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Colleoni, Matteo. "Mobilitŕ e societŕ urbane contemporanee." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 94 (April 2011): 16–29. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-094003.

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Анотація:
Abbiamo vissuto per molti secoli in cittŕ dalla morfologia compatta e densamente costruita attorno ai centri storici urbani, in particolare nei Paesi europei ad elevato livello di sviluppo, nelle quali le residenze, i luoghi del lavoro e dei servizi erano prossimi e l'identitŕ delle popolazioni si fondava sull'appartenenza alle comunitŕ locali delle relazioni di parentela e di vicinato. La situazione cambia con la nascita della cosiddetta cittŕ diffusa (o sconfinata), nella quale il peri-urbano diventa l'area di localizzazione privilegiata degli insediamenti e muta in modo radicale la morfologia spaziotemporale della mobilitŕ e dell'accessibilitŕ ai beni e ai servizi urbani. La dispersione degli insediamenti ha portato con sé quella della domanda di mobilitŕ e causato la crisi del sistema tradizionale di offerta dei trasporti pubblici che, organizzato sul presupposto della cittŕ compatta, presenta una struttura prevalentemente radiale, carente di reti di trasporto extra-urbane e di centri di interscambio modale. Il saggio analizza il tema della dispersione urbana, dell'aumento della superficie costruita e delle relative conseguenze sulla mobilitŕ quotidiana, dedicando particolare attenzione agli esiti dei piů validi studi empirici condotti nelle aree urbane e metropolitane italiane.
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Butera, Federico, and Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Анотація:
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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López de Lucio, Ramón. "Comercio y periferia: El caso de la región de Madrid." Ciudades, no. 10 (February 1, 2018): 185. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.10.2007.185-202.

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Le attività commerciali in Spagna hanno vissuto negli ultimi trenta anni dei cambiamenti sostanziali, accompagnati dalle trasformazioni nelle relazioni di tali attività con lo spazio urbano ed il trasporto pubblico. La città si è frammentata, le sue parti si sono specializzate e nella struttura insediativa della città diffusa sono sorte le grandi superfici commerciali extraurbane.Gli anni ottanta sono stati un periodo di transizione. A Madrid sono stati aperti dei grandi magazzini in centro e contemporaneamente dei centri commerciali nelle zone periferiche. Negli anni novanta si verifica una esplosione di grandi strutture nell’area metropolitana. All’inizio del nuovo secolo, i centri commerciali rappresentano le nodalità territoriali della regione urbana di Madrid. Nasce una nuova gerarchia dei centri urbani, influenzata dalla localizzazione di questi nuovi complessi commerciali. La presenza di queste superfici in Spagna diventa tripla rispetto a quella europea.I nuovi formati commerciali generano degli effetti sulle reti tradizionali e sulla vitalità dello spazio urbano.
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Meli, Mariarita, and Eugenia Taranto. "Problemi con variazione ed equazione figurale: strumenti della didattica cinese trasposti in una scuola primaria italiana." Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no. 11 (May 18, 2022): 95–120. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.22.11.5.

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Анотація:
In questo lavoro viene mostrata la possibilità di sviluppare un approccio al pensiero pre-algebrico con alunni della scuola primaria che presti maggiore attenzione alle caratteristiche strutturali dei problemi additivi rispetto a quelle numeriche. In particolare, illustrando una sperimentazione condotta con allievi di una classe seconda primaria, si mira a mostrare come può concretizzarsi una trasposizione di strumenti didattici propri della didattica cinese – i problemi con variazione e l’equazione figurale – nel contesto italiano della scuola primaria. Si rileva come, a partire dal testo di un problema e dalla rappresentazione grafica dei suoi dati, i bambini sono in grado di comprendere e, a loro volta, costruire variazioni del problema di partenza, esplorando le potenzialità legate alla struttura della variazione stessa. I bambini sono così portati a sviluppare competenze d’uso di strutture di risoluzione di tipo pre-algebrico, spostando l’attenzione dal piano procedurale a quello relazionale.
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Pompili, Tomaso. "Valutazione Strategica Comparativa di Strategie Alternative di Reti tramite il Metodo VIT." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 43 (February 2010): 27–54. http://dx.doi.org/10.3280/riv2009-043004.

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Анотація:
Tema del lavoro č la valutazione economica strategica (ex-ante) di investimenti pubblici, sotto forma di progetti di investimento o di piani/programmi complessi. Obiettivo del lavoro č valutare l'affidabilitŕ normativa degli esiti dei metodi multi-obiettivi rispetto all'analisi costi-benefici. La metodologia consiste nell'applicare al caso dello sviluppo di reti infrastrutturali di trasporto un metodo multi-obiettivi (sei) e multi-criteri (trentadue), il metodo VIT (Valutazione di Impatto Territoriale). Sono elementi originali: la sostituzione della rilevazione quantitativa degli impatti attesi con una tecnica di tipo Delphi, la tecnica di quantificazione dei giudizi, il calcolo degli esiti in base a differenti ipotesi di preferenze della popolazione, la modalitŕ di raffronto fra benefici e costi. Il principale risultato č la capacitŕ del metodo di fornire un ordinamento di differenti alternative (sette) trasparente e robusto rispetto a diverse strutture di preferenze della popolazione. Il caso specifico riguarda il cosiddetto Corridoio del Brennero.
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Tebaldi, Mauro. "Perché le politiche cambiano: il caso dei trasporti." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, no. 1 (April 1999): 121–55. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200026514.

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IntroduzioneIl tema delpolicy changeè da tempo al centro di un articolato dibattito intorno al quale si confrontano gli argomenti di chi, come l'autore di queste note, ritiene che il problema vada ben inquadrato in sede teorica avanti qualsivoglia indagine sui processi evolutivi delle politiche pubbliche. Sebbene assai poco frequentato dai cultori della scienza politica, il settore delle politiche dei trasporti richiama un campo di attività pubblica oltremodo rilevante, la cui esplorazione sistematica, alla luce degli studi sinora condotti, solleva questioni di ordine teorico e metodologico particolarmente salienti per l'analisi comparativa delpolicy change.
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Dormont, D., A. Biondi, M. Sahel, and C. Marsault. "Studio della anatomia corticale con RM 3DFT nei pazienti con lesioni espansive della regione centrale." Rivista di Neuroradiologia 6, no. 4 (November 1993): 387–96. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600403.

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Анотація:
Il recente sviluppo delle tecniche di RM 3DFT ha consentito un progresso decisivo nella visualizzazione delle strutture cerebrali. L'utilizzazione di sequenze di acquisizione volumetrica con ricostruzione multiplanare delle sezioni ottenute permette uno studio accurato e preciso delle circonvoluzioni e dei solchi della convessità cerebrale. Lo scopo del nostro studio era di valutare l'interesse di questa metodica in pazienti con lesioni espansive della regione centrale e con conseguente deformazione delle strutture anatomiche corticali. Ventuno pazienti sono stati studiati con un apparecchio di RM con magnete da 1,5 Tesla utilizzando un'acquisizione volumetrica tipo «Spoiled Gradient Recalled Acquisition in the Steady State» (SPGR) e successiva ricostruzione delle sezioni in piani tangenziali alla convessità cerebrale della regione centrale. L'identificazione delle circonvoluzioni e dei solchi della regione centrale e la localizzazione topografica precisa del processo espansivo sono stati possibili su 17 dei 21 pazienti. In presenza di lesioni espansive della regione centrale, le informazioni ottenute con questa metodica appaiono di grande interesse, permettendo di migliorare le indicazioni operatorie e la strategia chirurgica.
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Arrighi, Enrico, Alessandra di Maio, and Vittorio Mapelli. "Capitolo 6: Il costo dei pazienti." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S6 (December 2002): 53–65. http://dx.doi.org/10.1017/s182743310000023x.

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Анотація:
La stima del costo annuo di trattamento (CT paz) del paziente psichiatrico all'interno del DSM ha comportato (figura 6.1): a) la descrizione e quantificazione delle prestazioni ricevute nelle strutture delle UOP nel corso del 2000; b) la valorizzazione del trattamento attraverso la determinazione di costi medi standard delle prestazioni. Data l'ampiezza del campione si è optato per un modello di activity based costing, in cui la stima del costo del prodotto è ottenuta come somma dei costi di singole attività generate dall' organizzazione. Nel caso specifico l'organizzazione, il prodotto e le attività sono rappresentati rispettivamente dalla UOP, dal trattamento complessivo ricevuto dal paziente nel corso del 2000 e dalle singole prestazioni erogate dalle strutture della UOP.La prima fase (punto a) ha utilizzato il flusso informativo regionale Psiche per rilevare le prestazioni erogate nel 2000 per singolo paziente reclutato.
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Fari, Simone. "La storia della mobilità. Uno studio critico sulle origini, l'evoluzione della disciplina e le carenze della letteratura italiana." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 295 (May 2021): 99–120. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-295005.

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Nel corso della storia, gli eventi drammatici e traumatici sono stati spesso lo spunto per alcune riflessio-ni metodologiche e storiografiche. Questo articolo vuole essere, allo stesso tempo, una revisione della letteratura e una provocazione metodologica e storiografica. La finalità di questo articolo è doppia. Da una parte si evidenzia, provocatoriamente, che il paradigma delle mobilità non è incompatibile con l'analisi storica e che anzi, tale paradigma, dovrebbe essere recepito da chi si occupa di storia dei tra-sporti, delle migrazioni e dei movimenti in generale. Dall'altra parte, si vuole mostrare che le scienze sociali e storiche italiane sono un terreno vergine per la diffusione di un tale approccio, poiché il para-digma delle mobilità è stato largamente trascurato. Per questa ragione, l'articolo è un implicito invito agli studiosi di storia dei trasporti a addentrarsi maggiormente nei meandri metodologici delle scienze delle mobilità.
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Villarejo Galende, Helena. "Balance de una década de regulación de los grandes establecimientos comerciales en España." Ciudades, no. 10 (February 1, 2018): 39. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.10.2007.39-65.

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Nuove norme legislative sono state prodotte per risolvere i problemi sollevati dallo sviluppo dei nuovi formati commerciali. All’inizio, sono stati ispirati dal modello francese della legge Royer, con l’obiettivo di regolamentare le grandi strutture distributive. Dalla regolamentazione della localizzazione delle strutture si è quindi passati alla pianificazione del commercio, con i Piani per le attività commerciali, definendo le destinazione d’uso dei suoli e con i Piani per la modernizzazione del commercio, che sostengono attraverso aiuti finanziari gli imprenditori l’innovazione del settore. Gli obiettivi di questi strumenti sono strettamente settoriali e non tengono in alcun conto le relazioni con gli obiettivi della pianificazione e della progettazione urbanistica. La Direttiva Bolkenstein del 2006 ha avuto l’effetto di ridurre gli ostacoli nella localizzazione delle imprese economiche. L’autorizzazione per l’apertura di nuove strutture commerciali deve rispondere all’interesse generale (pianificazione, urbanistica, tutela dell’ambiente), favorendo il successo imprenditoriale.La regolazione di carattere amministrativo delle attività commerciali ha anche prodotto effetti non previsti, come il contenimento degli ipermercati a fronte dello sviluppo di supermercati e centri commerciali ed un processo di concentrazione delle imprese.
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Lora, Antonio, Angelo Cocchi, Graziella Civenti, and Roberto Blaco. "Cluster analysis of the community psychiatric services in Lombardy." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no. 2 (August 1996): 126–35. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00004073.

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RIASSUNTOScopo - Lo scopo di questo lavoro è la classificazione delle USSL lombarde in gruppi, ognuno dei quali omogeneo, per quanto possibile, rispetto alle modalitá di funzionamento dei servizi psichiatrici territoriali; il fine è valutare il mix di servizi psichiatrici offerti dalla Regione attraverso le USSL. Disegno - Sono stati analizzati i dati raccolti nel 1992 e 1993 dal Sistema Informativo Psichiatrico Regionale lombardo relativi alle strutture, il personale e le attività delle Unitá Operative di Psichiatria ed ai ricoveri nelle strutture private nelle 83 USSL lombarde. Tramite l'analisi delle componenti principali sono state selezionate sette variabili sulle quali basare la classificazione; per formare i gruppi e stata utilizzata la Cluster Analysis secondo il metodo di Ward. Risultati - Sono stati selezionati 5 cluster. Nel primo i servizi sono focalizzati sull'attivitá di ricovero (a cui ricorrono anche in ambito privato), mentre le équipe territoriali sembrano riflettere un certo «grigiore» nella loro composizione e nella varietà di interventi offerti. Il secondo è caratterizzato da un tasso estremamente ridotto di interventi nelle strutture territoriali (svolti prevalentemente in sede) e da una loro scarsa diversificazione; è ridotta anche l'attività di ricovero. Nel terzo le USSL sono in grado di offrire una «ricca» attività territoriale (in termini sia di quantità che di varietà), ma tendono delegare al ricovero in strutture private la risoluzione di una parte rilevante dei loro problemi, forse anche a causa della limitata dotazione di strutture riabilitative. Il quarto cluster è composto da servizi,con una ricca dotazione di strutture e soprattutto di personale,che utilizzano al massimo le risorse disponibili per l'attivita di ricovero (sia in SPDC che in CRT-CP), mentre a livello territoriale offrono un servizio adeguato sia in termini di quantita che di varieta degli interventi offerti. Nelle USSL che compongono il quinto cluster gli elementi caratterizzanti sono la ricca dotazione di strutture riabilitative e la accentuata differenziazione delle équipe territoriali, la cui attività quantitativamente molto rilevante (anche se poco diversificata) viene svolta soprattutto all'esterno della struttura. Conclusioni - L'analisi proposta ha consentito di osservare rilevanti disomogeneità nell'offerta dei servizi psichiatrici lombardi e di individuare 5 differenti modelli sintetizzabili nelle tipologie sopradescritte. Il metodo utilizzato permette di monitorare, nel tempo e nello spazio, lo sviluppo dei diversi modelli, utilizzando dati forniti routinariamente dai servizi, senza la necessità di indagini ad hoc.
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Civenti, Graziella, Roberto Blaco, Antonio Lora, and Angelo Cocchi. "Psychiatric services in Lombardy from 1983 to 1993: trends and interrelations between equipment, staff and activities indicators." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no. 3 (December 1996): 178–89. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00004164.

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RIASSUNTOScopo - Lo studio è stato condotto con l'obiettivo di descrivere le linee di tendenza manifestatesi nel periodo 1983-1993 nei Servizi psichiatrici pubblici lombardi relativamente a indicatori di struttura, personale e attività. Setting - Sono stati utilizzati dati relativi a tutti i presidi facenti capo, secondo quanto previsto dal Progetto Obiettivo Regionale, alle Unità Operative di Psichiatria della Regione Lombardia, ovvero Centri Psico-sociali, Ambulatori, Strutture Intermedie Non Residenziali, Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura, Centri Residenziali di Terapie Psichiatriche e di Risocializzazione e Comunita Protette. Non sono stati inclusi nello studio i dati relativi all'attivita svolta dagli ex Ospedali Psichiatrici e dalle strutture private. Disegno - I dati sono stati forniti dal Sistema Informativo Psichiatrico Regionale che dal 1983 rileva in maniera omogenea e sistematica su tutto il territorio regionale informazioni relative alle strutture, al personale e alle prestazioni erogate dalle Unita Operative di Psichiatria. Sui dati relativi al periodo 1983-1993 e stata condotta un'analisi grafica della dinamica dei servizi con descrizione delle tendenze evidenziatesi nel periodo in oggetto e delle interazioni tra le variabili considerate. Principali misure utilizzate - Variabili di risorse e di prestazioni relative all'attivita degenziale e a quella non residenziale dei servizi. Formulazione di indicatori che permettano l'analisi delle relazioni tra le variabili stesse. Risultati - Nel periodo considerato si assiste globalmente a un aumento consistente del volume di attivita (residenziale e non) spiegabile solo parzialmente attraverso l'aumento delle risorse a disposizione. L'incremento quantitative dell'assistenza fornita pare infatti legato da un lato a una sempre maggiore utilizzazione delle risorse allocate e a un aumento della produttivita dei servizi, dall'altro alia pressione crescente della domanda. I dati a disposizione, inoltre, evidenziano come il baricentro della organizzazione dei servizi pubblici si sia spostato sempre piú negli anni sul momento di trattamento non residenziale, anche se l'assenza di una analoga documentazione per quanto attiene alle strutture private rende questa conclusione parziale. Conclusioni - L'analisi condotta testimonia l'importanza del Sistema Informativo per monitorare i cambiamenti nella organizzazione dei servizi e per fornire i dati necessari alia attivazione di indagini ad hoc (per es. studi di esito).
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Mazziotta, Claudio, Matteo Mazziotta, Adriano Pareto, and Francesco Vidoli. "La sintesi di indicatori territoriali di dotazione infrastrutturale: metodi di costruzione e procedure di ponderazione a confronto." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 1 (March 2010): 7–33. http://dx.doi.org/10.3280/rest2010-001002.

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Il lavoro qui presentato si inserisce nel filone di studi volto a definire e applicare appropriate metodologie statistiche per la sintesi di indicatori elementari. Il problema č qui declinato con riferimento ad alcuni indicatori elementari di dotazione infrastrutturale (categoria dei trasporti terrestri) disponibili per le province italiane. L'obiettivo del lavoro č di condurre un riscontro empirico su diversi approcci di sintesi, verificando in particolare la robustezza e l'affidabilitŕ statistica dei risultati da essi ottenuti. Sono stati considerati tre distinti approcci di sintesi ponderata da porre a confronto, tutti e tre caratterizzati dall'intento di fondare la determinazione del sistema di pesi sulla variabilitŕ dei dati elementari, sia pure variamente intesa e quantificata: il metodo tassonomico di Wroclaw; il metodo denominato delle penalitŕ per coefficiente di variazione; il metodo denominato Benefit of the Doubt. Tale confronto, effettuato attraverso analisi di "sensitivitŕ" e di robustezza delle graduatorie ottenute con i diversi approcci, conduce al riscontro di una forte convergenza dei risultati ottenuti. In conclusione, dal lavoro svolto si puň desumere che la geografia infrastrutturale risultante per il territorio italiano dai diversi approcci applicati appare statisticamente robusta, evidenziando ancora una volta una configurazione della dotazione infrastrutturale (qui dei soli trasporti terrestri) mediamente alquanto sbilanciata a sfavore di gran parte del territorio meridionale, nonché di alcune province prevalentemente appartenenti ai confini della ripartizione nord-orientale.
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Saraceno, Benedetto, Corrado Barbui, Alessandra Bedoni, Graziella Civenti, and Lucilla Frattura. "Evaluation of dehospitalization policies of the former psychiatric hospitals of Regione Lombardia. QUALYOP study results. I: Structural resources, organizational procedures and activities." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no. 1 (April 1996): 59–71. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003948.

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RIASSUNTOScopo — Lo studio QUALYOP si prefigge tre obiettivi: 1) descrivere la situazione dei 12 ex ospedali psichiatrici lombardi in relazione a caratteristiche strutturali e organizzative e all'andamento di ammisioni/dimissioni e decessi dei pazienti ricoverati; 2) descrivere la qualita di strutture, organizzazione e attivita dei reparti; 3) descrivere le caratteristiche socio-demografiche, cliniche e le potenzialita riabilitative della popolazione ricoverata. I dati presentati in questo articolo si riferiscono ai primi due obiettivi. Disegno - Studio descrittivo-valutativo. Gli ospedali sono stati vistitati nell'arco di sei mesi (luglio-novembre 1994) da un gruppo di ricercatori-rilevatori in una data concordata con i rispettivi direttori. Sono state utilizzate quattro fonti di informazione e documentazione: scheda ospedale, scheda reparto, scheda paziente, documentazione fotografica delle strutture. Setting - I 12 ex-ospedali psichiatrici pubblici della Regione Lombardia in funzione alia data della rilevazione (Bergamo, Brescia, Castiglione delle Stiviere, Codogno, Como, Cremona, Limbiate, Mantova, Milano, Sondrio, Varese, Voghera). Principali misure utilizzate - È stato utilizzato un gruppo di indicatori che forniva informazioni sulle strutture, sull'organizzazione della vita di reparto e sulle attività svolte. I giudizi di qualita sono stato espressi in relazione a criteri espicitati a priori. I reparti sono stati quindi raggruppati in tre tipologie a seconda del livello di adeguatezza delle strutture, dell'organizzazione e delle attività. Risultati - I 12 ospedali psichiatrici pubblici della Lombardia risultano costituiti da 63 reparti che accolgono complessivamente 2752 ricoverati. La situazione risulta estremamente eterogenea nei diversi ospedali che si differenziano per affollamento dei reparti, rapporto operatori-pazienti, decremento negli anni della popolazione ricoverata e numero di nuove ammissioni. La valutazione della qualita strutturale, organizzativa e delle attivita evidenzia che il 70% dei reparti e inadeguato o gravemente inadeguato dal punto di vista strutturale, mentre più del 70% è inadeguato o gravemente inadeguato dal punto di vista organizzativo e delle attività che vi si svolgono. Conclusioni - Lo studio dimostra la fattibilita di valutazioni di programmi di sanita pubblica utilizzando criteri non riferiti a dati di efficacia ma formulati a partire da valori etici, senso comune, eventi non ammissibili, risultati di studi quasi-sperimentali ed esperienza. I dati cosi raccolti permettono di concludere che le politiche di superamento dell'ospedale psichiatrico sono estremamente carenti nella maggior parte dei casi e che la ricoversione esclusivamente strutturale degli immobili, in molti casi assolutamente necessaria, non è tuttavia sufficiente a garantire un reale superamento. Molto più urgente sembra essere la necessita di formare e motivare il personale di assistenza e amministrativo.
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Mouritsen, Henrik. "Pits and politics: Interpreting colonial fora in Republican Italy." Papers of the British School at Rome 72 (November 2004): 37–67. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620000266x.

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POZZI E POLITICA: INTERPRETANDO I FORA DELLE COLONIE NELL'ITALIA REPUBBLICANAL'articolo affronta il rapporto tra Roma e le sue colonie in Italia nel periodo repubblicano attraverso un'analisi dei fora delle colonie e, in particolare, di una serie di pozzi trovati a Cosa, Alba Fucens, Fregellae e Paestum. Le moderne interpretazioni di queste strutture come parte della messa in opera pratica e rituale dei luoghi in cui si tenevano le assemblee popolari viene valutata criticamente e vengono chiariti i problemi metodologici e pratici che riguardano l'applicazione di questa teoria ai resti archeologici. L'esistenza di un modello romano specifico viene messa in discussione, così pure l'applicabilità delle descrizioni antiquarie degli spazi inaugurati (templa) alle strutture coloniali. I pozzi sembrano troppo eterogenei per essere collocati entro un unico modello esplicativo e probabilmente servivano ad un numero vario di attività sia pratiche che rituali.
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Ponti, Marco. "La regolamentazione dei servizi e delle infrastrutture dei trasporti: quadro teorico e politiche italiane." TERRITORIO, no. 55 (January 2011): 177–88. http://dx.doi.org/10.3280/tr2010-055025.

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Bauer, Roland. "L'informatizzazione dell'Atlante Linguistico Sonoro ALD I (Atlante Linguistico del ladino centrale e dialetti limitrofi I)." Linguistica 32, no. 2 (December 1, 1992): 197–212. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.32.2.197-212.

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L’ALD sonoro rappresenta, all'interno del progetto di ricerca ALD I, il settore più innovativo in merito alle strutture informatiche. Si tratta infatti dell'incorporazio­ ne di tutti i dati acustici (raccolti sul campo) in una delle varie catene di pubblicazione. Ciò comporta non solo notevoli vantaggi materiali (conservazione della qualità dei dati sonori a lungo termine, accesso rapido alla realta acustica e facile duplificazione dei risp. dati), ma anche un considerevole incremento delle attuali possibilità di tratta­ mento strettamente linguistico dei dati, oltre al valore generale dell'intera base docu­ mentaria messa a disposizione della ricerca diacronica dei secoli futuri.
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Korzycka-Iwanow, Malgorzata, and Pawell Wojciechowski. "Le strutture della sicurezza alimentare in Polonia." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 3 (March 2010): 151–90. http://dx.doi.org/10.3280/aim2008-003007.

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Il presente articolo affronta il tema delle strutture della sicurezza alimentare in Polonia. Nella prima parte viene presentata la disciplina comunitaria quale fattore determinante le predette strutture. La seconda parte tratta questioni più generali, quali le strutture della pubblica amministrazione e il sistema delle fonti di diritto in Polonia, per passare poi ad argomenti più puntuali concernenti le strutture della sicurezza alimentare e la relazione tra la normativa nazionale e la normativa comunitaria in materia. Nella terza ed ultima parte, vengono esaminati in modo dettagliato gli organi costituenti le strutture della sicurezza alimentare in Polonia, iniziando dai ministri per passare poi all'analisi della composizione, dei compiti e delle competenze degli organi centrali dell'amministrazione governativa e degli organi territoriali dell'amministrazione unita e non unita competenti in materia di sicurezza alimentare. In conclusione l'Autrice constata che l'attuale struttura degli organi che hanno compiti relativi alla sicurezza alimentare in Polonia è complessa, poiché si è formata in diversi periodi ed è basata su diversi criteri. Nel processo di adattamento del diritto polacco alle esigenze comunitarie, le nuove competenze e compiti risultanti dalle norme del diritto comunitario sono stati attribuiti, per ragioni di urgenza, agli organi esistenti incaricati già di compiti e competenze in altre materie. Per cui l'Autrice sostiene che è auspicabile effettuare una riforma delle strutture della sicurezza alimentare in Polonia.
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Mistri, Maurizio. "La conoscenza nei distretti industriali marshalliani e nei clusters tecnologici: percorsi divergenti." ARGOMENTI, no. 36 (January 2013): 59–84. http://dx.doi.org/10.3280/arg2012-036003.

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Nel paper viene compiuta una analisi del ruolo che la conoscenza riveste nei Distretti Industriali Marshalliani (DIM) e nei Clusters Tecnologici (CT). L'analisi viene condotta con riferimento alle basi cognitive dei processi decisionali degli agenti che operano nei DIM e nei CT. Il concetto di conoscenza ha una base strettamente cognitivista e si differenzia dal concetto di informazione. Usualmente la conoscenza viene intesa come base della formazione del capitale umano. Tuttavia il concetto di capitale, nel caso delle competenze umane, è un poco sfocato. La riflessione sulla conoscenza in economia politica può partire dall'idea che i DIM e i CT hanno specifiche forme di conoscenza. La differenza fra conoscenza tacita e conoscenza codificata viene discussa con attenzione alle strutture delle reti produttive e sociali dei DIM e dei CT. La conoscenza nei DIM, che sono strutture auto-organizzate, deriva da competenze già esistenti in loco, mentre nei CT ha una origine esogena.
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Lloyd, Joan Barclay. "Medieval Dominican architecture at Santa Sabina in Rome, c. 1219–c. 1320." Papers of the British School at Rome 72 (November 2004): 231–92. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002737.

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L'ARCHITETTURA DOMENICANA DI EPOCA MEDIEVALE A SANTA SABINA A ROMA, CA. 1219–1320Lo studio tratta della basilica di V secolo di Santa Sabina e delle strutture ad essa adiacenti. In particolare si analizzano la documentazione storica e i resti architettonici di Santa Sabina negli anni compresi tra il 1219 e il 1320 circa, quando San Domenico e l'ordine medievale dei Frati Predicatori si insediarono nel complesso. Si analizzano tre soggetti: (1) i termini della donazione di Santa Sabina ai Domenicani da parte di Papa Onorio III nel 1222 e il diritto che egli concesse a San Domenico di sfruttare parte del suo palazzo sull'Aventino; (2) il significato di un muro costruito tra il coro dei frati e la parte pubblica della chiesa nel contesto della pratica architettonica e della legislazione domenicana; e (3) la natura e l'estensione delle strutture conventuali al tempo di San Domenico e il loro successivo sviluppo fino a ca. il 1320. L'ultimo soggetto si basa su una survey architettonica delle strutture di Santa Sabina e su un'analisi della muratura in esse reimpiegata. Datando la muratura con ampi lassi cronologici nell'ambito del Medioevo l'autore aiuta ad identificare gli edifici conventuali che esistevano quando i Domenicani arrivarono a Santa Sabina e ne mostra le modalità d'ampliamento.
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Battisti, A., C. Di Priamo, and L. Martinez. "I minori ospiti delle strutture residenziali socio-assistenziali e socio-sanitarie." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (September 2020): 48–55. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-001005.

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Il luogo più consono alla crescita dei bambini è senza dubbio la famiglia d'origine. Vi sono situazioni di particolare vulnerabilità che, per garantire al minore una crescita serena, richiedono l'attivazione di percorsi di protezione offerti da una famiglia diversa da quella di origine o da una struttura residenziale. In Italia nel 2017 le strutture socio-assistenziali e socio-sanitarie destinate all'accoglienza dei minori sono oltre 2 mila e contano un'offerta di circa 23 mila posti letto. Gli ospiti minori sono complessivamente poco più di 20 mila, lo 0,2% dell'intera popolazione minorenne. Tra le motivazioni che hanno determinato l'inserimento del minore in comunità svolgono un ruolo preponderante le problematiche afferenti il nucleo familiare: un terzo degli ospiti sono accolti per problemi economici, incapacità educativa o problemi psico-fisici dei genitori. Rilevante anche la quota di ragazzi stranieri non accompagnati. Gli ospiti minori che invece sono stati dimessi ammontano complessivamente a quasi 15mila. Il 32% è stato reinserito in una famiglia mentre, per il 35% dei ragazzi dimessi il percorso di accoglienza prosegue in un'altra struttura residenziale.
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Costantino, Maria, Amelia Filippelli, Grazia Cioffi, Giuseppina Moccia, and Francesco De Caro. "Stewardship per l’utilizzo degli antibiotici." La Sanità Pubblica. Ricerca applicata 2 (July 25, 2021): 11–48. http://dx.doi.org/10.48268/antibioticoresistenza/2021/0001.1.

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Ridurre l’uso eccessivo, incontrollato o inappropriato degli antibiotici, è essenziale per garantire la sicurezza dei pazienti e la qualità dell’Assistenza Medica. Per prevenire e controllare le infezioni correlate all’assistenza (ICA) e lo sviluppo dell’antimicrobico-resistenza si possono utilizzare varie strategie: • adozione di programmi di sorveglianza e controllo condivisi a livello nazionale, comprendenti lo sviluppo di percorsi diagnostici e terapeutici comuni, • implementazione della stewardship antimicrobica e dei programmi di formazione rivolti al personale sanitario, finalizzati alla promozione di una maggiore osservanza delle Linee Guida, • incremento della sorveglianza, effettuando studi di prevalenza ripetuti nel tempo, per poter identificare precocemente eventuali criticità e valutare l’efficacia dei presidi messi in atto, • potenziamento delle strutture ospedaliere, aumento delle camere singole destinate all’isolamento di pazienti particolarmente a rischio, • miglioramento delle procedure di pulizia e sanificazione e dei percorsi dedicati all’igiene delle mani, • promozione di campagne di sensibilizzazione rivolte non solo al personale sanitario, ma anche ai cittadini, allo scopo di rendere i pazienti parte attiva del processo di lotta alle infezioni.
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Kriesi, Hanspeter. "SVILUPPO ORGANIZZATIVO DEI NUOVI MOVIMENTI SOCIALI E CONTESTO POLITICO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 23, no. 1 (April 1993): 67–117. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020002205x.

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IntroduzioneNello studio dei movimenti sociali prevalgono ormai due orientamenti: uno incentrato sulla mobilitazione delle risorse e uno incentrato sui processi politici. Il primo approccio si occupa dell'infrastruttura organizzativa dei movimenti sociali, la quale viene considerata il fattore più influente nella loro mobilitazione. Il secondo approccio ha una prospettiva più ampia e situa la mobilitazione dei movimenti sociali all'interno di un contesto politico: la mobilitazione dipende in grande misura dalla struttura delle opportunità politiche che in un dato contesto sono offerte ai movimenti. Sebbene l'approccio basato sui processi politici si sia sviluppato a partire da quello relativo alla mobilitazione delle risorse, rimane carente lo studio dello sviluppo dell'infrastruttura organizzativa dei movimenti sociali in rapporto al contesto politico. La maggior parte degli studi riguardanti i movimenti sociali si è occupata soprattutto delle loro origini, poco del loro sviluppo successivo (McAdamet al.1988). Inoltre, nella misura in cui si è studiato lo sviluppo organizzativo dei movimenti sociali, esso è stato raramente messo in relazione alle strutture di opportunità politica.
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Moretti, G. Battista. "Per una didattica delle proposizioni completive nell' Italiano contemporaneo." Linguistica 26, no. 1 (December 1, 1986): 5–57. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.26.1.5-57.

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Quale insegnante di lingua italiana a stranieri, mi sono deciso a questo lavoro col desiderio non solo di descrivere le strutture in argomento, ma, soprattutto, di dare al tempo stesso ragione (a chi affronta lo studio dell'italiano come lingua seconda) delle varietà dei loro usi odierni anche più particolari.
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Ferritti, Monya, Anna Guerrieri, and Luca Mattei. "Il percorso verso il successo formativo degli alunni adottati e alunni fuori della famiglia di origine: il ruolo della comunità educante." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 17–28. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001003.

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Le criticità nel raggiungimento del successo scolastico dei bambini e dei ragazzi in adozione, in affidamento etero-familiare e in strutture di protezione, sono fenomeni attestati nella letteratura internazionale in diversi Paesi. In Italia (unico paese in Europa), su spinta dell'associazionismo familiare, la questione è stata affrontata con l'emanazione delle «Linee di indirizzo per il diritto allo studio degli alunni adottati» (MIUR, 2014) e delle «Linee guida per il diritto allo studio delle alunne e degli alunni fuori della famiglia di origine» (MIUR AGIA, 2017). Nel presente lavoro si analizzano le caratteristiche di questa tipologia di alunni, l'efficacia degli strumenti messi in atto e le pratiche della comunità educante.
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Łupiński, Stanisław. "Taca w uchwałach synodów polskich w latach 1967-2005." Prawo Kanoniczne 49, no. 1-2 (June 15, 2006): 227–34. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2006.49.1-2.09.

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Lesistenza delle strutture della Chiesa in Polonia e condizionata dalle libere offerte dei credenti, perche la Chiesa non approfitta dell’aiuto materiale dello Stato. Le offerte si raccoglie generalmente durante delle domeniche e dei giorni festivi ed esse costituiscono il contributo fondamentale per il mantenimento della Chiesa. Questa problematica si e mostrata come punto d’interesse dei sinodi diocesani in Polonia negli anni 1967-2005. L’autore dell’articolo ha spiegato il termine colletta, il tempo della raccolta delle offerte, la loro destinazione, il problema del rimandare le offerte a curia, la contabilità in parrocchia. Secondo dei sinodi diocesani la colletta fatta nelle parrocchie costituisce una forma particolare della decima offerta dai credenti per i bisogni della Chiesa. Queste offerte sono indispensabili per realizzare gli obiettivi propri della Chiesa, per il culto, per mantenere il clero e le opere della carità cristiana.
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Mannoni, Tiziano. "Archeologia della produzione architettonica. Le tecniche costruttive." Arqueología de la Arquitectura, no. 4 (December 30, 2005): 11. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2005.73.

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La maggior parte delle classificazioni dei modi di costruire murari si basa sugli aspetti formali delle superfici visibili, con certe utilità nel distinguere le unità stratigrafiche murarie e negli aspetti estetici delle superfici stesse. Dal momento però che i muri fanno parte delle strutture portanti più importanti, non si può parlare di tecniche murarie senza cercare di capire come i vari tipi classificati si comportino realmente dal punto di vista statico. Si cerca perciò di verificare e in qualche modo di capire l’intero volume di ogni tecnica muraria, e se vi siano della regole generali o particolari che siano in qualche modo deducibili anche dalle superfici visibili. Si propone infine una classificazione delle «famiglie» di tecniche murarie più note sulla base dei loro sistemi costruttivi e funzionali, oltre che formali.
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Gismondi, Roberto. "Turismo e territorio: un'analisi sulle presenze nelle province italiane nel periodo 1997-2007." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 2 (September 2011): 5–29. http://dx.doi.org/10.3280/rest2011-002001.

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Il turismo č un fenomeno fortemente localizzato. Le caratteristiche del territorio ne denotano strutturalmente il profilo e i molteplici modelli di offerta cercano di soddisfare la variabilitŕ dei gusti e delle esigenze dei visitatori. Sulla base della rilevazione ISTAT sul movimento nelle strutture ricettive, che fornisce informazioni in serie storica sul turismo interno italiano al livello di provincia, viene proposta un'analisi descrittiva, in chiave territoriale, della dinamica delle presenze (pernottamenti) per il periodo 1997-2007. L'obiettivo di fondo consiste nell'analizzare tre aspetti, correlati ma distinti: 1) la presenza di tendenze di medio- lungo periodo differenziate a livello territoriale; 2) la rilevanza statistica della dimensione territoriale, rispetto ad altri potenziali fattori esplicativi, come particolarmente discriminante di tendenze evolutive diverse; 3) la misurazione dell'eterogeneitŕ delle dinamiche provinciali non osservabile sulla base dei soli indicatori medi aggregati.
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Chiarini, Rosalba. "L'ALTA BUROCRAZIA MINISTERIALE: MODELLI DI RECLUTAMENTO E CARRIERA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 25, no. 1 (April 1995): 119–54. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023352.

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Il problema e le ipotesiIl rendimento e la ricettività dei sistemi politici democratici in termini di capacità di risoluzione dei problemi da parte di apparati e strutture amministrative sono stati spesso interpretati facendo riferimento a caratteristiche culturali, politico-partitiche, socio-economiche. L'adozione di diverse angolazioni analitiche di questo tipo ha senza dubbio contribuito ad accrescere la conoscenza degli apparati pubblici e del loro grado di funzionalità. Tuttavia, sembra produttivo insistere nell'analisi delle dimensioni organizzative delle burocrazie pubbliche, in particolare dei fattori attinenti al reclutamento e alla socializzazione in quanto, ormai da tempo, hanno dimostrato la loro importanza al fine di interpretare il comportamento di un'organizzazione anche nelle sue relazioni con l'ambiente esterno.
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Corritore, Renzo P. "Horrea. Un'istituzione che «va e viene» nella politica annonaria delle cittŕ di antico regime." STORIA URBANA, no. 134 (June 2012): 11–29. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-134002.

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Approvvigionamento - Conservazione e distribuzione dei grani - Mercato - Storia urbana - Cittŕ italiane, secc. XIII-XVIII Quanto sia diffuso e quale natura abbia - innanzi agli interessi privati soprattutto - il Magazzino pubblico dei grani nelle cittŕ dell'Italia centro settentrionale nei secoli XIII-XVIII sono aspetti sufficienti a porre in discussione alcuni capisaldi della concezione tradizionale dell'Annona. In cittŕ la formazione di stock alimentari eccedenti il fabbisogno dei consumatori č di fatto un miraggio. Granai, magazzini, solai, strutture specializzate per il ricovero delle derrate sono un bene raro. La distribuzione del raccolto č ineguale, la struttura delle scorte fra i particolari ancor piů sperequata. Anche laddove si manifesta la volontŕ del ceto di governo o dell'autoritŕ di istituire un Magazzino municipale (o statale) non si esce da una forzata sussidiarietŕ - per la carenza degli spazi di ricovero - fra strutture pubbliche e granai privati. L'istituzione di un Magazzino pubblico dei grani a carattere permanente č quindi piů l'eccezione che la regola nelle cittŕ di antico regime. Qualora invece lo si faccia, si tratta di un'istituzione transitoria (da economia di guerra) oppure tende ad assumere il ruolo di fondamentale leva economica alla quale il ceto dirigente affida il compito di stabilizzare i prezzi di mercato anche nelle fasi di sovrapproduzione.
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Carella, A., C. F. Andreula, M. Camicia, E. A. Alloro, and L. Garofalo. "La Risonanza Magnetica nella patologia non tumorale del rachide." Rivista di Neuroradiologia 1, no. 1_suppl (April 1988): 47–57. http://dx.doi.org/10.1177/19714009880010s106.

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Nello studio della patologia non tumorale del rachide la Risonanza Magnetica svolge un ruolo fondamentale non solo nel rilievo diagnostico ma anche nel seguire la sequenza dei normali processi d'invecchiamento della colonna vertebrale. Nelle malformazioni la R.M. restituirà la visione unitaria di sistema multicompartimentale alle strutture ossee e nervose, svincolandolo da uno studio singolo di struttura con successivo meccanismo di integrazione artificiale. Nei traumi permetterà il rilievo non solo della patologia in atto, ma anche di una ipotesi in prospettiva delle chances di recupero. Nelle malattie flogistiche e infiammatorie la R.M. permetterà uno studio accurato dell'estensione del processo e della progressione con coinvolgimento delle strutture vicine. Nei processi degenerativi infine la R.M. permetterà di ipotizzare il limite tra i normali processi di invecchiamento e la patologia e seguirà le situazioni potenzialmente patogene nel loro aggravamento nella loro fase di suscettibilità chirurgica. Per tutti questi obiettivi l'utilizzo di impianti affidabili, di studio dei tempi di rilassamento dei tessuti in prospettiva di opportune sequenze di impulsi, di applicazioni di tecniche di fast scanning, importanti non solo per il risparmio di tempo ma anche per la capacità diagnostica tutta in costruzione, sono e saranno campi di ricerca. Inoltre l'introduzione dei mezzi di contrasto paramagnetici in RM ha ulteriormente amplificato la sfida nelle ricerche.
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Duyck, Mathijs. "Appunti in margine a Il castello di Udine: tra presunta prosa d’arte e la narratività della forma raccolta." Quaderni d'italianistica 34, no. 1 (July 22, 2013): 133–51. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v34i1.19876.

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L’articolo prende spunto dalla definizione di prosatore attribuita a Gadda dai primi recensori negli anni ’30 e recuperata di recente da una parte della critica gaddiana. Tale definizione fa riferimento alla categoria della prosa d’arte, la quale però, per quanto solesse fungere da contenitore indistinto per scritti prosastici non-narrativi, in realtà includeva anche testi caratterizzati da strutture narrative diverse da quelle tradizionali e che venivano definiti in altra sede come “nuova narrativa”. L’etichetta di prosatore risulta dunque essere generica e sembra prescindere da una effettiva comprensione della singolare narratività gaddiana, che merita di essere analizzata in quanto tale. Nel presente articolo, attraverso la rivalutazione di alcuni aspetti e interpretazioni della prosa d’arte degli anni ’30, si intende indagare la narratività della scrittura gaddiana al suo esordio, in particolare nella raccolta Il castello di Udine (Solaria, 1934), nella quale il passaggio dalla pubblicazione dei testi brevi su riviste all’integrazione dei testi nella raccolta comporta una notevole fortificazione delle strutture narrative non delle singole componenti testuali, ma della raccolta nel suo insieme, attraverso l’ordinamento dei testi in una sequenza e l’allestimento di un paratesto peculiare.
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Gęsiak, Leszek. "Il messaggio missionario della Radio Vaticana di fronte ai cambiamenti nei media della Santa Sede." Zeszyty Naukowe KUL 61, no. 3 (October 9, 2020): 311–25. http://dx.doi.org/10.31743/zn.2018.61.3.311-325.

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Da diversi anni è in atto un processo di ristrutturazione dei media vaticani. La Segreteria per la Comunicazione ha iniziato dei radicali cambiamenti delle strutture e dei programmi di tutte le entità di media che operano in Vaticano, attuando nuove strategie. Una delle sfide che continua ad essere molto viva è la funzione missionaria dei media vaticani, finora svolta dalla Radio Vaticana in modo molto efficace.Una breve presentazione della riforma mostra le idee della trasformazione in atto. Il punto cruciale è l’apertura ad Internet e ai social media. Infatti, le nuove tecnologie non sempre sono accessibili al «mondo missionario», soprattutto a paesi dell’Africa lontani dalle grandi città. La Radio Vaticana deve trovare una buona risposta alle esigenze di tutti per continuare ad essere un mezzo apostolico missionario significativo.
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D'Aprile, P., N. Medicamento, M. Stefanelli, L. Spagnolo, and A. Carella. "Studio dei nervi cranici con RM ad alta risoluzione." Rivista di Neuroradiologia 10, no. 3 (June 1997): 279–99. http://dx.doi.org/10.1177/197140099701000303.

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Attualmente la RM rappresenta la sola modalità di studio neuroradiologico dei nervi cranici e la sua introduzione nella pratica clinica ha rappresentato un grande progresso nella diagnostica in questo campo. Abbiamo effettuato una valutazione dell'anatomia RM dei nervi cranici utilizzando tecniche differenti, caratterizzate essenzialmente da alta risoluzione spaziale e di contrasto; esse (sia Turbo Spin Echo sia ad eco di gradiente) consentono di ottenere immagini di ridotto spessore, anche inferiore al mm, e risultano perciò di grande utilità nello studio delle fini strutture anatomiche. Nel nostro lavoro illustriamo le potenzialità diagnostiche di queste tecniche più recenti rispetto alle tradizionali tecniche Spin Echo nello studio dei nervi cranici la cui complessa patologia richiede al radiologo grande esperienza nella scelta delle sequenze e dei piani di studio più idonei per la valutazione del singolo nervo cranico.
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Bontempi, Valerio. "L'amministrazione centrale alla prova della governance per il PNRR: attualità e prospettive." DIRITTO COSTITUZIONALE, no. 2 (July 2022): 63–76. http://dx.doi.org/10.3280/dc2022-002005.

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Il d.l. n. 77/2021 ha istituito alcune nuove strutture cui è complessivamente affidata la governance per il PNRR. Tali strutture, collocate presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e presso il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato del Ministero dell'economia e delle finanze, vanno insieme a comporre una peculiare amministrazione «a tempo determinato», il cui termine massimo di durata è fissato al completamento del PNRR. L'Autore si interroga dunque sull'impatto che la governance per il PNRR sta aven-do e avrà nel prossimo futuro sull'amministrazione centrale.
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Santone, Giovanni, Giovanni de Girolamo, Ian Falloon, Angelo Fioritti, Rocco Micciolo, Angelo Picardi, Enrico Zanalda, and Alessandro Svettini. "3. Il processo assistenziale nelle SR." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 13, S7 (September 2004): 22–44. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000071.

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Se le SR devono rappresentare, almeno per una parte dei pazienti che esse ospitano, un setting destinato al trattamento intensivo a lungo termine, l'analisi del processo assistenziale (ossia di ciò che concretamente si fa nelle SR, delle regole che caratterizzano lo svolgersi della vita comunitaria, delle attività condotte dagli operatori) appare una dimensione di fondamentale importanza da comprendere. Nell'ambito del progetto PROGRES, tale dimensione è stata oggetto di una valutazione approfondita, che viene descritta in questa sezione della monografia.La Scheda Struttura conteneva molti item che esploravano varie caratteristiche e dimensioni del processo assistenziale. L'analisi dei dati ha preso in esame la descrizione dei parametri rilevanti per la comprensione di specifici aspetti del processo assistenziale in atto all'interno delle SR. Si sono anche esplorate eventuali associazioni fra caratteristiche delle SR e dei pazienti ospitati.È stata inoltre condotta una analisi dei cluster al fine di individuare, sulla base dei dati disponibili, dei raggruppamenti omogenei di SR che consentano di cominciare a delineare una tassonomia di queste strutture e delle loro funzioni. In generale, l'analisi dei cluster classifica i casi in categorie o gruppi relativamente omogenei, basandosi sulla loro somiglianza o dissimiglianza rispetto alle variabili selezionate. Al fine di effettuare l'analisi dei cluster cercando di utilizzare il massimo numero di informazioni disponibili, sono stati messi a punto 4 punteggi sintetici: ciascuno di essi ha il compito di riassumere la presenza o assenza di varie caratteristiche o dimensioni inerenti al processo assistenziale.
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Pierri, Carmela. "La formazione delle professioni sanitarie e le esigenze di cambiamento del sistema. Riflessioni sullo sviluppo di un nuovo modello." MECOSAN, no. 115 (January 2021): 95–116. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2020-115006.

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L'articolo delinea un percorso di miglioramento del sistema di formazione e aggiornamento per i professionisti che operano nelle strutture sanitarie, in una prospettiva evolutiva, che si auspica partecipato in maniera proattiva dagli utenti-pazienti. Si propone una rivisitazione anche terminologica piu aderente alla reale impostazione della formazione continua, una variazione semantica che evoca cambiamenti sostanziali. Viene dedicato un focus specifico alla valorizzazione dell'apprendimento non formale, con la proposta di istituire dei centri di certificazione di competenze per validare i crediti acquisiti anche con l'autoformazione e a cui affidare la rilevazione del fabbisogno formativo, fondante per una valida progettazione dell'offerta di percorsi professionalizzanti. Nella trattazione viene dato rilievo alla dimensione tecnologica, che, adeguatamente adottata, potrebbe efficientare l'attuale sistema per gli aspetti di valutazione della qualita dei percorsi formativi e il monitoraggio della coerenza tra i percorsi di aggiornamento realizzati e il ruolo funzionale dei professionisti nelle strutture sanitarie.
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Bartolozzi, C., M. Olmastroni, and G. Dal Pozzo. "La risonanza magnetica nella patologia discale." Rivista di Neuroradiologia 2, no. 1_suppl (February 1989): 35–41. http://dx.doi.org/10.1177/19714009890020s107.

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La risonanza magnetica (RM) è attualmente il modo non invasivo più efficace nella rappresentazione del disco intervertebrale e nello studio delle sue alterazioni. Infatti ii carattere multiparametrico dell'indagine (dipendente dal T1, T2 e dalla densita protonica) e la visione secondo i vari piani dello spazio, associata all'ampio campo di vista, consentono il riconoscimento delle normali componenti del disco ed i rapporti che questo contrae con le strutture adiacenti quali i corpi vertebrali, il sacco durale, le radici nervose e le strutture ligamentose. Nella patologia degenerativa, accanto alla alterazione del disco, la RM è in grado di cogliere le variazioni di segnale in corrispondenza dei corpi vertebrali interessati dal fenomeno osteocondrosico. Lo studio eseguito secondo piani sagittali e coronali permette un'ottima visualizzazione del disco ed una facile identificazione di eventuali modificazioni del suo spessore. La patologia discale (protrusione, o «bulging», ed ernia nei suoi vari aspetti) comporta naturalmente variazioni morfologiche a carico del disco intersomatico: la RM ha la possibilità di documentare secondo vari piani questo tipo di patologia e le sue ripercussioni a carico degli involucri e delle strutture nervose contenute nel canale vertebrale.
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Mattioli, Giulio. "Scelta modale, atteggiamenti e condivisione dello spazio nella mobilitŕ quotidiana." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 94 (April 2011): 103–18. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-094008.

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Situandosi nel piů ampio contesto dell'insostenibilitŕ dei trasporti e delle relative politiche di gestione della domanda di mobilitŕ, l'articolo presenta una discussione dei concetti di scelta modale ed atteggiamento sociale e propone un approccio per indagare i loro rapporti reciproci. Allo scopo di illustrare le potenzialitŕ di tale approccio, una dimensione di atteggiamento relativa alla propensione a condividere lo spazio negli spostamenti - denominata "secessione-commistione nella mobilitŕ quotidiana" - viene proposta a livello teorico. L'autore presenta infine i risultati di uno studio empirico esplorativo, volto a determinare esistenza ed articolazione di tale dimensione, condotto su un campione di studenti universitari milanesi nel 2010; esso tende a rivelare la complessitŕ dell'atteggiamento indagato, ma anche la feconditŕ euristica della concettualizzazione proposta.
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Ferrari, Paolo. "Introduzione a L'industria bellica nella storia d'Italia. Economia e tecnologia negli studi di Andrea Curami." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 261 (February 2011): 575–84. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-261001.

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Andrea Curami (1947-2010) č stato docente di Meccanica applicata e di altre materie al Politecnico di Milano, esperto di motori e di automobilismo, storico delle vicende militari ed economiche italiane tra Ottocento e seconda guerra mondiale. Si č occupato anche di storia dei trasporti e ha promosso le ricerche di un gruppo di studiosi riunito attorno a sé. A partire dagli studi sull'aeronautica, ha sviluppato un'analisi originale dell'industria bellica italiana, coniugando storia delle vicende militari e storia economica e della tecnologia, ponendo al centro i rapporti tra committenza pubblica e un mondo dell'industria, continuamente oscillante tra innovazione e sfruttamento delle risorse pubbliche, che progressivamente si afferma quale componente decisiva della classe dirigente. Curami ha in particolare studiato la Grande guerra quale snodo cruciale di questo processo, e il riarmo fascista, quando l'industria č in grado di imporre alle forze armate mezzi spesso obsoleti e inadeguati. Del riarmo fascista e della mancata mobilitazione nel secondo conflitto mondiale egli propone un modello interpretativo nel quale l'analisi tecnica diviene funzionale alla comprensione delle politiche seguite dalle imprese, con un'interpretazione originale dei rapporti tra forze armate, politica e grande industria.
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Savoiardo, M., L. D'Incerti, and L. Strada. "La RM nella patologia infiammatoria e degenerativa encefalica." Rivista di Neuroradiologia 4, no. 3_suppl (December 1991): 57–63. http://dx.doi.org/10.1177/19714009910040s312.

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La RM fornisce informazioni più dettagliate e più precise della TC particolarmente nelle malattie infiammatorie, dismetaboliche e degenerative dell'encefalo. Nella sclerosi multipla dimostra un maggior numero di lesioni, anche in aree dove la TC è generalmente muta. Nelle leucodistrofie dimostra coinvolgimenti di vie lunghe o risparmio di fini strutture, come le fibre a U, non dimostrabili con la TC, indirizzando così a volte la diagnosi e permettendo comunque una miglior valutazione dell'estensione delle lesioni. Nelle malattie degenerative, particolarmente dei nuclei della base e cerebellari, la RM ha aperto nuove possibilità diagnostiche: dimostra infatti alterazioni di segnale da ferro o altre sostanze paramagnetiche e dimostra in modo preciso la distribuzione di atrofia delle strutture della fossa posteriore e alterazioni di segnale in sistemi di fibre, fornendo così elementi diagnostici non ottenibili con la TC.
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Bompiani, Adriano. "Caratteristiche delle comunità terapeutiche e norme per il corretto comportamento degli operatori." Medicina e Morale 43, no. 2 (April 30, 1994): 231–72. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1020.

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L'importanza crescente delle comunità terapeutiche (CT) nella lotta alla tossicodipendenza nell'ultimo decennio in vari paesi ha spinto l'Autore, nell'articolo, a riflettere sulle tipologie di CT nella individuazione di quei comportamenti corretti che devono vigere al loro interno. In Italia, infatti, pur essendo stato riconosciuto alle CT un ruolo di enti ausiliari delle strutture pubbliche deputate all'assistenza dei tossicodipendenti, non esiste tuttora una normativa che ne regolamenti la tipologia, l'ordinamento interno, le caratteristiche della gestione e le verifiche del funzionamento. Dopo avere brevemente tracciato la cronistoria delle CT per poi illustrarne le caratteristiche - senza dimenticare lo sviluppo dei Servizi pubblici per le tossicodipendenze {SERT) -, si argomenta sulle dimensioni ed i criteri operativi dell'attività psicoergoterapica che si svolge all'interno delle CT. Sul personale operante all'intemo delle CT l'Autore analizza le motivazioni e l'idea di comunità nel pensiero dei loro "fondatori". Vengono così individuate delle Linee comuni ai diversi metodi adottati nelle CT: !'"educazione alla vita"; la personalizzazione del programma di riabilitazione; il rifiuto di ogni imposizione e violenza; la condivisione delle responsabilità, anche attraverso il lavoro come strumento formativo della personalità. E' ancora aperto, invece, il problema della valutazione dei risultati ottenuti nelle CT. L'articolo si conclude con le linee-guida approvate nell'aprile 1993 dagli operatori di CT e SERT nel Comitato nazionale di coordinamento per l'azione antidroga in Italia. Pur non essendo vincolante, tale documento rappresenta uno sforzo di consapevolezza dei problemi in gioco ed un impegno morale degli operatori su validi principi etici nella lotta alla tossicodipendenza.
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Filippi, Davide. "Il curriculum accademico e la professione del ricercatore. Pratiche di adattamento strategico all'interno del CV." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 160 (August 2021): 157–77. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-160008.

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Il presente contributo analizza la relazione che intercorre tra il percorso professionale dei ricercatori universitari e le forme e i significati che questi assegnano al proprio Curriculum Vitae. L'autore si concentra nel collocare dal punto di vista teorico il dispositivo rappresentato dal Curriculum Vitae all'interno dei paradigmi governamentali istituiti dal neoliberalismo e delle relazioni sociali da essi determinati. In questo senso, l'emergere di quello che in letteratura è definito come un Self Neoliberale è particolarmente visibile all'interno delle strutture standardizzate che organizzano un "buon CV", il quale agisce in modo performante nel dare una specifica forma alle soggettività accademiche. Dal punto di vista empirico, l'autore mette in relazione le informazioni raccolte attraverso ventiquattro interviste in profondità a ricercatori e ricercatrici precari italiani con l'analisi dei CV che gli stessi soggetti avevano inviato prima dell'intervista stessa.
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Tomov, Toma. "Multiple perspectives on the evaluation of outcome in Eastern Europe." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no. 3 (December 1998): 173–77. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007363.

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RIASSUNTOScopo - Lo scopo di questo articolo è quello di analizzare la capacità dei sistemi di salute mentale dell'Europa Orientale di attuare reali riforme nel campo della salute mentale.Metodi - Partendo dalle ipotesi della scuola delle relazioni di gruppo, è stata messa in evidenza la tendenza delle organizzazioni ad abbandonare i principali compiti che esse dichiarano di avere, sotto influenze di tipo ideologico, politico e altre influenze legate al contesto. Lo stato della salute mentale dell'Europa orientale è discusso in questa prospettiva.Risultati - È stato accertato che i cambiamenti ed i progressi sono impediti dai ruoli che proibiscono la curiosita e che mettono in discussione le pratiche routinarie.Conclusioni - L'emergere in Europa orientale di una rete di operatori orientati verso la riforma è ritenuto un segno positivo. Un ulteriore importante obiettivo e la sostituzione delle strutture defunte di salute mentale (servizi, ricerca e training) con muove strutture. La sfida al sistema ereditato e inevitabile. Il ruolo di progetti di collaborazione con i paesi occidentali è di estrema importanza.
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Journals, FrancoAngeli. "Pandemia e (im)mobilità: gli effetti spaziali del lockdown attraverso i Big Data delle piattaforme d." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 4 (December 2021): 5–22. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa4-2021oa12956.

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In assenza di vaccini e in una situazione di emergenza generata dalla rapida diffusione della pandemia, la strategia adottata per contrastare la diffusione del COVID-19 è stata quella del distanziamento sociale e del lockdown che hanno fortemente influenzato la mobilità degli individui. In tale contesto il presente studio si pone l'obiettivo di misurare gli effetti spaziali dei provvedimenti restrittivi alla mobilità individuale in due momenti - durante e nel post-lockdown italiano - e per funzioni (residenza, luoghi di lavoro, svago, trasporti) e a scale differenti. A tal fine, il contributo analizza i dati resi ineditamentedisponibili dalle piattaforme digitali Google e Facebook attraverso i programmi Google Mobility Report e Facebook Data for Good. I risultati da un lato mostrano le aree attrattive e repulsive di popolazione insistente in (near) real-time per macro e micro area, dall'altro permettono di effettuare una riflessione sul ruolo dei ‘dati delle piattaforme' in uno scenario di crescente infrastrutturazione delle piattaforme digitali nella società.
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Matarese, Alessandro, Pier Giorgio Calò, Gabriele Materazzi, Viola Villardita, Maurizio Iacobone, Antonella Pino, Paolo Carcoforo, et al. "Analisi costo-efficacia del neuromonitoraggio nella chirurgia della tiroide." L'Endocrinologo 23, no. 3 (June 2022): 290–96. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-022-01085-6.

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SommarioVi sono prove sempre più rilevanti circa l’importanza di una più dettagliata valutazione dei costi delle nuove tecnologie usate in chirurgia. L’impatto innovativo della tecnologia ha il potenziale per ottenere miglioramenti clinici rivoluzionari. Tuttavia, esistono informazioni limitate sul tema costo-efficacia delle nuove strategie chirurgiche usate in chirurgia tiroidea. In questo studio descriviamo le recenti evidenze relative ai metodi di valutazione costo-efficacia delle strutture e delle funzioni per il neuromonitoraggio intraoperatorio (IONM) in chirurgia tiroidea. I nostri risultati suggeriscono che il modello di economia sanitaria, nell’elaborazione della struttura degli studi costo-efficacia relativi al neuromonitoraggio intraoperatorio, si è dimostrata realizzabile come metodo per migliorare l’efficacia della ricerca.
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Corsico, N., and P. Tirone. "Mezzi di contrasto iodurati ionici e non-ionici in neuroradiologia: Aspetti farmaco-tossicologici." Rivista di Neuroradiologia 1, no. 2 (August 1988): 155–59. http://dx.doi.org/10.1177/197140098800100205.

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Анотація:
Sono stati confrontati gli effetti farmacotossicologici di alcuni mezzi di contrasto ionici e non-ionici sulle strutture nervose e sulle funzioni cerebrali. I mezzi di contrasto non-ionici hanno esercitato una minor azione lesiva sulla barriera ematoencefalica e sono risultati meno neurotossici. In particolare hannno dimostrato un minore potenziale epilettogeno. Sulla base dei risultati ottenuti si può presumere che la minor neurotossicità dei mezzi di contrasto non-ionici non sia dovuta soltanto alla minor osmolalità delle soluzioni, ma anche alla minor chemiotossicità della molecola.
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Arrighetti, Andrea. "Materiali e tecniche costruttive del Mugello tra basso Medioevo e prima Età Moderna." Arqueología de la Arquitectura, no. 13 (January 17, 2017): 037. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2016.001.

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[it] Il Mugello è un’area a medio-alto rischio sismico situata sulla catena montuosa appenninica a confine fra la Toscana e l’Emilia Romagna. Il territorio si caratterizza per una nutrita presenza di insediamenti di lunga durata caratterizzata da edifici storici ben conservati, dei quali la maggior parte risultano strutture religiose. Una zona del Mugello, tra il 2010 ed il 2014, è stata interessata dal progetto “Archeologia dell’architettura e rischio sismico in Mugello”, una ricerca incentrata sulla sperimentazione del potenziale informativo del processo di analisi archeologica come forma di conoscenza, prevenzione e tutela dell’edilizia medievale dal rischio sismico. Fra i risultati che sono emersi dalle indagini archeologiche hanno svolto un ruolo centrale le considerazioni inerenti l’approvvigionamento ed utilizzo dei materiali costruttivi per l’edificazione e la modifica delle strutture architettoniche, in un periodo compreso fra il Basso Medioevo e l’Età Moderna.
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Bernardi, B., and C. Fonda. "Cefaloceli." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 2 (April 1994): 171–86. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700206.

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I cefaloceli sono difetti congeniti o acquisiti del cranio e della dura attraverso i quail possono erniare diverse strutture intracraniche. Un semplice difetto osseo della teca cranica in sede mediana o paramediana non attraversato da un prolasso delle strutture intracraniche prende il nome di cranio bifido occulto. I cefaloceli congeniti possono essere suddivisi in quattro gruppi a seconda del contenuto del tessuto erniato attraverso il difetto osseo: – Meningoceli, le strutture erniate consistono in meningi e liquor. – Meningoencefaloceli, oltre a meningi e liquor ernia pure parte dell'encefalo. Se l'encefalo erniato comprende anche parte del sistema ventricolare il cefalocele prende il nome di idroencefalomeningocele. – Glioceli, il tessuto erniato è formato da una raccolta di liquor delimitata da tessuto neurogliale. – Cefaloceli atresici, forme fruste di cefaloceli localizzate in sede parietale o occipitale. I disrafismi cranici congeniti sono piu rari dei disrafismi spinali: l'incidenza dei cefaloceli varia da 0.3 a 4 per 10.000 nati. La sede più frequente dei cefaloceli è la regione occipitale anche se nelle popolazioni orientali predomina le sede fronto-etmoidale. Vi è una prevalenza femminile per le localizzazioni occipitali e maschile per quelle parietali e sincipitali. A seconda della loro sede i cefaloceli sono classificati in quattro gruppi: occipitali, della volta cranica, fronto-etmoidali (sincipitali) e del basicranio. Da un punto di vista diagnostico: l'ecografia è di fondamentale importanza per la diagnosi prenatale delle anomalie più grossolane; lo studio del difetto osseo va condotto sia con i radiogrammi convenzionali che con studi di Tomografia Computerizzata (TC) con successive ricostruzioni tridimensionali; mentre la valutazione della componente erniata parenchimale e vascolare deve essere effettuata mediante la Risonanza Magnetica (RM) e la angiografia RM.
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Gallo, Eugenio, and Gino Targa. "Quality evaluation in psychiatric services: a regional system of quality indicators." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no. 2 (August 1998): 110–19. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007247.

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RIASSUNTOScopo — Il presente lavoro propone un sistema di indicatori basato sui sistemi informativi di routine adottati dalla Regione Emilia Romagna. Esso si pone l'obiettivo di cogliere la qualità e la complessità dei percorsi di cura dei pazienti psichiatrici tenendo conto dell'articolazione delle strutture psichiatriche della Regione del Progetto obiettivo Tutela della Salute Mentale 1994-1996 e degli Indicatori di efficienza e qualita del SSN. richiesti dal Ministero della Sanità. Metodo — Formazione di un gruppo di lavoro su iniziativa della Regione, per la costruzione degli indicatori con definizione del significato, della formula, della soglia di attenzione, della finalita, del livello di utilizzazione, della fonte dei dati e della frequenza di rilevazione congruente con i sistemi informativi regionali.Risultati — Vengono presentati 105 indicatori suddivisi in base alia struttura psichiatrica a cui fanno riferimento (centri di salute mentale, reparti per acuti, strutture semiresidenziali, strutture residenziali, strutture ex-manicomiali, dipartimento di salute mentale) ed in base al codice in tre elenchi: 1) d'informazione generale (30), comprendente i 12 indicatori richiesti dal Ministero della Sanità; 2) di approfondimento; 3) di esito. Conclusioni — Il sistema di indicatori, pur nato per un uso locale, si fonda su obiettivi definiti dal Progetto Obiettivo ministeriale, per cui può rivestire un interesse anche per altre realtà regionali italiane. La costruzione modulare permette un'applicazione flessibile e un adattamento a sistemi informativi meno complessi. Una parte del sistema è stata inserita dal 1997 nel flusso informativo di routine tra le ASL e la Regione Emilia Romagna.
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