Статті в журналах з теми "Disciplina nazionale"

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Tincani, Chiara. "La responsabilitŕ dell'organizzatore di viaggi nell'ultima disciplina nazionale." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 6 (November 2012): 5–14. http://dx.doi.org/10.3280/dt2012-006001.

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Lo Faro, Antonio. "Responsabilitŕ e sanzioni per sciopero illegittimo: cambia qualcosa in Italia dopo Laval?" GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 131 (August 2011): 419–32. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-131005.

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Анотація:
Il saggio prende lo spunto dalla decisione assunta dalla Corte del lavoro svedese nel seguito nazionale diper interrogarsi sugli effetti che la giurisprudenza comunitaria potrebbe determinare sulla disciplina italiana dei rimedi disponibili in caso di sciopero illegittimo. Dopo aver evidenziato che la disciplina nazionale in materia č essenzialmente rivolta a regolamentare lo sciopero effettuato nell'ambito dei servizi pubblici essenziali, si sostiene che la peculiare natura dei rimedi previsti in caso di illegittimitŕ dei suddetti scioperi, ne impedisce l'applicabilitŕ alla ipotesi dello sciopero comunitariamente illecito. Il saggio si sofferma quindi sulla residualitŕ tradizionalmente propria del rimedio risarcitorio nell'ordinamento nazionale, cercando di individuarne le ragioni, per passare poi ad indicare il rimedio in grado di garantire in ambito nazionale il principio di effettivitŕ del diritto comunitario: ovvero, il provvedimento cautelare a carattere inibitorio. L'A. auspica, in conclusione, un mutamento della giurisprudenza comunitaria in materia, anche alla luce degli orientamenti manifestati dalla Corte europea dei diritti dell'uomo.
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3

Albisinni, Ferdinando. "Il diritto agrario europeo dopo Lisbona fra intervento e regolazione: i codici europei dell'agricoltura." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 2 (October 2011): 29–52. http://dx.doi.org/10.3280/aim2011-002003.

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Анотація:
Il lavoro indaga sugli esiti dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, quanto alla disciplina dell'agricoltura europea. L'esame di una serie di riforme, anteriori e successive al Trattato di Lisbona, induce a concludere che la ri-nazionalizzazione e ri-localizzazione di alcune scelte di governo dell'economia agricola si è accompagnata ad una rinnovata articolazione del rapporto fra economia e diritto nella politica agricola comune. Il diritto in senso proprio, il diritto regolatorio, in contrapposizione con il diritto incentivante, caratterizza in misura crescente la legislazione di fonte europea in materia agricola. Le riforme della Pac di fine ed inizio secolo si sono così tradotte nella posizione di codici europei dell'agricoltura, dal codice dei regimi di sostegno al reddito [con il reg. (CE) n. 1782/2003, e poi con il reg. (CE) n. 73/2009], al codice dello sviluppo rurale [con il reg. (CE) n. 1257/2009, e poi con il reg. (CE) n. 1698/2005], al codice del mercato e della commercializzazione dei prodotti agricoli [reg. (CE) n. 1234/2007, c.d. regolamento unico Ocm]. Queste discipline di fonte europea dialogano con le discipline di fonte nazionale e compongono, che non è unper i 27 Paesi che oggi compongono l'Unione Europea, ma piuttosto un, nel quale bisogni e soggetti, nazionali, regionali e locali, occupano un posto di rilievo accanto a quello proprio delle scelte disciplinari espresse centralmente.
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Bruni, Francesco. "Energie rinnovabili, agricoltura e tutela del paesaggio: dalla marcia di Radetzky alla cripta dei cappuccini?" AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (June 2011): 57–80. http://dx.doi.org/10.3280/aim2011-001004.

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Il lavoro analizza la disciplina delle energie rinnovabili, dal diritto europeo a quello nazionale e regionale e il suo rapporto con l'agricoltura e la tutela dell'ambiente. Particolare attenzione č posta sul procedimento autorizzatorio, regolato dall'art. 12 del d.lgs. 387/2003 e sugli interventi della giurisprudenza.
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Alpa, Guido. "I rimedi di diritto privato nella normativa di derivazione comunitaria." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (December 2010): 227–44. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-002002.

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Анотація:
L'applicazione del principio di effettivitŕ combinato con il principio di sussidiarietŕ e con il principio della prioritaria competenza del legislatore nazionale e del preventivo ricorso ai rimedi previsti dal sistema processuale nazionale rispetto alla competenza del legislatore comunitario e alla operativitŕ dei rimedi previsti in ambito comunitario per la violazione di normative comunitarie, modella la disciplina dei rimedi previsti dall'ordinamento interno: si tratta sia di rimedi concernenti la violazione di normativa comunitaria, sui quali si č raccolta vasta letteratura, sia di rimedi concernenti i rapporti di diritto privato disciplinati dall'ordinamento comunitario nelle materie di propria competenza. In queste pagine mi occuperň di questo secondo aspetto. Comunque, in ciascuno dei due settori la disciplina dei rimedi e la loro applicazione da parte del giudice č affidata al diritto interno, sempre che esso provveda a tutelare gli interessi protetti in modo adeguato; altrimenti sovviene l'ordinamento comunitario. In questo senso il ricorso ai rimedi comunitari č solo residuale.
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Chiaromonte, William. "Welfare locale e immigrazione. Il contenzioso sulla legislazione regionale in materia di integrazione degli stranieri." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 132 (November 2011): 657–96. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-132005.

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Il saggio, dopo una ricostruzione in chiave storico-evolutiva della disciplina nazionale in materia di immigrazione, illustra le tre stagioni della legislazione regionale che si sono succedute, a partire dagli anni '90 dello scorso secolo, a disciplinare l'integrazione degli stranieri. Viene, quindi, preso in esame il contenzioso insorto fra Stato e Regioni dopo la riforma costituzionale del 2001 ed avente ad oggetto principalmente il riparto di competenze in materia di immigrazione, la progressiva estensione del campo di applicazione soggettivo delle legislazioni regionali - fino a riconoscere alcuni diritti sociali fondamentali anche agli stranieri irregolari ed ai «neocomunitari» - ed il ruolo ritagliatosi dalle Regioni in alcuni ambiti di presunta competenza nazionale. L'Autore conclude constatando da un lato un significativo rafforzamento, sospinto dalla giurisprudenzadella Corte costituzionale, delle competenze regionali in materia di inclusione sociale degli stranieri, persino irregolari, nonostante il tentativo governativo di limitarne il raggio di azione, e paventando dall'altro, quale conseguenza di tale consolidamento di attribuzioni, il rischio concreto di una notevole differenziazione della qualitŕ dell'integrazione a livello territoriale (regionale ma anche infra-regionale), anche a causa della latitanza dello Stato quale soggetto riequilibratore.
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Sabbioni, Paolo. "Il controllo analogo quale presupposto dell'in house providing." ECONOMIA PUBBLICA, no. 3 (January 2021): 85–101. http://dx.doi.org/10.3280/ep2020-003004.

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Il Contributo affronta il tema del controllo analogo nelle società pubbliche ricostruendo l'origine dell'istituto e i presupposti del controllo, tenendo conto dell'evoluzione che ha avuto sul tema la giurisprudenza nazionale e, prima ancora, comunitaria. In particolare vengono analizzate le problematiche connesse alla nozione di controllo analogo congiunto e approfonditi i presupposti dell'esercizio del controllo, considerandone la disciplina alla luce del Testo Unico Società Pubbliche. La problematica del controllo è così inserita nel tema dell'affidamento in house, tenendone conto le implicazioni che hanno determinato l'evoluzione della disciplina del controllo analogo
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Bisaglia, Stefania. "Gli aspetti peculiari della tutela ex art. 136 del D.lgs. n. 42 del 2004 delle aree boscate." L'Italia forestale e montana 77, no. 6 (January 30, 2023): 217–23. http://dx.doi.org/10.36253/lifm-1086.

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Nel codice dei beni culturali ci sono alcuni articoli relativi alla tutela dei beni paesaggistici (n. 134, 136, 142, 143, 149) in cui sono presenti riferimenti inerenti la tutela delle aree boscate. Nel nostro Paese la stretta interconnessione che esiste tra le competenze legislative riguardanti più aspetti (culturale, ambientale, forestale, paesaggistico) e quelle amministrative su differenti scale (locale, regionale, nazionale) ha generato molti dibattiti e discussioni che in questi anni hanno coinvolto sia le Regioni, sia l’Ufficio legislativo del Ministero della cultura sino ad arrivare al Consiglio di Stato e alla Corte Costituzionale. E’ necessario ed auspicabile che tutte le autorità coinvolte collaborino insieme per giungere ad una disciplina condivisa di utilizzo dei boschi volta a preservare il patrimonio boschivo nazionale.
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Bisaglia, Stefania. "Gli aspetti peculiari della tutela ex art. 136 del D.lgs. n. 42 del 2004 delle aree boscate." L'Italia forestale e montana 77, no. 6 (January 30, 2023): 217–23. http://dx.doi.org/10.36253/ifm-1086.

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Nel codice dei beni culturali ci sono alcuni articoli relativi alla tutela dei beni paesaggistici (n. 134, 136, 142, 143, 149) in cui sono presenti riferimenti inerenti la tutela delle aree boscate. Nel nostro Paese la stretta interconnessione che esiste tra le competenze legislative riguardanti più aspetti (culturale, ambientale, forestale, paesaggistico) e quelle amministrative su differenti scale (locale, regionale, nazionale) ha generato molti dibattiti e discussioni che in questi anni hanno coinvolto sia le Regioni, sia l’Ufficio legislativo del Ministero della cultura sino ad arrivare al Consiglio di Stato e alla Corte Costituzionale. E’ necessario ed auspicabile che tutte le autorità coinvolte collaborino insieme per giungere ad una disciplina condivisa di utilizzo dei boschi volta a preservare il patrimonio boschivo nazionale.
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Bazzo, Eleonora. "La riforma del credito al consumo." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (November 2012): 197–220. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-002003.

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In questi ultimi anni tutti i maggiori paesi industrializzati, non solamente nell'ambito dell'Unione Europea, hanno approvato riforme nel settore del credito al consumo. L'esigenza di favorire la concorrenza tra le imprese e l'allargamento dei mercati ha imposto il coordinamento comunitario o federale delle differenti legislazioni e l'elaborazione di sistemi normativi certi, adeguati ed uniformi, che impediscano comportamenti scorretti e limitino i costi transattivi a carico delle parti, attraverso la standardizzazione delle principali regole di condotta e delle pratiche commerciali. L'Unione Europea, perciň, ha voluto fornire regole non solamente per armonizzare la pluralitŕ delle fonti normative, comunitarie e nazionali, che governavano il settore, ma anche per ottenere la piena realizzazione del mercato interno e per favorire l'intensificazione delle negoziazioni transfrontaliere. In tale ambito, la disciplina italiana, riformata per dare attuazione alla relativa direttiva, si č posta come obiettivi il conseguimento della trasparenza e dell'efficienza del mercato creditizio, favorendo anche il rafforzamento delle istanze di protezione dei consumatori. L'obiettivo di questo articolo č quello di fornire una visione d'insieme della materia, analizzando sia l'importanza che questo settore ha assunto nell'ambito dell'economia europea e nazionale, sia il sistema normativo costituito dalla direttiva 2008/48/CE e dalle relative fonti nazionali di attuazione.
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Savio, Guido. "La nuova disciplina delle espulsioni conseguente al recepimento della direttiva rimpatri." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 3 (December 2011): 30–50. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-003003.

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Sommario: Introduzione - 1. L'obbligo, sussistente in capo al prefetto, di disporre l'espulsione "caso per caso" e l'attribuzione di forza di legge al permesso di soggiorno per motivi umanitari - 2. Le modifiche all'art. 13, co. 2, lett. b) TU - 3. Il divieto di espulsione o della sua esecuzione coattiva dello straniero in uscita dal territorio nazionale - 4. Le nuove ipotesi di esecuzione coattiva dell'espulsione - 5. Quando sussiste il rischio di fuga - 6. La richiesta di concessione di un periodo per la partenza volontaria - 7. Le misure imposte nel caso di concessione del termine per la partenza volontaria - 8. La nuova disciplina del divieto di reingresso - 9. La nuova disciplina del trattenimento - 10. Le eccezioni facoltative al trattenimento - 11. Il nuovo ordine di allontanamento del questore - 12. La nuova edizione dei reati d'inottemperanza all'ordine del questore - 13. Il tentativo di riduzione dell'ambito di applicazione del "giustificato motivo" - 14. I programmi di rimpatrio assistito e le disposizioni in materia di categorie vulnerabili, brevi cenni - Considerazioni conclusive.
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Di Salvatore, Luca, and Piermaria Corona. "Contratti di rete e accordi di foresta come opportunità per le imprese del settore forestale." L’Italia Forestale e Montana 77, no. 2 (June 23, 2022): 61–69. http://dx.doi.org/10.36253/ifm-1706.

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Анотація:
Le reti di imprese possono rappresentare un efficace strumento di promozione e valorizzazione delle potenzialità selvicolturali e delle filiere forestali. Dopo una presentazione del contratto di rete quale strumento di cooperazione tra imprese, questo lavoro analizza la disciplina specifica dettata per le reti agricole, per poi illustrare la risposta del mercato italiano all’introduzione di questo strumento. Vengono inoltre evidenziate le potenzialità di sviluppo di reti di imprese in ambito forestale, anche in riferimento alle opportunità offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e dal nuovo strumento degli “accordi di foresta”.
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Menicucci, Elisa. "Il primo Congresso Nazionale dei Ragionieri Italiani: volàno nello Stato unitario per la definizione dell'identità nazionale nella professione di ragioniere e nella disciplina della Ragioneria." CONTABILITÀ E CULTURA AZIENDALE, no. 2 (September 2014): 23–47. http://dx.doi.org/10.3280/cca2013-002003.

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Ferrante, Vincenzo. "Lavoro decente e responsabilità delle imprese multinazionali per le produzioni delocalizzate: Panorama della legislazione italiana." Lex Social: Revista de Derechos Sociales 10, no. 2 (July 8, 2020): 224–52. http://dx.doi.org/10.46661/lexsocial.5070.

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Il saggio, che prende spunto dal Convegno organizzato dall’Università di Alcalà nel dicembre del 2019 “Estándares laborales y responsabilidad de las empresas multinacionales. Desafíos en un mundo global”, esamina la legislazione italiana diretta a garantire che le imprese multinazionali aventi sede nello Stato realizzino scambi commerciali su una base equa, vigilando sulle società controllate estere, per assicurare che queste rispettino i core labour standards previsti dall’OIL e dalle altre organizzazioni internazionali. A differenza della legislazione di altri paesi europei, manca in Italia una norma che imponga un obiettivo siffatto, forse a ragione del fatto che la vasta diffusione del lavoro sommerso ha imposto al legislatore di concentrarsi sui fenomeni di sfruttamento che si manifestano nei confini nazionali (anche se si rileva come la trasposizione delle direttive che hanno riguardo a questo obiettivo non sempre è correttamente avvenuta). In attesa che venga a maturare una norma di diritto internazionale universalmente riconosciuta che faccia divieto di commerciare un qualunque bene, quando esso sia stato prodotto attraverso lo sfruttamento schiavistico di altri uomini, l’A. si concentra sulla legislazione relativa alle società commerciali, su quella che regola gli appalti privati e sulla disciplina europea del commercio alimentare, per verificare se le norme già esistenti in materia non consentano al giudice nazionale, opportunamente sollecitato, di reprimere lo sfruttamento che avvenga al di fuori dei confini nazionali, in virtù degli obblighi assunti dalle singole società nei confronti dei propri soci e dei consumatori.
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Padoa Schioppa, Antonio. "Ricordo di Paolo Grossi." Italian Review of Legal History, no. 8 (December 21, 2022): 637–39. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/19264.

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Il Comitato di direzione della Rivista si unisce al professor Antonio Schioppa nel ricordo del professor Paolo Grossi.La scomparsa, alle soglie dei novant’anni, dello storico del diritto che forse più di ogni altro ha contribuito negli scorsi decenni ad accreditare la nostra disciplina anche al di fuori della cerchia dei suoi specifici cultori ci induce a dedicare alla sua memoria un breve ricordo che si affianchi a quelli ben più approfonditi che si stanno predisponendo non solo in Italia.Le ragioni della rinomanza nazionale e internazionale di Paolo Grossi sono molteplici. Ci limitiamo qui a rammentare alcune tra quelle che ci sembrano più rilevanti.
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Manzin, Maurizio. "Ethos e nomos. nell'ordinamento militare." DIRITTO COSTITUZIONALE, no. 1 (March 2022): 117–46. http://dx.doi.org/10.3280/dc2022-001006.

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L'ambito delle missioni internazionali ha modificato la dimensione dell'ethos militare, introducendo elementi (es. tutela dei diritti umani) non espressamente previsti in Costituzione. Dal punto di vista filosofico, occorre comprendere se si tratti di espressioni etiche affatto nuove, ovvero di un ampliamento di valori-base già presenti nella tradizione militare nazionale. Dal punto di vista filosofico-giuridico, occorre comprenderne gli effetti nel quadro della regolazione vigente (nomos): codice, regolamenti, giustizia militare. L'articolo tenta una breve analisi di questa complessità a partire da alcuni luoghi caratteristici (sacralità della funzione difensiva, gerarchia e disciplina, spirito di corpo, onore, eroismo), affrontando poi la questione delle norme costituzionali e dell'attuale percezione dello status miliare.
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Germanò, Alberto. "Il cibo nel diritto internazionale del mercato dei prodotti agricoli: disciplina e controversie." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (December 2010): 85–113. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001008.

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L'Autore, dopo aver illustrato il significato dei termini food security e food safety, analizza il mercato internazionale dei prodotti alimentari, con particolare attenzione alle regole tecniche e alle regole sanitarie e fitosanitarie e, quindi, all'Accordo Tbt e Sps, nonché al criterio di equivalenza, quale strumento per la tutela della diversità e nel contempo di conferma della sovranità degli Stati. L'Autore esamina, inoltre, alcune delle più significative controversie internazionali relative agli alimenti (la c.d. guerra delle banane e le controversie relative alla carne agli ormoni), l'Accordo Tbt e le regole tecniche a tutela dell'ambiente, nonché l'Accordo Trips e il rapporto tra indicazioni geografiche e marchi geografici di prodotti alimentari. Infine, viene affrontato il problema dei cambiamenti nell'allocazione della terra e nelle pratiche agricole utilizzate: per ottenere la riduzione delle emissioni climalteranti si sta alterando l'uso razionale della terra, agendo in modo scorretto sui "conflitti" tra le produzioni a fini mercantili e le produzioni a fini alimentari. In conclusione l'A. evidenzia la necessità , per i cultori del diritto dell'agricoltura, di uscire dagli angusti confini del diritto domestico e di affrontare, passando per il diritto comunitario, i problemi che il diritto internazionale prospetta, con conseguenti ricadute sulla comprensione ed interpretazione del diritto nazionale.
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Profeti, Stefania. "LE ELEZIONI REGIONALI 2010 IN TOSCANA: UNA SINISTRA IN DIFFICOLTÀ MA SENZA ALTERNATIVE." Quaderni dell Osservatorio elettorale QOE - IJES 64, no. 2 (December 30, 2010): 5–42. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-9719.

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In Toscana le elezioni del 28 e 29 marzo 2010 si sono svolte dopo una seconda riforma sia dello Statuto regionale che della legge elettorale, che erano stati rinnovati nel 2004 e sperimentati in occasione della precedente tornata del 2005. Nel panorama italiano post riforma del Titolo V della Costituzione, la Toscana era stata infatti una delle prime regioni a dotarsi di un nuovo Statuto. Era stata anche la prima in assoluto ad approvare una nuova legge elettorale accompagnata da disposizioni che operavano una vera e propria «regionalizzazione» delle modalità di selezione dei consiglieri e del Presidente, pur nell’alveo dei meccanismi di fondo introdotti dalla disciplina transitoria di rango nazionale: l’elezione diretta del capo dell’esecutivo; il suo potere di nomina e di revoca dei componenti della giunta; la clausola simul stabunt simul cadent.
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Angelini, Fabio Giuseppe. "La pubblicità sanitaria tra ethos ippocratico, diritto e concorrenza." Medicina e Morale 68, no. 4 (December 20, 2019): 455–73. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2019.598.

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La pubblicità sanitaria costituisce un ambito di particolare interesse per verificare quale sia il bilanciamento proposto nell’ordinamento nazionale e sovranazionale tra queste due dimensioni complementari della professione sanitaria che, richiamando valori diversi e talvolta contrapposti, permettono di far luce sui pericoli di una politica del diritto e di un’interpretazione giurisprudenziale sempre meno capace di anteporre alle ragioni dell’economia quelle della natura umana e della tutela, sul piano giuridico, della dignità umana. Il presente contributo, prendendo spunto dal recente intervento del legislatore in materia di pubblicità sanitaria, intende analizzare la disciplina della pubblicità nell’ambito delle professioni sanitarie sia sotto il profilo squisitamente deontologico che giuridico, soffermandosi sul problema della funzionalità dei limiti previsti dall’ordinamento professionale rispetto alla tutela dei diritti fondamentali della persona e della loro compatibilità con la tutela della concorrenza.
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Ponzano, Paolo. "Un milione di cittadini potranno chiedere una legge europea: un diritto di iniziativa ‘sui generis'." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (March 2011): 115–25. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-001007.

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L'articolo si propone di chiarire la natura sui generis del diritto di iniziativa legislativa dei cittadini europei introdotto dal Trattato di Lisbona, esaminando quindi il contenuto del regolamento di attuazione che disciplina la raccolta del milione di firme necessarie per chiedere alla Commissione europea l'elaborazione di una proposta di legge europea. L'articolo analizza in particolare le principali differenze tra il testo di regolamento proposto inizialmente dalla Commissione europea e quello ufficialmente adottato il 16 febbraio 2011. L'autore ritiene che il nuovo strumento potrebbe avere a livello europeo la stessa efficacia di analoghi strumenti esistenti a livello nazionale, tanto piů se, com'č probabile, la Commissione si conformerŕ alla pratica seguita finora nei riguardi delle richieste legislative ricevute dagli Stati membri, dalle altre istituzioni europee (Parlamento e Consiglio) e dai gruppi di pressione.
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Ciervo, Antonello, and Silvia Niccolati. "Obiettivo 1. Flussi migratori, norme e diritto alla protezione introduzione. Il fenomeno migratorio tra normativa comunitaria, disciplina nazionale ed emergenza umanitaria." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 3 (January 2015): 35–42. http://dx.doi.org/10.3280/qg2014-003004.

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Pascucci, Paolo, and Valerio Speziale. "Spunti sul salario minimo dopo la Proposta di direttiva UE." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 172 (February 2022): 749–71. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-172016.

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Il saggio, dopo aver messo in evidenza come in Italia vi sia una vera e propria questione salariale legata alla diffusione del "lavoro povero" e al basso livello delle retribuzioni, analizza la Proposta di direttiva UE sul salario minimo, recentemente approvata dal Parlamento europeo e tuttora non definitiva. L'articolo esamina le finalità e le motivazioni della Proposta (diretta a garantire salari adeguati che consentano una vita dignitosa) e i delicati problemi giuridici connessi sia alla competenza della UE in materia salariale, sia alla disciplina in essa contenuta. Dopo aver sottolineato che la Proposta non impone una legge sul salario minimo nei paesi in cui la retribuzione è stabilita dai contratti collettivi (come l'Italia), il saggio valuta gli effetti che il recepimento della Direttiva in Italia potrebbe avere, anche in considerazione dei disegni di legge diretti da introdurre il salario minimo. Gli autori concludono la propria analisi sottolineando come sarebbe auspicabile un intervento legislativo che, in attuazione dell'art. 36 Cost., preveda retribuzioni minime corrispondenti a quelle previste dai contratti collettivi stipulati dai sindacati comparativamente più rappresentativi a livello nazionale.
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Lavinia Rizzo, Amalia, and Maristella Croppo. "La prova di accesso per le scuole secondarie ad indirizzo musicale (SMIM): una proposta inclusiva." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (December 2021): 211–21. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-special-2021oa12951.

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Le difficoltà di inclusione tipiche della scuola secondaria di I grado sono note da tempo e, secondo le più recenti indagini, non accennano a diminuire. Al fine di favorire il successo formativo di tutti gli allievi è quindi indispensabile individuare modalità sostenibili per ridefinire l'impostazione del curricolo in senso inclusivo, con l'individuazione di linee di impiego più efficace delle risorse già a disposizione del sistema scolastico. Tra queste risorse, la presenza della musica come disciplina curricolare e il suo potenziamento con l'insegnamento dello strumento musicale nelle scuole secondarie di I grado ad indirizzo musicale rappresentano una grande opportunità che non può essere trascurata. In questa prospettiva, il contributo presenta alcuni risultati di una ricerca che ha coinvolto le scuole secondarie di I grado ad indirizzo musicale del territorio nazionale al fine di individuare linee guida utili a migliorare il livello di inclusione dell'insegnamento dello strumento musicale. In particolare, si presentano i risultati relativi all'elaborazione di una prova di accesso a carattere inclusivo che consenta di far emergere l'attitudine musicale degli allievi con bisogni educativi speciali.
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Lambertucci, Pietro. "Contratto collettivo, rappresentanza e rappresentativitŕ sindacale: spunti per il dibattito." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 124 (March 2010): 551–606. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2009-124001.

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Il saggio, nel ripercorrere il dibattito sulla rappresentanza sindacale nell'impiego privato, propone una disaggregazione dell'analisi, in relazione alla necessitŕ di calare i diversi modelli nei contesti nei quali si esprime il potere negoziale del sindacato. Nello specifico, per quanto riguarda la contrattazione collettiva nazionale di categoria, si aderisce alla tesi che ricostruisce la rappresentanza sindacale come rappresentanza associativa, mentre la rappresentanza sindacale nelle singole aziende si caratterizza come rappresentanza istituzionale (viene, in particolare, individuata la disciplina negoziale sulle rappresentanze sindacali unitarie che derivano il loro potere dalla consultazione elettorale di tutti i dipendenti occupati nell'azienda). L'analisi poi della rappresentativitŕ sindacale, con riguardo alla nozione di sindacato comparativamente piů rappresentativo, si confronta, per un verso, con l'art. 39 Cost. e si conclude, per altro verso, con l'osservazione che i contratti collettivi ai quali la legge connette effetti legali richiedono "l'unitŕ contrattuale" del sindacato. Si propone, infine, un intervento legislativo volto a generalizzare l'esperienza delle rappresentanze sindacali aziendali e a poggiare il richiamo alla maggiore rappresentativitŕ comparata su un meccanismo associativo ed elettorale insieme, in relazione alla devoluzione di funzioni demandate dalla legge.
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Agliata, Francesco, and Danilo Tuccillo. "L'evoluzione del Progetto Insurance dello IASB e i possibili riflessi nel bilancio delle imprese assicuratrici." FINANCIAL REPORTING, no. 3 (October 2011): 75–105. http://dx.doi.org/10.3280/fr2011-003004.

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Il presente lavoro esamina le tendenze evolutive in atto nel procedimento di rendicontazione economico-finanziaria delle imprese di assicurazione conseguenti all'applicazione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS. L'obiettivo della ricerca, condotta con taglio prevalentemente deduttivo, è verificare/dimostrare come alcuni postulati del modello di bilancio promossi dalpossano ritenersi applicati o disattesi - a seguito della disciplina dettata daldello IASB - nello specifico ambito pertinente l'industria assicurativa. L'indagine, pertanto, si rivolge inizialmente e brevemente ad esaminare da un punto di vista economico-aziendale gli aspetti caratteristici dell'attività assicurativa e l'impostazione della prassi contabile nazionale riguardante le componenti economiche/ patrimoniali tipiche delle imprese di assicurazione. Dopo di che, è posta attenzione alle problematiche ed agli aspetti evolutivi dell', anche alla luce dei contenuti dellericevute dallo IASB a seguito della emanazione dell'ED/2010/8; infine, nell'ultimo paragrafo, in relazione a quanto discusso in precedenza, si compie un'analisi su come e se possano reputarsi applicati quei postulati del modello IASB anzidetti; si tenta altresì una comparazione, unicamente ove possibile, tra i probabili riflessi desumibili a seguito dell'adozione di un sistema di(previsto nella Fase I) o di(prescelto nella Fase II).
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Cignetti, Luca, Silvia Demartini, Simone Fornara, and Vincenzo Todisco. "Editoriale." DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no. 1 (November 9, 2021): VII—VIII. http://dx.doi.org/10.33683/didit.21.01.00.

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Prende l’avvio, con questo fascicolo, DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, una nuova rivista scientifica nata dalla collaborazione tra il Centro competenze didattica dell’italiano lingua di scolarizzazione del Dipartimento formazione e apprendimento della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana e l’Alta scuola pedagogica dei Grigioni. Alla rivista partecipano quindi due istituzioni universitarie che si occupano della formazione degli insegnanti del Ticino e dei Grigioni, i due cantoni svizzeri in cui l’italiano è lingua ufficiale (nei Grigioni accanto al tedesco e al romancio): un contesto del tutto particolare, che vede l’italiano insieme lingua di scolarizzazione e lingua prima (in Ticino e nel Grigioni italiano), lingua seconda (in Ticino) e lingua straniera nella scuola dell’obbligo (nella parte tedesca del Canton Grigioni). In una realtà così peculiare dal punto di vista linguistico e culturale, DIDIT intende offrire uno strumento di ricerca e aggiornamento rivolto a chi opera, per ragioni di studio o di lavoro, nell’ambito della didattica dell’italiano come lingua prima, come lingua seconda o come lingua straniera. Vista la particolare situazione linguistica del Canton Grigioni, del limitrofo Alto Adige e tenuto conto delle diverse altre lingue presenti sul territorio grigionese e ticinese accanto alle lingue ufficiali, la nuova rivista prende in considerazione anche la ricerca sulla didattica del plurilinguismo. In questo senso la rivista si presenta come luogo di scambio scientifico privilegiato e unico nel panorama delle pubblicazioni scientifiche presenti sul territorio nazionale svizzero e come uno dei pochi strumenti a livello internazionale che prendono in esame l’italiano nei diversi contesti di insegnamento; l’obiettivo sul medio-lungo termine è di configurarsi come un punto di riferimento nel campo degli studi sulla didattica dell’italiano e del plurilinguismo, caratterizzati dal costante connubio tra dimensione teorica e dimensione applicativa. DIDIT è divisa in tre sezioni: Studi e ricerche, Esperienze didattiche e Recensioni e segnalazioni. La prima, affidata alla penna di studiose e studiosi di chiara fama nel settore della didattica della lingua e della letteratura italiana (in questo primo numero Maria G. Lo Duca e Giuliana Fiorentino e, per la tematica del plurilinguismo, Ruth Videsott), accoglie approfondimenti teorici su temi afferenti agli ambiti didattici sopra ricordati. La seconda è dedicata a esempi di applicazioni e percorsi didattici, affidati a studiose e studiosi, ricercatrici e ricercatori, docenti attive e attivi nella scuola di ogni ordine e grado (in questo numero Livia Radici Tavernese, Daniele Dell’Agnola, Stefania Crameri e Daniela Kappler). La terza presenta, infine, recensioni di libri e studi che possono contribuire all’innovazione didattica nelle discipline di riferimento e a segnalazioni di opere – come albi illustrati, poesie, raccolte di racconti e romanzi – rivolte a lettori di diverse fasce di età. Tenuto conto dei contesti minoritari con cui si vede confrontato l’italiano in Svizzera, la rivista ambisce a diventare anche uno strumento per il sostegno e la promozione della lingua italiana in questo contesto nazionale, e non solo. In tal senso, si propone di estendere il proprio orizzonte agli studi sulla didattica dell’italiano in un’accezione ampia, che accolga prospettive plurali e sguardi capaci di spaziare dalla teoria all’applicazione pratica, avendo sempre come obiettivo di fondo un aggiornamento costante sulle strategie, sui metodi, sulle ricerche volte a migliorare e a innovare l’insegnamento dell’italiano. In tal modo la rivista garantisce lo scambio e la comunicazione tra il mondo della ricerca e quello della scuola, a livello nazionale e internazionale: attraverso la scelta dei temi, degli ambiti di ricerca e di riflessione, DIDIT vuole così rispondere alle sfide didattiche e teoriche poste alla disciplina e stimolare il dibattito scientifico e pubblico.
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Cavaliere, Stefania. "Prospettive giuseconomiche dell'orange economy." ECONOMIA PUBBLICA, no. 2 (June 2022): 273–93. http://dx.doi.org/10.3280/ep2022-002004.

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Il lavoro intende approfondire le peculiarità della Orange economy, un nuovo tipo di economia collegata alle imprese operanti nel campo della cultura, dell'arte e della creatività, che sta avendo un importante sviluppo soprattutto negli ultimi anni. Essa postula un radicale cambio di paradigma, non solo e non tanto nel modo di approcciare l'economia stessa, bensì nel modo di considerare i sistemi di produzione e consumo di beni e servizi. Il settore in oggetto, pur dimostrando una crescita sia in termini di valore aggiunto, sia in termini di occupazione, almeno in Italia, non è ancora approdato a una disciplina organica, a causa della difficoltà di inquadrare in maniera esaustiva le attività che ne fanno parte e a causa della sua multidisciplinarietà. I policy makers, tuttavia, consapevoli delle concrete possibilità di sviluppo per il Paese e del contributo alla modernizzazione del sistema produttivo, della società e dell'industria offerte dall'Orange economy hanno sentito il bisogno di mettere a disposizione di questo comparto congrui finanziamenti, soprattutto attraverso le misure del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ciò evidenzia come questa nuova economia potrebbe trovarsi davanti a una vera e propria svolta e contribuire a realizzare quella "crescita intelligente, sostenibile e inclusiva" voluta dall'Unione europea.
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Monti, Fiorella, Alessandra Farneti, and Alessandra Sansavini. "Dalla psicologia dell'età evolutiva alla psicologia dello sviluppo." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (October 2021): 227–42. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12609.

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Il presente lavoro ripercorre alcune tra le principali ricerche nell'ambito della psicologia dell'età evolutiva, avviate dai primi allievi di Renzo Canestrari a partire dagli anni '50 del secolo scorso. In particolare, rilegge il percorso accademico degli allievi Marco Walter Battacchi e Giuliana Giovanelli, che hanno ricoperto la I e la II Cattedra di Psicologia dell'Età Evolutiva, poi Psicologia dello Sviluppo, nell'Ateneo di Bologna, ricordandone i principali contributi scientifici e didattici.Tra questi, i contributi, su numerosi temi, di Battacchi (il ritardo mentale, le difficoltà dei figli degli immigrati italiani in Germania, il pregiudizio etnico, la delinquenza minorile, lo sviluppo del pensiero e delle emozioni e i rapporti con il linguaggio e la teoria della mente) e di Giovanelli (modalità di valutazione e comunicazione tese a valorizzare le potenzialità di ogni bambino/a, psicologia della percezione, del tempo, del neonato a termine e pretermine e dei primi processi percettivi, cognitivi e linguistici) hanno dato un apporto innovativo e ampiamente riconosciuto a questa disciplina e ai primi 50 anni di storia dell'Istituto, poi Dipartimento, di Psicologia. Le loro idee e i loro lavori pioneristici hanno costituito un fondamentale riferimento per i nuovi gruppi di ricerca in ambito evolutivo sia nell'Ateneo di Bologna che a livello nazionale e internazionale.
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Korzycka-Iwanow, Malgorzata, and Pawell Wojciechowski. "Le strutture della sicurezza alimentare in Polonia." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 3 (March 2010): 151–90. http://dx.doi.org/10.3280/aim2008-003007.

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Il presente articolo affronta il tema delle strutture della sicurezza alimentare in Polonia. Nella prima parte viene presentata la disciplina comunitaria quale fattore determinante le predette strutture. La seconda parte tratta questioni più generali, quali le strutture della pubblica amministrazione e il sistema delle fonti di diritto in Polonia, per passare poi ad argomenti più puntuali concernenti le strutture della sicurezza alimentare e la relazione tra la normativa nazionale e la normativa comunitaria in materia. Nella terza ed ultima parte, vengono esaminati in modo dettagliato gli organi costituenti le strutture della sicurezza alimentare in Polonia, iniziando dai ministri per passare poi all'analisi della composizione, dei compiti e delle competenze degli organi centrali dell'amministrazione governativa e degli organi territoriali dell'amministrazione unita e non unita competenti in materia di sicurezza alimentare. In conclusione l'Autrice constata che l'attuale struttura degli organi che hanno compiti relativi alla sicurezza alimentare in Polonia è complessa, poiché si è formata in diversi periodi ed è basata su diversi criteri. Nel processo di adattamento del diritto polacco alle esigenze comunitarie, le nuove competenze e compiti risultanti dalle norme del diritto comunitario sono stati attribuiti, per ragioni di urgenza, agli organi esistenti incaricati già di compiti e competenze in altre materie. Per cui l'Autrice sostiene che è auspicabile effettuare una riforma delle strutture della sicurezza alimentare in Polonia.
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Chiaromonte, William. "L'accesso al mercato del lavoro nazionale degli stranieri altamente qualificati fra diritto dell'Unione europea e disciplina italiana: la direttiva 2009/50/CE ed il d.lgs. 108/2012." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 4 (April 2013): 13–36. http://dx.doi.org/10.3280/diri2012-004002.

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Spagnolo, Antonio G., and Elio Sgreccia. "L’insegnamento di bioetica nei Diplomi Universitari della sanità." Medicina e Morale 47, no. 6 (December 31, 1998): 1121–40. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.814.

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Lo spostamento nell’ambito universitario del luogo di formazione di molte figure professionali dell’area sanitaria, mediante l’istituzione di specifici corsi di Diploma Universitario (DU), ha richiesto anche un livello universitario di formazione bioetica. Gli obiettivi, contenuti nelle tabelle ministeriali, sono quelli di permettere agli allievi di acquisire durante il corso la capacità di valutare i propri comportamenti, di conoscere i principi bioetici generali e quelli specifici che costituiscono le basi del consenso informato e delle valutazioni di pertinenza dei Comitati di bioetica, di approfondire le tematiche etico-deontologiche nella cura e nell’assistenza delle persone. L’articolo, che costituisce uno dei capitoli di un “manuale di bioetica” specificamente rivolto agli allievi e ai docenti dei DU, intende fare il punto sul problema dell’insegnamento della bioetica, considerando alcuni aspetti. Innanzitutto, la collocazione più opportuna della disciplina nell’ambito dei corsi integrati. Gli autori, presentando l’esperienza della Facoltà di Medicina chirurgia dell’Università Cattolica del S. Cuore e tenendo conto anche delle indicazioni in materia del Comitato Nazionale per la Bioetica, propongono l’inserimento della bioetica sin dal primo anno di corso e non solo all’ultimo come previsto dalle tabelle ministeriali. Circa gli obiettivi che gli allievi dovrebbero raggiungere, viene sottolineata la necessità di far sviluppare una maggiore consapevolezza e un’adeguata capacità di analisi razionale dei dilemmi morali nella professione, preparando lo studente ad accettare le responsabilità derivanti dal suo ruolo di operatore sanitario sia come singolo che come membro di una équipe. Metodologicamente, viene proposto di programmare un modulo di insegnamento in parte integrato ad altre materie per far cogliere l’aspetto pratico della bioetica, in parte distinto per comprende il nucleo teoretico che ci deve essere dietro ad ogni decisione etica. Infine, viene proposta la formazione di una specifica figura di docente di bioetica, per la quale andrebbe previsto e strutturato un corrispondente itinerario formativo risultante il più possibile da una integrazione di competenze disciplinari diverse.
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Franzina, Pietro. "La disciplina internazionalprivatistica italiana della protezione degli adulti alla luce di una recente pronuncia = A recent decision involving the Italian rules of private international law on the protection of adults." CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 12, no. 1 (March 5, 2020): 219. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2020.5186.

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Riassunto: Una recente pronuncia del Tribunale di Belluno offre l’occasione per discutere le difficoltà che circondano l’applicazione delle norme italiane di diritto internazionale privato relative alla protezione delle persone maggiorenni che, a causa di un un’infermità o di menomazioni psichiche o fisiche, non sono in grado di provvedere ai propri interessi. Investito di un’istanza per la nomina di un amministratore di sostegno, il Tribunale ha affermato la sussistenza della giurisdizione italiana in ragione del fatto che la beneficiaria della misura di protezione –una cittadina macedone– aveva la propria residenza in Italia; circostanza rilevante, si legge nel provvedimento, tanto ai sensi dell’art. 3 quanto ai sensi dell’art. 9 della legge italiana di diritto internazionale privato (legge n. 218/1995), le norme generali riguardanti, rispettivamente, la giurisdizione contenziosa e quella volontaria. Quanto alla legge applicabile, il Tribunale ha innanzitutto rilevato che l’art. 43 della legge italiana di diritto internazio-nale privato richiama la legge nazionale della persona di cui trattasi, cioè, nella specie, la legge macedone. Si è dunque preoccupato di accertare se le norme macedoni sui conflitti di leggi richiamassero una legge diversa, ed è giunto alla conclusione che queste rinviassero nel caso di specie alla legge italiana. Anche il diritto internazionale privato macedone assoggetta in via ordinaria la protezione degli adulti alla legge del paese di cittadinanza dell’interessato, ma esiste nel sistema macedone una clausola di eccezione di carattere generale che, in un caso come quello considerato, interamente collegato con l’Italia (a parte la cittadinanza della beneficiaria) corregge il richiamo predetto e riconduce la fattispecie sotto il diritto italiano. Da qui, in forza dell’art. 13 della legge italiana di diritto internazionale privato, in tema di rinvio, l’applicabilità del diritto italiano. L’articolata argomentazione che sorregge la pronuncia, in sé convincente, mette in luce le ragioni per le quali l’assetto normativo attuale appare inadeguato a soddisfare gli interessi che oggi dominano la materia, quali risultano in particolare dalla Convenzione delle Nazioni Unite del 2006 sui diritti delle persone con disabilità. La ratifica italiana della Convenzione dell’Aja del 2000 sulla protezione internazionale degli adulti comporterebbe, si sostiene nell’articolo, vantaggi significativi. Parole chiave: disabilità; capacità; supporto nella assunzione di decisioni; competenza giurisdizionale; procedimenti contenziosi e volontari; legge applicabile; rinvio; clausola di eccezione. Abstract: A recent decision by the Tribunal of Belluno provides the opportunity to discuss the difficulties that surround the application of the Italian rules of private international law concerning the protection of adults who, by reason of an impairment or insufficiency of their personal faculties, are not in a position to protect their interests. Seised of a request for the appointment of an “amministratore di sostegno” (a person charged with assisting the adult concerned in the taking of particular decisions), the Tribunal found it had jurisdiction on the ground that the person for whom the protection was sought – a national of Macedonia – resided in Italy. As noted by the Tribunal, this provided a sufficient basis for jurisdiction under both Article 3 and Article 9 of the Italian Statute on Private International (Law No 218 of 1995), concerning jurisdiction over contentious and non-contentious proceedings, respectively. As regards the applicable law, the Tribunal observed at the outset that, pursuant to Article 43 of the Italian Statute, the protection of adults is governed by the law of the State of nationality of the adult concerned, that is, in the circumstances, the law of Macedonia. The Tribunal went on to assess whether the conflictof-laws rules in force in Macedonia refer, in turn, to the law of the different country, and found that they refer the matter back to Italian law. Like the Italian Statute, the Macedonian Statute of Private International Law provides that the protection of adults be governed by the law of nationality of the adult in question. However, the Macedo-nian Statute includes a general exception clause pursuant to which, in the Tribunal’s view, the case must rather be considered to be governed by Italian law, given that the case is con-nected with Italy in all respects, apart from the nationality of the person concerned. Hence, according to Article 13 of the Italian Statute, on renvoi, the application of Italian law. The Tribunal’s complex reasoning, while persuasive in itself, illustrates the reasons why the cur-rent legal landscape hardly suits the interests underlying this area of law, in particular as they result from the United Nations Convention on the rights of persons with disabilities of 2006. The paper argues that the picture would significantly improve if Italy ratified the Hague Convention of 2000 on the international protection of adults. Keywords: disability; capacity; assisted decision-making; jurisdiction; contentious and non-contentious proceedings; applicable law; renvoi; exception clause.
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Hughes, David. "La Sociologia medica nel Regno Unito: costruire una tradizione di ricerca all'ombra del Servizio Pubblico Sanitario Nazionale." SALUTE E SOCIETÀ, no. 2 (October 2012): 23–41. http://dx.doi.org/10.3280/ses2012-002003.

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British medical sociology emerged in the shadow of a publicly-funded National Health Service, and the need for evidence to support the development of policy and services. Although the initial focus was on applied problems, largely defined by the medical profession, a combination of permissive leadership in the early research centres and the desire of research administrators to widen research agendas, gave medical sociologists considerable latitude to developed distinctive research programmes. By the 1970s British medical sociologists were turning their attention to focused studies of interaction in health care settings, on the one hand, and professional power, structural interests, social disadvantage and gender, on the other. But this shift from applied empirical research to studies that drew more explicitly on sociological theory was halted and even reversed as the research funding climate changed, and the emphasis shifted to large multi-site, multi-disciplinary studies. While the ESRC still supports some basic social scientific research and medical sociologists also find work in multidisciplinary projects examining contemporary problems, sociological concepts are increasingly likely to be blended with concepts from other disciplines in final reports. British medical sociology is no longer an infant sub-discipline, but it still remains in many ways a marginal enterprise, uncertain of its identity and its place in the health research division of labour.
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Vitale, Carmen. "Percorsi di valorizzazione sostenibile del patrimonio culturale e promozione turistica: la disciplina degli itinerari enogastronomici per lo sviluppo dei territori." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 2 (January 2021): 43–61. http://dx.doi.org/10.3280/aim2018-002004.

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Il presente contributo si propone di ricostruire la disciplina degli itinerari enogastronomici, attraverso l'analisi delle fonti regionali, nazionali ed europee per ricostruirne le principali questioni applicative e le prospettive. Come si dirà, gli itinerari eno-gastronomici e più in generale quelli culturali possono diventare un importante strumento di valorizzazione e sviluppo locale, poiché sono in grado di mettere insieme pubblico e privato, turismo, paesaggio e patrimonio culturale.
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Mazzoli, Lella. "Per una metacultura della valutazione, fra saperi nazionali e pratiche disciplinari." SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE, no. 100 (October 2013): 17–22. http://dx.doi.org/10.3280/sr2013-100003.

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da Empoli, Domenico. "The Italian Law for the Protection of Competition and the Market." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 69–78. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344956.

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Abstract Gli studi attinenti alla «politica della concorrenza” sono uno dei settori nei quali da maggior tempo collaborano economisti e giuristi, dato che, in assenza di questa cooperazione, i soli strumenti di cui dispone l’economista, senza quelli del giurista, non sono sufficienti ad interpretare ed applicare le norme antitrust.Soprattutto sulla spinta di queste esigenze si è sviluppato nelle Università americane l’insegnamento di corsi di «Law and Economics», disciplina ormai consolidata.Da un punto di vista intellettuale, pertanto, non vi è dubbio che il tema della concorrenza sia di particolare interesse.Peraltro, già da qualche tempo le opinioni degli studiosi circa gli effetti della politica della concorrenza e, quindi, sull’opportunità di introdurre una specifica legge al riguardo e, poi, di applicarla in modo rigoroso, non sono molto concordi.L’atteggiamento critico nei riguardi dell’intervento pubblico che caratterizza l’epoca attuale e che si può sintetizzare nella nozione di «fallimento dello Stato», non ha risparmiato neppure la politica della concorrenza, sui cui effetti sono state avanzate, e permangono, numerose incertezze.Peraltro, se un atteggiamento critico poteva avere un suo fondamento apprezzabile nei momento in cui si discuteva dell’opportunity o meno di introdurre questa legge, non vi è dubbio che, una volta che questa sia entrata in vigore, essa debba essere oggetto di studio, sempre critico, ma costruttivo.Per questo motivo, è apparsa molto utile la pubblicazione su questo numero di Economia delle Scelte Pubbliche degli atti di un convegno internazionale, organizzato a Reggio Calabria nei dicembre del 1990 dall’Istituto Superiore Europeo di Studi Politici, che ha avuto come oggetto la nuova legge italiana della concorrenza, confrontata con le normative già in vigore presso altri Paesi OCSE, oltre che con la normativa CEE.Assieme ai testi delle relazioni, viene anche pubblicato il testo della legge, sia nella traduzione inglese che in quella francese (ambedue non ufficiali).L’ordine di pubblicazione dei diversi contributi segue il seguente schema: dopo questa presentazione della legge italiana, segue l’articolo di Claudio Menis sulle relazioni tra legislazione CEE e legge italiana. Successivamente, vengono pubblicati (seguendo l’ordine alfabetico per paese) gli scritti che riflettono valutazioni della legge italiana alla luce dell’esperienza nazionale di ciascuno dei Paesi OCSE rappresentati: Belgio (van Meerhaeghe), Francia (Charrier), Germania (Ruppelt), Spagna (Canivell), Svizzera (Baldi) e Regno Unito (Howe).Infine, un articolo di Eric Lacey confronta i lineamenti essenziali della struttura della legge italiana con quelli della media dei Paesi OCSE.La presentazione della legge italiana, non è compito facile per un economista, per la necessità di ricorrere a termini giuridici molto specialistici.La legge considera tre principali fattispecie che sono suscettibili di danneggiare la concorrenza: i cartelli che restringono la libertà di concorrenza, l’abuso di posizione dominante e le concentrazioni.I «cartelli” (o «intese») sono definiti dalla legge come «gli accordi e/o le pratiche concordati tra le imprese, nonché le deliberazioni, anche se adottate ai sensi di disposizioni statutarie o regolamentari, di consorzi, associazioni di imprese ed altri organismi similari». Esse sono vietate quando «abbiano per oggetto, o per effetto, di impedire, restringere o falsare in maniera consistente il gioco della concorrenza all’interno del mercato nazionale o in una sua parte rilevante” (art. 1).L’«abuso di posizione dominante” è vietato dall’art. 3, che include anche una casistica, peraltro non del tutto esauriente, circa situazioni identificabili come abuso di posizione dominante.Le «operazioni di concentrazione», d’altra parte, hanno luogo, secondo l’art. 5, «quando due o più imprese procedono a fusione», «quando uno o più soggetti in posizione di controllo di almeno un’impresa ovvero una o più imprese acquisiscono direttamente o indirettamente [...], il controllo dell’insieme o di parti di una o più imprese», e «quando due o più imprese procedono, attraverso la costituzione di una nuova società, alla costituzione di un’impresa comune». Sulla base dell’art. 6, tali operazioni sono vietate quando costituiscono o rafforzino una posizione dominante sul mercato.L’organo che ha il compito di garantire l’appHcazione della legge è l’Autorità, che è stata creata appositamente e che è composta da quattro membri, più il presidente, nominati sulla base di una determinazione adottata d’intesa dai presidenti dei due rami del Parlamento.Una caratteristica fondamentale del nuovo organo per la tutela della concorrenza è la sua indipendenza dal potere politico, che viene attenuata soltanto a proposito delle operazioni di concentrazione. Come afferma, infatti, l’art. 25, il Consiglio dei Ministri può elaborare criteri di carattere generate che autorizzino operazioni che sarebbero vietate ai sensi dell’art. 6 e, inoltre, può anche vietare specifiche operazioni di concentrazione qualora vi partecipino «enti o imprese di Stati che non tutelano l’indipendenza degli enti o delle imprese con norme di effetto equivalente a quello dei precedenti titoli o applicano disposizioni discriminatorie o impongono clausole aventi effetti analoghi nei confronti di acquisizioni da parte di imprese o enti italiani».Oltre ai poteri d’istruttoria e decisione nei riguardi delle tre fattispecie di cui si è detto, con la possibilità d’imporre anche sanzioni pecuniarie, l’Autorità ha anche poteri conoscitivi e consultivi, sulla cui base può esprimere pareri, o di sua iniziativa o su richiesta del presidente del Consiglio dei Ministri.
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Vivarelli, Maurizio. "role of peer review in the evaluation of research in Italy. Some remarks on the evaluation of PRINs." JLIS.it 14, no. 1 (December 19, 2022): 121–37. http://dx.doi.org/10.36253/jlis.it-500.

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This contribution proposes some remarks on the evaluation and financing mechanisms of PRINs – Progetti di Rilevante Interesse Nazionale, promoted in Italy by the MUR - Ministry of University and Research, in the context of the critical issues and evolution prospects of peer review, of which a summary state of the art is presented. Starting from the partial and incomplete data made available on the MUR website dedicated to PRINs, are listed and examined the projects financed for the current disciplinary sector M-STO/08 (Archival Science, Bibliography and Librarianship), in the years between 1996 and 2020, and those included in other disciplinary areas that have as their subject matters related to the contents of the academic field M-STO/08.
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Dondi, Mirco. "L'emittenza privata tra cambiamento sociale e assenza normativa (1976-1984)." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 298 (June 2022): 278–301. http://dx.doi.org/10.3280/ic298-oa1.

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Il saggio analizza la fase nascente delle televisioni private in Italia e l'autonoma evoluzione del sistema televisivo fino al consolidamento dei tre network nazionali Canale 5, Italia 1, Rete 4. I protagonisti di questa fase sono le piccole televisioni private, i grandi editori e i partiti. Le prime stazioni televisive sono spesso destinate a una breve vita, ma rappresentano un interessante fenomeno di costume che apre la strada ai grandi investitori. Sin dall'inizio degli anni Settanta i principali gruppi editoriali Rizzoli, Rusconi, Mondadori ai quali si aggiunge poi Silvio Berlusconi, entrano nell'emittenza televisiva con l'obiettivo di creare emittenti nazionali, un percorso che si compie attraverso strette relazioni con i partiti politici, soprattutto con la Democrazia cristiana e il Partito socialista. In una fase di piena trasformazione, l'assenza di una disciplina normativa, legata a un calcolo politico dei partiti, gioca a favore degli investitori più forti. La trasformazione dell'etere si accompagna a un processo di mutazione antropologica del pubblico, al quale concorre l'influsso della pubblicità. I mutati gusti del pubblico costituiranno un freno alla sistemazione del settore televisivo.
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Campiotti, Carlo Alberto, Corinna Viola, Matteo Scoccianti, and Giuseppe Alonzo. "Agroalimentare e sviluppo economico sostenibile: energia, efficienza energetica, ambiente e cibo." RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', no. 2 (February 2013): 69–86. http://dx.doi.org/10.3280/riss2012-su2006.

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Nell'ultimo decennio, il sistema agroalimentare nazionale nella sua accezione piů ampia di agricoltura e industria alimentare, ha assunto una configurazione fortemente sistemica, aperta al contributo di diverse discipline e tecnologie. Tale evoluzione ha consentito al sistema agricolo di raggiungere posizioni ragguardevoli se consideriamo che nel complesso l'agroalimentare rappresenta per l'economia italiana un valore di 250 miliardi €, pari a circa 16% del PIL. Il mondo agricolo, nel suo complesso, costituisce ormai uno snodo fondamentale per attivitŕ che riguardano: l'energia, l'ambiente, il cibo, il territorio, il benessere dei cittadini, il sistema economico aree urbane-aree rurali. Il lavoro č focalizzato sul ruolo strategico dell'agroalimentare per gli obiettivi del Pacchetto Europeo 20-20-20 nonché per lo sviluppo economico sostenibile del sistema Paese.
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Colavitti, Giuseppe, and Carlo Vermiglio. "Giustizia disciplinare e avvocatura. Le funzioni giurisdizionali del consiglio nazionale forense tra cornice costituzionale e attualità deontologiche." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 5 (February 2014): 93–106. http://dx.doi.org/10.3280/qg2013-005010.

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Miatto, Enrico. "L'inclusione come un prisma: significati e prospettive di una incursione nel catalogo OPAC del SBN." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 285–95. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9468.

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Анотація:
Il termine 2inclusione" sul piano interpretativo e descrittivo dei fenomeni sociali si offre con una pluralità di significati e di caratteristiche che lo identificano, distinguendolo da altri fenomeni descrittivi dell'umano. Allo scopo di produrre uno stato dell'arte e di cogliere i macro ambiti in cui il termine viene utilizzato, l'articolo propone un'analisi sulla sua presenza nella pubblicistica italiana attraverso l'interrogazione dello strumento On-line Public Access Catalog del Servizio Bibliotecario Nazionale. Focus dell'analisi è il periodo dal 1999 al 2019. Dall'analisi delle occorrenze sono desumibili macrocatergorie a cui i titoli delle opere considerati sono stati ricondotti. Ne emerge un netto slittamento sul versante educativo che alimenta di certo i saperi disciplinari pedagogici
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Oliveri, Luca. "COVID-19." Revista IBERC 3, no. 2 (August 10, 2020): 268–88. http://dx.doi.org/10.37963/iberc.v3i2.118.

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Анотація:
Lo scritto si sofferma sull’emergenza globale che il diffondersi del virus ha causato, analizzando gli effetti che essa potrebbe avere sul sistema sanitario nazionale, a partire dall’insistito richiamo alla solidarietà sociale. In questa ottica, si è cercato di dimostrare come le peculiarità del caso concreto rendano necessaria una valutazione dell’effettivo contenuto delle prestazioni contrattuali tra paziente e struttura sanitaria differente rispetto ai tempi ordinari. Il giudice sembra essere il soggetto posto nelle condizioni migliori per poter apprezzare tali particolarità, senza che si debba procedere all’emanazione di norme emergenziali al fine di disciplinare le conseguenze della crisi sanitaria. Un intervento legislativo, invece, pare essere necessario qualora si faccia riferimento al principio di solidarietà sociale, non attuabile direttamente in via interpretativa.
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Lucidi, Fabio. "Dal modello bio-psico-sociale all'approccio alla salute globale." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (October 2021): 7–12. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-003002.

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Анотація:
Molti anni dopo la proposta di un modello bio-psico-sociale, si parla oggi di Salute Globa-le come diritto umano fondamentale, nel quale salute e malattia sono considerate risultati di processi non solo biologici ma anche economici, sociali, politici, culturali e ambientali, tra-scendendo e superando le prospettive nazionali, così come gli interessi e le possibilità delle singole discipline. Adottando una prospettiva transdisciplinare in un'ottica transnazionale, parlare di Salute Globale vuol dire mettere in primo piano le disuguaglianze che sono presenti in termini di speranza e di qualità di vita, malattie e disabilità così come risorse e opportunità di salute sia all'interno dei Paesi, sia tra di essi, attraverso la ricerca, la formazione e l'intervento in materia di assistenza, prevenzione della malattia e promozione della salute. La Psicologia della Salute ha l'opportunità di contribuire a questo processo portando in esso conoscenze, competenze, prospettive pronte a fondersi in un approccio che mette al centro la soluzione dei problemi e non le discipline che ad essa contribuiscono.
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Antonacci, G., G. De Biase, D. Antonacci, and R. A. Milella. "Potere antiossidante di vini pugliesi." BIO Web of Conferences 15 (2019): 04007. http://dx.doi.org/10.1051/bioconf/20191504007.

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Анотація:
I composti polifenolici presenti nell'uva e nel vino sono stati ampiamente caratterizzati ed è noto che possiedono un alto potenziale antiossidante. Pochi studi sono stati, invece, eseguiti sul potere antiossidante dei vini pugliesi. In questo studio abbiamo esaminato il poter antiossidante di ventisette vini pugliesi, prodotti nel rispetto dei locali disciplinari per la denominazione di origine, DOP e IGP, rappresentativi di uno dei territori più importanti dell'enologia nazionale italiana. I vini ottenuti dalle uve del territorio pugliese, in particolare quelli rossi, sono ottime fonti di sostanze antiossidanti. La ricerca conferma l'elevata correlazione tra il contenuto in PFT e l'attività antiossidante misurata con il metodo ORAC (r = 0.963). Minore correlazione è stata evidenziata tra i PFT e il metodo DPPH (r = 0.538).
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Rossi, C. E. "Research in the Automotive Industry." Proceedings of the Institution of Mechanical Engineers, Part D: Transport Engineering 200, no. 2 (April 1986): 149–58. http://dx.doi.org/10.1243/pime_proc_1986_200_174_02.

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Анотація:
Industrial research as a source of technological innovation has acquired a central role in companies in the 1980s. Large manufacturing companies have been developing research systems made of structures co-ordinated with and complementary to one another, in an effort to achieve a rapid and proper flow of innovation. This paper discusses the research system of the Fiat Group, with special attention being paid to the inter-disciplinary, integrated research project developed by the Fiat Research Centre in co-operation with the ‘Progetto Finalizzato Trasporti’ drawn up by Consiglio Nazionale delle Richerche (CNR). Such a project implies the design and development of a research car aimed at becoming a reference for future projects for the energy saving cars to be produced in the 1990s.
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Bastianelli, Laura, Alessandro Bianchi, Francesco Bottaccioli, Raffaella Cardone, Ines Romy Cutrona, Gianangelo Palo, Fabio Sinibaldi, Emanuela Stoppele, Giulia Tossici, and Laura Vaccaro. "Un nuovo paradigma per le scienze e le professioni psicologiche e psichiatriche." PNEI REVIEW, no. 1 (April 2021): 12–69. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2021-001002.

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Proposte della Commissione nazionale Discipline Mentali della Società Italiana di Psiconeuroendocrinoimmunologia (Dis.Men Sipnei) per il rinnovamento delle scienze e delle pratiche psicologiche e psichiatriche. A più di 80 anni dalla morte di Freud, registriamo due fenomeni simultanei: da un lato il profondo ridimensionamento dell'influenza della psichiatria biologica e dall'altro lato la dissoluzione dell'ortodossia in psicologia. Questa doppia crisi ha innescato alcuni cambiamenti rilevanti: ha favorito la convergenza e la contaminazione tra le diverse tradizioni psicologiche e ha fatto crescere la reputazione del professionista "psi" e del lavoro psicologico quale intervento efficace sulla salute umana. Un fenomeno indubbiamente positivo che, tuttavia, presenta un profilo, a giudizio degli autori, negativo: la tendenza ad affidarsi all'empirismo e all'eclettismo clinico, accantonando la riflessione e il dibattito sui nodi della teoria e della prassi psicologica. Per questo gli autori ritengono opportuno e utile avanzare una riflessione di fondo su cui incardinare proposte operative.
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Dammacco, Gaetano. "Riflessioni sul diritto di satira e i suoi limiti." Studia z Prawa Wyznaniowego 23 (December 30, 2020): 101–21. http://dx.doi.org/10.31743/spw.10355.

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La satira è un paradigma estremo della libertà di espressione, ma esistono incertezze sulla sua definizione concettuale e sulla relativa disciplina giuridica. Lo sviluppo della comunicazione ha prodotto numerose figure letterarie simili tra loro come la cronaca (una registrazione impersonale e non interpretativa di fatti accaduti), la critica (analisi soggettiva e giudizio relativi a fatti accaduti) e la satira (critica sarcastica di personaggi, comportamenti, modi di fare individuali con scopo di denuncia sociale). Gli elementi che caratterizzano la satira, sviluppatisi nel corso dei secoli, sono sostanzialmente due: attenzione alle contraddizioni (della politica, della società, della religione, della cultura) e intento moralistico per promuovere un cambiamento sociale. La satira religiosa colpisce il potere ecclesiastico e le sue contraddizioni, ma colpisce anche i simboli religiosi e i contenuti delle religioni. Ne conseguono differenti conseguenze giuridiche. Quando colpisce il patrimonio di fede dei credenti essa non è accettabile. La satira religiosa genera una specie di conflitto tra differenti valori costituzionali, e cioè tra il diritto alla libera espressione del pensiero e il diritto alla reputazione e alla tutela del sentimento religioso. Il diritto di satira in generale è riconosciuto dagli ordinamenti giuridici (sia internazionali, sia nazionali) come diritto soggettivo di rilevanza costituzionale, che deriva dalla libertà di espressione e di pensiero. Pensiero, coscienza e religione – per esempio nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea – sono omologhi (come beni giuridici o valori etici). Pertanto pensiero, coscienza e religione non possono essere in contrapposizione tra loro. Notevoli incertezze esistono sulla disciplina giuridica del diritto di satira, che non può mai offendere i diritti fondamentali della persona, la sua dignità, la sua reputazione. La Carta di Nizza ha favorito un orientamento, che considera il diritto di libera espressione nella sua forma più ampia ed espansiva. È tuttavia sempre stato affermato il valore prevalente dei diritti umani fondamentali, che non possono essere offesi dall’esercizio del diritto di satira. Negli ordinamenti giuridici nazionali, la forza del diritto di satira consiste nel riconoscimento del suo rango costituzionale, ma anche nei limiti che deve avere. La giurisprudenza ha elaborato i vincoli “formali”, tra i quali i più importanti sono il limite della continenza e della funzionalità.
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Cassata, Francesco. "Campo gamma. Energia nucleare, Guerra fredda e circolazione transnazionale dei saperi scientifici in Italia (1955-1960)." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 294 (December 2020): 235–68. http://dx.doi.org/10.3280/ic294-oa2.

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L'articolo prende in esame il programma di mutagenesi in agricoltura, realizzato dal Comitato nazionale per le ricerche nucleari, a partire dal 1955, attraverso la costituzione di uno specifico sistema tecnologico e sperimentale: il cosiddetto "campo gamma", un campo circolare con al centro un radioisotopo di Cobalto-60. Emettendo raggi gamma, il Cobalto-60 produceva mutazioni genetiche nelle piante collocate in cerchi concentrici attorno alla sorgente. Il campo gamma venne inaugurato nel gennaio 1960 all'interno del Centro studi nucleari della Casaccia, grazie a una fonte radioattiva resa disponibile dal governo statunitense nell'ambito del programma Atoms for Peace. L'articolo analizza, in primo luogo, come la circolazione transnazionale del modello statunitense di mutation breeding sia stata fondamentale nel processo di istituzionalizzazione della genetica agraria in Italia; in secondo luogo, l'articolo dimostra come la costruzione di un immaginario sociotecnologico incentrato sul campo gamma sia stata parte integrante di tale processo di demarcazione scientifico-disciplinare.
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Piccioni, Luigi. "Una protezione della natura "alla francese"? Note e riflessioni su un recente convegno." SOCIETÀ E STORIA, no. 132 (July 2011): 359–67. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-132006.

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Анотація:
Fino a tempi recenti la storiografia francese sulla protezione della natura e dell'ambiente č sembrata non riuscire a competere con quelle di altri grandi paesi industriali come la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e la Germania. Il convegno "Une protection de la nature et de l'environnement À la française?" tenutosi a Parigi nel settembre 2010 e organizzato dalla neonatain occasione del cinquantesimo anniversario della promulgazione della legge quadro francese sui parchi nazionali, č servito a fare il punto sugli studi francesi in materia e ha mostrato come essi sperimentino al contrario una notevole fase di espansione e di affinamento qualitativo. Il convegno č stato caratterizzato dalla partecipazione di studiosi di diverse nazionalitÀ e di diverse discipline ma anche di funzionari pubblici, esponenti politici e militanti. L'autore illustra gli svolgimenti del colloquio inquadrandoli nel contesto dell'evoluzione degli studi di storia ambientale.
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Redaelli, Riccardo. "Presentazione." STORIA URBANA, no. 128 (February 2011): 5–10. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-128001.

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Анотація:
La politicizzazione dell'identitŕ etnica e culturale, la creazione di unper la definizione di un gruppo sociale basato su di un atteggiamento dicotomico verso l'Altro, la competizione per il controllo di un medesimo territorio hanno sempre rappresentato delle potenti forze che muovono la storia, in particolare dopo la nascita in Europa del modello di "stato nazionale". Da qui, l'idea di una serie di fascicoli che, in linea con la tradizione di «Storia urbana», cerchino di favorire una riflessione multidisciplinare - quasi a camminare fra gli interstizi e i confini metodologici di diverse discipline - per analizzare il complesso rapporto fra territorio, autoritŕ centrali, autoritŕ tradizionali e meccanismi identitari all'interno di odierne sintesi statuali particolarmente significative. Muovendo da una prospettiva storico-politica, e con un approccio comparativo, ci si propone di analizzare, in diversi fascicoli, alcuni casi particolarmente significativi della contemporaneitŕ storica (come il conflitto etno-religioso urbano, in Iraq, Iran e cosě via), partendo da questo numero sulle, pur non volendo ridurre la pluralitŕ etnoidentitaria su di un territorio alla sola dimensione del conflitto e della contrapposizione.
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