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Статті в журналах з теми "DIRITTO INTERNAZIONALE PUBBLICO"

1

Berghmans, Th. "L’obbedienza militare edi divieti del diritto internazionale pubblico." Military Law and the Law of War Review 27, no. 1 (December 1988): 137–41. http://dx.doi.org/10.4337/mllwr.1988.01.18.

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Tucci, Giuseppe. "La discriminazione contro il disabile: i rimedi giuridici." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 129 (March 2011): 1–28. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-129001.

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Анотація:
La discriminazione contro i disabili ha una storia particolare nella nostra esperienza giuridica, in quanto viene fatta oggetto di sanzioni solo molto tempo dopo che erano state eliminate le altre tradizionali forme di discriminazione, come, ad esempio, quella contro le donne. Anche le norme costituzionali, che rendevano certamente illegittime quelle discriminazioni (artt. 2, 3, 4, 32, 35, etc. Cost.), sono state lette in funzione della tutela del disabile solo negli anni '90 del secolo scorso, quando la nostra legislazione ordinaria č stata costretta ad adeguarsi al diritto europeo. Infatti, soltanto l'art. 16 della l. 12 marzo 1999, n. 68, ha abrogato la norma del t.u. sul pubblico impiego che prevedeva la «sana e robusta costituzione» come astratto e generale requisito di accesso al pubblico impiego medesimo, cosě come soltanto nel 2003, in attuazione di precise direttive europee, l'art. 15 st. lav. č stato riformato in modo da qualificare come illegittima la discriminazione contro il disabile nel rapporto di lavoro privato. Oggi la tutela del disabile si realizza a livelli multipli. Infatti, vi č una tutela di diritto interno, una tutela di diritto internazionale, in base alla Convenzione delle Nazioni Unite del 13 dicembre 2006, una tutela di diritto dell'Unione europea in senso stretto ed una tutela basata sulla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Malgrado tale pluralismo delle fonti delle differenti discipline giuridiche, solo l'intervento delle diverse Corti, come la Corte costituzionale, quella di Lussemburgo e quella di Strasburgo, in costante dialogo tra loro, riesce a tutelare il disabile di fronte alle nuove forme di discriminazioni, come quelle razziali, che spesso hanno ad oggetto, in particolare nella nostra esperienza giuridica, disabili extracomunitari.
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Papadimitriou, Costas. "Le recenti trasformazioni del diritto del lavoro in Grecia." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 135 (September 2012): 389–400. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2012-135003.

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Анотація:
Il saggio ricostruisce i principali interventi adottati dal legislatore greco in materia di diritto del lavoro a partire dal 2010 per far fronte alla grave crisi economica che ha colpito il Paese, nonché sulla scia delle indicazioni provenienti dal Fondo monetario internazionale, dalla Banca centrale europea e dalla Commissione europea. Nello specifico, vengono prese in considerazione le misure volte a ridurre il costo del lavoro, con particolare riferimento al pubblico impiego, a flessibilizzare - tanto in entrata, quanto in uscita - l'utilizzo della forza lavoro ed a modificare l'assetto dei rapporti collettivi di lavoro.
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Chiappetta, Giovanna. "Cittadinanza europea: opportunità e abusi nel diritto internazionale privato della famiglia." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (January 2021): 105–34. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2020-002005.

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Анотація:
Il saggio si incentra sulla funzione dell'autonomia negoziale nella regolamentazione degli status e dei rapporti familiari tra componenti il nucleo familiare tipico o atipico. Ciò in quanto il ruolo dell'autonomia negoziale è stato ampliato anche dalla cittadinanza europea intesa dalla Corte di giustizia europea come fonte autonoma di diritti. Tale cittadinanza, che si aggiunge a quella nazionale, ha consentito alla coppia ‘statica', pur in assenza del carattere transnazionale della situazione familiare, di scegliere la legge e gli strumenti di ordinamenti stranieri da applicare ai rapporti patrimoniali ed esistenziali della comunità di vita. Il saggio si propone di dimostrare come i Regolamenti UE in materia familiare possano applicarsi anche ai cittadini europei ‘statici', consentendo la scelta di leggi straniere con soluzioni estranee all'ordinamento nazionale, nel rispetto del limite dell'ordine pubblico costituzionale di ciascun Paese membro.
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Mugarra, Miriam Velazco. "Derecho Agrario: instrumento del desarrollo agrícola y rural." Przegląd Prawa Rolnego, no. 2(23) (December 15, 2018): 159–69. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2018.23.2.12.

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Анотація:
L’obiettivo dell’articolo è di presentare le sfide contemporanee del diritto agrario in materia di sviluppo sostenibile delle zone rurali, tenendo conto delle politiche agricole attuate a livello locale, regionale, internazionale e globale. Nello specifico si è cercato di approfondire l’influenza del c.d. approccio territoriale allo sviluppo sostenibile delle zone rurali e la sua importanza per il diritto agrario. Per attuare il concetto di agricoltura sostenibile a Cuba è necessaria un’implementazione decisiva del progresso tecnologico, una moderata, razionale ed economicamente giustificata intensificazione della produzione e un contenimento del degrado della produttività potenziale del suolo. È inoltre inevitabile ampliare e modernizzare l’infrastruttura tecnica delle zone rurali e delle aziende agricole stesse. Oltre alla necessità di aumentare il livello di istruzione e di conoscenza professionale da parte degli agricoltori, come anche il livello di consapevolezza ecologica, queste azioni richiedono un sostegno finanziario tramite stanziamenti del bilancio pubblico e dei fondi regionali. È anche necessario migliorare il reddito agricolo, in quanto esso determina le possibilità di intraprendere investimenti e attività pro-ecologiche, che a loro volta determinano la sicurezza alimentare del Paese. Secondo l’autore, l’approccio territoriale è uno strumento efficace che facilita la gestione pubblica delle zone rurali e contribuisce a un ulteriore sviluppo socio-economico della popolazione rurale.
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Colao, Floriana. "La proprietà fondiaria dalla bonifica integrale di Arrigo Serpieri alla riforma agraria di Antonio Segni. Diritto e politica nelle riflessioni di Mario Bracci tra proprietà privata e socializzazione della terra." Italian Review of Legal History, no. 7 (December 22, 2021): 323–76. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16892.

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Анотація:
Nel Programma di Giangastone Bolla per la Rivista di diritto agrario (1922) la proprietà fondiaria era banco di prova delle «moderne trasformazioni del diritto di proprietà» – su cui Enrico Finzi – in primo luogo con la «funzione sociale». Nell’azienda agraria Bolla osservava inoltre lo spostamento dalla proprietà all’impresa; asseriva che il legame tra l’agricoltura e lo Stato imponeva allo studioso del diritto agrario l’impegno per la «ricostruzione sociale ed economica del paese». In vista della «funzione sociale» Arrigo Serpieri – dal 1923 sottosegretario di Stato all’Agricoltura – promuoveva diversi provvedimenti legislativi per la «bonifica integrale»; la politica per l’agricoltura si legava all’organizzazione dello Stato corporativo in fieri (Brugi, Arcangeli). Il Testo unico del 1933 mirava al risanamento della terra per aumentarne la produttività e migliorare le condizioni dei contadini con trasformazioni fondiarie di pubblico interesse, con possibili espropri di latifondi ed esecuzione coatta di lavori di bonifica su terre private; dal 1946 il Testo unico del 1933 sarà considerato una indicazione per la riforma agraria (Rossi Doria, Segni). Nel primo Congresso di diritto agrario, (Firenze 1935), Maroi, Pugliatti, Serpieri, D’Amelio, Bolla, Ascarelli, Calamandrei discutevano alcune questioni, in primo luogo il diritto agrario come esperienza fattuale, legato alla vita rurale, irriducibile ad un ordine giuridico uniforme; da qui la lunga durata della ‘fortuna’ dell Relazione Jacini sulle diverse Italie agrarie. In vista della codificazione civile, i giuristi rilevavano l’insufficienza dell’impianto individualistico; ponevano l’istanza di norme incentrate sul bene e non sui soggetti, fino al superamento della distinzione tra diritto pubblico e privato. I più illustri giuristi italiani scrivevano nel volume promosso dalla Confederazione dei lavoratori dell’agricoltura; La Concezione fascista della proprietà esprimeva il distacco dalla concezione liberale – con l’accento sulla proprietà della terra fondata sul lavoro (Ferrara, Panunzio) – e teneva ferma l’iniziativa privata (Filippo Vassalli). Bolla ribadiva la particolarità della proprietà fondiaria tra ordinamento corporativo e progetto del codice civile, «istituto a base privata, aiutato e disciplinato dallo Stato», con il titolare «moderator et arbiter» della propria iniziativa. Nel codice civile del 1942 la proprietà fondiaria aveva senso dell’aspetto dinamico dell’attività produttiva, senza contemplare la «funzione sociale» come «nuovo diritto di proprietà» (Pugliatti, Vassalli, D’Amelio).Dopo la caduta del regime fascista le lotte nelle campagne imponevano al ministro Gullo di progare i contratti agrari e regolare l’occupazione delle terre incolte, con concessioni pluriennali ai contadini occupanti; il lodo De Gasperi indennizzava i mezzadri. Le differenti economie delle ‘diverse Italie agrarie’ sconsigliavano una riforma uniforme (Rossi Doria, Serpieri); i riorganizzati partiti politici miravano alla ripartizione delle terre espropriate e ad indennizzi al proprietario privato, senza lesioni del diritto di proprietà. L’iniziale azione dello Stato ad erosione del latifondo, con appositi Enti di riforma, aveva per scopo la valorizzazione della piccola proprietà contadina (Segni, Bandini). Per coniugare proprietà privata ed interesse sociale nella Costituzione Mortati motivava la sua proposta di «statuizione costituzionale»; Fanfani chiedeva «un articolo che parli espressamente della terra». Il latifondo era la questione più urgente ma divisiva; Di Vittorio ne chiedeva l’«abolizione » ed Einaudi la «trasformazione», scelta che si imponeva in nome delle diverse ‘Italie rurali’; non si recepiva la proposta di una norma intesa ad ostacolare le grandi proprietà terriere. L’articolo 44 della Costituzione prevedeva una legge a imporre «obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata», al fine di «conseguire il razionale sfruttamento del suolo ed equi rapporti sociali». Bolla apprezzava la scelta di «trasformare la proprietà individuale in proprietà sociale»; Vassalli scriveva di un non originale «prontuario di risoluzione del problema agrario». Nel progetto del Ministro per l’agricoltura Segni – che riusciva a far varare una contrastata riforma agraria – l’art. 44 dettava compiti al «legislatore futuro»; la legge Sila 21 Maggio 1950, la legge stralcio del 21 Ottobre 1950 per le zone particolarmente depresse, i progetti di legge sui contratti agrari erano discussi nel Terzo congresso di diritto agrario e nel primo Convegno internazionale, promosso da Bolla, con interventi di Bassanelli, Segni, Capograssi, Pugliatti, Santoro Passarelli, Mortati, Esposito. Il lavoro era considerato l’architrave della proprietà della terra, «diritto continuamente cangiante, che deve modellarsi sui bisogni sociali» (Bolla). In questo quadro è interessante la riflessione teorico-pratica, giuridico-politica di Mario Bracci, docente di diritto amministrativo a Siena, rettore, incaricato anche dell’insegnamento di diritto agrario. Rappresentante del PdA alla Consulta nazionale nella Commissione agricoltura, Bracci si proponeva di scrivere un «libro sulla socializzazione della terra», mai pubblicato; l’Archivio personale offre una mole di appunti finora inediti sul tema. Bracci collocava nella storia la proprietà della terra, che aveva senso nel «lavoro»; la definiva architrave del diritto agrario e crocevia di diritto privato e pubblico, tra le leggi di bonifica, la codificazione civile, l’art. 44 della Costituzione, la riforma agraria, intesa come «problema di giustizia». Dal fascismo alla Repubblica Bracci coglieva continuità tecniche e discontinuità ideologiche nell’assetto dell’istituto di rilevanza costituzionale, «le condizioni della persona sono indissolubilmente legate a quelle della proprietà fondiaria». Da studioso e docente di diritto amministrativo e diritto agrario dal luglio 1944 Bracci intendeva rispondere al conflitto nelle campagne, mediando tra «fini pubblici della produzione agraria e le esigenze della giustizia sociale»; proponeva «forme giuridiche adeguate e che sono forme di diritto pubblico».
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Tarwacka, Anna. "Convegno internazionale DIRITTO ROMANO PRIVATO E DIRITTO ROMANO PUBBLICO: TEORIA E PRATICA. Xiamen, Chiny, 23-27 października 2010 r." Zeszyty Prawnicze 10, no. 2 (December 23, 2016): 353. http://dx.doi.org/10.21697/zp.2010.10.2.21.

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Calvieri, Carlo. "ALCUNE RIFLESSIONI SULLO STATO POST-MODERNO TRA “PSICOPOLITICA” E NUOVA DIMENSIONE INTERNAZIONALE DEL DIRITTO PUBBLICO NELLA CORNICE DEL “CONCETTO DI POLITICO” DI C. SCHMITT." Novos Estudos Jurí­dicos 23, no. 3 (December 20, 2018): 848. http://dx.doi.org/10.14210/nej.v23n3.p848-871.

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Анотація:
Il presente articolo illustra come, nello scenario internazionale e nazionale italiano, la sovranitá sia rimessa sempre con piú frequenza nelle mani del potere economico ed I diritti e le libertá individuali siano rimesse all´autonomia privata a fronte di un potere statuale sempre piú esautorato.
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Ruiloba Santana, Eloy. "PALAIA, Nicola: L'ordine pubblico “internazionale”, Padova, 1974 (Studi e pubblicazioni della "Rivista di Diritto Internazionale Privato e Processuale", 11), 172 páginas." Anuario Español de Derecho Internacional 1 (August 16, 2018): 556–59. http://dx.doi.org/10.15581/010.1.28837.

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Franzina, Pietro. "La concessione di una <i>freezing injunction</i> non preclude la riconoscibilità in Italia della successiva sentenza di merito resa nel medesimo giudizio." marzo-aprile, no. 2 (April 7, 2022): 356–65. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.94.

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Анотація:
Tesi L’art. 64, lettere b) e g) della L. 31 maggio 1995, n. 218 di riforma del sistema italiano di diritto internazionale privato deve essere interpretato nel senso che non può dirsi integrata una violazione dei diritti essenziali della difesa e delle garanzie ascrivibili all’ordine pubblico processuale italiano, idonea a giustificare il diniego del riconoscimento di una sentenza straniera, per il solo fatto che la sentenza in questione sia stata resa all’esito di un procedimento nel corso del quale il debitore della sentenza è stato il destinatario di un provvedimento cautelare in personam, concesso inaudita altera parte, secondo il modello della freezing injunction inglese. Il riconoscimento di una sentenza straniera preceduta da un provvedimento cautelare può essere negato in forza delle disposizioni citate solo quando l’emanazione di detto provvedimento abbia comportato una violazione delle garanzie processuali fondamentali tale da tradursi, per la sua rilevante incidenza, in una lesione del diritto di difesa rispetto all’intero processo. The author’s view According to Article 64, literae b) and g) of the Law of 31 May 1995, No 218 (Reform of the Italian system of private international law), a foreign judgment is not eligible for recognition in Italy if the right to a fair trial was violated in the proceedings before the court of origin, and if recognition would contravene public policy, including procedural public policy. A judgment cannot be denied recognition on the above grounds merely because the court of origin granted, in the course of the same proceedings, a worldwide freezing injunction, as known under English law. In fact, recognition of the judgment could only be denied if it were established that, by granting the interim measure in question, the procedural rights of the party concerned were violated in such a serious way as to undermine the fairness of the proceedings considered as a whole.
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Дисертації з теми "DIRITTO INTERNAZIONALE PUBBLICO"

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CASIGLIA, STEFANIA. "La protezione del lavoratore marittimo tra diritto internazionale pubblico e diritto internazionale privato." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1045543.

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The topic of this research takes into account the peculiarities of maritime employment, which has traditionally been an important sector for the operation of conflict of law rules as well as for the proliferation of regulative provisions adopted at the public international law level. The objective of the research is to analyse and assess how these two normative systems can create a level plain field in order to avoid unfair competition and to set out the conditions for decent work in the increasingly globalized maritime sector.
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MARIANI, CLAUDIA. "Il rilievo della cittadinanza in ambito internazionale e comunitario." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2006. http://hdl.handle.net/2108/264.

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Dal punto di vista terminologico l’espressione cittadinanza deriva dal latino civitas. Il concetto di cittadinanza esprime il legame tra Stato e cittadino e la condizione giuridica di diritti e doveri che è espressione di questo legame. Lo Stato impone quindi, nei confronti di qualsiasi individuo, delle regole per la concessione o la perdita della cittadinanza. Ma solo attraverso l’analisi storica di questo legame si può realmente comprendere appieno quale sia il reale significato della cittadinanza, l’evoluzione del legame tra cittadino e Stato attraverso la Storia rimodula varie volte questo linkage attraverso un percorso dapprima segnato dalla progressiva perdita della dimensione attiva, che era stata tipica delle polis, a favore di un atteggiamento passivo di sudditanza. Successivamente un lungo e lento cammino, il cui inizio si ravvisa nella rivoluzione francese, porta al riappropriarsi, ad opera degli individui, di quei diritti fondamentali che oggi vengono riconosciuti dagli Stati democratici e dalla Comunità internazionale. E’ proprio attraverso il riconoscimento ed il pieno realizzo dei diritti fondamentali che la cittadinanza trova il suo significato moderno. Sebbene la maggior parte delle norme che disciplinano la cittadinanza siano di natura interna, in quanto poste in essere dagli ordinamenti dei singoli Stati, l’irradiazione esterna dell’istituto è tale da farlo rientrare nell’ordinamento internazionale. Da qui la necessità di delimitare l’ambito del diritto interno e del diritto internazionale, le sovrapposizioni ed i contrasti. Negli ultimi decenni è sempre stato il diritto internazionale a delimitare il diritto interno erodendo, in questo modo, il dominio che fino ad allora era stato di competenza esclusiva degli Stati uti singuli. L’analisi dell’ambito della cittadinanza in ambito internazionale non poteva esulare dallo studio di problematiche quali la cittadinanza plurima e l’apolidia, lo status e la tutela di rifugiato, la successione degli Stati, i diritti umani, la protezione diplomatica, e la nazionalità delle persone giuridiche e la protezione degli investimenti. Infine un nuovo concetto di cittadinanza che esula completamente del legame di un individuo con uno Stato è emerso con l’istituto della cittadinanza europea che per questo viene definita una cittadinanza secondaria che si sovrappone ad una cittadinanza primaria o classica. Da questa nuova cittadinanza scaturiscono tutta una serie di nuovi diritti che si analizzeranno approfonditamente. Poiché tutti questi diritti vengono anche riconosciuti ai residenti di uno degli Stati membri dell’Unione europea, il concetto di cittadinanza è nella sostanza svuotato di gran parte del suo significato rimanendo solamente un elemento formale volto a sottolineare il comune senso d’identità dell’Unione europea. Il concetto classico di cittadinanza sta vivendo una fase di ripensamento, l’affermarsi di obblighi e di garanzie internazionali rivolte agli individui ha definitivamente consolidato l’idea di una tutela dell’individuo avulsa dall’idea di cittadino; l’individuo è dunque il destinatario di diritti fondamentali che lo Stato è tenuto a rispettare. In questo modo si è eroso il dominio riservato dello Stato nei confronti dei propri cittadini e il concetto di cittadinanza si è svuotato di parte del suo significato a favore di una rilevanza, quasi giusnaturalistica, dell’individuo in quanto tale, indipendentemente dai suoi status.
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3

CASCARANO, APOLLONIA. "ORDINE PUBBLICO ECONOMICO TRA PROGRESSO ECONOMICO E SVILUPPO SOCIALE." Doctoral thesis, UNIVERSITà DEGLI STUDI DI MILANO BICOCCA, 2015. http://hdl.handle.net/10281/64775.

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Nella ricerca si mostra l’esistenza di una dimensione costituzionale europea di principi e valori comprendenti la CEDU e le costituzioni statali fondanti la presenza di un ordine pubblico europeo evidenziando l’emersione di un sistema europeo costituzionale. La ricerca unisce elementi e sistemi per prospettare l’esistenza di un’integrazione europea a livello giuridico tutelando il cd. pluralismo giuridico europeo, dando risalto agli strumenti di identità degli ordinamenti, creando unione tra il processo di integrazione e la tutela del pluralismo ordinamentale, evidenziando la situazione di giuridicità non perfetta relativa alla tutela dei diritti fondamentali. Da qui il ricorso al concetto di ordine pubblico che afferma l’unità degli ordinamenti giuridici definendo il concetto di pluralismo costituzionale europeo con il mutuo riconoscimento e l’affermazione di una dimensione costituzionale. Tra il concetto di costituzione formale ed il concetto di costituzione reale, si preferisce il concetto di Verfassung, costituzione reale. Il concetto di ordine pubblico conserva e valorizza le diversità ed i conflitti e diviene il risultato del conflitto tra conservazione e promozione dei valori e principi fondamentali. Si inserisce il concetto di ordine pubblico economico come categoria variabile che segna la nascita di un nuovo diritto tendente a prevenire e regolare i conflitti sociali. L’ordine pubblico economico si oppone all’astrattezza delle vecchie disposizioni con una legislazione di categorie sociali dove il contratto è sottoposto a regole dettate dalla tipologia contrattuale ed dalla personalità delle parti. La novità concettuale che porta alla distinzione tra i due concetti di ordine pubblico ed ordine pubblico economico è la base statuale: distanziandosi dallo Stato liberale, il concetto di ordine pubblico economico si fonda nelle forme di Stato sociale dove il sociale giustifica l’intervento statale in economia divenendo nozione giuridica di politica economica e sociale. Il rapporto tra diritto ed economia appare importante per poter meglio capire la portata della categoria dell’ordine pubblico economico: si segnala la necessità di creare concezioni non astratte ma reali dell’ordinamento recuperando l’esperienza dei rapporti umani e il fenomeno della comunicazione interpersonale. La proposta di una teoria generale in ambito economico rileva le deficienze di un metodo astratto in unione alla necessità di una "nuova antropologia" su cui si basa il concetto sussidiario. La nuova antropologia valorizza l'autonomia e la capacità dei singoli figlia dello spontaneo autoregolarsi della persona umana. Da ciò deriva l'analisi del rapporto tra ordine economico e ordinamento giuridico: la naturalità delle norme sociali si unisce con il ruolo sussidiario delle istituzioni che sopperiscono alle deficienze dei regolamenti. Esiste una comunicazione tra soggetti tramite la quale si ridà centralità al concetto di comunicazione ipotizzando un ordinamento intersoggettivo, sul quale si basa l'intervento sussidiario delle istituzioni con funzione di orientamento per il benessere della vita comunitaria. Il nuovo concetto di ordine pubblico economico diventa categoria che media le interrelazioni tra i principi dell’ordinamento comunitario e le regole del mercato comunitario. Lo sviluppo economico ed il progresso sociale sono i due cardini fondamentali della categoria, tendente sempre ad un bilanciamento tra le due finalità, riconosciuti a livello europeo come valori fondamentali ed intrepretati dalla giurisprudenza della Corte come fondamentali per le sue decisioni. Si sottolinea la realizzazione del concetto in ambito comunitario, dove all’esigenza di protezione delle libertà economiche si è riusciti ad associare la tutela di altri valori. L’equilibrio per il raggiungimento dell’ordine pubblico economico manca in tante aeree del diritto internazionale dove è prevalente il concetto di free trade rispetto ai valori sociali e della persona umana.
The study shows the existence of an European constitutional dimension of values and principles including the CEDU and the national constitutions, establishing the presence of an European public order underlining the display of a constitutional European system. The research tries to prospect the existence of an European integration at juridical level, granting the European juridical pluralism, highlighting the identity of each system, unifying the process of integration and the defense of pluralism, showing a defective juridical situation related to the granting of fundamental rights. The study appeals to the concept of public order that states the unity of juridical systems defining the concept of European constitutional pluralism through the mutual acknowledgment and achievement of a constitutional dimension. Among both the concepts of formal constitution and real constitution, it is preferred that of Verfassung ,real constitution. The concept of public order retains and gives values to the differences and conflicts and becomes the result of the conflict between the retention and promotion of values and fundamental principles. It is added the concept of public economic order as a variable category that marks the beginning of a new law that prevents and settle social conflicts. The public economic order oppose the abstract nature of old orders through the legislation of social categories where the contract is subject to rules of contractual typology and to the legal entity of the parts. The conceptual innovation that brings to the distinction between the two concept of public order and public economic order is the statuale base : the concept of public economic order is based on the forms of social State where the social justifies the public intervention in economy, becoming a legal notion of political and social economy. The relationship between law and economy appears important to better understand the meaning of the category of public and economic order: it is marked the need to create real and non-abstract conceptions of the system and to recover the experience of human relationships and that of the interpersonal communication. The proposal of a general theory in an economic setting reveals the deficiencies of an abstract method together with the need of a “new anthropology” upon which the subsidiary concept is based. The new typology gives value to the autonomy and to the ability of the individual and it is consequence of the natural auto govern of the human person. An analysis of the relationship between the economic order and the juridical system follows: social rules join the subsidiary role of institutions that provide for the deficiencies of procedures. There is a communication between the two subjects through which the concept of communication gains importance, thus supposing a system upon which the subsidiary intervention of institutions that work for the welfare of community life is based. The new concept of public economic order becomes a category that mediate the interrelations among the principles of the Community system and the rules of the Community market. The economic development and the social progress are the two cornerstones of the category, always tending towards a balance between the two purposes , identified at European levels as fundamental values and interpreted from the law of the Court as basic for its decisions. It is underlined the fulfillment of the concept in the Community setting in which the need of defending economic freedom has been associated to the protection of other values. The balance for the achievement of the public economic order lacks in many areas of international law where the concept of free trade prevails over social values and human person.
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Econimo, Eleonora <1993&gt. "Quando lo Stato è sovrano: la questione della sovranità nel Giappone del dopoguerra secondo il diritto internazionale pubblico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14360.

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L’elaborato ha come scopo quello di analizzare la questione della sovranità del Giappone, nel presen-te e contestualizzandola nella sua storia giuridica, secondo il diritto internazionale. Poiché essa rap-presenta un unicum nel mondo ed è diametralmente cambiata dal secondo dopoguerra ai giorni no-stri, attraverso l’analisi di compendi giurisprudenziali, di articoli politici e di testi sulla storia e l’evoluzione giuridico-politica del Giappone negli ultimi settant’anni, verrà affrontata un’analisi del-la sua posizione in quanto entità statale. Pertanto, ci si interrogherà sulla definizione di “Stato sovra-no” applicata al Giappone. L’elaborato parte da una panoramica sulla storia giurisprudenziale giapponese a partire dalla prima vera Costituzione fino a quella moderna. Quest’ultima, frutto dell’occupazione americana, è prota-gonista di un’analisi approfondita, per la particolarità della sua genesi, le controversie scaturite e le considerazioni sulla sua legittimità e autenticità. Una volta illustrata la natura della moderna Costitu-zione e, soprattutto, del suo articolo più discusso, il nono, sulla rinuncia alla guerra, dalle osservazio-ni estratte verranno elencate le conclusioni emerse circa la questione della sovranità. Poi, verrà pre-sentata l’evoluzione delle politiche sia interne, sia estere del Giappone, per capire se e come la que-stione della sovranità sia cambiata. Infine, le conclusioni porranno in comparazione la sovranità del Paese nel passato e nel presente.
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CHIRICALLO, Nicola. "Verso un ordine pubblico europeo delle successioni? L’impatto del Regolamento 650/2012 sul diritto successorio materiale, tra principi UE e tradizioni nazionali." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2023. https://hdl.handle.net/11392/2502851.

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Nel primo Capitolo del presente lavoro, muovendo da una prospettiva civilistica, si è provveduto con l’esaminare l’impatto sostanziale derivante dall’adozione del Regolamento europeo n. 650/2012 in materia di diritto internazionale privato delle successioni. A tal fine, premessi brevi cenni sulla disciplina italiana di diritto internazionale privato delle successioni previgente, contenuta negli articoli 46 e seguenti della legge n. 218 del 1995, si è effettuata una sintetica ricostruzione storica dell’istituto dell’ordine pubblico internazionale nella logica della legge n. 218 del 1995: in quest’occasione, si è anche confrontata tale eccezione con un altro fondamentale limite all’applicazione della legge straniera, rappresentato dalle norme di applicazione necessaria. In seguito, una volta compiuta siffatta ricostruzione diacronica, si è proseguito con l’analisi di alcuni importanti profili di incidenza del Regolamento n. 650 sul diritto successorio materiale, evidenziando come il Regolamento medesimo appaia incidere sul diritto successorio materiale almeno sotto tre differenti punti di vista: il patto successorio c.d. “europeo” – il quale viene espressamente disciplinato nell’art. 25 del Regolamento –, il certificato successorio europeo nonché, soprattutto, la clausola di ordine pubblico contenuta nell’art. 35, il cui rilievo si ritiene tale da necessitare una trattazione separata. Nel secondo capitolo, dunque, si è provveduto ad esaminare il concetto di ordine pubblico ai sensi del Regolamento n. 650/2012. A questo scopo, in primo luogo, si è provveduto ad esaminare l’elaborazione giurisprudenziale della Corte di giustizia europea, la quale ha provveduto progressivamente a costruire una nozione autonoma di “ordine pubblico europeo” sulla scorta dei principi fondamentali dell’ordinamento dell’Unione europea, i quali sono da individuarsi, a loro volta, nelle libertà fondamentali previste dai Trattati e nei diritti fondamentali sanciti dalla Carta di Nizza. Muovendo da tale presupposto, si è allora tentato di ricostruire il ruolo dell’ordine pubblico nella sistematica del Regolamento 650/2012: sicché, attraverso un’analisi che ha posto in correlazione il diritto dell’Unione europea con il diritto successorio, si è evidenziato come l’ordine pubblico ex art. 35 del Regolamento imponga la disapplicazione della legge straniera soltanto in casi eccezionali, suscettibile di verificazione unicamente con riguardo all’applicazione della legge di uno Stato terzo; con riferimento, invece, all’applicazione della legge di un diverso Stato membro, il diritto dell’Unione europea appare poter agire principalmente in direzione opposto, impedendo cioè la disapplicazione della legge medesima per contrasto con i principi fondamentali dello Stato del foro, i quali, nel loro insieme, fondano quello che può essere definito, in alterità con l’ordine pubblico europeo, come “ordine pubblico nazionale” delle successioni. Nel terzo Capitolo, pertanto, infine, si concentra l’analisi sull’ordinamento italiano, valutando se la successione necessaria possa costituire, nello specifico, un istituto di ordine pubblico internazionale. A questo fine, premessi alcuni cenni diacronici sull’istituto e posti in evidenza alcuni dei più significativi aspetti della disciplina, i quali concorrono nel rendere il sistema italiano di tutela dei legittimari tra i più rigidi dello scenario europeo, si è cercato di individuare l’eventuale fondamento costituzionale dell’istituto. Ad esito di tale procedimento, si è giunti alla conclusione per cui ad essere eventualmente rivestito di valore costituzionale non è la successione necessaria di per sé considerata, bensì la successione necessaria c.d. materiale, cioè il fatto che alla cerchia dei più ristretti familiari del de cuius sia garantita una qualche forma di tutela per l’ipotesi in cui questi siano in stato di bisogno.
The first chapter of this work, starting from a civil law perspective, examined the substantive impact of the adoption of European Regulation No 650/2012 on the private international law of succession. To this end, after briefly outlining the Italian rules of private international law of succession previously in force, contained in Article 46 et seq. of Law No 218 of 1995, a brief historical reconstruction of the institution of international public policy in the logic of Law No 218 of 1995 was carried out: on this occasion, this exception was also compared with another fundamental limitation on the application of foreign law, represented by the rules of necessary application. Subsequently, once this diachronic reconstruction was accomplished, we proceeded with the analysis of some important profiles of the impact of Regulation 650 on the substantive law of succession, highlighting how the Regulation itself appears to affect the substantive law of succession from at least three different points of view: the so-called "European" agreement as to succession - which is the only one that can be considered as a "European" agreement - and the "European" agreement as to succession. European" agreement as to succession - which is expressly regulated in Art. 25 of the Regulation -, the European Certificate of Succession and, above all, the public policy clause contained in Art. 35, the importance of which is considered such that it requires separate discussion. In the second chapter, therefore, the concept of public policy within the meaning of Regulation 650/2012 was examined. To this end, we first examined the case law of the European Court of Justice, which has progressively constructed an autonomous notion of 'European public policy' on the basis of the fundamental principles of the European Union legal order, which in turn are to be found in the fundamental freedoms laid down in the Treaties and in the fundamental rights enshrined in the Nice Charter. Starting from this assumption, an attempt was then made to reconstruct the role of public policy in the systematics of Regulation 650/2012: thus, through an analysis that correlated European Union law with the law of succession, it was shown how public policy under Art. 35 of the Regulation requires the non-application of foreign law only in exceptional cases, which can be verified only with regard to the application of the law of a non-Member State; with reference, on the other hand, to the application of the law of another Member State, the law of the European Union appears to be able to act mainly in the opposite direction, preventing the non-application of the law itself on the ground that it conflicts with the fundamental principles of the State of the forum, which, taken together, form the basis of what may be defined, in alterity with European public policy, as the "national public policy" of successions. In Chapter Three, therefore, the analysis focuses on the Italian legal system, assessing whether the necessary succession may constitute, specifically, an institution of international public policy. To this end, after a few diachronic outlines of the institution and highlighting some of the most significant aspects of the discipline, which contribute to making the Italian system of protection of legitimators among the strictest in the European scenario, and which appear to persist despite several attempts at reform, an attempt was made to identify the possible constitutional basis of the institution. At the end of this procedure, the conclusion was reached that it is not the necessary succession in itself that is possibly endowed with constitutional value, but the so-called material necessary succession, i.e. the fact that the circle of the deceased's closest family members is guaranteed some form of protection in the event that they are in a state of need.
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GULIZZI, ELISA. "PREVENIRE LA CORRUZIONE: NUOVE STRATEGIE REGOLATORIE TRA PUBBLICO E PRIVATO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/78875.

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L’obiettivo della ricerca è quello di studiare le contaminazioni tra diversi livelli di governance nel settore dell’anticorruzione. Anzitutto, ci si soffermerà sugli effetti che le convenzioni internazionali e più in generale gli strumenti prodotti nella sfera sovranazionale hanno determinato sul diritto anticorruzione italiano. A ben vedere, questa contaminazione tra diversi livelli di regolazione si realizza non solo attraverso strumenti cogenti ma anche, e soprattutto, attraverso strumenti flessibili come raccomandazioni e linee guida. Il diritto anticorruzione rappresenta un laboratorio di contaminazioni non solo a livello verticale tra sfera sovranazionale e nazionale, ma anche a livello orizzontale. Alla delimitazione del campo della ricerca alle interazioni tra pubblico e privato corrisponde il capitolo II: in esso si dà conto del fatto che, in materia di prevenzione del rischio di corruzione, i confini tra sfera pubblica e sfera privata sono sempre più sfumati. Infine, nel capitolo III, si cerca di trovare un filo conduttore tra le varie forme di contaminazioni regolatorie analizzate, inserendole entro un più ampio ciclo in cui si susseguono regulation e enforcement. Ci si chiede se e in che misura questo ciclo sia effettivamente virtuoso: in particolare, se un processo di law-making improntato ai criteri della flessibilità, della partecipazione dei soggetti interessati e della continua valutazione della sua efficacia, sia effettivamente idoneo a prevenire fenomeni corruttivi.
The aim of the research is to study interaction between different levels of governance in the anti-corruption sector. Firstly, the domestic law, especially in the anti-corruption field is strongly influenced by international instruments. The Italian system, for example, starts out from the Anti-Corruption Law, Law No. 190 (the so called "Severino Law", approved by Parliament on 6 November 2012, entering into force on 28 November 2012, and implemented by several regulations). This Law was adopted to implement the UN Convention against Corruption. Secondly, the research aims to study interaction between public and private sector: fundamental concepts for corruption prevention, such as risk management, have been borrowed from one sector to another. Finally, there many players in the anti-corruption sector who are able to create rules (lawmakers, stakeholders, Authorities): the question is if they are part of a virtuous circle in which regulation and enforcement are closely linked. In order to prevent corruption, the law-making process must be based on specific criteria such as flexibility, stakeholder participation and ongoing evaluation of its effectiveness.
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GULIZZI, ELISA. "PREVENIRE LA CORRUZIONE: NUOVE STRATEGIE REGOLATORIE TRA PUBBLICO E PRIVATO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/78875.

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L’obiettivo della ricerca è quello di studiare le contaminazioni tra diversi livelli di governance nel settore dell’anticorruzione. Anzitutto, ci si soffermerà sugli effetti che le convenzioni internazionali e più in generale gli strumenti prodotti nella sfera sovranazionale hanno determinato sul diritto anticorruzione italiano. A ben vedere, questa contaminazione tra diversi livelli di regolazione si realizza non solo attraverso strumenti cogenti ma anche, e soprattutto, attraverso strumenti flessibili come raccomandazioni e linee guida. Il diritto anticorruzione rappresenta un laboratorio di contaminazioni non solo a livello verticale tra sfera sovranazionale e nazionale, ma anche a livello orizzontale. Alla delimitazione del campo della ricerca alle interazioni tra pubblico e privato corrisponde il capitolo II: in esso si dà conto del fatto che, in materia di prevenzione del rischio di corruzione, i confini tra sfera pubblica e sfera privata sono sempre più sfumati. Infine, nel capitolo III, si cerca di trovare un filo conduttore tra le varie forme di contaminazioni regolatorie analizzate, inserendole entro un più ampio ciclo in cui si susseguono regulation e enforcement. Ci si chiede se e in che misura questo ciclo sia effettivamente virtuoso: in particolare, se un processo di law-making improntato ai criteri della flessibilità, della partecipazione dei soggetti interessati e della continua valutazione della sua efficacia, sia effettivamente idoneo a prevenire fenomeni corruttivi.
The aim of the research is to study interaction between different levels of governance in the anti-corruption sector. Firstly, the domestic law, especially in the anti-corruption field is strongly influenced by international instruments. The Italian system, for example, starts out from the Anti-Corruption Law, Law No. 190 (the so called "Severino Law", approved by Parliament on 6 November 2012, entering into force on 28 November 2012, and implemented by several regulations). This Law was adopted to implement the UN Convention against Corruption. Secondly, the research aims to study interaction between public and private sector: fundamental concepts for corruption prevention, such as risk management, have been borrowed from one sector to another. Finally, there many players in the anti-corruption sector who are able to create rules (lawmakers, stakeholders, Authorities): the question is if they are part of a virtuous circle in which regulation and enforcement are closely linked. In order to prevent corruption, the law-making process must be based on specific criteria such as flexibility, stakeholder participation and ongoing evaluation of its effectiveness.
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CASCARANO, APOLLONIA. "L'ordine pubblico economico tra progresso economico e sviluppo sociale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/65881.

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Nella ricerca si mostra l’esistenza di una dimensione costituzionale europea di principi e valori comprendenti la CEDU e le costituzioni statali fondanti la presenza di un ordine pubblico europeo evidenziando l’emersione di un sistema europeo costituzionale. La ricerca unisce elementi e sistemi per prospettare l’esistenza di un’integrazione europea a livello giuridico tutelando il cd. pluralismo giuridico europeo, dando risalto agli strumenti di identità degli ordinamenti, creando unione tra il processo di integrazione e la tutela del pluralismo ordinamentale, evidenziando la situazione di giuridicità non perfetta relativa alla tutela dei diritti fondamentali. Da qui il ricorso al concetto di ordine pubblico che afferma l’unità degli ordinamenti giuridici definendo il concetto di pluralismo costituzionale europeo con il mutuo riconoscimento e l’affermazione di una dimensione costituzionale. Tra il concetto di costituzione formale ed il concetto di costituzione reale, si preferisce il concetto di Verfassung, costituzione reale. Il concetto di ordine pubblico conserva e valorizza le diversità ed i conflitti e diviene il risultato del conflitto tra conservazione e promozione dei valori e principi fondamentali. Si inserisce il concetto di ordine pubblico economico come categoria variabile che segna la nascita di un nuovo diritto tendente a prevenire e regolare i conflitti sociali. L’ordine pubblico economico si oppone all’astrattezza delle vecchie disposizioni con una legislazione di categorie sociali dove il contratto è sottoposto a regole dettate dalla tipologia contrattuale ed dalla personalità delle parti. La novità concettuale che porta alla distinzione tra i due concetti di ordine pubblico ed ordine pubblico economico è la base statuale: distanziandosi dallo Stato liberale, il concetto di ordine pubblico economico si fonda nelle forme di Stato sociale dove il sociale giustifica l’intervento statale in economia divenendo nozione giuridica di politica economica e sociale. Il rapporto tra diritto ed economia appare importante per poter meglio capire la portata della categoria dell’ordine pubblico economico: si segnala la necessità di creare concezioni non astratte ma reali dell’ordinamento recuperando l’esperienza dei rapporti umani e il fenomeno della comunicazione interpersonale. La proposta di una teoria generale in ambito economico rileva le deficienze di un metodo astratto in unione alla necessità di una "nuova antropologia" su cui si basa il concetto sussidiario. La nuova antropologia valorizza l'autonomia e la capacità dei singoli figlia dello spontaneo autoregolarsi della persona umana. Da ciò deriva l'analisi del rapporto tra ordine economico e ordinamento giuridico: la naturalità delle norme sociali si unisce con il ruolo sussidiario delle istituzioni che sopperiscono alle deficienze dei regolamenti. Esiste una comunicazione tra soggetti tramite la quale si ridà centralità al concetto di comunicazione ipotizzando un ordinamento intersoggettivo, sul quale si basa l'intervento sussidiario delle istituzioni con funzione di orientamento per il benessere della vita comunitaria. Il nuovo concetto di ordine pubblico economico diventa categoria che media le interrelazioni tra i principi dell’ordinamento comunitario e le regole del mercato comunitario. Lo sviluppo economico ed il progresso sociale sono i due cardini fondamentali della categoria, tendente sempre ad un bilanciamento tra le due finalità, riconosciuti a livello europeo come valori fondamentali ed intrepretati dalla giurisprudenza della Corte come fondamentali per le sue decisioni. Si sottolinea la realizzazione del concetto in ambito comunitario, dove all’esigenza di protezione delle libertà economiche si è riusciti ad associare la tutela di altri valori. L’equilibrio per il raggiungimento dell’ordine pubblico economico manca in tante aeree del diritto internazionale dove è prevalente il concetto di free trade rispetto ai valori sociali e della persona umana.
The study shows the existence of an European constitutional dimension of values and principles including the CEDU and the national constitutions, establishing the presence of an European public order underlining the display of a constitutional European system. The research tries to prospect the existence of an European integration at juridical level, granting the European juridical pluralism, highlighting the identity of each system, unifying the process of integration and the defense of pluralism, showing a defective juridical situation related to the granting of fundamental rights. The study appeals to the concept of public order that states the unity of juridical systems defining the concept of European constitutional pluralism through the mutual acknowledgment and achievement of a constitutional dimension. Among both the concepts of formal constitution and real constitution, it is preferred that of Verfassung ,real constitution. The concept of public order retains and gives values to the differences and conflicts and becomes the result of the conflict between the retention and promotion of values and fundamental principles. It is added the concept of public economic order as a variable category that marks the beginning of a new law that prevents and settle social conflicts. The public economic order oppose the abstract nature of old orders through the legislation of social categories where the contract is subject to rules of contractual typology and to the legal entity of the parts. The conceptual innovation that brings to the distinction between the two concept of public order and public economic order is the statuale base : the concept of public economic order is based on the forms of social State where the social justifies the public intervention in economy, becoming a legal notion of political and social economy. The relationship between law and economy appears important to better understand the meaning of the category of public and economic order: it is marked the need to create real and non-abstract conceptions of the system and to recover the experience of human relationships and that of the interpersonal communication. The proposal of a general theory in an economic setting reveals the deficiencies of an abstract method together with the need of a “new anthropology” upon which the subsidiary concept is based. The new typology gives value to the autonomy and to the ability of the individual and it is consequence of the natural auto govern of the human person. An analysis of the relationship between the economic order and the juridical system follows: social rules join the subsidiary role of institutions that provide for the deficiencies of procedures. There is a communication between the two subjects through which the concept of communication gains importance, thus supposing a system upon which the subsidiary intervention of institutions that work for the welfare of community life is based. The new concept of public economic order becomes a category that mediate the interrelations among the principles of the Community system and the rules of the Community market. The economic development and the social progress are the two cornerstones of the category, always tending towards a balance between the two purposes , identified at European levels as fundamental values and interpreted from the law of the Court as basic for its decisions. It is underlined the fulfillment of the concept in the Community setting in which the need of defending economic freedom has been associated to the protection of other values. The balance for the achievement of the public economic order lacks in many areas of international law where the concept of free trade prevails over social values and human person.
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TOSCANO, VINCENZO. "LO STATO DELLA CHIESA TRA DIRITTO INTERNO E INTERNAZIONALE NELLA PRIMA METÀ DELL'OTTOCENTO. LA FIGURA E IL PENSIERO POLITICO DI PELLEGRINO ROSSI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2022. http://hdl.handle.net/2434/926213.

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La prima parte dell’Ottocento ha rappresentato un momento cruciale per il contesto europeo, costretto in un primo momento a fare i conti con le ultime conseguenze della grande ventata rivoluzionaria, e poi – direttamente – con il figlio più spregiudicato di quest’ultima; quel petit diable arrivato dalla Corsica e divenuto imperatore. Anni in cui lo Stato della Chiesa vive alcuni dei momenti più delicati della sua esistenza (basti pensare all’annessione diretta all’impero francese o alla deportazione di Pio VII), senza avere la forza materiale per opporsi a tali vicissitudini. Il lavoro compiuto dai rappresentanti europei a Vienna, durante l’omonimo Congresso, tenta di attuare un “forzato” e precario ritorno al passato, che si rivelerà incapace di resistere allo spirito dei nuovi tempi. Lo Stato pontificio – questa la nuova denominazione adottata dopo la grande adunanza del 1814-1815 (quasi a voler eliminare quell’aura di sacralità destinata a diventare sempre più scomoda nei decenni successivi) – si trova dinanzi all’impellente bisogno di riorganizzare il proprio apparato istituzionale, consapevole di non poter cancellare definitivamente la parentesi degli anni appena trascorsi. In un secolo che vedrà la definitiva scomparsa del dominio temporale dei papi, quanto appena detto è soltanto una delle sfide con cui lo Stato dell’Italia centrale è chiamato a confrontarsi. Tali eventi infatti, si susseguono in uno scenario internazionale in continua evoluzione, dove anche le grandi potenze sono spesso chiamate a confrontarsi con eventi inattesi, ma sempre attente alle dinamiche dell’equilibrio e al bilanciamento degli interessi in gioco. Per una realtà che non è semplicemente un’entità statale, ma anche centro dell’orbe cattolico e sede del successore di Pietro, accettare di stravolgere la propria “natura” non è affatto semplice. Consentire l’accesso dei laici ai vertici della burocrazia, istituire organismi “realmente” rappresentativi, o pensare di promulgare una Carta fondamentale, continua ad essere per anni un ricorrente miraggio. Anche se da più fronti riecheggia la necessità di portare un ammodernamento all’amministrazione interna dello Stato, sul versante amministrativo, economico, e soprattutto giudiziario, sembra trionfare – quasi sempre – la linea dell’intransigenza e dell’immobilità. A volte si interviene, è vero, ma più per compiacenza che per reale convinzione, dovendo tener conto di pressioni interne ed esterne. Spinte talvolta provenienti dal malcontento sempre più diffuso, talvolta dall'ingerenza dei grandi Stati europei. Il presente lavoro di ricerca, si è posto dunque l’obiettivo di analizzare le principali vicende (specialmente giuridiche) – interne ed esterne – che hanno coinvolto lo Stato della Chiesa nella prima metà dell’Ottocento. Un percorso sviluppato lungo molteplici direttrici, partito dallo sfondo dei grandi eventi storici di questi anni, e intrecciatosi con le vicende di alcuni grandi protagonisti: pontefici, segretari di Stato, capi di governo, monarchi. Uno sguardo gettato non solo sul fronte interno, ma anche su quello internazionale. Capire come Roma provi a gestire le proprie relazioni estere in un contesto sovranazionale che in questi decenni vede sorgere nuovi Stati (si prenda l’esempio rappresentato dal Belgio), assiste a mutamenti rilevanti (si pensi alla Francia del 1830, con l’inizio della monarchia orleanista, o all’indipendenza raggiunta dai Paesi del sud America), o a forti dispute dinastiche (come avviene nella Penisola iberica), è importante per capire come essa debba confrontarsi anche con governi che, a seconda dei casi, assumono caratteri marcatamente conservatori o con forti tendenze liberali. E per quanto sia naturale l’inclinazione, o se vogliamo la “vicinanza” della Curia romana verso posizioni reazionarie, ciò non significa che i rapporti con potenze come Russia o Austria, rimangono sempre idilliaci. Tuttavia, quella appena descritta, non è stata l’unica linea seguita nello sviluppo della presente ricerca. Quasi a voler procedere su due binari paralleli, ci si è soffermati anche sulla figura e sul pensiero politico di uno dei giuristi più rilevanti della prima metà del secolo: Pellegrino Rossi. Giurista certo, anche se tale espressione non basta per racchiudere la grandezza di un “figlio italiano”, nato e vissuto quando l’Italia unita ancora non esisteva. Molto è stato già detto, o meglio scritto, su questo poliedrico personaggio, e sulla sua vita spesa tra l’Italia, la Svizzera, la Francia e poi nuovamente nella Penisola, impegnato presso la corte romana come rappresentante francese, e poi come ministro di sua santità. Eppure, proprio tali aspetti sono stati utili per lo svolgimento del presente lavoro, guardando a sfumature meno indagate, ma di assoluto rilievo. Tali sono stati ad esempio i momenti più rilevanti trascorsi dal Rossi in terra elvetica (in quanto membro del Consiglio rappresentativo di Ginevra e inviato alla Dieta di Lucerna del 1832), o i maggiori interventi tenuti presso la camera dei Pari a Parigi, tra il 1840 e il 1844. Lo stesso dicasi per le delicate vicende che coinvolsero il giurista durante il suo incarico presso la corte papale, o la particolare congiuntura storica in cui assunse l’incarico di ministro dell’interno di Pio IX. Proprio qui, prima nei panni di ambasciatore, e poi come perno del nuovo governo nato nel settembre 1848, il poliedrico italiano avrebbe cercato di scuotere lo Stato romano dal suo torpore, per trainarlo verso un assetto più moderno e realmente costituzionale.
The first part of the nineteenth century was a crucial moment for the European context, which was first forced to reckon with the last consequences of the great revolutionary wave, and then - directly - with France's most unscrupulous son; that petit diable arrived from Corsica and become emperor. In these years the Papal States experienced some of the most delicate moments of their existence (suffice it to think of the direct annexation to the French Empire or the deportation of Pius VII), without having the material strength to oppose such vicissitudes. The work carried out by the European representatives in Vienna, during the famous Congress, attempts to implement a “forced” and precarious return to the past, which will prove to be incapable of withstanding the spirit of the new times. The Papal State - this was the new denomination adopted after the great meeting of 1814-1815 (as if to eliminate the aura of sacredness destined to become increasingly uncomfortable in the following decades) - was faced with the urgent need to reorganise its institutional apparatus, aware that it could not definitively cancel the parenthesis of the years that had just passed. In a century that will see the disappearance of the temporal dominion of the popes, it was only one of the challenges with which the State of central Italy was called to confront. In fact, these events took place in a constantly evolving international scenario, where even the great powers were often called upon to deal with unexpected events, but were always attentive to the dynamics of balance and the balancing of interests at stake. For a reality that is not only a state entity, but also the centre of the Catholic world and the seat of the successor of Peter, accepting to change its “nature” is not easy. Allowing lay people access to the upper echelons of the bureaucracy, setting up “truly” representative bodies, or thinking of promulgating a fundamental charter, has been a recurring mirage for years. Although the need to modernise the internal administration of the State is echoed on many fronts, on the administrative, economic and, above all, judicial fronts, the line of intransigence and immobility seems to triumph almost always. It is true that action is sometimes taken, but more out of complacency than real conviction, having to take account of internal and external pressures. Pressure that sometimes comes from increasingly widespread discontent, sometimes from the interference of the large European states. The aim of this research work was therefore to analyse the main (especially legal) events - internal and external - that involved the Church State in the first half of the nineteenth century. A path developed along multiple lines, starting from the background of the great historical events of recent years, and intertwined with the vicissitudes of some great protagonists: popes, secretaries of state, heads of government, monarchs. A look not only at the domestic front, but also at the international one. Understanding how Rome tries to manage its foreign relations in a supranational context that in recent decades has seen the emergence of new states (e.g. Belgium), significant changes (e.g. France in 1830, with the beginning of the Orleanist monarchy, or the independence achieved by the countries of South America), or strong dynastic disputes (e.g. the Iberian Peninsula), is important to understand how it must also deal with governments that, depending on the case, take on markedly conservative characteristics or with strong liberal tendencies. Despite the Roman Curia's natural inclination, “closeness” to reactionary positions, relations with powers such as Russia or Austria don’t remain idyllic. However, the line just described was not the only one followed in the development of this research. As if wishing to proceed on two parallel tracks, we have also focused on the figure and political thought of one of the most important jurists of the first half of the century: Pellegrino Rossi. A jurist of course, although this expression is not enough to encapsulate the greatness of an “Italian son”, born and raised when united Italy did not yet exist. Much has already been said, or rather written, about this multifaceted character, and about his life spent between Italy, Switzerland, France and then back on the peninsula, working at the Roman court as a French representative, and then as a minister of His Holiness. And yet these aspects have been precisely useful in this work, looking at lesser-known but absolutely important aspects. These were, for example, the most important moments Rossi spent in Switzerland (as a member of the Geneva Representative Council and as an envoy to the Diet of Lucerne in 1832), or the major speeches he made at the Chamber of Peers in Paris between 1840 and 1844. The same can be said about the delicate events that involved the jurist during his tenure at the papal court. It was here, first as ambassador, and then as the pivot of the new government formed in September 1848, that the multifaceted Italian tried to shake the Roman State out of its torpor and pull it towards a more modern and truly constitutional order.
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FRANCARIO, Simone. "Principi e regole dei contratti pubblici aggiudicati in base al diritto internazionale." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2022. https://hdl.handle.net/11695/114429.

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Lo scopo della presente tesi è quello di analizzare i principi fondamentali e le regole degli appalti pubblici aggiudicati in base al diritto internazionale, partendo, in maniera diametralmente opposta, proprio dal dato normativo nazionale. Come è noto, l’art. 16 del codice appalti di cui al D. Lgs. 50/2016 prevede che gli appalti aggiudicati o organizzati in base a norme internazionali (quali, ad esempio norme derivanti da un trattato internazionale o stabilite da un’organizzazione internazionale), insieme agli appalti finanziati per intero o per la maggior parte da organizzazioni internazionali, siano esclusi dall’ambito di applicazione delle norme del codice degli appalti, propendendo per l’applicazione delle regole derivanti dalle rispettive fonti sovranazionali. Questa norma, che rappresenta il punto di collegamento tra l’ordinamento nazionale e l’ordinamento internazionale in materia di appalti pubblici, costituisce anche il punto di partenza della ricerca. Ci si chiede, infatti, se tali contratti aggiudicati in base alle norme di diritto internazionale non sono soggetti alle regole e ai principi del codice appalti, a quali norme e principi ubbidiscono? Vi è divergenza oppure convergenza tra le regole nazionali e internazionali? Per rispondere a questo interrogativo, si è reso necessario, in primo luogo, ricostruire in chiave storico sistematica l’evoluzione dei principi in materia di evidenza pubblica nell’ordinamento italiano, iniziando dal principio contabilistico all’epoca delle prime leggi di contabilità di Stato, al quale si sono poi aggiunti anche i principi di anticorruzione e concorrenza. Nella seconda parte della ricerca poi sono state esaminate le principali fonti internazionali in materia e in questa analisi sono state prese in considerazione fonti di natura molto eterogenea tra di loro al fine di coprire l’intero ambito descritto dall’art. 16 del codice appalti. Ad esempio, la UNCITRAL model law on p.p., un trattato internazionale il quale è carente del requisito della obbligatorietà nei confronti degli Stati firmatari ma che funge come guida/suggerimento ai legislatori nazionali al fine di modernizzare e aggiornare il proprio sistema di aggiudicazione dei contratti pubblici. Il GPA, un accordo internazionale stipulato all’interno di una organizzazione internazionale quale l’OMC, il quale è obbligatorio nei confronti delle parti firmatarie qualora il valore della commessa pubblica superi una certa soglia. E infine le regole della Banca Mondiale, ossia le regole di una organizzazione finanziaria internazionale che si applicano obbligatoriamente a tutti gli appalti finanziati per intero o anche solo in parte dalla WB. La terza e ultima parte della ricerca è dedicata al confronto dei principi che sono emersi nell’ordinamento nazionale e nell’ordinamento internazionale. Da tale comparazione sembra poter emergere una sostanziale coincidenza di principi che, seppur declinati in forme differenti a seconda della fonte normativa di riferimento, possono comunque essere pur sempre ricondotti alle ragioni classiche dell’evidenza pubblica, ossia contabilità, concorrenza e anticorruzione.
The purpose of this thesis is to analyze the fundamental principles and rules of public contracts awarded on the basis of international law, starting, in a diametrically opposed manner, from the national law. As is well known, Article 16 of the Legislative Decree 50/2016 provides that contracts awarded or organized on the basis of international rules (such as, for example, rules deriving from an international treaty or established by an international organization), together with contracts financed wholly or for the most part by international organizations, are excluded from the scope of application of the Italian national rules, leaning towards the application of the rules deriving from the international law. This article, which represents the point of connection between national and international law on public procurement, is also the starting point of the research. If these international public contracts are awarded on the basis of the rules of international law and, therefore, they are not subject to the rules and principles of the procurement code, which rules and principles do they obey? Is there divergence or convergence between national and international rules and principles? In order to answer this question, it was first necessary to reconstruct the evolution of the principles of public procurement in the Italian legal system, starting from the accounting principle, to which the principles of anti-corruption and competition were later added. The second part of the research is focused on the analysis of the main international sources of public procurement regulations. The UNCITRAL model law on public procurement: an international treaty which is not compulsory to the signatory States but serves as a guide/suggestion to national legislators in order to modernize and update their own system. The GPA, an international agreement concluded within an international organization such as the WTO, which is binding on the signatory parties if the value of the public contract exceeds a certain threshold. And finally, the rules of the World Bank, i.e. the rules of an international financial organization which are compulsorily applied to all contracts financed in whole or in part by the WB. The third and last part of the research is dedicated to the comparison of the principles that have emerged in the national and international systems. From this comparison, it is possible to identify a substantial coincidence of principles that, although declined in different forms depending on the source of reference, can still be traced back to the classic reasons of public evidence, namely accounting, competition and anti-corruption.
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Книги з теми "DIRITTO INTERNAZIONALE PUBBLICO"

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1935-, Luzzatto Riccardo, and Pocar Fausto, eds. Codice di diritto internazionale pubblico. 2nd ed. Torino: G. Giappichelli, 2001.

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2

translator, Kolb Robert, ed. Notions de droit international public: Nozioni di diritto internazionale pubblico. [Paris]: Editions A. Pedone, 2013.

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3

Codice di diritto internazionale pubblico. Torino: G. Giappichelli, 1998.

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4

Luccini, Luigi. Digesto Italiano: Enciclopedia Metodica e Alfabetica Di Legislazione, Dottrina e Giurisprudenza, Diritto Civile, Commerciale, Penale, Giudiziario, Costituzionale, Amministrativo, Internazionale Pubblico e Privato, Ecclesiastico, Militare, Marittimo, St. Creative Media Partners, LLC, 2022.

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5

Luccini, Luigi. Digesto Italiano: Enciclopedia Metodica e Alfabetica Di Legislazione, Dottrina e Giurisprudenza, Diritto Civile, Commerciale, Penale, Giudiziario, Costituzionale, Amministrativo, Internazionale Pubblico e Privato, Ecclesiastico, Militare, Marittimo, St. Creative Media Partners, LLC, 2022.

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6

Il Regime giuridico internazionale del Mare Mediterraneo =: The international legal regime of the Mediterranean Sea : atti del convegno internazionale organizzato dal Dipartimento di diritto pubblico della Facoltà di giurisprudenza della II Università di Roma ... Castelgandolfo, 18-19 ottobre 1985. Milano: A. Giuffrè, 1987.

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