Добірка наукової літератури з теми "Educazione di Comunità"

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Статті в журналах з теми "Educazione di Comunità"

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Bompiani, Adriano. "Caratteristiche delle comunità terapeutiche e norme per il corretto comportamento degli operatori." Medicina e Morale 43, no. 2 (April 30, 1994): 231–72. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1020.

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Анотація:
L'importanza crescente delle comunità terapeutiche (CT) nella lotta alla tossicodipendenza nell'ultimo decennio in vari paesi ha spinto l'Autore, nell'articolo, a riflettere sulle tipologie di CT nella individuazione di quei comportamenti corretti che devono vigere al loro interno. In Italia, infatti, pur essendo stato riconosciuto alle CT un ruolo di enti ausiliari delle strutture pubbliche deputate all'assistenza dei tossicodipendenti, non esiste tuttora una normativa che ne regolamenti la tipologia, l'ordinamento interno, le caratteristiche della gestione e le verifiche del funzionamento. Dopo avere brevemente tracciato la cronistoria delle CT per poi illustrarne le caratteristiche - senza dimenticare lo sviluppo dei Servizi pubblici per le tossicodipendenze {SERT) -, si argomenta sulle dimensioni ed i criteri operativi dell'attività psicoergoterapica che si svolge all'interno delle CT. Sul personale operante all'intemo delle CT l'Autore analizza le motivazioni e l'idea di comunità nel pensiero dei loro "fondatori". Vengono così individuate delle Linee comuni ai diversi metodi adottati nelle CT: !'"educazione alla vita"; la personalizzazione del programma di riabilitazione; il rifiuto di ogni imposizione e violenza; la condivisione delle responsabilità, anche attraverso il lavoro come strumento formativo della personalità. E' ancora aperto, invece, il problema della valutazione dei risultati ottenuti nelle CT. L'articolo si conclude con le linee-guida approvate nell'aprile 1993 dagli operatori di CT e SERT nel Comitato nazionale di coordinamento per l'azione antidroga in Italia. Pur non essendo vincolante, tale documento rappresenta uno sforzo di consapevolezza dei problemi in gioco ed un impegno morale degli operatori su validi principi etici nella lotta alla tossicodipendenza.
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Alessandra Augelli and Elisabetta Musi. "Sentirsi parte e prendere parte. Il contributo delle famiglie straniere alla progettazione dei servizi per l'infanzia." IUL Research 2, no. 4 (December 20, 2021): 6–22. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.156.

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Nei servizi educativi i genitori stranieri vengono accolti ma raramente assunti come interlocutori con cui attivare pratiche di rilettura critica di nidi e scuole d’infanzia. Come cogliere la rappresentazione multiculturale dell’infanzia attraverso la voce dei genitori stranieri? Come sostenere i genitori stranieri nel farsi portavoce di riflessioni e pratiche partecipative nei servizi? Queste le domande generative della ricerca mixed-method che si illustra nel contributo. Attraverso focus group e intervist in profondità sono state raccolti i pensieri di alcune mamme straniere con figli di età 0-6 anni. Temi del confronto sono stati: la concezione di bambino 0-6, l’idea di educazione e il ruolo dell’adulto, la vita di comunità nei servizi per l’infanzia, la partecipazione delle famiglie.
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Cristina Mecenero, Maria. "Educazione estetica e politica: l'indirizzo CrEA, una sfida per una scuola multiculturale." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 1 (June 2020): 105–19. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2020oa10080.

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L'esperienza di crescere a Milano, in particolare a NoLo, un quartiere di immigrazione che negli ultimi anni si sta caratterizzando grazie a una vivace mobilitazione sociale; una scuola che tenta di rigiocare le sorti di una - quasi scontata - ghettizzazione di alcune classi; l'idea di arte come possibilità formativa e di emancipazione di alunne e alunni e la pratica del Teatro Sociale che invita a riappropriarci dell'intenzionalità politica delle azioni educative e del nostro essere parte di una comunità, ponendosi come frontiera là dove esistono difficoltà individuali e collettive: questi alcuni elementi che fanno da sfondo all'esperienza di un indirizzo scolastico, il CrEA (Creativo-Espressivo-Artistico), preso qui in esame, in una scuola primaria milanese, la "Ciresola". Da anni il cambiamento della popolazione scolastica verso una dimensione sempre più multiculturale ha aperto interrogativi e sollecitato risposte. Mostrare come le scuole possano attivare processi di inclusione, ripensando il rapporto di insegnamento-apprendimento come una dimensione creativa/performativa in sé, è uno degli obiettivi di queste pagine. L'esperienza che si vuole qui presentare è ancora in corso. Essa rilancia l'arte e il teatro come mezzi innovatori che, puntando sull'autorialità del gruppo, si prestano a tradurre nella pratica didattica quotidiana l'idea pedagogica/educativa di una scuola in cui bambine e bambini sono protagonisti del loro apprendere e in cui chi insegna, in alleanza con famiglie e territorio, può contribuire a rigenerare il tessuto sociale della scuola e della città.
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ODONE, A., S. VISCIARELLI, T. LALIC, F. PEZZETTI, F. SPAGNOLI, C. PASQUARELLA, G. FERRARI, and C. SIGNORELLI. "Carcinomi associati al papillomavirus umano: conoscenze, ruolo e attitudini dei medici otorinolaringoiatri in tema di prevenzione." Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, no. 6 (December 2015): 379–85. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-621.

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L’infezione da papillomavirus umano (HPV), in particolare HPV 16, è un riconosciuto fattore causale delle neoplasie orofaringee. L’incidenza delle neoplasie orofaringee è in aumento in diversi paesi europei, inclusa l’Italia, e negli Stai Uniti dove accurati modelli matematici hanno stimato che supererà quella del cancro alla cervice nella prossima decade. Recenti evidenze scientifiche supportano la potenziale efficacia del vaccino anti-HPV nel controllare quella che è stata definita “l’epidemia di neoplasie HPV-correlate”. In questo contesto, i medici otorinolaringoiatri assumono un ruolo cruciale, non solo nella diagnosi e trattamento di questa patologia, ma anche – come è stato sottolineato dall’American Head and Neck Society – nella prevenzione. Abbiamo condotto un’indagine sulle conoscenze e le attitudini dei medici otorinolaringoiatri italiani in tema di infezione HPV, patologie correlate e prevenzione vaccinale. Si tratta della prima indagine conoscitiva in Italia e in Europa sull’argomento. 262 medici otorinolaringoiatri italiani sono stati reclutati durante il 101° Congresso Nazionale della Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale, tenutosi in maggio 2014. È stato utilizzato un questionario semi-strutturato sviluppato sulla base delle evidenze disponibili in letteratura e del parere di esperti. Le conoscenze e le attitudini sono state descritte e valutate con tecniche di analisi univariata. È stato inoltre costruito uno score composito di conoscenza. I dati dimostrano come i medici otorinolaringoiatri italiani abbiano, in media, un grado di conoscenza buono dell’infezione HPV e un’attitudine positiva nei confronti della prevenzione, in particolare della vaccinazione. I nostri risultati possono essere una utile base per pianificare, implementare e valutare programmi di educazione continua specifici sul tema della prevenzione dell’infezione da HPV. Come dimostriamo nel nostro studio, programmi di educazione continua specifici sono efficaci nell’aumentare il grado di conoscenza dei medici e l’attitudine positiva nei confronti dei programmi di prevenzione; il che contribuisce a promuovere l’adesione alla vaccinazione nei pazienti e nella popolazione generale. Con l’obiettivo generale di controllare l’epidemia di neoplasie HPV-correlate, maggiori risorse ed energie devono essere dedicate alla formazione e alla diffusione della cultura della prevenzione tra i medici otorinolaringoiatri e la comunità medica in generale. In questo contesto, identifichiamo grande potenziale nella collaborazione tra le comunità e le società scientifiche dell’otorinolaringoiatria e la sanità pubblica.
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Rossato, Alessia. "Quale famiglia per i bambini con disabilità?" MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (July 2022): 32–40. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-004004.

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Come riconosciuto nel Preambolo della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia, la famiglia è l'unità fondamentale della società e l'ambiente naturale per la crescita ed il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei bambini, delle bambine e degli adolescenti. Tutti i minori hanno diritto a vivere in una famiglia, prioritariamente nella propria. Qualora questa non sia in grado di provvedere alla loro crescita, cura ed educazione si applicano gli istituti dell'affidamento familiare e, in caso di abbandono morale e materiale, dell'adozione. Nel godimento del diritto a una famiglia non sono ammesse distinzioni secondo le condizioni sanitarie in cui i bambini si trovano: il diritto ri-guarda dunque anche coloro che hanno malattie gravi o disabilità fisiche o cognitive e disturbi dello sviluppo. Anche con riferimento alla propria esperienza personale di madre affidataria di due bambine disabili e, più in generale, alle attività della Comunità Papa Giovanni XXIII, l'Autrice esamina in questo contributo le grandi potenzialità dell'accoglienza familiare per bambini con disa-bilità che non possano crescere con la famiglia di origine. Perché l'accoglienza dei minori con disabilità è possibile, attuabile e praticabile.
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6

Arnetoli, Maria Vittoria, Irene L'Abate, and Matteo Mazzoni. "Costruire nuovi immaginari per gli spazi aperti della scuola come strumento di educazione alla sostenibilità ambientale." Contesti. Città, territori, progetti 1, no. 1 (October 27, 2022): 50–69. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13586.

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Per affrontare l’attuale policrisi e costruire un nuovo equilibrio uomo-natura, la scuola si fa palestra di conoscenze altre, aprendo le proprie pareti a esperienze incentrate sulla sostenibilità ambientale e rivolte alla capacità di pensiero sistemico, trasformativo e resiliente dei futuri cittadini. Le limitazioni dovute alla pandemia da COVID-19 hanno ancor più evidenziato quanto il rapporto con gli spazi verdi sia importante in termini di salute psico-fisica e qualità dell’abitare. L’articolo presenta un’esperienza di co-design, sviluppata con un approccio interdisciplinare, che ha coinvolto gli studenti del Liceo Scienze Umane G. Galilei di Firenze nella ri-progettazione degli spazi aperti scolastici esplorando le tematiche dell’Outdoor education. L’iniziativa appartiene al progetto “Comunità Scolastiche Sostenibili” coordinato dal Laboratorio Didattico Ambientale del Parco Mediceo di Pratolino (Città Metropolitana di Firenze) in convenzione con il Centro per l’UNESCO di Firenze. To face the current polycrisis and build a new human-nature balance, the school becomes a training ground for other knowledge, opening its walls to experiences focused on environmental sustainability and aimed at the systemic, transformative and resilient thinking skills of future citizens. The restrictions caused by the COVID-19 pandemic have further highlighted the importance of the community's relationship with green spaces in terms of mental and physical health and quality of living. The article presents a co-design experience, developed with an interdisciplinary approach, that has involved the “G. Galilei” High School students in Florence in the re-design of school open spaces exploring the themes of Outdoor education. The initiative belongs to the project “Sustainable School Communities” coordinated by the Environmental Didactic Laboratory of the Medici Park of Pratolino (Metropolitan City of Florence) in agreement with the UNESCO Centre of Florence.
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ANNESE, MARIELLA, Maria Raffaella Lamacchia, Vito Cascione, and Cristina Sunna. "I poli per l’infanzia ZeroSei." Contesti. Città, territori, progetti 1, no. 1 (October 27, 2022): 173–93. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13457.

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La riforma del Sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita sino ai sei anni, approvata con il Decreto Legislativo n. 65/2017, attuativo della citata legge della “Buona scuola” interpreta, inaugura e declina in modo precipuo una nuova fase dell’evoluzione degli ambienti educativi e, attraverso la previsione dei caratteri distintivi dei Poli per l’infanzia (art. 3), si ritrovano anche gli elementi a partire dai quali identificare i poli per l’infanzia come luoghi urbani multifunzionali il cui carattere sociale oltrepassa il target dell’utenza principale, aprendosi alla comunità che insiste nel contesto urbano. Il lavoro guarda all’esperienza condotta da Regione Puglia dal 2017, nell’ambito della quale i Poli per l’infanzia ZeroSei vengono definiti con una chiara caratterizzazione urbana. I progetti esemplificativi di queste innovative strutture, esito di tre procedure concorsuali a regia regionale, assumono rilevanza non solo per essere stati concepiti sotto il profilo della qualità architettonica del manufatto e del rapporto tra spazio e apprendimento ma ancheper la loro capacità di integrarsi funzionalmente e fisicamente con lo spazio urbano circostante, per l'opportunità data dai contesti periferici in cui sono collocati di offrire una esperienza didattica integrata nella dimensione identitaria del quartiere rispetto al quale si pongono in forte continuità e relazione. L'occasione descritta, consente di trarre alcune prime riflessioni sul ruolo dello spazio educativo e dell’architettura degli spazi per l’apprendimento del target 0-6 per i diversi contesti urbani.
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fraticelli, E. "Questionnaire on Therapeutic Education in Diabetology. Interest and attitudes in the Italian diabetes community." Journal of AMD 25, no. 2 (July 2022): 130. http://dx.doi.org/10.36171/jamd22.25.2.8.

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Il GISED ha promosso una survey online (Google moduli) nell’estate 2021 allo scopo di fotografare lo stato dell’arte sull’Educazione Terapeutica (ET) nella comunità diabetologica, focalizzare i temi di interesse e approfondimento per la progettazione di corsi di formazione sull’ET e raccogliere indicazioni per migliorare le pagine web del GISED delle Società Scientifiche diabetologiche. Abbiamo rivolto 16 quesiti su diverse aree tematiche. I partecipanti sono stati 94, nel 92,6% medici, soprattutto donne e per circa la metà tra i 56 e i 65 anni. La maggior parte riconosce la promozione dell’empowerment del paziente come l’essenza della missione dell’ET. C’è una forte volontà a partecipare a corsi educativi. Minore è l’interesse a partecipare a campi scuola. Più della metà dei partecipanti ha mantenuto un’attività educativa anche durante il periodo di pandemia da Sars Cov-2 adottando diverse e nuove forme comunicative. La comunicazione rappresenta l’area da aggiornare e migliorare maggiormente tra le competenze educative mentre motivazione/engagement ed empowerment, quelle da approfondire. I giovani considerano più importanti l’accompagnamento del paziente nel percorso di cura e sono meno interessati alla promozione dell’Empowerment. Al di sotto dei 55 anni prevale l’interesse per la pratica. La competenza comunicativa è più richiesta sopra i 55 anni e predomina sopra i 65 anni. I minori di 45 anni vorrebbero approfondire temi di pratica e pianificazione dell’attività educativa. Nelle fasce di età maggiori c’è più coinvolgimento verso la motivazione, l’empowerment e la relazione/ascolto. Le donne prediligono temi relazionali e partecipativi, mente gli uomini sono interessati maggiormente a funzioni pragmatiche. Modesta prevalenza di interesse per gli uomini a migliorare la comunicazione. Pur con i limiti derivanti dal basso numero dei partecipanti, i risultati del questionario aprono a un’interessante lettura di genere e per età, e suggeriscono nuovi spunti di ricerca utili alla progettazione di azioni formative in ambito educativo. PAROLE CHIAVE: educazione terapeutica; diabetologia; attitudini; età; genere.
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ALMEIDA, Eliene Amorim de, and Flávio Lyra de ANDRADE. "Tempo Comunidade como estratégia da interculturalidade epistemológica – a experiência do curso de Licenciatura Intercultural indígena da UFPE/CAA." INTERRITÓRIOS 5, no. 9 (December 9, 2019): 96. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v5i9.243592.

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RESUMOEste artigo é fruto da nossa experiência como docentes do Tempo Comunidade (TC) do Programa de Formação de Professores Indígenas realizado pela Universidade Federal de Pernambuco – Campus do Agreste (UFPE/CAA) – Curso de Licenciatura Intercultural Indígena. No texto apresentamos as inquietações e reflexões sobre como garantir que as comunidades e os indígenas fossem assumidos, nesse curso, como espaços e sujeitos epistêmicos e como os conhecimentos indígenas poderiam ser objetos de diálogo com os saberes acadêmicos atribuindo à interculturalidade crítica (WALSH, 2009; TUBINO, 2005, 2012) o sentido de interepistemologias (MIGNOLO, 2003, 2008, 2010). Para elaborar a proposta do TC, baseamo-nos nas concepções de educação popular e da pesquisa participante, na forma como elas se configuraram na América Latina (BRANDÃO; STRECK, 2006; STRECK; ESTEBAN, 2013), e embasados no Pensamento Decolonial (WASLH, 2009; MIGNOLO, 2003, GROUSFOGUEL, 2010). Licenciatura Intercultural Indígena. Educação Popular. Pesquisa Participante. Tempo Comunidade.Interepistemologia.ABSTRACT This article is the result of our experience as Community Time (CT) teachers of the Indigenous Teacher Training Program conducted by the Federal University of Pernambuco-Agreste Campus (UFPE/CAA) - Indigenous Intercultural Degree Course. In the text we present the concerns and reflections on how to ensure that communities and indigenous people were assumed in this course as spaces and epistemic subjects and how indigenous knowledge could be objects of dialogue with academic knowledge attributing critical interculturality (WALSH, 2009;TUBINO, 2005, 2012) in the meaning of interepistemologies (MIGNOLO, 2003, 2008, 2010). To elaborate the proposal of CT we werebased on the conceptions of popular education and the participatory research as they were configured in Latin America (BRANDÃO; STRECK, 2006; STRECK; ESTEBAN, 2013), and based on the Decolonial Thought (WASLH, 2009; MIGNOLO, 2003, GROUSFOGUEL, 2010). Indigenous Intercultural Degree.Popular Education.Participating Research. Community Time. Interepistemology. Tempo in comunittá come strategia di interculturalità epistemologica - l'esperienza del corso di laurea interculturale indigena UFPE/ CAA RIASSUNTO Questo articolo è il risultato della nostra esperienza come insegnanti di Community Time (TC) del Programma di formazione per insegnanti indigeni condotto dall'Università Federale del Campus di Pernambuco-Agreste (UFPE/ CAA BRASILE) - Corso di laurea interculturale indigeno. Nel testo presentiamo le preoccupazioni e le riflessioni su come garantire che le comunità e gli indigeni siano stati assunti in questo corso, come spazi e soggetti epistemici e come la conoscenza indigena possa essere oggetto di dialogo con conoscenze accademiche che attribuiscono interculturalità critica (WALSH, 2009; TUBINO, 2005, 2012) il significato delle interepistemologie (MIGNOLO, 2003, 2008, 2010). Per elaborare la proposta ci siamo basati sulle concezioni dell'educazione popolare e della ricerca partecipativa così come sono state configurate in America Latina (BRANDÃO; STRECK, 2006; STRECK; ESTEBAN, 2013) e basate sul Decolonial Thinking (WASLH, 2009; MIGNOLO, 2003, GROUSFOGUEL, 2010). Laurea Indigena Interculturale. Educazione Popolare. Ricerca Partecipante. Tempo dela Comunità. Interepistemologia. Tempo Comunidade como estrategia de interculturalidad epistemológica: la experiencia del curso de Grado Intercultural Indígena UFPE / CAA RESUMEN Este artículo es el resultado de nuestra experiencia como maestros de Community Time (TC) del Programa de Formación de Maestros Indígenas realizado por la Universidad Federal de Pernambuco - Campus Agreste (UFPE / CAA) - Curso de Grado Intercultural Indígena. En el texto presentamos las preocupaciones y reflexiones sobre cómo garantizar que las comunidades y los pueblos indígenas se asuman en este curso como espacios y temas epistémicos y cómo el conocimiento indígena podría ser objeto de diálogo con el conocimiento académico que se atribuye a la interculturalidad crítica (WALSH, 2009; TUBINO, 2005, 2012) el significado de las interepistemologías (MIGNOLO,2003, 2008, 2010). Para elaborar la propuesta de la CT, nos basamos en las concepciones de la educación popular y la investigación participativa, tal como se configuraron en América Latina (BRANDÃO; STRECK, 2006; STRECK; ESTEBAN, 2013), y en base al Pensamiento descolonial (WASLH, 2009; MIGNOLO, 2003, GROUSFOGUEL, 2010). Grado Intercultural Indígena. Educación popular. Investigación participante. Comunidad del tiempo. Interepistemología.
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Prada, Massimo. "LETTURE MULTIMODALI PER L’EDUCAZIONE LINGUISTICA." Italiano LinguaDue 14, no. 2 (January 17, 2023): 85–130. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19651.

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L’articolo propone di introdurre l’uso dei testi multimodali nei curricula di educazione linguistica nella scuola secondaria, soprattutto in quella di secondo grado. L’uso di documenti di questo tipo presenta numerosi vantaggi: consente alla scuola di formare all’analisi, alla produzione e all’uso critico di questi artefatti sempre più pervasivi, rispondendo così alle sollecitazioni che provengono dalla Comunità Europea e contribuendo alla formazione professionale e civile dei degli studenti; rende possibile arricchire il patrimonio di modelli testuali in possesso degli studenti, affiancando a quelli letterari solidamente impiantati nei sillabi e a quelli professionali che vi sono in parte entrati da alcuni anni, testi nuovi per concezione, particolari per dinamismo e fondamentali per impatto socioculturale e per la forza modellizzante; promuove la descrizione scalare delle competenze di ricezione e di produzione in un campo ancora poco esplorato. Il contributo si articola in tre sezioni: la prima e la seconda forniscono informazioni sui testi neomediali e modelli per la loro interpretazione; la terza propone attività che implicano interazione telematica. I primi paragrafi, dunque, affrontano alcuni concetti fondamentali per l’analisi dei testi multimodali e descrivono sommariamente le caratteristiche dei testi multimodali, soffermandosi con particolare attenzione su quelli di un ben noto ambiente di condivisione di risorse audio e video; quelli centrali propongono la lettura multimodalmente orientata di alcune pagine tipologicamente differenti del servizio; l’ultimo suggerisce un esercizio applicativo. Multimodal readings for language education The article proposes to introduce the use of multimodal texts in language education curricula in secondary school, especially in upper secondary school. The use of documents of this type has numerous advantages: it allows the school to train in the analysis, production and critical use of these increasingly pervasive artefacts, thus responding to the to the solicitations that come from the European Community and contributing to the professional and civil training of students; it makes it possible to enrich the heritage of textual models in the possession of students, combining the literary ones solidly implanted in the sillabuses and the professional ones that have partly entered them some years now, with those of texts new in conception, particular for their dynamism and fundamental for their socio-cultural impact and for their modeling force; it promotes the scalar description of reception and production skills in a field that is still sparely explored. The paper is divided into three sections: the first and the second provide information on neomedial texts and models for their interpretation; the third proposes activities that involve telematic interaction. The first paragraphs, therefore, address some fundamental concepts for the analysis of multimodal texts and briefly describe the characteristics of multimodal texts, focusing on those of a well-known environment for sharing audio and video resources; the central ones propose the multimodally oriented reading of some typologically different pages of the service; the last suggests an application exercise.
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Дисертації з теми "Educazione di Comunità"

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Ruffino, Milena. "L'educazione di comunità nei processi di lifelong learning in età adulta." Thesis, Università degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/202.

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La ricerca su "L'educazione di comunita' nelle strategie di Lifelong learning in eta' adulta. Le learning communities of place" si propone di analizzare i modelli di community education e di learning community e di descrivere i processi educativi e di apprendimento che si realizzano nei contesti locali e, nello specifico, nelle comunita'. Si assume, infatti, che nella comunita' la dimensione della prossimita' (fisica e relazionale), nella misura in cui fa da ponte tra l'individuo, il gruppo e la societa', rende il locale un ambito privilegiato non solo per fronteggiare i fenomeni di disorientamento, di emarginazione e di esclusione sociale ma, anche, per l'implementazione di politiche e di interventi educativi tesi a risvegliare il desiderio di apprendere degli adulti. L'obiettivo della ricerca consiste nel valutare l'ipotesi di una relazione positiva tra l'educazione di comunita' e la partecipazione degli adulti alle attivita' di lifelong learning. L'articolazione della ricerca si sviluppa in tre fasi logicamente conseguenti. Nella prima ci si propone di fornire un contributo alla riflessione sulle origini storiche e teoriche della community education. Successivamente, si prosegue con lo studio teorico ed epistemologico della learning community e con la riflessione, ad essa strettamente connessa, sulla natura sociale dei processi di apprendimento. Infine, nell'ultima parte della ricerca, la comparazione dei modelli di learning city e delle comprehensive community initiatives finalizzata all'elaborazione di alcune considerazioni sulla possibilita' di un adattamento e/o di un trasferimento dei modelli anglosassoni di learning community of place nei contesti italiani.
The research activity concerning Community education in the strategies of Lifelong learning for adults. Learning communities of place is addressed to analyze models of community education and learning community and to describe educational and learning processes as they come to be in local contexts and, specifically, in the communities. It is assumed, in fact, that in communities the dimension of proximity (physical and relational) as far as it bridges the individual, the group, and general society makes local environments the favorable place for both facing disorientation, emigration, and social exclusion phenomena and the implementation of education policies for reviving the desire of learning in adults. The objective of the research is to evaluate the hypothesis according to which there is a positive relationship between community education and adults engagement in lifelong learning activities. The research develops into three phases. During the first phase we try to improve on the analysis of the historical and theoretical origins of community education. Then, we shall explore the theoretical and epistemological dimension of learning community and, as they are tightly linked, the social nature of learning processes. Finally, we shall employ the comparison between models of learning city and those of comprehensive community initiatives in order to formulate some considerations on the possibility of adapting and/or transferring Anglo-Saxon models of learning community of place into Italian contexts.
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PETRAGLIA, FEDERICA. "Le comunità di pratica come metodologia per l'educazione degli adulti." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/150.

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La riflessione teorica e l'applicazione empirica del costrutto di comunità di pratica costituiscono fondamentali elementi a supporto di un'idea di educazione che sia continua lungo tutto il corso della vita di un essere umano. La posizione teorica di fondo è caratterizzata dagli assunti secondo cui la conoscenza viene creata attraverso il confronto con altri e il conoscere è un fenomeno sociale in quanto situato in un contesto specifico, che nel medesimo tempo trasforma e viene trasformato. Le comunità di pratica si pongono come luogo privilegiato al cui interno avvengono processi condivisi di costruzione della conoscenza. Frutti della partecipazione a una comunità e benefici per ciascun membro sono da un lato proprio la condivisione dei saperi e delle pratiche, dall'altro la crescita personale. All'interno delle comunità di pratica la singola persona ha la possibilità di acquisire nuove conoscenze, ma soprattutto di rielaborare le proprie esperienze pregresse e le proprie relazioni. Le modalità relazionali presenti all'interno delle comunità di pratica esplicitano il passaggio da una modalità conflittuale a una modalità consensuale di lavoro. Il presente lavoro si pone l'obiettivo di sintetizzare la letteratura relativa alle comunità di pratica, partendo dalla prima teorizzazione da parte di J. Lave ed E. Wenger e proseguendo fino agli studi più recenti. Grazie alle proprie specifiche caratteristiche la comunità di pratica detiene un alto potenziale educativo: analizzandole in chiave pedagogica, infatti, le peculiarità della comunità di pratica permettono allo specialista di educazione degli adulti di supportare il training educativo e trarre benefici dal naturale processo della comunità stessa.
The theoretical and empirical reflections about communities of practice constitute fundamental elements to support the idea that education is a natural process throughout life of human beings. The main theoretical position is characterized by the assumption that knowledge is created through discussion and dialogue with others, and that knowing is a social and situated phenomenon. Communities of practice become centres where processes of sharing experiences and creating knowledge take place. Consequences of the participation to the community are both the creation of a common repertoire of experiences and the possibility for the single to acquire new competencies, as well as to discuss his¬/her story and relationships. The typical way of building relationships inside communities of practice makes explicit the shift from a conflictual typology of working to a consensual one. This dissertation aims to make a synthesis of literature on communities of practice, starting from their first theorization by J. Lave and E. Wenger up to most recent studies. Thanks to its own features, communities of practice show a high educative potential: In fact, through an analysis of them from the pedagogical point of view, communities' of practice peculiarities allow to the adult education researcher to support educational training.
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PETRAGLIA, FEDERICA. "Le comunità di pratica come metodologia per l'educazione degli adulti." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/150.

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La riflessione teorica e l'applicazione empirica del costrutto di comunità di pratica costituiscono fondamentali elementi a supporto di un'idea di educazione che sia continua lungo tutto il corso della vita di un essere umano. La posizione teorica di fondo è caratterizzata dagli assunti secondo cui la conoscenza viene creata attraverso il confronto con altri e il conoscere è un fenomeno sociale in quanto situato in un contesto specifico, che nel medesimo tempo trasforma e viene trasformato. Le comunità di pratica si pongono come luogo privilegiato al cui interno avvengono processi condivisi di costruzione della conoscenza. Frutti della partecipazione a una comunità e benefici per ciascun membro sono da un lato proprio la condivisione dei saperi e delle pratiche, dall'altro la crescita personale. All'interno delle comunità di pratica la singola persona ha la possibilità di acquisire nuove conoscenze, ma soprattutto di rielaborare le proprie esperienze pregresse e le proprie relazioni. Le modalità relazionali presenti all'interno delle comunità di pratica esplicitano il passaggio da una modalità conflittuale a una modalità consensuale di lavoro. Il presente lavoro si pone l'obiettivo di sintetizzare la letteratura relativa alle comunità di pratica, partendo dalla prima teorizzazione da parte di J. Lave ed E. Wenger e proseguendo fino agli studi più recenti. Grazie alle proprie specifiche caratteristiche la comunità di pratica detiene un alto potenziale educativo: analizzandole in chiave pedagogica, infatti, le peculiarità della comunità di pratica permettono allo specialista di educazione degli adulti di supportare il training educativo e trarre benefici dal naturale processo della comunità stessa.
The theoretical and empirical reflections about communities of practice constitute fundamental elements to support the idea that education is a natural process throughout life of human beings. The main theoretical position is characterized by the assumption that knowledge is created through discussion and dialogue with others, and that knowing is a social and situated phenomenon. Communities of practice become centres where processes of sharing experiences and creating knowledge take place. Consequences of the participation to the community are both the creation of a common repertoire of experiences and the possibility for the single to acquire new competencies, as well as to discuss his¬/her story and relationships. The typical way of building relationships inside communities of practice makes explicit the shift from a conflictual typology of working to a consensual one. This dissertation aims to make a synthesis of literature on communities of practice, starting from their first theorization by J. Lave and E. Wenger up to most recent studies. Thanks to its own features, communities of practice show a high educative potential: In fact, through an analysis of them from the pedagogical point of view, communities' of practice peculiarities allow to the adult education researcher to support educational training.
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Magnani, Martina. "Spazi in/di attesa per una nuova socialità a supporto del benessere del cittadino." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24763/.

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Il lavoro parte da un’esperienza iniziata durante il tirocinio presso il Centro Antartide di Bologna. Il progetto nasce nel quartiere Borgo Stazione di Udine e vuole proporre un servizio che, innestandosi nel tessuto urbano della zona, vada a supportare ed incrementare il benessere a 360 gradi del cittadini attraverso: - Il recupero di spazi dismessi all’interno del quartiere - La proposta di attività volte al mantenimento di uno stile di vita sano e attivo - Il supporto e la consulenza in tema di burocrazia sanitaria - Sviluppo di spazi generativi - Interventi nel tessuto urbano attraverso la co-progettazione con i cittadini Il lavoro si è sviluppato secondo differenti fasi che hanno permesso di creare un’analisi approfondita dell’area in oggetto. La prima fase ha previsto un’azione di mappatura e ascolto al fine di approfondire il quadro conoscitivo esistente e i portatori di interesse attivi sul territorio. A questo è seguita l’attivazione di momenti di incontro e confronto per conoscere le potenzialità e criticità. Si è, poi, passati a una fase di indagine e analisi conoscitiva al fine di approfondire gli aspetti quantitativi/reali e quelli qualitativi/percettivi. Questa fase ha visto la realizzazione di un questionario da inviare e far compilare alla popolazione al fine di indagare la loro percezione del quartiere oggetto di studio. Una volta raccolti i dati le due modalità di indagine, quella qualitativa e quella quantitativa, sono state sovrapposte per offrire una lettura complessa e completa al fine di mettere in luce l’allineamento o meno fra il percepito e il reale. Infine si è passati alla fase di progettazione vera e propria. Durante questa fase è stato fondamentale il confronto e il dialogo sia con l’unità operativa di Udine Città Sane, sia con le varie realtà associative attive sul luogo. Si sono, quindi delineate azioni al fine di proporre services e attività volte a ridisegnare insieme le funzionalità dello spazio urbano in un ottica di benessere.
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VISIOLI, SONIA. "Pratiche educative di inclusione territoriale: dai servizi alla comunità. Lo studio di caso della Cooperativa Sociale Il Cardo di Edolo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2023. https://hdl.handle.net/10281/404418.

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La tesi affronta i temi della comunità e dell’inclusione sociale a partire dallo studio di caso di una esperienza concreta di educazione di comunità. Il presente lavoro di ricerca si propone di ripercorrere la storia della Cooperativa Il Cardo a partire dai luoghi educativi che hanno caratterizzato la Cooperativa dal 1988 al 2018. Scopo dello studio di caso è condurre una analisi sui passaggi che hanno portato la Cooperativa ad essere riferimento educativo per il territorio di cui fa parte. La ricerca a partire da una singola esperienza mira a riflettere in modo ampio sui cambiamenti sociali e culturali che interessano la società contemporanea. La tesi si snoda in tre tematiche principali: la prima consiste nell’approfondimento teorico del concetto di comunità e inclusione sociale oggi; la seconda approfondisce gli aspetti teorici dei possibili approcci di ricerca, in questa parte un lavoro significativo riteniamo sia quello dedicato alla revisione della letteratura sullo “studio di caso”, che ha richiesto molto studio e lavoro e che rappresenta una sintesi del panorama sull’argomento che riteniamo nuovo e non presente nella letteratura attuale; l’ultima parte è dedicata alla ricerca nel suo farsi concreto ed è la parte contestuale e “materiale” di questo lavoro.
The dissertation is about community and social inclusion. The research is a the case study of a concrete experience of community education. The aim if the research work is to retrace the history of the “Il Cardo Social Cooperative” exploring the educational settings that characterized its educational work from 1988 to 2018. The purpose of the case study is to conduct an analysis on the steps that led the Cooperative, moving from services, to be an educational reference for its territory. Research, starting from a single experience, aims to reflect broadly on the social and cultural changes affecting contemporary society. The dissertation is divided into three main themes: the first consists in the theoretical study of the concept of community and social inclusion today; the second explores the theoretical aspects of possible research approaches, in this part a significant work is dedicated to the review of the literature on the "case study"; the last part is dedicated to research itself (data and analysis) and is the contextual and "material" part of this work.
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BUSEDRA, SULIMAN. "LA SCUOLA NELLA COMUNITA'. LA SCUOLA ARABO-LIBICA IN ITALIA COME VEICOLO DI INTEGRAZIONE CULTURALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/42958.

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Il tema più generale dell`insegnamento scolastico in Libia, dal colonialismo italiano del 1911, fino il 1934, l’autorità italiana in Libia ha permesso l’accesso alla scuola solo per i maschi, usando la lingua araba e la lingua italiana per l’insegnamento. Nel 24.12.1951, la Libia ha avuto la suo indipendenza, il nuovo governo libico ha messo le prime basi di un sistema educativo completo che potesse formare una classe dirigente nazionale qualificata per gestire lo stato. I programmi e i metodi di insegnamento, con l’obbligo di studio per tutti fino alla terza media, si possono constatare i cambiamenti culturali e politici della Libia. Nel 1969, la rivoluzione libica, ha portato più impegno verso lo sviluppo dell’educazione per combattere l’analfabetismo, inoltre ha dato la possibilità agli studenti di avere borse di studio all’estero. Con la difficoltà di trovare testi e materiale, a causa del caos e la drammatica situazione che stava passando la Libia dopo la rivolta del 17.02.2011, si sono dovuti attuare dei cambiamenti nei programmi scolastici a causa della scarsità di fornitura dei libri in quasi tutto il paese. Infatti per sopperire a queste mancanze, si sono dovute attuare nuove riforme per conformare gli edifici scolastici danneggiati dalla guerra. I ritardi nei restauri degli edifici, i problemi della mancanza dei libri scolastici, tutto questo ha messo l`istruzione davanti a sfide che i due governi ancora oggi sono incapaci di affrontare. A causa dell`aumento della comunità libica residente all`estero, il governo libico decise di aprire delle scuole arabo - libiche in paesi stranieri, in Italia sono due, situate rispettivamente a Roma e Milano, che seguissero gli ufficiali programmi educativi libici. In queste scuole vennero accettati anche studenti di altri paesi arabi.
The most general theme of school education in Libya, from Italian colonialism in 1911, until 1934, the Italian authority in Libya allowed access to the school only for males, using the Arabic language and the Italian language for teaching. On 24.12.1951, Libya had its independence, the new Libyan government laid the foundations of a complete educational system that could form a qualified national leadership to manage the state. The programs and methods of teaching, with the obligation to study for everyone up to the third year of middle school, can be seen in the cultural and political changes in Libya. In 1969, the Libyan revolution brought more commitment to the development of education to combat illiteracy, and also gave the opportunity for students to have scholarships abroad. With the difficulty of finding texts and material, due to the chaos and the dramatic situation that Libya was going through after the revolt of 17.02.2011, changes had to be made in school programs due to the scarcity of supply of books in almost the whole country. In fact, to make up for these shortcomings, new reforms have had to be implemented to conform the school buildings damaged by the war. The delays in the restoration of buildings, the problems of the lack of school books, all this has put education in front of challenges that the two governments are still unable to deal with today. Due to the rise of the Libyan community resident abroad, the Libyan government decided to open Arab-Libyan schools in foreign countries, in Italy there are two, located respectively in Rome and Milan, that followed the official Libyan educational programs. In these schools were also accepted students from other Arab countries.
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BUSEDRA, SULIMAN. "LA SCUOLA NELLA COMUNITA'. LA SCUOLA ARABO-LIBICA IN ITALIA COME VEICOLO DI INTEGRAZIONE CULTURALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/42958.

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Il tema più generale dell`insegnamento scolastico in Libia, dal colonialismo italiano del 1911, fino il 1934, l’autorità italiana in Libia ha permesso l’accesso alla scuola solo per i maschi, usando la lingua araba e la lingua italiana per l’insegnamento. Nel 24.12.1951, la Libia ha avuto la suo indipendenza, il nuovo governo libico ha messo le prime basi di un sistema educativo completo che potesse formare una classe dirigente nazionale qualificata per gestire lo stato. I programmi e i metodi di insegnamento, con l’obbligo di studio per tutti fino alla terza media, si possono constatare i cambiamenti culturali e politici della Libia. Nel 1969, la rivoluzione libica, ha portato più impegno verso lo sviluppo dell’educazione per combattere l’analfabetismo, inoltre ha dato la possibilità agli studenti di avere borse di studio all’estero. Con la difficoltà di trovare testi e materiale, a causa del caos e la drammatica situazione che stava passando la Libia dopo la rivolta del 17.02.2011, si sono dovuti attuare dei cambiamenti nei programmi scolastici a causa della scarsità di fornitura dei libri in quasi tutto il paese. Infatti per sopperire a queste mancanze, si sono dovute attuare nuove riforme per conformare gli edifici scolastici danneggiati dalla guerra. I ritardi nei restauri degli edifici, i problemi della mancanza dei libri scolastici, tutto questo ha messo l`istruzione davanti a sfide che i due governi ancora oggi sono incapaci di affrontare. A causa dell`aumento della comunità libica residente all`estero, il governo libico decise di aprire delle scuole arabo - libiche in paesi stranieri, in Italia sono due, situate rispettivamente a Roma e Milano, che seguissero gli ufficiali programmi educativi libici. In queste scuole vennero accettati anche studenti di altri paesi arabi.
The most general theme of school education in Libya, from Italian colonialism in 1911, until 1934, the Italian authority in Libya allowed access to the school only for males, using the Arabic language and the Italian language for teaching. On 24.12.1951, Libya had its independence, the new Libyan government laid the foundations of a complete educational system that could form a qualified national leadership to manage the state. The programs and methods of teaching, with the obligation to study for everyone up to the third year of middle school, can be seen in the cultural and political changes in Libya. In 1969, the Libyan revolution brought more commitment to the development of education to combat illiteracy, and also gave the opportunity for students to have scholarships abroad. With the difficulty of finding texts and material, due to the chaos and the dramatic situation that Libya was going through after the revolt of 17.02.2011, changes had to be made in school programs due to the scarcity of supply of books in almost the whole country. In fact, to make up for these shortcomings, new reforms have had to be implemented to conform the school buildings damaged by the war. The delays in the restoration of buildings, the problems of the lack of school books, all this has put education in front of challenges that the two governments are still unable to deal with today. Due to the rise of the Libyan community resident abroad, the Libyan government decided to open Arab-Libyan schools in foreign countries, in Italy there are two, located respectively in Rome and Milan, that followed the official Libyan educational programs. In these schools were also accepted students from other Arab countries.
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BRACCI, FRANCESCA. "L'APPRENDIMENTO INFORMALE NEI CONTESTI FAMILIARI. IDENTITA', SIGNIFICATI, SAPERI DI GENITORI ITALIANI E ITALO-AMERICANI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2461.

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La tesi si pone all’interno di una cornice di senso propria dell’educazione degli adulti ed esplora i processi di apprendimento e di costruzione della conoscenza che accadono nei contesti familiari. È stato condotto uno studio comparativo su due campioni: uno composto da quarantatré genitori italiani che vivono a Milano, Italia, e l’altro da ventisette genitori italo-americani che vivono a New York City, Stati Uniti. La decisione di condurre uno studio comparativo è motivata dal tentativo di comprendere e confrontare come i genitori, con, al di là e attraverso i propri posizionamenti culturali, costruiscono conoscenze, configurazioni identitarie, traiettorie di partecipazione, e forme di appartenenza alle famiglie di cui fanno parte. L’indagine prevede un secondo segmento che presenta l’applicazione di un approccio educativo diretto a sostenere gruppi di genitori nell’assunzione di azioni trasformative.
This paper describes a research on the processes of learning and of knowledge construction occurring within the family contexts. The aim of such research is the development of educational action logics able to intercept, promote and validate the knowledge and repertoires of practice that the family systems generate.
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BRACCI, FRANCESCA. "L'APPRENDIMENTO INFORMALE NEI CONTESTI FAMILIARI. IDENTITA', SIGNIFICATI, SAPERI DI GENITORI ITALIANI E ITALO-AMERICANI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2461.

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La tesi si pone all’interno di una cornice di senso propria dell’educazione degli adulti ed esplora i processi di apprendimento e di costruzione della conoscenza che accadono nei contesti familiari. È stato condotto uno studio comparativo su due campioni: uno composto da quarantatré genitori italiani che vivono a Milano, Italia, e l’altro da ventisette genitori italo-americani che vivono a New York City, Stati Uniti. La decisione di condurre uno studio comparativo è motivata dal tentativo di comprendere e confrontare come i genitori, con, al di là e attraverso i propri posizionamenti culturali, costruiscono conoscenze, configurazioni identitarie, traiettorie di partecipazione, e forme di appartenenza alle famiglie di cui fanno parte. L’indagine prevede un secondo segmento che presenta l’applicazione di un approccio educativo diretto a sostenere gruppi di genitori nell’assunzione di azioni trasformative.
This paper describes a research on the processes of learning and of knowledge construction occurring within the family contexts. The aim of such research is the development of educational action logics able to intercept, promote and validate the knowledge and repertoires of practice that the family systems generate.
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CONTINI, VALERIO. "Concezioni della sostenibilità e orientamenti temporali in contesti educativi informali. L’esperienza dei Gruppi di Acquisto Solidale = Conceptos de sostenibilidad y orientaciones temporales en contextos educativos informales. La experiencia de los Grupos de Compra Solidaria." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2012. http://hdl.handle.net/10446/27367.

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Le profonde trasformazioni delle nostre società mettono oggi in evidenza fenomeni educativi nuovi. Apprendimenti informali prendono forma spontaneamente all’interno dei percorsi esistenziali del soggetto e nel suo ambiente di vita. Molti studi dimostrano che l’educazione informale, più di quella formale, può influire sugli atteggiamenti e gli stili di vita in modo profondo e duraturo, può educare grandi masse di persone, soprattutto le più difficili da raggiungere, a impegnarsi per costruire una comunità planetaria sostenibile. Questa ricerca analizza il fenomeno dei Gruppi di Acquisto Solidale come esperienze educative informali importanti per la promozione di un futuro sostenibile. Vengono analizzate le concezioni della sostenibilità, l’orientamento temporale al futuro e le dinamiche educative informali caratteristiche di alcuni GAS italiani. La prima parte del lavoro mette a fuoco la complessità della nozione di sostenibilità e alcune dimensioni chiave della educazione sostenibile. Le categorie concettuali individuate sono state utilizzate nel lavoro sul campo per raccogliere, analizzare e interpretare il materiale empirico. Nella seconda parte del lavoro vengono presentati i criteri, la metodologia gli strumenti, le attività (questionari, interviste individuali semi-strutturate, osservazione partecipante, analisi di documenti) utilizzati nella ricerca sul campo. Nella terza parte viene presentata la ricerca sul campo, svolta su un campione di 148 soggetti appartenenti a quattro GAS. Il primo e il secondo capitolo espongono la struttura del campione, le caratteristiche e le modalità di somministrazione, l’elaborazione, l’analisi e la discussione dei risultati dei due questionari utilizzati: l’Inventario della Prospettiva Temporale di Zimbardo e Boyd (ZTPI) e il questionario aperto sulle concezioni della sostenibilità (elaborato specificamente per questa ricerca). Il terzo presenta il cuore della ricerca sul campo. Attraverso l’analisi dei documenti, l’osservazione partecipante e le interviste semi-strutturate realizzate con alcuni testimoni privilegiati, vengono individuati e analizzati le concezioni della sostenibilità, l’orientamento temporale al futuro e le dinamiche educative presenti nei quattro contesti sociali oggetto di studio. Nel capitolo finale vengono discusse alcune criticità emerse dal lavoro sul campo e ipotizzate alcune piste per il proseguimento della ricerca in futuro.
The deep changes in today society point out new educational phenomena. Informal learning takes place spontaneously in people biography and living environment. Many studies show that informal education, more than formal one, can deeply and durably affect attitudes and lifestyles, can educate large masses of people, especially the most difficult to reach, to undertake to build a sustainable planetary community. This study investigates the Gruppi di Acquisto Solidale as informal educational experiences important for promoting a sustainable future. It examines and discuss the concepts of sustainability, the future time orientation and the informal educational dynamics in some Italian GAS. The first part of the work focuses on the complexity and fuzzyness of the concept of sustainability and some key dimensions of sustainable education. The conceptual categories identified have been used in field work to collect, analyze and interpret the empirical material. The second part presents the criteria, methodology, tools, activities (questionnaires, semi-structured individual interviews, participant observation, document analysis) undertaken during the field work. The third part presents the field work conducted on a sample of 148 subjects from four different GAS. The first and the second chapter expose the structure of the sample, the characteristics and mode of administration, the processing, analysis and discussion of the results of two questionnaires used in the field work: the Zimbardo Time Perspective Inventory (ZTPI) and the open questionnaire on the concepts of sustainability (specifically worked out for this research). The third presents the core of the field study. By means of document analysis, participant observation and semi-structured interviews carried out with some key informants the concepts of sustainability, the time orientation to future and the educational dynamics in the four social contexts under study are identified and analyzed. In the final chapter we discuss some critical aspects that came out from the fieldwork, and we assume some clues for further research in the future.
Los cambios profundos en nuestra sociedad de hoy ponen en evidencia nuevos fenómenos educativos. Aprendizajes informales toman forma de manera espontánea dentro de los recorridos existenciales y ambiente de vida. Muchos estudios muestran que la educación informal, más que la formal, puede afectar profundamente y durablemente las actitudes y estilos de vida, puede educar a las masas de personas, especialmente los más difíciles de lograr, a comprometerse a construir una comunidad planetaria sostenible. Este estudio examina el fenómeno de los Grupos de Compra Solidaria en cuanto experiencias educativas informales importantes para promover un futuro sostenible. Se analizan los conceptos de sostenibilidad, la orientación temporal al futuro y las dinámica educativas informales en algunos GAS italianos. La primera parte del trabajo se centra en la complejidad y el carácter fuzzy del concepto de sostenibilidad y algunas de las dimensiones clave de la educación sostenible. Las categorías conceptuales identificadas fueron utilizadas en el trabajo de campo para recoger, analizar e interpretar el material empírico. En la segunda parte del trabajo se presentan los criterios, metodología, herramientas, actividades (cuestionarios, entrevistas semi-estructuradas, observación participante, análisis de documentos) utilizados en el trabajo de campo. En la tercera parte se presenta el trabajo de campo realizado en una muestra de 148 sujetos de cuatro GAS. El primero y el segundo capítulo exponen la estructura de la muestra, las características y el modo de administración, el análisis y discusión de los resultados de los dos cuestionarios utilizados: el Inventario de la Perspectiva Temporal de Zimbardo /ZTPI) y el cuestionario abierto sobre los conceptos de sostenibilidad (desarrollado específicamente para esta investigación). El tercero presenta el corazón del trabajo de campo. A través de análisis documental, observación participante, entrevistas semi-estructuradas realizadas con algunos key informants se identifican y analizan los conceptos de sostenibilidad, la orientación temporal hacia el futuro y las dinámicas educativas en los cuatro contextos sociales en estudio. En el último capítulo se discuten algunos de los aspectos críticos que surgieron a partir del trabajo de campo, y asumimos algunos recorridos para futuras investigaciones.
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Книги з теми "Educazione di Comunità"

1

La libera circolazione dei lavoratori e il diritto all'istruzione superiore nella Comunità europea. Padova: CEDAM, 1995.

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2

1953-, Arcidiacono Caterina, ed. Psicologia di comunità ed educazione sessuale: Verso un modello di educazione socioaffettiva-sessuale. Milano, Italy: F. Angeli, 1994.

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3

Santamaita, Saverio. Educazione, comunità, sviluppo: L'impegno educativo di Adriano Olivetti. Roma: Fondazione Adriano Olivetti, 1987.

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4

Mancini, Daniele, and Irene Rinaldi. Basic Design. Quaderno #2 Esperienze Di Didattica Inclusiva: Educazione, Comunità e Spazio Pubblico. Lulu Press, Inc., 2020.

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5

Operatori, strutture, interventi di educazione permanente: Il servizio comunale di didattica territoriale nel comprensorio flegreo : il laboratorio di educazione della comunità e l'"assistenza in servizio". Scandicci: La nuova Italia, 1991.

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6

Millan, Zak, and Kimberly Smith. Addestramento Cani: Crescere con Amore il Proprio Cane Addestrandolo con I Migliori Esercizi Di Educazione Cinofila, Insegnandogli I Comandi Base e Più Avanzati Affrontando le Più Comuni Problematiche. Independently Published, 2022.

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