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Дисертації з теми "Diritto tributario internazionale"

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1

Staltari, Erik <1992&gt. "Tassazione del commercio elettronico internazionale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12373.

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Анотація:
Viene esaminata la tassazione del commercio elettronico internazionale, con riferimento all'imposizione diretta e indiretta, nonché le problematiche date dall'applicazione dei tradizionali principi di fiscalità internazionale. Viene trattata anche la disciplina di contrasto al BEPS.
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2

Faggion, Mauro <1976&gt. "L'evoluzione dell'arm's lenght principle nella dimensione internazionale e comunitaria." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/9122/1/tesi%20definitiva_17_06_2019%20%283%29.pdf.

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3

Rigon, Anna Paola <1989&gt. "Transfer pricing: i risvolti della disciplina internazionale sull'ordinamento interno." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5371.

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Анотація:
Con la liberalizzazione dei mercati e la successiva internazionalizzazione delle attività, si è osservato un forte aumento delle operazioni commerciali transnazionali, intercorrenti anche tra imprese facenti capo ad un medesimo soggetto economico, ovvero il gruppo multinazionale. Tra le politiche che caratterizzano quest’ultimo, la determinazione del prezzo di trasferimento, cd. transfer pricing, è l’oggetto di analisi delle transazioni concluse tra le rispettive unità componenti. In un’ottica di ottimizzazione del risultato globale, è possibile rilevare l’alterazione dei corrispettivi suindicati, poiché pattuiti a condizioni differenti da quelle che contraddistinguono soggetti indipendenti svincolati da rapporti commerciali o finanziari, facendo sì che questi non siano conformi al principio di libera concorrenza o Arm’s Length Principle. Esso rappresenta la garanzia per un trattamento fiscale paritario tra le imprese associate e quelle che operano indipendentemente sul libero mercato, in quanto il prezzo di trasferimento può essere concepito come strumento volto allo spostamento di ricchezza, intesa come minor costo o maggior ricavo in capo al soggetto controparte, attribuendo così al transfer pricing i caratteri di fenomeno elusivo. Al fine di contrastare tale eventualità, si riscontrano molteplici interventi da parte di organizzazioni internazionali, finalizzati ad eliminare le alterazioni in esame mediante l’introduzione di metodi per la quantificazione del prezzo di trasferimento che riproduca il principio di libera concorrenza. Dato il carattere sovranazionale della disciplina, ciascuno Stato è invitato a recepire nel proprio ordinamento giuridico-tributario quanto concordato dalle citate organizzazioni in merito al transfer pricing, con particolare attenzione ai criteri per la determinazione dei prezzi di trasferimento, alla rispettiva documentazione che il contribuente deve fornire all'Amministrazione finanziaria e alla regolamentazione delle linee guida dirette alle autorità fiscali.
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4

Baesse, Enrica <1994&gt. "Il regime Patent Box tra normativa italiana ed internazionale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15751.

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Анотація:
Nello scenario economico moderno, la continua ricerca di innovazione come chiave di successo aziendale, ha portato i diritti di proprietà intellettuale a ricoprire un ruolo fondamentale nelle scelte strategiche di crescita sostenibile. L’elaborato mira ad introdurre il tema del Patent Box dapprima ponendo l’attenzione sugli effetti che lo stesso può avere sull’attività reale in uno scenario di concorrenza fiscale dannosa. Dopo una breve presentazione del regime Patent Box italiano e un’analisi dell’evoluzione normativa interna, il testo dedica un lungo approfondimento agli aspetti caratterizzanti del programma nazionale, studiandone l’ambito oggettivo e soggettivo di applicazione, il metodo di calcolo e la procedura di ruling prevista per l’accesso. Infine, l’ultima parte affronta una disamina dei principali regimi Patent Box applicati in Europa e nel mondo, attraverso cui è possibile valutare la convenienza di ognuno e l’apporto che ogni singolo Paese ha dato per il bene dei propri contribuenti. Tra questi compariranno dei casi di Paradisi fiscali europei la cui interpretazione del regime agevolativo è stata considerata non conforme alle direttive OCSE e per questo aboliti.
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5

Mascitti, Marina <1970&gt. "Dal Ruling di Standard Internazionale agli Accordi Preventivi per le imprese con attività internazionale. Il tax ruling italiano tra contesto europeo e profili sovranazionali." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/8954/1/Mascitti_Marina_Tesi.pdf.

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Анотація:
Ripercorrere l’evoluzione domestica del “Ruling Internazionale”, dall’ormai abrogato articolo 8, D.L. n. 269/2003, fino agli “Accordi Preventivi per le imprese con attività internazionale”, di cui al nuovo articolo 31-ter del D.P.R. n. 600 del 1973, ha significato prendere atto, contestualmente, del mutato scenario internazionale rispetto alle problematicità sollevate dai c.d tax rulings opachi.
Follow the domestic evolution of the "International Ruling", from the now repealed article 8, D.L. n. 269/2003, up to the "Preventive Agreements for companies with international activities", of the new article 31-ter, D.P.R. n. 600/1973, has meant to take note, at the same time, the international change of attitude towards non-transparent rulings.
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6

Guermani, Maria Luisa <1975&gt. "Lo scambio automatico di informazioni: ambito comunitario e internazionale a confronto." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/7991/1/guermani_marialuisa_tesi.pdf.

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Анотація:
Lo scambio automatico di informazioni è sostenuto dalla comunità internazionale quale modalità principale in grado di assicurare efficacia alla lotta contro l’evasione fiscale. L’OCSE, su mandato del G20, e a seguito dell’introduzione da parte della disciplina FATCA è stata incaricata di redigere un modello di comunicazione da utilizzare a livello mondiale per l’invio delle informazioni di carattere finanziario. In ambito europeo, la previgente direttiva 77/799 è stata abrogata per rendere obbligatorio lo scambio automatico di informazioni relativamente a determinate categorie reddituali. Tale direttiva è stata progressivamente ampliata nel suo ambito di applicazione fino a ricomprendere oltre allo scambio di dati finanziari anche lo scambio di ruling, delle informazioni delle multinazionali e delle informazioni sulla ricerca del beneficiario effettivo così come rileva nella disciplina antiriciclaggio. Il quadro giuridico si è progressivamente arricchito e modificato di nuovi strumenti normativi per i quali è necessario delimitarne l’ambito di applicazione. Definire lo scambio automatico di informazioni come nuovo standard internazionale non implica unicamente l’utilizzo di un modello di comunicazione comune. Occorre anche predisporre un sistema giuridico in grado di garantire la tutela del contribuente i cui dati fiscali e finanziari vengono scambiati in massa. Se da un lato quindi, le modalità di realizzazione dello standard in ambito comunitario e internazionale sono sempre più convergenti, attualmente il meccanismo di tutela dei contribuenti non risulta essere stato oggetto di valutazioni condivise, rimanendo sostanzialmente rimesso alle disposizioni interne, con conseguente mancanza di uniformità della tutela dei contribuenti.
International Organizations, such as the OECD or G20 has been supporting the Automatic Exchange of Information in fiscal matters as a key factor in the fight against tax evasion and elusion. The OECD, on behalf of Ministers of Finance and Governors of the Central Banks, following the entry into force of FATCA legislation has implemented a Model of Communication for Financial Information, known as “Common Reporting Standard”. At European level, the previous Directive n. 77/799 regarding administrative assistance in tax matters has been repealed in order to enlarge and include the mandatory automatic exchange of information as well as new other methods of cooperation. The new Directive has been amended five times so as to include not only exchange of financial information but also rulings, country by country reports, information on the beneficial owner deriving from the AML sector. The legal framework is so far complex and pronged in two levels: international and European. A legal protection of taxpayers’ rights has to be guaranteed at both levels, but it does not seem so far to be standardized or jointly agreed between jurisdictions. It stems from this consideration that the taxpayers’ protection is not standard but jeopardized according to domestic provisions.
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7

Zotto, Mariangela <1994&gt. "La "Presenza Economica Significativa" e le sue declinazioni nel dibattito internazionale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17942.

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Анотація:
L’innovazione tecnologica ha rivoluzionato il modo di fare impresa e contribuito allo sviluppo di nuovi modelli di business che consentono alle aziende di operare in diversi Paesi anche in assenza di una stabile organizzazione. In tal modo le aziende riescono a ridurre, o eliminare, l’imposizione fiscale. Già a partire dal 1998 si è, quindi, manifestata l’esigenza di superare tale criterio per frenare l’elusione fiscale da parte delle multinazionali dell’economia digitale. Partendo dall’analisi del concetto di stabile organizzazione, l’elaborato analizza le proposte di revisione e superamento dello stesso. In particolare, in ambito internazionale, vengono analizzati il concetto di “stabile organizzazione virtuale” e le proposte dell’OCSE e della Commissione Europea per la tassazione di società estere basate sul concetto di “presenza economica significativa”. In ambito domestico, tra le riforme che modificano il concetto di stabile organizzazione vengono illustrate l’Israeliana Significant Digital Presence, la Virtual Service Permanent Establishment in Arabia Saudita e l’Equalization Levy e Significant Economic Presence Indiana. Vengono inoltre analizzate le riforme introdotte dai singoli Stati che, senza modificare il concetto tradizionale di stabile organizzazione, hanno comunque finalità antielusive. Tra queste la Diverted Profits Tax del Regno Unito, la Diverted Profits Tax e Multinational Anti-Avoidance Law Australiana e, in ambito nazionale, l’art. 162 del TUIR.
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8

De, Pieri Chiara <1996&gt. "LA CLAUSOLA DEL BENEFICIARIO EFFETTIVO QUALE STRUMENTO DI CONTRASTO ALL'ELUSIONE FISCALE INTERNAZIONALE." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17530.

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Анотація:
L'elaborato si focalizza nell'analisi degli strumenti di contrasto all'elusione fiscale internazionale, in particolare della clausola del beneficiario effettivo. L’elusione fiscale può essere definita come la realizzazione da parte del contribuente di una o più operazioni collegate, che, pur nel rispetto formale della legge, si prefigge come unico o principale scopo l’ottenimento di un vantaggio fiscale indebito. Il primo obiettivo dell'elaborato è cercare di contestualizzare e definire le principali fattispecie di elusione fiscale internazionale analizzando sia l’evoluzione che tali fenomeni hanno assunto nel tempo, sia il percorso normativo antielusivo all’interno dell’ordinamento giuridico nazionale ed europeo. Per quanto riguarda la normativa domestica si costruirà un percorso storico sull’evoluzione del concetto dell’elusione fiscale o dell’abuso del diritto in ambito tributario e nello specifico si analizzerà l’articolo 10-bis della Legge 212/200 situato all’interno dello Statuto dei diritti del contribuente, anche con riferimento alla normativa antielusiva precedente (art.37-bis del D.P.R. n. 600/1973). Per la normativa europea, invece, si analizzeranno le principali direttive che puntano al contrasto dell’elusione quali la Direttiva 1164/2016 (Direttiva ATAD) e la Direttiva 90/435/Cee, nota come Direttiva madre-figlia, poi rifusa nella direttiva2011/96/Ue e si commenteranno le pronunce della Corte di Giustizia Europea nelle Sentenze che riguardano le fattispecie elusive. Oltre all’analisi della normativa nazionale ed europea, si approfonderà il prezioso contributo dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). Infatti, con l’approvazione, in data 21 novembre 2017, del nuovo Modello di Convenzione contro le doppie imposizioni, l’OCSE ha introdotto delle importanti novità in ambito di contrasto all’elusione fiscale e all’erosione della base imponibile. Invero, il secondo obiettivo dell’elaborato s'incentra sull'analisi della clausola del beneficiario effettivo prima attraverso una ricostruzione dell'evoluzione che tale clausola ha assunto nel tempo, poi commentando gli articoli 10, 11 e 12 del Modello di Convenzione OCSE, ed infine riportando le principali Sentenze della Corte di Giustizia Europea e della Corte di Cassazione italiana che riguardano il concetto del beneficiario effettivo.
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STIZZA, Paolo. "La disciplina fiscale delle perdite in ambito nazionale, internazionale e comunitario." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2010. http://hdl.handle.net/10446/894.

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10

RUSSO, MASSIMILIANO. "Il principio di territorialità, una prospettiva trasversale: nazionale, internazionale e comunitaria." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2011. http://hdl.handle.net/10446/947.

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Michieletto, Federica <1988&gt. "La pianificazione fiscale internazionale: l'elusione fiscale e l'utilizzo di holding quale strumento di gestione del patrimonio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3888.

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Анотація:
L'elaborato verte sull'analisi della gestione della variabile fiscale da parte delle aziende nell'organizzazione della loro attività. In particolare viene preso in considerazione il fenomeno elusivo e presentati gli strumenti attraverso i quali un'azienda ha la possibilità di ottimizzare la gestione del proprio patrimonio, evidenziando i limiti che le vengono posti dalla normativa tributaria.
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Allevi, Laura Josefina. "L’imposizione del reddito derivante dallo sfruttamento dei beni intangibili in ambito internazionale e dell’Unione europea." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2016. http://hdl.handle.net/10446/71648.

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Анотація:
This doctoral thesis, entitled “The taxation of income from intangibles in a European Union and international perspective”, presents an examination of the tax profiles of the intangibles, capable of influencing businesses and governments. European and international tax law still have to adapt to new challenges imposed by progress. This dissertation aims to understand the legal classification of intangibles, the type of income from their exploitation, and the distribution of taxing powers among the different tax jurisdictions involved, throughout their life cycle (from concept of the idea to its economic implementation). The structure of the work consists of four main chapters. The first deals with the meaning of intangible and the definition offered by art. 12 of the OECD Model Convention. The second relates to the qualification of the income from the exploitation of intangible assets and the dualism between royalties and business profits, while the third to the distribution of taxing powers among residence-State and source-State. Lastly, the fourth chapter looks at tax incentives on intangibles, such as R&D incentives and the so-called IP boxes regimes, through the study of their advantages, their comparability and their impact on unfair tax competition and European State aids. After an analysis of these issues, the thesis tries to explain the identification of the place where the intangible is attributable and the concept of creation of added value. Actually, this characteristic is an effective, economic and fiscal policy instrument, which has prompted many governments to create incentives in the field of intangible assets, in order to support certain areas of the economy and to attract domestic and foreign investments.
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Ariemme, Valentina Maria <1981&gt. "I recenti sviluppi nella lotta contro l'elusione fiscale: l'applicazione della CFC Rule e delle altre misure anti-elusive negli ordinamenti nazionali e nella comunita internazionale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/7933/1/Ariemme_Valentina_tesi.pdf.

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Анотація:
L’intento della tesi è di provare ad illustrare il tema dell’evasione ed elusione fiscale nello scenario dell’economia globalizzata e digitalizzata moderna e di rappresentare le possibili reazioni da parte degli ordinamenti appartenenti alla comunità internazionale. Vengono, innanzitutto fissati alcuni concetti principali, quali: la descrizione degli schemi abusivi posti in essere dai contribuenti; la finalità anti-elusiva presente all’interno delle Convenzioni contro la doppia imposizione; la differenza fra la clausola generale anti-abuso (GAAR) e le misure anti-elusive specifiche (SAAR). In primo piano si pone, poi, l’analisi della disciplina sulle società estere controllate, cd. CFC rule, che ritengo essere una delle misure fiscali più significative a disposizione degli Stati. Il focus è rivolto, in particolare, sulla riforma della CFC rule italiana, contenuta nell’articolo 167 del TUIR, che ha avuto luogo nel corso del 2015 e che ha sollevato numerosi punti critici. Ampio spazio è poi dedicato al ruolo della giurisprudenza, sia nazionale che della Corte di Giustizia UE; verranno trattati, soprattutto, i casi più rilevanti in cui è stato sollevato il problema della possibile incompatibilità delle misure anti-elusive nazionali con le Convenzioni e con il diritto comunitario. Infine, saranno illustrati i lavori svolti in seno all’OCSE, nell’ambito del BEPS Plan, per ciò che concerne il potenziamento della CFC rule (Action 3) e, soprattutto, il contenuto della novella direttiva europea anti-elusiva (ATAD).
The purpose of my thesis is to depict the topic of the fight against tax evasion and tax avoidance inside the globalized and digitalized economy and to illustrate the possible reactions by the Member States of the international community. Firstly, few main concepts are fixed, as: abusive tax schemes by taxpayers; the anti-avoidance purpose of the Double Taxation Conventions; the difference between the general anti-abuse clause (GAAR) and the specific anti-avoidance measures (SAAR). The central topic of the thesis is the analysis of the CFC rule, that, in my opinion, is one of the most important tax measures at the States’ disposal. The attention is focussed on the 2015 reform of the Italian CFC rule, that has opened the way to some perplexities. Then the role of jurisprudence, both national and of the European Court of Justice, is discussed; the most relevant cases concerning the possible incompatibility between national tax measure and the Conventions or the European Law are studied. The final considerations show the works of the OECD concerning the BEPS Plan and, especially, its Action 3 (whose aim is to strengthen the CFC rule) and the new anti-tax avoidance European Directive (ATAD).
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MASTELLONE, Pietro. "La cooperazione fiscale internazionale. Contributo allo studio dell’equilibrio fra contrasto all’evasione fiscale internazionale e tutela dei diritti del contribuente." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28802.

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Анотація:
This doctoral research analyses the delicate balance between the State’s interest to assess and recover unpaid taxes and taxpayers’ rights protection, which is increasingly jeopardised in cross-border co-operation procedures. When assessing and collecting taxes, States are often dealing with transnational situations, which have became extremely common in the present globalised economy. In this respect, taxpayers resort to ingenious tax planning schemes aimed at obtaining substantial reductions of the tax burden normally due to the tax office, making a great use of so-called tax havens. States traditionally has been very suspicious towards international tax co-operation, since the “taxing power” (together with the “punitive power”) has always been considered one of the main expressions of national sovereignty, which would be inevitably limited or reduced in case of co-operation in assessing or collecting foreign tax claims. This approach (also known as the revenue rule) is deeply rooted in anglo-saxon common law and was considered justified by the public nature of tax provisions and by their effectiveness only within the national territorial borders, but today its validity is constantly dismissed by certain recent developments and by a new “co-operative” trend in case-law. The research analyses the developments of international tax co-operation in light of the exchange of information and mutual assistance in the recovery of taxes, which represent two faces of the same coin. The “hard-core” of the investigation is the attempt to read the present global scenario of international tax co-operation with the specific aim of identifying tax duties as universal values, worthy of legal enforcement also outside of the territorial borders of the taxing State. At the same time, the research deals with the controversial practice of acquiring tax information abroad e.g. the recent Liechtenstein, UBS and HSBC cases, which is an extreme attempt to tackle tax evasion by acquiring data stolen from foreign-based bank accounts.
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Bardini, Federica. "La nuova disciplina tributaria anti-abuso nel contesto internazionale ed europeo. Analisi critica del regime sanzionatorio alla luce dei principi di legalità e proporzionalità." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3424918.

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Анотація:
This thesis is the outcome of a research into the notion of tax avoidance or abuse of rights and anti-avoidance rules carried out with the aim of identifying a common legal background at the European level and more generally shared by the OECD Countries under which the new Italian GAAR laid down in art. 10-bis L. n. 212/2000 and the relevant penalty regime should be analysed. Chapter I explores the meaning of tax avoidance and abusive practices according to the OECD and the European Union legal systems in which Italy takes part, by comparing it with the strictly related concepts of aggressive tax planning (or “ATP”) and Base Erosion and Profit Shifting (or “BEPS”), and by specifying the relations with the civil doctrine of abuse of rights. It provides some essential guidelines on the issue of abuse of rights or tax avoidance to understand the interferences between the different sources of law and overcome the common fragmentation due to the use of different legal terms and their origin from various legal sources or acts having a different legal force (law and soft law). Chapter II illustrates the anti-tax avoidance strategy promoted by the OECD to fulfil its political Mandate issued by the G20 and which has resulted in the 15 Actions of the BEPS Project and in the drafting of the OECD Model Tax Convention 2017. In particular, it investigates the meaning of abusive practices or tax avoidance at the international level, examines the minimum standard of protection against the improper application for tax avoidance purposes of the provisions of Conventions on Income and Capital to eliminate double taxation (treaty abuse) and explains taxpayers’ and tax advisors’compliance obligations as part of the wider anti-tax avoidance strategy recommended to the OECD Member Countries. The study conducted in this chapter allows to compare art. 10-bis L. n. 212/2000 with the general rule devised to prevent and repress the treaty abuse (the so-called PPT rule), and to assess whether the domestic anti-abuse rule can apply unilaterally in case of absence of Treaty provisions. Chapter III deals with the European anti-tax avoidance legal framework and investigates with an interdisciplinary approach whether the prohibition of abuse of rights is a general principle of European Union law. The review of the European Court of Justice case law on the general principle of the prohibition of abusive practices and abuse of law, which amounts to the abusive exercise of the European freedoms of movement for tax avoidance purposes, is followed by an analysis of the European sources of tax law which provide for the introduction of anti-abuse clauses and some references to the particular initiatives undertaken to implement the Action Plan for the Digital Single Market. This inquiry is intended to clarify the scope of the Communitarian anti-abuse rules and to verify the consequences of the provisions on the freedoms of movement laid down in the Treaties and in the European Economic Area Agreement in the light of the traditional rule of reason test applied by the ECJ on the national anti-tax avoidance rules. Therefore, it offers a necessary guidance on the verification of compliance of art. 10-bis with the European Union law. This chapter examines the legislative acts aimed to strengthen the exchange of information for tax purposes between taxpayers and Tax Administrations and the Revenue Agencies mutually and to increase the level of cooperation and transparency by intermediaries in the fight against aggressive tax planning. Chapter IV carries on with the research on the supranational legal framework in which the Italian anti-tax avoidance rules must be taken into account by identifying and examining in depth the European binding principles regarding penalties, gathered from the ECJ case law and laid down in the EU Charter of fundamental rights and the EU Convention on Human Rights. In order to foresee the potential developments of the ECJ case law on penalties for the infringement of the European principle of the prohibition of abusive practices, the dissertation will adopt a multidisciplinary perspective and will not be designed solely to provide the abstract definition of the content and scope of the fundamental principles, specially legality and proportionality, but to make explicit their eventual effects on the penalty regime of abuse of rights or tax avoidance, too. Finally, Chapter V explains the main stages in the process of codification of the GAAR in the Italian tax system specifying the difference from the civil doctrine of abuse of rights and scrutinizing the content and scope of art. 10-bis L. n. 212/2000 according to the current European Union law. After an historical background when art. 37-bis D.P.R. n. 600/1973 and the general anti-tax avoidance principle were into force, the current punitive system will be questioned to assess whether it is in accordance with the principles of the tax penalty system, first of all the principles of legality, proportionality and rationality of penalties, with the purpose of detecting the current critical elements and proposing some adjustments to the regulation. The “compliance test” requires to qualify the legal nature of consequences provided for by art. 10-bis L. n. 212/2000 in case of tax abuse or tax avoidance and to assess the relevance of the anti-abuse ruling as for penalties. It is completed by a comparative analysis with other legal systems characterized by a comprehensive anti-tax avoidance framework, which includes compliance measures like mandatory disclosure rules, penalties for their infringement, tax alert mechanisms and other interpretative instruments in favour of taxpayers.
Il presente lavoro è il risultato di una ricerca sulla fattispecie e sulla disciplina dell’elusione fiscale o abuso del diritto che si è condotta con l’obiettivo di individuare un humus comune a livello unionale e, più in generale, condiviso dai Paesi dell’OCSE, alla luce del quale poter valutare la nuova clausola generale antielusiva italiana prevista dall’art. 10-bis L. n. 212/2000 e il corrispondente regime sanzionatorio. Il Capitolo I analizza il significato di elusione fiscale e pratiche abusive secondo il sistema dell’OCSE e l’ordinamento dell’Unione, dei quali il nostro Paese è parte, confrontandolo con gli altri concetti strettamente connessi di pianificazione fiscale aggressiva (Aggressive Tax Planning o “ATP”) ed erosione della base imponibile e trasferimento degli utili (Base Erosion and Profit Shifting o “BEPS”) e precisando i rapporti che intercorrono con la dottrina civilistica dell’abuso del diritto. Esso fornisce alcune linee guida essenziali in materia di abuso del diritto o elusione fiscale per cogliere le interferenze che sussistono fra i diversi livelli di normazione e superare la compartimentazione cui sovente si assiste a causa dell’utilizzo di termini differenti e della loro provenienza da fonti giuridiche di diverso livello o atti aventi un’efficacia giuridica diversa (diritto e soft law). Il Capitolo II illustra la strategia antielusiva articolata che l’OCSE ha promosso in attuazione del mandato politico conferitogli dal G20 e che si è tradotta nelle 15 Azioni del Progetto BEPS e nella redazione del Modello di Convenzione OCSE 2017. In particolare, si intende effettuare una ricognizione del significato di pratiche abusive o elusive a livello internazionale, esaminare lo standard minimo di protezione contro il fenomeno dell’applicazione indebita delle norme delle Convenzioni fiscali contro le doppie imposizioni per fini elusivi (treaty abuse), ed illustrare gli obblighi di compliance a carico dei contribuenti e dei loro consulenti fiscali quali tasselli della più ampia strategia antielusiva raccomandata agli Stati partecipanti. L’analisi condotta in tale capitolo permette di confrontare l’art. 10-bis L. n. 212/2000 con la regola generale concepita per prevenire e reprimere l’abuso delle Convenzioni fiscali (cd. PPT rule) e comprendere se la norma domestica possa trovare applicazione in via unilaterale in mancanza di quest’ultima. Il Capitolo III ricostruisce il quadro giuridico antielusivo dell’Unione e affronta con spirito interdisciplinare la questione se il divieto di abuso del diritto costituisca un principio generale del diritto europeo. L’esame della giurisprudenza della Corte di Giustizia sul principio generale del divieto di pratiche abusive e sul cd. abuse of law, ossia sull’applicazione abusiva delle libertà di circolazione per scopi elusivi, è seguito dall’analisi delle fonti di diritto tributario europeo che prevedono l’introduzione di clausole antiabuso, con cenni anche alle iniziative peculiari intraprese in attuazione del Piano d’azione per un Mercato Unico Digitale. L’indagine è funzionale a chiarire il raggio d’azione delle regole antiabuso di matrice comunitaria e a valutare l’impatto delle libertà sancite dai Trattati e dall’Accordo sullo Spazio Economico Europeo alla luce del tradizionale rule of reason test applicato dalla Corte di Giustizia sulle norme antielusive nazionali, dunque fornisce le indicazioni necessarie per vagliare la conformità dell’art. 10-bis con il diritto dell’Unione ampiamente inteso. In questo capitolo si esaminano anche gli atti legislativi finalizzati ad intensificare lo scambio di informazioni fiscalmente rilevanti fra i contribuenti e le Amministrazioni fiscali e fra queste ultime nei loro rapporti reciproci e ad accrescere il livello di collaborazione e trasparenza da parte degli intermediari nella lotta contro la pianificazione fiscale aggressiva. Il Capitolo IV prosegue la ricerca sulla cornice normativa sovranazionale entro la quale va collocata la disciplina italiana anti-abuso con l’individuazione e l’approfondimento dei principi vincolanti europei in materia sanzionatoria che si desumono dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia e che sono sanciti nella Carta di Nizza e nella CEDU. Per intuire anche possibili sviluppi della giurisprudenza sul versante delle sanzioni per violazione del divieto di pratiche abusive, la trattazione avrà un taglio multidisciplinare e sarà diretta non solo a definire in astratto il contenuto e la portata dei principi fondamentali, in specie dei principi di legalità e proporzionalità, ma anche ad esplicitare le loro possibili ricadute sulla disciplina sanzionatoria dell’abuso del diritto o elusione. Infine, il Capitolo V analizza le tappe fondamentali che hanno condotto alla codificazione della norma generale anti-abuso nell’ordinamento tributario italiano, avendo cura di specificare la sua specialità rispetto al concetto di abuso nel diritto civile e soffermandosi sul contenuto e sull’ambito di applicazione dell’art. 10-bis L. n. 212/2000 in base al diritto europeo vigente. Dopo un excursus sul trattamento sanzionatorio delle fattispecie di elusione fiscale e abuso del diritto nella vigenza dell’art. 37-bis del D.P.R. n. 600/1973 e del principio giurisprudenziale antielusivo, si vuole sottoporre a verifica la rispondenza del regime punitivo vigente ai principi che governano il sistema sanzionatorio tributario, e segnatamente ai principi di legalità e proporzionalità e ragionevolezza delle sanzioni, con l’intento di identificare gli attuali profili critici e prospettare possibili interventi di adeguamento della disciplina. Il “test” che ci si propone di effettuare impone una riflessione sulla natura delle conseguenze previste dall’art. 10-bis nei casi di abuso del diritto o elusione fiscale e sul ruolo dell’interpello antiabuso ai fini sanzionatori ed è completato da un’analisi comparatistica con altri ordinamenti che si contraddistinguono per la previsione di un apparato antiabuso complesso, che si articola in strumenti di compliance come il regime di comunicazione obbligatoria degli schemi abusivi assistito a sua volta da sanzioni, sistemi di allerta e altri meccanismi di ausilio interpretativo a favore dei contribuenti.
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Florean, Marco <1975&gt. "Tassazione delle partnerships internazionali: modelli domestici, disciplina convenzionale e diritto europeo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9522/1/FLOREAN-TESI%20DEF.pdf.

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I sistemi fiscali contemporanei applicano l’imposizione diretta a persone fisiche e persone giuridiche. In ciascuno Stato tuttavia una varietà di figure intermedie, definibili non- corporate-entities, sono dotate di gradi diversi di soggettività di diritto. Fra queste rientrano le partnership. Con l’obiettivo di ricondurre la fiscalità delle partnership all’interno del regime domestico generale previsto per persone fisiche o giuridiche, ogni Stato impiega proprie regole di caratterizzazione fiscale delle partnership. Di conseguenza, ciascuno Stato può considerare le partnership fiscalmente opache o trasparenti. Ciò vale sia per le partnership domestiche che per quelle estere. Quando l’attività di una partnership domestica presenta elementi di internazionalità, gli approcci domestici di caratterizzazione fiscale interferiscono spesso con quelli adottati da altri Stati. Tali inevitabili conflitti producono un alto rischio di doppia imposizione o doppia non imposizione dei redditi internazionali. La soluzione di tale genere di problemi non trova sistematica considerazione né nei Trattati fiscali, né nei Trattati UE così come interpretati dalla CGUE. Essa resta affidata all’autonoma iniziativa di ciascuno Stato. Questo studio esamina l’imposizione diretta delle partnerships internazionali che presentino un qualche collegamento con il sistema fiscale italiano. Esso inoltre propone una comparazione con altri sistemi fiscali selezionati sulla base di alcuni criteri. La comparazione mira alla individuazione dei problemi scaturenti dalla simultanea applicazione della tassazione italiana ed estera, considerando il ruolo spesso modesto dei Trattati fiscali. Ove un Trattato includa clausole specifiche per le partnership, ne viene esaminato l’effetto. Se i Paesi considerati sono Stati membri UE, i risultati dell’analisi sono esaminati rispetto alla normativa europea, con particolare riguardo ai profili di compatibilità con le libertà del Trattato UE e con i relativi orientamenti della CGUE.
Current tax systems apply direct taxation to individuals and legal entities. In each State, however, a variety of intermediate figures, defined as non-corporate-entities, are equipped with different degrees of legal subjectivity. These include partnerships. With the aim of bringing back partnerships’ taxation within general domestic regime provided for individuals or legal entities, each State uses its own fiscal rules of partnerships characterization. As a result, each State may consider partnerships fiscally opaque or transparent. This applies to both domestic and foreign partnerships. When a domestic partnership business has some cross-border item, domestic tax characterization approaches often clash each other’s. Such inescapable conflicts provoke a high risk of international income double taxation or double non-taxation. Solutions to these problems are not systematically considered in Tax treaties, EU law or EU Treaties as interpreted by ECJ. They are entrusted to autonomous initiative of each State. This study examines direct taxation of international partnerships which have some connection to the Italian tax system. It also proposes a comparison with other tax systems, which are selected on the basis of certain criteria. The comparison aims to identify problems arising from the simultaneous application of Italian and foreign taxation, considering the frequently thin role of Tax Treaties. Where a Tax Treaty includes special clauses for partnerships, their effect is examined. If considered Countries are EU Member States, results of the analysis are examined in relation to European law, with a special focus on compatibility with the EU Treaty freedoms as interpreted by ECJ jurisprudence.
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Bagarolo, Luca <1993&gt. "IL FISCO E GLI ARTISTI: PROFILI NAZIONALI ED INTERNAZIONALI." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13219.

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La tesi tratta degli aspetti fiscali degli artisti nazionali ed internazionali ed è strutturata in tre capitoli. Nel primo capitolo vengono esposti gli aspetti principali del diritto d'autore contenuti nella normativa interna e nella normativa comunitaria. Inoltre viene accennato alle funzioni della SIAE alla luce del recepimento della nuova direttiva. Il secondo capitolo si occupa delle prestazioni artistiche rese dall'artista nazionale, distinte tra quelle che possono avere ad oggetto un'azione di fare o un'utilizzazione economica del risultato della prestazione stessa, al fine di individuare la categoria reddituale di appartenenza dei compensi percepiti e le regole di determinazione del reddito. La prima categoria di prestazioni richiede l'esercizio di un'attività tipicamente personale dell'artista. La seconda categoria suddivide i redditi percepiti dall'artista in compensi derivanti dallo sfruttamento di un'opera dell'ingegno protetta e compensi derivanti dallo sfruttamento dei diritti connessi al diritto d'autore, come i diritti spettanti agli artisti interpreti ed esecutori per la cessione o lo sfruttamento delle registrazioni delle loro esibizioni artistiche. Nella parte conclusiva del capitolo vengono approfonditi il diritto d'immagine e i fattori che determinano la residenza al fine di evitare i trasferimenti fittizi. Il terzo capitolo si occupa dell'artista internazionale. In particolare, viene affrontato il tema della tassazione dei redditi derivanti da attività artistiche rese da soggetti non residenti secondo la normativa interna e secondo le norme convenzionali. L'art. 17 del Modello OCSE disciplina nello specifico i redditi percepiti da professionisti dello spettacolo e musicisti, derivanti dall'attività personale prestata da detti soggetti nell'ambito di un rapporto di lavoro dipendente o indipendente. Nel Commentario al Modello OCSE viene individuato l'elemento soggettivo ed oggettivo di applicazione della norma, anche se le Convenzioni concluse dall'Italia possono prevedere dei criteri di tassazione derogatori rispetto a quelli previsti nel modello base della Convenzione. Viene approfondita anche la disposizione anti-elusiva contenuta nel comma 2 dell'art. 17 Modello OCSE riguardante i redditi percepiti da soggetti diversi dagli artisti. Nella parte finale del capitolo viene approfondito il tema delle royalties da diritto d'autore.
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Marseu, Tommaso <1988&gt. "La procedura amichevole nelle Convenzioni internazionali contro la doppia imposizione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2365.

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Seppure siano vari i presupposti che ad essa danno origine, possiamo individuare con sufficiente generalità un unico concetto di doppia imposizione: si parla di d. i. ogniqualvolta i presupposti impositivi di due o più Stati si sovrappongono, e dunque la stessa ricchezza viene assoggettata ad imposta due o più volte. La collaborazione tra i diversi Paesi e le loro rispettive amministrazioni, volta a scongiurare la doppia imposizione, non è storia recente; essa vede infatti la luce, in una formulazione che possiamo definire “moderna”, agli inizi del XX secolo. Esiste un unico metodo di risoluzione delle controversie fiscali internazionali che sia stato oggetto esplicito di disposizioni convenzionali bilaterali, e questo prende il nome di procedura amichevole o mutual agreement procedure. La procedura amichevole si manifesta in una serie di trattative tra le rispettive Amministrazioni che costituisce, come appena enunciato, un metodo secondario di applicazione della Convenzione. Tale criterio può dunque essere ricondotto nell’alveo delle forme di tutela e protezione previste dai singoli Stati nei confronti dei propri cittadini, anche se non può di fatto risolversi in un procedimento di tipo giurisdizionale che sfoci a sua volta in una decisione con efficacia di cosa giudicata.
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Bucci, Federica Maria <1982&gt. "La clausola della nazione più favorita dalle convenzioni internazionali all'ordinamento europeo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5122/1/bucci_federicamaria_tesi.pdf.pdf.

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Il principale obiettivo della tesi è dimostrare come la connessione tra i differenti livelli giuridici che riguardano le relazioni tra Stati membri dell'UE richieda un'interpretazione sistematica delle convenzioni contro le doppie imposizioni intracomunitarie, ed in particolare richieda l'applicazione della clausola della nazione più favorita.
The main goal of this thesis is to demonstrate how the connections between different juridical levels in the relationship between Member States of the European Union requires a systematic interpretation of the intra-EU double tax conventions, in particular the obligation of the most-favoured-nation treatment. The starting point is a dualistic interpretation of the non-discrimination principle; considered both as an obligation of equal treatment on the national level and an application of the most-favoured-nation clause. These principles are investigated in the context of intra-EU relationships and furthermore in the light of the main objective of the EU, i.e. to build an Internal Market. The analysis of the above-mentioned principle is considered in relation to the network of intra-EU double tax conventions, which are inspired by reciprocity due to their bilateral nature and other legal levels which operate in such context, namely the EU and the WTO. In fact, the exclusion of the direct taxation from the competences of the EU and, consequently, exclusive competence that the EU Member States have to negotiate and sign double tax conventions, cannot give to them the opportunity to provide every kind of rules. In particular, according to the CJEU case law, EU Member States must comply, on one side, with EU law and especially with the four market freedoms that cannot be restricted by international bilateral agreements based on reciprocity and, on the other side, with international obligations derived from the WTO (whose parties are EU Member States and the EU too). By contextualizing intra-EU double tax conventions in a EU internal market law-logic, this thesis has demonstrated that the existence of a most-favoured-nation clause enforceable to the provisions of such double tax conventions is the obvious consequence of a systematic EU interpretation.
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Bucci, Federica Maria <1982&gt. "La clausola della nazione più favorita dalle convenzioni internazionali all'ordinamento europeo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5122/.

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Анотація:
Il principale obiettivo della tesi è dimostrare come la connessione tra i differenti livelli giuridici che riguardano le relazioni tra Stati membri dell'UE richieda un'interpretazione sistematica delle convenzioni contro le doppie imposizioni intracomunitarie, ed in particolare richieda l'applicazione della clausola della nazione più favorita.
The main goal of this thesis is to demonstrate how the connections between different juridical levels in the relationship between Member States of the European Union requires a systematic interpretation of the intra-EU double tax conventions, in particular the obligation of the most-favoured-nation treatment. The starting point is a dualistic interpretation of the non-discrimination principle; considered both as an obligation of equal treatment on the national level and an application of the most-favoured-nation clause. These principles are investigated in the context of intra-EU relationships and furthermore in the light of the main objective of the EU, i.e. to build an Internal Market. The analysis of the above-mentioned principle is considered in relation to the network of intra-EU double tax conventions, which are inspired by reciprocity due to their bilateral nature and other legal levels which operate in such context, namely the EU and the WTO. In fact, the exclusion of the direct taxation from the competences of the EU and, consequently, exclusive competence that the EU Member States have to negotiate and sign double tax conventions, cannot give to them the opportunity to provide every kind of rules. In particular, according to the CJEU case law, EU Member States must comply, on one side, with EU law and especially with the four market freedoms that cannot be restricted by international bilateral agreements based on reciprocity and, on the other side, with international obligations derived from the WTO (whose parties are EU Member States and the EU too). By contextualizing intra-EU double tax conventions in a EU internal market law-logic, this thesis has demonstrated that the existence of a most-favoured-nation clause enforceable to the provisions of such double tax conventions is the obvious consequence of a systematic EU interpretation.
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Bettio, Ilaria <1993&gt. "La conformità della normativa italiana sulle controlled foreign companies alle raccomandazioni internazionali e al diritto comunitario." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13765.

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La tesi proposta vuole osservare l’evoluzione della disciplina italiana sulle società controllate estere, contenuta nell’articolo 167 del Tuir, analizzandola alla luce dei lavori svolti in ambito internazionale e comunitario circa la lotta al fenomeno BEPS (Base Erosion and Profit Shifting). L’elaborato è stato quindi diviso in tre capitoli al fine di analizzare separatamente le tre macro-aree di interesse, ovvero (i) l’emersione dei BEPS a livello internazionale e gli interventi dell’OCSE per il loro contrasto, con accento finale sulla problematica relativa alle CFC, (ii) l’evoluzione della normativa CFC italiana dal 2000 ad oggi con annessa comparazione alle raccomandazioni OCSE in materia, (iii) il recepimento a livello comunitario del BEPS Action Plan, con particolare attenzione all’Azione 3 circa le controllate estere, tramite la Direttiva ATAD e valutazione della conformità della disciplina italiana con la direttiva UE 2016/1164, con il diritto comunitario e con le convenzioni contro le doppie imposizioni.
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Silvestri, Leonardo <1971&gt. "Effetti dell’introduzione dei Principi contabili internazionali sul principio di derivazione del reddito d’impresa dal risultato di bilancio." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6503/1/TESI_DOTTORATO_LEONARDO_SILVESTRI.pdf.

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Анотація:
Con il presente lavoro si è tentato di verificare se le ragioni che hanno portato l’ordinamento italiano ad adottare il principio della derivazione del reddito d'impresa dal risultato contabile, possano essere considerate ancora attuali alla luce dell'introduzione dei principi IAS/IFRS nel nostro sistema contabile. In particolare, si è cercato di esaminare se questo collegamento ai principi contabili internazionali, introdotto nel nostro ordinamento anche per la redazione dei bilanci d'esercizio, abbia comportato il venir meno della neutralità dell'imposizione fiscale tra le società cd. Ias adopter e no Ias adopter. L'analisi di questa problematica è stata condotta anche prendendo come riferimento le modalità di recepimento delle opzioni contenute nel Regolamento n. 1606/2002 da parte dei legislatori di alcuni Stati europei, e valutando se le conseguenze fiscali emergenti tra i vari ordinamenti possano creare possibili distorsioni alla concorrenza ed alle libertà fondamentali dell’Unione europea.
With the present work we have tried to analyze whether the reasons that led the Italian fiscal system to adopt the derivation's principle of corporate income to financial accounting, they can be considered still relevant today, especially in light of the introduction in our accounting system of International Accounting Standards. In particular, we have tried to examine whether this link to IAS/IFRS, which was introduced in our system for the annual financial statements, may have led to the neutrality of loss taxation between companies Ias adopter e no Ias adopter. The analysis of this issue was also carried out by evaluating the transposition's manner of the options contained in Regulation no. 1606/2002 by legislators some of the European states, verifying too whether tax consequences emerging between the various jurisdictions can create potential distortions to competition and the fundamental freedoms of the European Union.
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Silvestri, Leonardo <1971&gt. "Effetti dell’introduzione dei Principi contabili internazionali sul principio di derivazione del reddito d’impresa dal risultato di bilancio." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6503/.

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Con il presente lavoro si è tentato di verificare se le ragioni che hanno portato l’ordinamento italiano ad adottare il principio della derivazione del reddito d'impresa dal risultato contabile, possano essere considerate ancora attuali alla luce dell'introduzione dei principi IAS/IFRS nel nostro sistema contabile. In particolare, si è cercato di esaminare se questo collegamento ai principi contabili internazionali, introdotto nel nostro ordinamento anche per la redazione dei bilanci d'esercizio, abbia comportato il venir meno della neutralità dell'imposizione fiscale tra le società cd. Ias adopter e no Ias adopter. L'analisi di questa problematica è stata condotta anche prendendo come riferimento le modalità di recepimento delle opzioni contenute nel Regolamento n. 1606/2002 da parte dei legislatori di alcuni Stati europei, e valutando se le conseguenze fiscali emergenti tra i vari ordinamenti possano creare possibili distorsioni alla concorrenza ed alle libertà fondamentali dell’Unione europea.
With the present work we have tried to analyze whether the reasons that led the Italian fiscal system to adopt the derivation's principle of corporate income to financial accounting, they can be considered still relevant today, especially in light of the introduction in our accounting system of International Accounting Standards. In particular, we have tried to examine whether this link to IAS/IFRS, which was introduced in our system for the annual financial statements, may have led to the neutrality of loss taxation between companies Ias adopter e no Ias adopter. The analysis of this issue was also carried out by evaluating the transposition's manner of the options contained in Regulation no. 1606/2002 by legislators some of the European states, verifying too whether tax consequences emerging between the various jurisdictions can create potential distortions to competition and the fundamental freedoms of the European Union.
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Girotto, Giulio <1993&gt. "Strumenti per la risoluzione delle controversie fiscali internazionali relative a doppia imposizione: dalla Convenzione arbitrale (90/436/CEE) alla Direttiva UE (2017/1852)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14743.

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L'elaborato intende inizialmente presentare uno strumento (potenzialmente) in grado di risolvere le controversie in materia di prezzi di trasferimento in ambito europeo, ossia la Convenzione 90/436/CEE. Il meccanismo arbitrale presente nella Convenzione assicura che le Autorità competenti degli Stati membri forniscano una soluzione certa al contribuente, prevedendo l'istituzione di una Commissione qualora le stesse non raggiungano un accordo, mediante procedura amichevole, entro un determinato periodo di tempo. Tuttavia, detto strumento presenta alcune carenze strutturali che verranno analizzate. Queste carenze giocano a sfavore del contribuente e del suo diritto all'ottenimento di una piena eliminazione della doppia imposizione, ma vanno anche a svantaggio dell'Unione stessa, in quanto, il loro mancato superamento, impedisce la piena implementazione del mercato unico e sfavorisce gli investimenti esteri. A tal proposito, l'UE ha recentemente adottato una direttiva (2017/1852) volta a superare le debolezze della già esistente Convenzione arbitrale europea, alla quale non intende comunque sostituirsi ma affiancarsi. L'obiettivo di questo elaborato è quello di analizzare gli aspetti procedurali, normativi, la dottrina e la giurisprudenza riguardanti l'ormai datata Convenzione arbitrale europea (90/436/CEE). Successivamente verranno discusse le novità apportate dalla Direttiva dell'UE (2017/1852) ai meccanismi di risoluzione delle controversie già esistenti, confrontandone la portata e l'efficacia, al fine di verificare l'eventuale possibilità di proporre ulteriori raccomandazioni in grado di condurre a soluzioni delle controversie più accettabili e uniformi a livello UE.
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FANTI, ROVETTA MARCO. "Strumenti finanziari ibridi e disallineamenti fiscali tra qualificazione giuridica e finalità antiabuso. Profili ricostruttivi delle misure di contrasto ai disallineamenti da ibridi in attuazione delle raccomandazioni internazionali e delle Direttive antielusione." Doctoral thesis, Università degli studi di Brescia, 2022. http://hdl.handle.net/11379/560855.

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Obiettivo del lavoro è indagare l’evoluzione delle logiche sottese al diritto tributario internazionale, approfondendone i riflessi sulle sovranità fiscali degli Stati. A tal fine, prenderemo le mosse dalla sua origine, allorquando l’esigenza avvertita era rappresentata dalla necessità di introdurre regole volte a prevenire che fattispecie economiche condotte oltre i confini nazionali scontassero una duplicazione dell’onere impositivo. Verificheremo quindi come lo sviluppo dell’economia globale e delle relazioni giuridiche abbia condotto al moltiplicarsi degli spazi, a disposizione dei contribuenti, per abbattere l’onere fiscale, sino al punto talvolta di annullarlo, esaminando le declinazioni sia patologiche (quelle cioè integranti casi di evasione o elusione) sia fisiologiche (arbitraggio fiscale) del fenomeno. Volgeremo quindi a delineare i tratti di una particolare categoria giuridica riconducibile, per tradizione, tra le seconde: gli strumenti finanziari ibridi. Dall’analisi delle misure di contrasto elaborate in attuazione delle raccomandazioni internazionali e delle Direttive antielusione per rimediare agli eventuali disallineamenti fiscali cui possono dar luogo, cercheremo di far emergere come le più recenti politiche fiscali siano volte, al fine di recuperare materia imponibile, a limitare il risparmio fiscale anche se perfettamente legittimo.
The aim of the work is to investigate the evolution of the logics behind international tax law and their impact on the fiscal sovereignty of States. To this end, we will start from its origin, when the need was felt to introduce rules aimed at preventing the duplication of the tax burden on economic activities carried out across national borders. We will then examine how the development of the global economy has widened the possibilities for taxpayers to reduce their tax burden, investigating the pathological (i.e., cases of tax evasion or tax avoidance) and physiological (tax arbitrage) declinations of the phenomenon. We will then outline the characteristics of a particular legal category that has traditionally been considered an expression of tax arbitrage: hybrid financial instruments. By analyzing the measures developed by international recommendations and anti-avoidance directives to counter their possible mismatches in tax qualification, we will try to show how the most recent tax policies are aimed, in order to recover taxable income, to avoid tax saving in all its forms.
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FANTI, ROVETTA MARCO. "Strumenti finanziari ibridi e disallineamenti fiscali tra qualificazione giuridica e finalità antiabuso. Profili ricostruttivi delle misure di contrasto ai disallineamenti da ibridi in attuazione delle raccomandazioni internazionali e delle Direttive antielusione." Doctoral thesis, Università degli studi di Brescia, 2022. http://hdl.handle.net/11379/560836.

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Obiettivo del lavoro è indagare l’evoluzione delle logiche sottese al diritto tributario internazionale, approfondendone i riflessi sulle sovranità fiscali degli Stati. A tal fine, prenderemo le mosse dalla sua origine, allorquando l’esigenza avvertita era rappresentata dalla necessità di introdurre regole volte a prevenire che fattispecie economiche condotte oltre i confini nazionali scontassero una duplicazione dell’onere impositivo. Verificheremo quindi come lo sviluppo dell’economia globale e delle relazioni giuridiche abbia condotto al moltiplicarsi degli spazi, a disposizione dei contribuenti, per abbattere l’onere fiscale, sino al punto talvolta di annullarlo, esaminando le declinazioni sia patologiche (quelle cioè integranti casi di evasione o elusione) sia fisiologiche (arbitraggio fiscale) del fenomeno. Volgeremo quindi a delineare i tratti di una particolare categoria giuridica riconducibile, per tradizione, tra le seconde: gli strumenti finanziari ibridi. Dall’analisi delle misure di contrasto elaborate in attuazione delle raccomandazioni internazionali e delle Direttive antielusione per rimediare agli eventuali disallineamenti fiscali cui possono dar luogo, cercheremo di far emergere come le più recenti politiche fiscali siano volte, al fine di recuperare materia imponibile, a limitare il risparmio fiscale anche se perfettamente legittimo.
The aim of the work is to investigate the evolution of the logics behind international tax law and their impact on the fiscal sovereignty of States. To this end, we will start from its origin, when the need was felt to introduce rules aimed at preventing the duplication of the tax burden on economic activities carried out across national borders. We will then examine how the development of the global economy has widened the possibilities for taxpayers to reduce their tax burden, investigating the pathological (i.e., cases of tax evasion or tax avoidance) and physiological (tax arbitrage) declinations of the phenomenon. We will then outline the characteristics of a particular legal category that has traditionally been considered an expression of tax arbitrage: hybrid financial instruments. By analyzing the measures developed by international recommendations and anti-avoidance directives to counter their possible mismatches in tax qualification, we will try to show how the most recent tax policies are aimed, in order to recover taxable income, to avoid tax saving in all its forms.
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FANTI, ROVETTA MARCO. "Strumenti finanziari ibridi e disallineamenti fiscali tra qualificazione giuridica e finalità antiabuso. Profili ricostruttivi delle misure di contrasto ai disallineamenti da ibridi in attuazione delle raccomandazioni internazionali e delle Direttive antielusione." Doctoral thesis, Università degli studi di Brescia, 2022. http://hdl.handle.net/11379/560837.

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Obiettivo del lavoro è indagare l’evoluzione delle logiche sottese al diritto tributario internazionale, approfondendone i riflessi sulle sovranità fiscali degli Stati. A tal fine, prenderemo le mosse dalla sua origine, allorquando l’esigenza avvertita era rappresentata dalla necessità di introdurre regole volte a prevenire che fattispecie economiche condotte oltre i confini nazionali scontassero una duplicazione dell’onere impositivo. Verificheremo quindi come lo sviluppo dell’economia globale e delle relazioni giuridiche abbia condotto al moltiplicarsi degli spazi, a disposizione dei contribuenti, per abbattere l’onere fiscale, sino al punto talvolta di annullarlo, esaminando le declinazioni sia patologiche (quelle cioè integranti casi di evasione o elusione) sia fisiologiche (arbitraggio fiscale) del fenomeno. Volgeremo quindi a delineare i tratti di una particolare categoria giuridica riconducibile, per tradizione, tra le seconde: gli strumenti finanziari ibridi. Dall’analisi delle misure di contrasto elaborate in attuazione delle raccomandazioni internazionali e delle Direttive antielusione per rimediare agli eventuali disallineamenti fiscali cui possono dar luogo, cercheremo di far emergere come le più recenti politiche fiscali siano volte, al fine di recuperare materia imponibile, a limitare il risparmio fiscale anche se perfettamente legittimo.
The aim of the work is to investigate the evolution of the logics behind international tax law and their impact on the fiscal sovereignty of States. To this end, we will start from its origin, when the need was felt to introduce rules aimed at preventing the duplication of the tax burden on economic activities carried out across national borders. We will then examine how the development of the global economy has widened the possibilities for taxpayers to reduce their tax burden, investigating the pathological (i.e., cases of tax evasion or tax avoidance) and physiological (tax arbitrage) declinations of the phenomenon. We will then outline the characteristics of a particular legal category that has traditionally been considered an expression of tax arbitrage: hybrid financial instruments. By analyzing the measures developed by international recommendations and anti-avoidance directives to counter their possible mismatches in tax qualification, we will try to show how the most recent tax policies are aimed, in order to recover taxable income, to avoid tax saving in all its forms.
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BISCUOLA, ALESSIA. "Il giusto processo tributario nei tre livelli: internazionale, europeo e interno." Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11573/995033.

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La definizione di giusto processo è pressoché uniforme nei tre ordinamenti: l'art. 6 della CEDU, l'art. 47 della Carta Europea dei Diritti dell'Uomo e l'art. 111 della Costituzione, difatti, individuano i medesimi caratteri minimi del giusto processo. Tuttavia, l'ambito di operatività di tali disposizioni rispetto alla materia tributaria è notevolmente differente: mentre la Corte EDU, seppur con una giurisprudenza in continua evoluzione, è ferma nell'escludere che l'art. 6 operi per le controversie aventi ad oggetto la mera determinazione dell'imposta, l'art. 47 dovrebbe trovare applicazione per tutte le liti relative alla materia tributaria involgenti questioni di competenza europea; infine, non vi sono dubbi sulla diretta applicabilità delle garanzie di cui all'art. 111 Cost. A fronte di siffatte premesse, l'indagine si è sviluppata ponendo in luce le molteplici criticità dell'ordinamento interno in punto di effettività della tutela offerta al contribuente. Per un verso, è stata illustrata la disciplina interna dell'organizzazione della giustizia e del processo tributari, con particolare riferimento ai suoi profili di palese disallineamento rispetto ai canoni del fair trial; per altro verso, si è dato di come il perimetro di operatività della c.d. Legge Pinto risenta delle limitazioni imposte dalla Corte EDU in punto di applicabilità dell'art. 6 CEDU. Infine, l'analisi si è rivolta alla disciplina degli strumenti predisposti nei tre ordinamenti al fine di garantire l'effettività delle relative disposizioni, per poi concludersi con la verifica della possibilità del contribuente vittima di un contenzioso tributario non conforme ai canoni del giusto processo di attivare concretamente tali strumenti.
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Köche, Rafael. "História do Futuro da Fiscalidade: política fiscal internacional, transnacionalização do direito e democracia na era da globalização." Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/2158/1250850.

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Анотація:
The globalization, financialization and digitalization of the economy have produced important effects on the notion of sovereignty, territory, law, and State. Since the 2008 Crisis, a new global financial architecture, new governance and transparency standards, and new international tax regulatory framework have been set up, such as the BEPS Project. This change of paradigm has been further exacerbated by the Covid-19 pandemic. Such epochal transformations produced changes in the economic production system (from an industrial to a post-industrial capitalism), in the legal production system (from statutory law to transnational law), in the processes of political legitimation (from a representative to a post-representative democracy). The available theories of democracy do not offer sufficiently complex conceptual tools allowing a realistic interpretation of the relationship between democratic institutions and the increasing complexity of post-industrial societies. The tax base erosion, the concentration of wealth and the increase in inequality challenge contemporary tax systems. We are going through a transformation of the Welfare State model, in which a new type of capitalism and a new form of life are emerging, very different from previous phases of social development. These transformations deserve to be theorized, to the extent that they put into crisis a number of fundamental conceptual categories of social sciences. International fiscal policy is, in this sense, a privileged example of these epistemological transformations that are taking place within the theory of the state, the theory of law and the theory of democracy.
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