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Magnani, Guest Editors: L., G. Beltramello, D. Brancato, A. Fontanella, and R. Nardi. "L’internista ospedaliero nella gestione del paziente diabetico complesso." Italian Journal of Medicine 6, no. 1 (April 27, 2018): 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2018.2.

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Анотація:
L’internista deve occuparsi (e rioccuparsi) del paziente diabetico complesso in OspedaleA. Fontanella, L. MagnaniDiagnosi, classificazione, epidemiologia clinica del diabete mellitoV. Provenzano, D. BrancatoUp-date degli studi disponibiliP. Gnerre, T.M. Attardo, A. Maffettone, G. BeltramelloIl diabete mellito costituisce ancora un equivalente di rischio cardiovascolare?G. Augello, T.M. AttardoLe terapie del diabete tipo 2 sono tutte uguali ai fini della riduzione della morbilità e mortalità cardiovascolare?V. ProvenzanoLe nuove tecnologie nella cura del diabete mellitoD. Brancato, V. ProvenzanoInsuline prandiali e insuline basaliR. PastorelliQuali target nel diabete mellito: il dogma dell’emoglobina glicata è davvero imprescindibile?V. ManicardiIl controllo dell’iperglicemia nel paziente anziano polipatologico: è sempre necessario iniziare l’insulina?G. Gulli, M. NizzoliLa nefropatia diabeticaF. Salvati, D. Manfellotto, M. StornelloCirrosi epatica e diabeteM. Imparato, L. FontanellaLa terapia personalizzata nel diabete di tipo 2A. Maffettone, C. Peirce, M. RinaldiLa gestione dell’iperglicemia nel paziente critico e instabileC. NozzoliLa disfunzione erettile nel paziente diabetico di tipo 2N. Artom, A. Bosio, G. PinnaQuali obiettivi di approccio integrato nella gestione del diabete mellito?E. Romboli, D. PanuccioIperglicemia, normoglicemia ed ipoglicemia nei pazienti anziani fragili: situazioni a rischio, politerapia e comorbilitàA. Greco, M. Greco, D. Sancarlo, F. Addante, G. D’Onofrio, D. Antonacci, S. De CosmoL’impatto clinico-prognostico dell’ipoglicemia nel paziente ospedalizzatoV. Borzì, L. Morbidoni, A. FontanellaL’internista chiamato in consulenza per un diabete gestazionale: quale approccio pragmatico?P. Novati, L. SaliLa frugalità nella gestione del diabete mellito: qualità assistenziale, governo clinico e costi correlatiP. Gnerre, G. Carta, D. MontemurroLa gestione dell’iperglicemia in area medica, ma senza esagerare.L. Magnani, G. BeltramelloAPPENDICE IUn approccio pragmatico per la valutazione globale e la gestione del paziente diabeticoF. Pieralli, A. Crociani, C. BazziniAPPENDICE IILe insuline e i farmaci ipoglicemizzanti orali disponibiliP. Zuccheri, L. Alberghini, E. SoraAPPENDICE IIILe scale di correzione insulinica: pro e controV. Borzì
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Di Molfetta, Sergio, Luigi Laviola, and Francesco Giorgino. "Utilità dell’holter glicemico nella persona con diabete mellito di tipo 1 e di tipo 2." L'Endocrinologo 21, no. 1 (January 23, 2020): 19–24. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-020-00657-8.

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Ludvigsson, J., D. Krisky, R. Casas, T. Battelino, L. Castaño, J. Greening, O. Kordonouri, et al. "Terapia antigenica con GAD65 nel diabete mellito di tipo 1 di recente diagnosi." L'Endocrinologo 13, no. 2 (April 2012): 89–90. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344894.

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Pradelli, Lorenzo. "Prevenzione e terapia precoce del diabete mellito di tipo II: aspetti farmacoeconomici." Farmeconomia. Health economics and therapeutic pathways 6, no. 3 (September 15, 2005): 251–61. http://dx.doi.org/10.7175/fe.v6i3.839.

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Анотація:
Type II (non-insulin-dependent) diabetes is one of the most widespread chronic patologies in the developed countries and its prevalence in Italy is about 2-3% of the population. Type II diabetes is also associated with several other metabolic abnormalities such as central obesity, hypertension, and dyslipidemia, which contributes to the very high rate of cardiovascular morbidity and mortality. Therefore Type II diabetes involves a significant financial burden on the health care system. The purpose of this paper is to explain the composition of the healthcare costs of managing people with Type II diabetes and the economic repercussions due to the adoption of an aggressive strategy against the pathology. To carry out this evaluation we considered the CODE-2 (The Cost of Diabetes in Europe - Type II) Study results, the American Diabetes Association Position Statement, the Diabetes Prevention Program and the UK Prospective Diabetes Study. Evidence exists to show that introducing prevention program or an early therapy can avert or delay significantly the onset of cardiovascular morbidity in Type II diabetes patients. According to the pharmacoeconomical criteria, this very desiderable clinical goal is associated to a little increase of the health expenditures, and sometimes also to a costs saving.
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Maccora, Carla, and Caterina Formichi. "QUANDO IL DIABETE MELLITO DI TIPO 2 NON BASTA: UN CASO DI MODY MISCONOSCIUTO." il Diabete 31, N. 1, marzo 2019 (March 15, 2019): 63–68. http://dx.doi.org/10.30682/ildia1901h.

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Lettieri, M. "Smartphones and apps in personal care with diabetes: a narrative review of the literature." Journal of AMD 24, no. 4 (February 2022): 268. http://dx.doi.org/10.36171/jamd21.24.4.6.

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Анотація:
OBIETTIVO DELLO STUDIO L’educazione e l’auto-monitoraggio della persona con diabete aiutano a ottimizzare il controllo metabolico, riducendo morbilità e mortalità. In questo scenario gli smartphone rappresentano uno strumento potente e alla portata di tutti e numerose piattaforme destinate a persone con diabete sono sta-te elaborate allo scopo di fornire loro una salute “su misura”. Lo scopo della presente revisione è valutare l’impatto dell’utilizzo degli smartphone come strumento di educazione sanitaria e la loro efficacia nella gestione della glicemia negli adulti con diabete di tipo 1 e 2. DISEGNO E METODI È stata effettuata una ricerca bibliografica utilizzando quali motori di ricerca CINAHL e PUBMED. Sono stati selezionati 17 studi randomizzati controllati per un totale di 4.125 partecipanti. Per ogni studio la di mensione del campione era compresa tra 30 e 574 partecipanti e tutti i soggetti avevano un’età ≥ 18. RISULTATI I risultati mostrano la riduzione dei livelli di HbA1c nei soggetti che si avvalgono della tecnologia per la cura del diabete. Dei 17 studi analizzati, 14 suggeriscono l’efficacia del supporto della tecnologia per migliorare la gestione della glicemia nei pazienti con diabete mellito di tipo 1 e 2. I restanti 3 studi mostrano risultati contrastanti, ove non si è riscontrata una differenza significativa della concentrazione di HbA1c. CONCLUSIONI L’utilizzo delle nuove tecnologie per la cura del diabete si è dimostrato uno strumento efficace nella cura delle persone con diabete, determinando una riduzione dei livelli di HbA1c. Il loro impiego nella pratica clinica può semplificare la gestione del diabete e migliorare l’educazione del paziente alla terapia e alla cura e alla prevenzione delle complicanze correlate al diabete. PAROLE CHIAVE diabete mellito; smartphone; app; tecnologie.
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Le Grazie, Giulia, Nicola Marrano, Annalisa Natalicchio, and Francesco Giorgino. "L’irisina: un ormone con benefici multiorgano." L'Endocrinologo 23, no. 2 (March 3, 2022): 189–92. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-022-01046-z.

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Анотація:
SommarioL’irisina è una miochina secreta dal muscolo scheletrico in seguito ad attività fisica, in grado di regolare l’omeostasi glucidica ed energetica, agendo su numerosi tessuti e intervenendo su diversi pathways metabolici. Un’alterazione dei livelli sierici di irisina potrebbe promuovere l’insorgenza di patologie metaboliche, tra cui il diabete mellito di tipo 2. Numerosi studi su modelli animali di diabete e/o obesità hanno dimostrato che la somministrazione di irisina esogena è in grado di esercitare effetti antidiabetici e antiobesità.
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Lucioni, Carlo, S. Mazzi, and K. Neeser. "Analisi di costo-efficacia della terapia combinata con pioglitazone nel trattamento del diabete mellito di tipo 2 in Italia." PharmacoEconomics Italian Research Articles 6, no. 2 (July 2004): 81–93. http://dx.doi.org/10.1007/bf03320626.

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Bolli, Geremia B., and Francesca Porcellati. "Come prevenire e trattare l’ipoglicemia e la sindrome dell’“hypoglycaemia unawareness” nel diabete mellito di tipo 1." L'Endocrinologo 4, no. 4 (December 2003): 187–97. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344474.

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Terzolo, M., G. Reimondo, I. Chiodini, R. Castello, R. Giordano, E. Ciccarelli, P. Limone, et al. "Screening della sindrome di Cushing in pazienti ambulatoriali con diabete mellito di tipo 2: risultati di uno studio prospettico multicentrico in Italia." L'Endocrinologo 13, no. 6 (December 2012): 279. http://dx.doi.org/10.1007/bf03346022.

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Jáuregui-Renaud, K., C. Aranda-Moreno, and A. Herrera-Rangel. "Utricular hypofunction in patients with type 2 diabetes mellitus." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 05 (October 2017): 430–35. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1243.

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Анотація:
L’obiettivo di questo studio è stato quello di valutare la funzione utricolare e la funzione dei canali semicircolari laterali in pazienti con diabete mellito di tipo 2, con o senza cadute, afferenti all’assistenza sanitaria di base. Sono stati arruolati 101 pazienti con diabete mellito di tipo 2 (26 con storia di cadute, 75 senza), di età compresa tra 34 e 84 anni, e 51 volontari sani di età compresa tra 40 e 83 anni, i quali hanno negato vertigini, capogiri, instabilità, ipoacusia o disordini neurologici. Nessuno di loro era in cerca di cure per deficit sensoriali o dell’equilibrio. Dopo aver effettuato una valutazione clinica e dopo aver indagato i sintomi relativi alla sfera dell’equilibrio con l’ausilio di un questionario standardizzato, la funzione dei canali semicircolari laterali è stata studiata con il test sinusoidale alle velocità di 0,16 Hz e 1,28 Hz (il picco della velocità è stato fissato a 60°/s); la funzione otolitica, invece, è stata studiata con la verticale visiva soggettiva, determinata sia tramite test statico sia tramite test dinamico, durante centrifugazione unilaterale (300°/s a 3.5 cm); è stata eseguita inoltre la posturografia statica, su pedana soffice e dura, ad occhi aperti e chiusi. Confrontando i risultati ottenuti nei pazienti diabetici e in quelli sani, i pazienti diabetici hanno mostrato risposte inferiori alla centrifugazione unilaterale, ma risposte simili alla stimolazione dei canali semicircolari laterali, indipendentemente da età, neuropatie periferiche o storia di cadute (ANCoVA p < 0.05). I pazienti con storia di cadute, rispetto a quelli senza storia di cadute, erano per lo più donne e hanno raggiunto più facilmente un punteggio maggiore o pari a 4 al questionario sui sintomi relativi al senso dell’equilibrio; tuttavia i due gruppi hanno mostrato simili età, indice di massa corporea e neuropatia periferica. Nei pazienti con diabete di tipo 2, afferenti all’assistenza sanitaria di base e non in cerca di cure per deficit sensoriali o dell’equilibrio, la funzione utricolare potrebbe essere alterata, anche in assenza di disfunzione dei canali semicircolari laterali o di storia di cadute.
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Cimino, Elena. "The therapeutic inertia in T2 Diabetes management during Covid-19 pandemic." Journal of AMD 25, no. 1 (May 2022): 14. http://dx.doi.org/10.36171/jamd22.25.1.3.

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Анотація:
La pandemia COVID-19 ha profondamente modificato la presa in carico e la gestione delle patologie croniche non trasmissibili, non ultimo il diabete mellito. Nell’ambito della iniziativa Annali AMD, è stata condotta un’approfondita analisi circa gli effetti dell’emergenza sanitaria originata dalla diffusione epidemica di SARS-CoV-2 sui servizi di Diabetologia Italiani. Sono stati analizzati, confrontandoli con i dati del 2019, i dati dell’anno 2020 estraibili mediante la cartella informatizzata diabetologica di tutti i pazienti che presentassero una prescrizione farmacologica. Per poter valutare anche i pazienti seguiti da remoto con sistemi di telemedicina, sono stati inclusi nell’analisi anche coloro che hanno ricevuto una prescrizione farmacologica indipendentemente dalla rilevazione di altri parametri (es peso o pressione). Pur nell’estrema difficoltà dei primi mesi di lockdown, il numero totale di pazienti seguiti in presenza e da remoto nel 2020 è risultato solo lo 0.8% inferiore a quello del 2019. Nel 2020 si è assistito ad un incremento nella prescrizione di farmaci cardio-nefro protettivi (SGLT2i e GLP1RA) a fronte di una riduzione di quella di secretagoghi. Il livello medio di Hba1c è, seppur di poco, peggiorato nel 2020. Molte sono state le difficoltà nell’implementare la terapia anche in soggetti con HbA1c elevata (HbA1C > 9%) dove si è assistito ad un ulteriore ritardo dell’inizio della terapia insulinica. Anche le complicanze sono state indagate in misura minore per le ovvie conseguenze del forte ridimensionamento degli accessi nelle strutture sanitarie per esami clinici e di laboratorio non urgenti. In definitiva, nonostante gli sforzi della comunità diabetologica italiana per continuare con tutti i mezzi a disposizione la presa in carico dei soggetti affetti da diabete, la pandemia COVID-19 ha rappresentato un ulteriore motivo di peggioramento dell’inerzia terapeutica. Ha, contestualmente, fornito l’occasione per sperimentare sistemi di telemedicina/televisita che dovranno rappresentare, in un contesto tecnologico e normativo adeguato, nell’immediato futuro, ulteriori strumenti a disposizione per incentivare una presa in carico sempre più globale della persona con diabete. PAROLE CHIAVE diabete mellito tipo 2; inerzia terapeutica; pandemia; Covid 19; telemedicina; SGLT2i; GLP1RA; insulina.
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Bosso, Giorgio, Mariarosaria De Luca, and Ugo Oliviero. "SGLT2 inibitori: dalla prevenzione al trattamento dello Scompenso Cardiaco." Cardiologia Ambulatoriale 29, no. 1 (May 30, 2021): 23–29. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-1-4.

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Анотація:
Gli inibitori del Costrasportatore Sodio-Glucosio 2 (SGLT2i) o gliflozine rappresentano i farmaci più innovativi nel trattamento del Diabete Mellito di tipo 2. Sono attualmente disponibili quattro molecole: Canagliflozin, Dapagliflozin, Empagliflozin and Ertugliflozin. La loro azione è basata sul blocco del Costrasportatore Sodio-Glucosio 2, che aumenta l’escrezione renale di glucosio, con conseguente natriuresi e diuresi, proporzionali ai livelli di glicemia plasmatica, ma indipendenti dall’azione insulinica. Il principale effetto collaterale è l’aumentata incidenza di infezioni del tratto urogenitale. Le gliflozine hanno mostrato straordinari benefici nei grandi trials di outcome cardiovascolare in pazienti con documentata malattia cardiovascolare o multipli fattori di rischio, con una riduzione significativa delle ospedalizzazioni per scompenso cardiaco. Questo effetto è stato confermato anche in pazienti affetti da scompenso cardiaco, con e senza diabete, collocando gli SGLT2i nell’armamentario terapeutico dei pazienti con insufficienza cardiaca. Diverse teorie sono state proposte per spiegare gli effetti benefici cardiovascolari degli SGLT2i eppure il preciso meccanismo d’azione non è ancora ben definito.
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Quaglia, Marco, Guido Merlotti, Cristina Izzo, and Piero Stratta. "L'Acidosi Tubulare di tipo IV: una nefropatia emergente." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 4 (September 25, 2014): 329–37. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.933.

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Анотація:
L'acidosi tubulare tipo IV (RTA di tipo IV) è una forma di acidosi metabolica ipercloremica causata da un ipoaldosteronismo assoluto o funzionale, che determina un deficit dell'acidificazione distale attraverso un'inibizione dell'ammoniogenesi e dell'escrezione di H+ a livello del dotto collettore. L'eziologia è spesso multifattoriale e include disordini che determinano una riduzione dei livelli di aldosterone o della sensibilità del dotto collettore alle azioni dell'ormone. I farmaci che inibiscono il sistema renina-angiotensina (RAS) a qualunque livello aumentano il rischio di sviluppare una RTA di tipo IV, soprattutto quando sono impiegati in associazione in pazienti anziani affetti da diabete mellito, scompenso cardiaco e insufficienza renale cronica oppure portatori di trapianto renale. La diagnosi si basa sul riscontro di un'iperkaliemia sproporzionata alla funzione renale associata a un'acidosi metabolica con anion gap sierico normale e anion gap urinario positivo; il pH urinario può essere inferiore a 5.5. Vari elementi laboratoristici consentono la diagnosi differenziale con l'acidosi tubulare distale di tipo 1. L'impatto clinico della RTA di tipo IV sta diventando sempre più rilevante a causa della diffusione di farmaci bloccanti il RAS in pazienti anziani già affetti da condizioni a rischio per questa complicanza, contribuendo a una rivalutazione critica delle indicazioni ad alcune terapie di associazione. Lo sviluppo di iperkaliemia pone in questi contesti un dilemma terapeutico, in quanto proprio i pazienti a maggior rischio per RTA di tipo IV sono quelli che possono trarre il massimo vantaggio cardiovascolare dal blocco farmacologico del RAS. È, quindi, essenziale trovare un punto di equilibrio nel rapporto rischio/beneficio nel singolo paziente, prevenendo la RTA di tipo IV con opportune misure.
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Sterpellone, Luciano. "J.F. Kennedy: l'Addison del Presidente." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 1 (November 3, 2013): 64–67. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1006.

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Анотація:
Il morbo di Addison era stato diagnosticato a John Fitzgerald Kennedy, trentacinquesimo Presidente degli Stati Uniti, già agli inizi del 1940, ma era stato tenuto segreto per ragioni politiche e diplomatiche. Insorto probabilmente negli anni della guerra del Pacifico e trattato con atabrina, esso subì, tuttavia, un aggravamento nell'Ottobre del 1947, quando si temette addirittura l'esito letale. Dall'esame autoptico eseguito nel 1963 in occasione del mortale attentato, risulterà trattarsi di una “sindrome poliendocrina autoimmune di tipo 2 (APS-2)”, che può notoriamente coinvolgere più patologie come “morbo di Addison, ipotiroidismo e altre discrinie”. L'Autoimmune Polyendocrine Syndrome (APS) varietà 2 viene oggi considerata malattia autoimmune contrassegnata, oltre che dalla presenza (costante) di morbo di Addison, anche da tireopatia autoimmune e/o diabete mellito tipo 1. La complessa (e, per l'epoca, ancora incerta) associazione di altri fattori patologici (compresa la depressione) comportò il simultaneo impiego di un congruo numero di farmaci: negli ultimi otto anni di vita Kennedy arrivò a prendere 10–12 farmaci al giorno tra antiflogistici, antidolorifici, steroidi, antianemici, antisettici urinari, miorilassanti, ansiolitici e sonniferi.
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Pasquali, Daniela. "Incidenza, prevalenza e variazione d’insorgenza stagionale della malattia di Addison tra le persone con diabete mellito di Tipo 1: studi di coorte coordinati su scala nazionale." L'Endocrinologo 19, no. 1 (January 19, 2018): 55–56. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-018-0383-x.

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Feriozzi, Sandro, Raffaella Buzzetti, and Paolo Pozzilli. "Comparsa di diabete mellito dopo trapianto di rene (NODAT)." L'Endocrinologo 22, no. 6 (December 2021): 576–77. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00993-3.

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De Luca, Mariarosaria, Giovanni Alma, Giorgio Bosso, Amodio Botta, Vincenzo Carbone, Giovanni Carella, Ferdinando Ferrara, et al. "Lo scompenso cardiaco nel paziente con diabete mellito: Indicazioni dal gruppo di studio ARCA-AMD Campania." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 2 (July 31, 2022): 24–34. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-2-4.

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I pazienti con malattie cardiometaboliche hanno un percorso diagnostico-terapeutico particolarmente complesso, che coinvolge molteplici figure professionali. Cardiologo e diabetologo, i coordinatori di questo processo, devono reciprocamente contribuire alla realizzazione di un percorso virtuoso comune di cure e di assistenza. Con queste premesse è stato costituito un gruppo di miglioramento formato da cardiologi ARCA (Associazioni Regionali Cardiologi Ambulatoriali) e diabetologi AMD (Associazione Medici Diabetologici) che operano in Campania, per definire le criticità della realtà in cui si opera e realizzare un PDTA dedicato, che consideri i diversi stadi clinici dell’associazione Scompenso Cardiaco (SC) e Diabete e proponga processi diagnostici e terapeutici condivisi. Il documento ripercorre le evidenze disponibili e raccoglie le opinioni del gruppo circa l’individuazione di pazienti a più alto rischio di diabete e/o scompenso e il management del paziente con diagnosi nota di diabete mellito e scompenso cardiaco.
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Apicella, Matteo, Maria Cristina Campopiano, Michele Mantuano, Laura Mazoni, and Stefano Del Prato. "Guida pratica alla prevenzione e gestione dell’infezione da COVID-19 nelle persone con diabete." L'Endocrinologo 21, no. 4 (August 2020): 241–45. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-020-00767-3.

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Sommario La pandemia di COVID-19 rappresenta un’enorme sfida per il sistema sanitario nazionale. Sulla base dei dati ad oggi disponibili è emerso che le persone con diabete mellito presentano un maggior rischio di complicanze e morte per COVID-19. Pertanto, adottare misure preventive di igiene e di distanziamento sociale è cruciale, a maggior ragione in questa categoria di soggetti. A sostegno dei pazienti con diabete sono state intraprese molteplici iniziative al fine di garantire la continuità assistenziale, tra cui la proroga della validità dei piani terapeutici per i farmaci ipoglicemizzanti, le procedure per il rinnovo della patente di guida e l’attivazione di servizi di telemedicina. In caso di infezione da COVID-19 e sintomi lievi è possibile una gestione domiciliare della persona con diabete, raccomandando un attento monitoraggio glicemico. Il paziente diabetico che necessita di ospedalizzazione richiede una gestione multidisciplinare che includa il diabetologo, con l’obiettivo di mantenere un adeguato controllo glicemico in assenza di ipoglicemie. Le persone con diabete rappresentano un gruppo vulnerabile per il quale devono essere poste in atto strategie specifiche sia in termini di prevenzione che di trattamento.
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Parving, Hans-Henrik, Frederik Persson, Julia B. Lewis, Edmund J. Lewis, Norman K. Hollenberg, and Alessandro Peri. "Aliskiren in combinazione con losartan nel diabete mellito tipo 2 con nefropatia." L'Endocrinologo 9, no. 2 (June 2008): 97–98. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344618.

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Arvat, Emanuela. "Il diabete mellito nella sindrome di Cushing è solo conseguenza dell’ipercortisolismo?" L'Endocrinologo 15, no. 2 (April 2014): 88–89. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-014-0024-y.

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Di Maria, L., L. Moscarelli, M. Zanazzi, A. Rosati, E. Bertoni, and M. Salvadori. "Caratteristiche, Prevalenza e Fattori Di Rischio Del Diabete Mellito Post-Trapianto Renale." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 10, no. 3 (July 1, 1998): 18–21. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.1998.1736.

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Di Maria, L., L. Moscarelli, M. Zanazzi, A. Rosati, E. Bertoni, and M. Salvadori. "Caratteristiche, Prevalenza e Fattori Di Rischio Del Diabete Mellito Post-Trapianto Renale." Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche 10, no. 3 (July 1998): 18–21. http://dx.doi.org/10.1177/039493629801000303.

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Gnerre, P., G. Pinna, and R. Nardi. "Problematiche internistiche in corso di gravidanza." Italian Journal of Medicine 5, no. 1 (June 30, 2017): 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2017.6.

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<img src="/public/site/images/pgranata/rass.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>L’internista in ostetricia</strong><br /><em>V. Donvito, A. Maina, L. Balbi, D. Manfellotto</em></p><p class="titolo"><strong>Tromboembolismo venoso in gravidanza</strong><br /><em>A. Fontanella, M. Gino</em> </p><p class="titolo"><strong>Cardiopatie e gravidanza</strong><br /><em>R. Gerloni, D. Panuccio</em> </p><p class="titolo"><strong>Ipertensione arteriosa in gravidanza e preeclampsia</strong><br /><em>F. Saladini, N. Lazzarin, D. Manfellotto</em></p><p class="titolo"><strong>Trombocitopenia in gravidanza</strong><br /><em>R. Mestroni, A. Civardi</em></p><p class="titolo"><strong>Malattie broncopolmonari in gravidanza<br /> Gravidanza ed apparato respiratorio in fisiologia e patologia</strong><br /><em>O. Para, A. Sacchetta</em></p><p class="titolo"><strong>Management del diabete mellito in gravidanza<br /> Parte 1: Gestante con diabete pregravidico</strong><br /><em>I. Ambrosino, T.M. Attardo, G. Augello</em></p><p class="titolo"><strong>Management del diabete mellito in gravidanza<br /> Parte 2: Il diabete mellito gestazionale</strong><br /><em>T.M. Attardo, I. Ambrosino, G. Augello</em></p><p class="titolo"><strong>Tireopatie in gravidanza</strong><br /><em>E. Barbagelata</em></p><p class="titolo"><strong>Malattie del fegato e gravidanza</strong><br /><em>P. Crispino, L. Fontanella, M. Visconti, P. Gnerre</em></p><p class="titolo"><em><strong>Hyperemesis gravidarum</strong></em><br /><em>M.S. Montini, P. Gnerre</em></p><p class="titolo"><strong>Batteriuria asintomatica e infezioni delle vie urinarie sintomatiche in gravidanza</strong><br /><em>P. Gnerre, M. Giusti</em></p><p class="titolo"><strong>Terapia antibiotica in gravidanza</strong><br /><em>P. Gnerre, M. Giusti</em></p><p class="titolo"><strong>Conclusioni:<br /> <em>Learning points</em> per chi richiede (e per chi esegue) la consulenza</strong><br /><em>G. Pinna, R. Re</em></p><p class="titolo"> </p>
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Di Lullo, Luca, Fulvio Floccari, Antonio De Pascalis, Vincenzo Barbera, Giovanni Barbera, Moreno Malaguti, and Alberto Santoboni. "Fibrillazione Atriale e Malattia Renale Cronica." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 1 (December 2, 2014): 69–74. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.865.

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Анотація:
La fibrillazione atriale (FA) rappresenta la più comune forma di aritmia riscontrabile nella pratica clinica quotidiana, soprattutto nei pazienti affetti da cardiopatia ischemica cronica e da malattia renale cronica (CKD), ed è spesso correlata all’età avanzata e alla presenza di altre comorbidità, come ipertensione arteriosa, diabete mellito e vasculopatia polidistrettuale. Negli ultimi 20 anni si è assistito a un progressivo incremento dell’incidenza della fibrillazione atriale nei pazienti affetti da malattia renale cronica, soprattutto nei pazienti sottoposti al trattamento sostitutivo della funzione renale. (Cardionephrology)
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Martino, Marianna, and Giorgio Arnaldi. "Ipercortisolismo funzionale e sue possibili conseguenze cliniche." L'Endocrinologo 22, no. 3 (May 31, 2021): 231–37. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00865-w.

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Анотація:
SommarioL’ipercortisolismo funzionale rappresenta una condizione di attivazione cronica dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene che si verifica in condizioni cliniche eterogenee (depressione e altri disordini psichici, disturbi del comportamento alimentare, diabete mellito, obesità, alcolismo, sindrome dell’ovaio policistico, sindrome delle apnee ostruttive notturne, lavoro a turni). Solitamente è un ipercortisolismo di lieve entità e reversibile alla remissione della condizione sottostante. Deve essere distinto dalla Sindrome di Cushing con la quale, però, condivide manifestazioni cliniche, alterazioni biochimiche e problematiche di diagnostica differenziale. Si può ipotizzare che l’ipercortisolismo funzionale abbia comunque un’azione deleteria tessuto-specifica. In questa rassegna verranno illustrati sinteticamente meccanismi ed effetti nocivi dell’ipercortisolismo funzionale.
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Guglielmi, Chiara, and Paolo Pozzilli. "L’immunoterapia del diabete di tipo 1." L'Endocrinologo 14, no. 3 (June 2013): 111–14. http://dx.doi.org/10.1007/bf03346065.

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Manetti, Francesco. "La gestione della terapia ipoglicemizzante nel paziente con nefropatia da diabete mellito tipo 2." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 31, no. 3 (July 2, 2019): 155–59. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2019.527.

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Анотація:
Chronic kidney disease (CKD) is constantly increasing in terms of prevalence and incidence. Subjects with impaired renal function, even if only in the presence of micro/macroalbuminuria, have an increased cardiovascular risk profile. Therefore, we must pay particular attention to the treatment of all associated risk factors. Therapy with oral hypoglycemic agents often requires modulation of drug dosage based on kidney function. Today, there are molecules available that are able not only to induce cardiovascular protection, but also to slow the progression of renal damage.
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Manetti, Francesco. "La gestione della terapia ipoglicemizzante nel paziente con nefropatia da diabete mellito tipo 2." Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche 31, no. 3 (July 2, 2019): 155–59. http://dx.doi.org/10.1177/0394936219858905.

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Анотація:
Management of hypoglycemic therapy in patients with type 2 diabetes mellitus and nephropathy Chronic kidney disease (CKD) is constantly increasing in terms of prevalence and incidence. Subjects with impaired renal function, even if only in the presence of micro/macroalbuminuria, have an increased cardiovascular risk profile. Therefore, we must pay particular attention to the treatment of all associated risk factors. Therapy with oral hypoglycemic agents often requires modulation of drug dosage based on kidney function. Today, there are molecules available that are able not only to induce cardiovascular protection, but also to slow the progression of renal damage.
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de Leiva-Pérez, A. "The discovery of the antidiabetic hormone and the myth of Banting and Best." Journal of AMD 25, no. 2 (July 2022): 88. http://dx.doi.org/10.36171/jamd22.25.2.3.

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Анотація:
Nel 2021, le celebrazioni per il 100° anniversario della scoperta dell’insulina sono state numerose, sottolineando, in particolare, il ruolo di Banting e Best. A seguito di una revisione sull’organoterapia del diabete mellito sperimentale ed umano abbiamo concluso che le ricerche effettuate in Europa tra il 1889 e il 1921 sono state decisive per la scoperta dell’ormone antidiabetico. Conformemente alle premesse della “regola di priorità”, tre ricercatori europei furono i pionieri nella scoperta: E. Gley (Parigi, 1905), G. Zülzer (Berlino, acomatol, 1908) e N. Paulescu (Bucarest, pancreina, 1920). Le circostanze socioeconomiche e politiche della Prima Guerra Mondiale e del periodo interbellico hanno influenzato in modo critico il ritardo della ricerca europea nel processo di purificazione degli estratti pancreatici. I ricercatori dell’Università di Toronto non hanno scoperto l’ormone antidiabetico. Il loro risultato principale è stato la purificazione dell’estratto pancreatico, che ha reso possibile l’introduzione dell’insulina nella pratica clinica nel 1922. Grazie alle ricerche di storici della medicina (soprattutto M. Bliss) è stato possibile smontare il mito di Banting e Best, ancora accettato da molte istituzioni e associazioni di diabete. PAROLE CHIAVE ormone antidiabetico; scoperta dell’insulina; centenario dell’insulina; acomatol; pancreina.
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Halbron, M. "Gestione terapeutica del diabete di tipo 2." EMC - AKOS - Trattato di Medicina 12, no. 4 (January 2010): 1–7. http://dx.doi.org/10.1016/s1634-7358(10)70317-x.

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Rigalleau, V., B. Cherifi, L. Blanco, L. Alexandre, and K. Mohammedi. "Gestione terapeutica del diabete di tipo 2." EMC - AKOS - Trattato di Medicina 20, no. 2 (June 2018): 1–7. http://dx.doi.org/10.1016/s1634-7358(18)90444-4.

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33

Bitti, Maria Luisa Manca, and Paolo Sbraccia. "Diabete di tipo 2 in età evolutiva." L'Endocrinologo 7, no. 2 (June 2006): 100–106. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344539.

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Giorgino, Francesco, and Luigi Laviola. "PPAR-gamma agonisti nella terapia del diabete mellito e di altre malattie endocrino-metaboliche." L'Endocrinologo 6, no. 2 (June 2005): 81–88. http://dx.doi.org/10.1007/bf03345935.

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Raito, Marika. "Moderne biotecnologie per la cura delle “lesioni difficili”." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 4 (January 15, 2014): 323–27. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1066.

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Анотація:
Il diabete mellito è una delle patologie a maggior impatto socio-sanitario. Circa il 15% degli oltre 200 milioni di pazienti affetti da diabete nel mondo sviluppa lesioni ulcerative degli arti inferiori di varia natura: ischemica pura, neuro ischemica, neuropatica o dovute ad infezione locale; il 50% di esse portano ad amputazione. Una caratteristica tipica del diabetico è spesso la mancanza del sintomo più precoce dell'arteriopatia periferica: la claudicatio “intermittens” spesso presente in concomitanza con la neuropatia sensitiva che produce un'alterata percezione del dolore: per questo motivo la prevenzione primaria e secondaria dell'ulcera del piede è uno degli obiettivi principali del sistema sanitario. In questa revisione vengono presentate le diverse tipologie di medicazioni avanzate che vengono utilizzate nella nostra struttura per la cura delle ferite difficili, ricordando che la multidisciplinarietà e la multi professionalità sono imprescindibili per l'organizzazione sanitaria che intenda affrontare la gestione delle sempre più presenti lesioni difficili nei pazienti ospedalizzati. La creazione di centri d'assistenza specializzati nella cura delle ulcere del piede diabetico in pazienti emodializzati che dispongano di figure professionali complementari - dermatologo, chirurgo vascolare, diabetologo, chirurgo plastico, nefrologo e personale infermieristico specializzato - rappresenta la soluzione più completa alle problematiche descritte grazie ad una crescente sensibilizzazione dei professionisti sanitari coinvolti e ad un apprezzabile miglioramento dello stile di vita dell'assistito.
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Silvestri, F. "Relationship between Time in target and Glycosilated Haemoglobin in a cohort of Type 1 Diabetes paediatric patients with Continuous Glucose Monitoring vs Self- Monitoring Blood Glucose." Journal of AMD 25, no. 2 (July 2022): 112. http://dx.doi.org/10.36171/jamd22.25.2.6.

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Анотація:
OBIETTIVO DELLO STUDIO Nei pazienti affetti da diabete di tipo 1 il Time in Target fornisce importanti dati sul controllo glicometabolico e può sicuramente affiancare, e forse in futuro sostituire, l’Emoglobina glicosilata. Nella popolazione adulta con diabete di tipo 1 la correlazione tra Time in Range (TIR%) e HbA1c è ormai un dato acquisito. Obiettivo di questo studio è valutare questa stessa relazione in una coorte di pazienti pediatrici con diabete di tipo 1 che usa due differenti sistemi di monitoraggio glicemico. DISEGNO E METODI È uno studio osservazionale retrospettivo che ha valutato 119 pazienti affetti da diabete di tipo 1 (età media 11,8±4,4), divisi in due gruppi principali in base al sistema di monitoraggio glicemico utilizzato (66 CGM, 53 SMBG) e in due sottogruppi in base al metodo di erogazione dell’insulina (CSII or MDI). L’obiettivo è stato trovare una correlazione tra HbA1c e Time in Target. RISULTATI La correlazione tra HbA1c% - TIR% è forte nel gruppo CGM e moderata in quello SMBG. Per un incremento del TIR del 10%, l’HbA1c% si reduce di 0.45 nel gruppo CGM e di 0.31 nel gruppo SMBG. Come risultati collaterali abbiamo evidenziato che nei gruppi CGM e SMBG la correlazione tra TDD e HbA1c% è risultata statisticamente significativa (un aumento della TDD corrisponde a un incremento dell’HbA1c%) e che il metodo di erogazione dell’insulina (CSII o MDI) influenza la TDD solo nel gruppo CGM: CSII=33 IU (±16,62) vs MDI= 19,5 IU (±16,37). Non influenza invece l’HbA1c%: nel gruppo CGM con CSII=7.4% (±1.08) vs MDI=7.7% (±1.00). Nel gruppo SMBG: CSII=8.35% (±1.88) vs MDI=8.00% (±1.24). CONCLUSIONI In linea con la letteratura, ad ogni aumento di TIR del 10% si associa una variazione dell’HbA1c% di 0.45 nel gruppo CGM e 0.31 nel gruppo SMBG, con inferenza sulla popolazione pediatrica. Inoltre, l’utilizzo del CSII comporta un aumento della TDD. PAROLE CHIAVE diabete tipo 1; tecnologia applicata al diabete; pediatria; monitoraggio glicemico in continuo.
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D’Alessandro, C., E. Colombini, G. Pasquariello, G. Sbragia, and A. Cupisti. "Compliance Alla Terapia Dietetica." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 22, no. 4 (January 31, 2018): 2–5. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2010.1235.

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Анотація:
La terapia nutrizionale è uno dei cardini della terapia conservativa dell'Insufficienza Renale Cronica (IRC). È in grado di contrastare segni, sintomi e complicanze dell'insufficienza renale, di procrastinare l'inizio della dialisi e di mantenere lo stato nutrizionale. La dieta deve essere ridotta in proteine perché molte delle tossine e dei cataboliti ritenuti derivano dalle proteine esogene, e perché la restrizione proteica rappresenta una condizione necessaria, anche se non sufficiente, per la contestuale riduzione dell'apporto di sodio e fosforo che contribuisce agli effetti terapeutici. Altra caratteristica fondamentale della terapia dietetica è l'adeguatezza energetica. I due casi descritti rappresentano quello che spesso accade nella pratica clinica nel paziente con IRC cui viene prescritta una dieta ipoproteica, e sottolineano l'importanza del counselling dietetico per la sicurezza e l'efficacia della terapia nutrizionale nel paziente renale con o senza diabete mellito.
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Gnerre, Guest Editors: P., M. Campanini, A. Fontanella, and R. Nardi. "II ruolo degli omega-3 nel paziente pluripatologico complesso: dalle evidenze alla pratica clinica in Medicina Interna." Italian Journal of Medicine 3, no. 1 (September 30, 2015): 241. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2015.3.

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Анотація:
<img src="/public/site/images/pgranata/intro.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>II ruolo degli omega-3 nel paziente pluripatologico complesso</strong> 241<br /><em>M. Campanini, R. Nardi</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/rass.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>II ruolo degli omega-3 nella prevenzione dell’ipertrigliceridemia pura e iperlipemia combinata, ma non solo: dalle evidenze alla pratica clinica</strong> 247<br /><em>P. Gnerre, O. Para, G. Balbi</em></p><p class="titolo"><strong>Gli omega-3 nell’obesità e nell’insulino-resistenza</strong> 260<br /><em>M. Poggiano</em></p><p class="titolo"><strong>Gli omega-3 nel diabete mellito di tipo 2</strong> 262<br /><em>M. Poggiano</em></p><p class="titolo"><strong>Gli effetti degli omega-3 sulle aritmie</strong> 265<br /><em>C. Cenci</em></p><p class="titolo"><strong>Gli effetti degli omega-3 nella prevenzione dell’infarto miocardico</strong> 269<br /><em>R. Gerloni</em></p><p class="titolo"><strong>Omega-3 e scompenso cardiaco</strong> 274<br /><em>R. Gerloni</em></p><p class="titolo"><strong>I prodotti naturali: una possibile alternativa alle statine per la riduzione del colesterolo</strong> 279<br /><em>M.C. Pasquini</em></p><p class="titolo"><strong>Nutrizione, omega-3 e cancro</strong> 288<br /><em>A. Mazza, G. Rubello, G. Mazza</em></p><p class="titolo"><strong>Gli omega-3: trigliceridi naturali o esteri etilici?</strong> 301<br /><em>P. Zuccheri, C. Iacono, G. Benini</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/concl.jpg" alt="" /><p class="titolo"><strong>II ruolo degli omega-3 nel paziente pluripatologico complesso: dalle evidenze alla pratica clinica in Medicina Interna</strong> 306<br /><em>A. Fontanella</em></p>
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Bonadonna, Riccardo C. "L’eccesso di mortalità nelle persone con diabete di tipo 2." L'Endocrinologo 17, no. 1 (February 2016): 55–56. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-016-0175-0.

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40

Bosi, Emanuele. "Predizione e prospettive di prevenzione del diabete di tipo 1." L'Endocrinologo 2, no. 3 (September 2001): 119–24. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344395.

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41

Bonora, Enzo, and Isabella Pichiri. "Terapia del diabete di tipo 2: obiettivi glicemici in relazione al tipo di paziente." L'Endocrinologo 11, no. 6 (December 2010): 254–59. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344759.

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42

Infante, Marco, and Andrea Fabbri. "Supplementazione di vitamina D e prevenzione del diabete di tipo 2." L'Endocrinologo 20, no. 4 (July 31, 2019): 250–51. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-019-00610-4.

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43

Siena, Antonio, and Raffaella Buzzetti. "Patologia epatica in bambini e adolescenti con diabete mellito tipo 1: un legame tra controllo glicemico ed epatopatia." L'Endocrinologo 22, no. 3 (May 18, 2021): 283–84. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00877-6.

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44

Bonadonna, Riccardo C. "Sitagliptin ed esiti cardiovascolari nel diabete di tipo 2." L'Endocrinologo 16, no. 5 (October 2015): 234–35. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-015-0144-z.

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Marchetti, Piero. "Le incretine nella terapia del diabete di tipo 2." L'Endocrinologo 9, no. 4 (December 2008): 174–82. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344634.

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Consoli, Agostino. "Liraglutide: ruolo nel trattamento del diabete di tipo 2." L'Endocrinologo 10, no. 3 (September 2009): 102–5. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344661.

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De Feo, Pierpaolo, and Cristina Fatone. "L’esercizio fisico come terapia del diabete di tipo 2." L'Endocrinologo 11, no. 2 (April 2010): 45–53. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344694.

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Infante, Marco, and Andrea Fabbri. "Concentrazioni plasmatiche di 25-idrossivitamina D e rischio di diabete di tipo 2 e pre-diabete: uno studio di coorte di 12 anni." L'Endocrinologo 19, no. 4 (July 31, 2018): 223–24. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-018-0461-0.

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Ridwan, Zuhrinah, Uleng Bahrun, and Ruland DN Pakasi R. "KETOASIDOSIS DIABETIK DI DIABETES MELITUS TIPE 1." INDONESIAN JOURNAL OF CLINICAL PATHOLOGY AND MEDICAL LABORATORY 22, no. 2 (March 27, 2018): 200. http://dx.doi.org/10.24293/ijcpml.v22i2.1127.

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Анотація:
Type 1 Diabetes Mellitus (DMT1) is an autoimmune disease characterized by impaired carbohydrate, protein and lipid metabolismresulting in insulin deficiency either absolute or relative. The absolute insulin deficiency found in DMT1, is caused by a defect in thepancreatic ß cells leading to a defect in insulin synthesis by the pancreas gland. In this article, a case of type 1 DM in a child withketoacidosis diabetes has been reported. The diagnosis was based on classical symptoms, blood glucose level, C-peptide, metabolic acidosisand keton uria. The case reported is a 12 year old girl, with main complaints of 9 kg body weight loss since three (3) years ago. Thepatient always felt hungry, thirsty and was frequently urinating. In her family history no such case was denied. The patient had beentreated in the district general hospitals for five (5) days and was diagnosed as type 1 diabetes mellitus and was then referred to the Dr.Wahidin Sudirohusodo Hospital. The laboratory test results revealed as follows, random glucose level was 729 mg/dL, arterial blood gasanalysis showed metabolic acidosis, C-peptide was 0.1 ng/mL and urinalysis showed 150 mg/dL protein, 1000 mg/dL glucose, 150 mg/dL ketone and 250 RBC/uL. The patient was diagnosed as type 1 diabetes mellitus with diabetic ketoacidosis and received 0.5 U/kg/dayinsulin therapy. This case report aimed to determine the type 1 diabetes mellitus in a child is accompanied by diabetic ketoacidosis.
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Scavuzzo, A., A. Granata, A. Saita, and F. Fiorini. "Complicanze della nefrolitotrissia percutanea." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, no. 2 (January 24, 2018): 38–43. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1436.

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Анотація:
L'obiettivo di questo studio è descrivere “step-by-step” la nefrolitotrissia percutanea e le sue complicanze. A tale proposito sono stati valutati i casi di calcolosi renale da noi trattati con nefrolitotrissia percutanea (PCNL) dal 2001 al 2010 ed è stata al contempo rivista la letteratura circa l'incidenza e il management delle complicanze legate a tale procedura. La percentuale globale di complicanze registrate durante e dopo le PCNL possono raggiungere anche l'83% dei casi e comprendono ematomi (7,2%), trasfusioni (11,2%-17,5%) e febbre (21,0%-32,0%). Molte di queste complicazioni, se riconosciute precocemente, possono essere gestite con trattamenti conservativi o mininvasivi. Le complicanze maggiori sono rare (setticemia (0,3–0,4%), lesioni intestinali (0,2–0,8%), lesioni pleuriche (0,0–3,1%)). Le co-morbilità (insufficienza renale, diabete mellito, obesità severa, malattie polmonari) sembrano incrementare il rischio di complicanze. Nella nostra casistica la percentuale complessiva di complicanze è stata pari al 26%, molte delle quali si sono risolte senza sequele. In conclusione, la PCNL rappresenta una metodica sicura e con basso rischio di complicanze specifiche specie se a seguito di un'accurata selezione e preparazione dei pazienti, tecnica appropriata e attento follow-up nel post-operatorio al fine di assicurare tempestivo intervento se/quando necessario.
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