di indagine molecolare dell’unità rene del donatore, condotta per il HCMV e per BKV non mostra una valida utilità diagnostica. Concludendo, con questo studio è stato possibile dimostrare che l’identificazione di acidi nucleici virali a livello delle soluzioni di lavaggio e di conservazione del rene da trapiantare potrebbe essere un test molecolare particolarmente utile per riconoscere i riceventi con un maggior rischio di infezione, soprattutto sistemica. La sensibilità e la specificità di tale test molecolare dipende però dal tropismo del virus per le cellule o per il tessuto dell’organo da trapiantare.
MAZZACCARO, DANIELA PALMIRA. "RUOLO DELLE INFEZIONI VIRALI NELLA DESTABILIZZAZIONE DELLA PLACCA ATEROSCLEROTICA CAROTIDEA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/821118.
Повний текст джерелаRecently, many studies have shown that viral agents can be involved in the pathogenesis of atherosclerosis. However, their role in destabilizing atherosclerotic plaques has not yet been elucidated, and neither have their underlying molecular mechanisms. On the basis of the data currently available in the literature, we hypothesized that viral agents can promote the destabilization of already present atherosclerotic plaques, through direct infection or by mediating an immune response with systemic and especially local changes in the expression of inflammatory cytokines and chemokines, and with consequent activation of molecular pathways that would lead to the upregulation of the expression of scavenger receptors with greater affinity for oxidized LDL (CD36 and Lectine-Like-oxLDL-receptor 1 - LOX-1) on the macrophages. The aim of the study was therefore to investigate the presence of genetic material of some viral agents in the carotid plaques of patients undergoing carotid endarterectomy (CEA) at IRCCS Policlinico San Donato (Vascular Surgery Unit), the expression of local and systemic inflammatory cytokines and PPAR-γ, correlating the results obtained with the vulnerability of the removed plaque. Data from 50 patients (mean age 73.7+8.8 years) were analyzed, 31 of whom had a vulnerable plaque (62%). The comorbidities of patients with vulnerable plaque were comparable to those of patients with stable plaque. The genome of Cytomegalovirus (CMV), Herpes-Simplex (HSV), Varicella Zoster (VZV) and Influenza Virus (IV) was not found in any of the vascular sample, while the Epstein-Barr (EBV) genome was found in two vulnerable plaques, in particular in both cases it was identified in the "core" but not in their respective control area. The serological determination of anti-EBV, CMV, HSV, VZV IgM and anti-IV IgA was negative in all cases, while for IgG it revealed that all patients had been exposed to EBV, 98% to CMV, 68% to VZV and 12% to HSV. No patients were operated on in a possible active phase of influenza and nearly half of them (22/50, 44%) had been vaccinated against IV in the previous 6 months, and resulted protected by the IgG. The viral exposure of patients with vulnerable plaque was not significantly different from that of patients with stable plaque. However, 82% of patients not receiving influenza vaccination (23/28) had a vulnerable carotid plaque, compared with 36% of vaccinated patients (8/22, P=0.001). Plasma levels of inflammatory cytokines (particularly TNF-α and IL-6) were higher in patients with vulnerable plaque than in patients with non-vulnerable plaque, however independently of comorbidities, viral exposure or flu vaccination. Gene expression of the same cytokines in the plaque was greater in the "core" than in the control, especially in vulnerable plaques. Again, there were no significant differences in the expression of these cytokines based on comorbidities or viral exposure, however in patients with vulnerable plaque the expression of TNF-α in the "core" was greater in those who had not received the influenza vaccination compared to those who did. For IL-10 the opposite was observed. In addition, in vulnerable plaques, PPAR-γ tended to be more expressed in the “core” than in the control, especially in patients who had not undergone influenza vaccination. Moreover, in the group of patients with vulnerable plaque, the gene expression of PPAR-γ in the “core” of the plaques was found to be directly related to the gene expression of TNF-α, IL-1β and IL-10. Finally, the immunohistochemical examination revealed a greater presence of CD36 and LOX-1 in the “core” of the vulnerable plaques compared to stable ones. In light of our results, it is therefore not currently possible to define a possible relation between plaque vulnerability and the viral agents analyzed. However, there was a significant difference in the incidence of plaque vulnerability among patients undergoing influenza vaccination compared to those not vaccinated.
RUSSO, DARIO. "Diagnosi parallela automatizzata di infezioni virali trasmissibili per via ematica (HIV, HCV, HBV)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2007. http://hdl.handle.net/2434/33618.
Повний текст джерелаMartinelli, M. "SORVEGLIANZA DELLE INFEZIONI RESPIRATORIE ACUTE (ARI): APPROCCI INNOVATIVI PER L'IDENTIFICAZIONE E LA CARATTERIZZAZIONE DEGLI AGENTI VIRALI COINVOLTI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/232585.
Повний текст джерелаPalermo, Concetta Ilenia. "Ruolo delle infezioni erpetiche nelle affezioni respiratorie di pazienti critici sottoposti a ventilazione assistita." Thesis, Università degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/166.
Повний текст джерелаThe pathologies of the lower respiratory tract are among the principle causes of morbidity and mortality, and their incidence is on the rise: the WHO estimates that in 2020 these pathologies will be the third cause of death world-wide. The etiology of these pathologies is various and microrganisms are certainly one of the principle causes. In pulmonary pathologies with viral etiology Paramyxoviridae and Orthomyxoviridae are often indicated; herpesviruses are rarely part of diagnostic investigation protocols as the understanding of the pathogenetic role of these viruses is poor and, thus, consolidated epidemiological studies are not available. The aim of this study was the evaluation of the often under estimated potential role of herpes viruses in the onset or inauspicious evolution of respiratory pathologies in critical patients. We analyzed 158 bronchoalveolar washes were analyzed from patients hospitalized with severe acute respiratory pathologies at the intensive care units of some hospitals in Catania, Sicily, Italy. For the retrospective study we used viral isolation methods and Real-Time PCR, respectively, for viral replication activity and the clinical significance expressed in terms of viral load, correlated with the days the patients were on assisted ventilation until the time of the analysis. In 57.6% (91/158) of the samples DNA was found of at least one, though often two or more, of the herpes viruses (HSV1, VZV, CMV, EBV, HHV7). In particular: 19% (30/158) were HSV1, 10.7% (17/158) CMV, 16% EBV (26/158) and 46% (68/158) HHV7; there was no positivity for VZV. Based on the data relative to the finding of viral nucleic acid and the duration of mechanical ventilation, a statistically significant association was found only for HSV1 DNA with assisted ventilation of more than 7 days (p<0.05). The increase of the viral load, in some cases, was directly proportional to the days on assisted ventilation reaching a value of 108 gEq/ml for HSV1, compared to 102-104 gEq/ml for CMV and EBV. In conclusion, the prevalence of herpes viruses, and above all the finding of HSV1, accompanied by a substantial viral load, would confirm the importance that these viruses could have in the onset of respiratory pathologies in immunocompromised subjects. Therefore, the introduction of tests for the detection of the above mentioned viruses in diagnostic protocols would favor early diagnosis and correct therapy that could reduce the rate of mortality in critical long-term patients affected by respiratory pathologies who need assisted ventilation.
SALA, ELEONORA. "Caratterizzazione dei determinanti della differenziazione delle TH1 e TFH in seguito a infezioni virali: il ruolo dell'IFN-γ". Doctoral thesis, Università Vita-Salute San Raffaele, 2022. http://hdl.handle.net/20.500.11768/133064.
Повний текст джерелаAlthough humoral and cellular immunity upon viral infections usually co-exist, sometimes one of the two responses emerges and is responsible for most of the antiviral activity. For example, vescicular stomatitis virus (VSV) infection induces early and potent neutralizing antibody (nAb) responses, whereas lymphocytic choriomeningitis virus (LCMV) infection induces strong cellular responses, but weak nAb responses. Preliminary data obtained in our laboratory showed that unbalance is observed also at the level of CD4 T cells responses, with VSV inducing strong TFH polarization that support nAb responses, and LCMV in contrast promoting TH1 differentiation. Here we dissected the determinants of CD4+ T cell differentiation upon viral infections. Analysis of the VSV and LCMV priming niches led to identification of the spatiotemporal regulation of type I IFN expression as a critical regulator of antiviral TFH cell polarization. In particular, in the context of VSV infection, early type I IFNs sensing by DCs induced production of the cytokine IL-6 and drove TFH cell polarization, whereas late exposure to type I IFN in the context of LCMV infection resulted in impaired TFH cell differentiation. Moreover, we unveiled a profound heterogeneity among the TH1 cells that arise in response to LCMV infection, that comprise a TCF-1+ subset and a GzmB+ subset. We proved that the development of these TH1 is independent of IL-12 and type I IFNs. Instead, we identified IFN-γ as a critical molecular switch of CD4+ T cell differentiation, tipping the balance towards TH1 differentiation at the expense of TFH development and GC-B cell responses. The molecular mechanism is still under investigation, but preliminary data suggest a role of IFN-γ in suppressing the commitment of the TCF-1+ population into TFH. Our results shed light on new mechanisms underlying the inefficient nAbs production in response to non-cytopathic viruses such as LCMV.
SPOSITO, BENEDETTA. "Type III Interferons: Running Interference with Mucosal Repair." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2023. https://hdl.handle.net/10281/402377.
Повний текст джерелаInterferons (IFNs) are fundamental mediators and regulators of the host immune response to viruses and other microbial agents. Type I and type III IFNs (also known as IFN-λ) are some of the first cytokines to be induced upon detection of viral infections. Signaling through their specific receptors leads to the activation of a similar signaling cascade that triggers the expression of a common set of IFN-stimulated genes (ISGs) with antiviral effector functions. The main feature that makes each of these families of IFNs unique and nonredundant is the existence of distinct receptors that differentiate them in their ability to act on virtually every cell type (type I IFNs) or exclusively on epithelial cells and a subset of immune cells (type III IFNs). Despite inducing a widely overlapping set of genes, IFN-I can mount a stronger proinflammatory response compared to IFN-III. This, coupled with the earlier induction of IFN-III upon infection, has led to the classification of IFN-III as front-line defenders of mucosal surfaces with the ability to initiate an early antiviral response with minimal tissue-damaging effects. If their response is insufficient the system shifts to the more potent and broader-acting antiviral and inflammatory IFN-I response that can cause immunopathology. In the course of my thesis, I have tested the hypothesis that also IFN-III contribute to immunopathology at barrier sites such as the respiratory and gastrointestinal epithelia during viral infections and inflammatory bowel disease/radiation-induced injury respectively. First, my colleagues and I found that in a mouse model where we mimicked the induction of antiviral responses in the respiratory tract, IFN-III produced by lung dendritic cells inhibited the proliferation of lung epithelial cells leading to an impairment in barrier restoration and an increase in susceptibility to bacterial infections. Then we measured IFN responses along the respiratory tract of COVID-19 patients. We uncovered that in the upper airways expression of IFN-I/III correlated with viral load and elderly patients, that have a higher risk of developing severe COVID-19, had a dysregulation in the IFN response. A strong expression of IFN-λ1, IFN-λ3 and ISGs characterized the upper airways of mild patients. IFN-I and IFN-λ2 together with antiproliferative and proapoptotic genes were upregulated along all the respiratory tract of severe COVID-19 patients, suggesting that they might contribute to the impairment of epithelium restitution. Finally, we demonstrated that IFN-III delayed colon and small intestine repair after dextran sulfate sodium-induced colitis and radiation-induced injury by triggering cell death of epithelial cells via the formation of a novel protein complex that includes Z-DNA binding protein (ZBP1) and gasdermin C (GSDMC). Our findings challenge the role of IFN-III as protectors of mucosal barriers as they indicate that a dysregulated IFN-III response holds the potential to contribute to immunopathology. Therefore, the clinical use of type III IFNs should be designed in such a way that their tissue-damaging functions are avoided and their beneficial effects are maximized.
Книги з теми "Infezione virale"
Mendichelli, Ester. Antivirali a Base Di Erbe: Rimedi Naturali per le Infezioni Virali Emergenti e Resistenti. Independently Published, 2021.
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