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Дисертації з теми "Individuale"

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FERNÁNDEZ, SÁNCHEZ SONIA. "L'autonomia individuale nel passato e nel presente del diritto del lavoro." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/96.

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Анотація:
Con il presente lavoro si cerca di ricostruire il percorso storico del diritto del lavoro, dalle sue origini sino ai nostri giorni, prendendo come punto di riferimento il ruolo svolto dall'autonomia privata individuale. si potrà osservare come la volontà delle parti contrattuali incide profondamente sulla nascita, creazione e sviluppo del diritto del lavoro. Il diritto del lavoro postindustriale nasce come conseguenza delle rivoluzioni borghese ed industriale, periodo governato dalla volontà individuale plasmata attraverso il contratto. successivamente, l'autonomia individuale perderà la iniziale supremazia come fonte e sarà relegata all'ultimo gradino delle fonti del diritto del lavoro, dopo la legge e l'autonomia collettiva. Infine, nell'epoca attuale, si assiste ad una sempre più marcata ripresa dell'autonomia individuale che si presenta come uno degli elementi qualificanti delle attuali trasformazioni del diritto del lavoro.
This paper tries to describe the historical path of the labour law, starting from its origin to present days, taking the role played by the private individual autonomy as a point of reference. It will be possible to acknowledge that contractors will deeply affect the origin, creation and development of the labour law. The post industrial labour law is the result of the bourgeois and industrial revolutions, when the individual will was shaped through the contract. Afterwards, the individual autonomy ceases to have its supremacy as source and is put amongst the less important level of the sources of labour law, after acts and collective autonomy. Then, a present, individual autonomy is increasingly affecting the recent transformation of labour law and represent one of the most important elements qualifying the process of change.
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2

FERNÁNDEZ, SÁNCHEZ SONIA. "L'autonomia individuale nel passato e nel presente del diritto del lavoro." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/96.

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Con il presente lavoro si cerca di ricostruire il percorso storico del diritto del lavoro, dalle sue origini sino ai nostri giorni, prendendo come punto di riferimento il ruolo svolto dall'autonomia privata individuale. si potrà osservare come la volontà delle parti contrattuali incide profondamente sulla nascita, creazione e sviluppo del diritto del lavoro. Il diritto del lavoro postindustriale nasce come conseguenza delle rivoluzioni borghese ed industriale, periodo governato dalla volontà individuale plasmata attraverso il contratto. successivamente, l'autonomia individuale perderà la iniziale supremazia come fonte e sarà relegata all'ultimo gradino delle fonti del diritto del lavoro, dopo la legge e l'autonomia collettiva. Infine, nell'epoca attuale, si assiste ad una sempre più marcata ripresa dell'autonomia individuale che si presenta come uno degli elementi qualificanti delle attuali trasformazioni del diritto del lavoro.
This paper tries to describe the historical path of the labour law, starting from its origin to present days, taking the role played by the private individual autonomy as a point of reference. It will be possible to acknowledge that contractors will deeply affect the origin, creation and development of the labour law. The post industrial labour law is the result of the bourgeois and industrial revolutions, when the individual will was shaped through the contract. Afterwards, the individual autonomy ceases to have its supremacy as source and is put amongst the less important level of the sources of labour law, after acts and collective autonomy. Then, a present, individual autonomy is increasingly affecting the recent transformation of labour law and represent one of the most important elements qualifying the process of change.
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3

Aldrigo, Valentina <1988&gt. "La previdenza complementare individuale in Italia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8870.

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Анотація:
La tesi si occupa del sistema di previdenza complementare in Italia, concentrandosi sulle forme previdenziali individuali. È strutturalmente suddivisa in quattro parti: la parte iniziale descrive in sintesi il sistema previdenziale italiano, fondato sulla previdenza obbligatoria di base e la previdenza complementare, attraverso la sua evoluzione fino ai nostri giorni; la seconda parte si concentra sui differenti prodotti previdenziali offerti dal sistema, focalizzando l'attenzione sui prodotti del cosiddetto terzo pilastro della previdenza, ossia i fondi pensione aperti e i piani individuali pensionistici; la terza parte continua con una panoramica sull'andamento del mercato di questi ultimi prodotti in Italia; l'ultima parte affronta il caso del gruppo bancario italiano Intesa Sanpaolo S.p.A. con un'analisi dei prodotti previdenziali offerti.
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4

Crema, Anna <1988&gt. "Sustainable HRM: dal contributo individuale all’impegno collettivo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15615.

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Анотація:
Il tema della sostenibilità coniugato alla gestione delle risorse umane, il cosiddetto Sustainable Human Resource Management, è un tema abbastanza recente e ancora oggi ci si chiede quali siano i contributi che tale funzione aziendale possa fornire. Con questa tesi ci si pone il quesito di come la gestione del personale possa impattare nella sostenibilità organizzativa scissa nei suoi tre aspetti: economico, sociale e ambientale. L’elaborato inizia con una prima parte teorica, che raccoglie e analizza i contributi forniti dalla ricerca accademica. Vengono presi in esame i principali approcci implementati a livello organizzativo, i destinatari di queste politiche aziendali, cercando, infine, di delineare le principali finalità a cui conduce questo tipo di gestione del personale. Nella seconda parte, anch’essa teorica, si analizzano i principali modelli che hanno esplorato l’area della Sustainable HRM, contemplando i principali fattori che possono agevolarne l’implementazione e declinando i potenziali influssi per le tre aree economica, ambientale e sociale. La ricerca proposta si conclude con lo studio di alcuni casi concreti, andando a studiarne l’applicazione, e, in particolare, il percorso di implementazione di una scelta che coinvolge non solo una funzione aziendale, ma l’organizzazione nel suo complesso.
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5

Bussolaro, Alice <1986&gt. "Il ruolo dell'autonomia individuale nel rapporto di lavoro." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5638.

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Анотація:
Il tema dell'autonomia individuale nel rapporto di lavoro è oggetto del presente scritto alla luce dei fortissimi mutamenti e tentativi di riforma di cui la materia è oggetto e teatro da qualche decennio. Le ragioni per cui il diritto del lavoro si pone come elemento chiave per la risoluzione dei problemi del sistema-paese, anche all'interno del contesto europeo, hanno radici profonde che si legano indissolubilmente con le questioni attinenti alla libertà contrattuale, alla tutela dell'autonomia e al contrappeso che, invece, nel diritto del lavoro italiano è sempre tradizionalmente esistito, e cioè il binomio inderogabilità della norma e indisponibilità dei diritti. L'ordinamento lavoristico italiano intesse una solida trama di disposizioni di carattere inderogabile che proteggono la posizione conseguita dal lavoratore nell'impresa sia sotto il profilo normativo che retributivo. Questa disciplina si è consolidata negli anni '70, in particolare con lo Statuto dei diritti dei lavoratori. Essa presenta l'effetto indesiderato di limitare sensibilmente i margini di flessibilità di cui godono le imprese nella gestione della forza lavoro, complicando il loro adattamento al mercato esterno.In particolare, sulla tutela inderogabile del lavoratore ci si chiede, mantenendo sullo sfondo la questione circa l'erosione o l'ampliamento degli spazi di autonomia, se l’indisponibilità dei diritti costituisca l’altro volto della protezione inderogabile del lavoratore subordinato oppure un volto diverso, e per questo distinto, provvisto di un’autonoma e coerente funzione di tutela.
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6

CODELLA, SERGIO ALBERTO. "L'Autonomia individuale e l'autonomia collettiva nella previdenza complementare riformata." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1339.

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Анотація:
La “nuova” disciplina in materia di previdenza complementare, introdotta dal D. lgs. 5 dicembre 2005, n. 252, “Disciplina delle forme pensionistiche complementari”, in attuazione della delega conferita dalla L. 23 agosto 2004, n. 243 “Norme in materia pensionistica e deleghe al Governo nel settore della previdenza pubblica, per il sostegno alla previdenza complementare e all'occupazione stabile e per il riordino degli enti di previdenza ed assistenza obbligatoria”, è caratterizzata da alcuni elementi tipici del modello originario di derivazione (e, cioè, da quanto previsto dal D. lgs. 21 aprile 1993, n. 124 e, soprattutto, dalle successive modifiche ed integrazioni), ma anche da significative innovazioni rispetto al passato. Il tema d’indagine sarà limitato all’analisi del ruolo rivestito dalla autonomia individuale ed dalla autonomia collettiva nel sistema della previdenza complementare riformata. Invero, la nuova disciplina ha modificato, su alcuni aspetti di assoluta rilevanza, l’equilibrio precedentemente fissato tra il ruolo rivestito dall’individuo (inteso come aderente) e dai sindacati. La previdenza complementare che, con la disciplina dettata dall’originario D. lgs. n. 124 del 1993, sembrava essere un fenomeno prettamente sindacale, si è via via (ed anche con interventi legislativi “intermedi”) andata ad “individualizzare” e, cioè, il Legislatore ha cercato, in modo sempre più manifesto, di rendere “partecipe” l’aderente (o meglio il potenziale aderente, atteso che - nonostante gli originari principi espressi nella prima versione della legge di delega - anche con la L. 243 del 2004 e con il D. lgs. n. 252 del 2005, non si è “optato” per un sistema “obbligatorio” di previdenza complementare). Tale (innegabile) scelta di fondo è stata compiuta dal Legislatore del 2005 con scelte spesse poco nette (o, perlomeno, in modo certamente meno coerente rispetto a quanto stabilito dalla stessa L. 243 del 2004) e, in numerose occasioni, contraddistinte da tentennamenti, ripensamenti e contraddizioni. È quindi opportuno procedere ad un’analisi degli “attuali” equilibri sui ruoli dell’autonomia collettiva e dell’autonomia collettiva in alcuni punti “cruciali” della riforma e, cioè, quello relativo al “momento” istitutivo dei Fondi, ai compiti di controllo, vigilanza, informazione e normazione della COVIP (se non altro perché l’individuo potrà “effettivamente partecipare” solo se il sistema è trasparente), alle modalità di finanziamento, alla “portabilità” della posizione individuale, oltre che in tema di prestazioni, di riscatti e di anticipazioni. Se, invero, l’intenzione del Legislatore del 2005 è stata quella di far finalmente “decollare” (o meglio di tentare di fare decollare) il secondo pilastro previdenziale, sembrerebbe possibile, ad una prima (e forse approssimativa) lettura del D. lgs. n. 252 del 2005, ritenere che “la” soluzione sarebbe stata quella di investire l’individuo del ruolo di protagonista del “mercato”. Il Legislatore avrebbe così affidato all’autonomia individuale il compito di stimolare la concorrenza e di determinare un miglioramento dell’ “offerta” di “mercato”, gestita non più (o, perlomeno, non in modo gerarchicamente sovraordinato) dall’autonomia collettiva, ma da una serie (piuttosto variegata) di soggetti. D’altronde la necessità di offrire una “strumento” più appetibile per l’individuo (che, come detto, dovrà decidere “se” fare ingresso nel secondo pilastro previdenziale) è dovuta all’ormai fin troppo nota crisi della previdenza di base che, già dagli anni novanta, ha determinato (secondo una parte della dottrina “naturalmente”, secondo un’altra “per necessità”) l’ideazione di un sistema di previdenza complementare posto a sostegno di quello pubblico. Ed è forse questo legame con la previdenza pubblica (o, a dir si voglia, la funzionalizzazione della previdenza complementare a quella di base) a non avere permesso ed a non rendere neanche opportuna (come, peraltro, ritenuto dallo stesso Legislatore della riforma), una mortificazione del ruolo della autonomia collettiva che, comunque, dovrebbe continuare a fare da “garante” del fine mutualistico e solidaristico che deve continuare a caratterizzare la previdenza complementare. Se questo è vero, è altrettanto vera la sussistenza del rischio di avere “creato” una disciplina caratterizzata da forti momenti di tensione e di contraddizione tra le “due” differenti “anime” della previdenza complementare, divisa tra uno “spirito” mutualistico e solidaristico (anche di sostegno alla previdenza pubblica) ed una “vocazione” maggiormente egoistica e mercantilistica (vicina ad uno strumento di investimento a carattere individuale). Il D. lgs. 252 del 2005 intervenendo sugli equilibri tra autonomia individuale ed autonomia collettiva è andato ad incidere, in modo ancor più sensibile, su tali criticità di fondo, mostrando, ancor più palesemente, la sussistenza di un sistema “ibrido” e per molti aspetti insufficiente. La coppia di direttrici guida relative all’ autonomia individuale e all’autonomia collettiva ha poi rilevanti conseguenze su un tema che, nonostante una parte della dottrina tenda ora a minimizzare, continua ad essere di centrale importanza e, cioè, quello dell’incerta collocazione costituzionale della previdenza complementare, anche al fine di definire quali siano gli strumenti necessari per assicurare mezzi “adeguati” alle esigenze di vita. Se, invero, dopo le note decisioni della Corte Costituzionale, il tema della collocazione costituzionale della previdenza complementare sembrava essersi (almeno parzialmente) risolto, la disciplina del D. lgs. n. 252 del 2005 impone ulteriori riflessioni, atteso che un’ “esaltazione” dell’autonomia individuale (soprattutto con riferimento alla possibilità di “fuoriuscita” dal sistema attraverso scelte devolute all’autonomia individuale) mette in crisi un assetto che si ispirava ad un modello volto alla tutela anche (e soprattutto) dell’interesse collettivo e generale. Il tema di analisi relativo al ruolo rivestito dall’autonomia collettiva e dall’autonomia individuale si intreccia, quindi, necessariamente anche con quello relativo alla “natura” ed alla “funzione” delle medesima previdenza complementare. D’altronde, solo accettando una previdenza complementare “libera” sarà possibile ridurre “al minimo” i vincoli legislativi posti sia all’autonomia individuale sia all’autonomia collettiva, mentre una previdenza complementare “funzionalizzata” anche ad interessi collettivi e generali permette (rectius: impone) un intervento normativo del Legislatore certamente più invasivo e volto a limitare gli spazi lasciati all’individuo (il cui interesse si contrappone, spesso, a quello collettivo e generale) e ad investire l’autonomia collettiva del ruolo di garante del fine mutualistico e solidaristico nell’ambito del quadro normativo di riferimento. Orbene, il D. lgs. n. 252 del 2005 è una disciplina che risente innegabilmente di tutte le esposte criticità e contraddizioni e cerca - attraverso una ridefinizione dei ruoli dell’autonomia individuale e dell’autonomia collettiva - un significativo sviluppo del secondo pilastro previdenziale, senza, però, riuscire (ma, forse senza avere neanche l’ambizione) di risolvere alcune problematicità di fondo del sistema che, sotto numerosi profili, risultano essersi addirittura accentuate rispetto alla disciplina precedente.
The "new" discipline on complementary pensions, introduced by D. lgs. December 5, 2005, No 252, "Regulation of supplementary pensions, pursuant to authority granted by Law August 23, 2004, No 243 "rules on pensions and the government delegation in the field of public security, to support additional security and stable employment and the reorganization of security agencies and assistance required", is characterized by some typical elements of the original model of derivation (and, namely, to the D. Lgs. April 21, 1993, No 124 and above by subsequent modifications and integrations), but also by significant innovations in the past. The theme will be limited to the investigation of the role played by individual autonomy and collective autonomy in the system of complementary pension reform. Indeed, the new regulations has changed some aspects of absolute importance, the previously established balance between the role played by the individual (as a member) and the unions. Complementary pensions that with the aforementioned rules from the original D. lgs. No 124, 1993, appeared to be a phenomenon purely trade union, has gradually (and also through legislation "intermediate") went to "individualize" and, say, the Legislator has sought ever more manifest, to make "participant" the member (or potential member, since - despite the original principles expressed in the first version of the Law of delegates - even with the 243, L. 2004 and with the Legislative Decree no. No. 252 of 2005, there was "opted" for a "mandatory" additional security). The (undeniable) basic choice was made by the Legislature in 2005 with choices often little net (or at least so certainly less consistent than that established by the same 243, L. 2004) and, on numerous occasions, marked by hesitation , thoughts and contradictions. It is therefore appropriate to analyze the "current" balance the roles of collective autonomy and collective autonomy in some areas "crucial" and reform, namely, those relating to "time" establishing funds, the monitoring tasks , supervision, information and standardization of COVIP (if only because the individual can "effectively participate" only if the system is transparent) mode of financing, the "portability" of the individual position as well as in terms of performance, purchase and advances. If indeed the intention of the legislature of 2005 was to be finally "take off" (or rather groped to take off) the second pillar pension, it would seem possible at first (and perhaps approximate) reading D. lgs. No 252 of 2005, believing that "the" solution would be to invest the individual of the title role of "market". The legislator has thus given the task of individual autonomy stimulate competition and bring about an improvement of the 'offer "to" market ", operated no more (or at least not in a hierarchically higher-level) collective autonomy, but a series (rather diverse) of subjects. Besides the need to provide a "tool" more attractive to the individual (which, as mentioned, will have to decide "whether" to enter the second pillar pensions) is due to the now all too familiar crisis of basic security, since the nineties, led (according to some legal "course", according to another "necessity") to design a security system in place additional support from the public. It is perhaps this link with the public welfare (or, if you prefer, the functionalization of the supplementary pension to the basic one) not to be allowed and not even make appropriate (as, however, felt the same legislator of the reform) a mortification of the role of collective autonomy, however, should continue to act as "guarantor" of mutual purpose and solidarity which must continue to characterize the complementary pensions. If this is true, it is equally true that real risk of having "created" a discipline with strong moments of tension and contradiction between the "two" different "souls" of the supplementary pension is divided between a "spirit of solidarity and mutual (including support for public welfare) and a "calling" the most selfish and mercantile (close to an investment on an individual basis). D. lgs. 252 of 2005 acting on the balance between individual autonomy and collective autonomy has been an influence, even more sensitive about such critical background, showing even more clearly, the existence of a hybrid system and in many respects inadequate. The pair of driving guidelines relating to 'individual autonomy and collective autonomy has also significant impact on an issue that, despite the doctrine now tends to minimize, continues to be of central importance, that is, the constitutional position of the uncertain complementary pension schemes, even to define what are the tools needed to ensure means "adequate" to the needs of life. If, indeed, after the notes of the Constitutional Court decisions, the issue of constitutional position of the supplementary pension seemed (at least partially) resolved, the discipline of D. lgs. No 252 of 2005 requires further consideration, since an 'exaltation of individual autonomy (especially with reference to the possibility of "leakage" from the system through individual choices devolved autonomy) puts a strain on a structure that was inspired by a model face protection also (and especially) the collective and general. The subject of analysis on the role played collective autonomy and individual autonomy is intertwined, therefore, necessarily with that on the "nature" and "function" of the same supplementary pension. Moreover, only by accepting a complementary pension "free" will reduce "the minimum" legal constraints placed both individual autonomy and collective autonomy, and a supplementary pension "functionalized" also allows the general and collective interests (or rather : Force) regulatory intervention of the legislator certainly more invasive and to limit the spaces left to the individual (whose interest is opposed, often, the collective and general) and to invest the autonomy of the role of guarantor of the collective end mutual and solidarity within the regulatory framework. However, D. lgs. No 252 of 2005 is a discipline that undoubtedly affected all exposed weaknesses and contradictions and seeks - through a redefinition of roles of individual and collective autonomy - a significant development of the second pillar pension, without, however, succeed (but perhaps without even the ambition) to solve some problematic background of the system, a number of respects, appear to have widened even compared to previous arrangements.
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7

Simionato, Martina <1990&gt. "Costruire comunità : famiglie marocchine tra identità individuale e collettiva." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17893.

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Анотація:
La mia ricerca è nata dalla frequentazione di alcune famiglie marocchine residenti nel comune di Quarto d’Altino. La prospettiva di un piccolo centro abitato ha reso possibile notare un intrecciarsi di vari livelli in cui si svolge la vita in immigrazione. Partendo da due associazioni in cui i residenti stranieri sono maggiormente coinvolti, ho spostato poi l’attenzione ai nuclei familiari e alle reti di relazione tra di essi, per poi seguirne il movimento nel territorio comunale. La scelta di circoscrivere il mio campo di ricerca a famiglie provenienti dal Marocco è stata determinata sia da una conoscenza precedente che ha agevolato il mio inserimento nelle loro reti di relazioni, sia un maggiore coinvolgimento che queste hanno all’interno delle associazioni citate. Ho quindi condiviso, per quanto mi è stato possibile, la vita quotidiana di 4 famiglie , a cui si aggiungono poi altri connazionali che fanno parte delle loro reti di amicizia e parentela . Questa frequentazione nel tempo mi ha portato a riflettere su tre questioni : il diverso modo in cui i membri di una stessa famiglia vivono l’esperienza immigatoria e come questo si riflette nel rapportarsi con gli spazi esterni a quello domestico e al sentirsi parte o meno di una comunità. Questi temi sono intrecciati e si influenzano reciprocamente, concorrendo a rinnegoziare l’ identità degli individui e ricostruire la vita nel paese di immigrazione. Parlare di una comunità marocchina a Quarto d’Altino porta alla luce delle problematicità e non si rivela il concetto adatto per spiegare le relazioni tra le varie famiglie: solleva piuttosto più visioni di comunità, date proprio da come uomini e donne vivono diversamente l’esperienza dell’ immigrazione.
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8

Zampieri, Giulia <1993&gt. "Benessere individuale ed organizzativo: il nuovo paradigma del welfare." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18010.

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Анотація:
È evidente come, nel corso degli ultimi anni, sia cambiato il paradigma del sostegno alla collettività. Il sistema di welfare state, che si è realizzato in Europa occidentale dalla fine del Secondo Dopoguerra, si è indebolito al suo interno compromettendo la capacità di risposta in materia di protezione sociale spingendo i soggetti coinvolti a trovare nuovi strumenti giuridici idonei a concorrere alla sicurezza sociale. Tuttavia questi non hanno sconvolto le tutele tradizionali dello Stato, ma si sono inseriti negli spazi lasciati dal legislatore che ha taciuto a lungo sul tema e non ha saputo rispondere prontamente alle sfide del presente. In questo elaborato si tenterà di richiamare la storia del nostro sistema di previdenza, dalle sue origini alla sua più recente trasformazione, per proseguire dando attenzione al benessere organizzativo anche nella Pubblica Amministrazione, facendo emergere alcuni problemi legati alla eterogeneità degli strumenti di tutela e proponendo infine una tesi per la sfida al benessere tramite la digitalizzazione e la piattaforma Cloudify NoiPA.
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9

Galantucci, Federica <1991&gt. "La dimensione fisiologica dell'essere umano: l'esperienza individuale in Lucrezio." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/19514.

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Анотація:
Lo scopo di questa tesi è studiare i vari modi in cui è affrontata la questione dell'uomo e della sua essenza individuale nel De Rerum Natura di Lucrezio e analizzare la teoria fisiologica che ne è alla base. Posto che per Lucrezio è l'evidenza stessa a mostrare che l'uomo sia un essere autonomo e capace d'agire nel mondo, attraverso una ricostruzione della concezione fisico-atomica del dettato lucreziano in varie aree attinenti la dimensione individuale, si intende mettere in luce il modo peculiare in cui l'autore enfatizza e veicola l'immagine dell'essere umano. Ne emerge una concezione complessa che si snoda in un costante intreccio tra livello fisico-atomico e piano fisico-macroscopico dell'esperienza, con il risultato che l'aspetto individuale si afferma tanto riguardo la stessa struttura atomica di cui è composto l'organismo e le sue funzioni vitali e percettive, tanto in stati psicofisici che interessano l'individuo nella sua interezza.
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NEGRI, GIULIA. "L’AUTOTUTELA INDIVIDUALE DEL LAVORATORE E IL CONTRATTO DI LAVORO SUBORDINATO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2017. http://hdl.handle.net/10281/170829.

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Анотація:
L’elaborato è volto ad analizzare le principali problematiche relative al ricorso da parte del singolo lavoratore all’autotutela, quale strumento finalizzato alla salvaguardia dei diritti di quest’ultimo e a garantirne l'effettività, in alternativa al ricorso giudiziale. Dopo aver effettuato una generale rassegna delle caratteristiche dell’istituto all’interno del diritto civile, l’opera passa ad esaminare le ricadute sistematiche dell’autodifesa ove sia invocata all’interno di un contratto di lavoro subordinato da parte del prestatore di lavoro, in reazione a un utilizzo abusivo dei poteri datoriali. La parte finale è dedicata a verificare se il rimedio contrattuale basato sull’art. 1460 c.c. possa costituire uno strumento prezioso per contrastare, in particolare, demansionamenti ingiustificati o, in ogni caso, la violazione della normativa in materia di modifica delle mansioni, dopo la riforma dell’art. 2103 c.c. L’obiettivo dell’operazione consiste nel trovare un bilanciamento fra le prerogative imprenditoriali e la dignità professionale dei lavoratori, mediante l’uso delle clausole generali della buona fede e correttezza e alla luce della rilevanza della protezione del lavoro nella Costituzione italiana.
The essay aims to analyze the main problems related to the use of individual worker’s self defense, as a measure finalized to protect his rights and to enforce their effectiveness, as an alternative to a legal action in Court. After making some general remarks about the issue in civil law, the work moves on to examine the systematic effects of self defense, whenever it is used in employment contract by the employee to justify the refusal of job performance as a response to the unlawful use of employer’s powers. The final section is dedicated to check if the contractual remedy based on article 1460 of the civil code could be a useful tool particularly to counteract unjustified demotions or the breach of the regulation of the change of tasks after the reform of the article 2103 of the civil code. The research’s goal is to find a balance between managerial prerogatives and the human dignity and professionalism of workforce, using the general clauses of good faith and fair dealing, also considering the importance of Labour protection in the Italian Constitution.
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FENOGLIO, ANNA. "Legge, autonomia collettiva e autonomia individuale nella disciplina dell'orario di lavoro." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1257.

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Анотація:
La sovrapposizione fra disposizioni legislative e accordi contrattuali di vario livello caratterizza da sempre la disciplina del tempo di lavoro: la direttiva europea 1993/104 – poi sostituita dalla 2003/88 – autorizza infatti gli Stati membri ad attribuire alla contrattazione collettiva un’ampia capacità derogatoria rispetto alle regole minime introdotte nel medesimo testo normativo, riservando al contempo un ruolo di rilievo all’autonomia individuale. Nucleo centrale della ricerca è l’analisi – effettuata anche in modo comparativo alla luce della disciplina vigente in altri ordinamenti europei – del ruolo attribuito alla contrattazione collettiva e all’autonomia individuale dal d.lgs. n. 66/2003, allo scopo di verificare se il legislatore italiano, nel recepire la direttiva europea sull’orario di lavoro, abbia saputo raggiungere un equilibrio socialmente accettabile tra istanze di flessibilità e di competitività avanzate dalle imprese ed esigenze di stabilità dei lavoratori.
The overlap between law and collective bargaining of various level is typical of working time regulation: in fact, the European directive 1993/104 – replaced by 2003/88 – authorizes collective bargaining to introduce a lot of exceptions to the same normative text, reserving at the meantime a remarkable role to the individual autonomy. The analyses of the role attributed to the collective bargaining and the individual autonomy by legislative degree n. 66/2003 – effected in comparative way too – is the topic of the research; the purpose is to verify if the Italian legislator, implementing working time European directive, has reached an acceptable balance among appeals of flexibility and competitiveness advanced from the enterprises and employees’ demands for stability.
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FENOGLIO, ANNA. "Legge, autonomia collettiva e autonomia individuale nella disciplina dell'orario di lavoro." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1257.

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La sovrapposizione fra disposizioni legislative e accordi contrattuali di vario livello caratterizza da sempre la disciplina del tempo di lavoro: la direttiva europea 1993/104 – poi sostituita dalla 2003/88 – autorizza infatti gli Stati membri ad attribuire alla contrattazione collettiva un’ampia capacità derogatoria rispetto alle regole minime introdotte nel medesimo testo normativo, riservando al contempo un ruolo di rilievo all’autonomia individuale. Nucleo centrale della ricerca è l’analisi – effettuata anche in modo comparativo alla luce della disciplina vigente in altri ordinamenti europei – del ruolo attribuito alla contrattazione collettiva e all’autonomia individuale dal d.lgs. n. 66/2003, allo scopo di verificare se il legislatore italiano, nel recepire la direttiva europea sull’orario di lavoro, abbia saputo raggiungere un equilibrio socialmente accettabile tra istanze di flessibilità e di competitività avanzate dalle imprese ed esigenze di stabilità dei lavoratori.
The overlap between law and collective bargaining of various level is typical of working time regulation: in fact, the European directive 1993/104 – replaced by 2003/88 – authorizes collective bargaining to introduce a lot of exceptions to the same normative text, reserving at the meantime a remarkable role to the individual autonomy. The analyses of the role attributed to the collective bargaining and the individual autonomy by legislative degree n. 66/2003 – effected in comparative way too – is the topic of the research; the purpose is to verify if the Italian legislator, implementing working time European directive, has reached an acceptable balance among appeals of flexibility and competitiveness advanced from the enterprises and employees’ demands for stability.
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CASTELLI, NUNZIA. "Contrattualismo, autonomia individuale e autodeterminazione nel diritto del lavoro: raffronti Italia-Spagna." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2008. http://hdl.handle.net/2108/708.

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La tesi si occupa di indagare origini e fondamenti e grado di penetrazione nella conformazione del dritto del lavoro di quelle impostazioni che giustificano la necessità di riassegnare nuovo protagonismo al contratto individuale di lavoro in quanto ritenuto strumento privilegiato di garanzia di libertà e autodeterminazione nel diritto del lavoro. Si analizzano a tal fine due fenomeni distinti anche se strettamente interrelazioneti: la generalizzazione degli obblighi di forma vincolata per la stipulazione del contratto atipico e le trasformazioni di funzioni e di significato attribuito agli stessi e la generalizzazione di un obbligo di informazione individuale posto a carico del datore di lavoro come conseguenza della stipulazione di un qualunque contratto di lavoro. La funzione informativa associata ad entrambi sembra importare la considerazione dell'informazione individuale quale condizione prodromica per un rafforzamento della posizione contrattuale del lavoratore sul presupposto che la debolezza che il lavoratore sperimento nella relazione con il datore di lavoro si possa risolvere in un problema di asimmetrie informative.
the investigation is about worker's individual authonomy. It studies those proposals that justifie the necesity of a recuperation of the rol of work contract as means of expresion of worker's autodetermination. We study 2 aspects of labor law regulation: the generalization of the obligation of a determinated form for the manifestation of consense in every case of atipical contracts and the generalization of an obligation of individual information en case of celebration of any tipe of work contract. The workers autodetermination is reached with the recuperacion of contractual strenght in the plan of the informacion.
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Merlo, Marianna <1989&gt. "L'IMPATTO DELLE COMPETENZE TRASVERSALI SUL SUCCESSO NELLA CARRIERA E SULLA SODDISFAZIONE INDIVIDUALE." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7942.

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Il ruolo che stanno assumendo le competenze trasversali nel determinare l’employability degli individui nel mercato del lavoro, spiega il motivo per cui questa tematica sta riscuotendo molto successo negli ultimi anni. Nella prima parte, l’elaborato effettua un’analisi della letteratura spiegando la nascita e lo sviluppo delle competenze trasversali e l’evoluzione storica del concetto di intelligenza emotiva, attraverso il confronto dei tre approcci principali. Successivamente viene sottolineato come il possesso di queste competenze permetta di raggiungere performance efficaci e superiori non solo negli ambiti lavorativi ma anche nella vita privata. Quindi vengono definiti i concetti e le determinanti del career success e della soddisfazione privata. Nell’ultima parte viene invece sviluppata un’analisi empirica, al fine di supportare le evidenze teoriche riportate, partendo da un campione di manager che hanno partecipato ad un Mba o ad un Emba presso la Fondazione Cuoa di Vicenza. Attraverso le risposte date dagli intervistati, tramite un questionario, si vuole rilevare il percorso di carriera intrapreso da ciascuno dei partecipanti ed il loro grado di soddisfazione relativo alla sfera professionale e personale, prima e dopo la partecipazione al Mba o al Emba. Quello che si vuole evidenziare è l’esistenza di una correlazione tra il possesso di competenze comportamentali o soft skills e il successo conseguito dai manager, e soprattutto quali sono nello specifico quelle competenze che permettono di conseguire e raggiungere il successo in tutte le sue sfaccettature, sia nella vita professionale che privata.
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BIGNOTTI, LAURA. "Convenzionalità barocca e coscienza individuale nella lirica religiosa di Johann Christian Günther." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/166.

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Da tempo la critica letteraria si interroga sulla possibilità di riconoscere nella lirica di Johann Christian Günther il primo esempio di lirica soggettiva dopo la grande stagione retorica seicentesca. Gli studi tesi ad indagare il valore innovativo della sua poesia sono stati sinora dedicati quasi esclusivamente ai suoi Liebeslieder o Klagelieder; il presente lavoro si concentra invece sull'analisi dei suoi canti spirituali. La ricerca qui condotta intende dimostrare come anche nella geistliche lyrik Günther proponga spesso una rilettura in chiave personale, se non talora autobiografica, di motivi tradizionali, per quanto sopravvivano in essa elementi tipici della poesia barocca. Se i canti giovanili rimangono per lo più ancorati all'imitazione, scarsamente originale, di modelli preesistenti, le composizioni attribuibili alla fase più matura della produzione del poeta testimoniano un'evoluzione nel suo approccio alla materia sacra; tale evoluzione, rispetto alla quale si ravvisa, in particolare, l'influenza del pietismo, prende forma nell'elaborazione sempre più consapevole ed originale di motivi e tematiche. Il lavoro prende in esame diversi gruppi di liriche: il ciclo di Perikopenlieder noti come Geistliche oden uber einige Sonn- und Festtage des sogenannten Christlichen Jahres des Herrn de Sacy verfertiget; la Bibeldichtung güntheriana, i Weihnachtslieder e i Bußlieder dell'autore slesiano.
Critical interest in the rich literary production of Johann Christian Günther has been focussing on the possibility of recognizing in his poems the first example of subjective poetry after the great rhetoric season of the 17th century. Most studies investigating the innovative value of Günther's work concentrate on his Liebeslieder or Klagelieder. The present work concentrates instead on his religious poems, and aims to demonstrate that also in his geistliche Lyrik the author is able to offer a personal, sometimes autobiographical, reading of traditional themes, despite the persistence of typical baroque elements. While his early lyrics tend to remain faithful to the scarcely original imitation of pre-existing models, his later poems show a different approach to religious material. This evolution takes the form of a personal and conscious elaboration of spiritual themes, characterized by a considerable influence of pietism. The present research examines in particular Günther's Perikopenlieder, known as Geistliche Oden uber einige Sonn- und Festtage des sogenannten Christlichen Jahres des Herrn de Sacy verfertiget, his Bibeldichtung, his Weihnachtslieder and his Bußlieder.
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BIGNOTTI, LAURA. "Convenzionalità barocca e coscienza individuale nella lirica religiosa di Johann Christian Günther." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/166.

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Da tempo la critica letteraria si interroga sulla possibilità di riconoscere nella lirica di Johann Christian Günther il primo esempio di lirica soggettiva dopo la grande stagione retorica seicentesca. Gli studi tesi ad indagare il valore innovativo della sua poesia sono stati sinora dedicati quasi esclusivamente ai suoi Liebeslieder o Klagelieder; il presente lavoro si concentra invece sull'analisi dei suoi canti spirituali. La ricerca qui condotta intende dimostrare come anche nella geistliche lyrik Günther proponga spesso una rilettura in chiave personale, se non talora autobiografica, di motivi tradizionali, per quanto sopravvivano in essa elementi tipici della poesia barocca. Se i canti giovanili rimangono per lo più ancorati all'imitazione, scarsamente originale, di modelli preesistenti, le composizioni attribuibili alla fase più matura della produzione del poeta testimoniano un'evoluzione nel suo approccio alla materia sacra; tale evoluzione, rispetto alla quale si ravvisa, in particolare, l'influenza del pietismo, prende forma nell'elaborazione sempre più consapevole ed originale di motivi e tematiche. Il lavoro prende in esame diversi gruppi di liriche: il ciclo di Perikopenlieder noti come Geistliche oden uber einige Sonn- und Festtage des sogenannten Christlichen Jahres des Herrn de Sacy verfertiget; la Bibeldichtung güntheriana, i Weihnachtslieder e i Bußlieder dell'autore slesiano.
Critical interest in the rich literary production of Johann Christian Günther has been focussing on the possibility of recognizing in his poems the first example of subjective poetry after the great rhetoric season of the 17th century. Most studies investigating the innovative value of Günther's work concentrate on his Liebeslieder or Klagelieder. The present work concentrates instead on his religious poems, and aims to demonstrate that also in his geistliche Lyrik the author is able to offer a personal, sometimes autobiographical, reading of traditional themes, despite the persistence of typical baroque elements. While his early lyrics tend to remain faithful to the scarcely original imitation of pre-existing models, his later poems show a different approach to religious material. This evolution takes the form of a personal and conscious elaboration of spiritual themes, characterized by a considerable influence of pietism. The present research examines in particular Günther's Perikopenlieder, known as Geistliche Oden uber einige Sonn- und Festtage des sogenannten Christlichen Jahres des Herrn de Sacy verfertiget, his Bibeldichtung, his Weihnachtslieder and his Bußlieder.
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BAIOCCO, RUBEN. "Urbanistica e mitologie della scelta individuale : il caso di studio di Milton Keynes." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2007. http://hdl.handle.net/11578/278240.

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Tiramani, M. P. "Dispositivi di protezione individuale nella valutazione del rischio da antiparassitari: definizione, ruolo, armonizzazione." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2008. http://hdl.handle.net/2434/61195.

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Summary The authorisation for plant protection products at European level is regulated by directive 91/414/EEC. To this aim the toxicological profile of an active substance is discussed in relation to different contexts, such as human toxicity (operators and consumers), ecotoxicity and environmental fate. As for the operator exposure, the exposure assessment is performed through the use of predictive models or field studies. The models are a collection of field studies, performed in different conditions of use. Through the elaboration according to mathematical algorithms, the introduction of selected parameters leads to estimated exposure outcomes. Estimated exposures are faced to Acceptable Operator Exposure Levels (AOELs) which represent health-based trigger values, derived from the assessment of a complete toxicological dossier. The toxicological end point relevant to human exposure (operator exposed to pesticides) is selected. By the application of an assessment factor (in general 100, accounting for intra- and interspecies differences), the AOEL is established. The European Food Safety Authority (EFSA) is in charge with this activity since 2002.In the predictive models currently used, exposure reduction factors can be applied as a measure to reduce estimated exposures, mimicking the real conditions of use of personal protective equipments. They are derived from field studies and laboratory measurements. The application of such reduction factors is in many cases a key point for the refinement of the estimated exposures below the AOEL, leading to the so called safe MSummaryrtainties characterise this activity: * The models aThe authorisation for plant protection products at European level is regulated by directive 91/414/EEC. * They do not cover all the possible To this aim the toxicological profile of an active substance is discussed in relation to different contexts, such as human toxicity (operators and consumers), ecotoxicity and environmental fate.
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Passarin, Giorgio <1989&gt. "Il diritto penale dell’ambiente tra responsabilità individuale e prevenzione collettiva. Percorsi di giustizia riparativa." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10206/1/Passarin_Giorgio_Tesi.pdf.

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Lo sviluppo della tesi intende analizzare tre tematiche che si ritengono essere cruciali nel ruolo che il diritto penale può avere per tutelare l’ambiente: in primo luogo la focalizzazione delle responsabilità in materia ambientale, tanto della persona fisica quanto della persona giuridica/ente in cui è maturata la violazione, sia essa meramente contravvenzionale, quanto delittuosa, di pericolo o di danno. In secondo luogo la prevenzione: strutturare sistemi organizzati per cogliere allerte e strutturare metodi organizzati di gestione del rischio-reato è la risposta cui l’ordinamento tende per anticipare la commissione di fattispecie dotate di potenzialità dannose a diffusività esponenziale, anche per il tramite di ipotesi di reati presupposto “sentinella”, idonei a far eventualmente scattare strumenti di prevenzione di reati più gravi, cui le stesse sono, nella prassi, prodromiche. Da ultimo, la riparazione: l’analisi delle tendenze legislative e, conseguentemente, dottrinali e giurisprudenziali di spazi per percorsi condivisi di riparazione del danno cagionato all’ambiente da parte tanto di persone fisiche quanto (e soprattutto, nell’intendimento del presente lavoro) da parte degli enti, strutture collettive che, ove organizzate, costituiscono le prime realtà a presidio tanto della prevenzione, quanto della riparazione dell’eventuale danno cagionato all’ambiente e spesso verificatosi nell’ambito della propria attività produttiva, ove lo scopo della massimizzazione del profitto deve necessariamente fare i conti, al giorno d’oggi, con la sostenibilità ambientale.
The development of the thesis intends to analyze three issues that are crucial in the role that criminal law can issue in protecting the environment: first of all, the work is focused on environmental criminal liabilities, the individual and the corporate one, in which the crime has been produced, in order to check the limits of the Italian system of environmental criminal law related to the Legislative Decree n. 231/2001. Then, the work focuses on the role of corporate compliance: structuring organized systems to detect alerts and ways to manage the crime-risk is the way in which law tries to anticipate the commission of environmental offenses that are known to have an exponential diffusivity. The third part of the work focuses on the analysis of the role played by Restorative Justice in environmental crime law: a shared paths of reparation of the damage caused to the environment by both individuals and corporations could be a way to efficiently predict (and prevent) future damages and restore victims that suffered because of that crime.
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TUNESI, STEFANIA. "Dalla responsabilità individuale del medico alla responsabilità della struttura sanitaria. Un'indagine di politica criminale." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2017. http://hdl.handle.net/11571/1203368.

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Menegon, Gianluca <1986&gt. "Il licenziamento individuale per giustificato motivo oggettivo alla luce della l. n. 92/2012." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2793.

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Анотація:
Con la seguenti tesi viene analizzato il licenziamento individuale per ragioni economiche facendo riferimento alle modifiche apportate dalla legge Fornero. Viene, seppur brevemente, comparata la nostra regolamentazione con quella dei principali paesi della comunità Europea. Infine viene valutata la scelta dell'imprenditore nell'intraprendere il licenziamento per ragioni economiche, e il ruolo del giudice nella valutazione di quest'ultime.
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Turbiglio, Giulia <1989&gt. "Il ritratto fotografico e l'appartenenza: la rappresentazione del rapporto tra identità individuale e collettiva." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3151.

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Binotto, Lisa <1989&gt. "IL LICENZIAMENTO INDIVIDUALE E I CASI DI NULLITA’ CON APPLICAZIONE DELLA TUTELA REINTEGRATORIA PIENA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5382.

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Анотація:
L'evoluzione della disciplina del licenziamenton e i casi di nullità con applicazione della tutela reintegratoria piena (le ipotesi di licenziamento discriminatorio, licenziamento orale, licenziamento nullo e licenziamento per motivo illecito determinante)
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SIMOLA, NICOLA. "Sensibilizzazione alla caffeina e sensibilizzazione all'amfetamina: influenza della suscettibilità individuale agli effetti della caffeina." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2007. http://hdl.handle.net/11584/266047.

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The present study evaluated the ability of a subchronic interrnittent administration of caffeine to induce a sensitized motor response and correlated the individual susceptibility of rats to acute caffeine to the development of sensitization. Moreover, individual susceptibility to caffeine and development of motor behaviour sensitization were correlated to the behavioural response obtained after a challenge with amphetamine. To this end, rats were subdivided in "low" and "high" responders according to their individual susceptibility to acute caffeine established on the basis of the motor activity observed after the first caffeine administration. "Low" and "high" responder rats were then repeatedly and intermittently treated with caffeine (15 mg/kg i.p.), or vehicle, every other day for fourteen days. Three days after treatment discontinuation, behavioural activation induced by acute amphetamine (0.5 mg/kg, s.c.) was measured in vehicle- and caffeine- ¬pretreated rats. Subchronic caffeine resulted in motor sensitization of a variatile degree among rats and no difference were observed between "low" and "high" responders. Moreover, caffeine pretreatment potentiated the behavioural effects of amphetamine according to the degree of caffeine sensitization but not to individual susceptibility to acute caffeine. These results demonstrate that individual susceptibility to acute caffeine does not influence the modifications in caffeine motor effects produced by its subchronic administration and does not affect the enhancement of acute behavioural effects of amphetamine in caffeine-pretreated rats, rather sensitization to subchronic caffeine administration critically influences the behavioural effects of amphetamine.
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Veneziani, Chiara A. "Consapevolezza, accettazione e comprensione di sé: associazioni con il benessere individuale e l'apertura prosociale." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3423966.

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The positive psychology approach involves the study of characteristics that may contribute to an optimal functioning of individual and society (e.g. Gable & Haidt, 2005), by improving for instance well-being and prosocial orientation. In this scenario, mindfulness, i.e. a non-judgmental awareness that emerges through paying attention to the present moment (e.g. Kabat-Zinn, 1994), is particularly relevant. Similarly, a growing interest has been recently devoted to self-compassion, i.e. a non-judgmental attitude towards own weaknesses (Neff, 2003). Mindfulness and self-compassion showed to be related to improved well-being (e.g. Bernard & Curry, 2011; Keng, Smoski, & Robins, 2011). Their relation to prosocial tendencies (e.g. Block-Lerner, Orsillo, & Plumb, 2004, Neff & Germer, 2013) is less clear though. Aiming to better understand the relationship of mindfulness and self-compassion with indicators of well-being and prosocial orientation, two new constructs have been developed in this thesis. The first construct is "emotional awareness", a non-judgmental awareness toward own emotions, positive and negative, which are therefore fully experienced, without alterations or suppressions. The second one, "self-caring", covers (i) the awareness to be in a time of trouble and to need help; and (ii) the openness to accept the offered support. Mindfulness is hypothesized to be a precondition of self-compassion (e.g. Birnie, Speca, & Carlson, 2010), emotional awareness and self-caring. We aimed to investigate the relationship of mindfulness, self-compassion, emotional awareness and self-caring with different indicators of well-being and prosocial tendencies, considering the simultaneous effects of social desirability. More specifically, we tested a mediation model in which the relationship of mindfulness with well-being and prosocial inclinations was mediated by self-compassion, emotional awareness and self-caring. In order to test this hypothesis, we developed an Italian adaptation of the instruments used to asses mindfulness and self-compassion, i.e., the Mindful Attention Awareness Scale (MAAS; Brown & Ryan, 2003; Study 1), and the Self-Compassion Scale-Short Form (SCS-SF; Raes, Pommier, Neff & Van Gucht, 2011; Study 2). Furthermore, we developed the two instruments for the assessment of emotional awareness and self-caring dispositions and we investigated their main psychometric characteristics (Study 3). Then, through a confirmatory factor analysis, we showed that the analyzed constructs were different from each other, although partially overlapping, controlling also for their susceptibility to social desirability (Study 4). The subsequent study has preliminarily investigated the relationship of mindfulness, self-compassion, emotional awareness and self-caring with indicators of well-being and prosocial orientation (Study 5). The mediation model has been therefore tested for the first time. Finally, the last two studies examined more in depth the mediation model. Specifically, we employed indicators of general, subjective and psychological well-being (Study 6), unconditional respect and prosocial personality (Study 7). In these studies we also tested a two-level mediation model, where the relationship of mindfulness with well-being and prosocial tendencies was mediated by self-compassion, emotional awareness and self-caring, at the first level, and by gratitude and inter-being, at the second level. Gratitude has already showed to be related to an increase in well-being and prosocial inclinations, while inter-being is a new construct of Eastern origin. In all these studies, the mediation model has been examined adopting a structural equation model approach. Overall, the results suggest that mindfulness is associated with improved well-being and increased prosocial orientation, especially through higher emotional awareness, gratitude and inter-being. Strengths, limitations, implications of the studies and future perspectives are discussed.
La psicologia positiva si occupa dello studio delle caratteristiche che possono contribuire al funzionamento ottimale dell’individuo e della società (e.g. Gable & Haidt, 2005), facilitando, per esempio, il benessere individuale o l’apertura prosociale. Una delle caratteristiche maggiormente considerate è la mindfulness, una forma di consapevolezza non giudicante rivolta all’esperienza presente, momento dopo momento (e.g. Kabat-Zinn, 1990). Più recentemente, alla mindfulness si è affiancato lo studio della self-compassion, un atteggiamento non giudicante verso le proprie inadeguatezze (Neff, 2003). Entrambe queste variabili sembrano associarsi a diversi indicatori di benessere individuale (e.g. Bernard & Curry, 2011; Keng, Smoski, & Robins, 2011). Meno chiara è invece la loro associazione con gli indicatori di apertura prosociale (e.g. Block-Lerner, Orsillo, & Plumb, 2004, Neff & Germer, 2013). Allo scopo di chiarire meglio le associazioni della consapevolezza e dell’accettazione sia con il benessere individuale sia con gli indicatori di apertura prosociale, sono stati teorizzati due nuovi costrutti. Il primo, definito “consapevolezza emotiva”, consiste in una forma di consapevolezza non giudicante rivolta verso le proprie emozioni, positive e negative, così da riuscire a provarle appieno, senza negarle o distorcerle. Il secondo costrutto, definito “self-caring”, misura da un lato la consapevolezza di avere bisogno di aiuto nei momenti di difficoltà, e dall’altro la capacità di accettarlo quando offerto. Come per la self-compassion (e.g. Birnie, Speca, & Carlson, 2010), anche per la consapevolezza emotiva e il self-caring la mindfulness è considerata essere un precursore. Scopo generale della presente tesi è indagare la relazione di mindfulness, self-compassion, consapevolezza emotiva e self-caring con diversi indicatori di benessere individuale e di prosocialità, tenendo sotto controllo gli effetti della desiderabilità sociale. In particolare, si procede a testare l’ipotesi che l’associazione tra la mindfulness e gli indicatori di benessere individuale e prosocialità sia mediata da un aumento nelle capacità disposizionali di self-compassion, consapevolezza emotiva e self-caring. Allo scopo di testare questa ipotesi, è stato innanzitutto necessario procedere alla validazione delle versioni italiane delle scale per la misurazione della mindfulness e della self-compassion, ovvero la Mindful Attention Awareness Scale (MAAS; Brown & Ryan, 2003; Studio 1), e la Self-Compassion Scale-Short Form (SCS–SF; Raes, Pommier, Neff, & Van Gucht, 2011; Studio 2). È stato inoltre necessario sviluppare due strumenti per la misurazione della consapevolezza emotiva e del self-caring e testarne le proprietà psicometriche principali (Studio 3). In seguito, attraverso un’analisi fattoriale confermativa, si è dimostrato che i costrutti indagati, pur con aree di sovrapposizione, sono distinti ed è stata controllata la loro suscettibilità alla desiderabilità sociale (Studio 4). Il quinto studio ha esplorato preliminarmente la relazione di mindfulness, self-compassion, consapevolezza emotiva e self-caring, sia con indicatori di benessere sia di prosocialità, testando per la prima volta l’ipotesi di mediazione. Infine, gli ultimi due studi hanno indagato in modo più specifico e approfondito l’ipotesi di mediazione. In particolare sono stati utilizzati rispettivamente indicatori di benessere generale, soggettivo e psicologico (Studio 6) e di rispetto incondizionato e personalità prosociale (Studio 7). In questi ultimi due studi si è testata anche un’ipotesi di mediazione a due livelli, in cui in aggiunta ai mediatori di primo livello (self-compassion, consapevolezza emotiva e self-caring), vi sono due mediatori di secondo livello, ovvero la propensione alla gratitudine, variabile che ha già dimostrato di associarsi a un maggior benessere e prosocialità, e l’inter-essere, un nuovo costrutto di derivazione orientale. In tutti gli studi, l’ipotesi di mediazione è stata testata attraverso la tecnica delle equazioni strutturali. I risultati degli studi nel complesso sembrano suggerire che la mindfulness si associ a un miglior benessere individuale e una maggior prosocialità attraverso soprattutto un aumento in consapevolezza emotiva, gratitudine e inter-essere. Vengono discussi punti di forza, limiti, implicazioni degli studi e prospettive future.
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La, Fauci Giuseppe. "Progettazione di un dispositivo di protezione individuale per motociclisti con sistema di assorbimento degli urti tangenziali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Questo elaborato si pone l’obbiettivo di studiare e progettare un dispositivo di protezione per l’ambito motociclistico, utile al mitigamento delle accelerazioni derivanti da impatti non lineari. Le numerose esigenze del casco di protezione rispecchiano la complessità costruttiva e funzionale di questo prodotto, che rappresenta il principale dispositivo di protezione per garantire la sicurezza dei motociclisti.
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GLASSIER, LOUISE YSOLT. "RICHIEDENTI ASILO E RIFUGIATI A MILANO: LE VIE DELL'ACCOGLIENZA E LA RICOSTRUZIONE DEL CAPITALE SOCIALE INDIVIDUALE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/219171.

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The refugees are one of the most uncomfortable issue for nation states related to the international migrations. While for economic immigrants is possible to oppose restrictions entrance through the introduction of strict selection criteria, the movement of refugees and asylum seekers can not be programmed and hindered. The States of the rich part of the world, to continue to be considered democratic societies, must to declare themselves ready to welcome asylum seekers and refugees who come knocking at their doors. The Italian legislation, with its extreme complexity, and the treatment of welcome reserved for asylum seekers are the expressions of the contradiction between the need of social inclusion for refugees and laws on asylum increasingly restrictive. This thesis is part of the current of studies aimed to investigate the ways of refugees integration into host societies. The research approach is an analysis of the process of refugees social capital building from a micro perspective of the individual relationships. A study of the peculiar Italian situation which aims to investigate a presence, that of refugees, relatively recent and not yet organized on the territory. The research focuses on the effects of three different factors on this process : the refugees welcome system, the legal iter of seeking asylum and the refugees ethnic community. The study focuses on the specific context of the city of Milan. Milan has been chosen for the variety of its social context and the presence of different ethnic communities of refugees on its territory. The Italian welcome system for refugees is articulated in various types of structures ranging from simple dormitory to structured projects of social inclusion. The different modes of welcome can affect not only the characteristics of the individual social capital but also the opportunities to create a useful capital for a positive socio-economic inclusion. Ethnic communities have different internal relational dynamics dictated by cultural factors, structural characteristics and the historicity of the settlement. These characteristics may have an effect on the creation of different types of bonding and bridging social capital. At last the legal iter of seeking asylum negatively influences the ability to create social capital because makes difficult to take advantage of the resources and opportunities available through social networks. In conclusion the Italian asylum system doesn't provides the necessary tools to achieve autonomy. The current condition of the asylum system creates individuals who continue to be dependent on the welfare system, even when they exit from the welcome structure, without being able to become independent. The refugees usually trying to survive using the few social networks that they create through ethnic communities or within the welcome system.
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BENFANTE, CHIARA. "RISCOPRIRE E COLTIVARE LE CAPACITA' UMANE COME STRUMENTO DI DISAUTOMATIZZAZIONE INDIVIDUALE E COLLETTIVA NELL'ERA DELL'INTELLIGENZA ARTIFICALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/114594.

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Nella "società automatica" la tecnologia è l’elemento dominante. Il filosofo francese Bernard Stiegler la definisce "pharmakon", connotandone la duplice valenza: è "rimedio" utile a supportare gli individui e incrementarne le abilità, ma può anche essere "veleno", qualora impiegata come alternativa all’Umano. L’automazione in campo industriale è una realtà consolidata da diversi decenni, ma il progressivo estendersi dei campi di applicazione dell’Intelligenza artificiale giunge oggi a interessare ogni ambito produttivo, mettendo in crisi il ruolo dell’essere umano in una molteplicità di contesti. Occorre pertanto interrogarsi sulla natura e il valore di quelle capacità umane non replicabili dai dispositivi artificiali. Nella prima parte della tesi si propone una riflessione sul progresso tecnico-scientifico attraverso l'analisi del pensiero di Stiegler. Nella seconda parte si traccia un percorso di riscoperta delle capacità umane, partendo dal tema dell’Intelligenza fino ai teorici del capability approach. Il caso di studio è stato svolto presso la società di consulenza Deloitte US e lo Interfaith Ministries of Greater Houston, allo scopo di esplorare le modalità di applicazione del progetto "Enduring Human Capabilities", una metodologia innovativa di gestione e valutazione del personale basata sul parametro delle capacità umane intangibili e trasversali, anziché su criteri di tipo quantitativo.
In the "Automatic Society" technology is crucial. The defining notion of "pharmakon", according to Bernard Stiegler, implies a double meaning: on one hand technology is a useful "remedy" to support individuals and increase their abilities, on the other hand it is a poison, a threat to human agency. Automation in Manufacture has been introduced since decades, however, the range of applicability of Artificial Intelligence is currently widening in every industry, potentially undermining the role of human beings in all contexts. It is therefore necessary to analyse the nature and the value of those human capabilities that cannot be borrowed or replicated by technological devices. The first section of this work is focused on the discourse about scientific-technical progress and the thought of Bernard Stiegler. Part Two is about the rediscovery of Human Capabilities, starting from the notion of Intelligence up to the "capability approach". The case study was carried out at the consulting firm Deloitte US and the Interfaith Ministries of Greater Houston, Texas, with the aim of exploring the implementation of a HR project named "Enduring Human Capabilities", an innovative methodology for managing and evaluating personnel, based on the assessment and development of intangible human capabilities rather than quantitative parameters.
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BERNARDI, SILVIA. "NON COACTUS NEQUE VOLUIT? IL CONSENSO DELLA VITTIMA AL PROPRIO SFRUTTAMENTO E LA VULNERABILITÀ INDIVIDUALE NEL DIRITTO PENALE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/711544.

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Il presente lavoro di ricerca indaga il significato e i contorni assunti dal concetto di sfruttamento nel diritto penale italiano, vagliando in particolare la possibilità di attribuire rilevanza autonoma a una nozione di sfruttamento (definita in “senso stretto”) caratterizzata dalla presenza del consenso della vittima. A tal fine, vengono fatti oggetto di specifica attenzione – alla luce di un’analisi della dottrina e della giurisprudenza nazionali e sovranazionali – i concetti di “vulnerabilità” e di “approfittamento/abuso dell’altrui condizione di vulnerabilità”, considerati centrali per definire il disvalore dei fatti di sfruttamento dell’essere umano e per giustificare l’irrilevanza del consenso prestato dalla vittima al proprio sfruttamento; la ricerca conduce inoltre un’analisi critica delle posizioni emerse in dottrina e in giurisprudenza con riferimento al settore della normativa oggetto di esame, suggerendo alcune soluzioni coerenti con il modello interpretativo proposto. In conclusione al lavoro, la possibilità di attribuire rilevanza penale nel nostro sistema giuridico allo sfruttamento consensuale dell’individuo viene confrontata con i principi cardine dell’ordinamento (legalità, offensività, sussidiarietà e proporzione, effettività), da cui si ricavano indicazioni de iure condito e de iure condendo.
The research investigates the meaning and the scope of the concept of exploitation in Italian criminal law, particularly by addressing if a notion of exploitation characterized by the presence of the victim's consent (that we call “strictly speaking” exploitation) has an autonomous relevance in this legal field. Therefore, the research – in the light of an analysis of national and supranational doctrine and jurisprudence – focuses on the concepts of "vulnerability" and “taking advantage/abuse of others' condition of vulnerability", which are pivotal to define the disvalue of the human exploitation and to justify why the consent given by the victim to her/his exploitation can be considered irrelevant; it also analyzes critically the different positions emerged in doctrine and jurisprudence in this field, suggesting some solutions consistent with the proposed interpretative model. The criminal relevance of consensual exploitation is then compared with the principles of the Italian legal system (legality, offensiveness, subsidiarity and proportion, effectiveness).
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Vittori, Leydi Natalia <1985&gt. "Ottimizzazione del consumo dei grassi durante esercizio fisico: studio di un test per il target mirato di allenamento individuale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5866/1/tesi_vittori_leydi_natalia_ottimizzazione_del_consumo_lipidico.pdf.

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Il primo studio ha verificato l'affidabilità del software Polimedicus e gli effetti indotti d'allenamento arobico all’intensità del FatMax. 16 soggetti sovrappeso, di circa 40-55anni, sono stati arruolati e sottoposti a un test incrementale fino a raggiungere un RER di 0,95, e da quel momento il carico è stato aumentato di 1 km/ h ogni minuto fino a esaurimento. Successivamente, è stato verificato se i valori estrapolati dal programma erano quelli che si possono verificare durante a un test a carico costante di 1ora. I soggetti dopo 8 settimane di allenamento hanno fatto un altro test incrementale. Il dati hanno mostrato che Polimedicus non è molto affidabile, soprattutto l'HR. Nel secondo studio è stato sviluppato un nuovo programma, Inca, ed i risultati sono stati confrontati con i dati ottenuti dal primo studio con Polimedicus. I risultati finali hanno mostrato che Inca è più affidabile. Nel terzo studio, abbiamo voluto verificare l'esattezza del calcolo del FatMax con Inca e il test FATmaxwork. 25 soggetti in sovrappeso, tra 40-55 anni, sono stati arruolati e sottoposti al FATmaxwork test. Successivamente, è stato verificato se i valori estrapolati da INCA erano quelli che possono verificarsi durante un carico di prova costante di un'ora. L'analisi ha mostrato una precisione del calcolo della FatMax durante il carico di lavoro. Conclusione: E’ emersa una certa difficoltà nel determinare questo parametro, sia per la variabilità inter-individuale che intra-individuale. In futuro bisognerà migliorare INCA per ottenere protocolli di allenamento ancora più validi.
The most important treatment to prevent conditions such as being overweight and obesity, is regular exercise which increases daily energy expenditure and consumption of lipids. Numerous studies have described the relationship between exercise intensity and fat oxidation, the most recent in particular focused on FATmax. The first study verified the reliability of the software Polimedicus and the effects of aerobic training to FATmax. 16 overweight subjects were enrolled, about 40-55yrs old, and underwent incremental test until they reached an RER of 0.95, and from that moment the load increased of 1km/h every minute until exhaustion. Subsequently, it was checked if the values extrapolated from the program were those that may occur during a constant test of an hour. The subjects after 8 weeks did another incremental test. The final data has shown Polimedicus is not very reliable, especially the HR. In the second study new program was developed, Inca, and the results were compared to the data obtained from the first studies by Polimedicus. The final date have shows Inca is more reliable than Polimedicus. In the third study, we wanted to verify the accuracy of the calculation of the FATmax with Inca with the FATmaxwork test. 25 overweight subjects, between 40-55 yrs old, were enrolled and submitted to a FATmaxwork test. Subsequently, it was checked if the values extrapolated from INCA were those that may occur during a constant test load of an hour. The analysis showed accuracy of the calculation of FATmax during the workload. Conclusion: The difficulty of determining this parameter was highlighted, due both to the large inter-individual and intra-individual variability. In the future we need to improve INCA to allow us to obtain even more valid training protocols.
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Vittori, Leydi Natalia <1985&gt. "Ottimizzazione del consumo dei grassi durante esercizio fisico: studio di un test per il target mirato di allenamento individuale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5866/.

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Il primo studio ha verificato l'affidabilità del software Polimedicus e gli effetti indotti d'allenamento arobico all’intensità del FatMax. 16 soggetti sovrappeso, di circa 40-55anni, sono stati arruolati e sottoposti a un test incrementale fino a raggiungere un RER di 0,95, e da quel momento il carico è stato aumentato di 1 km/ h ogni minuto fino a esaurimento. Successivamente, è stato verificato se i valori estrapolati dal programma erano quelli che si possono verificare durante a un test a carico costante di 1ora. I soggetti dopo 8 settimane di allenamento hanno fatto un altro test incrementale. Il dati hanno mostrato che Polimedicus non è molto affidabile, soprattutto l'HR. Nel secondo studio è stato sviluppato un nuovo programma, Inca, ed i risultati sono stati confrontati con i dati ottenuti dal primo studio con Polimedicus. I risultati finali hanno mostrato che Inca è più affidabile. Nel terzo studio, abbiamo voluto verificare l'esattezza del calcolo del FatMax con Inca e il test FATmaxwork. 25 soggetti in sovrappeso, tra 40-55 anni, sono stati arruolati e sottoposti al FATmaxwork test. Successivamente, è stato verificato se i valori estrapolati da INCA erano quelli che possono verificarsi durante un carico di prova costante di un'ora. L'analisi ha mostrato una precisione del calcolo della FatMax durante il carico di lavoro. Conclusione: E’ emersa una certa difficoltà nel determinare questo parametro, sia per la variabilità inter-individuale che intra-individuale. In futuro bisognerà migliorare INCA per ottenere protocolli di allenamento ancora più validi.
The most important treatment to prevent conditions such as being overweight and obesity, is regular exercise which increases daily energy expenditure and consumption of lipids. Numerous studies have described the relationship between exercise intensity and fat oxidation, the most recent in particular focused on FATmax. The first study verified the reliability of the software Polimedicus and the effects of aerobic training to FATmax. 16 overweight subjects were enrolled, about 40-55yrs old, and underwent incremental test until they reached an RER of 0.95, and from that moment the load increased of 1km/h every minute until exhaustion. Subsequently, it was checked if the values extrapolated from the program were those that may occur during a constant test of an hour. The subjects after 8 weeks did another incremental test. The final data has shown Polimedicus is not very reliable, especially the HR. In the second study new program was developed, Inca, and the results were compared to the data obtained from the first studies by Polimedicus. The final date have shows Inca is more reliable than Polimedicus. In the third study, we wanted to verify the accuracy of the calculation of the FATmax with Inca with the FATmaxwork test. 25 overweight subjects, between 40-55 yrs old, were enrolled and submitted to a FATmaxwork test. Subsequently, it was checked if the values extrapolated from INCA were those that may occur during a constant test load of an hour. The analysis showed accuracy of the calculation of FATmax during the workload. Conclusion: The difficulty of determining this parameter was highlighted, due both to the large inter-individual and intra-individual variability. In the future we need to improve INCA to allow us to obtain even more valid training protocols.
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Bertoldi, Silvia <1993&gt. "Donne lavoratrici immigrate: oppressioni e resistenze. Percorsi di lotta sindacale e processi generativi di trasformazione individuale, collettiva e sociale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21393.

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In un contesto nazionale, e non solo, caratterizzato da una svalutazione complessiva della manodopera e da un'inferiorizzazione sistemica della condizione sociale e giuridica della popolazione immigrata, le donne lavoratrici immigrate ricoprono una posizione che interseca diversi assi, tra cui il genere, la classe sociale, la nazionalità, lo status giuridico, il ruolo familiare. Lungo tali assi scorrono rapporti di subordinazione e di dominio che si riproducono dentro e fuori il luogo di lavoro e da cui il sistema di produzione capitalistico trae possibilità di sfruttamento. Tuttavia, nell'ultimo decennio ha preso avvio un'importante attivazione sindacale a partire da quei settori chiave dell'attuale sistema di produzione, tra cui il settore logistico, che vedono impiegati una maggioranza di manodopera straniera. Con la presente ricerca si intende pertanto indagare i fenomeni riguardanti l'attivismo sindacale in cui le donne lavoratrici immigrate hanno ricoperto un ruolo centrale e di protagonismo: attraverso l'analisi di due casi studio - ovvero i percorsi di lotta sindacale, e non solo, avvenuti presso lo stabilimento alimentare Italpizza (Modena 2018-2019) e presso i magazzini del gruppo Yoox-Net A Porter (Bologna, 2013-2014 e 2020-2021) - si ricostruiranno le condizioni di lavoro e le motivazioni che hanno spinto all'auto-attivazione e all'organizzazione collettiva e si ripercorrerà lo sviluppo del percorso di lotta interno ed esterno al luogo di lavoro. Si proseguirà con l'analisi dei risultati ottenuti dalla lotta sindacale, tanto in termini vertenziali e materiali, quanto in riferimento ai risvolti simbolici e immateriali che hanno influito e influiscono sulla soggettività delle donne coinvolte nelle mobilitazioni, sui territori in cui queste hanno preso luogo e sulla società tutta. Ciò è stato analizzato attraverso una ricerca empirica qualitativa effettuata tramite tredici interviste in profondità e la partecipazione ad alcuni momenti collettivi auto-organizzati dalle realtà coinvolte nelle mobilitazioni. La letteratura accademica principalmente utilizzata fa riferimento alla sociologia critica degli studi sulle migrazioni e del lavoro, in particolar modo rispetto alle teorie riguardo la segmentazione del mercato del lavoro e della divisione internazionale del lavoro; agli studi sui movimenti sociali, soprattutto in riferimento ai fenomeni migratori, e alla produzione teorica e concettuale del 'black feminism' e del cosiddetto femminismo marxista della rottura.
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BAZZANI, MATTEO. "Imputazione individuale e attuazione solidale della responsabilità dei membri del consiglio di amministrazione di s.p.a. nei confronti della società." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/209.

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La tesi affronta il tema della responsabilità dei membri del consiglio di amministrazione di s.p.a verso la società per gli inadempimenti dei doveri gestori insiti negli atti o nelle omissioni collegiali. L'accertamento dei presupposti della responsabilità degli amministratori deve avvenire su base individuale con conseguente possibilità di imputazione del danno da risarcire ad alcuni consiglieri e non ad altri, che pure abbiano compartecipato al medesimo inadempimento: il singolo amministratore può infatti essere esonerato da responsabilità mediante la prova della personale immunità da colpa (dimostrando di essere stato diligente alla luce della natura del suo incarico e delle sue specifiche competenze) anche a prescindere dalla manifestazione formale del dissenso ex art. 2392 cc., ult. comma. La solidarietà rappresenta la regola di attuazione dell'obbligazione risarcitoria tra gli amministratori ritenuti corresponsabili in relazione al medesimo fatto dannoso. È possibile tuttavia pervenire ad una graduazione della condanna risarcitoria in virtù dell'eventuale connotazione dolosa dell'inadempimento di un singolo consigliere e dell'applicazione del regime risarcitorio differenziato di cui all'art. 1307 c.c.. La società può inoltre rinunziare alla solidarietà anche ex ante con adozione in via statutaria di un regime di responsabilità parziaria per tutti o alcuni degli amministratori, purchè nei soli rapporti tra società e amministratori e nei limiti di cui all'art. 1229 cc.
This thesis provides an analysis of the pertinent aspects of the liability of corporate directors for breach of their fiduciary duties in case of collegial functioning of an Italian s.p.a.'s board of directors. The liability of the directors must be determined on an individual basis and whether they are exculpated from liability for a breach of their duties can vary for each director based on his specialized skills and on the role he plays in the board (independent director, president, member of a committee), regardless of the entering of the dissent from the board's action into the corporate records. The liability is joint and several where two or more directors jointly participate in the same breach of a fiduciary duty with a right of contribution inter se. The corporation ( S.P.A. ) may waive to the protection secured by the joint and several liability rule either (i) by opting for a proportional liability regime with respect to the directors' liability vis-a-vis the corporation and except for the cases of directors' fraud or gross negligence or (ii) by entering into partial settlements with one director (or more directors) for the portion of the damage attributable to his (or their) personal fault.
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BAZZANI, MATTEO. "Imputazione individuale e attuazione solidale della responsabilità dei membri del consiglio di amministrazione di s.p.a. nei confronti della società." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/209.

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La tesi affronta il tema della responsabilità dei membri del consiglio di amministrazione di s.p.a verso la società per gli inadempimenti dei doveri gestori insiti negli atti o nelle omissioni collegiali. L'accertamento dei presupposti della responsabilità degli amministratori deve avvenire su base individuale con conseguente possibilità di imputazione del danno da risarcire ad alcuni consiglieri e non ad altri, che pure abbiano compartecipato al medesimo inadempimento: il singolo amministratore può infatti essere esonerato da responsabilità mediante la prova della personale immunità da colpa (dimostrando di essere stato diligente alla luce della natura del suo incarico e delle sue specifiche competenze) anche a prescindere dalla manifestazione formale del dissenso ex art. 2392 cc., ult. comma. La solidarietà rappresenta la regola di attuazione dell'obbligazione risarcitoria tra gli amministratori ritenuti corresponsabili in relazione al medesimo fatto dannoso. È possibile tuttavia pervenire ad una graduazione della condanna risarcitoria in virtù dell'eventuale connotazione dolosa dell'inadempimento di un singolo consigliere e dell'applicazione del regime risarcitorio differenziato di cui all'art. 1307 c.c.. La società può inoltre rinunziare alla solidarietà anche ex ante con adozione in via statutaria di un regime di responsabilità parziaria per tutti o alcuni degli amministratori, purchè nei soli rapporti tra società e amministratori e nei limiti di cui all'art. 1229 cc.
This thesis provides an analysis of the pertinent aspects of the liability of corporate directors for breach of their fiduciary duties in case of collegial functioning of an Italian s.p.a.'s board of directors. The liability of the directors must be determined on an individual basis and whether they are exculpated from liability for a breach of their duties can vary for each director based on his specialized skills and on the role he plays in the board (independent director, president, member of a committee), regardless of the entering of the dissent from the board's action into the corporate records. The liability is joint and several where two or more directors jointly participate in the same breach of a fiduciary duty with a right of contribution inter se. The corporation ( S.P.A. ) may waive to the protection secured by the joint and several liability rule either (i) by opting for a proportional liability regime with respect to the directors' liability vis-a-vis the corporation and except for the cases of directors' fraud or gross negligence or (ii) by entering into partial settlements with one director (or more directors) for the portion of the damage attributable to his (or their) personal fault.
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MENARDI, ARIANNA. "Studio della topologia cerebrale individuale per la personalizzazione degli interventi di stimolazione transcranica magnetica: un approccio alla modulazione dei network." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3458391.

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In network complessi, il passaggio dell’informazione si basa su un’efficiente organizzazione topologica. La stimolazione transcranica magnetica (TMS) è una forma di stimolazione cerebrale non-invasiva che ci permette di testare la causalità tra meccanismi neurali e funzionamento cognitivo. Lo scopo di questo progetto è stato quello di studiare le proprietà topografiche del connettoma individuale, determinare i suoi pattern di risposta a perturbazioni esterne ed utilizzare questa informazione per l’individualizzazione dei target di stimolazione cerebrale. A tale scopo, abbiamo condotto una serie di studi basati su nozioni derivanti dalla teoria dei grafi e analisi dei network per studiare le differenze interindividuali e comprendere come queste influenzino la performance cognitiva. Nello Studio 1, abbiamo studiato il rapporto tra topografia cerebrale, funzioni esecutive (EF) e predisposizioni genetiche. Abbiamo quindi analizzato i dati neuropsicologici e di risonanza magnetica funzionale di 453 gemelli provenienti dal Colorado Longitudinal Twins’ Study e 463 gemelli provenienti dall’Human Connectome Project (HCP). Per mezzo di simulazioni di lesioni al connettoma funzionale individuale, abbiamo dimostrato un’associazione tra differenze interindividuali alle EF e differenti pattern di predominanza nei network cerebrali a riposo. Nello Studio 2, abbiamo testato l’ereditabilità della resilienza cerebrale a seguito di simulazioni di tali lesioni, osservando così una moderata ereditabilità per connessioni inter-network ed interemisferiche, nonché per alcune misure topologiche. Nello Studio 3, abbiamo esaminato se approcci di neurostimolazione personalizzati risultassero in una maggiore efficacia e replicabilità dei protocolli. Ventiquattro partecipanti sono stati sottoposti ad un protocollo TMS a singolo impulso su due nodi cerebrali appartenenti ai Network del Dorsal Attention (DAN) e del Default Mode (DMN) rispettivamente. Per ogni visita, il target di stimolazione poteva essere scelto sulla base di mappe dei network derivanti da statistiche di gruppo, o poteva essere invece personalizzato. La stimolazione veniva ripetuta due volte, a distanza di un mese, durante la co-registrazione del segnale elettroencefalografico. I nostri risultati dimostrano una maggior replicabilità dei risultati a seguito della personalizzazione dei protocolli di stimolazione, specialmente per il DAN. Infine, nello Studio 4, abbiamo testato l’utilizzo di approcci basati sulla teoria della controllabilità dei network (NCT) per predire i siti di stimolazione ottimali negli interventi TMS. Abbiamo testato diverse simulazioni su 400 partecipanti dell’HCP, con misure ripetute per 45 di essi. I nodi di stimolazione ideali venivano definiti sulla base della loro capacità di guidare il sistema da uno stato di attivazione iniziale, verso un determinato stato finale. I nostri risultati suggeriscono che il reclutamento dei network cerebrali a seguito di stimolazioni guidate dall’approccio NCT era significativamente maggiore rispetto che a seguito della stimolazione di nodi tradizionali, suggerendo quindi l’uso della NCT come un approccio utile nel guidare la scelta dei siti di stimolazione. Questo progetto ha lo scopo di studiare le differenze interindividuali nella topologia cerebrale come veicolo per comprendere la variabilità interindividuale in funzioni cognitive e l’impatto che influenze genetiche e ambientali possono avere nel modellare questa interazione. Inoltre, rappresenta un primo tentativo verso la personalizzazione degli interventi di cura, considerato il rapporto tra costi e benefici. Nel complesso, questo progetto sottolinea l’importanza di applicare lo studio dei network per comprendere il continuum tra topologia cerebrale e funzionamento cognitivo, del creare modelli rappresentativi del passaggio dell’informazione nel cervello, così come dei meccanismi neurali sottostanti la stimolazione cerebrale.
In complex networks, information transfer is ensured by an efficient topological architecture. A methodology to causally validate this structure-function relationship is represented by Transcranial Magnetic Stimulation (TMS), a form of noninvasive brain stimulation that can act on the neural mechanisms underpinning cognition. The aim of this project was to study the topographical properties of the individual connectome, determine its response to external perturbations and use this information to tailor the selection of stimulation targets in the brain. To achieve these aims, we conducted a series of studies employing graph theory and network theory analyses to determine interindividual differences in the brain information flow and cognitive efficiency. In Study 1, we investigated how interindividual differences in brain topology account for differences in executive functions (EF) and how genetic factors might shape such a relationship. The neuropsychological and resting state functional magnetic resonance imaging data of 453 twins from the Colorado Longitudinal Twins’ Study and 463 twins from the Human Connectome Project (HCP) were analyzed. Through an approach of step-wise in silico network lesioning of the individual functional connectome, we showed that interindividual differences in EF are associated with different dependencies on neural networks at rest. In Study 2, we further addressed the heritability of brain resilience to in silico network lesioning, following the removal of either brain nodes or connections. Evidence of moderate heritability was found for inter-networks, interhemispheric links and for additional topological indices. In Study 3, we moved to investigate if personalized neurostimulation results in enhanced protocol’s reliability and efficacy. Twenty-four subjects underwent single pulse TMS over two nodes belonging to the Dorsal Attention (DAN) and Default Mode (DMN) Networks, respectively. Across visits, the stimulated target for both networks was chosen either based on group-derived networks’ maps or personalized based on individual anatomy and functional profile. All stimulation visits were conducted twice, one month apart, during concomitant electroencephalography recording. Preliminary results suggest higher reliability of the results following individualized protocols, especially for the DAN stimulation. Finally, in Study 4, we tested network control theory approaches for the prediction of the optimal stimulation target(s) in TMS interventions. Simulations were run on 400 HCP participants, with test-retest data available for 45 of them. Ideal stimulation nodes were defined as the ones able to guide the system from an initial state to a desired target state. We modeled the efficacy of stimulation applied to traditional stimulation sites compared to input nodes derived from network control theory (NCT) predictions. Results suggest that the amount of network engagement following stimulation of NCT-derived cerebral sites is significantly higher compared to traditionally employed neuromodulation sites, suggesting NCT as a useful tool in guiding brain stimulation. This project aims at studying interindividual differences in brain topology as a proxy to understand inter-subject variance in high order cognitive functioning and the impact of genetic and environmental influences in shaping this relationship. Furthermore, it represents a first attempt in addressing the importance of personalization of care in consideration of the benefit/cost ratio. Overall, this project highlights the strengths of applying network sciences to the understanding of the continuum between brain topology and cognitive functioning, of the modeling of information transfer in the brain, and in the neural pathways underpinning brain stimulation.
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SCOTTI, STEFANIA. "Regolazione della biosintesi del NAD+: determinazione del contributo individuale dei tre isoenzimi della NMN adeniltrasferasi umana in tessuti ed estratti cellulari." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2008. http://hdl.handle.net/11566/242441.

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MOCHI, FRANCESCA. "Creatività individuale e di team: Esperimenti riguardo gli effetti degli stili di leadership e delle pratiche di gestione delle risorse umane." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39858.

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Анотація:
La tesi approfondisce alcune delle risorse strategiche che permettono la sopravvivenza e il miglioramento delle organizzazioni. Essa si divide in tre articoli, il fil rouge è l’utilizzo degli esperimenti come metodologia di ricerca. Riconoscendo la creatività dei lavoratori come una competenza strategica e una misura di performance sia a livello individuale che di gruppo, il primo articolo confronta gli effetti di tre stili di leadership – trasformazionale, transazionale e laissez-faire – sulla creatività individuale e mostra quale di essi sia più appropriato per il suo incremento. I mood positivi e negativi sono stati inclusi nel modello di ricerca come mediatori e la motivazione intrinseca è stata inclusa come moderatore. Il secondo articolo estende il primo e indaga le medesime relazioni a livello di team. Non solo i leader, ma anche i follower sono rilevanti per le organizzazioni: i talenti sono la linfa vitale delle organizzazioni e il loro comportamento deve essere indagato in modo da attrarli, trattenerli e gestirli. Il terzo articolo indaga quindi il comportamento dei talenti nella ricerca di una posizione lavorativa e nella scelta del datore di lavoro tramite l’utilizzo di social media e l’analisi delle pagine sui social network.
The purpose of the thesis is to provide an in-depth understanding of some strategic resources that allow organizational survival and improvement. The thesis is divided into three papers and the fil rouge is the use of experimental design as research methodology. Recognizing creativity as a strategic competence and a measure of individual or team performance, the first paper compares the effect of three leadership styles – transformational, transactional and laissez-faire – on individual creativity, thus showing which leadership behavior is the most suitable for enhancing it. Positive and negative moods are included in the research design as mediators and individual intrinsic motivation is included as moderator. The second paper is an extension of the first one and investigates the same relationships at a team level of analysis. Furthermore, not only leaders are relevant for the organizations, but followers too. Talents are the life-bloods of organizations and their behaviours have to be detected for attracting them, but also for retaining and managing them. The third paper untangles the job seekers’ behaviors in looking for a job and choosing a company rather than another one basing their choice on the screening of social media and social network pages.
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MOCHI, FRANCESCA. "Creatività individuale e di team: Esperimenti riguardo gli effetti degli stili di leadership e delle pratiche di gestione delle risorse umane." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39858.

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La tesi approfondisce alcune delle risorse strategiche che permettono la sopravvivenza e il miglioramento delle organizzazioni. Essa si divide in tre articoli, il fil rouge è l’utilizzo degli esperimenti come metodologia di ricerca. Riconoscendo la creatività dei lavoratori come una competenza strategica e una misura di performance sia a livello individuale che di gruppo, il primo articolo confronta gli effetti di tre stili di leadership – trasformazionale, transazionale e laissez-faire – sulla creatività individuale e mostra quale di essi sia più appropriato per il suo incremento. I mood positivi e negativi sono stati inclusi nel modello di ricerca come mediatori e la motivazione intrinseca è stata inclusa come moderatore. Il secondo articolo estende il primo e indaga le medesime relazioni a livello di team. Non solo i leader, ma anche i follower sono rilevanti per le organizzazioni: i talenti sono la linfa vitale delle organizzazioni e il loro comportamento deve essere indagato in modo da attrarli, trattenerli e gestirli. Il terzo articolo indaga quindi il comportamento dei talenti nella ricerca di una posizione lavorativa e nella scelta del datore di lavoro tramite l’utilizzo di social media e l’analisi delle pagine sui social network.
The purpose of the thesis is to provide an in-depth understanding of some strategic resources that allow organizational survival and improvement. The thesis is divided into three papers and the fil rouge is the use of experimental design as research methodology. Recognizing creativity as a strategic competence and a measure of individual or team performance, the first paper compares the effect of three leadership styles – transformational, transactional and laissez-faire – on individual creativity, thus showing which leadership behavior is the most suitable for enhancing it. Positive and negative moods are included in the research design as mediators and individual intrinsic motivation is included as moderator. The second paper is an extension of the first one and investigates the same relationships at a team level of analysis. Furthermore, not only leaders are relevant for the organizations, but followers too. Talents are the life-bloods of organizations and their behaviours have to be detected for attracting them, but also for retaining and managing them. The third paper untangles the job seekers’ behaviors in looking for a job and choosing a company rather than another one basing their choice on the screening of social media and social network pages.
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Cioffi, Francesca. "Applicazione del linguaggio ad agenti Jason per la programmazione di alto livello di robot." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amslaurea.unibo.it/8448/.

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I sistemi software rivestono nel campo dell'informatica un ruolo di fondamentale importanza. Negli ultimi anni una caratteristica richiesta ai sistemi è la decentralizzazione del controllo, nell'ottica di un sistema visto come connessioni di parti che possono interagire, e dove ciascuna parte possiede un certo grado di autonomia nella scelta delle attività che devono essere compiute. In tale contesto si introduce il paradigma degli agenti, in quanto include sia aspetti relativi ai modelli computazionali, sia aspetti relativi ai linguaggi. Nella tesi si esplora l'applicazione del linguaggio di programmazione Jason applicato alla programmazione dei controllori di robot. In particolare, si esplora ciò che riguarda il comportamento individuale dell'agente.
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SCIFO, ANDREA. "Studio degli effetti della pre-esposizione adolescenziale al Δ9-THC nell’autosomministrazione di eroina, in età adulta, in un modello animale di maggiore (ratti Lewis) e minore (ratti Fischer 344) predisposizione all’abuso". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266869.

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Introduction: The progression from adolescence strong use of Cannabis to heroin abuse in adulthood, theorized by Kandel as Gateway Hypothesis (GH) doesn't adequately account the importance of phenotype vulnerability as predisposing factor involved in the development of a drug abuse-related behavioral disorder. Addiction prone Lewis (LEW) and addiction resistant Fischer (F344) inbred rat strains represents a useful animal model of different drug vulnerability in light of the different susceptibility to opiates and psychostimulants reinforcing properties. Aim: Thus, the purpose of this study was to investigate the influence of Δ9-THC adolescence exposure on the addictive properties of heroin in LEW and F344 strain, during heroin self-administration (SA) in adulthood. Methods: On the 6th postnatal (PN) week rats were administered twice a day with increasing doses of Δ9-THC (2, 4, 8 mg/kg, i.p.) for three consecutive days. In adulthood (12th PN), LEW and F344 rats were trained to acquire heroin SA behavior (0.025 mg/kg/48 μl, 1-h daily session), under Fixed Ratio-1 (FR-1) (1NP = 1 infusion) schedule of responding. When criterion of acquisition was met, LEW and F344 rats were subjected to self administer heroin: i) under Fixed Ratio (FR-3 and FR-5) schedule of responding (Exp I), to better understand how Δ9-THC could influence heroin reinforcing properties; ii) under Progressive Ratio (PR3-4) schedule of reinforcement (Exp II) in order to evaluate if Δ9-THC adolescent exposure affect the motivational value of heroin; iii) during daily 4-h SA (long access, LA), with increasing doses of heroin (0.025, 0.050 and 0.100 mg/kg), under FR-1 schedule (Exp. III) to determine the role of Δ9-THC as predisposing factor in the vulnerability of opiate abuse by escalation of heroin intake. Results: In each experiments, adolescent pre-exposure to Δ9-THC induced higher operant responding activity and greater adaptation to all experimental conditions (Exp I, II, III) of opiate-reinforced SA behavior in adult LEW rats as well as progressive escalation of heroin intake when exposed to higher doses of heroin, compared to LEW vehicle as well as to F344 strain (Exp III). Furthermore, LEW Δ9-THC pretreated rats readily acquire PR schedule, showing greater nose poking behavior and higher breaking point values compared to their controls as well as to the counterpart F344 groups. No such differences were observed in the F344 rats strain. Conclusion: Genetic vulnerability plays a critical role as a predisposing factor in the progression to opiate abuse and related behavioral disease. The results of my research strongly demonstrate that Δ9-THC pre-treatment in adolescence differentially affects both heroin rewarding properties and motivational value, in adulthood, in a strain-related way, and for the first time clearly indicate that heavy Cannabis use during adolescence could have a gateway effect in the adulthood only on individuals provided by an addiction prone genetic and/or phenotype background.
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Riccetti, Silvia. "In vitro modelling of patient-specific susceptibility to neurotropic flavivirus infection by using induced pluripotent stem cells." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3422230.

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Background: A characteristic feature of many infections is that only a portion of exposed individuals develop clinical disease. These include mosquito-borne flaviviruses such as West Nile virus (WNV), Zika virus (ZIKV) and Usutu virus (USUV) infections, which generally cause mild illness or asymptomatic infections in humans. Nonetheless, WNV can cause serious neuroinvasive diseases in less than 1% of infected patients, mainly elderly and immunocompromised subjects; ZIKV may cause fetal microcephaly in about 5% of infections acquired during pregnancy and 1 in 10,000 infected adults develop Guillain-Barré syndrome; USUV seems less pathogenic than WNV and most human infections described so far were asymptomatic, with rare cases of encephalitis or meningitis. Aim of the study: The different infection outcomes or progression to severe disease can be partly explained by host genetic variations, but the genetic traits associated with susceptibly to severe infection remain poorly understood. Aim of this study was to develop a patient-specific in vitro platform, based on human induced pluripotent stem cells (hiPSCs), to investigate the mechanisms of variations in human susceptibility to severe flavivirus infection. Methods: iPSCs were generated from erythroblasts of two blood donors with asymptomatic WNV infection (controls) and from two patients who developed WNV encephalitis but had no co-morbidity or other risk factors (cases). Patient-specific iPSCs were differentiated into neural stem cells (NSCs) and infected with WNV lineage 1 (GU011992), ZIKV Asian lineage (KU853013), and USUV lineage Europe 1 (AY453411) at different MOIs. Time course experiments were performed to evaluate viral replication kinetics in infected NSCs, cell viability and cell death following infection, and expression of genes involved in antiviral innate immunity. Next-generation sequencing of 2,600 genes related to immune system in iPSCs of cases and controls was performed to detects mutations potentially associated with increased susceptibility to neuroinvasive disease. Results: USUV and WNV replicated more efficiently, yielding 10 and 100-fold higher viral load and inducing 40% and 70% higher cell mortality, respectively, in NSCs derived from cases than in NSCs derived from controls. WNV induced 3-fold higher caspase 3 activity in infected NSC derived from encephalitis patients than in NSCs derived from asymptomatic donors. Several genes involved in the antiviral IFN pathway were significantly upregulated after USUV, ZIKV and WNV infection (in particular, type 3 IFNs genes), but the general trend indicated an attenuated response in NSCs derived from WNV encephalitis cases, which showed significantly lower mRNA levels of IFN pathway regulators such as TLR3, MAVS and IRF7. Exome sequencing analysis identified heterozygous inactivating mutations in the PSIP1 and DDX58 genes of cases, but not in controls, as polymorphism in other genes that could play a role in disease susceptibility. Conclusions: Patient-specific iPSCs are useful tools to model individual susceptibility to viral infectious diseases and allowed to demonstrate that WNV and USUV and, to a lesser extent, ZIKV, replicated more efficiently and induced more cell death and apoptosis in NSCs derived from patients with WNV encephalitis than in cells derived from blood donors with asymptomatic infection. This increased susceptibility to neurotropic flaviviruses was associated with a significantly attenuated innate antiviral response. Exome sequencing revealed inactivating mutations in genes that represent good candidates for further investigation.
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ZONZA, ANDREA. "La percezione del gusto amaro nell’uomo: la sensibilità gustativa al 6-n-propiltiouracile (PROP) come marker della variabilità individuale con implicazioni fisiologico-nutrizionali." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2012. http://hdl.handle.net/11584/266076.

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PROP sensitivity varies greatly among individuals and can strongly influence food choice and satiety. It is associated with the bitter receptor gene (TAS2R38) and with differences in the salivary proteins involved in taste function. Among them, the enzyme Zn dependent gustin, a trophic factor of taste buds. We investigated the possible association of PROP taste phenotype with TAS2R38 haplotypes, gustin gene polymorphism rs2274333 (A/G), salivary Zn2+concentration and BMI. BMI were determined in 76 volunteers (29 males, 47 females, age 25 ± 3 y). PROP phenotype was determined by scaling methods and threshold measurements. The salivary Zn2+ concentration was determined and molecular analysis of TAS2R38 and gustin gene polymorphisms were performed using PCR techniques. PROP threshold determination can discriminate tasters from nontasters, while scaling methods distinguish also medium tasters from supertasters. Salivary Zn2+ and BMI were greater in nontasters than in supertasters. Molecular analysis of gustin DNA showed that allele A were more frequent in supertasters, while allele G were more frequent in nontasters. The lowest responsiveness in nontasters is strongly associated to AVI nontasting variant of TAS2R38, while the highest responsiveness in supertasters is strongly associated to allele A of gustin gene. The two genes account for up to 60% of phenotypic variance in PROP bitterness and to 40% in threshold values. These data demonstrated that sensitivity to PROP is inversely related to BMI and salivary Zn2+ and directly associated with the dimorphism rs2274333 in gustin gene that is hypothesized to affect its function. In addition, showed how the combination of TAS2R38 and gustin gene genotypes modulate PROP phenotype providing an additional tool for the evaluation of human eating behaviour and nutritional status.
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Ruiz, Nicolas. "Toward a universal privacy and information-preserving framework for individual data exchange." Doctoral thesis, Universitat Rovira i Virgili, 2019. http://hdl.handle.net/10803/666489.

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Data on individual subjects, which are increasingly gathered and exchanged, provide a rich amount of information that can inform statistical and policy analysis in a meaningful way. However, due to the legal obligations surrounding such data, this wealth of information is often not fully exploited in order to protect the confidentiality of respondents. The issue is thus the following: how to ensure a sufficient level of data protection to meet releasers’ concerns in terms of legal and ethical requirements, while still offering users a reasonable level of information. This question has raised a range concerns about the privacy/information trade-off and has driven a quest for best practices that can be both useful to users but also respectful of individuals’ privacy. Statistical disclosure control research has historically provided the analytical apparatus through which the privacy/information trade-off can be assessed and implemented. In recent years, the literature has burgeoned in many directions. In particular, techniques applicable to micro data offer a wide variety of tools to protect the confidentiality of respondents while maximizing the information content of the data released, for the benefit of society at large. Such diversity is undoubtedly useful but has several major drawbacks. In fact, there is currently a clear lack of agreement and clarity as to the appropriate choice of tools in a given context, and as a consequence, there is no comprehensive view (or at best an incomplete one) of the relative performances of the techniques available. The practical scope of current micro data protection methods is not fully exploited precisely because there is no overarching framework: all methods generally carry their own analytical environment, underlying approaches and definitions of privacy and information. Moreover, the evaluation of utility and privacy for each method is metric and data-dependent, meaning that comparisons across different methods and datasets is a daunting task. Against this backdrop, this thesis focuses on establishing some common grounds for individual data anonymization by developing a new, universal approach. Recent contributions to the literature point to the fact that permutations happen to be the essential principle upon which individual data anonymization can be based. In this thesis, we demonstrate that this principle allows for the proposal of a universal analytical environment for data anonymization. The first contribution of this thesis takes an ex-post approach by proposing some universal measures of disclosure risk and information loss that can be computed in a simple fashion and used for the evaluation of any anonymization method, independently of the context under which they operate. In particular, they exhibit distributional independence. These measures establish a common language for comparing different mechanisms, all with potentially varying parametrizations applied to the same data set or to different data sets. The second contribution of this thesis takes an ex-ante approach by developing a new approach to data anonymization. Bringing data anonymization closer to cryptography, it formulates a general cipher based on permutation keys which appears to be equivalent to a general form of rank swapping. Beyond all the existing methods that this cipher can universally reproduce, it also offers a new way to practice data anonymization based on the ex-ante exploration of different permutation structures. The subsequent study of the cipher’s properties additionally reveals new insights as to the nature of the task of anonymization taken at a general level of functioning. The final two contributions of this thesis aim at exploring two specific areas using the above results. The first area is longitudinal data anonymization. Despite the fact that the SDC literature offers a wide variety of tools suited to different contexts and data types, there have been very few attempts to deal with the challenges posed by longitudinal data. This thesis thus develops a general framework and some associated metrics of disclosure risk and information loss, tailored to the specific challenges posed by longitudinal data anonymization. Notably, it builds on a permutation approach where the effect of time on time-variant attributes can be seen as an anonymization method that can be captured by temporal permutations. The second area considered is synthetic data. By challenging the information and privacy guarantees of synthetic data, it is shown that any synthetic data set can always be expressed as a permutation of the original data, in a way similar to non-synthetic SDC techniques. In fact, releasing synthetic data sets with the same privacy properties but with an improved level of information appears to be invariably possible as the marginal distributions can always be preserved without increasing risk. On the privacy front, this leads to the consequence that the distinction drawn in the literature between non-synthetic and synthetic data is not so clear-cut. Indeed, it is shown that the practice of releasing several synthetic data sets for a single original data set entails privacy issues that do not arise in non-synthetic anonymization.
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VARESANO, BRIGIDA. "I CRIMINI CONTRO IL PATRIMONIO CULTURALE: NUOVE PROSPETTIVE DI TUTELA DEI DIRITTI UMANI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/791194.

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Tra le strategie di contrasto ai multiformi fenomeni criminosi afferenti al patrimonio culturale, riveste un ruolo cruciale l’affermarsi, a livello internazionale, del principio della responsabilità penale individuale. A fronte dell’attuale scenario internazionale, in cui i beni culturali sono stati sovente oggetto della furia iconoclasta di gruppi estremisti, la presente ricerca si propone di acclarare quale rilevanza penale sia riconosciuta dal diritto internazionale, in una prospettiva de iure condito, alla distruzione intenzionale del patrimonio culturale quand’anche questa sia svincolata dai conflitti armati. Onde risolvere tale queastio iuris, la ricerca adotta quel preciso ragionamento giuridico, sviluppato dai tribunali internazionali penali, al fine di affermare la responsabilità penale individuale per la violazione di norme internazionali. In specie l’indagine si occupa di verificare la sussistenza dei tre requisiti che, in ossequio alla giurisprudenza internazionale penale, sono necessari affinché un individuo possa ritenersi penalmente responsabile a livello internazionale per la distruzione di beni culturali: ovverosia, (a) l’esistenza di una norma internazionale che imponga un determinato obbligo di tutela dei beni culturali; (b) la produzione di serious conseguenze in seguito alla violazione della suddetta norma; (c) la generalizzata comminatoria della sanzione penale negli ordinamenti nazionali. Ciò posto, la prima parte del lavoro – avente perlopiù carattere introduttivo – è volta a fornire un inquadramento sistematico del corpus normativo posto a tutela del patrimonio culturale all’interno del sistema di garanzia dei diritti umani. In questo contesto, viene in evidenza come l’interesse del legislatore internazionale in materia si sia declinato in diversi approcci connotati, sia da una progressiva estensione della nozione di bene giuridico protetto, che dall’evoluzione della ratio di tutela perseguita. Al fine di dimostrare quanto detto, si analizza: in primo luogo il diritto internazionale umanitario, le cui disposizioni hanno riconosciuto un’immunità al patrimonio culturale nella sua consistenza materiale, salvaguardandolo dai danni, seppur collaterali, derivanti dalle ostilità armate; e in secondo luogo, la normativa di più ampio respiro che, abbracciando la più estesa nozione di cultural heritage, ha inteso la tutela del bene culturale quale componente essenziale del rispetto dei diritti umani. Una volta chiarita la genesi del sistema normativo, ci si sofferma funditus sulla evoluzione dello stesso, prestando particolare attenzione all’emersione di nuove finalità di tutela. Tramite l’analisi del law enforcement attuato dalla Corte di Strasburgo e dalla Corte interamericana dei diritti umani, in materia di diritti culturali dell’uomo, si provvede ad inquadrare gli obblighi internazionali a protezione dei beni culturali sotto la lente dei diritti umani. Passaggio, questo, che appare centrale onde comprendere la reale portata del divieto di distruggere il patrimonio culturale in qualsivoglia contesto, e non solo in quello bellico. Esaurita la trattazione concernente le norme primarie, ed individuata dunque la sussistenza di specifici obblighi internazionali, l’indagine si concentra poi sulle conseguenze scaturenti, sul piano secondario, in caso di violazioni. Avendo riguardo alle reazioni poste in essere nella Comunità internazionale, essenzialmente realizzate tramite forme istituzionalizzate, quali quelle dell’UNESCO e delle Nazioni Unite, ci si occupa di appurare il grado di gravità riconosciuto alla rottura della legalità in materia. Sicché, guardando al dato fattuale, cioè all’azione solidale ed istituzionale attuata dagli omnes in risposta alla distruzione iconoclasta, si ricostruisce la natura erga omnes del divieto di distruggere il patrimonio culturale, e più in generale degli obblighi protettivi a questo relativi. Acclarato che la distruzione deliberata del patrimonio culturale integra una violazione grave del diritto internazionale, l’ultima parte dell’indagine – che rappresenta forse quella più innovativa – è volta ad accertarne la rilevanza penale nell’ambito dei sistemi giuridici nazionali. Infine, seguendo un ragionamento induttivo, che muove quindi dalle esperienze nazionali, e che si colloca comunque in una prospettiva de iure condito, potrà evincersi l’esistenza o meno di un principio generale, comune agli ordinamenti interni, volto a responsabilizzare penalmente l’individuo per la distruzione deliberata del patrimonio culturale in tempo di pace.
The principle of individual criminal responsibility plays a crucial role among all the different strategies to face the manifold criminal phenomena which currently undermine cultural heritage. Against the recent historical background, where the cultural heritage has been intentionally injured because of iconoclastic waves, the present research pursues a main objective, which can be summarized into the following query: is it possible to affirm the consolidation of the principle of the individual criminal responsibility vis-à-vis the intentional destruction of cultural property committed during peace time? In order to solve this question, the research follows the reasoning adopted by international criminal courts in order to affirm the principle of individual criminal responsibility for violations of international law. In particular the present work, which consists of two parts, aims to ascertain the fulfillment of the three criteria enunciated by the international criminal courts: (a) the existence of rules of international law laying down a specific obligation to protect cultural property; (b) the production of serious consequences in case of violation of such rules; (c) the generalized criminalization, into national legal systems, of a such offence. Consequently, the first part of the work – of an introductive character – is addressed to a systematic overview of the relevant legal framework, whose evolution highlights how the international tools have been characterized by either a progressive extension of cultural good notion, or an evolution of the pursued ratio legis. Therefore, the analysis takes moves from the ius in bello norms which have granted an immunity to cultural property, based on its civilian character and aiming to prevent those damages which are typically caused by armed conflicts. Finally, and especially, it considers those norms of a wider scope which – embracing the broader notion of cultural heritage – have interpreted the cultural property protection as a constituent part of the human rights protection system. Thus, addressing the attention on the most recent achievements of this evolutional process, the research turns to those legal instruments – such as Article 27 of the Universal Declaration of Human Rights (1948) and Article 15 of the International Covenant on Economic, Social and Cultural Rights (1966) – whereby the international obligations related to cultural property could be interpreted as tools to defend a humankind interest, namely the peaceful enjoyment of the cultural rights: i.e. the right to take part to cultural life, as well as the right to have a cultural identity. However, the pivot of the present research is its second part, which is focused on the consequences deriving from the violations of the relevant international rules protecting cultural property and, consequently, from the cultural rights infringements. Indeed, the second part intends to establish whether the Rome Statute provisions has been overtaken by new rules of customary international law, according to which the intentional destruction of cultural heritage constitutes, besides a war crime, even a crime against humanity. To this scope, the analysis deals with the reactions that international actors have implemented for facing the iconoclasm plague. In order to ascertain the criminalization degree, the work firstly focuses on the pertinent case-law of the international criminal tribunals: indeed it is known that the International Criminal Tribunal for the former Yugoslavia before, and the Extraordinary Chambers in the Courts of Cambodia then, have already condemned the intentional attacks directed against cultural sites as crimes against humanity sub specie of persecution. Ultimately, the object of the last part is represented by the national legal systems, whereby it is given to retrace the criminal relevance degree which is recognized to the destruction of cultural heritage.
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Vieider, Ferdinand. "Social influences on individual decision making processes = Sociale invloeden op individuele besluitvorming /." [Amsterdam] : Thela Thesis, 2009. http://opac.nebis.ch/cgi-bin/showAbstract.pl?u20=9789036101028.

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Balzaretti, Roberto. "Proprietà privata e pianificazione del territorio : la proprietà fondiaria individuale quale diritto antisociale? : qualche riflessione sulla relazione tra garanzia della proprietà privata e pianificazione del territorio nella legislazione ticinese /." Bellinzona : Istituto editoriale ticinese, 1997. http://www.ub.unibe.ch/content/bibliotheken_sammlungen/sondersammlungen/dissen_bestellformular/index_ger.html.

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Barattucci, Chiara. "Al di là della città densa : pluralità di interpretazioni e strategie di intervento sulle forme di diffusione e dispersione insediativa a dominante habitat individuale : Francia e Italia, 1960-2000." Paris 8, 2002. http://www.theses.fr/2002PA082074.

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Анотація:
Les formes des urbanisations diffuses ou dispersées sur les territoires extérieurs aux villes denses sont au centre de cette recherche comparative entre France et Italie. Dans l'hétérogénéité de ces formes, cette recherche traite d'un aspect dominant dans les deux pays : la diffusion et la dispersion de l'habitat individuel au cours des dernières décennies, liées à la mobilité croissante et aux changements socio-économiques importants. En analysant le rapport entre les pluralités d'interprétations sur le phénomène et les innovations des stratégies d'intervention, la recherche est structurée en trois parties. . .
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Cândido, Ricardo José Gouveia de Jesus. "O relacionamento entre a distância psicológica individual e os valores individuais." Master's thesis, FEUC, 2010. http://hdl.handle.net/10316/13312.

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Анотація:
Dissertação de mestrado em Gestão (Estratégia e Comportamento Organizacional) apresentada à Faculdade de Economia da Universidade de Coimbra
A distância psicológica é um conceito que tem sido amplamente estudado e analisado no âmbito de estudos relacionados com o fenómeno da internacionalização das empresas. Investigadores da Universidade de Uppsala, na Suécia, avançaram na década de 70 com um modelo comportamentalista que pretendia explicar a forma como as empresas tendem a se comportar no decorrer de um processo desta natureza, considerando ser consequência do grau de distância psicológica, definindo-a como “a soma dos factores que interferem no fluxo de informação entre países” (Vahlne e Wiederheim-Paul, 1975; Johanson e Vahlne, 1977). Desde então, muito se tem dito e escrito, sendo que uma das principais correntes (Sousa e Bradley, 2005, 2006 e Evans e Mavondo, 2002) defende a operacionalização através do que eles consideram ser os dois elementos mais importantes do conceito: “psychic” e “distance”, ou seja, aferindo as percepções das diferenças entre países dos gestores. Os valores individuais têm sido objecto de interesse nas mais diversas áreas do conhecimento relacionadas com o comportamento humano, desde a gestão, psicologia, sociologia ou a antropologia, sendo o trabalho de Shalom Schwartz reconhecido como um dos mais proeminentes. O seu estudo é essencial para se compreender o pensamento e a acção humana e, por consequência, o comportamento dos gestores e das organizações. Neste trabalho discute-se o relacionamento entre os valores individuais identificados nos estudos de Shalom Schwartz e a distância psicológica quando analisada ao nível das percepções individuais. Após uma revisão da bibliografia e formulação de hipóteses tendo como alvo o objecto do nosso estudo, obteve-se um conjunto de resultados significativos tendo por base uma amostra de 121 gestores portugueses, dos quais destacamos os seguintes: - O modelo de distância psicológica individual não é um construto unidimensional mas sim detentor de várias dimensões, devendo-se, quando analisamos as percepções face a um determinado mercado externo aplicar uma análise factorial. - Os resultados obtidos permitem especular sobre a hipótese (a confirmar em estudos posteriores) de a interpretação dos valores de Schwartz ser influenciada quando o objecto avaliado represente valores opostos aos seus. - As variáveis constantes do modelo de distância psicológica individual: - condições climatéricas; PIB per capita; língua e os valores culturais, crenças, atitudes e a tradição – são as que têm maior tendência a serem influenciadas pelos valores individuais. - Tal como verificado por Sousa e Bradley (2006), os gestores conservadores são mais renitentes a avançar para um processo de internacionalização, visto percepcionarem as diferenças entre países de forma mais acentuada. - Os valores individuais influenciam mais as percepções dos homens que as das mulheres.
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PEVERI, LAURA. "Resilienza e regolazione delle emozioni. Un approccio multimodale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/7893.

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Thesis object is resilience considered as the ability to deal with critical and stressful events, overcome them and continue to grow by increasing its resources, with a consequent positive life reorganization (Malaguti, 2005). As pointed out by Richardson (2000) resilience has a dual nature is both a state, a set of traits and resilient qualities (self-esteem, self-efficacy, optimism, etc..) and a process which leads to the attainment of the state. The resilience is innate because everyone born with a different "predisposition to resilience” but at the same time is acquirable and developable through the resilient process. Starting from a general art state analysis on the resilience construct, the thesis turns its attention to the psychological processes that begins with the resilient quality allowing the positive resolution of the critical event (resilient reintegration). In particular, the thesis consists of three studies, focuses on the relationship between the resilience of the one part and the emotion regulation process on the other. Before proceeding to the experimental investigation of relations between resilience and emotional regulation was necessary identify, translate and validate three scales for the assessment of resilience: Resilience Scale (Wagnild & Young, 1993), the Connor-Davidson Resilience Scale (Connor, Jonathan, & Davidson, 2003) and the Resilience Scale for Adults (Friborg, Hjemdal, Rosenvinge, & Martinussen, 2003). The validation work, conducted on a sample of 400 subjects and subject of the first study, shows good psychometric properties of all three scales, but particularly highlights the reliability and validity of the Resilience Scale for Adults, who besides provide an overall assessment of resilience’s level, also allows to obtain information about personal resources and social networks to which resilient individuals appeal to face the critical life situations. The second study's objective is an in-depth examination of the relationship between the resilience from a side and some of the emotion regulation process components from the other one. The considered components are: appraisal, coping and positive emotions. The second study fits into a situational perspective and adopt a multimodal approach using both subjective measurements, such as self-report, both objective measurements such as the not verbal behavior analysis. We use a research design with one independent variable at two levels: resilience (a1 = resilient, a2 = not resilient) and a sample of 60 female subjects. Second study's results confirm some matches already verified by other researchers, such as the close links between being resilient and experience more positive emotions during and after stressful events, and between being resilient and appraise stressful events as challenges (Tugade e Fredrikson, 2004). The mediation effect study highlights the link between these two phenomena. The obtained mediation model suggests that the biggest positive emotion experimentation is imputable to the appraisal of challenge that the resilient do in front of every kind of emergency. The second study offers also new insights on the relationship between coping, appraisal and resilience. Inside this relationship plays a key role the appraisal of controllability of the events. If resilient appraise the stressful event as controllable they actively face him with a coping approach style, if instead they don’t evaluate the situation as controllable they choose other types of coping like avoidance coping or how data coming from the analysis of the not verbal behaviour suggest a repressive coping form that is a passive event acceptance. In both cases, the chosen style of coping, coupled with increased testing of positive emotions, ensure the best possible adaptation with respect to the circumstances. Thesis intent is also to pass from the theory on resilience to the "practice" of resilience. The third study's objective is the effectiveness evaluation of a training that aims to improve the “resilient reintegration” through the enhancement of some components of the emotion regulation process seen in the second study (appraisal, coping and positive emotions). The training adopts as work methodology the guided personal narratives about events emotionally positively or negatively features. We use an experimental research design with two independent variables: resilience (a1 = resilient, a2 = not resilient), training (b1 = positive training, b2 = negative training, b3 = no training) and a sample of 60 female subjects. Results highlight the possibility of improving the ability of the not resilient individuals to adapt quickly and positively to the experimental stressful events by strengthening the process of emotion regulation and some of its components specifically: appraisal of control, coping and positive emotions. Enhancement achieved through the use of personal narratives about stressful events negative features. The same type of reinforcement obtained from the negative training, doesn’t seem reachable with positive training. The ineffectiveness of the positive training can be attributed to an inadequate assessment methodology, or to a deliveries not sufficiently clear and comprehensive. The third study also shows the not training effectiveness (positive or negative) for the resilient individuals at the purposes of strengthening the emotion regulation process and therefore the ability to adapt positively. It’s possible to assume that resilient individuals already able in regulating their emotions, as evidenced by second study’s results, need to achieve further enhancement of its resilience a more intensive and specifically directed work on various resilient qualities.
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Bagdžiuvienė, Kristina. "Individualus darbas mokykloje su agresyviais paaugliais." Master's thesis, Lithuanian Academic Libraries Network (LABT), 2005. http://vddb.library.lt/obj/LT-eLABa-0001:E.02~2005~D_20050607_153327-28674.

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Der Weg aus der sozialistischen Zeit zur Demokratie des Freien Marktes, wo jeder für sich selbst Verantwortung tragen muss, fiel mit wachsender Konkurrenz, nicht ausreichendem Sozialschutz und anderen Problemen (wie Arbeitslosigkeit, Armut usw.) zusammen , die früher sowohl in Litauen, als auch in anderen ehemaligen sozialistischen Ländern gar nicht aktuell waren.Das beeinflüsste die wachsende Zahl der Verbrechen, die die Menschen aller Altersgruppen, darunter die Jugendlichen, begangen haben. In der letzten Zeit interessiert man sich für die individuelle Arbeit mit den Kindern, die Probleme haben. Man nimmt verschiedene Untersuchungen vor, die die wichtigsten Prinzipien der Arbeit mit den agressiven Kindern feststellen. Erst jetzt beginnnt man mit solchen Untersuchungen, deshalb ist es sehr wichtig,die individuelle Arbeit in der Schule zu analysieren und sowohl ihre Qualität als auch das Präventionssystem zu verbessern. Der Gegenstand der Untersuchung: Individuelle Arbeit in der Schule mit den agressiven Kindern. Das Problem der Untersuchung: Die pädagogische Umgebung für die Arbeit in der Schule mit den agressiven Halbwüchsigen. Das Ziel der Untersuchung ist die Prinzipien der individuellen Arbeit in der Schule mit den agressiven Halbwüchsigen festzustellen und die Verbesserung der Anwendung der Arbeitsmethoden vorzusehen. Die Aufgaben der Untersuchung sind 1.die litauische und ausländische Literatur zum Thema der Magisterarbeit zu analysieren... [to full text]
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