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Добірка наукової літератури з теми "Flussi di carbonio"
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Статті в журналах з теми "Flussi di carbonio"
Ripullone, F., M. Borghetti, L. Cernusak, N. Matsuo, and G. Farquhar. "Carbon and oxygen isotopes: a useful tool for the analysis of carbon and water exchanges between plants and the atmosphere." Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 3, no. 2 (June 13, 2006): 205–12. http://dx.doi.org/10.3832/efor0371-0030205.
Повний текст джерелаДисертації з теми "Flussi di carbonio"
Panzacchi, Pietro <1972>. "Flussi di carbonio in due sistemi arborei della pianura padana." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/721/1/Tesi_Panzacchi_Pietro.pdf.
Повний текст джерелаPanzacchi, Pietro <1972>. "Flussi di carbonio in due sistemi arborei della pianura padana." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/721/.
Повний текст джерелаCunsolo, Federico <1997>. "Valutazione preliminare dei flussi di carbonio all’interno delle praterie di Zostera in Laguna di Venezia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21760.
Повний текст джерелаCioffi, Michele. "Flussi di carbonio inorganico nei sedimenti della piattaforma continentale di Cadiz (Spagna Sud-Occidentale)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1131/.
Повний текст джерелаLeardini, Giulia. "Variabilità stagionale dei flussi verticali di metalli nel particolato dell'Adriatico Meridionale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.
Знайти повний текст джерелаDella, Torre Chiara. "Valutazioni sulla sostenibilità di interventi di gestione ambientale: applicabilità del fitorimedio per l' attenuazione della contaminazione in siti inquinati e carbon footprint." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2010. http://hdl.handle.net/10077/3513.
Повний текст джерелаIl fitorimedio è una tecnologia di bonifica che sfrutta l’azione delle piante e dei microrganismi del suolo ad esse associati per attenuare la contaminazione nei suoli. Rispetto ad altre tecniche tradizionali, presenta dei vantaggi interessanti dal punto di vista della sostenibilità del processo: è un tipo di intervento meno invasivo, si realizza in situ con costi di gestione bassi, offre benefici dal punto di vista paesaggistico e in termini di sottrazione di CO2 dall’atmosfera, in quanto vengono impiegati organismi fotosintetizzanti e l’impatto dovuto ai trasporti e all’utilizzo di macchinari è minimo. La prima linea di ricerca sviluppata in questo lavoro ha avuto come obiettivo la verifica dell’efficacia di due specie erbacee perenni, Festuca arundinacea e Lolium perenne, nella rizodegradazione di una tipologia di inquinanti organici particolarmente significativa per la provincia di Trieste, gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA). In particolare si è considerata una contaminazione da IPA “invecchiata”. Oltre alla degradazione di IPA, sono stati monitorati parametri che forniscono informazioni sulla comunità microbica del suolo (biomassa microbica e attività enzimatica totali) e sul contenuto di carbonio organico. La concentrazione di IPA nel suolo è stata determinata mediante analisi in GC-MS, l’attività microbica con l’idrolisi della fluoresceina diacetato, la biomassa microbica attraverso il metodo della fumigazione-estrazione, il carbonio organico totale mediante analisi elementare al CHN. In aggiunta a queste analisi, è stato effettuato un test di fitotossicità su eluati di suolo con semi di Cucumis sativus, Lepidium sativum e Sorghum saccharatum. La sperimentazione di rizodegradazione si è svolta sia in pieno campo, in lotti sperimentali, sia in serra, in condizioni più controllate. Sono state effettuate quattro serie di campionamenti nell’arco di 15 mesi in campo, sei campionamenti di suolo e materiale vegetale in serra a cadenza mensile. Relativamente alla sperimentazione in pieno campo con Festuca arundinacea si sono determinati valori di attenuazione di oltre il 70% in una sola stagione vegetativa, anche per gli IPA ad alto peso molecolare. Lolium perenne, che la letteratura riporta efficace per la rizodegradazione di contaminazioni “invecchiate” di IPA, non ha dato in pieno campo buoni risultati; la presenza nei suoli di concentrazioni di nichel ben inferiori alle concentrazioni soglia di contaminazione protettive per la salute umana ma superiori a livelli di screening proposti dall’US-EPA per effetti sui vegetali, consente di interpretare la poca vigoria di Lolium perenne nei lotti sperimentali. Festuca arundincea è accumulatrice e tollerante ad elevate concentrazioni di metalli pesanti quali il nichel e non ha manifestato problemi. La sperimentazione in serra ha evidenziato una attenuazione inferiore a quella ottenuta in pieno campo per Festuca arundinacea. I confronti con l’attenuazione ottenuta nel suolo non seminato indicano che tale fenomeno non è associabile alla presenza della pianta. Si conclude che per valutare in vaso i fenomeni di rizodegradazione, che coinvolgono comunità microbiologiche, è necessario impostare sperimentazioni in microcosmi/recipienti di maggior capienza o comunque garantire minori stress idrici e termici, in particolare nella stagione estiva. Una seconda linea di ricerca ha riguardato studi sperimentali per valutare flussi di carbonio nei lotti in cui si applica il fitorimedio. È stata effettuata una prima stima del bilancio del carbonio nel sistema suolo-pianta nel lotto sperimentale di Festuca arundinacea in campo, valutando il contributo della fissazione di CO2 da parte di specie erbacee da prato e della respirazione del suolo all'emissione di CO2 in atmosfera. Lo strumento utilizzato è un analizzatore di gas all’infrarosso (IRGA, Infra Red Gas Analyzer). Sono state svolte tre serie di misure diurne. Questi dati possono essere usati per evidenziare come l’impiego di tecnologie in cui si favorisce l’utilizzo di piante possa apportare vantaggi ambientali rappresentando un sink per il carbonio, con beneficio nelle valutazioni di sostenibilità ambientale di tecnologie, basate ad esempio sul calcolo del carbon footprint. Questo indicatore di sostenibilità potrà essere applicato all’ambito delle bonifiche al fine di comparare fitotecnologie con metodi di tipo fisico o chimico, favorendo gli interventi che implichino emissioni ridotte di CO2 e un maggior sequestro da parte del sistema suolo-pianta. La metodologia di analisi impiegata per la misura degli scambi di CO2 in questo studio su piccola scala può trovare un’utile applicazione in studi sul bilancio del carbonio anche su scala più ampia, integrando le suddette misure di respirazione eterotrofa del suolo effettuate a terra con stime di rateo di fotosintesi netta ottenute mediante indici radiometrici, in misure di remote sensing. L’integrazione di questi due tipi di analisi potrà rappresentare un effettivo strumento per la valutazione del carbon footprint di territori estesi, come quello della provincia di Trieste.
XXII Ciclo
1979
FRAGOULIS, GEORGIOS. "Influenza di ammendanti organici nella rizosfera e modelizzazione del flusso di carbonio." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/82.
Повний текст джерелаThe main aim of this work was to study the effect of different organic amendments in the rhizosphere soil with innovative techniques, and the building of a modelling tool to describe the carbon flow in the rhizosphere soil. For this reason maize plants were grown in rhizobox systems amended with different organic materials. The available fraction of organic C in each layer was assessed with the lux-marked p. fluorescens 10586 pucd607. Total organic carbon (TOC), organic acid distribution in the rhizosphere and total number of culturable cells as colony forming units (CFU) were also determined. A modelling tool is presented that describes the carbon flow in the rhizosphere. The model solves with the Crank-Nicolson discretisation scheme a diffusion-degradation equation and is coupled to the inverse modelling software pest. Finally a five-compartment conceptual model is proposed for describing organic compounds bioavailabililty in soil.
FRAGOULIS, GEORGIOS. "Influenza di ammendanti organici nella rizosfera e modelizzazione del flusso di carbonio." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/82.
Повний текст джерелаThe main aim of this work was to study the effect of different organic amendments in the rhizosphere soil with innovative techniques, and the building of a modelling tool to describe the carbon flow in the rhizosphere soil. For this reason maize plants were grown in rhizobox systems amended with different organic materials. The available fraction of organic C in each layer was assessed with the lux-marked p. fluorescens 10586 pucd607. Total organic carbon (TOC), organic acid distribution in the rhizosphere and total number of culturable cells as colony forming units (CFU) were also determined. A modelling tool is presented that describes the carbon flow in the rhizosphere. The model solves with the Crank-Nicolson discretisation scheme a diffusion-degradation equation and is coupled to the inverse modelling software pest. Finally a five-compartment conceptual model is proposed for describing organic compounds bioavailabililty in soil.
FERRONATO, GIULIA. "Valutazione dell'impatto ambientale a diversi livelli di scala del settore zootecnico." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/72497.
Повний текст джерелаIn the last three decades global demand of food, in particular animal proteins (meat, milk, and eggs), has increased according to the population growth, that is expected to go up to 9 billion by the 2050. These, in fact, represent an important source of energy, high-quality protein, micronutrients and vitamins. Therefore, this improvement could contribute to the lifespan increase and food demand. The latter forced the agricultural sector to a further intensification that affected also the cultivation of crops for animal feeding. Agricultural and livestock productions have a relevant environmental impact, and this topic is object of criticism and scientific investigation also to more accurately define its contribution and potential mitigation strategies, considering also that agricultural stage is the main contributor to the environmental impact of the food production chain. It is recognized, in fact, that agricultural sector directly contribute to the 21% of total global anthropogenic greenhouse gas emissions, mostly consisting of methane followed by nitrous oxide and carbon dioxide. These emissions are mainly associated with the livestock production, in particular with ruminants breeding that contributes directly to methane emissions due to ruminal and manure fermentation; the remaining part is composed by indirect emissions from deforestation, energy use and animal feed production. The scope of this thesis was the evaluation of environmental footprint in the livestock sector at different subject scale level. Italian meat supply chain, dairy farms, Grana Padano PDO cheese factory and single animals was investigated in order to quantify environmental footprint. In the first work, the Italian meat supply chain has been evaluated whit a mass flow analysis (MFA) approach and life cycle assessment (LCA) approach. Firstly, the quantification of meat had been made from slaughter to household consumption, starting form carcass weight to real meat consumed. At these levels, meat form cattle, pig, sheep and goat, equidae, and rabbit was taken in account. During the chain also meat losses and waste were quantified. In particular animal by-products (ABPs) were quantified for single species and categorized into heath level risk according to the Regulation (EC) 1069/2009. According to the category (Cat 1, Cat 2 or Cat3), assuming that all ABPs were destinated to rendering process, use and disposal of rendered products was identified. The MFA confirmed how Italy is a net importer of cattle and pork meat while it is self-sustaining for poultry meat. Mass flow analysis revealed that in 2013, 2.86 Mt of meat were consumed in Italy. It is equivalent to 131 g/day/pro-capita and to 47.91 kg/year/pro-capita of meat consumed. In percentage the total amount of consumed meat is represented by 46% of pig, 28% of poultry and 23% of cattle and 3% of other meat (rabbit, equidae, and sheep and goat). This approach quantified the ABPs produced at slaughtering level and food wastes at retail and consumer levels. Slaughter phase was the main source of waste, producing 0.80 Mt of ABPs, 48% of the total amount of waste originated in the meat supply chain. Results highlighted how the ABPs are already almost completely reused, compatibly with their health level risk, demonstrating the circularity of the system through the quantification of the avoided products and relative GHGs emissions. Concerning other food wastes, the results of the present evaluation could be considered only an estimate due to the lack of specific national coefficients. After quantification LCA was applied in order to evaluate environmental footprint, considering also avoided product due to the re-use of rendered ABPs. LCA results reveal that daily meat consumption pro-capita emits 4.0 kg CO2eq represented by 30% of cattle meat, 9.6% of pig meat and 8% of poultry meat. Emissions allocated to ABPs are the 60% and their re-use decrease the emissions about 10%. Second and third works focused the milk and PDO Grana Padano global warming potential (GWP). Overall, twenty-seven dairy farms, producing milk destinated to Grana Padano PDO cheese and one cheese factory, situated in the Piacenza province were evaluated. Primary data were collected by using a specific survey. This included for the farms the request of data regarding herd composition, feeding management, milk production, herd management and performace, crops cultivation and resource use, whereas for the cheese factory, the survey included energy resource use and input requested by cheese making process. In the second work, 10 dairy farms were evaluated in order to assess the milk Carbon Footprint (CF) and the main source of emissions. The system boundary was a cradle-to-farm-gate and functional unit is 1 kg of FPCM (Fat and Protein corrected milk). The CF of 1 kg of FPCM resulted equal to 1.33 kg CO2eq/kg FPCM with a wide range of variation from 1.02 to 1.62 kg CO2eq/kg FPCM. Emissions due to enteric fermentation and manure fermentation represented the 52% of the total, while acquired feed the 36%. Self-production and energetic consumption represented 6% and 6% respectively. In the third, Grana Padano PDO production was considered. The milk destinated to cheese processing showed an average value of CF equal to 1.38 kg CO2eq/kg FPCM, with a minimum value of 1.02 and a maximum one of 1.94 kg CO2eq/kg FPCM. Instead, the CF average value of 1 kg of PDO Grana Padano cheese was equal to 9.99 kg CO2eq, showing an agricultural stage contribution of 94%. Results of these works were in accord with similar studies reported in literature and had pointed out how dairy farms showed a greater level of environmental sustainability but with possibilities for improvement, mainly through herd management enhancement (productive and reproductive performances). Fourth work was about the development of proxies able to predict the methane emissions from individual cows. This focus is a hot research point in order to improve the mitigation strategies to reduce methane emissions because of the main GHG contributor. Methane emission is mainly driven by feed intake and diet composition, but it is difficult to measure intake in commercial farms. The study aimed to verify the possibility of using NIRS of faeces (NIRSf) alone and in combination with other phenotypic parameters available at a farm level to predict methane production (MP, g/d) from individual lactating dairy cows. NIRSf alone allowed a fairly good estimation of methane yield and the estimations were improved to a similar degree when BW, MY or ECM were considered, whereas combining NIRSf with more than one other parameters improved the estimations with a very little extent only. Methane can be predicted using models that consider the DMI, BW or MY but the main limitation is represented by the data availability. Near Infrared technique applied to faecal samples, in particular when combined with other phenotypic parameters, can represent a valid alternative for large-scale measurements in commercial dairy farms for genetic selection of low emitters dairy cows, when DMI measurement is usually not available.
De, Filippo Christian Corrado. "Sintesi organiche in flusso continuo." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424258.
Повний текст джерелаIl presente lavoro di Tesi riporta le attività svolte nel periodo compreso tra l’A.A. 2011/2012 e l’A.A. 2014/2015 nei laboratori del Dipartimento di Scienze Chimiche(DiSC) dell’Università di Padova, nel gruppo di ricerca del prof. Michele Maggini. La tematica principale che lega gli argomenti affrontati nella Tesi, è la sintesi organica in condizioni di flusso continuo all’interno di reattori costituiti da una rete di canali di volume compreso tra pochi microlitri e alcuni millilitri. Grazie ai vantaggi associati all’elevato controllo dello scambio termico e del trasferimento di massa all’interno dei reattori fluidici è possibile controllare la cinetica e la selettività delle trasformazioni chimiche, incrementandone la sicurezza, l’efficienza e la produttività. Questa Tesi affronta lo sviluppo e l’ottimizzazione di alcuni processi chimici concordati con Fabbrica Italiana Sintetici SpA di Montecchio Maggiore (VI) che ha erogato la borsa di dottorato,nell’ambito di una collaborazione con il DiSC. La prima parte della Tesi è focalizzata sulla reazione di Suzuki applicata alla sintesi di sistemi bifenilici e derivati anilino chinazolinici che sono i precursori chiave dell’antitumorale Lapatinib®. Nella stessa parte viene riportato anche lo studio della reazione di Michael, catalizzata da tiouree, utilizzata per preparare l’antiepilettico Baclofene®. La seconda parte della Tesi è dedicata alla funzionalizzazione di cromofori a base squarainica. In particolare è stata affrontata la sintesi in flusso continuo di emisquarati N-sostituiti che ha permesso di ottimizzare la preparazione delle emisquarimmine; un nuovo gruppo di squaraine funzionalizzate che possiedono interessanti proprietà per la conversione dell’energia solare. Nella seconda parte della Tesi è stata inoltre affrontata la funzionalizzazione in flusso continuo di nanostrutture di carbonio (nanotubi e grafene) attraverso l’addizione di sali di diazonio generati in situ per reazione di un’anilina sostituita e isopentil nitrito. Nella terza parte della Tesi viene riportata la reazione di epossidazione di olefine con diossirani. E’ stato studiato un sistema che impiega acqua ossigenata, acetonitrile e trifluoroacetofenone per epossidare una serie di alcheni alifatici e aromatici in condizioni difficili da realizzare nelle condizioni batch