Добірка наукової літератури з теми "Costituzioni flessibili"

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Статті в журналах з теми "Costituzioni flessibili"

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Fourçans, André. "European Monetary Union: Theory and Practice (*)." Journal of Public Finance and Public Choice 9, no. 1 (April 1, 1991): 3–20. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345162.

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Анотація:
Abstract Il tema dell’Unione Monetaria Europea viene analizzato in tutti i suoi risvolti, teorici e pratici.Dal punto di vista teorico, vengono passati in rassegna i vantaggi e gli svantaggi della creazione di una moneta unica, così come gli argomenti favorevoli e contrari alle tesi alternative, quali i tassi di cambio fissi con monete nazionali, i tassi di cambio flessibili e la competizione tra monete private, secondo il modello di Hayek.La seconda parte è dedicata ad un breve esame dell’esperienza dello SME e dei piani proposti per il conseguimento dell’EMU, con le loro implicazioni e possibili conseguenze a livello di politica monetaria, fiscale, di crescita economica e di sviluppo regionale.La conclusione che si trae è che l’EMU, tramite la creazione di una moneta unica e di una banca centrale con poteri ed obiettivi simili a quelli della Bundesbank, effettivamente favorirebbe la crescita economica degli Stati partecipanti. A questo scopo, però, è necessaria la formulazione di una costituzione monetaria che chiarisca le regole e i poteri delle istituzioni realizzate e degli Stati membri.È inoltre indispensabile un certo grado di coordinamento finanziario, prima e dopo la creazione dell’EMU, nonché politiche fiscali volte a limitare dislivelli troppo marcati nella crescita delle varie regioni.
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2

Cocchiara, Maria Antonella. "Segmenti del dibattito costituente sulla famiglia tra compromessi, ingerenze vaticane e protagonismo femminile (1946-47)." SOCIETÀ E STORIA, no. 135 (July 2012): 119–55. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-135006.

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Анотація:
L'autrice propone una rilettura del dibattito costituente sul 1° comma dell'art. 29 della Costituzione intesa a restituire storicitÀ allo "statuto costituzionale" della famiglia attraverso piů chiavi interpretative. Quel dibattito fu infatti fortemente condizionato - come ebbe a dire persino la costituente democristiana Maria Federici - dalla «troppo vigilante direzione clericale», ma risentě anche dei compromessi tra partiti laici e cattolici. Muovendo da tali premesse, le strettoie nelle quali si snodň la discussione non lasciarono lo spazio che avrebbe meritato a un altro elemento nuovo per il dibattito politico del tempo: l'inedito protagonismo femminile. In tale contesto, benché alcune vigorose voci di donne costituenti avessero avanzato proposte anticipatrici, finiva per restare mortificato ogni tentativo di assicurare alla famiglia una tutela di rango costituzionale capace di accogliere, con flessibilitÀ, le novitÀ che l'evoluzione dei tempi avrebbe prospettato e, quindi, di non ostacolare forme di tutela giuridica in grado di rispecchiare gamme allora inedite di relazioni affettive.
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Matucci, Giuditta. "Il diritto a un'istruzione inclusiva e di qualità." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (July 2022): 51–58. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-004006.

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Анотація:
Con l'entrata in vigore della Costituzione repubblicana e l'enunciazione del principio della scuola aperta a tutti, si è imposto al legislatore di delineare un sistema d'istruzione capace di ricomprendere le varie forme di diversità presenti nella realtà per favorire il processo di crescita e di autorealizzazione personale e la partecipa-zione sociale di ciascuno. Il cammino compiuto dal no-stro ordinamento a partire dagli anni '70 verso la co-struzione di una scuola inclusiva ha svelato un'attenzione progressiva verso le molteplici aree di vulnerabilità presenti nella popolazione studentesca, escogitando misure capaci di compensare lo svantaggio iniziale a favore di esigenze di equità e di giustizia. La varietà delle situazioni di bisogno all'interno delle nostre classi ha poi portato ad estendere le garanzie di flessibi-lità didattica al di fuori delle originarie aree d'interesse, stimolando una riflessione sull'attualità dei paradigmi tradizionali e ponendo in dubbio la compiutezza del no-stro modello inclusivo.
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Marongiu Buonaiuti, Fabrizio. "Recognition in Italy of filiation established abroad by surrogate motherhood, between transnational continuity of personal status and public policy = Il riconoscimento in Italia del rapporto di filiazione costituito all’estero tramite maternita’ surrogata, tra continuita’ dello status e ordine pubblico." CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 11, no. 2 (October 1, 2019): 294. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2019.4959.

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Анотація:
Abstract: A recent judgment by the Sezioni Unite of the Italian Corte di cassazione has ruled on a highly sensible and controversial issue, concerning the compatibility with the Italian public policy of a foreign court order, establishing a bond of filiation between a child born by surrogacy and the intended father, materially the same sex spouse of the biological father, despite the absence of any genetical link. The Sezioni Unite declared that such a court order could not be recognized, as incompatible with the Italian public policy. In so deciding, they appeared to have taken a step back as compared to an earlier judgment delivered by the first civil chamber of the same Corte di cassazione in 2016, where a more favourable attitude had prevailed. As compared to the said earlier judgment, the Sezioni Unite, besides distinguishing the circumstances occurring in the two cases, provided a more flexible reading of the public policy exception in private international law, partly overruling the narrower reading provided in the earlier judgment, which had limited its scope to those principles concerning the protection of fundamental rights enshrined in international and European instruments, as well as in the Italian Constitution. In the conclusions it reaches, the judgment by the Sezioni Unite reveals a substantial alignment with the solution envisaged by the European Court of Human Rights in its Advisory Opinion of 10 April 2019, contemplating adoption by the intended, non-biological parent, as the avenue by which the right of the child to his private life with that parent might be enforced.Keywords: Status filiationis, surrogate motherhood, public policy, recognition of personal and family status, Art. 8 ECHR.Riassunto: Una recente sentenza delle Sezioni Unite della Corte di cassazione ha affrontato una questione molto delicata e controversa, costituita dalla riconoscibilità in Italia di un provvedimento giurisdizionale straniero costitutivo di un rapporto di filiazione tra un minore e il padre di intenzione – materialmente il coniuge dello stesso sesso del padre biologico – in assenza di alcun legame genetico. Nell’affermare che un tale provvedimento non può essere riconosciuto in quanto in contrasto con l’ordine pubblico, le Sezioni Unite sono parse compiere un passo indietro rispetto a una precedente pronuncia della I sezione civile della stessa Cassazione del 2016, nella quale aveva prevalso un approccio di maggiore apertura. Rispetto a tale precedente pronuncia, le Sezioni Unite, oltre a sottolineare le differenze tra le fattispecie che si presentavano nei due casi, hanno adottato una definizione maggiormente flessibile del limite dell’ordine pubblico nel diritto internazionale privato, del quale la precedente decisione della sezione semplice aveva dato una lettura eccessivamente restrittiva, limitandone la portata a quei soli principi internazionalmente condivisi in materia di tutela dei diritti fondamentali e a quegli ulteriori principi che trovano affermazione nella Costituzione italiana. Nelle conclusioni raggiunte, la pronuncia delle Sezioni Unite rivela un sostanziale allineamento con la posizione assunta dalla Corte europea dei diritti dell’uomo nel suo parere consultivo del 10 aprile 2019, facendo riferimento all’adozione del minore da parte del genitore d’intenzione privo di legami biologici, come la via attraverso la quale il diritto del minore alla sua vita privata con tale genitore può ricevere tutela.Parole chiave: rapporto di filiazione, maternità surrogata, ordine pubblico, riconoscimento degli status personali e familiari, Art. 8 CEDU.
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Butera, Federico, and Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Анотація:
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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La Spina, Antonio. "La „flessibilità” dello Statuto albertino e il regime fascista." Toruńskie Studia Polsko-Włoskie, December 29, 2021, 57–74. http://dx.doi.org/10.12775/tsp-w.2021.005.

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Анотація:
Lo Statuto del Regno di Sardegna, concesso nel 1848, non diceva nulla circa la procedura per la sua revisione. Pertanto, fu comunemente ritenuto che per modificare il testo originario fosse sufficiente la procedura legislativa ordinaria. Pur nondimeno, innovazioni del massimo rilievo ebbero piuttosto luogo senza alcun atto formale. In alcuni casi queste andavano ben oltre le previsioni dello Statuto, mentre in altri casi addirittura le contraddicevano, con riguardo a questioni essenziali. Il testo originario divenne così parte di un ordine costituzionale de facto alquanto incerto, cedevole e rimodellabile. Ciò ebbe molte conseguenze rimarchevoli e indesiderabili. Quando il fascismo prese il potere negli anni Venti dello scorso secolo, il sistema politico italiano subì uno shock profondo, che tuttavia fu ritenuto compatibile con la costituzione de facto, come plasmata e applicata in precedenza dagli attori politici rilevanti, anzitutto dalla monarchia. Poi i fascisti al governo puntarono a ulteriori alterazioni, devastanti per i principi liberali e le istituzioni rappresentative, ma fecero attenzione ad introdurle attraverso atti formalmente legislativi. Così facendo, dimostravano un’obbedienza esteriore allo Statuto. Se il fascismo fosse rimasto al potere per più tempo, secondo quelle che erano sue intenzioni dichiarate sarebbe forse riuscito a trasformare il sistema politico italiano in un totalitarismo. Al riguardo rilevano il modo in cui erano stati concepiti lo Statuto e la sua revisione nell’Italia prefascista, nonché il ruolo effettivamente svolto dalla monarchia durante il periodo fascista.
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Дисертації з теми "Costituzioni flessibili"

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FERRARI, FABIO. "Principio pattizio e rigidità costituzionale: dalle Chartes francesi alla realtà sovranazionale." Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11562/938462.

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Анотація:
La tesi tenta di approcciare il concetto di rigidità costituzionale dalla prospettiva delle fonti pattizie: particolare attenzione è posta ad alcune esperienze costituzionali del diciannovesimo secolo, quali le Chartes francesi del 1814 e del 1830 e lo Statuto albertino; successivamente, l'analisi investe l'attuale scenario internazionale. L'obiettivo è provare a distinguere il concetto teorico di rigidità costituzionale dalle diverse modalità con le quali esso è garantito.
This PhD dissertation attempts to approach the concept of constitutional rigidity from the specific point of view of conventional sources: particular attention is devoted to the constitutionalism of the 19th Century, mainly to Statuto albertino and French Chartes of 1814 and 1830: thereafter, the analysis concerned the current international scenario. The purpose is to separate the theoretical concept of constitutional rigidity from the ways in which it is concretely guaranteed.
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Книги з теми "Costituzioni flessibili"

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Bignami, Marco. Costituzione flessibile, costituzione rigida e controllo di costituzionalità in Italia (1848-1956). Milano: A. Giuffrè, 1997.

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