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Дисертації з теми "Diritto concorsuale del lavoro"

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Nicolussi, Principe Anna. "Gli interessi dei lavoratori tra crisi e insolvenza dell'imprenditore. Il nuovo Codice fonte di maggiori tutele?" Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2021. http://hdl.handle.net/11572/320267.

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Анотація:
This doctoral thesis concerns the recent legislative intervention represented by the enactment of the new “Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza” (Legislative Decree No. 14 of 12 January 2019). The objective is to ascertain whether, in the context of a consideration of interests greater than those pertaining to pecuniary obligations, the new code, in addition to the privileged protection of claims granted to workers, also gives prominence to their interest in the preservation of their jobs. The consequence would be a wider protection not only in the crisis phase, but also in the context of the events following the opening of insolvency proceedings. The starting point is the analysis of the complex relationship between insolvency law and labour law, highlighting the diversity of the protected legal assets. Then, the dissertation examines the institutions aimed at favouring the preservation of the company and the employment relationship that depend on it. Evidence will be given to the tendency of the new discipline to favour the early detection of the state of crisis and the preservation of the company’s assets and employment relations in the hands of the insolvent entrepreneur, of a third party and/or with the procedure.
Il presente lavoro si correla al recente intervento legislativo rappresentato dall’emanazione del nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (D.Lgs. 12 gennaio 2019, n. 14). L’obiettivo che si pone è quello di verificare se, nel contesto di una maggiore considerazione di interessi diversi da quelli attinenti ai rapporti obbligatori di tipo pecuniario, il nuovo codice, accanto alla tutela privilegiata dei crediti riconosciuta ai lavoratori, dia rilievo anche al loro interesse alla conservazione del posto di lavoro, con conseguente maggiore protezione non solo nella fase della crisi, ma anche nell’ambito delle vicende conseguenti all’apertura delle procedure concorsuali. Si prenderanno le mosse dall’analisi del complesso rapporto tra il diritto concorsuale e il diritto del lavoro mettendo in evidenza la diversità dei beni giuridici protetti per poi analizzare gli istituti volti a favorire la conservazione dell’azienda e con essa dei rapporti di lavoro. Si evidenzierà una linea di tendenza della nuova disciplina diretta a favorire la rilevazione precoce dello stato di crisi e la conservazione del complesso aziendale e dei rapporti di lavoro in capo all’imprenditore insolvente, ad un soggetto terzo e/o alla procedura.
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Piotto, Selene <1988&gt. "La disciplina dei crediti nelle procedure concorsuali." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12966.

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Анотація:
Il presente lavoro intende indagare la disciplina dei crediti nei diversi scenari ai quali la crisi di impresa è in grado di dare vita, alla luce della difficile integrazione fra la normativa fallimentare e quella lavoristica dotate, ambedue, di forte individualità ed autonomia. In un’economia dinamica come quella attuale, l’insolvenza non è più pervasa da una presunzione di frode legata ad una mala gestio del debitore, ma rappresenta, piuttosto, un evento fisiologico che ha progressivamente indotto il Legislatore a ripensare le soluzioni alla crisi d’impresa e guidato la riforma alla novità culturale della “liquidazione giudiziale”. In questo clima di rinnovamento, il fallimento e le altre procedure concorsuali si propongono di bilanciare, ove possibile, la tutela delle ragioni creditizie e il mantenimento dell’attività di impresa (a fini conservativi o risanatori), contemperando gli interessi prevalenti meritevoli di tutela anche a scapito della par condicio creditorum, tramite il ricorso a strumenti di legge quali, fra i tanti, le prededuzioni, i privilegi, la compensazione e le esenzioni dall’azione revocatoria.
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3

Marian, Daniele Antonio <1993&gt. "Circolazione delle aziende nelle procedure concorsuali. Il destino dei lavoratori e dei loro diritti." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11866.

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Анотація:
L'elaborato finale ha l'intento di descrivere il trasferimento d'azienda nelle procedure concorsuali. In un contesto dove lo strumento giuridico del trasferimento d’azienda ha preso sempre più importanza, si vuole descrivere quali effetti quest’ultimo possa avere nei confronti dei lavoratori ceduti. Il trasferimento può riguardare sia il trasferimento di imprese cosiddette in bonis che imprese soggette a crisi d’impresa che possono poi incorrere nel fallimento. Il codice civile regola il trasferimento d’imprese in bonis agli artt- 2555-2560 e 2112. La norma che regola invece il trasferimento d’aziende in crisi è l’articolo 47 della L. n. 428/1990 la quale consente di derogare dall’articolo 2112 c.c. vista la notevole garanzia posta a favore dei lavoratori trasferiti. La domanda di fondo si basa su come un potenziale acquirente possa muoversi al fine di aggirare tutte queste tutele disposte dall’articolo del codice civile, poiché potrebbero compromettere l’acquisto dell’intero complesso aziendale. A tal proposito si descrive in dettaglio l’articolo 47 che regola il trasferimento d’impresa in crisi e si descrive quali strumenti vengono concessi al curatore in caso di sopravvenuto fallimento. Attraverso l’affitto, articolo 104-bis L.F., o la cessione del complesso aziendale il curatore, al fine di salvaguardare il complesso aziendale ed il ceto creditorio, ha il compito di gestire la situazione nel momento in cui interviene la sentenza dichiarativa di fallimento. Il tutto senza perdere di vista i diritti dei lavoratori coinvolti nel processo di trasferimento d’azienda. Nel primo capitolo si descrive l'azienda nel suo complesso, si definisce il concetto di trasferimento d'azienda e tutta la normativa codicistica che lo disciplina. Nel secondo capitolo invece si descrive la tutela posta a favore dei lavoratori nel trasferimento d'azienda. Si analizza nello specifico tutte le tutele che il legislatore con l’articolo 2112 c.c. ha disposto nei confronti dei lavoratori coinvolti nel trasferimento d’azienda. Nel terzo capitolo si descrive il trasferimento d'azienda tra imprese in crisi soffermandosi in particolar modo sulla visione di tale strumento quale mezzo per salvaguardare il patrimonio aziendale. Nello specifico si descrive tutta la tutela che permette di derogare all'articolo 2112 c.c.. Tale articolo offre ai dipendenti una tutela forte e garantista ma per colui che vuole acquistare invece costituisce un vincolo difficilmente superabile. Nell'intento di risolvere quest'ultimo problema il legislatore ha disposto l'articolo 47 della legge n. 428/1990 allo scopo di poter derogare dall'articolo 2112 c.c. e consentire al potenziale acquirente di acquistare un nuovo complesso aziendale senza vincoli insormontabili. Nel quarto capitolo dapprima si definisce il concetto tra impresa in crisi e impresa insolvente, in seguito si descrivono i mezzi attraverso i quali si arriva al trasferimento d’azienda nelle procedure concorsuali. Si descrivono pertanto gli strumenti che il Curatore nelle procedure fallimentari può utilizzare allo scopo di salvaguardare il complesso aziendale e il mantenimento più elevato possibile dei dipendenti. Questi strumenti riguardano l’affitto d’azienda nel fallimento disciplinato dall’articolo 104-bis della Legge Fallimentare, la cessione dell’intero complesso aziendale o dei singoli beni disciplinata dall’articolo 105 della Legge fallimentare ed infine l’ultimo e poco utilizzato strumento quale l’esercizio provvisorio ai sensi dell’articolo 104 L.F. Si conclude l’elaborato poi con il capitolo numero 5. In questo capitolo si descrive il destino dei crediti dei lavoratori coinvolti nel trasferimento di imprese fallite. In particolar modo si descrive la procedura di ammissione al passivo, l’accesso al fondo di garanzia INPS e la relativa surroga. Infine si valuta il credito da lavoro più complesso, quale TFR.
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Conedera, Chiara. "Tutela occupazionale nelle procedure concorsuali." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425632.

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Анотація:
Labour law means at first to protect workers in those situations when they risk their employ. The business insolvency is a much-discussed problem by newspapers and political debates. Here I try to speak about this problem in the point of view of the employees. The question is about the effects that the crisis have on the employment. In particular the legislation of 1942 years don’t identify in the crisis an important problem. Only the introduction of the Amministrazione straordinaria improve working conditions. In fact it admit better economics condition and also a continuation of the work.
Non si può parlare di diritto del lavoro e di tutela dei diritti dei lavoratore senza pensare alla necessità di proteggere i lavoratori nei casi in cui essi rischiano veramente il tutto per tutto, in quelle situazioni cioè di patologia in cui non solo il lavoratore vede compromesso il proprio lato economico ma in cui viene messo a rischio il bene che dovrebbe ricevere maggiore protezione: il posto di lavoro. Il problema della crisi d’impresa, che sempre più frequentemente è all’attenzione di giornali e dibattiti politici, viene qui studiato e analizzato da un punto del lavoratore subordinato dipendente di un’impresa assoggettata alla procedura concorsuale. L’attenzione è rivolta ai risvolti pubblicistici che inevitabilmente conseguono alla crisi d’impresa, rispetto ai quali la logica del legislatore fallimentare del 1942 appare del tutto estranea. E’ dunque all’introduzione della procedura di amministrazione straordinaria piuttosto che alla riforma della procedura fallimentare operata in questi ultimi anni, che si deve il merito di un maggior riconoscimento degli interessi dei lavoratori, non solo dal punto di vista economico quanto di prosecuzione del rapporto di lavoro.
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ARIANI, TOMMASO. "L'aumento del capitale di società sottoposta a procedura concorsuale." Doctoral thesis, Università Bocconi, 2011. https://hdl.handle.net/11565/4054144.

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6

Nadalet, Sylvain. "Il diritto transnazionale del lavoro." Paris 10, 2003. http://www.theses.fr/2003PA100039.

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Анотація:
Prenant pour fondement la théorie du pluralisme juridique, la recherche envisage les trois cadres hypothétiques d'un développement du droit transnational du travail : l'entreprise transnationale, des relations collectives transnationales, et enfin celui de l'arbitrage transnational comme moyen de consolidation des usages professionnels (lex mercatorai, lex sportiva). La thèse s'attache à déterminer les modalités de réception dans les droits nationaux (français et italien) des types d'actes propres à chacun de ces ordres juridiques : l'acte unilatéral de l'entreprise, les accords collectifs transnationaux, et les sentences arbitrales. Elle affronte notamment la question des diverses qualifications de ces actes juridiques par les juges nationbaux, ainsi que les problèmes de droit international privé que pose l'accès au droit des normes transnationales du travail. L'auteur conclut sur la nécéssité d'établir de nouveaux liens entre les droits étatiques et ces nouvelles formes de régulation
This research is based on the theory of the pluralism of the sources of the law. It aims at encompassing the three hypotetical systems of the setting of the Transnational Labour Law as following : transnational company, industrial relations, and arbitration as a mean of fixing the corporation customs (lex mercatoria, lex sportiva). This dissertation focuses on the way to insert in the local law (i. E. The Italian and the French law) the different legal act related to each legal system that is : company unilateral norms, collective transnational agreements, and arbitration awards. Furthermore, this thesis addresses the difficulty to determine the type of each and problems of international private law. The author concludes that it is necessary to establish new links between States law and these new forms of regulations
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7

MORO, GABRIELE. "FEDERALISMO E DIRITTO DEL LAVORO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/258.

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Анотація:
Stante il previgente contenuto dell'art. 117 Cost., le regioni a statuto ordinario non erano titolari di alcuna specifica competenza in materie attinenti al diritto del lavoro ad eccezione della formazione professionale. Si assiste successivamente ad un rafforzamento delle istanze regionali che interessano tematiche e settori direttamente riferibili all'area del diritto del lavoro e scatenando interrogativi e dibattiti sull'ammissibilità una differenziazione delle regole su base territoriale. La compattezza storica del diritto del lavoro è messa in discussione come la sua dimensione nazionale, complici rilevanti fenomeni di mutamento istituzionale (in particolare la legge costituzionale 1/99 ma soprattutto la riforma del Titolo V che affida alla competenza concorrente Stato-Regioni la materia “tutela e sicurezza del lavoro”). Invece, una differenziazione delle regole su base territoriale viene sostenuta limitatamente alla gestione di funzioni amministrative, emergendo la preoccupazione di una pericolosa frantumazione territoriale delle regole in termini di competizione al ribasso delle discipline, con inevitabili ricadute sul principio di eguaglianza. Lo stesso legislatore nella riforma del mercato del lavoro abbraccia la logica accentratrice. Le tendenze centrifughe trovano poi un costante avversario nella giurisprudenza della Consulta, stabilmente protesa verso un sostanziale ridimensionamento delle competenze regionali, seppur tramite l'ausilio di argomentazioni e principi non sempre del tutto condivisibili.
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MORO, GABRIELE. "FEDERALISMO E DIRITTO DEL LAVORO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/258.

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Анотація:
Stante il previgente contenuto dell'art. 117 Cost., le regioni a statuto ordinario non erano titolari di alcuna specifica competenza in materie attinenti al diritto del lavoro ad eccezione della formazione professionale. Si assiste successivamente ad un rafforzamento delle istanze regionali che interessano tematiche e settori direttamente riferibili all'area del diritto del lavoro e scatenando interrogativi e dibattiti sull'ammissibilità una differenziazione delle regole su base territoriale. La compattezza storica del diritto del lavoro è messa in discussione come la sua dimensione nazionale, complici rilevanti fenomeni di mutamento istituzionale (in particolare la legge costituzionale 1/99 ma soprattutto la riforma del Titolo V che affida alla competenza concorrente Stato-Regioni la materia “tutela e sicurezza del lavoro”). Invece, una differenziazione delle regole su base territoriale viene sostenuta limitatamente alla gestione di funzioni amministrative, emergendo la preoccupazione di una pericolosa frantumazione territoriale delle regole in termini di competizione al ribasso delle discipline, con inevitabili ricadute sul principio di eguaglianza. Lo stesso legislatore nella riforma del mercato del lavoro abbraccia la logica accentratrice. Le tendenze centrifughe trovano poi un costante avversario nella giurisprudenza della Consulta, stabilmente protesa verso un sostanziale ridimensionamento delle competenze regionali, seppur tramite l'ausilio di argomentazioni e principi non sempre del tutto condivisibili.
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ROMANO, ILARIA. "Le presunzioni nel diritto del lavoro." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2014. http://hdl.handle.net/2108/201750.

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10

Cagnin, Valentina <1985&gt. "Sviluppo sostenibile e diritto del lavoro." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3959.

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Анотація:
La tesi si propone di indagare il concetto di sviluppo sostenibile ripercorrendone le principali tappe evolutive, per coglierne le caratteristiche intrinseche e le differenti declinazioni nei suoi tre pilastri (ambientale, economico e sociale). Vengono quindi indagate le radici e le criticità dello sviluppo sostenibile nelle teorie economiche, per poi analizzarne i riferimenti normativi e giurisprudenziali a livello nazionale e sovranazionale. Dopo dunque aver ricostruito il dibattito dottrinale sul tema dello sviluppo sostenibile, ne vengono analizzati alcuni esempi di applicazione concreta (TTIP, RSI, GSP e Clausola Sociale Orizzontale), per riflettere infine sulle affinità esistenti tra questo paradigma valoriale e il diritto del lavoro e sulle possibile interazioni future tra i due termini di confronto.
This thesis aims to investigate the concept of sustainable development, with an overview of the concept’s evolutionary stages, in order to get its intrinsic characteristics and to understand the different meaning it has in its three fundamental pillars (environmental, economic and social). After investigating the sustainable development roots and critics in economic theories, an overview of the legislation and case law references to this concept, both at the national and international level, is offered. The reconstruction of the doctrinal debate on the theme of sustainable development follows, and some examples of sustainable development practical application (TTIP, CSR, GSP and Horizontal Social Clause) are analyzed. Finally a reflection on the similarities between this paradigm and the labour law and on the future potential relations between sustainable development and labour law is proposed.
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FIENGO, GIUSEPPE. "Sanzioni amministrative ed effettività del diritto del lavoro." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1250.

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Анотація:
La ricerca è tesa a verificare se e in quale misura le sanzioni amministrative attualmente vigenti risultino strumenti idonei ad assicurare il rispetto delle norme in materia di lavoro. A tale scopo, esaminate, al capitolo primo, le principali teorie elaborate in materia di effettività (principio idoneo a disvelare i rapporti tra fatto e diritto), la ricerca analizza le cause della depenalizzazione degli illeciti in materia di lavoro ed i principi generali in materia di illecito amministrativo dettati dalla legge numero 689/81 (capitolo II). Al terzo capitolo è una sintetica ricognizione dei principali illeciti amministrativi in materia di lavoro; particolare attenzione è riservata agli illeciti in materia di orario di lavoro e di lavoro sommerso, attesa la centralità dei beni giuridici che vengono in considerazione e dei molteplici, recenti, interventi legislativi succedutisi in materia. Il quarto capitolo è, infine, dedicato all’esame della disciplina (primaria e secondaria) in materia di vigilanza del lavoro atteso il rilievo che la vigilanza (momento che precede, cronologicamente e logicamente, l’applicazione della sanzione) assume nella prospettiva dell’effettività della norma.
The present study is directed to verify if administrative sanctions in force are fit instruments to ensure that labour rules are observed. After examining, in chapter I, the main theories about effectiveness (principle revealing relationships between facts and law), the study analyses the cause of decriminalization of labour crimes and the general principles of administrative crimes as regulated by legge n. 689/81. In chapter III is a short pass of the main administrative labour crimes. Particular attention is given to administrative time work and undeclared work crimes because of the importance of values concerned and the numerous laws recently occurred. In chapter IV labour vigilance is examined considering the importance that controls have to ensure laws’ respect.
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FIENGO, GIUSEPPE. "Sanzioni amministrative ed effettività del diritto del lavoro." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1250.

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Анотація:
La ricerca è tesa a verificare se e in quale misura le sanzioni amministrative attualmente vigenti risultino strumenti idonei ad assicurare il rispetto delle norme in materia di lavoro. A tale scopo, esaminate, al capitolo primo, le principali teorie elaborate in materia di effettività (principio idoneo a disvelare i rapporti tra fatto e diritto), la ricerca analizza le cause della depenalizzazione degli illeciti in materia di lavoro ed i principi generali in materia di illecito amministrativo dettati dalla legge numero 689/81 (capitolo II). Al terzo capitolo è una sintetica ricognizione dei principali illeciti amministrativi in materia di lavoro; particolare attenzione è riservata agli illeciti in materia di orario di lavoro e di lavoro sommerso, attesa la centralità dei beni giuridici che vengono in considerazione e dei molteplici, recenti, interventi legislativi succedutisi in materia. Il quarto capitolo è, infine, dedicato all’esame della disciplina (primaria e secondaria) in materia di vigilanza del lavoro atteso il rilievo che la vigilanza (momento che precede, cronologicamente e logicamente, l’applicazione della sanzione) assume nella prospettiva dell’effettività della norma.
The present study is directed to verify if administrative sanctions in force are fit instruments to ensure that labour rules are observed. After examining, in chapter I, the main theories about effectiveness (principle revealing relationships between facts and law), the study analyses the cause of decriminalization of labour crimes and the general principles of administrative crimes as regulated by legge n. 689/81. In chapter III is a short pass of the main administrative labour crimes. Particular attention is given to administrative time work and undeclared work crimes because of the importance of values concerned and the numerous laws recently occurred. In chapter IV labour vigilance is examined considering the importance that controls have to ensure laws’ respect.
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Ferracin, Sabrina <1988&gt. "L'Organizzazione Internazionale del Lavoro." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3269.

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Анотація:
Nel panorama giuridico internazionale ,la disciplina giuslavorista e il rispetto degli Human Rights assumono un’importanza sempre maggiore, tanto da giustificare la crescente importanza dell’Organizzazione internazionale del lavoro ( OIL ). Nata al termine del primo conflitto mondiale attraverso il trattato di Versailles , l’OIL rappresenta oggi la principale agenzia delle Nazioni Unite dedita alla promozione della giustizia sociale , della pace, del lavoro dignitoso e dei diritti fondamentali in materia di lavoro. Dopo una prima parte di introduzione storica, il presente lavoro si concentra sull’ analisi giuridica dei quattro core labour standards , individuati dalla Dichiarazione sui principi e diritti fondamentali del 1998. Nello specifico si tratta del riconoscimento della libertà di associazione e dell’interdizione del lavoro forzato , del lavoro minorile e di ogni forma di discriminazione. Da ultimo si esamina il sistema di controllo sull’applicazione delle norme , ponendo particolare enfasi al ruolo e all’attività svolta della Commissione degli esperti ( CEACR) . Dall’analisi dell’ultimo rapporto sull’applicazione delle convenzioni e raccomandazioni elaborato dalla stessa Commissione emerge, infatti, la non completa osservanza dei core labour standards.
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Busatto, Sara <1995&gt. "Il lavoro agile: dal lavoro agile ordinario al lavoro agile emergenziale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19566.

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Анотація:
L'elaborato ha l'obiettivo di dare una definizione di lavoro agile e di come si articola questa modalità lavorativa tramite l'analisi delle principali caratteristiche che lo compongono e dei possibili vantaggi e svantaggi. Successivamente si procederà a delineare l'evoluzione del quadro normativo del telelavoro e del lavoro agile nel contesto sia europeo che italiano, nel settore pubblico e privato, in modo da evidenziare come il lavoro agile costituisca una naturale evoluzione del telelavoro, seppur con alcune differenze che verranno messe a confronto. Successivamente verrà analizzato l'utilizzo del lavoro agile, definito lavoro agile emergenziale, durante la pandemia Covid-19, le differenze rispetto al lavoro agile tradizionale e le conseguenze sul mondo del lavoro. Infine verrà trattato un caso studio di un'azienda che ha remotizzato la maggior parte dei lavoratori durante la pandemia ed ha redatto una survey sulla percezione del lavoro agile da parte dei dipendenti.
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RUGGIERO, ALESSANDRO. "Le Clasuole penali nel diritto del lavoro." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1439.

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Анотація:
La questione del risarcimento del danno e delle sue possibili declinazioni sia in rapporto alla fonte – se contrattuale (art. 1218 cod. civ.) o extracontrattuale (art. 2043 cod. civ.) – sia in rapporto alla natura – a seconda che si invochi un danno patrimoniale (artt. 1223 ss. cod. civ.) ovvero non patrimoniale (art. 2059 cod. civ.) – sia, ancora, in relazione alle modalità di quantificazione dello stesso ed alle conseguenti ricadute sul piano processuale – con i relativi oneri di allegazione e prova a carico di chi ne pretenda il risarcimento – rappresenta un aspetto molto importante dei rapporti giuridici ed è stata, perciò, largamente esplorata sia in dottrina che in giurisprudenza alla luce delle norme del diritto positivo. Le implicazioni legate al tema sono infatti molteplici, anche in ragione dell’impossibilità di circoscrivere la questione del risarcimento, nella sua più ampia accezione, ad un solo campo d’indagine o, potremmo dire, ad una sola materia quale può essere il diritto civile piuttosto che il diritto penale o il diritto amministrativo. L’esigenza di tutela del soggetto che subisca un danno, piuttosto, concerne tutte le possibili relazioni umane che l’ordinamento giuridico è in grado di ricomprendere al proprio interno, in rapporto alle quali la legge è talora indotta a prescindere persino dal tipo di illecito (come nel caso della responsabilità aquiliana), salvo poi a bilanciare questa apparente incertezza con la necessità sul piano processuale di un rigoroso onere della prova in relazione all’invocata responsabilità risarcitoria. All’esigenza di garanzie per il soggetto danneggiato il nostro legislatore ha risposto attraverso la previsione di tecniche risarcitorie – o, sarebbe più corretto dire, categorie sanzionatorie – in grado non soltanto di rafforzare il vincolo giuridico nascente dal contratto o dalle norme dell’ordinamento, in ragione dell’indubbia forza dissuasiva legata alla prestazione risarcitoria, ma soprattutto di riparare la violazione del diritto leso imponendo al danneggiante una prestazione in grado di colmare la perdita patrimoniale subita dal danneggiato o, laddove ciò sia possibile e non risulti eccessivamente gravoso per il debitore, di rimuovere gli effetti dell’inadempimento al precetto sostanziale. In entrambi i casi, comunque, la finalità perseguita dall’ordinamento è meramente risarcitoria, mentre sembrerebbe doversi escludere sia un fine prettamente punitivo della disobbedienza alla norma imperativa, sia l’adempimento in natura della prestazione principale rimasta ineseguita: il primo in quanto non vi è riparazione del pregiudizio sofferto dal titolare del bene nello scopo afflittivo, tanto che in generale il beneficiario delle pene di diritto privato è sempre un soggetto terzo rispetto al danneggiato e al danneggiante; il secondo in quanto la prestazione accessoria garantita con il risarcimento non è mai quella principale oggetto, ad esempio, del rapporto giuridico corrente tra creditore e debitore, ma un suo surrogato la cui determinazione è strettamente dipendente dalla perdita cagionata nella sfera giuridica del danneggiato. Lo stesso è a dirsi per la clausola penale, quantunque l’analisi della funzione assolta da quest’ultima abbia diviso i contributi dottrinali in due indirizzi apertamente antitetici, l’uno sulla funzione risarcitoria della penale e l’altro sulla funzione punitiva della stessa, solo in seguito ricomposti da un’autorevole dottrina attraverso la teorizzazione di una funzione dualistica dell’istituto, il cui contenuto non si identificherebbe né con il risarcimento forfettario del danno (di difficile individuazione nell’ambito di un’obbligazione la cui caratteristica è di prescindere dalla prova in giudizio non soltanto dell’esistenza di quest’ultimo ma, altresì, dell’entità dello stesso), né con la mera afflizione del danneggiante nell’ottica della punizione pura dell’inosservanza dell’obbligo alla stregua delle pene private, ma con entrambe tali finalità congiuntamente, proprio in quanto – teorizza detta dottrina – esaustive della struttura obbligatoria della penale. Sarebbero quindi le due funzioni, ciascuna in sé esclusiva rispetto all’altra, a tipizzare la sanzione dell’obbligazione penale indifferentemente di fonte negoziale o legale, unificandola sotto una struttura comune e consentendo così di individuare nel sistema di diritto positivo «una autonoma ed originale sanzione a «struttura obbligatoria» ed a «funzione penale»». Sia nel caso delle forme di risarcimento tipizzate dalla legge, sia in quello delle clausole penali, comunque, si tratterebbe di categorie preventivamente compulsorie dell’adempimento e successivamente sanzionatorie, in ragione dell’attitudine di entrambe a sollecitare il rispetto della norma scoraggiando condotte illecite e, al momento in cui si determini invece la lesione del bene, a sanzionare tale condotta. Sul piano invece della coazione all’adempimento in natura, occorre osservare come anche nel caso della penale non sembrerebbero potersi rinvenire i caratteri dell’esecuzione in forma specifica della prestazione principale. La clausola penale, infatti, al pari del risarcimento per equivalente o in forma specifica, interviene quando l’inadempimento (o il ritardo nell’adempimento) si è ormai verificato e da ciò sia scaturito l’interesse succedaneo del titolare del bene alla riparazione della lesione sofferta. L’esecuzione in forma specifica, invece, non sostituisce all’obbligazione principale un’obbligazione accessoria ma si struttura sui caratteri della stessa prestazione dovuta, della quale assume la forma allo scopo di garantire la realizzazione proprio di quanto dovuto al titolare del diritto sostanziale. Eppure, specialmente nella materia del lavoro, è possibile individuare almeno un caso in cui la prestazione accessoria garantita dalla penale di fonte legale assume tutti i connotati dell’adempimento coattivo della prestazione principale rimasta ineseguita. Si tratta dello strumento apprestato dall’art. 18 Stat. lav. in risposta al licenziamento irrogato dal datore di lavoro in violazione dei precetti legali. Si tratta, nella specie, di un rimedio contro il licenziamento non soltanto ingiustificato, ma anche privo del requisito della forma scritta o nullo ai sensi della medesima legge, come nelle ipotesi in cui il recesso sia discriminatorio o sia stato irrogato a causa di maternità o matrimonio. In questi casi, la prestazione indennitaria non è determinata in modo forfetario. Al contrario, essa è volta a risarcire in forma specifica il danno patrimoniale subito dal lavoratore per effetto del licenziamento e della susseguente perdita sofferta sia sotto il profilo retributivo, sia sotto quello contributivo, con conseguente assimilazione dell’indennità stessa ad uno strumento di adempimento coattivo dell’obbligazione, gravante sulla parte datoriale, rimasta ineseguita, piuttosto che ad una penale in senso stretto. La reazione dell’ordinamento, in particolare, è l’invalidazione del provvedimento espulsivo e l’integrale travolgimento dei suoi effetti, con i conseguenti diritti del lavoratore alla reintegrazione nel precedente posto di lavoro – a sua volta giustificata dalla persistenza del rapporto, mai interrottosi per effetto del licenziamento rispettivamente illegittimo, inefficace o nullo – e al pagamento di un’indennità risarcitoria commisurata proprio alle retribuzioni perdute a far data dal momento del licenziamento. Al riguardo, è stato osservato come la tecnica risarcitoria qui applicata consenta di compensare integralmente appunto gli effetti patrimoniali dell’illegittima condotta datoriale, incidendo non soltanto sul piano retributivo attraverso la garanzia del sostegno alimentare che al lavoratore derivava dal reddito, ma altresì sul piano previdenziale e assistenziale scongiurando il rischio che dalla cessazione illegittima del rapporto possa ad esempio risultare pregiudicato il diritto del lavoratore stesso al conseguimento in futuro del trattamento pensionistico; rischio tanto più concreto oggi in ragione della sempre maggior durata dei processi del lavoro, del resto incentivata – e non scongiurata – dal sempre crescente contenzioso. Vi sono poi numerosi altri casi, nel diritto del lavoro, di categorie sanzionatorie e, soprattutto, di penali di fonte legale o negoziale a tutela del lavoratore, a testimonianza dell’attenzione e sensibilità del legislatore per quello che storicamente viene definito come il contraente debole del rapporto in ragione del fine prettamente alimentare che egli soddisfa attraverso la relazione con il datore di lavoro e la sua impresa. Si pensi ad esempio all’indennità prevista nella tutela obbligatoria dall’art. 8 della legge n. 604 del 1966 o all’indennità supplementare contemplata in favore dei dirigenti dai contratti collettivi di lavoro o, ancora, alla misura coercitiva indiretta contemplata dall’ultimo comma del ricordato art. 18 in favore dei dirigenti di R.S.A. illegittimamente licenziati, nonché a quella disciplinata dall’art. 28 dello Statuto dei lavoratori in risposta alla condotta antisindacale della parte datoriale; mentre sul piano del rapporto individuale è possibile ricordare, altresì, le clausole penali nei patti di stabilità relativa la cui funzione è di garantire che il vincolo giuridico discendente dal rapporto costituito dalle parti contraenti non possa essere sciolto prima di un determinato lasso di tempo. In tutti questi casi, peraltro, a differenza che nella tutela reale di cui si è detto sopra, il modello rimediale della penale, se agevola fortemente il soggetto a favore del quale sia posto giacché prescinde dalla dimostrazione in giudizio non soltanto dell’esistenza del danno, ma altresì del suo ammontare ai fini della liquidazione del danno medesimo, torna a svolgere una funzione prettamente risarcitoria attraverso una prestazione forfetaria che poco o nulla ha in comune con l’adempimento in natura, ormai superato dalla prestazione accessoria assicurata appunto dalla clausola di fonte legale o negoziale.
From the legal point of view The compensation for damage is a very important subject, in relation to the contract conditions (art. 1218 Civil Code), Extra-contract conditions (art. 2043 Civil Code), property damage (artt. 1223 ss. cod. civ), no property damage (art. 2059 cod. civ.) or in relation to the quantification and procedural analysis, the penal clauses have been much studied both in doctrine or in jurisprudence or in positive rights. There are many legal factors in the damage analysis and it is impossible make a study only trough civil law, criminal law or administrative law. Human relations are The most important fact to consider, the law has led to neglect the type of abuse to protect the person who has suffered damage, this is the “aquiliana” responsibility circumstance, in a legal case must be considered only the evidence to identify responsibilities and the compensation. The legislature has provided sanctions categories in relation to the contract, to quantify the economic loss, suffered by the victim without too much weight for the tortfeasor. Regulations provide only a financial penalty. In private law the compensation beneficiary is a third person between the aggrieved and the tortfeasor. Instead in the case where the injured must fulfill in consideration of the damage, this has never The main object of the contractual relationship but a surrogate chosen by the court in relation to the injury. regarding the performance kind , The penal clauses (P.C.) are not executive, the penalty clause begins when the damage was did, in that case the damaged receives an Economic compensation for the damage. the specific performance, not replace principal obligation with an ancillary, It takes the form for to ensure substantive law to the realization of what had. On the work matter, there is a case in which the ancillary service provided by the penalty clause, takes on the character of performance enforced to the main service not performed. Article 18 (italian art.18 stat. lav.) case, the dismissal by employer without just cause as to marriage or motherhood or discrimination. The penalty clause provides not only financial compensation but also patrimonial and contributions, paid by the employer. The law invalidates decision of expulsion and obliges the employer to take on again the worker, considering the dismissal illegal, unenforceable or void. The employer must pay just compensation, in order Unpaid salaries. Compensation technique allows full compensation for the illegitimate dismissal, the employee gets a salary; So he can buy food for himself and his family, get pension support and welfare support, A worker who gets the job again, will not lose these benefits. The legislature has decided to protect through criminal law or juristic the weaker person in an employment contract, the worker is well protected. As in the following examples: Art. 8 of Law No 604 of 1966 or supplementary allowance provided for managers from collective bargaining agreements or the indirect coercive measures contemplated by the last paragraph of Article 18 in favor of managers R.S.A. unlawfully dismissed and those governed by art. 28 of the Statute of workers in response to anti-union conduct of the employer. The case of penalty clauses in individual relationships, where is not possible close the employment before a certain time. In conclusion, I can say that the penalty clause has a compensation function, using a benefit flat-rate that has nothing in relation with their performance in nature. Thanks to the ancillary performance through negotiation or legal clauses.
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MAURELLI, ROBERTO. "Frode alla legge e diritto del lavoro." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2015. http://hdl.handle.net/2108/201673.

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DE, MICHIEL FRANCESCA TOBIA. "L'onere della prova nel diritto del lavoro." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2018. http://hdl.handle.net/11571/1214822.

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BARABINO, PIETRO. "Gruppi di società e diritto del lavoro." Doctoral thesis, Università Bocconi, 2009. https://hdl.handle.net/11565/4053469.

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NUCCI, ALESSANDRO. "Globalizzazione, impresa transnazionale e diritto del lavoro." Doctoral thesis, Università Bocconi, 2011. https://hdl.handle.net/11565/4054122.

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Salvalaio, Manuela. "Nozione di azienda e diritto del lavoro." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425493.

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The research begins analyzing the definition of the business and the enterprise, two institutes of business law. This is the beginning to studing the connections between different subjects, as the labour law. Infect labour law hasn't a definition of business. The research try to draw a path, to answer if and how the labour law has built its own definition of business. Walking along this path we could meet important labour law' institutes, first is the transfer of undertaking.
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Huta, Chiara <1993&gt. "Profili fiscali del lavoro transnazionale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12686.

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Battista, Leonardo <1992&gt. "Il campo di applicazione del diritto del lavoro dell'Unione Europea tra lavoro subordinato e autonomo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9613/5/Tesi%20dottorale%20Leonardo%20Battista%20Diritto%20Europeo%20Ciclo%20XXXIII.pdf.

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La contrapposizione tra lavoro subordinato e lavoro autonomo è uno dei temi di maggior interesse per la dottrina giuslavoristica. In molti, sia in passato che di recente, si sono interrogati sullo sbilanciamento di tutele che vede il lavoratore subordinato quale beneficiario privilegiato degli istituti protettivi, mentre il secondo escluso dalla maggior parte di essi. Un tema che negli ultimi due decenni è divenuto centrale anche a livello europeo, soprattutto a seguito delle mutazioni del mercato del lavoro e delle innovazioni tecnologiche che hanno incrementato il numero di lavoratori autonomi all’interno dell'Unione Europea, spesso caratterizzati da vulnerabilità, precarietà e basso reddito. Premesso l’interesse delle istituzioni europee, la presente indagine mira ad approfondire il ruolo del diritto del lavoro europeo nell’estensione del campo di applicazione delle tutele e dei diritti verso il lavoro autonomo. Nello specifico la ricerca si occupa di inquadrare il lavoro autonomo dipendente, proponendo l'introduzione di una categoria intermedia all'interno del diritto del lavoro europeo. Quest’ultimo, ritenuto un veicolo privilegiato per innalzare il livello di protezioni di questi lavoratori operativamente e funzionalmente integrati nell’impresa del committente e sempre più frequenti nel mercato del lavoro. Nel corso della ricerca ci si soffermerà sugli ambiti dove il diritto del lavoro europeo ha già esteso il campo di applicazione verso il lavoro autonomo, portando ad un avvicinamento con il lavoro subordinato, per poi inquadrare altre materie in cui includervi questi lavoratori.
The relationship between subordinate work and self-employment is one of the most interesting topics for labour lawyers. Many academics, both in the past and recently, have questioned the imbalance of protections that sees the subordinate workers as the privileged beneficiary of working and social security rights, while the latter excluded from most of them. A topic that in the last two decades became pivotal at the European level, especially following the changes in the labour market and technological innovations that have increased the number of vulnerable self-employed workers in the EU. Given the interest of the European institutions, this survey aims at investigating the role of European labour law in extending the scope of protection and rights towards self-employment. Specifically, the research deals with the classification of dependent self-employment, proposing the introduction of an intermediate category within European Labour law. The latter considered as a privileged vehicle to raise the level of protection of these workers, more and more integrated functionally and operationally into the client's company. During the research we will focus on areas where European labour law has already extended the scope of application towards self-employment, leading to a rapprochement with subordinate work, and then looking to other subjects where these extensions could be possible at EU level.
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Spigolon, Sara <1992&gt. "DIGITALIZZAZIONE E DIRITTO DEL LAVORO. L’impatto, le opportunità e i rischi nel mondo del lavoro." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10162.

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Il fenomeno globale della digitalizzazione e l’emergere di nuovi modelli economici, quali la sharing economy, sono temi che richiamano l’attenzione dei sindacati europei e dei giuslavoristi. Questa tesi in primis descrive il modello della sharing economy, chiarendo il significato del termine, gli attori che ne prendono parte e i mezzi utilizzati per la diffusione. Questo modello economico è passibile di sviluppo in diversi ambiti. Ha favorito la creazione di mercati prima inesistenti e ha ampliato i mercati che precedentemente erano marginali. Questo fa nascere sul piano dell’organizzazione economica e a cascata sul piano dei fenomeni giuridici una serie di sfide inedite per il regolatore, problemi legati a due fenomeni. Da un lato abbiamo la completa ridefinizione dei confini dell’impresa e dall’altro un cambiamento della dinamica del mondo del lavoro. Le criticità che la sharing economy si trova a dover affrontare riguardano in particolare due aspetti: l’esigenza di tutela dei lavoratori e un’esigenza di tutela della concorrenza e del mercato. In riferimento al primo aspetto, il presente elaborato si concentrerà su tre tematiche: l’inquadramento contrattuale dei lavoratori, il controllo e la privacy nel rapporto di lavoro e i diritti di partecipazione dei lavoratori. Iniziando dall’inquadramento contrattuale dei lavoratori si è partiti da un caso concreto: la piattaforma Uber. I lavoratori che utilizzano questa piattaforma sono subordinati, autonomi o è necessario creare un terza categoria ad hoc? Il dibattito è più vivo che mai e non si è ancora giunti a una soluzione definitiva. Allargando la visuale all’eterogeneità delle piattaforme presenti in rete un punto di riferimento sono le linee guida delineate dalla Commissione Europea. La seconda tematica, prendendo come spunto i provvedimenti dell’Autorità Garante, approfondisce gli strumenti di controllo che vengono utilizzati per controllare i lavoratori e i rischi di violazione della privacy che si possono presentare. La terza tematica tratta i diritti di partecipazione dei lavoratori. Nel dettaglio si cerca di contestualizzare come l’impatto della digitalizzazione ha influito sul diritto di informazione, consultazione e all’azione collettiva dei lavoratori digitali. Infine, l’ultimo aspetto si focalizza sull’esigenza di tutela della concorrenza e del mercato. La sharing economy può portare alla proliferazione di iniziative deregolamentate favorendo la creazione di posizioni dominanti sul mercato. Come intervenire al fine di garantire un adeguato livello di concorrenza sul mercato?
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DI, MEO ROSA. "La norma legale inderogabile nel Diritto del Lavoro." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2018. http://hdl.handle.net/11566/252876.

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L’analisi condotta nella tesi di dottorato trae spunto da un iniziale studio di concetti che, ad oggi, non si palesano né semplici né acquisiti alla dottrina giuridica, quali quelli di ordinamento giuridico, di legge, di norma giuridica. Una riflessione preliminare sul punto si rende necessaria per comprendere i caratteri della norma nel sistema delle fonti del diritto in generale e del diritto del lavoro in particolare; l’assunto è quello che se per fonti del diritto intendiamo i “luoghi” nei quali il diritto nasce e si sviluppa, allora non possiamo negare che anche il contratto collettivo sia fonte del diritto, sia pure sui generis. In forza di questo assunto l’analisi condotta lungo tutta la tesi di dottorato ha riguardato i vari modelli di interazione tra legge e contratto collettivo dalle origini di quello che oggi intendiamo per diritto del lavoro sino ai giorni nostri, per comprendere se e in che termini si pone un rapporto di supremazia di una fonte sull’altra; in effetti, se in passato il potere di derogare la legge da parte del contratto collettivo era considerato un’eccezione, pian piano tale rapporto si è tradotto in un modello stabile di normazione, modello che oggi considera quasi completamente fungibili la legge e il contratto collettivo nella disciplina dei rapporti di lavoro. Nell’ultimo capitolo della trattazione, vengono affrontati i limiti costituzionali che, a parere dell’Autrice, impediscono al legislatore di abdicare, per così dire, al suo ruolo “tradizionale” di tutela della persona che lavora attraverso la predisposizione di regole cc.dd. minime, limiti che sembrano essere individuabili in una ri-lettura moderna delle norme costituzionali a tutela dei diritti fondamentali della persona che lavora e nel combinato disposto degli artt. 1 e 2 della Costituzione, che impediscono al legislatore di esercitare un potere di delega (alla deroga) altrimenti senza limiti.
The thesis is inspired by the study of several concepts that, nowadays, cannot be considered even simple and acquired to the juridical doctrine, like legal set of rules, law and juridical norm. A preliminary reflection about the point is a fundamental step in order to better understand the characters of the norm within the system of right’ springs in general, with particular interest for the labour law; the conjecture is that if we consider as springs of right the “situations” in which the right arises and develops itself, then we have to accept that collective bargain is the well of right, even if it is sui generis. Pursuant to this hypothesis, the examination carried out along the present thesis has checked different models of interaction between law and collective bargaining from the beginnings to the present day of what today we refers to as “labour law”, in order to understanding a various relationships of supremacy between law and collective bargaining; in the past, indeed, the power of waiving the law by collective bargain it was considered an exception, but this relationship was slowly became a stable model of Italian legislation, model that today considers as similar law and collective bargain in the matter of business relationships. In the end of this dissertation, the constitutional limits of this approach that prevent to the legislator of abdicating, as a figure to speech, its “traditional” protective role of workers through arrangement of fundamental rights, are investigated, by means of an accurate and deepened analysis of Clauses 1 and 2 of Italian Consitution.
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Franzin, Alessandra <1990&gt. "Le discriminazioni tra diritto del lavoro e management." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8160.

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La tesi affronta nel primo capitolo il panorama legislativo a livello internazionale, regionale e nazionale circa le discriminazioni di genere e nel secondo capitolo analizza nello specifico la situazione italiana al riguardo e dunque l'approccio delle aziende italiane al lavoro della donna . Vengono successivamente analizzate nello specifico le maggiori difficoltà che il genere femminile deve affrontare nel contesto lavorativo italiano e le politiche implementate dalle aziende per affrontare tali criticità.
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MARONGIU, NICOLA. "L'EFFETTIVITA' DELLE TUTELE DEL LAVORO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/796.

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MARONGIU, NICOLA. "L'EFFETTIVITA' DELLE TUTELE DEL LAVORO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/796.

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Garofalo, Raffaele. "RECESSO DAL RAPPORTO E TUTELA DEL LAVORATORE: LA SPECIALITA' DEL DIRITTO DEL LAVORO." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426539.

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The formal and substantial equalization of the parties in a contractual relationships, a fundamental principle of civil law, is excluded in the working relationship, which is characterized by a position of supremacy of the employer. The dismissal, individual or collective, and the resignation synthesize the power relations between the employer and the worker better than all the other regulatory schemes of labour law; the legislator has been driven to intervene specializing the rules, to face the contractual under security of the worker, needful of a brake to the overwhelming power of the employer. In reality, the rules about dismissals is not completely out of the common rules of contacts, but there is a continual coming and going to civil law. Somebody claims that labour law depends anyway on civil law; on the contrary others consider there is no “dependence” but an evident “specialty” or else “autonomy”, so that it's possible to discuss about a general theory of labour law. The dismissal represents the emblem of such an evolutionary process. The a latere datoris recess must be considered a special form of recess from the relationship, not having equals in civil law, especially referring to the system of protections, diversified by given objective and subjective criteria; the mandatory protection; the real protection; the real protection of civil law; the protection in case of ad nutum dismissal. The specialty of the dismissal rules concerns the system of guarantees that orders a continuous comparison with civil law, in an essentially diachronic logic. But from this relation, two problems traditionally emerge: on one side, the comparison between the protection level granted to the worker and that one provided by the civil code in favour of any contracting party; on the other side, the interaction, not always simple, between the protection techniques established for the dependent worker and those ones provided by the civil code. In a continuous comparison between labour law and civil law, then it's useful to evaluate the rules of the dismissal, and especially the rules of the so called real stability, in order to their effectiveness. The specialization, sometimes excessive, of some general principles of the contracts law induces to doubt that the protection of the wrongful dismissed worker isn't no longer fit to fully guarantee his rights, privileging, also under the push of the reform of the 1990, the economic aspect of the right to work rather than the social one (referring to the indemnifying protection in case of missing reinstatement). The specialization of some general principles of civil law determined a jagged normative corpus, not homogeneous, where an evident disparity between the various categories of subjects (there are different protections for the dismissed workers) and an inevitable substantially economic protection, that is the common denominator of the various hypothesis regulated by the legislator, have been considered legal. The reform of the 1990, on the contrary, the unification of the indemnifying protection for the previous and the successive period to the judgment, and the introduction of the allowance replacing the reinstatement, overturn the relation between the foretold protections: the valuation in money of the relationship prevails on the “job”, weakening the restoring protection, and the efforts of the doctrine to find a remedy to this situation faced the resistance of the case law, strongly anchored to a literal interpretation of the Art. 18. The specialization of the labour law, anyway, allowed the consecration of the constitutionally guaranteed right of the worker to the preservation of his job (not regarded as “fixed job” but as a right to being deprived of it only for proven reasons), so to stability meant as a “value”, which mustn't be removed as an obstacle to the increasing of the employment, as a promotional measure of law policy that is strengthened and made completely effective, avoiding the paradox that the protection of stability is so “strong” that it must be softened in favour of the weak subjects, in a logic of solidarity. The protection provided by Art. 18 is “strong” in its purposes, but without its ability to satisfy completely the interests of the people it preserves, it may remain a flatus vocis. Once the idea of stability is accepted as a “value”, not in antithesis with the flexibility, job has to be put at the centre of the protection as a social right of the worker, placing the patrimonial protection in a complementary or residual position, preferring it only when the work misses ab origine. So, it's necessary to go back and discuss not only about art. 18 and the complementary protection, in a logic of normative efficiency of labour law, introducing measures of indirect coercion and reforming the labour trial, but also about the bigger frame where the rule acts (in primis, labour market), because, apart from any critical evaluation, it's undeniable that stability has a outside contractual effect of warrantee of the global system.
L’equiparazione formale e sostanziale delle parti nel rapporto contrattuale, principio cardine del diritto comune, trova una deroga nel rapporto di lavoro, caratterizzato da una posizione di supremazia del datore di lavoro. Il licenziamento, individuale e collettivo, e le dimissioni meglio di tutti gli altri istituti del diritto del lavoro sintetizzano il rapporto di potere tra datore di lavoro e lavoratore, spingendo continuamente il legislatore ad intervenire, di fatto specializzando la normativa, per far fronte alla sottoprotezione contrattuale del lavoratore, bisognoso di una tutela che ponesse un freno allo strapotere del datore di lavoro. In realtà, la disciplina del licenziamento non è totalmente avulsa dalle regole comuni dei contratti, registrandosi, infatti, un continuo andirivieni dal e verso il diritto civile. Certo v’è chi sostiene che il diritto del lavoro comunque dipenda dal diritto civile; altri, invece, ritengono non v’è <>, ma un’evidente <>, se non proprio <>, al punto che, forse, sono maturi i tempi per ragionare di una teoria generale del diritto del lavoro. L’istituto del licenziamento rappresenta l’emblema di tale processo evolutivo. Il recesso a latere datoris deve essere considerato una speciale forma di recesso dal rapporto, non avendo eguali nel diritto civile, soprattutto con riferimento al sistema di tutele, diversificate sulla base di specifici criteri oggettivi e soggettivi: la tutela obbligatoria; la tutela reale; la tutela reale di diritto comune; la tutela in caso di licenziamento ad nutum. La specialità della disciplina del licenziamento riguarda, quindi, proprio il sistema di garanzie, che impone un continuo confronto col diritto civile, in una logica essenzialmente diacronica. Da tale rapporto, però, emergono tradizionalmente due problematiche e, cioè, da un lato, il confronto tra il livello di tutela accordato al lavoratore rispetto a quello previsto dal codice civile in favore di qualsivoglia contraente; dall’altro lato, l’interazione, non sempre facile, tra le tecniche di tutela predisposte in favore del lavoratore subordinato e quelle approntate dal codice civile. In un continuo confronto tra il diritto del lavoro e il diritto civile è utile, allora, sottoporre la disciplina del licenziamento e, in particolar modo, quella della cd. stabilità stabilità reale, ad una valutazione in ordine alla sua effettività. La specializzazione, in alcuni casi eccessiva, di alcuni dei principi generali del diritto dei contratti, fa sorgere il ragionevole dubbio che le tutele del lavoratore illegittimamente licenziato non siano più idonee a garantire integralmente i suoi diritti, privilegiando, anche sulla spinta della riforma del 1990, l’aspetto economico del diritto al lavoro piuttosto che quello sociale (si allude alla tutela meramente risarcitoria in caso di mancata reintegra). La specializzazione di alcuni principi generali del diritto civile ha determinato un corpus normativo frastagliato, non omogeneo, dove è stata ritenuta legittima un’evidente diseguaglianza tra le varie categorie di soggetti (vi sono, infatti, tutele diversificate in favore del lavoratore licenziato) ed una inevitabile tutela sostanzialmente di tipo economico, che costituisce il comune denominatore delle varie ipotesi disciplinate del legislatore. La Costituzione riconosce il diritto al lavoro come bene giuridico primario del lavoratore e l’art. 18 St. lav. dovrebbe rappresentare l’attuazione di tale garanzia, quale strumento di riequilibrio dei poteri all’interno del rapporto individuale di lavoro. E tale era sino al 1990, dove la reintegrazione in forma specifica costituiva la tutela principale, garantita sia direttamente con l’ordine di ripristino della funzionalità del rapporto, sia indirettamente, attraverso la previsione del diritto del lavoratore alle retribuzioni, quale sanzione per l’inottemperanza del datore di lavoro all’ordine giudiziale di ripristino della funzionalità del rapporto. Quest’ultima, quindi, rappresentava una misura di coercizione indiretta necessaria per fronteggiare l’ostacolo insuperabile dell’incoercibilità dell’obbligo del datore di lavoro di far lavorare il lavoratore, tesa a confermare la supremazia della reintegrazione in forma specifica sul risarcimento per equivalente, nel rispetto dei principi generali del diritto comune in tema di responsabilità contrattuale. Con la riforma del ’90, invece, e con l’unificazione della tutela risarcitoria per il periodo sia precedente sia successivo alla sentenza e con l’introduzione dell’indennità sostitutiva della reintegrazione, il rapporto tra le predette tutele si è capovolto: la monetizzazione del rapporto prevale sul bene giuridico <>, di fatto indebolendo la tutela ripristinatoria, e i tentativi della dottrina di trovare un rimedio a tale situazione hanno dovuto fare i conti con la resistenza della giurisprudenza, ancorata con forza, nel caso di specie, all’interpretazione letterale dell’art. 18. La specializzazione del diritto del lavoro, in ogni caso, ha permesso la consacrazione del diritto del lavoratore, costituzionalmente garantito, alla conservazione del posto di lavoro (valutato, però, non come <>, ma come diritto a non esserne privato se non per comprovate ragioni), quindi, alla stabilità, intesa come <>, che non deve essere eliminata perché di ostacolo all’aumento dell’occupazione, quale misura di politica di diritto di tipo promozionale, ma rinvigorita e resa compiutamente effettiva, per evitare di cadere nel paradosso che la tutela della stabilità del posto di lavoro è talmente <> che deve essere attenuata in una logica solidaristica in favore dei soggetti deboli. La tutela sub art. 18 è <> negli intenti, ma senza la sua idoneità a soddisfare compiutamente gli interessi dei soggetti da essa protetti rischia di rimanere un flatus vocis. Una volta accettata, allora, l’idea della stabilità come <>, non in antitesi rispetto alla flessibilità, al centro della tutela deve essere collocato il posto di lavoro, quale diritto sociale del lavoratore, ponendo la tutela patrimoniale in una posizione di complementarietà o residualità, dovendo essere preferita soltanto nelle ipotesi in cui il diritto al posto di lavoro manca ab origine. Per ottenere questo è evidente che occorre ritornare a discutere non solo dell’art. 18 e delle tutela complementari, in una logica di efficienza regolativa del diritto del lavoro, attraverso l’introduzione di misure di coercizione indiretta e una riforma del processo del lavoro, ma anche del quadro più complessivo nel quale tale norma si trova ad operare (in primis, mercato del lavoro), in quanto, a prescindere da ogni valutazione critica, è innegabile che la stabilità ha un effetto esocontrattuale di garanzia del sistema complessivo.
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Casiello, Giorgia <1987&gt. "La titolarità del diritto di sciopero." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12891.

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L’elaborato di tesi, partendo dal dettato costituzionale dell’art. 40, si pone l’obiettivo di comprendere se, attraverso le teorie dottrinali, gli orientamenti giurisprudenziali e gli interventi del legislatore in materia di sciopero, sia possibile dedurre una teoria generale sulla titolarità del diritto di sciopero. Dall’analisi emerge l’impossibilità di giungere ad un siffatto risultato. Conseguentemente, si dimostra come la necessità di individuare una teoria sulla titolarità del diritto di sciopero sia strettamente connessa a ragioni di politica del diritto che, nel contesto attuale delle relazioni industriali, si concretizzano nella garanzia della stabilità degli accordi collettivi. La ricerca si concentra dunque sull’opportunità di risolvere il problema dell’instabilità degli accordi collettivi attraverso lo strumento della titolarità del diritto di sciopero, nonché sulla percorribilità di soluzioni che invece incidano direttamente sul sistema della contrattazione collettiva. Si ritiene dunque che la stabilità degli accordi collettivi debba essere garantita anzitutto attraverso un intervento del legislatore in materia di efficacia soggettiva dei contratti collettivi. Intervento che non troverebbe ostacolo nell’art. 39 della Costituzione, qualora quest’ultimo fosse letto alla luce di una interpretazione evolutiva, e a cui le parti sociali sembrerebbero pronte anche in considerazione dei contenuti degli accordi sottoscritti tra il 2011 ed il 2014. La proposta risulta dunque essere quella di un nuovo sistema in cui l’obiettivo della stabilità degli accordi collettivi viene garantita dall’efficacia generale degli stessi legittimata attraverso una formazione strutturata del consenso aperta alla partecipazione dei lavoratori.
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TAGLIABUE, IRENE. "Organizzazione e disciplina del mercato del lavoro di cura." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2022. http://hdl.handle.net/10446/213032.

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Tessaro, Chiara <1996&gt. "La somministrazione di lavoro: il ruolo centrale delle Agenzie per il Lavoro." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21075.

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L’istituto della somministrazione di lavoro nell’ordinamento legislativo italiano è, al giorno d’oggi, caratterizzato da ampia diffusione in tutto il territorio nazionale. Questo studio si propone di tracciare un quadro organico dell’evoluzione normativa di tale istituto, partendo dal divieto di interposizione di manodopera ed arrivando all’apparato legislativo odierno, aggiungendo all’analisi il soggetto delle agenzie per il lavoro e l’esempio costituito da Randstad Italia Spa. Indagando i cambiamenti avvenuti nel mercato del lavoro, e le conseguenti modificate esigenze in capo alle imprese, l’evoluzione normativa della fattispecie analizzata rappresenta il percorso attraverso cui il legislatore mira a combattere le rigidità tipiche del mercato attraverso la sua flessibilizzazione. Con l’introduzione del lavoro interinale con la Legge numero 196/1997 viene per la prima volta data liceità al concetto di intermediazione di lavoro, fino a quel momento caratterizzata da un’accezione prettamente negativa, purché l’interposto disponga di caratteristiche individuate dal legislatore. Successivamente, con il Decreto Legislativo numero 276/2003, prosegue il cammino iniziato con la riforma precedente verso la flessibilità, considerata lo strumento da utilizzare per combattere le sfide poste dal contesto economico e sociale e combattere il fenomeno della disoccupazione: fra le varie riforme contenute nel decreto, viene abrogato l’istituto del lavoro interinale ed introdotta la somministrazione di manodopera. Le successive riforme, fra le più impattanti il Decreto Legislativo numero 81/2015 e il Decreto Legge numero 87/2018, hanno modificato alcuni elementi della fattispecie, ad esempio durata contrattuale, campo di applicazione ed apparato sanzionatorio, senza però variarne la natura. A livello generale, si può affermare che, a partire dal 1997, il legislatore abbia avuto l’obiettivo di trasformare il mercato del lavoro attraverso un’iniezione di flessibilità, mantenendo alto il livello di protezione nei confronti dell’individuo. Tramite la crescente attenzione a diritti del lavoratore, sua tutela e formazione professionale, la posizione individuale del lavoratore non è più connessa alla garanzia del posto di lavoro, ma all’occupabilità in tutte le fasi della vita lavorativa. Il percorso verso la flessibilità, da un lato sostenuto in quanto connesso alla modernizzazione di un mercato ritenuto dai più troppo rigido per essere sano e funzionare in modo efficiente, viene dall’altro lato criticato per la conseguente precarizzazione del lavoro, a scapito dell’individuo. Nel presentare la fattispecie della somministrazione di lavoro, attore protagonista risulta essere l’agenzia per il lavoro, che viene analizzata con particolare attenzione ai requisiti da soddisfare per l’iscrizione all’albo e l’esercizio dell’attività, e l’evoluzione di questi nel corso del tempo. Attraverso la descrizione di struttura, caratteristiche e funzioni dell’istituto della somministrazione e dell’agenzia, il testo analizza poi l’azienda Randstad Italia Spa, considerata un esempio virtuoso di soggetto operante nel mercato. Un operatore a 360°, che agisce su più fronti ed, attraverso una serie di servizi distinti ma tra loro complementari, migliora la qualità e l’efficienza del servizio offerto ed il sostegno nei confronti dell’individuo alla ricerca di occupazione e dell’azienda con necessità di manodopera, riuscendo a realizzare il perfect match fra i soggetti appena citati.
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Bellotto, Eleonora <1992&gt. "IL LAVORO NELL'INDUSTRIA 4.0." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15134.

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L'obiettivo di questo lavoro consiste nel descrivere e analizzare i cambiamenti che stanno caratterizzando il mondo del lavoro, riconducibili all'avvento della quarta rivoluzione industriale. Nello specifico si analizzeranno le evoluzioni delle professioni, la rottura rispetto al passato dovuta alla nascita dello smart working, e il conseguente impatto sulla normativa vigente. Si intende inoltre trattare il tema del necessario cambiamento nel processo formativo finalizzato alla ricerca di nuovi approcci che puntino allo sviluppo di nuove competenze e ad una maggiore collaborazione tra gli istituti scolastici.
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FERNÁNDEZ, SÁNCHEZ SONIA. "L'autonomia individuale nel passato e nel presente del diritto del lavoro." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/96.

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Анотація:
Con il presente lavoro si cerca di ricostruire il percorso storico del diritto del lavoro, dalle sue origini sino ai nostri giorni, prendendo come punto di riferimento il ruolo svolto dall'autonomia privata individuale. si potrà osservare come la volontà delle parti contrattuali incide profondamente sulla nascita, creazione e sviluppo del diritto del lavoro. Il diritto del lavoro postindustriale nasce come conseguenza delle rivoluzioni borghese ed industriale, periodo governato dalla volontà individuale plasmata attraverso il contratto. successivamente, l'autonomia individuale perderà la iniziale supremazia come fonte e sarà relegata all'ultimo gradino delle fonti del diritto del lavoro, dopo la legge e l'autonomia collettiva. Infine, nell'epoca attuale, si assiste ad una sempre più marcata ripresa dell'autonomia individuale che si presenta come uno degli elementi qualificanti delle attuali trasformazioni del diritto del lavoro.
This paper tries to describe the historical path of the labour law, starting from its origin to present days, taking the role played by the private individual autonomy as a point of reference. It will be possible to acknowledge that contractors will deeply affect the origin, creation and development of the labour law. The post industrial labour law is the result of the bourgeois and industrial revolutions, when the individual will was shaped through the contract. Afterwards, the individual autonomy ceases to have its supremacy as source and is put amongst the less important level of the sources of labour law, after acts and collective autonomy. Then, a present, individual autonomy is increasingly affecting the recent transformation of labour law and represent one of the most important elements qualifying the process of change.
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FERNÁNDEZ, SÁNCHEZ SONIA. "L'autonomia individuale nel passato e nel presente del diritto del lavoro." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/96.

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Con il presente lavoro si cerca di ricostruire il percorso storico del diritto del lavoro, dalle sue origini sino ai nostri giorni, prendendo come punto di riferimento il ruolo svolto dall'autonomia privata individuale. si potrà osservare come la volontà delle parti contrattuali incide profondamente sulla nascita, creazione e sviluppo del diritto del lavoro. Il diritto del lavoro postindustriale nasce come conseguenza delle rivoluzioni borghese ed industriale, periodo governato dalla volontà individuale plasmata attraverso il contratto. successivamente, l'autonomia individuale perderà la iniziale supremazia come fonte e sarà relegata all'ultimo gradino delle fonti del diritto del lavoro, dopo la legge e l'autonomia collettiva. Infine, nell'epoca attuale, si assiste ad una sempre più marcata ripresa dell'autonomia individuale che si presenta come uno degli elementi qualificanti delle attuali trasformazioni del diritto del lavoro.
This paper tries to describe the historical path of the labour law, starting from its origin to present days, taking the role played by the private individual autonomy as a point of reference. It will be possible to acknowledge that contractors will deeply affect the origin, creation and development of the labour law. The post industrial labour law is the result of the bourgeois and industrial revolutions, when the individual will was shaped through the contract. Afterwards, the individual autonomy ceases to have its supremacy as source and is put amongst the less important level of the sources of labour law, after acts and collective autonomy. Then, a present, individual autonomy is increasingly affecting the recent transformation of labour law and represent one of the most important elements qualifying the process of change.
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RUBBIO, Francesco Paolo. "DIRITTO AL LAVORO E SERVIZI PER L’IMPIEGO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91329.

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Di, Maio Giacomo <1991&gt. "Il contratto di lavoro del calciatore professionista." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10698.

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L’elaborato è teso alla trattazione del contratto di lavoro del calciatore professionista. L’analisi inizia prendendo in considerazione i soggetti che regolano l’ordinamento sportivo in generale e la disciplina calcistica. Il CIO, il CONI, la FIFA, la UEFA e la FIGC sono le massime istituzioni alla base del calcio professionistico. Esse promuovono, disciplinano e coordinano il sistema calcio, fissando regole volte al suo buon funzionamento, mirando per lo più ai principi di solidarietà, uguaglianza ed integrazione. Non mancano riferimenti e articoli sui tornei, le leghe, il bilancio, e i singoli organi. Ma il calcio professionistico, ed in particolare la figura del calciatore, è regolata da specifiche fonti che vedono nella legge 91/1981 il suo principale riferimento. Tale legge, con i successivi aggiornamenti, insieme al Regolamento FIFA sullo status e sui trasferimenti dei calciatori e alle NOIF, consente di inserire il calciatore, e il suo contratto di lavoro, in una specifica normativa che ne abbraccia tutte le sfaccettature. Da qui l’approfondimento del contratto del calciatore e della relativa disciplina sulla tipologia lavorativa. Inoltre, come tutti i contratti, implica un accordo tra le parti (il calciatore e la società), e una menzione è dedicata al ruolo dell’agente sportivo. Sono presi in analisi obblighi, doveri, clausole, diritti del calciatore, considerando anche le relative tutele normative. Il contratto presenta le tipiche specificità di requisiti, durata, invalidità, e si conclude con risoluzione o cessione.
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Meli, Giuseppe. "Esternalizzazioni delle pubbliche amministrazioni. Questioni di diritto del lavoro." Doctoral thesis, Università di Catania, 2015. http://hdl.handle.net/10761/3958.

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Анотація:
Il lavoro si occupa delle strategie di esternalizzazione delle pubbliche amministrazioni, dalla prospettiva del diritto del lavoro. La trattazione si concentra sugli appalti, il lavoro mediante agenzia e le "societarizzazioni", quali strumenti di outsourcing, che consentono di ridurre il perimetro della p.a., conformemente ai postulati della dottrina del new pubblic managment. L'obiettivo finale è di formulare una proposta di "risocializzazione" delle esternalizzazioni, basata sul metodo del bilanciamento, che consenta di evidenziare e correggere gli eccessi e le antinomie causate delle politiche neoliberali: sprigionando le potenzialità sociali dell'ordinamento europeo è possibile promuovere un riequilibrio dell'asimmetria pro-market, mediante l'utilizzo accorto del principio di proporzionalità, sì da contemperare i diritti sociali e le libertà economiche nello spazio sovranazionale.
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VRICELLA, MATTEO. "L'Effettività della tutela del diritto al lavoro nell'ordinamento italiano." Doctoral thesis, Università degli studi di Brescia, 2021. http://hdl.handle.net/11379/550294.

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SCOCCA, Silvia. "Contrattazione collettiva aziendale e produttività del lavoro. Il caso Trelleborg Italia e Francia alla prova delle nuove sfide del mercato del lavoro." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2020. http://hdl.handle.net/10446/181511.

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Raffaelli, Pier Franco <1966&gt. "La somministrazione di lavoro portuale." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/925.

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Gaudio, Giovanni. "Organizzazioni complesse e rapporti di lavoro. Per un diritto del lavoro a geometria variabile." Doctoral thesis, Università Bocconi, 2019. http://hdl.handle.net/10278/3725009.

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La dottrina giuslavoristica italiana è rimasta spiazzata dinanzi agli eterogenei fenomeni di disintegrazione verticale della grande impresa fordista, che si pongono in antitesi con il contratto di lavoro subordinato, inteso come un rapporto necessariamente bilaterale tra un lavoratore e un unico datore di lavoro, riconosciuto tradizionalmente come il concetto ordinatore della materia. Esso è infatti difficilmente armonizzabile con una organizzazione del lavoro caratterizzata dalla compresenza di più soggetti di diritto, anche diversi dall’unico datore di lavoro inteso come parte del contratto, che possono, a vario titolo e in forme diverse, interagire con l’esecuzione della prestazione di un lavoratore subordinato nell’ambito delle organizzazioni complesse tipiche del modello post-fordista di organizzazione dell’impresa. In risposta a tali problematiche, parte della dottrina italiana ha elaborato una serie di teorie pluridatoriali, che costituiscono, ad oggi, la principale risposta alle questioni giuslavoristiche connesse ai processi di frammentazione e ricomposizione dell’impresa. Queste tesi si pongono in contrasto con la tradizionale lettura unitaria della figura del datore di lavoro, poiché postulano che essa possa essere declinata al plurale in alcune ipotesi di integrazione societaria o contrattuale fra imprese. Tali tesi, in ogni caso, non sono andate esenti da critiche di altra parte della dottrina, che ha sottolineato come esse incorrerebbero in una serie di ostacoli che non ne giustificherebbero l’accoglimento sul piano de iure condito. Per queste ragioni, il dibattito dottrinale in materia, concentratosi quasi in toto sullo studio della figura del datore di lavoro, sembra essere oggi giunto ad una impasse. Questo studio ha dunque provato a vagliare una ipotesi di ricerca alternativa rispetto a quella relativa allo studio della figura datoriale, sull’assunto che la direttrice tradizionalmente seguita dalla dottrina potrebbe essere stata vissuta dalla stessa come un punto di partenza imprescindibile della ricerca quando, invece, si sarebbe ben potuto tentare di metterlo in discussione, allo scopo di porsi nuove domande per cercare nuove risposte, piuttosto che dare diverse risposte alla stessa domanda. Sulla base di questa intuizione e per mezzo dello strumento della comparazione con il sistema inglese, si è dunque cercato di comprendere se il diritto del lavoro abbia già predisposto dei modelli di legislazione più pragmatica e meno legati ai modelli tradizionali della materia, che fossero funzionali a risolvere in modo più efficace le problematiche del sistema nel fare i conti con la complessità organizzativa. Dopo aver razionalizzato questa ipotesi di ricerca alternativa, anche sulla base di spunti teorici emersi nella dottrina pregressa, sono state rintracciate nel macro-sistema giuslavoristico una serie di tecniche normative già predisposte dal legislatore, che costituiscono una risposta più efficace, rispetto a quanto proposto dai sostenitori delle tesi pluridatoriali, alla risoluzione delle problematiche poste dalla complessità organizzativa. Poiché tali tecniche sono state predisposte dal legislatore sulla base delle specificità proprie di alcuni contesti normativi, si è dunque proceduto, nel tentativo di offrire una organica razionalizzazione delle stesse, ad una analisi differenziata di questi specifici contesti normativi. In ragione di ciò, sembra che oggi la materia giuslavoristica sia razionalizzabile, a livello macro, alla stregua di un sistema a geometria variabile, composto da numerosi micro-sistemi normativi il cui ambito di applicazione è spesso costruito a criteri terzi rispetto a quelli propri di una analisi binaria lavoratore-datore di lavoro, intesi come parti di un contratto di lavoro subordinato. In sede conclusiva, si è poi proposto di abbandonare il contratto di lavoro come concetto ordinatore della materia giuslavoristica per sostituirlo con quello di rapporto di lavoro, che sembra oggi essere maggiormente funzionale a cogliere le caleidoscopiche sfaccettature di un macro-sistema giuslavoristico che si evolve sempre di più nel segno della differenziazione.
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42

Cottone, Mariele <1978&gt. "Mercato del lavoro e riforma della vigilanza pubblica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2064/1/Cottone_Mariele_TESI.pdf.

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After having covered the international regulation in the labour market and in the control mechanisms fighting the irregular and the concealed labour, the Author concentrates on the Italian system’s answers to the requests coming from the European Union. Starting from the White Book on the labour market in Italy, the problems originated by the Legislative Decree 124/2004 and, moreover, those which have affected the fight against the concealed labour are dealt with. The aim study is to verify that the juridical regulation adopted by the national lawmaker has contributed to solve the problems connected to the labour flexibility and the consequent temporary employment. The analysis of the problems has led to the conclusion that, regardless the lawmaker’s good intentions, the basic principles of the national juridical system do not allow the achievement of a full realization of the objectives. This is mainly because the lack of effective systems to protect the flexible employees often treated as temporary employees, and because of the difficulties to introduce the legal culture on which the whole system should stand.
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43

Cottone, Mariele <1978&gt. "Mercato del lavoro e riforma della vigilanza pubblica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2064/.

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After having covered the international regulation in the labour market and in the control mechanisms fighting the irregular and the concealed labour, the Author concentrates on the Italian system’s answers to the requests coming from the European Union. Starting from the White Book on the labour market in Italy, the problems originated by the Legislative Decree 124/2004 and, moreover, those which have affected the fight against the concealed labour are dealt with. The aim study is to verify that the juridical regulation adopted by the national lawmaker has contributed to solve the problems connected to the labour flexibility and the consequent temporary employment. The analysis of the problems has led to the conclusion that, regardless the lawmaker’s good intentions, the basic principles of the national juridical system do not allow the achievement of a full realization of the objectives. This is mainly because the lack of effective systems to protect the flexible employees often treated as temporary employees, and because of the difficulties to introduce the legal culture on which the whole system should stand.
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44

Donini, Annamaria <1982&gt. "La tutela del disoccupato nel mercato del lavoro. Dal sostegno del reddito ai servizi per l'occupazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5478/1/Donini_Annamaria_Tesi.pdf.

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La tesi affronta il tema degli istituti e degli strumenti di tutela della condizione di disoccupazione. In mancanza d’una nozione giuridica generale di disoccupazione, l’obiettivo è quello di ricercare gli elementi comuni ai differenti istituti in grado di definire l’ambito della protezione garantita alla persona priva d’impiego. Lo studio fornisce, dapprima, una complessiva ricognizione storico-critica degli strumenti per il sostegno del reddito nelle ipotesi di mancanza di lavoro. L’esame dei modelli d’intervento legislativo evidenzia finalità, caratteristiche e criticità dei singoli istituti, sia di quelli più consolidati, che degli interventi più recenti. La seconda parte della tesi si propone d’integrare la ricognizione delle forme di tutela economica con l’analisi delle politiche attive nel mercato del lavoro e degli interventi a sostegno all’occupabilità. L’intento è di verificare le modalità attraverso le quali l’ordinamento tenta di collegare tutela del reddito e promozione dell’occupazione. La ricerca affronta anche la questione dei limiti alla libertà di circolazione nell’Unione Europea dei cittadini non lavoratori, nonché il condizionamento determinato dalle misure che riducono o scoraggiano l’esportabilità delle prestazioni previdenziali negli altri Paesi europei. La parte finale si propone d’individuare gli elementi che caratterizzano il complesso degli istituti analizzati, al fine di verificare a quale evento giuridico l’ordinamento offra protezione. Lo studio identifica due elementi rilevanti: la condizione di “mancanza di lavoro”, che accomuna l’intervento per la disoccupazione e quello a favore dei rapporti di lavoro sospesi, nonché l’attualità dello stato di disoccupazione, parametro generale per gli interventi protettivi. L’analisi svolta sottolinea, però, che i meccanismi di c.d. condizionalità per l’accesso alle prestazioni economiche e ai servizi per l’impiego non consentono un’adeguata promozione della qualità del lavoro e della professionalità del lavoratore. La tesi individua un possibile terreno di sviluppo della protezione della condizione del disoccupato nell’integrazione tra strumenti di sostegno all’impiego e interventi a base universalistica.
The thesis addresses the issue of protection instruments for the condition of unemployment. In the absence of a general legal concept of unemployment, the goal is to find the common elements to different institutions which define the protection scope afforded to persons without a job. The study provides, at first, a comprehensive historical-critical survey of the tools for income support in the event of lack of work. The analysis of the legislative intervention models highlights goals, characteristics and problems of each legal institution, the more established as well as the most recent ones. The second part of the thesis tries to integrate the recognition of forms of economic protection through the analysis of active policies in the labour market and measures to support employability. The intent is to verify how legislative initiatives try to connect income protection and employment promotion. The research also addresses the question of limits to freedom of movement of EU citizens and restrictions determined by measures that reduce or discourage the exportability of social security benefits in other European countries. The final section seeks to identify the fundamental elements of the complex of institutions analyzed in order to define events to which legal order provides protection. The study identifies two important elements characterizing all the protection instruments: first, the condition of "lack of work"; second, the current state of unemployment, stated as general parameter for protective action. The analysis points out, however, that the mechanisms of so-called conditionality for access to economic benefits and employment services do not allow a successful promotion of quality of work and workers skills. The thesis identifies a possible field of development for the protection of the unemployed in the integration between tools supporting employment and general universal interventions.
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Donini, Annamaria <1982&gt. "La tutela del disoccupato nel mercato del lavoro. Dal sostegno del reddito ai servizi per l'occupazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5478/.

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La tesi affronta il tema degli istituti e degli strumenti di tutela della condizione di disoccupazione. In mancanza d’una nozione giuridica generale di disoccupazione, l’obiettivo è quello di ricercare gli elementi comuni ai differenti istituti in grado di definire l’ambito della protezione garantita alla persona priva d’impiego. Lo studio fornisce, dapprima, una complessiva ricognizione storico-critica degli strumenti per il sostegno del reddito nelle ipotesi di mancanza di lavoro. L’esame dei modelli d’intervento legislativo evidenzia finalità, caratteristiche e criticità dei singoli istituti, sia di quelli più consolidati, che degli interventi più recenti. La seconda parte della tesi si propone d’integrare la ricognizione delle forme di tutela economica con l’analisi delle politiche attive nel mercato del lavoro e degli interventi a sostegno all’occupabilità. L’intento è di verificare le modalità attraverso le quali l’ordinamento tenta di collegare tutela del reddito e promozione dell’occupazione. La ricerca affronta anche la questione dei limiti alla libertà di circolazione nell’Unione Europea dei cittadini non lavoratori, nonché il condizionamento determinato dalle misure che riducono o scoraggiano l’esportabilità delle prestazioni previdenziali negli altri Paesi europei. La parte finale si propone d’individuare gli elementi che caratterizzano il complesso degli istituti analizzati, al fine di verificare a quale evento giuridico l’ordinamento offra protezione. Lo studio identifica due elementi rilevanti: la condizione di “mancanza di lavoro”, che accomuna l’intervento per la disoccupazione e quello a favore dei rapporti di lavoro sospesi, nonché l’attualità dello stato di disoccupazione, parametro generale per gli interventi protettivi. L’analisi svolta sottolinea, però, che i meccanismi di c.d. condizionalità per l’accesso alle prestazioni economiche e ai servizi per l’impiego non consentono un’adeguata promozione della qualità del lavoro e della professionalità del lavoratore. La tesi individua un possibile terreno di sviluppo della protezione della condizione del disoccupato nell’integrazione tra strumenti di sostegno all’impiego e interventi a base universalistica.
The thesis addresses the issue of protection instruments for the condition of unemployment. In the absence of a general legal concept of unemployment, the goal is to find the common elements to different institutions which define the protection scope afforded to persons without a job. The study provides, at first, a comprehensive historical-critical survey of the tools for income support in the event of lack of work. The analysis of the legislative intervention models highlights goals, characteristics and problems of each legal institution, the more established as well as the most recent ones. The second part of the thesis tries to integrate the recognition of forms of economic protection through the analysis of active policies in the labour market and measures to support employability. The intent is to verify how legislative initiatives try to connect income protection and employment promotion. The research also addresses the question of limits to freedom of movement of EU citizens and restrictions determined by measures that reduce or discourage the exportability of social security benefits in other European countries. The final section seeks to identify the fundamental elements of the complex of institutions analyzed in order to define events to which legal order provides protection. The study identifies two important elements characterizing all the protection instruments: first, the condition of "lack of work"; second, the current state of unemployment, stated as general parameter for protective action. The analysis points out, however, that the mechanisms of so-called conditionality for access to economic benefits and employment services do not allow a successful promotion of quality of work and workers skills. The thesis identifies a possible field of development for the protection of the unemployed in the integration between tools supporting employment and general universal interventions.
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Montanari, Anna <1977&gt. "Il lavoro degli stranieri in Italia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2006. http://amsdottorato.unibo.it/55/1/MontanariAnna.pdf.

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Montanari, Anna <1977&gt. "Il lavoro degli stranieri in Italia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2006. http://amsdottorato.unibo.it/55/.

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Reginelli, Angelo <1976&gt. "La certificazione dei contratti di lavoro." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/108/1/Tesi_definitiva.pdf.

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Reginelli, Angelo <1976&gt. "La certificazione dei contratti di lavoro." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/108/.

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50

Bizzotto, Stefano <1988&gt. "La somministrazione di lavoro nella giurisprudenza." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4863.

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Анотація:
Lo studio si prefigge di esaminare l'istituto contrattuale della somministrazione di lavoro nella sua evoluzione normativa, dalla codificazione del 2003 alle ultime novelle di cui, in particolare, alla legge c.d. Fornero del 2012. L'analisi sarà condotta alla luce della elaborazione dottrinale e, soprattutto, sulla base degli orientamenti della giurisprudenza pronunciatasi sulla materia.
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