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Calarasanu, Cristina. "I giorni dopo l'inizio della guerra. Effetti transferali e cambiamento nel setting." INTERAZIONI, no. 2 (November 2022): 57–67. http://dx.doi.org/10.3280/int2022-002004.

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Анотація:
Cercherò di affrontare in questo articolo come questo inaspettato contesto esterno abbia in-fluenzato in modo immediato, quasi palpabile, la cornice abituale delle sedute e abbia generato effetti controtransferali molto intensi. L'urgenza e la traumaticità dei suoi effetti imprevedibili hanno prodotto un movimento regressivo molto accentuato, scatenando con una forza incon-trollabile un'intensa angoscia di morte, mettendo in gioco difese arcaiche e aumentando il rischio di agiti. La modalità relazionale in cui l'analista, colto ancora una volta in una situazione simmetrica a quella dei pazienti, cercava di contenere e proporre un fragile equilibrio tra una realtà minacciosa e un mondo interno spaventoso su cui crollare.
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Orazi, Francesco. "Le distorsioni della comunicazione scientifica durante la Pandemia." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 1 (August 2021): 10–25. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-001002.

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Анотація:
L'ipotesi dell'articolo è che Covid-19 rappresenti un evento di rottura in grado di influenzare la struttura di plausibilità del complesso socioeconomico attivato da mercato, scienza e tecnologia. Alcune condizioni determinate dalla pandemia stanno Infatti mettendo in discussione molti elementi del quotidiano che diamo per scontati. Nel corso del lavoro prenderemo a riferimento alcuni di questi ele-menti della realtà sociale che sono stati intaccati dagli effetti di Covid-19. In parti-colare, saranno affrontate le seguenti tematiche: il rapporto tra scienza e tecnolo-gia; socializzazione e distanziamento nella società iper-mediata; la relazione tra scienza e pseudo-scienza.
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Norsa, Diana. "Legami di dipendenza e problematiche separative." INTERAZIONI, no. 2 (November 2020): 78–94. http://dx.doi.org/10.3280/int2020-002006.

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Анотація:
Il paradosso di Winnicott riguardo alla "capacità di essere solo" che il bambino raggiunge in presenza della madre, è applicato dall'autrice alla rete di relazioni familiari dentro cui si forma la soggettività. Vengono esaminati alcuni flash clinici per esemplificare gli effetti destabi-lizzanti di una mancata acquisizione della "capacità di essere solo in presenza", mostrando come non basti una separazione effettiva per scioglie il patto denegativo che è alla base di una dipendenza patologica. Vengono poi esaminati due casi letterari: Il riposo del guerriero romanzo utilizzato da Bleger per analizzare il legame simbiotico e le sue conseguenze catastrofiche e Forza maggiore, un film che descrive come una situazione traumatica avvenuta nella realtà innesca una crisi sentimentale di coppia e una rinnovata capacità di insight riguardo all'amore altruistico e l'amore egoistico.
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Deo, Federica, and Augusto Fabio Cerqua. "Progettare l'incertezza. Coesistere dopo la fine del mondo." CRIOS, no. 19 (May 2021): 84–89. http://dx.doi.org/10.3280/crios2020-019008.

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Анотація:
La condizione planetaria contemporanea, fortemente segnata dagli effetti della pan¬demia di coronavirus, ci pone con estrema violenza davanti ad un punto di non ritorno: il pianeta Terra sta collassando su sé stesso. Come osservare ed analizzare la realtà attuale? Che relazione sussiste tra il mondo umano e quello non-umano? E soprattutto, è possibile progettarne la coesistenza? Questo breve testo si compone di una introduzione alla figura e al pensiero di Timothy Morton, uno dei pensatori più interessanti nel panorama filosofico-ecologista contemporaneo, e della recensione di due dei suoi libri recentemente tradotti e pubblicati in italiano, Iperoggetti e Noi, esseri ecologici, in cui l'autore ci apre ad insondate e radicali prospettive ecologiche.
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Pieruzzi, F. "La denervazione renale transcatetere: il ruolo del nefrologo." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 4 (January 26, 2018): 1–7. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1165.

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Анотація:
Studi clinici recenti hanno dimostrato che la denervazione renale bilaterale con catetere a radiofrequenza riduce significativamente i valori pressori nell'ipertensione resistente. All'efficacia antipertensiva si associa una significativa riduzione dell'ipertono simpatico, dell'insulino-resistenza e del danno d'organo cardio-renale. La procedura si è rivelata pressoché priva di effetti collaterali. Sebbene i dati della letteratura sull'efficacia antipertensiva della denervazione renale transcatetere siano solidi, solo un'analisi dell'utilizzo in campo clinico di questa metodica potrà fornire un reale parametro di giudizio sulle modalità di esecuzione della procedure nelle diverse realtà cliniche sul territorio nazionale. Per questo scopo è stato istituito il Registro Prospettico Italiano che raccoglie dati sull'efficacia e la sicurezza della denervazione renale a breve e a lungo termine. Tuttavia non sono ancora noti gli effetti della procedura sulla funzione renale, la proteinuria e il bilancio del sodio, in particolare nel lungo termine. Queste conoscenze potranno permettere di estendere le indicazioni attuali della procedura anche in altre condizioni patologiche caratterizzate da ipertono simpatico e di valutare l'impatto del costo-beneficio della denervazione renale come un potenziale trattamento alternativo alle tradizionali strategie farmacologiche.
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Scarabino, T., G. M. Giannatempo, F. Perfetto, T. Popolizio, M. Armillotta, and U. Salvolini. "La sequenza Fast Spin Echo nello studio del distretto spinale." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 5 (October 1995): 675–84. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800505.

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Анотація:
Questo lavoro prende in considerazione gli aspetti tecnici, semeiologici ed applicativi della sequenza Fast Spin Echo (FSE) nello studio della patologia del distretto spinale. Tale sequenza può essere considerata una Spin Echo (SE) multieco, rapida, caratterizzata infatti da una drastica riduzione del tempo di acquisizione, rispetto alla SE, con conseguente riduzione degli artefatti da movimento e di disagi per i pazienti (specie se sofferenti e non collaboranti). Il tempo risparmiato può essere utilizzato per eseguire esami ad alta definizione, o altre sequenze e proiezioni lungo piani accessori. L'iconografia FSE è molto simile a quello ottenuta con la SE. In realtà esistono alcune lievi differenze semeiologiche che possono talvolta creare dei problemi di interpretazione e che pertanto bisogna tener presenti, quali la persistenza dell'iperintensità del grasso (anche in sequenza T2-W) e la riduzione degli effetti da suscettibilità magnetica. Importanti applicazioni sono l'«effetto mielografico», la possibilità di studiare ampi tratti di colonna (con FOV ampi e bobina del corpo) e di ottenere, con sequenze altamente pesate in T2 la soppressione del grasso e, con rielaborazione MIP, immagini tridimensionali simil-mielografiche.
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Morelli, Gabriele. "La soluzione paranoidea al tempo della pandemia virale." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 2 (November 2021): 111–20. http://dx.doi.org/10.3280/psp2021-002008.

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Анотація:
L'autore, partendo da un caso clinico, si interroga sugli effetti psichici degli sconvolgimenti sociali, culturali e psichici dei giorni odierni aggravati dalla recente pandemia virale. Viene messo in evidenza l'andamento della psicoterapia prima e dopo l'insorgere della diffusione del contagio a cui hanno fatto seguito le limitazioni legate al confinamento e poi la campagna vaccinale incoraggiata dall'istituzione della carta verde. Anche il terapeuta è coinvolto in dinamiche patogene in cui la realtà entra prepotentemente nel processo terapeutico rischiando di alterare le regole del setting. Il paziente regredisce alla posizione schizoparanoide e sviluppa una sintomatologia delirante di tipo persecutorio facendo un uso massiccio di meccanismi difensivi come la scissione, il diniego, la proiezione e l'identificazione proiettiva. L'autore infine approfondisce il tema della paranoia, patologia che rischia di sfuggire ai sistemi diagnostici, che, spesso presente nella popolazione generale, si svela in momenti particolarmente traumatici.
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Grimaldi, Giuseppe. "Guardiani della frontiera: l’intermediazione informale nel ghetto agricolo Sud Europeo." REMHU: Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 30, no. 64 (April 2022): 159–76. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880006410.

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Abstract Nel Sud Europa agricolo sono ormai realtà consolidata i cosiddetti ghetti, spazi di vita della componente migrante più fragile proveniente dal Sud globale e impiegata come forza lavoro bracciantile. Tali spazi vengono sovente inquadrati come confini della modernità occidentale, buchi neri in cui operano caporali che riproducono quelle che vengono definite come nuove schiavitù. In questo lavoro, partendo da una ricerca-azione svolta nel Sud Italia agricolo (Eboli), si propone di abbandonare una logica del confine e guardare alle modalità attraverso cui il ghetto diventa parte integrante del contesto più ampio, dei suoi modelli sociali, giuridici, economici. Situando l’etnografia sulle modalità attraverso cui l’intermediazione informale naviga queste strutture, il ghetto emerge come una frontiera, intesa non come confine ma come un avamposto che mostra gli effetti più violenti dei campi di forza che agiscono sulla riproduzione della presenza migrante.
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Nieddu, Laura. "Processo all’immagine di un Fiore forense." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 53, no. 2 (April 21, 2019): 281–95. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819831680.

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Il Fiore è stato scritto da un giurista? Oggetto del presente studio è l’analisi di uno dei registri linguistici che compongono lo stile narrativo del Fiore, ovvero quello giuridico. In effetti, questo è uno dei criteri su cui si basano due tesi attributive, ovvero quella di Remo Fasani, che vuole l’opera figlia di Brunetto Latini, e quella di Maurizio Palma di Cesnola; quest’ultimo ha cercato di dimostrare che il testo, considerato dai più come dantesco, sarebbe in realtà stato scritto da un giurista provenzale, Guillaume Durand. Queste due tesi costituiscono lo spunto per poter prendere in esame le espressioni e i termini specifici legati al mondo giuridico e diplomatico, al fine di porre in rilievo questo aspetto stilistico del poemetto medievale. Oltre ai termini indicati da Fasani e da Palma di Cesnola, verranno sottolineati altri possibili indizi per un “Durante giurista”, nonché un certo atteggiamento “giuridico” a cui sono sottoposte alcune figure del testo, come Falsembiante o Ragione, anche per rilevare le differenze o i punti in comune tra Fiore e Roman de la Rose, modello dell’opera italiana, sia dal punto di vista delle scelte lessicali che dell'atmosfera generale.
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Liuzzi, Michele. "Per un progetto nazionale di psicologia di cure primarie." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (August 2020): 158–75. http://dx.doi.org/10.3280/pds2020-002008.

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L'articolo riporta un'esperienza di intervento di psicologia di cure primarie a Torino, nel quale vengono affrontati i temi più rilevanti, le caratteristiche, i punti di forza e le criticità di tali progetti. L'intento è quello di fornire informazioni e dati al fine di dare un ulteriore contributo al dibattito all'interno della comunità scientifica che porti alla creazione di servizi di psicologia di cure primarie a livello nazionale. Vengono presentati gli aspetti cruciali che caratterizzano il modello, accessibilità, gradualità, efficacia clinica e costo–efficacia. Accessibilità poiché tali servizi devono essere posizionati sul territorio, vicini ai luoghi di vita dei cittadini, flessibili e inclusivi. Gradualità poiché gli in-terventi debbono essere appropriati come intensità rispetto alle esigenze di salute. Efficacia cli-nica poiché è fondamentale dare il giusto trattamento al determinato disturbo del paziente. Co-sto-efficacia poiché gli interventi debbono essere appropriati al problema del paziente, tempe-stivi in modo da anticipare patologizzazione e cronicità, e inoltre devono svolgere una funzione di filtro per i servizi secondari e i dipartimenti di emergenza. Vengono altresì presentati alcuni risultati rispetto al medical cost offset di tali interventi, in particolare sugli effetti pre-post che l'intervento ha generato su prescrizioni farmacologiche, numero di invii ai servizi specialistici, e numero di visite dal medico di famiglia. Questi progetti nelle realtà internazionali più avanzate sono da tempo operanti, e le recenti vicende (Decreto Calabria) sono una testimonianza di quanto sia necessario realizzare tali ser-vizi. L'autore porta quindi alcune proposte in tal senso.
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Balestrieri, Matteo. "Expressions of depression in Alzheimer's disease. The current scientific debate." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 9, no. 2 (June 2000): 126–39. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008319.

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RIASSUNTOScopo– In questa rassegna sono stati raccolti ed analizzati i dati conoscitivi provenienti da ricerche che si occupano della relazione tra depressione e malattia di Alzheimer (Alzheimer's Disease, AD).Metodo– E' stata analizzata in modo sistematico la letteratura, attingendo sia alle segnalazione presenti nella banca-datiMedlineche alle informazioni ricavabili da una analisi ragionata degli studi pubblicati.Risultati– La prevalenza di segni e sintomi depressivi nei pazienti con AD è piuttosto elevata (40-50%). II ruolo della depressione all'interno dell'AD (indipendente, prodromo, fattore di rischio) deve in realtà essere ancora definito. I dati sulla familiarità per la depressione suggeriscono che l'AD agisca come stimolo scatenante la depressione su una base di vulnerabilità genetica. Su un versante biologico l'insorgenza di depressione nell'AD potrebbe derivare da uno sbilanciamento tra sistema colinergico e noradrenergico, mentre sul versante della comprensione psicologica la depressione costituirebbe una reazione di lutto per il decadimento cognitivo. Gli attuali strumenti diagnostici validati in pazienti con AD costituiscono un buon ausilio nella clinica e nella ricerca. L'individuazione di una depressione nel corso di un AD rimane in realtà sempre difficoltosa se non sono presenti sintomi affettivi franchi, poichè i sintomi cognitivi, psicomotori e vegetativi appartengono sia alia depressione che all'AD. I disturbi affettivi più frequentemente riportati sono la depressione maggiore e la distimia. Nel trattamento farmacologico si suggerisce l'utilizzo dei farmaci antidepressivi con minori effetti anticolinergici. Buoni risultati sono stati ottenuti anche adattando diversi tipi di psicoterapia alle particolari esigenze del paziente demente.Conclusioni– L'attuale dibattito scientifico si basa su conoscenze ancora limitate e parcellizzate. La futura ricerca in questo campo dovrà produrre studi che siano in grado di soddisfare criteri di indagine più rigidi, con una migliore definizione dei casi, una stratificazione per fattori di rischio ed una prospettiva longitudinale.
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Ptak, Robert. "Sakrament namaszczenia chorych – teologiczno-prawne aspekty kanonów 998-1007 KPK/1983." Prawo Kanoniczne 52, no. 3-4 (December 10, 2009): 303–16. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2009.52.3-4.15.

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Анотація:
Il Codice di diritto canonico (1983) contiene le norme circa il sacramento dell’unzione degli infermi che riguardano: il modo di celebrare, il ministro ed i destinatari di questo sacramento. Dieci canoni (998-1007) però non esauriscono tutta la realtà connessa con il dono del sacramento dell’unzione affidato alla Chiesa come la continuità della missione salvifica di Gesù che consiste fra altro nel guarire gli infermi (cf. Mc 6,13). Bisogna dunque approfondire i sopra menzionati canoni con lo sguardo teologico, per sottolineare, che: a) i ministri del sacramento dell’unzione sono soltanto i sacerdoti (vescovi e presbiteri); b) il destinatario di questo sacramento è il malato grave, che incomincia ad essere in pericolo di morte per malattia o per vecchiaia; c) la materia del sacramento è l’olio di oliva o, secondo l’opportunità, un altro olio vegetale; d) l’unzione si fa sulla fronte e sulle mani con la formula sacramentale dove parola e sacramento costituiscono un tutto inseparabile. Gli effetti del sacramento dell’unzione invece sono: l’unione alla passione di Cristo, in quanto la sofferenza diventa partecipazione all’opera salvifica di Gesù; la grazia del conforto, della pace e del coraggio, della fede e fiducia nel Signore, della fortezza contro le tentazioni di scoraggiamento e di angoscia; una grazia ecclesiale, dal momento che la Chiesa intercede per il bene del malato; la guarigione dell’anima del malato e anche quella del corpo se tale è la volontà di Dio; il perdono di eventuali peccati e finalmente la preparazione all’ultimo passaggio di coloro che stanno per uscire da questa vita. I punti nodali dell’articolo: 1. Cristo nel sacramento dell’unzione degli infermi. 2. Il compito della Chiesa. 3. I destinatari del sacramento. 4. Gli effetti del sacramento dell’unzione.
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Rucci, Paola, Angelo Picardi, Giovanni de Girolamo, Giovanni Santone, Gabriele Borsetti, and Pierluigi Morosini. "5. La qualità della vita degli ospiti delle SR." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 13, S7 (September 2004): 68–76. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000095.

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Анотація:
In psichiatria, come nelle altre branche della medicina, si guarda sempre più alla QOL (acronimo inglese per “Quality Of Life”, ovvero qualità della vita) come a una fondamentale misura di esito (Katschnig et al., 1997) da affiancare alle altre misure di uso più comune. Numerosi studi su pazienti con vari disturbi di interesse sia medico che psichiatrico hanno infatti evidenziato che la QOL valutata soggettivamente è correlata solo in parte con la valutazione della gravità clinica del disturbo effettuata dal medico e con misure di disabilità e di compromissione del livello di funzionamento psicosociale (de Girolamo et al., 200; Sartorius 1993).Da più parti, inoltre, è stata espressa le preoccupazione che, malgrado la deistituzionalizzazione, in alcuni casi i cambiamenti siano stati più di facciata che sostanziali, e che le SR, ove vengono assistiti pazienti a lungo termine, malgrado gli sforzi di creare un ambiente simil-domestico, rappresentino in realtà dei “piccoli manicomi”. In questa prospettiva una variabile come la QOL, che è inversamente correlata al numero di bisogni dei pazienti non soddisfatti (Slade et al., 2004), diviene quindi una misura di esito-chiave al fine di valutare la fondatezza di queste asserzioni e più in generale eli effetti dei Drocessi di deistituzionalizzazione.
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Di Pietro, Maria Luisa, and Roberta Minacori. "La contraccezione d’emergenza." Medicina e Morale 50, no. 1 (February 28, 2001): 11–39. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.715.

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Con la locuzione “contraccezione d’emergenza”, detta anche “contraccezione postcoitale”, si indica un insieme di pratiche a cui si fa ricorso dopo un rapporto sessuale presunto fecondante allo scopo di impedire la prosecuzione di una gravidanza, qualora questa sia già iniziata. La recente commercializzazione in Italia della pillola “Norlevo”, ha riacceso un dibattito, aperto già da tempo in ambito internazionale, dove sono in atto da parte di vari enti strategie, finora poco riuscite, per la diffusione di tali mezzi soprattutto in alcune categorie quali le adolescenti o le donne vittime di violenze. Dopo aver descritto i vari prodotti e protocolli in uso a tale scopo, alla luce dei dati riscontrati nella letteratura internazionale, le Autrici hanno messo in evidenza come, nonostante sia possibile un effetto inibente l’ovulazione, in realtà in larga parte - nel 70-100% dei casi - il meccanismo di azione di questi prodotti è abortivo e non contraccettivo. Essi impediscono, infatti, la continuazione della gravidanza, attraverso l’azione sul corpo luteo, sulla tuba e, in particolare, sull’endometrio: tre effetti che interferiscono con la fase post- fertilizzazione, quindi con lo sviluppo dell’embrione, già presente se il rapporto è stato fecondo. Infine, le Autrici evidenziano la manipolazione semantica operata sia in ambiti scientifici sia in ambiti istituzionali per migliorare l’accettabilità da parte dell’opinione pubblica, da cui la necessità di dare alle donne delle informazioni chiare e obiettive sul reale meccanismo d’azione di questi prodotti rispetto all’eventuale instaurarsi di una gravidanza.
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Pasour, Ernest C. "External Effects and the Work Ethic: Does Society Gain When An Individual Works Harder?*." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 1 (April 1, 1990): 35–42. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344901.

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Abstract James Buchanan ha espresso l’opinione che la tradizionale etica del lavoro si poggia su basi di razionalità: lavoro e riposo, in altri termini, non sono indifferenti per la società, nella misura in cui l’individuo, lavorando, produce e può scambiare qualcosa che ha un valore e dunque un’esternalità positiva.Pasour si mostra solo parzialmente in accordo con questa visione di Buchanan, affermando che essa è verosimile ma applicable solo ad un ristretto numero di casi. Infatti il maggior lavoro di un individuo puè produrre anche estemalità negative, che diventano più evidenti man mano che si esce dalla rappresentazione di società schematizzate del tipo Robinson Crusoe - Venerdì, e si analizzano modelli più complessi e vicini alia realtà. Più lavoro non significa unicamente un aumento della produzione di beni, ma comporta molti altri effetti: più stress, danni all’ambiente, soprattutto un’alterazione dei livelli relativi di reddito, che per molti individui può costituire un fatto indesiderato.Dunque, un ritorno alia tradizionale etica del lavoro o un ulteriore affievolimento di questa non possono essere valutati in base a criteri di razionalita economica, perché un tale esame comporta elementi di soggettività, giudizi di valore, confronti interindividuali di utilità. A livello di politiche pubbliche ne consegue che qualsiasi azione mirata a convincere gli individui a lavorare di più e ad incrementare il proprio reddito non produrrà necessariamente esternalita positive.
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Scarantino, Anna. "Da scuola del popolo a scuola fascista della nazione? Un bilancio dell'istruzione elementare in Italia a dieci anni dalla riforma Gentile." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (September 2020): 117–80. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-001005.

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Nel gennaio 1932, a quasi dieci anni dalla riforma più importante e più discus-sa del fascismo, quella della scuola, l'ispettore scolastico Renato Moro preparò una dettagliata relazione sulla condizione della scuola elementare lontana da fina-lità propagandistiche e destinata ad uso interno del ministero dell'Educazione na-zionale. Ponendo a confronto la pubblicazione ufficiale prodotta pochi mesi dopo dal ministero con la relazione preparata da Moro, che qui viene riprodotta inte-gralmente, il saggio mette in luce il divario esistente tra gli obiettivi dichiarati dal fascismo e la realtà, tra i risultati propagandati e quelli effettivamente conseguiti. Ne emerge, tra l'altro, l'immagine di una società meridionale ancora arretrata ma non immobile, che anche nei suoi strati medio-bassi chiedeva allo Stato più istru-zione e la possibilità di accesso alle scuole medie, che la riforma aveva ostacolato in molti modi. Il regime, impegnato ad ottenere una più decisa fascistizzazione del-la scuola, sottovalutò gli effetti negativi prodotti dalla presenza invadente del par-tito e dell'Opera nazionale Balilla, e dal disordine normativo che ne accompagnò costantemente l'azione. Il succedersi continuo di provvedimenti, ripensamenti e adattamenti minò l'immagine di solidità e coerenza che il regime voleva dare di sé nel suo progetto di radicale trasformazione degli italiani.
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Diena, Simonetta. "Razza e inconscio: un approccio psicoanalitico al razzismo interno." INTERAZIONI, no. 1 (April 2021): 69–86. http://dx.doi.org/10.3280/int2021-001006.

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Viviamo in un mondo dove politicamente e culturalmente ci si oppone, in larga maggio-ranza, al razzismo e alle differenze. Eppure, contemporaneamente, il razzismo continua ad esi-stere e i suoi effetti si riverberano in modo più o meno esplicito su molti aspetti della vita so-ciale e politica. Questo articolo si propone di andare al di là di una prospettiva limitata alla realtà esterna, storica e materiale, e di considerare invece la questione da un punto di vista psicoanalitico. La questione del razzismo scorre al di fuori ed in parallelo al discorso cosciente e una ricerca in tal senso, del perché continui ad esistere una così potente discriminazione tra il Sé e l'altro-da-Sé in termini negativi, deve svolgersi a livello psicoanalitico, ovvero nel cercare di capire quali meccanismi e strutture si attivano nella stereotipizzazione razziale a livello inconscio. Seconda-riament, bisogna essere consapevoli che ci muoviamo ad un livello preverbale e quasi mai ver-bale: nel discorso cosciente non ci si sofferma a discutere ciò che sembra apparentemente ov-vio, e cioè l'uguaglianza, ma piuttosto si passa all'agito, discriminando in modo sottile l'altro da te. Questo articolo intende affrontare la questione razziale in un senso ampio, come una ri-cerca psicoanalitica di per sé. Esiste un'organizzazione razzista interna della mente? E può coe-sistere con un sistema cosciente che respinge le discriminazioni?
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Bartole, Sergio. "SCIENZA POLITICA E DIRITTO: COMMENTO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, no. 1 (April 1991): 129–36. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200009849.

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IntroduzioneL'invito a intervenire sull'importante contributo di Leonardo Morlino (1989) mi consente di ritornare su un argomento — quello dei rapporti fra la scienza politica e la scienza del diritto costituzionale — cui ho già dedicato in altre occasioni una qualche riflessione (1985, 1986). Debbo confessare di guardare con un po’ di invidia all'iniziativa che Morlino ha preso di tracciare una sorta di bilancio dello stato della sua disciplina. Sono, in effetti, convinto che molto spesso gli studi di diritto costituzionale stiano procedendo senza una precisa consapevolezza della direzione da prendere, delle manchevolezza che li connotano e delle risposte di ordine scientifico che da essi si attendono: mancano adeguate meditazioni di ordine teorico e metodologico, e troppo spesso contributi monografici e saggistici nascono in obbedienza a quella che Morlino chiama una «logica esterna», e quindi senza una seria attenzione alla «logica interna» alla disciplina ed alle connesse preoccupazioni di ordine sistematico. Né vale rispondere che le preoccupazioni metodologiche e teoriche rappresentano fughe in avanti rispetto all'analisi e considerazione dei problemi concreti, di fronte ai quali soltanto ha senso proporre questioni di teoria e metodo, che, se formulate in astratto, restano nel limbo delle pie dichiarazioni di intenti, senza trovare adeguato riscontro nella attività pratica di ricerca. La mancanza di un bagaglio metodologico e teorico solo in apparenza allevia le fatiche del viaggiatore e, in realtà, lo obbliga a rifare il punto astronomico ad ogni giro di strada, anche al di là delle normali e corrette esigenze di una responsabile autocritica e di un doveroso autocontrollo.
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Žak, Lubomir. "L’attualità della “ecclesiologia fondamentale” della Lumen gentium: invito a una rilettura in chiave del simbolismo cristologico-trinitario." Revista Pistis Praxis 7, no. 2 (September 13, 2015): 395. http://dx.doi.org/10.7213/revistapistispraxis.07.002.ds05.

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Il presente contributo riflette sulla Lumen gentium dal punto di vista della sua attualità. Questa viene cercata non tanto nelle singole prese di posizione o formulazioni della Lumen gentium, considerate importanti perché in grado di stimolare l’ecclesiologia postconciliare. L’attualità che sta al centro dell’interesse dell’Autore viene intravista piuttosto nell’impostazione ecclesiologico-ermeneutica di fondo della costituzione. Si parte dal presupposto che tale impostazione si stagli con sufficiente chiarezza quando la Lumen gentium viene interpretata in quell’orizzonte fondamentale di pensiero, che fu adoperato dai padri conciliari per elaborare le loro riflessioni su tutti i grandi temi della dottrina cattolica. Esso consiste nella centralità ermeneutica della Rivelazione di Dio triuno in Gesù Cristo, ossia nel voler trattare ciascun tema, inclusi i temi di ecclesiologia, sub Revelationis luce. L’Autore si impegna a sviluppare l’interpretazione della Lumen gentium a partire da come questo presupposto viene concretizzato da K. Rahner. Il teologo gesuita considera, infatti, la Rivelazione trinitaria centrale per la teologia proprio per il fatto che essa permette di elaborare un pensiero credente adeguato, fondato sulla visione della persona di Cristo come “simbolo reale”, in quanto in Lui si manifesta realmente Dio Padre. Secondo Rahner, ciò che vale di Cristo, vale anche della Chiesa, essendo essa “simbolo reale” della presenza di Cristo i mezzo agli uomini. Alla luce di una tale visione della Chiesa, l’Autore fa vedere come nella Lumen gentium è presente, in effetti, una prospettiva ermeneutica che segue la logica del “simbolo”. Essa emerge in modo esplicito o implicito laddove, nella costituzione, viene tematizzato il rapporto tra vescovo e collegio dei vescovi, vescovo e Chiesa locale, Chiesa locale e Chiesa universale e via dicendo, rapporto per il quale vale che una realtà è simboleggiata dall’altra. Interpretare la Lumen gentium in questi termini significa ammettere che la Chiesa e tutto ciò che essenzialmente fa parte di essa sono di indole “simbolica”. L’Autore cerca di dimostrare, che al centro di tale comprensione simbolica della Chiesa e degli elementi di ecclesialità sta, in ogni caso, quella verità che è centrale per la simbolicità della persona di Cristo: la Sua sostanziale identità relazionale di origine trinitaria. Questa verità porta a dover affermare che tutto ciò che è ecclesiale è sostanzialmente relazionale.
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Vitali, Fabien. "Barba/ro Dante." Deutsches Dante-Jahrbuch 94, no. 1 (September 23, 2019): 1–34. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2019-0002.

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Riassunto La storia delle letture della Commedia nel sedicesimo secolo è ben documentata – dalle Prose della volgar lingua di Bembo fino ai commenti che, ridimensionando o avallandone il giudizio limitativo, comunque documentano il »precipitoso inarrestabile declino« (Dionisotti) della fama dantesca. Questa storia è basata soprattutto su giudizi espressi dagli »scrittori di alta classe«. Di contro, poco sappiamo del grado di diffusione e del significato di cui la Commedia godeva in ambito popolare. Partendo da alcune indicazioni presenti nello studio di Carlo Ginzburg, Il formaggio e i vermi, il saggio s’interroga anzitutto sul rapporto tra cultura popolare e Commedia nel Cinquecento. Più che alla dimensione storico-sociologica, l’interesse sarà rivolto a ciò che la ›popolarità‹ di Dante possa dirci della sua stessa opera. Riformulando quindi il problema in funzione dei presupposti teorici della Commedia – »villanus cantus« (Sanguineti), in parte scritto »per la piazza« (Pertile) – si arriverà ad esaminarne alcune qualità che con Mandelstam potremmo definire come »barbare«, quasi i fattori intrinseci dell’›attrattiva popolare‹ della poesia dantesca.Nella seconda parte, l’indagine si estenderà su alcuni esempi di lettori di Dante – Gelli, Doni, Franco. ›Popolari‹ di origine, ma non privi di educazione letteraria, questi autori a partire dagli anni ’30 irrompono nel campo delle forze con proposte originali, irriducibili alle posizioni della cultura egemone. Non solo: il loro discorso s’interseca in più punti con correnti di pensiero eterodosso, sia perché contrario al magistero classicistico-bembesco, sia perché affine alla Riforma. È quanto, in particolare, suggerisce un testo di Niccolò Franco cui si dedicherà un’analisi più approfondita – una lettera-finzione del 1547, rivolta a »Barba Dante«. Qui le parti coinvolte nella questione dantesca sono oggetto di un discorso apparentemente burlesco, ma che a ben vedere s’iscrive piuttosto nel registro ambiguo del paradosso erasmiano. In effetti, se Franco finge di assecondare le posizioni dominanti (Bembo, la Chiesa), in realtà le mina, accentuandone gli argomenti al punto da spingerle ad absurdum. L’esempio fa pensare che Dante ridiventi un punto di riferimento per la nuova generazione degli autori che nella generale contesa delle parti – »Streit der Autoritäten« (Kablitz/Regn) – cercano di affermarsi, militando per un’idea di letteratura alternativa a quella ufficiale.
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CATURANO, MARIANGELA. "Un Modello di Ricerca Evidence Based sull’Inclusione Scolastica In Italia." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no. 1 (July 2, 2016): 443. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n1.v1.159.

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Abstract: Che cosa significa educazione inclusiva? In che modo è possibile sostenere lo sviluppo di un sistema che favorisca l’inclusione nella quotidiana realtà scolastica? Su un campione di 162 studenti, dagli 8 ai 16 anni, si vogliono misurare gli effetti di efficaci metodologie didattiche quali feedback, formative evaluation, collaborative learning, digital technology. Variabili stimate sono le competenze e le abilità trasversali alle discipline, i fattori cognitivo-emozionali del successo scolastico, l’autostima. Valutazione bio psico-sociale che si oppone alla valutazione bio-medica prevalente in Italia. Osservare tutti gli allievi, trasformare la risposta speciale in normalità, misurare le variabili del contesto scolastico favorevoli all’inclusione può contribuire a migliorare, in Italia, l’efficacia di investimenti pubblici stimati nel 2013 in € 4,7B. Qui si costruisce un modello, il cui disegno sperimentale impone metodologie riconosciute a livello internazionale ed europeo come l’evidence based education (EBE), necessarie per confrontare i risultati e replicare il modello in un contesto sovranazionale. I risultati entreranno a far parte del progetto pilota dell’European Agency For Special Needs avviato in tre paesi, tra cui l’Italia, e che verrà concluso nell’ottobre 2016.Parole chiave: inclusione, organizzazione inclusiva, metodologie didattiche, evidence based education Abstract: What is inclusive education? How you can support the development of a system that favors the inclusion in the daily school reality? On a sample of 162 students, aged 8 to 16 years, they want to measure the effects of effective teaching methods such as feedback, formative evaluation, collaborative learning, digital technology. Estimated variables are the skills and abilities to cross disciplines, cognitive-emotional factors of academic success, self-esteem. Rating bio psychosocial which opposes the prevailing bio-medical evaluation in Italy. Observe all students, to transform the special response in normal, measure the variables of the school environment favorable to the inclusion in Italy improves the effectiveness of a welfare amounted to € 4,7B. Here we build a model, whose experimental design requires methodologies recognized at international and European level as the evidence-based education (EBE), necessary to compare the results and replicate the model in a supranational context. The results will become part of the pilot project of the European Agency For Special Needs started in three countries, including Italy, and which will be concluded in October 2016.Keywords: inclusion, inclusive rules, educational methods, evidence based education, EBE
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Adorno, Francesco Paolo. "Una pillola per diventare più buoni? Il dibattito sul "moral bioenhancement" / A pill to become better people? The debate on "moral bioenhancement"." Medicina e Morale 65, no. 2 (September 21, 2016): 131–53. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.431.

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La prospettiva di poter provvedere al miglioramento morale degli individui per via farmacologica è stata presa in seria considerazione in alcuni articoli a partire dall’inizio del 2000 e ultimamente in un testo di Persson e Savulescu. Per questi due autori, il miglioramento morale, il moral bioenhancement, è una necessità dettata dalla situazione delicata nella quale l’umanità si trova: a un progresso materiale che ha permesso l’invenzione di tecnologie potenzialmente distruttrici e l’alterazione del nostro ecosistema con conseguenze difficilmente calcolabili non si è accompagnato un analogo progresso morale che garantisca del buon uso di queste tecniche. Gli autori di cui si discutono le tesi si propongono quindi di mettere al servizio di un presupposto miglioramento morale che deve assicurare un buon uso di quella stessa capacità tecnologica che è in realtà l’elemento che ci mette in pericolo. Dopo aver ricostruito il dibattito iniziato ben prima la pubblicazione di questo testo avvenuta nel 2012, l’articolo si concentra sulla discussione delle tesi di Persson e Savulescu per i quali l’eventualità di un moral bioenhancement (MBE) si riassume nell’aumento dell’empatia e nell’eliminazione di pregiudizi morali ingiustificati tramite l’adeguata somministrazione di SSRIs e ossitocina. Tale forma di enhancement ha incontrato critiche fondamentali che ne hanno messo in discussione non solo la legittimità morale, ma anche la sua stessa efficacia. Ci si è chiesti in effetti che cosa significa teoricamente procedere a un miglioramento della morale individuale e se questo miglioramento sia effettivamente capace di tradursi in comportamenti di cui è possibile verificare l’effettiva positività. Gli studi sugli effetti di queste due molecole non hanno dato risultati incontrovertibili sulla loro reale efficacia. D’altra parte è stato osservato che considerare come un miglioramento della moralità individuale, comportamenti prodotti da farmaci, non sembra coerente con la nozione di moralità. Infine si è messo in evidenza che l’aumento dell’empatia non produce automaticamente un miglioramento della situazione morale e materiale dell’umanità, anzi può spesso condurre a risultati opposti a quelli ricercati. ---------- The prospect of being able to provide for the moral improvement by drugs to individuals has been taken seriously in some papers from the beginning of 2000 and recently in an essay by Persson and Savulescu. For these two authors, the moral bioenhancement is a necessity dictated by the delicate situation in which humanity finds itself: a material progress that led to the invention of potentially destructive technologies and alteration of our ecosystem with consequences difficult to calculate it is not accompanied by a similar moral progress to ensure the good use of these techniques. The authors which thesis are discussed therefore propose to put at the service of a moral improvement assumption that must ensure a good use of the same technological capacity which is actually the element that puts us in danger. After rebuilding the debate began well before the publication of this occurred in 2012, the article focuses on the discussion of Persson and Savulescu’s thesis for which the possibility of an moral bioenhancement (MBE) is summed up in increasing empathy and in elimination of unjustified moral prejudices through the proper administration of SSRIs and oxytocin. This form of enhancement has encountered fundamental criticism that questioned not only the moral legitimacy but also its own effectiveness. One wondered indeed what it means theoretically proceed to an improvement of individual morality and whether this improvement is actually capable of being translated into conduct of which it is possible to verify the positivity. Studies of the effects of these two molecules have not given incontrovertible results on their effectiveness. On the other hand it was observed that considered as an improvement of individual morality, produced by drugs behaviors, does not seem consistent with the notion of morality. Finally it is shown that the increase of empathy does not automatically produce an improvement in the moral situation, and material, in fact it can often lead to results opposite to those sought.
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Leon-Carlyle, Rawb. "Wild Red: Synesthesia, Deuteranomaly, and Euclidean Color Space." Chiasmi International 21 (2019): 355–68. http://dx.doi.org/10.5840/chiasmi20192132.

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In a promising working note to the Visible and Invisible, Merleau-Ponty proposes that we understand Being according to topological space – relations of proximity, distance, and envelopment – and move away from an image of Being based on homogeneous, inert Euclidean space. With reference to treatments of cross-sensory perception, color-blindness, and the concept of quale or qualia, I seek to rehearse this shift from Euclidean to topological Being by illustrating how modern science confines color itself to a Euclidean model of color space. I discuss “being as Object” in Merleau-Ponty’s later work before showing how color, and indeed all perception, is reduced to being as Object in the form of “quale”. Next, I address discussions in Merleau-Ponty’s work and contemporary research to illustrate how synesthesia and so-called color-blindness are rendered abnormal by this objectified being of color. Merleau-Ponty’s reading of synesthesia follows directly from his rejection of quale, and his use of color perception serves as a rejection of solipsism. With appeal to his proposed topological model of Being, I conclude by recognizing the problematic nature of synesthesia and color-blindness as being ontological, not psychological.Dans une note de travail, à mon sens décisive, du Visible et l’Invisible, Merleau-Ponty propose que l’on comprenne l’Être à partir de l’espace topologique – relations de proximité, distance et enveloppement – allant à l’encontre d’une l’image de l’Être fondée sur un espace euclidien homogène et inerte. En faisant référence aux traitements de la perception synesthésique, au daltonisme et au concept de quale ou qualia, j’essayerai de décrire ce passage de l’Être euclidien à l’Être topologique en montrant que la science moderne finit par confiner la couleur dans un modèle euclidien d’espace-couleur. J’examinerai « l’Être-objet » dans les derniers écrits de Merleau-Ponty avant de montrer comment la couleur, et plus en général la perception, est réduite à être comme un Objet dans la forme d’un « quale ». Ensuite, en examinant les analyses merleau-pontiennes et les recherches contemporaines, je montrerai comment la synesthésie et le daltonisme sont donc considérés comme anormaux à partir de cette objectivation de la couleur. La lecture que Merleau-Ponty donne de la synesthésie est la conséquence directe de son refus du quale, et l’utilisation qu’il fait de la perception des couleurs sert comme un refus du solipsisme. En faisant appel au modèle topologique de l’Être qu’il propose, je conclurai en constatant que la nature problématique de la synesthésie et du daltonisme est ontologique et non pas psychologique.In una nota di lavoro al Visibile e l’invisibile, Merleau-Ponty propone di comprendere l’Essere a partire da uno spazio topologico – secondo le relazioni di prossimità, distanza e avvolgimento – e abbandona l’immagine di un Essere fondato su uno spazio omogeneo, inerte, euclideo. Facendo riferimento ai trattamenti per le percezioni sinestetiche, al daltonismo e al concetto di quale o qualia, si cercherà di provare questo passaggio da un Essere euclideo a uno topologico, illustrando quanto la scienza moderna tenda a ridurre il concetto stesso di colore a un modello euclideo di spazio-colore. Si esaminerà l’“Essere-oggetto” degli ultimi lavori di Merleau-Ponty, mostrando come il colore, e in realtà la percezione tout court, vengano ridotti a oggetto nella forma di “quale”. Infine, si esaminerà l’opera merleau-pontiana e la ricerca contemporanea al fine di illustrare quanto la sinestesia e il daltonismo siano resi anormali da questa oggettivazione dell’essere del colore. L’interpretazione merleau-pontiana della sinestesia deriva proprio dal suo rifiuto del quale, e il suo uso della percezione del colore funge da rifiuto del solipsismo. Ricorrendo al modello topologico di Essere elaborato da Merleau-Ponty, si conclude riconoscendo che il problema della sinestesia e del daltonismo è, a tutti gli effetti, ontologico e non psicologico.
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Venturi, Luca. "L'immigrazione clandestina nella realtà molisana: cronache giudiziarie." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 2 (October 2011): 99–105. http://dx.doi.org/10.3280/aim2011-002007.

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L'articolo traccia uno spaccato degli strumenti repressivi utilizzabili - ed utilizzati nel Basso Molise - per cercare di contrastare in sede penale condotte di reato legate all'immigrazione clandestina, allo sfruttamento dei cittadini extracomunitari o comunque allo sfruttamento irregolare, come manovalanza, di cittadini stranieri impiegati nel territorio di competenza dell'ufficio dove per anni l'Autore ha lavorato e lavora. Ciò non senza alcune riflessioni in ordine all'adeguatezza - o forse sarebbe meglio dire all'inadeguatezza - del sistema repressivo che solo in astratto dovrebbe avere anche un effetto dissuasivo; il tutto con considerazioni legate anche ad esempi e casi concreti, anche assai tragici.
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Claudia, Burlando, and Todeschino Andrea. "L'interpretazione della riforma di TPL a Genova: tra la creazione di una bad company e l'efficentamento del sistema." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (January 2012): 335–52. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-002007.

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Il presente lavoro cerca di comprendere quali siano stati gli effetti della riforma del TPL (avviata con il d.lgs. 422/1997 e sue successive modificazioni) sul capoluogo genovese ed in particolare quali siano stati criticitŕ ed effetti positivi del percorso in un'ottica, se possibile, di trasformazione dell'operato di una singola realtŕ urbana in una base di ragionamento per l'attivitŕ riformatrice di altre realtŕ urbane. Attraverso un'analisi normativa e di bilancio vengono identificati i momenti salienti delle scelte fatte dall'Amministrazione Pubblica per comprendere quali siano state le conseguenze di tali scelte dal punto di vista dell'efficienza (in un'ottica di maggiore sostenibilitŕ fiscale) e dell'efficacia (in un'ottica di migliorare la qualitŕ dei servizi offerti e per questa via di incrementare la domanda). Pur senza la pretesa di sintetizzare gli esiti della complessa operazione con un giudizio a "saldo" positivo o negativo, si identificano le principali istanze disattese cosě come, invece, alcuni effetti positivi.
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Locatelli, Carla. "Confini di genere e generi di confini: genealogie postmoderne." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 18 (September 2012): 21–27. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-018004.

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Alla luce delle molteplici valenze che il termine "genere" ha assunto storicamente, si rivisitano qui i suoi limiti semantici, non solo in relazione a dicotomie tradizionali (sesso/genere; maschile/femminile), ma anche a grappoli di concetti prodotti in diverse discipline e prassi che ne hanno appropriato valenze specifiche, funzionali a diverse "volontŕ di sapere". Prassi emancipatorie ed epistemologie decostruttive producono discorsi con finalitŕ radicalmente diverse: la realizzazione di progetti politici e/o la decostruzione della rappresentazione di genere. Il saggio cerca di delineare la co-esistenza di teorizzazioni e pratiche nella realtŕ contemporanea e gli effetti che producono nel pensare identitŕ e sessualitŕ.
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Delledonne, Nicola. "L’arte del realismo onirico: architettura, pittura e letteratura nell’opera di Arduino Cantàfora." Quaderni d'italianistica 38, no. 1 (October 18, 2018): 223–50. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v38i1.31167.

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Il presente contributo critico interpreta l’opera di Arduino Cantàfora (1945) — architetto, pittore e scrittore — attraverso la nozione di realismo onirico, coniata per evidenziare la propensione dell’artista milanese a trasfigurare gli elementi della realtà secondo un processo tipico del mondo dei sogni. Tra l’inizio degli anni Settanta e la fine degli anni Ottanta del Novecento, egli affina una tecnica di lavoro destinata a diventare una peculiarità del suo modo di operare: prima progetta architetture, poi le dipinge e, infine, ne trae spunti per componimenti letterari. La sua è una ricerca che sottende una riflessione sullo spazio e sul tempo, ma, soprattutto, sulla frammentazione di queste due entità e sulla ricomposizione dei frammenti spaziali e temporali in un nuovo contesto. In ogni opera — per lo più racconti accompagnati da dipinti di architettura, ma anche grandi tele per mostre di pittura nonché libri di narrativa — ne sortisce un effetto straniante che sembra voler avvertire il lettore o l’osservatore dell’esistenza di una realtà onirica accanto a quella fattuale. È la realtà del ricordo che, trasformato dal trascorrere del tempo, diviene materiale per la creazione artistica. Il ‘ricordare’ così concepito, però, non è il risultato di una nostalgia insoddisfatta, bensì lo strumento attraverso cui l’artista avanza le sue personali idee di architettura, pittura e letteratura. Ecco allora che dietro l’apparenza malinconica delle immagini e le narrazioni allucinate prende corpo un’idea di città fatta di molte sedimentazioni storiche, nella quale il ricordo personale diviene memoria collettiva. Non solo. Esso diventa anche la testimonianza di una lotta per la città nel momento in cui la città si appresta a scomparire, subissata dalla metropoli, dalla megalopoli o, più banalmente, dal territorio diffuso. Tutte le opere menzionate nell’articolo suonano come un monito a non dimenticare quella città. Forse anche a sognarla.
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Ferretti, Annalisa, Manuela Tartari, and Magda Viola. "Una lettura complementare di Infant Observation." SETTING, no. 28 (May 2010): 83–113. http://dx.doi.org/10.3280/set2009-028009.

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L'autrice esamina le caratteristiche del controtransfert e gli effetti traumatici sulla coppia analitica nella grave malattia fisica dell'analista. La disamina della letteratura si declina tra prospettive teoriche e cliniche assai discordanti. L'inevitabile intrusione nello spazio analitico di elementi di realtŕ fortemente traumatici concernenti l'analista altera il campo relazionale, mobilitando fantasie, difese ed emozioni nell'analista e nel paziente. L'articolo considera in particolare le caratteristiche del controtransfert che si viene a sviluppare in tale traumatica situazione.
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Sirolli, Arianna, and Alessandro Sirolli. "Effetti psicologici e sociologici della gestione post-sisma L'Aquila." GRUPPI, no. 3 (October 2011): 77–83. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-003008.

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Gli autori commentano la realtŕ condivisa dagli abitanti dell'Aquila in seguito al terremoto che ha distrutto il centro cittadino dal punto di vista della perdita di un luogo identitario, una base sicura collettiva, una cornice di senso. La "cittŕ fantasma" si configura, allora, come un non-luogo, nell'accezione che Marc Augé attribuisce a questo termine. L'unica possibilitŕ di ricostruire un Sé individuale e collettivo e di riallacciare i legami sociali passa, quindi, necessariamente, attraverso la ricostruzione del centro storico. Questi commenti sottendono una critica agli interventi operati dalla Protezione Civile e decisi dalla politica che hanno effettuato una "deportazione" degli abitanti delle zone piů colpite e hanno costruito ex-novo una cittŕ senza la partecipazione democratica degli aquilani.
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Częsz, Bogdan. "Wcielenie Syna Bożego jako wejście wieczności w czas według św. Ireneusza z Lyonu." Vox Patrum 38 (December 31, 2000): 71–81. http://dx.doi.org/10.31743/vp.7230.

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La teologia dell’incarnazione di Ireneo di Lione e essenziale per la cristolgia, escatologia e la teologia della storia. La risposta di Ireneo alla gnosi consiste anzitutto nell'affermazione della realta e storicita del Cristo e dei fatti della sua vita. Ireneo vede l'Incarnazione come un momento preciso della storia. Usando l'espressione biblica „negli ultimi tempi" Ireneo vuole mostrare che gli ultimi tempi sono quelli inaugurati dalla nascita di Cristo e significano in effetti il tempo dell’Incarnazione, non quello della parusia.
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Bacuzzi, Marta. "La citta` della festa rivoluzionaria: l'utopia realizzata nella Parigi repubblicana di fine Settecento." TERRITORIO, no. 91 (June 2020): 7–18. http://dx.doi.org/10.3280/tr2019-091001.

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Le feste rivoluzionarie, una serie di celebrazioni che hanno segnato il corso dell'ultimo decennio del Settecento, traducono gli ideali della Rivoluzione francese in qualcosa di concreto, tangibile e accessibile a tutti, tanto da materializzare nella città di Parigi una vera e propria utopia. Questo contributo intende mettere in luce come la trasformazione fisica delle vie cittadine, nonostante abbia prodotto un allestimento temporaneo ed effimero, senza alcun effetto duraturo sulle condizioni di vita delle persone, si sia in realtà rivelata uno strumento indispensabile per la creazione di consenso e di conseguenza per la legittimazione del potere. Si intende dunque evidenziare il ruolo della costruzione ‘virtuale' dello spazio urbano nel plasmare l'immaginazione sociale, rivelando al contempo gli strumenti impiegati dall'élite intellettuale incaricata di progettare le cerimonie.
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Marchettini, Paolo, Lisa Da Deppo, and Lorenzo Pradelli. "Pregabalin versus gabapentin nel trattamento dei pazienti con neuropatia periferica: adattamento di un modello internazionale per la valutazione di costo/efficacia e costo/utilità alla realtà nazionale." Farmeconomia. Health economics and therapeutic pathways 6, no. 3 (September 15, 2005): 243–50. http://dx.doi.org/10.7175/fe.v6i3.838.

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OBJECTIVE: To compare the economic impact of treating neuropathic pain with pregabalin versus gabapentin. DESIGN: A cost effectiveness analysis comparing costs and effects of pregabalin 375 mg/die versus gabapentin 1800 mg/die in the perspective of the Italian National Healthcare Service was developed. The cost effectiveness analysis is examined alternatively in terms of the incremental cost per additional day with no or mild pain, and the incremental cost per quality-adjusted life-year (QALY) gained. Effects were derived from a pregabalin randomised clinical study 1008-155 and gabapentin 645-210 and 945-211 studies. Effects are expressed as reduction score of the VAS pain scale. Pharmacological costs were quantified according to the Italian market price of the drugs; healthcare procedure and hospitalisation costs were quantified on the basis of the National Tariff. Other healthcare services consumption data were derived from a Delphi Panel. To estimate the impact of pregabalin and gabapentin on daily pain experience in patients with neuropatic pain a Markov model is used. The dynamic simulation focuses on a hypothetical cohort of 1000 patients and simulates their daily pain experience over 12 weeks, to estimate clinical and economic outcomes for the group as a whole. MAIN OUTCOME MEASURES AND RESULTS: The cost-effectiveness ratio for the use of pregabalin is less than 1 euro per additional day with no or mild pain and 468 euros per QALY. The sensitivity analysis conducted to examine the effects of decreasing gabapentin dose to 1200 mg/die showes the consistency of the model results. CONCLUSIONS AND RESULTS: Although pregabalin pure costs are higher than gabapentin costs, the analyses prove pregabalin to be more effective with a small additional cost per day with no or mild pain.
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Lalli, Pina. "Itinerari dello stigma: pericolositŕ del folle o rappresentazioni pericolose?" RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2011): 11–31. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-001002.

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La costruzione sociale della malattia mentale, intesa come rappresentazione collettiva, č fortemente influenzata nel mondo della tarda modernitŕ dai media; anche la rappresentazione di ciň che viene definito "pericoloso" subisce le stesse, per quanto non uniche, influenze attraverso diversi formati mediatici: cronaca, documentari e talk-show, fiction e film, piů rare trasmissioni speciali di sensibilizzazione. Il superamento della istituzione manicomiale ha reso piů prossime e visibili le persone con disagio mentale, ma ciň non pare aver modificato la paura del "coinvolgimento occulto" vissuto come minaccia del senso comune: l'altro delirante condivide la stessa rappresentazione della realtŕ di tutti? In questa prospettiva di difesa sociale la responsabilitŕ del comportamento socialmente "occulto" viene imputata, anche penalmente, all'esperto. Ne derivano da un lato un rinforzo culturale della pericolositŕ per effetto di una ricostruzione selettiva dei fatti attraverso una concatenazione semplice causa-effetto, dall'altro una convergenza verso stereotipi ulteriormente stigmatizzanti.
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Boeri, Tito. "Cost-Benefit Analysis: Credibility and Feasibility*." Journal of Public Finance and Public Choice 6, no. 2 (October 1, 1988): 115–34. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15760639917568.

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Abstract Sebbene la tecnica dell’analisi costi-benefici sia quella più ampiamente utilizzata nella valutazione ex-ante degli investimenti pubblici, la sua credibilityà e la sua fattibilità sono state messe in discussione.Ciò è dovuto, paradossalmente, proprio alle ragioni che hanno favorito lo sviluppo di queste tecniche: la possibilità di far riferimento a regole semplici, che consentono di valutare i progetti d’investimento senza indagare sui loro effetti di equilibrio generate.Nella maggior parte dei casi, però, 1’uso di queste regole pratiche può dar luogo a gravi errori.In realta, credibilità e fattibilità non possono essere considerate separatamente. Le regole per la formazione dei prezzi-ombra nella tradizione di Ramsay e di Boiteaux non possono essere applicate in modo semplicistico. Infatti, esse sono basate sulle preferenze del policy-maker e quindi, a meno che non si parta da una precisa funzione del benessere sociale, esse possono al massimo fornire indicazioni qualitative, senza permettere un’approfondita valutazione del progetto.
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Curiazi, Roberta, and Fernando Martin Mayoral. "Ancora sul distretto industriale ecuadoriano: l'agglomerazione manifatturiera del cuoio di Quisapincha (Ecuador)." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 3 (September 2020): 51–92. http://dx.doi.org/10.3280/rgi2020-003003.

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Nella fase II di un'indagine sui distretti manifatturieri dell'Ecuador analizziamo l'agglomerato di produttori di pelletteria di Quisapincha (Provincia del Tungurahua), con l'obiettivo di investigarne le caratteristiche come sistema di produzione locale e ragionare sul ruolo delle PMI locali come possibili vettori di sviluppo economico e sociale del territorio. La carenza di dati quantitativi e la difficoltà di accesso a informazioni in loco ci hanno spinto stavolta verso un'analisi in toto qualitativa, dinamica e di matrice comparativa, realizzata con il supporto di macro-categorie concettuali interpretative, diverse da quelle utilizzate nella fase I, che rispettano la natura immateriale e disomegenea di molti dei fattori analizzati come parte di una struttura più ampia di regole, procedure e convenzioni sociali, culturali e politiche del territorio. Quisapincha, ancora in uno stato di sviluppo distrettuale "embrionale", appare caratterizzato da una particolare "atmosfera industriale" e patisce l'assenza di una governance interna che produca "efficienza collettiva", di iniziative di outsourcing e di un adeguato supporto istituzionale. A questi fattori si aggiungono il marcato declino economico del paese in atto dal 2014 e la crescente concorrenza (settoriale e territoriale) degli ultimi anni, che hanno messo in pericolo la sopravvivenza stessa del distretto produttivo. Tuttavia questa sorte potrebbe essere invertita con processi di integrazione verticale e orizzontale tra microimprese, guidati da un potenziale agente coordinatore (l'impannatore), l'impresa Curtiembres Quisapincha1, l'unica realtà locale nelle condizioni di generare un possibile "effetto distretto" e permettere la sopravvivenza e il consolidamento del sistema produttivo locale.
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Perletta, Giorgia. "Insicurezza idrica come causa di trasformazioni nello spazio e fonte di dissenso politico: il caso del Khuzestan iraniano." STORIA URBANA, no. 167 (May 2021): 91–117. http://dx.doi.org/10.3280/su2020-167006.

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I cambiamenti climatici e l'impronta ecologica contribuiscono ad aggravare una problematica storicamente presente nel territorio iraniano, ovvero la scarsita d'acqua. Alcune province, come quella del Khuzestan, accusano una grave insicurezza idrica dovuta non solo alla penuria della risorsa, ma anche alla sua scarsa qualita, spesso compromessa dall'inquinamento atmosferico e dagli scarichi industriali, fattori che hanno alterato l'equilibrio degli ecosistemi locali. Al fine di contrastare l'insicurezza idrica e stato predisposto un massiccio investimento nella costruzione di dighe che, tuttavia, non hanno alleviato la mancanza d'acqua, ne limitato i frequenti fenomeni di alluvione a danno di vite umane, infrastrutture, agricoltura e insediamenti abitativi. La penuria idrica e la costruzione delle dighe hanno cosi costretto numerose comunita a ristabilirsi nei centri cittadini della provincia, abbandonando i villaggi e modificando la geografia urbana con un ingente sviluppo di aree informali. Questo saggio analizza la problematica idrica in Iran osservando, in prospettiva storica, la realta del Khuzestan. Si esamineranno gli effetti sociopolitici generati dalla scarsita d'acqua e l'impatto delle dighe sul fiume Karun a livello ambientale, urbano e demografico. Si vorra concludere su come l'emergenza idrica sia attualmente determinante ad innescare proteste popolari che uniscono la richiesta d'acqua a rivendicazioni di natura politica, economica e sociale e risultano quindi una minaccia per la stabilita del Paese.
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Magni, Carlo, and Eleonora Renda. "Universitŕ e lavoro nel circolo vizioso della crisi." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 92 (October 2010): 83–122. http://dx.doi.org/10.3280/qua2010-092006.

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L'articolo intende affrontare il problema della difficile transizione dei giovani laureati dalla formazione universitaria al mercato del lavoro. Il tema della scarsa capacitŕ del sistema produttivo, specie in tempi di crisi, di valorizzare le competenze dei giovani laureati č di grande attualitŕ e ricco di implicazioni teoriche e di ricerca applicata sia in campo economico che sociale. Dopo una sommaria descrizione del contesto occupazionale generato dalla crisi, il lavoro illustra il quadro normativo di carattere prevalentemente nazionale che ha guidato la fase di attuazione delle politiche attive per il lavoro negli ultimi anni, con particolare riferimento a quelle che coinvolgono il sistema formativo universitario. Successivamente, sulla base dei dati raccolti, vengono esaminate e valutate le politiche nazionali di intermediazione universitaria divenute uno dei nuovi strumenti istituzionali per favorire l'incontro fra la domanda e l'offerta di lavoro. Inoltre č stato esaminato criticamente l'approccio tradizionalmente utilizzato per studiare il comportamento delle imprese e dei lavoratori nelle scelte di investimento in capitale umano e formazione per verificare se, tale approccio, č ancora in grado di interpretare adeguatamente la realtŕ emersa dalla crisi. Infine si giunge alla definizione di politiche desiderabili per favorire una buona occupazione e contrastare il consolidarsi degli effetti negativi della congiuntura sfavorevole sul mercato del lavoro, specie per le giovani generazioni di laureati.
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Dellafiore, Federica, Chiara Catagnano, Ida Vangone, Silvia Casella, Sara Russo, Luca Guardamagna, Irene Baroni, and Cristina Arrigoni. "Self-care e schizofrenia: risultati di una revisione narrativa della letteratura." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (October 2022): 96–117. http://dx.doi.org/10.3280/pds2022-003009.

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Il trattamento della schizofrenia comprende molteplici interventi che devono essere integra-ti tra di loro per una gestione completa del paziente. Tra gli interventi di carattere educativo e psicosociale troviamo il miglioramento delle abilità di self-care (auto-cura). Dalla letteratura si evince che il self-care ha un impatto positivo in molte malattie croniche e sta emergendo il suo utilizzo in diverse realtà che si occupano di pazienti affetti da schizofrenia, anche se la concreta efficacia del self-care in questa patologia rimane incerta e la letteratura a riguardo si presenta frammentata e priva di una visione complessiva. Di conseguenza, questo studio mira a fornire una sintesi critica delle evidenze scientifiche disponibili inerenti ai comportamenti di self-care attuati dai pazienti con diagnosi di schizofrenia. Tramite una revisione della letteratura sono stati consultati 231 risultati ottenuti e attraverso l'applicazione dei criteri di inclusione sono stati selezionati 7 articoli. Sono state identificate tre macro-tematiche: (a) i livelli di self-care attuati dai pazienti con schizofrenia; (b) i fattori che influenzano tale processo; (c) gli interventi educativi che hanno dimostrato di avere un effetto ed efficacia per sviluppare questi compor-tamenti. Il self-care nel paziente affetto da schizofrenia è uno strumento terapeutico fondamen-tale, tuttavia, necessita di essere approfondito con nuovi studi primari, al fine di fornire una visione chiara sulle modalità di intervento per il soddisfacimento delle esigenze del paziente, limitando così le complicanze legate alla malattia e restituendo a queste persone una qualità di vita soddisfacente.
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Velotti, Patrizia, Cecilia Serena Pace, Valentina Patti, and Giulio Cesare Zavattini. "Del transitare nel focus group: riflessioni a margine di un'esperienza." GRUPPI, no. 2 (April 2011): 105–18. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-002008.

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I fenomeni migratori si contraddistinguono come una realtŕ estremamente attuale, densa di implicazioni che meritano di essere approfondite. In ambito sanitario, l'area relativa alle professioni di cura si caratterizza come un importante settore nel quale poter valutare e studiare gli effetti e le peculiaritŕ di una crescente multiculturalitŕ. Ed č qui che nel corso degli ultimi anni lo studio dei concetti della salute, della malattia e della cura nei campioni di utenti si č rivelato particolarmente proficuo mettendo in evidenza le possibili dissimilaritŕ di queste concezioni in seno alle varie culture. Attualmente, tuttavia, la massiccia immissione di personale, soprattutto infermieristico, proveniente da altri contesti porta gli stessi professionisti della salute a lavorare in équipe che, oltre che interdisciplinari, risultano molto spesso anche multi-culturali. In questo senso, il migrante non dovrebbe piů essere concepito solamente come utente dei servizi, ma anche come operatore e dunque come parte integrante del sistema sanitario in cui si inserisce. In risposta al rinnovato interesse verso le eventuali differenze, sia nelle modalitŕ di rappresentare la salute e la malattia, sia negli aspetti relativi al modo in cui i diversi gruppi culturali intendono il "fornire cure" č stata condotta la ricerca qualitativa alla quale questo lavoro fa riferimento.
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Lattimer, R. P., R. W. Layer, E. R. Hooser, and C. K. Rhee. "The Ozonation of N,N′-Di-n-Octyl-p-Phenylenediamine and N,N′-Di-(1,1-Dimethylethyl)-p-Phenylenediamine." Rubber Chemistry and Technology 64, no. 5 (November 1, 1991): 780–89. http://dx.doi.org/10.5254/1.3538590.

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Abstract Ozone attack on rubber compounds causes characteristic cracking perpendicular to the direction of applied stress. This degradation is caused by reaction of ozone with the double bonds in the rubber molecules. This causes chain scission and the formation of various decomposition products. The general subject of protection of rubber against ozone attack has been reviewed by a number of authors. In order to control the effects of rubber ozonation, either paraffin waxes or chemical antiozonants are added to unsaturated rubbers. The most effective antiozonants are N,N′-disubstituted-p-phenylenediamines (PPDAs), in which at least one of the side groups is alkyl (preferably sec-alkyl). Several theories have appeared in the literature regarding the mechanism of antiozonant protection. The “scavenger” model states that the antiozonant blooms to the surface and preferentially reacts with ozone so that the rubber is not attacked until the antiozonant is exhausted. The “protective film” theory is similar, except that the ozone-antiozonant reaction products form a film on the rubber surface that prevents (physically and perhaps chemically as well) ozone attack on the rubber. A third “relinking” theory states that the antiozonant prevents scission of the ozonized rubber or else recombines severed double bonds. A final theory states that the antiozonant reacts with the ozonized rubber or Criegee zwitterion (carbonyl oxide) to give a low-molecular-weight, inert, “self-healing” film on the rubber surface. Currently, the most accepted mechanism of antiozonant action is a combination of the scavenger and protective film theories.
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Cabibbe, Ferruccio. "Capacità simbolica e modernità liquida." STUDI JUNGHIANI, no. 52 (November 2020): 78–96. http://dx.doi.org/10.3280/jun52-2020oa9313.

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Si fa l'ipotesi che la capacità simbolica, la relazione che l'essere umano ha con i simboli, sia profondamente influenzata dalla componente sociale. Si ritiene che questo aspetto non sia stato sufficientemente considerato in campo psicologico, in particolare junghiano. Il processo individuativo è descritto da Jung in termini quasi esclusivamente "verticali". Si discute la separazione operata da Jung tra segni e simboli veri: tale separazione mantiene la sua validità, ma deve essere vista in modo più elastico per non rischiare di creare una frattura in quella che è considerata una scala della densità di significato. La capacità simbolica in realtà è oggi compromessa su entrambi i versanti. Le conseguenze della postmodernità in generale (nella descrizione di Zygmunt Bauman) e il fenomeno internet in particolare sono visti sia in relazione agli effetti più strettamente neurobiologici che a quelli di tipo più propriamente psicologico. Tra le conseguenze più importanti dell'uso costante di internet si notano in particolare la difficoltà nella lettura approfondita di testi e nella riflessione e la compromissione della memoria a lungo termine.
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Cabibbe, Ferruccio. "Capacità simbolica e modernità liquida." STUDI JUNGHIANI, no. 52 (November 2020): 78–96. http://dx.doi.org/10.3280/jun2-2020oa9313.

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Si fa l'ipotesi che la capacità simbolica, la relazione che l'essere umano ha con i simboli, sia profondamente influenzata dalla componente sociale. Si ritiene che questo aspetto non sia stato sufficientemente considerato in campo psicologico, in particolare junghiano. Il processo individuativo è descritto da Jung in termini quasi esclusivamente "verticali". Si discute la separazione operata da Jung tra segni e simboli veri: tale separazione mantiene la sua validità, ma deve essere vista in modo più elastico per non rischiare di creare una frattura in quella che è considerata una scala della densità di significato. La capacità simbolica in realtà è oggi compromessa su entrambi i versanti. Le conseguenze della postmodernità in generale (nella descrizione di Zygmunt Bauman) e il fenomeno internet in particolare sono visti sia in relazione agli effetti più strettamente neurobiologici che a quelli di tipo più propriamente psicologico. Tra le conseguenze più importanti dell'uso costante di internet si notano in particolare la difficoltà nella lettura approfondita di testi e nella riflessione e la compromissione della memoria a lungo termine.
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Zatti, Mario. "Libertà e dolore alla luce del "Principio Antropico"." Medicina e Morale 43, no. 3 (June 30, 1994): 469–74. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1015.

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Il principio antropico afferma che l'Universo ha le caratteristiche che osserviamo perché noi siamo qui. Al di fuori di tutti i possibili universi, noi siamo in grado di sperimentare solamente la ristretta serie permessa agli osservatori. Il Principio può essere applicato allo studio delle connessioni tra alcune condizioni come la contingenza e l'indeterminatezza della materia da un lato e dall'altro la possibilità di esistenza dei soggetti liberi. Possedere la libertà sotto forma del controllo della realtà fisica da parte della volontà ed una Natura con relazioni causa-effetto puramente meccanicistiche potrebbe non essere adeguato. Ciò che è certamente necessario (sebbene non sufficiente) è che lo strumento materiale della libera volontà non dovrebbe essere rigorosamente deterministico. E' stata avanzata l'ipotesi (Eccles) che gli eventi mentali agiscono sugli eventi sinaptici probabilistici in maniera analoga ai campi di probabilità della meccanica quantistica. Anzi, l'attività caotica può essere parte della normale funzionalità del sistema nervoso. L'"hardware" mentale umano è così rappresentato da una struttura che in virtù della sua indeterminatezza (grossolanamente parlando) lascia libertà d'azione alla libertà. L'incompletezza, l'indeterminazione e la imprevedibilità algoritmica che garantisce la libertà e la creatività implica un mondo di relativa instabilità, precarietà ed errore, cioè dal punto di vista biologico la corruzione delle forme, il dolore e la morte. La radice del dolore è in tal modo correlata a quella della libertà, poiché il dolore rappresenta l'alto prezzo che la materia dell'Universo deve pagare in ordine alla predisposizione all'esistenza di esseri liberi. In virtù del Principio antropico, possiamo dire che l'Universo compatibile con la libera volontà deve essere un luogo di dolore e di morte.
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Salone, Carlo, and Francesco Arfò. "Città e grandi eventi: il programma Matera Capitale Europea della Cultura 2019 nella percezione dei residenti." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 3 (September 2020): 5–29. http://dx.doi.org/10.3280/rgi2020-003001.

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L'adozione di politiche di sviluppo urbano focalizzate sulla cultura, sia dal lato dell'offerta (realizzazione di infrastrutture e sostegno alle industrie culturali e creative) sia da quello della domanda (campagne di promozione turistica, programmazione di eventi) e prassi corrente nel capitalismo cognitivo. Intorno al nesso tra cultura e sviluppo economico si e coagulato un vasto dibattito scientifico che fa da sfondo e giustificazione per l'adozione di politiche pubbliche conseguenti, in particolare, ma non solo, alla scala urbana. In realta, la produzione e il consumo di cultura sono pero spesso associati a fenomeni tra loro molto diversi e non di rado conflittuali. Secondo alcuni autori (Bridge, 2006; Kaasa e Vadi, 2010; Scott, 2000), lo sviluppo del settore culturale contribuisce soprattutto alla crescita economica e al vantaggio competitivo urbano, attraverso la generazione di nuova conoscenza per l'innovazione e la creativita ma, anche, effetti positivi su altre attivita economiche correlate. Altri ne enfatizzano le potenzialita inclusive, adatte alla costruzione dei diritti di cittadinanza e alla promozione di una societa piu giusta e coesa (Stern e Seifert, 2007), altri ancora assumono una posizione intermedia, attribuendo alla cultura sia un vantaggio competitivo che un beneficio per l'inclusione sociale, senza pero riuscire a chiarire appieno il rapporto tra queste due dimensioni dello sviluppo (Sacco e Segre, 2009). In questo articolo si inquadra e analizza il caso di Matera 2019 all'interno del progetto di Capitale Europea della Cultura ed alla luce delle teorie legate allo sviluppo urbano trainato dalla cultura. L'analisi del caso di Matera 2019 si pone l'obiettivo di misurare gli impatti attualmente osservabili nella citta sotto il profilo socio-spaziale e di indagare le modalita con cui i cittadini materani hanno interagito con l'evento, attraverso un'analisi della loro opinione circa il percorso svolto e le possibilita future della citta.
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Russo, Marcello, Filomena Buonocore, and Maria Ferrara. "Inquadramento concettuale, prospettive teoriche e tendenze evolutive negli studi sulla diversitŕ nei gruppi di lavoro." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 33–63. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001002.

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La diversitŕ nei gruppi di lavoro rappresenta un tema di grande interesse per il mondo accademico e manageriale. La crescente attenzione verso tale tematica č riconducibile a due fenomeni ricorrenti nelle realtŕ organizzative moderne. Da un lato si consideri la diffusa tendenza nelle aziende ad un estensivo utilizzo del gruppo quale strumento per favorire processi decisionali su problemi complessi, una maggiore flessibilitŕ ed una efficace gestione della complessitŕ ambientale. Dall'altro lato si osserva la rilevanza dei recenti cambiamenti demografici della forza lavoro, caratterizzati da un incremento della partecipazione delle donne, degli ultracinquantenni e delle minoranze etnico-razziali alla vita lavorativa che hanno reso la diversitŕ un fenomeno o una condizione quotidianamente presente nell'organizzazione. La letteratura sul tema evidenzia che la diversitŕ rappresenta un'arma a doppio taglio, rappresentando al tempo stesso un valore aggiunto ed un elemento di debolezza per le organizzazioni. L'eterogeneitŕ dei componenti di un gruppo, infatti, rappresenta un valore aggiunto per le aziende alla luce della pluralitŕ di competenze, abilitŕ e frame cognitivi presenti che favorisce la considerazione di prospettive di analisi nuove e altrimenti mai considerate. Tuttavia, se non adeguatamente gestita, la diversitŕ puň trasformarsi rapidamente in un elemento di debolezza. La diversitŕ, infatti, puň accrescere la tensione all'interno del gruppo, favorendo la nascita di coalizioni o sottogruppi che possono minare la coesione interna e ridurre la capacitŕ decisionale di un gruppo. Alla luce delle presenti considerazioni, questo articolo si propone di illustrare i principali meccanismi di azione della diversitŕ all'interno dei gruppi di lavoro. Al fine di favorire una maggiore comprensione del tema, sarŕ affrontato in primis il problema dell'inquadramento concettuale attraverso un'analisi delle principali definizioni presenti in letteratura ed una descrizione delle dimensioni piů rilevanti con cui la diversitŕ puň manifestarsi all'interno dei gruppi di lavoro. Nella seconda parte del lavoro si considerano gli effetti che la diversitŕ produce sulle dinamiche organizzative dei gruppi di lavoro. L'attenzione č posta su una serie di prospettive di analisi che permettono di illustrare gli effetti che la diversitŕ puň generare sui processi relazionali e sui processi decisionali di gruppo. Infine, considerati i recenti contributi sul tema, il lavoro si conclude delineando tre aree di ricerca futura che possono stimolare un proficuo dibattito tra gli studiosi sul tema e rappresentare allo stesso tempo un'interessante research agenda per gli anni avvenire.
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Kowalczyk SJ, Dariusz. "LA CREAZIONE SECONDO SERGEJ BULGAKOV." Forum Teologiczne, no. 21 (November 6, 2020): 111–23. http://dx.doi.org/10.31648/ft.6090.

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«Dio creò il mondo». Questa verità non riguarda soltanto un inizio puntuale, nel quale il creato fu chiamato dal nulla all’esistenza. La teologia della creazione si deve occupare, infatti, della relazione tra il Dio Creatore e l’universo creato. Una delle più profonde proposte di descrizione di tale relazione è stata formulata dal teologo russo Sergej Bulgakov che ha cercato di evitare, da un lato, le idee dal profumo monistico, che indeboliscono la trascendenza di Dio o mettono in dubbio l’identità propria del creato, e dall’altro lato, la trappola di mettere il creato accanto a Dio come se avessimo a che fare con due realtà divise. Il sistema bulgakoviano costituisce un panenteismo sofiologico in cui Dio si auto-manifesta dall’eternità nella sua vita intratrinitaria (la Sofia increata) e anche nel non-Dio, cioè nella creazione (la Sofia creata). Bulgakov si oppone alla visione che considera nel Creatore la Causa prima, incausata. Ogni causalità riferita a Dio lo riduce – secondo il nostro autore – alla catena causa-effetto del mondo. La creazione non può consistere nell’atto di causare le cose ma nel manifestarsi fuori di sé, per questo Bulgakov parla di eternità del creare. Dio, infatti, è il Creatore da sempre. Questo non nega la libertà di Dio nell’opera della creazione, perché in Dio non c’è distinzione tra necessità e libertà. L’Assoluto è come vuole essere e vuole essere come è. L’eterna creazione trova il suo eterno fondamento nella vita intratrinitaria e, come essa, è fatta nell’amore con i suoi due lati: il sacrificio e la beatitudine. Il sacrificio (la kenosi) consiste nel ritirarsi per fare spazio all’altro e, insieme, uscire da se stesso per manifestarsi nell’altro. La teologia della Creazione secondo Sergej Bulgakov ci offre un valido fondamento per la riflessione ecologica. La visione del «tutto in Dio e di Dio nel tutto» costituisce, infatti, una chiamata a custodire ragionevolmente il creato, Sofia divina creata.
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Muali, Chusnul, and Nur Hidayati. "PENDIDIKAN ISLAM PERSPEKTIF AL-GHAZALI DALAM MENGATASI SOSIAL DISORDER DI ERA DISRUPTIF." PEDAGOGIK: Jurnal Pendidikan 7, no. 1 (June 16, 2020): 223–58. http://dx.doi.org/10.33650/pjp.v7i1.1159.

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This research aims to provide an overview of the urgency of Islamic education as a shield from the problem of social disorder in humans. Islamic education has a very strategic position in the development of human nature. Therefore, the study of education has attracted many experts, one of them is Al-Ghazali. In his theory, introducing that one of the substances of education is al-aql (thinking) can determine human thinking that leads to positive or negative things depending on someone who reacts. The research used a descriptive-analytical type. With content analysis techniques. This research uses a library research type approach. The results show that Islamic education in the disruptive era is able to overcome the social disorders that exist in society. It is realized that Social disorder is a pest in people's lives that has side effects on a person, so it is not able to explore itself given the disruptive era brought a lot of progress in the field of science and technology.
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Morocutti, Paolo. "Correlazioni positive tra spiritualità e salute: i risultati di alcune indagini / Positive correlations between spirituality and health: results from some surveys." Medicina e Morale 68, no. 1 (April 10, 2019): 41–54. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2019.566.

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La dimensione religiosa dell’uomo contribuisce in modo sostanziale al mantenimento della condizione medica generale, migliorando e preservando la qualità della vita. Quanto fa bene la fede? La preghiera fa ammalare meno e guarire prima? La partecipazione ai servizi religiosi porta realmente un effetto positivo sulla salute? Gli studi esaminati in questo articolo sembrano rispondere affermativamente a queste domande, evidenziando la stretta correlazione tra religiosità/spiritualità, salute e benessere fisico e psicologico. L’impatto antropologico e sociologico di tale realtà conduce ad evidenti riflessioni storiche e filosofiche, ma anche mediche e bioetiche, generando l’esigenza di una profonda trasformazione nella formazione del personale sanitario, dove l’aspetto religioso o spirituale non è ritenuto importante, né rilevante nell’approccio medico per la cura e l’assistenza del paziente. Nonostante ciò, numerosi studi approfondiscono ed attestano l’importanza di questo aspetto sia dei singoli, sia dell’intera popolazione. ---------- Religious dimension of man contributes substantially to maintain general medical condition, improving and preserving quality of life. How good is faith? Does prayer make you sick less and get better sooner? Does participation in religious services actually have a positive effect on health? The studies examined within this article seem to answer positively to these questions, highlighting the close correlation between religiosity / spirituality, health and physical and psychological well-being. The anthropological and sociological impact of this reality leads to evident historical and philosophical as well as medical and bioethical reflections, generating the need for a deep transformation of health personnel training, where the religious or spiritual aspect are not considered as important, nor relevant for medical approach to patient’s care. Nevertheless, several studies address and highlight the importance of this aspect for both individuals and whole population.
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Aβmann, Barbara, Andreas Franken, and Heiner Homborg. "InIII -Phthalocyanine: Darstellung, Eigenschaften und Kristallstruktur von b-Bis(triphenylphosphin)iminium-cis-di(cyanato(N))phthalocyaninato- (2-)indat(III)/ InIII Phthalocyanines: Synthesis, Properties and Crystal Structure of b-Bis(triphenylphosphine)iminium cis-Di(cyanato(N ))phthalocyaninato(2-)indate(III)." Zeitschrift für Naturforschung B 51, no. 3 (March 1, 1996): 325–32. http://dx.doi.org/10.1515/znb-1996-0305.

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Abstract [In(Cl)Pc2-] reacts with bis(triphenylphosphine)iminium cyanate ((PNP)OCN) in dichloromethane to yield green-blue b(PNP) cis[In(NCO)2Pc2-] · CH2Cl2, which crystallizes in the triclinic space group P1̄ (No. 2) with Z = 2. The two cyanato(N) ligands are in a mutually cis coordination (∠ (NNCO-In -NNCO) = 84.2(3)°). The In atom is displaced out of the plane of the four Niso atoms towards the two cyanato(N) ligands (d(In-Ct(Niso)4) = 0.988 Å). The average In-NNC0 and In-Niso bond distances are 2.16(1) and 2.216(8) Å, respectively. The NNCO-In -NNCO moiety deviates by ~ 4° from the staggered conformation relative to the In-(Niso)4 sceleton. Though the cyanato(N) ligands are essentially linear, there are different In-N -C angles (164.4(9) and 147.1(8)°) probably due to crystal packing effects. The Pc2- ligand is distorted in an asymmetrically convex manner. The PNP cation adopts the bent conformation (∠(P-N(K)-P) = 143.5(6)°). The cyclic voltammogram shows three electrode processes, which are assigned to the redox pairs: Pc3-/Pc2- (-0.87 V) < InI/InIII (-0.63 V) < Pc2- /Pc- (0.69 V).The UV-VIS-NIR spectra and the vibrational spectra are discussed.
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Cole, Jacqueline M., Michael C. W. Chan, Vernon C. Gibson, and Judith A. K. Howard. "Effects of the [OC6F5] moiety upon structural geometry: crystal structures of half-sandwich tantalum(V) aryloxide complexes from reaction of Cp*Ta(N t Bu)(CH2 R)2 with pentafluorophenol." Acta Crystallographica Section B Structural Science 67, no. 5 (August 31, 2011): 416–24. http://dx.doi.org/10.1107/s0108768111029259.

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The synthesis, chemical and structural characterization of a series of pentamethylcyclopentadienyl (Cp*) tantalum imido complexes and aryloxide derivatives are presented. Specifically, the imido complexes Cp*Ta(N t Bu)(CH2 R)2, where R = Ph [dibenzyl(tert-butylamido) (η5-pentamethylcyclopentadienyl)tantalum(IV) (1)], Me2Ph [tert-butylamido)bis(2-methyl-2-phenylpropyl) (η5-pentamethylcyclopentadienyl)tantalum(IV) (2)], CMe3 [(tert-butylamido)bis(2,2-dimethylpropyl) (η5-pentamethylcyclopentadienyl)tantalum(IV) (3)], are reported. The crystal structure of (3) reveals α-agostic interactions with the Ta atom. The resulting increase in the tantalum core coordination improves electronic stability. As such it does not react with pentafluorophenol, in contrast to the other two reported imido complexes [(1) and (2)]. Addition of C6F5OH to (1) yields a dimeric aryl-oxide derivative, [Cp*Ta(CH2Ph)(OC6H5)(μ-O)]2 [di-μ-oxido-bis[benzyl(pentafluorophenolato) (η5-pentamethylcyclopentadienyl)tantalum(V)] (4)]. Its crystal structure reveals long Ta—O(C6H5) bonds but short oxo-bridging Ta—O bonds. This is explained by accounting for the fierce electronic competition for the vacant d π orbitals of the electrophilic TaV centre. Steric congestion around each metal is alleviated by a large twist angle (77.1°) between the benzyl and pentafluorophenyl ligands and the ordering of each of these groups into stacked pairs. The imido complex (2) reacts with C6F5OH to produce a mixture of Cp*Ta(OC6F5)4 [tetrakis(pentafluorophenolato)(η5-pentamethylcyclopentadienyl)tantalum(V) (5)] and [Cp*Ta(OC6F5)2(μ-O)]2 [di-μ-oxido-bis[bis(pentafluorophenolato)(η5-pentamethylcyclopentadienyl)tantalum(V)] (6)]. Steric congestion is offset in both cases by the twisting of its pentafluorophenyl ligands. Particularly strong electronic competition for the empty d π metal orbitals in (6) is reflected in its bond geometry, and owes itself to the more numerous electron-withdrawing pentafluorophenyl ligands. The balance of steric and electronic factors affecting the reactivity of Cp* tantalum imido based complexes with pentafluorophenol is therefore addressed.
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