Статті в журналах з теми "Giardino italiano"

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Cantelli, Marilù. "La Mostra del giardino italiano a Palazzo Vecchio (1931)." Cahiers d’études italiennes, no. 18 (March 30, 2014): 233–46. http://dx.doi.org/10.4000/cei.1959.

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Brunello, Yuri. "O sequestro do barroco italiano: Botelho e a tradução oculta de Padre Spada." Cadernos de Tradução 36, no. 3 (September 6, 2016): 109. http://dx.doi.org/10.5007/2175-7968.2016v36n3p109.

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Анотація:
http://dx.doi.org/10.5007/2175-7968.2016v36n3p109Música do Parnassoé uma coletânea lírica publicada em 1705 por Manuel Botelho de Oliveira. Falando da Itália moderna, Botelho caracteriza-a – na sua dedicatória – como uma Grécia renovada. Nas preferências de Botelho destaca-se o poeta italiano Giambattista Marino, várias vezes citado direta e indiretamente pelo letrado brasileiro. O conhecimento de Marino, porém, foi mediado por um pouco conhecido manual de um eclesiástico italiano, o Giardino de gli Epitteti de Padre Giambattista Spada.
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Miklič, Tjaša. "Uso cataforico del trapassato prossimo italiano: un espediente testuale per la messa in rilievo." Linguistica 38, no. 2 (December 1, 1998): 183–95. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.38.2.183-195.

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Анотація:
Alcuni anni fa in un libro di testo per stranieri (Contesti italiani) mi sono imbattuta in un brano tratto dal romanzo di Giorgio Bassani Il giardino dei Finzi-Contini. Sebbene fosse costituito quasi per intero da Trapassati prossimi (brevemente TP) il commento pedagogico non sfiorava nemmeno l'argomento. Il materiale linguistico proposto non offriva una giustificazione sufficiente della scelta e, volendo scoprirla, ho cercato la risposta nel contesto dell'originale. Si trattava del capitol 5 della prima parte, che inizia così.
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Miklič, Tjaša. "Il discorso indiretto libero nel romanzo di Giorgio Bassani Il Giardino dei Finzi-Contini: funzioni testuali e caratteristiche linguistiche." Linguistica 43, no. 1 (December 1, 2003): 93–108. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.43.1.93-108.

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Анотація:
Quando la sezione letteraria della commissione statale per l'italiano aveva scelto il romanzo II giardino dei Finzi Contini (GFC) come testo su cui preparare le cono­ scenze letterarie per l'esame di maturita in italiano lingua straniera nei licei sloveni non si aspettava particolari difficolta di comprensione da parte degli studenti. La fruizione pero si e rivelata meno soddisfacente del previsto. L'attenta analisi lin­guistica delle sue caratteristiche strutturali svolta in seguito allo scopo di offrire poi agli insegnanti suggerimenti concreti per la presentazione dei punti problematici in classe ha portato alla scoperta di una insospettata complessita, soprattutto di natu­ ra narrativa e sintattica. Questo compito apparentemente pratico ha spronato una ricerca di respiro piu ampio, che ha implicato analisi sistematiche della prima e del­ l'ultima versione del romanzo, 1 nonche di una serie di traduzioni in varie lingue.2
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Premrl, Mirjam. "Commento delle scelte delle forme verbali nei cloze degli studenti di Italianistica e di Traduzione: (identificazione dei punti critici e confronto tra i gruppi)." Linguistica 49, no. 1 (December 29, 2009): 161–203. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.49.1.161-203.

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Анотація:
Nel presente contributo l'autrice si concentra sull'osservazione e sul commento delle scelte delle forme verbali nei cloze degli studenti del 2., del 3. e del 4. anno del corso di laurea in Lingua e letteratura italiana, del 2. e del 3. anno del corso di Laurea in Mediazione interlinguistica e del 4. anno del corso di laurea in Traduzione. Il punto in comune di tutti e tre i corsi è l'insegnamento esplicito delle caratteristiche e del funzionamento del sistema verbale italiano, anche se nell'ambito di Italianistica la quantità di ore dedicate a questo tipo di insegnamento è superiore rispetto a quella prevista nell'ambito di Traduzione, mentre nell'ambito di Traduzione una quantità maggiore di lezioni concerne esercitazioni di traduzione e composizione di testi. Per gli scopi della ricerca è stato elaborato un test composto da cinque testi autentici brevi ma completi e da un brano tratto dal romanzo Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani, trasformati in seguito nei cloze. Ma visto che la scelta della forma verbale nei cloze dipende non soltanto dalla conoscenza degli usi, bensì anche dall'interpretazione felice del mondo testuale, i cloze sono stati completati da attività quali sottolineare espressioni sconosciute, tradurre il testo in sloveno, completare i cloze preceduti dalla versione slovena del testo. Dai risultati traspare che gli studenti non hanno problemi particolari nella comprensione del mondo testuale, mentre incontrano difficoltà nell'interpretazione attiva delle sue caratteristiche e nell'applicazione degli usi alla realtà extralinguistica. Per la quantità di usi inappropriati si rivelano come i più critici fenomeni quali l'anteriorità nell'ambito delle frasi indipendenti e relative, l'espressione della temporalità relativa nell'ambito dei costrutti sintattici complessi e nel discorso indiretto libero, il preludio, la scelta tra il perfetto e l'imperfetto e l'espressione di notizie riferite su azioni passate con il condizionale composto. Si è scoperto, però, che la criticità di uno stesso fenomeno varia in dipendenza dalla sua riconoscibilità nel co- e contesto. I risultati hanno inoltre confermato - eccetto che per un gruppo - il miglioramento della prestazione con il progredire degli studi. Al tempo stesso si è potuta notare l'importanza dell'insegnamento esplicito e dell'osservazione attiva degli usi delle forme verbali, dato che né le preconoscenze, acquisite spesso in modo informale e utili soprattutto nella ricostruzione del mondo testuale, né l'esperienza relativa alla composizione di testi possono eliminare l'influsso dell'interferenza. Data la presenza implicita della madrelingua nella produzione linguistica del discente in un'altra lingua straniera, l'autrice propone delle attività in classe che prendano come spunto i testi in madrelingua. Per superare le difficoltà di applicazione delle nozioni teoriche ai casi pratici gli studenti dovrebbero essere esposti ancora di più alla lettura e all'analisi dei vari tipi testo in lingua straniera. Gli studenti dovrebbero essere inoltre incitati a un processo consapevole di ricostruzione del mondo testuale.
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Selvafolta, Ornella. "Temi e luoghi della Città-Giardino in Italia nei primi decenni del Novecento." Ciudades, no. 06 (February 1, 2018): 75. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.06.2000.75-97.

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Анотація:
Según este artículo, la preferencia por Hampstead frente a Letchworth de los primeros arquitectos italianos ligados a la ciudad-jardín será un avance ilustrativo de las características básicas del movimiento en Italia: relegamiento de la descentralización urbana y dominio de las cuestiones estéticas. Su éxito puede relacionarse con la preocupación por la composición urbana, que entroncaría con la tradición artística de las ciudades italianas (factor de identidad nacional), y en lo arquitectónico, con su vinculación al ideal reformista de la casa unifamiliar apoyado por una amplia manualística sobre composición de villini que gozó de gran fortuna entre los técnicos.
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Prosenc, Irena. "La ricezione delle opere di Giorgio Bassani in Slovenia." Journal for Foreign Languages 13, no. 1 (December 27, 2021): 309–16. http://dx.doi.org/10.4312/vestnik.13.309-316.

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Анотація:
The article examines the reception of Giorgio Bassani’s works in Slovenia. The current state of translations of Bassani’s works into Slovene is characteristic of the availability of Slovene editions of Italian authors, which often seems desultory despite the relatively high number of literary translations from Italian published after World War II. In the past, the translations were typically published later than the original texts and without a global strategy. This situation partly persists to the present day: whilst the translations of some authors are sufficiently present, others continue to be absent, which is probably due to the limitations of the Slovene book market. As few as three of Bassani’s texts have been translated into Slovene, namely the novel Il giardino dei Finzi-Contini (1978), translated by Stabej, excerpts from the short story Una lapide in via Mazzini (1994), translated by Ožbot, and a selection of poems from In rima e senza (2008), translated by Dekleva. Il giardino dei Finzi-Contini, the only text to have been translated in an unabridged version, was also the subject of linguistic research by Miklič and Premrl. Whilst no doubt interesting for specialists, the results of their research most likely did not reach a wider public. Even though the translation of Bassani’s novel was followed by the release of the film adaptation, whilst the poetry collection received critical acclaim, Bassani remains a relatively little-known author in Slovenia to this day. Moreover, as many as thirteen years have passed since the publication of the last translation.
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Watters, Clare. "Standing up for Italian comedy: An interview with comedian, Filippo Giardina." Comedy Studies 2, no. 1 (January 2011): 83–88. http://dx.doi.org/10.1386/cost.2.1.83_7.

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Vernile, A., A. Q. Nabi, L. Bonadonna, R. Briancesco, and S. Massa. "Occurrence of Giardia and Cryptosporidium in Italian water supplies." Environmental Monitoring and Assessment 152, no. 1-4 (June 5, 2008): 203–7. http://dx.doi.org/10.1007/s10661-008-0308-4.

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Farinelli, Patrizia. ""[...] in un giardino d'armida : Il racconto d'autunno di Landolfi. Esempio di metamorfosi novecentesca del fantastico." Acta Neophilologica 42, no. 1-2 (December 30, 2009): 153–61. http://dx.doi.org/10.4312/an.42.1-2.153-161.

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Анотація:
Tommaso Landolfi (1908-1979) e uno dei narratori italiani novecenteschi piu coscienti dei limiti del linguaggio; la sua poetica poggia, infatti, sul postulato che ogni narrare commette un tradimento nei confronti del suo referente per la natura stessa della parola, che muta l'oggetto del dire, mentre lo dice, e non c'e scritto in cui egli non ritomi su questo punto. II suo opus, le cui prime prove risalgono alla seconda meta degli anni Trenta, e rappresentato soprattutto da racconti brevi, costruiti intomo a storie d'impianto non verosimile, e da opere di genere diaristico o piuttosto pseudo­ diaristico, considerato che il discorso autobiografico vi risulta sempre intersecato da elementi di finzione.
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Rubat du Mérac, Marie-Anne. "Les citations dans un roman italien contemporain : Il Giardino dei Finzi-Contini de Giorgio Bassani." Cahiers d'études romanes, no. 5 (July 1, 2001): 3–18. http://dx.doi.org/10.4000/etudesromanes.3309.

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Guadano Procesi, Isabel, Margherita Montalbano Di Filippo, Claudio De Liberato, Andrea Lombardo, Giuseppina Brocherel, Stefania Perrucci, David Di Cave, and Federica Berrilli. "Giardia duodenalis in Wildlife: Exploring Genotype Diversity in Italy and across Europe." Pathogens 11, no. 1 (January 16, 2022): 105. http://dx.doi.org/10.3390/pathogens11010105.

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Анотація:
Fragmented data are so far available on genotype diversity of G. duodenalis in wildlife in different countries in Europe, in particular, in Italy. In the present study, G. duodenalis sequences obtained from different Italian wild animals [12 porcupines (Hystrix cristata), 4 wild boars (Sus scrofa), 1 wolf (Canis lupus italicus), 6 Alpine chamois (Rupicapra rupicapra rupicapra)] were compared with those available from wild host species in Europe to add new data on the geographic distribution of Giardia assemblages/sub-assemblages and their transmission patterns among natural hosts. Thirty-eight sequences were obtained by MLG analysis (SSU-rRNA, bg, gdh, and tpi genes) and subsequently compared by phylogenetic and network analyses with those from wild species monitored in the last decades in Europe. The results revealed the presence of potentially zoonotic (A-AI, A-AII from wild boar; B from porcupine) and host-adapted (D from wolf; E, A-AIII from chamois) assemblages and sub-assemblages and represent the first report for Italian wild boar. The analysis did not find any evidence of spatial or host segregation for specific genetic variants, mostly shared between different hosts from different European countries. However, conflicting evidence was found in genotypic assignment, advocating for data improvement and new genomic approaches.
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Boetto, Giulia. "X Rassegna di archaeologia subacquea: Giardini Naxos, Messina, Italia, 27-28 October 1995." International Journal of Nautical Archaeology 25, no. 2 (May 1996): 153–54. http://dx.doi.org/10.1111/j.1095-9270.1996.tb00767.x.

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Boetto, G. "X Rassegna di archaeologia subacquea: Giardini Naxos, Messina, Italia, 27–28 October 1995." International Journal of Nautical Archaeology 25, no. 2 (May 1996): 153–54. http://dx.doi.org/10.1006/ijna.1996.0019.

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Veronesi, F., D. Piergili Fioretti, G. Morganti, A. Bietta, I. Moretta, A. Moretti, and D. Traversa. "Occurrence of Giardia duodenalis infection in chinchillas (Chincilla lanigera) from Italian breeding facilities." Research in Veterinary Science 93, no. 2 (October 2012): 807–10. http://dx.doi.org/10.1016/j.rvsc.2011.12.019.

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Rinaldi, L., R. U. Condoleo, R. Condoleo, G. Saralli, G. Bruni, and G. Cringoli. "Cryptosporidium and Giardia in Water Buffaloes (Bubalus bubalis) of the Italian Mediterranean Bred." Veterinary Research Communications 31, S1 (July 16, 2007): 253–55. http://dx.doi.org/10.1007/s11259-007-0018-3.

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Giangaspero, Annunziata, Federica Berrilli, and Olga Brandonisio. "Giardia and Cryptosporidium and public health: the epidemiological scenario from the Italian perspective." Parasitology Research 101, no. 5 (June 26, 2007): 1169–82. http://dx.doi.org/10.1007/s00436-007-0598-4.

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Oteri, Annunziata Maria. "Messina l'italianissima. Il volto della cittŕ post-risorgimentale (1847-1880)." STORIA URBANA, no. 132 (February 2012): 323–65. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132012.

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Анотація:
Per il numero di vittime e i danni materiali subiti durante i moti rivoluzionari del 1848, Messina dopo l'Unitŕ d'Italia, si č meritata l'appellativo di "Italianissima" e il riconoscimento di "benemerita del Risorgimento nazionale". A una cosě appassionata partecipazione alla causa italiana non sono seguiti, perň, una volta entrata la cittŕ a far parte del nuovo regno, segni evidenti di tale adesione. A differenza che in molte altre cittŕ, anche emotivamente meno coinvolte, gli iniziali ambiziosi programmi di celebrazione, nel vivo dell'impianto urbano, di fatti e eroi del Risorgimento si esauriscono nel giro di pochi anni e sono assorbiti da un indolente processo di crescita urbana che, come altrove, nasce da esigenze di ampliamento e risanamento. Č altrettanto indicativo, che a Messina, né prima né dopo il terremoto del 1908, si siano celebrati nelle trame urbane, gli eroi del Risorgimento.Vittorio Emanuele II, Garibaldi, Cavour, Mazzini sono infatti ricordati soltanto nella toponomastica o in qualche busto di modeste dimensioni eretto in un angolo disperso di un giardino comunale o del cimitero. Il saggio analizza le ragioni di tali insolvenze in particolare i condizionamenti di una classe politica ancora agganciata ai vecchi sistemi e la scarsa incisivitŕ delle forze progressiste all'opposizione.
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Briancesco, Rossella, and Lucia Bonadonna. "An Italian Study on Cryptosporidium and Giardia in Wastewater, Fresh Water and Treated Water." Environmental Monitoring and Assessment 104, no. 1-3 (May 2005): 445–57. http://dx.doi.org/10.1007/s10661-005-2282-4.

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Boetto, Giulia. "Conference report: IX Rassegna di archeologia subacquea Giardini Naxos, Messina, Italia, 21-23 October 1994." International Journal of Nautical Archaeology 24, no. 2 (May 1995): 165–66. http://dx.doi.org/10.1111/j.1095-9270.1995.tb00728.x.

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Boetto, G. "Conference report: IX Rassegna di archeologia subacquea Giardini Naxos Messina, Italia, 21-23 October 1994." International Journal of Nautical Archaeology 24, no. 2 (May 1995): 165–66. http://dx.doi.org/10.1006/ijna.1995.1022.

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Agresti, Andrea, Federica Berrilli, Michela Maestrini, Isabel Guadano Procesi, Enrico Loretti, Niccolò Vonci, and Stefania Perrucci. "Prevalence, Risk Factors and Genotypes of Giardia duodenalis in Sheltered Dogs in Tuscany (Central Italy)." Pathogens 11, no. 1 (December 23, 2021): 12. http://dx.doi.org/10.3390/pathogens11010012.

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Анотація:
In sheltered dogs, the prevalence of Giardia duodenalis is frequently high and may include potential zoonotic genotypes. The prevalence, genotypes and potential risk factors of G. duodenalis were assessed in 168 dogs from four kennels (Pistoia, Prato, Florence, Valdarno) in Tuscany, central Italy and compared with data from previous Italian studies. The prevalence of other intestinal parasites was also investigated. Individual dog faecal samples collected from each kennel were examined by parasitological techniques and a rapid immunoassay for the detection of G. duodenalis and Cryptosporidium faecal antigens. On Giardia-positive samples, molecular analysis was performed for genotype identification. Overall, 69 dogs scored positive for G. duodenalis (41%), but significant differences (p ≤ 0.05) were found among the four kennels and sampling seasons. The potentially zoonotic assemblages A and B and the canine-specific assemblage C (Pistoia: A-AII, B, C; Prato: A-AII, B; Florence: A-AII; Valdarno: A and C) were identified. Toxocara canis (8.9%), Trichuris vulpis (3.6%), hookworms (1.19%) and Cryptosporidium sp. (0.6%) were also identified. The high prevalence of G. duodenalis and the identification of potentially zoonotic genotypes in all examined kennels underline the need to improve routine parasite monitoring and control measures and to provide insights into the zoonotic potential of G. duodenalis.
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Cacciò, Simone M., Laura Rinaldi, Giuseppe Cringoli, Renato Condoleo, and Edoardo Pozio. "Molecular identification of Cryptosporidium parvum and Giardia duodenalis in the Italian water buffalo (Bubalus bubalis)." Veterinary Parasitology 150, no. 1-2 (November 2007): 146–49. http://dx.doi.org/10.1016/j.vetpar.2007.09.013.

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Wardle, Mary. "Fact and Fiction: The Contribution of Archives to the Study of Literary Translation." Vertimo studijos 12 (December 20, 2019): 165–76. http://dx.doi.org/10.15388/vertstud.2019.11.

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Анотація:
This paper examines the role of traditional physical archives within Translation Studies research, investigating the contribution that such resources can add, providing information that otherwise would not be available in existing scholarly volumes, academic journals and digital material. The question is illustrated with the specific case of F. Scott Fitzgerald’s The Great Gatsby (1925) and its first two translations into Italian, carried out respectively in 1936 by Cesare Giardini and 1950 by Fernanda Pivano. Both translations were published by Mondadori, Italy’s largest publishing company, as part of two different series, I romanzi della palma and the later Medusa collection.Adopting a microhistory approach, the study of these translations, through the resource-rich archives of the Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori in Milan, can shed light on a number of issues that the text alone cannot provide: documentation, including the other books published in the same series, highlights the target audience that Mondadori were seeking to address; the paratextual elements of the books themselves are revealing of the prominence (or otherwise) of American literature in general and Fitzgerald in particular within the Italian literary polysystem at the time of their publication; in the case of the first translation, readers’ reports on the novel indicate how the censors of the Fascist regime might receive the somewhat racy themes contained in the book, while, in the case of the 1950 translation, correspondence between the publisher, literary agents and the translator herself highlight the many issues surrounding the ultimate publication of the volume.
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Dümpelmann, Sonja. "The Giardini Margherita in Bologna — an example of North Italian urban parks in the second half of the nineteenth century." Studies in the History of Gardens & Designed Landscapes 20, no. 1 (March 2000): 69–83. http://dx.doi.org/10.1080/14601176.2000.10435609.

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Sicoe-Murg, Oana Maria, Nicoleta Mateoc-Sîrb, Teodor Mateoc, Elena Peț, and Carmen Dumitrescu. "Aspects regarding the development of tourist potential in Simeria area, Hunedoara county, Romania." Acta Carolus Robertus 12, Különszám (2022): 142–57. http://dx.doi.org/10.33032/acr.3372.

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Анотація:
At the beginning of the 18th century, begins to take shape, on the left bank of the Mures River, what today is considered by dedicated specialists "a national monument in the art of parks" and at the same time the oldest and most valuable collection of exotic woody plants and autochthonous from Romania, the wonderful Arboretum from Simeria. The geographical position favors the development of tourism, through the diversity of the landscape (dendrological park, hills, Mureș valley, Strei valley), the natural resources are large, possibility of hiking, the capacity of the territory to support several types of tourism; ecotourism can be developed and promoting the local arboretum brand would include the city of Simeria and the area in the tourist circuits. The aristocratic gardens from Banpotoc (located near Simeria) represent the work (over 15 years) of an italian in love with Romania. Giovanni Savatelli created „I Giardini di Zoe” with love for his granddaughter, Zoe, for our country but also from passion for gardening. In order to promote tourism in Simeria area, we must take into account both the natural and anthropogenic potential, besides it is necessary to preserve the traditions and popular habits of the area and develop these resources.
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Kordovska, P. A. "Italian singer Daisy Lumini as an interpreter of the post-avant-garde music." Problems of Interaction Between Arts, Pedagogy and the Theory and Practice of Education 56, no. 56 (July 10, 2020): 253–66. http://dx.doi.org/10.34064/khnum1-56.16.

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Анотація:
Introduction. In the music of the late twentieth century the realization of the creative potential of performers is rarely limited with the framework of direction which was chosen in the beginning of career. The field of the academic music may be too narrow for the artist, but this does not mean a definitive departure from this area. The life and performances of Italian singer, actress and composer Daisy Lumini (1936–1993) could be considered as one of the examples of the twentieth century “variability” of the artist’s way. She developed from a graduate of the Conservatory to a pop star and a cabaret singer, from a medieval folklore performer to an interpreter of contemporary academic music. Daisy Lumini’s unique performing experience led her to collaborate with Italian composers of the late twentieth century. Theoretical background. The extraordinary personality of Daisy Lumini received a certain resonance in the European press. High historical value is the biographical essay “Daisy e la musica. Una grande e tragica storia” (2019) by Chiara Ferrari, based on the memories of Beppe Chierici. Daisy Lumini and her works are mentioned in digest “The Singer-Songwriter in Europe: Paradigms, Politics and Place” (2016) and in Jacopo Tomatis’s “Storia culturale della canzone italiana” (2019). The purpose of this paper is to reveal the specifics of the interaction of the composer and performer in the post-avant-garde music based on the creative collaboration of Daisy Lumini and Italian composers of the late twentieth century (Franco Mannino, Luciano Berio, Salvatore Sciarrino). This study requires the use of analytical, style and performing methods of scientific research. Results of the research. Daisy Lumini’s singing style has implicated using a lot of types of intonational practices which is usually associated with the mass twentieth century culture (including pop songs, folk music, cabaret aesthetic etc.). Nevertheless, she had started her musician career with getting education (as a composer and pianist) in totally academic environment in Luigi Cherubini Conservatory (Florence, Italy). Being a daughter of the Florentine painter Vasco Lumini, Daisy Lumini had would be able to continue a calm and comfortable existence in Florence. However, after she had been graduated from the Conservatory in late 1950s she decided to change her life vector, moved to Rome, started her activity as a cantautrice (female singer-songwriter) and produced her first singles. During this period, Lumini found success in collaboration with lyric writer Aldo Alberini and well-known Italian singers Mina Mazzini and Claudio Villa. Along with traditional vocal techniques, Lumini used the whistling technique, due to which she got the nickname “l’usignolo di Firenze” (“the Florentine nightingale”) and was invited by Ennio Morricone to whistle in the soundtrack of Lina Wertmüller’s “I Basilischi” (“The Lizards”, 1963). In 1960s a work in Gianni Bongiovanni’s Derby Club Cabaret (Milan) and a collaboration with the RCA (Radio Corporation of America) turned into the fields of Lumini’s creative activity. The acquaintanceship with Beppe Chierici, an actor, who would become her husband, lead to a new “folklore” stage of Lumini’s career. As a result of careful research of Italian folk music founded on the materials of Conservatory Santa Cecilia Library (Rome), the singer together with Beppe Chierici had produced several musical performances in the aesthetics of poor theater based on the Tuscan and Piedmontese songs of the XV–XIX centuries, as well as the Songs of Minstrels album based on the texts of the XII–XIV centuries. There was DaisyLumini’s gradual return to the environment of academic music in 1970s. Singer’s friendly communication with conductor Gianluigi Gelmetti, composers Franco Mannino, Domenico Guaccero and others, who represented Santa Cecilia Conservatory, has resulted in a number of creative collaborations. In 1973, even being immersed in ethnographic research, Daisy Lumini performed as mezzo-soprano in Franco Mannino’s “Il diavolo in giardino”. Another milestone in Daisy Lumini’s work became 1982, when director Roberto Scaparro invited the singer to participate in the Italian premiere of Luciano Berio’s “La vera storia”. In the opera, which is a creative reinterpretation of Verdi’s “Troubadour”, Daisy Lumini played the role of one of the cantastorie – singing storytellers or narrators describing and commenting events of the plot. Daisy Lumini achieved a real success as a performer of the post-avant-garde music in the 1980s, in collaboration with Salvatore Sciarrino. Daisy Lumini has premiered a great number of his chamber works, such as “Efebo con Radio”, “Canto degli specchi”, “Vanitas”, “Lohengrin” and some others. Conclusions. Although Daisy Lumini is an individual case, the phenomena and strategies discussed here may turn out to be symptomatic for contemporary music practice. Performers may rarely allow themselves to remain within the same intonational practice in the contemporary music art. It is especially important if it comes to the first performing of the post-avant-garde music that requires a certain congeniality of the performer and the author. The interaction of the composer and the performer is often a factor affecting the creation of a musical work at all stages, from the appearance of an idea for a premiere performance. The musician with a rich life experience and wide range of performing techniques may be considered as the co-author of the score.
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Gianluca Bianchi, Davide. "Il giardino segreto della politica. La selezione dei candidati nelle Regioni italiane, by Maurizio Cerruto, Milano, FrancoAngeli, 2017, 157 pp., € 21,00 (paperback), ISBN: 788-89175-314-4." Contemporary Italian Politics 10, no. 3 (September 2, 2018): 298–300. http://dx.doi.org/10.1080/23248823.2018.1527073.

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Berrilli, Federica, Cristina Prisco, Klaus G. Friedrich, Pilar Di Cerbo, David Di Cave, and Claudio De Liberato. "Giardia duodenalis assemblages and Entamoeba species infecting non-human primates in an Italian zoological garden: zoonotic potential and management traits." Parasites & Vectors 4, no. 1 (2011): 199. http://dx.doi.org/10.1186/1756-3305-4-199.

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Antonelli, G. "Automated eddy current inspection of thermal power plant feedwater heaters Proceedings of the international conference on monitoring, Surveillance and predictive maintenance of plants and structures, Taormina-Giardini Naxos, Sicily (Italy), 15–18 Oct. 1989, pp. 527–532. Italian Society for nondestructive testing." NDT & E International 23, no. 6 (December 1990): 360. http://dx.doi.org/10.1016/0963-8695(90)90198-r.

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Tuck, Steven L. "A catalogue of lighthouses, and questions arising - BALDASSARRE GIARDINA, NAVIGARE NECESSE EST. LIGHTHOUSES FROM ANTIQUITY TO THE MIDDLE AGES: HISTORY, ARCHITECTURE, ICONOGRAPHY AND ARCHAEOLOGICAL REMAINS (BAR International Series 2096; Archaeopress, Oxford 2010). Pp. vi + 348, figs. 52, maps 3, pls. 116. ISBN 978-1-4073-0572-1. £56. [Text in English and Italian.]." Journal of Roman Archaeology 25 (2012): 653–55. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759400001550.

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Анотація:
Background:Conflicting results have been published regarding the risk of infection with SARS-CoV-2 and development of severe COVID-19 among patients affected by rheumatic musculoskeletal diseases (RMDs). [1-4] Taking into account the lack of effective drugs to treat the COVID-19 and despite the burdensome and costly lockdown measures adopted to counteract the spread of SARS-CoV-2, effective and safe vaccines appear reasonably to be the best strategy for fighting the virus. [6] Before vaccines availability, several reports showed that a non-negligible proportion of subjects, among the general population or within specific categories, would have refused vaccination against COVID-19 once possible;[6, 7] data on vaccination hesitation among patients with RMD are not available yet.Objectives:This study aimed to evaluate the attitude of patients with RMDs to vaccination against SARS-CoV-2 and explore the factors which may influence it.Methods:During the first weeks of Europe vaccination campaign, we proposed an online survey to Italian adult patients with RMDs followed up in the Rheumatology Unit. All patients fulfilled the most recent classification criteria for each disease. HCs were recruited using a “best friend” system. The informed consent was collected for all participants. The questionnaires included the following items: demographic features, presence of comorbidities, educational level, and ongoing therapy. The individual’s perception of the COVID-19 vaccination, as well as the willingness to receive a COVID-19 vaccination with targeted questions was properly assessed.For the statistical analyses, Mann-Whitney and Chi-square tests were used. To account for baseline clinical differences among RMD-patients and controls, multivariable logistic regression analysis was used; covariates were selected according to a clinical criterion. The hypothesis that willingness for COVID-19 vaccine varied in specific subgroups of patients was tested using interaction terms at logistic regression analysis. All statistical tests were performed using the RStudio graphical interface and all tests were two-sided with a significance level set at p<0.05.Results:We provided an online survey to 830 adult RMD-patients and 370 healthy controls (HCs). Overall, 626 RMD-patients and 345 HCs completed the survey. Patients with RMDs were less willing to receive a COVID-19 vaccination compared to HCs (Odds Ratio (OR) 0.24, 95% CI 0.17 – 0.34, p<0.0001) despite they perceived themselves as at higher risk both to get infected (OR 11.3, 95% CI 8 – 15.9, p<0.0001) and develop a severe COVID-19 (OR 11.06, 95% CI 7.8 – 15.6, p<0.0001) and even if they had been vaccinated for influenza and pneumococcus more frequently than controls (OR 1.60 95% CI 1.18 – 2.16, p=0.002; OR 2.23, 95% CI 1.34 – 3.73, p=0.002). However, our results reveal that RMD-patients are more willing to change their minds if properly informed by the rheumatologist (OR 3.08, 95% CI 2.19 – 4.34, p<0.0001) in comparison to controls.Conclusion:The results of our study indicate for the first time that patients with RMDs are less willing to receive COVID-19 vaccination compared to the general population, despite perceiving themselves as at higher risk of getting infected with SARS-CoV-2 and develop severe COVID-19. However, our data underscored a meaningful aspect: patients with RMDs may change their attitude to COVID-19 vaccination if properly informed about risks and benefits by their trusted specialist.The results of this study encourage the entire rheumatologist community to become more committed to patient education, increasing their willingness to COVID-19 vaccine, which is the most promising strategy to protect them from the virus.References:1]Favalli EG et al. Arthritis Rheumatol, 2020[2]Fredi M, et al. Lancet Rheumatol, 2020.[3]Giardina F et al. Rheumatol Int 2021.[4]Pellegrino G et al. Clin Rheumatol 2020.[5]Frederiksen LSF, et al. Front Immunol, 2020.[6]La Vecchia C et al. Med Lav 2020.[7]Qiao S, et al. medRxiv 2020.Disclosure of Interests:None declared
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Davis, John A. "Remapping Italy's Path to the Twentieth CenturyL'Organizzazione della città: Amministrazione urbana a bologna dopo L'Unita (1859-1889). Aurelio AlaimoTerra e denaro: Una borghesia padana dell'ottocento. Alberto M. BantiQuaderni Storici. A. M. Banti , M. MeriggiIl commune rustico: Storia sociale di un paese del Mezzogiorno nell' ottocento. Giuseppe CivileEsercito e società nell'Italia napoleonica. Franco Della PerutaEsercito e città dall'Unità agli anni Trenta.A Eboli: Il mondo meridionale in cent'anni di trasformazioni. Gabriella GribaudiMondo operaio e mito operaio: Spazi e percorsi sociali a Torino nel primo novecento. Maurizio GribaudiMerchants and Reform in Livorno, 1814-1868. David Lo RomerIl giardino degli aranci: il mondo degli agrumi nella storia del Mezzogiorno. Salvatore LupoOttocento, Famiglia, élites e patrimoni a Napoli. Paolo MacryI Signori della terra: L'organizzazione degli interessi agrari padani, 1860-1914. Maria MalatestaIl Mezzogiorno pre-Unitario: economia, società e istituzioni. Angelo MassafraIl regno Lombardo-Veneto. Marco MeriggiSuffragio, rappresentanza, interessi: Istituzioni e società fra '800 e '900. C. Pavone , M. SalvatiLatifondo: Economia morale e vita materiale in una perferia dell'ottocento.Marta PetrusewiczUna certa reciprocità di favori: Mafia e modernizzazione violenta nella Sicilia postunitaria. Paolo PezzinoIl commando impossible: Stato e società nell'Italia liberale. Raffaele RomanelliSulle carte interminate: Un ceto di impiegati tra privato e pubblico: i segretari comunali in Italia, 1860-1915. Raffaele RomanelliQuaderni Storici.Raffaele Romanelli , A. AnninoL'educazione delle donne: Scuole e modelli di vita femminile nell'Italia dell'Ottocento. Simoneta Soldani." Journal of Modern History 66, no. 2 (June 1994): 291–320. http://dx.doi.org/10.1086/244832.

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"INDICE DEI LUOGHI DI PARTENZA DELLE LETTERE *." Nuncius 17, no. 1 (2002): 160–64. http://dx.doi.org/10.1163/182539102x00658.

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Анотація:
Abstract<title> RIASSUNTO </title>Ottaviano Targioni Tozzetti (1755-1829), figlio del celebre naturalista Giovanni, fu un personaggio di rilievo nel panorama scientifico toscano nel periodo fra la fine del '700 e i primi decenni del secolo XIX. Attivo come medico a Santa Maria Nuova e membro dell'Accademia dei Georgofili, Ottaviano Targioni Tozzetti, si occupò di chimica, agricoltura e botanica assumendo, per quasi trent'anni, la direzioine del giardino botanico di Firenze. L'inventario della sua corrispondenza, conservata presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, testimonia la vastità e qualità dei suoi rapporti con il mondo scientifico - non solo toscano ma italiano ed europeo - e contribuisce alla riscoperta di un profilo di questo personaggio a cavallo fra tradizione settecentesca e il moderno pensiero scientifico.
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Sonzogni, M. "Un’“apparizione meravigliosa, quasi Inverosimile”: Tracce di musa nei versi di In un giardino ‘italiano’." Italian Studies in Southern Africa/Studi d’Italianistica nell’Africa Australe 24, no. 1 (May 26, 2011). http://dx.doi.org/10.4314/issa.v24i1.66620.

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Ganza, Denise. "Inmigración, empresa y comunidad: dos pioneros de la industria nacional en Valentín Alsina, a lo largo del siglo XX." Revista Paginas 14, no. 35 (April 27, 2022). http://dx.doi.org/10.35305/rp.v14i35.634.

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Анотація:
El presente artículo pretenderá contribuir al conocimiento del proceso de integración de los inmigrantes europeos en un ámbito particular de la provincia de Buenos Aires, Valentín Alsina, por medio del estudio de los rasgos principales de su aporte como pioneros de la industria nacional. En este sentido, analizaremos el derrotero de la industria Campomar, fundada por un inmigrante de origen español a fines del siglo XIX, a través de un archivo familiar preservado en la Fundación Ortega y Gasset Argentina (FOGA). Además, optaremos por el seguimiento de la trayectoria personal del industrial italiano Ugolino Giardino que, junto con su hermano Juan, instaló una hilandería a principios de la década de 1920. Este análisis, a diferencia del anterior, se basará en fuentes de carácter más variado: bibliografía, prensa periódica, testimonios personales, etc. Finalmente, en los dos casos, pondremos el foco en las relaciones establecidas por estos empresarios con la comunidad.
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Zuliani, Federico. "En samling politiske håndskrifter fra slutningen af det 16. århundrede : Giacomo Castelvetro og Christian Barnekows bibliotek." Fund og Forskning i Det Kongelige Biblioteks Samlinger 50 (April 29, 2015). http://dx.doi.org/10.7146/fof.v50i0.41248.

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Анотація:
Federico Zuliani: Una raccolta di scritture politiche della fine del sedicesimo secolo. Giacomo Castelvetro e la biblioteca di Christian Barnekow. Alla pagina 68 recto del manoscritto Vault Case Ms. 5086, 73/2, Newberry Library, Chicago, ha inizio il “Registro di tutte le scritture politiche del S[igno]r Christiano Bernicò”. Il testo è preceduto da un altro elenco simile, sebbene più breve, che va sotto il titolo di “Memoriale D’alcune scritture politiche, che furon donate alla Reina Maria Stuarda Prigioniera in Inghilterra l’anno di salute m.d.lxxxiii. Dal S[igno]re di Cherelles”. Il manoscritto 5086, 73/2 fa parte di una collezione di dieci volumi (originariamente undici) appartenuti a Giacomo Castelvetro e oggi conservati negli Stati Uniti. I codici, le cui vicende di trasmissione sono, in parte, ancora poco chiare, furono sicuramente compilati da Castelvetro durante il periodo che passò in Danimarca, tra l’estate del 1594 e l’autunno del 1595. Il soggiorno danese di Castelvetro ha ricevuto attenzioni decisamente minori di quelle che invece meriterebbe. Alla permanenza in Danimarca è riconducibile infatti l’opera più ambiziosa dell’intera carriera del letterato italiano: vi vennero assemblati, con l’idea di darli poi alle stampe, proprio i volumi oggi negli Stati Uniti. La provenienza è provata tanto dall’indicazione, nei frontespizi, di Copenaghen come luogo di composizione, quanto dalle annotazioni autografe apportate da Castelvetro, a conclusione dei testi, a ricordare quando e dove fossero stati trascritti; oltre a Copenaghen vi si citano altre due località, Birkholm e Tølløse, entrambe sull’isola danese di Sjællad, ed entrambe amministrate da membri dell’influente famiglia Barnekow. E’ a Giuseppe Migliorato che va il merito di aver identificato per primo in Christian Barnekow il “Christiano Bernicò” della lista oggi alla Newberry Library. Christian Barnekow, nobile danese dalla straordinaria cultura (acquisita in uno studierejse durato ben diciassette anni), a partire dal 1591 fu al servizio personale di Cristiano IV di Danimarca. Barnekow e Castelvetro si dovettero incontrare a Edimburgo, dove il primo era giunto quale ambasciatore del monarca danese e dove il secondo si trovava già dal 1592, come maestro di italiano di Giacomo Stuart e di Anna di Danimarca, sorella di Cristiano IV. Sebbene non si possa escludere un ruolo di Anna nell’introdurli, è più probabile che sia stata la comune amicizia con Johann Jacob Grynaeus a propiziarne la conoscenza. Il dotto svizzero aveva infatti dato ospitalità a Barnekow, quando questi era studente presso l’università di Basilea, ne era divenuto amico e aveva mantenuto i rapporti nel momento in cui il giovane aveva lasciato la città elvetica. Grynaeus era però anche il cognato di Castelvetro il quale aveva sposato Isotta de’ Canonici, vedova di Thomas Liebler, e sorella di Lavinia, moglie di Grynaeus sin dal 1569. Isotta era morta però nel marzo del 1594, in Scozia, ed è facile immaginare come Barnekow abbia desiderato esprimere le proprie condoglianze al marito, cognato di un suo caro amico, e vedovo di una persona che doveva aver conosciuto bene quando aveva alloggiato presso la casa della sorella. Castelvetro, inoltre, potrebbe essere risultato noto a Barnekow anche a causa di due edizioni di opere del primo marito della moglie curate postume dal letterato italiano, tra il 1589 e il 1590. Thomas Liebler, più famoso con il nome latinizzato di Erasto, era stato infatti uno dei più acerrimi oppositori di Pietro Severino, il celebre paracelsiano danese; Giacomo Castelvetro non doveva essere quindi completamente ignoto nei circoli dotti della Danimarca. La vasta cultura di Christian Barnekow ci è nota attraverso l’apprezzamento di diversi suoi contemporanei, quali Grynaeus, Jon Venusinus e, soprattutto, Hans Poulsen Resen, futuro vescovo di Sjælland e amico personale di Barnekow a cui dobbiamo molte delle informazioni in nostro possesso circa la vita del nobile danese, grazie all’orazione funebre che questi tenne nel 1612 e che venne data alle stampe l’anno successivo, a Copenaghen. Qui, ricordandone lo studierejse, il vescovo raccontò come Barnekow fosse ritornato in Danimarca “pieno di conoscenza e di storie” oltre che di “relazioni e discorsi” in diverse lingue. Con questi due termini l’ecclesiastico danese alludeva, con tutta probabilità, a quei documenti diplomatici, relazioni e discorsi di ambasciatori, per l’appunto, che rientravano tra le letture preferite degli studenti universitari padovani. La lista compilata da Castelvetro, dove figurano lettere e istrutioni ma, soprattutto, relationi e discorsi, era un catalogo di quella collezione di manoscritti, portata dall’Italia, a cui fece riferimento l’ecclesiastico danese commemorando Christian Barnekow. Tutti coloro i quali si sono occupati dei volumi oggi negli Stati Uniti si sono trovati concordi nel ritenerli pronti per la pubblicazione: oltre alle abbondanti correzioni (tra cui numerose alle spaziature e ai rientri) i volumi presentano infatti frontespizi provvisori, ma completi (con data di stampa, luogo, impaginazione dei titoli – a loro volta occasionalmente corretti – motto etc.), indici del contenuto e titolature laterali per agevolare lettura e consultazione. Anche Jakob Ulfeldt, amico e compagno di viaggi e di studi di Barnekow, riportò a casa una collezione di documenti (GKS 500–505 fol.) per molti aspetti analoga a quella di Barnekow e che si dimostra di grande importanza per comprendere peculiarità e specificità di quella di quest’ultimo. I testi di Ulfeldt risultano assemblati senza alcuna coerenza, si rivelano ricchi di errori di trascrizione e di grammatica, e non offrono alcuna divisione interna, rendendone l’impiego particolarmente arduo. Le annotazioni di un copista italiano suggeriscono inoltre come, già a Padova, potesse essere stato difficoltoso sapere con certezza quali documenti fossero effettivamente presenti nella collezione e quali si fossero smarriti (prestati, perduti, pagati ma mai ricevuti…). La raccolta di Barnekow, che aveva le stesse fonti semi-clandestine di quella dell’amico, doveva trovarsi in condizioni per molti versi simili e solo la mano di un esperto avrebbe potuto portarvi ordine. Giacomo Castelvetro – nipote di Ludovico Castelvetro, uno dei filologi più celebri della propria generazione, e un filologo egli stesso, fluente in italiano, latino e francese, oltre che collaboratore di lunga data di John Wolfe, editore londinese specializzato nella pubblicazione di opere italiane – possedeva esattamente quelle competenze di cui Barnekow aveva bisogno e ben si intuisce come mai quest’ultimo lo convinse a seguirlo in Danimarca. I compiti di Castelvetro presso Barnekow furono quelli di passarne in rassegna la collezione, accertarsi dell’effettivo contenuto, leggerne i testi, raggrupparli per tematica e area geografica, sceglierne i più significativi, emendarli, e prepararne quindi un’edizione. Sapendo che Castelvetro poté occuparsi della prima parte del compito nei, frenetici, mesi danesi, diviene pure comprensibile come mai egli portò con sé i volumi oggi negli Stati Uniti quando si diresse in Svezia: mancava ancora la parte forse più delicata del lavoro, un’ultima revisione dei testi prima che questi fossero passati a un tipografo perché li desse alle stampe. La ragione principale che sottostò all’idea di pubblicare un’edizione di “scritture politiche” italiane in Danimarca fu la presenza, in tutta l’Europa centro settentrionale del tempo, di una vera e propria moda italiana che i contatti tra corti, oltre che i viaggi d’istruzione della nobiltà, dovettero diffondere anche in Danimarca. Nel tardo Cinquecento gli autori italiani cominciarono ad essere sempre più abituali nelle biblioteche private danesi e la conoscenza dell’italiano, sebbene non completamente assente anche in altri settori della popolazione, divenne una parte fondamentale dell’educazione della futura classe dirigente del paese nordico, come prova l’istituzione di una cattedra di italiano presso l’appena fondata Accademia di Sorø, nel 1623. Anche in Danimarca, inoltre, si tentò di attrarre esperti e artisti italiani; tra questi, l’architetto Domenico Badiaz, Giovannimaria Borcht, che fu segretario personale di Frederik Leye, borgomastro di Helsingør, il maestro di scherma Salvator Fabris, l’organista Vincenzo Bertolusi, il violinista Giovanni Giacomo Merlis o, ancora, lo scultore Pietro Crevelli. A differenza dell’Inghilterra non si ebbero in Danimarca edizioni critiche di testi italiani; videro però la luce alcune traduzioni, anche se spesso dal tedesco, di autori italiani, quali Boccaccio e Petrarca, e, soprattutto, si arrivò a pubblicare anche in italiano, come dimostrano i due volumi di madrigali del Giardino Novo e il trattato De lo schermo overo scienza d’arme di Salvator Fabris, usciti tutti a Copenaghen tra il 1605 e il 1606. Un’ulteriore ragione che motivò la scelta di stampare una raccolta come quella curata da Castelvetro è da ricercarsi poi nello straordinario successo che la letteratura di “maneggio di stato” (relazioni diplomatiche, compendi di storia, analisi dell’erario) godette all’epoca, anche, se non specialmente, presso i giovani aristocratici centro e nord europei che studiavano in Italia. Non a caso, presso Det Kongelige Bibliotek, si trovano diverse collezioni di questo genere di testi (GKS 511–512 fol.; GKS 525 fol.; GKS 500–505 fol.; GKS 2164–2167 4º; GKS 523 fol.; GKS 598 fol.; GKS 507–510 fol.; Thott 576 fol.; Kall 333 4º e NKS 244 fol.). Tali scritti, considerati come particolarmente adatti per la formazione di coloro che si fossero voluti dedicare all’attività politica in senso lato, supplivano a una mancanza propria dei curricula universitari dell’epoca: quella della totale assenza di qualsivoglia materia che si occupasse di “attualità”. Le relazioni diplomatiche risultavano infatti utilissime agli studenti, futuri servitori dello Stato, per aggiornarsi circa i più recenti avvenimenti politici e religiosi europei oltre che per ottenere informazioni attorno a paesi lontani o da poco scoperti. Sebbene sia impossibile stabilire con assoluta certezza quali e quante delle collezioni di documenti oggi conservate presso Det Kongelige Bibliotek siano state riportate in Danimarca da studenti danesi, pare legittimo immaginare che almeno una buona parte di esse lo sia stata. L’interesse doveva essere alto e un’edizione avrebbe avuto mercato, con tutta probabilità, anche fuori dalla Danimarca: una pubblicazione curata filologicamente avrebbe offerto infatti testi di gran lunga superiori a quelli normalmente acquistati da giovani dalle possibilità economiche limitate e spesso sprovvisti di una padronanza adeguata delle lingue romanze. Non a caso, nei medesimi anni, si ebbero edizioni per molti versi equivalenti a quella pensata da Barnekow e da Castelvetro. Nel 1589, a Colonia, venne pubblicato il Tesoro politico, una scelta di materiale diplomatico italiano (ristampato anche nel 1592 e nel 1598), mentre tra il 1610 e il 1612, un altro testo di questo genere, la Praxis prudentiae politicae, vide la luce a Francoforte. La raccolta manoscritta di Barnekow ebbe però anche caratteristiche a sé stanti rispetto a quelle degli altri giovani danesi a lui contemporanei. Barnekow, anzitutto, continuò ad arricchire la propria collezione anche dopo il rientro in patria come dimostra, per esempio, una relazione d’area fiamminga datata 1594. La biblioteca manoscritta di Barnekow si distingue inoltre per l’ampiezza. Se conosciamo per Ulfeldt trentadue testi che questi portò con sé dall’Italia (uno dei suoi volumi è comunque andato perduto) la lista di “scritture politiche” di Barnekow ne conta ben duecentoottantaquattro. Un’altra peculiarità è quella di essere composta inoltre di testi sciolti, cioè a dirsi non ancora copiati o rilegati in volume. Presso Det Kongelige Bibliotek è possibile ritrovare infatti diversi degli scritti registrati nella lista stilata da Castelvetro: dodici riconducibili con sicurezza e sette per cui la provenienza parrebbe per lo meno probabile. A lungo il problema di chi sia stato Michele – una persona vicina a Barnekow a cui Castelvetro afferma di aver pagato parte degli originali dei manoscritti oggi in America – è parso, di fatto, irrisolvibile. Come ipotesi di lavoro, e basandosi sulle annotazioni apposte ai colophon, si è proposto che Michele potesse essere il proprietario di quei, pochi, testi che compaiono nei volumi oggi a Chicago e New York ma che non possono essere ricondotti all’elenco redatto da Castelvetro. Michele sarebbe stato quindi un privato, legato a Barnekow e a lui prossimo, da lui magari addirittura protetto, ma del quale non era al servizio, e che doveva avere presso di sé una biblioteca di cui Castelvetro provò ad avere visione al fine di integrare le scritture del nobile danese in vista della sua progettata edizione. Il fatto che nel 1596 Michele fosse in Italia spiegherebbe poi come potesse avere accesso a questo genere di opere. Che le possedesse per proprio diletto oppure che, magari, le commerciasse addirittura, non è invece dato dire. L’analisi del materiale oggi negli Stati Uniti si rivela ricca di spunti. Per quanto riguarda Castelvetro pare delinearsi, sempre di più, un ruolo di primo piano nella diffusione della cultura italiana nell’Europa del secondo Cinquecento, mentre Barnekow emerge come una figura veramente centrale nella vita intellettuale della Danimarca a cavallo tra Cinque e Seicento. Sempre Barnekow si dimostra poi di grandissima utilità per iniziare a studiare un tema che sino ad oggi ha ricevuto, probabilmente, troppa poca attenzione: quello dell’importazione in Danimarca di modelli culturali italiani grazie all’azione di quei giovani aristocratici che si erano formati presso le università della penisola. A tale proposito l’influenza esercitata dalla letteratura italiana di “maneggio di stato” sul pensiero politico danese tra sedicesimo e diciassettesimo secolo è tra gli aspetti che meriterebbero studi più approfonditi. Tra i risultati meno esaurienti si collocano invece quelli legati all’indagine e alla ricostruzione della biblioteca di Barnekow e, in particolare, di quanto ne sia sopravvissuto. Solo un esame sistematico, non solo dei fondi manoscritti di Det Kongelige Bibliotek, ma, più in generale, di tutte le altre biblioteche e collezioni scandinave, potrebbe dare in futuro esiti soddisfacenti.
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Rigobon, Patrizio. "La cultura catalana a Itàlia: el cas de Cesare Giardini." Cercles Revista d Hist�ria Cultural, no. 22 (2019). http://dx.doi.org/10.1344/cercles2019.22.1004.

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Анотація:
This paper looks at aspects of the life and work of the Italian Catalanophile Cesare Giardini (Bologna 1893–Milan 1970) up until the 1930s. Giardini’s initial activity as an actor afforded him the chance to travel to Barcelona in 1912 with the theatre company of the great Italian actress Lyda Borelli. During the month that Giardini spent in Barcelona, he was able to get in touch with a number of representatives of Catalan culture despite his considerable youth. In the 1920s, he began working with the Milan publishing firm Edizioni Alpi, which published Italian translations of Catalan works, such as The Catalan Nationality by Enric Prat de la Riba (1924). Giardini’s efforts to disseminate Catalan literature also involved his publication of a large number of articles in various newspapers and magazines throughout his long career. In 1926, he put out an anthology of Catalan poets through the publishing firm of Piero Gobetti (Edizioni del Baretti) and this anthology would be reprinted in 1950 with few changes.
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De Cesare, Giovanni Battista. "Maurizio Fabbri. Nel “Giardino del Mondo”. Saggi su diari e relazioni di viaggio in Italia di spagnoli e novohispanos dal Settecento al Novecento." Rassegna iberistica, no. 111 (June 21, 2019). http://dx.doi.org/10.30687/ri/2037-6588/2019/111/011.

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Анотація:
Recensione di Fabbri, Maurizio (2018). Nel “Giardino del Mondo”. Saggi su diari e relazioni di viaggio in Italia di spagnoli e novohispanos dal Settecento al Novecento. Rimini: Panozzo Editore, pp. 270.
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Miller, Norbert. "Poetisch erschlossene Geschichte. Ferdinand Gregorovius’ „Wanderjahre in Italien“ und seine Dichtung über den Garten von Ninfa." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 96, no. 1 (January 1, 2017). http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2016-0016.

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Анотація:
Riassunto „Non senza meriti“: così qualificò Theodor Mommsen la principale opera storica di Ferdinand Gregorovius, la „Storia della città di Roma nel medioevo“, aggiungendo però criticamente: „Ma egli ha troppa fantasia“. Le presenti riflessioni indagano proprio questo rapporto dichiarato dello storico Gregorovius con la fantasia, con l’intima affinità tra storia e poesia. Esse tematizzano il ruolo particolare, forse anche di outsider, di un autore che era costretto a scrivere le sue opere da studioso privato, finanziandole in gran parte con i suoi lavori giornalistici. Sulla base di come Gregorovius ha vissuto l’esperienza del giardino incantato di Ninfa, il quale lo attraeva come lirico e come esploratore del paesaggio storico, si esamina in alcuni esempi la genesi della forma narrativa da lui sviluppata e la si discute come sfida nei confronti dello storicismo.
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Selvafolta, Ornella. "ARTE, POLITICA, CULTURA NEI GIARDINI DI VILLA MELZI D’ERIL A BELLAGIO. IL MONUMENTO A DANTE E BEATRICE DI GIOVANNI BATTISTA COMOLLI, 1810." Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere • Rendiconti di Lettere, February 10, 2022. http://dx.doi.org/10.4081/lettere.2021.779.

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Анотація:
On the occasion of the double anniversary - the seven hundred years since the death of Dante Alighieri and the two hundred years since the death of Napoleon Bonaparte - the essay deals with the monument of Dante and Beatrice sculpted by the neoclassical artist Giovanni Battista Comolli in 1810. His client was Francesco Melzi d’Eril, former Vice President of the Italian Republic (1802-1804), then Grand Chancellor Keeper of Seals of the Kingdom of Italy (1805-1814). Located in the gardens of the Villa Melzi d’Eril in Bellagio on Lake Como, the monument features the meeting of Dante and Beatrice in Canto XVIII of Paradiso, when the woman soothes the poet for the prophecy of exile announced by his ancestor Cacciaguida. The paper highlights how this subject implies on the part of the client the desire to celebrate the poet and his work as expressions of Italian values, at a time when Napoleon’s authoritarian turn had disappointed his aspirations for the country’s greater independence. The sculpture also marks some artistic novelties and, as a whole, can be considered an early example of a monument specifically designed around Dante and his Commedia, anticipating the artistic success of the poet in the following decades of the Nineteenth century.
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Campetella, Moreno. "Les néologismes techniques dans le traité Della cultura degli orti e giardini (1588-1596) de Giovanvettorio Soderini." ELAD-SILDA, no. 1 (May 1, 2018). http://dx.doi.org/10.35562/elad-silda.345.

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Анотація:
Le traité Della cultura degli orti e giardini du Florentin Giovanvettorio Soderini (1526-1596), dont la première édition, non datée, remonterait aux années 1590, compte parmi les tout premiers textes italiens, sinon le premier, où l’horticulture fait l’objet d’une étude complète et systématique et ses différents aspects abordés de façon scientifique. En témoignent les centaines de néologismes techniques contenus dans cet ouvrage : loin de constituer un élément secondaire dans le développement de cette branche de l’agronomie, l’invention d’un vocabulaire agronomique et horticole moderne représente une preuve irréfutable de la capacité des savants et des professionnels de cette époque à ordonner le monde de la Nature et à maîtriser une certaine technique mieux que leurs prédécesseurs du Moyen âge, souvent encore très dépendants de la science classique, et à s’affranchir des enseignements des Anciens. Parmi les domaines parmi lesquels les phénomènes néologiques sont les plus fréquents rappelons ici la nomenclature des plantes et fleurs, la physiologie végétale ou encore la pédologie ou science des sols.
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"Mechanized ultrasonic testing for in-service inspection of tube to tube sheet welded joints fabricated by I.B.W. (internal bore welding) process Secco, E.; Canepari, C.; Vesprini, R.; Gilardoni, C. Proceedings of the international conference on monitoring, surveilance and predictive maintenance of plants and structures, Taormina - Giardini Naxos, Sicily (Italy), 15–18 Oct. 1989, pp. 533-543. Italian Society for Nondestructive Testing." NDT & E International 23, no. 4 (August 1990): 229. http://dx.doi.org/10.1016/0963-8695(90)90879-n.

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