Статті в журналах з теми "Fatti de' Romani"

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Alfie, Fabian. "David P. Bénéteau, ed., Li fatti de’ Romani: Edizione critica dei manoscritti Hamilton 67 e Riccardiano 2418. Alessandria: Edizioni dell’Orso, 2012. Pp. 636. €40. ISBN: 978-88-6274-381-5." Speculum 90, no. 2 (April 2015): 499–500. http://dx.doi.org/10.1017/s0038713415000056.

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2

Łapiński, Józef. "Zabiegi Stolicy Apostolskiej o utrzymanie Unii z 1596 r. na podstawie unickiej diecezji chełmskiej w XIX wieku." Prawo Kanoniczne 51, no. 3-4 (December 10, 2008): 353–70. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2008.51.3-4.17.

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Анотація:
Dall’inizio delle persecuzioni, l’unica diocesi di Chelm aspettava della Santa Sede parole d’incoraggiamento ed un efficace sostegno al coraggio e alla perseveranza nella fede della Chiesa Cattolica. Scrutando la storia della diocesi uniate a Chelm nel XIX secolo, bisogna sottolineare con forza, che la Santa Sede usava tutti mezzi disponibili per salvare l’Unione messa in pericolo della parte dell’Impero Russo. Lo testimoniano innumerevoli affermazioni ed atti della Santa Sede. Bisogna affermare che sia gli interventi della Curia Romana sia dei singoli papi non sempre portavano a risultati positivi. Tutta la corrispondenza dell’Autorità della Chiesa locale e di quella di Roma e stata manovrata delle autorità statali: questo ne ha provocato il ritardo o la totale eliminazione. Bisogna aggiungere il fatto che la Santa Sede non aveva in questo periodo la propria nunziatura a Pietroburgo. Questa situazione ha provocato il fatto che Roma non poteva agire per normale via diplomatica. Roma protestava continuamente contro le minacce verso l’Unione, ma ha protestato con decisione, quando illegittimamente hanno chiamato don M. Popiel come amministratore della diocesi di Chelm. Pio IX nella sua enciclica „Levate” ha condannato questa nomina. In base a tutti questi fatti, non si possono accettare le opinioni di alcuni autori secondo i quali Roma non ha mostrato un sufficiente sostegno per salvare la diocesi di Chelm. Non si puo accettare nemmeno che la Curia Romana non abbia dato dimostrazioni che nel XIX secolo la questione polacca non fosse vicina agli interessi della Chiesa e ai propri interessi politici. La Santa Sede non aveva bisogno di mettere il problema della diocesi di Chelm al di sopra di altri fatti ecclesiali, pero non si può mettere in alcun modo in dubbio che abbia fatto tutto ciò che era possibile per difendere l’Unione.
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3

Parker, Hugh C. "Romani numen soli: Faunus in Ovid's Fasti." Transactions of the American Philological Association (1974-) 123 (1993): 199. http://dx.doi.org/10.2307/284329.

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Ward-Perkins, Bryan. "Continuitists, catastrophists, and the towns of post-Roman northern Italy." Papers of the British School at Rome 65 (November 1997): 157–76. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620001062x.

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Анотація:
‘CONTINUISTI’, CATASTROFISTI E LA CITTÀ DELL'ITALIA SETTENTRIONALE POST-ROMANANegli ultimi quindici anni si è sviluppato un vivace dibattito sulla natura delle città nell'Italia settentrionale post-Romana. Tale discussione ha avuto luogo poichè resti di questo periodo rinvenuti in recenti scavi urbani si sono rivelati sistematicamente poco appariscenti. In questo articolo l'autore discute i principali articoli e libri — elencati e brevemente descritti in bibliografia — che hanno contribuito al dibattito. In particolare viene evidenziato che, sebbene gli studiosi tendono a giungere a conclusioni molto diverse su quanto ‘urbanizzate’ le città post-romane fossero, di fatto hanno molto in comune per quanto riguarda i dati specifici in discussione. L'autore ipotizza che la differenza nelle conclusioni raggiunte dagli studiosi è dovuta in gran parte alle diverse aspettative su cosa una ‘città’ dovrebbe essere. Tale divergenza è stata incoraggiata dalla natura molto diversa dell'evidenza materiale e dei testi scritti e dalle differenze in aspettativa tra romanisti e medievisti, tra autori italiani e britannici e tra storici ed archeologi. Le città dell'Italia post-romana si sono rivelate un vivace campo di battaglia nel più ampio dibattito sulla natura della ‘Dark Age’.
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Senegačnik, Brane. "La via romana e la possibilità di un‘ identità culturale aperta." Ars & Humanitas 16, no. 1 (December 22, 2022): 113–29. http://dx.doi.org/10.4312/ars.16.1.113-129.

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Анотація:
Certamente non è facile distinguere l’eredità culturale latina dall’imperialismo romano, poiché in questo caso si tratta di una sorta di espansionismo culturale – nondimeno il filosofo francese Rémi Brague ha cercato, senza trascurare la realtà storica, di definire come suo tratto centrale l’eccentricità, cioè il fatto di trarre la propria identità da una fonte esterna. Partendo dal concetto che la cultura é un elemento acquisito, qualcosa di secondario, la cultura medesima in quest’accezione, che sorge dalla propria alterità rispetto all’altro, acquisisce un ruolo estremamente importante. Quest’atteggiamento viene definito come «via romana» e viene considerato dall’autore una formula specifica che definisce l’evoluzione di tutta la cultura europea. Le sue fonti esterne sono la grecità, che la cultura europea ha ereditato dal paganesimo romano, e la tradizione religiosa ebraica nella quale è radicato il cristianesimo. Sembra che questa formula si sia realizzata nel contesto reale in base a due presupposti: il primo è – aldilà delle inevitabili dinamiche trasformazioni – un minimo nucleo duraturo; il secondo una realtà antropologica che rappresenta un elemento di trascendenza rispetto alle singole realtà culturali, al quale tutte appartengono. Quest’ultimo concetto, che è stato alcuni decenni fa sottolineato da Leszek Kołakowski, pone un’interessante sfida ai paradigmi scientisti della sociologia attuale ed inaugura nuovi aspetti alla discussione riguardo all’imperialismo.
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Thomas, Edmund, and Christian Witschel. "Constructing reconstruction: claim and reality of Roman rebuilding inscriptions from the Latin west." Papers of the British School at Rome 60 (November 1992): 135–77. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009818.

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Анотація:
COSTRUENDO RICOSTRUZIONI: RIVENDICAZIONI E REALTÀ DELLE ISCRIZIONI DA RIEDIFICAZIONI ROMANE PROVENIENTI DALLATINUMOCCIDENTALEIn quest'articolo gli Autori analizzano l'atteggiamento che in epoca romana veniva riservato alia riedificazione e al restauro di edifici, utilizzando in particolare le iscrizioni di riedificazione rinvenute nella parte occidentale dell'Impero (Roma esclusa); inoltre, dove possibile, le iscrizioni sono confrontate con le evidenze archeologiche. Viene dimostrato qui che non sempre tali iscrizioni descrivono in maniera accurata i danni precedenti alla ricostruzione o il tipo di lavori eseguiti. Il loro linguaggio è spesso metaforico e vengono stabilite nozioni di distruzione e ricostruzione che non necessariamente hanno una diretta relazione con il reale stato dell'edificio o con i lavori di restauro eseguiti. La parola ‘ricostruzione’ era in generale considerata sotto un punto di vista idealistico espresso in modi diversi, colleganti fatti architettonici locali, spesso complessi, ad un'idea simbolica di rinnovamento. Quindi, a meno che una singola causa reale non sia menzionata, le iscrizioni di riedificazione non riportano nessun dato definitivo circa le circostanze reali della distruzione o della ricostruzione di un edificio. Queste devono essere studiate individualmente e non devono influenzare l'analisi indipendente dei resti archeologici.
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Bongiorno, Frank. "Romain Fathi explores Our Corner of the Somme." History Australia 17, no. 2 (April 2, 2020): 398–99. http://dx.doi.org/10.1080/14490854.2020.1758581.

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Salway, Benet. "What's in a Name? A Survey of Roman Onomastic Practice from c. 700 B.C. to A.D. 700." Journal of Roman Studies 84 (November 1994): 124–45. http://dx.doi.org/10.2307/300873.

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Анотація:
Perusal of over a thousand years of the fasti of the Romans' eponymous magistracy is sufficient to demonstrate that Roman onomastic practice did not stand still. Why, then, is there a tendency to see the system of three names (tria nomina, i.e. praenomen, nomen gentilicium, and cognomen) as the perfection and culmination of the Roman naming system rather than as a transitory stage in an evolutionary process? The simple answer is probably that usage of the tria nomina happens to be typical of the best documented class in one of the best documented, and certainly most studied, eras of Roman history — the late Republic and early Empire. This perspective tends to pervade discussion of post-classical developments, the basic outline of which is clear from a glancing comparison of the Prosopographia Imperii Romani, which catalogues eminent persons of the first to third centuries A.D., with the Prosopography of the Later Roman Empire, covering the fourth to seventh. The difference in their very organizational structure betrays the change since, while the entries in PIR are classified alphabetically by nomen, those of PLRE are arranged by last name, usually cognomen. The major problem requiring explanation is why the nomen gentilicium, the central element of the classical tria nomina, should have been displaced by the cognomen as the one most consistently attested element.
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Negoita, Mioara, Adriana Laura Mihai, Enuta Iorga, and Nastasia Belc. "Fatty Acids and Trans Fatty Acids Profile of Potato Chips and French Fries Marketed in Romania." Revista de Chimie 71, no. 1 (February 7, 2020): 456–65. http://dx.doi.org/10.37358/rc.20.1.7875.

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Анотація:
The aim of the study was to evaluate the composition in fatty acids (FAi) and trans fatty acids (t-FAi) from potato chips and French fries using gas chromatography coupled with mass spectrometry (GC-MS). The fat sample was extracted with petroleum ether, using the Buchi B-811 automatic extraction unit, the Soxhlet Standard procedure. The extracted fat was saponified with sodium methoxide solution and the fatty acids derivatized into fatty acid methyl esters (FAME) with BF3 methanolic solution. Six potato chips samples and six French fries samples, coming from 3, respectively 5 brands, were purchased from supermarkets and fast foods in Bucharest, Romania. In potato chips, saturated (SFA), cis-monounsaturated (MUFA) and polyunsaturated fatty acids (PUFA) were present between 6.410 - 48.862%, 41.786 - 84.570%, respectively 5.567 - 28.274%, and in French fries ranged between 7.001 - 57.277%, 35.281 � 57.894%, respectively 7.442 � 49.392%. The tested samples showed that the level of total trans fatty acids (TFA) was less than 0.2% (undetectable - 0.124%). It can be concluded that potato chips and French fries marketed in Bucharest, Romania are safe for consumers in terms of TFA content.
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Plesea-Condratovici, Catalin, Alina Plesea-Condratovici, and Corneliu Neamtu. "P0249 PREVALENCE OF NONALCOHOLIC FATTY LIVER DISEASE IN GALATI, ROMANIA." European Journal of Internal Medicine 20 (May 2009): S88. http://dx.doi.org/10.1016/s0953-6205(09)60269-7.

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Anghel, Andreea Hortanse, Dorina Nadolu, Elena Ilisiu, and Ana Cismileanu. "Differences on Biochemical Composition of GoatMilk at Carpathian Breed and Half Breed Saanen X Carpathian and French Alpine X Carpathian." Revista de Chimie 71, no. 2 (March 3, 2020): 352–57. http://dx.doi.org/10.37358/rc.20.2.7936.

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Анотація:
The aim of our study was to evaluate the gradient of milk yield, of milk biochemical composition and fatty acids profile according to breed, for primipara goats from Carpathian breed and Saanen x Carpathian and French Alpine x Carpathian half breed that were grown in semi-intensive system (Dobrogea, South Romania). The studies were performed on goats raised at ANCC CAPRIROM farm, located in Constanta, Romania. The biochemical parameters (fat, proteins, lactose) were studied by electrochemical method with a Lactostar analyzer Funke Gerber type specialized for goat milk. Milk fatty acids profile, as fatty acids methyl esters (FAME), was determined by chromatographically gas method. The considerable high protein content found in half breeds, might be explained by the fact that bucks from specialized breeds such us Saanen and French Alpine which were used for half breeding, come from imported animals from France, which were locus genotyped for alpha S1 casein gene and were selected dominant genotypes that lead to a higher protein concentration in milk.The statistical analysis shows that the milk coming from Carpathian does and their half breeds is not significantly different regarding the levels of various fatty acids, saving omega 3 acids, which are considerable higher at Carpathian does, proving that food has the decisive role regarding composition.
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Scala, Andrea. "La romaní in Italia tra rappresentazione e legittimazione." Minorities in Italy in a changing legal landscape 44, no. 3 (December 31, 2020): 346–70. http://dx.doi.org/10.1075/lplp.00070.sca.

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Анотація:
Astratta L’articolo esamina le dinamiche connesse con la (auto-)rappresentazione e la legittimazione della romaní in Italia. Comunità di lingua romaní sono presenti in Italia fin dalla prima età moderna e tutti i parlanti di romaní di antico insediamento nella penisola sono cittadini italiani, tuttavia la legge 482/1999 della Repubblica Italiana "Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche" non include la romaní tra le lingue di minoranza da tutelare. L’esclusione della romaní dalla legge trova la sua radice prima in un’errata rappresentazione dei suoi locutori, generalmente percepiti come nomadi, mentre non lo sono più da tempo. La legge 482/1999 di fatto tutela le minoranze linguistiche legate a un territorio e la falsa, ma diffusa, percezione dei parlanti romaní come nomadi ha offerto un comodo pretesto a chi voleva escludere dalla tutela la lingua dei rom e dei sinti italiani. Il panorama linguistico della romaní in Italia risulta assai complesso e l’articolo si sforza di descriverlo e spiegarlo in diversi aspetti. I gruppi rom e sinti stanziati in Italia parlano dialetti piuttosto diversi, hanno repertori linguistici differenti, non percepiscono di essere accomunati da un’unica origine etnico-linguistica e non hanno gli stessi atteggiamenti nei confronti dell’uso pubblico della romaní. Questi fattori, insieme alla rappresentazione distorta delle comunità rom e sinte presso la cultura maggioritaria, rendono assai complessa la progettazione di un percorso di tutela. Tuttavia il riconoscimento della romaní come lingua di minoranza in Italia rimane un obbiettivo di alto valore civile, che si potrà forse perseguire con leggi regionali mirate.
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Suchecki, Zbigniew. "Wydalanie duchownych na podstawie kanonicznego procesu karnego." Prawo Kanoniczne 54, no. 3-4 (December 10, 2011): 77–115. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2011.54.3-4.03.

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Анотація:
Il processo penale canonico ha sempre costituito l’extrema ratio cui ricorrere solo quando fossero esaurite tutte le altre vie per ottenere la riparazione dello scandalo, il ristabilimento della giustizia, l’emendamento del reo (cfr. c. 1341). Le cause penali necessitano della presenza del promotore di giustizia in quanto con esse si vuole perseguire le finalità della giustizia e della tutela del bene pubblico. Per irrogare o dichiarare la pena il Codice di Diritto Canonico del 1983 prevede una doppia procedura penale: giudiziaria (che si concluderà con una sentenza) o amministrativa (stragiudiziale – che si concluderà con un decreto). Nel processo penale giudiziario il Promotore di giustizia svolge il compito di parte attrice o titolare dell’azione criminale contro l’imputato. Giovanni Paolo II nel discorso alla Rota Romana ha sottolineato che «l’istituzionalizzazione di quello strumento di giustizia che è il processo rappresenta una progressiva conquista di civiltà e di rispetto della dignità dell’uomo» (Cfr. Giovanni Paolo II, Discorso alla Rota Romana, (18 gennaio 1990), in L’Osservatore Romano, 19 gennaio 1990, p. 5). Si evince molto chiaramente dal can. 1342, § 1 la preferenza del legislatore per la via giudiziale. Infatti, il processo penale giudiziario offre maggiori garanzie di giustizia, in quanto assicura e garantisce in modo conforme il diritto alla difesa, permette al giudice di consolidare una maggiore certezza morale sull’esistenza dei fatti mediante l’acquisizione giudiziale delle prove, delle circostanze e dell’imputabilità, valutando tutte le circostanze del delitto, determina la condizione dell’imputato, precisa il grado del danno causato dal delitto, applica con equità la pena giusta alla luce degli elementi emersi durante il giudizio. Rimangono tuttavia casi in cui il legislatore indica la via giudiziale come la più adatta, che certamente offre maggiori certezze e garanzie ai fini dell’accertamento della verità, della giustizia e soprattutto della salvaguardia dei diritti dei fedeli. Innanzitutto essa è obbligatoria per irrogare o dichiarare le pene più gravi, come quelle espiatorie perpetue (can. 1336). «Per decreto non si possono infliggere o dichiarare pene perpetue; né quelle pene che la legge o il precetto che le costituisce vieta di applicare per decreto» (can. 1342, § 2). Il promotore di giustizia assume le vesti di parte attrice o titolare dell’azione criminale (actio criminalis) contro l’imputato. Egli è la persona pubblica costituita per tutelare il bene pubblico, che deriva dall’osservanza della legge, al di là delle considerazioni soggettive can. 1362, § 1; 1720, 3°; 1726. Nel processo penale, a protezione dei diritti del fedele il legislatore vieta espressamente di imporre all’imputato il giuramento e l’accusato non è tenuto a confessare il delitto (can. 1728, § 2). In questo modo si garantisce al reo la scelta della linea difensiva più opportuna senza costrizione a riconoscere i fatti che siano a sé sfavorevoli. Il processo penale giudiziario prevede e garantisce al reo un diritto fondamentale di appello dopo l’emanazione della sentenza di condanna (can. 1727, § 1). Inoltre garantisce il diritto di appello al promotore di giustizia nelle cause in cui la loro presenza è richiesta (cfr. cann. 1727, § 2, 1628). Il termine per proporre l’appello è di 15 giorni e va proposto avanti al giudice a quo, che ha emesso la sentenza. Può essere fatto a voce, ed in tal caso il notaio lo deve mettere per scritto avanti allo stesso appellante (can. 1630, § 2). Il can. 1353 disciplina che «l’appello o il ricorso contro le sentenze giudiziali o i decreti che infliggono o dichiarano una pena qualsiasi hanno effetto sospensivo». Il legislatore prevede nel Capitolo III: «de actione ad damna reparanda» un’azione contenziosa per la riparazione dei danni ingiustamente inferti dal delitto (cann. 1729–1731). Pur consentendo nell’ambito del processo penale giudiziario l’esercizio dell’azione per il risarcimento dei danni, il legislatore tiene sempre distinte le due azioni, quella criminale, tendente all’irrogazione o alla dichiarazione della pena, e quella contenziosa per la riparazione dei danni inferti dal delitto. La sentenza può essere eseguita dopo che sia passata in giudicato, ossia dopo una duplice sentenza conforme che non sempre si ha con la decisione di secondo grado.
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Lepri, Nicoletta. "Per una traduzione italiana delle Medidas del romano di Diego de Sagredo (1526)." Translationes 6, no. 1 (January 1, 2014): 65–77. http://dx.doi.org/10.1515/tran-2015-0005.

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Анотація:
Abstract Le Medidas del romano, ‗Misure dell'edificio romano‘, sono un manuale per riprodurre proporzioni, ordini, modanature degli edifici antichi: il primo trattato architettonico scritto e pubblicato fuori d'Italia, nel 1526, da Diego de Sagredo (Burgos, 1490-Toledo, 1528 ca.). Basate sul Vitruvio latino di Giocondo da Verona, sulla volgarizzazione del Ciseriano, sul De re aedificatoria di Alberti, propongono il classicismo rinascimentale italiano come risorsa decorativa, non concettuale. Fra tante traduzioni, nessuna comparve in Italia, dove si rifuggí tale atteggiamento culturale, presto generalizzato in Europa, reintrodotto di fatto in Italia dagli artisti stranieri e valutabile oggi come effettivo fenomeno storico di ―globalizzazione.
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Mazurek, Joy, Marie Svoboda, and Michael Schilling. "GC/MS Characterization of Beeswax, Protein, Gum, Resin, and Oil in Romano-Egyptian Paintings." Heritage 2, no. 3 (July 17, 2019): 1960–85. http://dx.doi.org/10.3390/heritage2030119.

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Анотація:
This article presents results from a binding media survey of 61 Romano-Egyptian paintings. Most of the paintings (51) are the better-known funerary mummy portraits created using either encaustic or tempera paint medium. Samples from all the paintings (on wooden panels or linen shrouds) were analyzed with gas chromatography/mass spectrometry (GC/MS) to identify waxes, fatty acids, resins, oils, and proteins in one sample. Analytical protocols that utilized three separate derivatization techniques were developed. The first analysis identified free fatty acids, waxes, and fatty acid soaps, the second characterized oils and plant resins, and the third identified proteins. The identification of plant gums required a separate sample. Results showed that fatty acids in beeswax were present as lead soaps and dicarboxylic fatty acids in some samples was consistent with an oxidized oil. The tempera portraits were found to contain predominantly animal glue, revising the belief that egg was the primary binder used for ancient paintings. Degraded egg coatings were found on several portraits, as well as consolidation treatments using paraffin wax and animal glue. The unknown restoration history of the portraits caused uncertainty during interpretation of the findings and made the identification of ancient paint binders problematic. Also, deterioration of the wooden support, residues from mummification, biodegradation, beeswax alteration, metal soap formation, and environmental conditions before and after burial further complicated the analysis. The inherent problems encountered while characterizing ancient organic media in funerary portraits were addressed. The fourteen museums that participated in this study are members of APPEAR (Ancient Panel Paintings: Examination, Analysis, and Research), an international collaborative initiative at the J. Paul Getty Museum whose aim is to expand our understanding of ancient panel paintings through the examination of the materials and techniques used for their manufacture.
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NISTOR, Andreea Cătălina, Lucia Iuliana NISTOR (COTFAS), and Marius Giorgi USTUROI. "A Review of Fatty Acid and Amino Acids Profile from Pasteurized Egg Liquids Produced in Romania." Bulletin of University of Agricultural Sciences and Veterinary Medicine Cluj-Napoca. Food Science and Technology 75, no. 2 (December 14, 2018): 143. http://dx.doi.org/10.15835/buasvmcn-fst:2017.0034.

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Анотація:
Egg is a rich source of nutrients, such as high-quality protein (containing the ideal proportion of amino acids necessary for human body development) and a rich variety of vitamins and minerals. Liquid egg products have grown to a large extent in the food industry and beyond, which is an important reason to know their quality. For the analysis was used fresh pasteurized yolk and white wrapped bag in box. The fatty acids were determined by gas chromatographic method and amino acids by high performance liquid chromatography method. The results indicated that 34% of total fatty acids analyzed are saturated fatty acids, the main constituent being palmitic acid (25%) and 66% are unsaturated acids and the main constituent is oleic acid (37%). The rate of essential amino acids which are in pasteurized liquid white represents 46% from total analyzed amino acids and in the case of yolk the share is 44%. From obtained data for fatty acids content our limits are higher for polyunsaturated acids than those indicated by other researchers, and for monounsaturated acids are lower than data obtain by other authors. Regarding the essential amino acids content, the obtained data have higher values than the ones obtain by other authors. A possible explanation for the fluctuations in the profile of fatty acids and amino acids could be the feed distributed to the birds from which the eggs are obtained.
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Ciobanu, Marius Mihai, Alina Narcisa Postolache, Florin Daniel Lipşa, Mugurel Munteanu, Roxana Nicoleta Rațu, Otilia Cristina Murariu, and Paul Corneliu Boișteanu. "Meat Fatty Acid Composition of Wild Boars Hunted in Romania in Relationship to Gender and Age-Class." Animals 12, no. 7 (March 22, 2022): 810. http://dx.doi.org/10.3390/ani12070810.

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Анотація:
The present study evaluates the influence of gender and age-class on the carcass traits, meat chemical composition, and fatty acid profiles of randomly hunt-harvested wild boars from Romania’s Frasin District hunting area, which is an important part of the stock density management strategy. Only 76 wild boars were chosen to participate in the experimental design from a total of 94 wild boars hunted over seven winter seasons, based on two main criteria: right carcass part intact and animal health status (suitable for human consumption) as determined by the veterinary health notice issued by the Food Safety Authority, with all wild boars being evaluated before slaughtering. After sanitary inspection and within the first 24 h postmortem, meat samples were taken in duplicate from the right side of wild boar carcasses (m. Biceps femoris). The aim of this study was to compare the carcass characteristics, chemical composition, and fatty acid profile of wild boar Biceps femoris muscle obtained from the right side of carcasses, as well as the effects of gender, age-class, and their interaction on these traits, in a context where venison is frequently regarded as organic food by consumers due to the natural habitat in which wild animals live. The age of the animals had an effect on the postmortem undressed warm and cold carcass weights (p ≤ 0.05). Considering the proximal chemical composition, only the intramuscular fat (IMF) content was higher in adult meat samples compared to young animals. C18:1 n-9 was the most abundant fatty acid in wild boar meat, followed by C16:0, C18:2 n-6, and C18:0. For IMF content, gender, age class, and their interaction influenced mainly MUFA fatty acids, in particular C16:1 n-9, C20:1 n-9 and C22:1 n-9, and also PUFA fatty acids C18:3 n-6, C20:3 n-3, C20:4 n-6, C20:5 n-3, C22:4 n-6, and C22:5 n-6. The appropriate amounts of individual fatty acids in the muscles of the wild boars translate into a ratio of P/S acids that promotes health as a bio-alternative resource of meat.
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Pintea, Adela, Francisc Vasile Dulf, Andrea Bunea, Sonia Ancuța Socaci, Elena Andreea Pop, Vlăduț-Alexandru Opriță, Daniele Giuffrida, Francesco Cacciola, Giovanni Bartolomeo, and Luigi Mondello. "Carotenoids, Fatty Acids, and Volatile Compounds in Apricot Cultivars from Romania—A Chemometric Approach." Antioxidants 9, no. 7 (June 27, 2020): 562. http://dx.doi.org/10.3390/antiox9070562.

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Анотація:
Lipophilic constituents are important for the color and aroma of apricots, but also for their health benefits. In the present study, carotenoids, fatty acids, and volatiles were analyzed in 11 apricot cultivars, from which nine were obtained in Romania. High performance liquid chromatography coupled to a diode array detector with atmospheric pressure chemical ionization and mass spectrometry (HPLC-DAD-APCI-MS methodology applied on unsaponified carotenoid extracts allowed the identification and quantification of 19 compounds. The predominant carotenoids in all cultivars were all-trans-β-carotene and its cis isomers. Lutein was present exclusively in non-esterified form, while β-cryptoxanthin was predominantly esterified, mainly with oleic, palmitic, lauric, and stearic acid. Moreover, β-cryptoxanthin linoleate, linolenate, and stearate were detected for the first time in Harogem cultivar. Variation in carotenoid content and composition was observed, with the highest carotenoid content being recorded in Tudor, Harogem, and Mamaia cultivars. The predominant fatty acids determined by gas chromatography–mass spectrometry (GC-MS) were linoleic (up to 47%), palmitic (up to 32.7%), and linolenic (up to 17.16%), with small variations among cultivars. In-tube extraction technique (ITEX)/GC-MS was applied for profiling the volatiles in apricot fruits and 120 compounds were identified, with terpenoids and esters as the most abundant classes. Principal component analysis (PCA) revealed that the carotenoids and the fatty acids profile can be used for variety authentication and discrimination in apricots.
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Fogarasi, Melinda, Sonia Socaci, Francisc Dulf, Zorița Diaconeasa, Anca Fărcaș, Maria Tofană, and Cristina Semeniuc. "Bioactive Compounds and Volatile Profiles of Five Transylvanian Wild Edible Mushrooms." Molecules 23, no. 12 (December 11, 2018): 3272. http://dx.doi.org/10.3390/molecules23123272.

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Анотація:
This study aimed to determine the chemical composition, fatty acids, volatile profile and phenolic compounds profiles from five wild edible mushrooms (Agaricus bisporus, Pleurotus ostreatus, Cantharellus cibarius, Boletus edulis, Lactarius piperatus) from Romania. The results indicated that the dried fruiting bodies of selected mushrooms were rich in proteins (36.24 g/100 g dw-Boletus edulis) and carbohydrates (62.45 g/100 g dw-Lactarius piperatus). 4-Hydroxybenzoic acid and cinnamic acid, were the main phenolic compound present in all selected species. Additionally, the fatty acid pattern included polyunsaturated acids in more than 60% of all fatty acids followed by monounsaturated fatty acids (30%). For the studied mushroom samples, the main volatile compounds identified by the gas chromatography-mass spectrometry were hexanal, benzaldehyde and dodecanoic acid. According to the obtained results, the fruiting bodies of selected Romanian mushrooms are a rich source of bioactive molecules indicating that they may be further exploited as functional ingredients in the composition of innovative food products.
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Iordănescu, Olimpia A., Isidora Radulov, Ioana P. Buhan, Ileana Cocan, Adina A. Berbecea, Iuliana Popescu, Daniela S. Poșta, Dorin Camen, and Dacian Lalescu. "Physical, Nutritional and Functional Properties of Walnuts Genotypes (Juglans regia L.) from Romania." Agronomy 11, no. 6 (May 28, 2021): 1092. http://dx.doi.org/10.3390/agronomy11061092.

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Анотація:
Walnut (Juglans regia L.) is the oldest fruit grown in the world and grows spontaneously almost throughout Romania. In this study, the physical properties and chemical composition of twenty types of walnuts from three different locations in Romania were studied. The physical analyzes that were performed were: walnut dimensions and shape properties (nut diameter, nut length, nut shape and nut size), fruit properties (walnut weight, walnut kernel weight and percentage of kernel) and external properties of walnut (walnut kernel extraction, kernel color and shell roughness). The proximate chemical composition (content of water, ash, lipids, proteins and carbohydrates) was determined by standardized AOAC methods, while fatty compounds were determined by GSMS. Water content ranged from 1.23% to 5.00%, mineral content between 1.31% and 2.49%, lipids content between 56.09% and 66.56% and protein content ranged between 12.73% and 20.413%. Based on these, the carbohydrate content and nutritional value of the 20 walnut samples were calculated. In all samples, saturated palmitic acid (C16:0) and stearic acid (C18:0) as well as unsaturated oleic (C18:1), linoleic (C18:2) and linolenic (C18:3) fatty acids were determined. A statistical analysis was also performed correlating the results obtained from the chemical analyzes of the walnuts.
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Jones, Mark Wilson. "Principles of design in Roman architecture: the setting out of centralised buildings." Papers of the British School at Rome 57 (November 1989): 106–51. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009119.

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CRITERI PROGETTUALI NELLA ARCHITETTURA ROMANAE'ampiamente riconosciuto come la tecnica progettuale degli edifici romani antichi prevedesse una valutazione tanto delle proporzioni che delle dimensioni. L'elemento della proporzione è stato generalmente considerato come più importante e la questione della dimensione relegata in un ruolo di supporto, ritenuto interessante solo nella misura in cui il rapporto tra le dimensioni viene a creare una relazione di proporzioni. Questo lavoro cerca di comprendere l'importanza della dimensione come criterio progettuale a se' stante, studiando lo sviluppo delle piante relative ad un gruppo di edifici confrontabili tra loro. Vengono prese in considerazione anche un certo numero di fonti scritte particolarmente significative.La discussione è divisa in tre parti. La prima parte analizza le piante di un gruppo di edifici a pianta centrale, di grandi dimensioni, isolati, semplici, ben conservati, situati a Roma o nelle vicinanze e datati tra il 100 a.C. ed il 500 d.C, molti dei quali ispezionati nuovamente allo scopo. L'importanza della dimensione è messa in evidenza dal fatto che quasi tutti gli edifici in questione sviluppano piante che si possono associare a multipli di base 10, 12, e talora 16. Gli architetti sembrano essersi preoccupati di fissare tali dimensioni in modo da stabilire un limite importante nella progettazione di un edificio.La seconda parte esamina i motivi presupposti dai criteri visti operare nella pratica. Questi sorgono sia da considerazioni di carattere concreto, quali esigenze di praticità o propositi di imitazione, sia dal principio teorico della dimensione come fondamento della progettazione, secondo il concetto greco di symmetria. La terza parte cerca di considerare i risultati esposti finora nel contesto della progettazione di un edificio come coerente insieme tridimensionale. La scelta di una dimensione complessiva appropriata sembra avere esercitato una certa influenza sul modo in cui la progettazione di un edificio era scomposta ed elaborata con l‘ausilio di aritmetica e geometria.Come conclusione risulta che la dimensione in quanto tale appare come una delle caratteristiche fondamentali di un edificio romano, piuttosto che come semplice funzione dei rapporti di proporzione.
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Di Giuseppe, Helga. "Un confronto tra l'etruria settentrionale e meridionale dal punto di vista della ceramica a vernice nera." Papers of the British School at Rome 73 (November 2005): 31–84. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620000297x.

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UN CONFRONTO TRA L'ETRURIA SETTENTRIONALE E MERIDIONALE DAL PUNTO DI VISTA DELLA CERAMICA A VERNICE NERAQuesto articolo propone una comparazione dell'Etruria settentrionale e meridionale dal punto di vista del ‘comportamento’ della ceramica a vernice nera, il principale fossile guida dell'età repubblicana e tra i principali indicatori della conquista romana e dell'integrazione dei popoli dell'Italia antica. La base documentaria da cui parte lo studio è costituita dalla ceramica a vernice nera proveniente dallo scavo del teatro romano di Volterra, sito in località di Vallebuona, e dalla South Etruria Survey condotta tra gli anni Cinquanta e Settanta da John Ward-Perkins e la sua équipe. La confrontabilità dei due contesti risiede nel fatto che, pur essendo essi stati indagati con tipi di ricerca differenti — uno scavo e una ricognizione — hanno entrambi restituito materiale residuo rappresentato da un numero di frammenti (ca. 11.000, precisamente 3.972 da Volterra e 6.985 dalla South Etruria Survey) sufficientemente significativo dal punto di vista statistico e cronologico, coprendo l'intero arco di produzione e d'uso della classe (IV–I secolo a.C). L'articolo è strutturato in diverse sezioni: una premessa in cui vengono esplicitate le finalità del lavoro, una discussione sui diversi approcci allo studio della ceramica a vernice nera, l'analisi del caso di Volterra, l'analisi del caso dell'Etruria meridionale e la comparazione finale delle due aree. Lo strumento principale di analisi è costituito da un approccio quantitativo che include la cronologia, le produzioni e le forme in uso nelle due aree. Attraverso i momenti di crescita e crollo della ceramica si cercherà di comprendere non solo la storia della sua produzione, ma anche di leggere i più ampi fenomeni storici alla base dei risultati diversi ottenuti nei due comprensori dell'Etruria.
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Hirt, Maria. "Rural Rites in Ovid’s Fasti." ARYS. Antigüedad: Religiones y Sociedades, no. 18 (December 14, 2020): 257. http://dx.doi.org/10.20318/arys.2020.5254.

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Анотація:
Este estudio analiza la presentación de los festivales rurales en los Fasti de Ovidio aplicando el concepto de “lived ancient religion”, especialmente la idea de apropiación individual de normas, acciones y creencias religiosas. Como obra literaria, los Fasti se inspiran en material de otros poetas augusteos y se apropian de él en favor de la composición literaria, particularmente dentro del contexto del calendario religioso romano. En el caso de los festivales rurales presentados en los Fasti, esta apropiación se observa, por ejemplo, en el tratamiento de la importancia de la paz para la vida rural. En los Fasti, las escenas rurales idealizadas no son objeto de deseo por parte del narrador, al contrario de lo que sucede, por ejemplo, en las elegías de Tibulo. En su lugar, la paz descrita es identificada con la Pax Augusta y el autor expresa su gratitud hacia el emperador que hace posible que los campesinos participantes en los festivales puedan disfrutar de dicha paz. De esta manera, los festivales rurales se relacionan con las políticas urbanas y con el calendario festivo urbano. En los Fasti, las comunidades rurales y urbanas que celebran los festivales no están aisladas una de la otra, puesto que comparten las mismas circunstancias (la Pax Augusta) y las mismas emociones (alegría y gratitud) y forman así una comunidad emocional.
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Inzerillo, Giovanni. "Milano e la borghesia destinata a non lottare. Teorema di Pier Paolo Pasolini e La vita agra di Luciano Bianciardi tra letteratura e cinema." Cuadernos de Filología Italiana 27 (July 7, 2020): 241–54. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.67462.

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Анотація:
Il saggio si propone di indagare i rapporti che intercorrono tra le due opere apparse quasi contemporaneamente negli anni Sessanta e adattate a pellicola cinematografica. Si porterà avanti un raffronto tra i romanzi e le pellicole ad essi ispirate da cui emergeranno punti di contatto come pure significative rielaborazioni. Si cercherà inoltre di comprendere come il cinema abbia potuto, assai più di quanto fatto dalla scrittura narrativa, dare fama non soltanto alle opere in questione ma più in generale ai loro autori.
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Avellar, Júlia Batista Castilho de. "Um manjar de poesia: comidas e etiologias míticas nos Fastos, de Ovídio." Revista Criação & Crítica, no. 18 (June 30, 2017): 5. http://dx.doi.org/10.11606/issn.1984-1124.v0i18p5-19.

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Com um enfoque nas relações entre comida e literatura na Antiguidade Clássica, este trabalho aborda alguns alimentos – como o libum (bolo sacrificial de farinha, queijo e mel), carnes de animais e favas – oferecidos aos deuses em festividades descritas nos Fasti (Fastos), de Ovídio, seu estatuto nesses ritos e seu estatuto literário no texto ovidiano. Nesse poema em forma de calendário, as datas de importância na cultura romana são reconstruídas e recriadas sob uma perspectiva que insere o mito na história, mediante a narração de relatos etiológicos, que expõem as causas das celebrações romanas e dos alimentos nelas utilizados. Diante disso, evidenciaremos, primeiramente, que o poema, ao apresentar explicações sobre alimentos empregados em ritos, contribui para a construção de uma memória da tradição cultural romana. Em segundo lugar, investigaremos como essas etiologias alimentares introduzem no texto reflexões sobre o próprio fazer poético, de modo a transformar os alimentos em ingredientes para comentários autorreflexivos e metapoéticos.
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COLDEA, Teodora Emilia, Carmen SOCACIU, Zaharie MOLDOVAN, and Elena MUDURA. "Minor Volatile Compounds in Traditional Homemade Fruit Brandies from Transylvania-Romania, as Determined by GC-MS Analysis." Notulae Botanicae Horti Agrobotanici Cluj-Napoca 42, no. 2 (December 2, 2014): 530–37. http://dx.doi.org/10.15835/nbha4229607.

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Анотація:
In order to investigate the minor volatile compounds of traditional homemade fruit brandies from Romania (Transylvania region), as a result of their assortment and provenience, a number of 26 samples (18 plum brandies samples from 3 different counties, 4 samples of apple brandy and 4 samples of pear brandy) were analyzed using liquid-liquid extraction and gas-chromatography coupled with mass-spectrometry (GC-MS) technique. The GC-MS chromatograms of the hexane extracts led to the identification of 34 compounds (9 terpenes, 14 fatty acids esters, 3 free fatty acids, 4 carboxylic acid esters, 1 hydrocarbon, 1 aldehyde and 1 acetal). The most abundant compounds were the fatty acid esters. Chemometric analysis (Principal Component Analysis-PCA) was applied to discriminate the differences between the volatiles’ fingerprint. Considering the plum brandy samples, significant differences have been observed according to their provenience region. Based on relative abundance of determined compounds important differences among samples from different counties can be seen.. Ethyl hexadecanoate was the main factor for this discrimination. When compared the three types of fruit brandies, significant differences were noticed for their content in ethyl esters of hexanoic, benzoic and hexadecanoic acids. For some plum brandies, according to their fingerprint, possible adulteration with apple brandy can be noted, based on their similar volatiles’ pattern. The pear brandy was strongly delimitated by the other two types of brandies. The PCA data showed a good discrimination according to the region of provenience of the plum brandies in parallel with the composition specificity of the three analyzed fruit brandies.
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Zaharia, N., R. Salamon, C. Pascal, S. Salamon, and R. Zaharia. "Changes in fatty acid composition and cholesterol content of goat colostrum." Biotehnologija u stocarstvu 27, no. 3 (2011): 1201–8. http://dx.doi.org/10.2298/bah1103201z.

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Анотація:
The purpose of this paper is to detect any changes in fatty acid and cholesterol content of goat colostrum in the period of 0-72 hours after kidding. For that purpose, samples of colostrum from 16 goats, belonging to local populations in north-eastern Romania where collected. Samples were preserved by freezing and then subjected to chemical analysis. Preparation of solutions for fatty acids analysis was based on the principle of methylation, by combining alkaline methylation (NaOCH3/MeOH) with acid (BF3/MeOH). For cholesterol we used the principle of fat saponification, using potassium hydroxide, followed by filtration and separation of cholesterol with hexane. Detection of cholesterol and fatty acids content was performed by gas chromatography device. Caprinic acid (C10:0), myristic acid (C14:0), palmitic acid (C16: 0), stearic acid (C18:0) and oleic acid (C18:1) quantified more than 75% of the total fatty acids determined 72 hours after birth. Among short-medium-chain fatty acids, capronic acid (C6:0) was found in highest proportion (average concentration of 5.7% of total fatty acids), but at the same time, presented the most obvious oscillation range from 0 to 72 hours (6.56% at birth, 2.45% and 7.59% from 12 hours to 72 hours), with the differences between mean values being significant (p<0.05). In the case of polyunsaturated fatty acids, the ratio between omega 3 and omega 6 was 1/4.64 at kidding and 1/4.23 at 72 hours after birth, the differences being insignificant. In goat colostrum, the mean concentration of cholesterol was 9.43 mg per 100 g.
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Coarelli, Filippo. "Substructio et tabularium." Papers of the British School at Rome 78 (November 2010): 107–32. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000829.

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Анотація:
Sommarii:L'edificio sul Campidoglio conosciuto attualmente come tabularium è uno dei pochi monumenti esistenti della Roma repubblicana ancora ben conservati e studiati relativamente bene. Ciononostante la sua funzione non è ancora chiara. Lo stesso nome ‘Tabularium’ è stato sottoposto a discussione in molte occasioni e quasi certamente è sbagliato. Vengono valutati i recenti srudi di Nicholas Purcell, Henner von Hesberg e Pier Luigi Tucci. Avendo esaminato in dettaglio l'evidenza storica e archeologica, l'autore propone che questo complesso capitolino sia la base (substructio) di un triplice tempio dedicate a Venus Victrix (il più importante situate al centro), al Genius publicus populi Romani e a Fausta Felicitas. Supporto per questa interpretazione va cercato nei fasti fratrum Arvalium del 9 ottobre. Esso rappresenta una chiara testimonianza del potere e della ideologia di Silla, che dominavano gli spazi delle politiche tradizionali con immensa forza.
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Petroman, Cornelia, Gabriela Popescu, Raymond-Nandy Szakal, Virgil Păunescu, Lavinia P. Drăghia, Gabriel S. Bujancă, Cosmina A. Chirilă, et al. "Fatty Acid Profile of Lipid Fractions of Mangalitza (Sus scrofa domesticus) from Northern Romania: A GC-MS-PCA Approach." Foods 10, no. 2 (January 26, 2021): 242. http://dx.doi.org/10.3390/foods10020242.

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Анотація:
Mangalitza pig (Sus scrofa domesticus) becomes more popular in European countries. The goal of this study was to evaluate the fatty acid profile of the raw and thermally processed Mangalitza hard fat from Northern Romania. For the first time, the gas chromatography-mass spectrometry-Principal component analysis technique (GC-MS-PCA)—was applied to evaluate the dissimilarity of Mangalitza lipid fractions. Three specific layers of the hard fat of Mangalitza from Northern Romania were subjected to thermal treatment at 130 °C for 30 min. Derivatized samples were analyzed by GC-MS. The highest relative content was obtained for oleic acid (methyl ester) in all hard fat layers (36.1–42.4%), while palmitic acid was found at a half (21.3–24.1%). Vaccenic or elaidic acids (trans) were found at important concentrations of 0.3–4.1% and confirmed by Fourier-transform infrared spectroscopy. These concentrations are consistently higher in thermally processed top and middle lipid layers, even at double values. The GC-MS-PCA coupled technique allows us to classify the unprocessed and processed Mangalitza hard fat specific layers, especially through the relative concentrations of vaccenic/elaidic, palmitic, and stearic acids. Further studies are needed in order to evaluate the level of degradation of various animal fats by the GC-MS-PCA technique.
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VASILACHI, ANDREEA, GEORGETA CIURESCU, and MIHAELA HÃBEANU. "Milk yield, physico-chemical parameters and fatty acid content from dairy cows fed two types of non-genetically modified soybean cakes." Indian Journal of Animal Sciences 88, no. 5 (May 23, 2018): 558–61. http://dx.doi.org/10.56093/ijans.v88i5.79973.

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Анотація:
This study evaluated the inclusion of two types of cakes obtained from non-genetically modified soybean cultivars (cv. Regale, Italy and cv. Onix, Romania; RSBC and OSBC diet, respectively) in dairy cows compound feeds in order to assess their effects on the quantity (yield) and quality (physico-chemical parameters and fatty acids composition) of raw milk.The feeding trial used 16 multiparous Romanian Black Spotted dairy cows, mid-lactation stage, with an initial average milk yield of 18.46 litres/d, assigned to two groups (8 cows each) for 43 days. Milk yield and milk protein were not influenced by the feeding of RSBC or OSBC diet. However, the OSBC diet decreased significantly milk fat content (3.71% vs. 4.08%). Palmitic acid content in milk fat of dairy cows receiving the RSBC diet was significantly lower in comparison with the OSBC diet (30.27% vs. 32.03%). The conjugated linoleic acid content was significantly higher with the RSBC diet, while the total polyunsaturated fatty acids content did not differ among treatments.
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Contini, Federico. "L'"Eneide travestita" di Giovan Battista Lalli. Note sulle vicende compositive ed editoriali." AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista di epica 3, no. 2 (December 31, 2022): 177–205. http://dx.doi.org/10.54103/2724-3346/19504.

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Анотація:
A partire da alcune importanti discrepanze cronologiche nella bibliografia critica dell’Eneide travestia, dove la comparsa del poema è fatta risalire ora al 1632, ora al ’33, ora al ’34, il saggio descrive e riordina il materiale attualmente disponibile sul volgarizzamento lalliano, sulle sue vicende compositive e sui rapporti tra l’autore e la corte romana. Stabilita la forte continuità che lega le due impressioni “Facciotti”, viene innanzitutto proposto un periodo di stampa com-preso tra la fine del 1633 e i primi mesi del ’34; è quindi ricostruita la vicinanza tra l’autore, il cardinale Bernardino Spada e Nicola Villani; infine, sono indicati i punti di maggior contatto con la tradizione eroicomica braccioliniana.
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Zorila, Corina, Liana Mos, and Oana Amza. "ASSOCIATION BETWEEN FATTY LIVER DISEASE AND METABOLIC SYNDROME IN A GROUP OF PATIENTS FROM WESTERN ROMANIA." European Journal of Internal Medicine 22 (October 2011): S102. http://dx.doi.org/10.1016/s0953-6205(11)60416-0.

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Kadaifçiu, Oltion. "Fati i “Njëmijë e një netëve” në shqip." Revista Albanon 3, no. 3 (May 22, 2020): 70–76. http://dx.doi.org/10.54273/ra.v3i3.80.

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Анотація:
“Një mijë e një net” plot me përralla, të pandërprera, iu deshën mbretit Shehrijar, t’i ikte zakonit të keq për të vrarë çdo femër me të cilën e mbyllte natën. Në fund të njëmijë e një netëve, kur Sheherezadja mbaroi gjithë përrallat që dinte, ky sadist i çmendur e fali Sheherezaden tonë aq të dijshme e të kënueme, sa mos me ta marrë mendja dhe fali veten dhe e fali edhe Zoti i madhërishëm që gjithsesi i fal të gjithë. Njëmijë e një net pagjumësi, Gilgameshi nuk i kishte menduar kurrë të përballueshme1, ndërsa mbreti Shehríjar i duroi pa problem, madje e bëri me dëshirë, vetëm falë përrallave (apo mbase ca novelëza gazmore dhe pse jo edhe ndonjë romani). Këto njëmijë e një net janë të mbushura plot me dashuriçka që dalldisin princër e mbretër, plot verë ngjyrë rubinësh që gëzon shpirtrat, me xhinde të tërbuar që kalojnë për një ditë shkretëtirën dhe plotësojnë dëshira duke shfrytëzuar thesarin e madh të së nëndheshmes, plot luftra, ngjyra, poezi, dëshira… e histori nga një këndvështrim kaq tjetër… Dikur, njomzakëve të prerjes sime “Një mijë e një net”, i vinte nëpërmjet një libri jo të plotë, që kishte një dorë të mirë përrallash të lavdishme, mes të cilave të vijnë përnjëherë në mendje Sinbad Detari, Aladini, Ali Baba me dyzet hajdutë, princesha që kishte pushtet në disa botë, apo kali fluturues që ishte që në kopertinë dhe ndonjë xhind. Kurse përrallat për të cilat do të flas këtu, janë një “vepër tjetër”, ku sërish është Sheherezadja që tregon, por përrallat e saj janë më të shumta dhe përmbajtja e tyre fiton një larmi të re. Ato janë për të rritur.
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Murariu, Otilia Cristina, Florin Murariu, Gabriela Frunză, Marius Mihai Ciobanu, and Paul Corneliu Boișteanu. "Fatty Acid Indices and the Nutritional Properties of Karakul Sheep Meat." Nutrients 15, no. 4 (February 20, 2023): 1061. http://dx.doi.org/10.3390/nu15041061.

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This study aimed to evaluate the fatty acid profile and health lipid indices of sheep meat (from 52 Karakul sheep from NE Romania). The effect of age at slaughter and the influence of muscle region were studied for nutritional parameters, especially the fatty acids from lipid fractions. Based on the fatty acid profiles and lipid contents, the sanogenic indices were determined for two sheep muscle groups. Thus, two different muscle regions from lamb and adult sheep were analysed from both genders, the Longissimus dorsi and Triceps brachii, to argue the advantages of each category and the rationalization, in terms of meat consumption, regarding their impact on human health. Sheep meat has many components with beneficial effects on human health. Apart from the fact that it is an important source of nutrients due to its high content of proteins, lipids, and minerals, it is also a product that can provide fundamental bioactive compounds for maintaining metabolic functions. The qualitative indices assessment revealed that lambs have meat with high PUFA content on Longissimus dorsi muscles (approx. 25% of total fatty acids), 0.68 for PUFA/SFA, with highest values for n-3 (approx. 8%) and n-6 (approx. 14%). Appropriate values can also be observed in Triceps brachii muscles from adult sheep. The sanogenic indices also presented good values for Longissimus dorsi from lambs and Triceps brachii from adult sheep (polyunsaturation index = 7.2–10.2; atherogenic index = 0.56–0.67; thrombogenic index = 0.78–0.96; hypocholesterolemic/hypercholesterolemic index = 2.4–2.7 (for Longissimus dorsi)).
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Šega, Agata. "Contributo alla conoscenza dei latinismi e romanismi antichi in sloveno." Linguistica 38, no. 2 (December 1, 1998): 63–85. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.38.2.63-85.

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Romanizzazione, continuità e contatti linguistici slavo-romanzi sul territorio orientate delle Alpi e nell'area nordadriatica nel periodo paleoslavoIl fatto che il territorio dell'odiema Slovenia, soprattutto occidentale, rimanesse popolato dagli autoctoni di origine romanza ancora parecchio tempo dopo l'arrivo degli slavi è ormai indiscutibile. Quanti fossero, come suonasse il latino che parlavano, quando si assimilassero, in che ambiti della cultura materiale e spirituale si sentisse il loro influsso, sono invece questioni molto più complesse alle quali fino ai nostri giorni non si è potuto dare una risposta soddisfacente. Questo problema viene trattato da diverse scienze storiche e dalle loro discipline ausiliari: la storia con la storia del cristianesimo, I'archeologia con I'epigrafia e I'etnologia.
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Rawson, Elizabeth. "Discrimina Ordinum: The Lex Julia Theatralis." Papers of the British School at Rome 55 (November 1987): 83–114. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200008965.

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DISCRIMINA ORDINUM: LA LEX JULIA THEATRALISL'articolo tenta di discutere in modo esauriente la testimonianza relativa alia legge di Augusto che fissava posti speciali nel teatro (e, sembra, nell'anfiteatro) a vari gruppi speciali: la descrizione di Svetonio di tale sistemazione è lungi dall'essere completa. Vengono presi in considerazione precedenti a Roma, in Italia o in Grecia (specialmente Atene e Sparta), sebbene non vi siano paralleli per una riorganizzazione così accurata da parte di un individuo. Si sostiene che il suo sistema (al contrario di quello che operava, almeno più tardi, in molte città dell'Impero Romano) dipendeva da una visione della società fatta di gerarchie di ordines, gruppi di diversa dignitas che servivano la società in modi diversi.
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Putz, Hannelore. "Bayerische Blicke auf den römischen Kunstmarkt (1790–1815)." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (December 20, 2017): 264–89. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0013.

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Riassunto A partire dal Rinascimento, Roma fu il centro europeo del mercato delle antichita e delle opere d’arte, nonche dell’attivita artistica. L’importanza politica e culturale, assunta dalla citta quasi senza soluzione di continuita fin dai tempi antichi, aveva fatto nascere, nel corso dei secoli, straordinarie collezioni di opere d’arte. Al contempo gli artisti producevano nuove opere, e giovani artisti confluivano in questa „metropoli europea dell’arte“ per studiare, per imparare dai grandi, per raccoglierne gli impulsi in maniera creativa, per riportare in patria le cognizioni acquisite. I rivolgimenti e le crisi politiche, economiche e belliche, che verso la fine del XVIII secolo scuotevano tutta l’Europa, ebbero dirette consequenze sul delicatissimo mercato d’arte romano, cambiandone radicalmente le condizioni complessive che sarebbero rimaste critiche fino al riordinamento dell’Europa dopo le guerre napoleoniche. Nel 1810 il principe ereditario bavarese, Lodovico, mando a Roma lo scultore Johann Martin von Wagner che nella qualita di agente d’arte doveva rappresentare i suoi interessi in loco. L’intensa corrispondenza tra i due, che duro fino alla morte di Wagner sopravvenuta nel 1858, getta una luce particolare sul mercato romano dalla prospettiva del committente e nell’ottica professionale dell’artista. Si apre cosi uno squarcio singolare sulle condizioni e sui meccanismi del mercato e i suoi attori durante gli ultimi anni dell’eta napoleonica a Roma.
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Putz, Hannelore. "Bayerische Blicke auf den römischen Kunstmarkt (1790–1815)." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (March 5, 2018): 264–89. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0013.

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Riassunto A partire dal Rinascimento, Roma fu il centro europeo del mercato delle antichità e delle opere d’arte, nonché dell’attività artistica. L’importanza politica e culturale, assunta dalla città quasi senza soluzione di continuità fin dai tempi antichi, aveva fatto nascere, nel corso dei secoli, straordinarie collezioni di opere d’arte. Al contempo gli artisti producevano nuove opere, e giovani artisti confluivano in questa „metropoli europea dell’arte“ per studiare, per imparare dai grandi, per raccoglierne gli impulsi in maniera creativa, per riportare in patria le cognizioni acquisite. I rivolgimenti e le crisi politiche, economiche e belliche, che verso la fine del XVIII secolo scuotevano tutta l’Europa, ebbero dirette consequenze sul delicatissimo mercato d’arte romano, cambiandone radicalmente le condizioni complessive che sarebbero rimaste critiche fino al riordinamento dell’Europa dopo le guerre napoleoniche. Nel 1810 il principe ereditario bavarese, Lodovico, mandò a Roma lo scultore Johann Martin von Wagner che nella qualità di agente d’arte doveva rappresentare i suoi interessi in loco. L’intensa corrispondenza tra i due, che durò fino alla morte di Wagner sopravvenuta nel 1858, getta una luce particolare sul mercato romano dalla prospettiva del committente e nell’ottica professionale dell’artista. Si apre così uno squarcio singolare sulle condizioni e sui meccanismi del mercato e i suoi attori durante gli ultimi anni dell’età napoleonica a Roma.
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Toti, Anna Maria Paola. "Le forme istituzionali del potere. Pier Paolo Pasolini e il linguaggio della praxis." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (March 2012): 131–49. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-001006.

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Il documentario come testimonianza del sociale, come dispositivo realistico, č fonte di studio e di analisi per il sociologo; infatti, il materiale visuale rappresenta un documento essenziale per comprendere come ogni cultura rappresenti se stessa e le proprie alternative. L'idea che il cinema sia per sua natura riflesso e continuazione del reale, costituisce la base di alcuni importanti contributi, tra i quali vi č quello di Pier Paolo Pasolini che fornisce un'interpretazione critica dell'individuo e della storia. Il proletariato, i "ragazzi di vita", la periferia romana, una condizione subumana di esistenza, diventano i contenuti privilegiati di un cinema che, avendo fatta propria la lezione del neorealismo, pur trasfigurandola, ma avendola anche superata criticamente, tende a trasporre i dati immediati dell'esperienza in una dimensione artistica fortemente caratterizzata.
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Dzierżon, Ginter. "Usunięcie z urzędu kościelnego na mocy samego prawa." Prawo Kanoniczne 52, no. 1-2 (June 5, 2009): 39–57. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2009.52.1-2.01.

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Анотація:
l’Autore concentra la sua attenzione sullo specifico istituto della rimozione dall’ufficio ecclesiastico che si fa per il diritto stesso. L’analisi viene focalizzata sulle disposizioni contenute nel can. 194 §§ 1- 2 CIC e dell’art. 79 § 2 del Regolamento generale della Curia Romana. L’istituto della rimozione ipso iure dall’ufficio, ovvero in virtù del diritto stesso, è caratterizzato dal fatto che il detentore dell’ufficio lo perde automaticamente qualora incorre nelle condizioni stabilite dalle citate norme. Le suddette statuizioni normative sono dei tipici atti giuridici che limitano il libero esercizio dei diritti da parte del soggetto. Perciò sono soggette ad un’interpretazione stretta (cann. 18 e 36 § 1 CIC). Ne deriva che questo meccanismo della rimozione dall’ufficio trova applicazione esclusivamente nei limiti delle suddette ipotesi normative.
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Gilkes, Oliver, Sally Martin, and Michael Matheus. "Excavation and survey at Prati San Martino, Sutri." Papers of the British School at Rome 68 (November 2000): 371–80. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003986.

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SCAVO E RICOGNIZIONE A PRATI SAN MARTINO, SUTRIUna ricerca documentaria ha suggerito l'esistenza di una stazione di pellegrinaggio alto medievale sulla via Cassia a sud di Sutri nelle vicinanze del Fontanile San Martino (vedi articolo di Matheus in questo volume). Una ricognizione archeologica dell'area è stata intrapresa nel tentativo di localizzare il sito di Borgo San Martino, che si suggerisce possa aver utilizzato i resti sostanziali di una villa romana a Prati San Martino. Due stagioni di scavo hanno messo in luce il fatto che il sito fosse stato fortemente danneggiato dall'aratura. Nessuna evidenza di un'occupazione alto medievale è stata rinvenuta, ma è stato possibile investigare una seguenza stratigrafica relativa al periodo classico, che va dall'alto impero al tardo antico.
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Ilie, Cornelia-Ioana, Eliza Oprea, Elisabeta-Irina Geana, Angela Spoiala, Mihaela Buleandra, Gratiela Gradisteanu Pircalabioru, Irinel Adriana Badea, et al. "Bee Pollen Extracts: Chemical Composition, Antioxidant Properties, and Effect on the Growth of Selected Probiotic and Pathogenic Bacteria." Antioxidants 11, no. 5 (May 12, 2022): 959. http://dx.doi.org/10.3390/antiox11050959.

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This paper evaluated the chemical and biological properties of bee pollen samples from Romania. Firstly, the bee pollen alcoholic extracts (BPEs) were obtained from raw bee pollen harvested by Apis mellifera carpatica bees. The chemical composition of BPE was obtained by determination of total phenol content and total flavonoid content, UHPLC-DAD-ESI/MS analysis of phenolic compounds, and GC-MS analysis of fatty acids, esters, and terpenes. Additionally, the antioxidant activity was evaluated by the Trolox Equivalent Antioxidant Capacity method. Furthermore, the biological properties of BPE were evaluated (antimicrobial and cytotoxic activity). The raw BP samples studied in this paper had significant phenolic acid and flavonoid content, and moderate fatty acid, ester, and terpene content. P1, P2, and P4 have the highest TPC and TFC levels, and the best antioxidant activity. All BPEs studied had antimicrobial activity on pathogenic strains isolated from the clinic or standard strains. A synergistic antimicrobial effect of the BPEs was observed along with the soluble compounds of L. rhamnosus MF9 and E. faecalis 2M17 against some pathogenic (clinical) strains and, considering the tumour proliferation inhibitory activity, makes BP a potential prebiotic and antitumour agent for the gut environment.
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Sear, Frank. "The theatre at Taormina — a new chronology." Papers of the British School at Rome 64 (November 1996): 41–79. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010345.

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IL TEATRO DI TAORMINA: UNA NUOVA CRONOLOGIAIl teatro di Taormina, nonostante la sua importanza, non era mai stato oggetto di nessun dettagliato rilevamento, fino al 1992 quando un team australiano cominciò lo studio delle sue fasi architettoniche. Tale lavoro ha confermato l'esistenza di tre principali fasi costruttive: una fase ellenistica (III secolo a.C.); una ricostruzione romana (inizio del secondo secolo d.C.); e la trasformazione del teatro in un'arena (inizio III secolo d.C.). Comunque il rilevamento ha anche messo in luce il fatto che molte delle strutture tipiche dell'edificio che si credeva appartenessero al periodo del teatro, di fatto vanno associate alla fase in cui esso operava da anfiteatro. La ricostruzione del teatro quale area designata per l'incontro di gladiatori evenationestrasformò radicalmente l'edificio, modificandone molte delle sue parti. L'aspetto dell'edificio nel periodo in cui funzionava da teatro era molto diverso da quello che comunemente si pensa, ed è di particolare interesse poiché il progetto dell'edificio per rappresentazioni teatrali fu influenzato dalla ricostruzione delscaenadel teatro di Pompeo a Roma, probabilmente all'epoca di Domiziano. Ci sono anche indizi che alcune delle caratteristiche architettoniche del teatro possano essere associate alle province orientali e dell'Asia Minore.
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Frunza, Gabriela, Daniel Simeanu, Cecilia Pop, Roxana Lazar, Paul Corneliu Boisteanu, and Marcela Stefan. "Contributions on the Sensorial, Physico-chemical and Nutritional Characterization of Hare Meat (Lepus europaeus pallas)." Revista de Chimie 70, no. 1 (February 15, 2019): 174–80. http://dx.doi.org/10.37358/rc.19.1.6876.

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The growing demand for food worldwide, along with the increasing need for animal protein, lead to the identification of other sources of highest quality meat, then the conventional ones, such as it is the hare meat. The aim of this study was to characterize the sensorial, physico-chemical and nutritional traits of hare meat (Lepus europaeus Pallas) issued from hunting funds in North-East of Romania. The biological material consisted of 79 hares (34 males and 45 females), slaughtered by shooting at the age of about 18 months, during the regular hunting season (1 November to 31 January). Different muscle groups were collected: Longissimus dorsi (LD), Triceps brachi (TB) and Semimembranosus (SM). For physicochemical determinations (measurement of the pH at 24 and 48 hours, of water, proteins, lipids, fatty acids and of ash) were analyzed 237 samples (79 for each muscle group). The results obtained from the sensory analysis are relatively close as a score for the three muscle groups studied. The pH value was higher for TB muscles. The highest amount of protein was observed for LD muscles collected from males (21.65%), while the richest in lipids were the females TB muscles (2.38%). The fatty acids levels were predominantly higher for males (for the most of the assessed fatty acids). Very favorable ratio of PUFA:SFA was identified in LD muscles (1.695 for males and 1.531 for females), in SM muscles (1.679 for males and 1.527 for females), and in TB muscles, as well (1.885 for males and 1.820 for females). The variance analysis revealed insignificant gender related differences for the three muscle groups, concerning the sensorial traits, the pH level, ash content and energy value. However, in proteins, lipids and water levels, there were observed highly significant gender related differences in TB muscles. Also, for some fatty acids, significant statistical differences were found between genders, in all three muscle groups.
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Houben, Hubert. "Friedrich II., ein Sizilianer auf dem Kaiserthron?" Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (December 20, 2017): 83–98. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0007.

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Анотація:
Riassunto Il contributo esamina la tesi di Olaf Rader, secondo cui l’imperatore Federico II, nato in Italia e cresciuto in Sicilia, sarebbe stato „durch und durch Sizilianer“ (del tutto siciliano), come aveva sostenuto nella seconda meta del sec. XIX Leopold von Ranke e di conseguenza „il primo straniero sul trono tedesco“, come scrisse poi Johannes Haller nella prima meta del Novecento. Secondo tale interpretazione, egli avrebbe dato priorita al regno di Sicilia, ereditato dalla madre Costanza d’Altavilla, e trascurato invece l’impero romano-tedesco, diversamente da suo nonno Federico I Barbarossa. Questa tesi risulta poco convincente perche attribuendo a Federico II una chiara identita siciliana si trascura il fatto che egli, trasferitosi in Germania all’eta di 17 anni e rimanendovi per otto, si immerse in un contesto del tutto tedesco, riappropriandosi delle sue radici sveve. Inoltre Federico II difese accanitamente gli interessi dell’impero romano-tedesco contro il papato e i comuni settentrionali, mettendo le ingenti risorse economiche del regno di Sicilia al servizio delle sue azioni militari. Essendo a quell’epoca particolarmente importante la presenza fisica del sovrano per l’azione di governo, Federico ovvio alla sua assenza nelle zone d’oltralpe, prive di strutture amministrative paragonabili a quelle italiane, delegando i suoi figli - Enrico (VII) prima e Corrado IV poi - a rappresentarlo in Germania. La tesi di un Federico II come „il siciliano sul trono imperiale“ non convince perche e basata su concetti ottoe novecenteschi quali popolo, nazione e identita nazionali che mal si adattano al Medioevo.
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Houben, Hubert. "Friedrich II., ein Sizilianer auf dem Kaiserthron?" Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (March 5, 2018): 83–98. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0007.

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Анотація:
Riassunto Il contributo esamina la tesi di Olaf Rader, secondo cui l’imperatore Federico II, nato in Italia e cresciuto in Sicilia, sarebbe stato „durch und durch Sizilianer“ (del tutto siciliano), come aveva sostenuto nella seconda metà del sec. XIX Leopold von Ranke e di conseguenza „il primo straniero sul trono tedesco“, come scrisse poi Johannes Haller nella prima metà del Novecento. Secondo tale interpretazione, egli avrebbe dato priorità al regno di Sicilia, ereditato dalla madre Costanza d’Altavilla, e trascurato invece l’impero romano-tedesco, diversamente da suo nonno Federico I Barbarossa. Questa tesi risulta poco convincente perché attribuendo a Federico II una chiara identità siciliana si trascura il fatto che egli, trasferitosi in Germania all’età di 17 anni e rimanendovi per otto, si immerse in un contesto del tutto tedesco, riappropriandosi delle sue radici sveve. Inoltre Federico II difese accanitamente gli interessi dell’impero romano-tedesco contro il papato e i comuni settentrionali, mettendo le ingenti risorse economiche del regno di Sicilia al servizio delle sue azioni militari. Essendo a quell’epoca particolarmente importante la presenza fisica del sovrano per l’azione di governo, Federico ovviò alla sua assenza nelle zone d’oltralpe, prive di strutture amministrative paragonabili a quelle italiane, delegando i suoi figli – Enrico (VII) prima e Corrado IV poi – a rappresentarlo in Germania. La tesi di un Federico II come „il siciliano sul trono imperiale“ non convince perché è basata su concetti otto- e novecenteschi quali popolo, nazione e identità nazionali che mal si adattano al Medioevo.
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Morano, Camillo, Michele Dei Cas, Gabriella Roda, Adalberto Fabbriconi, Eleonora Casagni, Marco Pallavicini, Cristiano Bolchi, Gloria Pallotti, Francesco Romaniello, and Pierangela Rovellini. "The Antioxidant Role of Hemp Phytocomplex in Cannabis Oil-Based Extracts." Pharmaceuticals 15, no. 9 (September 4, 2022): 1102. http://dx.doi.org/10.3390/ph15091102.

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Анотація:
The therapeutic use of Cannabis oil extracts is constantly increasing. However, in Italy, they are allowed to be prepared with only a few methods and matrices. With this work, we aimed to assess how the different processes might affect the chemical composition of two different matrices (olive oils and medium chain triglycerides oils - MCT), accounting as variables for both the presence of Cannabis dried apices of the female flower and the adding of tocopherol acetate as an antioxidant. The macerated oils were prepared with four of the methods allowed according to the Italian legislation (Romano-Hazekamp, Cannazza-Citti, SIFAP and Calvi) and analyzed for normal and oxidized tocopherols, oxidized and conjugated fatty acids and volatile carbonyl compounds (VCCs), all using liquid chromatography coupled to UV or PDA detectors. According to our results, neither normal nor oxidized tocopherols are affected by the addition of antioxidants or Cannabis, while the oxidation state (according to the levels of oxidized and conjugated fatty acids) is often altered in either case. The VCCs concentrations, on the other hand, are never notably altered. These results suggest a worthless use of antioxidants in Cannabis macerated oils preparations, while the dried apices of female flowers might have a protective role in maintaining the oil oxidation state.
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Mihai, Adriana Laura, Mihaela Multescu, Mioara Negoiță, Gabriela-Andreea Horneț, Ioan Surdu, and Alexandru-Sabin Nicula. "Nutritional characterization of some Romanian mountain products." Annals of the University Dunarea de Jos of Galati. Fascicle VI - Food Technology 46, no. 2 (September 1, 2022): 104–24. http://dx.doi.org/10.35219/foodtechnology.2022.2.08.

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Анотація:
The consumer demand for healthy and natural products lead to the increased interest of consuming mountain food products. The objective of this work was to evaluate the physical-chemical and sensory characteristics of 8 dairy products and 11 meat products collected from different mountainous pastures from Romania. The protein content of dairy products varied between 37.39-47.90% d.m., while the fat content ranged between 43.63-49.57% d.m. For meat products, the protein content and fat content ranged between 11.69-70.07% d.m., and 17.58-95.92 % d.m., respectively. The fatty acid composition of mountain products was influenced by the pasture location, a better PUFA content being determined for products obtained from farms situated at a higher altitude. This research highlights that the quality of mountain products is strongly influenced by the pasture effects, the type of product analyzed and the technological process.
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Iacob, Speranta, Carmen Ester, Mihaela Lita, Vlad Ratziu, and Liana Gheorghe. "Real-life Perception and Practice Patterns of NAFLD/NASH in Romania: Results of a Survey Completed by 102 Board-certified Gastroenterologists." Journal of Gastrointestinal and Liver Diseases 25, no. 2 (June 1, 2016): 183–89. http://dx.doi.org/10.15403/jgld.2014.1121.252.naf.

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Introduction: Nonalcoholic fatty liver disease (NAFLD) has an increasing incidence worldwide, reflecting the epidemics of obesity and metabolic syndrome. Data on knowledge, attitude and management by the Romanian gastroenterologists with regard to NAFLD are lacking. Methods: We assessed current diagnostic and treatment patterns of the management of NAFLD among 102 Romanian board certified gastroenterologists using a survey developed to collect information regarding participants’ clinical practice, diagnostic tools and usage of medication in patients with NAFLD. Results: 71.6% of the surveyed gastroenterologists (SG) had more than 5 years of gastroenterology practice, were university affiliated and 37.3% had predominant activity in hepatology (>60%). In Romania, 60.8% of the SG would diagnose NAFLD only if all other causes of liver disease were absent. All practitioners use a noninvasive tool for staging NAFLD, 45.1% use both serum markers and transient elastography. Liver biopsy is performed by 61.8% of the SG in the presence of a discordant result in two noninvasive methods of fibrosis evaluation. The most frequently prescribed drugs are: silymarin (88.2%), vitamin E (78.4%) and ursodeoxycholic acid (77.4%). Conclusion: The results of this survey suggest that clinical practice patterns among Romanian gastroenterologists for the diagnosis (mainly liver biopsy) and management of NAFLD frequently diverge from published practice guidelines. Nonalcoholic steatohepatitis is probably underdiagnosed, especially in patients with normal transaminase levels and is also overtreated with drugs that are not recommended in the guidelines. Abbreviations: ALT: alanine aminotransferase; BMI: body mass index; CLD: chronic liver disease; CAP: controlled attenuation parameter; ESLD: end-stage liver disease; HBV: hepatitis B virus; HCV: hepatitis C virus; HDV: hepatitis delta virus; HCC: hepatocellular carcinoma; HOMA: Homeostasis Model Assessment of Insulin Resistance; LC: liver cirrhosis; LT: liver transplantation; NAFLD: nonalcoholic fatty liver disease; NASH: non-alcoholic steatohepatitis; PCP: primary care practitioners: SG: surveyed gastroenterologists; UDCA: Ursodeoxycholic acid.
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Segneanu, Adina-Elena, Melinda Cepan, Adrian Bobica, Ionut Stanusoiu, Ioan Cosmin Dragomir, Andrei Parau, and Ioan Grozescu. "Chemical Screening of Metabolites Profile from Romanian Tuber spp." Plants 10, no. 3 (March 12, 2021): 540. http://dx.doi.org/10.3390/plants10030540.

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Truffles are the rarest species and appreciated species of edible fungi and are well-known for their distinctive aroma and high nutrient content. However, their chemical composition largely depends on the particularities of their grown environment. Recently, various studies investigate the phytoconstituents content of different species of truffles. However, this research is still very limited for Romanian truffles. This study reports the first complete metabolites profiles identification based on gas chromatography-mass spectrometry (GC-MS) and electrospray ionization quadrupole time-of-flight mass spectrometry (ESI-QTOF-MS) of two different types of Romania truffles: Tuber magnatum pico and Tuber brumale. In mass spectra (MS) in positive mode, over 100 metabolites were identified from 14 secondary metabolites categories: amino acids, terpenes, alkaloids, flavonoids, organic acids, fatty acids, phenolic acids, sulfur compounds, sterols, hydrocarbons, etc. Additionally, the biological activity of these secondary metabolite classes was discussed.
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